Sei sulla pagina 1di 9
PAyL USKAE KKM ELLER SMal _______ I pensiero e le arti nel Rinascimento Passe, Nell 968 Ibruni, Marsuppini e Alberti cio’ da una cultura letteraria che ave- vail suo centro nella cancelleria della repubblica e nei circoli priva- ti delle famiglie pit influenti piuttosto che nell’ Universiti, benché anche quest’ultima facesse la sua parte. Si trattava di una cultura let teraria 0, per usare la terminologia del tempo, di una cultura rera~ rica e poetica, e anche di una cultura classica nutrita dagli studi de- fi autori latini e greci. Comprendeva, certo, una buona dose di ri- fiessione sul problema dello Stato, dell’educazione, della condotta ‘morale, ma era priva di un interesse specifico verso la speculazione ‘metafisica’. Fu solo intorno alla meta del XV secolo, con arrivo di Johannes Argyropulus, che si comincid a sentirne la mancanza ead owviarvi in qualche modo. E significativo che sia stato un allievo di Argyropulus, Alaman- no Rinuccini, a dichiarare, in un trattato sull’educazione dedicato al figlio, che bisognava passare dalla grammatica ¢ dalla retorica, dove s’erano fermati i predecessori, alla filosofia’. Pit efficacemen- te che da Argyropulus, questa lacuna della cultura fiorentina tradi- zionale fu colmata da Marsilio Ficino e dalla sua Accademia plato- nica. Uno sviluppo, questo, che non va interpretato solo come il ri- sultato della politica medicea per distrarre Vattenzione dei cittadini dagli affari di Stato, sviandola verso la speculazione metafisica, co me tante volte si 8 detto: Ficino esercitava infatt la sua influenza sugli amici come sui nemici dei Medici. II suo platonismo, una me- tafisica basata sulla ragione e sulla tradizione platonica, soddisface- vai bisogni spirituali di coloro che erano abituati e intenzionati a continuare a dedicarsi allo studio degli antichi pur rimanendo cri- stiani, e che cercavano una nuova giustificazione storico-filosofica peril loro doppio impegno. Questa sembra la ragione del sorpren- dente sucesso di Ficino e del profoudo cambiamento da lui inteo- dotto nel clima e nelle tendenze generali della cultura fiorentina, I ruolo pit ampio svolto dal platonismo fiorentino nello svi- luppo del pensiero europeo nel suo complesso & pit difficile da spiegare. Sicuramente uno dei fattori di tanto successo fu la moda. In un'epoca in cui tutti erano pronti a seguire i modell fiorentini nelle ati, in letteracura e negli studi, un movimento filosofico nato 2 Firenze, e legato in un certo senso all’ umanesimo fiorentino, non poteva che esercitare un enorme fascino sulle persone colte di tut- ta Europa. Tittavia non era esclusivamente una questione di moda. 8 TILE A AN QUADRA 1 coe fen Sh cta ot —______teaccademi plato frentina C’ fondo divario intellettuale tra la teolo- Ciera al tempo stesso-un profondo div 3 | gia dogmatica ‘fondata sulla fede e la filosofia scolastica a Bia dogma ment imitta alla logis e alla fies. Quel divaro alors setae colmato da un umaesimo puramente eterno 2elogico, ma piutosto dan pltonismo metaiicn, basso se yeaa gta dei peuisatori antichi pitt apprezzati, a pat nragione esull'autorita dei pensator zat fare omsale, Tale platonismo non si opponeva alla religione $f Tear alla dottina aristotlia dell'epocs, né cereara di set stan cose Interdevainvece completare,intervenendgin uns ASH pensiero fino ad allratrascuratoma che stave vent ai a tgean numero di scrittori, studios! ¢ se re pid importante per un gran numero di s< ios senor, A questo si pu apgiungers il fascino di una dovrtne che aeremiva Tasmonia € la tolleranza in un_periodo tormentato inva logic che precedettero e seguirono la Riforma, Marsilio Ficinoilcaposeuola dell’ Accademia fioreatine, 182°" to nal 1433, ed eral figlio maggiore di un medico, Delia svn ia" ‘Pa sappiamo ass: poco, cost come dei suoi primi studi: S00 8° aa eek yiniziato a sostiture alle informazioni fantasiose« poco f- fidabili dei primi Diografi le testimonianze eee See aa esac’ pri srt; probabilmente potremo disporre di magshor" pe onmagioni quando sara ultimato [o studio di un manaserito & Tui posseduto o copiato in quel periodo”. Possedeva une BoM CO noscenza della gmat dell reroria latina edi classic come i ‘Virgilio, Probabiluiente segul i corsi di fisica aristo cicerome elicits presso [Universit di Fienze, ma non spp of Gslao meno laureato in medicina In sepuito avrebbe PISSED Is profesione medica e seitto parecch ibe sullargorente Poo abilmente anche i suo interesse per Yesuologiera lego ala sua rae medica, Gl seritt giovanili che ci sono rimasti mots foxmavion ic inerens ata alla losofia nator To sdanfera scolastica, trattati moral e letere personal seeonce aie degli umanisti, lewere e sermoni in volgare toscano eM Ser tno legad all tradizione della Jeteratura zeligiosa popoiarr. © tina evdente una forte, ma non esclusiva, propension® 2 b-S°0" ving, anche se ancora Ficino non aveva familiar con Je fone! °° final greche. Tl giovane autore conosce anche Agostino, Fe" 7 Prenio, nonché PAristotele delle version medievali ¢ ¢et 99 IMincRTAD ITA rates Mme ASCE 4. THE WERCRANT OF VENICE | Il pensiero e le arti nel Rinascimento _________ mentatori arabi. Si tratta di caratteristiche significative se vogliamo comprendere appieno il platonismo fiorentino. Nel 1456, 2 23 an- ni, Ficino aveva gia scritto un lungo lavoro, che non & giunto fino a noi, sulla filosofia platonica. Pitt o meno nello stesso periodo aveva cominciato a studiare il greco. Le sue prime traduzioni dal greco © dal latino risalgono agli anni successivi. Nel 1462 Cosimo de’ Me~ dici gli dond una villa a Careggi e gli commissiond la traduzione di Platane e di altre fonti del pensiero platonico. Nel 1463 Ficino completd la sua prima traduzione destinata alla pubblicazione, quella del corpus Hermeticum, che ebbe un enorme sucesso. Co- mincid quindi a lavorare alla traduzione di Platone, partendo da dieci dialoghi che credeva non