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MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE •PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.

CARATTERISTICHE E REQUISITI 1.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG

B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA

C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF

D.GETTAZIONE
F. PRO TTURALE
STRU

MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE E.NTROLLO


CO NTALE
AMBIE

F. TERIALI,TECN
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COMP

G.ANISTICA
URB

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F.1. I PERIMET
T
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F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
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F.5. I
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F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER

. E
F.1.1 TERISTICH
T
CARA UISITI
➥ E REQ

F1
F.1. PARETI PERIMETRALI VERTICALI

F.1.1. CARATTERISTICHE E REQUISITI 2


• Tipi e strati funzionali 2
• Materiali edilizi 3
F.1.2. MURATURE IN ELEMENTI RESISTENTI NATURALI 5
• Elementi resistenti naturali 5
• Tipologie murarie in elementi resistenti naturali 7
F.1.3. MURATURE IN ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI 8
• Elementi resistenti artificiali 8
F.1.4. LATERIZIO 9
• Elementi resistenti artificiali 9
• Tipi e caratteristiche delle murature 11
F.1.5. CALCESTRUZZO 15
• Elementi resistenti artificiali - Tipi e caratteristiche delle murature 15
F.1.6. SISTEMI E PRODOTTI 19
• Elementi resistenti in laterizio e calcestruzzo 19
F.1.7. MALTE 20
• Leganti 20
• Inerti • Classificazione delle malte 22
• Resistenza della muratura in elementi resistenti artificiali 24
• Giunti 25
F.1.8. APPARECCHIATURE MURARIE IN ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI 26
• Apparecchiature murarie 26
• Collegamenti e rinforzi nelle murature 32
F.1.9. ALLOGGIAMENTO DI IMPIANTI 33
F.1.10. ARCHI E PIATTABANDE 34
• Archi 34
• Piattabanda 36
• Centinature 37
F.1.11. ARCHITRAVI 38
• Architravi di mattoni 38
• Architravi di cemento armato 39
• Architravi di acciaio 39
F.1.12. MURATURA ARMATA 40
• Caratteristiche e tipi • Muratura a intercapedine armata 40
• Muratura ad armatura diffusa 42
• Muratura ad armatura concentrata 43
F.1.13. MURATURE A GETTO 44
• Casseforme e sistemi a proiezione 44
F.1.14. ELEMENTI DI CORRELAZIONE 47
• Correlazione delle murature a elementi con la struttura portante 47
F.1.15. PANNELLI IN CALCESTRUZZO 48
• Pannelli prefabbricati - Caratteristiche e tipi 48
• Attrezzature di giunto 49
• Sistemi di ancoraggio 50
F.1.16. MURATURE TRAFORATE 51
• Apparecchiature murarie traforate 51
F.1.17. FACCIATE LEGGERE 52
• Classificazione 52
• Profili e caratteristiche 53
• Attrezzature di giunto 54
F.1.18. PARETI TRASLUCIDE E TRASPARENTI 55
• Vetrocemento 55
• Profilati a "U" 57
• Vetri organici 58
F.1.19. PARETI IN LEGNO (Ing. Cecilia Vittori) 59
• Pannelli a base di legno 59
• Prodotti derivati dal legno 62
F.1.20. INTONACI (Arch. Stefania Mornati) 64
• Tipi e caratteristiche • Tipi di intonaci 64
• Modalità di esecuzione 65
F.1.21. RIVESTIMENTI LAPIDEI 67
• Marmi e pietre: denominazioni e caratteristiche 67
• Classificazione e caratteristiche 72
• Ancoraggio delle lastre 74
F.1.22. RIVESTIMENTI CERAMICI 77
• Materiali ceramici 77
F.1.23. RIVESTIMENTO A CAPPOTTO 78
F.1.24. RIVESTIMENTO CON FACCIATA VENTILATA 80
F.1.25. ISOLANTI TERMOACUSTICI 82
• Materiali termoisolanti 82
• Ponti termici • Posa in opera dei materiali termoisolanti 83
• Isolamento delle pareti e correzione dei ponti termici 85
• Materiali fonoisolanti 87
F.1.26. SERRAMENTI ESTERNI (Ing. Silvano Stucchi) 88
• Caratteristiche e requisiti 88
• Vetri 92
• Controtelai 97
• Soglie e imbotti 98
• Serramenti esterni in legno 99
• Serramenti in acciaio 105
• Serramenti in lamiera d'acciaio 108
• Serramenti in alluminio 110
• Serramenti esterni in materiali misti 113
• Serramenti in PVC 114
• Dispositivi di oscuramento 115
• Lucernai 118
F.1.27. FACCIATE CONTINUE E STRUTTURALI 121
• Facciate continue 121
• Facciate strutturali 124
• Facciate miste (continue e strutturali) 126
F.1.28. PORTE, PORTONI, SERRANDE 130
• Porte esterne 130
• Serramenti esterni 132

F.2. CHIUSURE ORIZZONTALI (Arch. Stefania Mornati)

F.2.1. CARATTERISTICHE E REQUISITI 137


• Isolamento termico • Materiali impermeabilizzanti 137
F.2.2. FONDAZIONI E INTERRATI 141
• Protezione delle murature di fondazione 141
• Protezione delle chiusure orizzontali di base 143
• Chiusure in grigliati metallici 144
F.2.3. PAVIMENTI (Ing. Silvano Stucchi) 146
• Tipi di pavimenti 146
• Isolamento acustico dei pavimenti 148
F.2.4. CONTROSOFFITTI 150
• Tipi di controsoffitti 150
• Apparecchi di sospensione 152
• Correlazioni 153
F.2.5. COPERTURE CONTINUE (Arch. Stefania Mornati) 154
• Isolamento termico e impermeabilizzazione 154
• Tetto giardino 160
• Ancoraggi perimetrali e di coronamento 161
• Ancoraggi perimetrali, profili di tenuta, scossaline 162
• Impermeabilizzazione di soglie e raccordi con volumi emergenti 163
• Raccolta e smaltimento delle acque meteoriche 164
F.2.6. COPERTURE DISCONTINUE 165
• Coperture discontinue 165
• Isolamento termico e impermeabilizzazione 166
• Manto di copertura 167
• Correlazioni e raccordi 171
• Lastre 173
• Raccolta e smaltimento delle acque meteoriche 182
F.2.7. COPERTURE TRASLUCIDE E TRASPARENTI 185
• Coperture di vetrocemento 185
F.2.8. BALCONI 187
F.2.9. GIUNTI DI DILATAZIONE (Ing. Silvano Stucchi) 188

F.3. PARTIZIONI INTERNE

F.3.1. TRAMEZZI 190


• Tramezzi in laterizio, in blocchi di calcestruzzo, in pannelli di gesso, in legno 190
• Lastre e pannelli 191
• Lastre di gesso su orditura metallica e accessori 193
• Partizioni spostabili 194
F.3.2. SERRAMENTI INTERNI 195
• Porte 195
• Porte antincendio 196
• Rivestimenti antincendio 197
F.4. ELEMENTI DI COMUNICAZIONE VERTICALE

F.4.1. SCALE 198


F.4.2. ASCENSORI E AUSILI MECCANICI 201

F.5. ARREDI

F.5.1. BAGNI 202


• Pareti tecniche 202
• Apparecchi sanitari 203
• Cellule prefabbricate 205
F.5.2. CUCINA 207
F.5.3. ARREDI MOBILI 208
• Tavoli e sedute 208
• Poltrone, divani, letti 211
• Armadi, scaffali, librerie 212

F.6. SISTEMAZIONI ESTERNE

F.6.1. RECINZIONI E PROTEZIONI 213


• Recinzioni e protezioni in muratura 213
• Recinzioni in legno e metallo 214
F.6.2. AREE D'USO E ARREDI 216
• Pavimentazioni 216
• Aree d'uso 218
• Accessori 219
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
1. CARATTERISTICHE E REQUISITI

Il termine chiusura verticale indica gli elementi tecno- 7959 Pareti perimetrali verticali. Analisi dei requisiti. 8369/4 Chiusure verticali. Giunto tra pareti perimetrali
logici atti a delimitare un determinato spazio. 8369/1 Chiusure verticali. Classificazione e terminologia. verticali e infissi esterni. Terminologia e simboli
I componenti della chiusura verticali sono le pareti peri- 8369/2 Pareti perimetrali verticali. Classificazione e per le dimensioni.
metrali verticali e i serramenti esterni verticali, nelle diverse terminologia. 8979 Pareti perimetrali verticali. Analisi degli strati fun-
categorie e con i diversi accessori. Le principali norme 8369/3 Chiusure verticali. Classificazione e terminologia zionali.
UNI di riferimento sono: dei serramenti esterni verticali.

TIPI E STRATI FUNZIONALI

La parete perimetrale verticale è portante quando superficialmente da strati impermeabili al vapore che Lo strato di isolamento termico ha la funzione di portare
svolge la funzione strutturale (in questo caso può essere impediscono la migrazione di quest’ultimo verso l’am- la resistenza termica globale della chiusura ai valori
collocata sia al perimetro dell’edificio che al suo interno); biente esterno, o quando in presenza di rilevante umidità richiesti collaborando al benessere abitativo, alla riduzione
è di tamponamento quando svolge principalmente il com- relativa negli ambienti interni, l’elemento termoisolante dei consumi energetici, all’eliminazione di fenomeni di
pito di chiusura e, impropriamente, non viene ritenuta col- è costituito da un materiale che assorbe l’umidità. condensazione superficiale; in presenza di strati di
laborante ai fini statici. Nella sequenza degli strati dall’esterno all’interno la accumulazione termica contiene i disperdimenti termici.
barriera viene collocata in successione allo strato di Può essere collocato in diverse posizioni: sul lato inter-
La muratura monostrato viene realizzata con uno stes- isolante termico, affinché la sua temperatura sia supe- no o esterno dell’elemento portante o integrato con esso;
so tipo di elemento resistente. L’impiego di blocchi di riore a quella corrispondente al punto di rugiada nella sequenza degli strati dall’esterno all’interno può es-
grandi dimensioni consente la realizzazione di murature dell’aria interna. sere collocato in successione all’elemento di tenuta o
monostrato impiegando un solo blocco a tutto spessore. I materiali costituenti possono essere, ad esempio, i allo strato di ventilazione.
Lo spessore di una muratura monostrato è generalmente materiali bituminosi o sintetici con eventuale lamina me- I materiali utilizzati sono:
compreso tra 12 e 50 cm. tallica associata i fogli a base di polimeri. La resistenza • pannelli o materassini, posati a secco o incollati, co-
Il comportamento termoigrometrico è molto uniforme e alla diffusione del vapore, che può essere parziale o stituiti da materiali in fibra (vetro, minerali, polimeri);
presenta una buona resistenza al fuoco. La muratura totale, è espressa in 10 9 m2 Pa/Kg. • materiali granulari (scisti, perlite, pomici);
monostrato deve essere in grado di garantire da sola, • materiali cellulari (schiume sintetiche, sughero, vetro);
o con una finitura di intonaco o di altro materiale per ri- Lo strato di collegamento è l’insieme di elementi che • materiali compatti (silicato di calcio, calcestruzzo pre-
vestimento, un adeguato isolamento termico e acustico, assicura il collegamento dell’isolamento termico, dello formato, laterizio alveolato, polimeri);
la portanza, la tenuta all’acqua. strato di tenuta, della finitura interna o esterna all’ele- • materiali sciolti, a base di perlite, vermiculite, argille,
mento portante. Si adotta quando vi è rischio di asporta- espanse, posati in sito nelle intercapedini del sistema
La muratura multistrato è principalmente di tipo misto zione di tali strati a causa del vento, della gravità o di parete;
e a doppia parete. Altre soluzioni costruttive delle mura- altre sollecitazioni. A tale scopo sono impiegati chiodi, • materiali schiumati (urea, poliuretano) posati in sito fra
ture multistrato sono le murature cave, a doppia interca- ganci, profilati, zanche, malta, adesivi. strati consecutivi del sistema parete.
pedine, a intercapedine sfalsata, a diaframmi, le pareti
ventilate. Lo strato di diffusione o ugualizzazione del vapore Lo strato o elemento portante ha la funzione di sop-
impedisce la formazione di sovrapressioni interne alla portare i carichi dovuti al peso proprio e agli elementi a
La muratura mista è costituita dall’affiancamento di due parete causate da evaporazione di acqua occlusa. esso vincolati, i sovraccarichi, le sollecitazioni esterne.
strati verticali realizzati ognuno con mattoni o blocchi di Si adotta quando si possono verificare forti afflussi di Molti requisiti funzionali sono spesso integrati nello
diverso tipo collegati tra di loro a intervalli regolari dalle vapore all’interno e quando la parete è costituita da strato portante.
compenetrazioni degli stessi mattoni o da elementi me- strati che presentano un elevato grado di impermeabilità
tallici posti trasversalmente. Uno dei due strati assolve al vapore. Lo strato di tenuta all’aria assicura un’adeguata tenu-
generalmente la funzione portante, mentre l’altro rispon- Nella sequenza degli strati dall’esterno all’interno, ta all’aria e alla pressione del vento.
de a requisiti di isolamento termoacustico. Le murature questo strato si colloca in successione alla barriera al È posizionato internamente allo strato di protezione e
a sacco possono rientrare in questa categoria. vapore o agli strati di tenuta contigui. Viene realizzato finitura esterna e in prossimità di discontinuità
mediante intercapedine d’aria, con fogli a base di pro- strutturali.
La muratura a doppia parete è costituita da due strati con dotti bituminosi rivestiti su una faccia con granuli di dimen- I materiali idonei sono gli intonaci cementizi, le mem-
interposta una camera d’aria, con funzione isolante, di sioni opportune, con strati di intonaco granigliato. brane, le lastre di materiali diversi, i prodotti sigillanti.
3–5 cm di spessore. Oltre tale spessore la funzione iso-
lante della camera d’aria stagna non offre contributi signi- Lo strato di protezione o di finitura costituisce la Lo strato di tenuta all’acqua è sempre presente e
ficativi. Per aumentare il potere coibente del “sistema superficie esterna della parete, ne garantisce uniformità assicura la richiesta impermeabilità alla chiusura.
parete”, la camera d’aria può essere totalmente o par- di aspetto e protegge gli strati sottostanti dall’aggres- Deve resistere alle sollecitazioni provenienti dall’ester-
zialmente riempita con materiale isolante; quest’ultimo sione degli agenti esterni. no e dall’uso.
deve essere adeguatamente protetto da infiltrazioni di La funzione di finitura può essere svolta dallo stesso È collocato all’interno dello strato di finitura esterna o
acqua o fenomeni di condensa interstiziale che lo dan- elemento resistente, detto in questo caso faccia a vista, esternamente alla parete.
neggiano, compromettendone le prestazioni. Il materia- o da idonei materiali da rivestimento. I materiali impiegati sono gli intonaci cementizi e ade-
le isolante deve essere impermeabile all’acqua e per- guati materiali da rivestimento.
meabile al vapore; quando quest’ultima caratteristica Lo strato di rivestimento interno costituisce la su-
non è garantita, l’isolante viene protetto dalla barriera al perficie interna della parete e ne soddisfa le esigenze di Lo strato di ventilazione contribuisce al controllo delle
vapore. Il comportamento termoigrometrico e acustico aspetto e tattili. caratteristiche igrotermiche della parete mediante ricam-
della parete varia al variare dei singoli spessori e dei La scelta dei materiali da rivestimento dipende da esi- bi d’aria naturali o forzati.
materiali utilizzati. genze estetiche, funzionali, di manutenzione. Sempre collocato esternamente allo strato termoiso-
La discontinuità trasversale della muratura e la presenza lante e al di sotto dello strato di tenuta all’acqua, contri-
delle cavità negli elementi resistenti costituiscono un con- Lo strato di regolarizzazione viene adottato per elimi- buisce nella stagione invernale allo smaltimento verso
tributo all’isolamento termico. nare le asperità dello strato sottostante al fine di evitare l’esterno del vapore proveniente dagli ambienti e, attra-
tensioni meccaniche tra strati contigui o migliorarne verso i moti convettivi, riduce, nella stagione estiva, gli
I requisiti che la parete perimetrale deve soddisfare oltre l’adesione. Se realizzato da materiali in fogli è collocato effetti dell’irraggiamento solare sulla parte.
quelli relativi alla stabilità poiché è comunque soggetta generalmente prima della barriera al vapore o Viene realizzato con struttura portante secondaria in le-
alle sollecitazioni esterne e al peso proprio, riguardano dell’elemento di tenuta all’acqua o all’aria. gno o metallo, tale da creare una camera d’aria collegata
le esigenze di sicurezza, di benessere igrotermico, di Altri materiali impiegati sono gli intonaci con granulo- con l’esterno, e pannelli in laterizio, metallo o altro ma-
resistenza termica, di purezza dell’aria, di isolamento metria fine, i composti a base di gesso, strutture secon- teriale da rivestimento.
acustico, di aspetto, tattili, di durabilità, di disponibilità a darie metalliche o di legno.
sostenere carichi appesi, di economia, di energia, di Lo strato di protezione al fuoco assicura alla parete o
sicurezza durante la messa in opera. Lo strato di ripartizione dei carichi o di irrigidimento ha a elementi strutturali in essa inseriti gli adeguati valori di
I singoli strati che costituiscono la parete, sia di tipo multi- la funzione di sopportare e trasmettere le tensioni resistenza al fuoco richiesti.
strato che monostrato, di seguito descritti (UNI 8979), concentrate quando sono presenti strati che non assi- Localizzato laddove necessario, può essere realizzato
devono rispondere, singolarmente o integrando le fun- curano adeguata resistenza. Può essere adottato a con lastre di cartongesso, intonaci premiscelati rinforzati
zioni, alle prestazioni richieste. protezione dello strato di isolamento termico, collocandosi e applicati su rete di supporto, altri materiali ignifughi.
sulla sua faccia interna o esterna, o può essere posizionato
Lo strato di barriera al vapore ha resistenza molto al di sotto dello strato di finitura interna o esterna. I materiali Lo strato di accumulazione termica porta ai valori ri-
elevata alla diffusione del vapore; la sua presenza evita impiegati sono, ad esempio, gli intonaci cementizi armati, chiesti l’inerzia termica della parete. Normalmente questa
l’accumulo di vapore all’interno del sistema parete. gli intonaci premiscelati con rete di armatura, le strutture funzione è integrata nei materiali costituenti la parete
Si adotta quando l’elemento termoisolante è protetto secondarie di legno o metallo, le lastre rigide. (calcestruzzo, laterizi, materiali lapidei).

F2 Scomposizione, postulata dal gruppo neoplastico olandese sin dal 1917, o decostruttivismo esaltato dal MOMA
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE •PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
CARATTERISTICHE E REQUISITI 1.

MATERIALI EDILIZI A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
TAB. F.1.1./1 MATERIALI EDILIZI – ELEMENTI CHIMICI – DATI TECNICI PROG

MATERIALI EDILIZI MATERIALI EDILIZI PESO DI SOSTANZE IN MUCCHIO


B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
Elemento Simbolo Peso atomico Elemento Simbolo Peso atomico N/mc kg/mc NISM
ORGA
Afnio Hf 178,6 Mercurio Hg 2000,6 Arenarie calcari leggeri 22563 2300
Alluminio Al 26,97 Molibdeno Mo 95,95
Argilla asciutta 3240 1800 C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF
Antimonio Sb 121,76 Neo Ne 20,18
Argilla bagnata 19620 2000
Argento Ag 107,88 Neodimio Nd 144,3

Argo Ar 39,94 Nichel Ni 58,69 Calcare duro 26487 2700 D.GETTAZIONE


PRO TTURALE
Arsenico As 74,91 Niobio Nb 92,91 Calcare compatto 25506 2600 STRU

Azoto N 14,008 Olmio Ho 163,5 Calce grassa


Oro Au 197,2 (cotta e polverulenta)
4905 500
E.NTROLLO
Bario Ba 137,36 CO NTALE
Osmio Os 190,2
Calcestruzzo con calcare 19620 2000 AMBIE
Berillio Be 9,02
Ossigeno O 16,000 Calcestruzzo con granito 21582 2200
Bismuto Bl 209,0
F. TERIALI,TECN
ICHE
Boro B 10,82 Palladio Pd 106,7 Calcestruzzo con rottami 17658 1800 MA ONENTI,
di mattoni COMP
Piombo Pb 207,2
Bromo Br 79,92 13734 1400
Cemento (sciolto)
195,2
G.ANISTICA
Platino Pt
Cadmio Cd 112,41
Conifere (in ciocchi) 3237 330
Calcio Ca 40,08
Potassio K 39,096 URB
Praseodimio Pr 140,9 Fosforiti 11772–12753 1200–1300
Carbonio C 12,01
Radio Ra 226,0
Cerio Ce 140,1 Ghiaia asciutta 14715 1500
Rado Rn 222,0
Cesio Cs 132,9 RALI
Ghiaia bagnata 16677 1700 F.1. I PERIMET
63,57 T
Cloro Cl 35,457
Rame Cu PARE ALI
Graniti 26487 2700 VERTIC
Renio Re 186,3
Cobalto Co 58,94
Rodio Rh 102,9 Legno di abete bianco 3335 340
Cripto Kr 83,7 (in ciocchi) F.2. URE
Rubidio Rb 85,48 CHIUS ONTALI
Legno di abete rosso Z
Cromo Cr 52,01 3139 320 ORIZ
(in ciocchi)
Rutenio Ru 101,7
Disprosio Dy 162,5 Legno di faggio (in ciocchi) 3924 400
Samario Sm 150,4 F.3. IONI
IZ
Elio He 4,003 PART E
N
Scandio Sc 45,10 Legno di quercia (in ciocchi) 4120 420 INTER
Erbio Er 167,2
Selenio Se 78,96 Malta (calce e sabbia) 16677–17653 1700–1800
Europio Eu 152,0 F.4. NTI DI E
Silicio Si 28,06 ELEME NICAZION
Ferro Fe 55,84 Marmi compatti 27469 2800 COMU ALE
Sodio Na 22,997 VERTIC
Fluoro F 19,00 Mattoni ordinari 17653 1800
Solfo S 32,06
Fosforo P 31,02
Neve (caduta di fresco) 785–1864 80–190 F.5. I
Stagno Sn 118,7 D
ARRE
Gadolinio Gd 156,9
Stronzio Sr 87,63 1962–7688 200–800
Neve (umida e acquosa)
Gallio Ga 69,72
Tallio Tl 204,4 F.6. AZIONI
M
Quarzo siliceo 26487 2700 SISTE E
N
Germanio Ge 72,60
Tantalio Ta 180,9 ESTER
Idrogeno H 1,0081 Rocce disgregabili 19620 2000
Tellurio Te 127,6
Indio In 114,8 159,2 Sabbia, creta, calcare 15696 1600
Terbio Tb
(asciutti)
Iodio I 126,92 47,90 Sabbia, creta, calcare
Titanio Ti 20601 2100
Iridio Ir 193,1 (bagnati)
Torio Th 232,1
Terra silicea leggera 14715 1500
Itterbio Yb 173,0 Tulio Tm 169,4
Ittrio Y 88,92 Uranio U 238,1 Terra ghiaiosa asciutta 15696 1600

Lantanio La 138,9 Vanadio V 50,95 Terra ghiaiosa umida 17658 1800


Litio Li 6,94 Volframio W 183,9
Terra argillosa secca 19620 2000
Lutezio Lu 175,0 Xeno Xe 131,3
Terra argillosa umida 22563 2300
Magnesio Mg 24,32 Zinco Zn 65,38
. E
Manganese Mn 54,93 91,22 Terra mista a ciottoli 17658–21582 1800–2200 F.1.1 TERISTICH
Zirconio Zr T
CARA UISITI
E REQ

di New York nel 1988. Cambiando le formule, si arricchiscono i contenuti, ma l’obiettivo resta lo stesso. Urge F3
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
1. CARATTERISTICHE E REQUISITI

➦ MATERIALI EDILIZI

TAB. F.1.1./2 MATERIALI EDILIZI – PESI DELL’UNITÀ DI VOLUME O DELL’UNITÀ DI SUPERFICIE

MATERIALE N/mq kg/mq N/mc kg/mc MATERIALE N/mq kg/mq N/mc kg/mc

MATERIALI LAPIDEI Muratura listata in blocchi lapidei 20593 2100


e malta
Pomice 7845 800
Muratura in blocchi forati di calcestruzzo 11767 1200
Tufi vulcanici e calcarei 12748 1300
LEGANTI – MALTE – INTONACI
Calcari teneri, travertini e arenarie 19612 2000
Gesso 7845 800
Calcari compatti, graniti, sieniti e porfidi 27457 2800
Calce idrata 4903 500
Basalti e serpentini 31379 3200
Calce idraulica 8825 900
LEGNAMI
Cemento 9806 1000
• Conifere:
Sabbia 12748 1300
Abete rosso 4315 440
Malta di calce 17651 1800
Cipresso 6080 620
Malta di cemento 20590 2100
Larice 6178 630 18631 1900
Malta bastarda di calce o cemento
Pino silvestre 5589 570 11767 1200
Malta di gesso
Douglas 5197 530 294 30
Intonaco (spessore 1,5 cm)
Hemlock 4413 450 ISOLANTI
Pitch pine 6080 620 Argilla espansa (diametro 8–16 mm) 32356 330
• Latifoglie: Lana di vetro 490 50
Acero 6864 700 Sughero 1275 130
Castagno 5687 580 Poliuretano espanso 314 32
Faggio 7354 750 Fibra di cellulosa 274 28
Noce 7060 720 Fibra di poliestere 294 30
Olivo 9316 950 MANTI COPERTURA
Olmo 6080 620 Manto impermeabilizzante di asfalto 294 30
(spessore 2 cm)
Rovere 7452 760
Manto impermeabilizzante prefabbricato 98 10
Iroko 6472 660 in feltro (spessore 1 cm)
Mogano d’Africa 5982 610 Tegole maritate, coppi ed embrici in cotto 588 60

Palissandro d’Asia 9316 950 Tegole maritate in cemento 471 48

Teck 6374 650 Sottotegole di tavelloni forati 343 35


(spessore 3–4 cm)
METALLI
Lamiere in acciaio ondulate 118 12
Acciaio 78448 8000 o nervate (indicativo)

29418 3000 Lamiere in alluminio ondulate 49 5


Alluminio
o nervate (indicativo)
Bronzo 87273 8900 Lastre traslucide in policarbonato 98 10
Ghisa 73545 7500 ondulate o nervate (indicativo)
Lastre ondulate 196 20
Ottone 86292,8 8800
in fibrocemento (indicativo)
Piombo 109827,2 11200 PAVIMENTI
Rame 87665,64 8940 Gomma, linoleum (spessore 2,5 mm) 98 10
CALCESTRUZZI Legno (spessore 1,5 cm) 245 25
Calcestruzzo ordinario 23534 2400 Laterizio, ceramica, gres o graniglia 392 40
(spessore 2 cm)
Calcestruzzo armato, ordinario 24515 2500
o precompresso Marmo (spessore 3 cm) 784 80
Calcestruzzo di aggregati leggeri 11767 1200 VETRI
non strutturale
Cristallo normale 3 mm 73 7,5
Calcestruzzo di aggregati leggeri 17651 1800
strutturale Cristallo normale 4 mm 98 10
MURATURE Cristallo normale 5 mm 122 12,5
Muratura in blocchi laterizi pieni 17651 1800 Cristallo normale 6 mm 147 15
Muratura in blocchi laterizi semipieni 14709 1500 Cristallo normale 8 mm 196 20
Muratura in blocchi laterizi forati 10787 1100 Cristallo normale 10 mm 245 25
Muratura in blocchi lapidei e malta 21573 2200 Cristallo stratificato 11–12 mm 264 27

F4 rompere, sfasciare la scatola edilizia tridimensionale di matrice rinascimentale, che comprime i vuoti anziché
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
MURATURE IN ELEMENTI RESISTENTI NATURALI 2.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
Il DM 20 novembre 1987 fissa i criteri tecnico costruttivi per la progettazione, esecu- 2 febbraio 1974 n.64 e il DM 24 gennaio 1986 e successive modifiche e integrazioni. PROG
zione e collaudo degli edifici realizzati in muratura con funzioni statiche, costituita da Gli elementi che costituiscono la muratura possono essere:
elementi resistenti collegati da malta.
Non rientrano nel decreto le murature di tamponamento le tramezzature leggere, i muri
• elementi resistenti naturali;
• elementi resistenti artificiali. B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
realizzati con getto di calcestruzzo. Le murature, inoltre, possono essere realizzate con pannelli prefabbricati o eseguiti a NISM
Per le murature armate e gli edifici in zona sismica si applicano le norme della legge piè d’opera, o con getto di calcestruzzo. ORGA

ELEMENTI RESISTENTI NATURALI C.RCIZIO E


ESE ESSIONAL
Gli elementi resistenti naturali sono i materiali lapidei ricavati in genere per abbattimento Per essere impiegate in edilizia le pietre devono avere i requisiti di resistenza stabiliti, PROF
di rocce (UNI 8458 – Prodotti lapidei. Terminologia e classificazione). sia allo stato asciutto che bagnato, devono essere resistenti al gelo.

D.GETTAZIONE
In ordine all’accertamento dei valori della resistenza a compressione del materiale, le A questi requisiti fisici e meccanici, deducibili da prove di laboratorio, se ne aggiun-
cave di estrazione hanno l’obbligo di un controllo annuale. gono altri riscontrabili a vista, come l’assenza di sostanze solubili o residui organici,
I criteri di accettazione, la resistenza, le modalità di controllo dei prodotti lapidei sono l’assenza di parti alterate o facilmente removibili, la non friabilità o sfaldabilità la buona PRO TTURALE
determinati dalla normativa vigente (UNI 9724/1–8, 9275, 9276, 10330, SS UNI adesività alle malte. STRU
U32.07.248.0).
TAB. F.1.2./1 ROCCE ERUTTIVE INTRUSIVE (provenienti da un lento raffreddamento del magma in profondità)
E.NTROLLO
CO NTALE
COMPOSIZIONE STRUTTURA LAVORABILITÀ COLORAZIONE IMPIEGHI AMBIE
GRANITI quarzo, feldspati, miche granulare cristallina piuttosto dura, lucidabile varia, in funzione lastre per rivestimento

F. TERIALI,
dei componenti secondari
ICHE
TECN
SIENITI feldspati ricchi di sodio granulare cristallina facilmente lucidabile scuro, a volte rossastro lastre per rivestimento MA ONENTI,
e ferro, miche, anfiboli, COMP
pirosseni, biotite
DIORITI plagioclasio, miche granulare cristallina facilmente lucidabile verde, nero lastre per rivestimento,
frantumato per costruzione G.ANISTICA
di strade URB
GABBRI plagioclasio, pirosseni granulare cristallina facilmente lucidabile grigio, nero lastre per rivestimento,
anfiboli, olivina pavimenti

TAB. F.1.2./2 ROCCE ERUTTIVE EFFUSIVE (provenienti dal raffreddamento del magma affiorante in superficie)
RALI
COMPOSIZIONE STRUTTURA LAVORABILITÀ COLORAZIONE IMPIEGHI F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
PORFIDO fenocristalli di quarzo granulare resistente all’usura bruno, rossiccio pavimentazioni stradali VERTIC
DI QUARZO feldspati, miche cripto–cristallina lucidabile pietrisco inerte, pavimenti,
rivestimenti
F.2. URE
BASALTO feldspati, miche granulare duro, resistente all’usura bruno, nerastro lastre per pavimentazioni CHIUS ONTALI
Z
cripto–cristallina stradali, rivestimenti ORIZ
TRACHITE feldspati, femici granulare porosa, bassa resistenza grigio, verde, rossiccio blocchi, basi monumentali
cripto–cristallina a compressione facilmente per murature
F.3. IONI
IZ
segabile PART E
N
INTER
TAB. F.1.2./3 ROCCE ERUTTIVE PIROCLASTICHE (provenienti dal brusco raffreddamento del magma affiorato in superficie in seguito a eruzioni vulcaniche)

COMPOSIZIONE STRUTTURA IMPIEGHI F.4. NTI DI E


ELEME NICAZION
POZZOLANA quarzo, ossidi di alluminio, ossidi di ferro granulare, friabile preparazione di malte COMU ALE
VERTIC
POMICE ossidi di silicio, ossidi di alluminio amorfa, porosa inerte per calcestruzzi leggeri, isolanti termici
TUFO VULCANICO ossidi di silicio, ossidi di alluminio massa amorfa, porosa blocchi per murature
F.5. I
D
ARRE
TAB. F.1.2./4 ROCCE SEDIMENTARIE DI ORIGINE CHIMICA (provenienti dalla precipitazione di acque sature)

COMPOSIZIONE STRUTTURA IMPIEGHI F.6. AZIONI


M
SISTE E
N
GESSO solfato di calcio biidrato, anidrite compatta, macrocristallina lastre per rivestimento di interni, preparazione ESTER
di stucchi
TRAVERTINO calcite precipitata da carbonato di calcio vacuolare, compatta, tenera blocchi per murature, lastre per rivestimento

TAB. F.1.2./5 ROCCE SEDIMENTARIE ORGANOGENE (provenienti dalla trasformazione chimica di depositi organici)

COMPOSIZIONE STRUTTURA COLORAZIONE IMPIEGHI


CALCARE carbonato di calcio compatta, omogenea, bianco giallastro, grigio preparazione di leganti, lastre per
macrocristallina rivestimento
DOLOMITE carbonati di calcio e magnesio compatta giallo, bruno lastre per rivestimento

TAB. F.1.2./6 ROCCE CLASTICHE SCIOLTE (provenienti da altre rocce disgregate)


. E
DIMENSIONE ELEMENTI (mm) IMPIEGHI F.1.1 TERISTICH
T
CARA UISITI
CIOTTOLI E GHIAIA 2–20 inerte per calcestruzzi E REQ
SABBIA 0,02–0,2 preparazione malte .
F.1.2TURE IN ENTI
ARGILLA 0,002–0,02 elemento base per preparazione di impasti ceramici MURANTI RESIST
ELEME ALI
R
NATU

liberarli in un dialogo assiduo dentro-fuori. Quella neoplastica è una poetica di piani, lastre, setti bidimensionali F5
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
2. MURATURE IN ELEMENTI RESISTENTI NATURALI

➦ ELEMENTI RESISTENTI NATURALI

TAB. F.1.2./7 ROCCE CLASTICHE COMPATTE

DIMENSIONE CARATTERISTICHE
PROVENIENZA STRUTTURA IMPIEGHI
ELEMENTI (mm) GEOMETRICHE
BRECCE diagenesi delle ghiaie a spigoli vivi compatta blocchi per murature,
2–20
conglomerati

lastre per rivestimenti


PUDDINGHE diagenesi delle ghiaie arrotondati grana fine compatta, blocchi per murature,
lucidabile lastre per rivestimenti
ARENARIE diagenesi delle sabbie 0,02–0,2 porosa, friabile pietra da taglio

TAB. F.1.2./8 ROCCE METAMORFICHE (provenienti dalla trasformazione di rocce eruttive e sedimentarie)

COMPOSIZIONE PROVENIENZA LAVORABILITÀ IMPIEGHI


MARMI carbonato di calcio metamorfosi termica dei calcari lucidabile lastre per rivestimenti
FIILLADI ossidi di silicio metamorfosi di argille o arenarie sfaldabile secondo piani paralleli
(struttura scistosa) lastre per rivestimenti

TAB. F.1.2./9 PROPRIETÀ FISICHE DELLE PIETRE NATURALI

COEFFICIENTE
PESO SPECIFICO POROSITÀ TOTALE POROSITÀ APPARENTE COEFFICIENTE
DI DILATAZIONE
(g/cm3) (% del volume) (% del volume) DI IMBIBIZIONE
(cm°C x 10–6)
Eruttive intrusive
GRANITO SIENITE 2,60–2,80 0,4–1,5 0,4–1,4 0,2–0,5 8
DIORITE GABBRO 2,80–3,00 0,5–1,6 0,5–1,6 0,2–0,4 8
Eruttive effusive
PORFIDO DI QUARZO 2,55–2,80 0,4–1,8 0,4–1,5 5
BASALTO 2,95–3,00 0,2–0,9 0,3–0,7 5
Eruttive piroclastiche
POMICE 0,5–1,10 30–70 25–60 30–70 9
TUFO 1,10–1,75 25–60 25–50 25–50 9
Sedimentarie
CALCARE TENERO 1,70–2,60 0,5–30 0,5–30 1–25 4
CALCARE COMPATTO 2,65–2,85 0,4–2 0,5–1,8 2–4 3
DOLOMITE 2,30–2,85 0,4–2 0,5–1,8 2–4 3
TRAVERTINO 2,40–2,50 5–12 4–10 2–5 4
Metamorfiche
GNEISS 2,65–3,00 0,4–2 0,3–1,8 0,1–0,6 5
SCISTI (LAVAGNA) 2,70–2,80 1,6–2,5 1,4–1,8 0,5–0,6 5
MARMO 2,70–2,80 0,5–3,0 0,5–3,0 0–1 3
QUARZITI 2,60–2,65 0,4–2,0 0,4–2,0 0,2–0,6 5

TAB. F.1.2./10 PROPRIETÀ MECCANICHE DELLE PIETRE NATURALI

RESISTENZA A ROTTURA RESISTENZA A ROTTURA MODULO RESISTENZA ALL’USURA


resistenza all’urto
PER COMPRESSIONE PER FLESSIONE DI ELASTICITÀ (vol. materiale asportato per attrito,
(cm kg/cm2)
(kg/cm2) (kg/cm2) (kg/mm2) ponendo quello del granito = 1)
Eruttive intrusive
GRANITO SIENITE 1.600–2.400 100–200 5.000–6.000 110–120 1
DIORITE, GABBRO 1.700–3.000 100–220 8.000–1.000 130–180 1–1,5
Eruttive effusive
PORFIDO DI QUARZO 1.800–3.000 150–200 5.000–7.000 130–240 1–1,5
BASALTO 2.500–4.000 150–250 9.000–12.000 160–300 1–2
Eruttive piroclastiche
TUFO 50–200 – 1.000–3.000 – –
Sedimentarie
CALCARE TENERO 200–900 50–1.100 3.000–6.000 70–110 4–9
CALCARE COMPATTO 800–1.800 60–150 4.000–7.000 70–110 4–8
TRAVERTINO 200–600 40–100 2.500–5.000 60–100 7–12
Metamorfiche
GNEISS 1.600–2.800 – 5.000–7.000 1–2 5
SCISTI (LAVAGNA) 300–1.000 – 2.000–6.000 4–8 5
MARMO 1.000–1.800 60–150 4.000–7.000 4–8 3
QUARZITI 1.500–3.000 – 5.000–7.000 1,5 5

F6 librati nello spazio. Quella decostruttivista è più emancipata; nel caso di Frank O. Gehry si sottrae a qualsiasi
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
MURATURE IN ELEMENTI RESISTENTI NATURALI 2.

TIPOLOGIE MURARIE IN ELEMENTI RESISTENTI NATURALI A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
MURATURA IN TERRA CRUDA PROG
Una rara applicazione di materiali naturali per la realiz-
zazione di muratura, peraltro non consentita dalla vigente
le resine sintetiche; ovvero, nella tradizione, l’uso di
caseina, di oli vegetali (cocco, lino, cotone).
acquista compattezza. L’altezza del corso è determinata
dalla casseratura utilizzata. La cassaforma, interamente B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
legislazione e limitata quindi a sporadici e particolari L’aggiunta alla terra cruda di paglia conferisce al recuperabile, è composta di tavole rese solidali per NISM
esempi, riguarda l’impiego della terra cruda. prodotto una sorta di armatura continua e diffusa che ne mezzo di una intelaiatura spostabile. Le tavole possono ORGA
La possibilità di usare direttamente la terra nella realiz- migliora le caratteristiche meccaniche. Questa tecnica essere alte 50–90 cm e lunghe 100–200 cm.

C.RCIZIO
zazione di una muratura dipende dalla qualità della terra si accoppia spesso alla realizzazione di telai lignei por- L’adobe prevede la formatura di blocchi elementari, da
disponibile. La terra deve essere stabilizzata. Le tecni- tanti autonomi, in un procedimento costruttivo ove la mettere in opera successivamente ricorrendo alle
E
che di stabilizzazione fanno capo a: terra cruda è utilizzata come semplice tamponamento. tecniche murarie tradizionali. Il blocco viene preparato ESE ESSIONAL
• correzione della densità: compattazione del prodotto I sistemi costruttivi che utilizzano la terra cruda fanno in casseforme e asciugato al sole. L’uso di presse ma- PROF
naturale a mano o con ausili meccanici; capo a due procedimenti base: il pisé e l’adobe. nuali trasportabili (10 kg/cmq) consente di produrre

D.GETTAZIONE
• correzione della granulometria: miscelazione del pro- Il pisé, o terra battuta, si realizza battendo, corso dopo 1200 blocchi al giorno.
dotto naturale con elementi che ne migliorino la con- corso, la terra appositamente preparata in una cassa- Nella costruzione in terra cruda l’orizzontamento è affi-
tinuità granulometrica; forma mobile fatta di tavole di legno. La battitura avvie- dato alla volta o al solaio ligneo. La terra cruda va ben PRO TTURALE
• correzione della qualità fisico-chimica: aggiunta all’im- ne con un pestello, che può avere forme diverse. protetta dall’azione degli agenti atmosferici; il rivestimen- STRU
pasto di prodotti come il cemento, la calce, il bitume, La terra costipata, privata dell’aria e dell’acqua, si lega e to è oggetto di accurata manutenzione.

MURATURA DI PIETRA E.NTROLLO


CO NTALE
Gli elementi in pietra sono legati tra loro tramite malta. devono contenere sensibili quantità di sostanze solubili o Il decreto distingue le murature in elementi resistenti AMBIE
Secondo il DM 20 novembre 1987 le pietre devono residui organici; devono presentare buona adesività alle naturali in: muratura di pietra non squadrata, muratura
essere resistenti al gelo, non friabili o sfaldabili, monde di malte e i requisiti minimi di resistenza devono essere listata, muratura di pietra squadrata. I muri a secco,
cappellaccio e di parti alterate o facilmente removibili; non determinati secondo le modalità indicate dal decreto. senza impiego di malta, non sono previsti dalla norma. F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
MURATURA DI PIETRA NON SQUADRATA MURATURA LISTATA MURATURA DI PIETRA SQUADRATA

Composta da pietrame di Costituita come la pre- Composta con pietre di


cava grossolanamente la- cedente ma intercalata geometria pressoché paral- G.ANISTICA
vorato e posto in opera in da fasce di conglomera- lelepipeda poste in opera a URB
strati pressoché regolari. to semplice o armato, o strati regolari.
Lo spessore minimo deve da ricorsi orizzontali Lo spessore minimo deve
essere 50 cm. costituiti da almeno due essere 24 cm.
filari in laterizio pieno,
posti a interasse non su-
periore a 1,6 m ed este- RALI
si a tutta la lunghezza e F.1. I PERIMET
T
S ≥ 50 cm a tutto lo spessore del PARE ALI
Ammorsamento tra il pilastri- VERTIC
muro. Lo spessore mini- S ≥ 40 cm S ≥ 24 cm
no in laterizio e la muratura in mo deve essere 40 cm. I ricorsi di mattoni realizzano super-
pietrame
F.2. URE
fici piane e legano la muratura
RESISTENZA DELLA MURATURA CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
Le proprietà fondamentali di una muratura sono la resi- TAB. F.1.2./11 VALORE DELLA fk PER MURATURE IN PIETRA NATURALE SQUADRATA
stenza caratteristica a compressione fk e al taglio fvk.
F.3. IONI
Il valore fk è dato dalla resistenza fbk del singolo elemen- IZ
Resistenza
TIPO DI MALTA PART E
N
to componente e dalla resistenza della malta (cfr. Malte). caratteristica a INTER
Il dimensionamento semplificato delle murature in ele- compressione fbk
menti resistenti naturali, cioè con l’omissione dell’analisi dell’elemento M1 M2 M3 M4
strutturale e delle verifiche di sicurezza, è possibile previo F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
accertamento delle caratteristiche meccaniche dei singoli N/mm2 kg/cm2 N/mm2 kg/cm2 N/mm2 kg/cm2 N/mm2 kg/cm2 N/mm2 kg/cm2
elementi secondo le modalità specificate dalla norma. 1,5 15 1,0 10 1,0 10 1,0 10 1,0 10 COMU ALE
A tale proposito non sono ammessi tufi con resistenza VERTIC
a compressione del singolo elemento fbk < 20 kg/cm2 e 3,0 30 2,2 22 2,2 22 2,2 22 2,0 20
per gli altri materiali si considera convenzionalmente
fbk = 0,75 fbm , essendo fbm la media aritmetica della re-
5,0 50 3,5 35 3,4 34 3,3 33 3,0 30 F.5. I
D
sistenza degli elementi che compongono il provino 7,5 ARRE
75 5,0 50 4,5 45 4,1 41 3,5 35
espressa in N/mm2 o kg/cm2.
Il valore della resistenza caratteristica a compressione 10,0 100 6,2 62 5,3 53 4,7 47 4,1 41
F.6. AZIONI
della muratura può essere dedotto dalla resistenza ca- M
15,0 150 8,2 82 6,7 67 6,0 60 5,1 51 SISTE E
ratteristica a compressione degli elementi fbk e dalla clas- N
ESTER
se di appartenenza della malta a condizione che i giunti 20,0 200 9,7 97 8,0 80 7,0 70 6,1 61
orizzontali e verticali riempiti di malta abbiano spessore
compreso tra 5 mm e 15 mm e siano presenti entrambi. 30,0 300 12,0 120 10,0 100 8,6 86 7,2 72
Analogamente e per le stesse condizioni, la resistenza > 40,0 > 400 14,3 143 12,0 120 10,4 104 – –
caratteristica al taglio della muratura si determina speri-
mentalmente su campioni di muri secondo le modalità
stabilite dalla legge, ovvero è dedotta dalla formula
fvk = fvko = 0,4 σ n , dove fvko è la resistenza caratteri-
stica al taglio in assenza di carichi verticali e σn è la ten- TAB. F.1.2./12 VALORE DI fvko PER MURATURE IN PIETRA NATURALE SQUADRATA
sione normale media dovuta ai carichi verticali agenti
nella sezione di verifica. I valori di fvko possono essere Resistenza
dedotti dalla resistenza caratteristica a compressione degli caratteristica a fvko
TIPO DI MALTA
elementi fbk e dalla classe di appartenenza della malta. compressione fbk
Le norme svizzere prescrivono per le murature in pietra dell’elemento
da taglio l’impiego di malta di cemento o malta bastarda
di cemento e calce idraulica. N/mm2 kg/cm2 N/mm2 kg/cm2
Nell’esecuzione della muratura è comunque necessa- fbk ≤ 3 fbk ≤ 30 M1 M2 M3 M4 0,1 1
rio evitare i nidi di malta (cioè la concentrazione di ec-
cessive quantità di malta), curare le ammorsature tra i .
fbk > 3 fbk > 30 M1
M2 M3
0,2 2 F.1.2TURE IN ENTI
muri e la corretta esecuzione di cordoli e incatenamenti. M4 0,1 1 MURANTI RESIST
(cfr. sez. D.) ELEME ALI
R
NATU

legge, regola, principio, invariante. Ogni architetto, per diventare creativo, deve sottoporsi alla giocosa fatica di F7
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
2./3. MURATURE IN ELEMENTI RESISTENTI NATURALI

➦ TIPOLOGIE MURARIE IN ELEMENTI RESISTENTI NATURALI

APPARECCHIATURE MURARIE E INCATENAMENTI

In relazione alla disposizione dei conci la muratura in FIG. F.1.2./1 TIPI DI APPARECCHIATURE MURARIE
elementi resistenti naturali è definita:

• isodoma quando i blocchi parallelepipedi sono


uguali e disposti in filari regolari sovrapposti a giunti
sfalsati;

• pseudoisodoma quando i blocchi hanno dimen-


sioni differenti e i filari risultano di altezze disuguali;
i conci si assestano su linee spezzate ma sempre
su piani orizzontali;

• diatona quando i blocchi occupano l’intero spes-


sore del muro;

• pseudodiatona quando un filare è costituito da conci


diatoni e il successivo da blocchi affiancati nel senso
della lunghezza. FIG. F.1.2./2 STAFFE DI COLLEGAMENTO TRA I BLOCCHI LAPIDEI

I collegamenti tra i blocchi possono essere realizzati


con perni di unione o staffe in metallo (bronzo o mate-
riali autoprotetti non soggetti a ossidazione).
Questi collegamenti vengono ubicati in appositi allog-
giamenti scavati nella pietra. Una colata di piombo fuso
blocca la staffa alla pietra

MURATURE IN ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI


ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI

Gli elementi resistenti artificiali possono essere realizzati in: laterizio normale, F = area complessiva dei fori passanti e non passanti;
laterizio alleggerito in pasta, calcestruzzo normale, calcestruzzo alleggerito. A = area lorda della faccia forata delimitata dal suo perimetro.
Gli elementi sono definiti di tipo comune se destinati a essere rivestiti. Quelli da
paramento sono lasciati faccia a vista. La superficie in vista può essere diversamente φ ≤ 15%
Elementi pieni f ≤ 9 cm2 S ≥ 12 cm
trattata e presentarsi rigata, graffiata, splittata, sabbiata.
Elementi semipieni* 15% < φ ≤ 45% f ≤ 12 cm2 S ≥ 20 cm
CARATTERISTICHE GEOMETRICHE DEGLI ELEMENTI Elementi forati** 45 < φ ≤ 55% f ≤15 cm2 S ≥ 25 cm

Gli elementi con percentuale di foratura


FIG. F.1.3./1 – SPESSORI MINIMI
f > 55% non sono utilizzabili per murature * Per la norma UNI 8942 sono denominati elementi “semipieni di tipo A”.
portanti; per murature di tamponamento, >= 8 mm ** Per la norma UNI 8942 sono denominati elementi “semipieni di tipo B” cui si ag-
controparete o tramezzature il valore di f giungono i forati con f > 55 %. S = minimo spessore consentito.
può arrivare sino al 70%. Nella percentua- >= 10 mm
le di foratura sono compresi i fori di presa, Gli elementi in laterizio sono principalmente prodotti per estrusione o pressati; per
posti per agevolare da un punto di vista ripristini o restauri possono essere ancora formati a mano. Hanno generalmente
ergonomico la presa dell’elemento. Se la >= 10 mm forma parallelepipeda e sono messi in opera per ricorsi orizzontali regolari e di spes-
faccia dell’elemento ha superficie compresa sore costante.
tra 300 e 580 cm2, è consentito un solo foro La dimensione degli elementi varia notevolmente, in ordine all’impiego e alle tradi-
di presa di 35 cm2; se la superficie è supe- >= 8 mm zioni locali. La presenza di fori, passanti o profondi non passanti, o camere d’aria mi-
riore a 580 cm2, i fori possono essere due. gliora le caratteristiche isolanti dell’elemento resistente e della muratura nel suo
In ordine alla posizione dei fori nell’elemen- AREA MAX FORO DI PRESA: insieme. Maggiore è il numero di zone d’aria attraversate dal flusso termico migliore
to, la legge prescrive distanze minime dai ELEMENTI
ELEM ENTI PIENI <= 9 cmq è la capacità coibente del materiale; i setti interni devono essere quindi sfalsati nella
bordi e tra i fori stessi; di particolare impor- ELEMENTI
ELEM ENTI SEMIPIENI <= 12 cmq direzione del flusso termico.
tanza per le tipologie faccia a vista è il ri- ELEMENTI
ELEM ENTI FORATI <= 15 cmq Nel caso di faccia a vista, caratteristiche fondamentali sono la non gelività, l’assenza
spetto della distanza tra l’ultima serie di fori di inclusioni calcaree, la regolarità delle superfici, l’uniformità cromatica, le tolleranze
e il bordo esterno del mattone, che deve essere di 15 mm, per gli elementi lisci, e di 13 dimensionali (dell’ordine dell’1%), l’attitudine all’efflorescenza di grado leggero
mm, per quelli rigati, al netto della rigatura, in modo tale da evitare eventuali infiltrazioni (verificabile dal fatto che in presenza di un’eventuale patina non uniforme sia
di acqua meteorica all’interno del muro, possibili invece con spessori più ridotti. comunque visibile il laterizio sottostante). L’impermeabilità non deve compromettere
la permeabilità al vapore.
TIPOLOGIE DEGLI ELEMENTI
BLOCCHI E PEZZI SPECIALI
L’UNI definisce il formato del mattone pieno in 5,5 x 12 x 25 cm e del doppio UNI
in 12 x 12 x 25 cm. Distingue inoltre tra mattone e blocco, intendendo con il primo I blocchi non sempre presentano dimensioni coordinate; la produzione attuale
termine gli elementi con volume < di 5500 cm3 e con il secondo quelli con volume ≥ a prevede l’impiego di blocchi a sistema a configurazione specifica, completi di pezzi
5500 cm3. speciali per la realizzazione di punti singolari della costruzione (angoli, mazzette,
Se l’elemento è destinato a essere messo in opera con i fori in direzione normale al architravi); i blocchi sono inoltre predisposti per l’eventuale spaccatura, in modo da
piano di posa si definisce a foratura verticale, se in direzione parallela, si definisce a facilitare l’aggregazione. La maggiore resa, in termini di operabilità, nella costruzione
foratura orizzontale. Gli elementi con alta percentuale di foratura sono generalmente della muratura si ha con blocchi di circa 15–20 dm3 equivalenti a un formato di 30 x
a fori orizzontali. 25 x 25 cm, oltre il quale la resa diminuisce. Un contributo alla capacità di isolamento
La presenza dei fori influisce sul comportamento statico della muratura; gli elementi termico deriva dalla presenza di dentature di incastro atte a eliminare il ponte termico
sono pertanto distinti (DM 20 novembre 1987) in relazione alla percentuale di foratura costituto dalla malta nei giunti verticali e dalla possibilità di ridurre la larghezza dei letti
φ = 100 F/A e all’area media f della sezione normale di un foro, essendo: di malta nei giunti orizzontali.

F8 frantumare il proprio edificio riassemblandone le parti in modo da non riformare mai la scatola.
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
MURATURE IN ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI 3./4.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.3./2 BLOCCHI E PEZZI SPECIALI

FASCE PER B.STAZIONI DILEGIZLII


PRE I ED
PEZZO SPECIALE D’ANGOLO
D ANGOLO LA MALTA NISM
ORGA
CAMERE D’ARIA
D ARIA

C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF

D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU

ELEMENTI A FORI ORIZZONTALI SETTI


ELEMENTI A FORI VERTICALI
E.NTROLLO
CO NTALE
S
L AMBIE

S
L
H PEZZO SPECIALE PER ARCHITRAVE F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
H

G.ANISTICA
12 x 25 x 19/24 cm 14,5 x 30 x 19/24 cm 25 x 30 x 19/24 cm H = 12-20 cm H = 20-30 cm URB
S = 12-25 cm S = 20-30 cm
L = 25-30 cm L = 30-50 cm

RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC

F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
BLOCCO PEZZO SPECIALE PEZZO SPECIALE PER
A INCASTRO D’ANGOLO
ANGOLO LA CONFORMAZIONE
20 x 25 x 30 cm 20 x 30 x 50 cm DI MAZZETTE F.3. IONI
IZ
24 x 24 x 30 cm PART E
N
INTER

FASCE DI MALTA F.4. NTI DI E


ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC

F.5. I
D
ARRE

F.6. AZIONI
LATERIZIO M
SISTE E
N
ESTER

ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI

Il laterizio è un materiale poroso che si ottiene dalla cottura dell’argilla a circa 800°C. inserendo nell’impasto argilloso polistirolo, segatura, sansa di olive, materiali che
L’argilla è una roccia sedimentaria sciolta di origine meccanica, con struttura fisica non lasciano traccia di incombusti nel prodotto finito e non ne modificano il
e chimica eterogenea. È composta da quantità variabili di silice, allumina, acqua, comportamento al fuoco. L’elemento presenta in questo caso degli alveoli vuoti non
.
ferro, materiali alcalini o alcalino-ferrosi. Le impurità sono costituite dalla presenza comunicanti tra loro, di diametro non superiore a 2,5 mm. F.1.2TURE IN ENTI
di quarzo, gesso, salgemma, pirite, feldspati, mica ecc. Le cavità, oltre ad alleggerire l’elemento resistente, riducono la conduttività del MURANTI RESIST
Dopo la frantumazione delle zolle, la depurazione da elementi estranei e la materiale, migliorando le caratteristiche termoisolanti, senza compromettere, in ELEME ALI
R
bagnatura dell’impasto, il processo di produzione prevede: la formatura, che può proporzione, la resistenza meccanica. Una recente teconlogia costruttiva prevede la NATU
avvenire per estrusione, per pressatura o a mano; l’essiccazione, attraverso cui rettificazione dei blocchi. La rettifica è un’operazione meccanica d’elevata 3 .
F.1. TURE IN ENTI
viene sottratta acqua all’impasto; la cottura. Cuocendo argille quarzose naturali fino precisione, a seguito della quale le facce forate dei blocchi risultano perfettamente MURANTI RESIST
alla vetrificazione si ottiene il grès. piane e parallele, garantendo quindi una perfetta ortogonalità rispetto alle facce ELEME IALI
IC
La colorazione del prodotto finale dipende dal tipo di argilla o miscela di argille laterali. Ciò consente l’impiego del collante cementizio in luogo della malta, in ARTIF
utilizzata; in particolare il rapporto tra gli ossidi di calcio e di ferro determina la particolare nei letti orizzontali. Si ottiene così un risparmio dei tempi di messi in
variazione cromatica, che va dal giallo al rosso vivo; mattoni di colore rosso vivo si opera e dei costi, e la riduzione dello spessore dei giunti orizzontali, con un
.
ottengono con materiali molto ricchi di ferro. Il laterizio alleggerito si ottiene migliorameno dell’isolamento termico della muratura. F.1.4IZIO
LATER

F9
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
4. LATERIZIO

➦ ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI

La maggior parte della produzione attuale di laterizi utilizza un codice in cifre attraverso il quale si identifica il tipo di mattone o blocco, FIG. F.1.4./1 NOMENCLATURA DEL MATTONE UNI
la posizione di giacitura in opera, la tecnologia di produzione: E FRAZIONAMENTO

MP = mattone pieno MF o BF = mattone o blocco forato 31 = estruso con massa alveolata


MPR = mattone pieno da rivestimento MFR o BFR mattone o blocco forato per 41 = pressato in pasta UNI 12 x 25 x 5,5 cm DOPPIO UNI 12 x 25 x 12 cm
MS(A) o BS(B) = mattone o blocco rivestimento 51 = pressato in polvere
semipieno (di tipo A o di tipo B) 11 = mattone o blocco a fori verticali 11 = formato a mano PIATTO,
MSR o BSR mattone o blocco semipieno 00 = mattone o blocco a fori orizzontali R = rettificato dopo il ciclo di produzione FACCIA DI LETTO
per rivestimento 21 = estruso con massa normale C = calibrato

Ad esempio, il blocco 45 UNI BSB 11-31 è un blocco di tipo B (in particolare con φ del 45%) con fori verticali, estruso e con massa alveolata.

LISTA,
TAB. F.1.4./1 DIMENSIONE DEI MATTONI PIENI (Φ ≤ 15%) IN ALCUNE REGIONI E CITTÀ ITALIANE FASCIA, TESTA
COSTA
Piemonte 6 x 12 x 24 Arezzo 6 x 12 x 24 Imperia 6 x 13 x 26 Potenza 6 x 13 x 26
5,5 x 11,5 x 24 6 x 12 x 26 6 x 13 x 28 Ragusa 6 x 12 x 26
Lombardia 6 x 11 x 23 Ascoli Piceno 6 x 13 x 26 Latina 5,5 x 12 x 24
Ravenna 5,5 x 12 x 25
6 x 10,5 x 22,5 5,5 x 13 x 26 5,5 x 14 x 28
Lecce 5,8 x 13 x 26
Veneto 6 x 12,5 x 26 Avellino 6 x 13 x 26 Reggio 6 x 13 x 26
Livorno 6 x 13 x 26
Trentino 6 x 13 x 26 5,5 x 13 x 24 Calabria 6 x 14 x 30
Bari 6 x 13 x 24 MEZZO LUNGO
Friuli V.G. 5,5 x 12 x 25
Bergamo 6 x 12 x 24 Mantova 6 x 13 x 26 Reggio Emilia 6 x 13 x 27
Liguria 6 x 12 x 24 6 x 13 x 26 5,5 x 12 x 25 Roma 3,2 x 14 x 28
Emilia 5,5 x 12 x 28 6 x 11 x 23 6 x 12 x 24 5,5 x 14 x 28
Romagna 6 x 13 x 26 6,5 x 13 x 26 4 x 13,5 x 27
Bologna 5,5 x 12 x 25
5,8 x 14 x 26
5,8 x 14 x 28,5 Matera 6 x 13 x 26 Salerno 6 x 13 x 26
Toscana 5,5 x 12 x 25 Messina 6 x 13 x 26 Sassari 6 x 12 x 24
Brescia 5,5 x 12 x 25
6 x 13 x 26 5 x 12 x 25 MEZZO
6 x 13 x 26 Savona 6 x 12 x 24
Marche 6 x 13 x 26 6 x 14 x 30 1/4
Brindisi 6 x 12 x 24 Siena 6 x 13 x 26 1/4
Umbria 6 x 13 x 26 Milano 6 x 11 x 23 5,5 x 14 x 28 3/4
Cagliari 6 x 12 x 24 3/4
5,5 x 13 x 26 Napoli 6 x 13 x 26 5,5 x 10 x 27
Catania 6 x 13 x 26
Lazio 5 x 14 x 28 5 x 12 x 25 Teramo 6 x 13 x 24
Nuoro 5 x 12 x 25
5,5 x 12,5 x 25,5 6 x 14 x 30 6 x 12 x 25 Torino 6 x 12 x 25
Abruzzo 6 x 13 x 26 Catanzaro 6 x 13 x 26 Padova 6 x 12,5 x 26 Trento 5,5 x 12 x 25 TRE QUARTI
6 x 13 x 27 6 x 14 x 30 6 x 12 x 24
Palermo 6 x 13 x 26 5,5 x 12 x 25 3/4
Campania Como 5,5 x 12 x 25 5 x 12 x 25 6 x 12 x 25 3/4
Puglia 1/4
6 x 12 x 24 6 x 14 x 30
Basilicata 6 x 13 x 26 1/4
6 x 11 x 23 Trieste 5 x 12,5 x 26
Calabria 5,5 x 12,8 x 26 Pavia 6 x 12 x 24 6 x 12,5 x 26
Cosenza 6 x 12 x 24
Sicilia 6 x 13 x 26 Perugia 6 x 13 x 26
Udine 5,5 x 12 x 25
5 x 12 x 26 Cremona 5,5 x 12 x 25 Pesaro 6 x 13 x 26 6 x 12 x 25
6 x 11 x 23 BERNARDINO O QUARTINO
Sardegna 4 x 12 x 24 Pescara 6 x 13 x 26 Venezia 6 x 12,5 x 26
Alessandria 5,5 x 12 x 25 Firenze 5 x 12 x 26
Piacenza 5,5 x 12 x 25 Verona 6 x 12 x 25
6 x 12 x 24 Foggia 6 x 13 x 28
Pisa 5,5 x 12 x 25 Viterbo 6 x 13 x 26
Ancona 6 x 13 x 26 Genova 5,5 x 12 x 24 6 x 13 x 24 6 x 14 x 28 COMPORTAMENTO AL FUOCO
L’Aquila 6 x 13 x 26 Grosseto 6 x 14 x 28 5 x 12 x 26 4,5 x 13 x 26
Il comportamento al fuoco, viene valutato secondo due
categorie:
• la reazione al fuoco, intesa come grado di partecipa-
FIG. F.1.4./2 GIACITURA DEL MATTONE UNI zione di un materiale combustibile al fuoco al quale
è sottoposto;
• la resistenza al fuoco (REI), cioè l’attitudine di un
materiale da costruzione, componente o struttura, a
conservare secondo un programma termico stabilito
e per un periodo determinato la stabilità (R), la
tenuta (E), l’isolamento termico (I).
La classe è espressa dalla sigla REI seguita da un
numero che indica i minuti primi in cui tali caratteri-
stiche sono conservate. Si hanno così pareti di classe
DI PIATTO VERTICALE DI COLTELLO DI COSTA IN CHIAVE O DI TESTA
REI 60, REI 90, REI 180.

In linea generale tutte le pareti divisorie di locali a


rischio di incendio devono essere realizzate con mate-
riali REI 90 o 180. L’argilla, in merito al comportamento
al fuoco, risponde ai requisiti richiesti dal decreto del
Ministero degli Interni del 14 gennaio 1985; non presen-
tando contributo all’incendio, ha classe di reazione al
fuoco 0.
Lo spessore della parete è un parametro che condizio-
DI PIATTO ORIZZONTALE A SPINA O IN DIAGONALE DI FASCIA na il comportamento al fuoco. I blocchi di laterizio di
spessore 25 cm rientrano generalmente nella classe
REI 180, la massima prevista in Italia.

F 10
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
LATERIZIO 4.

TIPI E CARATTERISTICHE DELLE MURATURE A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
TAB. F.1.4./2 TIPI E CARATTERISTICHE DELLE MURATURE (dalla UNI 10355)

CARATTERISTICHE CARATTERISTICHE
ELEMENTO MURATURA ELEMENTO MURATURA B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA

SUPERFICIE (kg/mq)

SUPERFICIE (kg/mq)
MASSA VOLUMICA

MASSA VOLUMICA
GIUNTI VERTICALI

GIUNTI VERTICALI
FORATURA (tipo)

FORATURA (tipo)
SPESSORE (mm)

SPESSORE (mm)
SCHEMA SCHEMA

FORATURA (%)

FORATURA (%)
C.RCIZIO
DEL SINGOLO ELEMENTO DEL SINGOLO ELEMENTO

RESISTENZA

RESISTENZA
E DELLA MURATURA E DELLA MURATURA E
ESE ESSIONAL

MASSA DI

MASSA DI
TERMICA

TERMICA
PROF
(kg/mc)

(kg/mc)
D.GETTAZIONE
MATTONE PIENO MATTONE SEMIPIENO PRO TTURALE
STRU

120
20
140
E.NTROLLO
250 CO NTALE
280 CM AMBIE
1800 0 – 140 0,18 252 CM
GC 1800 21 V 120 0,19 181
GC
F. TERIALI,TECN
ICHE
50 MA ONENTI,
COMP
60

G.ANISTICA
1800 0 –
CM
280 0,36 504 URB
GC CM
1800 21 V 250 0,37 379
GC
60 50

RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
CM VERTIC
1800 0 – 425 0,54 765
GC
60 120
20
F.2. URE
250 CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
CM
1800 41 V 120 0,24 140
GC
F.3. IONI
IZ
PART E
120
20 N
120
20 INTER

250
1800 0 –
CM
120 0,15 216 F.4. NTI DI E
GC ELEME NICAZION
COMU ALE
1800 41 V
CM
250 0,47 297 VERTIC
120
20 GC
50
F.5. I
D
ARRE

CM
1800 0 – 250 0,32 450 F.6. AZIONI
GC M
SISTE E
N
ESTER
50 140
40

280
CM
1800 30 V 140 0,24 192
GC
CM
1800 0 – 375 0,47 675
GC
50 60

CM
LEGENDA – V= fori verticali; O= fori orizzontali; P= fori passanti; PP= fori 1800 30 V 280 0,46 385
GC
parzialmente passanti; NP= fori non passanti; CM= giunti verticali con malta;
60
SM= giunti verticali senza malta; GC= giunti orizzontali continui; GI= giunti
orizzontali interrotti per un terzo.
La massa volumica è riferita al materiale che costituisce l’elemento; la massa
superficiale è valutata escludendo gli intonaci e comprendendo la malta dei .
F.1.4IZIO
giunti di s= 12 mm; la resistenza termica unitaria è riferita alla Tm di 20°C. LATER

F 11
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
4. LATERIZIO

➦ TIPI E CARATTERISTICHE DELLE MURATURE

➦ TAB. F.1.4./2 TIPI E CARATTERISTICHE DELLE MURATURE (dalla UNI 10355)

CARATTERISTICHE CARATTERISTICHE
ELEMENTO MURATURA ELEMENTO MURATURA

SUPERFICIE (kg/mq)
SUPERFICIE (kg/mq)

MASSA VOLUMICA
MASSA VOLUMICA

GIUNTI VERTICALI
GIUNTI VERTICALI

FORATURA (tipo)
FORATURA (tipo)

SPESSORE (mm)
SPESSORE (mm)
SCHEMA SCHEMA

FORATURA (%)
FORATURA (%)
DEL SINGOLO ELEMENTO DEL SINGOLO ELEMENTO

RESISTENZA
RESISTENZA
E DELLA MURATURA E DELLA MURATURA

MASSA DI
MASSA DI

TERMICA
TERMICA

(kg/mc)
(kg/mc)
BLOCCO SEMIPIENO ➦ BLOCCO SEMIPIENO

165
65

350 450

CM CM
1400 41 V 350 1,05 306 1800 66 V 370 1,06 248
250 GI 300 GI

250

150
200

250
300

CM
CM 1800 60 O 200 0,61 153
1400 44 V 200 0,47 164 250
GI
GI
250

190
90
245
400

300
CM
1800 61 O 250 0,77 187
SM 165
65 GI
1400 44 V 300 0,85 232
250
GI

BLOCCO FORATO

250
250

300
250
CM CM
1400 45 V 300 0,89 241 1800 65 O 300 0,86 206
GI GI
250 250

F 12
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
LATERIZIO 4.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
CARATTERISTICHE CARATTERISTICHE PROG
ELEMENTO MURATURA ELEMENTO MURATURA
B.STAZIONI DILEGIZLII

SUPERFICIE (kg/mq)

SUPERFICIE (kg/mq)
MASSA VOLUMICA

MASSA VOLUMICA
PRE I ED

GIUNTI VERTICALI

GIUNTI VERTICALI
NISM

FORATURA (tipo)

FORATURA (tipo)
SPESSORE (mm)

SPESSORE (mm)
SCHEMA SCHEMA ORGA

FORATURA (%)

FORATURA (%)
DEL SINGOLO ELEMENTO DEL SINGOLO ELEMENTO

RESISTENZA

RESISTENZA
E DELLA MURATURA E DELLA MURATURA
C.RCIZIO

MASSA DI

MASSA DI
TERMICA

TERMICA
(kg/mc)

(kg/mc)
E
ESE ESSIONAL
PROF

➦ BLOCCO FORATO ➦ BLOCCO FORATO


D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
250 250

E.NTROLLO
370 CO NTALE
300 AMBIE
CM CM
1400 54 V 300 0,94 208 1400 41 V 350 1,05 306
250 GI 250 GI
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP

G.ANISTICA
URB

200 200 250

RALI
250 250 F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC
CM CM
1800 60 V 200 0,60 153 1400 44 V 200 0,47 164
GI GI
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ

250
F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER

F.4. NTI DI E
250 250
250 ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
250 250

CM SM F.5. I
D
1800 61 V
GI
250 0,77 187 1400 44 V
GI
300 0,85 232 ARRE
250

F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER

250 250
300

300
250
CM CM
1800 65 V 300 0,86 206 1400 45 V 300 0,89 241
GI GI
250

.
F.1.4IZIO
LATER

F 13
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
4. LATERIZIO

➦ TIPI E CARATTERISTICHE DELLE MURATURE

➦ TAB. F.1.4./2 TIPI E CARATTERISTICHE DELLE MURATURE (dalla UNI 10355)

CARATTERISTICHE CARATTERISTICHE
ELEMENTO MURATURA ELEMENTO MURATURA

SUPERFICIE (kg/mq)

SUPERFICIE (kg/mq)
MASSA VOLUMICA

MASSA VOLUMICA
GIUNTI VERTICALI

GIUNTI VERTICALI
FORATURA (tipo)

FORATURA (tipo)
SPESSORE (mm)

SPESSORE (mm)
SCHEMA SCHEMA

FORATURA (%)

FORATURA (%)
DEL SINGOLO ELEMENTO DEL SINGOLO ELEMENTO

RESISTENZA

RESISTENZA
E DELLA MURATURA E DELLA MURATURA

MASSA DI

MASSA DI
TERMICA

TERMICA
(kg/mc)

(kg/mc)
➦ BLOCCO FORATO ➦ MATTONE FORATO

250 250 150


50

250
370
250
CM CM
1800 66 O 370 1,07 248 1800 60 O 150 0,45 114
GI GI

MATTONE FORATO TAVELLONI

250 250

1200
200
80
250 40
CM CM
1800 63 O 80 0,20 62 1800 56 O 40 0,11 34
GC GC

250 250

1200
200
100
00
250 60
CM CM
1800 62 O 100 0,27 78 1800 67 O 60 0,13 40
GC GC

250 250

120
20
CM
1800 66 O 120 0,31 86
GC

F 14
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
CALCESTRUZZO 5.

ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI – TIPI E CARATTERISTICHE DELLE MURATURE A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
Il calcestruzzo è una miscela di tre componenti fondamentali: il cemento, che costitui- sono idonei all’impiego in zona sismica. La gamma geometrica e dimensionale e le
sce il legante, l’acqua, che idrata il cemento conferendo all’impasto caratteristiche di modalità di messa in opera sono analoghe ai laterizi; per gli elementi faccia a vista la

B.STAZIONI DILEGIZLII
lavorabilità e plasticità, gli inerti o aggregati che, per il calcestruzzo ordinario, sono di gamma cromatica è particolarmente varia.
origine naturale (sabbia, ghiaia o pietrisco) e costituiscono lo scheletro dell’impasto. Il buon comportamento al fuoco (cfr. pag. F10) del calcestruzzo lo rende adatto alla
PRE I ED
La normativa di riferimento per il calcestruzzo, gli aggregati e i prodotti di calcestruzzo realizzazione di murature tagliafuoco. La resistenza al fuoco dei blocchi può raggiun- NISM
è inserita nel raggruppamento UNI 91.100.30. gere, per spessori di 25 cm, la classe REI 240. I blocchi in calcestruzzo sono definiti ORGA
Gli inerti, di granulometria opportunamente assortita, devono essere bene avvolti dalla pesanti se la densità del materiale è dell’ordine di 2000 kg/mc e sono impiegati soprat-
pasta di cemento e ben distribuiti. L’impiego di additivi (agenti acceleranti, ritardanti, tutto ove occorre un’elevata resistenza meccanica; sono alleggeriti quando la densità
fluidificanti plastificanti, aeranti, impermeabilizzanti) migliora la lavorabilità dell’impasto è compresa tra 450 e 1400 kg/mc; densità di 800–1000 kg/mc risultano ottimali e C.RCIZIO E
e le prestazioni del prodotto indurito, la cui resistenza dipende dal rapporto acqua/ce- presentano buone caratteristiche isolanti. ESE ESSIONAL
mento, dalla qualità e dalle caratteristiche meccaniche e geometriche degli inerti, dalla Il calcestruzzo alleggerito (UNI 7548) impiega come inerti il polistirolo l’argilla espansa, PROF
modalità di mescolamento, messa in opera e compattazione. Analogamente ai laterizi, la pomice, il gesso, trucioli o cascami di legno, le fibre vegetali, il magnesio, l’alluminio.
Il calcestruzzo cellulare gassificato è un materiale molto leggero, 450 kg/mc, facil-
D.GETTAZIONE
gli elementi resistenti in calcestruzzo sono divisi in base alla percentuale di foratura;
ma a differenza dei primi, la distanza minima tra un foro e il perimetro esterno, al netto mente lavorabile; è ottenuto con impasto di sabbia e carbonato di calcio miscelato in
dell’eventuale rigatura, e tra due fori non potrà essere < 18 mm. acqua con polvere di alluminio; la polvere sviluppa gas espandendo il volume della PRO TTURALE
Gli elementi sono prodotti per vibrocompressione o stampaggio e i fori risultano leg- miscela iniziale. Per l’assemblaggio dei blocchi in calcestruzzo cellulare gassificato si STRU
germente svasati per facilitare l’uscita dallo stampo. I blocchi, più diffusi dei mattoni, impiega malta collante con giunti di spessore di circa 1 mm.

E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
TAB. F.1.5./1 ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI IN CALCESTRUZZO ALLEGGERITO CON AGGREGATI DI ARGILLA ESPANSA (dalla UNI 10355)

CARATTERISTICHE CARATTERISTICHE F. TERIALI,TECN


ICHE
MA ONENTI,
ELEMENTO MURATURA ELEMENTO MURATURA COMP

SUPERFICIE (kg/mq)
SUPERFICIE (kg/mq)

MASSA VOLUMICA
MASSA VOLUMICA

GIUNTI VERTICALI
GIUNTI VERTICALI

FORATURA (tipo)
FORATURA (tipo)

SPESSORE (mm)
SPESSORE (mm)

G.ANISTICA
SCHEMA SCHEMA

FORATURA (%)
FORATURA (%)

DEL SINGOLO ELEMENTO DEL SINGOLO ELEMENTO

RESISTENZA
RESISTENZA

E DELLA MURATURA E DELLA MURATURA URB

MASSA DI
MASSA DI

TERMICA
TERMICA

(kg/mc)
(kg/mc)

BLOCCHI PIENI ➦ BLOCCHI PIENI RALI


F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
45 75 VERTIC
488
495
F.2. URE
CM CHIUS ONTALI
Z
650 – – 45 0,18 14 ORIZ
195
95 GC CM
650 – – 75 0,28 58
GC
195
95 F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER

88 F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
488 COMU ALE
VERTIC
117
CM
650 – – 88 0,34 14 495
195
95 GC F.5. I
D
ARRE

CM
650 – –
GC
117 0,44 13 F.6. AZIONI
M
195
95 SISTE E
N
ESTER
138
38

488

CM
650 – – 138 0,54 102
195
95 GC
195
95

500

SM
650 8 P 195 0,76 123
GI
LEGENDA – V= fori verticali; O= fori orizzontali; P= fori passanti; PP= fori 195
95 .
parzialmente passanti; NP= fori non passanti; CM= giunti verticali con malta; F.1.4IZIO
SM= giunti verticali senza malta; GC= giunti orizzontali continui; GI= giunti LATER
orizzontali interrotti per un terzo.
La massa volumica è riferita al materiale che costituisce l’elemento; la massa
superficiale è valutata escludendo gli intonaci e comprendendo la malta dei .
giunti di s= 12 mm; la resistenza termica unitaria è riferita alla Tm di 20°C. F.1.5STRUZZO
E
CALC

F 15
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
5. CALCESTRUZZO

➦ ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI – TIPI E CARATTERISTICHE DELLE MURATURE

➦ TAB. F.1.5./1 ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI IN CALCESTRUZZO ALLEGGERITO CON AGGREGATI DI ARGILLA ESPANSA (dalla UNI 10355)

CARATTERISTICHE CARATTERISTICHE
ELEMENTO MURATURA ELEMENTO MURATURA

SUPERFICIE (kg/mq)

SUPERFICIE (kg/mq)
MASSA VOLUMICA

MASSA VOLUMICA
GIUNTI VERTICALI

GIUNTI VERTICALI
FORATURA (tipo)

FORATURA (tipo)
SPESSORE (mm)

SPESSORE (mm)
SCHEMA SCHEMA

FORATURA (%)

FORATURA (%)
DEL SINGOLO ELEMENTO DEL SINGOLO ELEMENTO

RESISTENZA

RESISTENZA
E DELLA MURATURA E DELLA MURATURA

MASSA DI

MASSA DI
TERMICA

TERMICA
(kg/mc)

(kg/mc)
➦ BLOCCHI PIENI ➦ BLOCCHI SEMIPIENI

141
245
490

500

SM CM
650 7 P 245 0,95 157 900 30 P 141 0,45 102
GI GC
195
95 195

295 195

490
500

SM CM
650 6 P 295 1,15 191 700 41 P 195 0,69 99
GI GI
195
95 195
95

BLOCCHI SEMIPIENI BLOCCHI FORATI

75
245
490

490

CM CM
700 30 P 75 0,26 48 700 47 PP 245 0,76 114
GC GI
195 195

120
20
295
488

490

CM CM
700 35 P 120 0,43 68 700 49 PP 295 0,84 132
GC GI
195 195

F 16
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
CALCESTRUZZO 5.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
CARATTERISTICHE CARATTERISTICHE PROG
ELEMENTO MURATURA ELEMENTO MURATURA
B.STAZIONI DILEGIZLII

SUPERFICIE (kg/mq)

SUPERFICIE (kg/mq)
MASSA VOLUMICA

MASSA VOLUMICA
PRE I ED

GIUNTI VERTICALI

GIUNTI VERTICALI
NISM

FORATURA (tipo)

FORATURA (tipo)
SPESSORE (mm)

SPESSORE (mm)
SCHEMA SCHEMA ORGA

FORATURA (%)

FORATURA (%)
DEL SINGOLO ELEMENTO DEL SINGOLO ELEMENTO

RESISTENZA

RESISTENZA
E DELLA MURATURA E DELLA MURATURA
C.RCIZIO

MASSA DI

MASSA DI
TERMICA

TERMICA
(kg/mc)

(kg/mc)
E
ESE ESSIONAL
PROF

BLOCCHI SEMIPIENI ➦ BLOCCHI SEMIPIENI


D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
250
320

500 E.NTROLLO
500 CO NTALE
AMBIE
SM SM
700 24 PP 250 0,97 143 700 41 PP 320 1,27 146
GI GI
F. TERIALI,TECN
ICHE
195
95 195
95 MA ONENTI,
COMP

G.ANISTICA
URB

SCHIUMA SINTETICA UREICA


30 kg/mc
245
140
40
RALI
495 F.1. I PERIMET
490 T
PARE ALI
VERTIC
SM SM
700 32 PP 245 1,03 128 900 41 PP 140 0,91 86
GI GC
F.2. URE
195
95
195
95 CHIUS ONTALI
Z
ORIZ

F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER

SCHIUMA SINTETICA UREICA


30 kg/mc F.4. NTI DI E
295 ELEME NICAZION
COMU ALE
195
95 VERTIC
490
490
CM CM F.5. I
D
700 44 PP
GI
295 1,05 140 900 43 P
GI
195 1,22 116 ARRE

195
95
195
95
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER

SCHIUMA SINTETICA UREICA


30 kg/mc
300

295
495

500
SM SM
700 40 PP 300 1,08 66 900 40 P 295 1,91 174
GI GI
195
95 195
95

.
F.1.5STRUZZO
E
CALC

F 17
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
5. CALCESTRUZZO

➦ ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI – TIPI E CARATTERISTICHE DELLE MURATURE

➦ TAB. F.1.5/1 ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI IN CALCESTRUZZO ALLEGGERITO CON AGGREGATI DI ARGILLA ESPANSA (dalla UNI 10355)

CARATTERISTICHE CARATTERISTICHE
ELEMENTO MURATURA ELEMENTO MURATURA

SUPERFICIE (kg/mq)
SUPERFICIE (kg/mq)

MASSA VOLUMICA
MASSA VOLUMICA

GIUNTI VERTICALI
GIUNTI VERTICALI

FORATURA (tipo)
FORATURA (tipo)

SPESSORE (mm)
SPESSORE (mm)
SCHEMA SCHEMA

FORATURA (%)
FORATURA (%)
DEL SINGOLO ELEMENTO DEL SINGOLO ELEMENTO

RESISTENZA
RESISTENZA
E DELLA MURATURA E DELLA MURATURA

MASSA DI
MASSA DI

TERMICA
TERMICA

(kg/mc)
(kg/mc)
➦ BLOCCHI SEMIPIENI ➦ BLOCCHI SEMIPIENI
SCHIUMA SINTETICA UREICA
30 kg/mc
295

295
495
500
SM SM
900 40 P 295 1,69 172 700 23 PP 245 1,09 142
GI GC
195
95 195
95

295
345

495 495

SM SM
700 24 PP 295 1,20 169 700 23 PP 345 1,53 199
GI GI
195
95 195
95

BLOCCHI FORATI

295

450 300

SM 450
700 17 P 295 1,08 182
GI
195
95
CM
900 18 P 300 0,98 232
GI

195
95

245

495
CM
900 18 P 450 1,45 350
SM GI
700 23 PP 245 1,09 142 195
95
GI
195
95

F 18
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
SISTEMI E PRODOTTI 6.

