Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Questo Blog è per tutti gli amici che hanno condiviso con me
esperienze straordinarie, al di là del possibile e della stessa ragione e
che conservano ancora come allora la passione per l'ignoto.
E' per tutti coloro che credono nelle capacità nascoste dell'uomo e
cercano con tenacia una conferma alla loro convinzione. Infine è anche
per te, critico, razionale, ma senza pregiudizi e animato da un vero
spirito di conoscenza e di ricerca del vero.
Nella libreria del corridoio di casa, ancora tredicenne, trovai un vecchio libro
della mamma, dalle pagine ormai ingiallite dal tempo e dallo strano titolo:
metapsichica.
Feci tante domande ai miei genitori e scoprii che anche papà nutriva un
interesse per vecchi racconti sul genere, trasmessi a mezza voce vicino al
fuoco dei camini, dai vecchi della famiglia. Dovevo passare dalle parole ai fatti,
provare a me stesso che c'era un fondamento di vero in tutto quello che avevo
appreso, ma non sapevo come fare.
Un giorno, mentre ritornavo per Via Sacra, la strada che nella mia città natia
Pompei collega la stazione ferroviaria alla Piazza del Santuario, fui attratto da
un libricino dalla copertina rossa, esposto nella vetrina della libreria ad angolo
e dal titolo semplice quanto affascinante: il manuale dell'ipnotizzatore.
Era una di quelle collane tascabili dove con manuali dalla stessa veste
tipografica ti insegnano di volta in volta a coltivare piante di giardino, allevare
canarini e mille altre attività di bricolage, un testo sicuramente non pretenzioso
ma che ebbe su di me l'effetto di una schioppettata.
Mi tornarono alla mente le avventure di Mandrake che papà collezionava per il
suo e il nostro diletto di figli, le sue doti fantastiche, e mi assalì la voglia di fare
una delle sue mirabolanti magie
Doveva esserci una spiegazione per questo insuccesso, forse avrei dovuto
esercitarmi, fare quegli esercizi suggeriti nel libro per aumentare la
concentrazione e che per presunzione avevo snobbato.
Ero entusiasta e impaurito allo stesso tempo. Purtroppo era impaurita anche lei
e incominciò ad urlare facendo accorrere mia madre che con un paio di sonori
ceffoni mise a termine la mia brillante ed estemporanea carriera di
ipnotizzatore.
Sospesi ogni attività pratica e irrobustii la mia teoria con nuove letture
sull'ipnosi.
Doveva passare quasi un anno poi giunse la festa di compleanno di Sergio
Arrivò il compleanno tanto atteso di Sergio e tutto il gruppo dei giovani cantori
della parrocchia S. Salvatore si ritrovò nell'ampio garage di casa sua per
festeggiarlo.
Era una delle poche occasioni per poter incontrare delle ragazze, e magari,
chissà, l'inizio di un'avventura galante.
Nelle letture disordinate e convulse fatte nei mesi precedenti avevo appreso
che fosse possibile, con le dovute suggestioni verbali, indurre il sonno ipnotico
in una persona.
La cavia fu presto trovata, Sergio ritenne opportuno festeggiare così il suo
compleanno e onorare i suoi doveri di padrone di casa
Eravamo seduti l'uno di fronte l'altro, con una candela che mantenevo accesa
tra di noi, in modo che i nostri sguardi, per incontrarsi, dovevano passare
attraverso la fiamma ballonzolante. Iniziai ,,,
Avevo letto che fosse possibile indurre il sonno ipnotico mediante il comando di
apertura e chiusura degli occhi, integrato da opportune suggestioni verbali di
stanchezza e sonnolenza
"Sergio chiudi gli occhi, ora sentirai una calma invadere il tuo corpo,
abbandonati, ora apri gli occhi e guardami" .
Sergio mi guardò con uno sguardo interrogativo poi cominciò a fissarmi
sempre con maggiore intensità, seguendo il mio stesso ritmo di attenzione.
Andavo distanziando sempre più i comandi di apertura e chiusura degli occhi,
allungando il periodo in cui mantenevo Sergio ad occhi chiusi.
Intorno a noi in assoluto silenzio gli amici, le luci della sala erano tutte spente
e i suoi occhi, dietro la fiamma mi sembravano pozzi profondi nei quali mi
tuffavo.
"Vedo i tuoi occhi lacrimare, sei stanco, abbandonati, i tuoi occhi si stanno
lentamente chiudendo i" . Prima alcune lacrime esitarono tra le ciglia, poi come
due brillanti scivolarono sulle sue gote, lentamente le palpebre incominciarono
ad abbassarsi.
La sua risposta fu per me oltremodo eloquente " Mi ricordo gli occhi di Mario,
poi nulla"
nota:
Forse a causa della carenza di opportunità che la città poteva offrire a noi
ragazzi, o per la voglia di scoprire cose nuove, il garage di Sergio incominciò a
vederci riuniti prima in incontri occasionali, poi in modo sistematico una o due
volte alla settimana.
Avevo stabilito un contatto in quella fase oscura dove non sapevo dove si fosse
nascosta la sua coscienza. Riuscivo a comunicare, anche se in modo
elementare con lui !
Era fatta !
Un nuovo anno era passato e con esso tanti incontri, tenuti spessissimo a casa
di Sergio, ma anche da altri amici, come quella sera da Teodoro . . .
"Dove ci mettiamo ?", "Abbiamo un locale dove poter stare tranquilli ?",
"Vedrai", mi disse abbozzando un sorriso e ci precedette con la sua imponente
mole. Eravamo in cinque, sei amici e lo seguimmo giù per vecchie scale.
Una porta sgangherata, odore di muffa, poi la sua cantina, ampia, con una
lampadina che pendeva al centro, qualche vecchia cesta, due sedie. Intorno a
noi solo freddo e silenzio.
"Finora solita routine", pensai, e poi come per illuminazione "devo provare
qualcosa di diverso".
Dissi: "Teodoro, il tuo corpo rimane seduto sulla sedia, ma in sogno puoi alzarti
e girare intorno".
Era mia intenzione sentire al risveglio il suo racconto e verificando le
prospettive della sua visione, come erano disposte le persone , cosa aveva
visto fare loro mentre dormiva, verificarne l'oggettività.
"Allora sei andato in giro o no ?" "Certo, vi ho visto dall'alto, anzi, sono sicuro
che sollevandomi ho toccato anche la lampadina. L'avete vista muovere, no ?".
D'istinto alzammo gli occhi, la lampadina ci sembrava ferma, no, non poteva
essere vero !
Era ormai nostra consuetudine vederci di sera, finiti i compiti per casa, prima
di cena.
Dichiarò di non conoscere Mimmo, io non ero stato mai a casa sua,
scegliemmo quindi la sua casa come "destinazione".
(Anche io non dovevo conoscere la casa "bersaglio" in modo da non
condizionare consapevolmente o inconsapevolmente con le mie suggestioni
verbali il soggetto)
"Ora sei a casa di Mimmo, guardati intorno, dicci cosa vedi... ". "Vedo un
ingresso con un appendiabiti, un lampadario . . . , " seguirono mille altri
particolari, la descrizione della stanza da letto di Mimmo, le persone in casa, e
di volta in volta posavo lo sguardo su Mimmo che in silenzio, sorpreso,
annuiva.
" Ha indovinato tutto, ecluso l'ultimo elemento, deve aver letto tutto dalla mia
mente. Tutto escluso il particolare del piccolo televisore rosso ai piedi del
frigorifero in cucina...". "Sono sceso per venire qui e vi assicuro che era nella
mia stanza, sul tavolo"
Nota:
Non avevo letto all'epoca niente sugli studi di Rhine e sopratutto
sull'impiego dell'ipnosi in parapsicologia.