fossero mai stati tradotti prima. La traduzione di euttii dialoghi fu pronta intorno al 1468. Nel 1469 scrisse il celebre commento al Simposio e negli anni suuccessivi si de= dicd alla sua maggiore opera filosofica, la Theologia platanica. Nel 1473 si fece prete e per l’occasione scrisse un trattato apologetic Sulla religione cristiana. Comincid anche a raccogliere le sue lette- re, che includono una serie di trattati filosoficie si diede a rivedere la Theologia Platonica ¢ la sua traduzione di Platone, stampate ri- spettivamente nel 1482 e nel 1484. Si dedicd poi alla traduzione di ‘un commento su Plotino, pubblicato nel 1492, e scrisse un impor- tante trattato di medicina e astrologia, De Vita Libri Tres (1489), in- fine diede alle stampe un nuovo commento su Platone (1496), la traduzione di Giamblico ¢ altri scritti neoplatonici (1497) ¢ quella i Dionigi ’Areopagita (1497 ca.). Mori nel 1499. Trascorse gli anni migliori della sua vita sotto la protezione del- la famiglia Medici e, per quanto non fosse uomo dalle forti passio- ni politiche, le sue simpatie erano evidentemente tutte per loro. Poiché i Valori ¢ i Soderini erano suoi amici ¢ allievi non meno dei Del Nero, non ebbe problemi personali neanche dopo la rivoly- zione del 1494. Ammird Savonarola per breve tempo, ma dopo il 1494 ebbe buoni motivi per deplorarne 'azione politica. Nei suoi scritt, mostra notevoli doti: la conoscenza perfetta del greco ¢ del- la letteratura filosofica antica conferisce alle sue traduzioni una qualita che ancora oggi si fa apprezzare. Anche la produzione filo- sofica ® notevole per la chiarezza e la coerenza delle idee di fondo. La sua vasta cultura spaziava dalla medicina alla teologia, all’astro- logia. Era musicista, nonché esperto di musigale, @ conosce: 100 0 Accademia platonica fiorentina —!____— vyae apprezzava la poesia ela leteratura latina come quella toscana Tra berco di statura, melanconico, ipocondriaco ¢ superstizioso. Ne conosciamo le fattezze da una medaglia e da un monumento postumo, oltre che da una quantita di manoseriti miniati. Appre2~ povs la compagnia intelligente e sapeva conversare in maniera gra: Jevole, dote che gli valeva non solo l'amicizia ¢ 'ammirazione dei principe degli studiosi ma anche quella di tanti mereanti, serteof aetigi, Non fa un caso se divenne il caposcuola indiscusso del- P Accademia platonica. Accademia platonic fiorentina non era, come un tempo pe savano gli storici, un’istituzione organizzata come le accademie de! XV secolo, ma semplicemente un circolo che si riuniva attorno a Marsilio Ficino, la cui dottrina comurie era unicamente quella da hui stesso dettata, ¢ che era strewamente legato alla cerchia ~ 0 corte ~ dei Medici, benché le due case non coincidessero. I! nome «Accs “Feenias eva stato adottato solo in omaggio all’Accademia di Plsto- sce Tlcircolo riuniva studiosi e scrittori che avevano idee e interes- 5 pergonali a volte diversi da queli di Ficino, come nel caso di a er Poliziano. Poliziano, sebbene fosse un amico personale di Fi- SGao, era interessato soprattutto alla poesia e alla filologia, e il suo Srentamento filosofico era pit aristotelico che platonico. Pico del- Ia Mirandola era per moltiaspetti influenzato da Ficino, ma la sua formazione il suo pensiero erano indipendenti, cosi come i suol punt di iferimento. Era in contatto diretto com le tadizioni scola~ ttiche di Padova e di Parig, aveva studiato Pebraico ¢ Varabo ¢ le Toro forti flosofiche e cabalistiche. Era un feroce oppositore del- DPastrologia e aveva profondamente subito linfluenza di Savonaro~ Ja Tra i mombri dell Accaclemia, Francesco da Diacceto, il pith im- portant allievo di Ficino e suo suceessore, giunse a formulare una dloterna filsofiea personae, Gli atri non hanno lasciato una sie> vante produizione filosofica: erano per lo pit poeti ¢ uomini di let tere, come per esempio Girolamo Benivieni, Lorenzo de’ Medici e Crstoforo Landino, che wendevano a ripetere le idee di Ficino. Le attivita principali dell’Accademia erano strettamente legate alla figura di Fino stesso: conversazioniimprovvisate con ami 9 ‘Visitatori, organizzazione di banchetti, discorsi come quelli per le Tamose celebrazioni dell’anniversario della'nascita di Platone, con- 301 grt ain, whan Loins I pensiero e le arti nel Rinascimento. ferenze o declamazioni tenure da Ficino; seminari pubblici da lui tenuti nella chiesa di Santa Maria degli Angeli su Platone, Plotino, san Paolo, oltre a una certa quantiti di lezioni private basate sulla Jettura di Platone ¢ forse di altri autori, A queste attivita dell’Acca- demia si aggiungano gli scrittie la corrispondenza di Ficino e dei Sol amich¢ 5 powanno comprendere a moda el presigi susc- 1a questa istituzione nel i Vanni it ‘aida questa istituzione nel corso di oltre wentanni divi, ma an ‘lla luce di a queste osservazioni facile capire come il platoni- ee el oi aie fosse un sistema di peusiero unico € nplesso, che non pud essere inteso come pura ripetizione del pensiero platonico © def neoplatonismo antico. L'influenca fondamentale delle fonti antiche era integrata da numerosi ele- menti di origine successiva, nonché dalle idee e dagli interessi ori- sil ai Ficino € Ui Pico. Dobbiamo prendere in considerazione il Platonismo e Pagostinismo del medioevo, e sopratnitio la tradi- ione dellaristotelismo scolastico, noto a Ficino attraverso diver. si canali ¢ le cui tracce sono evidenti nel suo linguaggio e nel suo metodo di ragionamento, Agli umanisi dele geneazion pre lem, Ficino & legato dalio stile latino, dal tono e dagl obiettivi della sua corrispondenza dotta, dal suo lavoro di traduttore ¢ com mentatore ¢ perfino dalla sua tendenza a riverire le autorit ants che ¢ a favorite la rinascita dell'antica saggezza platonica, E in- fluenzato dal platonismo bizantino di Pletone e della sua senola, ¢ ‘mi sono imbattuto di recente in una traduzione degli Oracoli cal. daici che sarei