ELEMENTI RESISTENTI IN LATERIZIO E CALCESTRUZZO A.ZIONI


NO RALI DI E
LATERIZIO ALVEOLATO BLOCCO PER MURATURA ARMATA GENE ETTAZION
PROG

B.STAZIONI DILEGIZLII
Comprende laterizi speciali a elevato isolamento ter- Blocchi a foratura verticale in laterizio alleggerito di
mico; le categorie sono definite dalla percentuale di grande formato per muratura monostrato normale o
PRE I ED
foratura degli elementi: 45, 50, 55, 60. armata. Gli elementi per muratura armata sono dota- NISM
Alle diverse percentuali corrispondono determinate ti di particolare conformazione per l’alloggiamento ORGA
caratteristiche di resistenza e le qualità termoisolanti dell’armatura. Sono idonei all’impiego in zona sismica.
rimangono sostanzialmente uniformi.
Gli elementi sono quindi adatti per murature portanti Dati tecnici indicativi: C.RCIZIO E
monostrato o pluristrato, in zone normali o sismiche • Dimensioni: 25 x 30 x 30 cm ESE ESSIONAL
di qualsiasi grado. • Peso medio: 8 ~ kg/cad PROF
• Foratura: ≤ 45%
Dati tecnici indicativi di un elemento di classe 45:
• Dimensioni: 19 x 30 x 50 cm
• Trasmittanza termica per murature di 30 cm con
intonaco di 1 cm su entrambe le facce: 0,67 W/m2 K
D.GETTAZIONE
• Peso medio: 23 kg/cad PRO TTURALE
• Foratura: 45% F
• Isolamento acustico (500 Hz) (spessore 30 cm): STRU
44–48 db
• Trasmittanza termica per murature di 30 cm con intonaco civile su entrambe le • Resistenza a compressione verticale del blocco: 80 > kg/cm2
facce: 0,76 W/m2 K
• Isolamento acustico (500 Hz) (spessore 30 cm): 45 db
• Resistenza a compressione verticale della muratura (Tab. A DM 30 novembre
1987): 50 kg/cm2
E.NTROLLO
CO NTALE
• Resistenza a compressione verticale del blocco: 120 kg/cm2 AMBIE
• Resistenza a compressione verticale della muratura con malta M3: 55 kg/cm2
BLOCCO IN CALCESTRUZZO ALLEGGERITO
LATERIZIO ALLEGGERITO
F. TERIALI,TECN
ICHE
Blocco alleggerito con inerti di argilla espansa. MA ONENTI,
Costituito da argilla e perlite, è un prodotto minerale
COMP
a basso peso specifico ricavato dall’espansione, a
Dati tecnici indicativi:
seguito di trattamento termico di una roccia d’origine
vulcanica simile all’argilla. • Dimensioni: 20 x 19,5 x 50 cm
A differenza dei laterizi alveolati, la struttura è com- • Peso del blocco: 10 kg G.ANISTICA
patta senza cavità e fori superficiali. • Trasmittanza termica: 0,85 W/m2 K URB
Adatto per murature portanti. • Isolamento acustico (500 Hz) spessore 30 cm:
48,5 db
Dati tecnici indicativi di un elemento di classe 45: • Resistenza a compressione verticale del blocco:
• Dimensioni: 19 x 25 x 30 cm 35 kg/cm2
• Peso medio: 11,7 kg/cad • Resistenza al fuoco: 240 REI
RALI
• Foratura: 45% F.1. I PERIMET
T
• Trasmittanza termica per murature di cm 30 con intonaco civile su entrambe le PARE ALI
facce: 0,90 W/m2 K VERTIC
• Resistenza a compressione verticale del blocco: 260 kg/cm2 BLOCCO IN CALCESTRUZZO CELLULARE
• Resistenza a compressione verticale della muratura (Tab. A DM 30 novembre 1987):
80 kg/cm2
È costituito da calcestruzzo cellulare espanso prodotto F.2. URE
in autoclave. I componenti essenziali sono la sabbia ad CHIUS ONTALI
Z
alto tenore di silice, il cemento, la calce e l’alluminio ORIZ
BLOCCO A INCASTRO con funzione espandente.
A seguito della reazione chimica con la calce, l’allumi-
Laterizio alleggerito con aggregazione a incastro in nio si espande producendo gas idrogeno che provo- F.3. IONI
IZ
modo da consentire pareti di spessore di 30 cm. ca la porosità interna del materiale. Gli elementi sono PART E
N
Gli elementi base sono corredati dal semiblocco e da facilmente sezionabili in cantiere con sega a disco o INTER
elementi speciali a spacco facilitato, per lo sfalsa- a nastro; con l’impiego di appropriata strumentazione
mento dei giunti verticali e per la realizzazione di la realizzazione di tracce risulta semplificata.
angoli incroci mazzette. F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
Dati tecnici indicativi: COMU ALE
VERTIC
Dati tecnici indicativi di un elemento di classe 55: • Dimensioni: 25 x 25 x 25 cm
• Dimensioni: 19 x 22,5 x 30 cm • Peso del blocco: 18 kg
• Peso medio: 11 kg/cad • Trasmittanza termica di parete con intonaco: 0,45–0,47 W/m2 K
• Foratura: 55% • Isolamento acustico (500 Hz) (parete intonacata): 49 db F.5. I
D
• Isolamento acustico (500 Hz): 46 db ARRE
• Resistenza a compressione verticale del blocco: 380 kg/cm2
• Trasmittanza termica per murature di cm 30 senza intonaco: 0,63 W/m2 K • Resistenza a compressione verticale della muratura (Tab. A DM 30 novembre
• Resistenza a compressione verticale del blocco: 90 kg/cm2 1987): 21,8 kg/cm2 F.6. AZIONI
M
• Resistenza a compressione verticale della muratura (Tab. A DM 30 novembre 1987): • Resistenza al fuoco: 180 REI SISTE E
N
36 kg/cm2 ESTER

BLOCCO RETTIFICATO IN LATERIZIO PER TAMPONAMENTI BLOCCO CASSERO IN LEGNO-CEMENTO

Blocco in laterizio, a fori verticali, dalla speciale struttu- Il legno di abete rosso è macinato e mineralizzato con
ra a nido d’ape che, grazie al disegno della foratura e il cemento, ottenendo una struttura porosa.
al ridotto spessore dei setti, che non superano 3 mm, I blocchi non sono propriamente elementi resistenti ma
consente buone prestazioni termiche e acustiche. costituiscono la cassaforma a perdere del successi-
La rettifica consente una assoluta precisione nella vo getto di calcestruzzo.
geometria del blocco, con facce di posa piane e pa- Sono posati a secco e il loro impiego è idoneo alla rea-
rallele. È previsto quindi l’impiego di collante cemen- lizzazione di muratura portante.
tizio per i giunti orizzontali (spessore 3 mm) e la posa È previsto l’inserimento nei fori di uno strato di polisti-
a incastro per i giunti verticali, con un notevole rolo di spessore da 2 a 5 cm.
risparmio di tempi di posa e dei costi, e con la riduzio-
ne dei ponti termici. Dati tecnici indicativi:
.
• Dimensioni: 25 x 30 x 50 cm F.1.5STRUZZO
Dati tecnici indicativi: E
• Peso dei blocchi: 74 kg/m2 CALC
• Dimensioni: 30 x 25 x 25 cm
• Trasmittanza termica: 0,39 W/m2 K • Peso muratura con calcestruzzo: 327 kg/m2
• Isolamento acustico (500 Hz): 52 db
• Isolamento acustico: 48 db . OTTI
• Resistenza al fuoco: 180 REI • Resistenza al fuoco: 180 REI F.1.6 I E PROD
M
SISTE

F 19
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
7. MALTE

La malta è un impasto formato da legante, inerte e acqua nelle giuste proporzioni; L’acqua per il confezionamento della malta deve essere limpida, senza impurità nocive,
indurisce in un tempo più o meno lungo e nel passaggio dallo stato semifluido allo stato sostanze organiche o grassi, non deve essere aggressiva né contenere solfati o cloruri
solido l’impasto è soggetto al fenomeno del ritiro. in percentuale dannosa. L’acqua potabile è adatta; è da evitare l’acqua del mare.
La malta è impiegata per preparare gli intonaci, per collegare elementi resistenti e distri- Le caratteristiche delle malte e dei loro componenti sono definiti dal DM 20 novembre 1987.
buire uniformemente le sollecitazioni cui la muratura è sottoposta. Le malte si distinguono, in relazione alla principale caratteristica del legante impiegato,
La mescola si presenta fresca, di consistenza adatta all’uso e, a indurimento avvenuto, in malte aeree e malte idrauliche: le prime fanno presa solo in presenza di aria, le
offre determinati valori di resistenza. seconde anche in presenza di acqua.

LEGANTI
I leganti sono materiali che, in seguito a reazione chimica o trasformazione fisica, I leganti idraulici sono: la calce idraulica, l’agglomerante cementizio, il cemento. Per
provocano la coesione di particelle altrimenti incoerenti (cfr. sez D: Progettazione essere adatti all’impiego, i leganti devono possedere le caratteristiche tecniche e i
strutturale). I leganti impiegati per il confezionamento della malta possono essere aerei requisiti previsti dalle norme vigenti (RRDD 16 novembre 1939 n. 2231-2230, legge 26
o idraulici. I primi fanno presa solo all’aria, i secondi fanno presa anche nell’acqua. maggio 1965 n.595, DM 14 gennaio 1966 DM, 3 giugno 1968, DM 31 agosto 1972 e
I leganti aerei sono: la calce aerea e il gesso. successive modifiche o integrazioni).
TAB. F.1.7./1 LEGANTI AEREI E IDRAULICI

LEGANTE TIPO MATERIE PRIME PREPARAZIONE COMMERCIALIZZATO MESSO IN OPERA COME:


Gesso aereo pietra da gesso cottura da 150°C a 800°C in polvere pasta e malta
a seconda del processo
Calce aerea aereo calcare puro cottura a 850–900°C in zolle se viva, malta
in polvere se spenta;
come grassello
Calci idrauliche idraulico calcare + argilla cottura a 900–1000°C in polvere malta
Calci eminentemente idrauliche
Calce pozzolanica idraulico calce spenta + pozzolana nessuna cottura; macinazione macinato finemente pasta e malta
Calce siderurgica idraulico calce spenta + scoria basica granulata nessuna cottura; macinazione macinato finemente pasta e malta
Cemento portland idraulico calcare + argilla cottura a incipiente scorificazione macinato finemente pasta, malta e calcestruzzo
Cemento portland ferrico idraulico calcare + argilla + cenere di pirite cottura a incipiente scorificazione macinato finemente pasta, malta e calcestruzzo
Cemento portland bianco idraulico calcare + caolino cottura a incipiente scorificazione macinato finemente pasta, malta e calcestruzzo
Cemento pozzolanico idraulico clinker di Portland + pozzolana nessuna cottura macinazione macinato finemente pasta, malta e calcestruzzo
Cemento d’altoforno idraulico clinker di basica granulata nessuna cottura macinazione macinato finemente pasta, malta e calcestruzzo
Cemento alluminoso o fuso idraulico calcare + bauxite cottura a 1600–1700°C macinato finemente pasta, malta e calcestruzzo
Agglomerante cementizio idraulico clinker di Portland + inerte nessuna cottura; macinazione macinato finemente pasta e malta

CALCE
La calce deriva dalla cottura o calcinazione di calcari. Il Al suo posto si impiega la calce idrata in polvere, o compressione dopo 28 giorni non inferiore a 30 kg/cmq.
principale costituente è l’ossido di calcio. idrato di calcio secco, cioè la calce spenta con Secondo il tempo di presa, le calci sono distinte in:
La calce aerea proviene dalla cottura a 850–900°C di procedimenti industriali; è commercializzata in sacchi ed
calcari puri; si ottiene la calce viva, che si presenta è pronta all’uso con un evidente vantaggio economico e debolmente idraulica tempo di presa: 15-30 giorni
sotto forma di zolle grigie e bianche; a contatto con l’aria tecnico; inoltre la calce idrata in polvere è meno geliva e mediamente idraulica tempo di presa: 10-15 giorni
si trasforma in massa polverulenta, ovvero sfiorisce. È più resistente della calce grassa. Anche il grassello e le idraulica propriamente detta tempo di presa: 5-10 giorni
anidra e fortemente igroscopica. La calce viva deve zolle di preparazione industriale sono pronti all’uso. eminentemente idraulica tempo di presa: 2-4 giorni
essere estinta, o spenta, mediante idratazione con La calce idraulica deriva dalla cottura a 900–1000°C
acqua pura, accuratamente dosata. di calcari marnosi naturali contenenti silice, allumina e Altri tipi di calce sono: la calce idraulica naturale in
A idratazione avvenuta si ottiene il latte di calce, di con- ossido ferrico. Si ottiene anche dalla cottura di impasti zolle, che deriva dalla cottura di particolari calcari argil-
sistenza liquida, costituito da idrato di calce e particelle di calcare e materie argillose. losi che ne consentono un facile spegnimento; la calce
di ossido di calce in sospensione. L’indice di idraulicità, cioè la capacità di far presa idraulica artificiale siderurgica, anch’essa in polvere,
Il latte di calce è impiegato per tinteggiare e per la disinfe- sott’acqua, è il rapporto tra le percentuali di argilla e di che si ottiene dalla macinazione di loppa basica d’alto-
zione. La completa idratazione delle particelle di ossido ossido di calcio presenti nel legante. Tale indice, diretta- forno, cioè scorie derivate dalla produzione della ghisa,
di calce, a seguito di stagionatura in vasche di conteni- mente proporzionale al contenuto di argilla, determina e di calce aerea idrata; la calce idraulica artificiale
mento, dà luogo al grassello, o calce dolce, una pasta la differenza tra la calce idraulica, con resistenza a com- pozzolanica, cioè una miscela di pozzolana naturale o
morbida di colore bianco, utilizzata come legante. pressione dopo 28 giorni non inferiore a 15 kg/cmq, e la artificiale e calce idrata. Le calci suddette, naturali o arti-
Il volume di grassello prodotto è circa 3 volte superiore a calce eminentemente idraulica, con resistenza a ficiali, si presentano in polvere.
quello della calce viva.
La resa in grassello (mc/t) è il rapporto tra il volume di TAB. F.1.7./3 PROCESSO DI FORMAZIONE DELLA CALCE AEREA
grassello ottenuto e il peso della calce viva di partenza.
La calce si dice grassa quando proviene da calcari CALCE AEREA (da calcari puri)
puri; si idrata rapidamente ed è facilmente lavorabile; la + acqua = CALCE SPENTA
resa in grassello è superiore a 2,5.
La calce si dice magra quando proviene da calcari meno CALCARI + + acqua in quantità maggiore GRASSELLO
CALCE VIVA di quella necessaria =
puri e mal cotti; il rendimento è compreso tra 2,5 e 1,5, è cottura a 850–900°C =
meno idratabile e meno plastica della precedente. + spegnimento industriale = CALCE IDRATA IN POLVERE
O IDRATO DI CALCIO SECCO
TAB. F.1.7./2 RESA IN GRASSELLO
TAB. F.1.7./4 PROCESSO DI FORMAZIONE DELLA CALCE IDRAULICA
CALCE VIVA MC MC DI
IN ZOLLE DI ACQUA GRASSELLO CALCE IDRAULICA (da calcari marnosi naturali contenenti silice, allumina, ossido di ferro)

Grassa kg 450–550 1,70 1 + cottura


CALCARI MARNOSI CALCE IDRAULICA
a 900–1000°C =
Magra kg 550–650 1,30 1
CALCE IDRAULICA
CALCARI ARGILLOSI + cottura =
NATURALE IN ZOLLE
Il grassello, a contatto con l’anidride carbonica dell’aria
libera acqua e dà avvio al processo di presa, attraverso CALCE IDRAULICA
LOPPA BASICA DI ALTOFORNO + macinazione + CALCE IDRATA=
la carbonatazione della calce. La calce viva in zolle non ARTIFICIALE SIDERURGICA
è quasi più reperibile in commercio. CALCE IDRAULICA
POZZOLANA (naturale o artificiale) + macinazione + CALCE IDRATA=
ARTIFICIALE POZZOLANICA

F 20
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
MALTE 7.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
GESSO PROG
Il gesso è un legante aereo; è il prodotto della cottura di
minerali contenenti solfato di calcio bi-idrato. La diversa
molto fina è impiegata per gli stucchi. Il gesso d’opera
o per muratura deriva dalla cottura a temperature sino
impiegato per il marmorino, un’imitazione del marmo, e
può essere lucidato. Il gesso può essere integrato da B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
temperatura di cottura e la successiva macinazione ne a 200–250°C. La macinazione è grossolana, la presa è ritardatori di presa, ad esempio solfato di zinco o calce, NISM
determinano le caratteristiche e l’impiego. rapida. Il gesso allumato deriva dalla cottura a 1000°C da colla che ne aumenta l’aderenza e da pigmenti, per ORGA
La scagliola deriva dalla cottura a temperatura inferiore del gesso puro misto ad allume. dare colore. Il gesso, che fa presa in alcuni minuti, e la
a 160°C; una macinazione grossolana è sufficiente per
C.RCIZIO
Il gesso è impiegato per intonaci duri e in ambienti non scagliola sono impiegati essenzialmente per realizzare
il confezionamento di malte per intonaco, la macinazione umidi. Mescolato con polvere di calcare e pigmenti è malte per intonaco interno. E
ESE ESSIONAL
TAB. F.1.7./5 PROPRIETÀ DEI GESSI COMMERCIALI AGGLOMERANTE CEMENTIZIO PROF

FINEZZA DI MACINAZIONE
Tempo Resistenza Resistenza Resistenza a
Con il termine di agglomerante cementizio si intende
un legante idraulico chimicamente diverso dal cemento
D.GETTAZIONE
Passante Passante minimo a trazione a flessione compressione e con inferiori caratteristiche di resistenza. PRO TTURALE
al setaccio al setaccio di presa minima minima minima STRU
Integrando il prodotto con additivi plastificanti si ottiene
da 0,2 mm da 0,09 mm (minuti) (kg/cm2) (kg/cm2) (kg/cm2) l’agglomerante cementizio plastico, caratterizzato,
(% minima) (% minima)
Scagliola 95 85 15 20 30 40
analogamente alla calce, da una migliore lavorabilità.
E.NTROLLO
CO NTALE
Da muratura 70 50 7 8 20 50 AMBIE
Allumato 90 80 20 12 30 70
Da pavimenti 90 80 40 – – – F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
CEMENTO
Il cemento è un legante idraulico ottenuto per macina- Il cemento portland, naturale o artificiale in relazione tura avvenuta caratteristiche di resistenza uguali o mag-
zione di clinker e gesso. Secondo la normativa italiana al tipo di clinker presente nel composto, prevede l’im- giori. Il cemento pozzolanico è poco permeabile, quindi G.ANISTICA
il cemento, dopo 28 giorni di stagionatura sott’acqua, deve piego di gesso o anidride per regolarne la presa. meno attaccabile dall’azione aggressiva delle acque URB
presentare una resistenza a compressione maggiore o È un cemento poco resistente alle acque marine e agli solfatiche.
uguale a 325 kg/cm2. agenti chimici a base solfatica che determinano la for- Il cemento d’altoforno unisce al clinker le loppe basi-
Una classificazione dei cementi tiene conto dei valori di mazione di un sale, l’ettringite, causa di rigonfiamenti, che mescolate con gesso, calce e solfuro di calce, che
resistenza a compressione e del tempo di presa: sino al 230% del volume, e disgregazione della massa. conferiscono idraulicità alle scorie. Il comportamento è
• a lenta presa tempo di presa: 8-12 ore; Aggiungendo all’impasto l’ossido ferrico si ottiene un analogo a quello del cemento pozzolanico: scarsa resi-
• ad alta resistenza tempo di presa: 4-7 ore; altro tipo di portland, il cemento ferrico, molto resisten- stenza iniziale e bassa permeabilità. RALI
• a rapida presa/alta resistenza tempo di presa: 5-15 min. te ai solfati. Il cemento alluminoso è composto da clinker formato F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
Il cemento bianco è un tipo di cemento portland in cui principalmente da alluminati idraulici di calcio. Il giusto VERTIC
Il componente fondamentale del cemento è il clinker che le materie prime sono a basso contenuto di ferro; è uti- dosaggio dei componenti, caratterizzati da prestazioni
viene miscelato oltre che con il gesso, con alluminio, lizzato per ragioni estetiche; aggiungendo al cemento diverse e contrastanti, determina il tempo di presa e il
ferro, pozzolana, dando luogo a prodotti con caratteristi- bianco pigmenti inorganici di diversi colori si ottengono rapido raggiungimento delle caratteristiche meccani- F.2. URE
che diverse. Il clinker si ottiene dalla cottura a 1400°C di i cementi colorati. che, che in 24 ore si avvicinano al massimo valore. CHIUS ONTALI
Z
miscele di carbonato di calcio, silice, allumina e piccole Il cemento pozzolanico è composto di clinker e pozzo- Contrariamente ai cementi precedenti, la resistenza ORIZ
percentuali di ossido di ferro e magnesio. Dopo la cottu- lana, o altro materiale dotato di una buona attività iniziale, rispetto al cemento portland, è particolarmente
ra i composti sono dotati di proprietà idrauliche. Il clinker pozzolanica, cioè la capacità di reagire, a temperatura elevata per ridursi con il procedere della maturazione,
artificiale è ottenuto da miscele di calcari, argilla e marne. ambiente e in presenza di acqua, con la calce o idrato sino ad assestarsi sui valori di norma. Il fenomeno è F.3. IONI
IZ
Dalla successiva macinazione e integrazione con addi- di calcio, al fine di costituire un composto stabile con accentuato dalle alte temperature. PART E
N
tivi specifici si ottengono cementi di tipo diverso, distinti proprietà leganti e caratteristiche idrauliche. Il cemento alluminoso ha una bassa permeabilità, è INTER
dalle norme in cemento portland, cemento pozzolanico, A una minore resistenza iniziale, rispetto al cemento poco attaccabile dalle acque solfatiche ma reagisce a
cemento d’altoforno, cemento alluminoso. portland, nel cemento pozzolanico seguono, a stagiona- quelle alcaline.
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
TAB. F.1.7./6 VALORI MINIMI DI RESISTENZA MECCANICA (kg/cm2) TAB. F.1.7./7 CARATTERISTICHE MECCANICHE DEI LEGANTI IDRAULICI COMU ALE
PER I DIVERSI TIPI DI CEMENTI – Resistenza a flessione (F) e a A VARIE STAGIONATURE (valori minimi stabiliti dall’art. 1 della VERTIC
compressione (C) – Tempi di presa secondo il DPR 3 giugno 1968 legge 26 maggio 1965 e dal DM 31 agosto 1972)
F.5. I
Resistenza a flessione Resistenza a compressione D
CEMENTO PORTLAND ARRE
(o pozzolanico d’altoforno) Per Kg/cm2 dopo Kg/cm2 dopo
CLASSIFICAZIONE stagionatura di giorni stagionatura di giorni
TEMPO Alluminoso sbarramenti
(giorni)
Tipo di ritenuta 1 3 7 28 1 3 7 28 90 F.6. AZIONI
M
325 425 525 SISTE E
N
Cemento normale (N) – – 40 60 – – 175 325 – ESTER
F C F C F C F C F C Cemento ad alta
– 40 60 70 – 175 325 425 –
resistenza (AR)
1 – – – – 40 175 40 175 – –
Cemento ad alta
resistenza e rapido 40 60 – 80 175 325 – 525 –
3 – – 40 175 60 325 60 325 – – indurimento (ARI)
Cemento alluminoso 40 60 – 80 175 325 – 525 –
7 40 175 60 325 – – – – – – Cemento per sbarramenti
– – – – – – – 225 350
di ritenuta
Agglomeranti cementizi
28 60 325 70 425 80 525 80 525 – 225 – – – – – – 100 160 –
a presa lenta
Agglomeranti cementizi
90 – – – – – – – – – 350 – – – – – – 130* – –
a presa rapida
Calci idrauliche naturali – – – – – – – 15 –
Tempi inizio presa: > 45’ > 45’
Calci idrauliche artificiali
di presa termine prese: < 12h < 12 h – – – – – – – 30 –
(pozzolaniche, sider.)
.
F.1.7
E
MALT
I valori sono considerati con una tolleranza del 5%

F 21
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
7. MALTE

➦ LEGANTI

TAB. F.1.7./8 REQUISITI CHIMICI DEI LEGANTI IDRAULICI (art. 2 della legge 26 giugno 1965 e art. 2 del DM 31 agosto 1972)

CEMENTO CEMENTO CEMENTO CEMENTO AGGLOMERANTI CALCI


PORTLAND D’ALTOFORNO POZZOLANICO ALLUMINOSO CEMENTIZI IDRAULICHE
Perdita al fuoco ≤ 5% ≤ 7% ≤ 5% ≤ 5% – –
Residuo insolubile ≤ 3% ≤ 16% ≤ 3% ≤ 3% – –
Contenuto di SO3 ≤ 3,5% ≤ 5% ≤ 3,5% ≤ 5% ≤ 3,5% –
Contenuto di MgO ≤ 4% ≤ 3% ≤ 7% ≤ 3% ≤ 4% ≤ 5%
Contenuto di zolfo
– – ≤ 2% – – –
da solfuri
Contenuto di Al2O3 – – – ≥ 35% – –
Saggio di pozzolanicità – positivo – – – –

TAB. F.1.7./9 REQUISITI FISICI DEI LEGANTI IDRAULICI (art. 5 della legge 26 maggio 1965 e art. 3/4 del DM 31 agosto 1972)

FINEZZA DI MACINAZIONE
TEMPI DI PRESA INDEFORMABILITÀ
% in peso di legante trattenuto su setaccio da
inzio fine Le Chatelier Autoclave 0,18 mm 0,09 mm
Cemento alluminoso ≥ 30’ ≤ 10 h ≤ 10 mm ≤ 0,5% ≤ 2% ≤ 10%
Tutti gli altri cementi ≥ 45’ ≤ 12 h ≤ 10 mm ≤ 0,5% ≤ 2% ≤ 10%
Agglomeranti cementizi
≥ 45’ ≤ 12 h ≤ 10 mm ≤ 1% ≤ 2% –
a lenta presa
Agglomeranti cementizi
≥ 1’ ≤ 30 h ≤ 10 mm ≤ 1% ≤ 2% –
a presa rapida
Calci idrauliche ≥ 60’ ≤ 48 h – ≤ 1% ≤ 2% –

POZZOLANE
Sono quei materiali di origine vulcanica composti pozzolanico sono quelli che, pur non essendo di origine incoerente derivata da eruzioni vulcaniche di tipo
fondamentalmente da silice reattiva. vulcanica, rispondono alle condizioni della precedente prevalentemente esplosivo; si presenta sia allo stato
La pozzolana, impastata intimamente con calce definizione (RD 16 novembre 1939, n.2230). incoerente che compatto.
(idrossido di calcio) e in presenza di acqua, dà luogo a La pozzolana e i materiali a comportamento pozzolanico La pozzolana artificiale, valida alternativa alla naturale,
una reazione chimico-fisica a seguito della quale si devono essere scevri da sostanze eterogenee. La è il prodotto della cottura di argille e scisti a 700-900°C
ottengono malte capaci di far presa e indurire anche pozzolana in sé non ha alcuna capacità idraulica, né può oppure deriva dai residui della combustione di carboni
sott’acqua e che presentano un residuo non superiore al essere considerata un materiale inerte. fossili (carbone, lignite). In quest’ultimo caso i prodotti
40% a un attacco basico. I materiali a comportamento La pozzolana naturale è una roccia piroclastica prendono il nome di ceneri volanti.

INERTI
L’inerte impiegato nel confezionamento delle malte è la sabbia che ha il compito di TAB. F.1.7./10 CLASSIFICAZIONE DELLE SABBIE E LORO IMPIEGO
aumentare il volume dell’impasto e ridurne il ritiro. Gli inerti devono essere privi di
sostanze organiche, terrose o argillose, e la dimensione dei grani deve essere DIMENSIONE
inferiore a 4-5 mm. TIPO DI SABBIA IMPIEGO
DEI GRANULI (mm)
La sabbia è naturale se proviene dallo sminuzzamento di ghiaia depositata negli alvei
dei fiumi o bacini marini; è artificiale se proviene dalla macinazione di rocce e scorie calcestruzzi per getto
d’altoforno. La prima, ben lavata, è la più adatta all’impiego nelle malte. Sabbia molto grossa 1–7
di piccole dimensioni
La granulometria, la qualità e la pulitezza della sabbia determinano la resistenza della
malta. La Federazione Europea degli Industriali dei Laterizi (TBE) definisce le percentuali
Sabbia grossa 0,5–1 malte da muro
granulometriche presenti nella malta; secondo la TBE la sabbia deve essere com-
posta da una percentuale non superiore al 5% di granuli da 4-5 mm; il restante 95%
di granuli da 2-4 mm e da 0-2 mm, questi ultimi in percentuale non inferiore al 10%. Sabbia media 0,2–0,5 intonaco
In ogni caso, le particelle inferiori a 3 micron non devono superare il 4%. In caso di
scarsità di sabbia fine la TBE consiglia di aggiungere alla sabbia la farina di calcare. Sabbia fine ≤ 0,1 lisciatura di intonaco

CLASSIFICAZIONE DELLE MALTE


Le malte sono classificate secondo diversi parametri. tofondo di pavimentazione, per ancoraggio, per ripristino, per applicazione di rivesti-
In ordine al tipo di legante impiegato si ha: la malta aerea che utilizza la calce aerea mento. In ordine alla consistenza la malta è superfluida, fluida, plastica, umida.
(calce idrata o grassello); la malta idraulica che utilizza i leganti idraulici; la malta com- In ordine alle prestazioni prevalenti la malta è isolante, impermeabilizzante, anti-
posta o bastarda che contiene due o più leganti, solitamente calce e cemento. dilavante, adesiva, fibrosa.
In ordine all’impiego, la malta si distingue in: malta per muratura, per intonaco, per sot-
TAB. F.1.7./11 CLASSI DI MALTA PER COMPOSIZIONE

COMPOSIZIONE (parti per volume)


CLASSIFICAZIONE IN RAPPORTO ALLA COMPOSIZIONE TIPO
CLASSE Calce Calce
DI MALTA Cemento Sabbia Pozzolana
Le malte sono divise in quattro classi in rapporto alla composizione in volume (DM 20 aerea idraulica
novembre 1987). Alle classi corrisponde una diversa resistenza meccanica e diverse M4 Idraulica – – 1 3 –
risposte in relazione alle principali prestazioni. M4 Pozzolanica – 1 – – 3
Passando progressivamente dalla M1 alla M4 aumentano la lavorabilità e la
flessibilità, la permeabilità al vapore e la deformabilità plastica, la resistenza acustica M4 Bastarda 1 – 2 9 –
e la risalita capillare dell’umidità; si riducono il pericolo di efflorescenze e la M3 Bastarda 1 – 1 5 –
trasmittanza termica. Viceversa passando dalla M4 alla M1 aumenta la resistenza M2 Cementizia 1 – 0,5 4 –
meccanica, la resistenza al gelo, la fessurabilità, il modulo elastico, la durabilità,
mentre diminuisce la penetrazione dell’acqua. M1 Cementizia 1 – – 3 –

F 22
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
MALTE 7.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
CLASSIFICAZIONE IN RAPPORTO ALLA RESISTENZA PROG
TAB. F.1.7./12 CLASSI DI MALTA PER RESISTENZA

RESISTENZA
In rapporto alla resistenza le malte sono divise in 5 classi.
Malte confezionate con diversi proporzioni dei componenti sono ritenute analoghe a
CLASSE
DI
A COMPRESSIONE
CEMENTO
COMPOSIZIONE
(parti per volume) SABBIA
B.STAZIONI DILEGIZLII
MINIMA A 28 GG PRE I ED
quelle riportate in tabella, per i seguenti valori di resistenza: MALTA calce idraulica NISM
(N/mm2) ORGA
• 120 kgf/cm2 per l’equivalenza alla malta M1; da confermare
M20 20
• 80 kgf/cm2 per l’equivalenza alla malta M2;
nelle prove
C.RCIZIO E
• 5 kgf/cm2 per l’equivalenza alla malta M3; M15 15 1 0–1/4 3 ESE ESSIONAL
PROF
• 2,5 kgf/cm2 per l’equivalenza alla malta M4. M10 10 1 1/4–1/2 4–4 1/2

È da tenere presente che non sempre alla resistenza della malta corrispondono, in
M5 5 1 1/2–1 1/4 5–6
D.GETTAZIONE
percentuale, analoghi valori di resistenza della muratura.
M2 2.5 1 1 1/4–2 1/2 8–9 PRO TTURALE
STRU

E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
TIPI DI MALTE E LORO IMPIEGO

La malta aerea fa presa solo all’aria; è facilmente lavorabile ma presenta scarsa caratteristiche portanti non è sempre consigliata. Le norme DIN a tale proposito F. TERIALI,TECN
ICHE
resistenza meccanica. Oggi scarsamente utilizzata, è molto sensibile agli agenti atmo- fissano il limite di 375 kg di cemento per m3 di sabbia. Con blocchi con percentuale di MA ONENTI,
COMP
sferici e l’indurimento è molto lento. Il processo di indurimento avviene dall’esterno forature (φ) compresa tra il 45% e il 55% è consigliato usare malta di non elevata
verso l’interno, per effetto della carbonatazione della calce, cioè la trasformazione resistenza, ma di buona deformabilità.
dell’idrato di calcio, a contatto con l’anidride carbonica dell’aria, in carbonato di calcio. Alla malta possono essere aggiunti additivi chimici e inerti che ne migliorano le
È molto importante il giusto dosaggio del grassello per evitare che la malta risulti
troppo porosa (poco grassello), dando luogo a una malta poco resistente, ovvero poco
prestazioni. Gli additivi chimici impiegati sono: plastificanti che migliorano la lavorabilità
e la resistenza meccanica, antigelo, resine adesive impermeabilizzanti, acceleranti e
G.ANISTICA
porosa (troppo grassello), ritardando la carbonatazione, anche di anni. ritardanti di presa, espansivi che controllano il ritiro della malta, alleggerenti che URB
Se la calce impiegata non è ben spenta è possibile la formazione di calcinaroli, ovvero conferiscono un buon isolamento termico, incrementatori di presa che possono
di granuli di ossido di calcio che tenderanno a spengersi in seguito, per effetto dell’umi- quadruplicare la resistenza a compressione e triplicare i valori di resistenza a trazione
dità, aumentando di volume. e al taglio. L’aggiunta di cemento bianco rende la malta bianca; colorazioni particolari
Il rigonfiamento dei granuli causa il distacco della malta sovrastante il granulo idratato. sono date da coloranti in polvere o liquidi.
Questo tipo di malta può essere usata esclusivamente per murature poco sollecitate,
RALI
massimo due piani, e per intonaci. F.1. I PERIMET
T
L’impiego di malte isolanti, confezionate con inerti leggeri (argilla espansa, perlite, PARE ALI
vermiculite, pomice, polistirolo espanso, ceneri volanti), consente la riduzione dei ponti VERTIC
La malta idraulica impiega come legante le calci eminentemente idrauliche o termici che si verificano in corrispondenza dei letti di malta.
agglomeranti cementizi. È facilmente lavorabile, è plastica, elastica, ha resistenza Gli inerti utilizzati hanno resistenza molto inferiore a quelli d’uso comune. Il basso
superiore alla malta aerea. La struttura finemente porosa conferisce un certo potere valore del modulo di elasticità di queste malte, sottoposte a carico verticale comporta F.2. URE
isolante. Per contro, in ambienti chimicamente aggressivi sono più adatte le malte la maggiore dilatazione dei giunti orizzontali rispetto alle malte normali. Di conseguenza CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
confezionate con calci idrauliche artificiali pozzolaniche o di loppe d’altoforno. la resistenza della malta isolante risultando inferiore a quella della malta normale,
conferirà al muro valori di resistenza inferiori.
Le malte premiscelate e pronte per l’uso devono essere accompagnate dalla dichia- F.3. IONI
IZ
La malta di gesso ha scarsa resistenza. Più comunemente, al gesso si aggiunge razione del fornitore attestante il gruppo della malta, il tipo e la quantità dei leganti e PART E
N
sabbia. Per la sua elevata sensibilità all’umidità l’uso è limitato agli ambienti interni. degli eventuali additivi. Le modalità per la determinazione della resistenza a compres- INTER
Essendo la presa molto rapida, questa malta è utilizzata per lavori di breve durata, sione delle malte sono riportate nel DM del 13 settembre 1993.
come la murazione di infissi, mensole ecc. Il gesso aggredisce il ferro e lo zinco, per Le malte premiscelate sono fornite in miscela secca, cui deve essere aggiunta in can-
cui le eventuali parti a contatto devono essere protette con minio. Le malte di gesso si tiere l’acqua ed eventualmente la sabbia, secondo le quantità prescritte dal fornitore; F.4. NTI DI E
distinguono in base alla loro destinazione. Per la realizzazione di cornici o stucchi si le malte pronte all’uso sono fornite umide dalla fabbrica. ELEME NICAZION
aggiunge la polvere di marmo e si impiega gesso finemente macinato. Per la realizzazione di murature sono attualmente utilizzate, in particolare nell’Europa COMU ALE
centrale, anche le colle, la cui resistenza a trazione e compressione risulta superiore VERTIC
a quella delle malte.
Le malte cementizie hanno come componenti il cemento, nei diversi tipi, e la sabbia. Le colle, generalmente a base cementizia sono stese in spessori molto sottili e con-
Le elevate resistenze che le caratterizzano sono raggiunte abbastanza rapidamente; sentono una posa molto rapida; per contro richiedono elementi resistenti di notevole F.5. I
D
sono malte impermeabili e durevoli. Adatte agli ambienti umidi e chimicamente aggres- precisione dimensionale. ARRE
sivi, per l’alta percentuale di cemento che contengono sono soggette a forti ritiri con
conseguenti fessurazioni. L’aggiunta di calce idrata, nella misura del 20% circa,
F.6. AZIONI
agisce da plastificante, migliorandone la lavorabilità. M
SISTE E
N
Per le murature armate sono impiegate solo le malte di cemento. In presenza di ESTER
ambienti contenenti solfati, come può accadere in alcuni terreni o nell’atmosfera inqui-
nata, è necessario utilizzare cementi non attaccabili dai solfati.
Le malte cementizie non sono adatte alla realizzazione di murature faccia a vista, TAB. F.1.7./13 CORRISPONDENZA TRA 1 m3 DI MATERIALE E L’UNITÀ DI PESO
poiché i sali solubili presenti nel cemento (in particolare di sodio e potassio) possono
provocare efflorescenze e macchie. Sabbia secca equivale a kg 1250

Sabbia umida equivale a kg 1300


La malta bastarda è costituita da due o più leganti; composta da calce e gesso è
caratterizzata da una rapida presa; l’aggiunta del gesso al cemento, invece, ne rallenta Cemento portland 325/425 equivale a kg 1000–1100
la presa; la malta di calce e cemento ha una buona resistenza meccanica; la presenza
della calce idraulica riduce gli effetti negativi delle malte a base di cemento, cioè il
Cemento portland 525 equivale a kg 900–1050
ritiro, la bassa porosità, la formazione di sali solubili e quindi limita l’insorgenza di efflore-
scenze e migliora la lavorabilità della malta; una composizione di calce idrata, calce
idraulica e cemento è adatta per realizzare intonaci esterni; l’impiego di cemento pozzo- Cemento pozzolanico 325 equivale a kg 900–950
lanico riduce i fenomeni di efflorescenza.
I dosaggi della malta sono molto differenziati, anche in ordine allo stesso impiego. Calce idraulica equivale a kg 900–1000
I diversi dosaggi devono comunque confezionare malte con valori di resistenza già citati.
Le ricette sono espresse secondo diverse unità di misura: parti per volume, unità di Calce idrata equivale a kg 450–500
volume, unità di peso, secchi.
.
F.1.7
La scelta della malta è commisurata generalmente ai valori di resistenza degli Gesso equivale a kg 700
E
elementi, mattoni o blocchi, utilizzati. L’aggiunta di cemento per conferire maggiori MALT

F 23
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
7. MALTE

➦ CLASSIFICAZIONE DELLE MALTE

TAB. F.1.7./14 COMPOSIZIONI DELLE MALTE E LORO IMPIEGO

COMPONENTI GRASSELLO O CALCE IDRATA CALCE GESSO POZZOLANA CEMENTO 325


SABBIA IMPIEGO
TIPO DI MALTA CALCE DOLCE IN POLVERE IDRAULICA (kg) (V) (m3) (kg)
MALTA AEREA 1 (v) 2–3 (v) murature
1 (v) 2 (v) intonaci
100 kg 15 kg murature
9 (v) 1 (v) murature
6 (v) 1 (v) intonaci
5 (v) 1 (v) stabilitura (ultimo strato di intonaco)
4–4,5 (v) 1 m3 murature all’asciutto
1 m3 4,8–5,4(v) murature all’asciutto
4,5–5 (v) 1 m3 intonaci verticali e orizzontali
1 m3 5,4–6(v) intonaci verticali e orizzontali
MALTA DA 1 m3 350–400 murature
CALCE IDRAULICA intonaci rustici e murature
1 m3 450–500
in presenza di acqua
1 m3 500 intonaci civili
MALTA DI GESSO 2,5 (v) 1 murazioni, cornici, stucchi
MALTA DI GESSO intonaci
1 (v) 1 (v) 1
ALLA CALCE
MALTA murature in presenza di acqua
1 m3 400–500
DI CEMENTO e all’asciutto, intonaci verticali
MALTA BASTARDA 0,8–1 (v) 1 m3 200–230 muri di pietrame o mattoni
MAGRA
1 m3 1 (v) 200–230 muri di pietrame o mattoni
0,8–1 (v) 1 m3 1 (v) 150–200 muri di pietrame o mattoni
1 m3 150–200 muri di pietrame o mattoni
MALTA BASTARDA 1,4–1,6 (v) 1 m3 300–330 intonaci verticali
GRASSA 1 m3 1,6–2 (v) 300–330 intonaci verticali
1,4–1,6 (v) 1 m3 280–300 intonaci verticali
1 m3 1,6–2 (v) 280–300 intonaci verticali
1,6–1,8 (v) 1 m3 350–500 intonaci orizzontali
1 m3 2–2,2 (v) 350–500 intonaci orizzontali
1,6–1,8 (v) 1 m3 300–350 intonaci orizzontali
1 m3 2–2,2 (v) 300–350 intonaci orizzontali
MALTA BASTARDA 1 m3 200 200 murature con blocchi a fori orizzontali
murature con blocchi a fori orizzontali
1 m3 200 300
e con caratteristiche altamente portanti
MALTA 0,33 m3 1 m3 1 murature
POZZOLANICA 100–125 kg 1 murature
0,40 m3 1 m3 1 intonaci
1 m3 125–150 kg 1 intonaci
v = parti del volume

RESISTENZA DELLA MURATURA IN ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI


Il valore della resistenza caratteristica a compressione
della muratura fk può essere dedotto dalla resistenza TAB. F.1.7./15 VALORE DELLA fk PER MURATURE IN ELEMENTI ARTIFICIALI PIENI E SEMIPIENI
caratteristica a compressione degli elementi fbk e dalla
classe di appartenenza della malta, a condizione che Resistenza
siano impiegati elementi resistenti pieni e semipieni, caratteristica a TIPO DI MALTA
che i giunti orizzontali e verticali riempiti di malta compressione fbk
abbiano spessore compreso tra 5 mm e 15 mm e siano dell’elemento M1 M2 M3 M4
presenti entrambi. N/mm2 kg/cm2 N/mm2 kg/cm2 N/mm2 kg/cm2 N/mm2 kg/cm2 N/mm2 kg/cm2
La resistenza caratteristica al taglio fvk , è definita come la
resistenza all’effetto combinato delle forze orizzontali e 2.0 20 1.2 12 1.2 12 1.2 12 1.2 12
dei carichi verticali che agiscono sulla muratura. È 3.0 30 2.2 22 2.2 22 2.2 22 2.0 20
ricavabile quindi dalla relazione fvk = fvko + 0,4 σn dove:
fvko = resistenza caratteristica a taglio in assenza di 5.0 50 3.5 35 3.4 34 3.3 33 3.0 30
carichi; 7.5 75 5.0 50 4.5 45 4.1 41 3.5 35
σn = tensione normale media dovuta ai carichi
verticali agenti nella sezione di verifica. 10.0 100 6.2 62 5.3 53 4.7 47 4.1 41
15.0 150 8.2 82 6.7 67 6.0 60 5.1 51
Per le stesse condizioni suddette, il valore di fvko può
essere dedotto dalla resistenza caratteristica a 20.0 200 9.7 97 8.0 80 7.0 70 6.1 61
compressione degli elementi fbk e dalla classe di 30.0 300 12.0 120 10.0 100 8.6 86 7.2 72
appartenenza della malta. (cfr. sez D)
40.0 400 14.3 143 12.0 120 10.4 104 – –

F 24
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
MALTE 7.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
TAB. F.1.7./16 VALORE DI fvko PER MURATURE IN ELEMENTI ARTIFICIALI IN TAB. F.1.7./17 VALORE DI fvko PER MURATURE IN ELEMENTI ARTIFICIALI IN
CALCESTRUZZO PIENI E SEMIPIENI LATERIZIO PIENI E SEMIPIENI

Resistenza Resistenza
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
caratteristica a fvko caratteristica a fvko
compressione fbk TIPO DI MALTA compressione fbk TIPO DI MALTA
dell’elemento dell’elemento
N/mm 2 kg/cm 2 N/mm 2 kg/cm 2 N/mm 2 kg/cm 2 N/mm 2 kg/cm 2 C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
fbk ≤ 3 fbk ≤ 30 M1 M2 M3 M4 0.1 1 fbk ≤ 15 fbk ≤ 150 M1 M2 M3 M4 0.20 2.0 PROF

fbk > 3 fbk > 30 M1 M2 M3 0.20 2.0


M4 0.10 1.0 fbk > 15 fbk > 150 M1 M2 M3 M4 0.30 3.0
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU

GIUNTI E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE

La malta impiegata per la realizzazione dei giunti deve avere un potere di


assorbimento capillare non superiore a quello del mattone; deve quindi avere una
Nell’esecuzione della muratura, a esclusione di murature realizzate con mattoni fatti a
mano che consentono una certa tolleranza, è necessario verificare il corretto F. TERIALI,TECN
ICHE
adeguata percentuale di inerti fini e presentare un aspetto compatto. La granulometria allineamento dei giunti orizzontali e verticali e garantire uno spessore costante. Una MA ONENTI,
COMP
della sabbia dipende dallo spessore s dei giunti. buona esecuzione richiede che lo sfalsamento dei giunti verticali di ricorsi successivi
non sia inferiore a 0,4 h, dove h è l’altezza dell’elemento, e comunque mai inferiori a
TAB. F.1.7./18 SPESSORE DEI GIUNTI IN RELAZIONE ALLA DIMENSIONE DEI 4,5 cm.
GRANULI DI SABBIA Lo spessore ottimale dei giunti di malta è compreso tra 5 e 15 mm. Impiegando malta G.ANISTICA
collante i giunti sono dell’ordine di 1 mm. Nel caso in cui il giunto accolga un’armatura, URB
necessaria nella disposizione a sorelle, cioè con i giunti verticali allineati, lo spessore
SPESSORE DIMENSIONE MASSIMA complessivo del giunto è pari al doppio del diametro dei ferri di armatura interposti.
(mm) DELLA SABBIA (mm) I giunti devono essere conformati in modo da evitare la ritenzione di acqua; sono
realizzati mediante la tecnica della costipazione o del rigiuntaggio e successiva
s<5 2 stuccatura. La costipazione si esegue durante la formazione dei corsi: un ferro
5 < s ≤ 15 3 sagomato viene passato più volte sul giunto in modo da lisciare la malta emergente. RALI
Il rigiuntaggio prevede l’asportazione della malta ancora fresca per una profondità di F.1. I PERIMET
T
s > 15 5 PARE ALI
1,5-2 cm e la successiva stuccatura con malta grassa e sabbia fine, che viene VERTIC
costipata con il ferro sagomato.
SIGILLANTE MATERIALE
RESILIENTE COMPRIMIBILE
(ELASTOMERO) F.2. URE
CHIUS ONTALI
GIUNTI DI CONTROLLO Z
ORIZ

L’asciugatura delle murature, l’assestamento, il ritiro formarsi di fessurazioni. La normativa europea prevede, • nei muri di sottofinestra: da una sola parte, per finestre F.3. IONI
IZ
delle malte e dei calcestruzzi a seguito della presa, i per tutti i materiali da costruzione, la realizzazione di di lunghezza inferiore a 1,75 m, da ambo le parti per PART E
N
fenomeni termici producono nei setti murari variazioni giunti di controllo nei seguenti punti: luci superiori; INTER
dimensionali che richiedono la creazione di giunti di • in corrispondenza di variazioni di altezza e di spessori • nei muri di lunghezza, senza interruzione, superiore
controllo o di dilatazione. Tali giunti eseguiti nella fase di muro; a 5–6 m tenendo conto che i vani porta sono da con-
realizzativa, consentono lo spostamento relativo delle • a contatto con strutture realizzate con materiali di natu- siderare giunti naturali. F.4. NTI DI E
porzioni murarie delimitate dai giunti stessi, evitando il ra diversa; ELEME NICAZION
COMU ALE
FERRO A “Z” VERTIC
1,5 mm

FIG. F.1.7./1 MODALITÀ DI REALIZZAZIONE DEI GIUNTI DI CONTROLLO FIG. F.1.7./2 DISPOSIZIONE E PROFILI DEI GIUNTI F.5. I
D
ARRE

MATTONI A VISTA
F.6. AZIONI
M
SIGILLANTE RESILIENTE SISTE E
N
ESTER
SIGILLANTE MATERIALE
RESILIENTE COMPRIMIBILE
(ELASTOMERO)

a sguincio rasato
GRAFFE DI SOLIDARIZZAZIONE GIUNTI VERTICALI ALTERNATI
DISPOSIZIONE ISODOMA GIUNTI COSTIPATI
tra 5 e 15 mm

FERRO A “Z”
1,5 mm ad angolo rotondo
RIEMPIMENTO CON
MATERIALE COMPRIMIBILE GIUNTI VERTICALI ALLINEATI TECNICA
DISPOSIZIONE A SORELLE DEL RIGIUNTAGGIO
spessore = 2 o armatura E SUCCESSIVA
.
MURATURA A INTERCAPEDINE STUCCATURA
F.1.7
E
MATTONI A VISTA MALT
SIGILLANTE RESILIENTE

F 25

GRAFFE DI SOLIDARIZZAZIONE
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
8. APPARECCHIATURE MURARIE IN ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI

APPARECCHIATURE MURARIE

Alcune murature tradizionali, anche se non contemplate dalla normativa sono ancora impiegate, in particolare nelle zone rurali. La muratura a sacco prevede la realizzazione
di due cortine murarie con funzione di cassaforma, entro cui viene gettato il conglomerato cementizio. L’orizzontamento del piano ogni 7-10 ricorsi, viene realizzato con mattoni
diatoni o con filari passanti di mattoni.

FIG. F.1.8./1 MURATURE A SACCO

CORTINE MURARIE PER UNA MIGLIORE


ESTERNE AMMORSATURA
SI IMPIEGANO MATTONI
TRIANGOLARI

RICORSI
DI MATTONI
MATTONE CON FUNZIONE
DIATONO DI LEGATURA,
CON FUNZIONE CONTRO-
DI LEGATURA, VENTAMENTO
CONTRO- E RIPARTIZIONE
VENTAMENTO DEI CARICHI
E RIPARTIZIONE
DEI CARICHI CONGLOMERATO
CEMENTIZIO CONGLOMERATO
CONGLOMERATO
CEMENTIZIO CEMENTIZIO

MURATURE A SACCO MURATURE A SACCO MURATURE A SACCO


FIG. F.1.8./2 MURATURE MONOSTRATO – DISPOSIZIONI DI MATTONI E BLOCCHI

MURATURA IN CHIAVE A 1 TESTA MURATURA IN FOGLIO A 1 TESTA MURATURA IN CHIAVE A 2 TESTE


12 5,5
25
5,5 12 5,5

PIANTA DEI RICORSI PIANTA DEI RICORSI

PIANTA DEI RICORSI

25

25 12

MURATURA A 2 TESTE (GOTICA) MURATURA A CROCE A 2 TESTE MURATURA A BLOCCO A 2 TESTE


25 25 25
5,5 a 5,5 5,5
c
a
b
a
PIANTA DEI RICORSI PIANTA DEI RICORSI
PIANTA DEI RICORSI
c

a 12

MURATURA A BLOCCO A 3 TESTE (GOTICA) MURATURA A CROCE A 4 TESTE MURATURA A BLOCCO A 5 TESTE
25 25 25 12
5,5 a 5,5
c
a
b
a
PIANTA DEI RICORSI PIANTA DEI RICORSI PIANTA DEI RICORSI

F 26
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
APPARECCHIATURE MURARIE IN ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI 8.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.8./3 MURATURE MONOSTRATO – SOLUZIONI DI INCROCIO E ANGOLO

B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA

C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF

D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU

E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE

F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
INCROCIO A “T” TRA MURI A 1 TESTA ANGOLO TRA MURI A 2 TESTE INCROCIO A 4 VIE TRA MURI A 2 TESTE

G.ANISTICA
URB

RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC

F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ

F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER

F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
INCROCIO A “T” TRA MURI A 2 TESTE ANGOLO TRA MURI A 2 TESTE INCROCIO A 4 VIE TRA MURI A 2 TESTE

F.5. I
D
ARRE

F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER

. RE
INCROCIO A “T” TRA MURI A 2 TESTE ANGOLO TRA MURI A 2 TESTE INCROCIO A 4 VIE TRA MURI A 2 TESTE F.1.8 ECCHIATU ENTI
R M
E MURO A 3 TESTE APPA RIE IN ELE ICIALI
MURA ENTI ARTIF
➥ RESIS
T

F 27
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
8. APPARECCHIATURE MURARIE IN ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI

➦ APPARECCHIATURE MURARIE

➦ FIG. F.1.8./3 MURATURE MONOSTRATO – SOLUZIONI DI INCROCIO E ANGOLO

INCROCIO A “T” TRA MURI A 3 TESTE ANGOLO TRA MURI A 3 TESTE


E MURO A 2 TESTE

INCROCIO A “T” TRA MURI A 3 TESTE ANGOLO TRA MURI A 4 TESTE INCROCIO A 4 VIE TRA MURI A 3 TESTE
E MURO A 1 TESTA

INCROCIO A “T” TRA MURI A 4 TESTE ANGOLO TRA MURI A 4 TESTE INCROCIO A 4 VIE TRA MURI A 4 TESTE
E MURO A 3 TESTE

F 28
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
APPARECCHIATURE MURARIE IN ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI 8.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.8./4 MURATURE MONOSTRATO – PARTICOLARI SOLUZIONI DI INCROCIO E ANGOLO FIG. F.1.8./5 BLOCCHI A SISTEMA

INCROCIO A “T” B.STAZIONI DILEGIZLII


PRE I ED
NISM
ORGA

C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF

D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU

E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE

F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP

G.ANISTICA
URB
ANGOLO

RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC

F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ

F.3. IONI
IZ
ANGOLO PART E
N
INTER

F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC

F.5. I
D
ARRE

F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER

ANGOLO

19

PEZZO
SPECIALE
D’ANGOLO
ANGOLO

. RE
F.1.8 ECCHIATU ENTI
30
12 R M
APPA RIE IN ELE ICIALI
1° RICORSO 2 ° RICORSO
MURA ENTI ARTIF
T
RESIS

F 29
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
8. APPARECCHIATURE MURARIE IN ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI

➦ APPARECCHIATURE MURARIE

FIG. F.1.8./6 PILASTRI IN LATERIZO

Possono essere realizzati con elementi ordinari o pezzi speciali possono essere armati o non armati, a sezione piena o mista. I criteri di progettazione fanno riferimento alla normativa inglese (BS5628).
PILASTRI A SEZIONE PIENA NON ARMATI PILASTRI A SEZIONE MISTA ARMATI
PEZZI SPECIALI
GETTO DI
CALCESTRUZZO
2 x 2 TESTE

3 x 4 TESTE PEZZI SPECIALI

ARMATURA

2 x 3 TESTE EVENTUALE
ARMATURA

PROFILO METALLICO
INSERITO NEL GETTO 30
DI CALCESTRUZZO

5 x 5 TESTE
3 x 3 TESTE

1°RICORSO
RICORSO 2 °RICORSO
RICORSO 1°RICORSO
RICORSO 2 °RICORSO
RICORSO
FIG. F.1.8./7 MURATURE MISTE FIG. F.1.8./8 MURATURE CAVE

MATTONE PIENO UNI


12

BLOCCO
BLOCCO FORATO
FORATO 12

25

15 La discontinuità
discontinuit
della muratura e la
MATTONE presenza delle cavità
cavit
SEMIPIENO contribuiscono
DOPPIO UNI all’isolamento
all isolamento termico

MATTONE PIENO UNI 8 MATTONE PIENO UNI

FIG. F.1.8./9 MURATURE A DOPPIA PARETE

INTERCAPEDINE MATTONI PIENI MATTONI


D’ARIA
ARIA FACCIA A VISTA FORATI
S = 3-5 cm MATTONI PIENI
INTONACO
GRAFFA DI INTONACO
MATTONI SOLIDARIZZAZIONE
FORATI CON RONDELLA
DI PLASTICA
E GOCCIOLATOIO
TAVELLA
COPRICORDOLO
MATTONI
COPRICORDOLO
100 mm

2-4 mm
INTONACO

210 mm
RINZAFFO 100 mm 105-305 mm
DI INTONACO 30-50 mm
Il gocciolatoio evita Graffa di solidarizzazione
il passaggio di condensa; realizzata con una piastra
la rondella può
pu anche di acciaio zincato; ll’avvolgimento
avvolgimento
trattenere strati di isolante forma il gocciolatoio RINZAFFO DI INTONACO

F 30
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
APPARECCHIATURE MURARIE IN ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI 8.

A.ZIONI
NO RALI DI E
< =12 GENE ETTAZION
PROG
È consigliabile aerare l’intercapedine
l intercapedine libera 47 INTONACO
> =4
B.STAZIONI DILEGIZLII
per smaltire ll’eventuale
eventuale condensa. INTERNO
È utile in questo caso, impiegare un profilo 12 30 8 12
4 (1 cm)
di raccolta e allontanamento dell’acqua.
dell acqua. PRE I ED
NISM
INTONACO
ELEMENTI ORGA
DI RINZAFFO 6 INTONACO
A FORI
VERTICALI INTERNO
INTERCAPEDINE (1,5 cm)
C.RCIZIO E
BARRIERA ESE ESSIONAL
PROFILO DI RACCOLTA AL VAPORE
RIVESTIMENTO BARRIERA PROF
E ALLONTANAMENTO MATTONI IN LISTELLI AL VAPORE
DELLA CONDENSA FACCIA STRATO
A VISTA ISOLANTE
STRATO D.GETTAZIONE
47,5
INTONACO ISOLANTE PRO TTURALE
12 30 DI RINZAFFO STRU
4
ELEMENTI
A FORI E.NTROLLO
GIUNTO ORIZZONTALI CO NTALE
VERTICALE AMBIE
APERTO L’intercapedine
intercapedine è parzialmente riempita con materiale
L’intercapedine
intercapedine è totalmente riempita
isolante posto a ridosso della parete interna;
con materiale isolante non idrofilo.
l’isolante
isolante è cos
così protetto da infiltrazioni di acqua dall’esterno.
dall esterno.
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
MATTONI
COMP
COPRI- INTONACO INTONACO
CORDOLO INTONACO INTERNO MATTONI INTERNO
ESTERNO (1,5 cm) FACCIA
INTONACO (1,5 cm)
INTERNO
(2 cm) A VISTA
BARRIERA
G.ANISTICA
(1,5 cm) ELEMENTI
AL VAPORE URB
A FORI
ORIZZONTALI INTERCAPEDINE
D’ARIA
ARIA STRATO
MATTONI
GRAFFA BARRIERA ISOLANTE
FACCIA
A VISTA INCLINATA AL VAPORE
VERSO MATTONI
RALI
L’ESTERNO
ESTERNO STRATO A FORI F.1. I PERIMET
T
ISOLANTE ORIZZONTALI PARE ALI
VERTIC

4
25 12 6 F.2. URE
> =4 CHIUS ONTALI
Z
33 < =12 ORIZ

42 30 39 F.3. IONI
IZ
12 25 12 12 25 8 PART E
N
4 3 3
INTONACO INTER
INTONACO INTONACO INTERNO
INTONACO INTERNO INTONACO (1,5 cm)
INTERNO
ESTERNO
(1,5 cm) ESTERNO (1,5 cm) F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
(2 cm) (2 cm) BARRIERA
STRATO AL VAPORE COMU ALE
GRAFFA MATTONI ISOLANTE BLOCCHI VERTIC
DOPPIO UNI A FORI STRATO
MATTONI VERTICALI ISOLANTE
MATTONI
FACCIA
BARRIERA FORATI F.5. I
INTERCAPEDINE D
A VISTA D’ARIA
ARIA
AL VAPORE ARRE
MATTONI
FORATI
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER

38 37 40
25 8 25 8 25 8
4 3 4
INTONACO
INTERNO INTONACO INTONACO
(1,5 cm) MATTONI INTONACO
INTERNO INTERNO
FACCIA ESTERNO
MATTONI (1,5 cm) (1,5 cm)
A VISTA (2 cm)
FACCIA MATTONI DOPPIO UNI
A VISTA FORATI MATTONI MATTONI
BLOCCHI
DOPPIO UNI FORATI FORATI
STRATO A FORI
ISOLANTE VERTICALI
INTERCAPEDINE BARRIERA
AL VAPORE INTERCAPEDINE
D’ARIA
ARIA
D’ARIA
ARIA

. RE
F.1.8 ECCHIATU ENTI
R M
APPA RIE IN ELE ICIALI
MURA ENTI ARTIF
T
RESIS

F 31
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
8. APPARECCHIATURE MURARIE IN ELEMENTI RESISTENTI ARTIFICIALI

COLLEGAMENTI E RINFORZI NELLE MURATURE

Nella pratica costruttiva, per migliorare le caratteristiche sioni (incroci, angoli, discontinuità), o vengono utilizzati FIG. F.1.8./10 COLLEGAMENTI AGLI INCROCI
statiche dell’apparecchio murario, si impiegano elementi per collegare strati murari separati da intercapedine
metallici come tralicci, graffe, barre di armatura, disposti (cfr. F.1.7.).
in modo opportuno. L’apparecchiatura muraria con disposizione “a sorelle”,
Tali elementi vanno collocati in punti singolari della co- cioè con i giunti coincidenti sulle linee verticali, richiede
struzione soggetti a particolari concentrazioni di ten- un traliccio metallico ogni 2–3 ricorsi.

GRAFFE E ANCORAGGI

Le graffe e gli ancoraggi hanno la funzione di garantire Sono distribuiti omogeneamente nella muratura in quan-
la solidarizzazione tra le murature negli innesti e negli tità e spaziatura che variano in ragione dei carichi e dello
incroci; nelle murature a doppia parete collegano tra spessore degli strati costituenti la parete.
loro gli strati murari. Per le murature doppie la norma DIN 1053 prevede
Sono realizzati in metallo inossidabile. L’eventuale incli- cinque ancoraggi per mq di parete integrati da tre anco-
nazione della graffa va rivolta verso l’esterno per evitare raggi per metro di bordo sui lati liberi (angoli, aperture,
il passaggio di umidità all’interno. giunti di dilatazione, bordi superiori esterni) (cfr. F.1.7.).
Gli elementi sono collocati nei letti di malta e penetrano
nelle murature per almeno 50 mm.

FIG. F.1.8./11 GRAFFE, STAFFE, TRALICCI, ARMATURE DI RINFORZO

GRAFFA ADATTABILE ANCORAGGIO RONDELLA


PER PARETI CON LETTI A FARFALLA GOCCIOLATOIO
DI MALTA A QUOTE DIVERSE

150 ÷200
200 mm 100
GOCCIOLATOIO

75 ÷100
100 100
36

PROSPETTO
GOCCIOLATOIO
La tradizionale piegatura che forma il gocciolatoio indebolisce DISPOSIZIONE
la staffa. È preferibile utilizzare ferri diritti e affidare la funzione ISODOMA
PROSPETTO PROSPETTO di gocciolatoio a una rondella in plastica.

ANCORAGGIO
GRAFFA INCLINATA A DOPPIO TRIANGOLO

150 ÷200
200 mm
STAFFA A “Z” DISPOSIZIONE
A SORELLE,
65 CON TRALICCI
METALLICI
50 OGNI 2-3 RICORSI
GOCCIOLATOIO
5
STAFFA RETTANGOLARE STAFFE ADATTABILI
22

PROSPETTO PROSPETTO

Le barre di armatura possono essere collocate laddove si verifica una concentrazione di tensioni (al di sopra di vani aperti, nella contiguità
contiguit di masse murarie di dimensioni diverse),
ovvero dove si ritiene necessario creare solidarizzazioni tra pareti di tamponamento, parapetti o altro con la struttura portante.
ARMATURA ARMATURA ARMATURA

ARMATURA DI RINFORZO IN UNA MURATURA


POGGIANTE SU TRAVE ELASTICA, PER EVITARE
ARMATURE DI RINFORZO AL DI SOPRA DEI VANI LE FESSURAZIONI ARMATURA LOCALIZZATA IN CORRISPONDENZA
DI MASSE MURARIE DI DIVERSE DIMENSIONI

F 32
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
ALLOGGIAMENTO DI IMPIANTI 9.

ALLOGGIAMENTO DI IMPIANTI A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
Negli edifici in muratura, l’alloggiamento di frutti o il passaggio di impianti richiede la resistente, caratterizzata, generalmente, da uno spessore consistente. Le tracce
realizzazione di incavi chiamati tasche, se eseguiti nella fase di costruzione della verticali che non si estendono per più di 1/3 dell’altezza di interpiano, considerata al
di sopra del livello del solaio e realizzate in spessori murari ≥ 240 mm, possono avere
B.STAZIONI DILEGIZLII
muratura, tracce, se eseguiti nella muratura costruita. Tali incavi implicano una
diminuzione della capacità portante della muratura. A esclusione delle murature a altezza ≤ 80 mm e larghezza ≤ 120 mm. La distanza minima delle tracce dalle
PRE I ED
doppio strato, dove sono ammessi spessori relativamente sottili dei due strati portanti, aperture è di 115 mm; quella delle tasche è il doppio della larghezza delle tasche NISM
nelle murature monostrato con caratteristiche strutturali lo spessore della porzione stesse. La larghezza totale di tasche o tracce per muri di lunghezza di 2 m deve ORGA
muraria interessata da tasche o tracce non deve essere < 20 cm. Le tasche e le essere ≤ 260 mm; per muri di lunghezza inferiore la larghezza degli incavi deve essere
tracce sono pertanto sconsigliate nelle murature portanti realizzate con blocchi forati ridotta proporzionalmente. La distanza minima tra ogni traccia o tasca è di 260 mm.
con φ > 45%, in particolare se monostrato. L’Eurocodice sulle murature (EC6) ne vieta Le tracce orizzontali e inclinate sono sconsigliate e sono vietate nelle murature costi- C.RCIZIO E
la realizzazione in elementi forati se la porzione di sezione ridotta è > del 20% o se lo tuite da elementi resistenti a fori orizzontali. Nella necessità di realizzarle devono ESE ESSIONAL
spessore degli incavi è maggiore dello spessore della parete esterna dell’elemento essere posizionate entro 1/8 dell’altezza di interpiano sopra e sotto il livello di solaio. PROF
TAB. F.1.9./1 DIMENSIONI DI TASCHE E TRACCE VERTICALI PERMESSE SENZA TAB. F.1.9./2 DIMENSIONI DI TASCHE E TRACCE ORIZZONTALI E INCLINATE
CALCOLO NEGLI EDIFICI IN MURATURA PERMESSE SENZA CALCOLO NEGLI EDIFICI IN MURATURA D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
TRACCE TASCHE STRU
SPESSORE SPESSORE MASSIMA PROFONDITÀ
Minimo (mm)
DEL MURO Massima Massima Massima DEL MURO
E.NTROLLO
spessore
(mm) profondità larghezza larghezza (mm)
rimanente del
(mm) (mm) (mm) Lunghezza illimitata Lunghezza ≤ 1250 mm CO NTALE
muro (mm)
AMBIE
≤ 115 10 100 non permesso non permesso ≤ 115 non permesso non permesso
175 30 100 260 115 175 non permesso 25
F. TERIALI,TECN
ICHE
240 30 100 260 115 240 15 25 MA ONENTI,
COMP
300 30 100 260 175 300 20 30
365 30 100 260 240 365 20 30

FIG. F.1.9./1 POSIZIONAMENTO E PROTEZIONE DI CANALIZZAZIONI, CANNE FUMARIE, TUBI E CONDOTTE FIG. F.1.9./2 MODALITÀ DI ISOLAMENTO DEI TUBI G.ANISTICA
URB
Posizionamento corretto di canalizzazioni Matton
attoni predispost
predispostii per lo spacco
verticali e canne fumarie. Lo spessore murario attii al passaggio di canalizzazioni
att
non viene ridotto e si evita la foratura verticali e orizzontali
del cordolo a livello dei solai.

MATTONE CON
RALI
FORO PASSANTE F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC

F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ

F.3. IONI
IZ
PART E
N
I giunti degli strati Da usare su tubi che lavorano ISOLAMENTO DI UN CONDOTTO INTER
devono essere sfalsati in ambienti con temperatura DI AERAZIONE
COPPELLA al di sopra del punto di rugiada
IN MATERIALE MATERIALE F.4. NTI DI E
ISOLANTE COPPELLA ISOLANTE ELEME NICAZION
TAGLIATA COMU ALE
TUBO
VERTIC

F.5. I
D
ARRE
Rivestimenti
permeabili per i tubi caldi, SUPPORTO
MANICOTTO ELASTICO
impermeabili per i tubi freddi APPESO
INTERROTTO F.6. AZIONI
M
AL SOLAIO SISTE E
NELL’INTERCAPEDINE
NELL INTERCAPEDINE N
NASTRO DI BARRIERA AL VAPORE ESTER
CON GIUNTI SFALSATI
INTONACO
BARRIERA AL VAPORE
BULLONCINO
SUPPORTO
DI SERRAGGIO

TUBO
La protezione deve ISOLAMENTO ACUSTICO
evitare sollecitazioni DELLE TUBATURE
alla barriera al vapore Murature monostrato e a intercapedine
RIVESTIMENTO GIUNTO ELASTICO
DI PROTEZIONE
DOPPIA ISOLAMENTO FLESSIBILE COPPELLA
COPPELLA MATERIALE IN MATERIALE
. RE
COMPRIMIBILE ELASTICO F.1.8 ECCHIATU EMENTI
R L
APPA TURE IN E ICIALI
MURA ENTI ARTIF
T
TASSELLO RESIS
ELASTICO
. O
DI FISSAGGIO F.1.9 GIAMENT
G
ALLO IANTI
P
DI IM

F 33
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
10. ARCHI E PIATTABANDE

ARCHI

L’apertura di vani nelle murature portanti non deve compromettere la stabilità del muro TAB. F.1.10./1 VALORI MINIMI PER ARCHI IN MURATURE A DOPPIA PARETE
(cfr. sezione D). Con spessori del giunto di malta all’intradosso compresi in 5-7 mm e (sottoposti principalmente al peso proprio; h massima dei piedritti 3 m)
all’estradosso in 10-20 mm, si realizzano archi di raggio = 1,20 m; per raggi maggiori
possono essere impiegati listelli di laterizio nei giunti. L D B T L D B T L D B T
90 9 40 40 120 9 60 40 120 19 60 40
180 19 60 60 240 19 60 60
FIG. F.1.10./1 TIPI E NOMENCLATURE DEGLI ARCHI 270 29 90 60
390 39 120 60
CONCIO DI CHIAVE
CONCIO A TUTTO SESTO ACUTO RIBASSATO
SO GIUNTO D D
S
DO D
RA NI
T SO RE
S S LE
DO A L
E

A
TR NO
PIA
IN

PIA SPESSORE
NO B L T B L T B L T
AL 60°
60
LE
RE
NI
PIANO D’IMPOSTA
D IMPOSTA
PIEDRITTI
LUCE O CORDA La dimensione di B può essere ridotta di 1/3 nel caso di un risvolto d’angolo di almeno 40 cm.
La dimensione di T deve essere verificata con il calcolo quando si è in presenza di carichi elevati
(misure in cm).

R1
R1 R1 R1 R2
C1

C1 F1 F2
C1

A TUTTO SESTO A SESTO RIBASSATO A SESTO RIALZATO A SESTO ELLITTICO


O A PIENO CENTRO O A SESTO SCEMO O BIZANTINO

R1 R1
R1 R1
R1

C1 C1 C2

C1 C2

A SESTO PARABOLICO A SESTO ECCEDENTE TONDO A SESTO ECCEDENTE A SESTO ACUTO


O A FERRO DI CAVALLO ACUTO LANCEOLATO

R2 R2 R2
R1 R1
R1 R1
C3 C4 C3
R1 R1
R1 R1

C1 C2 C1 C2 C1 C2 C1 C2

A SESTO ACUTO A SESTO ACUTO TRILOBATO TRILOBATO


SEMPLICE RIBASSATO CON LOBO ACUTO

C2 C3 C3 C4
R2
R1 R1 R2 R2
C2
R1 R1
R1 R1 R1 R1
R1 R1
C1 C2
C1 C1 C1 C2 C1
R2 R2

C3 C4
TUDOR TUDOR TUDOR A SESTO INFLESSO RAMPANTE
FIAMMEGGIANTE (POLICENTRICO) O A FIAMMA

F 34
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
ARCHI E PIATTABANDE 10.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.10./2 APPARECCHIO COSTRUTTIVO DEGLI ARCHI

CONCIO DI CHIAVE
CONCI DI LATERIZIO
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA

C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
CONCIO PROF
DI CHIAVE
CONCI IN PIETRA
DI PIETRA
PULVINI IN PIETRA
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU

ARCO IN PIETRA ELEMENTI ARCO RIBASSATO


S DI LATERIZIO E.NTROLLO
CO NTALE
10 < = S < = 20 mm AMBIE
5 < = s < = 7 mm
GIUNTO DI MALTA ARCO MISTO IN PIETRA DA TAGLIO F. TERIALI,TECN
ICHE
s
E MURATURA MA ONENTI,
COMP

G.ANISTICA
PULVINO URB
IN PIETRA
ISPESSIMENTO
DELLA MURATURA
ALLE RENI
ARCHI A DUE TESTE SPICCATI
RALI
DA UN PULVINO IN PIETRA F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC
ARCHI D’ALTEZZA
D ALTEZZA DI DUE TESTE ARCO A DOPPIA CURVATURA
E SPESSORE DI QUATTRO TESTE
ARMATURA DEL MURO
F.2. URE
B CHIUS ONTALI
Z
ORIZ

F.3. IONI
IZ
PART E
IMPOSTA N
INTER
DEL TERZO
ANELLO
B SEZIONE BB
IMPOSTA DEL F.4. NTI DI E
SECONDO ANELLO ELEME NICAZION
COMU ALE
IMPOSTA DEL VERTIC
PRIMO ANELLO
A A
F.5. I
D
ARCO RASTREMATO ARCO A TRE TESTE ARCO A QUATTRO ANELLI ARRE
DI CUI DUE ARMATI

APPARECCHIO A DUE TESTE IN L’APPARECCHIATURA


APPARECCHIATURA CONCENTRICA
ARCO ARMATO F.6. AZIONI
M
CORRISPONDENZA DELLE RENI EVITA COMENTI TROPPO SPESSI DI MALTA
SEZIONE AA resiste SISTE E
N
a sollecitazioni ESTER
eccentriche

38
C
A 27,5
8 B
3,8

25 A
55
38
27,5
31
75
15
106
B
A 12 28,5

C
E
0. BAND
APERTURA CIRCOLARE STROMBATA A 30
30° ESTERNAMENTE MATTONI TAGLIATI APERTURA AD ARCO CON STROMBATURA ESTERNA A DENTI F.1.1 E PIATTA
H I
ARC

F 35
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
10. ARCHI E PIATTABANDE

➦ ARCHI

➦ FIG. F.1.10./2 APPARECCHIO COSTRUTTIVO DEGLI ARCHI

f
f = 1/6 ÷1/10
1/10 L
L
SEMIARCO PER APERTURE DI LUCE MODEST
MODESTA
SEZIONI
SEZIONE

PIANTE
IPOGRAFIA
ARCHI DI ALTEZZA DI TRE TESTE
ARCO RIBASSATO CON ESTRADOSSO PIATTO E DIVERSO SPESSORE SEMIARCO CON SGUINCIO A BOTTE: PROSPETTO, IPOGRAFIA E SEZIONE

PIATTABANDA

La piattabanda è un arco il cui intradosso è costituito da una linea retta. È una FIG. F.1.10./4 APPARECCHIO COSTRUTTIVO DELLA PIATTABANDA
soluzione costruttiva adatta a luci modeste (1,5 m) ed è comunemente impiegata per
vani porta e finestra. L’arco di sordino o di scarico è una soluzione costruttiva che PIATTABANDA ALLA ROMANA: I GIUNTI CONCORRONO IN UN SOLO PUNTO
consente di aumentare la luce della piattabanda riducendo i carichi da essa sostenuti;
l’arco di sordino è collocato al di sopra della piattabanda che, in questo caso, sostiene
solo il peso proprio e quello della muratura tra essi compresa.

FIG. F.1.10./3 RIFERIMENTI GEOMETRICI PER LA PREDISPOSIZIONE DEI


CONCI DELLE PIATTABANDE

PIANO DI IMPOSTA PIANO DI IMPOSTA PIANO DI IMPOSTA


A 2 TESTE A 4 TESTE

PIATTABANDA ALLA FRANCESE: I GIUNTI NON CONCORRONO IN UN PUNTO

A 2 TESTE
R=L

PIEDRITTI PIEDRITTI
A 4 TESTE
APPARECCHIATURA MISTA CON SAETTONI
L R = 1,5 x L IN ELEMENTI LATERIZI E RIEMPITIVO
IN PIETRAME E CALCESTRUZZO
R=2xL
ARCO DI SORDINO

TAB. F.1.10./2 LUCE MASSIMA L IN FUNZIONE DELLO SPESSORE D (in cm)

D L
24 80
365 120

TAB. F.1.10./3 VALORI MINIMI PER PIATTABANDE IN MURATURE


A DOPPIA PARETE (sottoposte principalmente al peso proprio e
altezza massima dei piedritti 3 m)
ARCO CON PIATTABANDA APPESA (per luci notevoli)
ARCO PORTANTE
L D B T IN MATTONI
TIRANTI
120 9 60 40
D
240 19 60 60
360 29 90 60
PIATTABANDA
B L T
La dimensione di B può essere ridotta di 1/3 nel caso di un risvolto
d’angolo di almeno 40 cm.
In presenza di carichi elevati la dimensione di T deve essere ve- FERRI DI SOSTEGNO
rificata con il calcolo (misure in cm). DELLA PIATTABANDA

F 36
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
ARCHI E PIATTABANDE 10.

CENTINATURE A.ZIONI
NO RALI DI E
CENTINE AD ASSETTO VARIABILE GENE ETTAZION
La realizzazione degli archi in mattoni richiede la predi- spessore e dalla morfologia della curva da realizzare. PROG
sposizione delle centine, ovvero di armature provvisorie, Le centine hanno generalmente sostegni propri, i ritti; Sono basate sulla adattabilità della struttura alla curva
in genere in legname impostate fra i piedritti, atte a
sostenere i mattoni sino alla presa della malta, cioè sino
più raramente sono sostenute dai piedritti su cui è impo-
stato l’arco, che risulta così arretrato rispetto al filo dei
dell’arco da realizzare. Sono utilizzate per la costruzione
di archi e volte in muratura, pietra, calcestruzzo armato.
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
a quando l’arco è in grado di resistere autonomamente piedritti stessi. Dopo la presa, l’arco deve essere disar- Il sistema statico resistente è costituito da un traliccio
alle sollecitazioni di carico previste. mato gradualmente, agendo su appropriati meccanismi strutturale e la configurazione necessaria è realizzata
La configurazione delle centine dipende dalla luce, dallo di disarmo: cunei di legno, sacchi di sabbia, martinetti. mediante il serraggio degli elementi.
C.RCIZIO E
FIG. F.1.10./5 CENTINE FORMATE DA ASSI E TAVOLE (adatte a luci ridotte, sino a 2 m) ESE ESSIONAL
PROF
ASSE PER VERIFICARE
LA DISPOSIZIONE RADIALE DEI GIUNTI
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
MANTO

E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE

F. TERIALI,TECN
ICHE
TAVOLA MA ONENTI,
COMP
ASSE

G.ANISTICA
URB
RITTO

FIG. F.1.10./6 CENTINE FORMATE DA ASSI DI LEGNO INCASTRATE CON SCHEMA TRIANGOLARE O A RAGGERA (adatte a luci considerevoli, sino a 3,50 m)

RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
STRATI SOVRAPPOSTI VERTIC
DI TAVOLE
CON GIUNTI SFALSATI
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ

APPOGGIO F.3. IONI


IZ
AI PIEDRITTI RITTO PART E
N
INTER

F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC

F.5. I
D
APPOGGIO ARRE
AI PIEDRITTI
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
FIG. F.1.10./7 MECCANISMI DI DISARMO FIG. F.1.10./8 CENTINA AD ASSETTO VARIABILE ESTER

I cunei di legno vanno


tolti prima del martinetto
RITTO

RITTO RITTO

CUNEI CUNEI
DI LEGNO DI LEGNO
TAVOLA
DI LEGNO

MARTINETTO A VITE
consente un disarmo
E
BAND
SACCO DI SABBIA graduale dopo aver 0.
facilmente riducibile eliminato i cunei F.1.1 E PIATTA
H I
ARC

F 37
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
11. ARCHITRAVI

ARCHITRAVI DI MATTONI

FIG. F.1.11./1 ARCHITRAVI DI MATTONI A VISTA REALIZZATI CON L’IMPIEGO DI ELEMENTI DI ACCIAIO

STAFFE MATTONI FORATI


Le armature possono passare DI ACCIAIO
in fori praticati nei mattoni OGNI 3 GIUNTI TONDINI
ed essere integrate in un getto di malta; DI ACCIAIO
in questo caso i fori devono
essere sufficientemente ampi. FORI
TONDINI
RIEMPITI
DI ACCIAIO
I MATTONI CON MALTA
ANCORATI
SONO POGGIATI AI PIEDRITTI
ALLA BARRA ARCHITRAVE
RISULTANDO PROFILI DI ACCIAIO
MATTONI 20-25 cm
A FILO CON PIEDRITTI SPECIALE ADATTI
DI COLTELLO
I PIEDRITTI PER LE MURATURE
A FILO CON
I PIEDRITTI ELEMENTO INTERO A INTERCAPEDINE
BARRA DI ACCIAIO
ANCORATA
AI PIEDRITTI BARRA
GRAFFE DI SOLIDARIZZAZIONE
ARCHITRAVE TRA MATTONI E GETTO DI ARMATURA
DI CALCESTRUZZO DI CALCESTRUZZO DA INSERIRE DELL’ARCHITRAVE
DELL ARCHITRAVE
ARMATO POGGIATO TRA I MATTONI PRIMA IN CALCESTRUZZO
SULLA ZONA DI ESEGUIRE IL GETTO
RETROSTANTE
DEI PIEDRITTI

PROFILO A “L”
PER LUCI
NOTEVOLI

PROFILO METALLICO I MATTONI


CON FUNZIONE CASSAFORMA RISULTANO
DI SOSTEGNO PER IL GETTO A FILO CON
DEI MATTONI DI CALCESTRUZZO I PIEDRITTI

FIG. F.1.11./2 ARCHITRAVI DI MATTONI NON A VISTA

Possono essere realizzati con diverse modalità, impiegando elementi speciali prefabbricati o blocchi ordinari; tra i primi sono impiegati elementi atti ad accogliere l’armatura o i
blocchi cassero, i quali costituiscono la cassaforma per un getto di calcestruzzo armato. I blocchi ordinari possono essere opportunamente preparati a pie’ d’opera, eliminando
parzialmente i setti interni, in modo da accogliere il getto di calcestruzzo e l’armatura.

BLOCCO CASSERO
BLOCCHI CASSERO 25 x 25 x 50 cm

25-30 x 19,5 x 50 cm GETTO DI


CALCESTRUZZO

ARCHITRAVE
CON UN BLOCCO
SPACCATO
E GETTO
INTEGRATIVO
DI CALCESTRUZZO
ARMATO

SOPRAFINESTRA SOPRAFINESTRA SOPRAFINESTRA CON


SENZA CASSONETTO SENZA CASSONETTO VELETTA E CASSONETTO

GETTO DI GETTO DI
CALCESTRUZZO CALCESTRUZZO

CON BLOCCHI ARMATI CON BLOCCHI CASSERO

F 38
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
ARCHITRAVI 11.

ARCHITRAVI DI CEMENTO ARMATO A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
Adatti a luci notevoli possono essere prefabbricati o realizzati in opera mediante opportune casseformi.

B.STAZIONI DILEGIZLII
FIG. F.1.11./3 ARCHITRAVI DI CEMENTO ARMATO

RIVESTIMENTO PRE I ED
NISM
IN CORTINA DI LATERIZIO ORGA

C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF

D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
20 cm

ARCHITRAVE DI CEMENTO ARMATO ARCHITRAVE DI CEMENTO ARMATO ARCHITRAVE DI CEMENTO ARMATO


20 cm

FACCIA A VISTA CON VELETTA RIVESTITO E.NTROLLO


CO NTALE
AMBIE
FIG. F.1.11./4 MARIO BOTTA, EDIFICIO PER UFFICI FIG. F.1.11./5 GINO VALLE, COMPLESSO
A LUGANO (1981-85). Vista prospettica RESIDENZIALE ALLA GIUDECCA,
con architravi scalettati VENEZIA (1980-85). Dettaglio dell’archi- F. TERIALI,TECN
ICHE
trave prefabbricato in cemento armato MA ONENTI,
COMP

G.ANISTICA

13
252
URB

56
104
187
RALI
F.1. I PERIMET
T
41,5 104 41,5
PARE ALI
ARCHITRAVE DI CEMENTO ARMATO VERTIC
RIVESTITO
F.2. URE
CHIUS ONTALI
ARCHITRAVI DI ACCIAIO Z
ORIZ

FIG. F.1.11./6b ARCHITRAVI DI ACCIAIO – ALDO ROSSI, NUOVO EDIFICIO PER UFFICI “CASA AURORA”
FIG. F.1.11./6a ARCHITRAVI DI ACCIAIO TORINO (1983-87). Dettagli costruttivi dell’architrave di acciaio F.3. IONI
IZ
PART E
N
Architravi di acciaio realizzati con profili a doppio T, adatti per luci 1600 INTER
notevoli. Per spessori elevati di muratura le travi sono rese solidali B C
tra loro mediante manicotti, chiavarde, staffe.
I profili di acciaio possono anche costituire la cassaforma a per-
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
dere per un eventuale getto di calcestruzzo.
COMU ALE
VERTIC
A
1420
F.5. I
D
ARRE

ELEMENTI INTERI
F.6. AZIONI
M
A SISTE E
N
ESTER
20 cm

RETE PORTAINTONACO B C
TRA LE ALI INFERIORI PIANTA

ARCHITRAVE DI ACCIAIO
ANCORATO ALLA STRUTTURA
ARCHITRAVE DI SEZIONE C-C
ACCIAIO INTEGRATO
DA UN GETTO
DI CALCESTRUZZO
850

400

FLANGIA DI
ANCORAGGIO

1.
F.1.1 RAVI
IT
SEZIONE B-B SEZIONE A-A
ARCH

F 39
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
12. MURATURA ARMATA

CARATTERISTICHE E TIPI

La muratura armata è costituita da elementi resistenti, FIG. F.1.12./1 BLOCCHI PER MURATURE ARMATE
con caratteristiche tipologiche definite dal DM 20
novembre 1987 con alloggiamento predisposto per
contenere una armatura diffusa verticale, integrata, in
fase di realizzazione, da un’armatura orizzontale dispo-
sta lungo i letti di malta o in apposita sede. L’armatura
conferisce al setto murario la continuità e la capacità
di resistere a trazione. Il collegamento tra gli elementi
resistenti deve avvenire esclusivamente con malta di
classe M1, M2, M3.
L’argomento è oggetto di aggiornamento e revisione attra-
verso gli Eurocodici EC 6 “Progettazioni di strutture in mu-
ratura” e EC 8 “Progettazioni di strutture in zona sismica”.
Da un punto di vista strutturale gli edifici in muratura 13,7 x 28,6 x 20 cm 13,7 x 48,6 x 20 cm 20 x 28,6 x 30 cm 6,5 x 12,5 x 25 cm
armata devono comportarsi come strutture tridimensio-
nali in cui tutti gli elementi, pareti e solai, contribuiscono
globalmente a resistere alle azioni esterne.
Le barre di armatura devono essere del tipo ad aderenza
migliorata e adeguatamente protette dalla corrosione.
La distanza minima della armatura dalla superficie
esterna non dovrà essere inferiore a 5 cm.
Gli elementi resistenti hanno configurazione tale da acco- BLOCCO BASE M+1/2M M+1/4M
gliere l’armatura e il getto; sono utilizzati anche ordinari
mattoni pieni o a fori orizzontali.
Per realizzare architravi ed elementi di sottofinestra si
utilizzano blocchi speciali atti ad accogliere le armature
che saranno ammorsate con le pareti adiacenti.
Le armature verticali sono poste a interasse di 4-5 m.
Le barre hanno sezione > 4 cm2 .
Le armature orizzontali, con barre di diametro > 4 mm, 1/4M 1/2M BLOCCO A “T”
sono collocate nei ricorsi murari e devono avere inte-
rasse < 600 mm; quelle che costituiscono incatena-
mento avranno interasse < 4 m.
La percentuale di armatura verticale e orizzontale, riferite
alla sezione trasversale deve essere > 0,05%.

Le murature armate sono di tre tipi:


• la muratura a intercapedine armata; ELEMENTO BASE E PEZZI SPECIALI ARCHITRAVE
• la muratura ad armatura diffusa;
• la muratura ad armatura concentrata.

