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Harry accolse preoccupato l'amica.

Nonostante l'espressione in volto fosse fintamente tranquilla, percepì che l'amica era sconvolta.
-Hermione! Cosa succede?-
La donna si girò un momento verso la porta dalla quale era appena entrata, con il terrore di veder
entrare Severus da un momento all'altro.
-Non qui, Harry. Andiamo nel mio appartamento.-
Harry si alzò sempre più confuso. Cosa stava succedendo?
Tuttavia aspettò che l'amica lanciasse un Colloportus all'entrata delle sue stanze prima di esternare
finalmente i suoi pensieri.
-Che succede? Non ti ho mai visto così stravolta!-
Lei si sedette su una poltroncina, invitando l'altro a sedersi a sua volta.
-Harry... sono innamorata.-
-Innamorata? E di chi?-
Hermione si fece piccola piccola, portando le ginocchia al petto.
-Severus.-
-Severus?! Bè.. non posso negare di esserne sorpreso, ma sono felice per te, per voi. Del resto era
ora che...-
Hermione lo fermò con un gesto della mano.
-Quello che voglio dire è che IO sono innamorata di lui. L'altra sera l'ho baciato... e lui mi ha
respinto. Poi oggi, quando mi ha convocato, mi ha detto che lui non voleva respingermi. Mi ha fatto
vedere un incantesimo...tua madre... ma che non era proprio tua madre... anche se lo era, ma non lo
era!-
Harry si avvicinò all'amica posandole una mano sul braccio, cercando di farla tranquillizzare.
-Oddio che casino che sto dicendo... non ha un senso logico!-
-Non ti preoccupare, credo di aver afferrato il senso del discorso. Ma c'è una cosa che non capisco...
cosa posso fare io per te?-
Lei alzò la testa dalle ginocchia, rifilando ad Harry un'occhiata risoluta.
-Delle risposte.-
-Risposte?-
-Sì, risposte. Vorrei che tu mi raccontassi di cosa accadde dieci anni fa, di come voi due avete
legato. Ci sono dei particolari che non capisco, soprattutto il ruolo tuo e di tua madre.-
L'amico si accomodò meglio sulla sua poltrona, appellando due tazze di tè e porgendone una alla
donna.
-Va bene Hermione, ma è una storia lunga.-
-Per lui sono pronta ad ascoltarne anche cento.-
Così Harry iniziò il suo racconto, riportando alla mente della donna sensazioni e sentimenti ormai
persi nella memoria di dieci anni prima.

FLASHBACK
Il clima che si respirava in Sala Grande era alquanto irreale.
La gioia per la vittoria si mescolava al dolore per le perdite creando un caleidoscopio di emozioni
contrastanti.
Harry teneva la mano ad una Ginny distrutta, troppo addolorata perfino per piangere, l'intera
famiglia Weasley era avvolta da uno stato di shock per la perdita del loro figlio.
Ron, con lo sguardo perso nel vuoto, era abbracciato ad Hermione lì accanto al loro amico; Molly
era inginocchiata davanti al cadavere di Fred, accarezzando il gelido viso del figlio.
Hermione accarezzava il viso del ragazzo tra le sue braccia, non sapendo come comportarsi.
Adesso che tutto era finito provava un senso di torpore e spossatezza, la mente svuotata e solo un
senso di dolore per non saper come aiutare il ragazzo che amava ad affrontare quella triste
situazione.
Mentre accarezzava le morbide ciocche di Ron pensò che l'unico modo che aveva per aiutarlo fosse
stargli vicina quanto più possibile.
Dal canto suo Harry era assalito da mille pensieri.
Si chiedeva se fosse veramente finito tutto, se adesso la sua vita sarebbe stata finalmente tranquilla.
Ringraziò mentalmente tutte le persone che gli erano state vicine, sia quelle attorno a lui che quelle
che lo avevano lasciato.
Osservando George senza un orecchio chino sul corpo senza vita del gemello non potè esimersi dal
domandarsi dove fosse finito Piton.
Non lo aveva visto in giro, aveva anche chiesto agli altri se lo avevano incontrato o se avessero
combattuto contro di lui, ma nulla.
