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Di che cosa parliamo quando diciamo “creatività”

• Attorno al concetto di creatività ci oggi sono molto interesse  e qualche confusione. 
La   creatività   spesso   viene   vista  come   attività  contigua   alla   stravaganza  o   viene 
collegata   automaticamente   all'effimero   (moda,   intrattenimento)   o   al   mondo 
dell'arte. Chiariamo alcuni elementi di base.

• L'atto del “creare” è stato a lungo percepito come attributo della divinità: Catullo, 
Dante, Leonardo,   non avrebbero  definito sé stessi “creativi”.   Propri dell'uomo 
erano invenzione, genio e, dal '700,  progresso e innovazione. La parola “creatività” 
entra   newl   lessico   italiano   solo   negli   anni   '50.   L'idea   di   “creatività”   come 
atteggiamento  mentale proprio  (ma non  esclusivo) degli  esseri  umani nasce  nel 
'900. I primi studi sul fenomeno risalgono agli anni '20. 

• Tra   le   moltissime   definizioni   di   creatività   prodotte   si   segnala   per   semplicità   e 


precisione   quella   fornita   dal   matematico   Henri   Poincaré   nel   1929:   “creatività   è 
unire elementi esistenti con connessioni nuove, che siano utili”.

• Le categorie di “nuovo” e “utile” radicano l'attività creativa nella società e nella 
storia. Il “nuovo” è relativo al periodo storico in cui viene concepito. L'”utile” è 
connesso con la comprensione e il riconoscimento sociale.

• Le categorie di nuovo e utile illustrano adeguatamente l'essenza dell'atto creativo: 
un   superamento   delle   regole   esistenti   (il   “nuovo”)   che   istituisca   una   ulteriore 
regola   condivisa   (l'utile).   Individuano   anche   le   due   dimensioni   del   processo 
creativo, che unisce disordine e ordine, paradosso e metodo.

• Infine, le categorie di nuovo e utile ampliano la sfera delle attività “creative” a tutto 
l'agire umano a cui sia riconosciuta un'utilità economica,  o estetica, o etica, e che 
sviluppi uno dei tre possibili gradi di novità: applicazione “nuova” di una regola 
esistente, estensione di una regola esistente a un campo “nuovo”,   istituzione di 
una regola del tutto “nuova”.

• Poiché   si   fonda   sulla   profonda   conoscenza   delle   regole   “da   trasgradire”,   la 
creatività   non   può   svilupparsi   in   assenza   di   competenze   preliminari. 
Caratteristiche   della   personalità   creativa   sono     curiosità,   bisogno   d'ordine   e   di 
successo   (ma   non   inteso   in   termini   economici),   indipendenza,   spirito   critico, 
insoddisfazione,   autodisciplina...   Mentre   in   alcuni   campi   ­la   matematica,   per 
esempio­ la creatività sembra svilupparsi meglio in giovane età, in altri ­letteratura, 
musica, arti figurative­ continua per tutto l'arco della vita.

• La creatività è espressione tipicamente umana perché si fonda anche sul possesso 
di linguaggi astratti (parole, numeri) e atti a compiede discriminazioni sottili. Ma 
non   è   espressione   esclusivamente   umana.   Molte   specie   di   mammiferi,   in 
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particolare   i   Primati,   e   alcune   specie   di   uccelli   hannoo   “intuizioni   creative”,   e 
riescono anche a trasmettere loluzioni creative alla prole.

• Oggi la creatività, specie in campo scientifico e tecnologico, è più affidata ai gruppi 
che   ai   singoli.   Le   comunità   di   ricercatori   e   scienziati   e   le   aziende   per   cui 
l'innovazione   è   una   risorsa   strategica   si   stanno   interrogando   per   individuare   le 
tecniche più efficaci di promozione e gestione del processo creativo.  

Nuovo e utile: alcune idee per un testo fondato sugli interventi al convegno

Titolo 
NUOVO E UTILE

Sottotitolo 
Che cos’è la creatività. Dove nasce e come. Quanto ci riguarda e ci appartiene
oppure:
Idee e pratiche della creatività

Foliazione:
Un massimo di 300 pagine, + alcune illustrazioni (opportune, forse non indispensabili)

Una suggestione
Quando,   nel   1957,   i   russi   mandarono   in   orbita   lo   Sputnik,   gli   americani   –   che   erano 
convinti di essere all’avanguardia nella conquista dello spazio – ci rimasero molto male. 
La   prima   reazione   fu   chiamare   a   raccolta   le   migliori   menti   del   paese   e   metterle   a 
confronto   sul   tema   della   creatività   attraverso   una   serie   di   simposi.   Quelle   riflessioni, 
proposte da personaggi come Erich Fromm, Guilford, Hilgard, Rogers, furono pubblicate 
nel 1959 in “Creativity and its Cultivation”. In quel libro la creatività diventò oggetto di 
studio scientifico e il futuro un prodotto progettato e organizzato dall'uomo. 
Neil Armstrong piantò la bandiera statunitense sul suolo lunare nel 1969.

