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Descrizione:
Ancora un’assoluzione in mio favore, con la difesa dell’avvocato Fabrizio De Silvestri, questa volta da parte del Giudice di pace, per una querela risalente al 2006 presentata da un rifugiato, Buzoli Ramiz, con il sostegno di Abbas Dehghan, al tempo coordinatore provinciale di Cittadinanzattiva Rieti.
Buzoli, di cittadinanza kosovara, con la moglie e i loro 6 figli, come nucleo familiare vulnerabile, mi era stato affidato dalla Prefettura di Rieti e successivamente inserito come ospite del Progetto Asilo, per l’accoglienza e l’integrazione dei rifugiati, gestito dall’ARI onlus per il Comune di Rieti.
Il 7 febbraio 2011 il Giudice di pace mi ha assolto per la speciale tenuità del fatto e per difetto di querela, non rilevando notizie di reato nei fatti segnalati. Non è dunque stato necessario ricorrere alla lista di testimoni che come difesa avevamo presentato.
Il rinvio a giudizio era arrivato nel giugno dello scorso anno, dopo 4 anni dall’inizio delle indagini condotte dalla PM Lucia De Santis basandosi solo sulle dichiarazioni di Buzoli e di Abbas Dehghan. Sulla base di quanto dichiarato da Buzoli, mi veniva contestato di essermi rivolto a Buzoli con l’espressione...
“che cazzo stai a fare qui, fai il giro ed entra dall’altra entrata principale di via Terenzio Varrone” e “vaffanculo, vai a fare il giro” e di avergli dato una spinta per farlo uscire.
Le indagini condotte dai Carabinieri di Rieti, avevano considerato come testimone Abbas Dehghan, che non era presente al momento dello svolgersi dei fatti. Una serie di collaboratori di Eastwood Edo Ihaza erano presenti, ma non sono stati ascoltati. Dalle carte emerge come il ruolo di Abbas Dehghan sia stato decisivo nella vicenda, aveva infatti personalmente accompagnato Buzoli presso i Carabinieri di Rieti e l’aveva assistito durante la stesura del verbale della querela.
Dalle carte risulta inoltre che Abbas Dehghan aveva intenzione di continuare a presentare altre denunce a mio carico presso la Procura di Rieti. Sempre nel 2006 l’allora coordinatore di Cittadinanzattiva Rieti Abbas Dehghan aveva scritto alla la segreteria nazionale del Progetto Asilo, di cui io ero responsabile, adoperandosi per mettere in dubbio l’operato mio e dell’ARI onlus. Peraltro Cittadinanzattiva non era a conoscenza dell’operato dell’associazione, non faceva parte del progetto e Dehghan non ha mai parlato con l’ARI onlus o con il Comune di Rieti titolare del progetto.
Non era un tipo facile il Kosovaro Buzoli Ramiz, la difesa infatti ha presentato tra le varie carte, una relazione della psicologa che seguiva il suo caso. La psicologa aveva rilevato come, pur avendo ottenuto il soddisfacimento di tutte le richieste che aveva mosso, Buzoli aveva mostrato un forte stato di agitazione e l’intenzione di uccidermi.
Non solo non mi sono rivolto a Buzoli con quel tipo di parole, che non mi appartengono anche per motivi culturali, ma mi dispiace che non siano state ascoltate tutte le persone presenti nel mio ufficio quel giorno, che avrebbero potuto testimoniare del comportamento aggressivo e minaccioso di Buzoli. Mi spiace che siano state spese risorse dello Stato per portare avanti questo tipo di indagini.
La serie di indagini di cui sono stato fatto oggetto a partire dal 2005 hanno certamente avuto l’effetto di farmi il vuoto attorno e di distruggere quanto avevo costruito personalmente e con l’ARI onlus in anni di impegno in favore dei cittadini stranieri. Ad esempio il Progetto Asilo, del quale era utente Buzoli, creato nel 2001 dall’ARI onlus, ci è stato sottratto, per scelta politica dell’amministrazione comunale di Rieti, in favore della Caritas di Rieti dove si sono trasferiti alcuni degli operatori che lavoravano nel progetto dell’ARI onlus.
Perdendo un progetto dopo l’altro, dal 2009 ormai mi trovo in stato di disoccupazione e sono impegnato, oltre che a cercare, io e la mia famiglia, di sopravvivere, a occuparmi di procedimenti penali che in molti hanno contribuito a far portare avanti.
