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AMBIENTE – CAMBIAMENTI CLIMATICI
Introduzione
“Copenaghen è il più importante Summit sul clima per ridurre
le emissioni di gas serra.
Ma c’è un conflitto di interessi con il mondo cui viene chiesto
di pagare il conto.
Le multinazionali inquinano in Cina, India…
La proposta che si è fatta è una tassa sul denaro che viene
guadagnato, per aiutare questi paesi inquinati.
Dobbiamo sostenere quel trattato unico che abbiamo sul
clima, le leggi internazionali sono vuote.
E’ necessario mantenere la temperatura con un aumento
massimo di due gradi.
Gli scettici sui cambiamenti climatici parlano di altre cause:
spostamento dell’asse solare, macchie solari, ma questi
elementi non coincidono con l’aumento delle temperature.
La Causa reale è l’emissione dei gas serra.
I ghiacciai sono inferiori, il 75% dell’acqua è scomparsa: ha
provocato la crisi del Darfur, la guerra dell’acqua.
E’ nata “la protesta delle donne che abbracciano gli alberi”,
-Gli alberi sono le nostre madri-, dicono -quando uccidete gli
alberi perdiamo l’acqua”.
I cambiamenti climatici hanno minacciato le specie: fiori che
arrivano con due mesi di anticipo, ma senza gli insetti per il
polline, colture delle mele spostate più in alto perché il suolo
è troppo caldo.
2. Temperature globali
Negli ultimi 25 anni le temperature medie si sono incrementate di un tasso di 0.19°C per
decennio. Nell’arco degli ultimi dieci anni nonostante un decremento del forzante radiativo
dovuto alle attività solari che è comunque scientificamente valutato con un incidenza
molto bassa in termini di watt per metro quadro, il trend è stato in crescita (Lean e Rind,
2008 e Lean e Rind, 2009).
Ciascuno degli anni di questo nuovo secolo (2001-2008) sono stati tra i dieci anni più caldi
da quando esistono registrazioni strumentali scientifiche. Le temperature globali
mantengono una forte tendenza al riscaldamento sin dal 1970; si tratta di un dato
consistente con quanto si ritiene possa essere indotto da un cambiamento climatico globale
che tende ad un incremento dell’effetto serra naturale.
La temperatura globale e i trend dei pattern di umidità e piovosità rispecchiano una chiara
impronta che non può essere spiegata se non con un incremento delle concentrazioni di gas
ad effetto serra. Non è stata pubblicata alcuna ricerca credibile nella letteratura
scientifica, dopo il Quarto rapporto IPCC del 2007, che supporti ipotesi alternative
all’intervento antropogenico per spiegare il riscaldamento globale in atto (The Copenaghen
Diagnosis, 2009).
Tutti i dati raccolti grazie ai satelliti e alle accurate misurazione dei ghiacciai ci
dimostrano, senza dubbi, che le coltri ghiacciate della Groenlandia e dell’Antartide stanno
perdendo massa ad un ritmo crescente. La fusione dei ghiacciai in molte altre parti del
pianeta è andata accelerando sin dal 1990.
I ghiacci marini artici estivi hanno subito un’accelerazione della loro fusione oltre ogni
aspettativa rispetto ai modelli sin qui realizzati. La fusione di questi ghiacci marini, nel
periodo 2007-2009, è stata del 40% superiore alla predizione più negativa dei modelli
climatici presente nell’ultimo rapporto IPCC del 2007.
Sono stati registrati incrementi negli eventi di caldo estremo e dei decrementi negli eventi
di freddo estremo e questo trend si prevede che si amplificherà ulteriormente in futuro. Il
mutamento climatico antropogenico si prevede possa condurre ad ulteriori incrementi negli
estremi delle precipitazioni, in particolare nei fenomeni di forte precipitazione ed anche
negli estremi di fenomeni di siccità, a seconda delle diverse parti del globo. Sebbene le
future modificazioni nelle attività dei cicloni tropicali siano ancora di difficile
modellizzazione, nuove analisi dei dati di osservazione confermano che l’intensità dei
cicloni tropicali è andata incrementandosi nell’arco degli ultime tre decenni in linea con
l’incremento delle temperature oceaniche nelle zone tropicali.
I dati satellitari hanno dimostrato che l’incremento globale dei mari è stato superiore
dell’80% rispetto alle previsioni IPCC (3,4 mm l’anno negli ultimi 15 anni). Questa
accelerazione è consistente con l’incremento delle fusioni delle coltri ghiacciate di
Groenlandia e Antartide e dei ghiacci di altre zone del mondo. Secondo nuove ricerche
l’incremento del livello del mare al 2100, in caso di mancati interventi per mitigare le
emissioni, potrà essere di circa 2 metri massimo: una cifra due volte superiore alle
previsioni del Quarto rapporto IPCC. Al 2200 l'incremento potrà essere di circa 4 metri
massimo (2 metri minimo); al 2300 di circa 5 metri (3 metri minimo).