incline ad attribuire a Ficino'. Ceri altri tract del pensiero e degli scriti di Ficino si spiegano meglio con Pinfluenza della letteratura popolare che nasceva all'interno delle gilde reli giose di laici, Quanto agli clementi mistici, tenderei ad cetribuirls als su expericiza personal, nonhé alla foquentarione dgl x ri neoplatonici. Non vedo elementi per ateribuirli al mi medieval, néa Nicolo Cano, nh TPN al mistcismo be Ee una breve discussione delle idee filosofiche di Ficino sara ‘bene iniziare con il suo concetto fondamentale di contémplazione, “© Essa rappresenta per Ficino un’esperienza spirituale diretza, alla 4 quale fa riferimento in tuti i suoi scritti. Nellalgontemplaziong I nima sirtrae dal corpo e da rutte le cose esterne per ractoglietsi verge Me eras 102 i \ evtlade phitiedch L’Accademia platonica fiorentina ! se stessa, cio® nella sua propria sostanza, dove scopre non solo la sua natura divina ma ~con tn’ascesa graduale — il mondo intelligi- bile, cio le idee trascendenti e Dio stesso, essenza ¢ fonte comune di ogni cosa. Il tono dei numerosi brani in cui Ficino parla della ‘contemplazione dimostra con ogai evidenza che per lui si tratta di sun’esperienza diretta épersonale. Perd il suo linguaggio ¢ la sua ter~ minologia mostrano anche come egli si avvalga, per l'interpretazio- ne della sua esperienza, delle teorie neoplatoniche, pur con qualche modificazione personale ¢ cristiana. La coscienza che si ritrae in sé diventa una(separazione dell'anizma dal corpo, c la,visione pit alta che si svela all aniffia nell’esperienza della meditazione diventa & noscenza del mondo intelligibile. Perd, poiché Ficino metze il Dio cristiano al posto dell’Uno e del Nous di Plotin®, si deve alfonta- nare da quest’ultimo’e idéntificare le idee, con V'essenza di Dio, Inoltre, seguendo Plotino e il Fedone di Platone, Ficino guarda al- Pesperienza contemplativa non solo come alla base della specula- zione metafisica in quanto ci da la certezza dell’esistenza di Dio ¢ dei suoi attributi, del mondo inteligibile e dell’anima, ma la consi- dera anche come Punica fonte della vera yita morale. Tutto quanto sostiene sulle virti e altri fenomeni morali 2 essenzialmente una n- . duzione della teoria morale alla vita contemplativa. Quanto pit ci ritiriamo nella vita interiore e contemplativa, tanto meglio fuggia~ mo dal vizio e dai colpi dell’avversa fortuna, ¢ le nostre azioni quel momento in poi sono detrate dalla conoscenza e dalla co- Scienza rese pure, La vita contemplativa & allora ’obiettivo cui de- vvono teridere tutti gli esseri umani, per attingere non solo la ¢61i0- scenza vera ma anche la pérfezione morale. Di conseguenza, le let- tere di Ficino sono pien¢ di declamazioni e di esortazioni alla vera iva, civt alla vita dello spirito ¢ della contemplazione. Tconcetto centrale di contemplazione & anche la chiave di un’a- deguata comprensione delle altre due teorie di Ficino che rappre- sentano forse i suoi contribusi pil famosi al pensiero del Rinasci mento: quella dell'immortalita dell’anima’e quella dell’more pla- tonico. Limmortalita dell’anima individual era stata acveutata ein segnata da quasi tutti filosofi della tradizione platonica e di quella cristiana: non ci sorprende quindi incontrarla nel pensiero del pla- tonismo Fiorentino. Resta iavece da spiegare il ruolo dominante e nari ilosofico riveste la teoria dell’im- 103 Janet wcathiba eutaat con Aad yore, satay mortaliti. Per Ficino, Pimmortalita il dogma centrale del platoni- _smo; costituisce pertanto il tema principale della sua ‘opera pitt im- portante, la Theologia platonica, il cui sottotitolo recita «Dell'im- mortalita delle assime>. A mio parere, il problema dell'immortalita, divenne cosi urgente nel quadzo della ceologia ¢ della metafisica ri nascimentale, per effetto dellindividualismo di. quell’epoca, cio della tendenza ad attribuire enorme importanza alle qualiti indivi- duali e concrete di ogni essere umano; una tendenza che incontria- ‘mo in tutti gli umanisti del periodo, e che trova la sua espressione culminante in Montaigne. Solo nel XVI secolo, e precisamente con -!s. -il Concilio Laterano del 1513, Vimmortaliti dall’anima (distinta dalla resurrezione dei corpi) fu ufficialmente proclamata come dog- ma cattolico. E allincirca nello stesso periodo la discussione di quel problema, che s’incentrava sul celebre trattato di Pomponazzi, at- trasse Pattenzione generale. Di tutto questo dobbiamo tenere con- to, se vogliamo capire perché in Ficino il problema dell’immorralita rivesta tanta importanza. Ma ci sono anche ragioni pi profonde, direttamente legate al concetto essenziale della contemplazione. al |_Lesperienza interiore — 0 contemplazione ~# per lui un’ascesa gra- jy uvtl-duale delPanima verso la meta suprema di tutti i nostri sforzi spiri- just tuali, la conoscenza diretta di Dio. In linea con la tradizione neo- ok 4d platonica, Ficino ammerte che quella meta pud essere raggiunta lo per breve tempo nella vita terrena, e solo dai pit saggi tra gli uo- mini, Tuuavia, poi jusceniza di Dio 2 additaea come la me- ta suprema per tuttigliesseri umani e lobiettivo di tutti i nostri sforai spiritual, non-basta pénsare che possa essere raggiunta solo da pochi, e per rari e fuggevoli momenti. Se I'ideale della vita con- templativa deve essere ritenuto valido per tutti, dobbiams'postula- re una vita futura in cui la visione e il godimento di Dio, obiettivo supremo della contemplazione, possano essere raggiunti da un gran numero di persone ¢ in modo continuo ¢ permanente. Appunto ana ‘ ratine) awe questo 8 uno degli argomenti pit frequent pit fort proposti da ae Ficino a sostegno dell’immortalita dell’anima. Trattandosi di un ar- ie * use Gomento strettamente legato al nucleo del suo pensiero filosofico, sono portato a considerarlo decisivo. ‘uni ¢ La swore del’amere platnico sulla quale vore soffermarmi asungl oft suons al tempo stesso