Sei sulla pagina 1di 100

Oltre lo spazio e il tempo

Da sempre l'uomo ha indagato sui fenomeni che lo circondano, usando la


ragione per carpirne l'anima, le leggi di funzionamento. Questo è il diario di
una ricerca personale che tenta di buttare la ragione oltre il confine,
espandendo la conoscenza, senza pregiudizi né visioni preconcette, in nuovi
orizzonti

Spingere la ragione oltre i limiti della conoscenza

Questo Blog è per tutti gli amici che hanno condiviso con me
esperienze straordinarie, al di là del possibile e della stessa ragione e
che conservano ancora come allora la passione per l'ignoto.
E' per tutti coloro che credono nelle capacità nascoste dell'uomo e
cercano con tenacia una conferma alla loro convinzione. Infine è anche
per te, critico, razionale, ma senza pregiudizi e animato da un vero
spirito di conoscenza e di ricerca del vero.

Siete tutti i benvenuti di questo Blog, compagni di viaggio in un


percorso che partirà da lontano, nei ricordi di segni, fatti ed
esperienze raccolti in oltre quaranta anni di ricerca personale. Un
percorso che rifarò nel ricordo con alcuni di voi, e con il contributo di
quanti vorranno arricchirlo con spunti di riflessione e critica
propositiva.

Un Libro, l'inizio di una passione.

Nella libreria del corridoio di casa, ancora tredicenne, trovai un vecchio libro
della mamma, dalle pagine ormai ingiallite dal tempo e dallo strano titolo:
metapsichica.

La curiosità spinta da una prefazione e da un indice che elencava nomi di


facoltà presunte al dir poco fantastiche, mi portò a divorarlo letteralmente in
una affamata e sempre più avida lettura. Poter leggere il pensiero, muovere
oggetti, scoprire fatti nascosti dal tempo, guarigioni misteriose, e tant'altro da
riempire di fantasia e bramosia un giovane ragazzo.

Feci tante domande ai miei genitori e scoprii che anche papà nutriva un
interesse per vecchi racconti sul genere, trasmessi a mezza voce vicino al
fuoco dei camini, dai vecchi della famiglia. Dovevo passare dalle parole ai fatti,
provare a me stesso che c'era un fondamento di vero in tutto quello che avevo
appreso, ma non sapevo come fare.

Un giorno, mentre ritornavo per Via Sacra, la strada che nella mia città natia
Pompei collega la stazione ferroviaria alla Piazza del Santuario, fui attratto da
un libricino dalla copertina rossa, esposto nella vetrina della libreria ad angolo
e dal titolo semplice quanto affascinante: il manuale dell'ipnotizzatore.

Era una di quelle collane tascabili dove con manuali dalla stessa veste
tipografica ti insegnano di volta in volta a coltivare piante di giardino, allevare
canarini e mille altre attività di bricolage, un testo sicuramente non pretenzioso
ma che ebbe su di me l'effetto di una schioppettata.
Mi tornarono alla mente le avventure di Mandrake che papà collezionava per il
suo e il nostro diletto di figli, le sue doti fantastiche, e mi assalì la voglia di fare
una delle sue mirabolanti magie

Dovevo avere assolutamente quel libro !

Ritornare a casa, dar fondo ai pochi risparmi cumulati con la paghetta


settimanale e compare il libro fu una sola cosa Incominciai a leggerlo
avidamente e con il pensiero che ancora galoppava tra le righe arrivai alla
fine. Si affermava che fosse possibile "fascinare" con lo sguardo una persona,
assoggettarla alla volontà dell'ipnotizzatore , farle avvertire a distanza la sua
presenza.

Immediatamente volli passare dalla parole ai fatti e ostinatamente seguii


per tutta la strada prima una signora anziana, poi una giovane, infine un
ragazzo comandandogli mentalmente di girarsi e guardarmi negli occhi, ma
loro cocciutamente continuarono per la loro strada, senza curarsi di me, ...
forse non avevano letto il mio stesso libro !

Doveva esserci una spiegazione per questo insuccesso, forse avrei dovuto
esercitarmi, fare quegli esercizi suggeriti nel libro per aumentare la
concentrazione e che per presunzione avevo snobbato.

Per giorni, e per diverse volte al giorno mi esercitai a contare e ricontare i


chicchi di riso che avevo disposto in una tazza. Dovevo spostarli uno alla volta
in una seconda tazza e tenerne il conteggio mentalmente. Svuotata la tazza
dovevo rifare la stessa operazione verso la prima e i due numeri dovevano
essere uguali.

Qualche giorno dopo, collezionata una serie positiva di successi, mi ritenni


pronto per un nuovo tentativo : suggestinare con le parole mia sorella
impedendole di sciogliere le sue mani precedentemente intrecciate.

Di fronte a me Maria, più piccola di me di cinque anni, che diligentemente


intrecciò le sue mani e si prestò tra curiosità e divertimento a questo nuovo
gioco.

Contai lentamente a voce alta fino a cinque e le chiesi di scioglierle.


Maria iniziò a tirarle, ma rimasero incollate l'una all'altra !

Ero entusiasta e impaurito allo stesso tempo. Purtroppo era impaurita anche lei
e incominciò ad urlare facendo accorrere mia madre che con un paio di sonori
ceffoni mise a termine la mia brillante ed estemporanea carriera di
ipnotizzatore.

Sospesi ogni attività pratica e irrobustii la mia teoria con nuove letture
sull'ipnosi.
Doveva passare quasi un anno poi giunse la festa di compleanno di Sergio

Questo esercizio è ben noto agli ipnotizzatori 'da baraccone', o


televisivi. L'azione di suggestione verbale dell'ipnotizzatore si associa
al rigonfiamento delle dita causato dall'intrecciamento delle stesse. Al
momento dello svincolo (o scioglimento) , una nuova oggettiva
difficoltà è causata dalle nocche che tendono a bloccare lo
scivolamento di una mano sull'altra. La conoscenza di questa
dinamica, supportata da una suggestione verbale in sintonia con
queste fasi, l'instaurarsi per il soggetto di uno stato crescente di ansia
trasformano le suggestioni verbali in un vero blocco fisico. Vedremo in
seguito come sia importante anche per un sensitivo innescare un
fenomeno attribuendogli una prima razionale e possibile spiegazione.
Successivamente esso stesso si amplificherà dimostrandosi di essere
ben al di là dell'immaginato e di avere una propria autonomia, o
comunque di non essere sotto il controllo completo della ragione.
La festa, amici, una candela

Arrivò il compleanno tanto atteso di Sergio e tutto il gruppo dei giovani cantori
della parrocchia S. Salvatore si ritrovò nell'ampio garage di casa sua per
festeggiarlo.
Era una delle poche occasioni per poter incontrare delle ragazze, e magari,
chissà, l'inizio di un'avventura galante.

La serata avanzava per me fiaccamente, non distolto da alcun interesse al


femminile rimanevo in disparte, ascoltando la musica che il nostro dj
occasionale ci proponeva.

Il mio pensiero, come condotto dalle ballonzolanti luci psichedeliche, un


prodotto della maestria tecnologica di qualcuno degli amici, saltellava da un
angolo della mente all'altro, riproponendo vecchi pensieri, rottami cerebrali di
vecchie speculazioni, desideri inespressi e insoddisfatti, messi all'ombra in
qualche angolo della mente, ma ancora vivi.

Fu il saluto del primo drappello di amici che tornava a casa a ricondurmi al


presente, a farmi rientrare in me insieme ad una nota di malinconia per una
serata trascorsa vanamente.
Ormai eravamo rimasti in pochi amici, forse una decina, e decisi di dare un
impulso nuovo alla serata, tentare "un nuovo esperimento"

Nelle letture disordinate e convulse fatte nei mesi precedenti avevo appreso
che fosse possibile, con le dovute suggestioni verbali, indurre il sonno ipnotico
in una persona.
La cavia fu presto trovata, Sergio ritenne opportuno festeggiare così il suo
compleanno e onorare i suoi doveri di padrone di casa

Eravamo seduti l'uno di fronte l'altro, con una candela che mantenevo accesa
tra di noi, in modo che i nostri sguardi, per incontrarsi, dovevano passare
attraverso la fiamma ballonzolante. Iniziai ,,,

Avevo letto che fosse possibile indurre il sonno ipnotico mediante il comando di
apertura e chiusura degli occhi, integrato da opportune suggestioni verbali di
stanchezza e sonnolenza

"Sergio chiudi gli occhi, ora sentirai una calma invadere il tuo corpo,
abbandonati, ora apri gli occhi e guardami" .
Sergio mi guardò con uno sguardo interrogativo poi cominciò a fissarmi
sempre con maggiore intensità, seguendo il mio stesso ritmo di attenzione.
Andavo distanziando sempre più i comandi di apertura e chiusura degli occhi,
allungando il periodo in cui mantenevo Sergio ad occhi chiusi.

Intorno a noi in assoluto silenzio gli amici, le luci della sala erano tutte spente
e i suoi occhi, dietro la fiamma mi sembravano pozzi profondi nei quali mi
tuffavo.

"Vedo i tuoi occhi lacrimare, sei stanco, abbandonati, i tuoi occhi si stanno
lentamente chiudendo i" . Prima alcune lacrime esitarono tra le ciglia, poi come
due brillanti scivolarono sulle sue gote, lentamente le palpebre incominciarono
ad abbassarsi.

Non potevo crederci, ma dovevo contenere la mia emozione e rimanere


concentrato.
"Bravo, continua. Ora sei profondamente addormentato, rimani così fin quando
ti risveglierò"

Mi girai intorno. Lo sguardo degli amici rivelava un misto di sorpresa, stupore,


in qualcuno uno stentato sorriso nascondeva qualcosa di prossimo alla paura.

Feci trascorrere un pò di tempo, poi gli chiesi di svegliarsi e aprire gli


occhi. Così avvenne.

Accendemmo la luce. Sergio ci guardava interrogativo, quasi a rispondere alle


mille domande che gli amici gli facevano con con altre domande che non
sapeva esprimere.
"Cosa ti ricordi ? Cosa è successo ? Cosa provavi ? "

La sua risposta fu per me oltremodo eloquente " Mi ricordo gli occhi di Mario,
poi nulla"

Era l'inizio di un lungo viaggio.

Quella sera avevamo spiato dal buco della serratura all'esterno, e se il


mondo alieno si manteneva lontano da noi dietro una robusta porta, noi
volevamo aprirla a tutti i costi per guardare a nuovi orizzonti

nota:

la tecnica di induzione ipnotica presentata è una delle tante tecniche


applicabili. Scopriremo che per ogni persona può esistere una
suggestione dedicata e vincente, impareremo che nell'ipnosi
interagiscono, oltre alla suggestione verbale, altre forze da dover
considerare.

Anche in questo caso un abbandono volontario del soggetto


supportato da razionali argomentazioni, "sono stanco perchè è tardi" ,
"gli occhi lacrimano per effetto della tensione" , non sono da inibire,
anzi sono da favorire in quanto "facilitatori" dell'induzione
L'ipnosi non è, e non deve mai essere l'arbitrio dell'ipnotizzatore
sull'ipnotizzato e su questo tema distruggeremo una serie di
consutudini e paradigmi, affermando l'importanza di una vera
dimensione collaborativa tra soggetto e ipnotizzatore

Qualsiasi esercizio anche banale in questo campo nasconde delle


dinamiche complesse che possono sfuggire al controllo del neofita.

Non sia mai la sola curiosità ad avvicinarvi a queste sperimentazioni !

Una crescita graduale delle difficoltà compatibile con la propria


crescita di conoscenza, l'acquisizione di tecniche ipnotiche, non solo
sono auspicabili ma sono l'unico modo per salvaguardare se stessi e le
altre persone coinvolte nelle sperimentazioni.
Nasce il gruppo di ricerca.

Forse a causa della carenza di opportunità che la città poteva offrire a noi
ragazzi, o per la voglia di scoprire cose nuove, il garage di Sergio incominciò a
vederci riuniti prima in incontri occasionali, poi in modo sistematico una o due
volte alla settimana.

Il battesimo del "sonno atipico" lo fecero in tanti, Lucio, Carlo, Pietro....

La tecnica rimaneva la stessa, quella della candela per capirsi, ma io volevo


andare oltre, scoprire cosa si nascondeva dietro quel sonno apparente.

Da letture fatte ero a conoscenza della possibilità di proporre a voce delle


immagini che venivano così trasformate nel soggetto ipnotizzato in sogno.
" Raccontami cosa hai sognato" era la richiesta che effettuavo al soggetto non
appena ridestato e il suo racconto ripercorreva effettivamente quanto la mia
suggestione verbale gli aveva proposto durante il suo blackout che durava
mediamente dai cinque ai dieci minuti.

Venivano suggerite immagini, con diverse ambientazioni, casa, scuola, in città


con amici... Un racconto fatto a mezza voce al dormiente, quasi per evitare
che si svegliasse, ma sufficiente per poter essere ascoltato dai presenti e
confrontato successivamente con le impressioni rilasciate al suo risveglio.

Il poveretto di turno era però bombardato da un fuoco di fila di domande degli


amici e fui costretto a richiedere un comportamento più consono al nostro
"salotto scientifico": avrebbero fatto le loro verifiche in un secondo tempo,
lasciandolo al risveglio in tranquillità evitandogli così un probabile e inutile
stress.

I positivi risultati allargarono la schiera degli aspiranti ipnotizzati. A ciò


contribuì anche il passaparola che portò il numero degli irriducibili
partecipanti ad una decina.

Sin dalle prime sedute sentivo la necessità di condividere pienamente quello


che facevo con gli altri e sopratutto con il soggetto. Sentivo il peso della
responsabilità che mi assumevo attraversando un confine ignoto che
poteva delimitare chissà quali minacce, tra tutte quella di un mancato
risveglio.

Il sospiro di sollievo con il quale accoglievamo le prime parole pronunciate era


il segno evidente di questa ansia collettiva.

Erano solo paure dettate dalla nostra inesperienza ? Immagini di


una dimensione ancestrale nascosta in noi ? La potenza di una simbologia che
collegava il sonno alla morte ?
Comunque capii che fosse indispensabile non forzare situazioni, effettuare una
oculata scelta tra i candidati e seguire l'istinto ma sopratutto cercare
quel senso di familiarietà che il soggetto doveva ispirarmi.
Era indispensabile per me percepire una sorta di suo abbandono confidente
che lo avrebbe sostenuto in una esperienza sicuramente non negativa e che si
sarebbe conclusa per lui felicemente.

Non sapete quanto questa modalità di lavoro mi abbia salvaguardato !


(Vedremo nei successivi post cosa può succedere derogando a questi principi)

Dovevo aumentare il livello di comunicazione anche nella fase di sonno !

La tecnica si era già abbondantemente evoluta, avevo abbandonato l'uso della


candela, operavamo semplicemente nella penombra, integrando alla
suggestione di pesantezza delle palpebre quella di totale abbandono degli arti
superiori che di volta a volta, secondo la modalità da me scelta, o ricadevano
pesantemente sui suoi fianchi o rimanevano immobili, come se non
appartenessero più al suo corpo.

Poi d'istinto venne la svolta, e tentai una strada nuova:


"Puoi sentirmi ? ", "Rispondimi con un cenno del capo" "Si !" , Sergio annuì
lentamente, ad occhi chiusi.

Avevo stabilito un contatto in quella fase oscura dove non sapevo dove si fosse
nascosta la sua coscienza. Riuscivo a comunicare, anche se in modo
elementare con lui !

"Ora ti chiederò di visualizzare la tua casa. La vedi ? ".


Sergio affermò con un cenno del capo.
"Bene. Sei al mare con degli amici, e ti stai divertendo ".
"Vedi le onde ?". Altro cenno affermantivo.
"Continuerai a sognare, sarà un bel sogno e al risveglio ricorderai tutti i
particolari"

Era fatta !

Potevo comunicare con il soggetto durante la fase di sogno ipnotico, e


questo rimaneva vivido al suo risveglio, rivissuto con una dovizia di particolari
che gli amici con golosità estorcevano alla sua confessione.

"Ma c'erano ragazze ?", "Che cosa hai combinato . . . ? "

Si era aperta una prospettiva nuova. Mi sentivo sollevato, potevo finalmente


percepire un collegamento diretto con il soggetto addormentato. Niente più
fughe in un buio fatto di oscure minacce, ma uno stato che poteva essere
perfino controllato nella sua evoluzione e consentire esperienze di sogno
programmato.
Potevo muovermi con lui in questa nuova dimensione garantendogli spazi di
autonomia per sognare luoghi e persone di suo interesse.

.... Le nostre riunioni si affollarono di nuovi adepti !

Gli autori divergono sulla possibilità di una partecipazione attiva del


soggetto alla fase ipnotica.

In alcuni casi viene sconsigliata questa modalità per un "controllo


forte, e totale" del soggetto.
Non ho mai ipnotizzato una persona senza la presenza di un testimone
e ancor più indotto il sonno ipnotico senza aver preventivamente
concordato con lui il "progetto".
Non è solo in discussione l'aspetto di tutela della libertà della persona,
ma anche la necessità di instaurare un rapporto realmente
collaborativo.

D'altronde, io non sapevo niente di quello stato e non potevo avere la


presunzione di saperne più di lui !

Questo approccio fortemente collaborativo sarà fondamentale per


esplorare le risorse psichiche di una persona, in un atteggiamento
aperto, senza forzature, facendosi indirizzare da lei invece di 'usarla'
come sonda passiva
Ipnosi - Chiave dell'ignoto ?

"Fino a questo momento avevamo battuto una strada nota. L'ipnosi


come mezzo per indurre un sogno artificale, condizionarlo. Poteva
essere anche strumento per indagare su nuove capacità psichiche ?
Ma sopratutto, esistevano queste presunte capacità ? "

Un nuovo anno era passato e con esso tanti incontri, tenuti spessissimo a casa
di Sergio, ma anche da altri amici, come quella sera da Teodoro . . .

Ci accolse all'imbrunire all'ingresso del portone di casa, situata al primo piano


di un vecchio edificio dei primi del '900, proprio di fronte la "Villa Salutare".

"Dove ci mettiamo ?", "Abbiamo un locale dove poter stare tranquilli ?",
"Vedrai", mi disse abbozzando un sorriso e ci precedette con la sua imponente
mole. Eravamo in cinque, sei amici e lo seguimmo giù per vecchie scale.

Una porta sgangherata, odore di muffa, poi la sua cantina, ampia, con una
lampadina che pendeva al centro, qualche vecchia cesta, due sedie. Intorno a
noi solo freddo e silenzio.

"Bene", dissi "proprio quello che ci vuole". Avvicinai le sedie, e ci sedemmo


l'uno di fromte l'altro, intorno a noi gli amici in cerchio, in attesa degli eventi..
Usai la solita tecnica. Gli feci aprire e chiudere a comando gli occhi suggerendo
sensazioni di stanchezza crescente, finquando, con una suggestione finale, gli
chiesi di abbandonare il capo sul petto.

Lentamente Teodoro abbassò la testa, era addormentato !

"Finora solita routine", pensai, e poi come per illuminazione "devo provare
qualcosa di diverso".

Dissi: "Teodoro, il tuo corpo rimane seduto sulla sedia, ma in sogno puoi alzarti
e girare intorno".
Era mia intenzione sentire al risveglio il suo racconto e verificando le
prospettive della sua visione, come erano disposte le persone , cosa aveva
visto fare loro mentre dormiva, verificarne l'oggettività.

Teodoro non dava segni evidenti di aver sentito, ma continuò a dormire,


totalmente abbandonato sulla sedia.
Poi incominciai ad alta voce un conteggio retrogrado e per ogni numero proposi
suggestioni verbali per un graduale "ritorno" e risveglio.

A zero Teodoro aprì gli occhi e mi guardò in modo interrogativo.

"Allora sei andato in giro o no ?" "Certo, vi ho visto dall'alto, anzi, sono sicuro
che sollevandomi ho toccato anche la lampadina. L'avete vista muovere, no ?".

D'istinto alzammo gli occhi, la lampadina ci sembrava ferma, no, non poteva
essere vero !

"No, sono sicuro, ho veramente volato..., e ho fatto muovere la lampadina !"


insistè Teodoro.
"E' stato solo un sogno e l'ansia di fare qualcosa di nuovo ha fatto il resto.. ",
questo andavo pensando di rientro a casa.

Il ricordo di quella sera si conservò nel nostro quaderno di bordo dove


avevamo incominciato a registrare i nostri incontri, e nella nostra mente dove
vi rimase, come in attesa, per riemergere qualche mese dopo....

Era ormai nostra consuetudine vederci di sera, finiti i compiti per casa, prima
di cena.

Questa volta mi trovavo al San Paolo, al secondo piano dell'oraratorio dove


avevamo eletto il nostro domicilio di ricerca.
Si erano aggregati a noi anche due ragazzi di Scafati, iscritti a medicina,
Mimmo e altri...
La nostra presenza incuriosiva il sacerdote che ci aveva dato ospitalità, ma
eravamo bravi ragazzi, molti di noi iscritti alla schola cantorum, e poi, con noi
non c'erano ragazze !

Come era ormai diventata consuetudine, esponevo a tutti, e sopratutto al


soggetto che avevo selezionato, cosa sarei andato di lì a poco a fare.
Volevo addormentare uno dei presenti e inviarlo in sogno in una casa dei
presenti, a lui e a me non nota, in modo che potesse raccoglierne il maggior
numero di elementi e verificarne l'esattezza al suo risveglio.

Dichiarò di non conoscere Mimmo, io non ero stato mai a casa sua,
scegliemmo quindi la sua casa come "destinazione".
(Anche io non dovevo conoscere la casa "bersaglio" in modo da non
condizionare consapevolmente o inconsapevolmente con le mie suggestioni
verbali il soggetto)

Da tempo avevavo scoperto che in sonno il soggetto poteva parlare, bastava


averlo preparato a ciò e "lo aiutavo" sciogliendogli la voce con un leggero
massaggio alla gola.

"Ora sei a casa di Mimmo, guardati intorno, dicci cosa vedi... ". "Vedo un
ingresso con un appendiabiti, un lampadario . . . , " seguirono mille altri
particolari, la descrizione della stanza da letto di Mimmo, le persone in casa, e
di volta in volta posavo lo sguardo su Mimmo che in silenzio, sorpreso,
annuiva.

Terminammo la seduta, e svegliammo il nostro "sensitivo". Seguì la


dichiarazione di Mimmo :

" Ha indovinato tutto, ecluso l'ultimo elemento, deve aver letto tutto dalla mia
mente. Tutto escluso il particolare del piccolo televisore rosso ai piedi del
frigorifero in cucina...". "Sono sceso per venire qui e vi assicuro che era nella
mia stanza, sul tavolo"

"Un ottimo esperimento di telepatia inconscia", pensai. Il soggetto ha letto i


pensieri di Mimmo, rubando particolari che gli hanno permesso di descrivere
così la casa.

(Ormai eravamo certi della possibilità di comunicazione telepatica tra


ipnotizzato e ipnotizzatore, come approfondirò in un post specifico)

Andai a casa, il tempo di sedermi a tavola per la cena e il citofono di casa


squillò ripetutamente.
Era Mimmo. "Scendi, devo dirti una cosa importante".
Scesi le scale a quattro a quattro e lo ritrovai dinnanzi, con uno sguardo tra un
misto di eccitazione e di mistero.