La differenza tra i diversi tipi riguarda non solo i proce- BLOCCHI CON APPOSITA
dimenti realizzativi, ma le modalità con le quali gli ele- SEDE PER L’ARMATURA
L ARMATURA
menti costruttivi che compongono la muratura armata ORIZZONTALE
reagiscono alle sollecitazioni esterne.

MURATURA A INTERCAPEDINE ARMATA

Il setto murario si configura come cassaforma a perdere Sono impiegati mattoni pieni o semipieni, con una percen- Il riempimento dell’intercapedine può avvenire in con-
per un getto di calcestruzzo armato particolarmente fluido. tuale di foratura del 25%, disposti a una testa. temporanea con la costruzione dei setti, oppure ogni
Alcuni elementi di rinforzo come staffe e tralicci, attuano la Il calcestruzzo deve essere gettato in fasi intervallate da 30-40 cm di costruzione dei setti stessi o per altezze
collaborazione tra i vari strati di cui è costituito il setto e vibrature dell’impasto e deve attuare il collegamento tra gli maggiori. In quest’ultimo caso la presenza delle staffe
collaborano alla stabilità della armatura durante il getto. elementi portanti del solaio e l’armatura dei setti verticali. assicura stabilità alle pareti prima del getto.

FIG. F.1.12./2 APPARECCHIATURE MURARIE


BARRE DI ARMATURA ORIZZONTALE BARRE
VERTICALI
Ill getto di calcestruzzo fluido BARRE
garantisce l’aderenza
l aderenza tra VERTICALI
armature verticali e murature STAFFA DI COLLEGAMENTO
E DI POSIZIONAMENTO
DELL’ARMATURA
DELL ARMATURA
BARRE
DI ARMATURA
VERTICALE
MATTONI
PIENI

MATTONI
PIENI

ELEMENTI
A FORI
VERTICALI ANCORAGGI
BARRE BARRE
ORIZZONTALI ORIZZONTALI

F 40
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
MURATURA ARMATA 12.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.12./3 POSIZIONAMENTO DELL’ARMATURA E DELLE STAFFE DI COLLEGAMENTO TRA I SETTI

Le barre verticali si devono sovrapporre


per una lunghezza da 30 a 60 volte il diametro B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
STAFFA NISM
ORGA
BARRA
BARRA BARRA VERTICALE
VERTICALE ORIZZONTALE C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF

D.GETTAZIONE
ARMATURA CON DUE BARRE
VERTICALI E DUE ORIZZONTALI
STAFFA PRO TTURALE
STRU
BARRA
ORIZZONTALE
STAFFE
BARRA
VERTICALE
BARRA
ORIZZONTALE
E.NTROLLO
BARRA BARRA CO NTALE
2d d ORIZZONTALE VERTICALE AMBIE

F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
SEZIONI VERTICALI SEZIONE ORIZZONTALE COMP

G.ANISTICA
URB

RALI
F.1. I PERIMET
T
SPEZZONI PIEGATI PARE ALI
ALTERNATI A DESTRA VERTIC
l = 30d E A SINISTRA

F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
l = 30d ORIZ

F.3. IONI
IZ
BARRE DIRITTE BARRE PIEGATE PART E
N
E SPEZZONI PIEGATI INTER

F.4. NTI DI E
Negli
egli angoli alle barre diritte si aggiungono Negli
egli innesti a “T” gli spezzoni piegati si sovrappongono ELEME NICAZION
spezzoni piegati, oppure si piegano le barre alle barre diritte per 30 volte il diametro COMU ALE
VERTIC
SEZIONI ORIZZONTALI

F.5. I
D
ARRE

I ferri di ancoraggio
e di taglio provenienti F.6. AZIONI
M
dal solaio si devono STAFFA DI STAFFE DI SISTE E
N
sovrapporre ai ferri COLLEGAMENTO COLLEGAMENTO ESTER
della muratura
ARMATURA DI TAGLIO
E ANCORAGGIO

FERRO DI
FERRI DI GIUNTI CONTINUIT
CONTINUITÀ
CONTINUITÀ
CONTINUIT DEL GETTO
RIPIEGATI

NODO TRA MURATURA PERIMETRALE NODO TRA MURATURA INTERNA NODO TRA MURATURA INTERNA
E SOLAIO E SOLAI TESSUTI NELLA STESSA DIREZIONE E SOLAI TESSUTI IN DIREZIONI DIVERSE

SEZIONI VERTICALI 2. ATA


F.1.1TURA ARM
MURA

F 41
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
12. MURATURA ARMATA

MURATURA AD ARMATURA DIFFUSA

FIG. F.1.12./4 APPARECCHIATURE MURARIE E DISPOSIZIONE DELLE ARMATURE

L’armatura verticale è costituita da barre; quella 15 INNESTO AD ANGOLO


orizzontale da barre o da tralicci.
Possono essere impiegati elementi resistenti di
BARRE STAFFA DI
diverso tipo:
VERTICALI COLLEGAMENTO
• gli elementi speciali presentano la cavità per il
TRA LE MURATURE
passaggio dell’armatura verticale e devono E IL RIVESTIMENTO
consentire lo sfalsamento dei giunti tra corsi TRALICCI
successivi;
• con i blocchi a “T” la giustapposizione degli GIUNZIONE E PIEGATURA
elementi conforma la cavità verticale; DI TRALICCIO
• i mattoni pieni ordinari vengono disposti a Quetta.

PIEGATURA
DEI FERRI
ORIZZONTALI
GETTO DI MALTA
Le armature orizzontali
ARMATURA sono posizionate ogni 2 ricorsi
VERTICALE ARMATURA
ORIZZONTALE
RIPIEGATA

ARMATURA
ORIZZONTALE

PIANTA DEI RICORSI

MURATURA A 4 VIE
MURATURA A 3 VIE
BLOCCO A “T”
MATTONI ORDINARI

PIANTA DEI RICORSI


PIANTA DEI RICORSI

DISPOSIZIONE A QUETTA

FIG. F.1.12./5 MURATURA MONTATA A SECCO

Muratura realizzata con mattoni modulari la cui particolare configurazione consente l’assemblaggio mediante una serie di perni-guida in plastica. La muratura viene montata a
secco per un’altezza di 2-3 m; posizionate le armature orizzontali e successivamente quelle verticali, viene colata una malta fluida nei fori verticali che defluirà anche nei canali
orizzontali dell’elemento.

VANO PER IL GETTO

Gli spinotti in plastica


facilitano il posizionamento

F 42
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
MURATURA ARMATA 12.

MURATURA AD ARMATURA CONCENTRATA A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.12./6 APPARECCHIATURE MURARIE E DISPOSIZIONE DELLE ARMATURE

L’armatura è collocata in travetti e pilastrini inseriti nello


spessore murario. La funzione portante è affidata essen-
PEZZO SPECIALE A FORI VERTICALI
PER IL PILASTRO D’ANGOLO,
D ANGOLO, CHE NON
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
zialmente allo scheletro in calcestruzzo armato, a cui LASCIA FORI APERTI VERSO L’ESTERNO
L ESTERNO NISM
sono opportunamente collegati i setti murari che comun- ORGA
que collaborano, anche se con funzione secondaria,

C.RCIZIO
alla stabilità dell’insieme.
Per il passaggio delle armature verticali, oltre gli elementi E
con specifica geometria, sono utilizzabili anche i blocchi ESE ESSIONAL
a fori verticali. PROF

D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU

TRALICCIO E.NTROLLO
METALLICO CO NTALE
AMBIE
ELEMENTO
A FORI
ORIZZONTALI F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
PANNELLI PREFABBRICATI IN MURATURA ARMATA

G.ANISTICA
URB

RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC

F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
LARGHEZZA DA 0,375 A 2,00 m PANNELLO FINESTRA SOTTOFINESTRA

BARRE VERTICALI DI SOLLEVAMENTO F.3. IONI


IZ
PART E
DA AGGANCIARE ALLE BARRE DEL CORDOLO N
INTER

STAFFE
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
ORIZZONTALI
COMU ALE
VERTIC
MATTONI SPECIALI: PIANTE DEI RICORSI

F.5. I
PILASTRINI AGGETTANTI D
ARRE
DAL FILO DELLA MURATURA

F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER

SPESSORE MURI PANNELLI SPECIALI PER PORTE E FINESTRE ARMATURA DI UN PANNELLO


24-30-35 cm

GIUNTO TRA PARETI

GIUNTO TRA PANNELLI


BARRE ORIZZONTALI BARRE VERTICALI BARRE VERTICALI
PILASTRINI INTERNI
ALLA MURATURA

MURI DI RITEGNO “POCKET


POCKET TYPE WALLS
WALLS”:: 2. ATA
DISPOSIZIONE DELLE ARMATURE F.1.1TURA ARM
MURA

F 43
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
13. MURATURE A GETTO

CASSEFORME E SISTEMI A PROIEZIONE

Le murature realizzate con getti di calcestruzzo esegui- FIG. F.1.13./1 CASSEFORME A TRAVI E A TELAIO
ti in opera prevedono l’uso di casseforme entro cui con-
tenere il getto e le armature, ovvero supporti adeguata- SISTEMI MODULARI DI CASSEFORME A TRAVI
mente resistenti su cui il calcestruzzo viene dato a
spruzzo.
L’assemblaggio
assemblaggio dei moduli consente
L’evoluzione delle tecniche delle casseforme ha notevol- l’esecuzione
esecuzione di elementi non lineari
mente accelerato i tempi di esecuzione e, naturalmen- e la realizzazione di geometrie complesse,
te, reso più economico il getto del calcestruzzo in opera come questa che presenta raggi variabili.
per la realizzazione delle murature.
Alle tradizionali casseforme in legno, realizzate in can-
tiere, le cui tavole sono connesse con chiodature, anco-
ra largamente utilizzate, si aggiungono oggi sistemi
completi di casseforme ad alta riutilizzabilità.
Questi sono integrati da accessori e componenti che otti-
mizzano i tempi di casseratura, scasseratura e i costi di
manodopera; è previsto anche l’impiego di passerelle di
getto innestate direttamente sui casseri, rispondenti
ovviamente alle norme di sicurezza.
Sono sistemi modulari, composti da elementi di diversa
larghezza e altezza, sovrapponibili fino a raggiungere
altezze complessive di oltre 10 m, di semplice montag-
gio e ridotta manutenzione.
I telai possono essere in legno, acciaio o alluminio; il
rivestimento è realizzato con pannelli in compensato
multistrato di diverso tipo e intaglio, così da conferire
qualsiasi finitura al calcestruzzo.
Per particolari planimetrie è possibile mettere a punto,
grazie all’ausilio di programmi automatizzati e alla adat-
tabilità degli elementi standard, casseforme dalla geo-
metria complessa, atte a consentire il getto dell’intero
perimetro.
L’impiego di tali programmi non solo permette la modi-
fica continua delle casseforme, ma la fornitura della
distinta completa dei pannelli e degli accessori neces-
sari alla realizzazione della struttura.

CASSEFORME A RIPRESA

Sono casseforme per pareti, dotate di piani di servizio,


utilizzate per la realizzazione di manufatti a elevato svi-
luppo verticale e sezione costante (canne di ascensori,
vani scala, pile di ponti ecc.).
Il tipo rampante viene sollevato dal tiro della gru e si
ancora al manufatto costruito; il tipo autosollevante,
adatto ad altezze notevoli, anche superiori a 100 m,
viene innalzato senza l’impiego della gru, ma attraver-
so un meccanismo di sollevamento idraulico, controlla-
to elettronicamente, sino all’altezza successiva del giun- 2,40-5,95 m
to di ripresa (60-75 cm).

ELEMENTO BASE DELLA CASSAFORMA A TRAVI VISTA ASSONOMETRICA

PIANTA

I moduli sono idonei alla


al a realizzazione
di pareti con raggio variabile,
a partire da raggi di 1 m, come nel caso
di impianti di depurazione, rampe, silos ecc.

F 44
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
MURATURE A GETTO 13.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG

B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA

C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF

D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU

E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE

F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP

G.ANISTICA
URB

SISTEMA MODULARE
DI CASSEFORME A TRAVI,
completo di passerella di servizio SISTEMA DI CASSAFORMA A TELAIO
RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
FIG. F.1.13./2 CASSEFORME PER PILASTRO E CASSERI A RIPRESA VERTIC

F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ

F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER

F.4. NTI DI E
0,30-3,00 ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC

F.5. I
D
ARRE

F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER

CASSERO RAMPANTE: FASI OPERATIVE


0,25-0,70 m FASE 1 FASE 2 FASE 3
Getto della parete. Si trasla la Sale l’unit
l unità di
CASSEFORME
cassaforma. passerella a ripresa
PER PILASTRO
Si monta senza ancoraggi
CIRCOLARE
l’ancoraggio
ancoraggio intermedi,
superiore. fino a raggiungere
Sale la guida il successivo livello
che si assicura a ripresa di getto.
CASS FORMA
CASSAFORMA automaticamente. La cassaforma
CON UN SOLO PARAMENTO è cos
così pronta
Per altezza di getto per il successivo
fino a 8,75 m ciclo di ripresa. 3. ETTO
F.1.1TURE A G
MURA

F 45
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
13. MURATURE A GETTO

➦ CASSEFORME E SISTEMI A PROIEZIONE

CASSAFORMA IN POLISTIRENE FIG. F.1.13./3 CASSEFORME E SISTEMI A PROTEZIONE

Il modulo base è un elemento cassero per la costru- CASSAFORMA IN POLISTIRENE MODULO BASE VARIATORE DI ALTEZZA
zione di pareti portanti, costituito da due lastre di polisti-
rene espanso autoestinguente, distanziate da staffe in
lamiera prestampata.
Gli elementi sono montati a secco, guidati dagli incastri.
Una serie di pezzi speciali completa il sistema.

Dati tecnici:
Dimensioni dell’elemento base: 100 x 25 x 25 cm
Peso muratura: 350 kg/m2
Trasmittanza termica di parete con intonaco: 0,30 W/m2K
Isolamento acustico (500 Hz) (parete intonacata): 45 db
SEZIONE cm 100 x 25 x 25 h PIANTA INSERTO

SISTEMA A PROIEZIONE cm 50 x 5 x 5 h SEZIONE

Il sistema è costituito da un traliccio spaziale di acciaio


elettrosaldato e da uno strato di poliuretano espanso
all’interno. Il pannello viene completato in opera con
proiezione di malta cementizia.
La malta riempie le distanze tra lo strato coibente e le
reti, fuoriuscendone per uno spessore di circa 2-2,5 cm.
Il sistema, adatto a realizzare sia pareti di tampona-
mento che portanti, consente l’integrazione degli impian-
ti all’interno del pannello.

Dati tecnici: INSERTO


Dimensioni del pannello: altezza variabile, PER FINESTRE
larghezza 1,20 m, spessore 4-15 cm
Trasmittanza termica di parete di 20 cm: 0,31 W/m2K
Isolamento acustico (500 Hz) (parete intonacata): 47 db
Resistenza al fuoco: 180 REI
cm 60 x 35 x 25 h ANGOLO ANGOLO CURVO

CASSAFORMA IN PANNELLI
MULTISTRATO

SISTEMA A PROIEZIONE
40 40 40 40

CASSAFORMA
METALLICA

POLIURETANO ARMATURA
ESPANSO A MOMENTO NODO A DUE VIE
NEGATIVO
TRALICCIO
SPAZIALE

ARMATURA
RETE DI RETE DI DEL TRAVETTO
CUCITURA CUCITURA
FORCELLE DI
ANCORAGGIO

SEZIONE GETTO DI FORCELLE DI SEZIONE


TRALICCIO SPAZIALE CON VERTICALE COMPLETAMENTO ANCORAGGIO ORIZZONTALE
ARMATURA IN CORRISPONDENZA DEL PANNELLO
DELLE APERTURE AL GETTO
SEZIONE ORIZZONTALE PARTICOLARE ATTACCO AL SOLAIO DEL SOLAIO

F 46
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
ELEMENTI DI CORRELAZIONE 14.

CORRELAZIONE DELLE MURATURE A ELEMENTI CON LA STRUTTURA PORTANTE A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.14./1 CORRELAZIONE CON IL TELAIO DI ACCIAIO

MONTANTE
DI ACCIAIO B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
PROFILO DI ORGA
SERRAMENTO RIVESTIMENTO

C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF

D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
PILASTRO
IN ACCIAIO
E.NTROLLO
GETTO IN CALCESTRUZZO CO NTALE
DI RIVESTIMENTO DEL PILASTRO AMBIE

MURATURA
DI MATTONI F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
MONTANTE DI ACCIAIO COMP

PROFILO DI CONNESSIONE TRA

G.ANISTICA
MURATURA E MONTANTI DI ACCIAIO

URB

PROFILO DI
CONTENIMENTO
DEL GETTO
GUAINA
IMPERMEABILE SOTTOFONDO RALI
F.1. I PERIMET
T
PAVIMENTO PARE ALI
VERTIC
GIUNTO
FLESSIBILE
F.2. URE
GRAFFA CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
TRAVE
PERIMETRALE
F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER
FIG. F.1.14./2 CORRELAZIONE CON IL TELAIO IN CALCESTRUZZO ARMATO LAMIERA
GRECATA
GETTO DI
INTERCAPEDINE
INTONACO CALCESTRUZZO F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
5 cm GRAFFA
COMU ALE
IN GUIDA
ZOCCOLO
VERTIC
PAVIMENTO A CODA
DI RONDINE
MATERIALE GUARNIZIONI DI TENUTA
ISOLANTE SU GIUNTO RIEMPITO
4 ÷6
6 cm MALTA DI F.5. I
DI MATERIALE COMPRIMIBILE D
ALLETTAMENTO ARRE
BARRE DI
ARMATURA
ORIZZONTALE F.6. AZIONI
M
PROFILO A “L” SISTE E
N
DI SOSTEGNO ESTER
DELLA MURATURA
INTONACO MURATURA
A FACCIA
VISTA IN
LATERIZIO
MATERIALE
RIEMPIMENTO CON COMPRIMIBILE MATERIALE ISOLANTE
MATERIALE 6 cm
COMPRIMIBILE
INTERCAPEDINE
SIGILLANTE 5 cm MATERIALE
COMPRIMIBILE
GRAFFE DI GRAFFE DI
BARRIERA
SOLIDARIZZAZIONE SOLIDARIZZAZIONE SIGILLANTE
AL VAPORE
CON RONDELLE CON RONDELLE
IN MATERIALE PILASTRO IN CALCESTRUZZO
IN MATERIALE 3. ETTO
PLASTICO BLOCCHI DI PLASTICO F.1.1TURE A G
CALCESTRUZZO
INTONACO 2 cm MURA
BARRIERA MURATURA INTERNA IN
AL VAPORE BLOCCHI DI CALCESTRUZZO 4.
SEZIONE PIANTA F.1.1NTI DI
SUL SOLAIO SULL’ANGOLO
SULL ANGOLO ELEME LAZIONE
E
CORR

F 47
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
15. PANNELLI IN CALCESTRUZZO

PANNELLI PREFABBRICATI – CARATTERISTICHE E TIPI

Il pannello è definito a sviluppo orizzontale se è preva- FIG. F.1.15./1 PANNELLI IN CALCESTRUZZO (misure minime consigliate in mm)
lente la dimensione della larghezza; a sviluppo verticale
se è prevalente la dimensione dell’altezza; chiuso quando PANNELLI A SVILUPPO ORIZZONTALE PANNELLI A SVILUPPO VERTICALE
il vano finestra è ricavato all’interno della geometria del
pannello; pieno quando il pannello non presenta aper-
ture; aperto quando la forma è tale che le eventuali 30 30 30

< = 160
aperture sono ricavate dalla aggregazione di elementi
20
contigui; monostrato quando è realizzato solo da calce-

> = 20
struzzo eventualmente alleggerito; multistrato quando 20 20 20
la sezione presenta uno strato di materiale isolante o
20
una camera d’aria; misto quando è realizzato con mate-
riali diversi, ad esempio laterizio nella faccia esterna e
calcestruzzo nella faccia interna. 20
Il pannello di calcestruzzo può essere totalmente o par- 120 ÷240
240 ÷ 250
zialmente prefabbricato; in quest’ultimo caso necessita
di completamento in opera. La produzione dei pannelli < = 150 ÷ 60

20
20
avviene su tavoli orizzontali ribaltabili in officina o a pie’ 20 20
d’opera. Le dimensioni massime dei pannelli sono con- 30
dizionate dalle possibilità di trasporto, regolamentata 20
per legge. Attualmente le dimensioni consentite per il 20
= 120 ÷240
240 ÷ 250

20
H =120
trasporto devono essere contenute nei seguenti valori:
• larghezza 2,50 m;
• altezza 2,70 m (massima altezza ammissibile com-

30
30
preso il pianale del mezzo di trasporto 4,00 m);
• lunghezza 12 m; 20 60 120 ÷ 240 ÷250
250 > = 30
• peso 20 t. PANNELLI APERTI
30 PANNELLI APERTI > = 30 > = 20
30

La finitura esterna del pannello può essere molto diversifi-

30
> = 20 ÷30
cata e può essere realizzata in fase di produzione o dopo
la posa in opera. Le colorazioni sono ottenute mediante

30
l’inserimento di pigmenti organici o polvere di marmi colo-
30
rati nell’impasto; i risalti superficiali, di infinite variazioni e
30

possibilità aggregative, sono ottenuti con matrici di vario


20

materiale, in fase di produzione; la messa in vista degli


inerti è ottenuta con sistemi che erodono lo strato super-
ficiale del pannello finito, oppure è prevista durante la
20

20

30
fase di produzione dello stesso. I pannelli prefabbricati in
30
laterizio rientrano nella categoria delle murature armate 20
(cfr. F.1.12.) e rispondono alle caratteristiche richieste per
essere impiegati per le costruzioni in zona sismica.

FIG. F.1.15./2 PANNELLI A SEZIONI PIANE E CONCAVE


20 ÷ 40

120 ÷ 240 ÷ 250


12 ÷ 24

4 max 250
4
10 ÷ 20

8 ÷ 30
CALCESTRUZZO CELLULARE O ARGILLA ESPANSA
CALCESTRUZZO 120 ÷ 240 ÷250
250
12 ÷24
24

4
4 4
PANNELLO NON COIBENTATO 4

3
10 ÷20
20

14 ÷ 24

5 120 ÷ 240 ÷250


250
4 5
5
3
MATERIALE ISOLANTE
PANNELLI MULTISTRATO
PANNELLI NON COIBENTATI
20 ÷ 24
12 ÷ 24

4
12 ÷ 16 ÷20

PANNELLO CON CORREZIONE DEI PONTI TERMICI

CALCESTRUZZO CELLULARE LANA DI ROCCIA


O ARGILLA ESPANSA CALCESTRUZZO CELLULARE O ARGILLA ESPANSA
5
5
22 ÷ 26

5
MATERIALE ISOLANTE 100 ÷ 125
max 240 ÷ 250 H = fino a 8 m
POLISTIROLO ESPANSO
4,5
30 ÷ 50

6
4,5
100 ÷ 125
max 240 ÷ 250 H = fino a 8 m
CALCESTRUZZO CELLULARE O ARGILLA ESPANSA
5 ÷6 POLISTIROLO ESPANSO
24
12 ÷24

5 ÷6
10

4,5
6
4,5
1,8
100 ÷ 168
PANNELLI MULTISTRATO NERVATI PANNELLI MULTISTRATO A SEZIONI DIVERSE H = fino a 11 m

PANNELLI DI TAMPONAMENTO

F 48
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
PANNELLI IN CALCESTRUZZO 15.

ATTREZZATURE DI GIUNTO A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
Alla attrezzatura di giunto è affidata la continuità fisica e sigillatura devono essere protette dai raggi ultravioletti. decompressione; l’acqua proveniente dal vuoto del
strutturale dell’organismo costruito e la tenuta agli agenti Il giunto doppio o a due stadi, impiegato per pareti di pannello superiore viene così incanalata in quello del
spessore superiore a 15 cm, oppone due barriere: una
B.STAZIONI DILEGIZLII
atmosferici. I giunti orizzontali attuano il collegamento pannello inferiore e non scorre sulla superficie esterna.
sui lati orizzontali del pannello; i giunti verticali attuano esterna e una interna, tra le quali si crea un vuoto di Il giunto è riempito con materiale spugnoso e sigillato
con mastice o striscia adesiva (s ≥ 1 cm), in modo da PRE I ED
il collegamento sui lati verticali. decompressione che equilibra la pressione interna ed NISM
Il giunto semplice o a uno stadio è realizzato con una esterna al giunto. Il vuoto di decompressione deve esse- fornire la distanza necessaria a permettere le dilatazioni ORGA
guarnizione in neoprene o una sigillatura in nastro di re ventilato e drenato. Una fodera di zinco, politene o termiche. In sostituzione del mastice o della striscia può
schiuma di polietilene, in modo da costituire una bar- gomma butilica, denominata grembiale, riveste la battu- essere impiegato un coprigiunto in profilo di materiale
riera alle infiltrazioni di acqua e aria. La guarnizione o la ta orizzontale del pannello, risvoltando nel vuoto di metallico o plastico. C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
FIG. F.1.15./4 GIUNTI SEMPLICI FIG. F.1.15./3 FINITURE ESTERNE PROF
30 50

D.GETTAZIONE
GIUNTI ORIZZONTALI GIUNTI VERTICALI
15
PRO TTURALE
sigillante

STRU
VARIABILE

GIUNTO CON 2 GIUNTO CON MASCHIO 25 ÷ 30 E.NTROLLO


FEMMINE APERTO E FEMMINA SEMICHIUSO CO NTALE
AMBIE
interno

95 40 55
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
40 COMP
GIUNTO LISCIO APERTO

G.ANISTICA
FIG. F.1.15./5 GIUNTI DOPPI AMPIEZZAESTERNE
FINITURE DEI GIUNTI DEI PANNELLI URB
DIL’ampiezza dei giunti verticali av , e orizzontali ao deve essere
CALCESTRUZZO
compresa tra 10 e 30 mm. Le ampiezze minime sono date
GIUNTI VERTICALI E ORIZZONTALI dalla relazione: av = 8 mm + Tp + ∆ L ao = 8 mm + Tp
+ ∆ H dove:
5 5 Tp = tolleranza di produzione dei pannelli, normalmente
1 2
esterno compresa fra +/-5 mm
5 ∆ L = deformazioni termiche orizzontali = L x ∆T x αt RALI
F.1. I PERIMET
5 ∆ H = deformazioni termiche verticali = H x ∆T x αt T
PARE ALI
7 L = larghezza del pannello
VERTIC
3 4 H = altezza del pannello
2 ∆T = escursione termica; in riferimento all’Italia il valore può
interno essere compreso: per pareti di colore chiaro, da un mini-
mo di –10°C e un massimo di + 30°C; per pareti di F.2. URE
4 5 colore scuro ∆T è circa 60°C. CHIUS ONTALI
Z
αt = coefficiente di dilatazione termica (calcestruzzo normale ORIZ
4 4 αt = 0,00001; calcestruzzo alleggerito αt = 0,000008)
GIUNTO CON BANDA E SIGILLO

F.3. IONI
IZ
8 8 9
FIG. F.1.15./6 NODI D’ANGOLO PART E
N
esterno INTER
5 5
10
6
F.4. NTI DI E
11 ELEME NICAZION
9 COMU ALE
interno VERTIC
10
F.5. I
D
ARRE
4 4 11 10
NODO A 3 VIE GIUNTO CON GUARNIZIONI E MEMBRANA
F.6. AZIONI
M
12 SISTE E
N
10 ÷ 30 mm 12 ESTER
esterno
interno
6
9 4 ÷7

LAMIERA 4 ÷7
14 12 13

13

GIUNTO DI PANNELLI MULTISTRATO

SEZIONI SUL GIUNTO

1 – zona drenante; 5 – sigillatura o mastice; 9 – vuoto sagomato; 13 – getto di calcestruzzo;


2 – banda; 6 – banda elastica di tenuta; 10– membrana interna; 14 – guarnizione in neoprene
5.
3 – vuoto di decompressione; 7 – grembiale; 11– protezione della membrana; inserita nella guida del F.1.1ELLI IN
4 – materiale spugnoso; 8 – guarnizione forata; 12– pettini a incastro; pannello. PANNSTRUZZO
E
CALC

F 49
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
15. PANNELLI IN CALCESTRUZZO

SISTEMI DI ANCORAGGIO

FIG. F.1.15./7 APPOGGIO DEI PANNELLI IN FONDAZIONE

PANNELLO CON BORDO INFERIORE


FERRO USCENTE SAGOMATO PER ALLOGGIARE I PROFILI
DAL PANNELLO STRATO METALLICI DA COLLEGARE ALLA PIASTRA
DI MALTA PER
STRATO LIVELLAMENTO STRATO
ISOLANTE ISOLANTE
TONDINO
GOCCIOLATOIO IN FERRO
SALDATO
ALLA PIASTRA MASTICE PER
SIGILLATURA
MASTICE PER
SIGILLATURA PROFILO
MASTICE PER
FERRO SIGILLATURA IN FERRO DA
PIASTRA
USCENTE SALDARE
ANNEGATA NEL
DALLA ALLA PIASTRA
CORDOLO DI
FONDAZIONE FONDAZIONE
FIG. F.1.15./8 PROFILI DI ANCORAGGIO (misure in mm)

ELEMENTO DI COLLEGAMENTO
CON PIASTRA E MANICOTTO
PER L’ANCORAGGIO
L ANCORAGGIO A CONTATTO

20
ANCORAGGIO A CONTATTO SU TRAVI DI BORDO
Portata
ortata di esercizio 700 kg

250 mm

ANCORAGGIO A DISTANZA SU TRAVI DI BORDO


Portata
ortata di esercizio 700-1270 kg 100 mm

PIASTRA A BAIONETTA
PER L’ANCORAGGIO
L ANCORAGGIO A DISTANZA 50

60

ELEMENTO DI COLLEGAMENTO
CON PIASTRA A “U”
ANCORAGGIO A SCOMPARSA SU PILASTRI
Portata
ortata di esercizio 450-1100 kg

PROFILO CON PIEDINI


DI ANCORAGGIO ANNEGATI
NEL CALCESTRUZZO (14.000 kg/ml)

ANCORAGGIO PER PANNELLI SOSPESI ELEMENTO DI


A TRAVI DI BORDO O SOLAI COLLEGAMENTO
Portata
ortata di esercizio 1250-3000 kg CON PIASTRA
ANGOLARE E
CONTROPIASTRA

ELEMENTO DI COLLEGAMENTO
ANCORAGGIO SU TRAVE DI GRONDA CON PIASTRA A “U”
Portata
ortata di esercizio 700 kg

F 50
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
MURATURE TRAFORATE 16.

APPARECCHIATURE MURARIE TRAFORATE A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
Sono impiegate per muri di separazione o recinzioni di ambienti esterni, e per ridurre l’insolazione e l’introspezione verso l’interno. Possono essere realizzate con elementi di
dimensioni correnti disposti secondo modalità diverse (di fascia, di coltello, inclinati) o con elementi speciali.

B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
FIG. F.1.16./1 APPARECCHIATURE MURARIE NISM
ORGA

MATTONI DISPOSTI DI FASCIA C.RCIZIO E


ESE ESSIONAL
PROF

D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU

E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE

F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP

G.ANISTICA
URB

MATTONI DISPOSTI DI FASCIA E DI COLTELLO MATTONI A DISPOSIZIONE INCLINATA RALI


F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC

F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ

F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER

F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
MATTONI SPECIALI COMU ALE
VERTIC

F.5. I
D
ARRE

F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER

MATTONI DISPOSTI DI FASCIA E INCLINATI ELEMENTI SPECIALI (dimensioni in cm)

14,5

15 7,5

5.
29 F.1.1ELLI IN
8,5
8 15 PANNSTRUZZO
E
15
7
CALC

TE
6. FORA
F.1.1TURE TRA
MU RA

F 51
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
17. FACCIATE LEGGERE

CLASSIFICAZIONE

La facciata leggera è una chiusura verticale realizzata con pannelli prefabbricati non I pannelli sandwich non necessitano di una controfodera di finitura interna; i pannelli
aventi caratteristiche portanti. Il peso del singolo pannello è generalmente inferiore a deck richiedono la realizzazione in opera della finitura interna.
100 kg/m2. Sono esclusi quindi il calcestruzzo e la muratura. Tra i materiali impiegati nella realizzazione di pannelli per facciate leggere figurano il
Le Direttive comuni per l’Agrément tecnico dell’UEAtc classificano le facciate leggere policarbonato rinforzato con fibra di vetro, il fibrocemento senza amianto, le resine
e le tipologie di pannelli secondo le modalità di messa in opera del pannello. plastiche e termoindurenti, l’acciaio, l’alluminio. Le superfici dei pannelli metallici pos-
I pannelli impiegati nelle facciate leggere hanno struttura multistrato; l’isolante interposto sono essere di lamiera liscia, nervata, imbutita. La lamiera esterna può essere rivestita
può essere del tipo da iniettare, ovvero in materassini rigidi. di smalto porcellanato, vernici o pellicole plastiche.

FIG. F.1.17./1 TIPOLOGIA DEI PANNELLI

PANNELLI A SVILUPPO VERTICALE PANNELLI A SVILUPPO ORIZZONTALE FACCIATA A CORTINA

MURI MURI MURI


SOLAI SOLAI
SOLAI

CORTINA CORTINA FACCIATA-CORTINA CONTINUA IN TUTTI I SENSI

MURI MURI MURI


SOLAI SOLAI SOLAI

INSERITA SEMICORTINA FACCIATA SEMI-CORTINA IN TUTTI I SENSI

MURI MURI
SOLAI SOLAI

FACCIATA-PANNELLO INSERITA FACCIATA-CORTINA INSERITA VERTICALMENTE

MURI MURI MURI


SOLAI SOLAI SOLAI

FACCIATA-PANNELLO CONTINUA TRA I SOLAI SEMICORTINA FACCIATA SEMI-CORTINA INSERITA VERTICALMENTE

FIG. F.1.17./2 SEZIONI DI PANNELLI

MURI
PANNELLO SANDWICH LAMIERA ESTERNA ISOLANTE
SOLAI

FACCIATA-PANNELLO SEMI-CORTINA TRA I SOLAI


LAMIERA INTERNA

PANNELLO DECK LAMIERA ESTERNA


MURI
SOLAI

EVENTUALE RIVESTIMENTO
FACCIATA-PANNELLO INSERITA NEI QUATTRO LATI

F 52
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
FACCIATE LEGGERE 17.

PROFILI E CARATTERISTICHE A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
TAB. F.1.17./1 PROFILI IN LAMIERA D’ACCIAIO CON CARATTERISTICHE ACUSTICHE

LUNGHEZZA
MASSIMA
SPESSORE
MATERIALE
PESO
LUNGHEZZA
MASSIMA
SPESSORE
MATERIALE
PESO B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
(kg/m2) (kg/m2) NISM
ORGA
(m) (mm) (m) (mm)
lato superiore-fianchi forati fianco forato 0,75 8,11
140 135
32 119 88
18 0,75 5,76 24 0,88 9,51
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
101
PROF
207 40 287 39
1035 825 1,00 10,80
foratura 23% foratura 16
16,1%
1%
tutta la superficie forata fianco forato
140 110
10 0,75 8,90 D.GETTAZIONE
32 119 88 PRO TTURALE
18 0,75 5,05 106 24 0,88 10,50 STRU
207 40 250 40
1035 750 1,00 11,90
foratura 34% foratura 18%
E.NTROLLO
lato superiore-fianchi forati CO NTALE
AMBIE
0,75 11,00
40 119 64
18 0,75 6,51 fianco forato
0,88 12,90
183
915
40 119 131
F. TERIALI,TECN
ICHE
foratura 27% 158
58 MA ONENTI,
24 1,00 14,70 COMP
tutta la superficie forata
250 41
40 119 64 750
foratura 18% 1,25 18,40
183 40
18 0,75 5,71
G.ANISTICA
915 1,50 22,00 URB
foratura 39%

PANNELLI SANDWICH

RALI
TAB. F.1.17./2 CARICO MASSIMO UNIFORMEMENTE DISTRIBUITO (kg/m2) F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
LAMIERA GRECATA VERTIC
1000

200 166,6 RESINA POLIURETANICA


AUTOESTINGUENTE, F.2. URE
CON SCHIUMA CHIUS ONTALI
Z
POLIISOCIANURATA ORIZ
s
O CON RITARDANTI
DI FIAMMA
A F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER
1000 LAMIERA GRECATA

F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
200
COMU ALE
s VERTIC

B F.5. I
D
ARRE

PESO PANNELLO DISTANZA TRA GLI APPOGGI “L” IN METRI


SPESSORI K F.6. AZIONI
(kg/m2) M
S kcal SISTE E
▲ ▲ ▲ ▲ ▲ N
(mm) m h °C
2
0,4 + 0,4 0,5 + 0,5
L L L ESTER
2,50 3,00 3,50 4,00 4,50 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00
kg/m2 kg/m2
A
25 0,771 7,92 9,67 133 77 48 157 80 46
30 0,643 8,10 9,85 192 111 69 46 226 115 66 42
35 0,552 8,29 10,04 263 152 96 64 45 308 157 91 57
40 0,485 8,48 10,23 343 199 125 83 59 403 206 119 75 50
50 0,391 8,85 10,60 440 305 197 130 92 550 323 187 118 78
60 0,326 9,23 10,98 528 367 269 188 133 660 422 269 169 113
80 0,247 9,98 11,73 704 489 359 275 217 880 563 391 287 202
100 0,200 10,73 12,48 880 611 449 344 272 1100 704 489 359 275
B
40 0,485 8,52 10,27 343 199 125 83 59 403 206 119 75 50
60 0,326 9,27 11,02 528 367 269 188 133 660 422 269 169 113
7. RE
100 0,200 10,77 12,52 880 611 449 344 272 1100 704 489 359 275 F.1.1 TE LEGGE
IA
FACC

F 53
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
17. FACCIATE LEGGERE

ATTREZZATURE DI GIUNTO

I giunti tra i pannelli devono garantire impermeabilità all’aria e all’acqua.


Sono quindi sigillati con resine e guarnizioni. I principali tipi di giunto sono: a sovrapposizione, a battente, a incastro, ad accostamento ad anima o linguetta, a labirinto.
Il fissaggio può essere a vista (forature passanti viti, rivetti) o a scomparsa (graffe, fori non passanti, collanti speciali).

FIG. F.1.17./3 MODALITÀ DI FISSAGGIO TRA I PANNELLI

COPRIGIUNTO CAPPELLOTTO
A SCATTO

GUARNIZIONE

FISSAGGIO A SCOMPARSA SU CORRENTI DI LEGNO

FISSAGGIO A SCOMPARSA FISSAGGIO A VISTA


CON COPRIGIUNTO

FISSAGGIO A SCOMPARSA FISSAGGIO A VISTA

FIG. F.1.17./4 TIPI DI GIUNTI FIG. F.1.17./5 SISTEMI DI ANCORAGGIO AL TELAIO

ANCORAGGI CON TELAIO AUSILIARIO E PANNELLI METALLICI

PROFILO PROFILO SILICONE


IN NEOPRENE IN ALLUMINIO STRUTTURALE

GIUNTI A BATTENTE

a TELAIO
d S c a AUSILIARIO
b a

a > = 4 mm
b > = 20 mm
c = 3 mm ADATTI PER PANNELLI
d = 10 mm CON S = 8 ÷10
10 mm
DOPPIO PROFILO GIUNTO REALIZZATO NEI RISVOLTI GIUNTO INTEGRATO
GIUNTI AD ANIMA IN ALLUMINIO E NEOPRENE LATERALI DEL PANNELLO NEL PANNELLO COLLEGATO
CON SILICONE STRUTTURALE

CAPPUCCIO CAPPUCCIO GIUNTI E FISSAGGI PASSANTI PER PANNELLI IN LAMINATO


COPRIFILO
DI COPERTURA DI COPERTURA
RIVETTO
IN ALLUMINIO
BUSSOLA VITE
PANNELLO

TELAIO MONTANTE
TELAIO AUSILIARIO VERTICALE

CAPPUCCIO DI
COPERTURA
VITE
BUSSOLA
DOPPIO PROFILO FISSAGGIO MECCANICO FISSAGGIO MECCANICO
IN ALLUMINIO SUL PANNELLO E COPRIFILO

FISSAGGIO CON RIVETTI O VITE AUTOFILETTANTE SEZIONI ORIZZONTALI

F 54
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
PARETI TRASLUCIDE E TRASPARENTI 18.

VETROCEMENTO A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
Il termine indica una struttura in cui elementi modulari di FIG. F.1.18./1 DIFFUSORI DOPPI CON CAMERA D’ARIA
vetro stampato, i diffusori, di forma diversa e con ele-

B.STAZIONI DILEGIZLII
vate caratteristiche meccaniche, sono inseriti in una sot-
tile intelaiatura di cemento armato.
PRE I ED
Le pareti risultano autoportanti, in grado cioè di soste- NISM
nere il proprio peso, la spinta del vento e i carichi d’urto. ORGA
La malta impiegata è composta da 350 kg di cemento
portland 325 per 1 mc di sabbia, più acqua.
L’armatura orizzontale e verticale è realizzata con ferri C.RCIZIO E
di 6 mm di diametro, ad aderenza migliorata, privi di ESE ESSIONAL
ossidazione, zincati o con trattamento superficiale anti- PROF
ruggine.

D.GETTAZIONE
Nella realizzazione pratica il singolo elemento non è se-
zionabile, quindi in fase di progettazione si dovrà tenere 14 x 26 x 6 cm rigato 20 x 20 x 10 cm a prismi incrociati 20 x 20 x 10 cm trasparente
conto della dimensione modulare degli elementi scelti. PRO TTURALE
La dimensione effettiva di una parete in vetrocemento è FIG. F.1.18./2 DETTAGLI COSTRUTTIVI STRU
calcolata con le seguenti espressioni:

E.NTROLLO
SEZIONI VERTICALI
Larghezza A = nL + (n – 1) g + 2 fL MATERIALE ESPANSO MATERIALE ESPANSO MATERIALE ESPANSO
Altezza B = mL + (m – 1) g + fs + fi CO NTALE
dove: AMBIE
n = n° diffusori orizzontali
m = n° diffusori verticali
L = larghezza dei diffusori
PROFILAIO
IN ACCIAIO F. TERIALI,TECN
ICHE
fL = spessore della fascia laterale di calcestruzzo ARMATURA SIGILLANTE MA ONENTI,
ORIZZONTALE CARTONFELTRO ESTERNO COMP
fi = spessore della fascia inferiore di calcestruzzo BITUMATO CARTONFELTRO
fs = spessore della fascia superiore di calcestruzzo ARMATURA BITUMATO
g = spessore del giunto di calcestruzzo VERTICALE SIGILLANTE DIFFUSORE

Attualmente è molto diffuso l’impiego di pannelli pre- SIGILLANTE


ESTERNO
G.ANISTICA
CARTONFELTRO SIGILLANTE URB
fabbricati che hanno limiti dimensionali: lunghezza mas- ESTERNO ESTERNO
sima 7,50 m o altezza massima 6 m; superficie massima BITUMATO
13-15 mq.
Lungo il perimetro, le pareti in vetrocemento devono pre-
vedere solo il vincolo di appoggio. Per pareti di dimen-
RALI
sioni molto ridotte è possibile evitare le nervature in ce- F.1. I PERIMET
T
mento armato e impiegare solo un collante. PARE ALI
VERTIC
MATERIALE MATERIALE
La formazione di condensa è evitata con l’impiego dei ESPANSO
ESPANSO
diffusori a camera d’aria, in cui le piastre di chiusura o
F.2. URE
CHIUS ONTALI
la saldatura a fuoco delle pareti realizzano una camera PROFILO
d’aria che offre buone prestazioni termiche e acustiche. MATERIALE Z
D’ACCIAIO
ACCIAIO ESPANSO ORIZ
PROFILO PROFILO
CARTONFELTRO PROFILO
D’ACCIAIO
ACCIAIO D’ACCIAIO
ACCIAIO
BITUMATO D’ACCIAIO
ACCIAIO F.3. IONI
IZ
PART E
N
SIGILLANTE SIGILLANTE PROFILO INTER
ESTERNO PROFILO ESTERNO PROFILO D’ACCIAIO
ACCIAIO CON
D’ACCIAIO
ACCIAIO D’ACCIAIO
ACCIAIO SIGILLANTE GOCCIOLATOIO
ESTERNO
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC

SEZIONI ORIZZONTALI SEZIONE VERTICALE F.5. I


D
CARTONFELTRO PROFILO ARRE
MATERIALE
BITUMATO D’ACCIAIO
ACCIAIO MATERIALE
ESPANSO
ESPANSO
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ARMATURA ESTER
ORIZZONTALE

MATERIALE PROFILO
SIGILLANTE D’ACCIAIO
ACCIAIO
ESPANSO ESTERNO CARTONFELTRO
SIGILLANTE SIGILLANTE BITUMATO
ESTERNO ESTERNO CARTONFELTRO
BITUMATO
ARMATURA FERRI DI ARMATURA
VERTICALE DISPOSTI
MATERIALE ALTERNATIVAMENTE
CARTONFELTRO
PROFILO ESPANSO INTERNO/ESTERNO
BITUMATO
D’ACCIAIO
ACCIAIO MATERIALE (esterno)
ESPANSO
CARTONFELTRO CON DOPPIA
BITUMATO ARMATURA
SIGILLANTE
7. RE
F.1.1 TE LEGGE
ESTERNO
IA
MATERIALE SIGILLANTE SIGILLANTE FACC
ESPANSO ESTERNO ESTERNO
8. IDE
F.1.1I TRASLUC
SIGILLANTE PROFILO PROFILO MATERIALE
ESPANSO T
PARE PARENTI
ESTERNO D’ACCIAIO
ACCIAIO D’ACCIAIO
ACCIAIO
S
E TRA

F 55
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
18. PARETI TRASLUCIDE E TRASPARENTI

➦ VETROCEMENTO

FASI REALIZZATIVE DELLA PARETE IN VETROCEMENTO

Dopo avere determinato l’allineamento della parete, si stende alla base uno strato FIG. F.1.18./3 GIUNTI VERTICALI TRA PARETI
di cartonfeltro bitumato, per favorire la dilatazione lineare, e sui lati si dispone circa
1 cm di materiale espanso imputrescibile, al fine di assorbire le dilatazioni e gli asse- TELAIO MATERIALE CARTONFELTRO
stamenti strutturali. D’ACCIAIO
ACCIAIO ESPANSO BITUMATO
Al di sopra del cartonfeltro si stende uno strato di malta con inserito uno o due tondini
di armatura; l’armatura non deve risultare a contatto con i mattoni di vetro.
Si prosegue disponendo la prima fila orizzontale di diffusori, distanziati tra loro di 1 cm.
L’impiego di distanziatori facilita la posa. Le fughe verticali si riempiono di malta dopo
avere inserito i ferri verticali.
Si prosegue allo stesso modo con le file successive di diffusori, inserendo le armature
in tutte le fughe orizzontali e verticali. MATERIALE CARTONFELTRO TELAI IN ACCIAIO
Sopra l’ultimo corso di mattoni si inserisce 1 cm di materiale espanso. La stuccatura ESPANSO BITUMATO SEPARATI
delle fughe con malta a base di cemento conclude la realizzazione della parete.
Per pareti di notevoli dimensioni la realizzazione viene fatta a pie’ d’opera su un piano PROFILO D’ACCIAIO
D ACCIAIO
orizzontale; ad asciugatura avvenuta, per evitare sollecitazioni alla parete, questa
viene sollevata in verticale insieme al piano di appoggio.

FIG. F.1.18./4 REALIZZAZIONE DI ANGOLI – SEZIONI ORIZZONTALI

MATERIALE
ESPANSO
CARTONFELTRO
CARTONFELTRO TELAIO BITUMATO
DIFFUSORI DIFFUSORI MATERIALE
BITUMATO D’ACCIAIO
ACCIAIO TELAIO
ESPANSO
D’ACCIAIO
ACCIAIO

PROFILO
D’ACCIAIO
ACCIAIO
DIFFUSORI

PEZZO
SPECIALE SIGILLANTE SIGILLANTE
D’ANGOLO
ANGOLO ESTERNO ESTERNO

FIG. F.1.18./6 GIUNTI TRA PANNELLI


FIG. F.1.18./5 INSERIMENTO DI SERRAMENTI PREFABBRICATI

CARTONFELTRO
BITUMATO

MATERIALE
ESPANSO

GIUNTO VERTICALE TRA PANNELLI PREFABBRICATI

SIGILLANTE

MATERIALE
PROFILO ESPANSO MATERIALE ESPANSO
CARTONFELTRO TELAIO
D’ACCIAIO
ACCIAIO BITUMATO
TELAIO D’ACCIAIO
ACCIAIO GIUNTO VERTICALE DI DILATAZIONE
IN LEGNO
PROFILO D’ACCIAIO
D ACCIAIO
CON FUNZIONE
PORTANTE

SIGILLANTE
MATERIALE
CARTONFELTRO
ESPANSO CARTONFELTRO
BITUMATO
BITUMATO

SEZIONI ORIZZONTALI SEZIONE VERTICALE GIUNTO ORIZZONTALE DI DILATAZIONE

F 56
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
PARETI TRASLUCIDE E TRASPARENTI 18.

PROFILATI A “U” A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
Sono elementi autoportanti realizzati con barre di vetro con FIG. F.1.18./7 PROFILATI A “U” FIG. F.1.18./8 MODALITÀ DI ASSEMBLAGGIO
il profilo a U, chiamati comunemente vetro strutturale. Le
dimensioni sono: lunghezza 3-7 m, larghezza 30 cm circa,
B.STAZIONI DILEGIZLII
220
spessore 6 mm, alette alte 4-6 cm. Possono essere 6 250 POSA A PETTINE
320 PRE I ED
rinforzati con fili di acciaio inox disposti longitudinalmente. COSTE 41 – 60 NISM
Lungo il perimetro le lastre vengono intelaiate in appo- POSA A GRECA ORGA
siti profilati metallici in alluminio anodizzato o in acciaio
rullato. Nelle zone esposte al vento è necessario inse-
rire elementi rompitratta ogni 1,50 m di altezza. POSA A CAMERA D’ARIA
D ARIA C.RCIZIO E
Le barre sono indipendenti e la distanza tra loro non deve ESE ESSIONAL
superare 3 mm. La tenuta in verticale, sia nella posa a POSA A PETTINE CON CAMERA D’ARIA
D ARIA PROF
semplice che a doppia parete, è assicurata dall’impiego NORMALE CON INSERITO UN FOGLIO IN FIBRA DI VETRO

D.GETTAZIONE
di mastici plastici, ad esempio il silicone. FIBRA DI VETRO SEMIRIGIDA
Un più efficace isolamento termoacustico si può ottene- 220
re montando le barre in posizione contrapposta e inter- 6 250 SILICONE BARRE A “U” PRO TTURALE
ponendo uno speciale foglio in fibra di vetro. 320 STRU
COSTE 41 – 60
Nella posa a camera d’aria, rispetto alla posa a pettine
o a greca, diminuisce sia il fattore di trasmissione lumi-
E.NTROLLO

FIN
nosa che il coefficiente globale di trasmissione termica K,

OA
mentre aumenta il potere fonoisolante. CO NTALE
SEZIONE AMBIE

7m
TAB. F.1.18./1 CARATTERISTICHE FISICO- FASI DI POSA IN OPERA VERTICALE
TECNICHE
F. TERIALI,
ARMATO
ICHE
I TECN
Momento di inerzia rispetto
kg/mm3 MA ONENTI,
all’asse n-n TELAIO “U” GLASS COMP
Larghezza 270 mm 174.500 6 250

Larghezza 350 mm 182.000 II

Momento resistente in a-a kg/mm3 FIBRA DI VETRO G.ANISTICA


FIN

URB
OA

Larghezza 270 mm 5.300


III
Larghezza 350 mm 5.400
7m

Momento resistente in b-b kg/mm 3 RETINATO


Larghezza 270 mm 25.000 IV
RALI
Larghezza 350 mm 29.200 F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
Sezione (mm) Lunghezze Peso VERTIC
V
largh. alt. sp. (m) (kg/m2)
270 40 6 2+7 5,1
TAB. F.1.18./2 DATI TECNICI F.2. URE
350 40 6 2+7 6,0 CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
POSA A PETTINE POSA A CAMERA D’ARIA
a a
n n Fattore di trasmissione luminosa per profilato a “U” incolore 0,75 0,60
b b F.3. IONI
Trasmissione luminosa in modo diffuso traslucidità IZ
PART E
N
6 mm 6 mm Coefficiente globale di trasmissione termica K = kcal/m2 h°C 5 3,5 INTER
40 mm

Fattore solare per profilato a “U” incolore 0,80 0,70


Potere fonoisolante: indice di attenuazione
24 30 F.4. NTI DI E
270 mm 350 mm (con parete ben sigillata) = dB ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
FIG. F.1.18./9 SCHEMI DI MONTAGGIO CON PROFILI IN ALLUMINIO

POSA A PETTINE POSA A GRECA POSA A CAMERA D’ARIA


D ARIA F.5. I
D
ARRE

F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
3
6

2
FIG. F.1.18./10 SCHEMI DI MONTAGGIO CON PROFILI IN ACCIAIO
MONTAGGIO
POSA A PETTINE POSA A GRECA POSA A CAMERA D’ARIA
D ARIA IN VERTICALE:
1. Profilo a “C”
con scossalina
2. Profilo a “C”
laterale
3. Profilo a “C”
superiore
4. Lastra di vetro
a “U”
5. Elemento
di fissaggio 5
8. IDE
6. Elemento F.1.1I TRASLUC
T
di fissaggio 1 PARE PARENTI
S
E TRA

F 57
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
18. PARETI TRASLUCIDE E TRASPARENTI

VETRI ORGANICI

L’impiego di materiali sintetici dà luogo ai cosiddetti vetri FIG. F.1.18./11 PERCENTUALE DI LUMINOSITÀ DI LASTRE DI DIVERSO MATERIALE
organici. Per la produzione di vetri organici vengono
TRASMITTANZA %
utilizzate resine polimeriche di tipo termoplastico, quali
il polimetilmetacrilato (PMMA), il policarbonato e il poli- 100
cloruro di vinile (PVC), eventualmente rinforzate da fibre
di vetro. La produzione di lastre può avvenire per lami-
nazione o per estrusione, mentre è possibile realizzare 80
cupoline o elementi curvi per stampaggio. A causa delle
differenti caratteristiche chimico-fisiche, il vetro organi-
co non costituisce, se non in casi particolari, un sostituto 60
del vetro minerale. Infatti, se rispetto a quest’ultimo
presenta un minor peso specifico, una bassa condu- 40
cibilità, una migliore resistenza agli urti e una maggiore
lavorabilità, altre caratteristiche limitano l’impiego dei VISIBILE
20
vetri organici. Tra queste:
• la minore rigidezza dovuta al basso valore del modu-
lo elastico, che limita le dimensioni delle lastre e im- 0
pone l’impiego di elementi di irrigidimento;

1000

2000
300
314

380

420
450
480

520
540
560
580

620

680

760
LUNGHEZZA
• la maggiore sensibilità alle variazioni termiche (alto D’ONDA
ONDA
valore del coefficiente di dilatazione termica) e alle
radiazioni solari, che ne provocano un rapido invec- POLICARBONATO (2 mm) RESINA POLIESTERE (1 mm)
chiamento (ingiallimento per le lastre trasparenti) e VETRO (3 mm) POLIMETACRILATO DI METILE (2 mm)
opacizzazione; TAB. F.1.18./3 LASTRE (in polimetilmetacrilato) TAB. F.1.18./4 LASTRE ALVEOLARI (in policarbonato)
• la scarsa resistenza alle abrasioni a causa di rigature,
con conseguente opacizzazione delle lastre; TIPO SPESSORE (mm) DIMENSIONI (mm) PESO K DIMENSIONI
• la bassa resistenza al fuoco, soprattutto per il PVC e (kg/m2) (kcal/h m2 °C) (mm)
il PMMA; Estruso 2/12 2000 x 3000
1,000 – 2100 x 1245 x 6000
• l’alta infiammabilità, soprattutto per il PVC. Colato 2,5/8 1210 x 2010/1510 x 2000
1,300 3,3 2100 x 1245 x 6000
Le lastre possono essere nervate, alveolate o normali e 10/25 1200 x 2000/1500 x 2000
possono essere assemblate con l’ausilio di un profilo di 1,700 2,6 2100 x 1245 x 6000
30/60 1200 x 2000
tenuta, con un meccanismo a scatto o a incastro. 2,000 2,6 2100 x 1245 x 6000
Lo spessore delle lastre, dell’ordine di alcuni millimetri, TAB. F.1.18./5 LASTRE OTTICHE (in policarbonato)
varia in relazione alla struttura della lastra (a doppia 2,100 2,3 2100 x 1245 x 6000
parete, s = 4-10 mm; e tripla parete, s = 10-16 mm), SPESSORE (mm) DIMENSIONI (mm) 2,850 2,4 2100 x 1245 x 6000
al tipo di resina impiegata; la larghezza è circa 30 cm;
la lunghezza può raggiungere 12 m. 3/12 2050 x 3000 3,000 30/60 2100 x 1245 x 6000

FIG. F.1.18./12 SISTEMA DI MONTAGGIO E PROFILI DI TENUTA PER LASTRE


IN POLICARBONATO FIG. F.1.18./13 PROFILI DI TENUTA PER LASTRE IN POLICARBONATO
PROFILO A “U”
1. Telaio inferiore
2
foratura scarico acqua
PROFILO AD “H” 2. Telaio superiore
3 3. Telaio laterale
4. Tassello in polistirolo
5. Tassello in polistirolo
6. Montante in acciaio
7. Lastra
8. Banchina davanzale
4 6 foratura scarico acqua
3
2

7
7

SCARICO
ACQUA LATO
PROFILO METALLICO UNIVERSALE PROFILO A SCATTO IN ALLUMINIO ESTERNO
(impiegabile su lastre di tutti gli spessori) CON GUARNIZIONI 8
(disponibile per lastre di spessore 16 mm)
5
FIG. F.1.18./14 PROFILI SPECIALI 5
8
ELEMENTO SINGOLO CONNESSO A INCASTRO

BANCHINA
1
DAVANZALE
320 mm VARIABILE
ILE
PROFILO METALLICO
10
0 mm R IAB
A SCATTO VA
40 mm INA
N CH 8 LATO ESTERNO 3
SUPERFICIE PI
PIANA
NA BA
640 mm
PROFILO METALLICO 6 mm
A SCATTO
40 mm

SUPERFICIE CURVA 6 7 5 6

F 58
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
PARETI IN LEGNO 19.

PANNELLI A BASE DI LEGNO A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
Il legno è un tessuto vegetale formato da macromolecole All’interno delle cellule circola acqua di imbibizione: nel La prima lavorazione del legno è la segagione fatta nella
di cellulosa (fibre), che ne costituiscono la struttura por- legno fresco il contenuto d’acqua varia tra il 20% e il 50%. lunghezza del tronco: i diversi metodi permettono di avere

B.STAZIONI DILEGIZLII
tante, tenute insieme dalla lignina, sostanza aromatica La zona più interna è la più povera d’acqua, l’alburno è tavolati di maggior larghezza (mezzone) o tavolati spec-
che conferisce tenacità all’intreccio delle fibre. la zona più vitale. chiati (quarti), meno deformabili. La stagionatura avvie-
PRE I ED
La struttura del fusto, dei rami, delle radici è conformata Per essere utilizzato nell’edilizia, il legno deve essere ne sul tronco e sul semilavorato. I procedimenti devono NISM
da strati concentrici: a partire dal centro la norma UNI sottoposto a stagionatura: deve perdere cioè l’acqua di lasciare nel legno una quantità d’acqua non superiore al ORGA
4390 distingue i diversi strati in: midollo, cuore, legno, imbibizione e parte di quella di saturazione. 12-18% (UNI 4391 e 3253). La struttura monodireziona-
alburno, cambio, libro corteccia. La stagionatura può essere naturale (1-5 anni) o artificiale. le delle fibre induce nel legno comportamenti anisotropi.
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF

CLASSIFICAZIONE DEI LEGNAMI TAB. F.1.19./1 VARIAZIONI VOLUMETRICHE DEL LEGNO IN FUNZIONE DELL’IGROSCOPICITÀ
D.GETTAZIONE
Le essenze si differenziano per le differenti costituzioni
DIREZIONE (rispetto agli anelli) RITIRO % IN VOLUME RIGONFIAMENTO % IN VOLUME PRO TTURALE
della fase solida e per le diverse percentuali d’acqua pre- STRU
senti. Per una stessa essenza le proporzioni possono
dipendere anche dall’area geografica di provenienza, Tangenziale 7-12 6-12
dall’esposizione, dal periodo vegetativo del taglio, dall’età
Radiale 3-16 3-5
E.NTROLLO
della pianta. CO NTALE
I criteri di classificazione sono oggetto delle norme UNI AMBIE
2853-2854 e UNI 3917. Nell’edilizia si utilizzano mag- Longitudinale 0,1-0,3 0,1-0,5
giormente legnami di conifere e di latifoglie.
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
TAB. F.1.19./2 CLASSIFICAZIONE DELLE ESSENZE PIÙ DIFFUSE
COMP
CARATTERISTICHE E REQUISITI
DEI LEGNAMI
PESO SPECIFICO
ESSENZA LAVORABILITÀ IMPIEGHI
G.ANISTICA
(kg/dm3)
Tra le caratteristiche che caratterizzano il legno vi sono:
• igroscopicità: la tendenza del legno ad assumere Conifere leggere Abete bianco, tenero, lavorabile palificazioni, URB
acqua dall’ambiente sotto forma di vapore (UNI 4145); Abete rosso 0,3-0,6 casseforme, truciolari
• peso specifico apparente o massa volumica: è fun-
zione della struttura cellulare dell’essenza, della pro- Conifere medie Larice, Pitch-pine, duro traversine,serramenti,
venienza, della stagionatura (UNI ISO 4469, 4858); Pino d’Aleppo, pavimenti,
• permeabilità all’acqua: è maggiore nella direzione delle Pino marittimo, 0,6-0,8 costruzioni navali
fibre e minore in senso trasversale; Abete douglas RALI
• resistenza: è diversa in funzione dell’angolo che la di- F.1. I PERIMET
T
rezione della sollecitazione forma con l’asse delle fibre PARE ALI
e varia con il grado di stagionatura del legno; Latifoglie leggere Frassino, Pioppo tenero, elastico manici per utensili, VERTIC
0,5-0,7
• durezza: è determinata dal carico necessario a infig- compensati
gere il provino e valuta la possibilità di lavorazione
Latifoglie medie Faggio, Castagno 0,7-0,8 duro, lavorabile
traversine, travi, F.2. URE
CHIUS ONTALI
del legno. serramenti
Z
Latifoglie pesanti Quercia, Rovere duro travi, pavimenti, ORIZ
0,8 costruzioni navali
TRATTAMENTI DEL LEGNO
F.3. IONI
IZ
Il legno si deteriora a causa della variazione dell’umidità TAB. F.1.19./3 CARICHI DI SICUREZZA DEI PIÙ COMUNI LEGNAMI ITALIANI DA OPERA E DA LAVORO PART E
N
ambientale e a causa della sua attaccabilità da parte di INTER
insetti xilofagi e di funghi. I trattamenti per prevenire tali
fenomeni sono: Peso Specie Compressione Compressione Trazione Taglio
• superficiali: con vernici (pellicole trasparenti), pitture specifico legnose parallela normale Flessione parallela normale F.4. NTI DI E
(vernici pigmentate), catrame; (kg/m3) o essenze alle fibre alle fibre alle fibre alle fibre ELEME NICAZION
• impregnanti: con procedimenti vari si fa assorbire al COMU ALE
kg/cm2 70÷100 20 75÷115 60÷110 7÷9 VERTIC
legno la sostanza in grado di renderlo impermeabile 450 Abete bianco
N/mm2 7÷10 2 7,5÷11,5 6÷11 0,7÷0,9
o inattaccabile.
kg/cm2 75÷120 20÷25 85÷130 70÷120 9÷11 F.5. I
750 Larice D
Il legno è facilmente combustibile e infiammabile. Il si- N/mm2 7,5÷12 2÷2,5 8,5÷13 7÷12 0,9÷1,1 ARRE
stema di ignifugazione (superficiale o impregnante) mira
a rendere il processo di combustione lento e incompleto, kg/cm2 70÷110 20÷25 80÷125 60÷110 8÷10
650 Pino
tendendo a conservare in loco la crosta carbonizzata N/mm2 7÷11 2÷2,5 8÷12,5 6÷11 0,8÷1 F.6. AZIONI
M
scarsamente conducibile. I trattamenti vanno ripetuti nel SISTE E
N
tempo, rimuovendo gli strati superficiali esausti. kg/cm2 70÷110 20 80÷120 60÷110 6÷8 ESTER
700 Castagno
N/mm2 7÷11 2 8÷12 6÷11 0,6÷0,8

kg/cm2 75÷120 22÷30 85÷130 70÷120 9÷12


850 Faggio
N/mm2 7,5÷12 2,2÷3 8,5÷13 7÷12 0,9÷1,2

kg/cm2 70÷110 20 80÷120 60÷110 6÷8


850 Frassino
N/mm2 7÷11 2 8÷12 6÷11 0,6÷0,8

kg/cm2 75÷120 22÷30 85÷130 70÷120 9÷12


900 Quercia
N/mm2 7,5÷12 2,2÷3 8,5÷13 7÷12 0,9÷1,2

kg/cm2 60÷100 15 65÷105 45÷90 4÷6


420 Pioppo
N/mm2 6÷10 1,5 6,5÷10,5 4,5÷9 0,4÷0,6

kg/cm2 75÷120 22÷30 90÷135 70÷130 9÷12 8. IDE


750 Robinia F.1.1I TRASLUC
N/mm2 7,5÷12 2,2÷30 9÷13,5 7÷13 0,9÷1,2 T
PARE PARENTI
S
E TRA
kg/cm2 70÷110 20 80÷120 60÷110 6÷8
650 Olmo
N/mm2 7÷11 2 8÷12 6÷11 0,6÷0,8
9. O
F.1.1I IN LEGN
T
PARE
NB I valori più alti si riferiscono a legnami di 1° categoria e quelli più bassi a legnami di 3° categoria.

F 59
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
19. PARETI IN LEGNO

➦ PANNELLI A BASE DI LEGNO

FIG. F.1.19./1 TIPI DI SEGAGIONE PRODOTTI DERIVATI DAL LEGNO

Al fine di rendere più omogenee e isotrope le caratteri- Il comportamento del legno può essere migliorato attra-
stiche prestazionali del materiale si preferisce l’impiego verso trattamenti chimici e meccanici:
di materiali derivati dal legno, ottenuti attraverso alcuni
• legni impregnati: sono ottenuti impregnando il legno
procedimenti: la struttura fibrosa del legno, dapprima
con resine sintetiche che lo rendono più compatto,
scomposta in elementi (scaglie, trucioli, listelli o fogli
meno sensibile all’umidità e ai parassiti;
sottili), viene successivamente riassemblata mediante
l’impiego di resine e/o azioni meccaniche (pressatura) • legni metallizzati: sono ottenuti impregnando il legno
sotto forma di pannelli. con metalli caratterizzati da un basso punto di fusione.

MEZZONE COMPENSATI

Ottenuti mediante l’incollaggio a strati e successiva pres- re compreso tra 0,5 mm 1,5 mm, in numero dispari
satura di sottili fogli di piallaccio disposti con fibre ruota- a partire da tre;
te ortogonalmente fra loro. • paniforte: ottenuto per interposizione tra due fogli di
Tra i vari prodotti: piallaccio di uno o più strati di tavolette di legno acco-
• compensato: ottenuto per incollaggio a caldo (95- state e disposte con le fibre ortogonali alle fodere.
100°C) di fogli di spessore variabile tra 0,15 mm,
e 1,50 mm posti a fibre angolate, generalmente in Le definizioni, la classificazione, la composizione, i
numero dispari; requisiti e le prove riguardanti tali prodotti sono oggetto
• multistrato: formato da un numero di fogli, di spesso- delle norme UNI 6467, 6483 e UNI EN 313.
RADIALE O A MAGLIA

PANNELLI DI PARTICELLE DI LEGNO

Sono ottenuti per pressatura, più raramente per estru- maggiore concentrazione di legante che riveste le
sione, di agglomerati di frammenti legnosi (trucioli, scaglie) particelle lignee.
prodotti dalla frantumazione di cascami (residui di lavo- • pannelli in lana di legno: formati per pressatura a pres-
razioni, rami, fronde) e leganti di varia natura (organica, sione ridotta di un impasto di trucioli di legno, essiccati
inorganica, sintetica). I pannelli di particelle sono definiti e trattati, e resine artificiali, cemento o leganti minerali.
e normati dalle UNI EN 309, 311, 312. Il diverso orientamento dei frammenti garantisce un
Tra i prodotti: comportamento isotropo del prodotto, che deve rispon-
• truciolare monostrato: l’impasto legnoso è caratterizza- dere alle norme UNI 3748, 9714 e UNI EN 310;
RADIALE CON MEZZONI to da una granulometria piuttosto grossolana e costante; • pannello in scaglie di legno orientate (Oriented Strand
• truciolare multistrato: è ottenuto per pressatura di Board, OSB): composto da scaglie di grande dimen-
strati sovrapposti a granulometria variabile. Più sione (strand) distribuiti sul piano con fibre orientate.
grossolana nello strato centrale, la granulometria Il piano individuato dalla direzione delle scaglie,
diviene progressivamente più sottile negli strati generalmente coincidente con quello del pannello,
esterni che, più compatti, sono caratterizzati da una ha valori di resistenza molto elevati. Tali prodotti deb-
superficie più liscia e meno porosa grazie a una bono rispondere alla norma UNI EN 300.

PANNELLI IN FIBRA DI LEGNO

Il materiale base è costituito da trucioli e scaglie di legno con resine sintetiche. Caratterizzato da struttura omo-
RADIALE CON MEZZONI A SPESSORI MISTI sottoposti a feltratura, procedimento finalizzato a miglio- genea e molto compatta, rende il pannello lavorabile
rare l’adesione delle fibre con il legante. I frammenti ven- a macchina (segatura, tornitura, finitura), e da trama
gono rammolliti con vapore e successivamente passati sottile, che consente l’impiallacciatura o la laccatura
sotto mole rotanti che ne provocano la sfibratura. delle superfici, questo pannello viene spesso impie-
I pannelli formati per pressatura sono caratterizzati da gato in sostituzione del legno naturale. Le specifiche
isotropia. È possibile variare il peso specifico (o la den- e i requisiti dei pannelli in MDF sono oggetto delle
sità) e la porosità delle lastre in funzione delle necessità, norme UNI EN 622.
utilizzando metodi differenti di pressatura (umida, secca
e semisecca). Tali prodotti sono definiti e classificati dalle Tra gli altri derivati del legno si ricordano inoltre:
norme UNI EN 316. • tamburato: pannello formato da due fogli di compen-
Tra i prodotti: sato applicati su uno strato irrigidente leggero, costi-
• faesite o maesite (Hard Board): nome commerciale, tuito da un reticolato in legno, un nido d’ape di carta
IN QUARTO A VENTAGLIO ormai entrato nell’uso comune per indicare un parti- o cartone o da materiale plastico espanso;
colare tipo di pannello ottenuto per pressatura umida • lamellare: è un materiale ottenuto per incollaggio a
ad alta temperatura di agglomerati di fibre e legante pressione di strati di lamelle o listelli di legno (spes-
a base di resine naturali. In relazione alla densità è sore ≤ 50 mm) e resine sintetiche. Caratterizzato da
possibile distinguere faesiti normali, generalmente pro- elevata resistenza alle sollecitazioni di compres-
dotte sotto forma di lastre in spessori da 1,2 mm a sione, trazione e taglio è utilizzato per la realizzazio-
1,5 mm, e faesiti a bassa densità, prodotte in lastre ne di elementi strutturali anche di notevoli dimensioni.
meno compatte e resistenti delle precedenti, in spes- Tra le normative cui si fa riferimento:
sori da 6 mm a 12 mm; DIN 1052 (Germania), REGLES C.B. 71 (Francia),
• medium density fibreboard (MDF): ottenuto per pres- SIA 164 (Svizzera), BSI 5268/1988 (Inghilterra),
satura a secco di agglomerati di fibre omogenee legate ÖNORM (Austria): B 4100, 4101.
MISTA SU TRONCO
MESSA IN OPERA

La parete può essere realizzata direttamente in opera, ben stagionato, trattato con impregnanti, accuratamen-
con tavolati di disegno diverso applicati su strutture fitta- te manutenuto.
mente intelaiate (balloon frame) costituendo direttamen- Fondamentale è la scelta della tipologia degli incastri
te l’involucro, ovvero può essere realizzata con autono- tra i diversi elementi che costituiscono i pannelli.
mi pannelli di tamponamento. Per ovviare alla difficoltà di ottenere legni ben stagionati
Gli elementi del telaio, sui quali sono riportate le battute a basso costo, si possono usare profili di piccole dimen-
di correlazione, e gli elementi che costituiscono la tam- sioni, ovvero prodotti derivati (compensati, sfibrati).
ponatura non dovranno essere soggetti a fenomeni di Il comfort ambientale può essere aumentato con l’inter-
ritiro. Il pannello deve risultare impermeabile all’aria posizione di strati di barriera al vapore e materassini
IN QUARTO CON MEZZONI e all’acqua; per questo è necessario che il legno sia isolanti (lana di roccia, poliuretano).

F 60
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
PARETI IN LEGNO 19.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.19./2 PANNELLI

PANIFORTE A TAVOLETTE PANIFORTE A LISTELLI


STRATO
DI COMPENSATO TAMBURATO B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA

C.RCIZIO E
LISTELLI
ESE ESSIONAL
PROF
STRATO
DI COMPENSATO EVENTUALE

D.GETTAZIONE
IMPIALLACCIATURA

PRO TTURALE
STRU

GIUNTI DI TAVOLATI PER SPESSORI PICCOLI COPRITESTA


E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE

A SQUADRO A 45 ° A 60°
60
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP

G.ANISTICA
A METÀ
MET LEGNO A CUNEO A LINGUETTA RIPORTATA A DENTE E CANALE URB

GIUNTI DI TAVOLATI PER SPESSORI MAGGIORI


RALI
Disposizione delle tavole in pannelli per evitare l’effetto
l effetto dell
dell’imbarcamento
imbarcamento TAVOLA F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
2/3
VERTIC
1/3

F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
TRAVERSO TAVOLA TRAVERSO ORIZ

F.3. IONI
IZ
con profilo esterno
PART E
N
INTER

F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
con linguetta riportata
F.5. I
D
ARRE

TIPOLOGIE DI TAVOLATI PER PANNELLATURE F.6. AZIONI


M
SISTE E
N
ESTER

con tassello a filo

SEMPLICE CON SPESSORE INSERITO CON GOCCIOLATOIO

MONTANTE MONTANTE MONTANTE con spina

9. O
F.1.1I IN LEGN
GIUNZIONI CHIODATE DI TAVOLATI PER PANNELLATURE GIUNTI DI PROFILATI GIUNTI DI TAVOLE T
PARE

F 61
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
19. PARETI IN LEGNO

PRODOTTI DERIVATI DAL LEGNO

FIG. F.1.19./3 SISTEMI DI MONTAGGIO

PILASTRO AZZANCATO
NELLA STRUTTURA
GUARNIZIONE

PANNELLO
DOGATO

PANNELLO INTERNO

PANNELLO ESTERNO
min 15 mm

FERMO
IN GOMMA

SOGLIA
IN LEGNO PAVIMENTO

DOGHE SAGOMATE DOGHE A TAVOLA

FACCIATA VENTILATA

SOLUZIONE D’ANGOLO
D ANGOLO
PARTIZIONI INTERNE

PARETE

SUPPORTO
PAVIMENTO
DOGHE

LAMA D’ARIA
D ARIA
SUPPORTO
PILASTRO

CONTROSOFFITTO

SEZIONE VERTICALE PIANTA

F 62
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
PARETI IN LEGNO 19.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.19./4 NODI PER TELAI

A CIMATURA DIAGONALE A TENAGLIA


B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
NODO ORGA
INTERMEDIO

C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF

D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU

E.NTROLLO
A CIMATURA QUADRA A MEZZO LEGNO CON CIMATURA DIAGONALE
NODO CO NTALE
PERIMETRALE AMBIE

F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
NODO INTERMEDIO

G.ANISTICA
URB
NODO PERIMETRALE

NODI PER TELAI: TIPOLOGIE DI INCASTRO


RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC

F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ

INTAGLIO DI TESTA INCASTRO A DENTE E CANALE DOPPIO INCASTRO A DENTE E CANALE


F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER

PROFILO IN ACCIAIO PIEGATO


F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC

F.5. I
D
ARRE

F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER

PROFILO IN ACCIAIO PIEGATO

UNIONI REALIZZATE MEDIANTE


9. O
INCASTRI A CODA DI RONDINE SEMPLICI E MULTIPLI INCASTRI A TENONE E MORTASA L’INSERIMENTO
INSERIMENTO DI PROFILI METALLICI F.1.1I IN LEGN
T
PARE

F 63
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
20. INTONACI

TIPI E CARATTERISTICHE

L’intonaco è una malta, composta da leganti, inerti, acqua ed eventuali additivi (cfr. F.1.7.), che costituisce la finitura della muratura proteggendola dall’azione aggressiva degli
agenti atmosferici (UNI 7959).
Gli inerti sono sabbie, pozzolane e particolari materiali che conferiscono caratteristiche diverse all’intonaco. L’intonaco si può considerare come uno strato di usura, soggetto cioè
a sostituzioni periodiche.
La malta per intonaci deve essere sufficientemente elastica, deve avere un limitato ritiro per evitare fessurazioni e cavillature, deve essere meccanicamente resistente, deve
avere valori di permeabilità al vapore uguali o superiori a quelli del supporto, deve essere impermeabile all’acqua (per intonaci esterni), deve essere compatibile con il supporto
in termini di elevata aderenza a esso e compatibilità dei valori del coefficiente di dilatazione termica.

CARATTERISTICHE DELL’INTONACO epossidiche e poliestere, acetati acrilici e polivinilici) per migliorare la resistenza alla
solubilità e alle azioni degli acidi e degli alcali, la compattezza, la flessibilità, l’adesività.
I parametri che determinano il comportamento dell’intonaco sono: Per contro, gli additivi sintetici, se non dosati correttamente, possono causare la for-
• il tempo di applicabilità: il tempo che l’operatore ha a disposizione, dopo aver ag- mazioni di sali solubili con rischio di efflorescenze, rigonfiamenti e rotture.
giunto acqua all’impasto, per applicare l’intonaco sul muro; trascorso tale periodo
l’intonaco diventa viscoso e inutilizzabile; PRESA DELL’INTONACO
• il tempo di presa: l’intervallo di tempo che intercorre tra l’inizio delle operazioni
dell’impasto e l’inizio della brusca diminuzione di plasticità dello stesso; La presa dell’intonaco a base di calci aeree (calce idrata, grassello) avviene per eva-
• il tempo di lavorabilità: il tempo in cui l’intonaco resta plastico e quindi spianabile porazione dell’acqua di impasto e, successivamente, per il processo di carbo-
dopo averlo applicato sul muro. natazione della calce, per cui l’idrato di calcio, a contatto con l’anidride carbonica
dell’aria, si trasforma in carbonato di calcio. L’indurimento avviene per reazione
ADDITIVI endogena, dall’interno verso l’esterno.
La presa dell’intonaco a base di calci idrauliche (calci idrauliche normali o artificiali in
Gli additivi migliorano le proprietà e le caratteristiche dell’intonaco. polvere, calci eminentemente idrauliche o artificiali in polvere, calci idrauliche artificiali
I ritardatori e gli acceleratori di presa modificano la velocità di indurimento dell’intonaco. pozzolaniche in polvere, calci idrauliche siderurgiche in polvere) che fanno presa
I plastificanti rendono le malte più viscose, omogenee e stabili; la maggiore richiesta anche in presenza di acqua, non è legata al processo di carbonatazione, bensì alla
di acqua rende però l’intonaco meno resistente meccanicamente, per cui ai formazione, per idrolisi in soluzione acquosa, di silicati e alluminati.
plastificanti sono spessi associati additivi fluidificanti e acceleranti. La presa dell’intonaco a base di gesso avviene a seguito della evaporazione dell’acqua
Gli aeranti formano una struttura microalveolare che migliora il comportamento al gelo di impasto, al successivo indurimento della polvere di gesso che riacquista le
dell’intonaco. molecole perse durante la cottura della pietra naturale.
È ormai raro l’uso di additivi organici, utilizzati cioè allo stato naturale (l’albume, la La presa dell’intonaco a base di cemento avviene, ugualmente, a seguito dell’evapora-
caseina la colla animale ecc.); è invece frequente l’impiego di additivi sintetici (resine zione dell’acqua, che produce il consolidamento e indurimento dell’impasto.

TIPI DI INTONACI
Per gli intonaci interni si impiegano prevalentemente all’esterno; il coefficiente di dilatazione termica è inoltre dà luogo a un intonaco resistente e poco assorbente;
malte di calce aerea, di calce idraulica o di gesso; per gli troppo elevato rispetto a quello dei materiali antichi; infi- l’aggiunta di 1/3 di grassello di calce rende l’intonaco
intonaci esterni, per la maggiore funzione protettiva che ne, a contatto con intonaci tradizionali, sviluppa sollecita- più lavorabile e più assorbente.
devono assolvere, si impiegano malte di calce eminen- zioni dannose, a causa della elevata resistenza mecca-
temente idraulica, malta di cemento o malte bastarde. nica di questo tipo di intonaco rispetto a quello antico. INTONACI A BASE DI LEGANTI SINTETICI
L’intonaco alla calce è molto permeabile al vapore, ha
buona deformabilità, è poco impermeabile ma in grado INTONACI A BASE DI GESSO Sono impiegati leganti polimerici composti da resine acri-
di restituire l’acqua assorbita, ha un lungo tempo di in- liche o viniliche disciolte in solventi, da granulati di marmo
durimento, ha bassa resistenza meccanica, non è resi- A causa della sua sensibilità all’umidità, l’intonaco a o silicati, da coloranti e additivi. Questi intonaci sono im-
stente al gelo, degrada facilmente per la cristallizza- base di gesso è impiegato essenzialmente per interni. piegati generalmente solo per lo strato di finitura offrendo
zione dei sali. È particolarmente indicato nei restauri di Ha capacità isolanti, fornisce una buona protezione al una superficie molto compatta che, se da un lato garan-
murature antiche per la elevata traspirabilità e per la fuoco e, asciutto, presenta una superficie molto leviga- tisce una ottima impermeabilizzazione, dall’altro im-
compatibilità con il supporto in relazione ai valori del ta. Non è adatto a ricoprire superfici in cemento per la pedisce la migrazione del vapore attraverso la muratura.
coefficiente di dilatazione termica. elevata differenza del coefficiente di dilatazione dei due I cicli di formazione di condensa interstiziale e di eventuale
L’intonaco alla calce con moderata aggiunta di leganti materiali (alto per il gesso, basso per il cemento) che gelo provocano rigonfiamenti dello strato superficiale di
idraulici è realizzato sostituendo a una parte di grassel- causa distacchi e fessurazioni; non deve entrare in con- intonaco, fessure e distacchi. Sono quindi da escludere
lo una equivalente di legante idraulico (pozzolana e tatto con elementi di ferro, che sono aggrediti dal gesso. nei restauri e nelle murature tradizionali non solo per i
materiali a comportamento pozzolanico, cocciopesto). Gli intonaci a base di gesso si differenziano in relazione motivi suddetti, ma anche per i diversi valori del coeffi-
L’intonaco a base di leganti idraulici ha buona consi- alla natura del gesso. L’intonaco a base di gesso semi- ciente di dilatazione termica. Sono invece adatti nella
stenza e bassa porosità. Nella realizzazione a più stra- idrato, detto intonaco di Parigi, impiega gesso il cui pro- protezione di strutture in cemento armato, dove il rischio
ti, la resistenza meccanica dei leganti impiegati deve cesso di idratazione non è completato; ha una presa di umidità proveniente dall’interno è ridotto al minimo,
diminuire man mano che si passa agli strati successivi. estremamente rapida e risulta difficile la posa a mano. mentre è richiesta una protezione dall’esterno.
Il primo strato, se a base di cemento, non deve supe- Aggiungendo additivi ritardanti si ottiene un intonaco a
rare mm 3 di spessore; l’arriccio, composto di calce idrau- base di gesso semiidrato ritardato, di più facile stesura; INTONACI SPECIALI
lica e cemento deve avere spessore di circa mm 15; l’ul- questo intonaco è impiegato per il primo strato di ade-
timo strato, sottile, deve essere composto con calce renza e per lo strato di finitura. Fanno parte di questa categoria quegli intonaci, in genere
idrata e cemento. L’uso eccessivo di cemento porta a L’intonaco a base di gesso anidro è composto con gesso premiscelati e preconfezionati, in cui la presenza di alcu-
un intonaco rigido, che evidenzierà rapidamente fessu- completamente disidratato. Ha un tempo di presa molto ni componenti nell’impasto (perlite, vermiculite, pomice,
razioni e distacchi; gli stessi rischi si avranno se il lungo e può essere lavorato sino a risultare lucido e levi- granulati plastici ecc.) garantisce particolari prestazioni.
dosaggio del cemento nello strato di finitura sarà supe- gato. Caratterizzato da elevata resistenza non deve La preparazione può prevedere l’aggiunta di sabbia. Tra
riore a quello dei leganti aerei. essere applicato su superfici assorbenti: l’acqua d’im- questi vi sono gli intonaci termoisolanti, ignifughi, fono-
L’intonaco a base di cemento dovrebbe impiegare ce- pasto infatti, a causa del lento indurimento, può essere assorbenti, deumidificanti, impermeabilizzanti, consolidanti.
menti a basso contenuto di alcali, per evitare la cristal- assorbita dalla struttura sottostante causando una idra- La preparazione industriale garantisce qualità costanti e
lizzazione dei sali. È particolarmente indicato per locali tazione prematura dell’intonaco. I tempi di presa posso- per quelli colorati in pasta, omogeneità di colori. La posa
umidi sotterranei, per fognature, pozzetti di raccolta, no essere regolati con additivi acceleranti, ottenendo un è rapida; possono essere impiegati in unico strato e appli-
pozzi neri e, come impermeabilizzante, per vasche e ser- intonaco adatto a finiture resistenti e durevoli. cati in due fasi; il secondo passaggio è applicabile già
batoi. È sconsigliabile l’uso di intonaco a base di cemen- Un intonaco a base di gesso impiegato per i primi stra- dopo 3 ore. Al fine di ridurre i fenomeni di fessurazioni,
to negli edifici storici a causa della sua scarsa porosità, ti può avere il seguente dosaggio: 1 parte di gesso e 1,5 le caratteristiche meccaniche sono migliorate con l’im-
che non consente la migrazione di acqua e vapore di sabbia. Per lo strato di finitura il solo impiego di gesso piego di fibre di vetro, di cellulosa, di polipropilene.

F 64
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
INTONACI 20.