aillareeridicol, come spessosustede voll yy 600 le idee divenute famose, che per effetto della ripetizione fini- mh be f Gaarig ena tM I pensiero ele arti nel Rinascimento—____ 4 _______*" rceademia platonicafiorentina scono con Papparire vuote e superficial. In questo caso lidea di partenza ? decisamente seria. Ficino & stato il primo a usare l'e- Epressione amor «platonic» o «socratico>,¢ lo fece solo pensando alla teoria dall'amore che si trova nel Simposio ¢ nel Fedro, ¢ all'in~ terpretazione che lui stesso ne dava. Pid, spesso Ficino parla di amo~ te divino, che tende ad identificare con la charitas cristiana ¢ con Pamiéizia, Per lui questo amore divino non @ una forma sublimata di quello sessuale (anche se @ ben lungi dal condannare I’amore ses- suale in quanto tale), Si tratta piuttosto di un legame spirituale tra ‘due persone che partecipano entrambe della vita contcmplativa. Per fogatina di esse quella vita & un’esperienza individuale e personale, fanche se esiste una comunanza naturale ¢ un'amicizia tra quanti aspirano al medesimo ideale. Cosi Ficino poteva affermare che I'a- micizia era il legame che accomunava i membri della Accademia, ¢ cche una vera amicizia richiedeva sempre almeno tre persone: due amici e Dio, terreno comune del loro rapporto. Per capire que~ stinterpretazione dell’amore e dell’amicizia, & necessario tornare alla sua concezione della vita contemplativa, D’altra parte, 'espe- ienza solitaria della vita contemplativa acquisisce per Ficino e per j suoi amici, attraverso la teoria dell’amore divino, un signiticato sociale e umano che altrimenti sarebbe mancato, "Avendo parlato della metafisica e dell’etica ficiniane, possiamo ‘ora occuparci della sua cosmologia. Qui dobbiamo limitarci a un breve aceenno a quello che sembra l'aspetto pit interessante ed ori- ginale, i suo concetto dell’unit del mondo. Ficino aveva ereditato dal pensiero medievale e neoplatonico wna visione gerarchica del- Puniverso, in cui ogni essere occupa un determinato posto ¢ grado. Ma Popinione secondo la quale tutte le cose coesistono, di fatto, in tuna gerarchia universale/uuon sembra soddisfarlo. Vuole che siano connesse riche d principio di continuita e poscula ovunque lesistenza di esseriinter- medi, i quali colmerebbero le lacune nella scala degli esseri. Poi, al finie di conferire al mondo wna unit pit intima, postula anche un tipo di relazione pid attiva e dinamica. Assegna dungue un ruolo speciale nel mondo ad amore e conoscenza, ¢ all’anima che li pos- siedé entrambi, Pensandd'eattando tit oggett6, anima stabilisce con esso una forma di unis’ e agisce, in un certo senso, su di ess0, modificandolo, Nel suo commento al Simposio, seguendo Platone 105 {ni reciproci/ Di conseguenza sottolinea il _ Coin ey pac bo a tonal : (uinder 2 Bye ud rudy i are enwihd, seat Ca waked II pensiero e le arti nel Rinascimento ——___ ¢ lo pseudo-Dionigi, Ficino tratta amore come un principio co- smologico dell’unita delle cose, una sorteui Giciiem mundi, ¢ nel- la Theolgia platonica assegna lo stesso ruolo all’anima razionale. Attraverso le sue qualita intermedie, anima ¢ Panello.teaiLamondo intelligibile e quello corporeo} e grazie alla sua eapacie’ di pensare e amare tutte le'Gose, Batiche il centro attivo che lega e tiene insie- me Puniverso. In tal modo Ficino conferisce un fondamiento meta- fisico alla dottrina delleccellenza ¢ della dignit& umana, tanto cara ai primi umanisti e vicina al loro programma culturale ed educati- ‘Vo, gli studia humanitatis. Per Ficino, 'uomo 2 identico alla sua : anima tazionale, e la sua perfetta realizzazione consiste nel ruolo wide, svolto dall’anima in quantoféentro} legame dell'universo, nella sua JuSh! woednfinita capacita di pensaré, désiderare, conoscere e amare, e di 1. cwly identificarsi con tutte le cose. Pico, nella suia famosa orazione, ha n sviluppato ulteriormente questa idea fondamentale. Per lui, !womo stat ela sua anima non sono pitt una parte, sia pure centrale e privile- cosa giata, della gerarchia universale. L'uomo @ ormai fuori da quella ge~ ‘hihvvinerarchia, 2 un mondo a sé: non ha posto fisso nell’ordine delle cose, ma piuttosto determina il suo posto ¢ la sua natura attraverso la scelta individuale, perché @ capace di vivere tutte le vite, quelle de- gli animali come quelle degli angeli o perfino di Div. Un altro tratto caratteristico del platonismo fiorentino sembra essere la sua visione storica della filosofia e della religione. Per Fi- cing, il lavoro di traduttore di Platone e di Plotino e perfino quello di filosofo platonico erano giustificati dalla sua concezione della storia del pensiero-umano. Da una parte cera la tradizione religio- sa ebraica e cristiana, fondata sulla sacra scrittura e sulla fede, la cui verita era per lui al di la di ogni ombra di dubbio. Dall’altra, la tra~ dizione della filosofia platonica, altetianto vera e sostanzialmente coerente con la fede, ma fondata sulla ragione e sull’autorit’ dei fi- Josofi antichi. Secondo Ficino, quest’ultima tradizione non comin- ciava unicamente con Platone ¢ Socrate, dai quali derivava il pen- siero di cutt i filosofi platonici, compreso il suo. Prima ancora di Platone viene lantica filosotia e teologia pagana, rappresentata daglt insegnamenti di Ermete ‘Trismegisto, Zoroastro, Orfeo e Pitagora. Gli scritti ermetici, gli oracoli caldaici, gli inni orfic, le parole d’oro ei simboli di Pitagora, scriti che gli studiosi moderni considerano come prodotti apocrifi della tarda antichit’, erano per Ficino, come 106 * {Accademia platonia fiorentina ” per i suoi contemporanei e successori, testimonianza di un’antica saggezza precedente quella di Platone stesso, anche se sostanzial- mente in accordo col suo pensiero. Esisteva insomma una tradizio- ne pagana, antica quanto la Bibbia ebraica. Ficino aveva mutuato gli clementi di questa nozione da Proclo ¢ da Pletone. Perd, mentre Proclo aveva ignorato la tradizione