"Sono ritornato a casa, e ho trovato il televisore esattamente dove era stato


visto in sogno !. Mamma, una volta che sono uscito per venire al San Paolo l'ha
spostato per rassettare la mia stanza. "

Ero sorpreso e contento allo stesso momento ! Quante domande si affollavano


alla mia mente....

Avevamo assistito a un reale spostamento nello spazio, una sorta di


bilocazione ? Quali potevano essere i margini di una casualità ? Come potevo
ripetere un viaggio ipnotico nello spazio per comprovarne l'autenticità ?
Aprii il diario e annotai questa riflessione: "Forse quella sera Teodoro aveva
veramente volato in sogno ! "

Nota:
Non avevo letto all'epoca niente sugli studi di Rhine e sopratutto
sull'impiego dell'ipnosi in parapsicologia.
Quanto alla possibilità di sentire a distanza, vedere a occhi chiusi,
provare sensazioni senza l'uso dei sensi specifici per me era nel
novero della 'trasposizione sensitiva sensoriale', così come riportata
da pubblicazioni lette sul mesmerismo, antesignano dell'ipnosi.
Sulla trasposizione sensitiva pubblicherò un post specifico dedicato
alla visione
Viaggiare, stando fermi !

"Avevo ormai incominciato ad aggredire un primo assioma , quello


della invariabilità dello spazio. lo facevo d'istinto, quasi senza
accorgemene. Non con speculazioni di fisica relativistica, a me
all'epoca non nota se non in termini fortemente generici, ma seguendo
il principio della sperimentazione Galileiana, la riproducibilità del
fenomeno.
Esperienza, osservazione, ipotesi, sperimentazione,
infine formulazione della legge.
Potevo usare gli stessi strumenti anche in quest'ambito.
La ragione poteva essere usata per indagare il suo stesso limite, e
forse superarlo."

Il "volo di Teodoro" ma sopratutto la visione a distanza della casa di Mimmo mi


stimolavano ad indagare sulla sperimentabilità di questa nuova dimensione.
Dovevo però verificare l'esistenza di regole che ne avrebbero garantito la
possibilità, leggi di funzionamento valide, così come esistono per la nostra
dimensione.

Lentamente, in qualche giorno, un nuovo progetto prese corpo nella mia mente
...

"Se ipnotizzo più di una persona contemporaneamente, posso dar loro la


suggestione di andare in sogno in uno stesso luogo. Al risveglio potrei sentire
individualmente il racconto dell'esperienza fatta, verificarne gli elementi
comuni, le differenze, ma anche registrare le diverse prospettive del sogno,
sognatore per sognatore, e dalle differenze verificarne la compatibilità, e così
l'attendibilità del fenomeno"

In pratica non dovevo comprovare la veridicità dell'esperienza secondo la


realtà a me nota, (come se fossero fantasmi a passeggio in questa
dimensione), ma che insieme fossero andati in qualche luogo, definito da
regole specifiche, anche se in un mondo a noi sconosciuto.

L'occasione si presentò a casa di Carlo, qualche giorno dopo.

Carlo, Antonio e Sergio erano i prescelti, con noi anche Raffaele e mi sembra di
ricordare ci fosse anche Ascenzio e un altro ragazzo.

Erano seduti difronte a me, li avrei condotti in sogno poi li avrei svegliati uno
ad uno e raccolto separatamente il racconto su quanto avevano sperimentato.

"Carlo, Antonio, anche tu Sergio, guardatemi negli occhi. Vi addormenterò


come sempre, con la stessa tecnica, solo che lo farò contemporaneamente con
tutti e tre."
Nella stanza c'era anche Raffaele, mentre nell'altra, aspettavano gli altri due
amici che avrebbero raccolto separatamente uno per uno al risveglio il
racconto del sogno.

Le solite suggestioni di stanchezza, l'apertura e chiusura degli occhi a


comando, infine, insieme abbassarono la testa sul petto e scivolarono in ipnosi.

Ripresi:
"Ecco, siete insieme all'inizio della piazza, ora continuate da soli il sogno"

Dopo un paio di minuti un rumore improvviso svegliò Antonio e a segni, per


non disturbare gli altri, lo invitai ad andare nell'altra stanza e fare la sua
dichiarazione.

Feci trascorrere forse un altro paio di minuti, poi ridestai Carlo, anch'egli
inviato nella stanza attigua per rilasciare il suo racconto.

Infine il risveglio di Sergio.

Questi i loro racconti :

Antonio:
"Eravamo andati in piazza, non c'era molta gente. camminavamo in direzione
di via Roma, a braccetto, io a sinistra, con Carlo in mezzo.
Improvvisamente, eravamo giunti quasi al centro della piazza, quando mi sono
risvegliato."

Sergio:
"Eravamo andati in Piazza e camminavamo insieme a braccetto".
"In che direzione andavate ?". "Verso via Roma". "E come eravate disposti ?
"Carlo stava in mezzo". "E poi ?".

Riprese il racconto : "Improvvisamente mi sono voltato e non ho visto più


Antonio. poco importa, ho pensato, proseguirò la passeggiata con Carlo.
Abbiamo attraversato tutta la Piazza e all'altezza dell'orologio mi sono
risvegliato"

Carlo:
"Guarda Mario, ho proprio due amici inaffidabili. Eravamo a caccia di ragazze
quando improvvisamente, circa al centro della Piazza è scomparso Antonio. Poi
alla fine della piazza è scomparso anche Sergio. Ho pensato: vorrà dire che
dovrò fare tutto da solo. Ho proseguito poi lungo via Roma fino quasi
l'ingresso degli scavi"

Ero come estasiato. Le coincidenze erano evidenti. Avevamo preso le nostre


precauzioni. I soggetti avevano saputo solo qualche istante prima di
addormentarsi i termini del progetto, avevano separatamente fatto le loro
deposizioni...

Questo esperimento veniva a confermare l'esperimento precedente della


"visita" alla casa di Mimmo ? O l'apparente coerenza dei tre sogni era causata
da una sorta di regia telepatica (inconscia) di uno di noi ?

L'interrogativo si sciolse due mesi dopo .....


Il Muro è caduto !

"Gli esperimenti dei precedenti post avevano dato una prima spallata
alla dimensione spazio-temporale, ma il muro aveva resistito.

Nel caso di Teodoro non si era potuta verificare l'attendibilità delle


sue dichiarazioni "mi sono mosso in sogno e ho fatto muovere la
lampadina per segnalarvi la mia presenza...".
Il viaggio in sogno nella casa di Mimmo..... forse generato da una
componente telepatica tra lui e il proprietario, mentre il televisore
mosso a sua insaputa in cucina e sognato lì... poteva essere un
semplice caso.
Infine il sogno a tre ...., interessante, ma anch'esso
potenzialmente condizionato da possibili componenti telepatiche.

Era necessario pensare a un diverso tipo di esperimento..... . . "

Volli provare con M. un esperimento di psicometria.

Avevo con me un ciondolo, un regalo della mia ragazza, Rosa, oggi mia moglie.
Un portachiavi con un dischetto metallico che, se fatto ruotare con un colpo
secco del dito, rivelava la parola "Ti amo".

Mia intenzione era "spedire" M. in sogno ipnotico a casa di Rosa per


raccogliere il maggior numero di elementi.
Il test sembrava ben congeniato, M. non conosceva Rosa, e io non ero stato
mai a casa sua. Non potevo quindi condizionare in alcun modo l'esperimento
suggerendole anche inavvertitamente dettagli, nè poteva acquisirli da me per
via telepatica.

Una volta ipnotizzata le chiesi di stringere in mano il ciondolo e di raccontarmi


le immagini via via che si fossero presentate alla sua mente

Con il mio inseparabile blocchetto, iniziai la trascrizione :

"Vedo una casa gialla di due piani, in mezzo a dei campi. Ora salgo le scale".
"Apri la porta", le dissi, "cosa vedi ?"
"C'è una prima cameretta da letto, collegata con una porta alla cucina . . . "
Seguì una minuziosa descrizione, con mille particolari.

Poi passò a descrivere i presenti :


"Vedo una vecchia vestita di scuro (?), un ragazzo e una ragazza".
"La ragazza non è molto alta, ha capelli castani a caschetto"
"La ragazza entra in un altra stanza, sotto il letto c'è una scarpiera blu (?) "
"Ora piange"

"Cosa sta succedendo ? ", pensai allarmato.

"Sta pregando, sento la sua preghiera, riesco a sentirla : Gesù, Giuseppe e


Maria, squaglia i diavoli, evviva Gesù !"
"Ora è un nuovo giorno e sta andando a scuola"

"Che strada fà per andare a scuola ?" chiesi.


"E' strano, prende il treno".
"Continua", la incoraggiai.

"E' entrata in una grande sala… Che brutto , ci sono tanti animali impagliati ! "

Iniziai la procedura di risveglio con il conteggio retrogrado, aprì gli occhi.


Era tornata !

Due giorni dopo andai per la prima volta a casa di Rosa, per una festicciola
per amici, organizzata sul solarium di casa. Mi limitai a darle la trascrizione,
senza commentare. Incuriosita aprì il foglio...

"Come fai a sapere queste cose ? ", mi chiese spaventata. Cercai di


tranquillizzarla e le parlai dell'esperimento. Voce per voce verificammo
insieme.

Tutto vero !

La descrizione della casa, i suoi abitanti, compresa la vecchia in vestito nero, la


nonna che aveva vissuto con loro fino a qualche mese prima.

"E la scarpiera sotto al tuo letto ? " , chiesi.


"Abbiamo poco posto in casa e effettivamente sotto al letto ho una scatola blu
dove ripongo le scarpe", rispose.

Sorprendentemente anche la preghiera, parola per parola, era la stessa che la


nonna le aveva insegnato e che ripeteva ogni sera prima di andare a letto !

Quanto al pianto si era trattato di un suo momento di sconforto che mi aveva


tenuto nascosto.
"Certo", aggiunse, "Tu sai che vado a Napoli in treno, ma certamente non
potevi sapere della sala di scienze dove, una volta la mese andiamo per le
sperimentazioni. Ed è piena di animali impagliati..."

Oltre alla dimensione spaziale era caduta anche quella temporale, con
la visione di avvenimenti del passato.
Su questo aspetto racconterò alcune esperienze significative e
tecniche alternative in successivi post
L'interesse nella visione a distanza, in Inglese Remote Viewing RV, è
oggi ben documentata in Internet. La tecnica è stata sviluppata
nell'Università di Standord per applicazioni militari
http://www.biomindsuperpowers.com/Pages/CIA-InitiatedRV.htm
Attenzione.(P)ericolo

Nell'introduzione ho sottolineato l'importanza di procedere con molta


cautela in questo settore di ricerca. Sono coinvolte persone con
psicologie personali diverse, l'inconscio può riaffiorare come un
geyser, violento e improvviso....
E poi, dobbiamo ricordarci sempre che ci stiamo movendo al limite del
conosciuto.

Segnalerò nel titolo con una (P) ( (P)ericolo) la presenza di criticità


manifestate nel corso del Post. In alcuni casi per suggerire opportuni
rimedi, in altri per scoraggiare gli incauti ad imitarmi.

Sembrava una seduta come tante, al secondo piano del S. Paolo.


Su di una parete un nostro poster ci ricordava tutte le aree di investigazione al
momento attive : Telepatia, Chiaroveggenza, Psicometria, Psicocinesi.

Tavolo, sedie, una libreria con i testi che l'arricchivano di più, giorno per
giorno.
La luce soffusa. Due sedie opposte. Una per me e una per lui, il mio soggetto.

Concordai preventivamente con lui l'obiettivo: avremmo tentato alcuni test di


telepatia e chiaroveggenza in ipnosi. Incominciai.

O. aveva appena abbassato il capo sul petto quando, a distanza forse di 10


metri dalla palazzina nella quale eravamo riuniti, sferragliò il direttissimo per
Roma sulla vicina linea ferroviaria.
Alzò la testa, aprendo gli occhi e fissandomi con gli occhi sbarrati cacciò un
urlo !
La fronte si imperlò di sudore e incominciò a respirare affannosamente.

"Stai calmo" suggerii, "Stai ancora dormendo, chiudi gli occhi"


O. continuava a fissarmi in modo interrogativo mentre Mimmo e un altro
studente di medicina si affrettarono a rilevarne il polso: 120, 140,160 ... e mi
guardarono preoccupati.

Capii che O. era ormai sveglio e il tentativo di ricondurlo in ipnosi era


sbagliato.

Incominciai ad infondergli messaggi tranquillizzanti, invitandolo a rilassarsi. O.


lentamente si riprese. Scosse il capo come per risvegliarsi e barcollando si
sollevò.

La sua camicia era letteralmente bagnata, inzuppata di sudore !


Avevo sottovalutato la possibilità che un disturbo improvviso potesse
risvegliare bruscamente l'ipnotizzato, mettendo forse a repentaglio la sua
stessa incolumità.
Per il futuro avrei escluso questa minaccia fornendogli la suggestione di "un
ascolto selettivo della mia voce" , potermi sentire cioè annullando qualsiasi
altro rumore circostante.

Per garantire ai lettori un innalzamento dei livelli di sicurezza,


segnalo immediatamente anche altri suggerimenti, che saranno meglio
contestualizzati e giustificati in post successivi.
Ricordo inoltre che l'esercizio dell'ipnosi è riservato a tecnici abilitati,
medici o comunque assistiti da medici.

In futuro presenterò altre tecniche, che consentono risultati


certamente comparabili con l'ipnosi, anche se non così immediati sono
sicuramente più sicuri e con meno rischi per chi le sperimenta.
Si consiglia quindi ai neofiti di pazientare, per ognuno ci sarà una
strada adatta alle scarpe che calza !

Suggerimenti

Effettuare gli esperimenti sempre in presenza di testimoni

Non ipnotizzare mai una persona che non si conosca personalmente e


bene

Programmare con il soggetto, in stato vigile , il piano di lavoro

Non ipnotizzare mai una persona per sfida o per puro gioco

Tranquillizzarla su quanto si sta per fare

Fissare con lei, subito, non appena si è addormentata, un segnale di


risveglio (una parola chiave ad esempio il suo nome ripetuto per tre
volte,..)

I partecipanti sono tenuti a rimenere al loro posto, in silenzio, a non


interagire con il soggetto se non espressamente richiesto
.
Il locale deve essere sempre inaccessibile ad estranei

Scegliere un luogo tranquillo che non possa essere disturbato da


rumori o luci improvvise.
Con gli occhi della mente.

Le letture che ormai riempivano gran parte del mio tempo libero, mi
segnalavano con insistenza la possibilità di "trasporre" i sensi di un
ipnotizzato, in modo da sperimentare nuove modalità di percezione."

Pensavo che la presunta capacità di poter far vedere ad una persona


bendata fosse da attribuirsi o alla chiaroveggenza del soggetto, cioè la
percezione con la mente dei luoghi circostanti senza il senso della vista, o alla
telepatia anche inconsapevole dell'pnotizzatore, con la trasmissione delle
immagini acquisite con i suoi stessi occhi. Volli indagare.

Inizialmente alle persone ipnotizzate e bendate fornivo un libro, o un giornale,


e dopo aver proposto loro la suggestione verbale che potessero "sentire in
rilievo le lettere", le invitavo a percorrere con i polpastrelli il testo.

Diverse di loro leggevano , in modo inequivocabile, intere frasi. !


C'era chi le percepiva in rilievo, chi le vedeva con i contorni sfucati, chi
ancora visualizzava l'intero foglio e focalizzando la sua attenzione sulle singole
lettere riusciva a ricostruire le parole.

Era necessario effettuare delle prove al di là di ogni ragionevole dubbio !


Quale esperimento migliore se non quello di verificare le possibilità di far
vedere un cieco ?

Qualcuno sorriderà, alcune analogie bibliche sono fin troppo evidenti, ma la


proposta mi arrivò così, semplicemente, da un amico ipovedente, Mario, che
aveva incominciato a seguire il programma radiofonico sulla parapsicologia che
tenevo da qualche tempo in una radio locale.

"Ho chi fà per te" mi disse. "Devo presentarti Gaetano, è totalmente cieco fin
dall'età di otto anni"
Era per me importante che non lo fosse dalla nascita, in questo caso sarebbe
stato difficile per me rappresentare mentalmente il suo mondo, e così per lui il
mio.

"Ma come ipnotizzare una persona cieca ?"

La tecnica da me utilizzata poco si addiceva al caso specifico, e decisi quindi di


tentare una strada diversa, senza induzione ipnotica : io lo avrei allenato con
sedute telepatiche e trasmissione di simboli, foto, immagini di piccoli oggetti e
forme elementari, mentre a casa, per suo conto, si sarebbe esercitato in
letture chiaroveggenti.

Per l'addestramento avevo realizzato delle carte Zener speciali : il simbolo


stampato in una metà era riprodotto nell'altra metà, a rilievo.

Gaetano doveva mischiare le carte e messe una sull'altra provare a "vedere"


quella posta in alto.
Una volta immaginata la carta, doveva verificare l'esattezza della "visione" con
il tatto e annotarne l'esito, per passare poi alla successiva.

Trascorse un mese tra prove al San Paolo ed esercizi a casa, poi arrivò la
telefonata di Mario :
"Mario, Gaetano dice di essere pronto, e ho le chiavi di un locale dovo
possiamo provare indisturbati e che tu non conosci"
In tre percorremmo via Carlo Alberto e giungemmo alla sede della locale sede
della Confagricoltura.

Mario estrasse le chiavi e sollevata la serranda entrammo.


Nella penombra cercai a tastoni l'interruttore della luce, c'era un tavolo,
sedemmo.
Gaetano era di fronte a me, Mario al mio fianco.

Proposi alcuni esercizi di rilassamento a Gaetano, mediante la respirazione


controllata, che da ottimo discepolo eseguì perfettamente. Poi incominciai
l'esperimento:

"Gaetano raccontami cosa vedi intorno a te".


Pur rimanendo seduto incominciò a descrivere il locale a 360 gradi, anche ciò
che si trovava alle sue spalle, come si fosse realmente voltato e potesse
vedere.

"Vista telepatica" pensai. "Sta vedendo quello che vedo io con i miei occhi".
Poi un dato nuovo, sconcertante :
"Vedo un piccolo quadro della madonnina sopra la porta d'ingresso ", disse.

La porta si trovava alle mie spalle, non avevo potuto vedere questo elemento
entrando, neanche Mario era al corrente della sua presenza che peraltro era
difficilmente immaginabile in una sala di riunioni sindacali !

C'era un legame oggettivo tra Gaetano e la realtà circostante !


Poteva vedere, non sapevo come, senza usare la vista, forse attraverso la
chiaroveggenza.

Comunicai loro l'esito del test, e subito la mia mente corse a possibili
applicazioni pratiche.
Mario mi avrebbe fornito l'indirizzo dell'istituto Ciechi di Napoli dovre avrei
richiesto un colloquio per proporre "innovative sperimentazioni"

Così fu e il giorno successivo, alle nove di mattina attraversavo il portone


d'ingresso dell'istituto.
"Chi cerca ?", La voce del custode mi bloccò all'ingresso.
"Desidero vedere il Direttore". "Per che cosa ?". "Ho intenzione di proporgli
una nuova tecnica che consente ai ciechi di vedere !"
Il guardiano non mosse un ciglio. "Mi dia il suo numero di telefono,
eventualmente sarà contattato da lui direttamente"

Chiaramente nessuno mi ritelefonò nè in quel giorno, nè nei successivi !

Solo oggi, ripensandoci, mi accorgo di quanto possa essere stata incredibile


quella mia richiesta, ma sopratutto rimango ancora sorpreso del mio ottimismo
giovanile e della infinita passione dimostrata.

Nota:

Il destino, a distanza di venti anni da quel bliz a Napoli, mi diede


giustizia. Ideai infatti, in collaborazione dell'Enea una tecnologia di
guida elettronica avanzata denominata Walk Assistant, che consentì a
non vedenti delle città di Bologna, Roma, Ancona, di muoversi
liberamente e autonomamente in un ambito cittadino sconosciuto !
Quanto all'addestramento di non vedenti per lo sfruttamento delle
capacità di visione psichica, nel corso dell'anno ho trovato in rete
alcuni interessanti esperimenti in Russia e Israele.
Gli internauti potranno facilmente ritrovare questo interessante
materiale e constatare come le tecniche impiegate siano
estremamente simili a quella da me concepita trenta anni prima !
Ernesto, un tipo magnetico.

" L'ipnosi era diventata per noi uno straordinario ed efficace strumento
di lavoro, con tecniche ben documentatate, tranquillizzante, ci
muovevamo in un ambito razionale dove gli spazi bui venivano
rischiarati da un metodo accuratamente impiegato. La suggestione
verbale dell'ipnotizzatore era l'elemento cardine che faceva emergere
capacità nascoste, abbandonate nel fondo dell'inconscio, che
avremmo nel tempo imparato a controllare ed applicare.
Fu così fin quando furono pubblicati stralci del mio diario di bordo su
una rivista di settore, Il Giornale dei Misteri"

Ad appena qualche giorno dalla pubblicazione di alcune nostre sperimentazioni


sul Giornale dei Misteri, rivista con distribuzione nazionale sulla parapsicologia
e "fenomeni di confine", venni contattato per telefono. L'interlocutore si
presentò subito, saltando i preamboli, con voce cordiale ed amichevole :

"Mi chiamo Ernesto, e ho letto con molto interesse l'articolo pubblicato. Da


diverso tempo seguo un gruppo che si occupa di ricerche simili e vorrei
conoscerti personalmente per confrontare le esperienze". Ero lusingato e
approfittando della programmazione dei nostri incontri, che prevedeva per le
19.00 di quel giorno una sessione, lo invitai a partecipare.

Ci raggiunse da Portici, dove risiedeva, distante forse una quindicina di


chilometri da Pompei, e alle 19 in punto, quando andai ad aprire la porta della
nostra sede, lo trovai già lì, ad attendermi sulle scale.
Non era solo, lo accompagnava un amico, anch'egli interessato di
parapsicologia, una volta ipnotizzatore di spettacolo, disse. Convenevoli di rito,
calorose strette di mano ed entrammo.

"Mario, hai fatto interessanti cose, e hai ottime capacità. Noi usiamo però una
tecnica diversa che vorremmo mostrarti"
Erano presenti alcuni "soci" del nostro club di ricerca e quando chiese la
disponibilità di un volontario, subito uno di loro si fece avanti.
Ernesto si limitò a metterlo in piedi, con la faccia al muro, in modo da mostrare
le spalle a noi tutti.
Non disse niente, retrocesse di un paio di passi e stese le sue mani con i palmi
rivolti alle sue spalle

Poi avvenne l'incredibile !


Il ragazzo iniziò ad oscillare, con movimenti sempre più ampi del suo corpo,
poi, come se fosse una statua, cadde all'indietro e l'intervento dell'amico di
Ernesto, sicuramente pronto a questa evenienza, gli evitò immaginabili e
spiacevoli conseguenze.