Descrizione del progetto
Il 28 e 29 settembre 2004 si è tenuto a Firenze un convegno interdisciplinare sul tema della 
creatività (allegato­ programma del convegno). L’iniziativa ha riscosso interesse dal parte 
della   stampa   (allegato­   rassegna   stampa   del   convegno)   e   del   pubblico.   Già   diverse 
persone hanno già chiesto di poter avere gli atti del convegno (allegato):  non è altro che 
un segno, ma è un buon segno.
Non crediamo però che pubblicare gli atti di un convegno abbia  un grande senso, né dal 
punto di vista editoriale né dal punto di vista didattico. Proponiamo invece di sviluppare 
un   progetto   leggermente   diverso:   una   “tessitura”   dei   diversi   interventi   che   possa   dar 
luogo a un saggio dotato di un filo logico, di uno sviluppo coerente tanto da poter essere 

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proposto e usato come libro di testo. Una breve occhiata agli abstract (allegato) suggerisce 
che, con un po’ di attenzione, probabilmente ci si può riuscire.

Pubblico potenziale primario
studenti   universitari   (Facoltà   Scienze   della   Comunicazione,   Scienze   della   Formazione, 
Design, Architettura...) 
studenti degli istituti di grafica e comunicazione 

Pubblico potenziale secondario
Insegnanti (medie inferiori e superiori) 
Consulenti e formatori
Manager e imprenditori 
lettori di saggistica curiosi dell’argomento

Contesto concorrenziale
Chi cerca “creatività” su Google trova 302.000 risultati. Se invece si digita “creativity” se 
ne trovano 5.520.000. La manualistica sullo sviluppo del pensiero creativo è ampia (due 
autori per tutti: De Bono e Jaoui). L’offerta di testi più strutturati non è così estesa. Molti 
risalgono   agli   anni   ‘70   e   ‘80.   Quasi   tutti   sono   settoriali,   e   in   larga   parte   hanno   taglio 
psicologico   o   psicopedagogico.   Il   tentativo   italiano   più   recente   di   offrire   una   visione 
complessiva del fenomeno è quello di De Masi (La fantasia e la concretezza, Rizzoli 2003, 753 
pagine), che si occupa soprattutto di gruppi e contesti creativi. In contemporanea è uscito 
con Mondadori, di Richard Florida, L’ascesa della classe creativa, il cui tema di fondo è che 
la creatività genera sviluppo e crescita economica, e si sviluppa a sua volta in presenza 
delle “3 T” (tecnologia, talento, tolleranza).  

Possibili strumenti promozionali
Mail agli iscritti  al convegno ­ oltre 1000 indirizzi
festival Nuovo e Utile ­ Firenze estate 2005 ­ pubblico previsto 15/20.000 persone

Autori e diritti
I diritti per la pubblicazione sono già stati pagati e possono essere ceduti all’editore. E’ 
possibile che alcuni interventi ­ non così rilevanti­ vengano omessi. E’ possibile che sia 
opportuno   chiedere   un   paio   di   brevi   testi   a   integrazione   (per   esempio   Oliverio   su 
creatività, psiche, emozione). 
Umberto Eco può cedere un proprio testo (argomento: creatività come ars combinatoria) 
scritto  per  l’inaugurazione  della mostra Beautiful  Minds, e non  ancora pubblicato.   Ne 
abbiamo parlato nel corso di un colloquio informale, gli eventuali diritti non sono stati 
trattati. 

L’idea di base

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Il problema: gli atti del convegno, così come sono, rischiano di risultare difficili e faticosi da 
leggere.   Gli   interventi   sono   troppo   disomogenei.   E   qualcuno,   fra   l'altro,   si   può   senza 
troppi rimpianti buttar via.
La soluzione: c’è bisogno di una selezione, di alcuni tagli, di un paio di integrazioni, di un 
editing   che,   senza  cancellare  le  differenze  anche  espressive  tra  i   vari  autori,  riduca   le 
doisomogeneità così forti da risultare fastidiose per il lettore, e di  una "voce narrante" che 
conduca da un intervento all’altro.
Naturalmente   c'è   il   problema   di   separare   le   voci   e   di   garantire   ai   relatori   e   alle   loro 
relazioni il rilievo, l'autonomia e la dignità necessaria. 
Come   tenere   insieme   tutto   questo?   Con   un   paio   di   espedienti   grafici:   un   cambio   di 
carattere (non da tondo a corsivo, ma da un font tondo a un altro font tondo che gli sta 
bene insieme) che separi il narratore (che parlerebbe il minimo indispensabile a far filare il 
discorso nel suo complesso) e i relatori, e con un sistema di scritte a margine che evidenzi 
relatore/argomento in modo immediato e trasparente.
Detto così può sembrare complicato o pasticciato. Ci piacerebbe fare una prova, su un 
formato  e  all’interno  di  una gabbia grafica realistica.  Abbiamo però  già qualche buon 
motivo per pensare che il risultato finale possa essere piacevole e non privo di grazia.

La struttura dell’opera

Introduzione
Perché è importante parlare di creatività (gli indicatori economici e culturali del declino 
italiano) ­   Che cosa pensiamo e sappiamo della creatività oggi in Italia (sintesi ricerche 
Eurisko)   ­   Uno   sguardo   politico   e   uno   imprenditoriale   (sintesi   di   Claudio   Martini   e 
Giuseppe Gazzoni) ­ 

Prima parte

Primo capitolo ­ l’idea
Costruire un paradigma della creatività (Piergiorgio Odifreddi?) ­ La creatività come ars 
combinatoria   (Umberto   Eco)   ­     La   creatività   come   attività   eminentemente   umana 
(intervento di Remo Bodei) ­ ...ma non solo umana (intervento di Elisabetta Visalberghi)

Secondo capitolo ­ gli individui
Che cosa succede nel cervello quando abbiamo “idee creative” (intervento di Semir Zeki) ­ 
Creatività, mente, psiche: l’importanza della memoria e delle emozioni (Alberto Oliverio? 
­ Qualche nota per una teoria psicologica della creatività (sintesi intervento Paulo Barone)

Terzo capitolo ­ l’ambiente e la cultura

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Il   linguaggio   come   espressione   e   come   condizione   della   creatività.   Un   elogio 
dell’imitazione (intervento  di  Tullio De Mauro) ­ Educare  alla creatività  con creatività 
(intervento di Benedetto Vertecchi)

Quarto capitolo ­le attività e i contesti sociali
La doppia natura della creatività: individui e contesti (intervento di Svante Lindquist) ­ La 
rilevanza economica della creatività (interventi di Giangiacomo Nardozzi) ­ La creatività 
nelle  organizzazioni  (sintesi  dell’intervento  di  Domenico  De Masi) ­creatività e ricerca 
(sintesi dell’intervento di Manuela Arata)

Quinto capitolo ­ tra passato e futuro
Creatività, storia, politica (intervento di Paolo Prodi) ­ Che pensare, che fare? (intervento 
di Michele Serra)

Seconda parte

Sesto capitolo
Visioni   della   creatività   ­   La   creatività   in   immagini:   le   arti   visive   (intervento   di   Omar 
Calabrese) e il cinema (intervento di Gianni Canova) ­ La creatività negli oggetti: il design 
(intervento di Paola Antonelli) ­ La creatività in architettura (intervento di Stefano Boeri)

Settimo capitolo
Una   migliore   qualità   della   vita:   le   biotecnologie   (intervento   di   Sylvie   Coyaud)   ­   La 
medicina e il genoma (intervento di Alison Abbot) ­ il web (intervento di Franco Carlini)

Ottavo capitolo
Creatività  e comunicazione: le dinamiche della moda e delle mode (intervento di Ugo 
Volli)   ­   il   sistema   dei   media   (intervento   di   Roger   Silverstone)   ­   la   pubblicità   (sintesi 
dell’intervento di  Dawn Coulter

Nono capitolo
L’artista, tra singolarità e comunità: creatività e musica (sintesi dell’intervento di Stefano 
Isidoro Bianchi) ­ quali libri scrivere e leggere domani (intervento diGiovannaZucconi)

Conclusioni
Biografie dei relatori
Bibliografia

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