biblica e Pletone le considerava separate, se non addirittura contrapposte, Ficino insisteva sulla loro armonia di fondo. Cosicché era facile arrivare a una nozione di phi- osophia perennis, un concetto in realta formulato da un teologo pla- tonizzante del XVI secolo, Augustinus Steuchns. Sullo sfondo dita- le dottrina, potremo capire meglio I'uso frequente e quasi eccessivo dicitazionie di allegorie negli scritti di Ficino e della sua scuola. Le citazioni rappresentano le autorita, sono testimonianze della tradi- Zone che serve a confermare un’opinione proposta, ed & spesso ne- cessario interpretarle in modu tendenzioso ¢ arbitrario per far emer- gere da esse il significato che se ne vuole evincere. Nel suo uso del- Pallegoria, Ficino seguiva il modello dei neoplatonici o di altri auto- si antichi, quando attribuiva al mito classico un qualche profondo significatofilosofico 0 teologico. Da questo punto di vista i mit, se propriamente interpretati, entrano a far parte della teologia payana, Contribuendo in tal modo alla verita filosofica. Cosi Pico della Mi- randola poté formulare il suo programma di una teologia poetica, anche se la morte prematura gli impedi di svilupparlo. Negli scritt di Ficino, le citazioni ele allegorie sono un ornamento efficacissimo, e danno un contributo determinante allo stile vivace e al colore del- le sue pagine; non credo perd che costituiscano la sostanza o la strut- tura del suo pensiero. Non dovremmo separarli dal contesto cer- care di leggerli ¢ interpretarli in quanto tali, come molti studiosi hanno cereato di fare recentemente, ma piuttosto alla luce delle pro- posizioni astratte che dovrebbero illustrare, spesso in modo com- plicato ¢ poco convincente. ; ; - Liaccordo tra religione e filosofia, cod tra religione cristiana e fi- losofia platonica, si trasforma nel pensiero di Ficino in un concetto pid generico, quello di religione naturale[Ci sono, nella religione, alouni elementi che ogni essere umano comprende e accetta attra- ‘verso la ragione naturale; elementi comuni a tutte le persone e a tut- tele religioni\Ficino evidentemente pensa allesistenza di Dio e al- la divinit efmortalita del’ anima, quando asserisce che questa re- 107 aaa wake ly, (ayans ipa. 284) yk bis ~ ihe. Ai I pensiero ¢ le arti nel Rinascimento isione & , ws Tsione & naturale per |’uomo ¢ si ritrova, nelle forme pit varie ¢ a rape nelle credenze di tutti gli uo! Pico va ancora ol- we: per lui la verti non si tova solo nella religione cristian e nel fee sof ‘ap Fas Nel proporre Je sue 900 tesi, le tesi stesse e il corso che daveva precederne la discu: i d sedere la discussione esprimono l’idea che ettono vrs prtcolar in gu rigone no oof cache : greco, arabo e latino, come ll tbrace, Grazie allafuenaa ds ica ls Cabal env spas aif: ti Pico, la Cabala veniva i f , e550 affian- cna fon platonic, ptagorishs, cliche ed peztene iam sorta di sincretismo universale. Malgrado i suoi as} incre e i aspetti fantastici, ust sineretismoplatonco o pseud-platonico rappresentava nel $v Lsezno i pid imponanes¢ sostanziale corpus di idee e fonti fi- , eccezion fatta per Paristotelismo; & stato anch to che tale sincretismo ebb fe pena Wferetva tismo ebbe la sua parte nel preparare |: ‘ : re la st successivo deismo e all’idea moderna di tolleranza religiosa. rade al Dopo aver menzionato ’ ionato alcune delle idee pit importanti > cr : ;portanti di Fici- no i Pico, possamo crear di deseriverelapoizione storia del Accademia platonics foretna, Non tesgerana af the cino el suo cireolo dominarono la vita intelettuale della cited in 3 ola vita intellertuale de i tuno il period ue a mote di Cosimo de’ Medi nel aeene, volurone del 1494, anche se lune gure imports come Ale manno Rinuceaiuscironoa strats a quelinluenza se non ad mira a opporvisi come per esempio face il Pulei. Ma il ruclo del?Accademia non si limiava a Beene. Atravei visit ae epstclari l numerose cope e stmpe dg srt di Fino, gullies diffuser vlocemente nel resto dala ein Europa, Fin avevaamii ecorrispondent a Roms ea Verein a Bologna in Francia e in Germania, in Polonia e in Ungheri tracce della sua influenza compai i st in Spe. e aiono: 7 i gain Iogiteraein Boemig ance nel Pasi Basin Sp platonismo fiorentino era dun 0 .que una considerevole forza in- telltale lt cui influenza continu extenders su tutto XV se- cal, beet no fosse cosi vasta come spesso si crede, né collega le tradizioniistituzionali di scuole o universiti al co - alle tad uzionali iversita, al contrario del- Varo odllumanesmo less. infunza dl sinesk : i fatto basata sul fascino individuale,e per ; o basata individuale, e per questo god in compenso di mageiorprofondit,sopratutioin quanto s eser 108 L’Accademia platonica fiorentina citava su un gran numero di scrittori ¢ pensatuti, compresi aleunt Ghe abitualmente non vengono etichettati come seguaci del plato- nismo, da Bruno a Galileo, da Keplero a Cartesio. ‘Col XVII secolo, dopo Galileo e Cartesio, comincid una nuova epoca per la filosofi ela scienza europee, La cosmologia specula- eee Ga Rinascimento non era pid sostenibile nel contesto di una sclenza naturale basata sullesperimento e sulla matematica. Il pla- fonismo comunque continud nella metafisica enell’epistemologia e poi riprese vita perfino nella scuola platonica di Cambridge, Lau vexita di Plawone poi continud ad essere immensa, ¢ ancora nel XVIII secolo troviamo tante teorie associate al suo nome e al suo prestigio, ma di fato legate soprattutt al suo traduttore ¢ com enentatore fiorentino. Nel XIX secolo, il platonismo rinascimenta- Te perde anche questa influenza anonima, o pseudonima, quando la critica storico-filologica comincia a fare una distinzione rigorosa, 2 volte fin troppo, trail pensiero originale di Platone e quello dei suo Soceessori e commentatori della tarda antichita e del Rinascimento. Si concludeva cosi il ruclo diretto del platonismo fiorentino come forza spirituale. ‘Al