Diversi elementi vulnerabili del sistema climatico (quali, ad esempio, la progressiva fusione
delle coltri ghiacciate continentali di Groenlandia ed Antartide, dei ghiacci artici estivi
dell’Artico, la distruzione della foresta amazzonica, le modifiche del monsone dell’Africa
occidentale ecc.) possono condurre al superamento di soglie critiche (Tipping Points – punti
critici) sorpassate le quali il sistema diventa veramente ingovernabile, con una serie di
repentini effetti a cascata, rispetto alle nostre capacità gestionali. Il rischio di sorpassare
questi punti critici aumenta con l’incremento del riscaldamento globale stesso. La ricerca
su questi aspetti sta proseguendo ma si ritiene che sia possibile che alcuni punti critici
potranno essere sorpassati prima che ce ne rendiamo conto.
Gli scienziati che hanno redatto il rapporto “Copenghane Diagnosis” ci dicono che, se il
riscaldamento globale deve essere mantenuto ad un massimo di 2°C oltre la temperatura
media della superficie terrestre rispetto all’epoca preindustriale, le emissioni globali di gas
serra devono raggiungere un picco tra il 2015 ed il 2020 per poi declinare rapidamente.
Per stabilizzare il sistema climatico facendolo rientrare nella sua variabilità naturale,
avviando una società decarbonizzata a zero emissioni di anidride carbonica e degli altri gas
serra, dovremo raggiungere, entro il 2050, una media annuale di emissioni sotto una
tonnellata di anidride carbonica pro capite. Questo significa dall’80 % al 95% in meno delle
emissioni pro capite presenti nelle nazioni industrializzate nel 2000.
Nota
• aderire al Patto dei Sindaci per il clima dell’Unione Europea secondo le sue linee guida;
• promuovere strutture di supporto sovracomunali di riferimento tecnico per facilitare, tra l’altro,
l’accesso a fonti di finanziamento per la realizzazione dei Piani d’Azione per l’Energia Sostenibile
previsti dal Patto;
• assicurare il coordinamento a livello nazionale degli aderenti al Patto dei Sindaci attraverso il
Coordinamento Agende 21 Locali Italiane, struttura di supporto nazionale riconosciuta dall’Unione
Europea, in collaborazione con ANCI, UPI, Ministero dell’Ambiente e le altre strutture nazionali di
supporto riconosciute;
• promuovere il Patto presso Enti locali e territoriali limitrofi in modo da creare le condizioni per
l’elaborazione di Piani d’Azione per l’Energia Sostenibile sovracomunali;
• istituire una premialità nell’ambito della programmazione socioeconomica regionale, nazionale e
comunitaria per quanti aderiscono al patto dei sindaci; intervenire sulla pianificazione territoriale
2. Intervenire sul governo del territorio per una maggiore sostenibilità dei sistemi
urbani; in particolare:
• promuovendo piani di gestione integrata secondo gli indirizzi della strategia tematica per
l’ambiente urbano della UE, con una particolare attenzione all’insieme dei cicli ecologici connessi
in modo sostanziale con le problematiche di aumento di CO 2,
• integrando nei piani territoriali d’area vasta e nei piani urbanistici con valenza strategica e
strutturale obiettivi e norme per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici;
• prevedendo nell'ambito delle Valutazioni Ambientali Strategiche focus specificamente dedicati al
quadro emissioni ed agli effetti climatici delle azioni di piano;
• ponendo in evidenza nelle procedure consultive e partecipative le implicazioni sul rischio
climatico e sull’efficienza ambientale ed energetica delle previsioni di piano;
• preservando il suolo e il territorio in quanto risorsa finita al fine di garantire la fertilità agricola, la
conservazione di biodiversità, lo stockaggio di carbonio e di acqua;
• riconoscendo al territorio rurale le sue funzioni fondamentali, non solo agricole ma anche di tutela
del paesaggio, di difesa della biodiversità e di identità culturale, a complemento di quelle urbane
3.
