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PROIETTILI

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<<Ehi, amico! Guarda che i nemici son di là! Ha ha ha!>>. Tra il fischio dei proie
ttili vaganti e il fragore delle granate a impulsi,
ricaricai il mio M64 e, spuntando fuori dalla copertura, cominciai a sparare. <<
Oh, sì! Fagli saltare le cervella!>>. Samuel...il solito
esaltato! Ormai i nemici erano stati decimati e le truppe si stavano riunendo. <
<Ok, uomini!>>, disse il Sergente Nicholson, <<Rag_
grupparsi! Dobbiamo arrivare al ponte entro l'ora di pranzo!>>. Era accaduto tut
to molto velocemente: fino a quasi venti giorni fa me ne stavo
tranquillo durante la vigilia di Natale e poi, all'improvviso, c'è stata la chiama
ta: tutti i soldati del pianeta furono
richiamati. Preparazione, imbarco e via da Rasza, verso la nuova destinazione. D
ue giorni dopo ogni plotone fu imbarcato sugli hover e
fu sganciato su Krinius III: la guerra era cominciata. Il nostro compito era di
conquistare la capitale del pianeta nemico, Thyrrus, ed eliminare
il generale Rotchild...semplice, no? Invece capimmo con chi avremmo avuto a che
fare appena atterrati: i Kriniani non avevano paura, non temevano
di morire, non indietreggiavano di fronte al nemico; avrebbero combattuto fino a
lla morte per quel sudicio ammasso di fango del loro pianeta.
Ogni postazione doveva esssere liberata fino all'ultimo uomo e non si poteva pro
cedere senza aver prima compiuto una strage... Al 23° giorno
conquistammo il ponte che conduceva alla capitale e l'esercito si accampò ai limit
i della periferia. Seduti davanti al fuoco della nostra tenda,
io e i miei compagni della squadra Charlie sorseggiavamo la zuppa del nostro ran
cio prima della notte. <<Ehi, ragazzi: qualcuno mi spiega noi
che cavolo ci facciamo su questa fogna?>>. Linus era il cervello del gruppo, esp
erto in elettronica ed esplosivi. <<Combattere per la patria,
difendere il nostro pianeta...>>. Rob, il cecchino: lui e il suo RogueStar calib
ro 308 mm avevano ucciso più nemici con venti colpi di quanti ne
avrebbero uccisi un artificere e un lanciarazzi DS7-Frag con il doppio dei colpi
. <<...salvare i fratelli e...>> <<Idiozie!>> gridò Colin. Lui non
era esattamente quello che veniva considerato lo scemo della compagnia: il suo c
oraggio e la sua abilità ci avevano salvato in moltissime occasioni,
ed era anche l'addetto alle munizioni. <<Quello che ti vogliono inculcare in tes
ta i superiori...tutte idiozie! Siamo qui per difendere
gli interessi del nostro maledetto presidente, per prendere la petrusite che han
no i Kriniani! Non possiamo fuggire: o loro, o noi...>>.
<<Io so solo che vengo pagato per uccidere i nemici e quindi ho un solo obbietti
vo: UCCIDERE I NEMICI!>>. Samuel non ha bisogno di presentazio_
ni: il solito esaltato!
La mattina seguente le truppe si riorganizzarono e l'esercito era pronto alla pa
rtenza. Pochi minuti prima di lasciare l'accampamento il sergente
chiamò la mia squadra. <<Squadra Charlie, a rapporto!>> <<Sissignore! Caporale Ric
k Jameson e squadra Charlie a rapporto!>> risposi. Nicholson
continuò:<<Tu, i tuoi uomini e la squadra Foxtrot avete il compito di proteggere i
l convoglio dell'esercito dal lato est.>>. Il sergente si interruppe,
dopodichè accese una mappa olografica della zona e proseguì:<<Avanzerete lungo quest
e vie, attraverserete questi edifici dismessi e, salendo quassù...>>,
disse indicando il tetto di un edificio, <<...sorveglierete i veicoli del convog
lio mentre attraverseranno questa via. Infine ritornerete in strada e
vi riunirete al resto delle truppe. Tutto chiaro?>> <<Chiaro, signore.>> <<Bene,
andate. E ricordate: se trovate dei nemici avete l'ordine di aprire
il fuoco, nessuna pietà. Buona fortuna.>>. Radunai la mia squadra e, assieme alle
truppe del team Foxtrot, ci addentrammo nei vicoli della periferia.