vempo stesso, tuttavia, proprio quando ormai le idee del pla- tonismo forentino avevano smesso di esercitare un’influenza nella Toro forma originale e letterale, abbiamo cominciato a capirle © ap- prezuatle nel loro autentico signifieato stoico. Se vogliamo capize Prdiiferenza natevole che corze trail pensiero scientifico e filosofi- to di Bacone, Galileo e Cartesio e quello di Tommaso d’Aquino © Duns Scoto, occorre studiare il pensiero dei due o tre secoli che Ii separano: allora il platonismo fiorentino occupera un posta im- portance insieme alle altre corrent filosofiche eintelletual del suo repo, Se vogfiamo deserivere la complessa fisionomia del periodo insbcimentale in tutte le sue sfaccettature dobbiamo studiarne non Sole ls storia politica ed economica, la teologia, la letteratura Var- te, ma anche il pensiero scientifico e filosofico. Dobbiamo cercare EF ideotficare in esso gli aspetti equivalenti, le fonti ¢ le ripereus sioni degli stessi tratti cacatteristici che osserviamo in altri aspetti di {quel periodo, e in quel contesto il platonismo torneri a occupare un ste di rilievo. Ripercorrendo la storia culturale di Firenze, capi- Pie del Rinascimento, ci renderemo conto che nel novero degli in- tellectuali forentini ~ poeti o omini politii, atistio scienziati ~ 109 _—IIpeasiero¢ le arti nel Rinascimento. antichi, e una di quelle traduzioni, eseguita per lui da Johannes Baptista Burana di Verona, @ giunta fino a noi, contenuta in un ma- rnoscritto di Lodi, Questa tendenza umanista di Gafori @ di un qualche tilievo, perché il personaggio godeva di notevole autorita ticl XVI secolo e anche perché, da questo punto di vista era tut’al- to che isolato, Laffermazione che la musica sarebbe stata riporta- taalla sua antica dignita ricorre in tutto il XVI secolo e fino alla Ca- merata fiorentina, ma pud essere fatta risalire gia al XV secolo™. Il tentativo compiuto da Nicola Vicentino, di riprendere dalla musi- ca antica il genere enarmonico e quello cramatico, gli fn ispirata proprio da quel motto umanista, come dimostra il titolo stesso del suo trattato®, Anche la riforma musicale propagandata da Vince: z0 Galilei e dagli altri membri della Camerata fiorentina fu dappr mma presentata come una ripresa della musica antica, anche se alla fi ne si trasfurind in qualcosa di totalmente diverso™. Liinfluenza sulla storia della musica dell’altro grande movimen- to del primo Rinascimento, il plitonismo, & ancora meno cono- sciuta di quella dell’umanesimo. Tra gli'storici della musica il solo ‘Ambros ricorda che i teorici della Camerata citavano lautorita di Platone ed erano in qualche misura influenzati dal suo pensiero®. Un fatto che gli storici della filosofia ¢ della scienza generalmente ignorano; eppure dovrebbe rivestire una certa importanza per i lo- ro studi, poiché mostra come alla fine del XVI secolo il platonismo a Firenze fosse ancora sufficientemente forte da esercitare un'in- fluenza in un campo relativamente remoto come quello musicale. ‘Dialtra parte, il fatto che Vincenzo Galilei sia stato influenzato da quella corrente aggiunge un elemento ulteriore alla vexata quaestio se il platonismo avesse © meno rivestito un ruolo importante nel pensiero del figlio, Galileo. Gli storici della musica sembrano non sospettare nemmeno il grande ruolo svolte' da quest’arte nella vita e nel pensiero di Marsi- lio Ficino, fondatore e autorita indiscussa dell"Accademia plat ca, col quale era cominciata, cento anni prima di Vincenzo Galilei, Ia tradizione del platonismo fiorentino*. Dalle lettere di Ficino e dalle testimonianze dei suoi contemporanei sappiamo che suonava la lira, c non solo in privato per suo piacere e rilassamento, ma an- chein pubblico, nei palazzi medicei o in casa propria, davanti ad ua 166 Musics eculura pubblico estasiato”. Amava perfino essere paragonato al mitico Orfeo, di cui studiava’e traduceva avidamente gli inni e i canti che glivenivano attribuiti*, Ma s‘interessava anche di teoria musicale e Te sue lettre e i suoi scritti contengono spesso interessant osserva~ zioni sul tema, collegate alle sue opinion filosofiche e a quelle de- gli autori classici da lui preferiti. In una lettera a Franciscus Musa~ nus, Ficino giustifica la sua combinazione di medicina, musica ¢ teologia con Paffermazione che la musica & importante per lo «spi- tito» intermedio quanto la medicina lo & per il.corpo e la teologia per anima”. Nel suo trattato sulla divina follia afferma che, attra verso l'orecchio, Panima umana aequisisce una memoria di quella musica diviaa che si trova prima di tutto nella mente eterna di Dio, ¢ in secondo luogo nell’ordine e nei movimenti dei cieli.{Tra gli uo- mini esiste una\duplice imitazione di quella miisica{divina, una for- ma pitt bassa nelle yoct ¢ uegli strumentiye una piu alta nel. verso-.c felanetoll primo apo 8 definivo musica volgare, mentre i Secon- do’ chiamato, da Platone, musica seria e poesia®. Ficino poi torna a paragonare musica e medicina anche in una lettera ad Antonio Canigiani, Il suono delle voci ¢ degli strumenti agisce sullo spirito dell'ascoltatore ¢, attraverso di e380, sul corpo ¢ sull’anima, Per lo stesso Ficino, la musica un modo per scacciate da sé i turbamen- ti del corpo e dell’anima e per innalzare la mente verso Dio ¢ le co- se intelligibili. Nel suo commento al Simposio di Platone, Ficino distingtie tre forme di bellezza e di proporzione, che consistono ri- spertivamente nei pensieri, nelle forme e nei suoni*®. Nel libro Xi del suo pid importante lavoro filosofico, la Theologia Platonica, di- scute del rapporto tra Dio e sensi, fantasia e ragione, in termini di udito e di proporzioni ritmiche, seguendo quasi alla lettera il li- bro v1 del De musica di Agostino”. Un trattamento pitt ampio della musica si trova nel breve trattato De Rationibus Musicae, che ho pubblicato basandomi sull’unico manoscritto rimasto e su cui ancora non si sono