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Antitrust: Con il termine antitrust si definisce il complesso delle norme giuridiche che sono poste a tutela

della concorrenza sui mercati economici. Tale complesso normativo, detto anche Diritto antitrust o Diritto
della concorrenza, appresta una tutela di carattere generale al bene primario della concorrenza inteso
quale meccanismo concorrenziale, impedendo che le imprese, singolarmente o congiuntamente,
pregiudichino la regolare competizione economica adottando condotte che integrano intese restrittive
della concorrenza, abusi di posizione dominante e concentrazioni idonee a creare o rafforzare una
posizione di monopolio.

Argomenti a favore della disciplina antitrust

Introducendo le leggi antitrust, i consumatori dovrebbero ottenere benefici, quali prezzi ridotti, più ampia
gamma di diversità di prodotti e perciò più scelta. Inoltre, poiché il potere sul mercato dei cartelli è ridotto,
i produttori sono costretti a concentrare più attenzione sui bisogni, i gusti e i desideri dei singoli
consumatori.

Le aziende più importanti e con maggiori disponibilità finanziarie, senza alcun controllo, potrebbero usare
per emergere sul mercato la tecnica del “predatory pricing” per un periodo, finché riescono a mettere fuori
gioco i concorrenti, e poi avere il controllo assoluto dei prezzi. Senza concorrenza e controllo, le maggiori
aziende sarebbero libere di consolidare il proprio controllo dell'industria e decidere liberamente i prezzi. In
una tale situazione, non ci sarebbe né lo stimolo né la necessità di investire in ricerca, poiché non c'è
vantaggio da guadagnare sugli altri concorrenti.

Le aziende in condizione di monopolio od oligopolio hanno inoltre una consistente influenza politica e
questo causa spesso una limitazione artificiosa del mercato tramite pressioni per ottenere leggi che
impediscano eventuali accessi allo specifico settore di mercato.

Un esempio attuale di questa situazione viene dalle aziende di energia, proprietarie (dopo le privatizzazioni)
delle reti di distribuzioni, e non disposte a cedere a proposte come quella presentata in ottobre 2007 dalla
comunità europea sulla liberalizzazione del mercato. La proposta consisterebbe nel rendere pubblica la rete
e dar possibilità anche ai piccolissimi produttori di energia (le stesse persone, con ad esempio dei pannelli
solari) di vendere la quantità di energia prodotta. Questo porterebbe a una sorta di irreggimentazione in un
settore attualmente dorato come quello della produzione di energia. Evidenti sono i benefici per il
consumatore come evidenti sono i danni per gli oligopolisti dell'energia. I quali essendo in posizione di forza
dispongono di ampi mezzi per opporsi su questioni politiche.

Altro esempio del danno pubblico dovuto a mancate cautele di antitrust è offerto dal noto caso del cartello
delle assicurazioni, scoppiato nel 2004: le assicurazioni essendo in numero di circa una dozzina si erano
accordate per trarre illeciti profitti a danno del consumatore che si trovava da un lato obbligato dalla legge
a detenere una assicurazione RCA, e dall'altro costretto dal cartello delle assicurazioni ad accettare i prezzi
imposti dal cartello stesso. La questione si è chiusa con sentenza che condannava le compagnie di
assicurazione al risarcimento dei clienti.

Argomenti contrari alla disciplina antitrust

I critici dell'antitrust sostengono che esistono due diversi tipi di monopolio: il monopolio creato o
supportato dalla legge (monopolio legale), e il monopolio derivato "naturalmente" dalle condizioni del
libero mercato (monopolio). Il secondo tipo di monopolio è generalmente visto come positivo, in quanto
spontanea espressione del libero mercato.
La critica, inoltre, sostiene che l'esperienza dimostra che la teoria del "predatory pricing" (cioè, quando
un'impresa abbassa i prezzi al di sotto del margine di guadagno per costringere anche i concorrenti a fare lo
stesso, portandoli così in perdita e, dunque, fuori dal mercato) non funziona nella pratica e che il fenomeno
viene meglio arginato in una condizione di libero mercato, piuttosto che dalle leggi antitrust.

Inoltre, nella pratica osserviamo che anche se un imprenditore riesce ad eliminare un concorrente, la
concorrenza comunque continua. Dai giudizi espressi nei casi di processi antitrust, però, sembra che se
un'azienda danneggia o mette fuori gioco un concorrente, danneggi automaticamente il mercato di libera
concorrenza.

L'economista Alan Greenspan argomenta che le leggi antitrust sono spesso un detraente per gli
imprenditori nella gestione delle loro aziende in maniera produttiva, poiché questi temono di incorrere in
citazioni e procedimenti legali a causa di alcune loro strategie di mercato, necessarie per la sopravvivenza e
lo sviluppo dell'impresa, ma senza dubbio miranti ad ottenere una posizione di spicco nel mercato.

Va sempre tenuto presente che il monopolio di un privato non è mai dannoso prima di essere ottenuto.
Fino a quel momento infatti, si suppone che il soggetto sia costretto a ottenere una posizione di
predominio ossequiando le leggi di mercato e quindi portando vantaggi economici e sociali agli utenti.
Tuttavia quando una azienda si trova ad aver già acquisito una consolidata posizione di monopolio, non ha
più nessun interesse a seguire le leggi di mercato mancando ora ogni forma di concorrenza. Mentre resta
ovviamente vivo l'interesse per un sempre maggiore profitto e una sempre maggiore posizione di
monopolio. Obiettivi che possono ora essere raggiunti restando al di fuori di un'ottica concorrenziale e
penalizzando quindi consumatori, mercato e società.

prima quando le donne erano tutte casalinghe e potevano fare ogni acquisto durante la settimana non
erano necessari e ci si poteva permettere di tenere chiuso...ora sono un'ancora di salvezza per tante
famiglie e dal mio punto di vista dovrebbero rimanere aperti tutte le domeniche. Però penso che anche chi
lavora nei negozi abbia il diritto di avere del tempo libero, dal mio punto di vista sarebbe l'ideale se a chi
lavora negli esercizi commerciali fosse garantito il riposo il lunedì e magari anche il martedì: per molti
negozi tenere aperto certi giorni è perfettamente inutile perchè tanto non ci va nessuno...o cmq si lavora
poco, quindi diamo tempo libero a chi ci lavora.

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