Quanto alla possibilità di sentire a distanza, vedere a occhi chiusi,
provare sensazioni senza l'uso dei sensi specifici per me era nel
novero della 'trasposizione sensitiva sensoriale', così come riportata
da pubblicazioni lette sul mesmerismo, antesignano dell'ipnosi.
Sulla trasposizione sensitiva pubblicherò un post specifico dedicato
alla visione
Viaggiare, stando fermi !
Lentamente, in qualche giorno, un nuovo progetto prese corpo nella mia mente
...
Carlo, Antonio e Sergio erano i prescelti, con noi anche Raffaele e mi sembra di
ricordare ci fosse anche Ascenzio e un altro ragazzo.
Erano seduti difronte a me, li avrei condotti in sogno poi li avrei svegliati uno
ad uno e raccolto separatamente il racconto su quanto avevano sperimentato.
Ripresi:
"Ecco, siete insieme all'inizio della piazza, ora continuate da soli il sogno"
Feci trascorrere forse un altro paio di minuti, poi ridestai Carlo, anch'egli
inviato nella stanza attigua per rilasciare il suo racconto.
Antonio:
"Eravamo andati in piazza, non c'era molta gente. camminavamo in direzione
di via Roma, a braccetto, io a sinistra, con Carlo in mezzo.
Improvvisamente, eravamo giunti quasi al centro della piazza, quando mi sono
risvegliato."
Sergio:
"Eravamo andati in Piazza e camminavamo insieme a braccetto".
"In che direzione andavate ?". "Verso via Roma". "E come eravate disposti ?
"Carlo stava in mezzo". "E poi ?".
Carlo:
"Guarda Mario, ho proprio due amici inaffidabili. Eravamo a caccia di ragazze
quando improvvisamente, circa al centro della Piazza è scomparso Antonio. Poi
alla fine della piazza è scomparso anche Sergio. Ho pensato: vorrà dire che
dovrò fare tutto da solo. Ho proseguito poi lungo via Roma fino quasi
l'ingresso degli scavi"
"Gli esperimenti dei precedenti post avevano dato una prima spallata
alla dimensione spazio-temporale, ma il muro aveva resistito.
Avevo con me un ciondolo, un regalo della mia ragazza, Rosa, oggi mia moglie.
Un portachiavi con un dischetto metallico che, se fatto ruotare con un colpo
secco del dito, rivelava la parola "Ti amo".
"Vedo una casa gialla di due piani, in mezzo a dei campi. Ora salgo le scale".
"Apri la porta", le dissi, "cosa vedi ?"
"C'è una prima cameretta da letto, collegata con una porta alla cucina . . . "
Seguì una minuziosa descrizione, con mille particolari.
"E' entrata in una grande sala… Che brutto , ci sono tanti animali impagliati ! "
Due giorni dopo andai per la prima volta a casa di Rosa, per una festicciola
per amici, organizzata sul solarium di casa. Mi limitai a darle la trascrizione,
senza commentare. Incuriosita aprì il foglio...
Tutto vero !
Oltre alla dimensione spaziale era caduta anche quella temporale, con
la visione di avvenimenti del passato.
Su questo aspetto racconterò alcune esperienze significative e
tecniche alternative in successivi post
L'interesse nella visione a distanza, in Inglese Remote Viewing RV, è
oggi ben documentata in Internet. La tecnica è stata sviluppata
nell'Università di Standord per applicazioni militari
http://www.biomindsuperpowers.com/Pages/CIA-InitiatedRV.htm
Attenzione.(P)ericolo
Tavolo, sedie, una libreria con i testi che l'arricchivano di più, giorno per
giorno.
La luce soffusa. Due sedie opposte. Una per me e una per lui, il mio soggetto.
Suggerimenti
Non ipnotizzare mai una persona per sfida o per puro gioco
Le letture che ormai riempivano gran parte del mio tempo libero, mi
segnalavano con insistenza la possibilità di "trasporre" i sensi di un
ipnotizzato, in modo da sperimentare nuove modalità di percezione."
"Ho chi fà per te" mi disse. "Devo presentarti Gaetano, è totalmente cieco fin
dall'età di otto anni"
Era per me importante che non lo fosse dalla nascita, in questo caso sarebbe
stato difficile per me rappresentare mentalmente il suo mondo, e così per lui il
mio.
Trascorse un mese tra prove al San Paolo ed esercizi a casa, poi arrivò la
telefonata di Mario :
"Mario, Gaetano dice di essere pronto, e ho le chiavi di un locale dovo
possiamo provare indisturbati e che tu non conosci"
In tre percorremmo via Carlo Alberto e giungemmo alla sede della locale sede
della Confagricoltura.
"Vista telepatica" pensai. "Sta vedendo quello che vedo io con i miei occhi".
Poi un dato nuovo, sconcertante :
"Vedo un piccolo quadro della madonnina sopra la porta d'ingresso ", disse.
La porta si trovava alle mie spalle, non avevo potuto vedere questo elemento
entrando, neanche Mario era al corrente della sua presenza che peraltro era
difficilmente immaginabile in una sala di riunioni sindacali !
Comunicai loro l'esito del test, e subito la mia mente corse a possibili
applicazioni pratiche.
Mario mi avrebbe fornito l'indirizzo dell'istituto Ciechi di Napoli dovre avrei
richiesto un colloquio per proporre "innovative sperimentazioni"
Nota:
" L'ipnosi era diventata per noi uno straordinario ed efficace strumento
di lavoro, con tecniche ben documentatate, tranquillizzante, ci
muovevamo in un ambito razionale dove gli spazi bui venivano
rischiarati da un metodo accuratamente impiegato. La suggestione
verbale dell'ipnotizzatore era l'elemento cardine che faceva emergere
capacità nascoste, abbandonate nel fondo dell'inconscio, che
avremmo nel tempo imparato a controllare ed applicare.
Fu così fin quando furono pubblicati stralci del mio diario di bordo su
una rivista di settore, Il Giornale dei Misteri"
"Mario, hai fatto interessanti cose, e hai ottime capacità. Noi usiamo però una
tecnica diversa che vorremmo mostrarti"
Erano presenti alcuni "soci" del nostro club di ricerca e quando chiese la
disponibilità di un volontario, subito uno di loro si fece avanti.
Ernesto si limitò a metterlo in piedi, con la faccia al muro, in modo da mostrare
le spalle a noi tutti.
Non disse niente, retrocesse di un paio di passi e stese le sue mani con i palmi
rivolti alle sue spalle
Seguì una prova collettiva, con più volontari disposti lungo il muro.
Ernesto, non visto, si concentrò su uno solo di loro e, accidenti se fu fantastico,
solo il bersaglio risentì della sua influenza.
Fu un successo, se ne parlò nel paese per diverso tempo e gli ascolti della
trasmissione aumentarono vertiginosamente.
Eravamo riuniti al secondo piano del San Paolo, con noi Ernesto, accompagnato
da una signora la cui partecipazione era stata preannunciata nel precedente
incontro.
Aveva chiesto la mia disponibilità ad ipnotizzarla e di proporle delle
suggestioni positive per sollevarla da forti dolori cervicali dei quali soffriva da
tempo.
Avrei dovuto applicare la mia consueta tecnica ipnotica, integrandola poi con
passaggi energetici, così come avevo appreso da Ernesto.
Il suo nome era Carla, non sapevo altro.