soffermati gli storici della musica*. Il trattato, pubblicaro nel 1484, originariamente doveva entrare a far parte del- Ja raccolta delle lettere ficiniane. Citando Platone, Trismegisto e Pi- tagora, Ficino distingue la musica dell'anima/da quella dell’orec- chio. Quindi procede a digcutere delle proporzioni sottese negli in- tervalli musicali. Non solo riconosce la dolce armonia della terza, sma paragona la terza, la quinta e Pottava alle tre Grazie. Tornan- 167 yeti wm abesmae CUARA vey aah, (ae eres) 8 {LE ULTIME OPERE DISHAKESPEARE , Wales gs, 2009 Serivendo sulla forma pastorale, influenti critici da William Empson* a Renato Poggioli a Leah Marcus e a Louis Montrose evidenziavano un uti- lizzo politico di questa ambientazione; Empson com’ noto fa della pastorale tun modo per mediare posizioni diverse di classe dentro Yordine sociale: ‘The essential trick of the ald pastoral, which was felt to imply a beautiful relation between rich and poor, was to make simple people express strong feelings (felt as the most universal subjects, something fundamentally true about everybody) in leamed and fashionable language [..]>". Louis Montrose riprende questa visione ideologica per inserirla, da neo- storicista qual é, dentro le strutture o le neyuziazioni culturali del periodo: ‘Ellzabethan pastoral forms may have worked to mediate differential re- lationships of power, prestige, and wealth in a variety of social situations, and to have variously marked and obfuscated the hierarchical distinctions = the symbolic boundaries - upon which the Elizabethan social order was predicated" er Montrose la pastorale che domina alla fine del periodo elisabettiano in Inghilterra e durante il regno di Giacomo in particolare @ prevalentemente aristocratica in quanto a valori e stile e assume la corte a proprio punto di riferimento; molte delle opere hanno per obiettivo la critica della deprava- '2.W. Empson, Some Versions of Pastoral, (1936) New York: New Directions, 1968; Renato Pogsiol, The Oaten Flute, Cambridge: Harvard University Press, 1975; Leah Marcus, “Poli- ties and Pastoral", in Culture ond Politice in Early Stuart England, ed. K. Sharpe and P. Lake, ‘Stanford: Stanford University Press, 1993, pp. 139-160. s Come sappiamo molto critica di questa tadizione @ Raymond Williams, in The Country and he Giy (London; Chatto & Windus, 1973); questa visione stata riportate in parte emplifeata dagli autori di unfalta zaccolta di saggi sullargomento, John Barrell ¢ John Bull} quai sevono: «The pastoral vison is at base, a filse vision, posting a simpli, tihstrial relationship herween the ruling. landowning class ~ the poe’ patrons and often the poct himself and the workers on the land; as such its function is to mystify and to bseute the harshness of actul socal and economic organization», (Tntroduction” Book of English Pastoral Vere, ed J Bartell and J. Bull, Oxford and New York: Oxford University Press, 1975, p. 4) “Sulla pastorleele se connessionipoltche, si vedano gli studi dil, A, Montrose, “liza {Queen of Shepiverds’ and the Pastoral Power", «Englth Literary Renaisszaces, 10, spring 1980, m2, pp 153-184; “OF Gentlemen and Shepherds: The Politics of Bizabetvan Pastoral Form® «ELH, 50, 1983, pp. 415-459, p. 418; “Shaping Fantasies Figurations of Gender and Power in Elizabethan Culture", «Representations, Vol. I 2, spring 1983, pp. 32-64. Sula pastorale in The Hinters Tae, si veda R. Henke, Pastoral Transirmations Italian Tragicomedy lind Shakespeare Late Poy, London: Associated University Presses, 1997; C. Cont, “Figure Ccontrofigure pastoral dal Racznto dimoero in Shakespeare’ in Tear’ dara a cure di §. Carandini, Roma: Bulzoni, 2000; R. Mallard, “Dal ‘racconto diaverno’ al racconto di primavera: come volgere la paura in grazia € meravig’, in Forme del wragicomicy, a cure ci Venton cit, pp. 85-185 5 INTRODUZIONE, zione e delle ingiustizie della corte e Vostilita per essa (come nei versi citat i Cymbelind). Ma, precisa il critico, & diversa da quella di Utopia o di Mane ‘Lost, per fare alcuni esempi, in quanto & essa stessa un elemento di quell corte € di quel mondo: «Indeed, it is one of that culture's characteristic for = an authorized mode of discontent - rather than a critique made in tert ‘of a consciously articulated oppositional culture»'®. Una forma autoriz discontent’, quindi, come dire che tra subversion © containment \n pastoral finisce per essere dalla parte del containment politico e sociale" Per Montrose la funzione politica fondamentale della forma e dellin bientazione pastorale sarebbe comunque la «mediation of social boundaries jl raccordo tra alto € basso, in un mondo precapitalistico in cui la posizion oceupata dal soggetto slittava continuamente. Per Leah Marcus, invece, Patteggiamento politico ¢ quindi lideoloyy all'interno del gusto per il mondo pastorale non sono cosi chiarament definiti e soprattutto possono piegarsi a funzioni diverse: «Stuart paste rarely ideologically simple despite its heavy ideological freight: by evokin the Stuart motifs, poets and playwrights could support royal policy, displ its contradictions and limitations, or even reject the court as a sort of rev talisation for the countryside” ‘Vedremo come questi elementi politic si sposino alla caratteristica tipic del romance di realizzate una trasformazione attraverso le generazioni ¢ ciclo del tempo, e si leghino al tema della rigenerazione che, per quant discussa, sembra essere un elemento anch’esso unificante di queste opete legato alle possiblita della tragicommedic), 3. Interpretazione dei romances shakespeariant: evasione dalla realta conservatorismo? Nuove letture politiche Edward Dowden, che per primo, come si detto, raggruppd queste oper t 1877 sotto il note di “romance’, aveva inteso indicare con questo termi semplicemente ei5 efié 8 "roiiantico’ "5 LA, Montrose, “OF Gentlemen and Shepherds’, cit, pp. 426-427. 