3. Intervenire sugli strumenti urbanistici per migliorare l’efficienza energetica
degli edifici residenziali, produttivi e dei servizi, a partire da quelli di proprietà
pubblica, in particolare:
• combinando standard di efficienza energetica minimi cogenti con forme di incentivazione per
raggiungere obiettivi più ambiziosi, promuovendo l’uso delle migliori tecnologie per ridurre le
emissioni dei nuovi edifici e forme di compensazione per le emissioni che non si è in grado di
eliminare;
• prevedendo negli strumenti urbanistici norme che obblighino tutte le nuove urbanizzazioni a
soddisfare i propri bisogni energetici con fonti rinnovabili, con l’uso del teleriscaldamento e con
soluzioni ad alta efficienza energetica;
• promuovendo la sensibilizzazione, informazione e formazione di cittadini, operatori economici,
progettisti, ricercatori, installatori, tecnici degli enti locali, amministratori di condominio, ecc.;
• sottoponendo ad audit e certificazione energetica gli edifici, in primo luogo quelli di proprietà
pubblica;
43.
4.. Favorire la produzione di energia da fonti rinnovabili secondo gli obiettivi
dell’Unione Europea; in particolare:
• prevedendo nel Regolamento Urbanistico Edilizio norme che, progressivamente, obbligano tutti i
nuovi edifici e le ristrutturazioni a soddisfare i propri bisogni energetici con l’impiego di fonti
rinnovabili;
• favorendo la realizzazione di impianti, anche di piccola scala, per la produzione di energia da fonti
rinnovabili (fotovoltaico, solare termico, eolico, idroelettrico, biomassa, geotermico …) che concilino
l'impatto sul paesaggio con la necessità di una produzione energetica a scala territoriale locale;
• attuando azioni informative e formative rivolte ai cittadini (ad esempio sportelli energia) e azioni
dimostrative partecipate nelle scuole; per impianti di piccola taglia;
• uniformando la rete di distribuzione dell’energia a criteri di efficienza e sostenibilità
• semplificando le procedure autorizzative
6.
6.. Farsi carico degli effetti dei cambiamenti climatici su cultura, salute, condizioni
sociali e biodiversità; in particolare:
• monitorando e studiando gli effetti sulla salute dovuti hai cambiamenti climatici;
• monitorando e studiando le conseguenze del cambiamento climatico sugli habitat e gli
ecosistemi naturali e gli effetti sulla biodiversità;
• studiando e analizzando i fenomeni di migrazione dei popoli causati dai cambiamenti climatici;
• riconoscendo nella condivisione dei principi e degli obiettivi della sostenibilità e dell’Agenda 21
della Cultura la base per il successo delle politiche di contrasto ai cambiamenti climatici;
7.
7.. Promuovere gli acquisti verdi della pubblica amministrazione a partire da quelli
ad alta efficienza energetica, in particolare:
• contribuendo alla diffusione delle certificazioni, sia di prodotto che di processo, ambientali e
sociali tra le imprese del proprio territorio;
• promuovendo accordi volontari e partnership pubblico-privato per favorire il passaggio a una
economia locale a ridotto impiego di combustibili fossili, ad alta efficienza energetica, con energia da
fonti rinnovabili;
• realizzando gli eventuali nuovi insediamenti produttivi e convertendo quelli esistenti secondo i
criteri delle aree produttive ecologicamente e socialmente attrezzate;
• diffondendo la conoscenza di iniziative e innovazioni attuate dalle imprese per prodotti e
produzioni più sostenibili;
• creando reti e sistemi di spazi verdi in contesti urbani per migliore la qualità del clima urbano e
favorire il miglioramento della socialità e del rapporto uomo ambiente;
• predisponendo e realizzando piani-programmi dello sport che prevedano una pratica sportiva a
cielo aperto utilizzando le infrastrutture del verde urbano e territoriale;
• mettendo in atto iniziative intersettoriali e multi attori (quali il piano di azione per la salute e il
benessere sociale) per individuare ed attuare azioni su stili di vita, prevenzione degli incidenti stradali e
domestici, ecc.;
• promuovendo la riduzione della produzione di rifiuti, del consumo di acqua e delle materie prime non
rinnovabili (ghiaia, argille, rocce metallifere, ecc.), sostenendo le azioni finalizzate a stimolare
modifiche permanenti nelle abitudini quotidiane e negli stili di vita a favore di un consumo
consapevole;
• promuovendo l’introduzione di innovazioni tecniche ed organizzative per ridurre le emissioni di
CO 2 nella fornitura dei servizi a rete come la raccolta dei rifiuti, la distribuzione dell’acqua potabile
e di quella per uso irriguo, il sistema fognario, ecc.;
12. Valorizzare le reti di città e territori nel loro ruolo di promozione di buone
pratiche, circolazione dell’informazione, facilitazione dei rapporti tra i territori
locali e i livelli istituzionali globali; e in particolare: