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La Chiesa rinvia l'abolizione del limbo

Ancora due anni per l'annuncio ufficiale


ROMA - La Chiesa vuole abolire il limbo: sembra un'indicazione oramai certa, suggerita già da Giovanni
Paolo II e ribadita più volte dai teologi del Vaticano ma il Papa prende ancora tempo e rimanda l'annuncio
ufficiale di altri due anni. Ieri sembrava la giornata giusta; erano in molti a sperare che l'udienza concessa
da Benedetto XVI alla Commissione teologica internazionale fosse l'occasione per ascoltare la
comunicazione ufficiale, ma la delusione ha raffreddato le aspettative: il Pontefice non ha speso una
parola sull'abolizione del limbo. L'annuncio è stato rimandato al documento conclusivo della
Commissione, pronto forse tra due anni.

Nella tradizione popolare, il limbo è sempre stato il luogo dove si raccolgono le anime dei bambini morti
senza battesimo. Non ci fu mai definizione magisteriale della Chiesa ma nel Catechismo di Papa Pio X è
scritto chiaro che il limbo esiste "proprio per quei bambini che non meritano il paradiso ma neppure
l'inferno o il purgatorio". Era il 1904; cent'anni dopo, il suo successore Papa Ratzinger si appresta a
cancellare quel luogo dove, per usar parole di Dante, "infanti e gente di molto valore eran sospesi".

Monsignor Bruno Forte, membro della Pontificia Accademia di Teologia, svela le intenzioni di Benedetto
XVI: "Il peccato originale è una realtà che realmente segna la fragilità della condizione umana; il
battesimo è necessario per rimuoverlo, ma nel caso di un bambino che non è stato battezzato, senza
alcuna sua colpa, il potere salvifico di Cristo dovrebbe prevalere sul potere del peccato".

A sfogliare i vecchi scritti, già chiaro emerge il pensiero del futuro Papa Ratzinger. Nel 1984, firmando il
"Rapporto sulla fede" scritto insieme a Vittorio Messori, il Prefetto della Fede affermava che "il limbo non
è mai stata una verità definita di fede. Personalmente - concludeva l'allora cardinale - lascerei cadere
questa che è stata soltanto un'ipotesi teologica".

La Commissione teologica internazionale chiamata a consigliare il Papa sul futuro dell'esistenza del limbo,
ha sancito fin d'ora che l'idea del limbo "non è essenziale né necessaria", anzi, "può essere abbandonata
senza problemi di fede". Cinque giorni hanno lavorato i teologi, sfogliando i libri della fede dal catechismo
di Papa Pio X che sosteneva l'esistenza del limbo, fino ai principi fondamentali della religione dettati da
Giovanni Paolo II nel Catechismo redatto nel 1997. Scriveva il predecessore di Papa Ratzinger (punto
1.261): "Quanto ai bambini morti senza battesimo, la Chiesa non può che affidarli alla misericordia di Dio.
Infatti la grande misericordia di Dio "il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati" e la tenerezza di Gesù
verso i bambini, che gli ha fatto dire: "Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite", ci
consentono di sperare che vi sia una via di salvezza per i bambini morti senza Battesimo".

"Non è un cambiamento della dottirna cattolica - precisa monsignor Bruno Forte, teologo della Pontificia
Accademia. "Nessuna discontinuità", tranquillizza lo studioso. La Commissione, nel suo futuro documento,
presenterà le questioni dottrinali che in passato hanno spinto i teologi ad ipotizzare l'esistenza del limbo e
i motivi che consentono oggi di "mettere da parte certe formulazioni, senza compromettere in alcun modo
la fede della Chiesa". Così spiegano gli esperti: "Non vogliamo rompere la grande tradizione di fede" ma
solo "eliminare l'uso di immagini e metafore che non tengono adeguato conto della ricchezza del
messaggio di speranza portatoci da Gesù Cristo".

Testo tratto da ‘Repubblica.it’

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