Rob, avanzando con il fucile spianato, disse:<<Ho una bruttissima sensazione...>
>. Aprendo la porta del primo edificio, entrammo tutti e dieci
imbracciando le armi. All'interno sembrava tranquillo: un palazzo abbandonato co
me tanti altri, ma il silenzio era quasi surreale. Camminammo uniti lungo
un corridoio quando dietro di noi un soldato della Foxtrot parlò:<<Ragazzi, ma a v
oi non sembra che...>>. All'improvviso, alle sue spalle, distinguemmo
una sagoma trasparente dagli occhi rossi. Allungò il braccio, circondò il collo del
ragazzo e...sgorgò del sangue. Aprimmo il fuoco: crivellato dai colpi,
il Kriniano divenne finalmente visibile e cadde a terra. Per il ragazzo, ormai,
non c'era nulla da fare, poichè una lama d'adamantio non lascia scampo.
<<Armature Camaleonte!>> gridò Linus; e proprio in quell'istante avvenne l'imbosca
ta. Dalle due estremità del corridoio i Camaleonti cominciarono a sparare,
circondandoci. <<Al riparo!>>. Fortunatamente per noi, proprio in quel punto, si
trovava un pezzo di soffitto crollato, che ci offriva sufficiente copertura.
Una volta giunti, tuffandoci, al riparo, afferrammo i fucili e rispondemmo al fu
oco. Nonostante i proiettili incrociati e le armature, li eliminammo
uno ad uno. <<Gliel'abbiamo fatta vedere a quegli xeno!>> gridò Samuel. <<Ehi! Sta
te tutti bene?>> <<Affermativo>> risposi, <<NOI, almeno...>>. Di fianco
a me giaceva il corpo esanime di un soldato Foxtrot; un altro era disteso in mez
zo al corridoio. <<Forza! Andiamo!>> incitò Colin, indicando l'uscita.
Dopo una rapida corsa ci ritrovammo nel cortile dell'edificio e, attraversandolo
, irrompemmo nel palazzo di fronte. <<Kriniani!>> gridai. L'edificio era pre_
sidiato da una squadra nemica, che ci costrinse a ripararci dietro due pilastri.
Dopo poche raffiche di proiettili avanzammo sopra ai corpi inermi dei nemici
e salimmo le scale il più velocemente possibile. <<Veloci!>> gridò Colin, <<Il convo
glio sta passando!>>. Arrivati sopra, ci abbassammo lungo il bordo
del tetto e osservammo i nemici: appostata sulla cima della casa di fronte a noi
, una squadra Kriniana tentava di ostacolare i soldati Rasziani a terra.
Cominciammo a sparare verso di loro e questi, come la buona educazione impone, r
isposero; le loro salve di fuoco erano talmente subissanti che sentivo le
fondamenta stesse del nostro edificio tremare sotto i loro colpi. Ma ovviamente
non restammo lì a subire dai nemici: tutti i nostri caricatori si riversavano
violentemente sui Kriniani, mietendo vittime e distruggendo corazze da battaglia
. <<Punto a me!>> esclamò Rob, dopo aver colpito alla testa un nemico.
<<Tanto ti batto comunque!>> rispose Samuel, eccitato dalla nostra apparente sup
eriorità. Evidentemente, però, i nostri sforzi non erano sufficienti,
poichè continuavano ad arrivare rinforzi. Improvvisamente la mia radiolina da pols
o vibrò: era il sergente. <<Charlie! Fate saltare quel dannato palazzo!
Ci stanno spazzando via!>> <<Ci penso io!>>disse Linus e si precipitò giù dalle scal
e. Lasciando i due sopravvissuti della Foxtrot a tenere impegnati
i Kriniani, io, Rob, Colin e Samuel scendemmo fino al piano terra ed uscimmo sul
la strada, dirigendoci verso l'obiettivo. Una volta giunti di fronte alla
porta gridai: <<Al mio tre! Uno! Due! Tre!>>. Coordinati come una perfetta macch
ina da guerra irrompemmo nell'edificio, sparando a vista verso qualsiasi
minaccia e fornendo copertura a Linus mentre armeggiava con il C10, piazzandolo
sulle colonne portanti. Una volta piazzato l'esplosivo fuggimmo verso l'usci_
ta, ma proprio in quel momento il nostro artificere venne colpito ad una gamba.