Prima passò le sue mani ripetutamente lungo il corpo della donna, poi
incominciò a girarle intorno pronunciando mugugni incomprensibili.
Eppure grazie a lui Carla si riprese. Appena volse lo sguardo verso di me si
sentì mancare nuovamente, traballando vistosamente, e senza indugi Filippo
mi ingiunse di attendere in un'altra stanza che si accomiatasse da noi.
Dopo pochi minuti rientrai nella stanza, Carla era andata via e tutti
noi ascoltammo in silenzio la versione di Filippo sull'accaduto :
"Erano entrati dentro di lei cinque spiriti" disse raggelando l'auditorio, "Ho
dovuto cacciarli".
Quella fu l'ultima volta che ci riunimmo al San Paolo, comunicai agli amici la
sospensione temporanea di tutte le attività e tagliai tutti i ponti con Ernesto
che, dopo qualche infruttuoso tentativo di ricontattarmi telefonicamente,
ritornò nelle nebbie di quel mondo dal quale era emerso.
nota
"La lettura che feci tutta di un fiato, (800 pagine in due giorni), non
solo contribuì alla mia formazione di ipnotizzatore, ma effettivamente
mi fornì una spiegazione plausibile: quella reazione ipercinetica era
una vera e propria crisi catartica che avrebbe liberato Carla da una
serie di "pesi" stagnanti nel suo subconscio. Venni a sapere che viveva
una pesantissima situazione personale, accudendo da anni la mamma
anziana e invalida e privandosi di una qualsiasi relazione sociale o
affettiva. Sicuramente erano presenti in lei frustrazioni e desideri
insoddisfatti che non aspettavano altro che esplodere!. Anche la
"terapia" in qualche modo sortì il suo effetto sollevandola dalla
sintomatologia dolorosa per circa un mese.
Un solo interrogativo non si era sciolto e solo di recente ha trovato una
sua soluzione.
Era realmente possibile in pochi secondi mettere una persona in stato
d'incoscienza ?
Oggi a distanza di trenta anni da quegli avvenimenti penso possa
accadere !
Vedi Ipnosi istantanea e tecniche di Programmazione Neuro
Linguistiche, PNL su internet.
L'altra chiave.
Ero fin troppo dentro al meccanismo, conoscevo "i trucchi", l'importanza delle
suggestioni verbali, e per me l'autoipnosi sembrava uno strumento non
applicabile.
Come potevo infatti riunire in una stessa persona una dimensione attiva, chi
propone la suggestione, e una dimensione passiva, chi ne è il destinatario ?
Avevo letto molto su sogni premonitori, sulla possibilità di sognare con dovizia
di particolari luoghi lontani e sconosciuti al dormiente, sul loro
condizionamento attraverso il monitoraggio ECG o REM del soggetto e
trasmissione in cuffia di frasi audio.
Avrei potuto riprodurre queste esperienze in me durante il sonno, ma non
disponendo di questi strumenti (e sopratutto dei soldi per comprarli), avrei
dovuto in qualche modo arrivare alla soglia del sogno e condizionarlo senza il
loro ausilio.
.
Inizialmente, ma senza successo, cercai di condizionare il sogno
proponendomi un tema prima di addormentarmi ma, o non vi riuscivo a causa
di questo pensiero fisso, o mi addormentavo a scapito dell'obiettivo stesso che
veniva rimosso dalla mente per effetto di libere associazioni da esso generate..
Avevo notato che per svegliarmi presto mi bastava propormi questo obiettivo
prima di addormentarmi e quasi sempre riuscivo a farlo, senza orologio di
sorta.
Questa era la strada: Andare a letto solo con l'idea di svegliarsi presto la
mattina, e al risveglio, prima di riaddormentarsi, esprimere mentalmente il
sogno da fare.
Così feci:
Mi risvegliai alle prime luci dell'alba che filtravano dalla serranda che guardava
ad est.
Rigirandomi per addormentarmi mi diedi un obiettivo ambizioso, vedere in
sogno una persona, intuirne lo stato di salute e prescriverle un idonea terapia.
Avevo letto che il sensitivo Edgar Cayce riuscisse a capire lo stato di salute di
una persona solo guardandola e formulava idonei rimedi nella forma
originaria,, spesso esprimendosi in lingue antiche,
Mi sembrò un test sufficientemente severo.
Sognai.
Vidi mia sorella Paola, all'epoca al secondo anno di medicina, ai piedi del
letto ed esclamai : "Grecolina milligrammi... "
Lei mi guardò dubbiosa, come a rimproverarmi per questa sostituzione di
ruolo, una diagnosi fatta proprio a lei che studiava medicina....
Entrai nella stanza di mia sorella, sulla libreria il dizionario Digest della lingua
Italiana.
Cercai affannosamente..
Non vi era traccia della Grecolina ma d'istinto girai la pagina e
lessi :"Graziolina, pianta medicinale ad azione diuretica".
La tecnica funzionava !
Nel mio Blog presenterò altri risultati ottenuti con l'impiego di questa
tecnica, che è stata impiegata anche con successo da altri amici
Sia chiaro che non lo fece per me, fu una decisione che aveva già preso
all'inizio del nostro rapporto, cinque anni prima, motivata più che dalle
referenze della scuola, dal suo irrefrenabile senso di libertà che aveva bisogno
di spazi e ambiti più vasti di quelli offerti dall'interland pompeiano.
Quel giorno non l'avevo vista nè sentita per telefono, e la sera, prima di
addormentarmi, mi proposi di svegliarmi presto la mattina seguente per
tentare una qualche visione chiaroveggente che la riguardasse.
Così fu. Mi svegliai che potevano essere le 5,30 e prima di riaddormentarmi
espressi il desiderio :"Voglio vedere qualcosa che riguarda Rosa"
Ero per una strada della mia città e la incontravo, insieme all'amica Antonietta.
Al mio saluto lei mi rispose seria : "Devo dirti una cosa", "Che cosa ?", replicai.
"Ieri non sono andata a scuola, abbiamo fatto sciopero".
La mia reazione fu tremenda, non tolleravo che prendesse la scuola
sottogamba e la mandai bellamente a quel paese.
Dormii male quella notte, poi all'alba, dal nulla venne il sogno.
Vidi riuniti a casa, tutti noi, sette fratelli e la mamma, per accomiatarci dal
nonno Ugo, in partenza.
Era il nonno materno, al quale noi ragazzi eravamo molto legati. Dopo tanti
anni era vivissimo ancora il ricordo delle vacanze estive che, con tutta la
famiglia, eravamo soliti passare nella sua fattoria, in Friuli.
Era un mesto commiato, baciò tutti, uno ad uno, in silenzio, fino a giungermi
dinanzi, ultimo della fila.
I suoi occhi celesti, i capelli bianchi, radi, su una mole ancora solida e
imponente, l'abbraccio e il sudore della sua pelle che, con il bacio sulla
guancia, avvertii come se fosse vera.
Sentivo un'angoscia crescente dentro di me. Mi sentivo in colpa perchè da
qualche anno non avevo più sue notizie, abbandonato all'incedere degli anni da
nipoti che forse erano troppo presi a occupare i propri.
Uscì sulle scale, al buio impegnando in discesa la prima rampa.
"Nonno, mi raccomando. Non fare l'amore con tutte le vecchiette del paese al
tuo rientro". Una frase forse irriverente ma giustificata dalla mia ansia di
sdrammatizzare quel momento e forse dal ricordo di quanto sapeva essere
simpatico e scherzosamente galante con le clienti della sua macelleria.