Titolo originale
Quel "vaffanculo" Non è reato assolto Eastwood Edo Ihaza _ Il Messagero 9 Feb 2011
Ancora un’assoluzione in mio favore, con la difesa dell’avvocato Fabrizio De Silvestri, questa volta da parte del Giudice di pace, per una querela risalente al 2006 presentata da un rifugiato, Buzoli Ramiz, con il sostegno di Abbas Dehghan, al tempo coordinatore provinciale di Cittadinanzattiva Rieti.
Buzoli, di cittadinanza kosovara, con la moglie e i loro 6 figli, come nucleo familiare vulnerabile, mi era stato affidato dalla Prefettura di Rieti e successivamente inserito come ospite del Progetto Asilo, per l’accoglienza e l’integrazione dei rifugiati, gestito dall’ARI onlus per il Comune di Rieti.
Il 7 febbraio 2011 il Giudice di pace mi ha assolto per la speciale tenuità del fatto e per difetto di querela, non rilevando notizie di reato nei fatti segnalati. Non è dunque stato necessario ricorrere alla lista di testimoni che come difesa avevamo presentato.
Il rinvio a giudizio era arrivato nel giugno dello scorso anno, dopo 4 anni dall’inizio delle indagini condotte dalla PM Lucia De Santis basandosi solo sulle dichiarazioni di Buzoli e di Abbas Dehghan. Sulla base di quanto dichiarato da Buzoli, mi veniva contestato di essermi rivolto a Buzoli con l’espressione...
“che cazzo stai a fare qui, fai il giro ed entra dall’altra entrata principale di via Terenzio Varrone” e “vaffanculo, vai a fare il giro” e di avergli dato una spinta per farlo uscire.
Le indagini condotte dai Carabinieri di Rieti, avevano considerato come testimone Abbas Dehghan, che non era presente al momento dello svolgersi dei fatti. Una serie di collaboratori di Eastwood Edo Ihaza erano presenti, ma non sono stati ascoltati. Dalle carte emerge come il ruolo di Abbas Dehghan sia stato decisivo nella vicenda, aveva infatti personalmente accompagnato Buzoli presso i Carabinieri di Rieti e l’aveva assistito durante la stesura del verbale della querela.
Dalle carte risulta inoltre che Abbas Dehghan aveva intenzione di continuare a presentare altre denunce a mio carico presso la Procura di Rieti. Sempre nel 2006 l’allora coordinatore di Cittadinanzattiva Rieti Abbas Dehghan aveva scritto alla la segreteria nazionale del Progetto Asilo, di cui io ero responsabile, adoperandosi per mettere in dubbio l’operato mio e dell’ARI onlus. Peraltro Cittadinanzattiva non era a conoscenza dell’operato dell’associazione, non faceva parte del progetto e Dehghan non ha mai parlato con l’ARI onlus o con il Comune di Rieti titolare del progetto.
Non era un tipo facile il Kosovaro Buzoli Ramiz, la difesa infatti ha presentato tra le varie carte, una relazione della psicologa che seguiva il suo caso. La psicologa aveva rilevato come, pur avendo ottenuto il soddisfacimento di tutte le richieste che aveva mosso, Buzoli aveva mostrato un forte stato di agitazione e l’intenzione di uccidermi.
Non solo non mi sono rivolto a Buzoli con quel tipo di parole, che non mi appartengono anche per motivi culturali, ma mi dispiace che non siano state ascoltate tutte le persone presenti nel mio ufficio quel giorno, che avrebbero potuto testimoniare del comportamento aggressivo e minaccioso di Buzoli. Mi spiace che siano state spese risorse dello Stato per portare avanti questo tipo di indagini.
La serie di indagini di cui sono stato fatto oggetto a partire dal 2005 hanno certamente avuto l’effetto di farmi il vuoto attorno e di distruggere quanto avevo costruito personalmente e con l’ARI onlus in anni di impegno in favore dei cittadini stranieri. Ad esempio il Progetto Asilo, del quale era utente Buzoli, creato nel 2001 dall’ARI onlus, ci è stato sottratto, per scelta politica dell’amministrazione comunale di Rieti, in favore della Caritas di Rieti dove si sono trasferiti alcuni degli operatori che lavoravano nel progetto dell’ARI onlus.
Perdendo un progetto dopo l’altro, dal 2009 ormai mi trovo in stato di disoccupazione e sono impegnato, oltre che a cercare, io e la mia famiglia, di sopravvivere, a occuparmi di procedimenti penali che in molti hanno contribuito a far portare avanti.