MODALITÀ DI ESECUZIONE A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
Nell’intonaco a tre strati, il rinzaffo, ad alto contenuto di cemento (500–600 kg), è PROG
L’intonaco è applicato a strati. L’applicazione dei singoli strati deve avvenire dopo
asciugatura di quelli precedenti e in condizioni meteorologiche costanti (5-30°C). Lo molto sottile.
spessore complessivo è circa 1,5-2,5.cm
B.STAZIONI DILEGIZLII
Il secondo strato, detto stabilitura o arriccio può essere anche di finitura; in que-
Un intonaco ad alto contenuto di legante presenta buona aderenza, compattezza e st’ultimo caso è chiamato intonaco civile. Questo strato è realizzato con una malta
PRE I ED
lavorabilità; per contro è facilmente fessurabile per il forte ritiro e la scarsa deforma- a minore contenuto di cemento, per evitare le fessurazioni a seguito del ritiro del NISM
bilità a rottura. Riducendo il contenuto di legante l’impasto diviene meno lavorabile, legante (1 m3 di sabbia, 400 kg di calce idraulica o 0,5 m3 di grassello, 30–50 kg di ORGA
poroso e quindi permeabile all’acqua e presenta scarsa adesione al supporto. cemento). Gli inerti hanno granulometrie più raffinate di quelle impiegate per lo stra-
Per ovviare a tali inconvenienti è opportuno distinguere le funzioni, e quindi le ricette, to precedente. Nel caso sia di finitura, lo spessore complessivo non deve essere
dei singoli strati che costituiscono l’intonaco; l’impiego di calce facilita la lavorabilità inferiore a 1,5.cm C.RCIZIO E
dell’impasto; l’impiego di leganti idraulici e di opportuni additivi consente di integrare Il terzo strato, o corpo dell’intonaco, deve essere compatto e poco fessurabile. Ha ESE ESSIONAL
le diverse caratteristiche. funzione impermeabilizzante. La malta può essere di cemento (1 m3 di sabbia, PROF
La granulometria degli inerti si raffina passando dal primo strato a quello di finitura.Il primo 400–500 kg di cemento) o bastarda (1 m3 di sabbia, 300 kg di cemento, 150 kg di
D.GETTAZIONE
strato di intonaco, chiamato rinzaffo, aggrappo o intonaco rustico, è realizzato con una calce idraulica).
malta bastarda (1 m3 di sabbia, 400 kg di calce idraulica o 0,5 m3 di grassello 100 kg di Un ultimo strato, di finitura, deve impiegare malta dello stesso tipo di quella impiega-
cemento); gli inerti sono grossolani, lo spessore dello strato ≥ 1 cm. Ha la funzione di ta per lo strato precedente, ma con minore contenuto di cemento (300–400 kg di PRO TTURALE
assicurare l’aderenza dell’intonaco al supporto e deve pertanto essere lasciato rugoso. cemento, 150–250 kg di calce). STRU

TAB. F.1.20./1 CLASSIFICAZIONE DEI VARI TIPI DI INTONACI BASATA SULLA


NATURA DEI LEGANTI
TAB. F.1.20./2 COMPOSIZIONE DI INTONACO A BASE DI LEGANTI AEREI
E.NTROLLO
CO NTALE
COMPONENTI
1° STRATO 2° STRATO 3° STRATO FINITURA AMBIE
ALLA MODERNO MODERNO (parti (parti (parti (parti
STRATO TRADIZIONALE PER LA MALTA
CALCE MINERALE SINTETICO in volume) in volume) in volume) in volume)
inerti: F. TERIALI,TECN
ICHE
RINZAFFO calce cemento portland cemento portland cemento portland
• Sabbia grossa 11 – 9 – MA ONENTI,
idrata e calce idraulica e calce idraulica e calce idraulica COMP
• Sabbia fina – 8 – 10
Calce in pasta 3 3 3 3
ARRICCIO calce
idrata
cemento portland
e calce idraulica
cemento portland
e calce idraulica
cemento portland
e calce idraulica Spessore 8-10 mm 3-5 mm 10-20 mm 3-4 mm G.ANISTICA
URB
TAB. F.1.20./3 COMPOSIZIONE DI INTONACO A BASE DI LEGANTI IDRAULICI
FINITURA calce cemento portland cemento portland polimero
idrata e calce idrata calce idrata 1° STRATO 2° STRATO 3° STRATO FINITURA
e calce idraulica COMPONENTI
(parti (parti (parti (parti
PER LA MALTA
in volume) in volume) in volume) in volume) RALI
F.1. I PERIMET
T
inerti: PARE ALI
• Sabbia grossa 12 – 12 – VERTIC
• Sabbia fina – 12 – 12
Cemento portland
0,5 – 0,5 – F.2. URE
APPLICAZIONE DELL’INTONACO
normale CHIUS ONTALI
Z
Cemento portland ORIZ
– – – 1
L’intonaco viene applicato su una parete opportunamente preparata: deve risultare suffi- bianco
cientemente asciutta, pulita ed esente da difetti di costruzione, deve avere una superficie Calce idraulica 1,5 2,5 2 – F.3. IONI
scabrosa per facilitare l’aderenza dell’intonaco. IZ
Calce idrata in polvere – – 1 3 PART E
N
In assenza di quest’ultimo requisito è possibile bocciardare la superficie, fare delle INTER
striature, far sporgere la malta dai giunti dei mattoni, impiegare un primer (ad esem- Spessore 8-10 mm 3-5 mm 12-15 mm 3-5 mm
pio l’acetato di polivinile), predisporre vere e proprie armature di sostegno all’intona-
co, come griglie metalliche protette dall’ossidazione, in PVC, in legno, reti porta- F.4. NTI DI E
intonaco in fibra di vetro. FIG. F.1.20./1 UTENSILI IMPIEGATI NELLA PREPARAZIONE E STESURA ELEME NICAZION
La rete è particolarmente utile in corrispondenza dei giunti tra materiali diversi (ad esem- DELL’INTONACO COMU ALE
pio tra i pilastri e i cordoli in calcestruzzo e la muratura), dove le differenti dilatazioni dei VERTIC
materiali sottostanti l’intonaco provocherebbero sollecitazioni differenziate, tali da causare
l’insorgere di fessurazioni e cavillature.
La rete deve essere estesa per l’intera area soggetta a tale fenomeno. Le giunzioni della F.5. I
D
rete hanno sovrapposizioni per circa 10 cm. L’impasto, dopo essere stato preparato nel ARRE
secchio, viene steso a strati.
Il primo strato di rinzaffo viene proiettato energicamente a mano, o con attrezzature FRATTAZZO
pneumatiche o meccaniche, e completato con la cazzuola. F.6. AZIONI
M
SISTE E
Il secondo strato, l’arriccio, viene passato quando ancora il precedente non ha com- N
ESTER
pletato la presa (da 3 a 7 giorni dopo) e dopo aver bagnato la superficie; può essere
lasciato grezzo di proiezione, o compresso con il frattazzino o la cazzuola, o reso liscio CAZZUOLA
con il frattazzo. DA INTONACO
FRATTAZZINO
L’ultimo strato di finitura deve essere compatto, levigato e perfettamente livellato; la
SECCHIO
superficie viene lavorata con strumenti diversi in relazione all’aspetto desiderato.
Il fissaggio di un reticolo di poste precede l’applicazione dell’intonaco. Le poste sono
frammenti di laterizio o pietra, dello spessore uguale a quello previsto per i primi due
strati di intonaco, fissati alla parete con la stessa malta impiegata per l’intonaco.
Un filo steso tra due poste conseguenti in verticale segna lo spessore di una striscia di SPARVIERE SPARVIERE O
malta, guida, che regolerà lo spessore definitivo dell’intonaco. O TAVOLETTA PALETTA PORTA MALTA
Si procede a intonacare i campi tra strisce di malta verticali, controllando con il rego- PORTA MALTA CAZZUOLA DA MURO
lo la planarità dello strato rispetto alle guide. Per superfici curve il regolo è sostituito O COMUNE
da opportune sagome appositamente preparate.
È opportuno evitare rapide essiccazioni che porterebbero a eccessivo ritiro con con- FERRO DA STUCCO
seguenti fessurazioni; a tale proposito è utile mantenere moderatamente umida la
superficie per una settimana.
Alla comparsa di piccole screpolature si passa alla lisciatura dell’intonaco mantenen-
do umida la superficie con un pennello bagnato. Per attuare un efficace collegamento
tra campi di intonaco conseguenti (su pareti d’angolo o su una stessa parete) è neces- CAZZUOLA METALLICA
sario stendere l’intonaco del campo successivo prima che quello del precedente sia CAZZUOLA PER LISCIATURA REGOLO 0.
DA STUCCO E RASATURA F.1.2 ACI
indurito. L’intonaco deve essere interrotto in corrispondenza dei giunti di dilatazione. N
INTO

F 65
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
20. INTONACI

➦ MODALITÀ DI ESECUZIONE

FINITURA

L’ultimo strato di intonaco può essere realizzato con inerti diversi e diverse tecniche di una superficie lucida e molto levigata. Integrata con polvere di marmi colorati e
finitura per conferire aspetti particolari; prende il nome in questo caso di colla. lavorata a encausto si presenta simile al marmo.
Molto particolare è la colla di cocciopesto il cui impasto è costituito da calce e Può anche essere colorata dopo la presa, prima dell’indurimento, con la tecnica
frammenti di mattoni, coppi o tegole (coccio) frantumati al mortaio (pesto). È adatta ad dell’affresco.
ambienti umidi rendendo la superficie impermeabile. Per il trattamento a encausto le ultime mani sono trattate con cera vergine riscaldata
La colla brodata o alla genovese impiega, insieme alla calce, la sabbia bianca, che a ferro che viene stesa ripetutamente con panni di lana, sino a ottenere un piano
conferisce un aspetto simile al marmo. È adatta ai rivestimenti esterni e non richiede perfettamente lucido e liscio.
la tinteggiatura. La colla di travertino prevede l’impiego di travertino frantumato al mortaio, per emulare
La colla di marmo o marmorina aggiunge alla calce la polvere di marmo frantumata al appunto un paramento in travertino.
mortaio. Impiegata in strati sottili di 2-3 mm per favorire la carbonatazione, risulta Stesa in spessori da 3 a 10 mm la superficie viene ulteriormente elaborata con graffiture.
molto simile esteticamente al marmo. La superficie può essere ulteriormente lucidata. La finitura a ghiaietto prevede l’applicazione, su un intonaco di cemento ancora fresco,
La colla a stucco lucido è adatta sia per interno che per esterno. È una malta fine di di inerti di granulometria compresa tra 5 e 10 mm.
grassello di calce aerea della migliore qualità, mista, come la precedente, a polvere di Si definisce intonaco a mezzo stucco quello formato da intonaco grezzo con malta fine
marmo molto sottile. di calce spenta e pozzolana, tirata a frattazzo e rifinito con uno strato di circa mm 2 di
Per lo strato di finitura la composizione è 1 parte in volume di grassello per 1 o 1,5 di malta per stucchi, perfettamente levigata con il frattazzo metallico.
polvere di marmo. Si definisce intonaco a stucco quello formato come il precedente ma con uno strato di
Passata più volte, lisciata con panni umidi e sfregata con ferri caldi presenta, infine, finitura di circa 5 mm.

COLORITURA

I prodotti vernicianti sono le vernici le pitture, gli smalti. Le vernici sono prodotti Tinta a calce (a secco) – Viene eseguita su intonaco tradizionale a calce, sia allo
trasparenti, privi di pigmenti; le pitture contengono pigmenti e cariche; gli smalti sono stato fresco che asciutto. La tinta a calce viene eseguita anche su intonaco di calce
coprenti e hanno caratteristiche di brillantezza e resistenza agli agenti esterni. idraulica, risultando meno durevole, ma è incompatibile su intonaci di cemento, da cui
I componenti delle pitture nella produzione attuale sono: i leganti, i solventi, i pigmenti, si distacca facilmente. Sono impiegati pigmenti a base di terre naturali o di ossidi di
gli additivi. ferro artificiali, diluiti in grassello di calce, che ha la funzione di legante e realizza
I leganti sono polimeri o resine che consentono alla pittura di creare una pellicola l’adesione del colore al supporto.
asciutta e aderente al supporto. La percentuale di pigmenti nel grassello dovrebbe essere ≤ al 10% per evitare di
I solventi sono sostanze volatili in cui sono diluiti i componenti e facilitano ridurre la capacità adesiva del grassello.
l’applicazione del prodotto; per motivi ecologici e di sicurezza si tende a ridurre La stesura avviene a pennello in due o più mani. Sottoposta agli agenti atmosferici, la
l’impiego di solventi a favore di leganti fluidi. tinta a calce tende al dilavamento; pertanto nell’impasto si può aggiungere colla forte
I pigmenti sono polveri micronizzate che conferiscono il colore e il potere coprente. (di origine animale, caseina, olio di lino in emulsione), oppure si può proteggere la
Gli additivi migliorano le caratteristiche del prodotto, come ad esempio l’essiccazione, la parete, dopo la completa asciugatura della tinta, con due mani di olio di lino cotto
resistenza agli agenti esterni, la facilità di applicazione, la stabilità in barattolo. passato a pennello.
Le pitture sono monocomponenti quando sono pronte all’uso e la formazione della
pellicola coprente avviene a seguito della evaporazione del solvente; sono bicomponenti Tinta a tempera o a colla – È adatta agli ambienti interni o pareti esterne protette
quando è necessario miscelare due prodotti e la fissazione del colore avviene per dagli agenti atmosferici. I colori, di tipo artificiale o naturale, sono diluiti in un legante
reazione chimica tra i due componenti; questi ultimi sono prodotti molto resistenti. di tipo organico.
La coloritura dell’intonaco avviene secondo due modalità diverse: inserendo Alle colle impiegate nel passato (di origine animale, vegetale ecc.) sono oggi sostituiti
nell’impasto di finitura pigmenti o polvere di marmo o pietre, oppure sovrapponendo i prodotti pronti all’uso, che sono passati a pennello su un supporto ben pulito. La tinta
allo strato di finitura una tinta miscelata con un legante organico o inorganico cui è a tempera, che consente un’ottima traspirazione della muratura, si adatta a qualsiasi
affidata l’adesione al supporto. tipo di intonaco interno.
I prodotti impiegati per la pittura all’esterno devono essere resistenti agli agenti
atmosferici e il supporto deve essere pulito e spianato. Tinta ai silicati – È molto resistente e adatta agli ambienti aggressivi; è compatibile
Tinta a fresco (affresco) – È realizzata su intonaco tradizionale fresco, ma già con tutti gli intonaci porosi, ma non è indicata sul calcestruzzo poiché non lo difende
consistente; lo strato di finitura dell’intonaco, liscio e non eccessivamente costipato, dall’aggressione acida del biossido di carbonio. Su un intonaco precedentemente
deve pertanto essere steso solo sulla superficie da tinteggiare. Il colore, infatti, penetra bagnato con acqua di calce, si applica il pigmento diluito in acqua.
nell’intonaco e rimane fissato grazie al processo di carbonatazione della calce, che A completa asciugatura della tinta viene dato a spruzzo un composto fissante di
determina la presa e l’indurimento. Le parti di intonaco non raggiunte dalla tinta vanno silicato di sodio o potassio e acqua, nella proporzione di 1 a 2, che penetra nei pori
quindi rimosse e sostituite con malta fresca. I colori impiegati, pigmenti a base di terre dell’intonaco fissando il colore.
colorate naturali o di ossidi metallici, sono diluiti in acqua e stesi in una sola mano. Per
avere maggiore effetto coprente, i pigmenti possono essere diluiti con acqua di calce Tinte viniliche o acriliche – Sono pitture organiche a base di resine sintetiche
o grassello diluito. viniliche o acriliche. Sono molto coprenti e impermeabilizzanti, ma la parete risulta
Il metodo a fresco non consente ritocchi a meno di asportare l’intonaco essiccato e poco traspirante. Il prodotto può essere passato a pennello, a rullo, a macchina.
sostituirlo con malta fresca. La tinta viene passata a pennello.

FIG. F.1.20./2 SIMBOLI DEI PRINCIPALI AVVISI DI RISCHIO APPLICATI SUI PRODOTTI VERNICIANTI (Direttive CEE 1989/677, 1991/338, 1991/339)

INFIAMMABILI: sono prodotti che a contatto con l’aria e a tem-


peratura possono infiammarsi; ovvero possono facilmente infiam-
marsi per azione di una sorgente di accensione e che continuano
F T Xn C a bruciare o a consumarsi anche dopo l’allontanamento della
sorgente di accensione.

TOSSICI: sono prodotti che, per inalazione, ingestione o penetra-


FACILMENTE zione cutanea, possono comportare rischi gravi, acuti o cronici e
TOSSICO NOCIVO CORROSIVO anche la morte.
INFIAMMABILE

NOCIVI: sono prodotti che, per inalazione, ingestione o penetra-


zione cutanea, possono comportare rischi di gravità limitata.

F+ T+ Xi CORROSIVI: sono prodotti che, a contatto con i tessuti vivi, pos-


sono esercitare su di essi un’azione distruttiva.

IRRITANTI: sono prodotti che, pur non essendo corrosivi, posso-


ESTREMAMENTE MOLTO TOSSICO IRRITANTE no produrre, al contatto immediato, prolungato o ripetuto con la
INFIAMMABILE pelle e le mucose, una reazione infiammatoria.

F 66
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
RIVESTIMENTI LAPIDEI 21.

MARMI E PIETRE: DENOMINAZIONI E CARATTERISTICHE A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
TAB. F.1.21./1 MARMI E PIETRE: DENOMINAZIONE, PROVENIENZA, COLORAZIONE, CARATTERISTICHE

DENOMINAZIONE LOCALITÀ DEI GIACIMENTI COLORAZIONE COMPLESSIVA PROPRIETÀ E CARATTERISTICHE


B.STAZIONI DILEGIZLII
PIEMONTE PRE I ED
NISM
ORGA
Granito bianco del Montorfano Versante meridionale e orientale bianca grigia tessitura minuta e porfiroide
e di Mergozzo di Montorfano (Novara)

Granito bianco di Alzo Alzo (sponda occidentale del lago di Orta) più chiara della precedente compatto, resistente C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
Graniti roseo e rosso di Baveno, versante orientale del monte Camoscio rosa pallido e rosso mattone PROF
del Mottarone, di Omegna (Novara)

Sienite della Balma Valle d. Cervo (Vercelli) alla Balma; grigia-violetta resistente, lavorabile, lucidabile D.GETTAZIONE
(o Granito della Balma o di Biella) Campiglia S. Paolo Cervo, Rosazza, Oropa PRO TTURALE
STRU
Diorite di Anzola Media Val Toce, presso Ornavasso nera leggermente punteggiata
(o Granito nero di Anzola) (Novara) di bianco
E.NTROLLO
Diorite di Malanaggio Bassa Val Chisone (Pinerolo) grigia con lenti scure CO NTALE
(o Gneiss di Malanaggio) e rare vene bianche quarzitiche AMBIE
Verde di Varallo Val Sesia (Vercelli) serpentina verde scuro striata di bianco
Verde Champ de Praz (Verde damascato Presso Mongiove (Aosta) macchie a varie tonalità di verde F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
delle Alpi, Serpentino verde mare) e venature bianche
COMP

Verde antico Italia di Chatillon Regione Saint Denis presso Chambave ricorda il verde greco tessalico tipo a frantumazione vasta
Verde Cipresso di Chatillon Regione Saint Denis presso Chambave più cupa della precedente
G.ANISTICA
Verde di Cesana Cesana Torinese (Cuneo) verde scuro, con reticolato di vene bianche URB
di calcite, o omogenea verde-giallognola
con sottili venule bianco verdi

Marmo di Candoglia Candoglia (Novara) bianca con tenue colorazione carnicina calcare cristallino lavorabile e lucidabile
e rosata
RALI
F.1. I PERIMET
Marmi di Valle Strona (Bianco grigio presso Omegna (Novara). dal bianco al rosa carnicino puro cristallino e compatto di varia grana T
PARE ALI
rosato, Bianco perla, Grigio) Cave di Massiola e Sambughetto o macchiata e anche zonata di grigio VERTIC
Marmo di Varallo Civiasco, Varallo (Vercelli) bianca venata scarsa produzione
Bardiglio di Valdieri S. Lorenzo di Valdieri (Cuneo) grigio cenere e grigio ferro con sottili vene saccaroide a grana minuta, lucidabile F.2. URE
sfumate bianche CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
Cipollino dorato di Valdieri S. Lorenzo di Valdieri (Cuneo) giallo rosato con zone serpeggianti materiale non schistoso di grana fine,
viola pallido traslucido
F.3. IONI
IZ
PART E
Cipollino verde di Valdieri S. Lorenzo di Valdieri (Cuneo) con fitte zone di verde pallido N
INTER
Nero di Boves Boves (Cuneo)
Diaspro rosso di Garessio Villarchiosso presso Garessio (Cuneo) elementi rosso accesi su pasta rosso chiara F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
Broccatello di Rusca “fior di pesco” COMU ALE
VERTIC
Breccia policroma di Gozzano a sud del lago di Orta (Novara) bianca e rosso cupo
Breccia di Arona Lago Maggiore giallo rosato
F.5. I
D
Gneiss del Sempione o d’Antigorio presso Domodossola (Caddo, Preglio) di varia tonalità, a seconda dei luoghi tessitura porfiroide e granitoide, lucidabile ARRE
(Granito del Sempione o Serizzo) e nella Valle d’Antigorio (Novara) di escavazione

Gneiss di Bussoleno (o di S. Giorgio) Valle di Susa bianco-grigia poco micaceo, lucidabile F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
Gneiss di Luserna A sud di Pinerolo (Novara) cinerea, grigia, giallognola minuto quarzoso ESTER

Verde Roja o Pietra di Roja Valle Roja (Cuneo) verde olivo, abbastanza uniforme resistente, poco lucidabile
Quarzite di Barge o Bargiolina Monte Bracco vicino a Saluzzo a seconda degli strati (bianchiccia, grigia, quarzite schistosa resistentissima,
cenere, giallo-dorata) inalterabilità chimica

LOMBARDIA
Botticino Botticino Mattina e Botticino Sera (Brescia) calcare bianco grana fine omogeneo, saldo, di facile
Falde del Monte Fratte lavorazione, molto resistente alla gelività

Bianco di Musso presso Musso colore bianco puro nella parte alta saccaroide bianco, grana fine nella parte
(riva occidentale del lago di Como) e fondo azzurrognolo nella parte bassa alta, varia nella bassa; facilmente lucidabile

Nero di Varenna Varenna (Como) nera, in taluni casi striata di bianco


0.
Nero Gazzaniga (Nero d’Italia) Gazzaniga (Bergamo) perfettamente nera molto saldo, lucidabile, senza macchie F.1.2 ACI
N
o di un nero meno intenso o vene INTO

Nero Nube Gazzaniga Gazzaniga (Bergamo) con sottili venature bianche, macchie
1.
di colore marrone F.1.2 IMENTI
T
RIVES EI
➥ LAPID

F 67
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
21. RIVESTIMENTI LAPIDEI

➦ MARMI E PIETRE: DENOMINAZIONI E CARATTERISTICHE

➦ TAB. F.1.21./1 MARMI E PIETRE: DENOMINAZIONE, PROVENIENZA, COLORAZIONE, CARATTERISTICHE

DENOMINAZIONE LOCALITÀ DEI GIACIMENTI COLORAZIONE COMPLESSIVA PROPRIETÀ E CARATTERISTICHE


➦ LOMBARDIA
Onice dorato Gazzaniga Gandino
Marmi rosa e grigi della Val Seriana Ardesio (Bergamo) rispettivamente rosa variegato
e bigia morata

Pietre di Viggi e di Saltrio Viggi e Saltrio (Varese) tonalità chiare, grigie, paglierine resistente agli agenti atmosferici
Pietra di Moltrasio Bacino inferiore occidentale adatto a fine levigatura
del Lago di Como senza giungere alla lucidatura

Ceppi di Trezzo d’Assa e di Brembate: Trezzo sull’Adda e Brembate (Bergamo)


• Ceppo Gentile grana fine, con poco ciottolame
• Ceppo Mezzano e rustico struttura grossolana con ciottoli
di diverso colore

Granito di S. Fedelino Val Mera (Sondrio) biancastra grana media, molto resistente
Ghiandone e Serizzo di Valmasino Valmasino e presso Vogogna (Sondrio) il primo a grana grossa,
e di Vogogna il secondo più fine e talora tabulare;
non facilmente lucidabile

Serpentino di Sondrio Caspoggio, Torre S. Martino, Dubino


(Sondrio)
Diorite della Valcamonica varie località della media Valcamonica nera punteggiata di bianco granitoide ad alta resistenza
(Brescia)

Porfido Rosso e Sanguigno di Como Introbio (Como) e Rogno (Bergamo)


Porfiroide di Cuasso al Monte presso Cuasso al monte (Varese) granito rosso porfiroide
Porfido del Gleno Darfo, Angolo, Biemmo (Brescia) rossa cupa sanguigna o grigia verdastra
Serpentino della Val Malenco e di Como Chiesa e Lanzada (Sondrio)

VENETO
Marmi di Lasa: presso Lasa prevalgono i tipi bianchi calcare cristallino a struttura saccaroide,
e le tonalità chiare frattura lucente, grana piuttosto grossa,
perfettamente lucidabile,
elevata resistenza alla gelività

• Statuario Superiore
• Statuario Corrente
• Bianco unito
• Bianco venato fondo bianco azzurrognolo
e venature grigio piombo ben marcate

Marmi colorati del Trentino: tra Folgaria-Mori e Arco, Mori


• Giallo fiammato
• Rosso di Fai
Rossi di Verona: S. Ambrogio Valpolicella, Caprino, macchie rosse su fondo sanguigno struttura nodulare
Grezzana Valpantena

• Broccatello
• Broccato macchie rosse più ampie
unite da un reticolato sanguigno

• Mandorlato macchie più chiare e fondo più tenue


• Brecciato (Breccia orientale rosa, tonalità che passano dal roseo
Breccia rosata, Rosa del Garda) al rosso vivo, dal rosso screziato di giallo
al rosso fegato

• Persichino Selva di Pragno


Giallo imperiale
Marmi di Asiago: presso Asiago e paesi vicini
• Giallo

• Lumachella gialla
• Biancone bianca con poche e chiare venature

F 68
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
RIVESTIMENTI LAPIDEI 21.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
DENOMINAZIONE LOCALITÀ DEI GIACIMENTI COLORAZIONE COMPLESSIVA PROPRIETÀ E CARATTERISTICHE PROG
Marmi di Chiampo: Valle di Chiampo
B.STAZIONI DILEGIZLII
• Chiampo perla e Chiampo perlato tinta lattea generalmente senza venature PRE I ED
NISM
ORGA
• Mandorlato a punteggiature color rosso vivace
• Chiampo porfirico
C.RCIZIO E
Pietra di Vicenza Varie località dei Colli Berici calcare grossolano ESE ESSIONAL
(o Pietra tenera o Pietra morta) PROF

Marmi del Bellunese:


D.GETTAZIONE
• Fior di pesco carnico Forni PRO TTURALE
STRU
• Madreperla delle Alpi Voltri
Marmi di Verzegnis: Cima Lavinzola (Udine)
E.NTROLLO
• Corallino rosa vivace CO NTALE
AMBIE
• Noce radica aspetto legnoso
• Macchia di Verzegnis rossa e rossiccia con macchie e vene
bianche F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
• Rosso porfido (porfido chiaro scuro, rossa cupa con punteggiature bianche
vermigliato, fiorito)

Neri del Carso: calcari cristallini bituminosi


G.ANISTICA
• Nero Unito, detto anche Paragone Cave del Vallone (Trieste) colore nero tendente all’avana URB

• Nero nube Scherbina e Sesana (Trieste)


Marmi di Aurisina (qualità varie: chiara, Aurisina (Trieste) generalmente grigiognoli con fossili non porosi, lucidabili
granitella, fiorita, macchiata ecc.) bianchi e neri
RALI
Orsera (qualità varie: bianco, avorio) Orsera (presso Parenzo, Pola) tinta classica con sottili vene nere resistente alle intemperie, lucidabile F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
Alabastro calcareo Duino, Aurisina, Visogliano, Sgonigo colorazione zonata giallo rossastra VERTIC
(o Stalattite gialla e rossa del Carso)

Porfidi Trentino Alto Adige violacea, rosso bruna, rosso grigia-rosa F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
Trachite Colli Euganei ORIZ

LIGURIA
Portoro (Portoro a macchia grande Monte S. Croce, Muzzerone, Portovenere fondo cupo a macchie giallo-dorate F.3. IONI
IZ
PART E
o a macchia fine) (La Spezia) o giallo-rosa N
INTER
Bianco e Nero di La Spezia Monte S. Croce, Muzzerone, Portovenere nera o grigia con macchie
(La Spezia) e vene biancastre
F.4. NTI DI E
Persichino di Nava ELEME NICAZION
COMU ALE
Pietra di Finale Finale Ligure (Savona) giallo-rosa o roseo-carnicina aspra al tatto, tessitura granulosa, dura, VERTIC
resistente

Arenarie varie località della Liguria orientale ottime, cementate da silice F.5. I
D
ARRE
Pietra di Voltri Acquasanta, Pegli, Cogoleto (Genova) dura e tenace
Verde Polcevera Pietralavezzara in Valpolcevera verde chiara con grosse vene bianche F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
Rosso di Levanto Monte Vergè (La Spezia) fondo rosso-sanguigno con inclusioni ESTER
verdi e reticolato bianco di calcite

Ardesia varie località in provincia di Genova grigio cupa o quasi nera ottima qualità

TOSCANA
Marmi Apuani: Carrara è il centro principale bianco-grigia caratteri e aspetti secondo località,
struttura saccaroide, grana più o meno fine

Bianco chiaro
Bardiglio (Comune, Chiaro, Cappella, varie località del Carrarese grigio-azzurra, variamente venata molto apprezzabile;
Imperiale ecc.) e del Massese con toni più o meno cupi il Bardiglio imperiale è a grana fine

Statuario varie località del Carrarese straordinaria bianchezza omogeneità e purezza


(Polvaccio, Bianco Altissimo, Scaglia)

Paonazzo Cave Carraresi fondo giallo-avorio con macchie e vene materiale pregiato
violacee e verdastre
1.
F.1.2 IMENTI
Paonazzetto nel Massese e nel Carrarese fondo più chiaro del precedente
T
e macchie fini RIVES EI
➥ LAPID

F 69
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
21. RIVESTIMENTI LAPIDEI

➦ MARMI E PIETRE: DENOMINAZIONI E CARATTERISTICHE

➦ TAB. F.1.21./1 MARMI E PIETRE: DENOMINAZIONE, PROVENIENZA, COLORAZIONI, CARATTERISTICHE

DENOMINAZIONE LOCALITÀ DEI GIACIMENTI COLORAZIONE COMPLESSIVA PROPRIETÀ E CARATTERISTICHE


➦ TOSCANA

Fior di Pesco o Persichino fondo statuario con screziature


rosso-violacee
Cipollini (Zebrino Arni, della Versilia, dal bianco cinereo al verdognolo
del Cardoso Verde Apuano, Arabescato) con zonature verdastre
Brecce e Mischi: Versilia compatta
• Breccia Stazzema Stazzema inclusi bianco-giallastri o azzurrognoli
e cemento dal violaceo al roseo
• Breccia Medicea Monte Corchia nella Versilia Elementi bianco arancio, gialli e grigi con vivace effetto policromo
cemento viola scuro
• Skyros d’Italia Monte Corchia nella Versilia Elementi bianchi rosa e gialli con pasta
viola-roseo
• Breccia Corchia Monte Corchia molto salda
• Breccia Capraia Capraia fondo statuario annuvolato e macchie
grigie, violacee e verdastre
• Rosa corallo Arnetola (Lucca) fondo bianco rosato e venature
rosso-violacee
Bardiglio Fiorito Versilia fondo grigio chiaro con sottili venature
grigio nere
Bardiglio Tigrato Versilia fondo cinerognolo e macchie grigio scure
e nere
Portoro Carrarese e Versilia grigio cupa e venature gialle piccole escavazioni
Marmi di Camaiore: Camaiore (Lucca)
• Rosso unito Metato
• Rosso violaceo
Giallo di Siena Montagnola senese grana fine e compatta, aspetto ceroide
Rosso di Roccalbegna Roccalbegna (Grosseto) rosso carico sfumato in carnicino zonato grana ceroide, resistente, lucidabile
(o Rosso perlato Amiata)
Portasanta presso Gavorrano (Grosseto) a chiazze bianche e rosse irregolari assume un bel polimento
con piccole vene dal grigio al paonazzo
Nero Montieri Montieri tendenza grigiastra
Arenarie:
• Pietra serena o Macigno varie località grigio cilestrina grana fine e grana grossa
• Pietra forte Galluzzo e Regello (Firenze) grigia, a volte a fondo grigio-marrone compatta, dura, resistente alle intemperie
e macchie azzurre
Alabastro agata Volterra colore e venature simile all’agata
Verde di Prato Prato (Cave del Monteferrato) verde scura resistente alle intemperie e lucidabile
Travertino Rapolano (Siena) nocciola chiaro rosato poroso
Granito dell’Elba Secchetto e Grottamargherita (Campo) fondo rosa chiaro polimentabile, in grandi blocchi
Granito del Giglio Isola del Giglio fondo rosa chiaro
Trachite Abbadia S. Salvatore, Castiglion d’Orcia, composizione e strutture varianti
Roccastrada da luogo a luogo

MARCHE
Arenarie presso Pesaro, Ancona e Ascoli
Travertino Piobbico (Pesaro)
UMBRIA
Marmi grigi e neri Varie
LAZIO
Travertino varie località dal bianco latte al grigio giallognolo calcare leggermente spugnoso
Tufo litoide varie località varie colorazioni leggero e resistente
Pozzolana numerosissime cave varie colorazioni conglomerato vulcanico
Peperino numerosissime cave
Lave numerosissime cave
Trachite Tolfa e Vito
Pietra di Subiaco o Affilana presso Subiaco bianca calcare semicristallino
Marmo di Cottanello Cottanello (Rieti) rosso pallido con venature bianche

F 70
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
RIVESTIMENTI LAPIDEI 21.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
DENOMINAZIONE LOCALITÀ DEI GIACIMENTI COLORAZIONE COMPLESSIVA PROPRIETÀ E CARATTERISTICHE PROG
ABRUZZO
B.STAZIONI DILEGIZLII
Marmi di Avezzano Avezzano biancastra PRE I ED
NISM
ORGA
MOLISE
Pietre del Molise Campobasso bianca uniforme media tenacità e resistenza
C.RCIZIO E
Arenaria Teramo e Campobasso ESE ESSIONAL
PROF
CAMPANIA

D.GETTAZIONE
Lave varie località grigie e verdastre
Tufo Piperno provincia di Napoli fondo grigio con macchie più scure PRO TTURALE
STRU
Tufo giallo provincia di Napoli granuloso, poroso
Trachite Quarto e Monte Olibano (Napoli)
Pozzolana Bacoli, M. di Procida incoerente, cinerea
E.NTROLLO
CO NTALE
Marmi di Vitulano: Vitulano e Cautano (Benevento) AMBIE

• Uria rossa
F. TERIALI,TECN
ICHE
• Uria grigia MA ONENTI,
COMP
PUGLIA
Pietra di Trani (Puro, Perlato, cave tra Trani e Andria tende al giallognolo compatta, omogenea, cristallina, lavorabile
Cocciolato, Ondagato ecc.) G.ANISTICA
Calcare bianco tra le Murge e l’Adriatico bianchissima con rare macchie grigie compatto e facilmente lavorabile URB

Pietra di Gioia del Colle provincia di Bari bianco giallastra in grandi dimensioni facilmente lavorabile
Pietra di Bisceglie provincia di Bari bianco giallastra lavorabile, compatta
Pietra di Lecce provincia di Lecce, Taranto, Brindisi bianco giallastra grana uniforme, dura, resistente, lavorabile
RALI
Tufo Mazzaro Gentile numerosissime cave poroso, leggero, consistente, resistente F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
Colorati del Gargano: VERTIC

• Palombino come il Fior di Pesco


F.2. URE
Pozzolana Provincia di Bari CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
BASILICATA
Marmo e Breccia di Pisticci Pisticci (Matera)
F.3. IONI
IZ
Lava Vulture grigio scura PART E
N
INTER
Pozzolana Vulture

CALABRIA F.4. NTI DI E


ELEME NICAZION
COMU ALE
Calcari rosati di Catanzaro provincia di Catanzaro
Oficalci verdi di Corica o di Amantea Amantea (Cosenza) verde con vene bianche VERTIC

Verdi di Gimigliano Gimigliano (Catanzaro) verde con vene bianche


F.5. I
D
Graniti versanti ionico e tirrenico della Calabria ARRE
Porfidi di Catanzaro presso Catanzaro

SICILIA F.6. AZIONI


M
SISTE E
N
Rosso Alcamo Alcamo (Trapani) rosso cupa lucidabile ESTER

Pietra Misca dell’Erice Monte Erice (Trapani) grigia con macchie bianche lucidabile
Rosso Fiorito di S. Vito Monte S. Giuliano (Trapani) rossa, venata di bianco
Giallo Segesta Margana (presso Segesta) giallo passerino rameggiata di difficile segatura
Calcare Rosso Taormina e S. Marco di Aluzio
Lave Etna
Basalto Provincia di Catania e Siracusa
Pomice Isola Lipari grigio cenerina spugnosa, leggera

SARDEGNA
Calcari arenacei e calcari corallini presso Cagliari resistenti, non lucidabili
Diaspri (vari colori) Isola S. Pietro giallorossa piccole dimensioni
Granito della Maddalena fine, compatto
1.
F.1.2 IMENTI
Granito di Terranova Pausania provincia di Sassari giallastra, rosea, violacea T
RIVES EI
LAPID

F 71
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
21. RIVESTIMENTI LAPIDEI

CLASSIFICAZIONE E CARATTERISTICHE

La norma UNI 8458 classifica i prodotti lapidei impiegati in edilizia, sotto forma di ele- volumica reale e apparente, coefficiente di imbibizione della massa secca iniziale,
menti con dimensioni predeterminate. Le rocce ornamentali e da costruzione sono resistenza a compressione, resistenza a flessione e resistenza all’abrasione, misurata,
raggruppate in quattro categorie commerciali. quest’ultima, secondo le disposizioni del RD 19 novembre 1939 n.2234.
Il rivestimento in materiale lapideo (UNI 8458, DIN 18515-16) è molto resistente, durevole
Marmo (termine commerciale) e, se posto in opera correttamente, non richiede frequenti interventi di manutenzione
Roccia cristallina, compatta, lucidabile, da decorazione e da costruzione, prevalente- periodica. Sono poco adatti i materiali a struttura non omogenea e incoerente come alcuni
mente costituita da minerali di durezza Mohs dell’ordine di 3-4 (quali calcite, dolomite, calcari, i materiali contenenti pirite o solfato, quest’ultimi solubili in acqua, le brecce o le
serpentino). A questa categoria appartengono: i marmi propriamente detti (calcari me- oficalci; risultano invece adatti all’impiego in esterno i materiali a struttura compatta e
tamorfici ricristallizzati), i calcefiri, i cipollini, i calcari, le dolomie e le brecce calcaree cristallina, come il bianco di Carrara, i graniti e i travertini.
lucidabili; gli alabastrini calcarei, i serpentini, le oficalci. Le lastre possono avere finitura superficiale molto diversificata: arrotata, levigata, lucidata,
bocciardata, fiammata, spuntata, gradinata. Le superfici poco porose e compatte sono più
Granito (termine commerciale) resistenti alla azione aggressiva degli agenti atmosferici e ambientali. Lo spessore delle
Roccia fanero-cristallina, compatta, lucidabile, da decorazione e da costruzione, pre- lastre deve essere proporzionato alle loro dimensioni: lastre di grande dimensione
valentemente costituita da minerali di durezza Mohs dell’ordine di 6-7 (quali quarzo, richiedono spessori elevati per resistere alle dilatazioni strutturali: per i marmi è
feldspati, feldspatoidi). opportuno che lo spessore non sia inferiore a 3-4 cm; per le pietre 6 cm. Per evitare la
A questa categoria appartengono: i graniti propriamente detti (rocce magmatiche intru- rottura o il distacco delle lastre è necessario assecondare le dilatazioni strutturali
sive acide fanero-cristalline, costituite da quarzo feldspati, sodio-potassici e miche); dell’edificio e quelle del rivestimento.
altre rocce magmatiche intrusive (dioriti, granodioriti, sieniti, gabbri ecc.); le corrispon- Riguardo alle prime, i giunti strutturali, pur se coperti da rivestimento, devono essere
denti rocce magmatiche effusive, a struttura porfirica; alcune rocce metamorfiche di lasciati liberi. Riguardo al rivestimento le lastre sono montate generalmente con
analoga composizione come gneiss e serizzi. giunti orizzontali aperti (6 mm) o con giunti orizzontali chiusi, prevedendo il giunto
aperto (15-20 mm) in corrispondenza dei marcapiani; i giunti verticali devono avere
Travertino interasse ≤ 6 m. I materiali lapidei sono anche impiegati in sottili lastre (3-5 mm)
Roccia calcarea sedimentaria di deposito chimico con caratteristica strutturale vacuo- integrate a pannelli sandwich o a pannelli con struttura alveolare, di cui costituiscono
lare, da decorazione e da costruzione; alcune varietà sono lucidabili. la superficie esterna, risultando nel complesso molto resistenti e leggeri, in particolare
sulle grandi dimensioni.
Pietra (termine commerciale)
Roccia da costruzione e/o decorazione, di norma non lucidabile. A questa categoria I prodotti lapidei agglomerati (UNI 10330), chiamati comunemente pietre ricomposte,
appartengono rocce di composizione mineralogica molto varia, non inseribili in nes- sono anch’essi caratterizzati da elevati valori di resistenza e compattezza; sono realizzati
suna classificazione. Esse sono riconducibili a uno dei due gruppi seguenti: rocce tenere con un impasto di microgranuli di porfidi, graniti, marmi e cementi bianchi ad alta resistenza,
e poco compatte. Esempi del primo gruppo sono: varie rocce sedimentarie (calcareniti, su uno strato di calcestruzzo. Questo sistema consente ampia varietà cromatica.
arenarie a cemento calcareo ecc.) varie rocce piroclastiche (peperini, tufi ecc.); al
secondo gruppo appartengono le pietre a spacco naturale (quarziti, micascisti, gneiss Il sistema Precast è una tecnica di prefabbricazione di pannelli, di grandi dimensioni,
lastroidi, ardesie ecc.) e talune vulcaniti (basalti trachiti, leuciti ecc.). rivestiti in pietra naturale (marmo o granito); il rivestimento lapideo è collegato a un
Il comportamento meccanico dei materiali lapidei è determinato dalle seguenti caratte- supporto di irrigidimento (cemento armato, cemento alleggerito, telaio metallico) tramite
ristiche: il carico a rottura a compressione semplice e dopo gelività, il carico a rottura collegamenti di tipo meccanico, chimico o misto. Un metodo alternativo prevede che la
a trazione indiretta mediante flessione, il modulo di elasticità, il coefficiente di dilatazione lastra, con spessore di circa 30 mm, sia ancorata a una intelaiatura metallica galvanizzata
termica lineare, il coefficiente di imbibizione. a caldo; l’intelaiatura viene poi agganciata alla struttura dell’edificio mediante sostegni di
È consigliabile che la fornitura del materiale lapideo sia accompagnata dalla dichiarazione acciaio inossidabile o alluminio. Quest’ultimo sistema deve prevedere il completamento
dei valori medi delle seguenti caratteristiche, valutate secondo la norma UNI 9724: massa della parete per assicurare le necessarie condizioni di comfort.

FIG. F.1.21./1 PRINCIPALI LAVORAZIONI DEI BORDI DELLE LASTRE E GIUNZIONI D’ANGOLO – TERMINOLOGIA

SCURETTO SPIGOLI BISELLO (o smusso) SPIGOLI VIVI

superficie BUGNATO
QUARTOBUONO A BATTENTE CON BISELLO
bocciardata
(o “via
via il vivo”)
vivo

>=3
3 cm
>=1cm
1cm

TESTA

LU SPESSORE
NG
LARGHEZZA

HE
CON VISTA RISVOLTATA CON VISTA RISVOLTATA COSTA STONDATA ZZ
“SPESSORATA
SPESSORATA” “SPESSORATA
SPESSORATA” (mezzo toro o becco A
(con scuretto sulla lastra) (con scuretto sulla costa) di civetta)

FACCIA A VISTA
O PARAMENTO
DIETRO O SPIGOLO
COSTA
ANGOLO

F 72
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
RIVESTIMENTI LAPIDEI 21.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.21./2 PRINCIPALI DISPOSIZIONI DELLE LASTRE

B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA

C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF

D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU

DISPOSIZIONE A CORTINA NELLA ELEMENTI LAVORATI LISTELLI A SPACCO RUSTICO,


CONNESSIONE D’ANGOLO
D ANGOLO VERTICALE,
indicata per elementi a grande spessore
“A
A GRANA GROSSA
GROSSA” CON “CORDELLA
CORDELLA” A SEZIONE RETTANGOLARE
E A TESTA TRANCIATA
E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE

F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP

G.ANISTICA
URB

RALI
GIUNTI BISELLATI ORIZZONTALI GIUNTI BISELLATI ORIZZONTALI
ORIZZONTALI, ELEMENTI RETTANGOLARI DI VARIA ELEMENTI RETTANGOLARI DI VARIA F.1. I PERIMET
T
E VERTICALI ALLINEATI VERTICALI SFALSATI DIMENSIONE CON LATI REFILATI DIMENSIONE CON LATI NON REFILATI PARE ALI
O DISPOSIZIONE A SORELLE A SEGA E FACCE LISCE E FACCE A SPACCO O BOCCIARDATE VERTIC

F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ

F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER

F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
RICORSI ORIZZONTALI EVIDENZIATI RICORSI ORIZZONTALI E VERTICALI ELEMENTI CON GIUNTI VERTICALI ELEMENTI A “OPUS
OPUS INCERTUM
INCERTUM”
EVIDENZIATI ALLINEATI INTERROTTI DA FASCE CON LATI TRANCIATI
SISTEMA PRECAST LASTRA IN MASSELLI RETTANGOLARI F.5. I
D
30 mm LASTRA LAPIDEA DI DISTRIBUZIONE DEL PESO ARRE
LAPIDEA
GRAFFA IN
ACCIAIO INOX F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER

ANCORAGGIO
SUPERIORE
ANCORAGGIO
SUPERIORE PARTICOLARE
DELLA GRAFFA IN
ACCIAIO INOX

TAB. F.1.21./2 COMPOSIZIONE DELLE MALTE DI IMBOTTITURA

PIASTRA PIASTRA SABBIA CEMENTO 425 CEMENTO 325 ACQUA


METALLICA METALLICA (mc) (kg) (kg) (L)
PIASTRA DI Malta di cemento
ANCORAGGIO 1,00 500 – 150
CALCESTRUZZO ANCORAGGIO ad alta resistenza
ARMATO INFERIORE INFERIORE
Malta normale
1,00 – 500 150
PANNELLO IN di cemento
CALCESTRUZZO Malta bastarda I componenti: cemento 325, calce grassa, sabbia e acqua 1.
PROFILATO ARMATO F.1.2 IMENTI
T
METALLICO
di calce e cemento sono variamente dosati secondo le esigenze RIVES EI
LAPID

F 73
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
21. RIVESTIMENTI LAPIDEI

ANCORAGGIO DELLE LASTRE

Qualsiasi sistema di ancoraggio previsto deve garantire un’adeguata resistenza mec- Il carico che grava sugli ancoraggi è dato dal peso della porzione di lastra interessata
canica per sopportare il peso proprio e del rivestimento, deve resistere alla corrosione (per gli ancoraggi nei giunti verticali, ad esempio, il carico di ancoraggio su ogni lato è
e consentire le necessarie regolazioni in fase di montaggio; devono essere evitate in- dato dal peso delle due metà lastre adiacenti) e dalla spinta del vento, funzione,
compatibilità termiche, chimiche o elettriche con i materiali costituenti gli strati sottostanti. quest’ultima, dell’altezza dell’edificio (10012 CNR).
L’ancoraggio della lastra avviene mediante zanche metalliche e malta (sistema tradi- La posa a giunto chiuso è adatta a rivestimenti di ridotte superfici e di altezza limitata
zionale) o staffe e profili adeguatamente ancorati al supporto che lasciano la lastra in- e, comunque, ai sistemi di posa tradizionali; quella a giunto aperto (larghezza del giunto
dipendente dalla parete retrostante. Gli ancoraggi possono essere di tipo puntiforme, 6 mm) consente maggiori tolleranze di assestamento degli ancoraggi e l’assorbimento
lineare, continuo, a telaio (cfr. F.1.25.). di movimenti differenziali delle lastre.
Se l’ancoraggio è posizionato sui giunti verticali o orizzontali, la lastra deve presentare Durante la posa in opera deve essere verificata la corretta esecuzione dei giunti, il loro
sui bordi delle scanalature atte ad accogliere il terminale della zanca o della staffa; allineamento, la complanarità, se prevista, degli elementi che costituiscono il rivestimento.
se è realizzato sul retro, la lastra viene opportunamente forata con più fori passanti o Il sistema di rivestimento e di ancoraggio deve assicurare un buon comportamento ter-
non passanti. mico, la tenuta all’acqua e non deve essere fonte di rumore a causa di pioggia o vento.

FIG. F.1.21./3 RIVESTIMENTO CON IMBOTTITURA DI MALTA E CEMENTO: SISTEMI PUNTIFORMI

IMBOTTITURA DI MALTA MORBIDA IMBOTTITURA DI MALTA MORBIDA


30 30 O BOIACCA SEMIFLUIDA COLATA NELL'INTERCAPEDINE O BOIACCA SEMIFLUIDA COLATA NELL’INTERCAPEDINE
NELL INTERCAPEDINE

÷100
100 mm

25

50
MALTA DI ANCORAGGIO CON SABBIA 20
E CEMENTO ADDITIVATO CON RESINA ZANCHE IN FILO DI ACCIAIO
EPOSSIDICA O CEMENTI AUTOESPANSIVI ZANCHE IN FILO DI ACCIAIO TONDO Ø 5
TONDO Ø 5 (inox AISI 316)
(inox AISI 316)

÷100
100 mm

50 20
IMBOTTITURA DI MALTA MORBIDA
O BOIACCA SEMIFLUIDA
120 mm COLATA NELL’INTERCAPEDINE
NELL INTERCAPEDINE

50 20

GIUNTO CHIUSO ZANCHE DI ACCIAIO ZANCHE DI ACCIAIO


SIGILLATO CON MALTA PIATTE 5 x 20 mm PIATTE 5 x 20 mm

÷120
120 mm
50 50

È consigliabile lasciare, in corrispondenza dei solai, un giunto orizzontale aperto, sigillato con guarnizioni elastiche

FIG. F.1.21./4 MODALITÀ DI REALIZZAZIONE DEL GIUNTO APERTO

MASTICE INTERCAPEDINE MASTICE INTERCAPEDINE


SIGILLANTE SIGILLANTE

5 mm

Ø5
20 mm

150 mm

70 mm 5
20 mm ZANCA RITORTA
DI ACCIAIO PIATTO, GUARNIZIONE DI MATERIALE GUARNIZIONE DI MATERIALE
da murare a cemento, ELASTICO (neoprene) ELASTICO (neoprene)
impiegata nei rivestimenti
a camera d’aria
d aria senza impiego ZANCA SPECIALE PER GIUNTO ZANCA DOPPIA SPECIALE PER GIUNTO
di imbottitura di malta DI DILAZIONE ORIZZONTALE DI DILATAZIONE VERTICALE

F 74
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
RIVESTIMENTI LAPIDEI 21.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.21./5 MODALITÀ DI FISSAGGIO CON SPINE ELASTICHE, PERNI, PIASTRE

SPINA ELASTICA PER IL FISSAGGIO DI LASTRE


IN PIETRA NATURALE CON MALTA
PORTATA VERTICALE
0,5 KN PER COPPIA DI SPINE
BANDA BIADESIVA da applicare ai bordi
delle lastre per realizzare i giunti di dilatazione B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
a IMBOTTITURA DI MALTA ORGA
1/4 a 1/2 a 1/4 a 0,8 mm

1/4 b
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
Ø7 17 mm PROF
1/2 b b
20-30°
20-30 D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
1/4 b STRU
9 mm

DISPOSIZIONE DELLE SPINE


LASTRA SUPPORTO
E.NTROLLO
CO NTALE
PERNO DI ANCORAGGIO UNIVERSALE PER GIUNTI ORIZZONTALI E VERTICALI AMBIE
PER MURATURE E CALCESTRUZZO

F. TERIALI,
La sporgenza dal filo interno del supporto è regolabile nella malta SOSPENSIONE DI LASTRE ORIZZONTALI PER IMBOTTI
ICHE
30÷ 40
30 TECN
MA ONENTI,
COMP

LASTRA
G.ANISTICA
MALTA DI URB
FISSAGGIO

2 mm 10 20
RALI
PERNO F.1. I PERIMET
T
MANICOTTO
25
PERNO DI Ø 5 x 60 PARE ALI
DI DILATAZIONE, ANCORAGGIO VERTIC
5 TUBO
FISSATO Ø > = 4 mm
Ø 10
CON MALTA,
che consente F.2. URE
il movimento
l < = 140 mm CHIUS ONTALI
Z
delle lastre ORIZ

PERNO DI ANCORAGGIO F.3. IONI


L IZ
PART E
L > = 90 mm per muratura L > = 80 mm per calcestruzzo N
INTER

PIASTRE IMPIEGATE ANCHE NELLE FACCIATE VENTILATE


F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
TASSELLO A COMU ALE
ESPANSIONE VERTIC

F.5. I
D
ARRE

F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER

PIASTRA DI RITENUTA SUPERIORE


PIASTR PIASTRA DI RITENUTA SUPERIORE
PIASTR PIASTRA INTERMEDIA PIASTRA PASSANTE

TASSELLO A ESPANSIONE
ANCORAGGIO PER FACCIATE
VENTILATE CON POSSIBILITÀ
POSSIBILIT
DI REGOLAZIONE
ANCORAGGIO SUI TRE ASSI X, Y, Z
A ESPANSIONE
FORZATA, PERNO
CON CONTROLLO RIVESTITO
DI COPPIA DI NYLON

TUBETTO
ELASTICO
IN NYLON
1.
VITE DI REGISTRO F.1.2 IMENTI
T
FUORI PIOMBO RIVES EI
PIASTRA INIZIALE
PIASTR INIZIAL PIASTRA INIZIALE
PIASTR INIZIAL LAPID

F 75
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
21. RIVESTIMENTI LAPIDEI

➦ ANCORAGGIO DELLE LASTRE

CAVIGLIA CHIMICA

È un sistema adatto a intervenire su edifici esistenti e comunque ogni qualvolta gli TAB. F.1.21./3 CARATTERISTICHE DELLE CAVIGLIE CHIMICHE CON BARRA
ancoraggi delle lastre non richiedano importanti regolazioni dei punti di vincolo. FILETTATA
Il sistema non innesca nella struttura tensioni significative. L’ancoraggio chimico pre-
vede il riempimento del foro eseguito sulla muratura a conci o sul calcestruzzo, con Fialoide Barra filettata Foro Carico ammissibile Distanza minima
una miscela di resine epossidiche e materiale inerte entro la quale rimane fissata una ØxL ØxL mm a trazione e taglio dal bordo
barra filettata o boccola.
mm mm Ø profondità kg cm
FIG. F.1.21./6 CAVIGLIA CHIMICA
9 x 80 8 x 110 10 80 370 4
11 x 80 10 x 130 12 90 600 5
13 x 95 12 x 160 14 110 870 7,5
BARRA FILETTATA CON DADO E RONDELLA 17 x 95 16 x 190 18 125 1600 10
22 x 175 20 x 260 25 170 2500 15
FIALOIDE DA INSERIRE NEL FORO E ROMPERE 24 x 210 24 x 300 28 210 3700 20
CON L’INSERIMENTO
L INSERIMENTO DELLA BARRA PER MISCELARE
I COMPONENTI IN ESSO CONTENUTI 33 x 265 30 x 380 35 280 5900 30

FIG. F.1.21./7 SISTEMI LINEARI

BRETELLE PER INIZIARE


IL RIVESTIMENTO A FILO
DEL PIANO DI PARTENZA

CAVALLOTTO DI
SPESSORAMENTO

PROFILO

SISTEMA A DISTANZIALI INTERPIANO REGOLABILE MESSA A PIOMBO DEI PROFILI BULLONE INSERITO
IN TUTTE LE DIREZIONI MEDIANTE L'IMPIEGO DI CAVALLOTTI NEI PROFILI PIASTRA INIZIALE
DI SPESSORAMENTO

FIG. F.1.21./8 SISTEMI CONTINUI: A MONTANTI E CORRENTI

1 TASSELLO A
ESPANSIONE

PIASTRA DI RITENUTA
1
SUPERIORE

PROFILO
VERTICALE
PROFILO BULLONE
VERTICALE 12
2 x 35 mm VITE CON
2 DADO

2
PROFILO
ORIZZONTALE PROFILO
3 TASSELLO
ORIZZONTALE MECCANICO
A ESPANSIONE
3

PIASTRA DI
DISTANZIAMENTO
PIASTRA PER MARMI,
TIPO INTERMEDIO

F 76
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
RIVESTIMENTI CERAMICI 22.

MATERIALI CERAMICI A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
I materiali ceramici sono i prodotti ottenuti dalla lavora- canica, elevata resistenza all’usura e agli agenti atmo- e la posa del rivestimento; per superfici poco adesive,
zione formatura e cottura di sostanze inorganiche non sferici, non assorbente (assorbimento di acqua compreso come il calcestruzzo, la composizione della malta di
tra 0 e 6%), inalterabile, di facile manutenibilità. La pro-
B.STAZIONI DILEGIZLII
metalliche. Le norme relative riguardano le definizioni e posa deve prevedere una maggiore dose di cemento ed
caratteristiche generali (UNI EN 87, UNI 10291, UNI EN duzione commerciale riguarda mattonelle estruse uti- essere integrata da sostanze a base organica o da calce.
PRE I ED
658) i metodi di prova (UNI EN ISO 10545, UNI ENV lizzate per rivestimenti esterni e pavimentazioni. Per la posa su pareti esterne il lattice di gomma sostitui- NISM
1071), i requisiti di prodotto (UNI EN 101, 121, 159, Per le sue caratteristiche, è molto indicato nell’edilizia sce la calce. ORGA
176-178, 186-188). industriale e pubblica, negli impianti sportivi e ricreativi,
Per essere adatti all’impiego in esterno i materiali cera- nell’arredo urbano. Gli adesivi, a uno o più componenti, sono a base ce-
mici devono avere buona resistenza all’inquinamento e Oltre il clinker, con superficie smaltata o non smaltata mentizia o a base organica. Possono essere pronti all’uso C.RCIZIO E
agli agenti atmosferici. La produzione commerciale pre- anche il gres porcellanato è particolarmente adatto all’im- o devono essere preventivamente preparati. ESE ESSIONAL
vede diversi formati e pezzi speciali, come i listelli, gli piego in esterno. È un prodotto ceramico molto compatto e La direttiva UEAtc in La Guida Tecnica per Agrément PROF
angolari, le piastre. impermeabile, ad alta resistenza meccanica (coefficiente degli adesivi per rivestimenti ceramici, classifica gli ade-
di assorbimento di acqua compreso tra 0 e 0,5%).
D.GETTAZIONE
La vasta gamma cromatica, geometrica e di finitura sivi in base alla sensibilità all’acqua (elevata, moderata,
superficiale rende il materiale ceramico molto versatile. nulla), e i supporti in base al grado di esposizione e alla
I risalti sul retro degli elementi hanno la funzione di mi- POSA IN OPERA reazione all’umidità. Tale classificazione è finalizzata ad PRO TTURALE
gliorare l’adesività al supporto. assicurare la compatibilità tra i due strati funzionali. STRU
I materiali ceramici comprendono i laterizi (Cfr. F.1.4.), le Prima della posa i materiali ceramici devono essere La prova di aderenza dell’adesivo non deve inoltre risul-
piastrelle ceramiche, il clinker. bagnati. La posa avviene utilizzando la malta o gli adesivi tare inferiore a 0,5 N/mm2.
Le piastrelle ceramiche sono classificate dalla UNI EN pronti o da preparare. La malta è adatta a qualsiasi Gli adesivi a base cementizia sono adatti a tutti gli impieghi. E.NTROLLO
87 in base al metodo di formatura (piastrella estrusa o supporto; gli adesivi essendo distribuiti in spessori ridotti, Quelli a un componente devono essere miscelati con CO NTALE
pressata) e al coefficiente di assorbimento d’acqua (tra richiedono supporti lisci o adeguatamente preparati. acqua. Risultano resistenti agli agenti atmosferici e chi- AMBIE
0 e 25%), che indica la porosità del materiale e, di con- mici, ma sono rigidi e fragili. Quelli a due componenti,
seguenza, il comportamento agli agenti esterni. La malta è realizzata con sabbia a granulometria fine detti anche cementi elastici, sono molto flessibili e adatti
Il clinker è un materiale ceramico che utilizza come ma- (< 2 mm), grassello e cemento nelle proporzioni a essere impiegati su strutture elastiche. F. TERIALI,TECN
ICHE
teria base l’argilla naturale di origine feldspatica. L’argilla richieste dal tipo di rivestimento e dal supporto. Gli adesivi a base organica sono di due tipi: a base di MA ONENTI,
COMP
viene sottoposta a procedimento di polverizzazione e La malta di rinzaffo o intonaco di sottofondo realizza il resine sintetiche, acriliche o viniliche, non adatti all’im-
mescolazione e il prodotto viene cotto a temperature piano su cui si applica il rivestimento, dopo averne co- piego in esterno per le scarse qualità meccaniche; quelli
non inferiori a 1250°C. perto il retro con la malta di posa. Nel caso di supporti a base di resine sintetiche epossidiche e poliuretaniche
È un materiale molto compatto, duro e resistente, con
un alto grado di impermeabilità, notevole capacità mec-
tradizionali, la composizione delle due malte può coinci-
dere, realizzando nel contempo lo strato di preparazione
sono adatti a tutti gli impieghi e presentano elevate ca-
ratteristiche di adesività.
G.ANISTICA
URB
TAB. F.1.22./1 COMPOSIZIONE DELLA MALTA
DI RINZAFFO E/O DI POSA
(parti per volume) TAB. F.1.22./2 COMPOSIZIONE DELLA MALTA CEMENTIZIA DI POSA E DI STUCCATURA

CEMENTO LATTICE
SABBIA GRASSELLO CEMENTO SABBIA FINE ACQUA RALI
PORTLAND 425 DI GOMMA F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
2 (0,66 mc) 1 (0,33 mc) –
Malta di posa 1 2 1 q.b. VERTIC
Malta a colla
1 1 1 q.b.
(per supporto cementizio)
4-5 – 1 F.2. URE
Malta di stuccatura 1 1/4 1/2 q.b. CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
FIG. F.1.22./1 TIPOLOGIE E MODALITÀ DI ASSEMBLAGGIO DEI RIVESTIMENTI
F.3. IONI
IZ
PART E
N
C INTER
A B C
A
4 25 2
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
5 25 2
6 25 2 COMU ALE
VERTIC
B

LISTELLO C

POSA A GIUNTI SFALSATI A F.5. I


D
ARRE
B
A B C
C
10 10 2 F.6. AZIONI
M
A 12 12 2 SISTE E
N
ESTER
13 13 2
ANGOLO
15 15 1,8 VERTICALE
B 20 20 2,3
25 25 2,3
QUADRO

POSA A GIUNTI ALLINEATI O A SORELLE

A B C A B C
C 4 25 12,5 4 25 4
ANGOLO 5 25 12,5 5 25 5
ORIZZONTALE
6 25 12,5 6 25 6
1.
A 8 25 12,5 8 25 8 F.1.2 IMENTI
T
RIVES EI
10 25 12,5 10 25 10 LAPID
12 25 12,5 12 25 12
B
2.
F.1.2 IMENTI
T
POSA A GIUNTI SFALSATI POSA A GIUNTI SFALSATI RIVES ICI
M
CERA

F 77
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
23. RIVESTIMENTO A CAPPOTTO

Una particolare categoria di sistemi di rivestimento esterno è quella che realizza, insieme dell’onda termica; riduce o elimina, nel caso della facciata ventilata, il fenomeno della
alla finitura dell’edificio, un efficace e integrale isolamento termico. condensa all’interno della muratura.
A questa categoria appartengono il rivestimento a cappotto esterno e la facciata Entrambi i sistemi sono di facile manutenibilità e sono particolarmente adatti negli
ventilata. interventi di recupero e di miglioramento delle condizioni termiche di edifici esistenti.
L’impiego di questi sistemi riduce sensibilmente, o elimina, il problema dei ponti termici Il materiale isolante utilizzato per la realizzazione dei due sistemi (poliuretano, polisti-
e gli inconvenienti a essi attribuiti; protegge le pareti perimetrali verticali e riduce lo shock rolo espanso, fibre minerali, fibre di vetro, sughero, vetro cellulare) deve essere inalte-
termico a cui esse sono sottoposte; contribuisce allo sfasamento e smorzamento rabile, permeabile al vapore, non infiammabile, non idrofilo.

RIVESTIMENTO A CAPPOTTO
Uno strato di materiale coibente, uniforme e continuo viene posato a contatto con la i ponti termici. Il fissaggio dello strato isolante o del componente prefabbricato può,
parete esterna e rifinito con ordinari materiali da rivestimento. Il sistema viene realizzato: prevedere l’impiego di un telaio metallico o ligneo fissato al supporto. Non impiegando
• con componenti prefabbricati, costituiti da uno strato isolante e una finitura esterna componenti prefabbricati la finitura esterna può essere realizzata con doghe metalli-
di materiale metallico (alluminio prelaccato, acciaio plastificato o inossidabile), di che o altro materiale adatto alla posa in esterno, ovvero con uno strato d’intonaco
materiale minerale (fibrocemento, laterizio, malta di cemento armata con rete in fibra cementizio, armato con rete in fibra di vetro e con successiva stesura d’intonaco plastico,
di vetro), di materiale organico (poliestere, malta di resina); impermeabile ma traspirante. Gli spigoli, i vani d’apertura, il coronamento e gli attacchi
• con idoneo materiale da rivestimento o intonaco sottile posto in opera su isolante a terra devono essere adeguatamente protetti.
(pannelli di polistirolo, poliuretano, polistirene, fibre di vetro, fibre di legno). Utilizzando la stessa tecnica del cappotto è possibile intervenire anche dall’interno,
applicando gli strati necessari sulla superficie interna della parete. Si perde, in questo
Il materiale isolante è fissato al supporto, preventivamente pulito e spianato, con collante, caso, la continuità dell’isolamento in corrispondenza dei solai e non è ridotto lo shock
ed eventualmente integrato da fissaggi meccanici in materiale plastico o PVC, a evitare termico delle pareti.

FIG. F.1.23./1 MODALITÀ DI FISSAGGIO DELLO STRATO ISOLANTE

STRATO STRATO
DI ISOLANTE ISOLANTE

PROFILI IN
RETE LAMIERA ZINCATA
PORTAINTONACO
RETE
PRIMA RASATURA PORTAINTONACO
DI INTONACO
PRIMA RASATURA
DI INTONACO
INTONACO
INTONACO

STRATO DI ISOLANTE INCOLLATO E RIVESTIMENTO STRATO DI ISOLANTE FISSATO CON PROFILI METALLICI
CON INTONACO E RIVESTIMENTO CON INTONACO

SUPPORTO

PANNELLO ISOLANTE
BATTENTATO
DISPOSTO
IN CONTINUO
FISSAGGIO
MECCANICO
IN PVC

RETE IN FIBRA
DI VETRO
CONTINUA E CON
SOVRAPPOSIZIONI
> = 7 cm NEI GIUNTI

STRATO DI MALTA
DI CEMENTO
E ADESIVO
TASSELLI
A ESPANSIONE
INTONACO
ELASTICO E DOGHE
TRASPIRANTE METALLICHE
PER ESTERNO

STRATO
ISOLANTE

ISOLANTE POSTO STRATO DI ISOLANTE FISSATO CON TASSELLI A ESPANSIONE


ALL’INTERNO
ALL INTERNO E RIVESTIMENTO IN DOGHE FISSATE SUI CORRENTI

F 78
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
RIVESTIMENTO A CAPPOTTO 23.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.23./2 PROTEZIONE DI PUNTI SINGOLARI: MODALITÀ E ACCESSORI

B.STAZIONI DILEGIZLII
TASSELLI PER IL FISSAGGIO DI PANNELLI ISOLANTI
INTONACO
ARMATO PRE I ED
RONDELLA
NISM
DI RIPARTIZIONE RONDELLA CON RETE ORGA
DI RIPARTIZIONE IN FIBRA
DI VETRO
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF

D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
INTERRUZIONI
STRU
TASSELLO A ESPANSIONE TASSELLO A PRESSIONE VITE adatta al fissaggio
adatto alle murature vuote adatto alle murature piene dell’isolante
dell isolante su orditi DEL PANNELLO (5 mm)

E.NTROLLO
o calcestruzzo alleggerito e calcestruzzo di metallo o legno PER L’INSERIMENTO
L INSERIMENTO
DI SIGILLANTE
ELASTICO CO NTALE
AMBIE

MODALITÀ DI PROTEZIONE DI PUNTI SINGOLARI


MODALIT
1,5 3,5 F. TERIALI,TECN
ICHE
RETE PORTAINTONACO 25 MA ONENTI,
SCOSSALINA
4 COMP
IMPERMEABILIZZAZIONE INTONACO
ARMATO
CON RETE
IN FIBRA G.ANISTICA
DI VETRO URB
SIGILLANTE

ISOLANTE
RALI
F.1. I PERIMET
T
ANGOLARE PARE ALI
IN LAMIERA VERTIC
ZINCATA
O ALLUMINIO
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
PROTEZIONE PROTEZIONE PROTEZIONE ORIZ
A TERRA SUPERIORE IN CORRISPONDENZA
DI SOGLIE INTERRUZIONI DEL PANNELLO
(5 mm) PER LL’INSERIMENTO
INSERIMENTO F.3. IONI
IZ
DI SIGILLANTE ELASTICO PART E
N
SOLUZIONE D
D’ANGOLO
ANGOLO INTER

PROFILO F.4. NTI DI E


METALLICO ELEME NICAZION
ISOLANTE DI SOSTEGNO COMU ALE
E ANCORAGGIO VERTIC
DEI PANNELLI
ISOLANTI
F.5. I
D
FORI PER ARRE
ANCORAGGIO
CON TASSELLI
A ESPANSIONE F.6. AZIONI
M
PANNELLO SISTE E
N
ISOLANTE ESTER

FISSAGGIO
MECCANICO
PROFILO DI PARTENZA
ALLA BASE IN LEGA
LEGGERA PERFORATA
PROFILO PER
Il profilo di partenza va posizionato sotto L’ANCORAGGIO
ANCORAGGIO
la prima soletta interessata dall’isolamento;
dall isolamento; DELLE DOGHE
nel caso di partenza a terra si lascia
1 cm circa dal piano di calpestio.
RIVESTIMENTO IN 3.
PANNELLO ISOLANTE F.1.2 IMENTO
DOGHE METALLICHE T
RIVES POTTO
P
A CA

F 79
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
24. RIVESTIMENTO CON FACCIATA VENTILATA

FACCIATA VENTILATA

Il sistema è caratterizzato dalla presenza di un’interca- FIG. F.1.24./1 DETTAGLI COSTRUTTIVI


pedine ventilata (spessore = 20-60 mm) tra l’isolante e
il rivestimento esterno, che elimina i problemi di con- ORDITURA VERTICALE IN LEGNO CON INTERPOSTO ISOLANTE DOPPIA ORDITURA DI LEGNO
densa e attenua gli effetti dell’irraggiamento solare. SOVRAPPOSTA ALL’ISOLANTE
ALL ISOLANTE
Opportune aperture sulla parete, sia superiormente che PANNELLI ISOLANTI
inferiormente, provvedono ad attivare la ventilazione.
Pertanto, nella stagione estiva si produce l’effetto camino: TRAVETTI DI SOSTEGNO
l’aria nell’intercapedine si trova a temperatura maggiore IN LEGNO PANNELLI
di quella esterna e tende a salire. ISOLANTI
Il moto ascensionale contribuisce alla riduzione dell’ener-
gia termica, smaltisce l’eventuale presenza di conden-
sa e abbassa la temperatura superficiale esterna dell’iso-
lante; in inverno l’effetto camino è molto ridotto e l’isolante
riduce la trasmissione del calore dagli ambienti interni LINGUETTE
verso l’esterno. Il rivestimento è applicato mediante un METALLICHE
telaio fissato al supporto, che svolge anche la funzione DI FISSAGGIO
di distanziatore.
Le lastre di rivestimento sono indipendenti e autoportanti
CORRENTINI
e non devono esserne impedite le dilatazioni termiche;
IN LEGNO
devono assicurare la tenuta all’acqua, agli agenti atmo-
sferici e agli urti; devono avere buone caratteristiche
meccaniche.
Tra i materiali impiegati per il rivestimento vi sono l’allu-
minio, il legno, il PVC, le pietre, i laterizi, i prodotti lapidei RIVESTIMENTO
agglomerati (pietre ricomposte), l’intonaco idraulico di (LASTRE DI ARDESIA,
forte spessore (3 cm) su armature di lamiera stirata e LEGNO, FIBROCEMENTO)
protetto da intonaco plastico o doghe di calcestruzzo.
Secondo le Direttive comuni per l’Agrément Tecnico delle
EVENTUALE PARASPIGOLO
facciate leggere dell’UEAtc, i fori di ventilazione, una serie
per piano, devono avere una superficie S ≥ 50 cm2/m di
facciata, se l’isolante è direttamente a contatto con l’in-
tercapedine o separato da essa da uno strato permea-
bile al vapore; negli altri casi S > 10 cm2/m.
La normativa francese dimensiona i fori in relazione
all’altezza H dell’edificio RACCORDO CON COPERTINA
COPERTINA E CON IMBOTTE RACCORDO CON SERRAMENTO
SEZIONE VERTICALE SEZIONE ORIZZONTALE
H (m) 3 6 18 SPAZIO PER TASSELLO
4 VENTILAZIONE A ESPANSIONE SERRAMENTO
S (cm2) 50 65 100
IN ALLUMINIO
RETE
con S = sezione dei fori per metro (in pianta) di parete. ANTIINSETTI

I fori di ventilazione devono essere protetti da una rete MURATURA STRATO ISOLANTE
antiinsetti. Gli spigoli, i vani di apertura, il coronamento e IN C.A., FISSATO
gli attacchi a terra devono essere adeguatamente protetti. IN MATTONI CON TASSELLO
Per ulteriori sistemi di ancoraggio del rivestimento al PIENI O ALTRO MECCANICO
supporto cfr. F.1.22. MATERIALE
ADATTO AL STAFFA DI ELEMENTO
TASSELLAGGIO SOSTEGNO E DI METALLICO ISOLANTE
MECCANICO REGOLAZIONE DISCONTINUO
LASTRA
DI PIETRA SOGLIA
INTERCAPEDINE STRATO DI DAVANZALE
VENTILATA VENTILAZIONE
STAFFA
DI SOSTEGNO PANNELLO
DI ALLUMINIO PROFILO
GUARNIZIONE
METALLICO
IN NEOPRENE
VERTICALE
RACCORDO CON SERRAMENTO ARIA
SEZIONE ORIZZONTALE RACCORDO CON DAVANZALE SEZIONE
IMBOTTE VERTICALE

STRATO SERRAMENTO
ISOLANTE IN LEGNO SEZIONE SERRAMENTO ISOLANTE
ORIZZONTALE
GIUNTO DI DILATAZIONE
PANNELLO
IN ALLUMINIO

MATERIALE
PROFILO METALLICO
COMPRIMIBILE
DI CHIUSURA

STRATO DI
VENTILAZIONE SIGILLANTE

LASTRA DI
TASSELLO A PROFILO FIBROCEMENTO
ESPANSIONE CON METALLICO
DISTANZIATORE A “U”

F 80
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
RIVESTIMENTO CON FACCIATA VENTILATA 24.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
PRODOTTI IN MATERIALI SINTETICI TAB. F.1.24./1 CARATTERISTICHE DI UN PANNELLO CON ANIMA IN NIDO D’APE E SUPERFICI ESTERNE
IN ALLUMINIO

B.STAZIONI DILEGIZLII
Tra i prodotti più diffusi per le facciate ventilate si anno-
verano i cosiddetti laminati plastici: sono pannelli for- SPESSORE SPESSORE SPESSORE PANNELLO TIPO LxL/2
ALLUMINIO PRE I ED
mati da fibre cellulosiche impregnate con resine NIDO D’APE PANNELLI TOTALE L (m) 1.0 1.5 2.0 NISM
termoindurenti all’interno e da fibre cellulosiche impre- Al Al (mm) (mm) (mm) Freccia (mm) 2.8 4.2 5.5 ORGA
gnate con resine aminoplastiche all’esterno, con fun- 3003 5052 10 0.5 11 467 315 237
zione decorativa: il multistrato viene sottoposto contem-
poraneamente a pressione e a cottura, azioni che
3003 5052 15 0.5 16 1007 683 515
C.RCIZIO E
determinano la policondensazione delle resine. 3003 5052 20 0.5 21 Q (kg/ml) 1747 1189 899 ESE ESSIONAL
Il prodotto viene fornito in pannelli di spessore variabile 3003 5052 25 0.5 26 2679 1832 1386 PROF
tra i 4–10 mm, decorati su entrambe le facce, e con 3003 5052 30 0.5 31 3796 2611 1980
spessori di 2–3 mm, con una sola faccia trattata.
Questi ultimi vengono utilizzati per finiture di pannelli
3003
3003
5052
5052
10
15
0.8
0.8
11.6
16.6
780
1647
529
1125
399
852 D.GETTAZIONE
sandwich. PRO TTURALE
La giunzione tra pannelli può essere eseguita con lin-
3003 5052 20 0.8 21.6 Q (kg/ml) 2808 1938 1471 STRU
guette riportate nello spessore del pannello. 3003 5052 25 0.8 26.6 4254 2962 2256
Possono essere tagliati e bucati con utensili al carburo 3003 5052 30 0.8 31.6 5958 4197 3201
di tungsteno e con modalità opportune (velocità di rota- 3003 5052 10 1 12 1003 684 517 E.NTROLLO
zione) anche in cantiere. 3003 5052 15 1 17 2082 1435 1089 CO NTALE
Elementi curvati possono essere realizzati in officina 3003 5052 20 1 22 Q (kg/ml) 3515 2452 1867
AMBIE
secondo geometrie prestabilite su spessori opportuni.
3003 5052 25 1 27 5277 3728 2849
3003 5052 30 1 32 7356 5261 4030 F. TERIALI,TECN
ICHE
PRODOTTI IN MARMO NATURALE E IN PIETRE 3003 5052 10 1.2 12.4 1237 847 642 MA ONENTI,
COMP
ARTIFICIALI 3003 5052 15 1.2 17.4 2526 1756 1335
3003 5052 20 1.2 22.4 Q (kg/ml) 4219 2978 2273
Tra i materiali attualmente in commercio, vi sono quelli 3003 5052 25 1.2 27.4 6295 4504 3453
prodotti attraverso una vasta gamma di tecnologie
applicate alla lavorazione dei materiali litoidi naturali,
3003 5052 30 1.2 32.4 8721 6317 4872 G.ANISTICA
3003 5052 10 1.5 13 1605 1110 843 URB
tendenti a usare spessori limitati di materiali e,
affidando ad altri elementi la funzione resistente, ovvero 3003 5052 15 1.5 18 3204 2257 1723
tendenti a proporre nuove lavorazioni delle pietre, al 3003 5052 20 1.5 23 Q (kg/ml) 5282 3787 2905
fine di avere elementi più economici, ma anche più 3003 5052 25 1.5 28 7797 5672 4384
duttili alle esigenze dei rivestimenti e delle finiture. 3003 5052 30 1.5 33 10686 7909 6154
Alla prima categoria possono essere ascritti quei pro-
RALI
dotti nei quali il pannello (60 x 60 cm, 90 x 90 cm) è TAB. F.1.24./2 CARATTERISTICHE DI UN PANNELLO CON ANIMA IN NIDO D’APE E SUPERFICI ESTERNE F.1. I PERIMET
T
costituito da due lastre tra le quali è interposta una IN LAMINATO PARE ALI
maglia d’acciaio o una lamiera continua d’acciaio con VERTIC
funzione di armatura, solidarizzata con le lastre SPESSORE SPESSORE SPESSORE PANNELLO TIPO LxL/2
ALLUMINIO
mediante collati epossidici ad alta resistenza, per NIDO D’APE PANNELLI TOTALE L (m) 1.0 1.5 2.0
spessori totali di 13–15 mm; nella seconda categoria F.2. URE
CHIUS ONTALI
Al (mm) (mm) (mm) Freccia (mm) 2.8 4.2 5.5
rientrano quei prodotti ottenuti dalla macinazione dei Z
3003 fibre 10 0.4 10.8 86 57 43 ORIZ
materiali naturali (85–90%) e dalla loro successiva
3003 fibre 15 0.4 15.8 187 125 94
ricomposizione attraverso la miscelazione con resine
3003 fibre 20 0.4 20.8 Q (kg/ml) 328 219 165
poliestere (10–15%), l’interposizione di una rete di fibra F.3. IONI
IZ
di vetro e la cottura a 240°C. 3003 fibre 25 0.4 25.8 507 340 255 PART E
N
Nella composizione della miscela si possono ottenere 3003 fibre 30 0.4 30.8 725 486 366 INTER
effetti particolari (cromatici o compositivi,) ovvero nella 3003 fibre 10 0.8 11.6 184 123 92
predisposizione della cassaforma possono essere inse- 3003 fibre 15 0.8 16.6 392 263 197
riti elementi decorativi diversi. F.4. NTI DI E
Questa seconda tipologia di produzione consente di
3003 fibre 20 0.8 21.6 Q (kg/ml) 677 455 342 ELEME NICAZION
ottenere anche elementi curvi. 3003 fibre 25 0.8 26.6 1037 698 526 COMU ALE
3003 fibre 30 0.8 31.6 1474 994 748 VERTIC
FIG. F.1.24./2 STRUTTURA DEI PANNELLI

MARMO/GRANITO 4 ÷ 6 mm F.5. I
D
ARRE
6 ÷ 30 mm

6 ÷ 25 mm F.6. AZIONI
M
LANA DI VETRO SISTE E
N
ESTER

ALVEOLARE IN ALLUMINIO
TELAIO DI
CORRELAZIONE
CARATTERISTICHE TECNICHE
PANNELLO
SANDWICH COMPOSIZIONE MARMO/GRANITO
INCOLLATO SUL SUPPORTO CON SPECIALI
RESINE EPOSSIDICHE E/O POLIURETANICHE
SPESSORI MARMO/GRANITO 4 ÷ 6 mm;
SUPPORTI DA 6 ÷ 30 mm;
PESO DA 10 ÷19
19 Kg/mq
CARICO SU SUPPORTO A 13 mm: 35 Kg/cmq
DI ROTTURA SU SUPPORTO A 20 mm: 40 Kg/cmq
A COMPR.
FUOCO I SUPPORTI POSSONO ESSERE FORNITI
AUTOESTINGUENTI
COEFF. ESP. LIN.: 4,6 x 10 -6 PER 0 °C
C FINO A 125 °C
4. ON
SOLAIO ALVEOLARE TERMICO F.1.2 IMENTO C ATA
RIVESTIMENTO T IL
IN ALLUMINIO MISURE FINO A 120 x 240 cm O A RICHIESTA RIVES TA VENT
IA
FACC

F 81
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
25. ISOLANTI TERMOACUSTICI

MATERIALI TERMOISOLANTI

Le norme UNI relative a questo argomento sono inserite si rimanda alla Sezione E. naturale di miche e cloriti; in seguito a riscaldamento il
nella Selezione 10 “Edilizia e materiali da costruzione”, L’aria in quiete all’interno di un’intercapedine offre una minerale perde acqua e, rigonfiandosi, assume la forma
raggruppamento 91.120.10. buona resistenza termica. Da un punto di vista costrut- vermicolare. Il vetro cellulare, è ottenuto dalla macinazione
Gli isolanti termici sono materiali, di natura organica e tivo la condizione di quiete è praticamente impossibile, del vetro e dalla sua rifusione con materiali che, ad alta tem-
inorganica, con conduttività termica λ ≤ 0,065 W/mK e poiché tra l’aria e le superfici che delimitano l’intercape- peratura, sviluppano gas.
spessore tale da fornire una resistenza termica R ≥ 0,5 m2 dine si ha passaggio di calore. Oltre cm 5 di spessore, I pannelli di fibre vegetali (lana di legno, sughero) sono
K/W (UNI 7745, 7891, 7357, UNI 10351). l’intercapedine d’aria non offre contributi significativi. ottenuti dall’impasto delle fibre con cemento portland,
L’isolante termico riduce lo scambio termico tra ambienti La norma UNI 10351/10355 valuta la resistenza termica cemento alla magnesite, gesso. Le fibre sono prece-
interni e aria esterna o tra ambienti interni a diversa tem- R (m2K/W) delle intercapedini chiuse verticali in rela- dentemente sottoposte a trattamento chimico mineraliz-
peratura. L’impiego di un isolante termico deve evitare: zione allo spessore S: zante che elimina i composti organici soggetti a deperi-
• gli shock termici, causa di fessurazioni sulle murature; S = 1 cm 2–10 cm > 10 cm mento e rende il prodotto resistente agli agenti chimici,
• la condensa superficiale, ovvero condensa di vapore R = 0,133 0,192 0,246 imputrescibile e inattaccabile dalle muffe. Per quanto
acqueo sulla superficie interna degli ambienti, causa I calcestruzzi alleggeriti (calcestruzzi di argilla espansa riguarda il sughero, la coesione dei granuli, derivati dalla
di formazione di muffe e insalubrità dei locali; calcestruzzi cellulari autoclavati, calcestruzzi di perlite e frantumazione della corteccia, è ottenuta dalla liquefazione
• la condensa interstiziale, ovvero condensa all’interno vermiculite) sono caratterizzati dall’impiego di inerti leg- delle resine in essi contenute, a seguito del processo di
delle strutture murarie, ancora più pericolosa se se- geri (argilla espansa, perlite, vermiculite) che conferi- cottura; il composto viene successivamente pressato. Sia
guita dal gelo; scono all’impasto caratteristiche d’isolamento. le fibre di legno che il sughero hanno buona resistenza
• i ponti termici. I calcestruzzi cellulari autoclavati sono materiali silicei; all’invecchiamento, sono inattaccabili da insetti e roditori.
l’aggiunta di alluminio nella composizione, come agente Le materie plastiche cellulari (PVC espanso in lastre,
Un materiale isolante deve avere elevata resistenza espandente, attiva una reazione chimica che sviluppa polietilene estruso non reticolato o reticolato, poliuretani
meccanica e stabilità dimensionale al variare della tem- idrogeno, conferendo alla massa la struttura cellulare. espansi, polistirene espanso) hanno la struttura caratte-
peratura e della umidità relativa, non deve essere idrofilo, I materassini di fibre minerali (fibre ottenute da rocce rizzata da una fase gassosa (aria, freon o simili), dispersa
fragile, infiammabile e non deve dare contributo allo svi- feldspatiche, basaltiche, loppe d’altoforno, fibre di vetro) in una struttura solida (poliuretano, polistirene, polietilene)
luppo di gas tossici o alla emissione di sostanze nocive sono costituiti da fibre minerali trattate con resine termo- conformata a celle. Il prodotto si presenta in pannelli rigidi
per la salute; non deve formare polveri e non deve costi- indurenti e leganti sintetici, a formare un feltro compatto. che vengono assemblati per accostamento, incastro o
tuire nutrimento per funghi, muffe o batteri. Per tutti i ma- Sono caratterizzati da scarsa igroscopicità e completa battentatura. A questa categoria appartengono le resine
teriali isolanti di forma geometrica determinata è inoltre permeabilità al vapore. I feltri in fibre minerali sono sog- fenoliche e le resine ureiche; queste ultime sono impie-
opportuno conoscere le dimensioni, la massa areica, la getti al fenomeno dell’insaccamento, cioè non conser- gate in soluzione acquosa, essenzialmente per il riempi-
resistenza termica specifica. vano inalterata la posizione verticale per lungo tempo, mento di intercapedini di pareti o mattoni. Per gli intonaci
Le prestazioni di un isolante termico e la sua durata sono anche se appesi; pertanto per l’impiego nelle pareti isolanti (cfr. F.1.20.).
compromesse dalla presenza d’umidità (pioggia, vapore verticali dovranno risultare sufficientemente rigidi (UNI
acqueo, condensazione interna allo strato isolante, umi- 6547-69) e privi di materiale non fibrato (UNI 6823-71). TAB. F.1.25./1 TEMPERATURE DEGLI AMBIENTI IN
dità risalente dal sottosuolo, perdite da tubazioni ecc.); la I materiali sfusi (argilla espansa in granuli da 3 a 25 mm, FUNZIONE DELLA DESTINAZIONE
normativa prevede che il potere d’isolamento termico di perlite espansa in granuli, pomice naturale, scorie espan- D’USO
un materiale termoisolante non debba ridursi oltre il 10%. se, vermiculite espansa, fibra di cellulosa, scaglie di su-
DESTINAZIONE D’USO TEMPERATURA
L’impiego di un isolante termico richiede comunque il ghero, polistirolo espanso in perle non sinterizzate),
controllo delle condizioni igrotermiche all’interno della generalmente destinati all’alleggerimento dei calcestruzzi, Camere da letto 18°C
muratura, in particolare della diffusione del vapore possono essere impiegati per il riempimento di interca- Locali da studio,
(Sezione E.). Dal calcolo delle condizioni igrotermiche pedini, o possono essere stesi in strato su superfici non 20°C
sale da pranzo e da riunione
può risultare necessaria l’adozione di una barriera al calpestabili (solai di sottotetto); sono di facile impiego.
vapore (cfr. Pareti perimetrali verticali) per allontanare il L’argilla espansa è ottenuta a seguito del processo di Corridoi e locali di passaggio 18°C
pericolo della condensa. clinkerizzazione dei granuli di argilla, ossia di cottura in Infermerie 20°C
forno rotante a 1200°C. La tensione interna dilata i
CLASSIFICAZIONE DEI MATERIALI TERMOISOLANTI granuli determinando una struttura cellulare chiusa a Sale per operazioni chirurgiche 24-28°C
carattere vetroso, ricoperta da una scorza resistente; ha Gabinetti, bagni, spogliatoi 22°C
I materiali termoisolanti possono essere prefabbricati in buona aderenza al cemento e al bitume, è inalterabile e
Aule scolastiche 18°C
stabilimento, ovvero possono essere composti da mate- sterile. La perlite è ottenuta dall’espansione di roccia
riale da iniettare o applicare in sito mediante spruzzatura. effusiva a seguito della sua macinazione, essiccazione Teatri 18-20°C
Sono prodotti sotto forma di pannelli rigidi, di e processo di shock termico a 1000°C. L’acqua conte-
Chiese 12-15°C
materassini flessibili, di materiale sciolto. I primi due tipi nuta nella roccia si trasforma in vapore gonfiando le pareti
possono essere già dotati di barriera al vapore in carta del granulo. Si presenta sotto forma di grossi granuli del Laboratori, officine 16-18°C
Kraft politenata, in pellicola d’alluminio o altro. tutto esenti da polvere; ha una buona resistenza all’invec-
Serre 20-30°C
Per la valutazione delle caratteristiche di conduttività ter- chiamento è imputrescibile ed è inerte nei confronti dei
mica e permeabilità al vapore e per le modalità di calcolo metalli. La vermiculite è il prodotto della alterazione Sale da ballo, palestre 15-18°C

TAB. F.1.25./2 CARATTERISTICHE DI ALCUNI ISOLANTI MAGGIORMENTE USATI

Isolanti di origine
Isolanti di origine minerale Isolanti di origine sintetica
vegetale
fibra fibra fibra vetro argilla polistirolo polistirolo poliureta polietilene urea
sughero perlite vermiculite PVC
di legno di vetro di roccia cellulare espansa espanso estruso no espanso formaldeide
feltro/ feltro/ sfuso/ pannello/
TIPO pannello pannello sfuso sfuso pannello pannello pannello pannello schiuma
pannello pannello pannello pannello schiuma
Densità 50÷100/
100÷150 220÷250 20÷200 20÷200 120÷140 65÷100 350÷500 15÷35 25÷40 30÷700 25÷50 35÷70 9÷12
(kg/mc) 170÷190
Conducibilità
••• • ••• ••• •• •••/•• ••• • ••• •••• ••••/••• •••• ••• •••
termica
Permeabilità al
• •• • • •••• –/••• – – •• ••• •••/– ••• •••/•••• –
vapore acqueo
Resistenza a
••• ••• ••• •••• •••• –/••• – – •• ••/••• •••/– ••• • –
compressione
Temp. massima
•• •• ••• ••• •••• ••••/•• •••• •••• • • •• • • ••
d’impiego
Assorbimento
• • ••• ••• •••• –/•• – – •• •• •• ••• ••• •
d’acqua
Comportamento
M4 M3/M4 M0/M1 M0 M0 M0/M1 M0 M0 M4 M4 M4 M1 M2 M2
al fuoco
•••• comportamento ottimo •• comportamento medio M0 incombustibile M2 difficilmente infiammabile M4 facilmente infiammabile
••• comportamento buono • comportamento scarso M1 infiammabile M3 mediamente infiammabile M5 molto facilmente infiammabile

F 82
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
ISOLANTI TERMOACUSTICI 25.