Nota
"In futuro lo avrei ancora incontrato"
Il segreto di Ernesto (P)
All'inizio la solita routine, poi una volta che il soggetto abbandonò il capo sul
petto, disse qualcosa di diverso dal solito:
"Dove sei ?". "Sono lungo la riva di un fiume". "Cosa c'è dall'altra parte ?".
"C'è la gioia ". "Perchè allora non vai lì ? ". "Non posso farlo " Perchè ?".
"Perchè odio chi mi ha ucciso"
Poteva bastare per la nostra prima volta nell'ade, e forse lo capì anche
Ernesto.
Era passato del tempo dall'incidente con Carla e, un pò spinto dagli amici, ma
molto più per la mia insaziabile voglia di conoscere, mi lasciai convincere a
riprovare una seduta. Eleggemmo però un nuovo domicilio, più laico, dove
avremmo potuto lavorare con maggiore serenità e senza condizionamenti, una
sala del ristorante di Alberto.
Ci riunimmo di sera, verso le 20,00 quando la sala, già riassettata per il giorno
successivo era vuota e totalmente disponibile per noi.
Ascenzio era seduto di fronte a me, intorno a noi una decina di amici in
cerchio.
Entrato in ipnosi alla mia richesta alzò la testa, e come se vedesse ad occhi
chiusi, disse di scorgere una donna fuori dal cerchio che lo guardava. L'invitai
a comunicare mediante Ascenzio.
"Sono Maria", disse. "Quando sei morta ?". "Nel 1920 ". "Dove Abitavi ?" "In
via Lepanto" e precisò il civico. Non volevo strafare e poteva bastare !
Si era aperta una nuova porta dimensionale, fuori era solo buio ma il metodo
che applicavamo era da noi percepito come una robusta fune che ci avrebbe
portato indietro senza difficoltà.
Quella sera trovammo ospitalità in una vecchia casa, un piano terra della
periferia meridionale della città che un affiliato del nostro gruppo aveva
garantito come tranquilla e a nostra totale disposizione.
"Chi sei", chiesi."Sono Maria". "E cosa vuoi da noi ?". "Sono arrabbiata perchè
hai raccontato in giro della mia precedente venuta".
Era vero e Pietro non poteva saperlo. Mi ero confidato con amici a lui
sconosciuti ed era escluso che fosse venuto a conoscenza del fatto.
Cercai di spiegarle che se l'avevo fatto era stato solo per fini utili, e non per
gettare discredito su di lei, ma fu tutto inutile. Pietro continuava a contrarre il
suo volto, ormai devastato da tic nervosi e capii che dovevo chiudere al più
presto la seduta.
"Maria, grazie per essere venuta, ora ti chiediamo di lasciare Pietro", dissi.
. "No ", fu la sua unica inequivocabile risposta. "Non vado via, resto qui".
Pietro incominciò a tirarmi, come per alzarsi dalla sedia, e quasi stentavo a
trattenerlo, mentre a voce sempre più alta le ingiungevo di abbandonarlo.
E' strano disse, ho un forte dolore qui alla base della schiena.
Era l'alba di una mattina estiva come tante altre, sufficientemente presto per
non avvertire ancora l'afa opprimente che in poche ore avrebbe coperto la
città.
Non avevo alcun impegno scolastico e indugiavo ancora a letto, cercando di
rubare al giorno una ulteriore mezzora del suo tempo.
Era tutto vero, mi confermò. Quella mattina alle 6,30 Antonietta era andata da
lei per studiare (si stavano preparando per gli esami) e avevano preso un tè
con dei biscotti.
"Rosa non era solita fare colazione sul balcone, nè l'avevo mai vista
fare ciò.
L'orario era sicuramente insolito per la sua colazione.
Non sapevo che avrebbe avuto un ospite quella mattina
Non più perdite di coscienza del medium, niente abbandono del soggetto su
una sedia, ma lo avrei inizialmente ipnotizzato dandogli il condizionamento
che, al suo ritorno allo stato vigile, avrebbe conservato in modo consapevole
tutte le sue capacità parapsichiche.
"Se questa tecnica ipnotica funziona con incauti volontari che al risveglio
compiono azioni non volute, perchè non usarla per far emergere capacità
nascoste nel loro subconscio mediante l'applicazione di un condizionamento
positivo, invece di ridicolizzarli ?"
Al termine del conteggio, come previsto, Ascenzio aprì gli occhi e abozzò un
sorriso, Quindi su mio invito guardò oltre il girotondo di persone che, tenendosi
per mano, ci circondavano.
Mosse lo sguardo nella penombra, a sinistra, a destra, poi ritornò a fissarmi e
disse :
"Sì, vedo una persona, è proprio davanti a me, a circa cinque sei metri, e ci sta
guardando".
"Chiedile mentalmente di avvicinarsi , ma di rimanere fuori dal cerchio".
"E' un uomo grosso, con il volto rubicondo e i capelli bianchi, sorride. Ha gli
occhi celesti"
Il mio cuore ebbe un tuffo e pensai ; "E' lui, ma devo avere la conferma "
"Chiedigli come si chiama", chiesi.
Il suo sguardo andò prima leggermente sulla sua destra, poi ritornò ad
incontrare i miei occhi
"Ha detto che ti ha fatto fare quel sogno affinchè tu credessi ! "
Il mio cuore era pieno di gioia, Ascenzio non poteva conoscere il nome di mio
nonno, nè alcuno dei presenti, anche perchè era vissuto lontano, in un paese
del Friuli. E poi, il riferimento al sogno...
Seguirono diversi incontri serali in quella sala, e di volta in volta il numero dei
partecipanti crebbe sensibilmente, . Solo per comodità e non per rispettare un
protocollo che ci sembrava antiquato e da noi abbondantemente superato,
prendemmo l'abitudine di sederci intorno ad un tavolo, spesso racchiuso da un
secondo cerchio di sedie, per consentire ai partecipanti in soprannumero di
sedersi. Lasciavamo sempre una luce soffusa, tale da favorire il nostro
rilassamento ma sufficiente a garantire una chiara visione di cosa avvenisse
nelle nostre immediate vicinanze.
Ascenzio ormai era il nostro unico medium. Non avevamo bisogno di cercarne
altri, con lui tutto avveniva in modo spontaneo e naturale, come fossimo un
gruppo di compagni al circolo del paese riunito per ascoltare il racconto
dell'amico comune, ritornato da un viaggio lontano, nonno Ugo.
Una di quelle sere,da poco riuniti intorno al tavolo, rivolsi ai presenti le solite
raccomandazioni e iniziammo.
Chiesi ad Ascenzio di verificare la presenza di Ugo, e lui, dopo aver dato uno
sguardo esplorativo alla sala disse :" Si è lì, seduto sulla
poltrona". Istintivamente e all'unisono ci girammo tutti in quella direzione,
vedendo solo una vecchia poltrona in pelle chiara, un angolo 'intimo' per i
clienti del locale, ma niente più.
Dissi: "Appoggiate tutti le mani sul tavolo". "Ora inizieremo a spingere, tutti
insieme, prima in senso orario poi antiorario". "Lo faremo volontariamente "
Iniziammo a spingere il grosso tavolo da una decina di posti, prima a sinistra,
poi a destra, poi ancora a sinistra.....
Quel segnale era per me un messaggio chiaro da parte del nonno : "Guardate
non siete voi che state facendo questo, ma sono io !"
Gli amici erano spaventati ed eccitati nello stesso tempo, io invece ero solo
immensamente felice.
Una angoscia pervase il mio animo: cosa gli sarebbe successo se non fossi
riuscito ad allontanare l'entità?
