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di Sergiu Bertelli
no corpi del Signore, a sua disposizionenel luogo in cui egli vive. Co-
me le api in un alvearecircoldano l'ape regina, cosi essi lo circonda-
no materialmente coi loro corpi e 1o servono (non a caso questo
esernpio,col motto "Maiestate tantum". e raffigurato sul piedistallo
della sratua equestredi Ferdinando I de' Medici). ll cubiculum (la
stanzada letto del soyrano) e il centro dell'intero sistema.Le distanze
gerarchichetra i membri della corte sono misurate sulla base del rap-
porto prossernico che ciascuno di costoro ha con il cubiculum.
L'eventualepresenzadi una consortedel Signore, la Domino, non fa-
rd che riprodurre all'interno del sistemala struttura primaria, trasfor-
mando la corte - salvo per gli organismi.di governo - in una strut-
tura binaria, che la dividerd in un androceo e in un gineceo; ma il
rapporto delle ancelle con la Dotnina sare ugualmente un rapporto
diretto, personale, al pari di quello col Dominus.
La corte si presentacosi, in termini sociologici, come vna regione
cftiasa,all'interno della quale si producono delle interrelazioni obbli
gate e condizionate dal costante, reciproco contatto che si stabilisce
fra tutti i suoi membri nei confronti dell'esterno(la citta. il territorio
nel cui perimetro essasorge)-La teoria della sacraliti del monarca ac-
cent[a questa separatezzqtrasforma lo spazio della corte in un recin-
to sacro. In effetti, la funzione del Signore non d solo quella di go-
vernare e di giudicare. Egli rappresentail suo popolo, i suoi sudditi
verso dio, prega per loro nella propria cappella, riveste funzioni sa-
cerdotali- La teoria del potere discesoper diritto divino, gie presente
nell'Impero romano d'Occidente, d particolarmentesviluppata in eta
cristiana a Bisanzio. Qui I'imperatore i un Christomimeles, un Cristo
incoronato, In questi fondamenti reiigioso-sacralidel potere gli ele-
menti assolutisticid'etd romano-imperiale(che facevano dell'impera-
tore un d/vrls) si fondono nella sfera cristiana e l'imperatore diviene
l'ogg€tto di un nucvo cuito, che trasforma dio in un suo collaborato-
re. Il luogo dove sieded coperto da un baldacchino(o da un ciborio)
a simboleggiarela volta celeste;quando escein processionei circon-
dato da fiaccole, che richiamano la luce solare. I silentisrii impongo-
no il silenzio al suo apparire in pubblico, tl Praepositus sacri cubiculi
veglia sulla tranquillita del palazzo imperiale, come in un santuario.
Un tempo gesto di adorazione e di preghiera, la genuflessione(Pros-
kynesis) gli e tributata da chi gli si avvicini, spesso accompagnata dal
bacio del piede o del ginocchio.
Si tratta di un cerimonialeche sard in molta parte assimilato dalla
corte papale romana e da quella carolingia di Aquisgrana, spanden-
dosi di qui per tutt€ le corti minori d'Occidente. Ma direi che questa
sacralite del territorio al cui centro sta il Signore d presente,c d co-
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7- N. Luhmanr,Struttwadellasociefie semantica,
Bari, Lalerza,1983.
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tna e Piacen.a, "Archivio slorico per le PP. parmensi", XXIV, 1972,p. 16l.
ll. J. Boucher, L'atjolution de la maison du roi des deniers Vuloisaux prcniers
Bourbons,"XvIIe sidcle",XXXIV, 137, 1982,pp.359-79.
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nisti. Ma si notera che il suo stile di vita, pur innovando nel corso dei
Rinascimento, tende a ricreare, nei propri palazzi di citta come nelle
ville di campagna, sistemi di interrelazioni complessivi e non indivi-
duali, configurazioni. Mira, in altre parole, a riprodurre le condizioni
proprie di quella corte che si d qui definita "principesca".
Se appuntiamo ora il nostro interesse sulla corte in quanto regione
chiusa, se la studiamo ciod nei suoi rapporti sociali ini€rni e nel suo
strutturarsi, non tarderemo ad accorgerci che non d agevole ricostrui-
re un processo unitario e lineare nel tempo. Che la corte, in quantg
tale, non d motrice dl ci'rilizzazione. Norbert Elias ha syiluppato il
postulato - gid da molti in precedenza ayatzaio - di un costante
sviluppo dei costumi cortigiani e lo ha legato alla teoria weberiana del
lento affermarsi del monopolio della violenza, da parte dello Stato,
nel passaggio dali'alto medioevo barbarico alla prima etd moderna.
Elias ha cosi ipoti,zzato un processo che, da un'indefinita eta barbari-
ca nella quale le pulsioni dei guerrieri sarebbero state incontrollate,
awebbe condotto ad un'etd di civilitd, all'interno della quale quelle
pulsioni sarebbero state raffrenate. Questo processo lo ha definito di
"curializzazione" (Verhtiflichung) dei guerrieri. La "libera nobiltd
feudale", secondo questo schema, ayrebbe esercitato I'impiego diretto
della violenza come "mezzo di iotia insostituibile", sino a1l'emergere
cii un principe capace di conquisiare il monopolio della costrizione fi-
sica, rendendolo "pubblico". Da questo momento in poi i singoli irr-
riiviciui si dibattono "tra I'opposizione alle costriziori cui sono sotto-
posti, l'odio che provano per questo stato di dipendenza e sotiomis-
sione, la nostalgia per la libera competizione cavalleresca, da un lato;
e, dall'altro, I'orgoglio per I'autocostrizioneche hanno saputo impor'
si o la soddisfazione per le nuove possibilitir di piaceri che gli si of-
frono: in breve, abbiamo un nucvo passo verso la civilizzazione" t2.
Ma Bisanzio imperiale, Roma ponrilicia e Aquisgrana carolingia, dal
punto di vista del rituale, del cerimoniale e dell'etichetta, presentano
tra il IV e il IX secolo situazioni interne, interrelazioni non diverse da
quelle vissute nella Versaillesdi Luigi XIV, che Elias disegna comeil
punto pii alto raggiunto dal processodi civilizzazioneposto in moto
dalla nascita della corter3. Ma altrettanto potrebbe dirsi per i proble'
14. Sn tutto questoE. Kantoro{icz, The Kine's Tr|o Bodies.A StudJ in Mediaeral
PoliticolTheology,PrincelonN.J., PrinceronUniv. Press,1957.
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