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Incontrandoci per discutere lo strumento di lavoro non nascondiamo la nostra

difficoltà nel comprenderlo a causa delle evidenti ripetizioni e di una struttura poco
sistematica.

Sentiamo nel cuore l’esigenza di vivere nuove esperienze di condivisioni con gli
ultimi (drogati, prostitute, immigrati), ma avvertiamo anche la nostra inadeguatezza
per tale missione a causa della poca formazione e esperienze al riguardo. Ci sembra
troppo riduttivo per il nostro carisma e per la nostra vocazione dedicarci alla sola
educazione dei bambini. Proprio nella logica del nostro fondatore sarebbe bello
ricostituire e dedicarsi a opere senza lucro.

Consapevoli del desiderio del nostro fondatore di spendere la sua vita anche in
Africa, desiderose di imitarlo e di continuare la sua opera, chiediamo che venga reso
più esplicito il tipo di collaborazione che lega il nostro istituto con il signor Carlo
Travaglino e quali tipi di rapporti sarebbe possibile costruire insieme in futuro.

Riteniamo che sia importante che le consigliere collaborino maggiormente con la


madre generale nel sostenere e accompagnare le singole comunità, promuovendo
iniziative di formazione permanente.

Per favorire la fraternità e la condivisione tra tutte le consorelle del nostro istituto
proponiamo almeno tre incontri all’anno di tutte le professe solenni.

Avvertiamo come un momento atteso e formativo la settimana degli esercizi.


Chiediamo per tanto che ci sia un’alternanza dei padri predicatori per evitare
monotonia o ripetitività.

Si riaffermi con determinazione che una autentica vita fraterna e missionaria richiede
una intensa vita di preghiera. È bene dedicare un giorno alla settimana alla preghiera
e alla condivisione della parola di Dio per accrescere la nostra consapevolezza sul
dono della nostra vocazione.

Esortare e non scoraggiare la partecipazione delle suore alle professioni temporanee,


solenni, 25° e 50° di vita religiosa, come un momento altrettanto importante come il
servire i poveri. Amare una sorella e prendere parte alla sua gioia come ai suoi dolori
precede il servizio ai poveri, ne è il presupposto irrinunciabile.

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