PONTI TERMICI A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
I ponti termici sono punti singolari della costruzione a FIG. F.1.25./1 SCHEMI DI ALCUNI PONTI TERMICI
bassa resistenza termica. I principali punti che possono

B.STAZIONI DILEGIZLII
costituire ponte termico sono rintracciabili:
• in corrispondenza di angoli esterni verticali e orizzontali;
PRE I ED
• negli incroci tra muri interni ed esterni; NISM
• in corrispondenza di travi e cordoli perimetrali; ORGA
• nei contorni dei serramenti;
• nei muri di sottofinestra;
• fra elementi costruttivi adiacenti a differenti valori di C.RCIZIO E
trasmittanza. ESE ESSIONAL
PROF
In corrispondenza dei ponti termici si ha abbassamento

D.GETTAZIONE
di temperatura superficiale, con conseguente rischio di
formazione di condensa, muffe e pericolo di fessurazio-
ne della struttura. L’impiego di isolanti a forte spessore, PRO TTURALE
non accompagnato da un adeguato controllo dei ponti STRU
termici, accresce il rischio di condensa a causa delle
elevate differenze di temperatura superficiale che si rile-
vano in corrispondenza delle discontinuità costruttive. E.NTROLLO
I ponti termici riducono il potere isolante dell’intera pa- CO NTALE
rete e il bilancio termico globale della struttura. AMBIE
PIANTA SEZIONE

F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
POSA IN OPERA DEI MATERIALI TERMOISOLANTI COMP

La funzione isolante può essere svolta dal singolo ele- L’isolante in intercapedine non è manutenibile ed è pericolo di infiltrazioni di umidità all’interno dell’isolante)
mento resistente (mattoni, blocchi, pannelli prefabbricati previsto generalmente in fase di costruzione; a tale mediante incollaggio per punti, con fissaggi meccanici in G.ANISTICA
con capacità isolante), eventualmente integrata da altri scopo possono essere utilizzati anche i materiali sciolti, PVC (cfr. F.1.23. Rivestimento a cappotto) o con ron- URB
strati funzionali può essere assolta da uno strato di ma- che vengono introdotti nella intercapedine sino al suo delle in plastica, in abbinamento alle zanche di collega-
teriale isolante inserito nell’intercapedine; da uno strato riempimento, nel mentre si procede alla costruzione mento tra le pareti (cfr. F.1.8 Apparecchiature murarie
totalmente esterno all’edificio come ad esempio nel caso della parete; in tal caso il materiale viene inserito dopo in elementi resistenti artificiali).
di rivestimento a cappotto o di facciata ventilata (cfr. avere praticato alcuni fori nella parte alta della parete;
F.1.23. “Rivestimento a cappotto”, F.1.24. “Rivestimento l’omogeneità della distribuzione di questo tipo di
con facciata ventilata”); infine, da uno strato collocato in materiale isolante risulta però difficilmente controllabile. RALI
posizione interna. I fattori che orientano la scelta tengo- I calcestruzzi alleggeriti sono impiegati, secondo le mo- F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC
no conto del tipo di materiale isolante impiegato, della dalità consuete. FIG. F.1.25./3 ISOLAMENTO DI TUBAZIONI
complessità volumetrica dell’edificio, del grado di isola- I pannelli sono accostati tra di loro con giunti semplici o
mento che si intende ottenere. In linea generale, un iso- battentati e sono fissati al supporto con collanti o sistemi
lante collocato in posizione esterna sottopone la parete meccanici. F.2. URE
a minori shock termici, produce un maggiore sfasamen- I materassini sono accostati tra loro e fissati alla parete. CHIUS ONTALI
Z
to e smorzamento dell’onda termica e può essere appli- ORIZ
cato anche in fasi successive alla realizzazione del In caso di presenza di barriera al vapore è necessario
fabbricato; uno strato isolante in posizione interna non verificarne la continuità in prossimità dei giunti tra pan-
richiede particolari oneri di mano d’opera e attrezzature nelli o tra materassini. F.3. IONI
IZ
per il montaggio, può essere applicato, senza disturbo, Tale continuità è assicurata da spezzoni di barriera PART E
N
in qualsiasi momento della vita dell’edificio ed è facil- opportunamente sistemati a coprire il giunto. INTER
mente manutenibile, per contro non riduce lo shock I materassini e i pannelli, in particolare se riempiono
termico delle pareti e non risolve il problema dei ponti parzialmente un’intercapedine devono essere fissati a
termici. una parete (preferibilmente quella interna per eliminare il F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
FIG. F.1.25./2 MODALITÀ DI FISSAGGIO DI UN PANNELLO ISOLANTE

F.5. I
D
LASTRA ARRE

F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
a) MALTA ADESIVA ESTER
MURO

a)

SPESSORI
PROVVISORI

TASSELLO A FUNGO
b) IN PLASTICA
PER ANCORAGGIO

INCOLLAGGIO DI UN PANNELLO RIGIDO b)


A MEZZO DI COLLANTE SU SUPPORTO
PREVENTIVAMENTE TRATTATO CON PRIMER
COPPELLE PER L L’ISOLAMENTO
ISOLAMENTO TERMICO
a) Nel caso di supporti lisci: indicate per tubazioni d d’acqua
acqua o liquidi freddi, a evitare fenomeni
strisce di malta adesiva della larghezza di 15 cm
cm,, di condensa. Le coppelle sono fissate con fascette metalliche
distanziare 20-25 cm o filo di ferro zincato:
b) Nel caso di supporti ruvidi: a) Coppella monostrato.
5.
il collante viene applicato per punti (plots), b) Doppia coppella con sfalsamento dei giunti sia longitudinale F.1.2NTI
circa 15/mq.
15/mq che radiale, per evitare discontinuit
discontinuità nella protezione. ISOLA ACUSTICI
O
TERM

F 83
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
25. ISOLANTI TERMOACUSTICI

➦ POSA IN OPERA DEI MATERIALI TERMOISOLANTI

TAB. F.1.25./3 CARATTERISTICHE DI ALCUNI TIPI DI PARETE CON PANNELLI ISOLANTI DI DIVERSO SPESSORE

MURATURA DI TAMPONAMENTO (con camera d’aria interna all’isolante)


Spessore isolante (cm)
Peso parete Massa efficace Trasmittanza termica (k)
DESCRIZIONE
(kg/m 2) (kg/m 2)
3 4 5 6
Intonaco esterno, mattone semipieno, isolante,
camera d’aria, laterizio forato 8 cm, intonaco 310 90 0,66 0,57 0,50 0,44
interno
Intonaco esterno, mattone doppio UNI,
isolante, camera d’aria, laterizio forato 10 cm, 285 100 0,61 0,53 0,47 0,42
intonaco interno
Intonaco esterno, laterizio forato 12 cm,
isolante, camera d’aria, laterizio forato 12 cm, 230 110 0,57 0,50 0,44 0,40
intonaco interno

Mattone faccia a vista 12 cm, isolante, camera


320 140 0,56 0,49 0,43 0,39
d’aria, laterizio forato 15 cm, intonaco interno

MURATURA DI TAMPONAMENTO (con camera d’aria esterna all’isolante)


Spessore Styropor F (cm)
Peso parete Massa efficace Trasmittanza termica (k)
DESCRIZIONE
(kg/m 2) (kg/m 2)
3 4 5 6
Intonaco esterno, mattone semipieno,
camera d’aria, isolante, laterizio forato 8 cm, 300 90 0,66 0,57 0,50 0,44
intonaco interno

Intonaco esterno, mattone doppiouni, isolante,


275 100 0,61 0,53 0,47 0,42
laterizio forato 10 cm, intonaco interno

Intonaco esterno, laterizio forato 12 cm,


camera d’aria, isolante, laterizio forato 12 cm, 220 110 0,57 0,50 0,44 0,40
intonaco interno
Mattone faccia a vista 12 cm, camera d’aria,
isolante, laterizio forato 15 cm, 310 140 0,56 0,49 0,43 0,39
intonaco interno

MURATURA PORTANTE ESTERNA


Spessore isolante (cm)
Spessore muro Peso parete Massa efficace Trasmittanza termica (k)
DESCRIZIONE
(cm) (kg/m 2) (kg/m 2)
3 4 5 6
Intonaco esterno, blocco laterizio 20 282 90 0,57 0,50 0,45 0,40
forato,isolante, laterizio forato, 25 304 90 0,52 0,46 0,42 0,39
intonaco interno 30 342 90 0,50 0,44 0,40 0,36
Intonaco esterno, blocco laterizio 20 281 90 0,54 0,48 0,43 0,39
alveolato, isolante, laterizio forato, 25 297 90 0,50 0,45 0,40 0,37
intonaco interno 30 324 90 0,48 0,43 0,38 0,35
Intonaco esterno, blocco leggero 20 274 90 0,60 0,53 0,47 0,42
portante, isolante, laterizio forato, 25 299 90 0,59 0,52 0,46 0,41
intonaco interno 30 309 90 0,56 0,46 0,43 0,39
Intonaco esterno, blocco leggero 20 262 90 0,47 0,47 0,42 0,38
portante, isolante, laterizio forato, 25 313 90 0,43 0,43 0,39 0,35
intonaco interno 30 344 90 0,40 0,40 0,36 0,33

MURATURA PORTANTE INTERNA


Spessore isolante (cm)
Spessore muro Peso parete Massa efficace Trasmittanza termica (k)
DESCRIZIONE
(cm) (kg/m 2) (kg/m 2)
3 4 5 6
Mattone faccia a vista a fori 20 445 192 0,60 0,52 0,46 0,41
verticali, isolante, blocco laterizio 25 467 214 0,54 0,48 0,43 0,39
forato, intonaco interno 30 505 252 0,52 0,46 0,41 0,37
Mattone faccia a vista a fori 20 374 191 0,55 0,48 0,43 0,39
verticali,isolante,blocco laterizio 25 396 207 0,52 0,46 0,41 0,37
alveolato, intonaco interno 30 434 235 0,49 0,44 0,39 0,36
Blocco leggero a fori verticali, 20 320 172 0,53 0,47 0,42 0,38
isolante, blocco leggero portante, 25 371 223 0,49 0,44 0,39 0,36
intonaco interno 30 403 255 0,45 0,40 0,36 0,33
Blocco leggero pieno a fori verticali, 20 333 185 0,62 0,53 0,47 0,42
isolante, blocco leggero portante, 25 358 210 0,60 0,52 0,46 0,41
intonaco interno 30 368 220 0,56 0,49 0,44 0,39

F 84
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
ISOLANTI TERMOACUSTICI 25.

ISOLAMENTO DELLE PARETI E CORREZIONE DEI PONTI TERMICI A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.25./4 ISOLAMENTO DELLE PARETI E CORREZIONE DEI PONTI TERMICI

25 STAFFA DI ANCORAGGIO
DELLE DUE PARETI
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
COLLANTE
INTONACO INTERNO
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
INTONACO
PROF
INTERNO
cm 1,5
INTONACO
STRATO
ISOLANTE
DI FINITURA D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
BARRIERA
AL VAPORE
E.NTROLLO
RETE CO NTALE
PORTAINTONACO AMBIE
INTONACO IN FIBRA
ESTERNO DI VETRO SOLETTA
RETE DI ARMATURA F. TERIALI,TECN
ICHE
PER L’INTONACO
L INTONACO MA ONENTI,
COMP
IN CORRISPONDENZA
DELLO STRATO ISOLANTE
PARAMENTO INTERNO
STRATO
SCALA DI RAPP. 1/15
PARAMENTO ESTERNO STRATO ISOLANTE
ISOLANTE
G.ANISTICA
URB

STRATO ISOLANTE cm 4
TRAMEZZO
INTONACO DI FONDO
ARMATO CON RETE
RALI
F.1. I PERIMET
RIVESTIMENTO PLASTICO T
PARE ALI
VERTIC
INTONACO
ESTERNO
TAVELLA
ARMATO IN
IN LATERIZIO F.2. URE
CHIUS ONTALI
CORRISPONDENZA
DEL MATERIALE Z
CHIODO DI FISSAGGIO INTERNO ORIZ
ISOLANTE
PAVIMENTO IN KLINKER
MALTA DI ALLETTAMENTO F.3. IONI
ESTERNO INTERNO IZ
PART E
ARMATA CON RETE N
INTER
FELTRO DI SCORRIMENTO
STRATO ISOLANTE cm 4
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
IMPERMEABILIZZAZIONE ESTERNO
MASSETTO DI PENDENZA COMU ALE
VERTIC

PANNELLI ISOLANTI
INTEGRATI
PIANTA SEZIONE F.5. I
D
AL SOLAIO IN C.A. ARRE

INTONACO INTERNO SEZIONE INTONACO


ESTERNO F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ISOLAMENTO DI LOGGIA CORREZIONE DI PONTI TERMICI IN CORRISPONDENZA DI TRAVI, PILASTRI, TRAMEZZI ESTER

PANNELLO MONOSTRATO TRANCIA DI


GETTO DI PANNELLO ISOLANTE
L'impiego di un pannello monostrato prefabbricato richiede il completamento COMPLETAMENTO
con uno strato isolante COLLOCATO IN OPERA

SIGILLANTE SIGILLANTE

SEZIONE VERTICALE
CON PARTICOLARE
DELLA SOSPENSIONE GETTO DI
A MENSOLA COMPLETAMENTO 5.
SEZIONE PIANTA PIANTA F.1.2NTI
ISOLA ACUSTICI
O
TERM

F 85
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
25. ISOLANTI TERMOACUSTICI

➦ ISOLAMENTO DELLE PARETI E CORREZIONE DEI PONTI TERMICI

FIG. F.1.25./5 CORREZIONE DI PONTI TERMICI: RACCORDI CON I SERRAMENTI

BARRIERA LASTRA IN GESSO RIVESTITO


AL VAPORE PER INTERNO
COLLANTE O FISSAGGIO ISOLANTE POSTO
MECCANICO ALL’INTERNO
ALL INTERNO COPRIFILO
ANGOLARE
O SIGILLATURA LASTRA IN GESSO
BARRIERA LASTRA IN GESSO RIVESTITO RIVESTITO
DEL GIUNTO
AL VAPORE PER INTERNO PER INTERNO
4 ISOLANTE
ISOLANTE POSTO COPRIFILO POSTO BARRIERA
ALL’INTERNO
ALL INTERNO COPRIFILO ALL’INTERNO
ALL INTERNO AL VAPORE

17

4 4
COPRIFILO
ANGOLARE
COLLANTE
O FISSAGGIO 25
MECCANICO
24
IMBOTTE 25 IMBOTTE
IN MARMO IN MARMO

INTONACO
ESTERNO 2 cm
INTONACO
ESTERNO 2 cm

INTONACO ESTERNO 2 cm
Adatto a costruzioni esistenti

35 38,5
23 12 26,5
1,5
2,5 1,5 1,5
10 3 8 9,4 18 4 12

LATERIZIO
FACCIA
A VISTA

TELAIO LATERIZIO
VELETTA 12 25 ALVEOLATO

INTERCAPEDINE ISOLANTE MALTA


3-5 cm 2-3 cm DI RINZAFFO

COLLANTE

DAVANZALE ISOLAMENTO
INTERNO CON BARRIERA
SOGLIA IN LEGNO AL VAPORE
IN MARMO

COPRIDAVANZALE INTONACO
INTERNO
CON RETE
IN FIBRA
DI VETRO
PANNELLO
INTONACO TERMORIFLETTENTE
INTONACO
TERMOSIFONE

PANNELLO
ISOLANTE
3-5 cm

12

F 86
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
ISOLANTI TERMOACUSTICI 25.

MATERIALI FONOISOLANTI A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
Gli isolanti acustici sono impiegati in ordine a due Le tecniche di insonorizzazione devono provvedere a lite dalle norme UNI, la massa areica, i cui valori devono
tipologie del rumore: rumori aerei e rumori di impatto limitare la trasmissione del rumore dall’esterno verso rientrare in quelli stabiliti dalle norme UNI, il coefficiente

B.STAZIONI DILEGIZLII
(rumori di calpestio, caduta di oggetti, trasporto di og- l’interno e tra ambienti contigui (fonoisolamento), e ri- di assorbimento acustico (UNI EN 20354), il potere
getti pesanti). durre l’energia sonora diretta e riflessa all’interno di un fonoisolante (UNI EN 20140-12354, UNI EN ISO 140), la
PRE I ED
Gli isolanti acustici sono classificati in prodotti per as- ambiente (fonoassorbimento). reazione o il comportamento al fuoco, i limiti di emissione NISM
sorbimento acustico e prodotti per isolamento acustico Per tutti i materiali di forma geometrica determinata è op- di sostanze nocive per la salute, la compatibilità chimico- ORGA
(cfr. Sez. E.). portuno conoscere le dimensioni, con le tolleranze stabi- fisica con gli altri materiali.

C.RCIZIO E
TAB. F.1.25./4 CLASSIFICAZIONE DEI MATERIALI ESE ESSIONAL
PRODOTTI PER ASSORBIMENTO ACUSTICO FONOASSORBENTI PROF

I materiali fonoassorbenti dissipano l’energia sonora


incidente sulla loro superficie, riducendone la propaga-
o schiuma a celle aperte), i pannelli vibranti, i pannelli
forati (cfr. Sez. E). A parità di struttura, lo spessore e la
MATERIALI FIBROSI D.GETTAZIONE
zione nell’ambiente disturbato (energia riflessa). posizione rispetto alla parete condiziona le proprietà Minerali Fibra di vetro, fibra di roccia PRO TTURALE
Tale proprietà è indicata dal coefficiente di assorbimento fonoassorbenti. STRU
Vegetali Fibra di legno o cellulosa, truciolari
acustico: Oltre alle caratteristiche suddette, per questi materiali
MATERIALI CELLULARI
E.NTROLLO
a = Wa/Wi è necessario conoscere la resistività al flusso d’aria
dove: (ISO/DIS 90537). Minerali Calcestruzzi alleggeriti con pozzolane,
Wa = energia sonora assorbita I materiali fonoassorbenti sono impiegati in tutti quegli CO NTALE
Wi = energia sonora incidente. ambienti (sale di teatro, cinema, uffici, sale collettive) in
perlite, vermiculite, argilla espansa, AMBIE
laterizi alveolati, prodotti a base di tufo
cui è richiesta la correzione acustica e il controllo dei
Sintetici Poliuretano a celle aperte, polipropilene
I materiali adatti all’assorbimento acustico sono quelli
porosi a struttura fibrosa o alveolare aperta (lana di vetro
tempi di riverbero, al fine di ridurre i disturbi provocati
dalla riverberazione, migliorando la qualità dell’ascolto. a celle aperte F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
PRODOTTI PER ISOLAMENTO ACUSTICO
I materiali fonoisolanti hanno la funzione di ridurre sensibil-
mente la trasmissione di energia sonora che li attraversa.
finitura in gesso eleva notevolmente le prestazioni
acustiche della parete.
la sola presenza dell’aria aumenta il fenomeno della
risonanza; inoltre, tanto più la massa di una delle due G.ANISTICA
Il potere fonoisolante, espresso in dB, è dato da: Inoltre, nelle murature a doppio strato: pareti è bassa, maggiore deve essere la loro distanza; URB
R = 10 log Wi/Wt • le pareti dovrebbero avere spessore e peso differenti • l’impiego di parapetti nei balconi contribuisce
dove: (la somma delle rispettive masse ≥ 200 kg/mq); all’isolamento acustico.
Wi = energia sonora incidente • uno strato di intonaco frattazzato sulla superficie inter-
Wt = energia sonora trasmessa. na di una delle due pareti contribuisce a isolare acusti- Per costruzioni esistenti:
Un buon isolamento acustico, espresso come differenza camente; nel caso dell’impiego di elementi resistenti in • è possibile modificare il comportamento acustico di una
RALI
dell’intensità del suono prima e dopo l’attraversamento calcestruzzo alleggerito, caratterizzati da una parete monostrato mediante l’accoppiamento di una F.1. I PERIMET
T
di un materiale, è valutabile in 30–40 dB. struttura cellulare aperta e quindi da un alto controparete in materiale fonoisolante, così da aumen- PARE ALI
Una parete permeabile al flusso di aria (priva di into- coefficiente di trasmissione dell’energia sonora, è tare il numero degli strati e migliorarne l’isolamento; VERTIC
naco, fessurata, con serramenti privi di guarnizioni) pre- opportuno rivestire di intonaco entrambe le facce di • rivestire la parete con fogli di piombo che ne aumen-
senta un isolamento acustico molto basso. una delle pareti; tano il peso;
I materiali più adatti a essere impiegati come isolanti • l’intercapedine, di spessore compreso tra 3 e 5 cm , • proiettare sulla parete intonaci fonoassorbenti a base F.2. URE
acustici, cioè atti a ridurre il passaggio dell’energia so- dovrebbe essere riempita con materiale fonoassor- di fibre minerali, vermiculite, polistirolo, nello spessore CHIUS ONTALI
Z
nora attraverso pareti e solai, devono essere imper- bente (lana di vetro, schiume poliuretaniche), poiché di 1–3 cm. ORIZ
meabili, ad alta densità, malleabili.
Gli isolanti termici impiegati in edilizia hanno anche FIG. F.1.25./6 SCHEMI DI ALCUNI PONTI ACUSTICI TRA AMBIENTI CONTIGUI F.3. IONI
proprietà fonoisolanti; pertanto le modalità di fabbrica- IZ
PART E
N
zione della maggior parte degli isolanti acustici e le loro INTER
proprietà chimico-fisiche e meccaniche, come anche la
normativa di riferimento, coincidono con quelle dei ma- PASSAGGIO
teriali termoisolanti. IMPIANTI F.4. NTI DI E
Oltre quanto già detto, per i materiali fonoisolanti è op- ELEME NICAZION
portuno conoscere il modulo di elasticità e il fattore di COMU ALE
perdita. I parametri che intervengono nella valutazione 80 dB 35 dB VERTIC
della capacità fonoisolante di una struttura edilizia sono:
la massa degli elementi strutturali attraversati dell’ener-
gia sonora, la loro composizione strutturale, la F.5. I
D
frequenza della radiazione sonora (cfr. Sez. E., “Control- ARRE
lo ambientale”).
In generale si può osservare che, a parità di massa per
unità di superficie, le pareti pesanti o a doppio strato F.6. AZIONI
M
PIANTA SEZIONE SISTE E
hanno maggiore capacità fonoisolante delle pareti leg- N
ESTER
gere o monostrato; le pareti doppie consentono inoltre, TAB. F.1.25./5 CONFRONTO FRA GLI INDICI
a parità di isolamento acustico, un peso minore; l’impie- DI ISOLAMENTO ACUSTICO PER
go di materiali fonoassorbenti nell’intercapedine delle PONTI ACUSTICI ALCUNI TIPI DI PARETE
pareti contribuisce al miglioramento dell’isolamento
acustico, sul quale incidono la distanza tra le pareti – Analogamente ai ponti termici, i ponti acustici sono punti INDICE DI ISOLAMENTO (dB)
singolari della struttura edilizia in cui è notevolmente TIPO
proporzionale all’isolamento acustico –, la loro rispet- DI MURO
tiva frequenza di risonanza e gli eventuali collegamenti ridotta la resistenza al passaggio dell’energia sonora. senza intonaco con intonaco
reciproci; con le alte frequenza di energia sonora si Le principali cause di ponti acustici possono essere:
ottengono i migliori risultati di isolamento. • le fessure e i vuoti nella malta dei giunti tra gli elementi Fibre di legno,
Le principali regole di cui è necessario tenere conto resistenti; agglomerate
4 36,5 (S)
nella realizzazione di murature con potere fonoisolante, • l’impiego di elementi resistenti fessurati; con cemento,
oltre l’impiego di additivi specifici per la realizzazione • i giunti murari; spessore 7 cm
della malta e dell’intonaco sono le seguenti: • il passaggio, nelle strutture verticali (portanti o tra-
mezzi) di canalizzazioni e supporti rigidi di fissaggio Blocchi
• i mattoni o blocchi di maggiore peso e pieni offrono 43,5 (S)
delle stesse; di cemento 29
migliori caratteristiche acustiche; 45 (C)
• i collegamenti rigidi tra strati di muratura e tra tramezzi di 10 cm
• i mattoni o blocchi devono essere integri;
• i giunti tra gli elementi resistenti devono essere ben e solai;
riempiti di malta, senza vuoti; • i telai dei serramenti esterni e interni; Mattoni pieni 42,5 (S)
• le superfici vetrate. 37
• lo spessore degli intonaci deve essere > 1,5 cm; di 11 cm 43 (C)
5.
• i tramezzi devono poggiare su uno strato di materiale F.1.2NTI
elastico (cfr. Isolamento acustico di pavimenti); una S = scagliola, C = intonaco cementizio. ISOLA ACUSTICI
O
TERM

F 87
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI

CARATTERISTICHE E REQUISITI

Un serramento deve assolvere due funzioni principali: TAB. F.1.26./1 REQUISITI DEI SERRAMENTI ESTERNI (UNI 7959 e UNI EN 12207,12208,12210)
permettere il passaggio (persone, cose, luce, aria), ga-
rantire la tenuta (all’acqua, al vento, al calore, al suono, Controllo ambientale: capacità di controllare il passaggio di luce, calore, suono, aria, acqua, vapore acqueo e di
al fuoco). controllare i fenomeni di condensazione.
L’UNI stabilisce quattro parametri secondo i quali effet- Resistenza: alle sollecitazioni meccaniche dovute a compressione, trazione, flessione, taglio, torsione, urti, vibrazioni,
tuare la scelta del serramento (vedi Tab. F.1.26./2; Fig. cicli di pressione e depressione, usura meccanica.
F.1.26./1):
a) zona climatica (in funzione dei “gradi giorno”); Sicurezza: capacità di controllare la propagazione delle fiamme, le modalità di rottura per prevenire o limitare i danni
b) zona di vento (in funzione del regime dei venti, della e i pericoli per l’utenza, l’intrusione di persone e animali.
distanza dal mare, dell’altitudine); Capacità di assorbimento delle variazioni dimensionali: ovvero di risolvere le variazioni dimensionali dovute a
c) esposizione dell’edificio; errori di fabbricazione, di posizionamento, fenomeni termici, igrotermici, d’assestamento, elastici o non.
d) altezza dell’edificio. Aspetto: capacità di controllare modificazioni di forma derivanti dalle sollecitazioni correnti, di mantenere inalterato
nel tempo l’aspetto specificato, di evitare effetti indesiderati sui componenti adiacenti.
Definito il serramento in base a questi quattro parame-
tri, se ne possono verificare le prestazioni. Durabilità: capacità di mantenere nel tempo le prestazioni fornite inizialmente ai relativi livelli, nel quadro di un definito
contesto ambientale e in condizioni d’uso e di manutenzione specificate, considerando anche l’eventualità, per
effettuare quest’ultime, di operazioni di montaggio e smontaggio, parziali e/o totali che non provochino però danni.
Economia: avere un costo iniziale complessivamente noto, un deprezzamento noto, un costo di manutenzione noto.
TAB. F.1.26./2 ZONE CLIMATICHE FIG. F.1.26./1 ZONE DI VENTO

Quota Gradi Zona SUDDIVISIONE


Quota Gradi Zona
COMUNE Provincia COMUNE Provincia DEL TERRITORIO
s.l.m. giorno climat. s.l.m. giorno climat. A NAZIONALE
Agrigento – 230 979 A Livorno – 3 1.360 C A IN ZONE CLIMATICHE
Alassio Savona 5 1.020 C Lucera Foggia 235 1.520 D (Circ. Min. LLPP
B n.22631 del 24 maggio 1982)
Alessandria – 95 2.550 E Macomer Nuoro 563 1.610 D
Amatrice Rieti 955 3.040 F Melfi Potenza 531 1.800 D B
Ancona – 16 1.590 D Messina – 3 330 A
Aosta – 583 2.750 E Milano – 121 2.340 E
Arezzo – 296 1.950 D C
Milazzo Messina 1 320 A
Ariano Irpino Avellino 780 2.440 E Mineo Catania 511 1.430 D
B
Atri Teramo 442 2.240 E Mores Sassari 366 1.350 C
Auronza Belluno 864 3.960 F Napoli – 10 880 B B
Avellino – 350 1.940 D Norcia Perugia 604 2.460 E E
Bari – 5 1.100 C Ortisei Bolzano 1.234 3.990 F C
Belluno – 383 3.000 E D
Padova – 12 2.340 E
Benevento – 135 1.710 D Palermo – 14 690 B
Bergamo – 249 2.370 E Pavullo nel Frig. Modena 682 2.750 F
Bertinoro Forlì 220 2.150 E Perugia – 493 2.190 E
Biella Vercelli 420 2.670 E Pesaro – 11 2.030 D C
Bologna – 55 2.170 E
Pescara – 4 1.600 D
Bormio Sondrio 1.225 3.310 F
Pescopagno Potenza 954 2.980 E
REGIONI

SUBCOSTIERA
Bressanone Bolzano 559 3.400 F

ENTROTERRA
Piacenza – 61 2.540 E CLIMATICHE
Cagliari – 4 920 C

COSTIERA
Pienza Siena 491 2.230 E
Camerino Macerata 671 2.380 E

FASCIA

FASCIA
Pisa – 5 1.380 C 2000 m REGIONE A
ALTITUDINE

Caserta – 68 1.220 C
Porretta Terme Bologna 349 2.600 E
Catania – 10 690 B
Potenza – 819 2.500 E 1200 m
Chieti – 330 2.000 D 20 km 20 km
Ravenna – 4 2.160 E
Como – 201 2.400 C
Recoaro Vicenza 450 2.960 E 500 m
Corleone Palermo 542 1.340 C
Reggio Calabria – 15 380 A
Cosenza – 237 1.020 C 0 m s.l.m.
Courmayeur Aosta 1.224 3.620 F Rieti – 405 2.200 E
ZONA 4 3 2 1 2 3
Crotone Catanzaro 8 930 C Riposto Catania 7 400 A
ENTROTERRA

COSTIERA
Desenzano Brescia 5 2.130 E Roma – 20 1.440 D
FASCIA

Salò Brescia 75 2.420 E 1500 m REGIONE B


ALTITUDINE

Desulo Nuoro 891 2.250 E


Dobbiaco Bolzano 1.243 5.300 F Sassari – 225 1.180 C
Edolo Brescia 699 2.760 E Sestola Modena 1.020 3.290 F 800 m 20 km
Enna – 931 2.080 D Siena – 322 2.000 D
300 m
Fabriano Ancona 325 2.140 E Siracusa – 17 620 B 0 m s.l.m.
Firenze – 50 1.800 D Sondrio – 307 2.480 E ZONA 4 3 2 1 2
Floresta Messina 1.275 2.750 E Taranto – 15 1.010 C
ENTROTERRA

COSTIERA

Foligno Perugia 234 1.750 D Tarvisio Udine 732 3.750 F


FASCIA

Foggia – 76 1.380 C Teramo – 265 1.530 D 1500 m REGIONE C


ALTITUDINE

Foppolo Bergamo 1.508 5.100 F Torino – 239 2.570 E


Forlì – 34 1.960 D Trento – 194 2.570 E 800 m 20 km
Gallipoli Lecce 12 790 B Treviso – 15 2.160 E
300 m
Genova – 19 1.240 C Trieste – 2 1.960 D 0 m s.l.m.
Gorizia – 84 2.300 E Tropea Vibo Val. 61 550 A ZONA 4 3 2 2 3
Jesi Ancona 97 1.580 D Udine – 119 2.240 E
ENTROTERRA

COSTIERA

Imperia – 22 1.120 C Urbino Pesaro 485 2.360 E


FASCIA

IsoladelCantone Genova 298 2.370 E Venezia – 1 2.110 E REGIONE D-E


ALTITUDINE

Ivrea Torino 245 2.310 E Verghereto Forlì 812 2.550 E


Lacedonia Avellino 736 2.220 E Verona – 59 2.050 D 800 m 20 km
L’Aquila – 714 2.670 E Zone climatiche:
La Spezia – 3 1.390 C A = meno di 600 gradi giorno; B = fra 600 e 900 gradi giorno;
C = fra 900 e 1.400 gradi giorno; D = fra 1.400 e 2.100 gradi giorno; 0 m s.l.m.
Lecce – 51 1.030 C E = fra 2.100 e 3.000 gradi giorno; F = oltre 3.000 gradi giorno. ZONA 4 regione D = 3
regione E = 4

F 88
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
SERRAMENTI ESTERNI 26.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PRESTAZIONI PROG

B.STAZIONI DILEGIZLII
Il serramento deve garantire tre categorie di prestazioni TENUTA ALL’ACQUAIl TAB. F.1.26./8 RESISTENZA AL VENTO:
(verificate tramite prove standardizzate): serramento deve impedire il passaggio dell’acqua. CLASSIFICAZIONE
PRE I ED
a) permeabilità all’aria; Un limitato passaggio d’acqua può essere consentito se il NISM
ORGA
Freccia relativa frontale Classe di
b) tenuta all’acqua; serramento la trattiene al suo interno e la riesce a smaltire pressione
c) resistenza al vento. all’esterno. La prova, eseguita secondo le modalità pre- A B C del vento

PERMEABILITÀ ALL’ARIA
scritte dalla norma UNI EN 1027, avviene sottoponendo il
serramento, in modo uniforme e con continuità, a una por-
A1 B1 C1 1
C.RCIZIO E
Il serramento deve garantire un’adeguata permeabilità tata d’acqua prestabilita ma a pressione crescente, per un
A2 B2 C2 2 ESE ESSIONAL
all’aria, per evitare fenomeni di condensa sulle sue superfici determinato periodo di tempo (5’). Il valore della pressio- A3 B3 C3 3 PROF
e per garantire i ricambi d’aria necessari al soddisfacimento ne a cui l’acqua si è infiltrata e l’intervallo di tempo trascor- A4 B4 C4 4
del comfort ambientale. In relazione alle prestazioni ottenute
durante le prove, descritte dalla norma UNI EN 1026, il
so prima che l’acqua penetri nel campione consentono di
attribuire al serramento la classe di appartenenza.
A5 B5 C5 5 D.GETTAZIONE
serramento viene classificato sulla base del confronto tra la AExxxx BExxxx CExxxx Exxxx PRO TTURALE
permeabilità dell’intera superficie dell’infisso e la permeabilità TAB. F.1.26./6 TENUTA ALL’ACQUA: STRU
CLASSI DI APPARTENENZA Nella classificazione della resistenza al carico del vento la cifra
all’aria riferita alla lunghezza dei lati apribili. si riferisce alla classe di carico del vento, e la lettera si riferisce
TAB. F.1.26./3 CLASSIFICAZIONE BASATA SULLA
SUPERFICIE TOTALE
Pressione Classificazione
alla freccia relativa frontale
E.NTROLLO
di prova metodo di prova Specifiche CO NTALE
Pmax in Paa)
TAB. F.1.26./9 VALORI DELLA TRASMITTANZA AMBIE
Permeabilità all’aria Pressione A B
di riferimento a 100 Pa massima Classe – 0 0 nessun requisito SERRAMENTI VETRO K=
m3/hm2 di prova Pa
0 1A 1B Irrorazione per 15 min Legno 3 mm 5,3 K/mq °C
F. TERIALI,TECN
ICHE
Non sottoposto a prova 0 MA ONENTI,
50 2A 2B come classe 1+5 min COMP
50 150 1 Acciaio 3 mm 6,6 K/mq °C
100 3A 3B come classe 2+5 min
27 300 2 Alluminio 3 mm 6,7 K/mq °C
9 600 3
150 4A 4B come classe 3+5 min
Legno 4-6-4 mm 3,5 K/mq °C G.ANISTICA
200 5A 5B come classe 4+5 min URB
3 600 4
250 6A 6B come classe 5+5 min Acciaio 4-6-4 mm 4,5 K/mq °C
Permeabilità all’aria di riferimento a 100 Pa e alle pressioni massi- 300 7A 7B come classe 6+5 min
me di prova, in rapporto alla superficie totale, per le classi da 1 a 4.
Alluminio 4-6-4 mm 4,6 K/mq °C
450 8A – come classe 7+5 min
Alluminio
600 9A – come classe 8+5 min 4-6-4 mm 3,4 K/mq °C
TAB. F.1.26./4 CLASSIFICAZIONE BASATA SULLA a taglio termico RALI
LUNGHEZZA DEI LATI APRIBILI F.1. I PERIMET
T
Al di sopra di 600 Pa con TAB. F.1.26./10 VALORI REI RICHIESTI PARE ALI
cadenza 150 Pa, la durata VERTIC
Permeabilità all’aria Pressione > 600 Exxx – di ciascuna fase deve
di riferimento a 100 Pa massima Classe ALTEZZA ANTINCENDIO REI
essere di 5 min
m3/hm2 di prova Pa
F.2. URE
Non sottoposto a prova 0 I due metodi si distinguono per la diversa inclinazione degli ugelli
da 12 a 32 m 60 CHIUS ONTALI
Z
di irrorazione. Il metodo A è adatto per prodotti pienamente esposti. ORIZ
12,50 150 1 da oltre 32 a 80 m 90
Il metodo B è adatto per prodotti parzialmente protetti.
6,75 300 2 a) dopo 15 min. a pressione 0 e 5 min. alle fasi susseguenti.
oltre 80 m 120 F.3. IONI
IZ
2,25 600 3 RESISTENZA AL CARICO DEL VENTO PART E
N
0,75 600 4 Il serramento deve resistere a bruschi innalzamenti della Per altezza antincendio s’intende l’altezza massima di un edificio, INTER
pressione esterna e alla forza del vento, senza che si misurata dal livello inferiore dell’apertura più alta dell’ultimo piano
abitabile e/o agibile, esclusa quella dei vani tecnici, al livello del
Permeabilità all’aria di riferimento a 100 Pa e alle pressioni mas- manifesti eccessiva flessione sui componenti (freccia
sime di prova, in rapporto alla lunghezza dei lati apribili, per le relativa frontale < 1/200 della luce); le deformazioni non
piano esterno più basso. F.4. NTI DI E
classi da 1 a 4. devono essere permanenti, né arrecare carenze funzio- ELEME NICAZION
CONDUZIONE TERMICA COMU ALE
VERTIC
nali. La prova eseguita secondo la UNI EN 12211 avvie-
TAB. F.1.26./5 CLASSIFICAZIONE RELATIVA ALLA Attraverso il serramento l’ambiente più caldo cede calo-
ne sottoponendo il serramento a tre tipi di sollecitazioni:
PERMEABILITÀ ALL’ARIA GLOBALE re a quello più freddo. La cessione avviene per irraggia-
• P1 pressione applicata per misurare le deformazioni
DEL SERRAMENTO (UNI EN 12207) mento conduzione, convezione.
di parti del campione;
La quantità di calore scambiata dipende dalle caratte- F.5. I
D
100
Y Z • P2 pressione pulsante applicata per 50 cicli al fine di
ristiche del telaio, della specchiatura, dei giunti (tra ARRE
valutare le prestazioni a fronte di ripetuti carichi dovu-
80 ti al vento (P2 = 0,5 P1); serramento e involucro) e delle tenute (tra telaio fisso
70 e telaio mobile).
60 15 • P3 pressione applicata per valutare la sicurezza del F.6. AZIONI
La trasmittanza termica (K) di un elemento in 1 h indica M
50 12,5 campione in condizioni estreme (P3 = 1,5 P1). SISTE E
N
40 10 La norma classifica la resistenza al carico del vento del la quantità di calore, espressa in Watt, dispersa da 1 mq ESTER
CLASSE 1 serramento combinandolo con la freccia libera frontale. di superficie di un determinato materiale con una diffe-
30 renza di temperatura di 1°C.
27 6,75
La conduzione del calore del serramento questa può de-
20 5,0 TAB. F.1.26./7 CARICO DEL VENTO: terminarsi per sovrapposizione degli effetti:
CLASSIFICAZIONE K = (KtSt + KvSv) / (St + Sv) in cui:
CLASSE 2
Kt è la trasmittanza termica del telaio (W/mq K);
P1 P2 a) P3 Classe Kv è la trasmittanza termica della specchiatura (W/mq K);
10 2,5
9 2,2 Non sottoposto a prova 0
St è l’area esposta del telaio (mq);
8 2,0 Sv è l’area esposta della specchiatura (mq).
7
6 400 200 600 1 Il valore della trasmittanza deve essere certificato se-
CLASSE 3
5 800 400 1.200 2 condo le prove descritte dalla norma ASTCM C 236.
4 1.200 600 1.800 3
In prima approssimazione si può tener conto dei se-
guenti valori medi:
3 0,75 1.600 800 1.400 4
2 0,5 2.000 1.000 3.000 5 ISOLAMENTO ACUSTICO
Dipende dalle caratteristiche del telaio, della specchia-
CLASSE 4 xxxx Exxxx b)
tura dei giunti (tra serramento e involucro) e delle tenute
a) Questa pressione viene ripetuta 50 volte. (tra telaio fisso e telaio mobile).
1 0,25 La proprietà fonoisolante di un serramento viene classi-
10 50 100 150 300 600 X b) Il campione sottoposto a prova con un carico del vento 6.
ficata secondo la norma UNI 8204 che, correlando il F.1.2 MENTI
X = Pressione in Pa Y = m 3/h m 2 dell'area totale Z = m 3/h di apertura giunti superiore a classe 5, vengono classificati Exxxx – dove xxxx è la
SERRA I
pressione reale di prova P1 (per esempio 2.350 ecc.). livello di rumore esterno con il livello tollerabile all’interno N
➥ ESTER

F 89
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI

➦ CARATTERISTICHE E REQUISITI
➦ ISOLAMENTO ACUSTICO TENUTA AL FUOCO Le specifiche vengono date con i simboli:
(per tipologia d’utenza), determina l’abbattimento sonoro. Deve essere garantita per la durata prevista all’evacua- R = conservazione della stabilità;
zione dell’immobile. E = conservazione della tenuta;
Le classi sono tre: Varia da 60’ a 120’. In questo intervallo di tempo i sin- I = conservazione dell’isolamento termico;
• R1 20-27 dB; goli elementi garantiscono la tenuta al fuoco mantenen- seguiti dal numero di minuti primi in cui sono garantiti i
• R2 28-35 dB; do inalterate le proprie caratteristiche meccaniche sia di requisiti: 60’, 90’, 120’, secondo le prescrizioni della
• R3 oltre 35 dB. tenuta che di isolamento. Circolare Min. Industria n.91 del 1961 e successivi.

COMFORT AMBIENTALE
Il comfort ambientale dipende dal ricambio dell’aria, dal mutevole di fattori tra i quali si possono elencare il tipo FATTORE SOLARE
comfort igrotermico, dalla ventilazione strutturale, dal di attività svolto, l’abbigliamento indossato, l’esposizione. È il rapporto tra energia entrante ed energia uscente.
fattore medio di luce diurna e dal fattore solare. Le radiazioni solari trasmettono, attraverso il serramento,
VENTILAZIONE STRUTTURALE energia all’ambiente. L’energia raggiante che investe la
RICAMBIO DELL’ARIA Riguarda la ventilazione necessaria a controllare le dif- superficie del serramento si suddivide in tre componen-
Serve per eliminare l’anidride carbonica, le tossine, gli ferenti temperature delle due superfici del serramento ti: energia riflessa, energia termica assorbita per con-
odori e l’umidità che si producono in un ambiente confi- (interna ed esterna). È buona norma che in inverno il venzione dal materiale, energia termica trasmessa all’in-
nato. L’anidride carbonica presente in un ambiente non tasso di umidità relativa negli ambienti sia compreso tra il terno. Le tre componenti variano in funzione dell’ango-
può eccedere lo 0,5% in volume (0,1% in Francia). 30% e il 60%. Gli attuali serramenti garantiscono spesso lo d’incidenza dell’energia raggiante e della natura del
La quantità d’aria (Q) da immettere in un ambiente può chiusure pressoché ermetiche. È necessario provvedere materiale investito.
essere determinata considerando la quantità di CO2 (q) a un’aerazione controllata che permetta i ricambi d’aria
prodotta da una persona presente nell’ambiente attraverso: previsti, per eliminare i prodotti dell’inquinamento interno,
Q = q / 4,5 (mc/h/persona) tramite aeratori. Gli aeratori possono essere costituiti da La superficie apribile dell’infisso è ottenibile tramite la
Se una persona, in attività sedentaria, produce 18 mc/h elementi autonomi e integrati nel serramento. Sono in pro- seguente formula: Sm = 0,0025 nV Σi (1 / √hi)
di anidride carbonica, dalla formula è possibile dedurre duzione sia fissi che regolabili manualmente, motorizzati. in cui: n = numero dei ricambi orari dell’aria ambiente;
che la quantità d’aria da immettere nell’ambiente per Se necessita realizzare un accurato abbattimento acusti- V = volume del locale (m3);
persona è circa di 4 mc/h. Per ottenere un sufficiente ri- co tra esterno e interno si ricorrere ai modelli isofonici. hi = dimensione verticale della superficie apribile
cambio d’aria si può rispettare il rapporto: Sm ≥ 1/8 di Sf, dell’infisso i-esimo del locale (m).
ove Sm è la superficie apribile dell’infisso e Sf è la su- FATTORE MEDIO DI LUCE DIURNA
perficie lorda dell’ambiente. È il rapporto tra la luce riflessa all’interno dell’ambiente W/A In ogni caso si dovrà rispettare il seguente valore:
(ove W è la superficie netta della specchiatura trasparente e Sm ≥ 1/8 Sf
COMFORT IGROTERMICO A è la superficie laterale complessiva dell’ambiente) e l’illu- dove Sm è la superficie apribile dell’infisso e Sf è la
È necessario che tra la persona e l’ambiente esista un minamento prodotto dall’intera volta celeste su una super- superficie lorda dell’ambiente.
equilibrio termico. Questo equilibrio dipende da una serie ficie orizzontale, nelle stesse condizioni di tempo e di luogo.

MATERIALI PER SERRAMENTI


I materiali indicati per realizzare i telai di un serramento TAB. F.1.26./11 CONFRONTO DI DATI TECNICI TRA MATERIALI DIVERSI USATI PER SERRAMENTI
sono fondamentalmente:
Variazione
Carico Coefficiente Coefficiente
• il legno; Massa Modulo dimensionale
di rottura di conducibilità di dilatazione
• il legno lamellare; Materiale volumica elastico per 10°C e 2 m
a flessione termica termica
• i metalli; (g/cm3) (MPa) di lunghezza
(MPa) (W/m °C) (10-5/°C)
• le materie plastiche. (mm)
Acciaio 7,9 300/500 21.000 58 12,5 0,25
Alluminio 2,7 150/300 7.000 200 24 0,48
Legno abete 0,6 60/80 1.000 0,14 6/7 0,14
PVC antiurto 1,5 30/90 1.800/2.800 0,16 70/80 1,60
NOMENCLATURA
La normativa usa una nomenclatura standardizzata per i subsistemi e i componenti serramento (vento, peso proprio, carichi accidentali, manovre) ad altri elementi
che realizzano il serramento. costruttivi (involucro, scheletro); le staffe e i controtelai provvedono inoltre ad adattare
il serramento al vano. Il vano a sua volta può essere predisposto alla messa in opera
ATTACCO ALLA STRUTTURA del “sistema serramento”, composto da controtelaio, telaio fisso e mobile, soglie,
È composto da staffe e/o controtelai che trasmettono gli sforzi ai quali è sottoposto il eventuale cassonetto con avvolgibile e apparecchi di manovra.

FIG. F.1.26./2 NOMENCLATURA DEI COMPONENTI DEL SERRAMENTO

LUCE NETTA

TELAIO MOBILE:
CASSONETTO MONTANTE
GUARNIZIONE DELL’ANTA
DELL ANTA
TELAIO FISSO:
TRAVERSA GIUNTO FISSO
SUPERIORE
DEL TELAIO FISSO TELAIO MOBILE:
traversa superiore dell'anta
GIUNTO APRIBILE °
FERMAVETRO
GUIDA
DELL’AVVOLGIBILE
DELL AVVOLGIBILE SPECCHIATURA
COMANDO SISTEMA
TASSELLO TRASPARENTE GUARNIZIONE
DI CHIUSURA CONTROTELAIO
POGGIAVETRO O OPACA CERNIERA
FERMAVETRO PROFILO
GOCCIOLATOIO SGUINCIO TELAIO FISSO:
RACCOGLICONDENSA
DELL’ANTA
DELL ANTA TELAIO MOBILE: O SGUANCIO MONTANTE DEL
traversa inferiore dell'anta TELAIO MOBILE: TELAIO FISSO
TELAIO FISSO: MONTANTE DELL’ANTA
DELL ANTA
traversa inferiore PROFILO
del telaio fisso RACCOGLICONDENSA
SOGLIA CONTROSOGLIA

F 90
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
SERRAMENTI ESTERNI 26.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
TELAI FISSI E MOBILI SCHERMATURE
Il telaio fisso può risolvere esso stesso l’attacco alla struttura, mediante staffe, ovvero Sono chiamate a graduare l’illuminazione degli ambienti e a ridurre gli apporti di

B.STAZIONI DILEGIZLII
può essere connesso al controtelaio; sopporta i movimenti del telaio mobile e oppone calore, nonché eventualmente a collaborare a evitare l’intrusione. Sono di natura e ca-
a questo adeguate battute. ratteristiche diverse; tra queste: le persiane, le tapparelle, gli scuri, le tende, i
PRE I ED
Il telaio mobile è l’elemento che supporta la specchiatura e che è chiamato a resistere frangisole, le zanzariere. NISM
alle sollecitazioni del vento; presenta sezioni configurate in modo da realizzare, con il ORGA
telaio fisso, la tenuta agli agenti atmosferici. MOVIMENTAZIONE E MANOVRA
L’insieme deve poi sopportare le sollecitazioni dovute all’utenza. Sono tutti quegli elementi che concorrono alla perfetta funzionalità del serramento; tra
questi: le cerniere e i perni, le guide e i sistemi di movimento, le maniglie e i C.RCIZIO E
SPECCHIATURE meccanismi di comando. ESE ESSIONAL
Possono essere opache o trasparenti, di natura e caratteristiche diverse. PROF
Tra queste: il vetro, i prodotti della chimica organica, l’alabastro, il legno, i pannelli GUARNIZIONI E SIGILLANTI

D.GETTAZIONE
composti. Non devono alterarsi facilmente all’azione degli agenti atmosferici; in Sono chiamati a migliorare la tenuta; devono resistere a trazione, deformarsi a
particolare devono resistere alle sollecitazioni del vento. compressione, rimanere elastici per il tempo preventivato, essere facilmente
sostituibili. La scelta del sigillante e le modalità di stesura devono essere previste in PRO TTURALE
Devono regolare gli scambi di calore, isolare dal rumore, essere sicure. fase progettuale, per garantirne l’esatta ubicazione e la possibilità di manutenzione. STRU

FIG. F.1.26./3 RIDUZIONE DEL FLUSSO LUMINOSO ENTRANTE IN RELAZIONE ALL’INGOMBRO DEL TELAIO
E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE

F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
16% 27% 45% COMP
36%
FIG. F.1.26./4 TIPOLOGIA DELLE PRINCIPALI ARTICOLAZIONI

G.ANISTICA
URB

RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
1 2 3 4 5 VERTIC

F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ

F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER

6 7 8 F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC

F.5. I
D
ARRE

9 10 11 12 F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER

13 14
Vanno scelte in funzione della tipologia edilizia e delle 1. Apertura all’inglese (verso l’esterno) 10. Apertura a visiera interna
esigenze funzionali dei singoli ambienti, della pratica- 2. Apertura alla francese (verso l’interno) 11. Apertura a vasistas esterno
bilità del vano e della manutenzione del serramento. 3. Apertura oscillobattente 12. Apertura a vasistas interno
La norma UNI 8370 propone per gli infissi esterni verti- 4. Apertura basculante 13. Apertura a bilico
cali una terminologia di riferimento basata sul tipo di 5. Apertura sali scendi 14. Apertura a pantografo
movimento, sulla posizione dei vincoli, sul senso di 6. Apertura fisarmonica
apertura delle ante mobili. 7. Apertura girevole In relazione al numero delle ante (partite) che si aprono, 6.
8. Apertura scorrevole le finestre possono essere anche dette a una, due, ... F.1.2 MENTI
9. Apertura a visiera esterna partite. SERRA I
N
ESTER

F 91
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI

VETRI

Il vetro è il prodotto del raffreddamento di un miscuglio omogeneo di minerali che, FIG. F.1.26./5 SOLLECITAZIONI E TENSIONI PER VETRO NORMALE E TEMPERATO
dopo essere stati portati alla fusione, passano allo stato rigido senza cristallizzare, ma
assumendo una struttura molecolare disordinata e piuttosto instabile (stato amorfo). VETRO RICOTTO, DIAGRAMMA
I costituenti principali del vetro sono: IN ASSENZA DI SOLLECITAZIONI DELLE TENSIONI
• la silice è il componente principale della miscela di base (sostanza vetrificante); è
presente nella miscela per circa il 75%;
• i solfati di sodio o potassio (ossidi alcalini) contribuiscono ad abbassare il punto di
fusione del vetrificante (1100°C); sono presenti per il 10–15%;
• i carbonati di calcio o di magnesio (ossidi alcalino terrosi), presenti per il 10–15%,
hanno funzione stabilizzante.

La sostituzione dell’ossido di sodio (feldspato) con ossidi di piombo e di potassio


consente di ottenere il cristallo, ovvero una lastra di vetro particolarmente trasparente VETRO RICOTTO, DIAGRAMMA
e brillante, mentre la sostituzione nella miscela di solfati di sodio (vetri sodico-calcici) SOTTOPOSTO A FLESSIONE DELLE TENSIONI
STRATO IN
con il solfato di potassio rende l’impasto più lavorabile e il vetro ancora più brillante COMPRESSIONE
(cristallo di Boemia).
Con il termine cristallo vengono spesso indicati anche i vetri sodico-calcici, caratterizzati STRATO NEUTRO COMPRESSIONE FIG. a
da alta resistenza, bassa fragilità e ottenuti per ricottura delle lastre. I prodotti vetrari si STRATO
distinguono, sulla base dei processi di lavorazione subiti, in: IN TRAZIONE TRAZIONE
• prodotti vetrari di base, che non presentano altre lavorazioni oltre quella di fabbricazione;
• prodotti vetrari trasformati, che sono ottenuti grazie a ulteriori lavorazioni atte a
migliorarne le prestazioni.

STRATO IN VETRO TEMPERATO, DIAGRAMMA


COMPRESSIONE IN ASSENZA DI SOLLECITAZIONI DELLE TENSIONI
PRODOTTI VETRARI DI BASE
STRATO
IN TRAZIONE COMPRESSIONE FIG. b
I prodotti vetrari di base si distinguono, in funzione della tecnologia di produzione, in:
• vetri tirati; STRATO IN
• vetri colati e laminati; COMPRESSIONE TRAZIONE
COMPRESSIONE
• vetri float;
• vetri profilati;
• vetri pressati in stampi; VETRO TEMPERATO, DIAGRAMMA
• vetri temprati. SOTTOPOSTO A FLESSIONE DELLE TENSIONI
I vetri tirati (UNI EN 572(1996)) sono realizzati facendo passare l’impasto attraverso una FORTE
fenditura, realizzata su una lastra di materiale refrattario; l’impasto viene tirato (metodo di COMPRESSIONE
Fourcault) e successivamente sottoposto a ricottura (metodo Libbey-Owens). La ricottura LEGGERA
consente di eliminare le tensioni interne che possono essere causate dal raffreddamento TRAZIONE COMPRESSIONE
differenziato subito dalla lastra. TRAZIONE
I vetri colati e laminati (UNI EN 572) vengono realizzati mediante colatura diretta
dell’impasto fuso tra i rulli laminatori. La diversa superficie dei rulli, liscia o a rilievo,
consente di ottenere lastre di vetro lisce o stampate, su di una faccia o su entrambe,
mentre la deposizione di una sottile pellicola di ossido metallico consente la STRATO IN TRAZIONE
colorazione superficiale della lastra. Anche questo procedimento produttivo prevede
la ricottura della lastra. TAB. F.1.26./12 COMPORTAMENTO ACUSTICO DI ALCUNI TIPI DI VETRO
Con la stessa tecnica, ma senza la ricottura, si producono le lastre di vetro armate
derivanti dalla laminazione di massa vetrosa fusa nella quale è stata introdotta una
rete metallica. TIPO DI VETRO mm MASSA (kg/mq) INDICE ISO
I vetri float (UNI EN 572) che prendono il nome anche di cristalli, sono ottenuti
Cristallo 3 7,5 26 dB
mediante colatura, in atmosfera inerte della massa vetrosa su un bagno di stagno fuso
(to float = galleggiare). Il vetro si deposita sullo stagno secondo uno spessore naturale Cristallo 4 10 27,5 dB
di 6 mm e viene poi sottoposto a una successiva ricottura e raffreddamento. È
Cristallo 5 12,5 28,5 dB
possibile produrre lastre di spessori compresi tra 2 e 19 mm, intervenendo nella fase
di colatura con opportuni accorgimenti. Questo procedimento produttivo, attualmente Cristallo 6 15 30 dB
il più impiegato, consente di ridurre al minimo le fessurazioni, grazie alle minori Cristallo 8 20 32 dB
sollecitazioni subite dalle lastre.
I vetri profilati (UNI EN 572) sono elementi traslucidi, caratterizzati dal caratteristico Doppia vetrata 4+4 20 32 dB
profilo a “U”. Ottenuti per trafilatura, hanno lunghezze fino a 4 m. I vetri profilati Cristallo 10 25 33 dB
possono essere di tipo semplice o armato con sottili fili d’acciaio, disposti in
lunghezza. Stratificato 11/12 27 37 dB

FIG. F.1.26./6 SCHEMATIZZAZIONE DELLA QUANTITÀ DI ENERGIA RAGGIANTE TRASMESSA IN FUNZIONE DEL TIPO DI CRISTALLO

3
3 4 4 1
1

2
2
1

4 4
1. ENERGIA RAGGIANTE 1. ENERGIA RAGGIANTE 1. ENERGIA RAGGIANTE
5 2. PORZIONE ASSORBITA 2. PORZIONE ASSORBITA 2. PORZIONE RIFLESSA
6 DAL CRISTALLO DISSIPATA 3 DAL CRISTALLO E DISSIPATA 2 ALL’ESTERNO
ALL ESTERNO
2 ALL
ALL’INTERNO
INTERNO (3) PARTE ALL’INTERNO
ALL INTERNO 3 3. PORZIONE DISSIPATA
E ALL
ALL’ESTERNO
ESTERNO (4) E ALL’ESTERNO
ALL ESTERNO DAL CRISTALLO
3 4 3. PORZIONE RIFLESSA 3. PORZIONE RIFLESSA E CEDUTA ALL’ESTERNO
ALL ESTERNO
ALL
ALL’ESTERNO
ESTERNO 2 DAL CRISTALLO E ALL’INTERNO
ALL INTERNO
4. PORZIONE RIFLESSA 4. PORZIONE TRASMESSA 4. PORZIONE TRASMESSA
ALL
ALL’INTERNO
INTERNO ALL'INTERNO ALL’INTERNO
ALL INTERNO

LASTRA DI CRISTALLO FLOAT NON SCHERMATO CRISTALLO RIFLETTENTE CRISTALLO ASSORBENTE

F 92
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
SERRAMENTI ESTERNI 26.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
I vetri pressati in stampi, detti anche diffusori per la scarsa trasparenza, vengono A tale processo è possibile sottoporre sia le lastre ottenute mediante procedimenti float
realizzati per colatura in appositi stampi e successiva compressione, operata tramite che quelle colate. La lastra, tagliata a misura e dotata dei fori o tacche per l’eventuale

B.STAZIONI DILEGIZLII
punzoni, dell’impasto vetroso, che è in questo modo costretto ad assumere la forma montaggio, viene introdotta in forno (sospesa o trascinata su rulli) e bruscamente
dello stampo. Con tale procedimento è possibile ottenere diffusori sotto forma di raffreddata da getti d’acqua. Il brusco raffreddamento induce sulle facce esterne
PRE I ED
blocchi cavi o a camera d’aria (UNI 9303), dal bordo rialzato. tensioni, diverse da quelle presenti all’interno, di compressione che ne migliorano la NISM
I vetri temprati: la tempra (UNI EN 12150, UNI 7697) è un processo termico il cui resistenza. La lastra che ha subito la tempra, oltre a una migliore resistenza a flessione ORGA
scopo è quello di indurre particolari tensioni sulla lastra di vetro per conferirle migliori e allo shock termico, ha la caratteristica, una volta che ne sia provocata la rottura, di
caratteristiche di resistenza, soprattutto a flessione. ridursi in frammenti minuti piuttosto che in schegge taglienti.
C.RCIZIO E
PRODOTTI VETRARI TRASFORMATI ESE ESSIONAL
PROF
Sono ottenuti per successiva lavorazione operata sui prodotti vetrari di base al fine di questa sotto forma di luce o di calore, penetri all’interno dell’ambiente. Analogamente
migliorare le caratteristiche del vetro; tra questi si distinguono: ai cristalli riflettenti i vetri basso-emissivi sono utilizzati per contenere le dispersioni
• vetri riflettenti o vetri basso emissivi; termiche, mediante l’azione riflettente esplicata verso l’interno dell’ambiente. D.GETTAZIONE
• vetri camera; Il calore irraggiato dai corpi scaldanti (termosifoni, pannelli radianti) viene intercettato e PRO TTURALE
• vetri stratificati; riflesso all’interno dell’ambiente riscaldato. La superficie della lastra viene resa STRU
• vetri cromogenici. riflettente mediante il deposito di metalli e ossidi metallici per pirolisi (a caldo) o per
polverizzazione (a temperatura ambiente); è possibile, inoltre rendere riflettenti o
I vetri riflettenti, grazie al trattamento superficiale subito, sono in grado di riflettere basso-emissivi i cristalli, mediante l’applicazione di pellicole sintetiche applicate sulle E.NTROLLO
almeno in parte la radiazione solare incidente filtrando energia solare, a evitare che lastre anche successivamente alla loro posa in opera. CO NTALE
AMBIE
TAB. F.1.26./13 CARATTERISTICHE DI VETROCAMERA (6-15-6) CON GAS ARGON

TL RL TE RE FS
SC
K TL: Trasmissione luminosa (%). Flusso luminoso direttamente F. TERIALI,TECN
ICHE
(%) (%) (%) (%) (%) (W/mqK) trasmesso attraverso il vetro. MA ONENTI,
RL: Riflessione luminosa (%). Flusso luminoso riflesso COMP
ARGENTO 7/8 7 42 4 33 8 0,09 < 1,3
direttamente dalla lastra verso l’esterno.
12/14 12 29 8 25 14 0,16 < 1,3 TE: Trasmissione energetica (%). Flusso energetico direttamente

G.ANISTICA
trasmesso attraverso il vetro.
17/17 17 24 10 20 17 0,20 < 1,3 RE: Riflessione energetica (%). Flusso energetico riflesso
27/277 27 13 18 12 27 0,31 1,3 direttamente dalla lastra verso l’esterno. URB
FS: Fattore solare (%). Il fattore solare è il rapporto tra l’energia
33/33 33 9 23 10 33 0,38 1,3 solare entrante (somma dell’energia passata direttamente
all’interno TE più quella assorbita dalle lastre e ritrasmessa
BLU 17/16 17 24 10 21 16 0,18 < 1,3 all’interno per convezione e irraggiamento nello spettro
25/23 25 17 15 15 23 0,26 < 1,3 dell’infrarosso lontano) e l’energia solare incidente. Valori
calcolati (ISO 9050).
33/30 33 11 21 10 30 0,34 1,3 SC: Shading coefficient. Il coefficiente shading è il rapporto tra RALI
l’energia solare totale e quella che passa attraverso la F.1. I PERIMET
T
ORO 8/11 8 29 5 25 11 0,13 < 1,3 vetrata. PARE ALI
VERDE K: Trasmittanza termica (W/mqK). Rappresenta la quantità di VERTIC
9/10 9 24 4 14 10 0,11 < 1,3
calore espressa in Watt che si trasmette attraverso un metro
14/13 14 19 7 11 13 0,15 < 1,3 quadrato di superficie per ogni grado di differenza di
temperatura tra l’interno e l’esterno. I valori nelle tabelle sono F.2. URE
22/18 22 10 11 8 18 0,21 < 1,3 calcolati secondo ISO-OP 10292. CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
FIG. F.1.26./7 ALCUNE TIPOLOGIE DI VETROCAMERA
ANTISFONDAMENTO ANTISFONDAMENTO CON LATO ESTERNO RIFLETTENTE CON ALLARME INSERITO
F.3. IONI
IZ
CONDUTTORI ELETTRICI PART E
N
CRISTALLO ARIA DA COLLEGARE INTER
FILM CRISTALLO
RIFLETTENTE FLOAT DISIDRATATA A MICRORELE’
MICRORELE (12-14 V) ELEMENTO
PLASTICO SENSIBILE
CRISTALLO ALLA ROTTURA F.4. NTI DI E
STRATIFICATO DELLA LASTRA ELEME NICAZION
CRISTALLO CRISTALLO COMU ALE
RIFLETTENTE VERTIC
CRISTALLO
ARIA
SALI DISTANZIATORE DISIDRATATA
DISIDRATANTI
DISTANZIATORE F.5. I
D
SALI
ARRE
GUARNIZIONE DISIDRATANTI CRISTALLO
DI TENUTA
GUARNIZIONE
TEMPRATO F.6. AZIONI
M
DI TENUTA SISTE E
N
ESTER

INTERCAPEDINE
VETRI CAMERA CON GAS DISIDRATATI VETRO FLOAT
(ARIA O ARGON) CHIARO 3 mm
VETRO FLOAT VETRO FLOAT
CHIARO 3 mm CHIARO 3 mm VETRO FLOAT PELLICOLA SOSPESA
CHIARO 3 mm IN MATERIALE POLIMERICO (PET)
PELLICOLA SOSPESA CON COATING A BASSA EMISSIVITÀ
EMISSIVIT
INTERCAPEDINE IN MATERIALE POLIMERICO (PET)
CON GAS DISIDRATATI CON COATING A BASSA EMISSIVIT
EMISSIVITÀ
INTERCAPEDINE INTERCAPEDINE
(ARIA O ARG
ARGON)
ON) CON GAS DISIDRATATI CON GAS DISIDRATATI
INTERCAPEDINE
CON GAS DISIDRATATI (ARIA O ARGON) (ARIA O ARGON )
(ARIA O ARGON)
DISTANZIATORI DISTANZIATORI DISTANZIATORI DISTANZIATORI

GUARNIZIONE A TENUTA GUARNIZIONE A TENUTA 6.


F.1.2 MENTI
SERRA I
N
➥ ESTER

F 93
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI

➦ VETRI

➦ PRODOTTI VETRARI TRASFORMATI

Il vetro camera (UNI 10593) è un pannello caratterizzato normale e da uno stratificato (antintrusione), un sistema campo elettrico consente alla lastra il passaggio allo
da proprietà isolanti, sia termiche che acustiche. di allarme sensibile alla rottura della lastra di cristallo stato trasparente. L’intensità del campo elettrico può
I pannelli sono ottenuti sigillando ermeticamente lungo più fragile. essere regolata mediante un interruttore, oppure da
il perimetro due o più lastre di vetro, in modo da lasciare sistemi fotometrici.
tra esse un’intercapedine contenente aria secca o gas Il vetro stratificato (UNI EN ISO 12543, UNI EN 356,
nobili (argon). UNI EN 1063) è un pannello costituito dall’ac- I vetri cromogenici sono dispositivi caratterizzati dalla
Le lastre vengono distanziate mediante l’interposizione coppiamento di più lastre di vetro, che sono unite su possibilità di variare le proprie caratteristiche ottiche in
di un profilato in materiale plastico o metallico (distan- tutta la superficie mediante l’interposizione di un film risposta a stimoli esterni, quali la variazione di intensità
ziatore) contenente polveri disidratanti, mentre un’op- plastico (0,3–0,5 mm) trasparente di polivinilbutirrale della luce (fotocromici), l’applicazione di un campo elet-
portuna sigillatura perimetrale in materiale plastico impe- (PVB) o policarbonato. trico (elettrocromici e a cristalli liquidi), variazione della
disce lo scambio con l’ambiente esterno (tenuta). La presenza del film plastico conferisce al pannello una temperatura (termocromici).
L’aria o il gas racchiuso nell’intercapedine, che deter- buona resistenza agli urti e allo sfondamento; inoltre, Particolari proprietà chimico fisiche dei materiali utiliz-
mina le caratteristiche isolanti del pannello, è soggetto nel caso in cui l’urto ne determini la rottura, i frammenti zati consentono a tali dispositivi di modificare il proprio
a variazioni di temperatura e di pressione, soprattutto in rimarranno attaccati alla plastica senza disperdersi. comportamento da altamente trasmittente a parzial-
fase di trasporto e montaggio, che provocano sulle lastre Un’evoluzione dei vetri stratificati è costituita dai vetri mente riflettente fino al totale assorbimento della radia-
una leggera flessione. cromogenici, pannelli in grado di variare a comando la zione luminosa. Tali dispositivi si distinguono in due
Il pannello di vetro camera può, eventualmente, propria opacità. Questi sono realizzati accoppiando categorie principali: non attivati elettricamente di cui
ospitare un sistema di oscuramento (tenda tipo due cristalli mediante due fogli di PVB con interposto fanno parte i dispositivi fotocromici e quelli
veneziana) con orientamento a comando magnetico, uno speciale film a cristalli liquidi che in assenza di termocromici, attivati elettricamente che comprendono i
oppure, qualora il pannello sia costituito da un cristallo tensione elettrica è opaco, mentre la presenza di un dispositivi elettrocromici e quelli a cristalli liquidi.

FIG. F.1.26./8 SCHEMA DI FUNZIONAMENTO DI UN VETRO CROMOGENICO

CRISTALLI STRATIFICATI A TRASPARENZA VARIABILE

VETRO
STRATO
FOGLIO DI PVB
DI ACCUMULO FILM
FILM A CRISTALLI LIQUIDI ELETTROCROMICO
FOGLIO DI PVB CONDUTTORE ELETTROLITA
TRASPARENTE CONDUTTORE
VETRO TRASPARENTE
VETRO
VETRO

LUCE INCIDENTE LUCE INCIDENTE

TENSIONE TENSIONE
SFERA DI POLIMERO
CON CRISTALLI
LIQUIDI

LUCE TRASMESSA LUCE TRASMESSA


IN ASSENZA DI TENSIONE SOTTO TENSIONE
(ASPETTO TRASLUCIDO) (ASPETTO TRASPARENTE)

SCHEMA DI FUNZIONAMENTO DI DISPOSITIVO A CRISTALLI LIQUIDI COMPOSIZIONE DI UN DISPOSITIVO ELETTROCROMICO


R
AD
R
AD

IA
ZI
IA

O
ZI

SOLE STRATO SOLUZIONE SOLE


N
O

E
N

ACQUOSA E POLIMERI
SO
E
SO

LA
LA

PELLICOLA PELLICOLA
R
E
R

PROTETTIVA PROTETTIVA
E

POLIMERI
POLIMERI
ACQUA
ACQUA

PELLICOLA PROTETTIVA PELLICOLA PROTETTIVA


(1) Con bassa radiazione solare, lo strato contenente (2) Al raggiungimento della temperatura critica, le molecole
la soluzione acquosa polimerica rimane trasparente polimeriche tendono a concentrarsi cambiando il colore della lastra,
fino al raggiungimento della temperatura critica. che diviene bianca, cos
così da riflettere la radiazione solare.

SCHEMA DI FUNZIONAMENTO DI DISPOSITIVO TERMOCROMICO

F 94
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
SERRAMENTI ESTERNI 26.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.26./9 POSA DI CRISTALLI STRATIFICATI

B.STAZIONI DILEGIZLII
FOGLIO DI PVB FOGLIO DI PVB PRE I ED
NISM
3-5 3-5 ORGA

C.RCIZIO E
FLOAT ESE ESSIONAL
PROF
FLOAT
3
MASTICE
3
MASTICE D.GETTAZIONE
PLASTICO PLASTICO PRO TTURALE
STRU

E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
TASSELLO TASSELLO
15 15 IN NEOPRENE
IN NEOPRENE
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
4 4 COMP

G.ANISTICA
URB

CRISTALLO DOPPIO STRATO CRISTALLO A TRE STRATI

RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC
TAB. F.1.26./14 CARATTERISTICHE DI VETRI STRATIFICATI FIG. F.1.26./10 VETROCAMERA CON SERRANDA INTERNA

6 27 25 F.2. URE
SPESSORE dB DIMENSIONE MAX PESO CHIUS ONTALI
Z
(mm) (500 Hz) (cm) (Kg/mq) ORIZ

12 16
6/7 32,5 321 x 240 15,5
SISTEMA F.3. IONI
IZ
DI COMANDO PART E
N
8/9 34 260 x 400 20,5 42
MAGNETICO INTER

10/11 36,5 260 x 400 25,5


F.4. NTI DI E
10,5/11 36 260 x 400 26
50 ELEME NICAZION
COMU ALE
APPARECCHIO PER VERTIC
11/12 36,5 260 x 400 27 IL SOLLEVAMENTO
E L’ORIENTAMENTO
L ORIENTAMENTO
19/21 40 260 x 400 45 DELLA TENDA F.5. I
D
ARRE
18/19 39 260 x 400 46

19/20 39,5 260 x 400 47 LAMELLE F.6. AZIONI


M
ORIENTABILI SISTE E
N
ESTER
26/27 42 – 66 LASTRE DI VETRO
(SPESS. Ø MAX 6 mm)
27/29 42,5 – 67,5
LASTRE DI VETRO
29/30 42,5 – 68,5
(SPESS. Ø MAX 6 mm) ARIA
DISIDRATATA
28/30 43,5 240 x 260 68,5

29/31 43 – 70 GUARNIZIONE
SIGILLANTE
36/38 44 – 91

39/40 44,5 – 93,5

38/40 45 240 x 260 68,5

39/41 44,5 – 93,5


6.
50/52 46 – 120 F.1.2 MENTI
SERRA I
N
ESTER

F 95
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI

➦ VETRI

VETRI RESISTENTI AL FUOCO


FIG. F.1.26./11 COMPORTAMENTO DEI VETRI RESISTENTI AL FUOCO
L’elemento sotto l’azione del fuoco deve conservare
per un tempo determinato:
R: la stabilità; Temperatura °C Curva
1000 tempo - temperatura
E: la tenuta alle fiamme, ai vapori e ai gas; BS 476-PART 8
I: l’isolamento termico. VETRI RESISTENTI AL FUOCO (ISO 834)
900
Le modalità sono prescritte dal DM n.339 del dicembre
1983. Gli elementi resistenti al fuoco possono garantire 800 Vetro ad elevata
la classe RE, ovvero la classe REI; il numero successivo resistenza
(30’–60’–120’) indica la durata dell’attitudine comprovata. meccanica (RE)
700 (rete trasparente
Alla classe RE rispondono bene i vetri retinati. in caso d’incendio)
d incendio)
I vetri tagliafuoco (REI) sono dei multistrato, assemblati 600 Vetro
interponendo, tra le lastre, speciali strati ignifughi i quali, armato (RE)
sotto l’azione del fuoco, liberano vapore d’acqua e forma-
no una schiuma isolante, refrattaria al fuoco. La schiuma 500
crea una barriera alle fiamme, ai fumi e al calore.
Particolare cura deve essere posta nel fissaggio del mul- 400
tistrato al telaio del serramento, ricordando che durante Vetro speciale che si oppone
al passaggio di fumo, fiamma
il funzionamento il multistrato tende ad aumentare di 300 e irraggiamento (REI) (diventa
spessore e, pertanto, deve essere libero di dilatarsi. opaco in caso d’incendio)
d incendio)
Altrettanta cura si richiede per la movimentazione e lo 200
stoccaggio delle vetrate in cantiere.
100

0 Tempo in minuti
0 10 20 30 40 50 60 70 80
PELLICOLE PER VETRI
Sono in commercio pellicole in poliestere che possono
essere applicate su vetrate al fine di: TAB. F.1.26./15 CARATTERISTICHE DELLE PELLICOLE SU VETRO NORMALE (6 mm)
a) diminuire la luminosità interna degli ambienti;
b) aumentare l’isolamento termico;
c) garantire l’incolumità degli occupanti da eventuali rot- Termoriflettenti Oscuranti Atermiche Antisfondamento
ture a scheggia della vetrata;
d) abbattere la trasparenza verso l’interno (pellicole Trasmittanza energia solare
12÷25 40÷49 11÷63 12÷79
opache). %
La pellicola normalmente è predisposta all’incollaggio Riflettanza energia solare
in fase di produzione con un adesivo trasparentissimo, 23÷48 7÷14 9÷46 10÷48
%
protetto fino al momento della messa in opera, ovvero,
può essere direttamente incollata in cantiere con adesivo Assorbenza energia solare
37÷55 44÷52 25÷55 11÷40
acrilico. La pellicola e l’adesivo devono avere caratteri- %
stiche specifiche compatibili con il vetro (dilatazione ter- Trasmittanza luce visibile
mica, composizione chimica). 13÷31 11÷43 15÷66 15÷85
%
La pellicola è costituita da strati di polietilene trattati e
Trasmittanza ultravioletti
assemblati secondo le prestazioni richieste, ed è super- 0,4 0,4 0,4 0,4
%
ficialmente protetta da una base di resine antigraffio.
Tra le pellicole con caratteristiche specifiche, si ricorda- Coefficiente schermatura
0,24÷0,44 0,60÷0,70 0,26÷0,80 0,24÷1,93
no le pellicole anticondensa (antiappannanti), lavorate %
con materiali che abbassano la tensione superficiale Energia solare respinta
dell’acqua in modo da ‘diffondere’ in uno strato uniforme 62÷79 39÷48 30÷77 19÷79
%
l’umidità senza creare zone opache (gocce).

FIG. F.1.26./12 TIPOLOGIE DI LASTRE DA IMPIEGARE PER LA REALIZZAZIONE DI ELEMENTI CURVI

ARIA ARIA
DISIDRATATA SALE DISIDRATANTE DISIDRATATA

DISTANZIATORE

GUARNIZIONE
DI TENUTA

3-19 mm 3-19 mm SALE DISIDRATANTE


S
FLOAT TEMPERATO VETROCAMERA
H
FOGLIO
DI PVB
F
R

SUPERFICI CURVE
BISTRATO TRISTRATO QUADRISTRATO VETRO NORMALE O STRATIFICATO
O ISOLANTE VETRO TEMPERATO
VETRI STRATIFICATI CON INTERPOSTO FOGLIO
DI POLIVINILBUTIRRALE (PVB) INCOLLATO A CALDO IN AUTOCLAVE H – altezza max 2700 o 1900 mm H – altezza max 2200 mm
S – sviluppo max 1900 o 2700 mm S – sviluppo max 1200 mm
F – freccia max 850 mm F – freccia max 300 mm
TIPOLOGIE DI LASTRE DA IMPIEGARE PER LA REALIZZAZIONE DI LASTRE CURVE R – raggio minimo 50 mm R – raggio minimo 100 mm

F 96 NORMALE O STRATIFICATO O ISOLANTE TEMPERAMENTO

H-altezza max 2700 o 1900 mm H-altezza max 2200 mm


S-sviluppo max 1900 o 2700 mm S-sviluppo max 1200 mm
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
SERRAMENTI ESTERNI 26.

CONTROTELAI A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
Tra telaio fisso e vano murario, sede del serramento, FIG. F.1.26./13 CONTROTELAI
può venire interposto il controtelaio.

B.STAZIONI DILEGIZLII
Il controtelaio, generalmente bloccato al muro mediante CONTROTELAIO METALLICO PER SERRAMENTO SCORREVOLE CON GUIDA PER AVVOLGIBILE
zanche, ha lo scopo di ammortizzare le imperfezioni A SCOMPARSA: FASI DI MONTAGGIO
PRE I ED
presenti nel vano murario e di costituire un solido sup- NISM
porto per il fissaggio del telaio fisso. GUIDA ORGA
Generalmente il controtelaio è costituito da due mon-
tanti e un traverso; può essere in legno o in lamiera zin-
cata profilata a freddo. C.RCIZIO E
Il serramento può essere posto in opera anche senza il ESE ESSIONAL
controtelaio, murando direttamente il telaio fisso per PROF
mezzo di zanche o tasselli a espansione; in questo caso

D.GETTAZIONE
è necessario prevedere le opportune tolleranze per un
montaggio a regola.
PRO TTURALE
STRU

1. 2. 3.
E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
CONTROTELAIO METALLICO ZANCHE PER CONTROTELAI METALLICI SCATOLARI

ELEMENTO F. TERIALI,TECN
ICHE
DI CONTROVENTO MA ONENTI,
COMP
PROVVISORIO

CONTROTELAI IN LEGNO G.ANISTICA


URB

ZANCHE MOBILI ZANCHE FISSE CONTROTELAIO


Si adattano meglio ESTENSIBILE
alla apparecchiatura
costruttiva del vano
RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC

Sistemi
istemi di controvento
utilizzati per il trasporto F.2. URE
dei controtelai; da eliminare CHIUS ONTALI
Z
dopo l’installazione
l installazione ORIZ

F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER

ZANCA
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
ZANCA
ELEMENTO
DI CONTROVENTO VERTIC

F.5. I
D
ARRE

ZANCA ZANCA
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
ZANCA

POSA DEL TELAIO FISSO SENZA CONTROTELAIO

CONTROTELAI IN LEGNO
CONTROTELAIO
SPESSORI
TELAIO FISSO
VITE

MOSTRA
TASSELLO
ZANCA COPRIVITE

1) FISSAGGIO A MURO 2) FISSAGGIO DEL TELAIO FISSO 3) POSA DELLE MOSTRE 6.