Tenni per me questa paura e invitai tutti ad uscire e lasciarci soli nel locale.
Intanto avevo accostato le sedie e lo avevo fatto accomodare bloccandogli le
gambe tra le mie e serrandogli i polsi, per proteggere entrambi da qualsiasi
movimento inconsulto.
Ero a conoscenza di una tecnica, letta in chissà quale libro, per "chiudere"
sedute finite male che consisteva nel "far toccare contemporaneamente le
mani del medium a terra, scaricando così l'energia psichica accumulata in
eccesso". "Al momento della chiusura del circuito, il medium sarebbe stato
attraversato come da una scarica elettrica, liberandosi del surplus energetico".
"Il '76 aveva fatto tremare la terra in Friuli, nella terra dei miei avi, di
nonno Ugo, e non era bastato correre lì a dare una mano per
tranquillizzare la mia coscienza.
Giunse immediatamente la risposta da qualcuno nel corridoio : "Si vede che sei
nuovo, non sai che per la teleselezione devono sbloccarti il telefono con una
chiave ?"
Quella situazione surreale nel sogno si era esattamente avverata il giorno dopo
!
Vidi, come avvolta nella nebbia, una casa bassa, della quale non riuscivo a
distinguere i particolari.
"Guarda meglio !", ingiunse una voce, e mi sforzai a mettere a fuoco
l'immagine e a percepire il colore rosso dei muri.
Poi nuovamente la voce "Fai presto ! "No", mi dissi, "ho bisogno ancora di un
po' di tempo, devo vedere meglio"
"Se non ti sbrighi avrai difficoltà a risvegliarti !", replicò. Infine vidi il tetto della
costruzione a solarium quindi nuovamente la voce, questa volta con tono
perentorio: "Ritorna o non ti sveglierai più !"
C'era ormai poco da indugiare e ordinai a me stesso di
risvegliarmi.immediatamente. Mi vidi invece dall'alto, il corpo raggomitolato sul
letto. Quel me, fuori di me, disse : "Svegliati, apri gli occhi !", invece iniziai ad
ansimare e sentii accelerare il battito del cuore.
Era strano, la coscienza era fuori dal corpo e mi apparteneva mentre i sensi, il
respiro, la percezione del battito cardiaco, la sensazione di una violenta e una
copiosa sudorazione venivano provati dal quel corpo che dava ormai segni di
sofferenza e non sembrava più appartenermi.
Aprii gli occhi, ero sveglio nella posizione nella quale mi ero visto dall'alto.
Il pigiama era tutto zuppo di sudore, fu necessario cambiarmi. Ebbi la
sensazione di averla scampata.
Perché allora non tenerne conto anche se in modo critico e prudente ?"
Mi venne ad aprire Mario, che svolgeva il suo servizio civile presso il gruppo
con Grazia, la sua ragazza nonché "mammina" di tutti loro. Il suo sguardo era
preoccupato.
Iniziò uno strano colloquio tra me e lei, io comunicavo a voce, mentre lei mi
rispondeva con questo nuovo linguaggio dei segni, fatto di due sole parole.
"Vedi chi è arrivato ?" "Si !". "E' Salvatore ?". "No". "E' Massimo ?". "Si ".
Rientrò silenziosamente Mario nella stanza accompagnato da Massimo.
Grazia mi disse che non voleva svegliarsi, stava bene lì !, Voleva continuare "a
volare", era felice.
Ripresi : "Grazia, so che ti trovi bene dove sei, ma per noi è importante
risvegliarti".
"Ora conterò da 50 a 0 e tu, pian piano, sentirai una forza che ti riporterà
indietro, e a zero ti sveglierai"
Era questa una formula molto simile a quella che di norma impiegavo per il
risveglio dallo stato ipnotico, ma diluita su un arco temporale dilatato.
Grazia emise un urlo, spalancò gli occhi e alzatasi a sedere sul letto scoppiò a
piangere. Era sveglia !
"Quello che ora farò su di me Mimmo tu lo avvertirai come se fossimo una sola
persona". "Dovrai immediatamente dirci tutto quello che provi". "Sei pronto ?"
Mimmo annuì col capo. Era disposto a due metri da me, in piedi e di spalle,
ogni successiva azione da parte mia si sarebbe svolta nell'assoluto silenzio.
Poi, tra gli sguardi degli astanti, ormai decisamente preoccupati, mi misi le
mani al collo provocandomi una sensazione di asfissia. Dopo una decina di
secondi Mimmo incominciò ad ansimare."Respiro male ", disse.
Un ago punge , fa male ! E' una delle prime cose che ci insegnano da
bambini.
Test Chiaroveggente-Telepatico
Si pone un mazzo di carte francesi coperte tra l'operatore e il soggetto.
Si chiede al soggetto di dire il seme della carta coperta
La carta viene quindi vista solo dall'operatore, in silenzio
Il soggetto conferma o corregge la lettura attingendo l'informazione per via
telepatica dall'operatore
Simboli
In due diverse occasioni, per due miei amici , la visione ripetuta a distanza
regolare in sogno di un loro parente defunto è stata una sorta di annuncio
preparatorio alla loro morte imminente.
Personalmente ho 'subito' un attacco in sogno di un cane nero, con occhi
fiammeggianti che mi ha risvegliato di soprassalto. Dopo pochi minuti mi è
giunta la comunicazione telefonica della morte improvvisa e inattesa di un
amico.
Buon lavoro !
SEZIONE ENERGIA
Scambio di energia
Test 01.01
Preparazione :
:
Bisogna tranquillizzarlo dicendogli che il test riguarderà la percezione di
semplici e comuni sensazioni, non deve aspettarsi niente di eclatante o insolito
Esecuzione:
L’operatore, alle sue spalle, avvicinerà le sue mani, a sinistra e a destra del
viso del soggetto, a un paio di centimetri
Dopo averne avuto la conferma, rimanendo con le mani ai lati del suo volto,
informarsi sul suo stato generale:
“Come ti senti ? Sei tranquillo ? . . . “
Spostare le mani appoggiandole sulle schiena, all’altezza delle spalle. I palmi
delle mani devono appoggiarsi interamente alla schiena, le braccia
dell’operatore non devono essere tese.
“Si, come vedi non è niente di strano…, anzi quando avvertirai la sensazione di
cadere all’indietro amplificala volontariamente, e vedrai che si rafforzerà la
volta successiva ”
Ripetere fin quando non si vede l’ondeggiamento del corpo e/o si ha conferma
del fatto dal soggetto.
“Rimani ancora così, faremo una cosa simile, ti sentirai andare verso
all’indietro, ma questa volta lo faremo senza contatto.”
Test 01.02
Rimanendo con le braccia stese, palmi delle mani parallele alla schiena,
distaccate a qualche centimetro
Test 01.03
Quando il soggetto ricade all’indietro, per la sua sicurezza, la sua caduta deve
essere contenuta ad un massimo di una ventina di centimetri, quindi deve
essere arrestata dal collaboratore che lo riporta nuovamente nella posizione
stazionaria di partenza
Test 01.04
Test 01.05
Più soggetti (non più di quattro) si dispongono come nei test precedenti.
L’operatore si concentrerà solo su un soggetto (magari indicato da testimoni
presenti) e stendendo le braccia verso di lui eserciterà “la forza”
Può essere opportuno avere due assistenti posti di lato, all’inizio e alla fina
della fila.