Ero sconcertato, avevamo assistito ad un fenomeno di oggettiva influenza a


distanza. Non si trattava più di suggestione, ma qualcosa di nuovo e di
diverso !
Mi ritornava alla mente l'ipotesi "fluidica" dell'ipnotismo, di mesmeriana
memoria, ormai abbandonata dalla moderna scienza e nello stesso tempo
andavo accarezzando nuove sperimentazioni che avrei potuto compiere.

Seguì una prova collettiva, con più volontari disposti lungo il muro.
Ernesto, non visto, si concentrò su uno solo di loro e, accidenti se fu fantastico,
solo il bersaglio risentì della sua influenza.

Nella trasmissione di "Alfa", rubrica radiofonica da me condotta sulla


parapsicologia, che andò in onda un paio di giorni dopo, proposi passo per
passo agli ascoltatori alcuni esercizi per riprodurre il fenomeno con un parente
o un amico.
Avevamo appena da dieci minuti terminato di spiegare la tecnica che il
centralino della radio fu letteralmente bombardato da telefonate degli
ascoltatori che, incuriositi, entusiasti, spaventati e spesso con un mix di queste
emozioni, raccontarono in diretta l'esperienza appena fatta.

Fu un successo, se ne parlò nel paese per diverso tempo e gli ascolti della
trasmissione aumentarono vertiginosamente.

"Non si venga tratti in inganno dalla semplicità della tecnica. Non


eccedere in sperimentazioni e comunque rimandatela ad una più
attenta lettura dei post successivi, dove presenterò alcuni elementi di
dettaglio, nuove interessanti applicazioni ma anche i rischi ai quali si
può esporre se stessi e il soggetto.

L'ipotesi di una energia nuova, di scambio in questi fenomeni tra


operatore e soggetto, è stata diversamente ipotizzata, raccogliendo
detrattori e sostenitori.

Un'azione a distanza presuppone una sorta di energia


elettromagnetica emessa. Ma non è stata mai misurata, anche con
sofisticati strumenti d'indagine (Es. magnetometro Squid)
Nuove sperimentazioni si stanno aprendo con l'impiego della Pet
funzionale, che indaga l'attivazione di aree cerebrali sottoposte
a "presunte azioni a distanza", o con le ipotesi sui BioFotoni avanzate
da Popp.

La tecnica esposta in questo post è moto simile al Qi-Gong cinese (vedi


filmati su YouTube), ha sicure assonanze con il Reiki, ma anche con
"l'abbandono dello Spirito" praticato da moltissimi gruppi carismatici.
Come si vede un orizzonte largo, dalla scienza alla fede, passando
attraverso eterogenee culture e tradizioni.
Il secondo incidente (P)

"Procedere sempre con cautela, scegliere i soggetti seguendo il proprio


istinto naturale, sentire la loro fiducia, una profonda empatia. Quella
sera derogai a questa regola ! "

Eravamo riuniti al secondo piano del San Paolo, con noi Ernesto, accompagnato
da una signora la cui partecipazione era stata preannunciata nel precedente
incontro.
Aveva chiesto la mia disponibilità ad ipnotizzarla e di proporle delle
suggestioni positive per sollevarla da forti dolori cervicali dei quali soffriva da
tempo.

Avrei dovuto applicare la mia consueta tecnica ipnotica, integrandola poi con
passaggi energetici, così come avevo appreso da Ernesto.
Il suo nome era Carla, non sapevo altro.

Eravamo seduti uno di fronte l'altra. Iniziai :


"Chiudi gli occhi " dissi, seguì una pausa di pochi secondi poi "Apri lentamente
gli occhi", e ancora, "Chiudi gli occhi".

Improvvisamente emise un urlo elevatissimo saltando in piedi per poi ricadere


con un tonfo sul pavimento, mentre io, coIto di sorpresa, arretrai d'istinto
cadendo quasi all'indietro con la sedia. Intorno a noi il cerchio dei presenti si
allargò, al suo centro lei, rantolante, con il corpo raggomitolato.

Mi chinai e iniziai a suggerirle delle immagini rassicuranti : "Sei in un prato


verde e corri felice...". Sembrò calmarsi per un istante poi, più forte di prima,
riprese a lamentarsi contorcendosi.

Cosa stava succedendo ? Si stava concretizzando la paura che da


sempre aleggiava sulle mie sperimentazioni, quella di un mancato risveglio ?

Entrò platealmente in scena Filippo, contadino con pretese di guaritore che, da


un pò di tempo, aveva iniziato a seguire i nostri incontri. Mi scostò con un
braccio e incominciò ad operare.

Prima passò le sue mani ripetutamente lungo il corpo della donna, poi
incominciò a girarle intorno pronunciando mugugni incomprensibili.
Eppure grazie a lui Carla si riprese. Appena volse lo sguardo verso di me si
sentì mancare nuovamente, traballando vistosamente, e senza indugi Filippo
mi ingiunse di attendere in un'altra stanza che si accomiatasse da noi.

Dopo pochi minuti rientrai nella stanza, Carla era andata via e tutti
noi ascoltammo in silenzio la versione di Filippo sull'accaduto :
"Erano entrati dentro di lei cinque spiriti" disse raggelando l'auditorio, "Ho
dovuto cacciarli".

Non credevo a quella versione, dovevo trovare una spiegazione ragionevole ma


il pensiero che con poche mie parole avrei potuto nuocere ad una persona mi
opprimeva.
A nulla valsero le argomentazioni tranquilizzanti di Ernesto che il giorno
seguente mi consegnò una summa sull'ipnosi "Trattato sull'ipnosi medica" di
Granone, dicendomi che vi avrei trovato la spiegazione a quanto era successo.

Quella fu l'ultima volta che ci riunimmo al San Paolo, comunicai agli amici la
sospensione temporanea di tutte le attività e tagliai tutti i ponti con Ernesto
che, dopo qualche infruttuoso tentativo di ricontattarmi telefonicamente,
ritornò nelle nebbie di quel mondo dal quale era emerso.

nota

"La lettura che feci tutta di un fiato, (800 pagine in due giorni), non
solo contribuì alla mia formazione di ipnotizzatore, ma effettivamente
mi fornì una spiegazione plausibile: quella reazione ipercinetica era
una vera e propria crisi catartica che avrebbe liberato Carla da una
serie di "pesi" stagnanti nel suo subconscio. Venni a sapere che viveva
una pesantissima situazione personale, accudendo da anni la mamma
anziana e invalida e privandosi di una qualsiasi relazione sociale o
affettiva. Sicuramente erano presenti in lei frustrazioni e desideri
insoddisfatti che non aspettavano altro che esplodere!. Anche la
"terapia" in qualche modo sortì il suo effetto sollevandola dalla
sintomatologia dolorosa per circa un mese.
Un solo interrogativo non si era sciolto e solo di recente ha trovato una
sua soluzione.
Era realmente possibile in pochi secondi mettere una persona in stato
d'incoscienza ?
Oggi a distanza di trenta anni da quegli avvenimenti penso possa
accadere !
Vedi Ipnosi istantanea e tecniche di Programmazione Neuro
Linguistiche, PNL su internet.
L'altra chiave.

"L'ipnosi si era dimostrata uno strumento potentissimo di ricerca per


le attività extrasensoriali, ma l'esperienza di Carla mi aveva
dimostrato che, anche senza volerlo, potevo in qualche modo
danneggiare una persona. Dovevo trovare un nuovo strumento, più
sicuro."

Devo confessare che gli ultimi avvenimenti mi avevano messo in crisi. Da un


lato mi sentivo in colpa per aver esposto amici a chissà quali rischi (anche se
ero consapevole che per Carla non avevo applicate le solite regole di
prudenza), dall'altro avevo un forte desiderio di riprovare in me le stesse
esperienze che potevano essere sperimentate in ipnosi. Ma come fare ?

Ero fin troppo dentro al meccanismo, conoscevo "i trucchi", l'importanza delle
suggestioni verbali, e per me l'autoipnosi sembrava uno strumento non
applicabile.
Come potevo infatti riunire in una stessa persona una dimensione attiva, chi
propone la suggestione, e una dimensione passiva, chi ne è il destinatario ?

Andavo però confrontando le analogie tra sonno ipnotico indotto, e sonno


spontaneo, naturale.

Avevo letto molto su sogni premonitori, sulla possibilità di sognare con dovizia
di particolari luoghi lontani e sconosciuti al dormiente, sul loro
condizionamento attraverso il monitoraggio ECG o REM del soggetto e
trasmissione in cuffia di frasi audio.
Avrei potuto riprodurre queste esperienze in me durante il sonno, ma non
disponendo di questi strumenti (e sopratutto dei soldi per comprarli), avrei
dovuto in qualche modo arrivare alla soglia del sogno e condizionarlo senza il
loro ausilio.
.
Inizialmente, ma senza successo, cercai di condizionare il sogno
proponendomi un tema prima di addormentarmi ma, o non vi riuscivo a causa
di questo pensiero fisso, o mi addormentavo a scapito dell'obiettivo stesso che
veniva rimosso dalla mente per effetto di libere associazioni da esso generate..

Forse se si fosse ridotto il tempo necessario per addormentarsi sarebbe stato


più facile incapsulare un tema da sognare, l'obiettivo, ma l'unica strada che
intravedevo, e che non volevo percorrere, era l'impiego di droghe.

Poi giunse un'intuizione che mi diede la soluzione....

Avevo notato che spesso, se mi capitava di interrompere un sogno per andare


al bagno, potevo continuarlo dal punto in cui l'avevo lasciato.
Diversamente se mi svegliavo per un incubo, potevo riaddormentarmi senza
continuarlo.

Non era questa la dimostrazione che fosse possibile,anche in modo logico,


tutto o niente, condizionare il proprio sogno ?

Pensai inoltre che ciò si realizzasse in quanto il riaddormentarsi ha dei tempi


più brevi del primo sonno, facilitando così l'incapsulamento dell'obiettivo.
Dovevo quindi puntare non sul primo sogno, ma su quelli successivi (ricordo
che mediamente abbiamo 3-4 sogni a notte).

Anche qui dall'esperienza la soluzione...

Avevo notato che per svegliarmi presto mi bastava propormi questo obiettivo
prima di addormentarmi e quasi sempre riuscivo a farlo, senza orologio di
sorta.
Questa era la strada: Andare a letto solo con l'idea di svegliarsi presto la
mattina, e al risveglio, prima di riaddormentarsi, esprimere mentalmente il
sogno da fare.

Così feci:

Mi risvegliai alle prime luci dell'alba che filtravano dalla serranda che guardava
ad est.
Rigirandomi per addormentarmi mi diedi un obiettivo ambizioso, vedere in
sogno una persona, intuirne lo stato di salute e prescriverle un idonea terapia.

Avevo letto che il sensitivo Edgar Cayce riuscisse a capire lo stato di salute di
una persona solo guardandola e formulava idonei rimedi nella forma
originaria,, spesso esprimendosi in lingue antiche,
Mi sembrò un test sufficientemente severo.

Sognai.

Vidi mia sorella Paola, all'epoca al secondo anno di medicina, ai piedi del
letto ed esclamai : "Grecolina milligrammi... "
Lei mi guardò dubbiosa, come a rimproverarmi per questa sostituzione di
ruolo, una diagnosi fatta proprio a lei che studiava medicina....

Fu forse la sua espressione interrogativa a risvegliarmi e subito saltai dal letto


per ricercare quel termine che mi era giunto in sogno.

Entrai nella stanza di mia sorella, sulla libreria il dizionario Digest della lingua
Italiana.
Cercai affannosamente..
Non vi era traccia della Grecolina ma d'istinto girai la pagina e
lessi :"Graziolina, pianta medicinale ad azione diuretica".

Paola, risvegliata dalla mia incursione nella sua stanza, mi osservava


interrogativa.
Le chiesi : "Sei stata male stanotte ?"
"Si, come fai a saperlo, ho avuto un forte mal di pancia"

La tecnica funzionava !

Ero riuscito in sogno, in modo volontario, a darmi un obiettivo.


Avevo percepito lo stato di salute di una persona e prescritto, senza
conoscerlo, un rimedio naturale.

Questo risultato era entusiasmante ma ancor più la certezza che il sogno


controllato fosse diventato per me una realtà.

Una seconda chiave per aprire i nuovi orizzonti !

"A distanza di anni si sono consolidate tecniche per lo sviluppo di


sogni controllati.
Si segnala il Lucid Dream Institute e il metodo di Robert Monroe,
Anche la tecnologia oggi propone diversi tools elettronici per il
controllo del sogno. In particolare segnalo tra tanti il NovaDreamer.

Il termine oggi più utilizzato per queste investigazioni è Sogno lucido,


lucid dreaming in inglese.

Il metodo da me individuato è molto simile, ma più immediato del


Monroe e meno invasivo, più naturale dell'impiego del NovaDreamer o
di altri ausili elettronici.

Nel mio Blog presenterò altri risultati ottenuti con l'impiego di questa
tecnica, che è stata impiegata anche con successo da altri amici

Quanto alla Graziolina essa è il principio base della Graziola, con


proprietà emetiche e diuretiche. La Treccani online segnala che il
preparato ormai non viene più impiegato da moltissimi anni"
Passato, Presente e Futuro. Tre facce di una stessa medaglia

"La tecnica che avevo messo a punto poteva forse consentirmi di


essere vicino ad una persona, anche se separata da lei dallo spazio, o
dal tempo. Inevitabile fu quindi il voler provare qualche esperienza
parapsichica avendo lei come bersaglio, la mia ragazza"

Anno '73 o '74. Entrambi studiavamo a Napoli. Io ero studente al biennio di


ingegneria al Politecnico, Rosa, la mia ragazza, all'ultimo anno delle Magistrali
al Margherita di Savoia.
La scelta di quell'istituto così distante, fu una sua decisione irremovibile e
senza compromessi, e a nulla valsero gli sforzi della sua famiglia di farla
recedere e ora, grazie alla sua caparbietà, ci ritrovavamo a prendere la
mattina, intorno le 7.00 lo stesso treno.

Sia chiaro che non lo fece per me, fu una decisione che aveva già preso
all'inizio del nostro rapporto, cinque anni prima, motivata più che dalle
referenze della scuola, dal suo irrefrenabile senso di libertà che aveva bisogno
di spazi e ambiti più vasti di quelli offerti dall'interland pompeiano.

Quel giorno non l'avevo vista nè sentita per telefono, e la sera, prima di
addormentarmi, mi proposi di svegliarmi presto la mattina seguente per
tentare una qualche visione chiaroveggente che la riguardasse.
Così fu. Mi svegliai che potevano essere le 5,30 e prima di riaddormentarmi
espressi il desiderio :"Voglio vedere qualcosa che riguarda Rosa"

Il sogno iniziò immediatamente.

Ero per una strada della mia città e la incontravo, insieme all'amica Antonietta.
Al mio saluto lei mi rispose seria : "Devo dirti una cosa", "Che cosa ?", replicai.
"Ieri non sono andata a scuola, abbiamo fatto sciopero".
La mia reazione fu tremenda, non tolleravo che prendesse la scuola
sottogamba e la mandai bellamente a quel paese.

Mi svegliai, con una certezza : quel sogno doveva essere vero !

Mi vestii e fatta colazione andai verso la stazione.


Mancavano 10 minuti alla partenza del nostro treno e così le andai incontro,
ripercorrendo via Sacra in direzione della sua casa. Fu all'altezza dell'istituto
Bartolo Longo, circa duecento metri dalla stazione,. che l'incontrai.

"Mario", mi disse, "devo dirti una cosa".


"Anch'io", replicai, "Ma voglio che sia tu prima a parlare"
"Ieri non sono andata a scuola", e io "Lo so, avete fatto sciopero !", e lei
indispettita "Chi è stato a dirtelo quella stupida di Antonietta ?".
Inutile dire cosa successe dopo, salii su un altro vagone del treno per non fare
il viaggio con lei e andai a Napoli. Ero nervoso, avevo vissuto per due volte la
stessa situazione in tutti i particolari, compresa l'arrabbiatura. "No, questo era
troppo !".

Lasciai la lezione di analisi matematica nel bel mezzo di un passaggio sul


neperiano e presi la metropolitana per tornare a casa. Salii le scale mobili e la
trovai lì, proprio in cima.
Lei mi guardò sorpresa, io mi limitai a sorriderle e le dissi :" Possiamo andare a
casa"

"Rileggendo il Post mi accorgo di quale confluenza spazio temporale si


sia realizzata, una vera e propria macedonia !
Avevo visto un avvenimento del passato "che non fosse andata a
scuola",
ma contemporaneamente del futuro, "l'avrei incontrata per strada",
e "che avrebbe ripetuto proprio le stesse parole del sogno".

Mentre siamo pronti ad accettare la possibilità di conoscere eventi del


passato anche se a noi sconosciuti, perchè esistiti realmente, ci è più
difficile credere alla possibilità di prevedere eventi futuri.

Non voglio ora tirare fuori il libero arbitrio, Sant'Agostino o chissà


quale ipotesi di fisica avvenieristica. Sulla dimensione del tempo
futuro ritornerò al termine del Blog con alcune proposte di ricerca."
Ugo.

"Siamo immersi nel mare dell'universo, dove passato, presente e


futuro si rimescolano continuamente. Dai suoi abissi, a volte,
emergono ricordi, risonanze che prendono corpo e ti cercano."

Dormii male quella notte, poi all'alba, dal nulla venne il sogno.

Vidi riuniti a casa, tutti noi, sette fratelli e la mamma, per accomiatarci dal
nonno Ugo, in partenza.
Era il nonno materno, al quale noi ragazzi eravamo molto legati. Dopo tanti
anni era vivissimo ancora il ricordo delle vacanze estive che, con tutta la
famiglia, eravamo soliti passare nella sua fattoria, in Friuli.

Era un mesto commiato, baciò tutti, uno ad uno, in silenzio, fino a giungermi
dinanzi, ultimo della fila.

I suoi occhi celesti, i capelli bianchi, radi, su una mole ancora solida e
imponente, l'abbraccio e il sudore della sua pelle che, con il bacio sulla
guancia, avvertii come se fosse vera.
Sentivo un'angoscia crescente dentro di me. Mi sentivo in colpa perchè da
qualche anno non avevo più sue notizie, abbandonato all'incedere degli anni da
nipoti che forse erano troppo presi a occupare i propri.
Uscì sulle scale, al buio impegnando in discesa la prima rampa.

"Nonno, mi raccomando. Non fare l'amore con tutte le vecchiette del paese al
tuo rientro". Una frase forse irriverente ma giustificata dalla mia ansia di
sdrammatizzare quel momento e forse dal ricordo di quanto sapeva essere
simpatico e scherzosamente galante con le clienti della sua macelleria.

Non rispose, ma alzando lo sguardo in alto verso di me, mi donò un sorriso.

Mi risvegliai, sentii il telefono squillare e urlai :" Mamma ho sognato il nonno"


Poi il suo pianto, le avevano appena comunicato che il padre era morto il
giorno prima.

Nota
"In futuro lo avrei ancora incontrato"
Il segreto di Ernesto (P)

"Come Blogger ho volutamente postecipato la pubblicazione di una


nuova area applicativa dell'ipnosi, a noi svelata sin dal primo incontro
con Ernesto. Non è stata questa un'esigenza editoriale, il voler
sistematizzare il materiale per argomenti o per creare una voluta
suspance, quanto l'intento di fornire al lettore un approccio graduale
in termini di difficoltà che possono insorgere per lo sperimentatore
e per il maggior livello di coinvolgimento richiesto, vuoi personale che
delle persone interessate anche come semplici spettatori."

Un salto indietro nel tempo....

Ernesto aveva appena finito di dimostrare l'azione a distanza su soggetti, (vedi


Blog "Ernesto, un tipo magnetico"), e si accinse a rivelarci una nuova
dimensione.

L'ipnosi poteva essere usata come interruttore di fenomeni


medianici, trasformando un soggetto in medium !

La cosa era per noi fortemente dirompente, avevamo tralasciato volutamente


il settore della medianità fuori della nostra sfera d'indagine per due motivi: il
primo per il convolgimento in termini personali di convinzione religiosa, l'altro
perchè la memoria di film come l'Esorcista era ben radicata in noi, e non ci
sarebbe piaciuto scrivere la sceneggiatura della puntata successiva.

Ernesto fu tranquillizzante, non spense luci, nè accese candele.


Le solite due sedie una per l'ipnotizzatore, l'altra per il soggetto da ipnotizzare,
e la novità : gli astanti non dovevano disporsi a caso intorno a lui, ma formare
un cerchio tenendosi per mano.

All'inizio la solita routine, poi una volta che il soggetto abbandonò il capo sul
petto, disse qualcosa di diverso dal solito:

"Guarda fuori dal cerchio", disse Ernesto, "Vedi qualcuno ? ".


"Si !, c'è un signore che mi guarda". "Lo conosci ?" "No, non so chi sia"!
La tensione di noi tutti era palpabile.

"Bene, tu puoi parlargli con il pensiero, chiedigli di entrare nel cerchio".

Ci fu una pausa durata forse un minuto, poi un un brivido attraversò il suo


corpo, e il suo capo, prima abbandonato si alzò lentamente, con gli occhi
ancora chiusi.

"Come ti chiami ?". "Sono Paolo , disse.


Ci guardammo interrogativi, sapevamo tutti che non fosse il suo nome.
Iniziò un dialogo tra lui e "Paolo".

"Dove sei ?". "Sono lungo la riva di un fiume". "Cosa c'è dall'altra parte ?".
"C'è la gioia ". "Perchè allora non vai lì ? ". "Non posso farlo " Perchè ?".
"Perchè odio chi mi ha ucciso"

Poteva bastare per la nostra prima volta nell'ade, e forse lo capì anche
Ernesto.

Iniziò la procedura di risveglio, terminata il ragazzo non ricordava niente di


quanto successo e fu nostra premura non raccontarglielo.

Poi da Alberto, riprovai...

Era passato del tempo dall'incidente con Carla e, un pò spinto dagli amici, ma
molto più per la mia insaziabile voglia di conoscere, mi lasciai convincere a
riprovare una seduta. Eleggemmo però un nuovo domicilio, più laico, dove
avremmo potuto lavorare con maggiore serenità e senza condizionamenti, una
sala del ristorante di Alberto.

Ci riunimmo di sera, verso le 20,00 quando la sala, già riassettata per il giorno
successivo era vuota e totalmente disponibile per noi.

Ascenzio era seduto di fronte a me, intorno a noi una decina di amici in
cerchio.

Entrato in ipnosi alla mia richesta alzò la testa, e come se vedesse ad occhi
chiusi, disse di scorgere una donna fuori dal cerchio che lo guardava. L'invitai
a comunicare mediante Ascenzio.

"Sono Maria", disse. "Quando sei morta ?". "Nel 1920 ". "Dove Abitavi ?" "In
via Lepanto" e precisò il civico. Non volevo strafare e poteva bastare !

Ringraziai Maria, invitandola a lasciare Ascenzio. Lo fece garbatamente, senza


traumi di sorta per lui e, come per il caso precedente, al suo risveglio non
ricordò nulla

Si era aperta una nuova porta dimensionale, fuori era solo buio ma il metodo
che applicavamo era da noi percepito come una robusta fune che ci avrebbe
portato indietro senza difficoltà.

Le cose non erano esattamente così e presto l'avremmo scoperto !