MODALITÀ DI POSA DEL TELAIO FISSO SU CONTROTELAIO
MODALIT
DEL CONTROTELAIO AL CONTROTELAIO E DEI TASSELLI COPRIVITE F.1.2 MENTI
SERRA I
N
ESTER

F 97
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI

SOGLIE E IMBOTTI

FIG. F.1.26./14 SOGLIE

SOGLIA BATTENTATA DOPPIA PER INFISSI A CASSETTONE SOGLIA BATTENTATA A VASCHETTA SOGLIA BATTENTATA SEMPLICE

SOGLIA SOGLIA SOGLIA CON L’ALLOGGIAMENTO


L ALLOGGIAMENTO SOGLIA IN LAMIERINO SOGLIA
IN LAMIERA DI FERRO ZINCATA CON RISALTO METALLICO DELLA GUIDA PER DI FERRO ZINCATO CON RISALTO METALLICO
OSCURANTE SCORREVOLE E CONTROSOGLIA

SOGLIA DI LEGNO SOGLIA CONTROSOGLIA INTERNA PER SOGLIA BATTENTATA DOPPIA SOGLIA UNICA
PER PORTAFINESTRA RACCOLTA ACQUE DI CONDENSA PER OSCURANTE A PERSIANA

vano
termosifone
mobile

SOGLIA MISTA LEGNO MATTONE SOGLIA UNICA ESTERNA SOGLIA PIANA CON PENDENZA SOGLIA E SOGLIA E CONTROSOGLIA
REALIZZATA CON MALTA CONTROSOGLIA LIGNEA LIGNEA CON MOBILE
FIG. F.1.26./15 CONFIGURAZIONI DI IMBOTTI IN LATERIZIO

VISTE DALL
DALL’INTERNO
INTERNO E DALL’ESTERNO
DALL ESTERNO PIANTE DEI RICORSI
D) D)
C) C)
B) B)
A) A)
A) C)

TIPO 1

A) B) D)
A)
B) B)
A) TIPO 1
A)

TIPO 2
A) B)
A)
A) TIPO 2
B)
B)
A)
A)

A) B)
TIPO 3
TIPO 3
A) A)
B) B)
A) A)
B) B)
TIPO 4 TIPO 4

F 98
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
SERRAMENTI ESTERNI 26.

SERRAMENTI ESTERNI IN LEGNO A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
Le essenze utilizzate per realizzare infissi possono essere Per gli elementi che costituiscono il telaio mobile, più sol- della soglia per allontanare l’acqua in modo sicuro. Tra
sia tenere che dure, ma l’elemento deve essere privo di lecitato, è bene ricorrere a un incastro maschio-femmina il telaio fisso e il telaio mobile si possono avere uno o

B.STAZIONI DILEGIZLII
nodi, senza fenditure, ben stagionato, con una presenza con perni di giunzioni in metallo o nylon, da inserire in più contatti o battute (che assicurano la tenuta
d’acqua inferiore al 15%, deve essere stato posto a un apposite cavità ricavate all’interno dell’elemento. all’acqua) e una o più camere d’aria o camere di
PRE I ED
procedimento di impregnazione ignifugo e antiparassitario. Il telaio mobile e il telaio fisso possono essere com- decompressione, (che assicurano la tenuta al vento). NISM
Sono utilizzati anche legni lamellari (realizzati con listelli planari, oppure disporsi su piani paralleli. Nella scelta Al telaio possono essere aggiunti dei profili di geometria ORGA
stagionati artificialmente, di essenze diverse, e incollati) della ubicazione dei serramenti è opportuno accertarsi opportuna (cartelle) atti a contenere e/o schermare le
che permettono, rispetto ai prodotti tradizionali, migliori che le parti mobili non interferiscano tra loro, né con ferramenta. L’UNI ha codificato i profili delle intelaiature
prestazioni meccaniche e una maggior resistenza agli altri elementi. per finestre, balconi, persiane a ventola, persiane scor- C.RCIZIO E
agenti atmosferici. Nel disegno della battuta tra telaio mobile e traversa in- revoli, cassonetti per avvolgibili. ESE ESSIONAL
L’idoneità tecnica delle specie legnose per serramenti è feriore fissa possono essere previsti dei canali per Il fissaggio del serramento al vano può avvenire diretta- PROF
descritta nella norma UNI 8938, mentre i procedimenti eliminare l’acqua eventualmente infiltratasi. I sistemi di mente, ovvero tramite controtelaio. Il controtelaio è fissato

D.GETTAZIONE
di impregnazione e di preservazione fanno capo alla battuta possono essere a rasamento, a bietta a doppia dal muratore al vano. Sul controtelaio il falegname avvi-
norma UNI 8662/2. o tripla battuta e possono avere geometria diversa: a ta a secco il telaio fisso. Tra controtelaio e serramento
Per i tipi tecnologici che si usano nei serramenti (pannelli spezzate perpendicolari, sghembe, a scozia o bocca di deve essere prevista una tolleranza di 10 mm. PRO TTURALE
a base di legno, compensati, pannelli di fibre e particelle) lupo. Il traverso inferiore del telaio mobile, che risulta il L’impiego del controtelaio garantisce allineamenti e STRU
esistono famiglie di norme apposite: sono rispettivamente più esposto alle intemperie, è protetto da un profilo appiombi più precisi e la sostituzione del serramento
le UNI 79.060, le 79.060.10, le 79.060.20. ligneo o metallico, chiamato gocciolatoio. Il senza arrecare danni al vano murario. Se non è pre-
I diversi elementi costituenti i telai sono collegati tra gocciolatoio, oltre a proteggere il traverso dall’acqua sente il controtelaio, nel montaggio del telaio fisso deve E.NTROLLO
loro attraverso incastri di tipologia diversa secondo il battente, allontana l’acqua dalla battuta inferiore con un essere garantito un perfetto posizionamento a piombo. CO NTALE
tipo di sollecitazione alla quale sono sottoposti. incastro a coda di rondine: la scanalatura che rompe la Il vano murario deve presentare configurazioni adatte AMBIE
Per gli elementi che costituiscono il telaio fisso, non goccia deve avere sezione opportuna e deve sporgere ad accogliere in modo opportuno il serramento, che può
particolarmente sollecitato, l’incastro è a mascella. rispetto alla traversa del telaio fisso, ovvero del risalto essere montato a filo esterno, a filo interno, in posizione
F. TERIALI,TECN
ICHE
FIG. F.1.26./16 PROFILI IN LEGNO TAB. F.1.26./16 SERRAMENTI IN LEGNO MA ONENTI,
COMP
65 9 51 45 RITIRO % ESTERNI

G.ANISTICA
20 ESSENZA DUREZZA Tan- Verni- Luci-
Assiale Radiale
45 gente ciati dati
25 65 URB
Abete Douglas
tenero 0,1 2,6 5,3 •
Pseudoisuga Douglas
11 45 9 36 54
9 15 30 Abete Rosso
19 tenerissimo 0,1 2,6 5,63 •
Picas Excelsa
45 RALI
11 Castagno F.1. I PERIMET
T
Castanes Saturs
medio duro 0,4 4,4 6,5 • PARE ALI
58 VERTIC
45 65
65 65 19 26 Cerro
duro 0,4 4,4 6,5 •
15 Quercus Cerris
12 F.2. URE
45 Cipresso CHIUS ONTALI
30 medio duro 0,4 44 6,5 • Z
Cipressus Sempervirens ORIZ

48 12 54 9 Farnia
duro 0,25 4,2 7,8 •
Quercus Peduncolata F.3. IONI
IZ
PART E
N
30 70 80 62
Larice
tenero 0,25 4,2 7,8 • • INTER
10 71 Larix Europeae
30
20 Noce
medio duro 0,2 5,4 10,5 • F.4. NTI DI E
8 15 47 Juglans Regis ELEME NICAZION
45 COMU ALE
Pino giallo (Pitch Pine)
duro 0,3 3 6 • • VERTIC
17 Pinus Silvestris

25 Pino silvestre
medio duro 0,1 2,3 4,5 • • F.5. I
D
17 Pinus Silvestris ARRE
35 14 Pino Loricuto
medio duro 0,1 2,3 4,5 • •
Pinus Leucodermis F.6. AZIONI
70 335 M
61 SISTE E
Rovere N
ESTER
55 10 duro 0,3 2,6 6,1 • •
14 Quercus Sassilifloras

35 Quercia
45 duro 0,2 4,3 7 •
30 15 Quercus Pubescens

FIG. F.1.26./17 PROFILI IN LEGNO LAMELLARE

12 12
27 27 27 27 12
54 27 27
15
27 27 15

90 90
90
70 FERMAVETRO

15
15
15 6.
17 22 27 F.1.2 MENTI
SERRA I
22
N
➥ ESTER
TELAIO FISSO TELAIO MOBILE TRAVERSO ROMPITRATTA TRAVERSO INFERIORE

F 99
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI

➦ SERRAMENTI ESTERNI IN LEGNO

intermedia. Il vano murario, infine, può presentare una FIG. F.1.26./18 INCASTRI
geometria tale da realizzare una battuta per il serra-
mento (mazzetta o imbotte).
Il giunto tra serramento e finitura a intonaco del peri-
metro del muro circostante può avvenire predisponendo
dei canali nell’intonaco, fresando i canali nel telaio,
oppure coprendo il giunto con un regolo. Nella parte
inferiore del vano si colloca una soglia con la funzione
di raccogliere e allontanare dal paramento sottostante
l’acqua meteorica che ha dilavato il serramento.
Il collegamento tra traversa inferiore e soglia può avve-
nire con soluzioni diverse. Nella soglia è ricavato un
battente per posizionare la traversa inferiore e per im- TELAIO FISSO – INCASTRO A MASCELLA
pedire infiltrazioni.
La soglia può essere unica o in due pezzi; può avere GOCCIOLATOIO
altre battute o risalti per gli oscuramenti.
Il telaio mobile può prevedere due soluzioni per il mon-
taggio del vetro: la battentatura, secondo la quale il vetro
va a battere su un risalto dei profili; la scanalatura a
infilare, secondo la quale il vetro è inserito in apposite
guide scavate nei profili e non necessita quindi di appo-
sito fermavetro.
Con la battentatura il fissaggio del vetro può
avvenire tramite chiodatura e stucco, o con idoneo
profilo fermavetro. Sia nella soluzione con
fermavetro che nella soluzione a infilare può essere
TELAIO MOBILE – INCASTRO MASCHIO-FEMMINA
prevista l’interposizione di guarnizioni o tasselli tra il
vetro e il telaio mobile.
I dispositivi di movimento riguardano la rotazione verti-
cale e orizzontale e lo scorrimento. Le cerniere, che
consentono le rotazioni su un asse verticale, possono
essere a bietta, a rasare, a sedia.
I perni, che consentono le rotazioni su un asse orizzon-
tale sono a scatola semplici, a scatola con frizione.
Esistono altre tipologie di meccanismi che permettono
di ottenere minori ingombri nell’apertura ovvero permet-
tono di ottenere tipologie particolari di aperture (a ven-
FIG. F.1.26./19 BATTUTE CENTRALI E LATERALI
tola, a bussola).
I dispositivi di bloccaggio delle ante mobili sono: a cre- contatto contatto
monese, a leva, ad asta rigida a cremagliera; i comandi
possono essere a leva o a manovella, eventualmente
motorizzati.
I dispositivi di apertura possono essere coadiuvati da
compassi, contrappesi, fermi.
I dispositivi di oscuramento possono essere interni o
esterni. Tra quelli esterni vi sono le persiane e gli avvol-
gibili. Le persiane a loro volta sono caratterizzate dal camera camera
loro movimento (a cerniera, scorrevoli). cartella d’aria
aria d’aria
aria
Per quelle a cerniera possono essere previste partiture copriferramenta
più articolate, denominate a fisarmonica.
Le articolazioni dei dispositivi possono interessare opere NODO CENTRALE DI CHIUSURA:
accessorie da prevedersi nelle zone perimetrali del vano A DOPPIA BATTUTA A BOCCA DI LUPO A TRIPLA BATTUTA
(raccoglitori, comandi, tassellature per fissaggi). (tre contatti, due camere d
d’aria)
aria) (tre contatti, due camere d
d’aria)
aria) (quattro contatti, tre camere d’aria)
d aria)
I serramenti sono sottoposti a una serie di prove per
accertarne la qualità:
a) planarità: viene verificata la complanarità dei vertici
per garantire la tenuta delle battute e la manovra-
bilità;
b) resistenza all’estrazione delle viti: si verifica la forza
necessaria a sfilare alcune viti della serratura e della
maniglia;
c) resistenza alla fatica: la porta, aperta a 90°, caricata
verticalmente sull’estremo dell’anta, viene sollecitata
a cicli di deformazione orizzontali che non devono
risultare permanenti; NODO LATERALE:
d) resistenza allo svergolamento: la maniglia della porta A RASAMENTO A BIETTA
aperta a 90° è sollecitata da una forza orizzontale
che la può deformare ma non in modo permanente;
e) resistenza nel piano dell’anta: la porta aperta a 90° camera
è sollecitata da una forza verticale sull’estremo cerniera d’aria
aria
senza deformazioni permanenti che ne pregiudichi-
no la funzionalità;
f) dimensioni e perpendicolarità: la verifica degli spes-
sori e delle dimensioni assicurano un perfetto acco-
stamento tra il telaio mobile e quello fisso.

contatto
mostra
La descrizione esatta delle prove e delle misurazioni
sono contenute nel gruppo di norme UNI 91.060.50-30 NODI LATERALI NON COMPLANARI
“Prove su serramenti”.
DUE CONTATTI TRE CONTATTI TRE CAMERE D’ARIA
D ARIA
E UNA CAMERA D’ARIA
D ARIA E DUE CAMERE D’ARIA
D ARIA E QUATTRO CONTATTI

F 100
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
SERRAMENTI ESTERNI 26.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.26./20 CERNIERE

PIANA
ANELLO
SOSTITUIBILE
ANELLO
SOSTITUIBILE B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
PER LA PER LA NISM
MANUTENZIONE MANUTENZIONE ORGA
BIETTA

C.RCIZIO E
GROSSEZZA ESE ESSIONAL
PROF

SEDIA D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU

E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE

F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP

CERNIERA A BIETTA CERNIERA A RASARE CERNIERA A SEDIA


G.ANISTICA
FIG. F.1.26./21 SOLUZIONI DI GIUNTO CON IL VANO MURARIO URB

SCURO SCURO

RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC

MOSTRA
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
CON MOSTRA CON SCURO NELL’INTONACO
NELL INTONACO CON SCURO NEL TELAIO ORIZ

FIG. F.1.26./22 SISTEMI DI CORRELAZIONE CON I VETRI F.3. IONI


IZ
PART E
N
INTER

MASTICE O
FERMAVETRO F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
GUARNIZIONE
MASTICE
COMU ALE
CHIODO VERTIC
15 mm
15 mm
F.5. I
D
ARRE

F.6. AZIONI
M
22 mm 22 mm SISTE E
N
POSA IN OPERA POSA IN OPERA POSA IN OPERA ESTER
CON BATTUTA APERTA CON FERMAVETRO “A
A INFILARE”
INFILARE
SISTEMI DI CORRELAZIONI VETRI
FIG. F.1.26./23 POSA IN OPERA DEI TASSELLI FIG. F.1.26./24 GOCCIOLATOIO

1) il gocciolatoio deve assicurare il distacco


della goccia: per dimensione (1,5 x 1,5 cm)
e per geometria (ad angolo retto);
1
2 2) il traverso inferiore del telaio mobile
deve presentare la parte interna pipiù alta
rispetto a quella esterna per garantire
la tenuta all’acqua;
all acqua;
3
3) la goccia rotta deve essere allontanata
dal traverso inferiore del telaio fisso
e portata direttamente sulla soglia.

6.
TASSELLO D’APPOGGIO
D APPOGGIO TASSELLO D
D’APPOGGIO
APPOGGIO GOCCIOLATOIO F.1.2 MENTI
O PERIFERICO E TASSELLO SPAZIATORE SERRA I
N
ESTER
POSA IN OPERA DEI TASSELLI

F 101
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI

➦ SERRAMENTI ESTERNI IN LEGNO

FIG. F.1.26./25 SERRAMENTI A DUE ANTE CON NODO FISSO CENTRALE A BILICO, SCORREVOLI

SERRAMENTO
A BILICO

MIN 15 mm

FERMO
IN GOMMA

GOCCIOLATOIO
IN LAMIERA

GUARNIZIONE SUL TELAIO FISSO GUARNIZIONE SUL TELAIO MOBILE

SERRAMENTO
SERRAMENTO CON APERTURA
CON APERTURA A SCORRERE
A BATTENTE

F 102
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
SERRAMENTI ESTERNI 26.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.26./26 SERRAMENTI A BATTENTE E SCORREVOLI

B.STAZIONI DILEGIZLII
SEZIONE SEZIONE ORIZZONTALE
VERTICALE
PRE I ED
NISM
5,5 ORGA

6 C.RCIZIO E
4 4 ESE ESSIONAL
INFISSO 2 PROF
LEGNO 2 2
5,5
D.GETTAZIONE
VETRO GUIDA PRO TTURALE
TERMICO AVVOLGIBILE STRU
POSIZIONI GUIDA AVVOLGIBILE
4
E.NTROLLO
FINESTRE GUIDA
A BATTENTE 2 AVVOLGIBILE
CON AGGANCIO CO NTALE
AUTONOMO AMBIE

PULEGGE PER
CONTRAPPESI 50 F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
12 COMP
BINARIO
SPORTELLO

G.ANISTICA
D’ISPEZIONE
ISPEZIONE
FINESTRA SCORREVOLE 4
FISSAGGIO
VERTICALE
AL TELAIO
URB
TELAIO FISSO MOBILE

15 VANO
CONTRAPPESI
GUIDE VERTICALI
34 RALI
F.1. I PERIMET
T
TELAIO MOBILE PARE ALI
VERTIC
VETRO CAMERA 40

F.2. URE
GUIDE CHIUS ONTALI
Z
VERTICALI TELAIO FISSO ORIZ
22
BINARIO PER FINESTRA SCORREVOLE
SPORTELLO SEZIONE SEZIONE ORIZZONTALE F.3. IONI
IZ
D’ISPEZIONE
ISPEZIONE ORIZZONTALE VERTICALE PART E
N
INTER

F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
25

F.5. I
D
ARRE
GUIDA

F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
5,5 ESTER
PROFILO
ELASTICO
DI TENUTA
FINESTRA FINESTRA
A BINARIO SINGOLO A BINARIO
DOPPIO

FINESTRA SCORREVOLE
ORIZZONTALE

6.
F.1.2 MENTI
SERRA I
N
ESTER

F 103
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI

➦ SERRAMENTI ESTERNI IN LEGNO

GUARNIZIONI E ACCESSORI DI GIUNTO PER SERRAMENTI IN LEGNO

La guarnizione viene inserita nel serramento per miglio- chiamento e possono essere diversamente colorate. b) del vano nel quale sarà alloggiata e delle relative mo-
rarne (o ripristinarne) la funzionalità, in merito alla La guarnizione deve garantire: dalità di montaggio e di manutenzione.
tenuta all’acqua, all’aria, al suono. a) la tenuta;
Le guarnizioni sono realizzate con plastomeri o elasto- b) la resistenza alla trazione; Nei casi nei quali è richiesta continuità nel perimetro della
meri e sono prodotte per estrusione. c) la perfetta resistenza alla deformazione. guarnizione, essa può essere saldata o incollata, anche
Le guarnizioni plastomeriche sono a base di polimeri in cantiere, con appositi ausili che garantiscono la com-
termoplastici (PVC), additivati con mescole diverse per Queste qualità devono essere mantenute nel tempo, planarità tra i diversi segmenti e l’esattezza dello squa-
garantire doti di flessibilità. sotto l’azione delle intemperie, dei raggi ultravioletti, del dro. Nell’operazione di montaggio la guarnizione va com-
Possono essere coestruse con altri materiali, in modo gelo e del calore. pressa nel vano, eventualmente con rollini o con mac-
da conferire ai diversi strati durezza diversa. La dilatazione termica che la guarnizione subisce deve chine fornite dal produttore, senza sottoporla a stiramen-
Le guarnizioni elastomeriche sono a base di gomma. essere compatibile con quella del materiale con il quale ti. Al fine di migliorare le prestazioni del serramento sono
Offrono una buona resistenza alle intemperie e migliori è realizzato il serramento. disponibili numerosi accessori in profilo di alluminio, da
livelli prestazionali sono assicurati da quelle di colore La sagoma della guarnizione è progettata in funzione: inserire in corrispondenza del traverso inferiore del telaio
nero. A questa classe appartengono anche le guarni- fisso. Tra le funzioni esplicate dagli accessori: allontana-
zioni in elastomero siliconico che garantiscono qualità a) della sollecitazione alla quale sarà sottoposta in eser- mento delle acque meteoriche, protezione della battuta
meccaniche superiori, una migliore resistenza all’invec- cizio (sforzi di compressione, flessione, scorrimento); inferiore e del traverso inferiore del telaio fisso.

FIG. F.1.26./27 ACCESSORI IN ALLUMINIO E GUARNIZIONI

37 15

3
4

8 9,5
19,5 3,2
12,8 22
31

5,5
16

11

14

26,5
32 4
23,5

38

35
7,8

4,8
12
35

4,8

6
25,2
35

4 9

2,5 6,8 4

6,4 4,2
18,5
20 3 16,5 8
21
25

5 15
20

SISTEMI DI ALLONTANAMENTO DELLE ACQUE METEORICHE


TIPI DI FRESATURE NEI TELAI
È possibile operare anche su serramenti
già in opera con macchine opportune
gi
7,5 Ø5
A 45°
45 NEL TELAIO FISSO A 90°
90 NEL TELAIO FISSO
10
10,5
0,5
4,5

3
6,4
8

4,5 4
3,5
Dimensioni prescritte per la fresatura del telaio

VETROCAMERA VETROCAMERA

A 45°
45 NEL TELAIO MOBILE A 90°
90 NEL TELAIO MOBILE

GUARNIZIONI ED ELEMENTI DI BATTUTA


GUARNIZIONI PER LE BATTUTE ANCHE SU SERRAMENTI GIÀ
GI IN OPERA

F 104
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
SERRAMENTI ESTERNI 26.

SERRAMENTI IN ACCIAIO A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
SERRAMENTI IN PROFILATI NORMALI PROG
L’acciaio segue le norme CNR-UNI 10011; accanto ai tipi
ordinari sono utilizzati acciai speciali con caratteristiche

B.STAZIONI DILEGIZLII
particolari. Gli acciai vengono commercializzati in laminati a Per realizzare serramenti si utilizzano profilati a caldo a vetri, gocciolatoi, compassi, in modo da costituire sezioni
caldo: profilati, barre, larghi piatti, lamiere e tubi. I profilati L, a lati uguali o diseguali, a T, a Z. addette a realizzare il serramento.
PRE I ED
sono sagomati a U, L, T, Z. I procedimenti di lavorazione Questi profili, detti normali, vengono assemblati, fra di L’assemblaggio avviene attraverso saldature (pre- NISM
dell’acciaio sono: fonderia, laminazione, fucinatura. Il primo loro e con altri elementi funzionali, come zanche, ferma- feribilmente in officina) e viti. ORGA
prevede l’utilizzazione del getto, gli ultimi la lavorazione del
lingotto a caldo o a freddo. Nel processo di laminazione a
caldo il lingotto è preventivamente riscaldato a 1250°C, FIG. F.1.26./28 PROFILI BASE FIG. F.1.26./31 TIPOLOGIA A BATTENTE C.RCIZIO E
per renderlo plastico e deformabile, e poi viene fatto passa- ESE ESSIONAL
re nelle macchine che lo sbozzano e lo lavorano nella PROFILI BASE PROF
INT
configurazione desiderata. Dopo le lavorazioni al lamina- 5 5
D.GETTAZIONE
toio, l’acciaio subisce alcune modificazioni fisiche, che 18
possono richiedere ulteriori processi termici (ricottura 5
tempra, rinvenimento, bonifica), per conferirgli le caratte- PRO TTURALE
ristiche desiderate. I materiali con basso tenore di carbonio
35
20
35 35 5 STRU
5 35
(0.22–0.27%) sono più facilmente saldabili.
La saldabilità è assicurata dal fatto che la fusione non 35 30 30 18
genera difetti nel materiale saldato e non produce indu- E.NTROLLO
rimenti che potrebbero creare rotture fragili. La saldatura CO NTALE
avviene ad arco elettrico. Il procedimento utilizza il calore GOCCIOLATOI AMBIE
dell’arco che scocca attraverso l’intervallo gassoso che
separa l’elettrodo dal pezzo da saldare. La temperatura di 10 11
3000°C generata dall’arco fonde il pezzo da saldare e 40 35
INT F. TERIALI,TECN
ICHE
proietta su di esso le particelle fuse o gassificate dell’elet- MA ONENTI,
PROFILO LAMIERA PIEGATA COMP
trodo, formando un deposito intimamente collegato al
pezzo. L’elettrodo è protetto da ossidi metallici, da carbo-
nati o silicio a evitare che le particelle fuse si disperdano
nell’atmosfera, formando nel contempo una scoria galleg-
giante di protezione alla saldatura. Le caratteristiche FIG. F.1.26./29 CORRELAZIONI CON IL VANO
G.ANISTICA
MURARIO URB
dell’acciaio possono essere modificate da processi corro-
sivi: in particolare la corrosione elettrochimica provocata
dagli agenti atmosferici. La presenza contemporanea nel-
l’atmosfera di ossigeno e di acqua (vapore acqueo) crea,
tra le diverse costituzioni superficiali dell’acciaio, una serie
di micropile che portano alla formazione di ossido idrato di
RALI
ferro, scarsamente adesivo alla superficie. Il fenomeno,
INT F.1. I PERIMET
T
accelerato in atmosfere aggressive, riduce lo spessore del PARE ALI
materiale, peraltro non in modo omogeneo, provocando VERTIC
cavità pericolose. La resistenza alla corrosione varia con la
composizione chimica dell’acciaio. I tipi con basso tenore di
F.2. URE
CHIUS ONTALI
carbonio sono meno soggetti a fenomeni corrosivi; la pre-
senza di rame, cromo, nichel nella lega crea una patina Z
ORIZ
protettiva che protegge il materiale dai fenomeni elettrochi-
mici aggressivi. I procedimenti per salvaguardare il mate-
riale dalla corrosione possono essere: F.3. IONI
IZ
• passivi: con pitture che rivestono completamente il ma- PART E
N
teriale in modo da isolarlo dall’aria e dall’acqua; INTER
• attivi: con rivestimento metallico di zinco che, con la sua INT
alta conducibilità, consente, laddove si possa scoprire il
ferro, la riformazione di ossidi di zinco protettivi. F.4. NTI DI E
L’acciaio ha un notevole allungamento termico. A 550°C il ELEME NICAZION
materiale perde le sue caratteristiche meccaniche, senza COMU ALE
preavviso, deformandosi; gli elementi metallici devono VERTIC
essere protetti dal fuoco con rivestimenti adatti. SEZIONE VERTICALE

FIG. F.1.26./30 LUCERNARIO E SERRAMENTO CON APERTURA A VASISTAS F.5. I


D
ARRE
STUCCO VETRO TELAIO PORTANTE
INT
PROFILO F.6. AZIONI
M
PORTANTE TELAIO SECONDARIO SISTE E
N
ESTER
VETRO
TASSELLO
TASSELLO INCLINATO

TELAIO PARTICOLARE
SECONDARIO PER L’APPOGGIO
L APPOGGIO DEI FERRI TELAIO FISSO INTERMEDIO
PER I VETRI DEI LUCERNARI
ELEMENTI
DISCONTINUI 70
FERMAVETRO INT
35
SEZIONE
VERTICALE
TELAIO
FISSO
30 x 30

STUCCO PROFILO SEZIONE


6.
LUCERNARIO E INFISSO METALLICO ORIZZONTALE F.1.2 MENTI
CON APERTURA A VASISTAS SISTEMI DI FERMAVETRO PARTICOLARE D’ANGOLO
D ANGOLO TELAIO FISSO INTERMEDIO SERRA I
N
ESTER

F 105
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI

➦ SERRAMENTI IN ACCIAIO

SERRAMENTI IN FERROFINESTRA

Il profilo ferrofinestra deriva dalla possibilità di profilare FIG. F.1.26./33 PROFILI FERROFINESTRA
a caldo sezioni più elaborate, idonee a configurare gli
elementi del telaio senza ricorrere agli ingombranti
assemblaggi necessari per i profili normali. Il profilato 21,4 24,4
ferrofinestra è stato prodotto in poche serie 4 20
17,5 21,4 21,4 40,4 17,5 46,8
dimensionali. La produzione del ferrofinestra è oggi 8 30,9 27 9,5
21,4 17,5 19,1
molto limitata e finalizzata essenzialmente agli 9,5 9,5
interventi di restauro. 31,7 31,7 31,7 27,8 31,7 31,7 31,7

FIG. F.1.26./32 PORTA FINESTRA 27 18,5 18,5


8,5 18,5
8,5 9
30 19,5 19,5
9,5 19,5
9,5 10

PORTA FINESTRA 19,8


34 3,8
27,8 40 4
12,5
33,5 42 24 33,5 33,5 34,5
34,5 45 25 34,5 34,5

FIG. F.1.26./34 CORRELAZIONI CON IL VANO MURARIO

SEZIONI
VERTICALI

INT

INT

CON CASSONETTO
INT INT
SEZIONI INT INT INT
ORIZZONTALI

VETRATA CON PANNELLO


INFERIORE OPACO

SISTEMI DI FERMAVETRO

STUCCO
CON IMBOTTE RIPORTATA CON OSCURAMENTO CON IMBOTTE MURARIA

FIG. F.1.26./35 A DUE ANTE E A LIBRO

A DOPPIA ANTA INT

PROFILO
METALLICO

INT
A LIBRO

LEGNO

SERRAMENTI IN FERROFINESTRA CON BATTUTE INTEGRATE

I serramenti realizzati in ferrofinestra presentano una FIG. F.1.26./36 PROFILI BASE, ACCESSORI IN ALLUMINIO E GUARNIZIONI
serie di inconvenienti che sinteticamente possono
essere riassunti nella tenuta precaria tra le battute, 45 30
nella notevole elasticità dei telai, nello scarso isola- 4 28 35 10
15
mento termico.
25 25 28 27
Per ovviare a parte di questi inconvenienti le ultime 33 22
serie di profilati ferrofinestra, molto utilizzati nel 4 42
restauro e nelle ristrutturazioni degli edifici dell’archi- 20 32
48 45
tettura moderna, prevedono l’integrazione dei profili 65
20 45 18
con elementi in alluminio e guarnizioni che agevolano 45
19
la funzionalità e migliorano la tenuta del serramento.
23 27
19 17
3 4 3 30 45
20 18

F 106
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
SERRAMENTI ESTERNI 26.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.26./37 BATTUTE E CORRELAZIONI CON IL VANO MURARIO

10 19 72

4 4 B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
19 NISM
10 35 ORGA
25 9

VITE PER IL FISSAGGIO FERMAVETRO MASTICE C.RCIZIO E


DEL FERMAVETRO A SCATTO 47 ESE ESSIONAL
PROF
60 ZANCA

D.GETTAZIONE
4
14 28 PRO TTURALE
28 STRU

FERMAVETRO
IN ALLUMINIO PER SUPPORTO PER
MASTICE 36 SUPPORTO PER
33
E.NTROLLO
GUARNIZIONE CO NTALE
AMBIE
VETRO CAMERA FERMAVETRO GUARNIZIONE FERMAVETRO

F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP

G.ANISTICA
URB
TELAIO
FISSO

TELAIO
RALI
MOBILE F.1. I PERIMET
T
CONTROTELAIO PARE ALI
VERTIC
IN PVC 100 PRESA
D’ARIA
ARIA

F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ

CHIUSURA FORO GOCCIOLATOIO


PER IL FISSAGGIO F.3. IONI
IZ
DEL CONTROTELAIO PART E
N
INTER

CONTROTELAIO F.4. NTI DI E


IN PVC ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
TELAIO
FISSO
F.5. I
D
ARRE

SIGILLANTE F.6. AZIONI


M
STUCCATURA SISTE E
N
ESTER
FERMAVETRO

PAVIMENTO
CONTROTELAIO
IN PVC

SCOSSALINA MASTICE
DAVANZALE IN LAMIERA
IN PVC PIEGATA

SCOSSALINA
METALLICA

6.
F.1.2 MENTI
SERRA I
N
ESTER

F 107
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI

SERRAMENTI IN LAMIERA D’ACCIAIO

Sono realizzati utilizzando nastri d’acciaio di spessore tubolari di forme diverse; la chiusura del profilo è realiz- finestra, elementi costruttivi complessi preassemblati in
variabile tra 0,8 e 1,5 mm, piegati a freddo. zata con la tecnica dell’aggrappaggio, per non rovinare officina, completi di cassonetto e di oscuramento, pre-
La piegatura è effettuata da macchine a rulli. Il nastro è la preverniciatura. L’assemblaggio del serramento av- verniciati; in cantiere è prevista solo l’operazione di
zincato; può essere preverniciato, oppure il profilo viene viene con squadrette e viti; tutti i fori che vengono effet- montaggio. Attualmente sono in produzione profili a
trattato successivamente con spruzzature elettrostatiche tuati sui tubolari devono essere sigillati, a evitare feno- taglio termico che offrono migliori caratteristiche
di polveri che ne determinano la finitura e il colore. meni corrosivi dovuti alla condensa. isolanti; il taglio termico è realizzato interrompendo la
I profilati sono tagliati e accoppiati configurando sezioni Con questi profili sono stati realizzati i cosiddetti blocchi sezione del profilo e interponendo un materiale isolante.
FIG. F.1.26./38 SERRAMENTI IN LAMIERA (blocchi finestra)

GUARNIZIONE GOCCIOLATOIO 53 mm 58 mm

9 mm 49 mm
16 mm 52 mm 50 mm
71 mm
47 mm 92 mm
PROFILI
FERMAVETRO
71 mm 53 mm
90 mm 67 mm 50 mm 48 mm
71 mm
51 mm

55 mm
71 mm
VITE DI GUARNIZIONI
FISSAGGIO 50 mm

CASSONETTO
CON ISOLANTE

294 mm
334 mm

328 mm 330 mm

198 mm 200 mm

50 mm CASSONETTO 37 mm 26 mm
50 mm
IN LAMIERA
70 mm 28 mm
NON COIBENTATA 49 mm
50 mm
20 mm

53 mm

TAPPO
VETRO
A INFILARE

FORO FORO
DI USCITA 14 mm DI USCITA
ACQUA 15 mm
ACQUA ACQUA 13 mm
DI CONDENSA
58 mm 53 mm
92 mm 67 mm

SENZA VELETTA INTEGRATA CON VELETTA METALLICA


INTEGRATA AL MONOBLOCCO
MONTANTE
TELAIO FISSO INTERMEDIO TELAIO FISSO

F 108
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
SERRAMENTI ESTERNI 26.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.26./39 SERRAMENTI (finestra e portafinestra) A TAGLIO TERMICO A DOPPIA ANTA

PROFILI BASE B.STAZIONI DILEGIZLII


PRE I ED
71 mm 50 mm 20 mm NISM
ORGA

112 mm 70 mm
C.RCIZIO E
115 mm 36 mm ESE ESSIONAL
PROF
104 mm 78 mm
ISOLANTE D.GETTAZIONE
RIGIDO 46 mm 46 mm PRO TTURALE
24 mm STRU

RACCOGLI PROFILO GUARNIZIONI E.NTROLLO


GOCCIOLATOIO CONDENSA FERMAVETRO DI TENUTA CO NTALE
AMBIE

F. TERIALI,TECN
ICHE
CASSONETTO MA ONENTI,
COMP
CON ISOLANTE

G.ANISTICA
URB

328 mm 314 mm

332 mm 300 mm
RALI
20 mm 273 mm F.1. I PERIMET
T
36 mm PARE ALI
46 mm VERTIC
CASSONETTO 70 mm

56 mm F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
20 mm 14 mm 36 mm

F.3. IONI
IZ
PART E
N
92 mm 176 mm INTER

F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC

GOCCIOLATOIO GOCCIOLATOIO
F.5. I
D
VASCA 46 mm ARRE
RACCOGLI GOCCIOLATOIO
CONDENSA
24 mm 84 mm
112
12 mm F.6. AZIONI
112 mm M
62 mm 62 mm SISTE E
N
ESTER
20 mm

TELAIO FISSO MONTANTE TELAIO FISSO 6.


F.1.2 MENTI
SERRA I
INTERMEDIO
N
ESTER

F 109
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI

SERRAMENTI IN ALLUMINIO

L’alluminio viene utilizzato legato con altri materiali in • tra telaio fisso e vano murario; Tra il telaio mobile e il vetro la tenuta è affidata ai siste-
serie diverse: la serie 4000 ha un alto tenore di silicio ed • tra telaio fisso e telaio mobile; mi usuali già descritti.
è facilmente saldabile; la serie 5000, con alto tenore di • tra telaio mobile e vetro. Per migliorare l’isolamento termoacustico del profilo
magnesio ha buone caratteristiche meccaniche, con d’alluminio si usano:
basso tenore di magnesio è facilmente laminabile; la Tra il telaio fisso e il vano murario, la tenuta è affidata • profili a scudo termico;
serie 6000 ha basso tenore di silicio e di magnesio; all’assenza di discontinuità nel giunto e la finitura è risolta • profili a taglio termico;
resiste bene alla corrosione ed è facilmente estrudibile. con profili coprigiunto. Tra telaio fisso e telaio mobile la • profili misti.
I profili con i quali si realizzano i serramenti sono estrusi. tenuta è affidata ai sistemi di battuta che possono essere:
La billetta di lega di alluminio viene preriscaldata a 500°C • tenuta a battuta o perimetrale: è affidata alla pres- Profili a scudo termico: un elemento, in PVC o in metallo,
e spinta da una pressa (da 1200 a 10.000 t) verso una sione di contatto tra la guarnizione che viene inserita con buone caratteristiche isolanti, è sistemato sulla faccia
matrice sagomata denominata filiera; all’uscita da questa nel profilo del telaio mobile e il telaio fisso; può dare esterna del profilo e collegato a esso con supporti isolanti.
il profilato subisce un rapido raffreddamento che può luogo a infiltrazioni di acqua e di aria; Profili a taglio termico: la sezione del profilo è interrotta e
rendere necessario un successivo processo di tempra. • tenuta a giunto aperto o a compensazione di pres- tra le due parti è inserito un materiale isolante rigido che
La velocità d’estrusione varia in funzione della com- sione: è risolta da una camera interposta tra i profili riduce la trasmissione del calore e la formazione di
plessità della sezione. Spesso si scompone la sezio- nella quale la divisione tra interno ed esterno è affi- condensa all’interno dei tubolari.
ne in profili più semplici, da assemblare successi- data a una grande guarnizione che, in equilibrio tra Profili misti: vengono accoppiati profili di materiali diversi,
vamente. La tenuta del “sistema serramento” deve pressione esterna e quella interna, offre una mag- lasciando all’esterno quelli che meglio resistono agli agenti
essere assicurata: giore aderenza contro la relativa battuta. atmosferici e che necessitano di minor manutenzione.

FIG. F.1.26./40 SERRAMENTI AD ANTA SEMPLICE E A DOPPIA ANTA (finestra e portafinestra)

50 32

43
70,5

43

48

53

11

50
36 17

48 20

FINESTRA A UNA ANTA 25


20

74,5 18 15

11,5
1,5

85

PORTA FINESTRA A DUE ANTE A GIUNTO APERTO

43 43 17

20
49,5 48

47 43
53

48
19,5 20
15

F 110
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
SERRAMENTI ESTERNI 26.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.26./41 SERRAMENTI AD ANTA A GHIGLIOTTINA E SCORREVOLI

B.STAZIONI DILEGIZLII
60 mm 60 mm 24 mm 19 mm
PROFILO PROFILO PRE I ED
48 mm 37 mm NISM
ORGA
48 mm FERMAVETRO GOCCIOLATOIO
25 mm

C.RCIZIO
14 mm 60 mm
E
ESE ESSIONAL
PROF

D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU

E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
TELAIO
FISSO SEZ. ORIZZONTALE
TELAIO F. TERIALI,TECN
ICHE
FISSO MA ONENTI,
COMP
71 mm 26 mm
25 mm 16 mm 17 mm 19 mm

39 mm 24 mm G.ANISTICA
25 mm
89 mm
SEZ. VERTICALE URB
16 mm
21 mm
30 mm
72 mm

TELAIO CONTROTELAIO RALI


F.1. I PERIMET
FISSO T
PARE ALI
VERTIC

F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ

F.3. IONI
IZ
PART E
N
GUIDA DI INTER
GUARNIZIONE MANIGLIA DISPOSITIVO SCORRIMENTO
DI TENUTA VETROCAMERA DI CHIUSURA DI SCORRIMENTO
F.4. NTI DI E
SEZ. ORIZZONTALE ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC

103 mm 21 mm 36 mm
48 mm 23 mm 48 mm F.5. I
D
ARRE
50 mm
43 mm 75 mm
24 mm
F.6. AZIONI
M
81 mm 41 mm 42 mm SISTE E
N
SEZ. VERTICALE ESTER

TELAIO DISPOSITIVO
FISSO VETROCAMERA DI BLOCCAGGIO

DISPOSITIVO
DI SCORRIMENTO
GUARNIZIONE
6.
GUARNIZIONE DI FISSAGGIO GUIDA DI SEZ. ORIZZONTALE SEZ. VERTICALE F.1.2 MENTI
DI TENUTA DEL VETRO SCORRIMENTO SERRA I
N
ESTER

F 111
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI

➦ SERRAMENTI IN ALLUMINIO

FIG. F.1.26./42 SERRAMENTI IN ALLUMINIO CON CAMERA DI COMPENSAZIONE

FINESTRA A BILICO ORIZZONTALE

43 50 43 MONOBLOCCO FINESTRA A DUE ANTE

32
48
57,5

53 90,5
18
16

47 20
100
36

57 17 48
43
28
20

100

F 112
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
SERRAMENTI ESTERNI 26.

SERRAMENTI ESTERNI IN MATERIALI MISTI A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.26./43 PROFILI A SCUDO TERMICO E A TAGLIO TERMICO (sezioni orizzontali)

A SCUDO TERMICO A TAGLIO TERMICO A TAGLIO TERMICO


B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA

C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF

D.GETTAZIONE
SILICONE ELEMENTO PRO TTURALE
RIGIDO STRU
PROFILO IN PVC CAMERA
ELEMENTO RIGIDO ISOLANTE
SILICONE ISOLANTE
E.NTROLLO
CO NTALE
FIG. F.1.26./44 PROFILI MISTI AMBIE

F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP

LEGNO
ALLUMINIO PVC

CAMERA
G.ANISTICA
CAMERA URB

LEGNO
ALLUMINIO ALLUMINIO
ALLUMINIO PVC
RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
SEZIONI VERTICALI

VERTIC

F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ

F.3. IONI
VITI CON TESTA IZ
PART E
PREDISPOSTA PER N
CAMERA INTER
L’APPLICAZIONE
APPLICAZIONE
A SCATTO
CAMERA
ELEMENTO F.4. NTI DI E
RIGIDO DI ELEME NICAZION
CORRELAZIONE COMU ALE
VERTIC

F.5. I
D
ARRE

25 cm F.6. AZIONI
25 cm M
25 cm SISTE E
N
ESTER
SEZIONI ORIZZONTALI

CAMERA

CAMERA

6.
F.1.2 MENTI
SERRA I
N
➥ ESTER

F 113
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI

SERRAMENTI IN PVC

Il polivinilcloruro (PVC) è un polimero del cloruro di vi- tro i 160 Dm del legno secondo la norma DBS). PVC (200 micron), a loro volta protette da film di poli-
nile prodotto di sintesi dell’etilene, derivato del petrolio, A tutte queste caratteristiche non ottimali si ovvia con metilmetacrilato (PMMA), o ancora nel procedimento di
e del cloruro sodico. additivazioni ancora allo studio. Il profilo in PVC è pro- impiallacciatura vera e propria dell’essenza desiderata.
È un materiale non soggetto a fenomeni di corrosione, dotto per estrusione a caldo. Per ovviare alla forte dilatazione termica del materiale,
ma è poco resistente agli urti (modulo elastico pari a Il materiale, preventivamente rammollito, è spinto da per migliorarne le qualità meccaniche e per facilitare
22.500 kg/cmq), ha un alto valore di dilatazione termi- una vite senza fine verso la testata di estrusione (filiera); l’applicazione di accessori e dispositivi, nel profilato di
ca (5 x 10-5 cm/°C), si degrada facilmente sotto l’azio- dalla filiera passa a un dispositivo di calibratura, al raf- PVC vengono inseriti profili di acciaio zincato o di allu-
ne della luce a causa di fenomeni di deidroclorurazione, freddamento e al taglio. La colorazione del prodotto può minio fissati, per renderli perfettamente solidali, ogni
favoriti dall’umidità. essere data in pasta o per coestrusione, ovvero succes- 250 mm.
Quest’ultimo fenomeno è favorito dalle colorazioni scu- sivamente a caldo o a freddo. Per la posa in opera deve essere prestata la massima
re del prodotto. Il PVC è un materiale autoestinguente, Quest’ultimo metodo può consistere nella semplice attenzione al sistema di giunto, in funzione della dilata-
ma produce una notevole densità di fumi (530 Dm con- verniciatura o nell’applicazione di sottilissime pellicole di zione termica calcolata.
FIG. F.1.26./45 PROFILI BASE FIG. F.1.26./47 INTEGRAZIONE SU SERRAMENTI GIÀ ESISTENTI

FOGLIO D’ACCIAIO
D ACCIAIO ZINCATO
Da inserire nei profilati in pvc
per irrigidimento PROFILI BASE IN PVC 5,5 6,5

FIG. F.1.26./46 CORRELAZIONI CON IL VANO


MURARIO E NODI TIPO TAB. F.1.26./17 REQUISITI DI QUALITÀ DEL PVC RIGIDO PER PROFILATI (norma UNI 8648)

N. di TIPO 360 A TIPO 360 B


GIUNTO ELASTICO
CARATTERISTICA METODO DI PROVA
ordine VALORE LIMITE
1 Temperatura di rammollimento 80°C 75°C UNI EN ISO 306
Prova di trazione:
44 MPa 39 MPa
2 carico unitario di snervamento UNI EN ISO 1163-2
120% 150%
allungamento a rottura
UNI EN ISO 178,
3 Modulo di elasticità a flessione 3.000 MPa 2.250 MPa
velocità 2 mm/min
Resistenza a trazione per urto:
GIUNTO ELASTICO 4 a 23°C 600 kj/m2 700 kj/m2 UNI EN ISO 8256
a 0°C 400 kj/m2 500 kj/m2
CON CONTROTELAIO A FILO Resistenza a flessione per urto:
a 0°C massimo 1 rottura – UNI 8649 punto 9.2
5
COPRIFILO a -10°C – massimo 1 rottura e punto 4.8
su 10 provette
6 Contrazione a caldo 2% UNI 8649 punto 4.6
7 Variazione di aspetto a caldo Assenza di bolle, delaminazioni, fessurazioni UNI 8649 punto 4.5.3
Durabilità:
a) aspetto Assenza di fessurazione e bolle, UNI 8649 punto 9.4 e
permanenza tinta grado 3 scala grigi UNI 5317 punto 4.1
8
COPRIFILO b) resistenza a trazione Media di 10 provette 250 kj/m2 UNI EN ISO 8256
per urto a 23°C Singola provetta 120 kj/m2
SENZA CONTROTELAIO c) misura della deidroclorurazione Da concordare tra le parti prog. UNIPLAST 453
Stabilità delle tinte Permanenza di tinte non minore del grado 3 UNI EN ISO 4892
scala di grigi dopo F Gj/m2 di irraggiamento punti 5.1.2 e 5.1.3
9 (corrispondente a circa n.7/3 lana blu)
con lampada allo xeno o all’arco di carbone
con spruzzo d’acqua
75 / 90
Resistenza della saldatura La rottura non deve avvenire, per oltre i 2/3 UNI 8649 punto 9.3
10
della sua area, nel piano di saldatura

75/90 75/90 75/90


CON CONTROTELAIO E MAZZETTA NODI INFERIORI

EST
EST. INT
INT. EST.
EST INT.
INT EST.
EST INT.
INT

PROFILO
METALLICO

PROFILO PROFILO
PROFILO METALLICO METALLICO
IN ACCIAIO ZINCATO

F 114
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
SERRAMENTI ESTERNI 26.

DISPOSITIVI DI OSCURAMENTO A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.26./48 OSCURAMENTI A PERSIANA

SERRAMENTI ESTERNI IN LEGNO – OSCURAMENTI A PERSIANA

75 10
B.STAZIONI DILEGIZLII
12 10 75 10 PRE I ED
NISM
CUSCINETTO ORGA
15 15
45 15 40 45 15 85 PERNO DI
83 15 15 ROTAZIONE C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
SCURO
PROF
INTERNO
95 85
33
33
45 10 75 10 95
45
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
15 12
STRU
15
45 15 15
E.NTROLLO
33
15 15
95 CO NTALE
95
12
73 10 AMBIE

11
F. TERIALI,
4
21 25 ICHE
TECN
45 MA ONENTI,
25 COMP
50 55 55
18 45
22

21
G.ANISTICA
25
4 URB
22 GUIDA
105 10 4 160

25 13
16 GUIDA
45 FERMO
10 RALI
F.1. I PERIMET
T
45 PERSIANA SCORREVOLE PARE ALI
A SCOMPARSA VERTIC
22
33 F.2. URE
245 45 45 CHIUS ONTALI
Z
ORIZ

PERSIANA CON CERNIERA F.3. IONI


IZ
SU TELAIO DOPPIO PART E
N
PERSIANA
INTER

SCURO F.4. NTI DI E


ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC

DISPOSITIVO F.5. I
D
DI BLOCCAGGIO ARRE

F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
PERSIANA CON CERNIERA
SENZA TELAIO

DISPOSITIVO DI BLOCCAGGIO
DELLA PERSIANA APERTA
6.
F.1.2 MENTI
PERSIANA OSCURAMENTO CON PERSIANA E SCURO INTERNO SERRA I
N
ESTER

F 115
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI

➦ DISPOSITIVI DI OSCURAMENTO

FIG. F.1.26./49 OSCURAMENTI A SERRANDA

RACCOGLITORE RACCOGLITORE
PER AVVOLGIBILE PER AVVOLGIBILE
AVVOLGIBILE
VELETTA IN
CLS RETINATO

RACCOGLITORE
CINGHIA
VELETTA IN VELETTA IN
MASSIMO INGOMBRO
CARTONGESSO CLS RETINATO
AVVOLGIBILE

CIELINO CIELINO CIELINO


GUIDA PER GUIDA PER GUIDA PER
AVVOLGIBILE
VVOLGIBILE AVVOLGIBILE AVVOLGIBILE

SOLUZIONE
DI VELETTA
CINGHIA
CON TAVELLA GUIDA PER
ARMATA AVVOLGIBILE
RACCOGLITORE
CINGHIA PER CINGHIA

AVVOLGIBILE
DISPOSITIVO
RACCOGLITORE DI BLOCCAGGIO
DISPOSITIVO
PER CINGHIA DI BLOCCAGGIO
RACCOGLITORI
PER CINGHIA
OSCURAMENTO CON AVVOLGIBILE
RACCOGLITORE
PER CINGHIA

NASTRO TESSILE
DA AGGANCIARE
NASTRO AL RULLO
TESSILE
3
4 cm 3 4 2 4 3

MAX
CIELINO CINGHIA INGOMBRO
AVVOLGIBILE 5,5

DISPOSITIVO
NASTRO TESSILE
DI BLOCCAGGIO
DA AGGANCIARE 4,5 4,5
AL RULLO 1,5

365 cm RACCOGLITORI
GANCIO PER CINGHIA
METALLICO 30 ARMATURA
290, 260, 220

FORO
PER
CINGHIA
22 32
PROFILI
GUIDE PER
FRONTALE 18 IN ALLUMINIO
CIELINO
IN FIBRA DI LEGNO 315, 250, 190
E CEMENTO (5 mm) 25 25
APPARECCHIO A SPORGERE TESTATA
POLIURETANO
ESPANSO PORTARULLO
CASSONETTO IN PVC O LEGNO
DISPOSITIVO ISOLANTE
DI BLOCCAGGIO

F 116
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
SERRAMENTI ESTERNI 26.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.26./50 OSCURAMENTI A SERRANDA IN PVC

ESTERNO RULLO ISOLANTE TERMICO


B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA

C.RCIZIO E
CASSONETTO DIETRO LA VELETTA ESE ESSIONAL
PROF

D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU

E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
H

TELAIO F. TERIALI,TECN
ICHE
FISSO MA ONENTI,
COMP

SPORTELLO PER
MANUTENZIONE
G.ANISTICA
URB

CASSONETTO SENZA LA VELETTA


AVVOLGIBILE
IN PVC
RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
CASSONETTO IN PVC PERSIANA REGOLABILE IN PVC VERTIC

F.2. URE
PROFILI TERMINALI CHIUS ONTALI
Z
DI FERRO ZINCATO ORIZ
H

F.3. IONI
IZ
PART E

67
N
INTER

F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC

Ø RULLO 15,5 cm Ø RULLO 13,5 cm Ø RULLO 21 cm Ø RULLO 25 cm Ø RULLO 25 cm Ø RULLO 28,5 cm


H MAX 280 cm H MAX 280 cm H MAX 280 cm H MAX 280 cm H MAX 280 cm H MAX 280 cm F.5. I
D
ARRE

F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER

PROFILI STANDARD IN PVC

PVC PVC ALLUMINIO ALLUMINIO ALLUMINIO


METALLO METALLO

PVC PVC PVC

6.
F.1.2 MENTI
PROFILI MISTI SERRA I
N
ESTER

F 117
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI

LUCERNARI

FIG. F.1.26./51 FINESTRA SU TETTO VENTILATO IN LATEROCEMENTO E CON TEGOLE IN CEMENTO

RACCORDO PER
PARTE SUPERIORE

m MEMBRANA
50 m
60-1 BITUMINOSA

SUPPORTINO
PER TEGOLA
min.
m
PARTE INFERIORE 15 m
RACCORDO EDW
con grembialina in piombo
mm
60-80

MEMBRANA
BITUMINOSA

SEZ. A-A

MEMBRANA RACCORDO RACCORDO STAFFE


BITUMINOSA LATERALE LATERALE DI FISSAGGIO

A
B B

PIANTA SEZ. B-B

FIG. F.1.26./52 GEOMETRIE PER CUPOLE E BASAMENTI PREFABBRICATI

EVENTUALE SCOSSALINA
L RACCOGLICONDENSA

ALCUNI TIPI DI GEOMETRIE


DELLA PRODUZIONE CORRENTE DI CUPOLE
(67 cm < L < oltre 2 m
m) BASAMENTI

F 118 FINESTRA SU TETTO VENTILATO IN LATEROCEMENTO E CON TEGOLE IN CEMENTO


MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
SERRAMENTI ESTERNI 26.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
FIG. F.1.26./53 TIPOLOGIE DI FINESTRE A TETTO E DI LUCERNARI PROG

B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA

C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF

D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU

E.NTROLLO
CO NTALE
BILICO ORIZZONTALE A VISIERA FISSA A VISIERA AMBIE

F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP

G.ANISTICA
URB

RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC
A CAPANNA APRIBILE A CUPOLINA
A VOLTINA
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ

FIG. F.1.26./54 LUCERNARI DI TIPO CONTINUO FISSI E APRIBILI F.3. IONI


IZ
PART E
N
INTER

GIUNTO PLASTICO PARETE


ESPANSOLENE GRIGIO INTERNA F.4. NTI DI E
VITE DI ELEME NICAZION
GIUNTO PLASTICO
PARETE PARETE COMU ALE
VERTIC
ESPANSOLENE GRIGIO FISSAGGIO
INTERNA ESTERNA
GUARNIZIONE
DI TENUTA
PARETE
VITE DI F.5. I
ESTERNA D
FISSAGGIO
GIUNTO SIGILLANTE BIADESIVO ARRE

GIUNTO GUARNIZIONE MORSETTO


SIGILLANTE DI TENUTA VITE F.6. AZIONI
M
BIADESIVO SISTE E
N
RONDELLA ESTER
MORSETTO GIUNTO PLASTICO ACCIAIO
ESPANSOLENE INOX
VITE GRIGIO

RONDELLA SERRAMENTO
ACCIAIO INOX
VITE DI FISSAGGIO

IMPERMEABILIZZAZIONE IMPERMEABILIZZAZIONE

TASSELLO CON RONDELLA BASE TASSELLO CON RONDELLA


INCORPORATA PREFABBRICATA INCORPORATA
BASE
PREFABBRICATA

INTONACO INTONACO
STRUTTURA STRUTTURA
D’IMPOSTA
IMPOSTA D’IMPOSTA
IMPOSTA

6.
SOLUZIONE CON LUCERNARIO FISSO SU BASE PREFABBRICATA SOLUZIONE CON LUCERNARIO APRIBILE SU BASE PREFABBRICATA F.1.2 MENTI
SERRA I
N
ESTER

F 119
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
26. SERRAMENTI ESTERNI

➦ LUCERNARI

FIG. F.1.26./55 LUCERNARIO SU BASE IN OPERA FIG. F.1.26./56 LUCERNARIO SU COPERTURA CALPESTABILE

PARETE INTERNA
GIUNTO PLASTICO ESPANSOLENE GRIGIO
PARETE PARETE ESTERNA
VITE DI FISSAGGIO ESTERNA GIUNTO PLASTICO ESPANSOLENE GRIGIO
GUARNIZIONE DI TENUTA
VITE DI FISSAGGIO
GIUNTO SIGILLANTE BIADESIVO PARETE
GUARNIZIONE DI TENUTA
INTERNA
MORSETTO GIUNTO SIGILLANTE BIADESIVO

MORSETTO
VITE

RONDELLA VITE
ACCIAIO INOX
RONDELLA
TASSELLO ACCIAIO INOX

TASSELLO

COLLO RETINATO
IMPERMEABILIZZAZIONE PAVIMENTO IN CLS

GIUNTO
MALTA

IMPERMEABILIZZAZIONE

PENDENZA INTONACO

ISOLANTE
STRUTTURA D’IMPOSTA

FISSAGGIO CUPOLA MONOBLOCCO SU MURETTO IN CALCESTRUZZO

FIG. F.1.26./57 LUCERNARI: DISPOSITIVI DI APERTURA

DISPOSITIVO DI APERTURA MANUALE DISPOSITIVO DI APERTURA ELETTRICA,


IN PROFILATO DI ALLUMINIO. IN PROFILATO DI ALLUMINIO
L'apertura può
pu essere semplice o tandem. L'apertura pu
può essere semplice o tandem.

FIG. F.1.26./58 LUCERNARI: CARATTERISTICHE DIMENSIONALI

C T M
90 180
30

7.5

7.5
A

B
TAB. F.1.26./18 CARATTERISTICHE DIMENSIONALI DELLA PRODUZIONE CORRENTE

A cm 50 65 85 95 100 105 110 120 125 135 140 150 160 175 220*
B cm 65 80 100 110 115 120 125 135 140 150 155 165 175 190 235*
C cm 72 87 107 117 122 127 132 142 147 157 162 172 182 197 242*
T cm 90 90 90 90 90 90 90 90 90 90 90 90 90 90 60*
M cm 180 180 180 180 180 180 180 180 180 180 180 180 180 180 125*
(*) Interasse delle costolature a cm 25

F 120
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
FACCIATE CONTINUE E STRUTTURALI 27.

FACCIATE CONTINUE A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
Sono chiusure verticali non portanti, utilizzate per tamponature leggere (sottili), appe- Gli elementi della facciata sono sollecitati essenzialmente dal peso proprio e dal vento;
se allo scheletro portante in modo da essere sollecitate a solo sforzo di trazione, evi- non trascurabili sono gli effetti delle dilatazioni termiche sulla continuità dell’involucro

B.STAZIONI DILEGIZLII
tando così fenomeni di instabilità. che si risolvono con correlazioni che consentano al sistema i movimenti relativi all’as-
Le modalità di intelaiatura e di correlazione sono diverse. Il telaio portante della faccia- sorbimento delle stesse.
PRE I ED
ta è visibile all’esterno. Le specchiature possono essere opache o trasparenti. Spesso La manutenzione è possibile solo dall’esterno, con ponti sospesi che corrono su binari NISM
le specchiature opache sono finite all’esterno dallo stesso vetro che delimita la parte a livello delle coperture. Le normative da seguire sono le stesse vigenti per i ORGA
trasparente, in modo da dare un effetto di continuità all’involucro. serramenti e i materiali costituenti.

FIG. F.1.27./1 DETTAGLI DEI NODI E CORRELAZIONI CON L’APPARECCHIATURA COSTRUTTIVA (correlazioni verticali) C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
VETROCAMERA PROF

D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
MATERIALE ISOLANTE PAVIMENTO

E.NTROLLO
CO NTALE
PANNELLO OPACO AMBIE
PROFILO PER
ANCORAGGIO F. TERIALI,TECN
ICHE
139 mm MA ONENTI,
COMP
GIUNTO MECCANICO

66 mm

G.ANISTICA
114 mm PROFILO TRAVE JOIST URB
PORTANTE

VETROCAMERA
RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
32 mm VERTIC

F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
PROFILO
CONTROSOFFITTO PORTANTE
F.3. IONI
IZ
52 mm PART E
N
INTER
VETROCAMERA
GOCCIOLATOIO F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC

F.5. I
D
ARRE

MATERIALE ISOLANTE 67 mm
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER

93 mm
PANNELLO
OPACO PROFILO PER
VETROCAMERA ANCORAGGIO 129 mm
75 mm
240 mm

MATERIALE
ISOLANTE
DAVANZALE
6.
F.1.2 MENTI
SERRA I
N
ESTER

SOLAIO 7. INUE
F.1.2 TE CONT
IA
FACC TTURALI
U
E STR

F 121
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
27. FACCIATE CONTINUE E STRUTTURALI

➦ FACCIATE CONTINUE

FIG. F.1.27./2 DETTAGLI DEI NODI E CORRELAZIONI CON L’APPARECCHIATURA COSTRUTTIVA (correlazioni orizzontali)

PILASTRO SOLAIO
RACCORDO CON TOLLERANZE
DI MONTAGGIO

PROFILO DI
ANCORAGGIO
77 mm PANNELLO
TRASPARENTE
PANNELLO ISOLANTE

81 mm

349 mm
TAGLIO
TERMICO CORRELAZIONE CON
500 mm TOLLERANZA DEL GIUNTO
PANNELLO OPACO
VETRO CAMERA

LAMIERE DI
CORRELAZIONE
MONTANTE

TUBOLARE PORTANTE

TUBOLARE PORTANTE

SIGILLATURE ELASTICHE

CORRELAZIONE
SCHEMA CON LAMIERE
LAMIERE DI AGGREGATIVO
CORRELAZIONE

CORRELAZIONE
CON PEZZO SPECIALE

PANNELLO
TRASPARENTE IN
VETROCAMERA

PANNELLO OPACO 105 mm

PEZZO SPECIALE

ELEMENTO
TUBOLARE
83 mm
PORTANTE
MONTANTE

FILO SOLAIO

SCHEMA
100 mm

AGGREGATIVO

F 122
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
FACCIATE CONTINUE E STRUTTURALI 27.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.27./3 OSCURAMENTI

SOLAIO
140 mm B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
GIUNTO
MECCANICO
C.RCIZIO E
ISOLANTE ESE ESSIONAL
PROF
290 mm

PROFILO DI
58 mm
ANCORAGGIO
D.GETTAZIONE

125 mm
PANNELLO PRO TTURALE
OPACO STRU
64 mm
SISTEMA DI E.NTROLLO
OSCURAMENTO CO NTALE
AMBIE
CARTER 74 mm
METALLICO
F. TERIALI,TECN
ICHE
CONTROSOFFITTO MA ONENTI,
COMP
IRRIGIDIMENTI
PANNELLI
110 mm

GUIDA DEL SISTEMA


G.ANISTICA

124 mm
72 mm DI OSCURAMENTO
URB
VETRO
CAMERA

RALI
TAGLIO 66 mm F.1. I PERIMET
T
TERMICO PARE ALI
VERTIC

96 mm
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ

GOCCIOLATOIO
F.3. IONI
IZ
PART E
N
PAVIMENTO INTER

90 mm 117 mm
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC

F.5. I
D
SEZIONI VERTICALI ARRE
PILASTRO

F.6. AZIONI
M
SISTE E
100 mm

N
ESTER
138 mm

88 mm
72 mm
72 mm

89 mm

74 mm

7. INUE
F.1.2 TE CONT
IA
FACC TTURALI
U
SEZIONI ORIZZONTALI E STR

F 123
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
27. FACCIATE CONTINUE E STRUTTURALI

FACCIATE STRUTTURALI

Sono analoghe alle facciate continue ma gli elementi portanti della facciata non citazioni esterne calcolate e dalla tensione ammissibile a trazione del silicone utilizzato.
sono visibili dall’esterno. Questo tipo di facciata affida al silicone strutturale il Il silicone è sollecitato a trazione per la depressione generata dal vento, e a taglio per
compito di trasmettere al telaio retrostante i carichi ai quali sono sottoposte le le dilatazioni termiche. L’altezza minima della fascia di silicone è data dall’espressione:
specchiature della facciata. H = 0,5 lp / 1000 σ
L’incollaggio può avvenire sui lati verticali, su quelli orizzontali, ovvero su tutti i lati della H = minima altezza; p = carico di tensione; l = lato minore della facciata; σ = tensione
specchiatura. La dimensione della striscia portante di incollaggio dipende dalle solle- ammissibile a trazione del silicone.

FIG. F.1.27./4 FACCIATE STRUTTURALI

MATERIALE
TELAIO PORTANTE RIGIDO ISOLANTE

TELAIO SECONDARIO 136 mm


SUPPORTO DI INCOLLAGGIO
DELLA VETRATA

83 mm
VETROCAMERA

AZIONE DEL VENTO


(DEPRESSIONE) 38 mm

SEZIONE ORIZZONTALE
PANNELLO ESTERNO
CON ISOLANTE

GOCCIOLATOIO
TELAIO PORTANTE

178 mm 62 mm
GIUNTO DI SILICONE
STRUTTURALE
AZIONE PANNELLO
DEL VENTO TRASPARENTE 83 mm
(DEPRESSIONE)

191 mm
GIUNTO
DI SIGILLATURA
DELLA VETRATA
ISOLANTE
VETRATA ISOLANTE

SEZIONE VERTICALE

178 mm
87 mm 58 mm

TELAIO PORTANTE

TELAIO SECONDARIO
SUPPORTO DI INCOLLAGGIO
DELLA VETRATA
LISTELLO
DI APPOGGIO
113 mm

GUARNIZIONE

SIGILLANTE

178 mm
DAVANZALE

SEZIONE VERTICALE

MATERIALE ISOLANTE

F 124
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
FACCIATE CONTINUE E STRUTTURALI 27.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.27./5 CORRELAZIONI CON L’APPARECCHIATURA COSTRUTTIVA

B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA

C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF

D.GETTAZIONE
FERRO TIPO HALFEN PRO TTURALE
AFFOGATO NEL SOLAIO STRU
(TOLLERANZA SULL’ASSE
SULL ASSE X)

MORSETTO DI CORRELAZIONE MONTANTE


VERTICALE
E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
SOLAIO
Y
FORO AD OLIVA TRAVERSO

F. TERIALI,
(TOLLERANZA SULL’ASSE
SULL ASSE Y)
ICHE
Z X
TECN
MA ONENTI,
FORO AD OLIVA
COMP
(TOLLERANZA SULL’ASSE
SULL ASSE Z)
MONTANTE IN ALLUMINIO

CORRELAZIONE ALL’ESTRADOSSO
ALL ESTRADOSSO DEL SOLAIO
G.ANISTICA
URB

DEFLUSSO ACQUA

RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC

F.2. URE
CHIUS ONTALI
MONTANTE IN ALLUMINIO Z
ORIZ
SOLAIO

FERRO TIPO HALFEN F.3. IONI


IZ
AFFOGATO NEL SOLAIO PART E
N
(TOLLERANZA SULL’ASSE
SULL ASSE X) TRAVERSO INTER

Y FORO AD OLIVA
(TOLLERANZA SULL’ASSE
SULL ASSE Y) F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
Z X
FORO AD OLIVA
(TOLLERANZA SULL’ASSE
SULL ASSE Z) VERTIC

CORRELAZIONE SULLA FACCIA MORSETTO DI CORRELAZIONE


LATERALE DEL SOLAIO F.5. I
D
ARRE
APPARECCHIO DI CORRELAZIONE TRA
F.6. AZIONI
IL MONTANTE E IL TRAVERSO
M
Z X SISTE E
N
ESTER
Y

MONTANTE IN ALLUMINIO

SOLAIO
FERRO TIPO HALFEN
AFFOGATO NEL SOLAIO
(TOLLERANZA SULL’ASSE
SULL ASSE X)

FORO AD OLIVA
(TOLLERANZA SULL’ASSE
SULL ASSE Y)

FORO AD OLIVA
(TOLLERANZA SULL’ASSE
SULL ASSE Z)
7. INUE
F.1.2 TE CONT
IA
MORSETTO DI CORRELAZIONE GIUNTI DI DILATAZIONE FACC TTURALI
U
CORRELAZIONE ALL’INTRADOSSO
ALL INTRADOSSO DEL SOLAIO E STR

F 125
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
27. FACCIATE CONTINUE E STRUTTURALI

FACCIATE MISTE (continue e strutturali)

FIG. F.1.27./6 CORRELAZIONI CON L’APPARECCHIATURA COSTRUTTIVA

MATERIALE
RIGIDO ISOLANTE

MONTANTE

VETRO CAMERA

TAGLIO TERMICO
PANNELLO
ISOLANTE
PANNELLO
ISOLANTE

SOFFITTO
102 mm 160 mm

182 mm

VETRO CAMERA

PANNELLO AUTOPORTANTE LAMIERA PIEGATA


DI CHIUSURA DEL GIUNTO DI CORRELAZIONE
COL SOLAIO

100 mm
76 mm

160 mm

PANNELLO OPACO CON


RIVESTIMENTO ESTERNO
UGUALE AL PANNELLO
TRASPARENTE

GIUNTO MECCANICO

98 mm
LAMIERA PIEGATA
DI CORRELAZIONE
COL SOLAIO
FERRO

PANNELLO ISOLANTE ATTACO AL SOLAIO

F 126
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
FACCIATE CONTINUE E STRUTTURALI 27.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.27./7 VETRATE SOSPESE FIG. F.1.27./8 ELEMENTI PER IL FISSAGGIO DELLE LASTRE AL TELAIO

B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
ASTA DI COLLEGAMENTO

C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
TESTA (SFERICA) PROF
STRUTTURA A CAVI TESI ORIZZONTALE DELL’ASTA
DELL ASTA DI
COLLEGAMENTO
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU

E.NTROLLO
VITE DI
COLLEGAMENTO AMMORTIZZATORE
DEL PERNO IN GOMMA CO NTALE
AMBIE
STRUTTURA A CAVI TESI VERTICALE SPINOTTO

SPINOTTO
BRACCIO VERTICALE F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP

BRACCIO G.ANISTICA
ORIZZONTALE URB
ARTICOLATO
STRUTTURA PER LA SOSPENSIONE A PUNTONE ALL’ASTA
ALL ASTA BULLONE
ARTICOLATO

"TIGE" CON
RALI
TESTA FORATA
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
DISCHETTO IN PERNO DI VERTIC
TERMOPLASTICO FISSAGGIO
LASTRA DI VETRO
STRUTTURA A PUNTONI PER PARETI CURVE F.2. URE
"TIGE" CHIUS ONTALI
Z
FILETTATA ORIZ

F.3. IONI
IZ
"TIGE" CON PART E
N
TESTA FORATA INTER

F.4. NTI DI E
STRUTTURA A CAVI TESI PER CHIUSURE ORIZZONTALI ELEME NICAZION
COMU ALE
FIG. F.1.27./9 DETTAGLIO DELL’ATTACCO TRA LASTRA DI VETRO E BULLONE ARTICOLATO VERTIC

LASTRA DI F.5. I
D
VETRO ARRE
LASTRA DI
ELEMENTO GUARNIZIONE ELEMENTO DI VETRO GUARNIZIONE
DI MEDIAZIONE IN MATERIALE MEDIAZIONE IN MATERIALE
IN ALLUMINIO TERMOPLASTICO IN ALLUMINIO TERMOPLASTICO F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
GHIERA DI ESTER
AMMORTIZZATORE
CHIUSURA
IN GOMMA
GHIERA DI CHIUSURA AMMORTIZZATORE
IN GOMMA
TESTA FRESATA TESTA FRESATA A
A SNODO SFERICO SNODO SFERICO
(ASSEMBLATA (ASSEMBLATA
IN OFFICINA) IN OFFICINA)

7. INUE
F.1.2 TE CONT
IA
FACC TTURALI
U
E STR

F 127
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
27. FACCIATE CONTINUE E STRUTTURALI

➦ FACCIATE MISTE (continue e strutturali)

FIG. F.1.27./10 PARTICOLARI COSTRUTIVI

ANCORAGGIO DEL PILASTRO A TERRA ASSONOMETRIA ESPLOSA DEL GIUNTO TRA PILASTRO
PILASTRO IN E TRAVE IN VETRO (tipo tenone e mortasa)
TRIPLICE LASTRA
DI VETRO TEMPERATO
E STRATIFICATO

ELEMENTO
PANNELLO DI DI COPERTURA
TAMPONATURA VETROCAMERA
IN VETRO
TEMPERATO
SIGILLANTE

TRAVE IN VETRO
TEMPERATO
E STRATIFICATO

PILASTRO DI VETRO
TEMPERATO E
STRATIFICATO

COPERTURA IN VETRO STRUTTURALE


LASTRA DI
COPERTURA
VETRO CAMERA
SIGILLANTE

LASTRA DI
COPERTURA
VETRO CAMERA GUARNIZIONI DI TENUTA

ELEMENTO
PER FISSAGGIO
DELLE LASTRE

ELEMENTO
PER FISSAGGIO
DELLE LASTRE

A A

TIRANTE

TIRANTE

SEZIONE A-A

NODO 1 NODO 2

NODO 1
NODO 2

F 128
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
FACCIATE CONTINUE E STRUTTURALI 27.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.27./11 GUARNIZIONI

GUARNIZIONI PER FACCIATE STRUTTURALI


B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA

C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF

GUARNIZIONE DI TENUTA GUARNIZIONE PER CAMERA DI COMPENSAZIONE D.GETTAZIONE


PRO TTURALE
STRU

E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE

F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP

G.ANISTICA
URB
VETRO
GUARNIZIONE
FILLER

RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC

F.2. URE
GUARNIZIONI PNEUMATICHE CHIUS ONTALI
Z
VETRO ORIZ

F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER

F.4. NTI DI E
TELAIO IN LAMIERA ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC

GUARNIZIONI A STRUTTURA CELLULARE


F.5. I
D
ARRE

F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER

GUARNIZIONI FUSTELLATE

7. INUE
F.1.2 TE CONT
IA
FACC TTURALI
U
E STR

F 129
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
28. PORTE, PORTONI, SERRANDE

PORTE ESTERNE

FIG. F.1.28./1 PORTE

MOSTRA

2,5

4,5

2,5

TELAIO FISSO
CON MAZZETTA CON MAZZETTA

SENZA CONTROTELAIO CON CONTROTELAIO

MOSTRA

TELAIO FISSO
SENZA MAZZETTA
ESTERNO: A TAVOLATO
INTERNO: SPECCHIATA MOSTRA

SPECCHIATA A DOPPIO TAVOLATO


SPECCHIATURA
VARIABILE (LAMINATI ,COMPENSATI ,
NOBILITATI ,…) 2,5
4,5
4,5
4,5 ÷ 6,4
4,5 ÷ 6,4
2,5
2,5

TAVOLATO

SPECCHIATURA CON REGOLI SPECCHIATA A TAVOLATO

2,5

4,5
DOPPIO VETRO 4,5 ÷ 6,4
4,5 ÷ 6,4

SPECCHIATURA
CON LAMINATO
E ISOLANTE

LAMINATO SPECCHIATA TAMBURATA

4,5 ÷ 6,4

ISOLANTE
4,5 ÷ 6,4 TAMBURATA

LAMINATO

4,5 ÷ 6,4

TAMBURATA CON PANNELLO A NIDO D’APE


D APE

F 130
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
PORTE, PORTONI, SERRANDE 28.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.28./2 SERRAMENTI ESTERNI A FISARMONICA

B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA

CIELINO C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF
GUIDA

CARRELLO
CON SFERA D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
INFISSO REGOLAZIONE
D’ALTEZZA
ALTEZZA
E.NTROLLO
LIGNEO

CO NTALE
AMBIE
VETRO
TERMICO GUIDA AVVOLGIBILE
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
GUIDA
COMP
PERSIANA GUIDA REGISTRO COPRIFILO
AVVOLGIBILE INFERIORE INFERIORE CON BATTUTA

G.ANISTICA
URB

GOCCIOLATOIO REGISTRO INFERIORE


IN OTTONE
RALI
F.1. I PERIMET
GUIDA T
CERNIERA PARE ALI
VERTIC

F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ

F.3. IONI
50
IZ
65 PART E
N
40 7 INTER
50 50
28
7 F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
65
20 COMU ALE
VERTIC
7

F.5. I
D
ARRE

F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER

60 20 65 65 46 65 65 46 65 65 46 65
46 7 7

60

8. I,
F.1.2 , PORTON
E
7 65 46 65 7 7 65 46 65 65 46 65 65 46 20 PORT NDE
SERRA

F 131
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
28. PORTE, PORTONI, SERRANDE

SERRAMENTI ESTERNI

PORTE ANTIEFFRAZIONE
Sono le porte che oltre a resistere alle sollecitazioni Le porte di sicurezza devono essere inserite in una gata ai bordi, rinforzata da profili a Z longitudinali, in
meccaniche sono in grado di evitare l’intrusione. Per i muratura che assicuri almeno la stessa sicurezza acciaio saldati; la serratura è corredata da aste verticali
portoncini ci si affida ad ancoraggi nel muro e a rinforzi offerta dalla porta; devono avere un controtelaio fissato e/o orizzontali di bloccaggio.
dell’anta in corrispondenza delle serrature; sono pre- con zanche lunghe 15 cm, disposte ogni 15 cm; contro- Le porte possono essere integrate da profili alla battuta
scritti dei particolari requisiti per il controtelaio, per il telaio e telaio sono realizzati in acciaio elettrozincato; inferiore atti ad assicurare la tenuta; possono aver all’in-
telaio mobile, per le cerniere e per le serrature, secondo le cerniere sono saldate a filo continuo e sono antiscar- terno dell’anta pannelli fonoassorbenti; possono essere
quanto indicato dalla norma UNI 9569. dino; l’anta è rivestita con doppia lamiera d’acciaio pie- rifinite all’esterno con rivestimenti nobilitati.
FIG. F.1.28./3 PORTE ANTIEFFRAZIONE

SERRATURA AD UN SERRATURA A TRE SERRATURE A CINQUE SERRATURE A CINQUE PUNTI SERRATURE A CINQUE PUNTI SERRATURA CON
PUNTO DI CHIUSURA PUNTI DI CHIUSURA PUNTI DI CHIUSURA DI CHIUSURA CON MEZZA ANTA DI CHIUSURA CON ANTA COMPLETA ASTE CURVE

PORTE ESTERNE
ANTI EFFRAZIONE

SPIONCINO

ZANCHE DI ANCORAGGIO

MURATURA PROFILO ANTI EFFRAZIONI

IMPELLICCIATURA

PAVIMENTAZIONE TELAIO
FISSO
ALLETTAMENTO SERRATURA
GUAINA ORIZZONTALE
IMPERMEABILE
LAMIERA

INTONACO
PROFILO
METALLICO LAMIERE
CONTINUO DI RINFORZO

SOTTOFONDO PROFILO METALLICO DI BORDO IMPELLICCIATURA

CONTROTELAIO

PAVIMENTO
INTERNO
ANIMA DELL’ANTA
DELL ANTA
SOGLIA
RIVESTIMENTO ESTERNA
TELAIO FISSO
ANTA
SERRAMENTI ESTERNI PORTE

COPRIGIUNTO

ALLETTAMENTO
PAVIMENTAZIONE
ESTERNA
GUAINA IMPERMEABILE
PORTA ESTERNA TAMBURATA

F 132
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
PORTE, PORTONI, SERRANDE 28.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.28./4 PORTE BASCULANTI

PORTA BASCULANTE SU ROTAIE PORTA BASCULANTE A CONTRAPPESO IN LAMIERA B.STAZIONI DILEGIZLII


PRE I ED
NISM
ORGA
MIN
R 210 mm
D
MECCANISMO DI C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
BILANCIAMENTO
TELAIO FISSO TELAIO MOBILE
E PROF
H

D.GETTAZIONE
C C

PRO TTURALE
3/4 H VERSIONE STRU
B B NON DEBORDANTE
210 mm CHIUSURA CON

E.NTROLLO
PALETTI LATERALI
(MECCANICA OD
1/2 H PANNELLO ELETTROMECCANICA) CO NTALE
A A INGOMBRI E COPRI AMBIE
TRAIETTORIE CONTRAPPESO

1/4 H
D’INNALZAMENTO
INNALZAMENTO PAVIMENTAZIONE
F. TERIALI,TECN
ICHE
ALLETTAMENTO MA ONENTI,
COMP

H A-A H/4 B-B H/2 C-C 3H/4 D E R

G.ANISTICA
m misure in mm. GUAINA IMPERMEABILIZZANTE
1,98 210 495 510 990 970 1480 180 330 1900
URB
2,08 220 520 530 1040 1020 1560 180 330 2000
2,18 230 545 550 1090 1070 1640 180 330 2100
2,28 240 570 570 1140 1120 1710 180 330 2200 PORTA BASCULANTE A CONTRAPPESO IN LEGNO
2,38 250 595 590 1190 1170 1790 180 330 2400
2,48 260 620 610 1240 1220 1860 180 330 2400 155 80
2,58 270 645 630 1290 1270 1940 180 330 2500 RALI
F.1. I PERIMET
M
130 ÷ 180
T
PARE ALI
VERTIC
180/230 mm

F.2. URE
CHIUS ONTALI
VARIANTE STANDARD
CON MOTORE Z
ORIZ

ROTAIA METALLICA F.3. IONI


IZ
DI SCORRIMENTO PART E
N
INTER
SEZIONE

INGOMBRO INTERNO = Hfm + 585 F.4. NTI DI E


ELEME NICAZION
600/700 COMU ALE
VERTIC
MIN
PIANTA 130 VARIANTE
Hfm = ALTEZZA FORO MURO-

mm CONTRAPPESO CON PORTA


F.5. I
D
VARIANTE CON ARRE
PORTA INSERITA TIPO STANDARD
TELAIO F.6. AZIONI
M
MOBILE SISTE E
N
ESTER
PROFILO
METALLICO
RUOTE IN NYLON

PROFILO
METALLICO
INSERITO NEL
PAVIMENTO

TIPOLOGIE D
D’INSTALLAZIONE
INSTALLAZIONE DEL CONTRAPPESO
70
350
80

110
370 110 350 110 110

CONTRAPPESO CONTRAPPESO TELAIO OLTRE TELAIO A TELAIO


RUOTATO DI 90
90° RUOTATO DI 90°
90 LA LUCE RIDOSSO IN LUCE 8. I,
SFALSATO DAL TELAIO IN MAZZETTA F.1.2 , PORTON
ALLINEATO AL TELAIO E
PORT NDE
SERRA

F 133
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
28. PORTE, PORTONI, SERRANDE

➦ SERRAMENTI ESTERNI

FIG. F.1.28./5 PORTE SCORREVOLI

PORTE SU GUIDE CURVE - SCHEMI Q


Q R

220
Q +160 R +80
80

45 45

Q
G

PESO MASSIMO DEL BATTENTE DELLA PORTA 2 x 150 kg


A = LARGHEZZA DEL PASSAGGIO Q +160
160 + X
G = ALTEZZA DEL PASSAGGIO
Q = DIAMETRO SEZIONE TRASVERSALE

PORTE SCORREVOLI PORTE GIREVOLI SU GUIDE CURVE


F = 2 D+50 170 ÷ 204
MOTORE
A ROTAIA DI
SCORRIMENTO
CURVA
220
170 ÷ 204 mm

PROFILO DI
SOSPENSIONE
D

APERTURA A DESTRA 220


CONTROSOFFITTO
F=2
2D+50
D+50 PARETE FISSA
PARETE MOBILE
A PROFILO DI
SOSPENSIONE
G
INFISSO MOBILE
170 ÷ 204 mm

90
PROFILO
D
PORTANTE
APERTURA A SINISTRA

50 20 50
2 A + 100
F = 2A PROFILATI IN ALLUMINIO DA 20 mm
MULTISTRATO
A 20 VETROCAMERA DI SICUREZZA

G
170 ÷ 204 mm

20

18
20 4 20 PARTE MOBILE
APERTURA A DUE ANTE GUARNIZIONE

PARTE FISSA
A = LARGHEZZA DI PASSAGGIO NETTA PROFILATI IN ALLUMINIO ARROTONDATI
(LARGHEZZA D’APERTURA)
D APERTURA) ANTIURTO DA 50 mm
D = CORSA D’APERTURA
D APERTURA
F = LUNGHEZZA TRAVERSA FERMAVETRO

6
GUARNIZIONE

22
MULTISTRATO GUIDA NELLA
PARTE FINALE
53 6 53
50

F 134
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI F.1.
PORTE, PORTONI, SERRANDE 28.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.1.28./6 PORTE GIREVOLI

B.STAZIONI DILEGIZLII
TRE ANTE QUATTRO ANTE IMPIEGO

PRE I ED
NISM
ORGA
1600-2300 1600-2300 AP

C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
2400-3000 2400-3000 PROF
INCREMENTO DIMENSIONALE 200mm ANTE RIGIDE ANTE A SFONDAMENTO
SIMMETRICO
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
3000-3800 H (O>3000), AP STRU

E.NTROLLO
CO NTALE
3000-3800 3000-3800 H AMBIE
INCREMENTO DIMENSIONALE 200mm ANTE A SFONDAMENTO ANTE A SFONDAMENTO
CENTRALE ANTIPANICO
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
4200-6000 4200-6000 H, CC, AP D C E COMP
INCREMENTO DIMENSIONALE 600mm 1600 1055 1677
1700 1125 1777

G.ANISTICA
1800 1195 1877
1900 1265 1977
2000 1335 2077 URB
D 2200 1475 2277
3100 x 5435 H, CC, AP 2400 1615 2477
2600 1755 2677
2800 1895 2877
3000-3400 (2+2 ANTE) H, CC, AP 3000 2035 3077
C 3200 2175 3277
RALI
E 3400 2315 3477 F.1. I PERIMET
T
3600 2455 3677 PARE ALI
SEZ B-B 3800 2595 3877 VERTIC
3600-4800 H, CC, AP D C E
1600 700 1677 F.2. URE
H PER PORTATORI DI AP CON MANIGLIONI CC PER CENTRI
1700 750 1777 CHIUS ONTALI
Z
HANDICAP ANTIPANICO COMMERCIALI
1800 800 1877 ORIZ
1900 850 1977
2000 900 2077
D 2200 1000 2277 F.3. IONI
IZ
PROFILATI DI RACCORDO VARIABILI
2400 1100 2477 PART E
30 N
2600 1200 2677 INTER
PANNELLO IN LEGNO 2800 1300 2877
3000 1400 3077
C 3200 1500 3277
E 3400 1600 3477 F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
SEZ B-B 3600 1700 3677
VERTIC
3800 1800 3877
LARGHEZZA VANO = INT.+187
ASSE CENTRALE

LARGHEZZA MAX = INT.+157


Ø ESTERNO MONTANTE = INT.+77
15 Ø ESTERNO = INT.+77 F.5. I
TOURNIKET

76 D
200 200 ARRE
Ø ESTERNO CAPPELLO = INT.+60
35,3

CIELINO F.6. AZIONI


M
40 x20
20 x2 SISTE E
N
ESTER
40

30 66,5
30 Ø INTERNO TELAIO ANTA MOBILE
GUARNIZIONE
Ø ESTERNO PROFILATO DI
= INT.+77 A RACCORDO STANDARD

A
GUARNIZIONE
ANTA MOBILE
B B
120
B

16 SEZ B-B
A 8. I,
SEZ A-A F.1.2 , PORTON
E
PORT NDE
SERRA

F 135
F.1. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARETI PERIMETRALI VERTICALI
28. PORTE, PORTONI, SERRANDE

➦ SERRAMENTI ESTERNI

FIG. F.1.28./7 CANCELLI RIDUCIBILI

MECCANISMO
DI SCORRIMENTO

GUIDE A
PAVIMENTO

SERRATURA DI SICUREZZA
A DOPPIO CATENACCIO TIPO YALE

SEZIONE DEL CARRELLO DI SCORRIMENTO SUPERIORE A DOPPIO CUSCINETTO

SFERE IN ACCIAIO Ø 3 / 16”


16 SFERE IN ACCIAIO Ø 1 /80
80”

MECCANISMO
DI SCORRIMENTO
RUOTA IN FERRO Ø 33 mm
RULLINO IN FERRO
CEMENTATO Ø 44 mm

GUIDE A
PAVIMENTO

TIPO PER GUIDE 56 x 50 TIPO PER GUIDE 40 x 40

MONTANTI DI BATTUTA PER CANCELLI A UNA SOLA BATTUTA

15 x 15 x 15
20 x 15 x 20
30 x 22 x 30
SPAZI MINIMI DI INGOMBRO
I L I
I L L I I L I

L L
I I I L I I L I

8 10

CANCELLI DI TIPO 1 CANCELLI DI TIPO 2 CANCELLI DI TIPO 3

SPAZI MINIMI DI INGOMBRO SPAZI MINIMI DI INGOMBRO SPAZI MINIMI DI INGOMBRO


A DUE BATTENTI RACCOGLIMENTO OLTRE LA LUCE RACCOGLIMENTO IN LUCE
Raccoglimento Raccoglimento
A due battenti A un battente A due battenti A un battente
oltre la luce in luce
Largh. luce Ingombro Largh. luce Ingombro Largh. luce Ingombro Largh. luce Ingombro Largh. luce Ingombro Largh. luce Ingombro
(da m a m) (da m a m) (da m a m) (da m a m) (da m a m) (da m a m) (da m a m) (da m a m) (da m a m) (da m a m) (da m a m) (da m a m)
1,83-2,52 26,5-31 2,31-3,14 26,5-31 1,13-1,98 16-21 1,12-1,56 24,5-29,5 1,42-2,42 16-21 1,21-1,73 23-28
2,52-3,20 31-38 3,14-3,96 31-38 1,98-2,65 21-26,5 1,56-1,90 29,5-35 2,42-3,20 21-26,5 1,73-2,08 28-33
3,20-3,90 38-45 3,96-4,80 38-45 2,65-3,34 26,5-31,5 1,90-2,24 35-40 3,20-3,99 26,5-31,5 2,08-2,51 33-38
3,90-4,60 45-52 4,80-5,64 45-52 3,34-4,04 31,5-36,5 2,24-2,58 40-45 3,00-4,76 31,5-36,5 2,51-2,90 38-43,5
4,60-5,28 52-59 6,64-6,19 52-59 4,04-4,73 36,5-41,5 2,58-2,92 45-50 4,76-5,54 36,5-42,5 2,90-3,29 43,5-48,5
5,28-6,21 59-68 6,19-7,58 59-68 4,73-5,58 41,5-48,5 2,92-3,37 50-57 5,54-6,58 42,5-48,5 3,29-3,81 48,5-55

F 136
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
CARATTERISTICHE E REQUISITI 1.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
Il termine chiusura orizzontale comprende più unità singoli strati funzionali e alla loro corretta posa in opera. spersioni attraverso i ponti termici e assicurare il neces-
tecnologiche (UNI 8290, parte 1°), cui sono richieste Le chiusure orizzontali inferiori devono assicurare il sario isolamento acustico, ed eventualmente termico,

B.STAZIONI DILEGIZLII
prestazioni funzionali diverse. controllo termico e igrometrico al fine di evitare feno- tra i diversi livelli di piano.
In questa categoria sono qui comprese: le chiusure oriz- meni di condensa, infiltrazioni di acqua per risalita capil- Le coperture devono assicurare la tenuta all’acqua me-
PRE I ED
zontali di base o inferiori, le chiusure orizzontali inter- lare dal suolo o per penetrazione orizzontale. teorica, proteggere termicamente e acusticamente gli NISM
medie, le chiusure orizzontali superiori o coperture. Le chiusure orizzontali intermedie devono contribuire al ambienti sottostanti, evitare fenomeni di infiltrazione e ORGA
La rispondenza alle prestazioni richieste è affidata a mantenimento delle condizioni igrotermiche evitando di- condensa.