Ancora un’assoluzione in mio favore, con la difesa dell’avvocato Fabrizio De Silvestri, questa volta da parte del Giudice di pace, per una querela risalente al 2006 presentata da un rifugiato, Buzoli Ramiz, con il sostegno di Abbas Dehghan, al tempo coordinatore provinciale di Cittadinanzattiva Rieti.
Buzoli, di cittadinanza kosovara, con la moglie e i loro 6 figli, come nucleo familiare vulnerabile, mi era stato affidato dalla Prefettura di Rieti e successivamente inserito come ospite del Progetto Asilo, per l’accoglienza e l’integrazione dei rifugiati, gestito dall’ARI onlus per il Comune di Rieti.
Il 7 febbraio 2011 il Giudice di pace mi ha assolto per la speciale tenuità del fatto e per difetto di querela, non rilevando notizie di reato nei fatti segnalati. Non è dunque stato necessario ricorrere alla lista di testimoni che come difesa avevamo presentato.
Il rinvio a giudizio era arrivato nel giugno dello scorso anno, dopo 4 anni dall’inizio delle indagini condotte dalla PM Lucia De Santis basandosi solo sulle dichiarazioni di Buzoli e di Abbas Dehghan. Sulla base di quanto dichiarato da Buzoli, mi veniva contestato di essermi rivolto a Buzoli con l’espressione...
“che cazzo stai a fare qui, fai il giro ed entra dall’altra entrata principale di via Terenzio Varrone” e “vaffanculo, vai a fare il giro” e di avergli dato una spinta per farlo uscire.
Le indagini condotte dai Carabinieri di Rieti, avevano considerato come testimone Abbas Dehghan, che non era presente al momento dello svolgersi dei fatti. Una serie di collaboratori di Eastwood Edo Ihaza erano presenti, ma non sono stati ascoltati. Dalle carte emerge come il ruolo di Abbas Dehghan sia stato decisivo nella vicenda, aveva infatti personalmente accompagnato Buzoli presso i Carabinieri di Rieti e l’aveva assistito durante la stesura del verbale della querela.
Dalle carte risulta inoltre che Abbas Dehghan aveva intenzione di continuare a presentare altre denunce a mio carico presso la Procura di Rieti. Sempre nel 2006 l’allora coordinatore di Cittadinanzattiva Rieti Abbas Dehghan aveva scritto alla la segreteria nazionale del Progetto Asilo, di cui io ero responsabile, adoperandosi per mettere in dubbio l’operato mio e dell’ARI onlus. Peraltro Cittadinanzattiva non era a conoscenza dell’operato dell’associazione, non faceva parte del progetto e Dehghan non ha mai parlato con l’ARI onlus o con il Comune di Rieti titolare del progetto.
Non era un tipo facile il Kosovaro Buzoli Ramiz, la difesa infatti ha presentato tra le varie carte, una relazione della psicologa che seguiva il suo caso. La psicologa aveva rilevato come, pur avendo ottenuto il soddisfacimento di tutte le richieste che aveva mosso, Buzoli aveva mostrato un forte stato di agitazione e l’intenzione di uccidermi.
Non solo non mi sono rivolto a Buzoli con quel tipo di parole, che non mi appartengono anche per motivi culturali, ma mi dispiace che non siano state ascoltate tutte le persone presenti nel mio ufficio quel giorno, che avrebbero potuto testimoniare del comportamento aggressivo e minaccioso di Buzoli. Mi spiace che siano state spese risorse dello Stato per portare avanti questo tipo di indagini.
La serie di indagini di cui sono stato fatto oggetto a partire dal 2005 hanno certamente avuto l’effetto di farmi il vuoto attorno e di distruggere quanto avevo costruito personalmente e con l’ARI onlus in anni di impegno in favore dei cittadini stranieri. Ad esempio il Progetto Asilo, del quale era utente Buzoli, creato nel 2001 dall’ARI onlus, ci è stato sottratto, per scelta politica dell’amministrazione comunale di Rieti, in favore della Caritas di Rieti dove si sono trasferiti alcuni degli operatori che lavoravano nel progetto dell’ARI onlus.
Perdendo un progetto dopo l’altro, dal 2009 ormai mi trovo in stato di disoccupazione e sono impegnato, oltre che a cercare, io e la mia famiglia, di sopravvivere, a occuparmi di procedimenti penali che in molti hanno contribuito a far portare avanti.
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