"Al termine di questo post sottolineo al neofita l'importanza di


astenersi da una sperimentazione in quest'area. Vedremo, già dal
prossimo che i rischi ai quali ci si espone sono notevoli !
E' indispensabile aver acquisito competenze tecniche, una forte tenuta
morale per evitare ricerche utilitaristiche, una solida conoscenza della
materia.

L'aldilà era per me una dimensione certa, per la quale non


necessitavano conferme !
L'atteggiamento più corretto è un approfondimento genuino, di
colloquio e arricchimento per gli astanti, senza però abbassare la
guardia e stando attenti a non fare passi falsi.

So che molti di voi si divertono a sperimentare contatti medianici con il


piattino.
Credetemi, non sono assolutamente privi di rischio, anzi per molti
aspetti effettuare una seduta come la nostra, senza candele di sorta,
con osservatori esterni al cerchio che attestavano la genuinità di
quanto andava ad accadere, con il medium ben individuato e sotto il
controllo del direttore di seduta (l'ipnotizzatore) è senz'altro più
sicuro di un apparente gioco.
Anche noi, nonostante le cautele, modificammo la procedura per
garantire maggiore sicurezza all'occasionale medium (tutti
potenzialmente se ipnotizzati potevano diventarlo)

E fummo costretti a farlo. Ma questo è un altro Post ! "


Il reclamo di una vecchia conoscente (P)

Quella sera trovammo ospitalità in una vecchia casa, un piano terra della
periferia meridionale della città che un affiliato del nostro gruppo aveva
garantito come tranquilla e a nostra totale disposizione.

Entrammo. Un tavolo, qualche sedia. Era un monolocale che metteva ben in


mostra la sua vetustà e l'abbandono al quale il proprietario l'aveva ormai
destinato affidandolo al giovane figlio, nostro amico, forse per le sue
goliardiche scorrerie. Ma per noi andava benissimo !

Faceva freddo e quasi fummo contenti di doverci stringere l'un l'altro


nell'angusto locale.

Volevamo effettuare una seduta mediatica mediante l'ipnosi, avente Pietro


come volontario.
Era stato già da me ipnotizzato diverse volte, ma mai per sondarne
predisposizioni medianiche.

Forte dell'esperienza di Carla, avevo preso l'abitudine, da seduto, di stringere


fra le mie ginocchia le gambe chiuse del soggetto, anch'esso seduto difronte a
me su un'altra sedia, e tenere saldamente le sue mani fra le mie, in modo da
proteggere me e lui da movimenti inconsulti.

Proposi le suggestioni ipnotiche che terminai quando Pietro abbassò il capo,


segno che avevamo imparato a riconoscere come passaggio alla nuova
dimensione. Poi lentamente lo sollevò..

Avvertii subito che qualcosa non andava.


Pietro iniziava a manifestare dei ripetuti tic al volto e poi, senza darmene
preavviso, mi sputò in faccia.

Non mi scomposi, l'esperienza di Carla mi aveva preparato ad aspettarmi di


tutto, e sopratutto reso consapevole della importanza di mantenere, per il bene
del sensitivo e per la mia stessa incolumità, il sangue freddo. Sentivo che le
sue braccia si irrigidivano e strinsi ancora più saldamente i suoi polsi.

"Chi sei", chiesi."Sono Maria". "E cosa vuoi da noi ?". "Sono arrabbiata perchè
hai raccontato in giro della mia precedente venuta".

Era vero e Pietro non poteva saperlo. Mi ero confidato con amici a lui
sconosciuti ed era escluso che fosse venuto a conoscenza del fatto.
Cercai di spiegarle che se l'avevo fatto era stato solo per fini utili, e non per
gettare discredito su di lei, ma fu tutto inutile. Pietro continuava a contrarre il
suo volto, ormai devastato da tic nervosi e capii che dovevo chiudere al più
presto la seduta.
"Maria, grazie per essere venuta, ora ti chiediamo di lasciare Pietro", dissi.
. "No ", fu la sua unica inequivocabile risposta. "Non vado via, resto qui".

Dovevo intervenire con forza e facendo appello dentro di me ai miei santi


protettori le ingiunsi : "No ora te ne vai. Esci da lui perchè una forza ti
costringe ad uscire".
Dicevo questo sperando di attivare quel residuo di coscienza di Pietro
rifugiatasi in qualche angolo recondito della sua mente e che avrebbe potuto
collaborare al buon esito "dell'espulsione".

Pietro incominciò a tirarmi, come per alzarsi dalla sedia, e quasi stentavo a
trattenerlo, mentre a voce sempre più alta le ingiungevo di abbandonarlo.

Era quasi riuscito ad alzarsi, dimenando la testa, quando come sgonfiandosi, il


suo corpo si abbandonò totalmente inerte sulla sedia.

" E' fatta", pensai.

Richiamai Pietro alla coscienza e lentamente ritornò da noi.

Dovevamo avere delle facce terribilmente spaventate perchè guardandoci


esclamò "Ma che cavolo vi è successo ragazzi ?". Lui non ricordava nulla e noi
confermammo la sua sensazione dicendogli che si fosse semplicemente
addormentato per un po'

E' strano disse, ho un forte dolore qui alla base della schiena.

Fu l'ultima volta che accettai Pietro come volontario per sperimentazioni


medianiche e decisi di rivedere il protocollo appreso da Ernesto.

"Non potevo avere la certezza che si fosse trattata di una vera


possessione, ma senz'altro in futuro avrei dovuto individuare una
diversa strategia, per evitarla.

Dovevo trasformare i soggetti che nei test ipnotici avevano dimostrato


doti medianiche, in soggetti che conservavano le stesse capacità allo
stato lucido, con un ruolo attivo nella comunicazione con l'entità.
Avrebbero comunicato con lei per via telepatica.

Questo mi accinsi a fare con Ascenzio

La sensazione provata da Pietro e che sarà successivamente


confermata da Ascenzio, concorderebbe con il modello di 'energia
psichica, Kundalini della tradizione indiane, rappresentato come
serpente assopito alla base della colonna spinale"
Venga a prendere un tè da noi

Era l'alba di una mattina estiva come tante altre, sufficientemente presto per
non avvertire ancora l'afa opprimente che in poche ore avrebbe coperto la
città.
Non avevo alcun impegno scolastico e indugiavo ancora a letto, cercando di
rubare al giorno una ulteriore mezzora del suo tempo.

Mi rigirai su di un fianco e abbracciando il cuscino mi proposi di


riaddormentarmi e di "vedere" cosa stesse facendo Rosa.

La sognai sul balcone di casa sua, a prendere un tè con dei biscotti.


Mi risvegliai quasi subito, colpito nello stesso tempo dall'insolito, per quanto
elementare sogno.

La giornata trascorse fiaccamente nell'attesa del nostro appuntamento


pomeridiano.
Ci incontrammo lì, proprio alla stazione della Ferrovia Circumvesuviana, sulla
nostra panchina.

"Allora" le dissi, "Stamattina prendevi il tè sul balcone ! "


Lei ebbe una reazione inaspettata, si alzò di scatto ed espresse tutto il suo
disappunto per averla spiata, "addirittura di mattina presto", dalla
Ferrovia. Faticai non poco a convincerla di averla vista in sogno.

Era tutto vero, mi confermò. Quella mattina alle 6,30 Antonietta era andata da
lei per studiare (si stavano preparando per gli esami) e avevano preso un tè
con dei biscotti.

"Rosa non era solita fare colazione sul balcone, nè l'avevo mai vista
fare ciò.
L'orario era sicuramente insolito per la sua colazione.
Non sapevo che avrebbe avuto un ospite quella mattina

Siamo soliti immaginare che le "visioni" debbano riferirsi solo ad


avvenimenti critici o addirittura drammatici e siamo portati a non
considerare premonizioni elementari.
In questa categoria rientra, in stato vigile, il dejavu., la sensazione di
rivivere una situazione come se fosse già avvenuta. Per gli orientali si
tratta solo del riemergere di frammenti di sogno chiaroveggente."

La possibilità di ricevere in sogno immagini su situazioni del futuro,


vedi post precedente, associata alla naturale tendenza a dimenticare il
contenuto del sogno, può costituirne la spiegazione”
Una preziosa lezione

"Spesso il nostro ricordo va a persone che ci hanno lasciato un


insegnamento. Poche parole scritte in modo indelebile nei nostri cuori
e che ricorderemo per tutta la vita "

Ristorante di Alberto di sera, una decina di noi in cerchio, al centro, in piedi io


ed Ascenzio.
Mi accingevo ad una nuova seduta medianica, ma questa volta avrei preso le
mie precauzioni !

Non più perdite di coscienza del medium, niente abbandono del soggetto su
una sedia, ma lo avrei inizialmente ipnotizzato dandogli il condizionamento
che, al suo ritorno allo stato vigile, avrebbe conservato in modo consapevole
tutte le sue capacità parapsichiche.

"Se questa tecnica ipnotica funziona con incauti volontari che al risveglio
compiono azioni non volute, perchè non usarla per far emergere capacità
nascoste nel loro subconscio mediante l'applicazione di un condizionamento
positivo, invece di ridicolizzarli ?"

Questo fu il principio ispiratore, dettato anche dalla voglia di smarcarmi dal


peso di esporre i miei soggetti a rischi e condividere realmente con loro le
decisioni che prendevo.

L'ipnotizzai e quando i suoi occhi si chiusero gli dissi :

"Ora conterò lentamente fino a dieci poi ti risveglierai ma conserverai la


capacità di vedere persone che noi non vediamo e sono qui presenti".

Al termine del conteggio, come previsto, Ascenzio aprì gli occhi e abozzò un
sorriso, Quindi su mio invito guardò oltre il girotondo di persone che, tenendosi
per mano, ci circondavano.
Mosse lo sguardo nella penombra, a sinistra, a destra, poi ritornò a fissarmi e
disse :

"Sì, vedo una persona, è proprio davanti a me, a circa cinque sei metri, e ci sta
guardando".
"Chiedile mentalmente di avvicinarsi , ma di rimanere fuori dal cerchio".

Ascenzio volse lo sguardo in un punto della stanza, poi incrociò nuovamente il


mio.
"Ho fatto, mi ha sentito, ora è proprio davanti a me". "Bene, descrivilo ",chiesi.

"E' un uomo grosso, con il volto rubicondo e i capelli bianchi, sorride. Ha gli
occhi celesti"
Il mio cuore ebbe un tuffo e pensai ; "E' lui, ma devo avere la conferma "
"Chiedigli come si chiama", chiesi.

Il suo sguardo andò prima leggermente sulla sua destra, poi ritornò ad
incontrare i miei occhi

"Ha detto di chiamarsi Ugo Geotti"

"Chiedigli di quel sogno". Rivolse nuovamente lo sguardo nello stesso punto


della stanza e poi . . .

"Ha detto che ti ha fatto fare quel sogno affinchè tu credessi ! "

Il mio cuore era pieno di gioia, Ascenzio non poteva conoscere il nome di mio
nonno, nè alcuno dei presenti, anche perchè era vissuto lontano, in un paese
del Friuli. E poi, il riferimento al sogno...

In quella sala solo noi due, io e nonno Ugo ne conoscevamo i particolari !

(vedi post precedente)

" Grazie nonno Ugo !"


Intorno al tavolo, prima di cena (P)

Seguirono diversi incontri serali in quella sala, e di volta in volta il numero dei
partecipanti crebbe sensibilmente, . Solo per comodità e non per rispettare un
protocollo che ci sembrava antiquato e da noi abbondantemente superato,
prendemmo l'abitudine di sederci intorno ad un tavolo, spesso racchiuso da un
secondo cerchio di sedie, per consentire ai partecipanti in soprannumero di
sedersi. Lasciavamo sempre una luce soffusa, tale da favorire il nostro
rilassamento ma sufficiente a garantire una chiara visione di cosa avvenisse
nelle nostre immediate vicinanze.

Ascenzio ormai era il nostro unico medium. Non avevamo bisogno di cercarne
altri, con lui tutto avveniva in modo spontaneo e naturale, come fossimo un
gruppo di compagni al circolo del paese riunito per ascoltare il racconto
dell'amico comune, ritornato da un viaggio lontano, nonno Ugo.

Il mio ruolo da ipnotizzatore si era ormai trasformato in quello di direttore di


seduta: vegliare sul suo buon funzionamento e sulla incolumità del medium.
Dovevo mantenerlo sempre sveglio, e per questo ero solito fargli delle
domande per riscontrarne la lucidità. Cercavo anche di seguire tutti gli altri
partecipanti, scrutandone sistematicamente i volti per individuare il seppur
minimo segno di allarme ed evitare che si improvvisassero in indesiderati
medium secondari, difficilmente gestibili.

Una di quelle sere,da poco riuniti intorno al tavolo, rivolsi ai presenti le solite
raccomandazioni e iniziammo.

Chiesi ad Ascenzio di verificare la presenza di Ugo, e lui, dopo aver dato uno
sguardo esplorativo alla sala disse :" Si è lì, seduto sulla
poltrona". Istintivamente e all'unisono ci girammo tutti in quella direzione,
vedendo solo una vecchia poltrona in pelle chiara, un angolo 'intimo' per i
clienti del locale, ma niente più.

Poi, proveniente dal retro bar, udimmo chiaramente un cinguettio di canarini.

"Alberto", dissi rivolgendomi al proprietario. "Avresti potuto spostare gli uccelli


così che non disturbassero la seduta". E Alberto con un incerto filo di voce : "Ti
assicuro che non abbiamo uccelli in questo locale !"

Avevo letto qualcosa sui fenomeni di voce diretta, e forse vi stavamo


assistendo.

Ero ancora preso da questa considerazione quando, distintamente, udimmo dei


colpi alla grancassa della batteria distante una decina di metri da noi, seguita
da una vibrazione delle vetrate che si affacciavano sul giardino, che durò
qualche secondo. Quella sera pensai poteva essere la serata giusta per
realizzare un sogno che inseguivo da tempo: assistere ad una levitazione !
Volli tentare.

Dissi: "Appoggiate tutti le mani sul tavolo". "Ora inizieremo a spingere, tutti
insieme, prima in senso orario poi antiorario". "Lo faremo volontariamente "
Iniziammo a spingere il grosso tavolo da una decina di posti, prima a sinistra,
poi a destra, poi ancora a sinistra.....

Il tavolo sembrava come aumentare di volta in volta la velocità di rotazione,


ma forse eravamo sempre noi, inconsciamente, ad esserne la causa.

Poi all'improvviso, prendendo tutti di sorpresa, si sollevò su due gambe,


ricadendo pesantemente a terra con un assordante rumore. Quasi tutti, ad
esclusione di me e pochi altri, ritrassero spaventati le mani.
"Non vi spaventate, va tutto bene",dissi, "Rimettete le mani sul tavolo".

Quel segnale era per me un messaggio chiaro da parte del nonno : "Guardate
non siete voi che state facendo questo, ma sono io !"

Chiesi al secondo cerchio di amici di avvicinarsi al tavolo e guardare sotto di


esso per verificare che nessuno lo muovesse con le gambe, poi ad alta voce,
ma mentalmente rivolto al nonno esclamai:
" Se è vero quello che sto pensando, devi ripeterlo tre volte".

Il tavolo immediatamente si alzò su due gambe, forse di 30 centimetri, e dopo


un paio di secondi ricadde a terra, con un rumore sordo, come spaccandosi.
Poi si sollevò una seconda volta, lentamente, forse a metà dell'altezza
precedente, riposandosi dolcemente al suolo.
Infine un'ultima volta, come un animale ferito che solleva il capo con le ultime
forze residue prima di morire, si alzò di pochi centimetri per abbandonarsi
infine inerte al suolo.

Gli amici erano spaventati ed eccitati nello stesso tempo, io invece ero solo
immensamente felice.

Il cerchio esterno degli osservatori confermò che nessuno era venuto a


contatto, neanche accidentale con il tavolo. Era tutto vero , avevamo assistito
ad una levitazione !

Ma le emozioni non erano finite...

Pronunciai le solite frasi di rito, ringraziando tutti i presenti e il nonno della


serata e invitandolo a lasciarci.
Ma Ascenzio guardando prima nella stanza e poi rivolto a me disse: "La seduta
non è terminata, lui è ancora qui !"

Una angoscia pervase il mio animo: cosa gli sarebbe successo se non fossi
riuscito ad allontanare l'entità?
Tenni per me questa paura e invitai tutti ad uscire e lasciarci soli nel locale.
Intanto avevo accostato le sedie e lo avevo fatto accomodare bloccandogli le
gambe tra le mie e serrandogli i polsi, per proteggere entrambi da qualsiasi
movimento inconsulto.

Ero a conoscenza di una tecnica, letta in chissà quale libro, per "chiudere"
sedute finite male che consisteva nel "far toccare contemporaneamente le
mani del medium a terra, scaricando così l'energia psichica accumulata in
eccesso". "Al momento della chiusura del circuito, il medium sarebbe stato
attraversato come da una scarica elettrica, liberandosi del surplus energetico".

Non accennai minimamente alla tecnica ma chiesi ad Ascenzio: "Chiedi al


nonno che cosa dobbiamo fare per allontanarlo", e lui, dopo aver volto lo
sguardo in un punto vuoto della stanza disse : "Mi ha detto che mi devi
mettere con le mani a terra".

Eseguii immediatamente l'operazione e non appena Ascenzio poggiò le mani al


suolo fu attraversato da un fremito e svenne. Lo rianimai richiedendogli se
l'entità si fosse allontanata
"No, è ancora qui, anche se la vedo sfuocata", replicò.

Ripetei l'operazione seguita da nuovo svenimento. Questa volta, rialzando il


capo disse: "Ora non c'è più".

Quella fu l'ultima seduta che effettuai con Ascenzio, e ultima in assoluto

Il giorno dopo mi disse di aver avuto durante la notte un fortissimo mal di


schiena, proprio alla sua base.
Il ricordo andò a Pietro e alla visita di Maria....

"Questo post chiude un secondo ciclo di sperimentazioni.


Dall'affinamento della tecnica ipnotica e scoperta di capacità
parapsichiche in soggetti in ipnosi (1), siamo passati all'ipnosi
energetica e attivazione ipnotica o con suggestione post-ipnotica della
medianità.(2)

L'esperienza raccontata è senz'altro la più significativa tra quelle


avute e ho dovuto superare qualche reticenza personale a renderla
pubblica.
Innanzitutto non ero allora come oggi alla ricerca di prove dell'aldilà,
e aborrisco una seduta intesa come una sorta di telefono pubblico con
un'altra dimensione,
Il mio racconto non vuole cercare facili emulatori, anzi vuole
scoraggiare coloro che si avvicinano a questa materia solo mossi da
semplice curiosità o come diversivo per occupare tediose serate.
Non ci si faccia trarre in inganno da altri strumenti, ritenuti
indebitamente meno rischiosi di una seduta. Mi riferisco alla "sedute
con bicchierino", elaborazione moderna dell'ouija e alla scrittura
automatica.
Qualsiasi fenomeno medianico sembra impiegare energia del medium
(vedi Ascenzio), ma anche dei singoli partecipanti !
Quando ho iniziato ad occuparmi di ipnosi energetica notavo che se
sollecitavo un soggetto ipnotizzato a parlare a voce più alta, ciò
avveniva spesso a discapito della stessa mia voce, come se parte della
mia forza fosse confluita in lui.
Analogamente per gli esercizi appresi da Ernesto "di attrazione" dei
corpi. Al termine dell'esercizio mi sentivo sempre stanco...

Non sappiamo perchè ciò accada, ma poichè succede siamo tenuti ad


usare ogni prudenza.
Queste tecniche potrebbero incidere sul nostro stato di salute, non
fosse altro per lo stress psicologico al quale spesso novelli e inesperti
adolescenti si sottopongono.
E' un errato luogo comune banalizzare il "gioco del piattino". E'
senz'altro più dispendioso in termini di energia di una seduta classica
con un medium vero!

Immaginate di dover discutere di un qualsiasi argomento con un amico


per mezzora solo una lettera alla volta.
Beh, vi stancherebbe terribilmente, anche senza ricorrere a energie
misteriose !

Inoltre la possibilità di perdere il controllo è sempre dietro l'angolo.


A distanza di qualche anno da queste esperienze, residente ormai a
Roma, fui chiamato a rientrare a Pompei per un conoscente che, dopo
aver "fatto sedute con il piattino, ", sentiva fortissimo il desiderio di
suicidarsi... "

Suggestioni, fragilità psicologiche, evitare è meglio


Sognare a Roma

"Il '76 aveva fatto tremare la terra in Friuli, nella terra dei miei avi, di
nonno Ugo, e non era bastato correre lì a dare una mano per
tranquillizzare la mia coscienza.

Con la terra si erano scosse le stesse fondamenta della mia vita e


come per Gemona il panorama del mio animo non era più lo stesso.
Presentai domanda per il servizio civile come obiettore e partiì alla
volta di Roma, che divenne la mia città"

Prime settimane presso la Comunità, con il riconoscimento del Ministero che


tardava ad arrivare, il distacco dalla mia famiglia, la difficile decisione di
sospendere gli studi di ingegneria, la guerra sostenuta in casa per difendere il
diritto all'obiezione di coscienza che all'epoca andava contro il pensiero
dominante, ma sopra ogni cosa il distacco da Rosa....
Non fu un momento facile per me, e cercavo per lettera e con qualche rara
telefonata di mantenere stretto il nostro legame, ancorandomi a lei.

Inevitabilmente la ricercavo nei miei pensieri e quando vi riuscivo anche nei


miei sogni. Così quella sera...

La tecnica del sogno "alternato" da me ideata, sogno, risveglio programmato,


condizionamento, nuovo sogno condizionato, era per me ormai una realtà
collaudata
Prima di riaddormentarmi mi proposi di sognare qualcosa che riguardasse lei,
la mia ragazza....

Sognai di trovarmi ad un telefono privato e di comporre la prima volta il


numero. La comunicazione cadde, probabilmente per problemi di linea. Provai
una seconda volta, sbagliando a comporre il numero lasciando la linea
sileziosa. Una terza e il disco combinatore invece di ritornare alla posizione
iniziale ruotò bloccandosi sul numero effettuato. Ancora un quarto inutile
tentativo e rinunciai a telefonare.

Mi svegliai con la sensazione di aver fallito, sicuramente il sogno doveva avere


chissà quale recondito significato, forse perso nei meandri nel mio subconscio.

La giornata passò con il solito affanno, il lavoro in cooperativa, il pranzo


collettivo consumato in fretta, poi un attimo di pausa e ne approfittai :
finalmente potevo raggiungere il telefono al piano e, senza l'assillo di gettoni
rapidamente divorati, parlare con lei, con calma.

Composi il numero. All'apertura cadde la linea.


Ritentai una seconda volta, e alla risposta ricadde la linea
Ancora una terza e quarta volta.
Poi esasperato gridai "Ma che cosa ha questo telefono ? Sapete perchè non
funziona ?"

Giunse immediatamente la risposta da qualcuno nel corridoio : "Si vede che sei
nuovo, non sai che per la teleselezione devono sbloccarti il telefono con una
chiave ?"

Quella situazione surreale nel sogno si era esattamente avverata il giorno dopo
!