ISOLAMENTO TERMICO C.RCIZIO E


ESE ESSIONAL
PROF
In merito alle caratteristiche meccaniche e di stabilità ri- pressione ≥ 1 kg/cmq e resistenza alle deformazioni resistenza termica R (m2K/W) per intercapedini chiuse
chieste per l’impiego dei materiali isolanti nelle strutture plastiche sotto carico di 0,2 kg/cmq dopo 48 h a 80°C; in relazione allo spessore S dell’intercapedine.
orizzontali, la norma ISO DP 4898.4 distingue i prodotti iso- • isolanti per applicazioni in chiusure orizzontali por- D.GETTAZIONE
lanti a celle chiuse in relazione al campo di applicazione: tanti (terrazzi, zone carrabili, parcheggi, fondazioni), TAB. F.2.1./1 RESISTENZA TERMICA R (m2K/W) PRO TTURALE
• isolanti per applicazioni in chiusure orizzontali non por- cui è richiesta una resistenza a compressione ≥ 1,5 STRU
tanti (intercapedini, coperture ventilate, soffitti) cui è kg/cmq e resistenza alle deformazioni plastiche sotto S= 1 cm 2-10 cm > 10 cm
richiesta una resistenza a compressione di 0,5 kg/cmq carico di 0,4 kg/cmq dopo 7 giorni a 70°C. Strato d’aria
con deformazione ≤ 10% e variazione dimensionale I materiali termoisolanti sono generalmente adatti all’im- orizzontale 0,133 0,144 0,216 E.NTROLLO
< 5% dopo 48 h a 70°C; piego in posizione orizzontale; in particolare è preferi- (flusso ascendente) CO NTALE
• isolanti per applicazioni in chiusure orizzontali in cui bile l’impiego in orizzontale per i materassini di fibre AMBIE
la funzione portante è integrata dalla presenza di una Strato d’aria
minerali e i materiali sfusi (cfr. F.1.25.).
soletta sovrastante di ripartizione, o compresa nel pro- orizzontale 0,133 0,157 0,344
In ordine all’intercapedine di aria, integrata nella struttura
dotto prefabbricato; è richiesta una resistenza a com- portante del solaio, la norma UNI 10351,10355 valuta la
(flusso discendente) F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
POSA IN OPERA DEGLI ISOLANTI TERMICI COMP

La funzione isolante può essere svolta dallo stesso ele- FIG. F.2.1./2 ISOLAMENTO TERMICO DI SOLAI SU SPAZI APERTI

G.ANISTICA
mento costruttivo che realizza la chiusura orizzontale
(pignatte con caratteristiche isolanti o pani di polistirolo) o
può essere assolta interamente da uno strato applicato MASSETTO IN CALCESTRUZZO URB
all’intradosso o all’estradosso dell’orizzontamento, in rela- CON ALLOGGIAMENTO
zione alle possibilità realizzative e alle esigenze funziona- PAVIMENTO DELLA SERPENTINA PAVIMENTO
li; i fattori che orientano la scelta tengono conto del tipo di SOTTOFONDO SOTTOFONDO
isolante impiegato, della complessità volumetrica dell’e-
dificio, del grado di isolamento che si intende ottenere. 2 2
3 3 RALI
Per quanto riguarda le solette di copertura, in linea gene- F.1. I PERIMET
T
rale, un isolante collocato in posizione esterna sottopone 5 ÷6 PARE ALI
la soletta a minori shock termici, produce un maggiore VERTIC
sfasamento e smorzamento dell’onda termica e può esse- 5
18
re applicato anche in fasi successive alla realizzazione
del fabbricato; un isolante collocato all’intradosso, in caso F.2. URE
di solai intermedi e solette di copertura non richiede parti- 18 CHIUS ONTALI
Z
colari oneri di mano d’opera e attrezzature per il montag- ORIZ
5
gio, può essere applicato, senza disturbo, in qualsiasi
momento della vita dell’edificio ed è facilmente manuteni- 2
bile. Le modalità di posa in opera variano in funzione del F.3. IONI
IZ
PART E
PANNELLI ISOLANTI
tipo di materiale impiegato. I materiali sciolti sono stesi in STRATO N
strati orizzontali; possono essere posati, anche in fase ISOLANTE SERPENTINA TUBI
CON GIUNTI BATTENTATI
INTER
successiva alla costruzione, sull’estradosso dei solai non DI RISCALDAMENTO
STRATO INTONACO ARMATO
calpestabili di sottotetto. I materassini, particolarmente SEPARATORE F.4. NTI DI E
adattabili alle diverse geometrie e più indicati per la posa IN CARTALANA, ELEME NICAZION
in orizzontale, sono stesi anche in più strati e giuntati; CARTA KRAFT, STRATO SEPARATORE COMU ALE
richiedono la protezione con fogli separatori, o carta kraft, CARTONFELTRO E BARRIERA Nel caso di solai controterra, è necessario inserire al di sotto VERTIC
dagli strati di finitura successivi. BITUMATO AL VAPORE S = 2-3 mm dello strato isolante un manto impermeabile di circa 4 mm
I pannelli sono accostati tra di loro con giunti semplici o
battentati, se in doppio strato, i giunti dei due strati devo- F.5. I
D
no risultare sfalsati; il fissaggio avviene con bitume caldo, FIG. F.2.1/.3 ISOLAMENTO DI PAVIMENTO RADIANTE ARRE
con adesivi o, con sistemi meccanici; nelle coperture in
particolare, prima di applicare il materiale isolante può PAVIMENTO
essere necessario trattare il piano di posa con un primer, SOTTOFONDO F.6. AZIONI
M
costituito da un’emulsione bituminosa. La posa a secco è SISTE E
N
adatta quando la protezione superficiale della copertura è SERPENTINA DI TUBI DI ESTER
RISCALDAMENTO
affidata a manti zavorrati.
BARRIERA AL VAPORE MASSETTO IN
FIG. F.2.1./1 MATERASSINI ISOLANTI IN ALLUMINIO O CALCESTRUZZO
FOGLIO DI POLIETILENE CON ALLOGGIAMENTO
DELLA SERPENTINA
Stesura orizzontale in
doppio strato con giunti 5
non coincidenti 6
4 ÷5

GIUNTO DI DILATAZIONE
PERIMETRALE S=10 mm
SOLAIO 8. I,
F.1.2 , PORTON
E
STRATO ISOLANTE PORT NDE
SERRA
Richiede la massima coibentazione
per non riscaldare inutilmente . E
IMPERMEABILIZZAZIONE F.2.1 TERISTICH
gli ambienti sottostanti T
CARA UISITI
FONDAZIONE E REQ

F 137
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
1. CARATTERISTICHE E REQUISITI

MATERIALI IMPERMEABILIZZANTI

MATERIALI
I materiali impermeabilizzanti sono impiegati per impedire protezione superficiale, realizzata con successivi strati di che, i prodotti termoplastici, le soluzioni in solvente di
l’infiltrazione di acqua, per risalita capillare o gravità in finitura o, nelle membrane prefabbricate, con strati protet- bitume, le emulsioni acquose di bitume, i prodotti a base
quella parti della struttura edilizia maggiormente a rischio tivi applicati in officina. di polimeri organici.
(fondazioni, solai a terra, chiusure verticali dei piani In queste ultime, la protezione è costituita da scaglie di Le membrane si distinguono in base: al materiale compo-
interrati, balconi, coperture). La normativa di riferimento, ardesia o lamine metalliche: le prime sono ottenute per nente (bitume ossidato fillerizzato, bitume polimero
relativa ai criteri generali di classificazione (UNI 8818), ai macinazione della pietra naturale, eventualmente colorate, plastomero, bitume polimero elastomero, etilene propilene
metodi di prova (UNI 8202), alla determinazione delle e preparate in modo da favorire l’adesione alla membrana diene ecc.); al materiale di armatura integrato nella
caratteristiche fisiche, meccaniche e dimensionali (UNI impermeabilizzante; le lamine metalliche sono realizzate membrana (velo vetro, poliammide tessuto, film di poli-
8269) è contenuta nei raggruppamenti della Selezione 10 con metalli puri, alluminio eventualmente colorato, rame, propilene, foglio sottile di alluminio ecc.); al materiale di
UNI 91.060.20-30, 91.060.20-40. acciaio inox, di spessore 6-8 centesimi di millimetro. finitura della faccia superiore (film di poliestere o di
Oltre al principale requisito di impermeabilità, questi I prodotti impermeabilizzanti, applicabili a freddo o a polietilene da non asportare, graniglie, scaglie metalliche
materiali devono avere (UNI 8202) buone caratteri- caldo, sono commercializzati in forma liquida o pastosa ecc.); al materiale di finitura della faccia inferiore (poliestere
stiche meccaniche per resistere ai movimenti strutturali, in membrane mono o pluristrato. non tessuto, sughero, foglio sottile di alluminio ecc.).
adeguata resistenza al punzonamento statico e dina- Un’eventuale armatura, che migliora le caratteristiche I materiali impermeabilizzanti sono di tipo naturale o
mico, stabilità dimensionale, plasticità, resistenza agli meccaniche, può essere integrata nella fase di posa in sintetico. Alla prima categoria appartengono i materiali
agenti atmosferici e all’invecchiamento, devono essere opera o predisposta già nel prodotto prefabbricato. bituminosi, impiegati anche nella produzione delle mem-
imputrescibili. Se esposti ai raggi UVA, alle piogge acide I prodotti liquidi o pastosi sono: i mastici di rocce asfalti- brane bituminose e come sigillanti; alla seconda cate-
e alle escursioni termiche richiedono un’adeguata che o di asfalto sintetico, gli asfalti colati, le malte asfalti- goria appartengono le membrane sintetiche.

TAB. F.2.1./2 CLASSI DI RESISTENZA AL PUNZONAMENTO STATICO DI TAB. F.2.1./3 CLASSI DI RESISTENZA AL PUNZONAMENTO DINAMICO DI
MEMBRANE IMPERMEABILIZZANTI (norma UNI 8202 parte 11) MEMBRANE IMPERMEABILIZZANTI (norma UNI 8202 parte 12)

PS1 perdita di impermeabilità con carico di 7 kg PD1 perdita di impermeabilità sotto urto di 2 Nm (0,2 kgm)
nessuna perdita di impermeabilità con carico di 7 kg,
PS2 nessuna perdita di impermeabilità sotto urto di 2 Nm (0,2 kgm),
ma perdita con carico di 15 kg PD2
ma perdita sotto urto di 3 Nm (0,3 kgm)
nessuna perdita di impermeabilità con carico di 15 kg,
PS3
ma perdita con carico di 25 kg
nessuna perdita di impermeabilità sotto urto di 3 Nm (0,3 kgm),
nessuna perdita di impermeabilità con carico di 25 kg, PD3
PS4 ma perdita sotto urto di 5 Nm (0,5 kgm)
ma perdita con carico di 35 kg
PS5 nessuna perdita di impermeabilità con carico di 35 kg PD4 nessuna perdita di impermeabilità sotto urto di 5 Nm (0,5 kgm)

MATERIALI BITUMINOSI
I bitumi sono idrocarburi, o miscele di idrocarburi, di ori- distillato, è legato alle pavimentazioni stradali; in misura di acqua producono rigonfiamenti.
gine naturale o derivati dai petroli o da rocce (esclusi i minore viene impiegato, in genere il tipo ossidato, come L’emulsione di asfalto è additivata con acidi che
combustibili fossili), solubili in solfuro di carbonio e dota- impermeabilizzante in edilizia, per rivestimenti protettivi, fluidificano l’impasto; per la sua azione legante, realizza
ti di capacità agglomerante. I principali materiali bitumi- sigillanti, mastici, opere di ingegneria idraulica, per pre- una sorta di pietra naturale quando viene stesa su strati
nosi sono il bitume, l’asfalto, il catrame, i cilindrati o parazione di sottofondi prima della posa di definitivi di ghiaia grossa penetrando negli interstizi.
cartonfeltri bitumati. Il bitume (80% C, 8-10% H, S manti bituminosi. Infatti l’impregnazione con bitume ad Il catrame è ottenuto dalla distillazione di carbon fossile,
quantità variabili) è una resina termoplastica di origine alto punto di rammollimento, miscelato con solventi a torbe, ligniti o scisti; il prodotto è denso e di colore scuro,
organica (densità 1,21) di natura colloidale; non contie- essiccamento rapido, penetra nei pori del materiale sot- composto da sostanze aromatiche, fenoli e sostanze
ne sostanze volatili. tostante e garantisce la corretta adesione del successi- azotate. Si distingue chimicamente dai bitumi per la
Il bitume naturale, piuttosto raro e di impiego limitato, pro- vo strato impermeabile. diversa struttura molecolare. Questi sono costituiti da
viene dalla evaporazione e ossidazione dei giacimenti L’asfalto è una roccia calcarea che contiene il 7-15% di composti paraffinici e naftenici; quello da composti aro-
petroliferi; quello artificiale, oggi largamente usato, è il bitume; oltre al carbonato di calcio (50-90%), sono matici. Il catrame è nocivo e l’esposizione ai fumi dà
prodotto residuo della distillazione industriale del petrolio, presenti il carbonato di magnesio (0,10-15%), l’anidride effetti irritanti. È molto sensibile alle variazioni di tempe-
dopo l’estrazione delle benzine e degli olii pregiati. carbonica, argilla e ossidi di calcio (0,15-5%), l’acqua e ratura, divenendo molto fragile alle basse temperature.
Il bitume non viene impiegato allo stato puro, data la sostanze volatili (0,2-5%). Ha ottime proprietà antiruggine ed è scarsamente com-
scarsa resistenza agli agenti atmosferici; al variare della La farina d’asfalto, derivata dalla macinazione della patibile con il bitume; è quindi da evitare l’abbinamento
temperatura modifica il suo stato fisico (da rigido e fragi- roccia, viene utilizzata nella preparazione di intonaci e di prodotti a base di catrame con quelli a base di bitume.
le, diviene pastoso all’aumentare della temperatura e pavimentazioni e per confezionare il mastice. Oggi il catrame viene impiegato in larga misura per
passa allo stato fluido per temperature > 50°C). Il mastice di asfalto è composto da farina di asfalto e impregnare i cartoni impermeabilizzanti. Le spalmature di
Le principali caratteristiche (punto di rammollimento, bitume al 7-8%. La posa in opera del mastice richiede la bitume a caldo su cartonfeltro sono ormai completamente
espresso in °C, penetrazione alla temperatura di 25°C, fusione, a seguito della quale è necessario aggiungere superate, per impieghi in edilizia, dai prodotti industriali.
suscettibilità termica) sono migliorate con la distillazione, ancora bitume (1-6%) per reintegrare quello volatilizzato I cilindrati, denominati commercialmente cartonfeltro e
cioè l’estrazione delle sostanze grasse e leggere, o con e migliorare l’idrorepellenza del prodotto, ma ciò cartonlana, sono costituiti da carta o stracci impregnati
l’ossidazione, cioè un processo industriale di soffiatura abbassa la temperatura di fusione; la pasta fusa viene di bitume.
con aria ad alta temperatura (220-250°C), a seguito miscelata con sabbia fine (34-40%), oppure pietrisco o L’impiego di prodotti fabbricati in officina, oltre a offrire
della quale vi è la creazione di molecole pesanti cui sono ghiaia nel caso di superfici sottoposte a usura, e stesa maggiori garanzie sulla qualità del prodotto, semplifica la
aggiunti materiali di natura polimerica, come il propilene per strati successivi incrociati, per uno spessore posa in opera che consiste nella sovrapposizione di strati
o la gomma sintetica Stirene-butadirene-stirene (Sbs). massimo di 10 mm. La sabbia rende il prodotto meno prefabbricati da saldare a caldo o incollare a freddo con
Questi ultimi, oltre a migliorare le caratteristiche suddet- sensibile alle alte temperature, ma ne riduce l’imper- mastice. La semplificazione delle operazioni di posa in
te, aumentano la resistenza all’invecchiamento. meabilità e lo rende fragile alle basse temperature. La opera e la maggiore sicurezza in cantiere hanno orientato
Il maggiore impiego del bitume, in particolare quello superficie di posa deve essere asciutta e pulita; residui gli operatori verso l’impiego delle membrane prefabbricate.

MEMBRANE BITUMINOSE
Sono membrane prefabbricate a base di bitume e agen- colare il polipropilene atattico APP; tra gli elastomeri si • membrane PAO (Bitume Polimero Poliolefinico) hanno
ti modificanti atti a migliorare le caratteristiche del bitu- impiega la gomma Stirene butadirene stirene; gli elasto- elevata resistenza al’invecchiamento termico e agli
me; sono commercializzate in teli arrotolati, di altezza meri sono principalmente copolimeri di etilene e propilene. UV. Ottima lavorabilità sia alle alte, sia alle basse
1-1,70 m e spessore 2-5 mm. Le membrane bituminose, di norma, vengono classificate in temperature;
La massa impermeabilizzante prevede l’impiego di base al polimero aggiunto al bitume per modificarne alcune • membrane BPP (Bitume Polimero Plastometro) hanno
miscele di bitume ossidato, di bitume polimero (MBP) o caratteristiche e renderlo più adatto all’impiego: un’ottima stabilità dimensionale a caldo e una buona
di catrame modificato a cui si aggiungono, oltre gli addi- • membrane BPE (Bitume Pollimero Elastomero) pre- flessibilità a freddo.
tivi, i plastomeri o gli elastomeri al fine, come già detto, sentano un’ottima lavorabilità alle basse temperature Il manto bituminoso viene posato in due o più strati e,
di migliorarne le caratteristiche. ed hanno una migliore resistenza alle sollecitazioni per la facilità di posa, è particolarmente adatto a super-
I plastomeri impiegati sono polimeri polipropilenici, in parti- meccaniche; fici con rilievi e all’esecuzione di dettagli complessi.

F 138
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
CARATTERISTICHE E REQUISITI 1.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
MEMBRANE SINTETICHE PROG
Sono membrane prefabbricate che non contengono
bitume. Sono commercializzate in rotoli di altezza 1-1,70 m
mento elastico, sono ottenuti da polimeri liquidi, naturali
o sintetici, le cui strutture lineari sono vincolate tra loro
TNT che protegge la membrana dalle asperità del supporto.
Con il poliisobutilene, PIB, polimero dell’isobutilene, si B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
e spessore 2-5 mm. Sono costituite (UNI 8818) da una attraverso il processo chimico di indurimento, chiamato realizza una membrana adatta a essere impiegata in NISM
massa impermeabilizzante, da un’armatura e da vulcanizzazione. copertura. È resistente all’invecchiamento, ma ha scarsa ORGA
un’eventuale finitura sulle superfici inferiore e superiore. Alla scarsità dei legami che si formano tra le catene a resistenza al punzonamento; anche in questo caso è

C.RCIZIO
I materiali che costituiscono i diversi strati funzionali sono seguito della vulcanizzazione è da attribuire il compor- opportuno interporre uno strato di TNT a protezione
numerosi. tamento elastico delle gomme. della membrana. E
Per le membrane sintetiche la massa impermeabiliz- Tra le materie plastiche impiegate, si ricorda il PVC, il Le membrane che impiegano il polietilene semirigido ad ESE ESSIONAL
zante prevede l’impiego di materie plastiche o elasto- poliisobutilene (PIB), il butile, l’EPDM termoplastico e alta densità, HDPE, polimero dell’etile, sono prodotte PROF
meri; l’armatura è realizzata con tessuto non tessuto vulcanizzato, il polietilene semirigido ad alta densità. con bugnature profonde, costituite da rilievi semiconici

D.GETTAZIONE
(TNT) in velo vetro o poliestere, carta feltro, fogli di L’assenza di finiture superficiali è prevista dalla o troncopiramidali che, oltre a rinforzare
alluminio ecc.; le finiture superficiali sono realizzate per normativa e non pregiudica la qualità del prodotto finito, meccanicamente la membrana opponendosi anche alla
la faccia superiore con film di poliestere, polipropilene, ma dipende dalla specificità delle lavorazioni e delle perforazione delle radici, realizzano un’intercapedine PRO TTURALE
lamine metalliche, graniglia ardesia, sabbia ecc.; per la materie prime impiegate. drenante tra la membrana stessa e il supporto. STRU
faccia inferiore con velo vetro, film di polietilene, Il PVC, o polivinilcloruro, è il polimero del cloruro di Queste membrane sono particolarmente adatte nella
sughero, adesivo ecc. La posa prevede un solo strato di vinile. Ha buone caratteristiche meccaniche, è molto protezione dai danni meccanici allo strato impermeabi-
membrana. resistente al gelo, ha buona stabilità termica. lizzante nelle platee di fondazione, nei muri controterra, E.NTROLLO
Le materie plastiche e gli elastomeri (gomme) sono L’aggiunta di additivi plastificanti consente la realizza- nei giardini pensili. CO NTALE
sostanze macromolecolari (polimeri). Le prime, ottenute zione di prodotti flessibili e resilienti adatti all’impiego L’altezza delle bugne, da 8 a 20 mm, varia in ragione del AMBIE
con procedimenti di sintesi della chimica organica, sono in edilizia; sensibile ai raggi ultravioletti viene integra- tipo di applicazione della membrana. Nei muri contro-

F. TERIALI,
caratterizzate dal comportamento plastico alle alte to con additivi stabilizzanti che ne inibiscono la decom- terra, il montaggio è spesso abbinato a un foglio di TNT
ICHE
temperature che consente la formatura; gli elastomeri, posizione. sul lato a contatto con il terreno, per evitare che le parti- TECN
che presentano a temperatura ambiente un comporta- Nella posa è consigliabile l’interposizione di uno strato di celle di quest’ultimo intasino gli spazi tra i rilievi. MA ONENTI,
COMP

GEOTESSILI G.ANISTICA
URB
Sono impiegati con funzione di armatura nelle mem- incollate con resine termoindurenti, a base di bachelite sotropo). Le fibre continue che escono dalle filiere sono
brane impermeabili; con funzione filtrante e drenante o formaldeide, e i teli sono rinforzati da fili di vetro dispo- distribuite disordinatamente su un nastro trasportatore
nella realizzazione di drenaggi, giardini pensili, nelle sti longitudinalmente. e saldate. Le caratteristiche meccaniche sono analo-
opere di ingegneria civile e idraulica; come strato sepa- Sono in produzione tessuti multiassiali in fibra di vetro, ghe nelle due direzioni, trasversale e longitudinale,
ratore e di scorrimento in abbinamento a strati di imper- nei quali, alla planarità delle fibre, che consente di sfrut- risultando un materiale con buon comportamento iso-
RALI
meabilizzazione, in particolare nelle coperture con ele- tarne pienamente la resistenza a trazione, si aggiunge tropo. Per i TNT è opportuno conoscere il peso unitario, F.1. I PERIMET
T
mento di tenuta in PVC. la multidirezionaità secondo le direzioni realmente sol- la natura del trattamento legante, se sono costituiti da PARE ALI
Il tipo tessuto è una stoffa realizzata con due serie di fili: lecitate. La resistenza complessiva risulta così incre- filamento continuo o da fiocco. Sono oggi in produzione VERTIC
ordito e trama; il tipo non tessuto, identificato con la mentata, mentre si riduce il peso. La cucitura con sotti- membrane prefabbricate a effetto schermante che abbi-
sigla TNT, è un telo in poliestere, polipropilene o li fili di poliestere offre un ulteriore contributo al compor- nano alla funzione impermeabilizzante quella di scher-
poliammide, somigliante a un feltro ma con elevata resi- tamento al taglio e alla resistenza all’urto. matura dell’edificio dagli effetti nocivi dei campi elettro- F.2. URE
stenza meccanica e chimica; le fibre o i filamenti che lo I TNT di poliestere, di peso variabile tra 100 a 300 gr/mq, magnetici, in particolare quelli causati dalle radiofre- CHIUS ONTALI
Z
compongono sono distribuiti in maniera casuale e lega- sono ottenuti dall’incollaggio, con resine termoindurenti di quenze (ponti radio, ripetitori, antenne di telefonia mobi- ORIZ
ti con trattamento meccanico (agugliatura), chimico tipo acrilico, delle fibre discontinue, TNT da fiocco, o del le, radar ecc.). Si tratta di membrane a base di bitume
(impregnazione) o termico (fusione). filato continuo, TNT da filo continuo, e successiva polime- modificato, che adottano come armatura una speciale
F.3. IONI
Anche i teli in velo di vetro sono comunemente assi- rizzazione a caldo. Le fibre discontinue hanno lunghezza lega metallica, capace di neutralizzare gli effetti delle IZ
PART E
milati ai TNT; hanno grammatura di 50 gr/mq, e sono non inferiore a 6 cm e, alla fine della lavorazione, risulta- N
onde elettromagnetiche. In prossimità dei bordi, un par- INTER
costituiti da fibre di vetro del diametro di circa 15 micron no orientabili, cioè la resistenza meccanica è diversa nella ticolare tipo di cimosa consente “il collegamento elettri-
e lunghezza compresa fra 6 e 12 mm; le fibre sono direzione trasversale o longitudinale (comportamento ani- co” tra i rotoli affidato a una speciale pasta conduttrice.
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC

F.5. I
D
TAB. F.2.1./4 PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEI TESSUTI NON TESSUTI IN POLIESTERE DA FIOCCO E DA FILO CONTINUO ARRE

TNT TNT Tipo di armatura Caratteristiche principali Campi di impiego


da filo continuo da fiocco F.6. AZIONI
M
Velo di vetro Ottima stabilità dimensionale; Strati di schermo al vapore; SISTE E
N
50 gr/mq scarsa resistenza alla fatica 1° strato in coperture ESTER
PESO 170 gr/mq 200 gr/mq
e al punzonamento. multistrato per conferire
SPESSORE 1,0 mm 1,2 mm stabilità dimensionale.
TNT fiocco Buone caratteristiche Rifacimenti e in tutti i campi
Carico rottura L daN/5 cm 52 60 da 180 meccaniche (carichi, di edilizia civile.
UNI 8202-8 T daN/5 cm 45 40 a 200 gr/mq lacerazioni, punzonamento).
Scarsa isotropicità.

Allungamento TNT filo continuo Migliori caratteristiche Rifacimenti e in tutti i campi


alla rottura L% 30 25 da 120 meccaniche di edilizia civile e industriale.
UNI 8202-8 T% 40 35 a 250 gr/mq e buona isotropia.
Biarmato Buona stabilità dimensionale; Rifacimenti e in tutti i campi
Resistenza (vetro+poliestere) possibilità di delaminazione; di edilizia civile e industriale.
alla lacerazione L daN 3,5 3,0 possibilità di grinze
UNI 8202-9B T daN 3,5 3,3 in superficie.
Compositi Ottima stabilità dimensionale; Ove sia richiesta elevata
Rientro termico L% 1,0 1,5 da 130 buone caratteristiche stabilità dimensionale;
a 200°C T% 0,3 0,7 a 200 gr/mq meccaniche; strati a finire. . E
isotropia e ortometria. F.2.1 TERISTICH
T
CARA UISITI
E REQ

F 139
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
1. CARATTERISTICHE E REQUISITI

➦ MATERIALI IMPERMEABILIZZANTI

POSA IN OPERA DEI MATERIALI IMPERMEABILIZZANTI

L’efficacia della protezione impermeabile, indipenden- bitumati, i feltri bitumati, i teli di fibra di vetro bitumati. viste tre modalità.
temente delle prestazioni dei materiali utilizzati, è I teli sono posati a giunti sovrapposti, di almeno 8 cm; Il collegamento in completa aderenza si ha quando lo
completamente vanificata da una posa in opera non tra gli strati (da 3 a 8) viene interposto uno strato di bitu- strato di tenuta aderisce totalmente al sottofondo con
corretta. me ossidato fuso o una membrana bituminosa posta in una percentuale di adesione del 100%; questo tipo di
Lo strato di tenuta deve assecondare i movimenti opera a fiamma. posa si rivela il più affidabile soprattutto per i manti bitu-
strutturali e le dilatazioni termiche senza venirne La massa base di bitume deve risultare alla fine pari a minosi, ma non sempre eseguibile in presenza di dis-
danneggiato. circa 6,5 Kg/mq per pendenze < del 10%, di 5,5 Kg/mq continuità del supporto.
I difetti più comuni dei materiali sono in genere rile- per pendenze > del 10%. Il collegamento in semiaderenza prevede una percen-
vabili a vista ed eliminabili prima della posa; le perdi- Utilizzando una membrana sintetica prefabbricata è tuale di adesione di circa il 30%. I punti o le strisce ade-
te di impermeabilità sono pertanto da attribuire necessario verificarne l’assenza di difetti, rilevabili a sive sono realizzati con prodotti adesivi o interponendo,
essenzialmente a errori di progettazione ed esecu- vista, che ne limiterebbero la funzionalità: la mancanza tra il sottofondo e la guaina, uno strato forato di TNT o
zione dell’opera. di rettilineità dei rotoli è pericolosa solo nel caso di cartonfeltro, sul quale viene steso del bitume ossidato a
La posa dei materiali impermeabili avviene a freddo o membrane autoprotette, poiché il taglio compromette- caldo (1,5-2,0 kg/mq) che forma punti di adesione ela-
a caldo e dipende dal tipo di materiale impiegato; a rebbe la tenuta alle giunzioni; eventuali fessurazioni, stici in corrispondenza dei fori.
tale proposito, al di là dei criteri di carattere generale, vistose ondulazioni e delaminazioni (distacco dell’arma- La totale indipendenza della guaina dal supporto è adat-
è comunque necessario attenersi alle istruzioni dei tura dalla massa impermeabilizzante), irregolarità dello ta per impermeabilizzare superfici piane orizzontali e in
produttori. Tutte le giunzioni devono avvenire per spessore, mancanza di adesione impongono la sostitu- zone con scarso vento; uno strato separatore in cartone
sovrapposizione (8-15 cm a seconda dei materiali) e zione del rotolo. Prima dello strato impermeabilizzante, bitumato o non tessuto precede la posa del manto; se
lo strato a quota più alta deve sormontare quello a il piano di posa deve essere asciutto, pulito e privato posto in orizzontale, il manto impermeabile deve essere
quota più bassa. delle asperità che potrebbero compromettere l’aderen- adeguatamente zavorrato senza ridurne l’indipendenza;
La posa deve essere sempre effettuata a temperature za o provocare il punzonamento del manto. le membrane con profilo bugnato, con funzione drenan-
superiori a 5°C e con tempo stabile; la superficie di Le membrane bituminose sono fissate al supporto me- te o a protezione di un ulteriore strato impermeabile
posa deve essere asciutta e pulita. diante riscaldamento con cannello a fiamma del film sono montate in genere secondo questa modalità.
I materiali bituminosi sono posati generalmente a caldo; plastico inferiore, sino a liquefarne lo strato superficiale. A differenza dei manti sintetici, nella posa delle guaine
la posa a freddo non garantisce la durabilità del prodot- I teli adiacenti devono sovrapporsi di 10-20 cm. bituminose è bene evitare piegature con angoli ≤ 90°,
to. L’asfalto viene steso a caldo in due strati, di 10 mm Gli strati successivi sono eseguiti con uguale modalità, che provocherebbero, in corrispondenza della piega,
ciascuno, con giunti sfalsati. La miscela è composta di badando che i giunti dello strato superiore non coinci- pericolose sollecitazioni di trazione. A tale scopo sono
60 parti in peso di mastice di asfalto, 34-39 parti di sab- dano con quelli dello strato inferiore. impiegati supporti in cemento retinato o profili di diver-
bia, 1-6 parti di bitume naturale. È steso direttamente I manti sintetici sono saldati con uno strato di bitume so materiale che attenuano la piegatura. I punti critici
sul massetto, la cui pendenza deve essere ≤ 8%. Data ossidato a caldo o con collanti a freddo. Nelle mem- sono rappresentati dai giunti strutturali, dove la guaina
la poca elasticità del manto, l’interposizione di uno stra- brane in gomma EPDM la saldatura dei lembi sovrap- deve essere lasciata libera di assecondare i movimenti
to di scorrimento in velo vetro, TNT o carton feltro ne posti avviene per vulcanizzazione, con speciale della struttura, dagli imbocchi dei pluviali, dai raccordi
evita la fessurazione. La finitura superficiale è realizzata nastro e pressa termomeccanica, o con nastro di con elementi verticali che costituiscono, se non protetti,
con uno strato di 15-20 mm composto da una miscela gomma biadesivo. Nei manti autoprotetti è sconsi- vie certe di infiltrazione di acqua. Nei casi di elementi
di asfalto e sabbia. gliata la posa a fiamma. strutturali che possono subire l’aggressione delle radici
Un piano praticabile è realizzato con mattonelle di asfal- Nelle superfici in pendenza, le sovrapposizioni della (muri controterra, giardini pensili, fondazioni), lo strato
to, spessore 15-20 mm, posate su uno strato di asfalto membrana saranno ortogonali alla linea di pendenza impermeabile deve offrire requisiti di membrana antira-
di 5 mm, a sua volta steso su un feltro isolante; le fughe e realizzate, come già detto, in modo che il telo a dice, cioè di contrasto all’azione chimica, meccanica, di
sono sigillate con ulteriore asfalto liquido e la finitura quota maggiore sormonti quello a quota inferiore, e disgregazione, di punzonamento delle radici, ovvero
superficiale è realizzata con asfalto sabbiato. non viceversa. essere integrato da uno strato con specifica funzione,
L’impermeabilizzazione a strati multipli impiega i cartoni In relazione al collegamento con il sottofondo sono pre- proteggendo in tal caso anche lo strato impermeabile.

FIG. F.2.1./4 MODALITÀ DI POSA

TAB. F.2.1./5 MEMBRANE BPP

Caratteristiche primarie Motivo Utilità


Miglior stabilità Presenza del BPP Miglior stabilità del manto
dimensionale
Miglior resistenza Natura del BPP Maggior durata del manto
POSA IN OPERA POSA IN OPERA agli U.V.
IN COMPLETA POSA IN OPERA IN COMPLETA
ADERENZA IN SEMIADERENZA INDIPENDENZA Buon rapporto Costo del polimero Economicità
prezzo/qualità

TAB. F.2.1./6 MEMBRANE SBS

Caratteristiche primarie Motivo Utilità


Unistagionalità Non esiste mescola Tempi maggiori di stock
membrana estate/inverno

Ottima lavorabilità a Natura del polimero SBS Impiego basse temperature


MASSETTO basse temperature,
DELLE PENDENZE scarsa lavorabilità nella
bella stagione
SFALSAMENTO DEI GIUNTI SOVRAPPOSIZIONE
DELLE MEMBRANE IMPERMEABILI DELLE MEMBRANE IMPERMEABILI Miglior resistenza alle Alto modulo elastico In tutti i casi ove è richiesta
IN DIREZIONE DELLE PENDENZE sollecitazioni meccaniche resistenza alla fatica

F 140
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE •CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
FONDAZIONI E INTERRATI 2.

PROTEZIONE DELLE MURATURE DI FONDAZIONE A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
Le murature di fondazione sono interessate dal fenomeno dell’umidità, sia per perco- La posa della membrana in verticale deve essere preceduta da un pretrattamento
lamento dal terreno circostante, sia per risalita capillare. bituminoso con primer applicato sulle murature, che garantisce l’adesione e la tenu-

B.STAZIONI DILEGIZLII
I sistemi di protezione prevedono la realizzazione di intercapedini perimetrali aerate, ta nel tempo; la guaina si estenderà dal piano di imposta del muro interrato sino a
che isolano la struttura muraria dal contatto laterale con il terreno, oppure l’impiego di 10-15 cm fuori terra.
PRE I ED
barriere impermeabili verticali e orizzontali, associate a un sistema di drenaggio. La giunzione tra lo strato di tenuta verticale e quello orizzontale deve essere accurata. NISM
La barriera impermeabile è realizzata generalmente con membrane bituminose armate In presenza di falda freatica prossima alle murature è opportuno applicare due strati ORGA
con velo di vetro o TNT di poliestere. di impermeabilizzazione sia verticale che orizzontale.

FIG. F.2.2./1 PROTEZIONE CON INTERCAPEDINE FIG. F.2.2./2 PROTEZIONE CON MEMBRANE IMPERMEABILI C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF
GRIGLIA PROFILO DI CHIUSURA
MURATURA
D.GETTAZIONE
LASTRA DI PAVIMENTAZIONE E PRO TTURALE
MALTA E PAVIMENTAZIONE
ELEMENTO DI DEFLUSSO ACQUE METEORICHE STRU
TENUTA VERTICALE
MASSETTO IN CALCESTRUZZO TESSUTO NON
E.NTROLLO
ELEMENTO DI
TENUTA TESSUTO A
STRATO DI ORIZZONTALE PROTEZIONE CO NTALE
SEPARAZIONE
DEL DRENAGGIO AMBIE
MASSETTO
RINFORZO DRENAGGIO
STRATO ISOLANTE 4 cm
F. TERIALI,TECN
ICHE
GUAINA IMPERMEABILE VESPAIO ELEMENTO DI MA ONENTI,
PROTEZIONE DELLA COMP
SU STRATO
DI PROTEZIONE GUAINA IN FOGLIO DI
POLIETILENE A RILIEVO
MASSETTO IN
CALCESTRUZZO GUAINA TAGLIAMURO G.ANISTICA
CUNETTA CON URB
CONDOTTO PER SCARICO
PENDENZA VERSO
IL PUNTO DI TUBO DI DRENAGGIO
RACCOLTA DELL’ACQUA
DELL ACQUA
INTERCAPEDINE CON CUNETTA DI RACCOLTA DI ACQUA
RALI
F.1. I PERIMET
T
TUBO DI RACCOLTA ACQUA PARE ALI
VERTIC

VENTILAZIONE DEL VESPAIO GRIGLIA DI PROTEZIONE


F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
GUAINA ORIZ
GUAINA IMPERMEABILE IMPERMEABILIZZANTE CANALE DI
VENTILAZIONE IN PVC
PROFILO DI CHIUSURA
MASSETTO IN PENDENZA RETE F.3. IONI
IZ
ELETTROSALDATA PART E
N
MEMBRANA SEMIRIGIDA INTER
IN POLIETILENE AD VESPAIO
ALTA DENSITA’
DENSITA CON AERATO
FUNZIONE DRENANTE F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
TELO IN TNT DI 10
RACCOLTA E 15
PROTEZIONE GHIAIA
STRATO DI LIVELLAMENTO
F.5. I
D
40 ARRE
INTERCAPEDINE CON CUNETTA E TUBO DI RACCOLTA ACQUA
COLLETTORE DRENANTE
F.6. AZIONI
GRIGLIA M
SISTE E
N
ESTER

GUAINA IMPERMEABILE
BOCCA DI LUPO
PREFABBRICATA
IN MATERIALE
PLASTICO

. E
F.2.1 TERISTICH
T
CARA UISITI
E REQ

.
F.2.2AZIONI E
FOND ATI
R
INTER

F 141
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
2. FONDAZIONI E INTERRATI

➦ PROTEZIONE DELLE MURATURE DI FONDAZIONE

OPERE DI DRENAGGIO

Il sistema di drenaggio (DIN 4095, 18195) contribuisce alla dispersione nel terreno di acqua o quando sia necessario bonificare gli strati sottostanti la base di fondazione).
dell’acqua in eccesso, evitando ristagni. La dispersione deve essere distribuita e non In presenza di terreno impermeabile è opportuno prevedere un tubo di drenaggio,
concentrata, in modo da non saturare il terreno con carichi eccessivi di acqua, ma situato alla base del drenaggio. Il tubo di drenaggio presenta dei fori sulla parte
consentirne il rapido smaltimento. superiore, destinati a incanalare l’acqua drenata al suo interno, e ha un’inclinazione di
Il drenaggio circonda il perimetro della fondazione; per le opere civili, è realizzato con 5 mm per metro lineare verso le canalizzazioni di scarico. Il tubo deve presentare
uno strato di pietrame da collocare in opera a mano, su terreno ben costipato per ottima resistenza alla compressione, ottima flessibilità e adattabilità a ogni tipo di
evitare cedimenti. La dimensione delle pietre diminuirà mano a mano che si sale: da percorso. Vicino al tubo di drenaggio il pietrame sarà di maggiore dimensione e
pietre grosse e regolari negli strati più profondi fino a impiegare, nell’ultimo strato regolare. Un ulteriore sistema prevede la disposizione inversa del pietrame: scenden-
superiore, del pietrame minuto, ghiaia o pietrisco, al fine di impedire l’intasamento do in profondità, la granulometria è via via più sottile, fino ad arrivare con uno strato di
degli interstizi tra le pietre con la terra sovrastante, che dovrà essere conveniente- 20-30 cm di sabbia grossa intorno al tubo di drenaggio. Il pietrame necessario al
mente pigiata sull’ultimo strato di pietrisco. Il drenaggio è disposto, come si è detto, sul drenaggio può anche essere avvolto, o semplicemente protetto sui lati esterni, da uno
perimetro delle strutture fondali, o a poca distanza da esse (nel caso di elevata presenza strato di TNT che, oltre a contenerne la massa, ha anche funzione filtrante.

FIG. F.2.2./3 PROTEZIONE DI MURATURE SEMPLICI E A DOPPIA PARETE

BARRIERA MASSETTO ARMATO STRATO


IMPERMEABILE GUAINA PER PAVIMENTAZIONE TERMOISOLANTE
VERTICALE TAGLIAMURO
GUAINA STRATO DI PROTEZIONE
DRENAGGIO DELLA GUAINA
GIUNTO DI PROTEZIONE
DELLA GUAINA (PONTAGE) GUAINA TAGLIAMURO
FONDAZIONE
MAGRONE IN CLS
DRENAGGIO
BARRIERA VESPAIO DI AERAZIONE
IMPERMEABILE
ORIZZONTALE

TUBO DI DRENAGGIO
PROTEZIONE DALL
DALL’UMIDIT
UMIDITÀ NELLE FONDAZIONI CONTINUE E ISOLATE E MURI CONTROTERRA
TESSUTO NON TESSUTO

BARRIERA
IMPERMEABILE ISOLANTE
ORIZZONTALE
BARRIERA IMPERMEABILE STRATO TUBO DI BARRIERA STAFFE DI
TAGLIAMURO SAGOMATA A “Z” ISOLANTE DRENAGGIO TAGLIAMURO COLLEGAMENTO
TRA LE PARETI
STRATO DI RACCORDO DI SCARICO
TUBO DI PROTEZIONE DALLA CUNETTA
DRENAGGIO IN VELO
DI VETRO
BARRIERE
RIPORTO GHIAIA 80 cm IMPERMEABILI

VESPAIO

PROTEZIONE DI PARETE DOPPIA CON CUNETTA INTERNA


MURO SEMINTERRATO DOPPIO DI RACCOLTA
PROTEZIONE DI MURATURA A DOPPIA PARETE E CUNETTA TRA LE DUE PARETI (PENDENZA 1%)
1 )

F 142
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE •CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
FONDAZIONI E INTERRATI 2.

PROTEZIONE DELLE CHIUSURE ORIZZONTALI DI BASE A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
e tra loro, posti a interasse ≤ 1,5 m e con sezione non inferiore a 15 cm di base e 20 cm PROG
La chiusura orizzontale di base deve possedere requisiti tali da assicurare l’abitabilità
e il comfort degli ambienti interessati. Il sistema costruttivo deve quindi provvedere a di altezza. Il vespaio ha funzione drenante e portante; viene realizzato con pietre omo-

B.STAZIONI DILEGIZLII
garantire il controllo dell’umidità risalente dal terreno, della condensa, della tempe- genee derivanti da rocce compatte non gelive, con buona resistenza meccanica, non
ratura superficiale. Questi requisiti sono raggiunti mediante la costruzione di un’inter- gessose o marmose.
PRE I ED
capedine aerata, di un vespaio aerato o di un massetto su membrana impermeabile. Per lo strato superficiale si impiegano grossi scheggioni a contrasto, disposti con NISM
L’intercapedine aerata è ubicata al di sotto del solaio; è alta circa 60 cm ed è comuni- l’asse maggiore verticale; i vuoti saranno riempiti con scaglie di pietra; l’ultimo strato ORGA
cante con una intercapedine perimetrale chiusa all’esterno da una griglia; in tal modo sarà costituito da ghiaietto fine sino alla quota prescritta.
è garantita l’aerazione continua dell’intercapedine sottostante il solaio. Il massetto su membrana impermeabile è generalmente impiegato per realizzare i
Il solaio può essere realizzato con il sistema a setti e impalcato, quando l’impalcato è solai di garage, depositi, rimessaggi. Su un terreno spianato e battuto, si dispone uno C.RCIZIO E
portato da muretti, i quali non devono essere di ostacolo alla circolazione di aria e strato drenante di pietrisco di 10-15 cm, sul quale viene stesa una guaina impermea- ESE ESSIONAL
provvisti, quindi, di fori di aerazione; oppure con il sistema a ordito e impalcato, bile, previa eventuale interposizione di una membrana antiradice. PROF
quando il solaio è sostenuto dai muri di ambito o dalle travi dell’ossatura portante. A completamento viene steso un massetto di 8 cm su cui potrà essere posato il rivesti-

D.GETTAZIONE
Nel vespaio aerato il solaio insiste su uno strato di pietrame grezzo entro il quale è mento. L’impiego di una membrana bugnata, di spessore 8 mm, su terreno compatto,
assicurata l’aerazione mediante canali di aerazione paralleli, comunicanti con l’esterno sostituisce lo strato di pietrame e riduce sensibilmente lo spessore complessivo del solaio.
PRO TTURALE
STRU
FIG. F.2.2./4 INTERCAPEDINE AERATA CON SOLAIO A SETTI E IMPALCATO

CANALE CANALE DI
PAVIMENTO E.NTROLLO
CO NTALE
MARCIAPIEDE
GRIGLIATO AERAZIONE SOTTOFONDO
AMBIE
MASSETTO CON CANALE GRIGLIATO
PENDENZA 3
3%
EVENTUALE PASSAGGIO

CIGLIO
DI IMPIANTI 60 F. TERIALI,TECN
ICHE
20 MA ONENTI,
20 COMP
BARRIERA AL VAPORE
20 40
STRATO ISOLANTE mm 20

DRENAGGIO IN
CIOTTOLI DI
SOLETTA 20
G.ANISTICA
FIUME POSATI
SEZIONE TRAVERSINA SEZIONE URB
DEL CANALE DEL CANALE DEL TELAIO
A SECCO

INTERCAPEDINE
AERATA 40
RALI
GRIGLIE DI PROTEZIONE 80 F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC

F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ

PIANTA
F.3. IONI
IZ
FORI DI PART E
N
GRIGLIE DI PROTEZIONE AERAZIONE INTER

F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
FIG. F.2.2./5 INTERCAPEDINE AERATA CON SOLAIO A ORDITO E IMPALCATO COMU ALE
VERTIC
TAVELLONI O PANNELLI
PREFABBRICATI PAVIMENTAZIONE
F.5. I
SOTTOFONDO D
SOLETTA CON RETE ARRE
(con eventuale rete)
ELETTROSALDATA MARCIAPIEDE IN CALCESTRUZZO
BARRIERA AL VAPORE CON RETE ELETTROSALDATA
TRAVE PREFABBRICATA F.6. AZIONI
CANALE DI VENTILAZIONE M
TIPO “VARESE
VARESE” STRATO ISOLANTE SISTE E
N
GRIGLIA DI AERAZIONE ESTER

25 mm 90 mm

27 mm
16 mm

IMPERMEABILIZZAZIONE
PERIMETRALE
40 mm
85 mm INTERCAPEDINE
AERATA

TUBO DI
DRENAGGIO
.
F.2.2AZIONI E
FOND ATI
R
INTER

F 143
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
2. FONDAZIONI E INTERRATI

➦ PROTEZIONE DELLE CHIUSURE ORIZZONTALI DI BASE

FIG. F.2.2./6 VESPAIO AERATO

TUBO DI AERAZIONE
TUBO DI AERAZIONE
FINITURA IN BATTUTO
DI CEMENTO 3 cm BATTUTO DI CEMENTO 3 cm
BATTUT

STRATO DI LIVELLAMENTO 8 cm STRATO IMPERMEABILIZZANTE

BARRIERA AL VAPORE STRATO IN


GRIGLIA DI CALCESTRUZZO MAGRO
PROTEZIONE ISOLANTE 4 cm STRATO DI
GRIGLIA DI SCORRIMENTO
IMPERMEABILIZZAZIONE E PROTEZIONE
PROTEZIONE
TUBO DI RETE
STRATO DI SCORRIMENTO DRENAGGIO ELETTROSALDATA
E PROTEZIONE

MASSETTO CON RETE


ELETTROSALDATA 12 cm 12

TUBO DI AERAZIONE

VESPAIO AERATO 40 cm 40

STRATO IMPERMEABILE

STRATO DRENANTE
Adatto a locali abitati Adatto a locali non abitati IN CIOTTOLI DI
FIUME A SECCO
CANALE DI AERAZIONE
FERMAGETTO

RETE ELETTROSALDATA
VESPAIO AERATO
H =27
27÷45
45 cm

500

500
270 ÷450
450

MAGRONE CASSERO A PERDERE 360 500

CASSERO A PERDERE MODULARE IN POLIPROPILENE PER LA REALIZZAZIONE DI SOLAI AERATI E COPERTURE AERATE

FIG. F.2.2./7 MASSETTO SU MEMBRANA IMPERMEABILE

RIVESTIMENTO
INTERNO MASSETTO CON
RETE ELETTROSALDATA
S > = 8 cm MASSETTO CON
RETE ELETTROSALDATA
GUAINA IMPERMEABILE S > = 8 cm

STRATO DI PROTEZIONE MEMBRANA BUGNATA


10 ÷15
15 cm
STRATO DRENANTE 8 - 10 mm
IN PIETRISCO
TERRENO COMPATTO
TERRENO COMPATTO

MASSETTO SU MEMBRANA MASSETTO CON L’IMPIEGO


L IMPIEGO
IMPERMEABILE TRADIZIONALE DI UNA MEMBRANA BUGNATA

CHIUSURE IN GRIGLIATI METALLICI

I principali procedimenti di produzione dei grigliati fanno conformando una struttura reticolare di massima nente, dovuta alla particolare forma e disposizione degli
capo all’elettroforgiatura e alla pressatura. resistenza. Nel processo di pressatura i piatti portanti intagli, ottenendo una struttura reticolare solida, indefor-
Nel processo di elettroforgiatura i piatti portanti vengono sono preventivamente intaccati nella parte superiore. mabile e con un ottimale ripartizione del peso.
posti paralleli tra loro e sopra di essi vengono posti i L’ordito secondario, anch’esso costituito da piatti d’ac- Gli elementi così realizzati vengono zincati a caldo;
tondi, perpendicolari ai primi. ciaio, viene forzato negli intagli con una pressa ad alta successivamente possono essere verniciati o plastifi-
I tondi vengono saldati sotto pressa in modo da pene- capacità. cati con resine poliuretaniche termoplastiche e termo-
trare completamente nella parte superiore del piatto, I piatti secondari subiscono una deformazione perma- indurenti.

F 144
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
FONDAZIONI E INTERRATI 2.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.2.2./8 GRIGLIATI METALLICI

GRIGLIATI PRESSATI GRIGLIATI ELETTROFORGIATI FISSO


B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA

C.RCIZIO E
FISSO CON ESE ESSIONAL
SCOSSALINA PROF

D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
TONDINO QUADRELLO ANTISDRUCCIOLO APRIBILE

CONFIGURAZION
CONFIGURAZIONI
E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
DELLA CORNICE DI TESTA

TAGLIO DELLA GRIGIA E SAGOMATURA DELLA CORNICE


F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP

G.ANISTICA
URB

GRIGLIA APRIBILE

TOLLERANZA CERNIERA GIUNTO


PAVIMENTO
ELASTICO
GRIGLIATO RALI
ALLETTAMENTO 15 15 F.1. I PERIMET
APRIBILE T
PARE ALI
VERTIC
SOTTOFONDO
40
F.2. URE
TELAIO CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
ZANCA CLS

LUCE NETTA 30 F.3. IONI


IZ
PART E
N
INTER
TAB. F.2.2./1 SOLLECITAZIONI ESTERNE E FRECCE ELASTICHE

PIATTO LUCE NETTA TRA GLI APPOGGI F.4. NTI DI E


PORTANTE ELEME NICAZION
h x S (mm) 300 400 500 600 700 800 900 1000 1100 1200 1300 1400 1500 1600 1700 1800 1900 2000 COMU ALE
CUD 13510 7600 4850 3370 2470 1870 1320 960 720 550 430 350 280 230 190 160 140 120 VERTIC
25 x 2
CC 730 480 360 290 240 210 180 140 120 100 80 70 60 50 50 40 40 30
CUD 19450 10940 6980 4860 3560 2730 2170 1660 1260 950 750 610 500 410 330 290 240 200
30 x 2
CC 1050 700 520 420 350 300 260 235 200 170 140 120 110 90 80 70 60 60 F.5. I
D
ARRE
CUD 34580 19450 12420 8640 6330 4860 3860 3140 2600 2160 1780 1440 1180 970 800 690 570 490
40 x 2
CC 1870 1250 930 750 620 530 460 410 370 340 310 280 260 230 200 180 160 140
25 x 3
CUD 20260 11400 7280 5060 3710 2800 1980 1440 1090 830 650 530 430 350 290 250 200 180 F.6. AZIONI
M
CC 1100 730 550 440 360 310 270 220 180 150 130 110 90 80 70 60 60 50 SISTE E
N
CUD 29180 16410 10480 7290 5340 4100 3260 2500 1880 1430 1120 910 750 610 500 430 360 310 ESTER
MAGLIA 22 x 76

30 x 3
CC 1580 1050 790 630 520 450 390 350 310 260 220 190 160 140 130 110 100 90
CUD 39720 22340 14260 9930 7280 5580 4440 3600 2990 2280 1790 1450 1190 970 800 690 570 490
35 x 3
CC 2150 1430 1070 860 710 610 530 470 430 390 350 300 260 230 200 180 160 140
CUD 51880 29180 18630 12970 9500 7290 5800 4710 3910 3240 2670 2170 1770 1460 1200 1030 850 740
40 x 3
CC 2810 1870 1400 1120 930 800 700 620 560 510 460 430 390 340 300 270 240 220
CUD 81060 45600 29120 20260 14850 11400 9060 7360 6100 5060 4300 3770 3300 2850 2350 2020 1670 1440
50 x 3
CC 4400 2930 2200 1760 1460 1250 1100 970 880 800 730 670 620 580 550 510 480 430
CUD 116720 65660 41930 29170 21380 16410 13040 10590 8780 7280 6192 5429 4752 4104 3384 2909 2405 2074
60 x 3
CC 6330 4220 3160 2530 2100 1800 1580 1390 1260 1150 1051 965 893 835 792 734 691 619
CUD 69170 38910 24840 17290 12670 9720 7730 6280 5210 4320 3560 2890 2370 1940 1600 1380 1140 980
40 x 4
CC 3750 2500 1870 1500 1250 1070 930 830 750 680 620 570 530 460 410 360 330 290
CUD 108080 60800 38820 27020 19810 15200 12080 9810 8140 6750 5740 5020 4400 3800 3130 2690 2230 1930
50 x 4
CC 5860 3910 2930 2340 1950 1670 1460 1300 11700 1060 970 900 830 780 730 690 640 580
CUD 155640 87550 55910 38910 28520 21880 17400 14130 11720 8720 9270 7240 6340 5560 4870 4430 3860 3330
60 x 4
CC 8440 5630 4220 3370 2810 2410 2110 1870 1690 1530 1400 1300 1200 1120 1050 990 930 880
CUD 211850 1191160 76100 52960 38820 29790 23690 19230 15960 13240 11250 9850 8640 7570 6640 6040 5280 4800
70 x 4
CC 11490 7660 5740 4590 3830 3280 2870 2550 2300 2090 1910 1760 1640 1530 1430 1350 1270 1200
.
CUD carico uniformemente distribuito daN/m2 ca. Materiale in Fe 360B Carico di sicurezza 16 daN/mm2 (1 daN = 1 kg) F.2.2AZIONI E
CC carico concentrato daN/impronta 200 x 200 mm Freccia elastica massima 1/200 della luce netta tra gli appoggi FOND ATI
R
INTER

F 145
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
3. PAVIMENTI

TIPI DI PAVIMENTI

Il pavimento costituisce l’ultimo strato di finitura del FIG. E.2.3./1 TIPI DI PAVIMENTI
solaio; deve sopportare i carichi previsti dalla destina-
zione d’uso (se soggetto a urti dovrà essere resiliente CEMENTO PER MASSETTO DI GHIAIETTA, CALCESTRUZZO DI SOTTOFONDO
cioè, con possibilità di deformarsi, ma con una precisa STRATO SUPERFICIALE SABBIA E CEMENTO CEMENTO DOSATO A 250 kg PREESISTENTE
capacità di “ritorno”), deve assecondare assestamenti e
dilatazioni, deve resistere all’abrasione (calpestio e/o 1,5
carraia), deve essere facilmente manutenibile (resiste- SOTTOFONDO 3 -4
4
re all’aggressione chimica dei detersivi), deve essere 12 DI GHIAIA
sicuro per l’utenza (antiscivolo), in caso d’incendio non
deve produrre fumo, deve resistere agli sbalzi termici
(non gelivo per gli esterni), deve essere durevole.
BATTUTO DI CEMENTO BATTUTO DI CEMENTO
I materiali utilizzati per i pavimenti devono rispondere a Per pavimenti limitatamente carreggiabili. Su sottofondo preesistente
una serie di norme specifiche (caratteristiche chimico- Superficie rigata a geometrico e bocciardata.
fisiche, dimensionali, modalità delle prove).
Importante nella messa in opera è la composizione e lo
GRANIGLIA 1-2 cm E STRATO LASTRE DI MARMO MALTA MOLTO
spessore del sottofondo e la sua esatta maturazione; è SUPERFICIALE DI SABBIA SILICEA
necessario, inoltre, rispettare i giunti di dilatazione strut- DI LATO 5-10
5 10 cm.cm GRASSA
turali. Il produttore indica insieme alla rispondenza alle SPESSORE 2-3 2 3 cm.
cm DI CEMENTO
SOTTOFONDO DI
giunti stilati con E POLVERE
normative del pavimento le modalità di messa in opera STRATO DI ASFALTO CALCESTRUZZO
boiacca grassa DI COCCIO O MARMO
consentite. Il pavimento, di regola, viene eseguito prima steso a caldo e ricoperto A 250 kg,
kg, stagionato,
di cemento colorato SPESSORE 2-3
2 3 cm
dell’intonacatura delle pareti perimetrali. dalla graniglia prima asciutto, pulito e spianato
I pavimenti sono di due tipi: a elementi o continui. del raffreddamento con malta liquida fine
2÷3
2 2÷3
PAVIMENTI A ELEMENTI 2
Gli elementi possono essere messi in opera con malta o SOLAIO
O GRETONATO
con colla; si può evidenziare l’accostamento dei singoli
elementi, disegnando con lo spessore della malta le fughe SOLAIO
ASFALTO FUSO BOLLETTONATO
(0,5-1,5 mm); dopo la messa in opera degli elementi, pos- O SOTTOFONDO
Per marciapiedi, cortili o per locali con intenso traffico
sono essere necessarie ulteriori lavorazioni (lamatura,
arrotatura, lucidatura). Per il collante è importante cono- SCAGLIE DI MARMO 10-25 mm SOTTOFONDO
scere il “tempo aperto”, l’intervallo nel quale la presa non IN MALTA GRASSA DI CEMENTO
SOTTOFONDO DI CEMENTO
è completata e quindi l’elemento può essere rimosso, ma DI CEMENTO E POLVERE E SABBIA O DI DETRITI
A LENTA PRESA
senza che il prodotto perda le sue caratteristiche di adesi- DI COCCIO O MARMO DI LATERIZIO
(250 kg x mc di ghiaia fine)
vità. I collanti che contengono sostanze volatili possono BATTUTO A RIFIUTO E MALTA IDRAULICA
richiedere particolari attenzioni e precauzioni per preveni- 2 ÷3 MOSAICO
re danni alla salute del posatore. La posa a colla necessi- 2
ta di un sottofondo adeguatamente orizzontale: si presta a 4 ÷6 4
MALTA
essere utilizzata su pavimenti preesistenti. SOLAIO
O SOTTOFONDO
LISTE DI MARMO O OTTONE, SOLAIO O SOTTOFONDO
PAVIMENTI CONTINUI ANTICORODAL ECC. POSATE
Possono essere stesi a teli ovvero gettati in opera (auto- SULL’ESTRADOSSO
SULL ESTRADOSSO DEL SOLAIO
livellanti). Per i pavimenti gettati in opera è necessario
prestabilire le eventuali perimetrazioni previste per ri- BATTUTO ALLA VENEZIANA STILATURA MOSAICO
spondere alle dilatazioni termiche e le modalità di manu- CON MALTA
DI CEMENTO STILATURA CON
tenzione e/o di sostituzione.Tra i primi vi sono quelli tes- MALTA DI CEMENTO MALTA
sili, come la moquette e gli agugliati, come la gomma, il
PVC nei diversi tipi, il linoleum, i semiflessibili, i vinilici 12,5 MALTA 5,5 SABBIA
autoadesivi; quelli laminati a base di melanina e derivati
SABBIA 3
del legno. I teli vengono prevalentemente incollati con 2
3
adesivi mono o bicomponente. Questi ultimi hanno una 2 SOLAIO
bassa appiccicosità iniziale. È opportuno impiegare ade- O SOTTOFONDO SOLAIO O SOTTOFONDO
sivi con bassa emissione di sostanze organiche volatili.
Può essere necessario, secondo l’adesivo scelto e il suo AMMATTONATO AMMATTONATO
grado di appiccicosità iniziale zavorrare il telo. Mattoni posti di coltello Mattoni in piano
LINOLEUM
SPESSORI 2,5-8 mm LARGHEZZE ROTOLI 1-2 m LINOLEUM SPESSORI RASATURA A
EVENTUALE RASATURA A GESSO DA 2,5 A 6 mm GESSO MAGNESIACO
11 0,51,3
0,5 1,3 0,7 STRATO MAGNESIACO PER SPIANAMENTO
DI SUGHERO DOPO PROSCIUGAMENTO EVENTUALE STRATO MASSETTO DI
INTONACO INTONACO AFONICO 2 cm DEL MASSETTO (20 giorni dal getto) AFONICO cm 2 CALCESTRUZZO
8÷10
10

COLLA strato sottile


5 ÷8
MINIMO 3 cm
DI MALTA DI CEMENTO 4 ÷6 ASFALTO
2÷3 2÷3

O CEMENTO E POMICE 1 cm
SOLAIO O SOTTOFONDO O CEMENTO E SCORIE

PARTICOLARE ZOCCOLO LINOLEUM LINOLEUM


(nel pavimento a elementi l’intonaco
l intonaco Su sottofondo di cemento Su sottofondo di asfalto
è eseguito successivamente) LINOLEUM RASATURA PREVIA
LINOLEUM SPESSORI EVENTUALE STRATO
DA 2,5 A 6 mm AFONICO 1,5 cm SPESSORI SU COLLA STESURA DI VERNICE
DA 2,5 A 6 mm BITUNINOSA SABBIATA
PIASTRELLE MALTA
LISCIATURA O ASSITO IN TAVOLE VECCHIO PAVIMENTO COLLA strato sottile
CARTONFELTRO 10 mm GIÀ ISOLATO DALL’UMIDIT
GI DALL UMIDITÀ
2÷3 2 ÷3
5 ÷6
EVENTUALE STRATO
SOLAIO MALTA MALTA
AFONICO cm 1,5
O SOTTOFONDO O CARTONFELTRO
SOLAIO O SOTTOFONDO PER SOTTOSTRATO SOLAIO O SOTTOFONDO
PIASTRELLE (CERAMICA, COTTO, GRES) LINOLEUM LINOLEUM
Su legno Su vecchio pavimento

F 146
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
PAVIMENTI 3.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.2.3./2 TIPI DI PAVIMENTI E ACCESSORI

MALTA MISCELATA ADESIVO BITUMINOSO


LISCIATURA
CON MALTA LIQUIDA FINE
SPIANATURA CON GOMMA CON SUPERFICIE B.STAZIONI DILEGIZLII
MALTA DI CEMENTO LISCIA O RIGATA RIDOSSO PRE I ED
A EMULSIONE IN SOLVENTE NISM
ORGA
STAGIONATA E ASCIUTTA E SABBIA FINE CELLULARE O SCANALATO
BITUMINOSA
(per perfezionamento MASSETTO DI CEMENTO (in parti uguali) (S = 3 ÷18
18 mm)
RESINA 3 ÷5 mm
del piano) O PREESISTENTE
RESINA 3 ÷5 mm
PAVIMENTO DI PIASTRELLE C.RCIZIO E
O MONOLITICO
ESE ESSIONAL
4 ÷7 PROF
5 ÷7

D.GETTAZIONE
BOIACCA DI CEMENTO MASSETTO DI CEMENTO 3 ÷4 cm PRO TTURALE
SOLAIO PORTANTE (1 parte di cemento (a 350 kg gettato 2 ÷3
3 giorni STRU
2 parti d
d’acqua)
acqua) della posa del pavimento)

E.NTROLLO
RESINA SINTETICA GOMMA
RESINA SINTETICA Spalmata senza giunture su fondo massiccio Con attacco a cemento
In teli o in piastrelle e liscio. Anche su preesistenti pavimenti CO NTALE
AMBIE
ANCORAGGIO PAVIMENTI IN GOMMA (posa a tappeto) SEZIONE PAVIMENTI IN GOMMA
TASSELLI IN LEGNO GOMMA A RIDOSSO
CELLULARE S= 5 ÷8
1. A RIDOSSO CELLULARE 2. A RIDOSSO PIANO 3. RIVESTIMENTO GRADINI F. TERIALI,TECN
ICHE
ZOCCOLINO IN LEGNO
8 mm MA ONENTI,
5,5 8 5 8 COMP
LISTELLI IN LEGNO
GOMMA A RIDOSSO INCASSATI NEL
CELLULARE S= 5 ÷8
8 mm SOTTOFONDO
7,5
4 G.ANISTICA
ALZATA PEDATA URB
200 mm 350 mm
GIUNZIONE TRA PAVIMENTI DIVERSI GIUNZIONE SUI GRADINI ACCESSORI IN ALLUMINIO: PASSACAVI
30
RALI
F.1. I PERIMET
T
10 14
PARE ALI
VERTIC
83
8

F.2. URE
10 5 10 5 CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
27 14

F.3. IONI
IZ
TESSUTO TESSUTO ORDITO TESSUTO ORDITO TESSUTO INCOLLATO ZOCCOLO RIPORTATO ZOCCOLO CONTINUO PART E
N
SUPPORTO
TRAME FILATE
(senza supporto) FIOCCHI
VINILE
(legno, alluminio) INTER
PRINCIPALE LATTICE FERMO
IN ALLUMINIO
O PVC F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC

SUPPORTO DA INCOLLARE SUPPORTO DA INCOLLARE TRAME FILATE SUPPORTO DA INCOLLARE F.5. I


D
ARRE
SPESSORE

LEGNO LEGNO LEGNO SEZIONI TIPO DIMENSIONI F.6. AZIONI


M
(su pavimento esistente) (inchiodato) LISTE CATRAMATE SISTE E
N
ESTER
VAR

LISTELLI CHIODI LISTELLI


2÷3

2÷3
2÷3

COLLA
VAR

PROFILI IN LEGNO
AFFOGATI 3 x 6 cm
2÷3

NEL SOTTOFONDO
VAR

PAVIMENTO ESISTENTE MALTA DI SABBIA


E CEMENTO VARIABILE
PRIMA FILA ALTRE FILE
DISPOSIZIONI TIPO
(inchiodato) 50 ° (inchiodato)

SOTTOFONDO

.
CORRENTI IN LEGNO F.2.3 ENTI
PAVIM

F 147
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
3. PAVIMENTI

➦ TIPI DI PAVIMENTI

TIPI DI PAVIMENTO

È un sistema complesso che permette di ricavare sotto so la base allargata del piedino stesso fissata al solaio. e) resistenza alla luce;
il pavimento vani di altezza diversa, attrezzabili per il pas- È importante che il pavimento sia a tenuta per consentir- f) resistenza alla sigaretta (e resistenza al fuoco secon-
saggio di cavi e di canali. ne la pulizia senza che l’acqua penetri nel vano sottostante. do la classe prescritta dall’uso dell’ambiente, DM 25
È composto generalmente da piastrelle autoportanti e Per il pavimento viene richiesta la soddisfazione dei se- giugno 1984);
piedini regolabili. Le prime, che presentano un’ampia guenti requisiti: g) resistenza agli aggressivi chimici (natura per tipo d’uso);
gamma di finiture all’estradosso, sono facilmente amo- a) resistenza all’usura; h) deve essere antibatterico;
vibili per la manutenzione dei sistemi tecnologici allog- b) resistenza agli urti; i) deve essere facilmente pulibile;
giati nel vano sottostante; i piedini regolabili, con o senza c) resistenza all’umidità (anche per il prodotto usato per l) resistenza elettrica superficiale.
traversi di collegamento, trasmettono i carichi, ai quali l’allettamento;
è sottoposto il pavimento, al solaio sottostante, attraver- d) resistenza alle macchie; La normativa europea di riferimento è la UNI EN 438.

FIG. F.2.3./3 PAVIMENTI SOPRAELEVATI

CON APPOGGIO DIRETTO CON TELAIO POSIZIONATO A SCATTO SULLA TESTA CON TELAIO FISSATO

TESTA

20 mm

40 mm
REGOLAZIONE
TRAVERSA TRAVERSA
PIEDE IN ACCIAIO BASE STAMPATA IN PROFILATI Ø 16 ÷20
20 IN PROFILATI
ZINCATO INCOLLATA A FREDDO A FREDDO Ø 16 ÷20
20

PARTICOLARE FISSAGGIO

BATTISCOPA IN
PVC INCOLLATO

GUARNIZIONE
ANTISTATICA PIASTRELLA TIPO

CON VANO USCITA CAVI CON GRIGLIA PER


L’ARIA
ARIA CONDIZIONATA

FIG. F.2.3./4 PAVIMENTI ATTREZZATI

CANALETTE DA INSERIRE NEL SOTTOFONDO (in lamiera piegata a freddo) PUNTI D’UTENZA
D UTENZA

ALLETTAMENTO SOTTOFONDO
MOQUETTE CANALETTA SOTTOFONDO COLONNINA
TAPPO
PAVIMENTO A COMPARTI D’UTENZA
UTENZA
FELTRO SOLAIO
SOLAIO CANALETTA
3 21
2÷3 3 2

9 9

ISOLAMENTO ACUSTICO DEI PAVIMENTI

Il comportamento acustico di una pavimentazione, sollecitata dal rumore di calpestio, dipende da diversi parametri, tra cui la composizione del solaio, lo spessore, la massa areica.
Lo strato portante dei solai non ha in genere un comportamento acustico tale da assicurare un buon isolamento dai rumori di calpestio nei locali abitati.

TAB. F.2.3./1 COMPORTAMENTO ACUSTICO DI SOLAI IN CEMENTO ARMATO


MONOLITICO (UNI 8437) (per luci comprese tra 1,5 e 6 m) SOLUZIONI COSTRUTTIVE
Spessore della soletta Indice di valutazione Per quanto riguarda le chiusure orizzontali, una soluzione ricorrente è il controsoffitto
(cm) (Lnw) (cfr. F.2.4.), in particolare per la correzione acustica di solai già esistenti; a questo
proposito sono utilizzati i materiali a celle aperte, come le lastre di gesso, pannelli in
12 84 dB
fibra minerale ecc., eventualmente con sezione articolata.
Rispetto ai solai monolitici,
15 81 dB Un’ulteriore semplice soluzione è il rivestimento dei piani di calpestio con materiali
quelli laterocementizi e in ge-
nere le strutture contenenti morbidi e assorbenti quali la moquette, la gomma, i tappeti (cfr. Pavimenti).
20 78 dB Un sistema più efficace è il pavimento galleggiante (DIN 18164 parte 2). Il pavimento
cavità, hanno di massima un
25 75 dB decremento del valore di e il massetto sono appoggiati su uno strato isolante, di materiale resiliente e smorzante
Lnw da 7 a 10 dB. che, grazie ai movimenti delle sue particelle, trasforma parte dell’energia meccanica

F 148
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
PAVIMENTI 3.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
di impatto in energia termica. Lo strato isolante deve essere posato con giunti sfalsati La malta del massetto può essere cementizia, bituminosa, magnesiaca o a base di PROG
e ben accostati e, per isolare le pareti circostanti, deve risvoltare in verticale per anidride; la resistenza media a flessione delle malte idrauliche deve essere ≥ 2,5 N/mmq.

B.STAZIONI DILEGIZLII
l’intero spessore del massetto e del pavimento; ugualmente isolati dovranno essere Il dosaggio della malta, per evitare fessurazioni dovute al ritiro, deve essere a basso
cavi e tubazioni. Uno strato di separazione, realizzabile con un foglio di polietilene di contenuto di cemento (< 400 kg/mc), con granulometria degli inerti < 8 mm per
PRE I ED
0,2 mm, separa l’isolante dal getto del massetto di ripartizione. spessori del massetto ≤ 40 mm; con granulometria < 16 mm per spessori > 40 mm. NISM
Lo spessore minimo del massetto prescritto dalla norma, per carichi di esercizio fino a Un dosaggio adeguato è: 1 mc di sabbia, 250 kg di cemento, 100 kg di calce idraulica. ORGA
1,5 kN/mq (carichi domestici e simili), è 35 mm se lo spessore dello strato isolante Oltre gli stessi materiali impiegati per l’isolamento termico, che richiedono comunque
sotto carico è ≤ 30 mm; 40 mm per maggiori spessori di isolante. Con rivestimento spessori elevati, possono essere impiegati i conglomerati elastoplastici a base di
ceramico o lapideo, lo spessore del massetto deve essere almeno di 45 mm e armato gomma, i feltri in fibre di vetro, le lastre di piombo. C.RCIZIO E
con rete elettrosaldata; in caso di presenza di riscaldamento a pavimento, con Questi materiali richiedono spessori limitati, dell’ordine di alcuni millimetri; il piombo in ESE ESSIONAL
tubazioni annegate nel massetto, lo spessore minimo di quest’ultimo deve essere pari particolare è impiegato in lastre con spessore di 0,5-2 mm o assemblato con materiali PROF
al diametro dei tubi + 45 mm, di cui almeno 25 mm sopra il tubo. flessibili (vinile o neoprene) o con strati di materiale assorbente.

D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
FIG. F.2.3./5 PAVIMENTO GALLEGGIANTE DETTAGLI COSTRUTTIVI STRU

INTONACO DISTACCATO MASSETTO DI SOTTOFONDO INTONACO DISTACCATO


DAL PAVIMENTO >=4 cm CON RETE ELETTROSALDATA DAL PAVIMENTO MASSETTO DI SOTTOFONDO E.NTROLLO
ZOCCOLO DISTACCATO
spess. 2,5
2 5 cm per pavimenti rigidi; CO NTALE
AMBIE
CARTONFELTRO BITUMATO ZOCCOLO DISTACCATO spess. 4 cm con rete elettrosaldata
DAL PAVIMENTO DAL PAVIMENTO
O TNT RISVOLTATO SUI BORDI per pavimenti sottili resilienti
EVENTUALE
CORDONE ISOLANTE DISPOSTO A GIUNTI SFALSATI PAVIMENTO PIANO DI POSA DI SPESSORE
SUFFICIENTE A COPRIRE LE
F. TERIALI,TECN
ICHE
DI MASTICE PAVIMENTO SPESS. 15-20 mm MA ONENTI,
TUBAZIONI ED EVENTUALI ASPERITÀ
ASPERIT
COMP
CONGLOMERATO ELASTOPLASTICO
A BASE DI GOMMA A GIUNTI

G.ANISTICA
STRATO ISOLANTE SIGILLATI COLLOCATO SOTTO
IL TRAMEZZO
SOLAIO URB
PIANO DI POSA TUBAZIONE RACCORDATA
di spessore sufficiente a coprire CON MALTA DI CEMENTO
TUBAZIONE RACCORDATA le tubazioni ed eventuali asperit
asperità
SOLAIO CON MALTA DI CEMENTO

INTONACO DISTACCATO RALI


INTONACO ARMATO GUAINA F.1. I PERIMET
DAL PAVIMENTO T
IMPERMEABILE RIVESTIMENTO PARE ALI
1 PIASTRELLE ZOCCOLO DISTACCATO VERTIC
MASSETTO DAL PAVIMENTO FELTRO IN FIBRA DI VETRO ALLETTAMENTO
STRATO ISOLANTE
SIGILLANTE SPESS. 3 mm CON GIUNTI S=2 cm
STRATO DI PAVIMENTO
PAVIMENTO SEPARAZIONE SOVRAPPOSTI F.2. URE
MASSETTO DI SOTTOFONDO CHIUS ONTALI
Z
STRATO DI STRATO SPESS. 4 cm CON RETE ORIZ
PROTEZIONE ISOLANTE ELETTROSALDATA
PIANO DI POSA
DI SPESSORE
F.3. IONI
SUFFICIENTE IZ
4 PART E
N
INTER
A COPRIRE
4 LE TUBAZIONI
ED EVENTUALI
ASPERITÀ
ASPERIT
F.4. NTI DI E
SOLAIO ELEME NICAZION
COMU ALE
TUBAZIONE RACCORDATA ISOLAMENTO DI UNA SCALA
VERTIC
CON MALTA DI CEMENTO DA RUMORI DI CALPESTIO
PAVIMENTO GALLEGGIANTE IN LOCALE UMIDO
STRATO DI
ZOCCOLINO EVENTUALE CORDONE F.5. I
REGOLARIZZAZIONE D
3 cm DI MASTICE ARRE
PAVIMENTO
MASSETTO 4 cm PAVIMENTO
F.6. AZIONI
M
SERPENTINA DEL RISCALDAMENTO SOTTOFONDO SISTE E
N
FOGLIO DI ALLUMINIO
2-3 cm ESTER
CON FUNZIONE DI DIFFUSORE MASSETTO
SOLETTA >= 3 cm

STRATO ISOLANTE SOTTOFONDO


2 cm STRATO DI
PAVIMENTO SEPARAZIONE
BASE ELASTICA
STRATO INDIPENDENTE
ISOLANTE 2 cm
STRATO
DI REGOLARIZZAZIONE
BARRIERA AL VAPORE STRATO SEPARATORE DIVISORIO
LEGGERO
PAVIMENTO GALLEGGIANTE MASSETTO
CON RISCALDAMENTO A PAVIMENTO >= 3 cm

ISOLANTE MASSETTO ISOLANTE


3 cm
ATTRAVERSAMENTO DI PAVIMENTO GALLEGGIANTE
DA PARTE DI TUBAZIONI
.
TRAMEZZI CON SEPARAZIONE DEI MASSETTI ADIACENTI F.2.3 ENTI
PAVIM

F 149
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
4. CONTROSOFFITTI

TIPI DI CONTROSOFFITTI

L’intradosso del solaio prende il nome di soffitto: per secondario, la tamponatura (continua o discontinua), gli isolamento, di smontabilità (ove richiesto), di durabilità.
necessità funzionali e/o formali, può essere necessario elementi accessori. Il controsoffitto può avere funzioni antincendio; in tal caso,
occultarlo con il controsoffitto. Il sistema può avere un Le modalità di tamponatura spaziano dalla intonacatura per i sistemi a pannelli, l’ordito portante, in genere rea-
ordito portante proprio, ma in genere è appeso al solaio completa su orditi di canne o di assi di legno, o reti lizzato con profili metallici, deve essere chiuso nel labi-
soprastante. metalliche, alle diverse tipologie di pannelli (in gesso, in rinto di giunzione e protezione, intendendo con questo
Gli elementi che costituiscono il controsoffitto sono: gli lamiera, in legno, in fibre naturali). Il sistema deve termine una particolare geometria del collegamento atta
apparecchi di sospensione, il telaio, l’eventuale telaio garantire i requisiti imposti in termini di sicurezza di a isolare dalle fiamme la staffa metallica di sospensione.