Forse Voldemort lo aveva ucciso, o forse si era andato a nascondere per sfuggire alla giustizia.
Fu in quel momento che la McGranitt si avvicinò a lui.
-Signor Potter, Harry, due auror hanno trovato il professor Piton nella Stamberga Strillante. È
svenuto e molto debole, ma vivo.-
Harry alzò lo sguardo fiammeggiante sulla donna.
Era vivo? Meglio, lo avrebbe ucciso con le sue stesse mani.
La preside parve capire il corso dei suoi pensieri.
-C'è una cosa che devi sapere... gli hanno trovato due fori sul collo. È evidente che è stato morso da
Nagini. Stava per morire, ma Fanny l'ha guarito.-
Harry aveva uno sguardo confuso, non capendo cosa stava cercando di dirgli la donna. Insomma,
non era importante che Fanny l'avesse guarito, lui era l'assassino di Silente.
-Harry, Fanny non avrebbe mai salvato l'assassino del suo padrone, non lo avrebbe mai salvato se
non fosse uno dei “buoni”.-
Finalmente il ragazzo capì quello che la donna cercava di trasmettergli: Piton, per quanto assurdo
potesse essere, non li aveva traditi e Fanny lo sapeva, per questo l'aveva salvato dalla morte certa.
Ma com'era possibile? Lui stesso lo aveva visto scagliare l'Avadakedavra che aveva ucciso Silente.
Capì che era inutile stare ad arrovellarsi fra mille pensieri, c'era solo una persona che poteva
raccontare com'erano andate davvero le cose, e quella persona giaceva in uno dei letti
dell'infermeria.
-Professoressa mi porti da lui, la prego.-
La donna fece un cenno d'assenso con il capo scortando il ragazzo fuori dalla Sala Grande fino
all'entrata dell'infermeria, custodita da due auror.
-Entri da solo, credo che sia giusto che sia lei a raccontargli della fine del regno di Tu.. di
Voldemort. Seppur io creda che non costituisca un pericolo ho in custodia la sua bacchetta e gli
auror sono qua fuori per ogni evenienza. Buona fortuna Harry.-
Il ragazzo entrò silenziosamente nell'infermeria; nonostante ci fossero molte persone tra feriti e
infermieri accorsi dal San Mungo, riuscì subito ad individuare il letto, in un angolo, dove giaceva il
corpo dell'uomo.
Harry si avvicinò con cautela e prese ad analizzarlo.
Il corpo sembrava morto da quanto era immobile e pallido, solo il leggero movimento del torace gli
fece capire che era ancora vivo.
Il volto era madido di sudore, i capelli formavano una macabra corona sul cuscino, il collo era
bendato e così anche il braccio e la spalla sinistra.
Madama Chips si avvicinò ad Harry mettendogli una mano sulla spalla.
-Si riprenderà. Il veleno del serpente non è più in circolo e sarebbe bastata Fanny se non fosse per la
maledizione.-
-Maledizione? Quale maledizione?-
-Vede signor Potter, Voldemort era così convinto di essere inattaccabile e invincibile da credere che
l'unico modo esistente per sconfiggerlo fosse essere tradito da uno dei suoi seguaci. Così ha
scagliato una maledizione sui marchi neri in modo che, in caso di sua morte, tutti i Mangiamorte in
circolazione morissero con lui.
E visto che lui, grazie a lei signor Potter, è morto la maledizione è scattata; Lucius Malfoy è morto
poco fa tra atroci sofferenze, ben meritate oserei dire, mentre la signora Malfyìoy e il giovane Draco
stanno lottando contro la morte.-
-E come mai Piton è ancora vivo?-
-Penso sia a causa di Fanny. Le sue lacrime hanno costituito una barriera interna alla maledizione,
ma riprendersi sarà piuttosto doloroso... a causa della potente battaglia magica all'interno del suo
corpo non posso arrischiarmi ad usare incantesimi o pozioni.
Ha la febbre molto alta, sfiora i 40°, e il braccio e spalla sinistra sono ustionati, un'ustione diffusa
dal Marchio Nero. Al momento mi limito ad impacchi freddi e ad un po' di essenza di dittamo, ma
pochissima.
L'unica cosa positiva è che penso che non resterà traccia del Marchio sul suo braccio.-
Harry ascoltò pensoso il discorso della donna circa la salute attuale dell'uomo nel lettino accanto a
lui.
Non sapeva come comportarsi, di certo non poteva parlare con Severus in quello stato.
Decise che la cosa migliore fosse aspettare, così fece per sedersi vicino al letto, quando l'infermiera
gli intimò di riposarsi un po', vista la giornata pesante che aveva avuto.
Lo fece così stendere su un letto vicino e gli diede una pozione per dormire meglio.
A mente lucida sicuramente avrebbe ragionato meglio.
Calò così la notte su quella gloriosa giornata del 2 maggio.
Il mattino seguente Harry fu svegliato da un gemito proveniente dal letto accanto.
Il professor Piton si stava muovendo convulsamente sul materasso, gli occhi spalancati e delle
gocce di sudore ad imperlargli il volto.
Harry si spaventò a vederlo in quello stato e chiamò subito madama Chips che accorse
frettolosamente.
-Oh cielo! Lo sapevo che non sarebbe bastato il dittamo! Potter spostati, devo dargli un
tranquillante, altrimenti si strapperà le bende.-
-No... lui... Potter... qui...-
Piton stava straparlando ma Harry, sentendosi chiamato in causa, si avvicinò al letto circospetto.
-Potter...bacchetta...dammi...-
Era forse impazzito? Gli stava chiedendo la sua bacchetta, voleva forse ucciderlo in un ultimo
rantolo di lucidità?
Harry vide con sgomento lo sguardo implorante che l'uomo nel letto aveva dipinto in viso e decise,
spinto da una fiducia a cui difficilmente poteva credere, a passargli la bacchetta, stando attento che
madama Chips non lo vedesse.
Piton lo ringraziò con gli occhi prima di portarsela alla nuca con mano tremante ed estrarre un
lunghissimo filamento che Harry, capito cosa l'altro stesse facendo, provvide ad imbottigliare in una
fialetta trovata sul comodino.
Piton svenne di nuovo.
Non riusciva a capire. Come mai Piton gli aveva voluto consegnare quei ricordi? E di che ricordi si
trattava?
Corse alla ricerca della McGranitt, aveva urgente bisogno del pensatoio del professor Silente.
La trovò al settimo piano, nei pressi della Stanza delle Necessità, adibita ad ulteriore infermeria.
-Professoressa avrei bisogno di un favore, Piton mi ha consegnato dei ricordi e mi servirebbe il
pensatoio del professor Silente per vedere di cosa si tratta.-
-Ma certo, Harry, seguimi. Devono essere ricordi importanti, non aspettiamo un momento di più.-
Harry Potter nella sua vita da diciassettenne poteva dire di averne viste di tutti i colori, era convinto
che nulla lo potesse stupire più.
Quella mattina di maggio dovette ricredersi.
I ricordi di Piton lo trascinarono in un vortice di emozioni e di immagini, ripercorrendo anni della
vita dell'uomo, portando alla luce, finalmente, segreti che nessuno tranne Piton e Silente, sapevano.
(*)
… Il primo incontro di Piton con sua madre...
… L'arrivo ad Hogwarts e lo smistamento che vide i due amici divisi...
… I litigi per le cattive compagnie frequentate da Severus...
… Severus, spinto dalla rabbia del momento, chiama Lily Sporca Mezzosangue...
… La preghiera a Silente perchè salvi i Potter...
… Il dolore per la perdita della donna amata e la promessa di proteggere suo figlio...
… I commenti acidi di Severus su Harry al primo anno, solo perchè in lui rivedeva costantemente il
suo nemico di sempre, James...
… La promessa ad un Silente malato e morente di metter fine alla sua vita per salvare l'anima di
Draco...
… Il sottile odio provato per Silente credendo di essere stata una pedina per mandare Harry al
macello...