"A volta un sogno premonitore può avere un aspetto simbolico, che


usa archetipi e segnali noti al sognatore. Nella mia esperienza ho però
verificato che se la sensazione di aver rispettato il protocollo è viva al
risveglio, il sogno non solo ha una buona probabilità di essere
premonitore, ma non usa assolutamente immagini simboliche.

4 telefonate fatte, l'impossibilità a connettersi con la


destinataria, solo con un qualche aggiustamento per giustificare
questo fatto : non era l'assenza di risposta, ma cause di forza
maggiore; il dito scappa, il disco non si ferma, un'errata selezione...

Sono consapevole, così come accennato in un post precedente, a quali


conseguenze logiche possa condurre la teoria della preveggenza di
eventi futuri. Mi limito per adesso a raccontare eventi.

Spero di poter in futuro (è il caso di dirlo) proporre ai lettori dei test e


aprire il dibattito "
Uscire dai confini (P)

"Il sogno lucido viene a volte ricondotto nella categoria delle


esperienze OOB, out of body experience. Questa prospettiva, diversa
da una visione chiaroveggente dove il soggetto 'rimane ancorato con i
suoi piedi' alla realtà, viene accreditata dalla corrente spiritista-
spiritualista.

Pur avendo sempre sostenuto la seconda ipotesi, che consente al


soggetto di vedere luoghi lontani mediante una 'visione a distanza',
ho dovuto sperimentare situazioni dove un reale spostamento
'eterico','spirituale', o in qualsiasi modo vogliate chiamarlo, sembra
essere invece l'ipotesi più convincente."

Da poco sposato continuavo, con le dovute cautele e in modo occasionale, a


tentare nuove esperienze di sogno lucido. Questa volta mi proposi un obiettivo
speciale : "Voglio vedere un luogo distante a me sconosciuto, raccogliere il
maggior numero di particolari per rintracciarlo poi nella vita reale".
Avevo appena espresso questo progetto che incominciai, riaddormentandomi,
ad avere una visione...

Vidi, come avvolta nella nebbia, una casa bassa, della quale non riuscivo a
distinguere i particolari.
"Guarda meglio !", ingiunse una voce, e mi sforzai a mettere a fuoco
l'immagine e a percepire il colore rosso dei muri.

Poi nuovamente la voce "Fai presto ! "No", mi dissi, "ho bisogno ancora di un
po' di tempo, devo vedere meglio"

"Se non ti sbrighi avrai difficoltà a risvegliarti !", replicò. Infine vidi il tetto della
costruzione a solarium quindi nuovamente la voce, questa volta con tono
perentorio: "Ritorna o non ti sveglierai più !"
C'era ormai poco da indugiare e ordinai a me stesso di
risvegliarmi.immediatamente. Mi vidi invece dall'alto, il corpo raggomitolato sul
letto. Quel me, fuori di me, disse : "Svegliati, apri gli occhi !", invece iniziai ad
ansimare e sentii accelerare il battito del cuore.

Era strano, la coscienza era fuori dal corpo e mi apparteneva mentre i sensi, il
respiro, la percezione del battito cardiaco, la sensazione di una violenta e una
copiosa sudorazione venivano provati dal quel corpo che dava ormai segni di
sofferenza e non sembrava più appartenermi.

Mi ricordai delle difficoltà superate per mancati o bruschi risvegli in soggetti


ipnotizzati e forse fu la mia fortuna : capii che dovevo calmare quel corpo, il
mio, ormai in preda a vere e proprie convulsioni
Eravamo in due, una parte di me lucida fuori dal corpo e il corpo stesso con la
percezione della sua fisicità, delle sensazioni ma senza coscienza propria.
Dall'alto, guardandolo gli dissi: "Mario, controlla il tuo respiro", e poi lo
incoraggiai : "Bravo continua così".

Sentii effettivamente il mio respiro diventare più profondo e regolare, il cuore


rallentare la sua pazza corsa.
"Ora incomincerai a sentire i tuoi piedi !" e incominciai effettivamente ad
avvertirne la presenza, il peso.
Poi quell'Io fuori di me continuò a restituirmi la percezione delle altre membra,
dai piedi fino alla testa, infine come ero solito fare con i soggetti ipnotizzati
prima del loro risveglio, propose sensazioni di leggerezza e benessere
concludendo con l'ultimo comando : "Sei sveglio, apri gli occhi !"

Aprii gli occhi, ero sveglio nella posizione nella quale mi ero visto dall'alto.
Il pigiama era tutto zuppo di sudore, fu necessario cambiarmi. Ebbi la
sensazione di averla scampata.

"E' stata una effettiva separazione ? Ho rischiato veramente di non


risvegliarmi ?

Sul primo interrogativo posso dire di averne avuto la totale e piena


percezione.
L'aspetto di oggettività purtroppo è mancato: non sono riuscito poi a
ritrovare quella casa.

Sul secondo riferisco di quanto rintracciato in una delle tante


affannose ricerche in internet.
Si registra un caso di OOB indotta che ha causato lo stato di coma del
soggetto.

Leggenda da internauta ? Forse,... ma vi garantisco che la sensazione


da me provata sia stata terribile e di aver avuto la certezza di
essermela cavata grazie al bagaglio di esperienza che avevo
accumulato.
Sconsiglio chiunque a riprodurre questa esperienza se non dopo uno
specifico e graduale addestramento"
Quando il paranormale incontra la medicina !

"I detrattori della parapsicologia invece di considerarla come frontiera


della scienza, un limite cioè che la conoscenza e la ricerca possono di
volta in volta spostare, ne negano semplicemente l'esistenza,
riducendola a semplice retaggio di vecchie tradizioni e superstizioni.

Anche se questo parere può essere facilmente contestato, si pensi al


passaggio dalle cure mediche della tradizione, ad esempio
erboristiche, a quelle della moderna farmacopea di sintesi industriale,
ritengo che avere una mente aperta alle dinamiche della
parapsicologia, possa rivelare interessanti prospettive per la cura
della persona, intesa come punto di partenza e di arrivo della pratica
medica.

Perché allora non tenerne conto anche se in modo critico e prudente ?"

Arrivai a casa di Antonio di sera, verso le 20.00.

Mi trovavo bene con il gruppo di ragazzi che aveva costituito in quartiere la


prima casa famiglia della comunità e poi con Antonio, Massimo e Salvatore
dividevo anche il lavoro tutti i giorni in cooperativa. Eravamo quindi affiatati e
la loro ospitalità era il richiamo per tanti amici con i quali passavamo allegre e
chiassose (dicevano i vicini), serate in compagnia.

Mi venne ad aprire Mario, che svolgeva il suo servizio civile presso il gruppo
con Grazia, la sua ragazza nonché "mammina" di tutti loro. Il suo sguardo era
preoccupato.

"Entra Mario, ma mi raccomando, fai piano. Grazia è di là sul divano che


dorme".

Sembra essere un'espressione comune, dettata dall'attenzione di Mario per


farle recuperare un pò di energie spese in una giornata piena di fatiche e
impegni. In realtà Grazia aveva delle strane assenze che, senza preavviso, la
travolgevano e l'unica terapia suggerita dai medici era di lasciarla dormire,
senza disturbarla, tutto il tempo che voleva.

A nulla erano valse le mille indagini diagnostiche, e un EEG effettuato durante


una occasionale assenza proprio in ospedale.! Tutto normale, non era una crisi
epilettica, lei semplicemente dormiva di un sonno profondo tale da non poter
essere risvegliata da alcun rumore, neanche se scossa con forza.

Un'idea si era fatta largo nella mia mente e volevo verificarla.


"Mario", dissi, "penso di sapere dove sia Grazia e sono sicuro di poterla
risvegliare. Se sei daccordo andiamo di là nella sua stanza e proviamo".
Mario mi guardò dubbioso e mi ricordò gli inutili tentativi fatti dai medici, ma
forse per verificare una nuova strada per Grazia o semplicemente per curiosità
accondiscese.

Grazia era stesa supina, immobile, il respiro appena percepibile. Le sollevai le


braccia che lasciate ricaddero inerti sul letto. "Te lo dicevo che sarebbe stato
tutto inutile, si sveglierà da sola tra un paio di ore", disse Mario.
Non mi lasciai scoraggiare. Presi la sua mano nella mia e le dissi : "Grazia, so
che tu puoi sentirmi, ma immagino che sia difficile per te rispondermi.
Facciamo così, per dirmi sì, farai una leggera pressione con l'indice sulla mia
mano, per dirmi no, premerai con il dito medio".

"Mi hai sentito ?"

Grazia, se pur leggermente, esercitò una pressione con l'indice.


Le chiesi conferma richiamando l'attenzione di Mario che ne constatò la
risposta.
Era vero !, avevamo stabilito una comunicazione, seppur elementare con lei.

Iniziò uno strano colloquio tra me e lei, io comunicavo a voce, mentre lei mi
rispondeva con questo nuovo linguaggio dei segni, fatto di due sole parole.

"Sei quì ? ". "Si".


"Puoi vederci ? ". "Sì ".
"Sei sul letto ?" "No ".
"Sei nella stanza ?" "Si ".
"Sei qui in piedi vicino al letto ?" "No "
....

Grazia affermava di essere nella stanza ma sopra di noi, ci vedeva dall'alto,


come se fosse sospesa in aria. Improvvisamente sentimmo bussare alla porta e
Mario si allontanò per aprire.

"Vedi chi è arrivato ?" "Si !". "E' Salvatore ?". "No". "E' Massimo ?". "Si ".
Rientrò silenziosamente Mario nella stanza accompagnato da Massimo.

Grazia mi disse che non voleva svegliarsi, stava bene lì !, Voleva continuare "a
volare", era felice.
Ripresi : "Grazia, so che ti trovi bene dove sei, ma per noi è importante
risvegliarti".
"Ora conterò da 50 a 0 e tu, pian piano, sentirai una forza che ti riporterà
indietro, e a zero ti sveglierai"
Era questa una formula molto simile a quella che di norma impiegavo per il
risveglio dallo stato ipnotico, ma diluita su un arco temporale dilatato.

Iniziai il conteggio accompagnato da opportune suggestioni prima di


"avvicinamento", poi di recupero graduale delle sensazioni, infine pronunciai gli
ultimi numeri del conteggio, tre, due, uno, zero !

Grazia emise un urlo, spalancò gli occhi e alzatasi a sedere sul letto scoppiò a
piangere. Era sveglia !

Uscimmo tutti dalla stanza per darle il tempo di 'riaversi'

"Segnalo di aver assistito personalmente ad un caso di visione psichica


di un soggetto che, attivato con comandi postipnotici, asseriva di
poter vedere gli organi interni di una persona. In particolare posando
la mano sul fianco di uno dei presenti, che vedeva per la prima volta,
affermò: "qui ti manca un organo" Era vero, era stato infatti
sottoposto tempo prima all'asportazione della milza.

Ho individuato un link di un episodio simile che vi segnalo


http://anno2012.secretsstories.com/t176-la-ragazza-con-la-vista-a-
raggi-x#1061

Lo stesso post precedentemente pubblicato sulla diagnosi da me


effettuata in sogno è un ulteriore esempio di come possano esserci
interessanti punti di contatto tra medicina e parapsicologia.

Concludo con una provocazione:


E se ci fosse un modo diverso per comunicare con persone in coma ?

Quanto potrebbe essere utile per un medico conoscere queste tecniche


e aver radicata dentro di se la convinzione di poter tirare fuori la
persona che si trova in questo tunnel ?

E perchè il Bardo Thodol dei monaci tibetani che accompagna la


persona nell'ultimo viaggio non potrebbe essere usato per riportarla
indietro dal confine che ha superato ?”
Nel Bene e nel Male (P)

"E' possibile esercitare un'azione negativa a distanza su una persona ?


Hanno senso parole come vudù, malocchio, fattura. Esiste un loro
comune denominatore o sono solo frutto della superstizione ?"

Volevo verificare la possibilità di trasmettere telepaticamente sensazioni da


me a un volontario e trovata la disponibilità di Mimmo, mi accinsi al tentativo
in presenza di testimoni

Immaginavo che sarebbe stato necessario riprovare in me la sensazione da


trasmettere, non poteva infatti bastare la semplice rappresentazione mentale
come per un test con carte Zener e d'altronde, come avrei potuto
rappresentare mentalmente una sensazione ?

"Quello che ora farò su di me Mimmo tu lo avvertirai come se fossimo una sola
persona". "Dovrai immediatamente dirci tutto quello che provi". "Sei pronto ?"
Mimmo annuì col capo. Era disposto a due metri da me, in piedi e di spalle,
ogni successiva azione da parte mia si sarebbe svolta nell'assoluto silenzio.

Presi un accendino lo accesi e stoicamente (per la scienza questo ed altro...)


posi l'indice della mano destra sulla fiamma. Avvertivo dolore e guardando
Mimmo immaginai che provasse anche lui la stessa sensazione.

Fu un attimo. Mimmo emise un urlo e scuotendo la mano destra disse : "Mi


brucia il dito !" "Anche il mio", pensai, "ed è la mia giusta penitenza !"

Poi, tra gli sguardi degli astanti, ormai decisamente preoccupati, mi misi le
mani al collo provocandomi una sensazione di asfissia. Dopo una decina di
secondi Mimmo incominciò ad ansimare."Respiro male ", disse.

Finii il test, poteva veramente bastare !

"Sensazioni di benessere-malessere possono essere trasmesse


telepaticamente tra soggetti.
L'uso di foto, impiegate per esempio in radionica, o di bambole feticcio
del vudù, hanno il solo scopo di favorire una rappresentazione mentale
utile per la trasmissione telepatica. Anche l'uso degli spilloni, nella sua
essenzialità, aiuta alla visualizzazione di un'azione locale, esattamente
definita e immediatamente collegata all'idea di il dolore..

Un ago punge , fa male ! E' una delle prime cose che ci insegnano da
bambini.

L'operare a distanza è retaggio di moltissime religioni, basti


pensare alla funzione della preghiera. Non si tratta solo di
intercessione, cioè richiesta di aiuto dall'alto, ma anche di un'azione
diretta tra persone.

Per i cristiani è illuminante un brano del Vangelo dove Gesù


richiamava i suoi discepoli che richiedevano solo per loro la
prerogativa di compiere miracoli.
L'albero va considerato per i suoi frutti e se non credenti generano
frutti buoni (guarigioni), perché impedirglielo?

Nel campo della investigazione scientifica segnalo le ricerche in atto


sulla sincronizzazione cerebrale e si avanza l'ipotesi di una possibile
sintonia tra ritmi EEG di due persone anche se distanti tra loro.
Questi test dimostrerebbero la correlazione (cioè una relazione
matematica) tra i segnali dei due.

La stessa empatia, percezione dello stato psicofisico di una persona,


potrebbe avvenire attraverso questi canali."
Potpourrì

"Ricordi di sperimentazioni minori, tentativi, primi approcci a nuove


tematiche. Qui riportati in forma sintetica, a mo di promemoria, forse
per future ricerche"

Psico-scrittura - scrittura automatica


Il soggetto ipnotizzato può produrre la scrittura automatica che spesso si
manifesta con una seconda e autonoma personalità. In alternativa all'ipnosi si
possono effettuare dei passi 'mesmerici' alle mani del soggetto con opportune
suggestioni verbali.

Voci EVP - Effetto Raudive


Impiegando un comunissimo registratore e un nastro vergine, dopo aver
registrato di sera chiuso da solo in una stanza e annotando su un blocchetto
tipologia e ora dei rumori di disturbo provenienti dall'esterno per escluderli
dall'analisi , risentendo la registrazione ho sentito in modo chiaro e forte tre
note crescenti di flauto seguite dal tintinnio di moneta come caduta sul piano di
marmo davanti a me.

Test Chiaroveggente-Telepatico
Si pone un mazzo di carte francesi coperte tra l'operatore e il soggetto.
Si chiede al soggetto di dire il seme della carta coperta
La carta viene quindi vista solo dall'operatore, in silenzio
Il soggetto conferma o corregge la lettura attingendo l'informazione per via
telepatica dall'operatore

Precauzione nei test di chiaroveggenza !


Se uno stesso sperimentatore raccoglie delle premonizioni su di un tema
specifico con diversi soggetti, si può incorrere in falsi positivi determinati dal
legame telepatico che si può instaurare con loro.
In pratica la prima premonizione, specie se è ad alto contenuto emotivo per lo
sperimentatore, viene inconsciamente trasmessa ai soggetti nei test successivi
che confermeranno in parte o totalmente la premonizione 'madre'.
Ebbi una drammatica premonizione che mi riguardava da quattro soggetti
diversi. Le versioni erano estremamente simili, le prime due addirittura
riferivano di una stessa data per un incidente d'auto nel quale sarei stato
coinvolto.
Non è stato semplice liberarsi da questo condizionamento che solo il tempo ha
sciolto definitivamente.

Simboli

In due diverse occasioni, per due miei amici , la visione ripetuta a distanza
regolare in sogno di un loro parente defunto è stata una sorta di annuncio
preparatorio alla loro morte imminente.
Personalmente ho 'subito' un attacco in sogno di un cane nero, con occhi
fiammeggianti che mi ha risvegliato di soprassalto. Dopo pochi minuti mi è
giunta la comunicazione telefonica della morte improvvisa e inattesa di un
amico.

"Con questo post termino la narrazione delle esperienze che mi hanno


visto protagonista, e passo alla presentazione di alcune tecniche
impiegate per riprodurre i fenomeni trattati."
SPERIMENTAZIONI:Energia(1)

Inizio con questo post la pubblicazione di una serie di schede di


sperimentazioni presentate per difficoltà crescenti consigliando il
lettore di non passare al test successivo se non dopo aver effettuato i
precedenti e di attenersi rigorosamente alle raccomandazioni indicate.

Per ogni scheda richiamerò i post collegati e, quando è possibile, link


esterni di sperimentazioni analoghe. Sarò lieto di ricevere le vostre
impressioni in email mario_padulosi@yahoo.it

Buon lavoro !

SEZIONE ENERGIA

Scambio di energia

Test 01.01

Scambio con la partecipazione attiva e consapevole di un soggetto, con


contatto, azione a breve raggio

Preparazione :

Il soggetto si pone in piedi con la faccia verso il muro.


Le braccia rilasciate sui fianchi
L’operatore alle sue spalle, a distanza di mezzo metro da lui.

:
Bisogna tranquillizzarlo dicendogli che il test riguarderà la percezione di
semplici e comuni sensazioni, non deve aspettarsi niente di eclatante o insolito

“Devi rimanere tranquillo, liberando la mente, respira con calma ad occhi


chiusi”

Esecuzione:

L’operatore, alle sue spalle, avvicinerà le sue mani, a sinistra e a destra del
viso del soggetto, a un paio di centimetri

“Ti sembra di avvertire il calore delle mie mani ?”


“E’ una sensazione banale, ma è importante che tu me la confermi”

Dopo averne avuto la conferma, rimanendo con le mani ai lati del suo volto,
informarsi sul suo stato generale:
“Come ti senti ? Sei tranquillo ? . . . “
Spostare le mani appoggiandole sulle schiena, all’altezza delle spalle. I palmi
delle mani devono appoggiarsi interamente alla schiena, le braccia
dell’operatore non devono essere tese.

“Cosa ti sembra che succeda quando faccio così ?”


Ritirare le mani, con i palmi sempre rivolti verso la schiena del soggetto,
lentamente, di un paio di centimetri., distaccandole dal corpo.

Il corpo dovrà ondeggiare all’indietro come per seguire le mani.


Se il soggetto riporta spontaneamente questa sensazione, confermarla
dicendo:

“Si, come vedi non è niente di strano…, anzi quando avvertirai la sensazione di
cadere all’indietro amplificala volontariamente, e vedrai che si rafforzerà la
volta successiva ”

Se il soggetto non riferisce alcuna sensazione, informarlo che dovrà avvertire


come “Un ondeggiamento del corpo, come se si abbandonasse naturalmente
all’indietro”

Ripetere fin quando non si vede l’ondeggiamento del corpo e/o si ha conferma
del fatto dal soggetto.

Se serve, banalizzare pure sulla sensazione


“Non devi ragionarci su, come vedi non c’è nulla di strano, rimani rilassato”

Stabilito il legame informarlo del secondo step di sperimentazione.

“Rimani ancora così, faremo una cosa simile, ti sentirai andare verso
all’indietro, ma questa volta lo faremo senza contatto.”

Test 01.02

Scambio con la partecipazione attiva e consapevole di un soggetto, senza


contatto, azione a breve raggio

Rimanendo con le braccia stese, palmi delle mani parallele alla schiena,
distaccate a qualche centimetro

“Guarda ora sentirai la stessa sensazione”


Ritirare di una decina di centimetri le mani, raffigurandosi “un legame reale
con il soggetto. Comunicandogli :“Adesso !”

Verificare l’ondeggiamento e sollecitare ad “amplificare volontariamente” il


movimento del corpo, fino ad incontrare con la schiena le mani.
“Non ti preoccupare, vieni, ci sono io dietro”

“Quando ti sentirai attratto, abbandonati all’indietro ti prendo”.


Ritirare le mani, aspettare che il corpo cadendo all’indietro si appoggi ad esse.

“Ecco, ora riproviamo e sentirai di andare all’indietro spontaneamente”

Si invita il soggetto a rimanere tranquillo nella stessa posizione e si passa al


terzo Test

Test 01.03

Scambio con la partecipazione attiva e consapevole di un soggetto, senza


contatto, azione a medio raggio

Si richiede l’assistenza di una persona, anch’essa alle spalle del soggetto,


disposta di lato, pronta ad accoglierlo nelle sue braccia quando ricade
all’indietro.

Come sopra, aggiungendo:


“Non ti preoccupare, quando ti sentirai attratto abbandonati all’indietro. XXX ti
prenderà “

Posto a 3-4 metri stendere le mani, concentrandosi.


Quindi ritirarle lentamente, come fatto nei precedenti test, pronunciando
"Ora !"
Se si manifesta un semplice ondeggiamento invitare ad abbandonarsi
completamente e ripetere

Quando il soggetto ricade all’indietro, per la sua sicurezza, la sua caduta deve
essere contenuta ad un massimo di una ventina di centimetri, quindi deve
essere arrestata dal collaboratore che lo riporta nuovamente nella posizione
stazionaria di partenza

Il soggetto deve rimanere ad occhi chiusi in silenzio e parlare solo se


interrogato.

Test 01.04

Scambio con la partecipazione passiva di un soggetto, senza contatto, azione a


medio raggio

Si procede come sopra, ma non verrà effettuata alcuna comunicazione con il


soggetto, si dirà solo che quando avvertirà la sensazione dovrà assecondarla
fino a ritrovarsi fra le braccia dell’assistente.
La posizione dell’operatore è la stessa del punto precedente, solo che in
partenza le braccia rimarranno abbassate in riposo.

Quando l’operatore crede opportuno, stenderà in avanti le mani, procedendo


come sopra in assoluto silenzio.

Verificare la simultaneità degli ondeggiamenti del soggetto e delle azioni


svolte.