Approfondimenti utili alla sperimentazione:
Personali :
http://oltrelospazioeiltempo.blogspot.com/2010/12/ernesto-un-tipo-
magnetico.html
da internet:
http://www.youtube.com/watch?v=pZnsjX_GYvQ
Avvertenze:
Si pronuncia Cii
La parte inferiore del pittogramma rappresenta il fuoco, la superiore il
vapore che si leva dalla cottura del riso
Nel cosmo
Costituente vitale di tutte le cose, in equilibrio tra yin and yang [3]
Nell’uomo
Prima della dinastia Han : ‘respiro’, fluido che anima [1] Vapore
Ilozoico , Fluido che attiva , Fluido che dà energia alla vita [3]
Forza della vita, Respiro, Energia emessa dalle mani [2], Energia
vitale impiegata nella cura (wei-qi) [5], Energia vitale, Forza vitale
{6}
Ankh Egiziano
Nel cosmo
Rappresentato come condotto dai raggi del sole al faraone e altri.
Nell’uomo
L’ankh è rappresentato su una ceramica come "portato" dalle mani
del sacerdote/guaritore. I disegni rappresentano la forza vitale
come emessa dalle mani e che fluisce tra le stesse
Pneuma Greco
Spirito, Vento, respiro
(deriva da pneo, respirazione) [2]
Nel cosmo
Il cosmo è composto da pneuma con ritmiche variazioni [3]
Nell’uomo
Forza vitale nell’uomo (Stoici, Epicurei), Soffio di vita [1] Etere,
Energia vitale del corpo[4] Respiro, Vita, Energia [5]
Prana Indiano
Nel cosmo
Respiro della vita che riempie l’universo; maree; flussi delle maree
cosmiche [1] Forza vitale che alimenta l’universo [5] Sorgente
trascendentale della vita [7]
Nell’uomo
Vita, Respiro della vita [7] [6] , respiro come essenziale forza
vitale, coincide ma non è la respirazione aerea, si muove con la
respirazione, dà energia al corpo fisico [5] Forza essenziale di vita
[2]
Riferimenti bibliografici
Termini equivalenti
I biofotoni, sono ancora oggi, però, un grande mistero per la scienza, infatti,
vengono interpretati da due teorie piuttosto diverse e complementari: la teoria
ondulatoria (con le leggi delle onde) e la teoria corpuscolare (in base alle leggi
della fisica delle particelle).
In Italia il biologo Protti fece studi importanti e originali soprattutto sul sangue e
sui tessuti cancerosi, riscontrando che l'emissione di biofotoni era direttamente
proporzionale alla vitalità del soggetto, che in presenza di leucemie il sangue
aveva emissioni bassissime di biofotoni e che il potere oncolitico (cioè di
combattere le cellule cancerose) del sangue era proporzionale al numero di fotoni
emessi.
L'introduzione nella fisica nucleare di un nuovo rivelatore molto sensibile di luce, il
tubofotomoltiplicatore, permise la prima conferma rigorosa e sperimentale da
parte di un fisico: il professor Facchini dell'Università di Milano. In questa
direzione si inserisce la ricerca originale di tesi di Morpurgo dove, grazie al
luminometro, costruito dal dr. Motolese, si dimostrava che anche gli organismi più
semplici esistenti, i batteri, emettono biofotoni, e che vi era una stretta relazione
fra duplicazione cellulare ed emissione di biofotoni, confermando un ruolo chiave
del DNA in questo fenomeno emissivo.
Oggi i biofotoni sono oggetto di diverse ricerche in tutto il mondo. Negli Stati Uniti
è stato dimostrato che i punti cutanei corrispondenti ai punti di agopuntura
emettono più biofotoni del resto della cute.
I possibili impieghi delle misure di biofotoni sono molti, dalla verifica della qualità
dei generi alimentari al controllo del potere germinativo di semi, ad analisi
farmacologiche e tossicologiche, alla diagnosi precoce di stati patologici.
Tra gli argomenti indagati, di particolare interesse la proprietà dei tumori (in
quanto sede di una aumentata riproduzione cellulare) di emettere un gran numero
di biofotoni e quindi la possibilità di diagnosticare un tumore con grande anticipo
rispetto ai sistemi tradizionali, con un sistema che è, oltretutto, assolutamente
non invasivo.
Pur non negando esistenza dell’effetto placebo, che è stato dimostrato dalla
medicina scientifica con un gran numero dì sperimentazioni in doppio cieco
in cui si confronta l’azione di un farmaco con un prodotto inerte (all’insaputa
del paziente), i pranoterapeuti sostengono tuttavia che questa visione è
riduttiva, e che la pranoterapia può indurre sul paziente degli effetti positivi
che vanno ben oltre l’effetto placebo.
Esiste anche una diffusa interpretazione delle foto Kirlian secondo criteri
proposti dal medico tedesco Mandel, che mette in relazione forma ed
ampiezza degli aloni luminosi attorno alle dita di mani e piedi con tutta una
varietà dì disfunzioni organiche. Sulla validità di tale correlazione è molto
difficile esprimere un’opinione, trattandosi comunque di teorie che si
pongono al di fuori della medicina convenzionale.
Si può solo affermare con una certa sicurezza che la foto Kirlian non può
costituire una prova dell’esistenza del “prana’ così come sostenuto
nell’ambiente dei pranoterapeuti, mentre potrebbe costituire un mezzo
dìagnostico indiretto per molte malattie, sempre che si possa dimostrare la
corrispondenza fra “segni” sulla foto e le varie malattie.
Questa tecnica è stata applicata estesamente per primo dal Dr. Marco
Margnelli per conto deII’ANPSI (Margnelli, 1987).
In seguito ho utilizzato anch’io questa tecnica nell’ambito di una serie dì
ricerche più estese che implicavano anche lo studio della psicocinesi.
Questa tecnica permette di vedere innanzi tutto le capacita di concentrazione
mentale di un soggetto, vale a dire principalmente il ritmo alfa, oltre che altri
parametri elettroencefalografici quali la simmetria e correlazione fra l’attività
dei lobi cerebrali destro e sinistro, ed i ritmi theta e beta.
Una ricerca eseguita dall’autore (Giroldini, 1994) che conferma dati
precedenti raccolti dal Dr. Margnelli, ha mostrato che nei migliori sensitivi
pranoterapeuti il ritmo alfa è molto sviluppato, e si presenta spontaneamente
appena il soggetto chiude gli occhi e comincia rilassarsi, oppure quando
esercita la sua azione prana su di un soggetto.
Per contro, il ritmo alfa è decisamente meno sviluppato e profondo nei
soggeetti ”normali” e nei pranoterapeuti dilettanti, cioè con poca esperienza o
capacità.
Il ritmo alfa è dato da onde elettriche misurabili a livello dello scalpo,
generate dalla corteccia cerebrale, nella banda di frequenze comprese fra 8 e
12 Hz (oscillazioni al secondo) con una ampiezza compresa fra 10 e 60
microvolt.
Questo ritmo è tipico del rilassamento profondo, ad occhi chiusi, ed è
particolarmente sviluppato nei soggetti che praticano tecniche quali lo Yoga o
la Meditazione, o altre tecniche di autocontrollo mentale.
Nei migliori pranoterapeuti che ho potuto esaminare, il ritmo alfa si
instaura spontaneamente nel giro di pochi secondi, appena sono chiusi gli
occhi, con una ampiezza ed una stabilità molto elevate, a differenza di quanto
succede nella maggior parte delle persone dove si presenta in ‘fusi” della
durata di uno-due secondi seguiti da intervalli di assenza dell’ordine dei 10-
30 secondi.
Cosa ancor più sorprendente. il ritmo alfa permane in alcuni pranoterapeuti
anche quando operano su di un soggetto ad occhi aperti, condizione questa
(apertura degli occhi) che è normalmente sufficiente per far sparire il ritmo
alfa.