… Il perpetuo amore per Lily che da forma al suo Patronus...
… Il sectumsepra lanciato per errore su George cercando di salvarlo da morte certa per mano di un
altro mangiamorte...
… Severus che nasconde la spada nel laghetto ghiacciato della foresta di Dean...
… I pensieri di Piton pensando di essere in punto di morte...
Piton aveva amato sua madre.
Piton era stato complice dell'assassinio dei suoi genitori.
Piton era imprigionato dal senso di colpa.
Piton aveva promesso di proteggere Harry, il figlio della sua Lily, ad ogni costo.
Piton era stato obbligato da Silente a promettergli di ucciderlo.
Piton aveva ucciso Silente, morendo anche lui dentro di sé.
Piton aveva rischiato di morire senza far sapere che grande uomo era stato.
Ma Piton era vivo.
Harry ebbe bisogno di riprendersi dopo tutte quelle informazioni.
Sentì nascere dentro di sé un sentimento di gratitudine e di stima verso l'uomo che pensava lo
avesse ostacolato per tutti quegli anni.
-Allora Harry, qualcosa di importante?-
-Giudichi lei stessa professoressa.-
Le fece spazio vicino al bacile, congedandosi per tornare in infermeria.
Aveva bisogno di risposte a domande che quei ricordi avevano scatenato in lui, e ne aveva bisogno
subito.
Trovò madama Chips china sul letto dell'uomo, con una mano poggiata sulla fronte di lui.
-Come sta?- si informò lui.
-Molto meglio. La febbre finalmente è scesa a temperature accettabili, rispetto ai 40° di stamattina,
e le ustioni stanno migliorando grazie al dittamo. Adesso dorme ma appena si sveglierà dovrebbe
essere già in grado di parlare.-
Il ragazzo ringraziò la donna e si sedette accanto al letto, lo sguardo fermo sull'uomo addormentato.
Quando Severus Piton aprì gli occhi si trovò davanti un Harry risoluto e deciso a sapere tutto fin nei
minimi particolari.
-Perchè?-
Perchè non me l'ha detto?
E Severus seppe che il ragazzo non l'avrebbe più visto con gli stessi occhi di prima.
-Perchè, Potter?-la sua voce uscì flebile e leggermente roca, ma sempre screziata dall'acidità che lo
aveva sempre contraddistinto.
-Pensavo che i miei ricordi fossero sufficienti a scagionarmi.-
-Lo sono, signore. Io vorrei solo sapere perchè non me l'ha detto. Avrei saputo mantenere il
segreto...-
Piton fece una risatina ironica.
-Mantenere il segreto Potter? Devo ricordarle la sua totale incapacità in Occlumanzia? Voldemort
non ci avrebbe messo più di mezzo minuto a capire tutto e a quest'ora saremmo tutti in grossi guai.
Non farmi ridere, Potter, è stato molto meglio così.-
-Ma così ha rischiato seriamente di morire senza che nessuno sapesse, se ne rende conto? Ha
rischiato di morire ricordato come vile traditore invece del grande uomo qual'è!-
-Per cosa Potter? Io non ho mai voluto la gloria, nemmeno quando seguivo Voldemort lo facevo per
ambizione personale.-
Harry, per la prima volta, prese coscienza di un dato singolare; lui continuava a rimarcare il suo
nome, o meglio il suo cognome, Potter.
Cinque lettere che sentiva pendere sul suo capo come la spada di Damocle.
Aveva visto nel pensatoio quanto fosse stato sgradevole suo padre nei suoi confronti e, aiutato
anche dalla straordinaria somiglianza fisica, cominciava a capire perchè Severus lo avesse sempre
trattato male: vedeva in lui il nemico di Hogwarts, l'uomo che gli aveva portato via l'unica donna
che lui aveva amato.
-Signore... io volevo ringraziarla. Per tutto quello che ha fatto per me in questi anni.-
-Non l'ho fatto per te, Potter, l'ho fatto per...-
-Lily, lo so professore. Ma è me che ha salvato in tutti questi anni, quindi non mi potrà negare di
ringraziarla come merita.