Test 01.05

Scambio con la partecipazione passiva di più soggetti, senza contatto, azione a


medio raggio

Più soggetti (non più di quattro) si dispongono come nei test precedenti.
L’operatore si concentrerà solo su un soggetto (magari indicato da testimoni
presenti) e stendendo le braccia verso di lui eserciterà “la forza”

Può essere opportuno avere due assistenti posti di lato, all’inizio e alla fina
della fila.
Approfondimenti utili alla sperimentazione:

Personali :
http://oltrelospazioeiltempo.blogspot.com/2010/12/ernesto-un-tipo-
magnetico.html

da internet:
http://www.youtube.com/watch?v=pZnsjX_GYvQ

Avvertenze:

Verificare sempre lo stato di lucidità del soggetto.


Tra un test e il successivo, se si è troppo abbandonato, fategli riaprire
gli occhi e scambiate qualche parola.
Non utilizzate assolutamente questa tecnica per addormentare una
persona
Al termine della sperimentazione il soggetto deve abbandonare la
stanza solo quando ha ripreso il normale tono vigile, non deve più
avvertire sonnolenza o pesantezza.
Bio Energia. Storia e Ricerche

Corrispondenza del termine


"Bio Energia" nelle antiche filosofie

Qi Cinese (traduzione PinYin successiva al 1979)


Ch’i (traduzione Wade-Giles prima del 1979)

Si pronuncia Cii
La parte inferiore del pittogramma rappresenta il fuoco, la superiore il
vapore che si leva dalla cottura del riso
Nel cosmo
Costituente vitale di tutte le cose, in equilibrio tra yin and yang [3]
Nell’uomo
Prima della dinastia Han : ‘respiro’, fluido che anima [1] Vapore
Ilozoico , Fluido che attiva , Fluido che dà energia alla vita [3]
Forza della vita, Respiro, Energia emessa dalle mani [2], Energia
vitale impiegata nella cura (wei-qi) [5], Energia vitale, Forza vitale
{6}
Ankh Egiziano

Geroglifico della ‘Forza Vitale’

Nel cosmo
Rappresentato come condotto dai raggi del sole al faraone e altri.
Nell’uomo
L’ankh è rappresentato su una ceramica come "portato" dalle mani
del sacerdote/guaritore. I disegni rappresentano la forza vitale
come emessa dalle mani e che fluisce tra le stesse

Pneuma Greco
Spirito, Vento, respiro
(deriva da pneo, respirazione) [2]

Nel cosmo
Il cosmo è composto da pneuma con ritmiche variazioni [3]
Nell’uomo
Forza vitale nell’uomo (Stoici, Epicurei), Soffio di vita [1] Etere,
Energia vitale del corpo[4] Respiro, Vita, Energia [5]

Prana Indiano

Nel cosmo
Respiro della vita che riempie l’universo; maree; flussi delle maree
cosmiche [1] Forza vitale che alimenta l’universo [5] Sorgente
trascendentale della vita [7]
Nell’uomo
Vita, Respiro della vita [7] [6] , respiro come essenziale forza
vitale, coincide ma non è la respirazione aerea, si muove con la
respirazione, dà energia al corpo fisico [5] Forza essenziale di vita
[2]
Riferimenti bibliografici

[1] Pan Books Dictionary of Philosophy


[2] Chambers 21 Century Dictionary
st

[3] Routledge Encyclopedia of Philosophy


[4] Cambridge Dictionary of Philosophy
[5] Optima Dictionary of Mind and Spirit
[6] Shambhala Encyclopedia of Eastern Philosophy and Religion
[7] Unwin Encyclopedic Dictionary of Yoga

Termini equivalenti

Ankh Antico egitto


Magnetismo animale Mesmer
Arunquiltha Aborigeni (Aus.)
Bio Enerigia Usa - Europa
Bio Magnetismo Usa - Europa
Antico Medio
Dunamis Oriente
Gana America del Sud
Ki Giappone
Forza vitale Termine generico
Mana Polinesia
M'gbe Hiru Pygmy
Mulungu Ghana
Mumia Paracelso
Popolazione
Ntoro Ashanti
Popolazione
Ntu Bantu
Oki Popolazione
Huron
Popolazione
Orenda Iroquois
Pneuma Antica Grecia
Prana India
Qi (ch'i) Cina
Energia sottile Usa - Europa
Sila Popolazione Inuit
Tane Hawaii

Sensazioni associate alla percezione del campo vitale con le mani

“Una sensazione di attrazione” “Formicolio”


“Come se fosse magnetizzato” “Un cuscino”
“Come di
“C’è qualcosa di elastico” corrente statica”
“Corrente
” Freddo” elettrica”
“Qualcosa di
“Una pressione dall’esterno” gommoso”
“Qualcosa di
Qualcosa che preme” appiccicoso”
“Come se ci fossero fili elastici” “Caldo”

Biofotoni portatori d'informazione


tratto da Forum: LIFEGATE
Tutti gli organismi viventi irradiano un debole ma permanente
flusso di luce, la cui intensità spazia dalla luce visibile
all'ultravioletto. L'emissione di questi biofotoni è correlata a tutte
le funzioni fisiologiche.

I biofotoni sono delle particelle di luce, portatrici d'informazioni, con le stesse


caratteristiche di quelle della luce laser. Secondo il maggior esperto mondiale il
biofisico Prof.Fritz Albert Popp, regolano la crescita e la rigenerazione delle cellule
e controllano tutti i processi biochimici.

I biofotoni, sono ancora oggi, però, un grande mistero per la scienza, infatti,
vengono interpretati da due teorie piuttosto diverse e complementari: la teoria
ondulatoria (con le leggi delle onde) e la teoria corpuscolare (in base alle leggi
della fisica delle particelle).

Il primo a teorizzare la presenza di fotoni che venivano prodotti da organismi


viventi (biofotoni) fu, nel 1922, il biologo russo Gurwitsch, che concluse che
dovevano appartenere alla banda di lunghezza d'onda dei raggi ultravioletti.

In Italia il biologo Protti fece studi importanti e originali soprattutto sul sangue e
sui tessuti cancerosi, riscontrando che l'emissione di biofotoni era direttamente
proporzionale alla vitalità del soggetto, che in presenza di leucemie il sangue
aveva emissioni bassissime di biofotoni e che il potere oncolitico (cioè di
combattere le cellule cancerose) del sangue era proporzionale al numero di fotoni
emessi.
L'introduzione nella fisica nucleare di un nuovo rivelatore molto sensibile di luce, il
tubofotomoltiplicatore, permise la prima conferma rigorosa e sperimentale da
parte di un fisico: il professor Facchini dell'Università di Milano. In questa
direzione si inserisce la ricerca originale di tesi di Morpurgo dove, grazie al
luminometro, costruito dal dr. Motolese, si dimostrava che anche gli organismi più
semplici esistenti, i batteri, emettono biofotoni, e che vi era una stretta relazione
fra duplicazione cellulare ed emissione di biofotoni, confermando un ruolo chiave
del DNA in questo fenomeno emissivo.

Oggi i biofotoni sono oggetto di diverse ricerche in tutto il mondo. Negli Stati Uniti
è stato dimostrato che i punti cutanei corrispondenti ai punti di agopuntura
emettono più biofotoni del resto della cute.

I possibili impieghi delle misure di biofotoni sono molti, dalla verifica della qualità
dei generi alimentari al controllo del potere germinativo di semi, ad analisi
farmacologiche e tossicologiche, alla diagnosi precoce di stati patologici.

Tra gli argomenti indagati, di particolare interesse la proprietà dei tumori (in
quanto sede di una aumentata riproduzione cellulare) di emettere un gran numero
di biofotoni e quindi la possibilità di diagnosticare un tumore con grande anticipo
rispetto ai sistemi tradizionali, con un sistema che è, oltretutto, assolutamente
non invasivo.

METODI DI VERIFICA DELLE CAPACITA’


PRANOTERAPEUTICHE
(Pubblicato su Metapsichica, 1996, pag 107-117)
di William Giroldini

Nell’ambito della medicina naturale un posto di rilievo è occupato dalla


pranoterapia, che consiste essenzialmente nella imposizione delle mani sul
corpo del malato, nella maggio parte dei casi senza contatto diretto, e senza la
somministrazione di farmaci di qualsiasi genere. Questa tecnica, chiamata
con diversi nomi, si ritrova sostanzialmente nelle tradizioni più antiche della
medicina di quasi tulle le culture umane.
Nella nostra cultura occidentale, permeata dal moderno pensiero scientifico e
da un grande sviluppo della medicina basata su tecnologie estremamente
sofisticate, sopravvive comunque la pranoterapia, seppure molto osteggiata
dalla medicina ufficiale, che la considera priva di basi scientifiche e
soprattutto di una effettiva azione terapeutica.
Da queste accuse i pranoterapeuti (e le associazioni in cui sono variamente
associati) si difendono mostrando una vasta casistica di malati su cui la
pranoterapia avrebbe conseguito risultati eccellenti, I critici ribattono
attribuendo tali risultati positivi (che indubbiamente non si possono negare) al
cosiddetto “effetto placebo’, un fenomeno di origine psicologica che consiste
essenzialmente in un miglioramento dei sintomi di molte malattie a opera di
una riconosciuta capacità della nostra mente di poter agire sul corpo (soma)
attraverso una grande varietà di meccanismi biochimici ed ormonali che sono
sotto un controllo almeno parziale del sistema nervoso centrale, e quindi
dipendenti a loro volta da fattori psicologici. Per esempio gli stati depressivi
tendono a diminuire l’attività del sistema immunitario, aumentano la
sensibilità al dolore, ed influenzano in senso negativo una vasta serie di altri
meccanismi biochimici.

Uno stato di serenità e fiducia in sé stessi agisce in senso opposto,


normalizzando o migliorando molti aspetti della nostra biochimica. Pertanto
può essere sufficiente la fiducia nelle capacità del pranoterapeuta e sua abilità
a circondarsi da un alone di fama e rispetto, per conseguire un miglioramento
del livello psicologico del malato, e da qui anche un miglioramento del livello
somatico su una vasta serie di malattie le più diverse fra loro.

Pur non negando esistenza dell’effetto placebo, che è stato dimostrato dalla
medicina scientifica con un gran numero dì sperimentazioni in doppio cieco
in cui si confronta l’azione di un farmaco con un prodotto inerte (all’insaputa
del paziente), i pranoterapeuti sostengono tuttavia che questa visione è
riduttiva, e che la pranoterapia può indurre sul paziente degli effetti positivi
che vanno ben oltre l’effetto placebo.

Se la pranoterapia fosse interamente riconducibile a tale effetto, a mio parere


sarebbe comunque giustificata la sua esistenza, nonché la libertà individuale
di ricorrere ad essa, in quanto l’effetto placebo potrebbe essere considerato, a
tutti gli effetti, una terapia (sintomatica) generale di molte malattie, specie di
quelle a base psicosomatica e dove entra una componente dolorifica in tutte le
sue forme.
E’ peraltro molto interessante stabilire scientificamente se la pranoterapia
possa indurre effettivi miglioramenti o complete guarigioni al di là
dell’effetto placebo.
In tal caso, si potrebbe supporre esistenza di una componente squisitamente
paranormale in tale risultato, dato che la tecnica normalmente utilizzata non
implica alcun tipo di contatto fisico col paziente.
Storicamente sono state descritte un certo numero di tecniche per dimostrare
la obiettiva capacità del pranoterapeuta di indurre guarigioni, escludendo
effetto placebo.
Sempre dal punto di vista storico, uno dei concetti più comuni che circolano
nell’ambiente dei pranoterapeuti, è che il sensitivo-pranoterapeuta sia in
grado di emettere un quid, variamente denominato fluido “prana’,
“bioenergia’ etc che sarebbe responsabile dell’azione guaritrice.
Alcune di queste tecniche sono state specificamente ideate ed utilizzate per
dimostrare l’esistenza di tale fluido, e quindi la obiettiva esistenza dell’azione
guaritrice.
In questo articolo descriverò le principali tecniche che sono state utilizzate e
fornirò un parere circa la effettiva capacità della tecnica di dimostrare
qualcosa.
TECNICHE STRUMENTALI NON BIOLOGICHE
La tecnica della Camera Kirlian

Questa tecnica è stata inventata negli anni trenta da un fotografo russo


Semeyon Kirlian, e consiste in una elettro-fotografia (oggi a colori) che mette
in evidenza il cosiddetto “effetto corona” prodotto dalla scarica ad alta
tensione (oltre 6000 volts) e ad alta frequenza (circa 10000 Hz) che avviene
fra l’oggetto da fotografare ed una piastra conduttrice della macchina.
L’oggetto da fotografare può essere inanimato oppure (è il caso più comune)
è la mano del sensitivo-pranoterapeuta oppure del paziente.
Si ottengono immagini molto suggestive e pittoriche che mostrano
tipicamente un alone luminoso più o meno accentuato attorno alle dita e alla
mano del soggetto.
Da queste foto gli aspiranti pranoterapeuti ricavano spesso la convinzione di
possedere straordinarie capacita’ concesse solo a pochi comuni mortali.
Il problema principale con la foto Kirlian è che manipolando opportunamente
i parametri della macchina (tempi di esposizione, tensione delle correnti e
loro frequenza, qualità della pellicola, modalità di sviluppo) si possono
modificare i risultati entro ampi limiti.
Peraltro, anche se si tengono rigorosamente costanti i parametri della
macchina e dello sviluppo, si osservano differenze significative sullo stesso
soggetto a distanza di ore e giorni.
Come interpretare le differenze individuali nella forma e qualità degli aloni
luminosi che circondano le dita della mano? Il principale parametro che
determina l’alone attorno le dita è dato dalla umidità cutanea (la pelle emette
continuamente vapore acqueo, e questo è un gas conduttore che contribuisce
in modo determinante all’effetto corona).
L’effetto corona si ottiene anche fotografando oggetti metallici, i quali sono
conduttori, ma non emettono sicuramente prana.
Se si riveste la mano con un sottile guanto di materiale plastico isolante
(esempio guanti da chirurgo in polivinile) l’effetto corona scompare quasi del
tutto. Pertanto non ha senso considerare l’alone attorno alle dita come una
prova diretta dell’esistenza del “fluido” in quanto si tratta soprattutto di
vapore acqueo, che può essere bloccato da un sottile strato di materiale
isolante, Il presunto “fluido” o “prana”, se fosse quello fotografato dalla
Kirlian, non dovrebbe certo essere facilmente bloccato in questo modo, dato
che nella comune descrizione data dai pranoterapeuti viene immaginato come
un quid in grado di agire a distanza, e di penetrare in profondità nel corpo del
malato.
Detto questo, occorre dire che la foto Kirlian può mettere in evidenza
variazioni di conducibilità elettriche della pelle che sono in diretta relazione
con variazioni della sudorazione, che a loro volta sono fortemente connesse
con variazioni dello stato emozionale, oppure con altri parametri
psicofisiologìci.
In particolare la relazione che esiste fra conducibilità elettrica cutanea e stati
emozronali è nota in psicofisiologia da moltissimi anni e correntemente
utilizzata da molti medici e psicologi tramite opportuni strumenti attualmente
in commercio.

Esiste anche una diffusa interpretazione delle foto Kirlian secondo criteri
proposti dal medico tedesco Mandel, che mette in relazione forma ed
ampiezza degli aloni luminosi attorno alle dita di mani e piedi con tutta una
varietà dì disfunzioni organiche. Sulla validità di tale correlazione è molto
difficile esprimere un’opinione, trattandosi comunque di teorie che si
pongono al di fuori della medicina convenzionale.
Si può solo affermare con una certa sicurezza che la foto Kirlian non può
costituire una prova dell’esistenza del “prana’ così come sostenuto
nell’ambiente dei pranoterapeuti, mentre potrebbe costituire un mezzo
dìagnostico indiretto per molte malattie, sempre che si possa dimostrare la
corrispondenza fra “segni” sulla foto e le varie malattie.

La tecnica elettroencefalografica (EEG)

Questa tecnica è stata applicata estesamente per primo dal Dr. Marco
Margnelli per conto deII’ANPSI (Margnelli, 1987).
In seguito ho utilizzato anch’io questa tecnica nell’ambito di una serie dì
ricerche più estese che implicavano anche lo studio della psicocinesi.
Questa tecnica permette di vedere innanzi tutto le capacita di concentrazione
mentale di un soggetto, vale a dire principalmente il ritmo alfa, oltre che altri
parametri elettroencefalografici quali la simmetria e correlazione fra l’attività
dei lobi cerebrali destro e sinistro, ed i ritmi theta e beta.
Una ricerca eseguita dall’autore (Giroldini, 1994) che conferma dati
precedenti raccolti dal Dr. Margnelli, ha mostrato che nei migliori sensitivi
pranoterapeuti il ritmo alfa è molto sviluppato, e si presenta spontaneamente
appena il soggetto chiude gli occhi e comincia rilassarsi, oppure quando
esercita la sua azione prana su di un soggetto.
Per contro, il ritmo alfa è decisamente meno sviluppato e profondo nei
soggeetti ”normali” e nei pranoterapeuti dilettanti, cioè con poca esperienza o
capacità.
Il ritmo alfa è dato da onde elettriche misurabili a livello dello scalpo,
generate dalla corteccia cerebrale, nella banda di frequenze comprese fra 8 e
12 Hz (oscillazioni al secondo) con una ampiezza compresa fra 10 e 60
microvolt.
Questo ritmo è tipico del rilassamento profondo, ad occhi chiusi, ed è
particolarmente sviluppato nei soggetti che praticano tecniche quali lo Yoga o
la Meditazione, o altre tecniche di autocontrollo mentale.
Nei migliori pranoterapeuti che ho potuto esaminare, il ritmo alfa si
instaura spontaneamente nel giro di pochi secondi, appena sono chiusi gli
occhi, con una ampiezza ed una stabilità molto elevate, a differenza di quanto
succede nella maggior parte delle persone dove si presenta in ‘fusi” della
durata di uno-due secondi seguiti da intervalli di assenza dell’ordine dei 10-
30 secondi.
Cosa ancor più sorprendente. il ritmo alfa permane in alcuni pranoterapeuti
anche quando operano su di un soggetto ad occhi aperti, condizione questa
(apertura degli occhi) che è normalmente sufficiente per far sparire il ritmo
alfa.
La stretta relazione fra capacità pranoterapeutiche (valutate sulla base
dell’esperienza e dei risultati clinici ottenuti dal pranoterapeuta) e ritmo alfa,
sembra essere attualmente l’ indice più obiettivo e di facile misurazione oggi
disponibile per valutare velocemente le capacità praniche.

Questa misura naturalmente non permette di evidenziare direttamente alcun


“fluido” nè alcuna capacità paranormale in senso stretto, ma solo di valutare
una caratteristica psicofisiologica, secondo tecniche standard, che corrisponde
alla attitudine di un soggetto a entrare facilmente in uno stato di rilassamento
profondo, isolandosi notevolmente dal mondo esterno, in cui diventa piu’
facile avere accesso ad una serie di esperienze parapsicologiche di tipo
generale (ESP e PK).
Test di psicocinesi (PK) computerizzata
Ho proposto ed iniziato per primo questa tecnica nel 1992 per conto
dell’ANPSI, in associazione al test EEG, a completamento di una
sperimentazione di cui ho parlato in alcuni articoli (Giroldini, 1991).
Consiste in un test della durata di circa 10 minuti che si esegue al computer,
dove un soggetto cerca di influenzare mentalmente un dispositivo elettronico
che è collegato al computer.
Il dispositivo elettronico è un generatore di segnali elettrici casuali, mediante
il quale il programma che gira sul computer modifica la traiettoria di una
traccia (o altro disegno) che compare sul monitor. La traccia ha un andamento
casuale verso l’alto o verso il basso dello schermo.
Il presupposto teorico è che sia possibile, mediante una azione psicocinetica,
agire sul generatore di segnali in modo da modificare la traccia in una
direzione predeterminata (per esempio verso l’alto). Il test è ispirato ad una
serie di analoghe sperimentazioni sulla psicocinesi descritte nella letteratura
scientifica.
Trattandosi esplicitamente di un test di psicocinesi, la relazione con le
capacità pranoterapeutiche è quindi indiretta, ed è basata sull’ipotesi che i
pranoterapeuti possano ottenere risultati migliori (in questo test) rispetto alle
persone normali.
Sembra che le cose stiano effettivamente così dal 1990 al 1993 ho potuto
condurre personalmente questo test su circa 70 pranoterapeuti (o aspiranti
tali) ed ho ottenuto dei risultati che mostrano chiaramente come il risultato
medio del test migliori sensibilmente all’aumentare dell’esperienza del
pranoterapeuta.
Per pranoterapeuti aventi una esperienza compresa fra 0 e 1 anno (N=57), il
risultato medio del test è +0.048, per quelli (N=R) con esperienza compresa
fra 1 e 3 anni, il risultato medio vale +1.83, e per quelli (N=5) con esperienza
oltre i 3 anni, il risultato sale a +3.11.
(Questi numeri esprimono una deviazione percentuale dalla attesa casuale,
che vale esattamente 0.0 in assenza di effetti psicocinetici). Questi risultati
confermano che l’effetto PK esiste ed è decisamente migliore nei più bravi
pranoterapeuti.
Il test ha valore solo indicativo, in quanto diversi sensitivi, anche bravi, si
trovano a disagio nell’agire mentalmente su un sistema elettronico che
assomiglia ad un videogame.
Test della azione a distanza su un colloide di ossicloruro di bismuto

Questo test è stato proposto presso l’Università di Milano da A. Ansaloni e P.


Vecchi, e consiste nel modificare la velocità di sedimentazione di un colloide
di ossicloruro di bismuto (Ansaloni e Vecchi, 1991).
Il soggetto (o il pranoterapeuta} impone le mani, a distanza, per circa 20
minuti su dell’acqua distillata. L’acqua così ottenuta viene denominata
“acqua bioattivata’ ed essa viene quindi utilizzata per effettuare il test con il
bismuto, confrontando il risultato con quello ottenuto con acqua distillata non
trattata.

Gli sperimentatori hanno riportato i risultati dei loro esperimenti, condotti su


un centinaio di pranoterapeuti, confrontandoli coi risultati ottenuti da soggetti
normali e con le prove in bianco. I loro dati mostrano una significativa
modificazione (in media) della velocità di precipitazione del bismuto
ossicloruro da parte dei soggetti pranoterapeuti, mentre i controlli ed i
soggetti normali forniscono risultati sovrapponibili, cioè molto simili.
La realizzazione pratica di questi esperimenti richiede una buona manualità e
riproducibilità delle condizioni sperimentali.
In particolare sarebbe stato meglio realizzare gli esperimenti in condizioni tali
da minimizzare gli effetti di interferenza dovuti a campi elettromagnetici e
radiazioni ionizzanti naturali che sono suscettibili di modificare sensibilmente
la velocità di precipitazione dei colloidi. Ciò nonostante, i risultati
complessivi di questa sperimentazione sono molto interessanti e meritevoli di
ulteriore attenzione.
Essi indicano con chiarezza che i pranoterapeuti possono agire su un sistema
chimico particolare (come i colloidi) modificando un parametro chimico-
fisico, senza contatto diretto.
TEST SU SISTEMI BIOLOGICI
Test sulla velocità di sedimentazione del sangue

La velocità di eritro-sedimentazione (VES), cioè la velocità con cui gli


eritrociti sedimentano spontaneamente separandosi dal siero, e’ stata
utilizzata da Ansaloni e Vecchi (1991) come ulteriore metodo per verificare
le capacità dei pranoterapeuti.
Lo scopo era quello di tentare un approccio sperimentale che passasse da
sistemi inorganici, come il colloide all’ossicloruro di bismuto, a colloidi
decisamente biologici, come il sangue.
I soggetti dovevano trattare a distanza le provette contenenti sangue umano,
passando per un certo tempo le loro mani sopra le provette. Il test di
sedimentazione veniva successivamente effettuato esprimendo il risultato
secondo l’ indice di Katz.
Una analoga serie di misure di controllo veniva effettuata sugli stessi
campioni di sangue, che non erano stati trattati dal pranoterapeuta. Anche in
questo caso gli sperimentatori hanno riportato una differenza significativa
della velocità di sedimentazione fra campioni di sangue trattati e non trattati,
osservando nella maggior parte dei casi un aumento dell’indice di Katz.
Quindi i risultati sono stati congruenti con quelli ottenuti coi collodi
inorganici.