La stretta relazione fra capacità pranoterapeutiche (valutate sulla base
dell’esperienza e dei risultati clinici ottenuti dal pranoterapeuta) e ritmo alfa,
sembra essere attualmente l’ indice più obiettivo e di facile misurazione oggi
disponibile per valutare velocemente le capacità praniche.
In letteratura sono stati riferiti molti esperimenti di questo tipo, per esempio
possiamo citare
Loehr (1959); Grad, (1965); Miller, (1978). I soggetti che tentavano di
influenzare la crescita di semi e piante erano persone qualsiasi, peraltro ben
motivate psicologicamente, ed anche pranoterapeuti.
I risultati riportati mostrano che è effettivamente possibile, mediante la sola
azione mentale, influenzare la velocità di crescita di semi e piante, nel senso
generalmente di favorire un più veloce sviluppo dei semi o delle piante.
Tipicamente gli esperimenti sono condotti preparando un certo numero di
vasetti contenenti semi di piante a crescita veloce (esempio: fagioli) avendo
cura di creare e mantenere delle condizioni di umidità, temperatura, e
illuminazione molto omogenee fra due gruppi eguali di vasi.
Il primo gruppo viene giornalmente “trattato” da uno o più sensitivi-
pranoterapeuti per almeno 20 minuti, alla distanza di almeno un metro, per
circa due settimane.
L’altro gruppo di controllo non riceve il trattamento prana, ma solo le stesse
cure ordinarie riservate a tutti i vasetti.
La valutazione dei risultati si effettua documentando per via fotografica o
altro la velocità di crescita dei due gruppi di semi o piantine.
A mio giudizio questo è un test molto sensibile, ma richiede tempi di
esecuzione piuttosto lunghi (almeno due settimane) per poter seguire la
crescita dei semi trattati dal pranoterapeuta rispetto al gruppo di semi di
controllo. E’ assolutamente necessario assicurare una elevata omogeneità
delle condizioni ambientali ai semi in modo da eliminare differenze di
crescita dovute a cause diverse dall’azione prana.
Per ovviare a queste difficoltà si potrebbe adottare un altro metodo che ho
descritto in esperimenti che ho condotto diversi anni fa (Giroldini, 1986).
Questo test si basa su animali da laboratorio (in genere topi o ratti) a cui viene
indotta una ferita (per esempio un edema sottocutaneo), che il pranoterapeuta
dovrà curare a distanza senza mai toccare gli animali.
Un esperimento di questo tipo è stato descritto da Bellentani et al. (1987) sui
topi, mentre Wirth et al. (1992) hanno descritto esperimenti condotti con
salamandre a cui furono amputati gli arti anteriori (in questi animali le zampe
ricrescono spontaneamente).
In entrambi gli esperimenti i pranoterapeuti riuscirono ad accelerare la
guarigione negli animali da loro trattatì.
Il test si esegue su due gruppi eguali di animali, di cui solo un gruppo viene
trattato dal sensitivo allo scopo di accelerare la guarigione, l’altro funge da
controllo.
Il tempo di esecuzione è di un paio di settimane circa, con trattamento
giornaliero. Si richiede la collaborazione di un biologo o di un medico che
sappia come trattare gli animali, come indurre la ferita e decidere un valido
procedimento per misurare la velocità di guarigione. Il test si presta bene per
valutare le capacità pranoterapeutiche di un soggetto, escludendo
completamente l’effetto placebo, ma richiede che il lavoro sia ben condotto
sperimentalmente da persone esperte, in un laboratorio attrezzato.
Questo test è quello che più assomiglia alle reali condizioni operative del
pranoterapeuta, ma non è facilmente eseguibile in tempi brevi, e neppure per
un numero elevato di soggetti (quanti animali e quanto tempo occorrerebbe
impegnare?).
CONCLUSIONI
Da questa breve disamina, emerge che oggi sono
disponibili (in linea di principio) una grande varietà di
test per valutare le reali capacità pranoterapeutiche di
un soggetto. Ciascun metodo presenta vantaggi e
svantaggi, alcuni sono veloci, ma indiretti, quelli più
diretti (come l’ultimo descritto) sono troppo complessi
per essere eseguiti correntemente, per questi motivi le
varie Associazioni di pranoterapeuti continueranno ad
utilizzare principalmente il metodo Kirlian, poi l’analisi
EEG, ed anche altri metodi che qui non ho descritto
perché penso che non abbiano alcuna relazione con le
capacità pranoterapeutiche.
Bibliografia
M. Margnelli, “Risultati preliminari di una ricerca
suIl’elettroencefalogramma durante la pranoterapia”, in: Psicobiofisica in
Pranoterapia, a cura di L. Muti, Musumeci Editore, (1987).
W. Giroldini. “Analisi spettrale elettroencefalografica durante la
pranoterapia’, in: L‘Uomo e il Mistero, a cura di Paola Giovetti, p.l77-185,
(1994).
W. Giroldini, “Psicocinesi mediante tecniche computerizzate”, Quaderni di
Parapsicologia, VoI. 22(2), p.29-42, (1991).
A.Ansaloni, P. Vecchi “La pranoterapìa in laboratorio”, Quaderni di
Parapsicologia, Vol. 22(1), p.l5-30, (1991).
F. Loehr “The power of prayer on plants”, Doubeday, New York (1959). B.
Grad “Some biological effect of the laying on of hands”, Journal A. S. P. R.,
95, 129 e 59,2 (1965).
R. Miller “Metodi per scoprire e misurare le energie guaritrici”, da
Parapsicologia scienza del futuro, di J. White e S. Krippner, Armenia (1978).
W. Giroldini “Esperimenti di azione mentale sulle piante”, Quaderni di
Parapsicologia, p21-30, (1986).
P. Bertolani, M.S. Bellentani, Gradellini, G. Noera “Proposta per un corretto
approccio medico-scientifico allo studio dei guaritori pranoterapeuti”,
Metapsichica, p.34-44, (1987).
D. Wirth, C. Johnson, J. Horvath, and A. MacGregor “The effect of
alternative healing therapy on the regeneration rate of salamander forelimbs’,
Journal of Scientific Exploration, 6(4), p375-390, (1992
SPERIMENTAZIONI:Energia(2)
test 02.01
Preparazione
Il soggetto è seduto al tavolo, gli avambracci e i palmi delle
mani poggiati sul tavolo, in avanti.
Azione:
Lo stato ipnotico e il sogno lucido sono stati alterati di coscienza, di norma non
riproducibili spontaneamente, ma solo mediante tecniche particolari e spesso
con il supporto di ausili o di operatori esterni, eppure nella nostra vita ordinaria
assistiamo spesso all'emergere di informazioni, conoscenze esterne al nostro
database di esperienza-ricordo e questo ci lascia sconcertati.
Ebbi già modo di provare questo potentissimo strumento proprio con Ernesto.
Riferii di vedere uno strano quadro, uno scolaro con la testa reclinata
lateralmente intento a scrivere pieno d'impegno su un foglio.
Si gioca su una lama del coltello, da un lato c'è l'attitudine mentale a far
riaffiorare materiale seppellito nella nostra memoria, sull'altro versante il
nostro subcosciente cerca di comunicare con noi nel modo più semplice,
mediante analogie.
In pratica se immaginando la camera da pranzo 'bersaglio' la immagino come
la mia, potrei essere stato condizionato dal ricordo ma anche che il subconscio
ha usato quella immagine perché già pronta e più facilmente riportabile alla
mia coscienza.
