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Impastare la farina con l'acqua in modo da ottenere un impasto molto morbido e acquoso, lavorato lo
stretto necessario per formarlo bene. Gli si dà la forma approssimativa di una sfera. Lo appoggiamo
quindi in una zuppiera il cui bordo deve superare l'altezza dell'impasto e riempiamo d'acqua la
zuppiera fino a coprire bene tutto l'impasto.
Lasciamo riposare il tutto per 45-50 minuti.
Apriamo un filo d'acqua molto sottile nel lavandino della cucina, solleviamo delicatamente l'impasto
in ammollo e, tenendolo fra le mani, iniziamo a lavorarlo delicatamente sotto l'acqua.
La farina inizia a cedere l'amido, che scorre via con l'acqua dandole il caratteristico colore bianco.
L'amido può essere accumulato con l'acqua di scolo, decantato, asciugato e riutilizzato in mille modi.
Dopo molto tempo che si lavora l'impasto, anche la crusca comincia a cadere con l'acqua. Quando
l'acqua è meno bianca (cioè l'amido comincia a finire), si può aumentare un poco il getto d'acqua per
accelerare i tempi. Continuiamo a lavorare l'impasto, che sempre più assume la consistenza
spugnosa del seitan. La crusca continua ad uscire sempre più copiosa (attenzione a non otturare lo
scarico: si può usare un filtro e pulirlo di quando in quando); quando esce solo più crusca si può
aumentare ancora il getto d'acqua.
Al termine della lavorazione a mano ciò che rimane è proprio il glutine, ovvero la frazione proteica
non idrosolubile del frumento.
A questo punto mettiamo un litro d'acqua in una pentola, aggiungiamo lo shoyu e l'alga e,
naturalmente, il seitan. Portiamo a ebollizione e facciamo cuocere almeno 40 minuti; negli ultimi
minuti di cottura aggiungiamo lo zenzero.
[stefano momentè]