Ansaloni e Vecchi interpretano questi dati in termini di ‘bioenergia” che


agisce su strutture molto sensibili a deboli effetti chimico-fisici quali i
colloidi. lo preferisco interpretare questi risultati col concetto più generale di
psicocinesi, cioè azione diretta della mente sulla materia, poiché gli effetti
psicocinetici sono stati riportati in letteratura scientifica su una grande varietà
di sistemi fisici, quali il decadimento di atomi radioattivi, le microsfere di
polistirolo, i circuiti elettronici, i colloidi inorganici, fino ai sistemi biologici
(sangue, microrganismi, semi, piante, ed animali).
Test dell’azione a distanza sulla velocità di crescita di semi e piante

In letteratura sono stati riferiti molti esperimenti di questo tipo, per esempio
possiamo citare
Loehr (1959); Grad, (1965); Miller, (1978). I soggetti che tentavano di
influenzare la crescita di semi e piante erano persone qualsiasi, peraltro ben
motivate psicologicamente, ed anche pranoterapeuti.
I risultati riportati mostrano che è effettivamente possibile, mediante la sola
azione mentale, influenzare la velocità di crescita di semi e piante, nel senso
generalmente di favorire un più veloce sviluppo dei semi o delle piante.
Tipicamente gli esperimenti sono condotti preparando un certo numero di
vasetti contenenti semi di piante a crescita veloce (esempio: fagioli) avendo
cura di creare e mantenere delle condizioni di umidità, temperatura, e
illuminazione molto omogenee fra due gruppi eguali di vasi.
Il primo gruppo viene giornalmente “trattato” da uno o più sensitivi-
pranoterapeuti per almeno 20 minuti, alla distanza di almeno un metro, per
circa due settimane.
L’altro gruppo di controllo non riceve il trattamento prana, ma solo le stesse
cure ordinarie riservate a tutti i vasetti.
La valutazione dei risultati si effettua documentando per via fotografica o
altro la velocità di crescita dei due gruppi di semi o piantine.
A mio giudizio questo è un test molto sensibile, ma richiede tempi di
esecuzione piuttosto lunghi (almeno due settimane) per poter seguire la
crescita dei semi trattati dal pranoterapeuta rispetto al gruppo di semi di
controllo. E’ assolutamente necessario assicurare una elevata omogeneità
delle condizioni ambientali ai semi in modo da eliminare differenze di
crescita dovute a cause diverse dall’azione prana.
Per ovviare a queste difficoltà si potrebbe adottare un altro metodo che ho
descritto in esperimenti che ho condotto diversi anni fa (Giroldini, 1986).

In quegli esperimenti descrivevo un procedimento consistente nel misurare,


con un opportuno strumento, la debole attività elettrica presente sulle foglie
delle piante. Questa attività elettrica spontanea, che per certi versi ricorda
l’attività EEG, ma ha ovviamente un significato bioelettrico molto diverso,
può essere misurata con continuità, e quindi è possibile misurare il valore
medio in una certa pianta in un certo intervallo di tempo, e poi chiedere ad un
sensitivo di cercare di aumentare questo valore, per esempio durante 5 minuti,
mediante una azione mentale a distanza.
Gli esperimenti che ho eseguito nel 1986 in questo modo, hanno mostrato che
effettivamente si può ottenere un aumento dell’attività elettrica spontanea
sulle toglie per semplice concentrazione mentale.
Se si ha cura di eseguire correttamente l’esperimento, schermando in una
gabbia di Faraday le piante, e misurando l’attività elettrica prima e dopo
l’azione prana, si può disporre di un test dì accettabile velocità di esecuzione
e sensibilità.
E’ un test che assomiglia molto alle reali condizioni operative del
pranoterapeuta perché agisce su un sistema biologico vivente, con la
completa esclusione del famigerato “effetto placebo” (o suggestione) che
inquina sempre qualunque azione prana su di una persona.
Test dell’azione a distanza su animali da laboratorio

Questo test si basa su animali da laboratorio (in genere topi o ratti) a cui viene
indotta una ferita (per esempio un edema sottocutaneo), che il pranoterapeuta
dovrà curare a distanza senza mai toccare gli animali.
Un esperimento di questo tipo è stato descritto da Bellentani et al. (1987) sui
topi, mentre Wirth et al. (1992) hanno descritto esperimenti condotti con
salamandre a cui furono amputati gli arti anteriori (in questi animali le zampe
ricrescono spontaneamente).
In entrambi gli esperimenti i pranoterapeuti riuscirono ad accelerare la
guarigione negli animali da loro trattatì.
Il test si esegue su due gruppi eguali di animali, di cui solo un gruppo viene
trattato dal sensitivo allo scopo di accelerare la guarigione, l’altro funge da
controllo.
Il tempo di esecuzione è di un paio di settimane circa, con trattamento
giornaliero. Si richiede la collaborazione di un biologo o di un medico che
sappia come trattare gli animali, come indurre la ferita e decidere un valido
procedimento per misurare la velocità di guarigione. Il test si presta bene per
valutare le capacità pranoterapeutiche di un soggetto, escludendo
completamente l’effetto placebo, ma richiede che il lavoro sia ben condotto
sperimentalmente da persone esperte, in un laboratorio attrezzato.
Questo test è quello che più assomiglia alle reali condizioni operative del
pranoterapeuta, ma non è facilmente eseguibile in tempi brevi, e neppure per
un numero elevato di soggetti (quanti animali e quanto tempo occorrerebbe
impegnare?).
CONCLUSIONI
Da questa breve disamina, emerge che oggi sono
disponibili (in linea di principio) una grande varietà di
test per valutare le reali capacità pranoterapeutiche di
un soggetto. Ciascun metodo presenta vantaggi e
svantaggi, alcuni sono veloci, ma indiretti, quelli più
diretti (come l’ultimo descritto) sono troppo complessi
per essere eseguiti correntemente, per questi motivi le
varie Associazioni di pranoterapeuti continueranno ad
utilizzare principalmente il metodo Kirlian, poi l’analisi
EEG, ed anche altri metodi che qui non ho descritto
perché penso che non abbiano alcuna relazione con le
capacità pranoterapeutiche.
Bibliografia
M. Margnelli, “Risultati preliminari di una ricerca
suIl’elettroencefalogramma durante la pranoterapia”, in: Psicobiofisica in
Pranoterapia, a cura di L. Muti, Musumeci Editore, (1987).
W. Giroldini. “Analisi spettrale elettroencefalografica durante la
pranoterapia’, in: L‘Uomo e il Mistero, a cura di Paola Giovetti, p.l77-185,
(1994).
W. Giroldini, “Psicocinesi mediante tecniche computerizzate”, Quaderni di
Parapsicologia, VoI. 22(2), p.29-42, (1991).
A.Ansaloni, P. Vecchi “La pranoterapìa in laboratorio”, Quaderni di
Parapsicologia, Vol. 22(1), p.l5-30, (1991).
F. Loehr “The power of prayer on plants”, Doubeday, New York (1959). B.
Grad “Some biological effect of the laying on of hands”, Journal A. S. P. R.,
95, 129 e 59,2 (1965).
R. Miller “Metodi per scoprire e misurare le energie guaritrici”, da
Parapsicologia scienza del futuro, di J. White e S. Krippner, Armenia (1978).
W. Giroldini “Esperimenti di azione mentale sulle piante”, Quaderni di
Parapsicologia, p21-30, (1986).
P. Bertolani, M.S. Bellentani, Gradellini, G. Noera “Proposta per un corretto
approccio medico-scientifico allo studio dei guaritori pranoterapeuti”,
Metapsichica, p.34-44, (1987).
D. Wirth, C. Johnson, J. Horvath, and A. MacGregor “The effect of
alternative healing therapy on the regeneration rate of salamander forelimbs’,
Journal of Scientific Exploration, 6(4), p375-390, (1992
SPERIMENTAZIONI:Energia(2)

"Da un'azione su tutta la persona del precedente test, ad


un'azione locale, concentrata sulla mano del soggetto. Le
dinamiche richiamano esperienze della pranoterapia o
dell'healing-touch. Le frasi impiegate da parte dell'operatore
sono frasi tipo, niente di rigido. Se ne salvi il senso.
Analogamente per le risposte che darà il soggetto."
Test 02
Scambio di energia

test 02.01

Azione senza contatto, breve raggio

Preparazione
Il soggetto è seduto al tavolo, gli avambracci e i palmi delle
mani poggiati sul tavolo, in avanti.

L'operatore è seduto di fronte a lui, allo stesso tavolo

Azione:

Come per il test precedente l'operatore deve tranquillizzare il


soggetto dicendogli che la sperimentazione riguarderà la
percezione di comunissime sensazioni. Non deve essere in
atteggiamento di attesa, ma rimanere rilassato, respirando
lentamente e profondamente.

I suoi occhi possono essere mantenuti indifferentemente


aperti o chiusi.
Se deciderà di mantenerli chiusi sarà meno distratto dai
movimenti dell'operatore, ma in questo caso è richiesto un
maggiore atteggiamento di fiducia nei suoi confronti .
Al contrario, lasciando gli occhi aperti, ad una minore
sensibilità alle sensazioni 'proposte' si accompagna una migliore
gestione del suo stato di lucidità (che comunque deve essere
sempre monitorato)

L'operatore pone la sua mano destra su quella del soggetto,


sollevata di un paio di centimetri dal suo dorso

Effettua lentamente delle leggere rotazioni con la sua


mano (di pochi centimetri di raggio) e sempre in uno stesso verso
orario.

Chiede al soggetto, senza interrompere l'azione, di riferire


sulle sensazioni avvertite.

Il soggetto dichiarerà di avvertire caldo.(risposta solo


apparentemente scontata e banale....)

Continuando il movimento rotatorio l'operatore si sposta


lentamente sulle dita e chiede al soggetto di concentrarsi
sulle punte delle stesse, e di riferirne la sensazione provata.
Il soggetto parlerà di un formicolio, e a tratti 'come di aria fredda'

Sempre continuando il movimento rotatorio ritorna alla posizione


iniziale chiedendo di concentrarsi sulla sensazione avvertita dal
dorso in corrispondenza del centro della mano

Il soggetto dichiarerà di avvertire, oltre il caldo, come di essere


toccato. Di sentire la mano intorpidita, come addormentata

L'operatore effettua una serie di movimenti verso l'alto (immagini


di essere collegato con una corda dal centro della sua mano al
dorso del soggetto), come bruschi strappi di un paio di centimentri,
riabassando la mano, sempre alla solita altezza dopo ogni strappo.

Alla richiesta Cosa ti sembra che succeda ? La risposta sarà :


Mi sembra che la mano si sollevi

In questo caso confermare la giustezza della sensazione provata e


iniziare a sollevare lentamente la mano, come per tirare su quella
del soggetto.

Immaginate di avvertirne tutto il peso, di dover faticare a sollevarla.


Allargate le votre dita come ad amplificarne l'azione di sollevamento

La mano del soggetto si staccherà dal tavolo, poi lentamente,


seguendo quella dell'operatore si solleverà

Tranquillizzare il soggetto, appoggiare la propria mano sulla sua e


questa volta a contatto accarezzarne il dorso con un movimento
rotatorio antiorario.

Contemporaneamente abbassare la propria mano spingendo


verso il basso quella del soggetto.

Posatasi nuovamente sul tavolo effettuate una serie di 'massaggi'


della mano dal polso alle dita, come per far scivolar via 'qualcosa'

Chiedete al soggetto di respirare profondamente e terminate


il massaggio solo quando vi dirà di risentire la mano 'ben desta'
e normale !

"Le azioni che il soggetto dovrà avvertire potranno essere


preventivamente annotate nella corretta successione su un foglio da
parte dell'operatore e consegnate a lui in una busta chiusa. Al termine
della sperimentazione verrà aperta la busta e si effettuerà l'analisi
delle concordanze."
Ho avuto una intuizione !

Lo stato ipnotico e il sogno lucido sono stati alterati di coscienza, di norma non
riproducibili spontaneamente, ma solo mediante tecniche particolari e spesso
con il supporto di ausili o di operatori esterni, eppure nella nostra vita ordinaria
assistiamo spesso all'emergere di informazioni, conoscenze esterne al nostro
database di esperienza-ricordo e questo ci lascia sconcertati.

Abbiamo forse altri canali di conoscenza che si attivano senza la necessità di


impiegare tecniche particolari ? Veniamo posti spesso di fronte a questo
interrogativo quando personalmente sperimentiamo "anomalie di conoscenza"

Un classico caso è il dejavu, il rivivere situazioni già 'viste', addirittura nel


corso del loro svolgimento riuscendo a raffigurarsi come in una anteprima la
successione delle singole azioni/scene.
La scienza parla di ritardo tra i processi visivi e quelli cognitivi-mentali, e
questa asincronia percettiva viene percepita come dejavu.

Una seconda ipotesi, di origine tibetana, è l'affiorare di sogni chiaroveggenti,


rimossi al risveglio e che si ripresentano alla memoria al momento della
realizzazionedegli eventi.

Una terza ipotesi è la percezione anticipata di un evento attraverso la semplice


intuizione, l'intuizione quindi come possibile canale 'alternativo' di
conoscenza.

Ebbi già modo di provare questo potentissimo strumento proprio con Ernesto.

Finalmente avevo qualcuno che mi avrebbe potuto ipnotizzare e concedermi


quel agognato allargamento di coscienza che fornivo agli ipnotizzati ma che
non riuscivo a riprovare in me.
Ernesto mi avrebbe messo nello stato ipnotico e 'inviato' mentalmente nella
sua casa (a me non nota) per raccogliere dei particolari e riferirli. Difronte alla
sua difficoltà ad ipnotizzarmi, rimanendo a occhi chiusi gli dissi che sarei
andato comunque nella sua casa semplicemente immaginandola..
Man mano che affioravano le immagini le comunicavo ad Ernesto e agli amici.

Riferii di vedere uno strano quadro, uno scolaro con la testa reclinata
lateralmente intento a scrivere pieno d'impegno su un foglio.

Era esattamente il quadro che Ernesto aveva nel salone !

Presi a sperimentare la tecnica con gli amici dell'università che a turno,


fantasticando, descrivevano la casa del vicino di banco. Emergevano
spessissimo particolari insoliti che solo il proprietario poteva conoscere.
Ma quale deve essere il giusto atteggiamento mentale per avere delle 'genuine
intuizioni' ?

Si gioca su una lama del coltello, da un lato c'è l'attitudine mentale a far
riaffiorare materiale seppellito nella nostra memoria, sull'altro versante il
nostro subcosciente cerca di comunicare con noi nel modo più semplice,
mediante analogie.
In pratica se immaginando la camera da pranzo 'bersaglio' la immagino come
la mia, potrei essere stato condizionato dal ricordo ma anche che il subconscio
ha usato quella immagine perché già pronta e più facilmente riportabile alla
mia coscienza.

Come discriminare quindi ?

Il trucco non è tanto nel tipo di materiale che si presenta alla mente, (anzi
l'atteggiamento del "psioneer" deve essere il più neutrale e acritico possibile),
ma nella modalità di affioramento alla memoria.
Se non è stato prodotto da una 'ricerca' logica, ma spontaneamente, in
brevissimo tempo, è credibilmente un materiale degno d'interesse.

Non sapevo all'epoca '74-76' di aver nel mio piccolo sperimentato la tecnica del
Remote-Viewing sviluppata ben venti anni dopo.

Remote Viewing può essere considerata la 'versione moderna' della


chiaroveggenza, dove per visione (viewing) si intende però una vasta gamma
di percezioni a distanza che vanno dalla visione, al tatto, al gusto quindi una
migliore traduzione potrebbe essere "percezione a distanza"

Ho rintracciato un interessante filmato in rete che vi propongo, seguiranno


presto schede di test.
Causa ed Effetto.

L’energia è definita come la capacità di un corpo o di un sistema a


compiere lavoro. Dal punto di vista strettamente termodinamico
l'energia è tutto ciò che può essere trasformato in calore a bassa
temperatura. (Wikipedia)

Il braccio di ferro tra scienza e parapsicologia si gioca sul tavolo della


meccanica e della termodinamica.

Qualsiasi energia ‘deve lasciare traccia di sé


1) mediante la misurazione di una forza che genera un lavoro (ad esempio uno
spostamento di oggetti)
2) mediante la produzione di calore.

Se si ipotizza una energia psichica che governi i fenomeni psicocinetici e quelli


psicocognitivi (es. telepatia, chiaroveggenza..) è fondamentale raccoglierne la
traccia, diversamente l’energia non ha modo di esistere, ciò è quanto
affermato dalla scienza.

Ad oggi questa radiazione è sfuggita a sensibilissimi strumenti (es.


magnetometri Squid), in controtendenza con l’asserita capacità di
comunicazione a grande distanza telepatica che richiederebbe segnali di
notevole potenza per superare gli schermi che non sembrano influenzare il
fenomeno.(tralasciamo la recente ipotesi quantistica)

Se i fenomeni fisici medianici sono scarsamente riproducibili, nella ricerca


psicocinetica alcuni laboratori sono riusciti a disporre di soggetti
particolarmente interessanti. Escludendo volutamente il caso di Uri Geller,
intorno al quale si sono aperti dubbi sulla genuinità dei fenomeni, (per un
approfondimento vai al sito http://site.uri-geller.com/) cito la sperimentazione
nella ex unione sovietica di Nina Kulaghina, per la quale non sono a
conoscenza di critiche sull’attendibilità.
Sul fronte del calore quale ‘messaggero’ di energia, il panorama invece di
amplia notevolmente.

In questa sede non voglio dimostrare l’esistenza di una nuova energia, ma che
in aree geografiche diverse, con usi e culture diverse, in epoche diverse, si
assiste spesso a fenomeni anomali dove la produzione di calore è senz’altro un
elemento caratterizzante, e questa è perlomeno una interessante coincidenza !

Iniziamo questa carrellata con la capacità di alcuni yogi ad aumentare la


propria temperatura corporea mediante una tecnica denominata Tummo,
riuscendo addirittura in questo modo a contrastare i rigori invernali.
Questo aumento di temperatura si riscontra anche nelle mani dell'operatore di
Qi-Gong, disciplina energetica e curativa cinese, durante le fasi di irradiazione
terapeutica.

Ancora un effetto termico misurato dalla termocamera a raggi infrarossi, una


differente cultura, anche se contigua alla precedente.

Cambiamo continente, cultura, tradizione e cerchiamo un caso simile...

Uno famoso !

Fonte:
http://www.invicchio.it/dimorarivotorto/files/padre_pio_da_pietrelcina.pdf
Le ipertermie

Un fenomeno misterioso che si sarebbe manifestato nel corpo di Padre Pio


furono le febbri alte. Tale evento sconcertò alcuni dei medici che in qualche
modo si erano interessati alla sua salute

I primi a osservarle furono i medici dell'ospedale militare di Napoli durante una


visita di controllo. La febbre era così alta che il termometro clinico non era in
grado di misurarla in quanto fuori scala
Il primo a misurare con esattezza il grado di temperatura della febbre di padre
Pio fu un medico di Foggia, quando il frate era ospite di un convento del luogo
e continuava a stare male. Il medico ricorse a un termometro da bagno che
registrò una temperatura di 48°

Lo studio scientifico di quelle febbri altissime fu ripreso dal dott. Giorgio Festa
nel 1920. Questi aveva sentito parlare di tale anomalia e riteneva il fenomeno
impossibile. Iniziò pertanto a misurargli la temperatura con metodo, due volte
al giorno, e diede ordine ai superiori del convento di fare altrettanto in sua
assenza (il che senza dubbio suggerisce alcuni dubbi sulla validità di queste
misurazioni). A giorni in cui la temperatura oscillava tra i 36,2 e i 36.5 °C si
alternavano altri in cui si evidenziavano picchi di temperatura a 48 - 48,5 °C.
Quando colto da tali temperature elevate il frate appariva molto sofferente e
agitato sul suo letto, ma senza delirio e senza comuni disturbi che di solito
accompagnavano alterazioni febbrili notevoli.
Dopo uno o due giorni tutto rientrava nel suo stato normale, e al terzo giorno
lo si vedeva nuovamente nel confessionale
Da un punto di vista medico-scientifico si tratta di fenomeno inammissibile, in
quanto temperature .talmente elevate possono condurre in breve tempo alla
morte. Tuttavia viene riportato che dopo tali attacchi febbrili il frate era in
grado di tornare ai suoi compiti senza apparente danno.
Val la pena ricordare che temperature corporee superiori ai 42 °C possono
provocare danni cerebrali ,A maggior ragione temperature superiori dell'ordine
dei 47 - 48 °C, sono considerate incompatibili con la vita umana

Ma il caso di padre Pio è solo tra gli ultimi di una lunga sequenza di fenomeni
studiati nella mistica cristiana e conosciuti come: incendium Amoris

E’ il principale dei fenomeni mistici di ordine affettivo, secondo la


classificazione del teologo domenicano Antonio Royo Marin. L’intensità o
impeto amoroso verso Dio si può manifestare come calore intollerabile che può
assumere la connotazione di vero “incendio d’amore”.

Nell’agiografia cristiana molti sono i casi tramandanti. Tra questi segnalo i


principali riportati nel testo “I fenomeni fisici del Misticismo” di Paolo A. Orlandi
edito da Gribaudi.
Santa Brigida (1303-1373) non avvertiva il freddo intenso della sua terra, la
Svezia.
San Stanislao Kostka (1550-1568), usava impacchi ghiacciati sul petto per
lenire il bruciore del cuore.
San Venceslao da Boemia (908-929), camminando scalzo sulla neve,
raccomandava i suoi accompagnatori di ricalcare le sue orme per riscaldarsi.
San Pietro d’Alcantara (1499-1562) non poteva rimanere chiuso in cella e
doveva uscire all’aria aperta per attenuare la fiamma interna che lo divorava.
Santa Caterina da Genova (1447-1510). Il suo ardore era tale che non si
poteva avvicinare una mano al suo cuore senza scottarsi
San Paolo della Croce (1694-1775)., ardeva talmente il suo cuore per il
Crocifisso che la sua tonaca fu spesso trovata bruciata sul petto.
Beata Lucia Broccatelli di Narni (1476-1544), aveva la pelle del petto
annerita, come bruciata
San Filippo Neri (1515-1595). Estingueva i calore interno scoprendosi il petto
e bevendo acqua fredda

Non si consideri irriverente l'aver accomunato casi di mistica cristiana a


differenti percorsi di ricerca spirituale .