1 Sallimpartanza di questo dibattito negli studi sul Rinascimento inglese dagli anni ‘®t veda ad es i eaptolo introduttivo di Political Shakesbeare, New Essays sn Cultural Materiah ccd. Dollimore and A. infield, Ithaca and New York: Cornell University Press, 1985 Cf. L. Marcus, “Politics and Pastoral’, ct, p. 143. 40 ‘UL ULTIME OPKRE DI SHAKESPEARE ‘There iy a romantic element ahant these plays. In all of them there is ¢ the same romantic incident of lost children rediscovered by those to‘) whom they are dear ~ the daughtéis of Pericles and Leontes, the sons * of Cymbeline and Algnso. In all there is a beautiful romantic background of sea or mountain, The dramas have a great beauty, a sweet serenity, —~ which seem to render the name “comedies” inappropriate: we may smile.’ tenderly, but we never laugh loudly, as we read them: let us then name this group, consisting of four plays, Romances" La caratteristica del romance, che fiorisce nel -periodo elisabettiano © siacomiano sia a teatro che nella prosa, chiarisce meglio la modalita dello \. svolgimento dei fatti: dal romanzo ellenistico, attraverso i poemi cavallere- schi medievali, deriva la tradiaioné del viaggio avventuroso alla ricerca della propria identita, con Citeovamenti Insptrqti, niracolose riconciliazioni e il recupero di mogli date per perdite e bambini abbandondti miracotasamente citrovati (come in Pericles ¢ The Winter's Tale). 1 cavatveri detkimprobabllerdel misterioso, del distante, dell’esotico, che caratterizzano la forma di romance * cllenistico e la pastorale arcadica, i lunghi viaggi specie per mare, le tem- peste e i naufragi, Vesilio e la perdita, il ritorno e il ritrovamento, sono tutti.” clementi tipici della tracizione del romance. Come spiega Alessandro Serpieri--- nella Introduzione ai Drammi romanzeschi,& Ia tsadigione dei romani erotic) ‘” sreci ad essere determinant: «L'archetipo @ certamente I’ Oditséa, con i stoi -* temi del viaggio, delle prove, delle insidie amoro8e, é del finale ricongiun- - simento dellerce con fa sua donnas®, Com’é noto, il genere fiorisce tra il =" terzo secolo aC. e il terzo d.C., ¢ cio’ tra le rgonautiche di Apollonio Redio ei pid tard romianzi che avrebbero avuto grande sucesso ia Inghilterra, a cominciare dalle Etopiche di Bliodoro, a Daf e Cloe di Longo Sofist, il “tomanzo pastorale che pit influenzd Arcadia di Sidney, o all'Asino doro di Apuleio. Qitesti romanzi influenzarono anche Robert Creare (il cui Pandan @ la fonte del Racconto d'inverno)*. ~ I carattere narrativo, elemento nuovo delle ultime opere, e che secondo ‘plcuni critici prelude al romanzo modemno* @ una caratteristiea importante "E Doween, Shaken: A Chitcal Stdy of his Mind ond Art, New York: Ruse Russell, 1877, pp. 55-56. a Rosell & "A. Serpen, Dram Romances: Peride pine di Tir, Cink, I acon dice, Carpet ene Ma 0%» 9 Sule font delle opere di Shakespear, si veda AAV, Ne laboratrsd Shakepeoe Dae fo damm el, Par: Br 198 Si veda Nadia Fosn, La pane deere. Stud ol tragic shakperian i romances node, Bais Deo, 1981; vedano anche Tltroduaone dA. Lambardo a Tle Winter “al, Mita: Pelvinet, 200 lntroucione ai Drom Romance Gr A. Serpie. Mite, ° Fegatas j | INTHODUZIONE “4 ii esse; momenti di climax come Yincontro tra Perdita e il padre Lcontes sono affidati al raeconto in terza persona di alcuni gentlemen; il personagpiv di Gower in Perzeles (si veda ancora larticolo di Chiara Magni) e quello det ‘Tempo in The Winter’ Tale compiono un fondamentale raccordo tra elemen ti divisi da un “wide gap” temporale, come se uno dei fondamentali motori delle storie fosse, appunto, lo scorrere del tempu e il passaggio gencrazionale, non rappresentabile nel qui ed ora performativo. Legato all’elemento tem- porale, quello della perdita (che non sempre @ ritrovamento: in The Tempest Prospero deve essenzialmente dar via una figla e il magico”; su quest’opera si vedano i saggi di Marisa Sestito e di Michele Stanco): perdiuto per sempre & Mamilliu, il principe di The Winter's Tale, e anche Antigono, che soffre una delle morti pit atroci del canone shakespeariano; la testa mozza di Cloten (oltre ad evocare conclusioni politiche i qualche decennio posteriori, si veda il seggio di Mariangela Tempera su Cymbeline) appartiene piuttosto al grottesco, auche se la scena cli Innogen che accarezza il corpo decapitato di quello che crede sia il marito Posthumus non é certo rassicurante. “Aspetti soveannaturali, magiei ed allegorici, una verita espressa in termini simbolici e spiritual, talvolta con I'implicazione de! coinvolgimento della divinita, sono comuni nelle ultime opere. Cosi Northrop Frye descrive il genere del romance partendo da una visione antropologica che privilegia il ciclo di morte € rinascita: Romance, the kernel of fable, begins an upward journey towards man's recovery of what he projects as sacred myth. At the bottom of the mytho- logical imiverse is a death and rebirth process which cares nothing for the individual; at the top is the individual's regained identity. At the bottom is a memory which can only be returned to, a closed circle of recurrence: at the top is the recreation of memory”. Uno dei problemi dell'applicare alla lettera una visione simile i 70 mance alle ultime opere di Shakespeare @ lo scollamento dalla realta storica immediata, cosa che per molto tempo ha pesato su di esse e che invece pud dirsi smentita da studi recenti e assai attendibili, che riscontrano una stringente “attualita” e una serie di velati o pid esplicti riferimenti alla realt& politiea del tempo e al regno di Giacomo (in un momento, tra Paltro, in cui sicuramente la censura coveva essere piuttosto rigida se Jonson, Marston veda i ch sxive Toptete Narvnion a esa in Shakespeare ¢ Karen Blien, Napok Liguori, 2008 (Pescara: Campus Ed, 1998). BCE, Northrop Frye, The Sewlar Sonptue: Seudles in the Poets of a Made, Princeton: Princeton University Pres, 1976, p. 183.

Potrebbero piacerti anche