Fermandomi, mi girai e tornai indietro, attraversando indenne i proiettili
vaganti. <<Andiamo!>> urlai, <<Non fermarti!>>. Tentai di trascinarlo, ma era t
roppo pesante. <<Vai!>> mi gridò, <<Salvati! Ho compiuto la mia missione!>>.
Sentii un braccio che mi tirava e, tutt'a un tratto, mi ritrovai all'esterno. Al
l'improvviso ci fu il botto: il palazzo esplose, scagliando detriti in
ogni direzione; i pilastri portanti crollarono e l'edificio collassò su se stesso.
E poi silenzio. Fissando le macerie ormai immobili dissi
sottovoce:<<Addio, Linus>>.
Lo ammetto, Krinius III è proprio un pianeta schifoso. Però mi ricordo le fotografie
di Thyrrus, ed era proprio una bellissima città, con i grattacieli in
stile prebellico decorati in oro, la pavimentazione stradale di marmo splendente
e le fontane d'acqua cristallina; ma la guerra aveva cambiato tutto: i grat_
tacieli sono in rovina, la pavimentazione è distrutta, le fontane non esistono più e
l'aria è infestata dalla nebbiolina verde postatomica...insomma, un vero
inferno. Al 25° giorno il convoglio Rasziano aveva raggiunto il centro della città;
quando la nebbia finalmente si diradò, lo scopo della nostra missione si
rivelò davanti ai nostri occhi: il palazzo reale del generale-dittatore Rotchild s
i stagliava davanti a noi, dominando sopra piazza Bockwet e sopra Thyrrus.
Dopo pochi giorni di bombardamenti orbitali ed assalti via terra, il nostro eser
cito era infine riuscito a raggiungere il covo del nemico: solo pochi passi
ci separavano dal compimento della nostra missione. L'attacco finale cominciò due
ore dopo l'occupazione della piazza e l'ultimo baluardo della difesa
Kriniana si barricò sull'enorme scalinata fortificata della loro fortezza. I nemic
i erano stati decimati ma, nonostante le perdite, combattevano ancora con
coraggio e spietatezza, sparando senza sosta sui nostri. Mezz'ora dopo l'inizio
dell'attacco le torrette automatiche degli APC del convoglio iniziarono a
tirare contro i difensori Kriniani, distruggendo le barricate; i proiettili da 2
0 mm spazzavano via i sacchi di sabbia e smembravano le lamiere d'acciaio,
uccidendo chiunque si trovasse sul luogo dell'impatto. Ma, proprio quando la vit
toria sembrava a portata di mano, un grido ci sconvolse:<<RPG!>>. Uscendo di
corsa dal portone del palazzo reale, alcuni nemici con dei lanciarazzi fecero fu
oco sul nostro esercito, facendo esplodere qualche APC. Molti soldati furono
uccisi, ma non ci scoraggiammo. <<Forza ragazzi! Possiamo farcela!>>. I Rasziani
avanzarono tra le rovine della piazza sparando a raffica, incitati dalle
grida dei compagni. Lentamente, le ultime difese Kriniane si spezzarono, fino a
quando si sfaldarono e i pochi nemici rimasti si ritirarono dentro le mura
della fortezza. <<Tutti dentro, uomini! Tutti dentro!>>. Lo sfondamento ebbe suc
cesso e le nostre truppe sciamarono all'interno con l'intento di eliminare
ogni resistenza. Anch'io e la squadra Charlie stavamo per unirci all'irruzione,
quando vidi qualcosa che attirò la mia attenzione: dal lato est dell'edificio
un uomo incappucciato uscì di corsa, dirigendosi verso alcuni viottoli. <<Squadra
Charlie!>> gridò Nicholson, alle nostre spalle, <<Rotchild se la sta svi_
gnando! Inseguitelo! Io e la squadra Alfa tenteremo di aggirarlo mentre gli altr
i liberano il palazzo!>>. Cominciammo a correre verso i viottoli, addentran_
doci nei bassifondi della città; seguimmo gli uomini di Rotchild attraverso rovine
, vicoli e cortili, tra i corpi dei Kriniani morti nelle retrovie e i resti
di quella che un tempo era una civiltà splendida e florida. Osservando le salme de