Si è voluto solo evidenziare una analoga fenomenologia a prescindere dai


diversi contesti di manifestazione: ascetico, terapeutico, mistico

CONCLUSIONI :

Non sappiamo ancora se questi fenomeni siano generati da una nuova


energia ma sembra indubbio che la sua controparte (almeno termica)
sia evidente."
dagli Aruspici al Ganzfeld

Alla parola divinazione su Wikipedia troveremo associate un centinaio di


tecniche diverse che nel corso dei millenni, e in diverse culture, si sono andate
affermando.

Praticamente, dai fondi di caffè al volo degli uccelli, dal sale ai cristalli, non
c’è tecnica che non sia stata tentata dall'Uomo per buttare uno sguardo
indiscreto dalla finestra della sua esistenza giù lungo il sentiero del tempo, per
anticiparne gli eventi.

Pro e contro la divinazione si sono espressi con dotte argomentazioni filosofi,


teologi, uomini della scienza, e mi sembra sconveniente aggiungere una sola
virgola a quanto già detto, né voglio discutere sulla supremazia di una tecnica
sull'altra, visto che migliaia di anni non sono bastati a farlo.

Voglio invece cercare di accomunare, trovare elementi di lettura per una


ipotesi riunificante, che trascenda il tempo, le differenze culturali e le tecniche
impiegate.

Innanzitutto il modello è sempre lo stesso : L’uomo, nella sua ansia


esistenziale, associa elementi appartenenti ad una categoria, quella
naturale, a elementi di una seconda categoria, quella degli stati
possibili della sua esistenza, impiegando informazioni a lui sconosciute,
siano esse supposte di provenienza divina o appartenenti ad una
supercoscienza superiore.

Le regole di associazione tra le due categorie sono diverse da tecnica a tecnica,


ma vedono sempre alcune costanti comuni

• l’elemento interpretativo soggettivo è indispensabile.


• Le immagini, i simboli della prima categoria, generano nel soggetto delle
associazioni intuitive che determinano la divinazione o se vogliamo la
previsione dell’evento futuro.

L’elemento attivo dell’oracolo è evidente, sia nella fase di interpretazione che


nella disposizione dei segni che possono essere inconsapevolmente
composti in modo da orientarne il significato.
L’azione può essere esercitata inconsciamente dal sensitivo in modo diretto,
ad esempio sul verso di oscillazione del pendolo nella radioestesista o sulla
rotazione della bacchetta nella rabdomanzia, oppure indirettamente, per via
psicocinetica.

In questo senso tecniche avanzatissime come la GPC che ipotizza l’azione


psicocinetica della popolazione su una rete di computer tale da predire eventi
particolarmente significativi, differenzia ben poco dalla astragalomanzia o
divinazione mediante il lancio dei dadi, o per lo meno la differenza è solo in
termini di ampiezza di scala e modernità dello strumento impiegato !

Il nostro inconscio ha bisogna di materiale, in particolare visivo, per


esprimersi.
Come non accomunare la Caffeomanzia o la Tasseografia (rispettivamente
divinazione dei fondi di caffè e delle le foglie del tè), al ben più pragmatico
Test di Rorschach ?

In un caso le immagini senza significato vengono inconsciamente rielaborate


assumendo un significato di predizione, nel secondo caso invece l’inconscio
svela attraverso delle libere associazioni, alcuni elementi caratteristici della
personalità del soggetto, in entrambi i casi la funzione è la stessa, maieutica.

Un ulteriore similitudine culturalmente trasversale e atemporale è lo stato


psichico del veggente : le Pizie greche ma anche la nostra conterranea Sibilla
Cumana, gli sciamani, .., e tanti altri veggenti, esprimevano i loro vaticini in
uno stato alterato di coscienza, vuoi mediante l’assunzione di sostanze
allucinogene che tecniche di controllo del sogno, come ad esempio
nell’incubazione greca, o più semplicemente perché effettuavano il vaticinio
mediante l’osservazione protratta nel tempo di eventi naturali , in uno stato di
profonda quiete, isolati dai rumori e distrazioni della vita quotidiana.
Lo stato di Ganzfeld impiegato di recente nello studio delle capacità telepatiche
e chiaroveggenti ha sostituito con il rumore bianco (o rosa) elettronico emesso
in cuffia, quello delle radio fuori sintonia delle voci Raudive o EPV, ma andando
più lontano il fruscio del ruscello che assorbe le distrazioni dello sciamano.

Le diverse tecniche sono ‘un pretesto’ per giustificare da un punto di


vista culturale, di credo religioso, un fenomeno che la nostra ragione ci
impedirebbe di veder realizzato.
Una giustificazione pseudo razionale per creare la giusta convinzione,
(fede per alcuni), per realizzare qualcosa che sembra superare le
nostre capacità.

Questo gioco delle parti tra suggestione e auto convincimento diventa


anche la chiave per innescare fenomeni medianici o psicocinetici
maggiori, (vedi post :Intorno al tavolo prima di cena
"Il Mattino ha l'Oro in Bocca"

Sono le tre in punto. Il ligneo suono del simandron riscuote Alekandros


dal breve sonno notturno, e la sua ombra si allunga sulle pareti
calcinate della cella. Nella mente riprende il sussurro che per tutta la
notte ha tenuto nascosto al sicuro nel fondo del cuore : ”Signore Gesù,
abbi pietà di me peccatore”. Il respiro è regolare e sembra ritmare le
parole nella sua mente, mentre il tepore dal cuore si espande a tutto il
corpo, allontanando il freddo che la ruvida coperta non è riuscita a
vincere. I movimenti sono lenti, consueti, non affrettati. Un rituale che
si ripete ogni giorno, tutte le settimane, per dieci anni ormai trascorsi
sul Sacro Monte. Allunga la mano al rason ripiegato sulla sedia che
scivola sulle sue spalle e ricopre la piccola croce, lo schima. La stessa
gioia provata tre anni prima quando gli fu consegnato nella santa
funzione, gli invade il cuore. Poi il volto dell’igumeno , i cori dei
confratelli e la luce dei ceri che si espande come un sole in tutta la
cella. Al suo centro, il dolce sorriso della Vergine Eleousa con il
Bambino.
Nella stanza al terzo piano del’Istituto dei Sogni Lucidi a Kansas City il
display digitale scatta alle 3,15. Le tracce luminescenti del monitor ad
alta risoluzione incominciano a segnalare una nuova attività REM. Un
discreto beep annuncia che il momento è giunto.
Anne allunga la mano sull’interruttore Com-On, uno scatto e il suo
microfono parla alla mente di John, steso sul lettino, oltre il vetro. La
sua voce è dolce, suadente, e questo, oltre al fatto di essere una brava
psicologa, l’ha sicuramente favorita nella selezione per la borsa di
studio. Sorride compiaciuta al pensiero, mentre inizia a leggere il testo
che l’equipe ha predisposto. Una descrizione accurata con mille
particolari: la macchina, il percorso, gli incroci delle Street e Avenue, le
sfavillanti vetrine. Ricorda il suo viaggio alla Grande Mela, per
festeggiare il suo PCD con il ragazzo, tre mesi fa..... L’EEG segnala una
forte attività Theta:

anche Luke oggi è stato con lei a New York !


Nuovi Trend !

Anche tu come lo sciamano, ma non servono tamburi e fiamme per


provare una entusiasmante esperienza mistica.

Una tecnologia elettronica, seria, affidabile per le tue esperienze di


sogno lucido: la Tecnologia della Coscienza
Vola oltre i mari, supera le montagne, vivi in sogno i tuoi sogni !

DREAMVISION A SOLI 120 US $ !!!

"Lo stato ipnagogico è uno stato alterato di coscienza che può essere
raggiunto all'inizio di una fase REM (movimento rapido degli occhi
associato a una fase di sogno) e caratterizzato da una emissione di
onde EEG di tipo Theta (lente 4-7 Hz).
Nella notte si succedono diversi sogni, tutti preceduti da attività REM.
I sogni effettuati all'alba (IV-V della notte) seguono più rapidamente
una fase REM.

L'individuazione del movimento degli occhi può attivare un


condizionamento mentale mediante suggestione verbale, a mezzo
operatore ("Anne"), con voce pre-registrata.
In altri casi una mascherina con sensori all'infrarosso analizza il
movimento degli occhi e in caso di attività REM produce una serie di
segnalazioni luminose che giungono alla coscienza del dormiente che
attua in modo autonomo un'auto suggestione e con essa il sogno
lucido.

In stato ipnagogico il soggetto ha visioni lucide, allucinazioni


sensoriali, immagini di sogno che si sovrappongono alle immagini
reali.
Una deprivazione del sonno volontaria, lo svegliarsi in una fase
prossima all'attività REM possono contribuire alla creazione di uno
stato ipnagogico.

L'allargamento della coscienza nei sogni lucidi è riconducibile alla


frase della tradizione "Il sogno del mattino ha l'oro in bocca" il sui
significato è da intendersi : "Il sogno del mattino è profetico !"

Di ciò , evidentemente, è la parapsicologia a farne tesoro per possibili


applicazione e non la scienza ufficiale (purtroppo)
La tecnica da me applicata per i sogni lucidi può essere considerata
molto simile a quella di LaBerge, con la differenza che quest'ultima
prevede una maggiore preparazione lungo tutta la giornata con il
conseguente aumento di successi.

Anche LaBerge segnala la possibilità di creare un valido pretesto per


un risveglio fisiologico plausibile, mediante ad esempio l'assunzione
di molta acqua che ci costringerà ad interrompere 'in automatico' il
sonno per 'una pausa di servizio.
Concordo pienamente con questa osservazione: avevo infatti notato
che un sogno piacevole poteva essere ripreso dopo una pausa al
bagno, mentre uno brutto poteva essere volontariamente interrotto.

Mi ero fermato però solo ad un aspetto di questa analisi: quello di


poter incapsulare con un risveglio e un riaddormentamento un atto
volitivo (voler continuare un bel sogno - voler interrompere un cattivo
sogno...)

Ora ho chiuso il cerchio ! Era ancora l'esigenza di andare in bagno a


farmi svegliare, riportando così alla coscienza una impellenza che
rimane sepolta a livello inconscio, e ciò viene attuato in una fase non
REM, di pausa tra un sogno e un altro.

In pratica questa esigenza, gestita autonomamente dal nostro


organismo, ti sincronizza perché crea un risveglio ' a ridosso' di una
possibile nuova fase REM, consentendo una esperienza ipnagogica ! ! !
e ciò è più facile a realizzarsi nelle ultime attività di sonno, all'alba,
proprio per la riduzione nei tempi d'ingresso di cui sopra..

Forse la riduzione nella frequenza delle mie esperienze di sonno lucido


è proprio da collegarsi ad un fatto di dieta (riduzione con l'età di liquidi
assunti)
Dovrò verificare l'ipotesi....."
Cronaca di una Illuminazione ?

Da due mesi scrivo questo Blog raccontando esperienze del passato e


ripetendomi ad ogni pubblicazione: “Come mi piacerebbe avere nuovo
materiale insolito, "paranormale", da proporre ai lettori.” “ Poi,
proprio da questo Blog è emerso qualcosa che mi ha profondamente
scosso e che ora vi racconto come in una cronaca.

Giovedì 20-Gennaio-2011 ore 21.00

Sistemato sul divano, occupato con tecnica militare per sottrarlo a mia
moglie, vado consolidando una pila di libri da consultare che si ostina a non
saperne a mantenersi sull’attenti e ripetutamente si spalma ostinata sul
pavimento, come a non gradirmi come vicino Finalmente la nostra difficile
convivenza, resa ancora più precaria dall’ultimo arrivato, il portatile, viene
raggiunta e posso così concentrarmi sul nuovo Post.

Ho intenzione di raccontare in differenti ambientazioni geografiche e


culturali esperienze di stati alterati di coscienza, evidenziandone i tratti
comuni, e per far questo ho bisogno di un titolo che ne rappresenti una giusta
sintesi...
.
Quasi subito, pensando alle esperienze che di li a poco andrò a scrivere, dai
meandri della mente emerge il titolo: “Il Mattino ha l’Oro in Bocca”. che mi
sembra di ricordare tragga la sua nascosta ermeneutica dalla Bibbia, ad
indicare la ricorrenza di episodi profetici nelle prime ore del giorno. Peccato
non avere la citazione esatta!

Bene, il primo passo è fatto !

Ora voglio descrivere come, proprio nelle prime ore della mattina, si realizzino
esperienze mistiche e di ricerca psichica con interessanti assonanze.

Giovedì 20-Gennaio-2011 ore 22.00

Inizio a raccogliere il materiale di base per l’ambientazione.. , santa internet !

Entro virtualmente in alcuni monasteri ortodossi e faccio conoscenza, di


alcuni monaci che mi confidano le loro consuetudini, il modo di vestire,
l’organizzazione, le feste, ma soprattutto la Regola.

Scavalcando con un passo Mar Mediterraneo e Oceano Atlantico arrivo negli


USA, alla ricerca di laboratori per il sogno lucido. Qui mi trovo più a mio agio.
La mia precedente esperienza lavorativa nel settore elettronico , il data-base
sui monitoraggi EEG, ma anche le personali ricerche sul sogno lucido mi sono
di grosso aiuto e mi muovo rapidamente nella descrizione di cavi e
apparecchiature.

Infine una sortita sul mercato, a raccogliere l’eco dello spirito che si trasforma
in denaro (tanto), per pochi !

Giovedì 20-Gennaio-2011 ore 23.00

Ho terminato la parte narrativa, ora devo fare le mie analisi critiche ….

Rileggo materiale di LaBerge e......


scopro una analogia interessantissima tra la sua tecnica e quella da me
sperimentata.

Sono eccitato ! Capisco finalmente perché con la mia tecnica non


riuscivo a ripetere in modo sistematico le esperienze di sogno lucido.
Devo comunicare questa cosa al lettore, anche a rischio di apparire prolisso !

venerdì 21-Gennaio-2011 ore 23.45

Post Pubblicato ! I !

Inizio l’attività di revisione e di editing grafico

Venerdì 22-Gennaio-2011 ore 1.30

Ho finito il lavoro, e sono soddisfatto :

per il contenuto del post, le foto, ma soprattutto perché sono riuscito a


spiegare al lettore cose che appena qualche ora prima avevano per me
incomprensibili aspetti. Vado finalmente a letto, cercando di non svegliare
Rosa. Ci riesco e il sonno arriva rapidamente.

Venerdì 22-Gennaio-2011 ore 14.00

Ripresa pomeridiana del lavoro.

Prima di martellare con la mia tastiera un prospetto in excel cerco su Google il


post pubblicato nella notte, usando la frase “La Mattina ha l’Oro in bocca” con
gli apici per una ricerca esatta. Come immaginavo la frase è ampliamente
usata nel linguaggio corrente e i documenti sono moltissimi. “ Chissà se sono
fortunato e trovo il mio post”, vado pensando selezionando rapidamente con
una rapida esplorazione delle pagine proposte al mio clic.

Sono alla quarta pagina quando succede l’inaspettato.


Trovo un documento il cui sommario presenta oltre al titolo richiesto anche un
secondo titolo che richiamava nettamente un mio post
precedentemente pubblicato : “La terza faccia della Medaglia”

Apro il documento e rimango senza parole.

E’ il Blog di una scrittrice, Alice Suella il cui titolo LA TERZA FACCIA DELLA
MEDAGLIA” campeggia ben evidenziato in alto.
Due righe più in basso il suo libro “IL MATTINO HA L’ORO IN BOCCA”
nei commenti dei suoi lettori, pubblicato alcuni anni fa.

Non può essere una coincidenza !

Quale è la probabilità che si accomunino in uno stesso documento due titoli del
mio Blog, considerando che uno dei due (Le tre facce..) è anche così insolito ?

Sento di dover allegare un mio commento alla Suella segnalando


l’insolito caso e l’impegno a leggere quanto prima il libro. Cosa che farò
sicuramente, vado pensando, perché questo strano caso può nascondere un
qualche significato per me !
Invio l’email e contatto mio fratello per telefono raccontandogli l’insolito fatto.

Ridiamo nel concordare che forse sarebbe stato utile riservare strane
coincidenze per la lotteria !

Stampo il materiale per mostrare a Rosa quanto accaduto

Venerdì 22-Gennaio-2011 ore 22.00

Una cena rapida con lei al ristorante macrobiotico, rovinata sicuramente dalla
ma carica, non contenuta, di rappresentarle la cosa in termini statistici e di
probabilità. Discorsi certo di scarsa compagnia poi sono a casa, nuovamente
connesso su internet, per trovare materiale sul romanzo della Suella.

Il genere è moderno, con molti spot che si susseguono e che ben si addice alla
giovane età dell’autrice, poi inaspettatamente riprendo il bandolo del filo di
arianna della mia ricerca.

Il personaggio principale si chiama TALMUD.

Ma il TALMUD è una collezione di testi religiosi ebraici !

Cerco TALMUD e scopro che, esistito inizialmente solo in forma orale, ne sia
stata curata la stesura solo dopo la seconda distruzione del tempio di
Salomone.
“Nel Talmud i sogni vengono presi in considerazione come diretta
emanazioni del volere divino, contenenti una “verità”, un messaggio
che li rende una mediazione fra l’uomo ed il suo unico Dio Jahvè.
Mediazione che può essere considerata profetica, soggetta all’abilità
dell’interprete illuminato, ma che al sognatore può rivelare, al di là
dell’interpretazione vera e propria, la parola di Dio….”

SE FINO A IERI ERO PROFONDAMENTE CONVINTO DELLA


POSSIBILITA’ DI UTILIZZARE ILSOGNO COME STRUMENTO DI
ALLARGAMENTO DELLA CONOSCENZA E STUDIO DEL PARANORMALE
OGGI ALLA MIA CONVINZIONE RELIGIOSA SI AFFIANCA LA CERTEZZA
DI UN SUO SIGNIFICATO PROFONDO COME CANALE DI
COMUNICAZIONE CON IL DIVINO.

ASPETTANDO IL SORRISO DELLA VERGINE ELEOUSA ….

"Una approssimata ma sicuramente indicativa stima della probabilità


dell'evento:

Numero di documenti in Italiano su Internet :316 . 000 . 000


Documenti dal titolo "Il Mattino ha l'Oro..." : 144 . 000
"Il Mattino ha l'Oro.."+"Le tre facce.. " : 38

La probabilità di selezionare per caso un documento dal titolo "


Il Mattino ha l'Oro in Bocca"
è pari a 144.000/316.000.000
1 su 10.000
La probabilità di un documento con i due titoli è
pari a 38/316.000.000
1 su 10.000.000

Mio fratello aveva proprio ragione:

ho fatto senza saperlo più di una quaterna !


(1 su 511.037)
Gira la giostra, gira...

Nessuno può conoscere il vero valore del ∏ , ma solo quello


approssimato, eppure riusciamo a tracciare un cerchio, a calcolarne
circonferenza ed area. Da ragazzo vedevo in questa figura la misura
del limite delle nostre capacità di calcolo ma anche dell'infinito celato
in noi.

Allora venga dal cerchio questa riflessione !

La vita è una ruota.

Questo proverbio che papà era solito ripetere a noi figli, oggi, che non
possiamo più sentirlo dalle sue labbra, svela il suo senso, il recondito
significato di ciclo continuo di vita, morte e rinascita: il Samsara.

Come fu per lui, ci misuriamo quotidianamente con le radici del male: Avidità,
Rabbia, Ignoranza, e la continua lotta interiore per scegliere giorno per giorno,
azione per azione, il sentiero Luminoso della Giustizia, Legalità e Solidarietà
contro quello Oscuro dell’Ingiustizia, Sotterfugio ed Egoismo. La vita ha
presentato a lui gli stessi interrogativi e scelte che presenta oggi a me e che
domani saranno per chi verrà dopo di me, e la ruota gira sotto lo sguardo
diabolico del Tempo, che tutto divora ....
Girare con il corpo . .

Il suono dei flauti e il ritmo ossessivo dei timpani e dei piatti accompagna il
vortice crescente dei danzatori Dervisci. Il braccio destro alto al cielo, quello
sinistro al suolo, il corpo ponte tra il Cielo e il mondo.

Poi all'improvviso gli strumenti tacciono e i danzatori continuano a roteare in


silenzio, si sente solo il fruscio degli abiti:

Sono nelle braccia di Dio !

.. e con la Mente !

Questo il suggerimento di LaBerge per evitare di svegliarsi troppo presto da un


sogno lucido : "Appena la mia visione comincia a svanire nel sogno lucido, io
cado all'indietro o giro come una trottola (col corpo onirico)"

La tecnica di girare su se stessi come una trottola è chiamata "spinning" ed è


un metodo che funziona veramente, a patto che il sognatore si sforzi di
sperimentare un vero e vivace senso di movimento,,,,,,,. Essa consiste nel
ruotare su se stessi il più realisticamente possibile, in posizione verticale: è
importante mentre si compie movimento suggestionare se stessi dicendo
"Presto mi troverò lucido un altro sogno".

Tavole ruotanti

La nascita dello spiritismo moderno viene fatta risalire al 1847 con le


manifestazioni medianiche delle sorelle Fox . Inizialmente una comunicazione
fatta di semplici colpi (tiptologia) ma che aprì la strada a tecniche più
sofisticate, tra queste l'uso dei cartelloni rotanti, le ouija, e se vogliamo il
popolare piattino dei giorni nostri. In realtà più che uno sviluppo fu la
riproposta di antiche tecniche risalenti a migliaia di anni fa. Da "Storia dello
Spiritismo" di Cesare Baudi di Vesme Vol II : " ... come si vede nel nel
racconto d'Ammiano, vediamo inaspettatamente comparire le tavole giranti..
Nell'esperimento d'Ilario e Patricio il tavolino si muoveva in modo da portare
questa o quella lettera sotto l'anello sospeso al filo (370 d.C)" I due,
mediante un tavolo con le 24 lettere dell'alfabeto incise, che ruotava sotto un
anello sospeso sulla verticale trassero vaticini su chi fosse il futuro imperatore
Informazioni personali

Mario Padulosi

Roma, RM, Italy

Sono nato a Pompei nel Natale del 1955, diplomato al locale Liceo
Scientifico, e ho frequentato il biennio di Ingegneria al Politecnico di
Napoli.

Dopo aver svolto il servizio civile a Roma nel ‘77 presso la Comunità
Capodarco, due anni dopo sono entrato nella Capodarco Elettronica
Coop. lavorando prima come tecnico collaudatore e poi come
responsabile commerciale e marketing, posizione tenuta fino al 2002.

Negli anni successivi ho promosso l'attività lavorativa di ragazzi con


disabilità nei settori ecologia-riuso e produzione pasta fresca (attuale
occupazione).

Tra le cattive cose fatte : non aver completato gli studi d'ingegneria.

Tra le migliori: Brevetto industriale di sonda a campo prevalente, (per la


ricerca e identificazione di conduttori elettrici ),

Ideazione, implementazione e training della tecnologia Walk Assistant


per l'autonomia della mobilità dei non vedenti in ambiente cittadino, in
collaborazione dell'Enea,

Joint Research Capodarco-CNR per lo sviluppo di micro gamma camera


per l'individuazione precoce di tumori

Potrebbero piacerti anche