Io sono felice che lei ami mia madre, sono felice che lei, seppur morta, possa averla aiutata a
diventare un uomo migliore, a salvare la sua anima. Sono certo che se fosse qui la ringrazierebbe
dal più profondo del cuore per tutto quello che ha fatto per me.
Volevo anche chiederle scusa da parte di mio padre. Su di lui ho sentito molte storie da molte
persone differenti, e tutte discordanti.
Per quanto la riguarda mi rendo conto che si è comportato in maniera veramente, se mi passa il
termine, stronza, e io volevo chiederle scusa a nome suo.
Quello che sto cercando di dirle è che io non sono mio padre. Avrò il suo cognome, avrò il suo
aspetto, avrò perfino il suo nome, ma non sono lui. Io sono Harry, una persona che lei, seppur ha
aiutato molto, non ha mai conosciuto.
E mi rincresce sapere che nessuno dei due sa veramente chi è l'altro, nonostante i nostri trascorsi.
Le chiedo solo questo, signore, una possibilità di farmi conoscere, e di conoscerla, davvero.-
Severus rimase colpito da quel discorso. Il giovane Potter gli stava chiedendo una possibilità.
Non era proprio quello a cui pensava mentre era sul sudicio pavimento della Stamberga?
Una seconda possibilità per lui, per Harry, per tutti.
Si schiarì un po' la voce, aveva deciso.
-Va bene Pot...Harry, avrai la tua possibilità, non farmi pentire di avertela concessa.-
Harry si illuminò di un sorriso sincero e solare porgendo la mano destra.
-Sono Harry Potter, per gli amici Harry, per i fan “Il-ragazzo-che-è-sopravvissuto”, per i nemici
“Dannato Potter”. Ma lei mi chiami pure Harry.-
L'uomo lo osservò in tralice, indeciso se scoppiare a ridere o fare una faccia accigliata.
Optò per una via di mezzo.
Sorrise leggermente, per la prima volta davanti ad Harry (e forse davanti a chiunque), prima di
porgere anche la sua stringendo la mano che gli veniva offerta.
-Piacere Harry, io sono Severus Piton, per te Severus, per tutto il resto del mondo magico (per il
momento) Colui-che-ha-tradito-e-ucciso-Silente. Stato attuale: disoccupato.-
Madama Chips non scordò mai la scena che trovò quando varcò la porta in quel momento.
Severus ed Harry ridevano. Insieme.
RICORDI:
1. 9/10 anni, Sev, Lily e Tunia, parcogiochi, primo incontro.
2. 10 anni, Lily e Sev, erba vicino al fime, racconta di Hogwarts.
3. 11 anni binario 9 ¾ Tunia e Lily litigano, incontro sul treno con James e Sirius. Prima volta
nome Mocciosus.
4. Smistamento.
5. Qualche anno dopo: giardino litigio, a Lily non piacciono le compagnie di Sev.
6. G.U.F.O. Severus sollevato a mezz'aria da James. Piton chiama Lily Schifosa Mezzosangue.
7. Severus dice che diventerà Mangiamorte.
8. Collina, Sev e Silente, dice a Silente di aver riferito della profezia, chiede a Silente di
salvare i Potter.
9. Studio di Silente: Sev decide di proteggere il figlio di Lily.
10. 11 anni di Harry, Sev deve tenere d'occhio Raptor.
11. 4° anno, ballo ceppo: i marchio nero torna scuro.
12. 5° anno: Silente con la mano nera, maledizione anello, Sev promette di proteggere Hogwarts
se cade in mano di Voldemort. Promette inoltre di uccidere Silente quando sarà il momento.
13. 6° anno: parco di Hogwarts: Harry come Hocrux. Harry come bestia da macello. EXECTO
PATRONUM, cerva: “Dopo tutto questo tempo?” “Sempre”
14. Piton confonde Mundungus.
15. Pion Sectumsempra su George per sbaglio, doveva colpire un mangiamorte che voleva
uccidere George.
16. Studio di Piton. Nigellus, Silente e Piton, spada di Grifondoro, foresta di Dean.

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