i nemici mi venne un forte senso di nausea. Proprio nausea, perchè sotto
alle corazze da battaglia di kevlar e ceramite, alle tute protettive anti-radiaz
ioni e agli elmetti da guerra, c'erano uomini come noi: coloni terrestri,
giunti su un altro pianeta eoni addietro proprio come noi. Ma la guerra... La gu
erra è spietata. Aizza esseri umani contro esseri umani, connazionali contro
connazionali, figli contro genitori e fratelli contro fratelli: niente fa differ
nza. E mentre avanzavamo calpestando i nostri fratelli Kriniani caduti,
avevamo come obiettivo quello di uccidere gli ultimi oppositori di Krinius III,
gli ultimi rappresentanti della nostra razza su quel pianeta. Oltre la
nebbia, attraverso gli edifici: eravamo implacabili. La guerra ti rende insensib
ile, ti rende spietato... ti fa amare quello che fai. Uccidere. Una volta
che cominci... non puoi più smettere. E proprio in quel momento comparve di fronte
a noi il bunker di Rotchild, al cui interno le guardie del generale ci
stavano aspettando con i fucili KP-76 carichi. <<Ci siamo,>> sussurrò Colin, <<è la
nostra occasione.>>.
Attaccammo il bunker con tutta la ferocia che avevamo, tirando le nostre granate
a impulsi e facendoci strada tra i nemici a colpi di fucile. Anche se bar_
ricati nell'edificio, le guardie di Rotchild non riuscivano a resistere alla nos
tra potenza di fuoco e alla nostra abilità nel combattimento, indietreggian_
do sempre di più verso il covo del loro comandante; attraverso gli angusti corrido
i correvamo senza sosta, opponendo ai nemici i proiettili al titanio di cui
i Rasziani vanno tanto fieri e ogni passo ci avvicinava al nostro obbiettivo. Al
l'improvviso, però... sentimmo un botto terribile e la terra tremò, così ci
girammo per osservare l'accaduto dalle feritoie del bunker: al di sopra di piazz
a Bockwet si stagliava una titanica nuvola atomica a forma di fungo. La mia
radiolina da polso vibrò: <<L'ha fatto...>> disse il sergente Nicholson <<...ha uc
ciso i suoi ultimi uomini. Li ha sacrificati per far saltare tutto, per
ammazzare i nostri... siamo rimasti solo noi...>>. Tutti i membri della squadra
Charlie restarono in silenzio per qualche secondo, sconvolti dall'accaduto;
i nostri occhi fissarono la nuvola provocata dall'esplosione con espressione vuo
ta. Ci accostammo alla porta del salone in cui si nascondeva Rotchild e
piazzammo una carica esplosiva di livello D: eravamo pronti a tutto per vendicar
e i nostri compagni caduti. Dopo aver attivato la bomba, irrompemmo nella
stanza, ritrovandoci faccia a faccia con i nostri ultimi nemici. Premetti il gri
lletto: cominciai a sparare senza sosta, abbattendo uno dopo l'altro tutti
i Kriniani. Sembravano centinaia, poi migliaia, ed io continuavo ad abbatterli,
spargendo il loro sangue ovunque... poi un voce familiare: <<Ehi, amico!
Basta! Abbiamo vinto!>>. All'improvviso ritornai in me. Di fronte a noi giacevan
o i corpi dei cinque soldati d'élite che difendevano Rotchild, riversi in un'
enorme pozza di sangue. <<Abbiamo vinto...>> ripetè Colin, osservando i cadaveri s
ul pavimento. Guardai fuori dall'enorme buco sul soffitto e vidi
le navi della flotta Rasziana solcare i cieli, pronte ad atterrare e recuperare
i pochissimi soldati sopravvissuti. Rob e Samuel avevano ammanettato
Rotchild e lo stavano conducendo fuori dal bunker. Avevamo vinto, dopo una sangu
inosissima battaglia. Avevamo vinto, dopo aver assistito alla devastazione di
Krinius III. AVevamo vinto, persino durante il giorno del Natale. Avevamo vinto,
sì... ma a quale prezzo?

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