Il trucco non è tanto nel tipo di materiale che si presenta alla mente, (anzi
l'atteggiamento del "psioneer" deve essere il più neutrale e acritico possibile),
ma nella modalità di affioramento alla memoria.
Se non è stato prodotto da una 'ricerca' logica, ma spontaneamente, in
brevissimo tempo, è credibilmente un materiale degno d'interesse.
Non sapevo all'epoca '74-76' di aver nel mio piccolo sperimentato la tecnica del
Remote-Viewing sviluppata ben venti anni dopo.
In questa sede non voglio dimostrare l’esistenza di una nuova energia, ma che
in aree geografiche diverse, con usi e culture diverse, in epoche diverse, si
assiste spesso a fenomeni anomali dove la produzione di calore è senz’altro un
elemento caratterizzante, e questa è perlomeno una interessante coincidenza !
Uno famoso !
Fonte:
http://www.invicchio.it/dimorarivotorto/files/padre_pio_da_pietrelcina.pdf
Le ipertermie
Lo studio scientifico di quelle febbri altissime fu ripreso dal dott. Giorgio Festa
nel 1920. Questi aveva sentito parlare di tale anomalia e riteneva il fenomeno
impossibile. Iniziò pertanto a misurargli la temperatura con metodo, due volte
al giorno, e diede ordine ai superiori del convento di fare altrettanto in sua
assenza (il che senza dubbio suggerisce alcuni dubbi sulla validità di queste
misurazioni). A giorni in cui la temperatura oscillava tra i 36,2 e i 36.5 °C si
alternavano altri in cui si evidenziavano picchi di temperatura a 48 - 48,5 °C.
Quando colto da tali temperature elevate il frate appariva molto sofferente e
agitato sul suo letto, ma senza delirio e senza comuni disturbi che di solito
accompagnavano alterazioni febbrili notevoli.
Dopo uno o due giorni tutto rientrava nel suo stato normale, e al terzo giorno
lo si vedeva nuovamente nel confessionale
Da un punto di vista medico-scientifico si tratta di fenomeno inammissibile, in
quanto temperature .talmente elevate possono condurre in breve tempo alla
morte. Tuttavia viene riportato che dopo tali attacchi febbrili il frate era in
grado di tornare ai suoi compiti senza apparente danno.
Val la pena ricordare che temperature corporee superiori ai 42 °C possono
provocare danni cerebrali ,A maggior ragione temperature superiori dell'ordine
dei 47 - 48 °C, sono considerate incompatibili con la vita umana
Ma il caso di padre Pio è solo tra gli ultimi di una lunga sequenza di fenomeni
studiati nella mistica cristiana e conosciuti come: incendium Amoris
CONCLUSIONI :
Praticamente, dai fondi di caffè al volo degli uccelli, dal sale ai cristalli, non
c’è tecnica che non sia stata tentata dall'Uomo per buttare uno sguardo
indiscreto dalla finestra della sua esistenza giù lungo il sentiero del tempo, per
anticiparne gli eventi.
"Lo stato ipnagogico è uno stato alterato di coscienza che può essere
raggiunto all'inizio di una fase REM (movimento rapido degli occhi
associato a una fase di sogno) e caratterizzato da una emissione di
onde EEG di tipo Theta (lente 4-7 Hz).
Nella notte si succedono diversi sogni, tutti preceduti da attività REM.
I sogni effettuati all'alba (IV-V della notte) seguono più rapidamente
una fase REM.
Sistemato sul divano, occupato con tecnica militare per sottrarlo a mia
moglie, vado consolidando una pila di libri da consultare che si ostina a non
saperne a mantenersi sull’attenti e ripetutamente si spalma ostinata sul
pavimento, come a non gradirmi come vicino Finalmente la nostra difficile
convivenza, resa ancora più precaria dall’ultimo arrivato, il portatile, viene
raggiunta e posso così concentrarmi sul nuovo Post.
Ora voglio descrivere come, proprio nelle prime ore della mattina, si realizzino
esperienze mistiche e di ricerca psichica con interessanti assonanze.
Infine una sortita sul mercato, a raccogliere l’eco dello spirito che si trasforma
in denaro (tanto), per pochi !
Post Pubblicato ! I !
E’ il Blog di una scrittrice, Alice Suella il cui titolo LA TERZA FACCIA DELLA
MEDAGLIA” campeggia ben evidenziato in alto.
Due righe più in basso il suo libro “IL MATTINO HA L’ORO IN BOCCA”
nei commenti dei suoi lettori, pubblicato alcuni anni fa.
Quale è la probabilità che si accomunino in uno stesso documento due titoli del
mio Blog, considerando che uno dei due (Le tre facce..) è anche così insolito ?
Ridiamo nel concordare che forse sarebbe stato utile riservare strane
coincidenze per la lotteria !
Una cena rapida con lei al ristorante macrobiotico, rovinata sicuramente dalla
ma carica, non contenuta, di rappresentarle la cosa in termini statistici e di
probabilità. Discorsi certo di scarsa compagnia poi sono a casa, nuovamente
connesso su internet, per trovare materiale sul romanzo della Suella.
Il genere è moderno, con molti spot che si susseguono e che ben si addice alla
giovane età dell’autrice, poi inaspettatamente riprendo il bandolo del filo di
arianna della mia ricerca.
Cerco TALMUD e scopro che, esistito inizialmente solo in forma orale, ne sia
stata curata la stesura solo dopo la seconda distruzione del tempio di
Salomone.
“Nel Talmud i sogni vengono presi in considerazione come diretta
emanazioni del volere divino, contenenti una “verità”, un messaggio
che li rende una mediazione fra l’uomo ed il suo unico Dio Jahvè.
Mediazione che può essere considerata profetica, soggetta all’abilità
dell’interprete illuminato, ma che al sognatore può rivelare, al di là
dell’interpretazione vera e propria, la parola di Dio….”
Questo proverbio che papà era solito ripetere a noi figli, oggi, che non
possiamo più sentirlo dalle sue labbra, svela il suo senso, il recondito
significato di ciclo continuo di vita, morte e rinascita: il Samsara.
Come fu per lui, ci misuriamo quotidianamente con le radici del male: Avidità,
Rabbia, Ignoranza, e la continua lotta interiore per scegliere giorno per giorno,
azione per azione, il sentiero Luminoso della Giustizia, Legalità e Solidarietà
contro quello Oscuro dell’Ingiustizia, Sotterfugio ed Egoismo. La vita ha
presentato a lui gli stessi interrogativi e scelte che presenta oggi a me e che
domani saranno per chi verrà dopo di me, e la ruota gira sotto lo sguardo
diabolico del Tempo, che tutto divora ....
Girare con il corpo . .
Il suono dei flauti e il ritmo ossessivo dei timpani e dei piatti accompagna il
vortice crescente dei danzatori Dervisci. Il braccio destro alto al cielo, quello
sinistro al suolo, il corpo ponte tra il Cielo e il mondo.
.. e con la Mente !
Tavole ruotanti
Mario Padulosi
Sono nato a Pompei nel Natale del 1955, diplomato al locale Liceo
Scientifico, e ho frequentato il biennio di Ingegneria al Politecnico di
Napoli.
Dopo aver svolto il servizio civile a Roma nel ‘77 presso la Comunità
Capodarco, due anni dopo sono entrato nella Capodarco Elettronica
Coop. lavorando prima come tecnico collaudatore e poi come
responsabile commerciale e marketing, posizione tenuta fino al 2002.
Tra le cattive cose fatte : non aver completato gli studi d'ingegneria.