FIG. F.2.4./1 CONTROSOFFITTI IN OPERA

FILO DI FERRO
Ø 3 mm
ORDITO
ORDITO PRINCIPALE SECONDARIO (3 x 3) SOSPENSIONI
(4 x 8 / 5 x 10) (interasse 40-50) ORDITO
CONTROSOFFITTO PRINCIPALE CONTROSOFFITTO
(4 x 4)
ORDITO
SECONDARIO (3 x 3)
(interasse 40-50)
SOSPENSIONI
CONTROSOFFITTO
CENTINA
CURVA

TELAIO AUTONOMO TELAIO PORTATO TELAIO CURVO

ORDITI TRADIZIONALI (camere a canne) ORDITO DOPPIO DI CANNE ORDITI IN LEGNO

TELAIO CANNE TELAIO TELAIO


ORDITO ORDITO

INTONACO INTONACO INTONACO INTONACO INTONACO INTONACO

PIASTRINA FILO D
D’ACCIAIO
ACCIAIO FILO D’ACCIAIO
D ACCIAIO FILO D’ACCIAIO
D ACCIAIO FILO D’ACCIAIO
D ACCIAIO FILO D’ACCIAIO
D ACCIAIO
DI FISSAGGIO
RETI METALLICHE ZINCATE

MAGLIA QUADRATA MAGLIA ESAGONALE LAMIERA STIRATA GRATICCIO IN MAGLIA


DI ACCIAIO ( 20 mm di lato)
APPARECCHI DI SOSPENSIONE ED ELEMENTI DI ARGILLA

FILO DI FERRO
SU ORDITO IN LEGNO LAMIERA PIEGATA ZINCATO Ø 3 mm
SU ORDITO IN LEGNO SU ORDITO IN ACCIAIO

VITE
DI FISSAGGIO
FILO DI FERRO
ZINCATO Ø 3 mm
LAMIERA
SU PIGNATTA IN LATERIZIO PIEGATA SU PIGNATTA IN LATERIZIO SU ORDITO IN ACCIAIO LAMIERA PIEGATA

F 150
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
CONTROSOFFITTI 4.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.2.4./2 CONTROSOFFITTI REALIZZATI IN OPERA E A PANNELLI

CONTROSOFFITTO PERRET PERRET APPLICATO A SOLAIO IN LEGNO


B.STAZIONI DILEGIZLII
FERRO PRE I ED
NISM
D’ARMATURA
ARMATURA ORGA

SOSPENSIONE
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF
MALTA DI
ALLETTAMENTO

1
2 D.GETTAZIONE
3 PRO TTURALE
STRU
TAVELLINA SEZIONE
INTONACO
IPOGRAFIA E.NTROLLO
CONTROSOFFITTI IN PANNELLI DI GESSO CO NTALE
AMBIE
SOSPENSIONE
SCASSO DI CORRELAZIONE TELAIO PORTANTE
PANNELLI TELAIO SECONDARIO
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
4 1. TAVELLINA LATERIZIA
2. GANCIO IN FERRO ZINCATO
5 3. TONDINO DI ARMATURA
4. TRAVICELLI IN LEGNO
DI ORDITURA DEL SOLAIO
G.ANISTICA
2
5. CHIODO COMUNE URB
1 6. SBRUFFATURA
3 DI MALTA DI CEMENTO
6 E INTONACO CIVILE
1
2
3
RALI
F.1. I PERIMET
T
RETE PORTAINTONACO FASCIA DI SIGILLATURA FRA I GIUNTI PARE ALI
PANNELLI FONOASSORBENTI IN GESSO VERTIC

F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ

CON AGGIUNTA
DI MATERASSINO F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER

PANNELLO FONOASSORBENTE IN GESSO SOVRADIMENSIONATO PARTICOLARE FORATURE


F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC

F.5. I
D
ARRE

F.6. AZIONI
M
SISTE E
PROFILI DI TELAI N
ESTER

CORRELAZIONI CON IL TELAIO


TELAIO IN TELAIO IN TELAIO TELAIO IN TELAIO IN TELAIO IN
LAMIERA PIEGATA LAMIERA PIEGATA IN LEGNO LAMIERA PIEGATA LAMIERA PIEGATA LAMIERA PIEGATA

. I
CON GIUNTO CON GIUNTO CON GIUNTO CON LABIRINTO CON VITI F.2.4 OSOFFITT
R
A FACCIAVISTA SCURETTATO SCURETTATO DI PROTEZIONE A SCATTO AUTOFILETTANTI STUCCATE
CONT

F 151
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
4. CONTROSOFFITTI

APPARECCHI DI SOSPENSIONE

FIG. F.2.4./3 SISTEMI DI MONTAGGIO

BARRA GIOCO
FILETTATA PER IL
Ø 6 mm MONTAGGIO
PROFILO ELEMENTO ELEMENTO
STAFFA DI FISSAGGIO
IN LAMIERA DI FISSAGGIO
DI FISSAGGIO AL SOLAIO
PIEGATA AL SOLAIO

TONDINO ← ←
ZINCATO
REGOLATORE
DI ALTEZZA

PROFILO
PROFILO IN LAMIERA
IN LAMIERA PIEGATA
PIEGATA

BARRA FILETTATA
STAFFA
TASSELLI Ø 6 mm
DI FISSAGGIO
A ESPANSIONE
REGOLATORE
BARRA FILETTATA DI ALTEZZA
GIUNTO
Ø 6 mm
INSONORIZZANTE

REGOLATORE
STAFFA DI DI ALTEZZA
SOSPENSIONE
PROFILO
IN LAMIERA
PIEGATA PANNELLO
PROFILO
IN LAMIERA
PIEGATA

PROFILO PROFILO
IN LAMIERA PIEGATA IN LAMIERA PIEGATA
(telaio principale) (telaio principale)

REGOLATORE
DI ALTEZZA PROFILO
IN LAMIERA PIEGATA
(telaio secondario)
PROFILO
IN LAMIERA PIEGATA
(telaio secondario)

BARRE E STAFFE

F 152
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
CONTROSOFFITTI 4.

CORRELAZIONI A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.2.4./4 DETTAGLI COSTRUTTIVI, ACCESSORI, DOGHE

B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
COLLANTE
PIATTINA
COPRIFILO
REGOLAZIONI
C.RCIZIO E
SOSPENSIONE ESE ESSIONAL
PROF

D.GETTAZIONE
TELAIO TELAIO

TELAIO PRO TTURALE


SECONDARIO STRU
PIATTINA COPRIFILO

E.NTROLLO
GUARNIZIONE PANNELLO FISSAGGIO
IN NEOPRENE
CO NTALE
AMBIE
FISSAGGIO

GIUNTO STRUTTURALE GIUNTO TRA STRUTTURE DIVERSE GIUNTO TRA STRUTTURE A DIVERSA ELASTICITÀ
ELASTICIT
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP

REGOLAZIONI
SOSPENSIONE SOSPENSIONE G.ANISTICA
URB
PLAFONIERA
TUBO
TELAIO
TELAIO

TELAIO SECONDARIO TELAIO ARIA RALI


SECONDARIO CONDIZIONATA F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC
CORRELAZIONI

F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ

RIVESTIMENTO F.3. IONI


IZ
IN POLIURETANO PART E
N
INTER
CONTROSOFFITTO PANNELLO PLAFONIERA
CONDOTTO
MATERASSINO F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC

PARETE MONTANTE F.5. I


D
PARETE ARRE
CON ISOLAMENTO ACUSTICO IN CARTON GESSO PANNELLO
INSONORIZZATO CONTROSOFFITTO
F.6. AZIONI
M
85 mm SISTE E
N
ESTER

100 mm

100 mm

200 mm

30 mm 20 mm

99,57mm
99 57mm
A DOGHE ACCESSORI DI SISTEMA: PLAFONIERE . I
F.2.4 OSOFFITT
R
CONT

F 153
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
5. COPERTURE CONTINUE

ISOLAMENTO TERMICO E IMPERMEABILIZZAZIONE

Il quadro di riferimento normativo principale, relativamente ai sistemi di copertura, alla STRATI FUNZIONALI
terminologia e all’analisi degli strati funzionali è costituito dalle norme UNI 8089, 8091,
8178, 8627, 9307, 9308. Gli strati funzionali principali di cui è composta una copertura sono:
La superficie di copertura è la superficie geometricamente piana, o di forma più • lo strato portante;
complessa, che delimita superiormente l’edificio e risulta esposta agli agenti • lo strato della pendenza; le coperture continue hanno pendenza ≤ al 5%;
atmosferici. Oltre la stabilità strutturale, i diversi strati funzionali di cui è composto il • lo strato ventilato; generalmente ricavato entro lo strato della pendenza;
sistema della copertura devono quindi garantire la tenuta all’acqua e agli agenti • lo strato di isolamento termoacustico;
atmosferici, la protezione termoacustica, la resistenza al fuoco, il controllo termoigro- • lo strato impermeabilizzante;
metrico; quest’ultimo ha la funzione di evitare la formazione di condensa sulla super- • lo strato di finitura superficiale esterna;
ficie intradossale della copertura o al suo interno. I singoli strati possono svolgere • lo strato di barriera o schermo al vapore, presente sempre nelle coperture non
un’unica funzione o associare più funzioni. Relativamente alle modalità di tenuta ventilate, è impiegabile anche in quelle ventilate nel caso l’analisi delle condizioni
all’acqua meteorica, la norma UNI 8627 distingue tra coperture continue e coperture igrotermiche e delle caratteristiche di permeabilità al vapore dei materiali utilizzati
discontinue o a falda. ne richiedano la presenza. La barriera impedisce il passaggio di vapore, lo schermo
lo riduce.

COPERTURE CONTINUE Lo strato di barriera o schermo al vapore evita che il vapore che si produce nell’am-
biente interno si diffonda nello strato isolante (cfr. F.1); è situato pertanto al di sotto
Nelle coperture continue lo smaltimento dell’acqua meteorica è indipendente dello strato isolante. La barriera è indispensabile se la finitura superficiale della
dall’inclinazione della superficie, che comunque assume valori ≤ al 5%. In relazione alle copertura è eseguita con una guaina autoprotetta; l’elevata temperatura superficiale,
modalità attraverso cui si effettua il controllo termoigrometrico, le coperture sono del tipo a cui quest’ultima è sottoposta per effetto dell’irraggiamento solare (può arrivare a
ventilato o non ventilato; nel primo caso tale controllo è affidato allo strato di ventilazione, 70°C), eleva la tensione del vapore presente al di sotto della guaina stessa, formando
nel secondo alla successione di altri strati funzionali. In relazione alla presenza o meno bolle di vapore e quindi concentrazione di umidità, che si ripercuote sulle prestazioni
dello strato termoisolante, le coperture possono essere termoisolate o non termoisolate. dello strato isolante e sulla durata delle finiture interne.
Pertanto le coperture possono essere classificate secondo quattro schemi funzionali: Lo spessore della barriera al vapore è circa 0,3-0,4 mm ed è generalmente costituita
• copertura senza elemento termoisolante e senza strato di ventilazione; da una sottile membrana bituminosa con lamina di alluminio, posata a caldo con
• copertura senza elemento termoisolante e con strato di ventilazione; bitume ossidato, o da un foglio di polietilene. La barriera dovrà sempre possedere un
• copertura con elemento termoisolante, senza strato di ventilazione (tetto caldo); valore di resistenza alla diffusione del vapore superiore o pari a quello del manto
• copertura con elemento termoisolante e con strato di ventilazione (tetto freddo). impermeabile.

TENUTA ALL’ACQUA

L’elemento di tenuta ha la funzione di conferire alla copertura una prefissata imper- risvoltare, se possibile, sul coronamento o all’interno della muratura stessa o, ancora,
meabilità all’acqua meteorica (UNI 8178), resistendo alle sollecitazioni fisiche, mecca- essere protetto da una scossalina. Nei raccordi con le superfici verticali i manti sintetici
niche, chimiche indotte dall’ambiente esterno o dall’uso. possono essere piegati a 90°; quelli bituminosi richiedono l’inserimento sull’angolo tra
Per le coperture continue, la tenuta all’acqua è affidata allo strato impermeabile, che verticale e orizzontale, di un elemento sagomato, atto a smussare la piegatura e a
può essere realizzato con: ridurre le tensioni in quel punto.
• materiali forniti in foglio o simili, a base di bitumi, bitumi modificati, polimeri e loro Il tipo di finitura di una copertura continua dipende dal grado di accessibilità richiesto
miscele, associati o non associati ad armatura; (UNI 8627) e quindi dalla sua destinazione: l’accessibilità può essere limitata agli
• materiali forniti sotto forma di liquidi, paste o solidi da applicare sfusi, a base di interventi di manutenzione della copertura stessa o delle attrezzature impiantistiche in essa
mastice di asfalto, malta asfaltica, asfalto colato, bitumi e bitumi modificati, anche localizzate, oppure interessare i pedoni (massa equivalente al pubblico = 400 kg/mq), il
in emulsione, catrami e catrami modificati, polimeri, miscele dei componenti suddetti, parcheggio di veicoli leggeri (≤ 2T per asse) o pesanti (> 2T per asse); può inoltre
associati o non associati ad armatura. (cfr. F.2.1) prevedere un giardino pensile o destinazioni speciali.
La pendenza nelle coperture continue praticabili è circa del 1,5-2%; del 3% per quelle
La tenuta all’acqua è comunque vanificata se alla scelta del prodotto non segue la sua non praticabili. Per superfici non molto estese il piano inclinato che forma la pendenza è
corretta posa in opera, un’efficace protezione (se necessaria) e una corretta esecu- generalmente realizzato con un massetto di calcestruzzo alleggerito (400-1800 Kg/mq)
zione di punti singolari della costruzione; particolare attenzione va posta quindi nei di spessore crescente; per ampie superfici, dove la quota più alta del massetto diviene
raccordi con gli elementi emergenti (camini, parapetti, muri), in prossimità dei quali il rilevante, è preferibile impiegare un ordito di muretti di altezza crescente e un
manto impermeabile deve risalire sulla superficie verticale per almeno 15-20 cm e impalcato di tavelloni con un sovrastante massetto di spessore costante..

FIG. F.2.5./1 FORMAZIONE DELLE PENDENZE

MASSETTO IN CALCESTRUZZO

>=3 ÷ 4 cm 1,5 ÷ 2%
pendenza 1 >=3 ÷ 4 cm >=1,5 ÷ 2 %
pendenza >=1 >=3 ÷ 4 cm

LINEA DI IMPLUVIO
FALDA DI ESTENSIONE MODESTA FALDA DI NOTEVOLE ESTENSIONE

PIANTA DELLE PENDENZE


EVENTUALI CANALI DI AERAZIONE
MASSETTO STRATI MASSETTO IN CALCESTRUZZO LEGGERO DI SPESSORE COSTANTE
IN CALCESTRUZZO DI MATTONI
LEGGERO FORATI MURETTI DI MATTONI FORATI TAVELLONI

>=3 ÷ 4cm

FALDA DI NOTEVOLE ESTENSIONE FALDA DI NOTEVOLE ESTENSIONE

F 154
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
COPERTURE CONTINUE 5.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
COPERTURE CONTINUE PROG
La sequenza degli strati isolanti e impermeabilizzanti
può variare dando luogo alle tipologie del tetto caldo
essere stesa con l’impiego di bitume ossidato a caldo
sopra uno strato di diffusione del vapore.
meabile è da evitare la localizzazione di strati gettati a
umido tra la barriera al vapore e la stessa guaina. B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
del tetto rovescio, del tetto sandwich. Tale strato, che consente di controllare limitati tassi di NISM
condensa interna, è costituito da una sottile membrana Il tetto rovescio è caratterizzato dallo strato coibente ORGA
Il tetto caldo è il sistema più tradizionale; il manto imper- bituminosa forata (diametro dei fori ~ 2 cm ) che convo- ubicato al di sopra del manto impermeabile; lo strato

C.RCIZIO
meabile è collocato al di sopra dello strato termoiso- glia ai diffusori o aeratori puntuali o lineari al bordo il coibente costituisce quindi anche la protezione del
lante e lo protegge dalle escursioni termiche, dai raggi vapore acqueo che proviene dagli ambienti interni o manto. Lo strato impermeabile svolge la funzione di E
ultravioletti, da danni meccanici. rimasto imprigionato nelle fasi esecutive, e da questi barriera al vapore. Il materiale isolante, fortemente ESE ESSIONAL
Le sollecitazioni termiche, cui è inevitabilmente sotto- viene eliminato all’esterno. sollecitato, deve essere imputrescibile, non idrofilo, PROF
posto il manto, sono comunque trasmesse allo strato L’impiego dello strato di diffusione connesso agli aeratori deve avere elevato potere coibente e notevole

D.GETTAZIONE
sottostante, in particolare se il fissaggio è effettuato in è previsto quando le condizioni climatiche, nella fase di resistenza alla compressione. È necessario zavorrare i
totale aderenza (cfr. F.2.1); realizzazione del manufatto, non garantiscono la pannelli isolanti con ghiaia o con pavimentazione; se
i coefficienti di dilatazione termica dei due materiali de- completa maturazione degli strati costituenti l’orizzonta- quest’ultima è sopraelevata, l’intercapedine che ne PRO TTURALE
vono quindi risultare compatibili. mento; questo strato contribuisce pertanto alla loro deriva ventila l’isolante e migliora il drenaggio. STRU
Se viceversa, il manto è indipendente dallo strato sotto- essiccazione evitando la formazione di bolle di distacco
stante, è sufficiente interporre tra di essi uno strato se- della membrana impermeabile. Il tetto sandwich, detto anche semirovescio, adatto a
paratore in carta lana, velo di vetro, TNT, per favorire gli La membrana forata può essere posata a secco e suc- solai con bassa inerzia termica, prevede la guaina E.NTROLLO
scorrimenti relativi e porre uno strato di zavorramento al cessivamente fissata con fissaggi puntiformi di bitume collocata tra due strati isolanti. La protezione è in tal CO NTALE
di sopra del manto. (chiodi di bitume); assicura inoltre una corretta posa in modo assicurata per la guaina e per lo strato isolante AMBIE
È necessaria la presenza di una barriera al vapore semiaderenza del sovrastante pannello isolante. inferiore, mentre quello superiore è sollecitato come nel

F. TERIALI,
collocata al di sotto dello strato coibente. La barriera può Al fine di ridurre il rischio di distacco della guaina imper- caso del tetto rovescio.
ICHE
TECN
MA ONENTI,
COMP

G.ANISTICA
URB

FIG. F.2.5./2 COPERTURA ISOLATA E VENTILATA FIG. F.2.5./3 COPERTURA ISOLATA NON VENTILATA DEL TIPO “TETTO CALDO”

PAVIMENTO
RALI
PAVIMENTO S = 2 cm
F.1. I PERIMET
T
SOTTOFONDO S = 3 cm PARE ALI
VERTIC
SOTTOFONDO
GUAINA IMPERMEABILE
GUAINA IMPERMEABILE
EVENTUALE STRATO SEPARATORE
F.2. URE
CHIUS ONTALI
STRATO DI REGOLARIZZAZIONE IN CARTA LANA O VELO DI VETRO
Z
IN TESSUTO SINTETICO ORIZ
IMPUTRESCIBILE ELEMENTO TERMOISOLANTE
S = 5 cm
STRATO DI PENDENZA F.3. IONI
IZ
REALIZZATO CON TAVELLE PART E
STRATO DI BARRIERA AL VAPORE N
LATERIZIE SU MURETTI INTER

F.4. NTI DI E
STRATO DI PENDENZA ELEME NICAZION
STRATO TERMOISOLANTE COMU ALE
SOLETTA PORTANTE
VERTIC
SOLETTA PORTANTE

F.5. I
D
ARRE
FIG. F.2.5./4 REALIZZAZIONE DI COPERTURA AERATA MEDIANTE L’IMPIEGO DI CASSERI MODULARI

SCARICO F.6. AZIONI


M
SUPPORTO DI GUAINA PLUVIALE SISTE E
RIALZO DI UNA N
IN POLIETILENE (con bocchettone DELLE DUE GUAINE ESTER
(spezzone 15 x 15 cm) e parafoglie) SOTTOSTANTI IL CASSERO

SFIATO Ø = 8 cm
PAVIMENTO
TAB. F.2.5./1 ZAVORRAMENTO DELLO STRATO CALCESTRUZZO SCOSSALINA
ISOLANTE: SPESSORI DI GHIAIA DI RIEMPIMENTO
CONSIGLIATI IN FUNZIONE DELLO PRESA D’ARIA
D ARIA
SPESSORE DEI PANNELLI ISOLANTI CASSERO MODULARE Ø 8 cm
CASSETTA
SPESSORE SPESSORE PESO DOPPIA GUAINA PER PLUVIALE
ISOLANTE GHIAIA ZAVORRAMENTO ELASTOMERICA
(4 kg/mq S = 4 + 4 mm)
≤ 30 mm 40 mm 60 Kg/mq
≤ 50 mm 50 mm 75 Kg/mq
CALCESTRUZZO SCARICO
≤ 60 mm 60 mm 90 Kg/mq
ALLEGGERITO DI SICUREZZA
≤ 70 mm 65 mm 100 Kg/mq (spess. med. 7 - 8cm) (1 ogni pluviale)
≤ 80 mm 70 mm 105 Kg/mq .
REALIZZAZIONE DI COPERTURA AEREATA PLUVIALE F.2.5 TURE
R
≤ 100 mm 80 mm 120 Kg/mq MEDIANTE L’IMPIEGO
L IMPIEGO DI CASSERI MODULARI (IGLÙ)
(IGL COPE UE
IN
CONT

F 155
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
5. COPERTURE CONTINUE

➦ ISOLAMENTO TERMICO E IMPERMEABILIZZAZIONE

FIG. F.2.5./5 TETTO ROVESCIO FIG. F.2.5./6 TETTO SANDWICH

GHIAIA PER COPERTURE PAVIMENTO PER


NON PRATICABILI COPERTURE PRATICABILI PAVIMENTO

SOTTOFONDO
STRATO FILTRANTE
STRATO
TERMOISOLANTE
SUPERIORE
STRATO DI
SEPARAZIONE
GUAINA
IMPERMEABILE
STRATO
TERMOISOLANTE
INFERIORE

BARRIERA AL VAPORE

STRATO DI PENDENZA

PANNELLO ISOLANTE
CON GIUNTO A BATTENTE
STRATO FILTRANTE
PERMEABILE AL VAPORE

STRATO ISOLANTE
5 cm
DUE STRATI DI GUAINA
IMPERMEABILE

STRATO SEPARATORE
IN TESSUTO SINTETICO
IMPUTRESCIBILE
CANALI PRATICATI
NELLO STRATO ISOLANTE
STRATO DI PENDENZA (per migliorare il drenaggio
dell’acqua
dell acqua verso gli scarichi)

FIG. F.2.5./7 DIFFUSORI FIG. F.2.5./8 FISSAGGIO MECCANICO DELLA GUAINA


PANNELLO ISOLANTE CON GIUNTO A BATTENTE
DIFFUSORE SEMPLICE
DIFFUSORE DOPPIO per smaltire solo il vapore
per smaltire il intrappolato al di sotto
vapore proveniente della guaina
TASSELLETTO DI SICUREZZA
dagli ambienti interni
A PROTEZIONE DELLA
SECONDA MEMBRANA

TASSELLI CON RONDELLA,


METALLICI O PVC,
MEMBRANA FORATA PER IL FISSAGGIO MECCANICO
per la posa in semiaderenza
con funzione anche
di diffusione del vapore BARRIERA
verso i diffusori AL VAPORE

FISSAGGIO MECCANICO
Il fissaggio meccanico delle membrane bituminose e armato; sono impiegati elementi a elevata resistenza FIG. F.2.5./9 DISPOSIZIONE DEGLI ANCORAGGI
dei pannelli isolanti è indispensabile in presenza di forti meccanica e anch’essi con trattamento anticorrosione,
pendenze e/o forti venti. Le norme europee relative ai completati da una piastra metallica con funzioni di
fissaggi meccanici prescrivono almeno quattro elementi distribuire le sollecitazioni locali indotte dal fissaggio sul
per mq. Condizioni di particolare ventosità della zona o pacchetto termoisolante. Ancora fissaggi a vite sono
pendenze elevate della copertura possono richiedere impiegati per coperture in lamiera leggera e legno,
un maggior numero di fissaggi meccanici. associati a una piastra in plastica.
Su coperture in cemento sono utilizzati chiodi e rondelle Gli ancoraggi devono essere disposti in maniera tale
con trattamento superficiale anticorrosione. Il fissaggio che ogni fissaggio si trovi al centro del poligono
a vite è impiegato su coperture in acciaio e cemento corrispondente alla propria area di influenza.

F 156
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
COPERTURE CONTINUE 5.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.2.5./10 GIUNTI DI DILATAZIONE IN UN STRATO IMPERMEABILE: INDICAZIONI PROGETTUALI
PAVIMENTO A GETTO

B.STAZIONI DILEGIZLII
2m Il tipo di vincolo tra lo strato impermeabile e il accompagnata da opportune strisce di indipendenza PRE I ED
NISM
supporto dipende dalle caratteristiche di quest’ultimo in corrispondenza delle linee di giustapposizione dei ORGA
(UNI 9307/1). È comunque sempre opportuno pannelli. (vedi F.2.1). I supporti continui rigidi, come
realizzare con cura i dettagli perimetrali, dove si gli strati di calcestruzzo, dovranno essere
GIUNTO A TUTTO SPESSORE concentrano le tensioni della membrana e, ove opportunamente armati e dotati di giunti di C.RCIZIO E
necessario, prevedere i giunti di contrazione o dilatazione, a evitarne la fessurabilità, partico- ESE ESSIONAL
controllo che consentono movimenti differenziali larmente lesiva per la membrana impermeabile; PROF
dovuti alla variazione delle condizioni ambientali; tali risulta comunque più adatta la posa in semiaderenza.
GIUNTO A MEZZO giunti evitano eccessivi scorrimenti perimetrali o sol- In ordine alla posa in indipendenza è opportuno adot-
SPESSORE
lecitazioni in corrispondenza dei punti di fissaggio tare uno strato di separazione a evitare che lo D.GETTAZIONE
della guaina.Nel caso di membrane poste al di sopra zavorramento pesante, necessario alla stabilità della PRO TTURALE
di pannelli isolanti rigidi, dove può prevalere la guaina, non impedisca, per attrito con il supporto, la STRU
tensione dovuta alla mobilità dei pannelli, la posa in contrazione della guaina stessa; anche gli eventuali
indipendenza della membrana è la più opportuna; la incollaggi puntuali possono indurre sollecitazioni
posa in semiaderenza o totale aderenza dovrà essere dannose alla membrana. E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE

F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP

GIUNTO A MEZZO

G.ANISTICA
SPESSORE

GIUNTO A TUTTO URB


SPESSORE CORDONE DI
MATERIALE
COMPRIMIBILE

STRATO DI FINITURA
RALI
Impiegando la guaina autoprotetta, la funzione dello Le protezioni pesanti sono realizzate con strati di malta F.1. I PERIMET
T
strato di finitura è assolta dalla guaina stessa. Se la o conglomerato bituminoso, ghiaia, pavimentazione, PARE ALI
guaina non è autoprotetta è necessario provvedere alla sempre con assoluto rispetto di eventuali giunti strutturali. VERTIC
sua protezione dalle sollecitazioni esterne. La pavimentazione adatta all’impiego in esterno (cfr.
Nel caso del tetto rovescio o sandwich, lo strato isolante F.2.3) deve avere caratteristiche antigelive, anti-
F.2. URE
CHIUS ONTALI
PAVIMENTO A GETTO non richiede protezione ma solo lo zavorramento, per sdrucciolo, di resistenza agli agenti atmosferici.
DI CLS 5 ÷ 7 cm Z
evitare il sollevamento dei pannelli per azione del vento I piccoli formati si adattano meglio alle dilatazioni termi- ORIZ
o per galleggiamento. È necessario comunque garantire che cui il pavimento è inevitabilmente sottoposto.
RETE ELETTROSALDATA la periodica manutenzione degli strati mobili. I materiali più appropriati sono le piastrelle di cotto, il
STRATO DI SEPARAZIONE Nelle altre soluzioni costruttive lo strato di finitura è cemento, il grès, la ceramica smaltata. F.3. IONI
IZ
IN CARTA KRAFT invece necessario alla protezione del manto impermea- Lo strato di finitura superficiale deve essere sottoposto PART E
N
bile, nel caso questo non sia autoprotetto. a interventi di manutenzione periodica. INTER
SABBIA FINE 30 ÷ 40 mm Le protezioni leggere (adatte alle coperture non pra- Nelle coperture non praticabili è opportuno prevedere
MANTO IMPERMEABILIZZANTE ticabili) sono le vernici riflettenti, all’alluminio, a base di dei percorsi che consentano di effettuare le operazioni
1,5 ÷ 2 mm gomme sintetiche. di manutenzione senza rischi di danneggiamenti. F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
STRATO DELLE PENDENZE COMU ALE
VERTIC

F.5. I
D
ARRE
IMPERMEABILIZZAZIONE CON MATERIALI BITUMINOSI

FIG. F.2.5./11 IMPERMEABILIZZAZIONE CON ASFALTO FIG. F.2.5./12 IMPERMEABILIZZAZIONE A STRATI MULTIPLI F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
STRATO DI ASFALTO
RISVOLTATO IN VERTICALE
E SOTTO LA COPERTINA STRATO DI SCORRIMENTO
CARTONFELTRO BITUMATO IN CARTONFELTRO
3cm

BITUMATO
CON LA SUPERFICIE
BITUME A CALDO TALCATA
RACCORDO DI ASFALTO EVENTUALE
FINITURA O SABBIATA O
IN LAMIERA STRATO DI TNT
> = 15 ÷ 20 cm

ASFALTO SABBIATO S = 15 ÷ 20 mm METALLICA

STRATI MULTIPLI
DI ASFALTO S = 15 ÷ 20 mm

STRATO DI SCORRIMENTO
MASSETTO DELLE PENDENZE MASSETTO .
DELLE PENDENZE F.2.5 TURE
R
COPE UE
IN
CONT

F 157
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
5. COPERTURE CONTINUE

➦ ISOLAMENTO TERMICO E IMPERMEABILIZZAZIONE

FIG. F.2.5./13 COPERTURE PRATICABILI E NON PRATICABILI

COPERTURE NON PRATICABILI COPERTURE PRATICABILI


DUE STRATI DI ASFALTO
STRATO DI GHIAIETTO IMPERMEABILIZZAZIONE
ASFALTO SABBIATO COLATO A GIUNTI SFALSATI STRATO SEPARATORE
SOTTILE (12 kg/mq) A STRATI MULTIPLI
SPESS. 15 mm SPESS. 15 ÷ 20 mm IN VELO DI VETRO O TNT

ISOLANTE 5 cm

BARRIERA AL VAPORE

ISOLANTE 5 cm
BARRIERA AL VAPORE

STRATO STRATO SEPARATORE STRATO


DELLE PENDENZE IN VELO DI VETRO O TNT DELLE PENDENZE

IMPERMEABILIZZAZIONE IMPASTO DI BITUME DUE STRATI DI ASFALTO


LAMIERA METALLICA A STRATI MULTIPLI E GHIAIA SPESS. 5 cm COLATO SP. 15 ÷ 20 mm
LETTO DI SABBIA 2 ÷ 3 cm

ISOLANTE 5 cm
BARRIERA AL VAPORE ISOLANTE 5 cm

BARRIERA AL VAPORE

STRATO STRATO SEPARATORE


DELLE PENDENZE IN VELO DI VETRO O TNT

STRATO STRATO SEPARATORE


(ADATTA A PENDENZE ELEVATE E SUPERFICI CURVE) DELLE PENDENZE IN VELO DI VETRO O TNT

SABBIA SPESS. > 2cm IMPERMEABILIZZAZIONE LASTRE DI CEMENTO GIUNTO SIGILLATO STRATO DI SABBIA
CON STRATO DI ASFALTO SP. 5 cm CON BITUME SP. 2 ÷ 3 cm
GHIAIA SPESS. > 5 cm

IMPERMEABILIZZAZIONE
A STRATI MULTIPLI
SP. 15 ÷ 20 mm

ISOLANTE 5 cm

ISOLANTE 5 cm BARRIERA AL VAPORE


BARRIERA AL VAPORE

STRATO STRATO SEPARATORE STRATO STRATO SEPARATORE


DELLE PENDENZE IN VELO DI VETRO O TNT DELLE PENDENZE IN VELO DI VETRO O TNT

PAVIMENTO IN PIASTRELLE MALTA DI SOTTOFONDO


SP. 1.5 ÷ 2 cm SP. 2 ÷ 3 cm
20 cm
SCOSSALINA

STRATO DI GHIAIA IMPERMEABILIZZAZIONE


STRATO DI SABBIA
SP. 3 ÷ 4 cm

ISOLANTE ÷
IMPERMEABILIZZAZIONE
A STRATI MULTIPLI
STRATO SP. 15 ÷ 20 mm
DELLE PENDENZE ISOLANTE 5 cm
BARRIERA AL VAPORE

STRATO STRATO SEPARATORE


DELLE PENDENZE IN VELO DI VETRO O TNT

F 158
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
COPERTURE CONTINUE 5.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
IMPERMEABILIZZAZIONE CON MEMBRANE PREFABBRICATE PROG
FIG. F.2.5./14 COPERTURE PRATICABILI E NON PRATICABILI
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA

6 6 6 C.RCIZIO E
1 8 ESE ESSIONAL
2 7 2
PROF
2 2
2
3 3 D.GETTAZIONE
3 PRO TTURALE
STRU
4 4

E.NTROLLO
4 5
5
5 CO NTALE
AMBIE
15 10

14
F. TERIALI,TECN
ICHE
1 MEMBRANA BITUMINOSA ARDESIATA AUTOPROTETTA MA ONENTI,
6 Incollata per rinvenimento a fiamma COMP
S> = 33,5
5 kg/mq.
9
2 MEMBRANA BITUMINOSA ARDESIATA AUTOPROTETTA
11 incollata per rinvenimento a fiamma G.ANISTICA
3 S> = 4 mm - P = 4kg/mq URB
2 o 12
4 13 3 STRATO ISOLANTE S = 5 cm

3 4 SPALMATURA DI BITUME A CALDO


5
per il fissaggio dell
dell’isolante
isolante
5
RALI
5 BARRIERA AL VAPORE REALIZZATA F.1. I PERIMET
T
CON MEMBRANA BITUMINOSA PARE ALI
rinvenuta a fiamma VERTIC

COPERTURE PRATICABILI 6 ELEMENTO DI RACCORDO TRA I PIANI


F.2. URE
7 MEMBRANA BITUMINOSA ARDESIATA AUTOPROTETTA CHIUS ONTALI
Z
incollata per rinvenimento a fiamma ORIZ
15 15 S>=4 4,5
5 kg/mq.
16

F.3. IONI
14 14 16 8 VERNICE PROTETTIVA RIFLETTENTE
IZ
17 PART E
N
6 9 MEMBRANA SINTETICA ARMATA AUTOPROTETTA INTER
17 incollata con adesivo o con fissaggio
18 meccanico
18 F.4. NTI DI E
2 10 ZAVORRA IN GHIAIA S = 4-5 cm-P = 60 ÷ 75 kg/mq ELEME NICAZION
12 COMU ALE
13 11 EVENTUALE STRATO DI PROTEZIONE IN TNT VERTIC
3 POLIESTERE - P = 500 gr/mq
3
12 MEMBRANA SINTETICA ARMATA F.5. I
D
5 5 ARRE
13 MEMBRANA BITUMINOSA
posata per rinvenimento
18 a fiamma o manto sintetico armato F.6. AZIONI
M
S> = 4 mm - P = 4 kg/mq SISTE E
N
ESTER
14 INTONACO DI CEMENTO RETINATO

15 COPERTINA
15 PAVIMENTO SOPRAELEVATO
19 IN QUADROTTI DI CALCESTRUZZO 16 PAVIMENTO S = 1,5-2
1 5-2 cm
14
21 17 MASSETTO DI SOTTOFONDO S = 3 cm
20
18 TNT IN POLIESTERE P = 500 g/mq

19 STRATO DI VENTILAZIONE
18
12 20 SOSTEGNI DEL PAVIMENTO

3 21 PAVIMENTO IN QUADROTTI DI CALCESTRUZZO

5 3

.
18 F.2.5 TURE
R
COPE UE
IN
CONT

F 159
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
5. COPERTURE CONTINUE

TETTO GIARDINO

FIG. F.2.5./15 TETTO GIARDINO REALIZZATO CON Il tetto giardino può essere realizzato sia con il più tradizionale sistema del tetto caldo, sia con il sistema
IL SISTEMA DEL TETTO CALDO del tetto rovescio. È consigliabile impiegare guaine impermeabilizzanti resistenti alle radici.
TERRENO FIG. F.2.5./18 TETTO GIARDINO SOPRAELEVATO
DI COLTURA
STRATO FILTRANTE
PERMEABILE
AL VAPORE IN TNT
STRATO DI DRENAGGIO
IN ARGILLA ESPANSA EVENTUALE MARCIAPIEDE
O GHIAIA S = 5 cm A copertura di un canale
MASSETTO ARMATO di scolo per la manutenzione
CON RETE ELETTROSALDATA
BORDO GIUNTO
S = 5 cm
FIORIERA FIORIERA A BITUME
STRATO ANTIMBIBIZIONE
IN CARTA PARAFFINATA
STRATO FILTRANTE
PERMEABILE
AL VAPORE IN TNT
GUAINA
MEMBRANA SINTETICA ANTIRADICE
IMPERMEABILE CEMENTO
RETINATO
ISOLANTE
TERMICO
IMPERMEABILIZZAZIONE
GHIAIA
BARRIERA AL VAPORE
GRIGLIA
STRATO DI REGOLARIZZAZIONE SABBIA
IN TNT (500 gr/mq) CAPPA A
FORMAZIONE
STRATO DELLE PENDENZE PENDENZA

FIG. F.2.5./16 TETTO GIARDINO REALIZZATO


CON IL SISTEMA DEL TETTO
ROVESCIO
TERRENO DI COLTURA
STRATO FILTRANTE
PERMEABILE
AL VAPORE IN TNT
STRATO DI DRENAGGIO SOLAIO AGGLOMERATO
IN ARGILLA ESPANSA DI GHIAIETTO
O GHIAIA S = 5 cm E BITUME
STRATO FILTRANTE
PERMEABILE
AL VAPORE IN TNT
SEZIONE SUL DISCENDENTE
ISOLANTE TERMICO

STRATO IMPERMEABILE
SINTETICO
STRATO
DI REGOLARIZZAZIONE
IN TNT (500 gr/mq)

STRATO DELLE PENDENZE

FIG. F.2.5./17 TETTO GIARDINO REALIZZATO CON


L’IMPIEGO DI MEMBRANE
TRIDIMENSIONALI FIG. F.2.5./19 GIARDINO PENSILE SU TERRAZZO

TERRENO DI COLTURA

RETE DI ANCORAGGIO
RADICI
TERRENO VEGETALE
STRATO DEUMIDIFICANTE
IN TORBA O ALTRO S = 4 cm ANTIRADICE
TNT FILTRANTE MASSETTO
TAVELLA
MEMBRANA TRIDIMENSIONALE
A PROFILO TRONCOCONICO BLOCCHETTI
CON FUNZIONE DRENANTE S = 2 cm
FORO DI DRENAGGIO
MEMBRANA SINTETICA
IMPERMEABILE E GUAINA AUTOPROTETTA
RESISTENTE ALLE RADICI
MASSETTO DI PENDENZA
STRATO ISOLANTE
SOLAIO
STRATO DI REGOLARIZZAZIONE
IN TNT (500 gr/mq)

STRATO DELLE PENDENZE

F 160
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
COPERTURE CONTINUE 5.

ANCORAGGI PERIMETRALI E DI CORONAMENTO A.ZIONI


NO RALI DI E
FIG. F.2.5./20 DETTAGLI COSTRUTTIVI GENE ETTAZION
PROG

B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA

C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF

D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU

E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE

F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP

G.ANISTICA
URB

RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC

F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ

F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER

F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC

F.5. I
D
ARRE

F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER

.
F.2.5 TURE
R
COPE UE
IN
CONT

F 161
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
5. COPERTURE CONTINUE

ANCORAGGI PERIMETRALI, PROFILI DI TENUTA, SCOSSALINE

FIG. F.2.5./21 DETTAGLI COSTRUTTIVI

F 162
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
COPERTURE CONTINUE 5.

IMPERMEABILIZZAZIONE DI SOGLIE E RACCORDI CON VOLUMI EMERGENTI A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.2.5./22 DETTAGLI COSTRUTTIVI

SOGLIA
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
SOGLIA SITUATA ALLA QUOTA COMPLANARE
ORGA
MALTA DI ALLETTAMENTO DEL PAVIMENTO INTERNO E RIALZATA CON IL PAVIMENTO
RISPETTO AL PAVIMENTO ESTERNO ESTERNO
RETE DI ARMATURA
SERRAMENTO METALLICO C.RCIZIO E
SOGLIA IN MARMO A SCORRIMENTO ESE ESSIONAL
PROFILO DI FISSAGGIO PROF
FELTRO SEPARATORE DELLA GUAINA

MANTO IMPERMEABILE D.GETTAZIONE


> = 3 cm PRO TTURALE
QUADROTTI SUPPORTI
STRU

GUAINA IMPERMEABILIZZANTE E.NTROLLO


RISVOLTATA SOTTO LA SOGLIA CO NTALE
AMBIE

RACCORDO TRA I PIANI


F. TERIALI,TECN
ICHE
RACCORDO MA ONENTI,
TRA I PIANI COMP

GUAINA RISVOLTATA
PARTE ASPORTATA DIETRO L’INFISSO
L INFISSO
G.ANISTICA
URB
COLLO IN
TUBAZIONE COPERTINA
CALCESTRUZZO
SIGILLANTE RETINATO METALLICA
AD ANELLO
RACCORDO IN GOMMA

ANELLO RALI
NASTRO GUAINA PREFABBRICATO F.1. I PERIMET
T
ANELLO SIGILLANTE IMPERMEABILE IN CALCESTRUZZO PARE ALI
VERTIC

GIUNTO IN BITUME
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ

BARRIERA AL VAPORE F.3. IONI


IZ
PART E
N
Ø 150 INTER

Ø 90
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
RACCORDO IN GOMMA EPDM VULCANIZZATA Ø 30 COMU ALE
VERTIC

F.5. I
D
ARRE
130

F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
Ø 50
290 Ø 570
TUBAZIONE SIGILLANTE

LAMIERINO METALLICO
GIUNTO
COLLARE
IN BITUME
IN RAME O PIOMBO
GUAINA PAVIMENTO
IMPERMEABILE SOTTOFONDO
3 cm

RACCORDO IN GOMMA RACCORDO IN GOMMA .


F.2.5 TURE
COPRIANTENNA PER CAMINI E SFIATATOI R
COPE UE
IN
CONT

F 163
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
5. COPERTURE CONTINUE

RACCOLTA E SMALTIMENTO DELLE ACQUE METEORICHE

È fatto obbligo che l’impianto per la raccolta e smal- PIOMBO


timento delle acque meteoriche sia indipendente da altri
impianti di smaltimento delle acque usate (UNI - EN Il piombo è un materiale che si trova nella galena, nella Nell’edilizia è utilizzato nei bocchettoni di raccordo dei
12056/3). cerussite, nell’anglesite. Il metallo puro è molle, sistemi di raccolta e smaltimento delle acque, oltre che
Le acque meteoriche, mediante un’adeguata pendenza malleabile, poco resistente a trazione, se sottoposto a per fissare i ramponi di ferro o di bronzo utilizzati per
dei piani della copertura, confluiscono verso linee di rac- urti diviene fragile, ha peso specifico variabile tra 11.33 connettere i conci litoidi e per creare comenti plastici tra
colta e da qui, ai punti di raccolta dai quali sono inviate e 11.49 kg/dm3, fonde a 327°C, assorbe i raggi ad alta i rocchi delle colonne. È tossico. È soggetto a fenomeni
ai pozzetti per l’allontanamento definitivo (UNI 10372, frequenza e per questo è utilizzato nelle schermature. complessi e differenziati di corrosione. Le eventuali
8090, 9460). Legato con l’antimonio (10-20%) migliora la durezza, correnti galvaniche presenti nel terreno ne accelerano i
Le linee di raccolta sono le linee di compluvio che, nelle con lo stagno (10-15%) facilita l’uso nelle saldature. processi corrosivi.
coperture continue, sono realizzate dall’intersezione di
piani lievemente inclinati.
TAB. F.2.5./2 SUPERFICI SERVITE DAI PLUVIALI (UNI 9184)
I punti di raccolta sono i doccioni e i bocchettoni, situati
alla quota più bassa del massetto delle pendenze; in DIAMETRO ALTEZZA DI PIOGGIA (mm/h)
prossimità di questi elementi è opportuno passare più INTERNO
strati di impermeabilizzante ed estenderne anche 60 90 120 150 180 210 240 270 300
PLUVIALI
all’interno dei bocchettoni stessi per circa 10 cm ; (mm) SUPERFICIE (mq)
se realizzati in piombo i bocchettoni devono essere isolati,
con uno strato di guaina, dalla azione aggressiva del Tubi in ghisa 50 105 70 52 42 35 30 26 23 21
calcestruzzo del massetto. 65 200 133 100 80 67 57 50 44 40
I doccioni scaricano l’acqua liberamente al suolo, i boc- 80 340 227 170 136 113 97 85 75 68
chettoni la incanalano nei discendenti pluviali. I pluviali 100 595 397 297 238 198 170 149 132 119
sono posti circa ogni 15 m. 125 1035 690 517 414 345 296 259 230 207
Le griglie di protezione o i chiusini evitano l’intasamento 150 1635 1090 817 654 545 467 409 363 327
dei discendenti. 175 2405 1603 1202 962 802 687 601 534 481
Il dimensionamento di grondaie e pluviali dipende dall’al- 200 3360 2240 1680 1344 1120 960 840 747 672
tezza di pioggia, dalla superficie che afferisce al singolo Tubi in acciaio 60 145 97 72 58 48 41 36 32 29
pluviale e dall’intensità media delle precipitazioni. smaltato, 80 310 207 155 124 103 89 77 69 62
I materiali impiegati nella realizzazione di gronde, plu- lamiera zincata, 100 560 373 280 224 187 160 140 124 112
viali e accessori sono: acciaio al carbonio protetto con rame 120 895 997 447 358 298 256 224 199 179
zincatura, verniciatura o preverniciatura, acciaio inossi- 140 1310 873 655 524 437 374 327 291 262
dabile, alluminio naturale o preverniciato, rame e le sue 170 2130 1420 1065 852 710 609 532 473 426
leghe, zinco al titanio, ghisa, materie plastiche come il 200 3240 2160 1620 1296 1080 926 810 720 648
PVC (UNI EN 607).
Tubi in PVC 63 155 103 77 62 52 44 39 34 31
75 300 200 150 120 100 86 75 67 60
110 545 363 262 218 182 156 136 121 109
125 985 657 492 394 328 281 246 219 197
140 1305 870 652 522 435 373 326 290 261
160 1840 1227 920 736 613 526 460 409 368
200 3210 2140 1605 1284 1070 917 802 713 542
FIG. F.2.5./23 DETTAGLI COSTRUTTIVI

FASE 1 FASE 2

FASE 3

F 164
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
COPERTURE DISCONTINUE 6.

COPERTURE DISCONTINUE A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.2.6./1 SUDDIVISIONE DEL TERRITORIO NA- La falda di copertura è la superficie inclinata, geometri- sferiche (vento, pioggia, neve). La circolare del Min.
ZIONALE IN ZONE CLIMATICHE (Circ. camente piana, esposta agli agenti atmosferici. La pen- LLPP n. 22631, sulla base delle condizioni atmosferiche

B.STAZIONI DILEGIZLII
Min. LLPP n. 22631 del 24 maggio 1982) denza minima della falda di copertura dipende dal tipo prevalenti e dell’altitudine, divide convenzionalmente il
di materiale impiegato per il manto di copertura, dalla territorio italiano in 5 regioni (A, B, C, D, E) e in 4 zone
PRE I ED
lunghezza della falda, dalle prevalenti condizioni atmo- climatiche (1, 2, 3, 4). NISM
ORGA
A FIG. F.2.6./2 DENOMINAZIONE DELLE PARTI COSTITUENTI IL TETTO

C.RCIZIO
A
E
ESE ESSIONAL
B LINEA DI CONVERSA
B
INCLINATA PROF
(linea di impluvio)
LINEA DI COLMO

D.GETTAZIONE
ORIZZONTALE LINEA DI RACCORDO TRA
C VARIAZIONI DI PENDENZA
PRO TTURALE
VERTICE STRU
B
LINEA DI CONVERSA
LINEA INCLINATA
E
B DI GRONDA (linea di displuvio) E.NTROLLO
CO NTALE
D
C LINEA DI BORDO AMBIE

F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
C LINEA DI GRONDA

G.ANISTICA
SPORTO
REGIONI
SUBCOSTIERA
ENTROTERRA

CLIMATICHE LINEA DI RACCORDO


URB
COSTIERA

TRA SUPERFICI VERTICALI


FASCIA

FASCIA

2000 m REGIONE A
ALTITUDINE

LINEA DI CONVERSA
ORIZZONTALE
1200 m
20 km 20 km LINEA DI CONVERSA
ORIZZONTALE
RALI
500 m F.1. I PERIMET
T
FIG. F.2.6./3 TIPI DI COPERTURE DISCONTINUE PARE ALI
0 m s.l.m.
VERTIC
ZONA 4 3 2 1 2 3
ENTROTERRA

COSTIERA

F.2. URE
FASCIA

1500 m REGIONE B CHIUS ONTALI


ALTITUDINE

Z
ORIZ
800 m 20 km

300 m F.3. IONI


IZ
0 m s.l.m. PART E
N
ZONA 4 3 2 1 2 INTER
ENTROTERRA

COSTIERA

F.4. NTI DI
FASCIA

E
1500 m REGIONE C ELEME NICAZION
ALTITUDINE

COMU ALE
800 m 20 km VERTIC

300 m
0 m s.l.m. F.5. I
D
ZONA 4 3 2 2 3 ARRE
ENTROTERRA

COSTIERA
FASCIA

F.6. AZIONI
M
SISTE E
REGIONE D-E
ALTITUDINE

N
TETTO A PADIGLIONE TETTO A STELLA TETTO A DUE FALDE TETTO ALLA MANSART ESTER
800 m 20 km CON TESTA A PADIGLIONE

0 m s.l.m.
ZONA 4 regione D = 3 FIG. F.2.6./4 CONFIGURAZIONE DEL TETTO: TRACCIAMENTO GEOMETRICO
regione E = 4

CONFIGURAZIONE DEL TETTO: TRACCIAMENTO GEOMETRICO

Questo metodo tiene conto dell’opportunità che le linee di gronda di un solido geo-
metrico siano sempre alla stessa quota e le falde della copertura abbiano la stessa
inclinazione. Il perimetro della copertura, e quindi l’andamento delle linee di gronda, è
determinato dal perimetro del solido, maggiorato dello sporto necessario, cioè della
superficie di copertura aggettante oltre il solido geometrico protetto. .
F.2.5 TURE
R
Le linee di compluvio e displuvio sono individuate dalle bisettrici degli angoli formati COPE UE
IN
da linee di gronda contigue: gli angoli concavi danno luogo a linee di compluvio, gli CONT
angoli convessi a linee di displuvio.
Le linee di colmo sono individuate o dalla bisettrice dell’angolo formato da linee di
.
gronda convergenti ovvero, se le linee di gronda sono parallele, la linea di colmo è a F.2.6 TURE
R
esse parallela ed equidistante. COPE NTINUE
DISCO

F 165
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
6. COPERTURE DISCONTINUE

ISOLAMENTO TERMICO E IMPERMEABILIZZAZIONE

STRATI FUNZIONALI ED ELEMENTO DI TENUTA

Nelle coperture discontinue la pendenza è realizzata • prodotti vetrosi: tegole, lastre; Se il manto di copertura è realizzato in tegole o coppi
dai piani di falda, che coincidono con lo strato portante; • prodotti di pietra: lastre di ardesia, scisti; non è necessario generalmente lo strato di impermea-
lo strato ventilato è ubicato al di sopra dello strato della • prodotti di origine vegetale: paglia, stuoie ecc.; bilizzazione, a meno che la pendenza delle falde non
pendenza; la funzione dello strato di tenuta (UNI 9460) • altro. sia inferiore al 30%. La sua presenza è comunque utile
in zone a forte precipitazione nevosa, dove l’accumulo
è affidata al manto di copertura che può essere realiz- di neve sulla gronda può creare ristagni di acqua. In
zato con: Il manto di tenuta (elemento di tenuta) deve essere questo caso risulta sufficiente posare una guaina lungo
inalterabile nel tempo dal punto di vista chimico, fisico, le prime tre file di elementi. L’intera falda viene
• prodotti in laterizio: tegole, coppi ecc.; meccanico. I singoli pezzi o le lastre sono posati su ade- comunque impermeabilizzata nel caso di pendenza
• prodotti di cemento: tegole, lastre ecc.; guati supporti ed eventualmente fissati, in modo da assi- inferiore a quella consigliata per il prodotto scelto, o di
• prodotti di fibrocemento: lastre piane e ondulate; curarne la stabilità in opera. falde molto articolate.
• prodotti di impasto bituminoso: tegole, lastre; Tali ancoraggi, che possono rendersi necessari per Oltre le membrane impermeabili, sono impiegate le
lamiere e le lastre nervate di fibrocemento. Le
• prodotti di metallo o leghe metalliche: lastre piane, evitare la traslocazione dei singoli elementi o il solleva- membrane impermeabili possono essere posate in
ondulate, grecate; mento delle lastre per effetto del vento o per altre cause, semiaderenza per pendenze < al 40%; la posa in totale
• prodotti di legno: scandole, tavole ecc.; devono consentire i movimenti relativi tra gli elementi di aderenza è impiegata nelle falde a forte inclinazione e
• prodotti di materiali sintetici: lastre piane e ondulate; tenuta e tra questi e il supporto. nei rivestimenti di gronde e converse.

ISOLAMENTO TERMICO

Nella realizzazione di falde di copertura isolate termi- Nel caso di edifici di nuova costruzione, la soluzione più esterna dell’isolante. In edifici esistenti, con sottotetto
camente, lo strato di isolamento termico può essere rea- razionale ed economica è quella di collocare lo strato praticabile, lo strato di isolamento può essere posto all’in-
lizzato in sito, mediante l’impiego di pannelli preformati termoisolante (pannelli rigidi o materassini) sull’estra- tradosso del solaio di copertura (pannelli rigidi o mate-
o di strati continui di materiale coerente e incoerente dosso del solaio di copertura, garantendo comunque i rassini) ovvero sull’estradosso dell’ultimo orizzonta-
(UNI 9460). necessari strati di ventilazione sull’intradosso del manto mento; in questo caso sono impiegabili anche i materiali
di copertura (cfr. Microventilazione) o sulla superficie di tipo sciolto.

FIG. F.2.6./5 ISOLAMENTO TERMICO POSTO ALL’INTRADOSSO DEL SOLAIO DI COPERTURA

ASSITO IN LEGNO SPESSORE DELL’ISOLANTE


DELL ISOLANTE + 3 cm STRUTTURA IN LATEROCEMENTO

LAMA D’ARIA
D ARIA

D ARIA ≥ 3 cm
LAMA D’ARIA
TASSELLI
ISOLANTE IN LEGNO
LISTELLI
IN LEGNO

FILO DI FERRO NASTRO ADESIVO


PER LA CONTINUITÀ
CONTINUIT ISOLANTE
cm

DEL FRENO AL VAPORE


50
30-

FELTRO

EVENTUALE
CHIODI A TESTA LARGA FRENO AL VAPORE FILO DI FERRO
CHIODI A TESTA LARGA
TRAVETTI IN LEGNO
L
la distanza tra i travetti è uguale alla
lunghezza del materassino + 1 cm

MICROVENTILAZIONE

L’impiego di tegole o coppi comporta l’attivazione naturale ferenze di temperatura che si verificano alle diverse quote al di sotto dello strato di microventilazione; contribuisce
della microventilazione, ovvero della ventilazione al di sotto dello strato di tenuta. L’aria entra dalla gronda, la linea più all’isolamento termico globale dell’edificio; riduce, grazie
del manto di copertura. La microventilazione, indispensa- bassa del tetto, e fuoriesce dal colmo, la linea più alta. alla differenza di temperatura tra intradosso ed estradosso
bile al corretto funzionamento del tetto e a garantire la du- La microventilazione contribuisce a eliminare l’umidità del manto, le tensioni termiche che si verificano sia nel
rata nel tempo del manto di copertura, è attivata, grazie assorbita dagli elementi a causa delle condizioni atmo- manto stesso che nella struttura.
alla discontinuità e geometria dell’elemento di tenuta (nel sferiche esterne; elimina il vapore acqueo proveniente A tale proposito è opportuno evitare il fissaggio con malta
caso di coperture con lastre è necessario predisporre op- dagli ambienti sottostanti; partecipa alla buona conserva- degli elementi di colmo e, laddove questo fosse neces-
portune aperture di ventilazione alla gronda e al colmo), zione della listellatura del supporto ligneo del manto e di sario (zone con forte vento), la ventilazione sarà assicu-
dalle variazioni di pressione prodotte dal vento e dalle dif- un eventuale isolante termico, quest’ultimo sarà sempre rata da speciali elementi di aerazione.

VENTILAZIONE

Il potenziamento degli effetti della microventilazione e La ventilazione sottotetto prevede la ventilazione del di sopra dello strato isolante.
un ulteriore contributo al comfort degli ambienti sotto- volume compreso tra l’ultimo solaio e le falde di coper- La ventilazione sottomanto può coincidere con la micro-
stanti il tetto, sono realizzati, nell’ambito delle coperture tura, mediante apposite aperture sulle murature d’ambito. ventilazione, aumentando lo spessore dello strato desti-
ventilate, con altri accorgimenti progettuali: la ventila- La ventilazione sottomanto, utilizzabile in particolare nel nato ad attivare quest’ultima.
zione sottotetto o solaio aerato e la ventilazione sotto- caso di abitabilità dei locali di sottotetto, prevede uno Se nella copertura è presente solo la microventilazione,
manto o tetto ventilato. strato di aria di 7-15 cm, sull’estradosso della falda, al il sistema non si considera ventilato (UNI 8627).

F 166
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
COPERTURE DISCONTINUE 6.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.2.6./6 MICROVENTILAZIONE

LISTELLI DI LEGNO cm 4x3/4x4


INCHIODATI AI CONTROLISTELLI
VENTILAZIONE B.STAZIONI DILEGIZLII
SOTTOMANTO E PRE I ED
NISM
MICROVENTILAZIONE ORGA
SOTTOTEGOLA
COINCIDENTI
MALTA
Il fissaggio con malta C.RCIZIO E
richiede la presenza 7-15 cm ESE ESSIONAL
delle tegole di aerazione
CONTROLISTELLI DI LEGNO PROF
4 x 2/4 x 4 cm LISTELLI
TEGOLA DI AERAZIONE
INTERASSE 70 - 80 cm DI LEGNO
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
LISTELLO DI STRU
GRONDA 6 x 4 cm FORO DI AERAZIONE
7-15 cm
VENTILAZIONE
SOTTOMANTO E
E.NTROLLO
LISTELLI DI CO NTALE
LEGNO 4 x 4 cm
MICROVENTILAZIONE AMBIE
SOTTOTEGOLA CONTROLISTELLI
SEPARATE DI LEGNO
Lo spessore
dell’isolante
dell isolante F. TERIALI,TECN
ICHE
non deve impedire TAVOLATO CONTINUO S cm ~ 2 MA ONENTI,
COMP
MICROVENTILAZIONE la microventilazione VENTILAZIONE SOTTOTETTO

MANTO DI COPERTURA G.ANISTICA


URB
TEGOLE E COPPI FIG. F.2.6./8 INTRADOSSO DI UNA TEGOLA DI LATERIZIO

Le tegole e i coppi di laterizio sono prodotti per stampaggio o estrusione; quelli di calce-
struzzo sono prodotti per formatura, a partire da malte cementizie (UNI 9460, 8626). NASELLO DI
Oltre gli elementi ordinari, sono in produzione pezzi speciali e accessori per la solu- AGGANCIO FORO DI FISSAGGIO ELEMENTO DI APPOGGIO
RALI
zione di punti singolari della copertura (colmi, displuvi, aeratori, tegole fermaneve F.1. I PERIMET
T
ecc.). La posa degli elementi necessita di uno strato di supporto e di elementi di PARE ALI
collegamento che consentano limitati movimenti differenziali (UNI 9460). VERTIC
PROFILI TRASVERSALI
DI INCASTRO
F.2. URE
FIG. F.2.6./7 ELEMENTI DI LATERIZIO CHIUS ONTALI
Z
ORIZ

NERVATURE PROFILI LATERALI


TRASVERSALI DI INCASTRO F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTRADOSSO DI UNA TEGOLA DI LATERIZIO INTER
Gli intradossi,gli incavi e gli incastri
assicurano la facilit
facilità di posa in opera
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
TEGOLA MARSIGLIESE TEGOLA PORTOGHESE TAB. F.2.6./1 CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE DEGLI ELEMENTI DI COMU ALE
LATERIZIO VERTIC

Portoghese
e Olandese
Marsigliese Coppo Romana F.5. I
D
ARRE
40 x 16/18* 43 x 25/30*
Dimensioni (cm) 41 x 25 ca 41 x 25 ca
50 x 17/19* 44 x 29/33*
TEGOLA ROMANA
STAMPATA Massa (kg) 2,8-3 ca 2,8 2-2,8 ca 3,3-4,4 F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
N. pezzi al m2 14 ca 14 ca 30 ca 9 ca** ESTER
Interasse di posa (cm) 34-35 34-35 20-35 25-35
Lunghezza utile (cm) 20 ca 20 ca – –
* Il valore prima della barra è riferito alla base minore e quello dopo la barra alla base maggiore
TEGOLA OLANDESE COPPO TRAFILATO ** Esclusi i coppi di completamento

TAB. F.2.6./2 PENDENZA MINIMA IN RELAZIONE AL TIPO DI ELEMENTO E ALLA ZONA CLIMATICA (cfr. FIG. F.2.6./1)

Lunghezza massima Pendenza massima Pendenza con Sovrapposizione


Zona climatica Pendenza minima**
della falda* in m senza fissaggio obbligo di fissaggio minima

Marsigliese, Italia del nord 10,00 35% 60% > 60% incastro tra tegole
portoghese e zone appenniniche
olandese Italia centrale, 12,00 30% 60% > 60% incastro tra tegole
e tipi assimilabili meridionale, insulare
Coppi tutto il territorio 10,00 35% 45% > 45% 10 cm .
F.2.6 TURE
R
* Le lunghezze massime delle falde sono misurate in proiezione orizzontale ** I valori di pendenza minima possono essere ridotti qualora si adottino ulteriori strati sottostanti di tenuta all’acqua. COPE NTINUE
DISCO

F 167
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
6. COPERTURE DISCONTINUE

➦ MANTO DI COPERTURA
FIG. F.2.6./9 ELEMENTI DI CALCESTRUZZO FIG. F.2.6./11 PEZZI SPECIALI

TAB. F.2.6./3 CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE DEGLI ELEMENTI DI


CALCESTRUZZO

TIPO
1 2 3 4
Dimensioni (cm) 42 x 33 ca 42 x 33 ca 42 x 33 ca 42 x 33 ca
Massa (kg) 4,8-5 4,5 4,6-5,4 4,3-5
N. pezzi al m2 9,5-10,5 9,5-10,5 9,5-10,5 9,5-12
Larghezza utile B (cm) 30 30 30 30
Interasse di posa (cm) 32-36 32-36 32-36 32-36
Massa al m2 45,6-52,5 42,7-47,2 43,7-56,7 40,8-60,0

FIG. F.2.6./10 PENDENZA DELLA FALDA, SOVRAPPOSIZIONE DEGLI


ELEMENTI E INTERASSE DELLA LISTELLATURA DI SUPPORTO

STRATO DI SUPPORTO

Lo strato di supporto è costituito da una listellatura In quest’ultimo caso la dimensione dipende dalla luce di sabbia. Se l’eventuale strato impermeabilizzante è rea-
fissata alla struttura portante, in direzione parallela alla libera tra gli appoggi e dai carichi di esercizio e acciden- lizzato con una membrana prefabbricata, questa dovrà
linea di gronda per tutti i tipi di tegole, in direzione orto- tali previsti per la copertura. essere di tipo ardesiato, così da migliorare l’adesione
gonale per la posa dei coppi. I materiali impiegati devo- Per consentire alla prima fila di tegole di conservare la dei cordoli alla guaina.
no essere adeguatamente protetti da funghi, muffe, stessa inclinazione delle altre, il primo listello di gronda
corrosione ecc. La listellatura può essere di legno, di ha un’altezza maggiore (~ 2 cm per i prodotti in laterizio,
acciaio al carbonio, di acciaio inossidabile; si impiegano ~ 3 cm per quelli in cemento). TAB. F.2.6./4 DIMENSIONI DELLA LISTELLATURA
anche cordoli di malta, pannelli o lastre opportunamente Per i coppi, il listello di gronda può essere sostituito da DI LEGNO (in cm)
sagomate; in questi ultimi può essere integrata la frazioni di coppi sovrapposte.
funzione termoisolante. La prima fila di elementi deve sporgere all’interno del PIANO PIANO DISCONTINUO
Per migliorare la microventilazione e permettere lo scor- canale di gronda per circa 1/3 della larghezza del canale CONTINUO (altitudini < 500 m s.l.m.)
rimento di eventuali infiltrazioni di acqua, le listellature stesso. La malta impiegata per i cordoli e per l’eventua-
3x4/4x4 4 x 4 per luci ≤ m 0,80
devono essere interrotte ogni 4 m, i cordoli ogni 2 m. le sigillatura degli elementi di colmo è malta di calce o
La dimensione dei listelli di legno varia se il piano di malta bastarda. È esclusa la malta di cemento a causa 5 x 5 per luci ≤ m 1
appoggio è continuo (solaio in cemento armato, tavelloni della eccessiva rigidità. Il dosaggio per la malta bastarda
5 x 7 per luci ≤ m 1,40
laterizi) o discontinuo. è: 150 kg di cemento, 175-225 kg di calce idraulica, 1 mc

F 168
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
COPERTURE DISCONTINUE 6.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
ELEMENTI DI COLLEGAMENTO PROG
Gli elementi di collegamento hanno la funzione di anco-
rare il manto al supporto. Sono i ganci, le graffe, i fili,
Prodotti di laterizio
Per pendenze > del 60% per le tegole e del 45% per i
Prodotti di cemento
Per particolari condizioni di vento e per pendenze > del B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
i chiodi di rame, di alluminio, di acciaio al carbonio, di coppi, ovvero per particolari condizioni di vento, tutti gli 45% tutti gli elementi di bordo devono essere fissati alla NISM
acciaio inossidabile. Devono essere protetti contro la elementi di bordo devono essere fissati alla listellatura listellatura mediante ganci o chiodi. ORGA
corrosione, avere adeguate caratteristiche meccaniche di supporto mediante chiodatura o filo di ferro; per tali Per pendenze oltre il 100%, è richiesto anche il fissag-

C.RCIZIO
e di durata (UNI 4507, 4752, 5101, 5082, 6900), essere condizioni è necessario anche il fissaggio alla listella- gio di almeno un elemento ogni 5. Per pendenze maggiori
dimensionati in relazione ai pezzi che collegano. tura di almeno un elemento ogni 5. è inoltre necessario fissare tutti gli elementi. Per fissare E
le tegole può essere impiegata una sigillatura con malta ESE ESSIONAL
bastarda o di calce. PROF

FIG. F.2.6./12 POSA DEL MANTO DI COPERTURA


D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU

PUNTI DI FISSAGGIO E.NTROLLO


CO NTALE
AMBIE
LAMIERA O MEMBRANA CONTROLISTELLO
IMPERMEABILE DISTANZIATORE
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
LA COMP
O DEL
TEGOLA PASS ATURA PENDENZA DELLA
T E L L
LIS cm
2÷3 COPERTURA
G.ANISTICA
TAVOLATO URB

10
SOLAIO
RALI
CORDOLO DI MALTA F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC
EVENTUALE BITUMATURA
LAMIERA LISTELLO DI GRONDA

SUPPORTO CON CORDOLI DI MALTA POSA DEI LISTELLI DI SUPPORTO SU CONTROLISTELLI F.2. URE
CHE FISSANO LO STRATO DI IMPERMEABILIZZAZIONE CHIUS ONTALI
Z
Adatto a falde di ridotta pendenza SCHEMA DI FISSAGGIO DELLE TEGOLE ORIZ

F.3. IONI
IZ
PART E
N
FIG. F.2.6./13 POSA DEL MANTO DI COPERTURA: TEGOLE PIANE INTER

55 cm F.4. NTI DI E
50 ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
27 cm
15
35 F.5. I
D
4 ARRE
A CODA DI RONDINE 3
F.6. AZIONI
M
SISTE E
5,5 N
ESTER
30 SCAGLIE DI ARDESIA POSATE ALLA FRANCESE
4 42,5 39,5 39,5 39,5 E ANCORATE CON GRAFFE METALLICHE

FORO PER IL
30 FISSAGGIO FORI PER I
DEI RAMPONI 75 cm CHIODI DA 30 mm
TAB. F.2.6./5 LARGHEZZA DELLA FALDA
IN FUNZIONE DELLA PENDENZA
A SQUAME
LARGHEZZA FALDA PENDENZA 22 cm
(ml) (%)

40 da 0 a 4 33
da 4 a 5 36
da 6 a 7 40
20 da 7 a 9 46
da 9 a 11 52 LASTRE DI FIBROCEMENTO ANCORATE CON
.
CHIODATURE E RAMPONE METALLICO SUL F.2.6 TURE
da 11 a 13 60 R
A LASTRE RETTANGOLARI LEMBO INFERIORE COPE NTINUE
DISCO

F 169
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
6. COPERTURE DISCONTINUE

➦ MANTO DI COPERTURA

FIG. F.2.6./14 FISSAGGIO DI COPPI O TEGOLE

F 170
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
COPERTURE DISCONTINUE 6.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.2.6./15 PANNELLI PREFORMATI CHE REALIZZANO L’ISOLAMENTO E IL SOSTEGNO DI TEGOLE O COPPI

TEGOLA
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
CONVERSA METALLICA ORGA

C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF

D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
ELEMENTO DI COLMO
CONVERSA IN
PANNELLO ISOLANTE
MATERIALE ISOLANTE E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
PER TEGOLA
LISTELLATURA FISSATA
ALLA FALDA
15-20 cm F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP

CORRELAZIONI E RACCORDI
I raccordi con le pareti verticali, analogamente a quanto detto per le coperture continue (cfr. Coperture continue), devono essere realizzati in maniera da evitare infiltrazioni di G.ANISTICA
acqua, sia nella falda di copertura che nella parete. In corrispondenza di detti punti è opportuno associare al manto di copertura 2 o 3 strati di guaina impermeabile. URB
I raccordi con i camini, le antenne, i lucernari ecc., possono prevedere l’impiego di pezzi speciali (basi per camino, per antenne ecc.) ovvero impiegare converse appositamente preparate
(cfr. Fig. F.2.5./22.)

FIG. F.2.6./16 RACCORDI CON PARETI VERTICALI

RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC

F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ

F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER

F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC

F.5. I
D
ARRE

F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER

.
F.2.6 TURE
R
COPE NTINUE
DISCO

F 171
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
6. COPERTURE DISCONTINUE

➦ CORRELAZIONI E RACCORDI

FIG. F.2.6./17 RACCORDI CON PARETI E RACCORDI TRA FALDE

SOLUZIONI DI COLMO SCOSSALINA DI


PROTEZIONE DEL COLMO
TEGOLA DI COLMO
SCOSSALINA
FALDALE
CONVERSA ESTESA SOTTO FALDALE
LA PRIMA FILA DI TEGOLE

SOLUZIONI DI COMPLUVIO

CONVERSA CONVERSA
LASTRE ONDULATE

ESECUZIONE ABBASSATA DELLA CONVERSA Il travetto di conversa è disposto più


pi in basso;
basso
per non doverlo incavare a “V’’’’ nel centro
centro, la listellatura
è fissata lateralmente con chiodi ai panconi di conversa

CONNESSIONE IN
MANTO IMPERMEABILE LAMIERA SAGOMATA
CONVERSA

SEZIONE SULLA
FALDA
FALDE A BASSA PENDENZA

PIANTA

CONVERSA ESTESA SOTTO


LA PRIMA FILA DI TEGOLE
CONVERSA

SEZIONE SUL
CAMINO
ASSI DI LEGNO
ASSI DI LEGNO
FALDE A FORTE PENDENZA SEZIONE CONNESSIONE TRA COPERTURA E CAMINO IN MURATURA

F 172
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
COPERTURE DISCONTINUE 6.

LASTRE A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
LASTRE DI MATERIALE METALLICO PROG
Il manto di copertura è costituito da lastre piane o
sagomate, con profilo (sezione) grecato, ondulato ecc.
Acciai al carbonio con rivestimenti protettivi. I prodotti
impiegati sono le lamiere zincate a caldo, le lamiere
zato per proteggere altri metalli attraverso processi di
galvanizzazione. Tali processi prevedono la sgrassatu- B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
Le lastre devono avere (UNI 10372): zinco alluminate, rivestite cioè con una lega di zinco e ra del metallo da proteggere, al fine di migliorarne l’ade- NISM
• il momento di inerzia più alto possibile, compatibil- alluminio, le lamiere zincate e preverniciate con procedi- renza e successivamente si deposita su di esso, per via ORGA
mente con le esigenze di massa al metro quadrato; mento coil coating, le lamiere con protezione multistrato, elettrolitica, un sottilissimo strato di zinco.

C.RCIZIO
• tenuta all’acqua (le sezioni più ampie hanno maggiore nelle quali la lamiera è integrata in un rivestimento pro- L’elettrolisi deve avvenire con temperature opportune,
tenuta all’acqua); tettivo che, oltre ad assolvere la funzione anticorrosiva, la posizione degli anodi deve essere scelta in funzione E
• adeguata portata ai carichi uniformemente distribuiti offre requisiti di coibenza termoacustica. I nastri impie- della forma dell’oggetto, l’azione del bagno deve avere ESE ESSIONAL
(neve, vento), in relazione anche alla zona climatica gati hanno spessore di 0,6-1,5 mm. durata regolata sulla composizione dell’elettrolita e deve PROF
(cfr. Fig. F.2.6./1), alla distanza e resistenza degli essere interrotta subito dopo la deposizione dello strato.

D.GETTAZIONE
arcarecci di sostegno o dell’elemento di supporto Zinco al titanio una lega di zinco-rame-titanio a base di
continuo, alla pendenza delle falde del tetto; zinco elettrolitico, avente purezza al 99,995%, con rame Pannelli compositi, costituiti da una lamiera esterna,
• devono essere pedonabili per la manutenzione. e titanio come elementi alliganti. generalmente grecata, di spessore ≥ 0,5 mm; da una PRO TTURALE
Lo zinco è molto diffuso in natura: si trova in diversi mi- lamiera interna piana, liscia, goffrata o lievemente ner- STRU
MATERIALI nerali (blenda, smithsonite, zincite, calamina); ha peso vata, o altro materiale di rivestimento; da uno strato
specifico variabile tra 6,9 e 7,2 kg/dm3, fonde a 419°C intermedio di materiale isolante realizzato con materiale
Rame del tipo Cu-DHP (UNI 5649/1, 3310/2, 9329-9) ma a 100-150°C diventa duttile ed è facilmente lamina-
bile; a 200°C è invece fragile e facilmente polverizza-
fibroso (fibra di vetro, fibre minerali, fibre tessili sinte- E.NTROLLO
generalmente incrudito o ricotto, nello spessore di 0,6- tiche, altro) o materie plastiche cellulari (poliuretano, poli- CO NTALE
0,8 mm. Il rame è un metallo facilmente reperibile allo bile. È molto igroscopico e spesso è utilizzato come stirolo, fenoliche, altre). AMBIE
stato nativo; ha peso specifico variabile, secondo il pro- disidratante. Lo spessore minimo consigliato è 0,7 mm.
cesso con il quale è ottenuto, tra 8,91 e 8,93 kg/dm3, Oltre che per le lastre di copertura, i laminati sono utiliz-
F. TERIALI,
Pannelli stratificati o sandwich, generalmente realiz-
fonde a 1083°C; è molto malleabile e duttile: è possibile zati per lattonerie. ICHE
zati in opera, sono composti da due superfici metalliche, TECN
tirare fili di 0,0025 mm di diametro. All’aria umida lo zinco si altera ma lo strato di ossido e opportunamente distanziate con distanziatori, e uno strato MA ONENTI,
di carbonato basico che si forma preserva il metallo da COMP
Dopo l’oro e l’argento è il miglior conduttore di elettricità. interposto di materiale isolante, generalmente materas-
Legato con lo stagno forma il bronzo; legato con lo zinco fenomeni corrosivi. Per questa sua qualità viene utiliz- sini di lana minerale o pannelli di resine espanse.
forma l’ottone. Il rame posto all’aria (anidride carbonica
e acqua) si ossida con un carbonato basico di colore
verde che lo protegge. Tale patina può essere prodotta
TAB. F.2.6./6 CARATTERISTICHE FISICO-CHIMICHE
DEL RAME
TAB. F.2.6./7 CORRISPONDENZA TRA LE SIGLE
DI ACCIAI G.ANISTICA
URB
artificialmente prima di mettere le lastre in opera.
Densità 8,94 g/cm3 AISI UNI AFNOR BS DIN (W.N.) SIS
Leghe a base di alluminio, grezzo o preverniciato con Punto di fusione 1083°C 304 X5 CrNi1810 Z6 CN 18-09 304S15 1.4301 23 32
processo coil coating (UNI EN 485/3, UNI EN 485/4). Temperatura di ricottura 250-650°C
L’alluminio è uno dei metalli più diffusi in natura; è estratto 316 X5 CrNiMo1712 Z6 CND 17-11 316S31 1.4401 23 47
da diversi minerali (corindone, bauxite, criotite); fonde a Conduttività termica 364 W/mK
430 X8 Cr17 Z8 C 17 43S17 1.4016 23 20 RALI
650°C, ha massa volumica tra 2,6 e 2,8 kg/dm3; essendo Conduttività elettrica 49 m/Ωmm2 F.1. I PERIMET
T
malleabile è idoneo a subire trattamenti superficiali. Modulo di elasticità (ricotto) 122 x 103 N/mm2 409L X2 CrTi12 – – – – PARE ALI
La lamiera d’alluminio viene prodotta partendo da VERTIC
placche di materiale colate in acqua. Il processo a caldo TAB. F.2.6./8 CARATTERISTICHE FISICO-MECCANICHE DI ALCUNE LEGHE DI ALLUMINIO
avviene tra 400-500°C fornendo un primo prodotto con
spessore di 5-6 mm; successivamente, con processo a SPESSORE STATO CARICO DI ROTTURA (MPa) SNERVAMENTO (MPa) ALLUNGAMENTO F.2. URE
LEGA CHIUS ONTALI
freddo, si raggiungono gli spessori correnti di commer- (mm) FISICO min max min max % Z
ORIZ
cializzazione: 0,2-3 mm. Con laminatoi speciali è possi-
1050A 1,0 H14 105 145 85 – 6
bile raggiungere spessori più sottili, ottenendo i fogli con
0,7-0,8 H19 210 – 180 – 2
i quali si realizzano, ad esempio, le barriere al vapore. 3003 F.3. IONI
1,0 H14 145 185 125 – 2 IZ
La lavorazione della lamiera per crearvi risalti e greche PART E
N
avviene a freddo; l’estrusione e la pressofusione riguar- 0,7-0,8 H19 270 – 240 – 1 INTER
dano solo alcuni raccordi e pezzi speciali. 3004
1,0 H14 220 265 180 – 2
Le leghe di alluminio normalmente impiegate sono:
0,7-0,8 H19 200 – 175 – 2
• 1050 A (alluminio 99,5, UNI 9001/2); 3103
1,0 H14 140 180 120 – 2 F.4. NTI DI E
• 3003 (alluminio, manganese, rame, UNI 9003/1); ELEME NICAZION
• 3004 (alluminio, manganese, magnesio, UNI 9003/2); 5005
0,7-0,8 H18 185 – 165 – 2 COMU ALE
• 3103 (alluminio, manganese, UNI 9003/3); 1,0 H14 145 185 120 – 2 VERTIC
• 5005 (alluminio, magnesio, UNI 9005/1).
TAB. F.2.6./9 COMPOSIZIONI CHIMICHE PERCENTUALI DEGLI ACCIAI
Lo spessore minimo della lastra di copertura, se rea- F.5. I
D
lizzata con le leghe 3003-3004-3103-5005, è 0,7 mm;
Design. Design. C Mn P S Si
Cr Ni Mo ARRE
AISI UNI 6900 max max max max max
con la lega 1050A è 1 mm.
304 X5 CrNi1810 0,08 2,00 0,045 0,030 1,00 18,00+20,00 8,00-10,50 –
Acciai inossidabili (UNI EN 10088/1, UNI EN 10088/2, F.6. AZIONI
M
UNI 8317) della serie austenitica (al cromo-nichel, 18-
316 X5 CrNiMo1712 0,06 2,00 0,045 0,030 1,00 16,00+18,50 10,50+15,50 2,00+2,50 SISTE E
N
20% di cromo e 8-10% di nichel) e ferritica (al solo 430 X8 Cr17 0,12 1,00 0,040 0,030 1,00 16,00+18,00 – 0,60 max ESTER
cromo, 12-17%). 409L X2 CrTi12 0,03 1,00 0,040 0,030 1,00 10,5+12,5 0,5 max –
Il ferro, da cui proviene l’acciaio, è estratto dai suoi
minerali a 1600°C; il prodotto, ricco di carbonio, è un TAB. F.2.6./10 PRINCIPALI CARATTERISTICHE FISICO-MECCANICHE
materiale duro ma molto fragile: la ghisa. Riducendo la
quantità di carbonio si ottiene un materiale meno duro Designazione ASI UNI 304 X5 CrNi1810 316 X5 CrNiMo1712 430 X8 Cr17 409L X2 CrTi12
ma più malleabile: l’acciaio. Con contenuti di carbonio
inferiori allo 0,25% il materiale non è più fragile ed è Massa specifica (g/cm3) 8,06 8,06 7,78 7,78
saldabile. Secondo la lega, il peso specifico dell’acciaio
varia da 7,5 a 8,1 kg/dm3. Il ferro è soggetto a fenomeni Struttura austenitica austenitica ferritica ferritica
corrosivi.
Coeff. di conducibilità termica a 100°C
Gli acciai inossidabili sono protetti dall’alligante scelto 0,039 0,039 0,062 0,061
(cal/cm°Cs)
per legarli (il cromo, il nichel, il molibdeno) che promuo-
ve la formazione di un ossido trasparente, invisibile, Coeff. di dilatazione termica medio
17,3 16 10,4 11,7
duro e resistente sulla superficie del materiale. 0+100°C (x10 -6°C -t)
Con la laminazione a caldo vengono prodotte lamiere di
3 mm di spessore, larghe 3000 mm e lunghe fino a 18 Carico di rottura (N/mm2) 550+700 550+700 450+600 450+600
m. Con la laminazione a freddo si raggiungono spessori Carico di snervamento
inferiori, 0,5-0,6 mm, ma larghezze non superiori a 200 200 260 240
allo 0,2% min. (N/mm2)
1800 mm; il prodotto ha finiture superficiali diverse per
predisporlo a eventuali ulteriori lavorazioni (zincatura, Allungamento a rottura (%) min. 45 40 22 25 .
F.2.6 TURE
verniciatura, lucidatura). R
Durezza in HRB 70÷90 70÷85 88 75 COPE NTINUE
DISCO

F 173
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
6. COPERTURE DISCONTINUE

➦ LASTRE

SCHEMI FUNZIONALI Tra l’elemento di supporto e la superficie intradossale ELEMENTI DI COLLEGAMENTO


della lastra è opportuno inserire uno strato separatore
Per quanto riguarda gli schemi funzionali e gli strati che, oltre a proteggere il supporto durante le interruzioni Attuano il fissaggio tra l’elemento di supporto e il manto
funzionali si rinvia al capitolo Coperture continue e alla nelle fasi del montaggio, ha la funzione di eliminare di copertura; il sistema impiegato non deve pregiudicare la
normativa di riferimento citata. Si riassumono qui, sinte- qualsiasi fenomeno di incompatibilità fisica tra i mate- tenuta all’acqua e deve garantire le condizioni di sicurezza,
ticamente, le categorie funzionali in cui le coperture sono riali, evitare l’abrasione del metallo e le infiltrazioni di tenendo conto delle azioni indotte dai carichi di progetto,
classificate: umidità prodotta dalla condensazione dell’aria umida a delle sollecitazioni dovute alla depressione esterna del
• copertura senza elemento termoisolante non ventilata; contatto con la superficie intradossale della lastra. vento sommata alla pressione interna prodotta dallo
• copertura senza elemento termoisolante ventilata; Lo strato separatore deve essere svincolato dagli strati con stesso, dei movimenti strutturali, delle dilatazioni termiche
• copertura con elemento termoisolante non ventilata; cui è a contatto, per consentire il reciproco spostamento. delle lamiere e dei pannelli. In merito a quest’ultimo punto
• copertura con elemento termoisolante ventilata. Lo strato separatore può essere realizzato con: è opportuno che il fissaggio tra lo strato di supporto e il
• Cartonfeltri bitumati; hanno un elevato potere assor- manto di copertura sia realizzato in modo da consentire
L’adozione di uno strato di ventilazione richiede un’inter- bente di umidità; i fogli devono essere posati per file libertà di scorrimento. Il materiale dell’elemento di collega-
capedine libera di spessore ≥ 4 cm, per falde di lunghez- parallele alla linea di gronda, con sovrapposizioni di mento deve essere uguale a quello del manto di copertura;
za ≤ 12 m, e di spessore ≥ 6 cm, per falde di lunghezza 10 cm così da coprire la zona di chiodatura. nell’eventualità che particolari esigenze meccaniche richie-
superiore. La ventilazione deve essere assicurata dalla • Stuoie a struttura, con caratteristiche fonoassorbenti; dano l’impiego di un metallo diverso, questo dovrà essere
presenza di aperture al livello del colmo, della gronda e molto più efficaci delle tradizionali membrane fonoas- elettrochimicamente compatibile e avere una resistenza
di eventuali bocchette di aerazione. sorbenti, conosciute come antirombo, sono costituite alla corrosione uguale o maggiore a quella del manto. Gli
da un materassino di monofilamenti poliammidici a elementi di collegamento, che devono avere appropriate
STRATO DI SUPPORTO struttura tridimensionale. Lo spessore è circa 18 mm. caratteristiche di resistenza ed essere adeguatamente
L’uso delle stuoie richiede linguette di ancoraggio più protetti contro la corrosione, sono:
Serve ad ancorare efficacemente il manto di apertura lunghe. La stuoia non svolge funzione di protezione • viti e bulloni (UNI EN ISO 1478, 8108);
alla struttura portante (UNI 10372); può essere lineare del supporto. • ganci (UNI ISO 2081, 6158, 2063, 6900);
(listelli di legno, arcarecci metallici, elementi di calce- • Membrane prefabbricate saldate a fiamma, hanno • chiodi impiegati per i giunti a tassello, con la sola fun-
struzzo gettati in opera o prefabbricati ecc.) o continuo anche effetto di schermo al vapore o di barriera, se zione di fissaggio della cucitura;
(tavolato di legno pannelli ecc.). integrate da un foglio metallico. • rivetti di tipo cieco, di rame, alluminio e le sue leghe,
La larghezza degli elementi lineari impiegati per fissare • Membrane armate bituminose. acciaio, con mandrino di acciaio; i rivetti non sono adat-
lastre di acciaio deve essere ≥ 40 mm; per lastre di • Fogli di polietilene, posati con i bordi termosaldati. ti ai fissaggi strutturali;
alluminio, rame, zinco e per i pannelli la larghezza deve • Nastri elastomerici o di resine espanse. • linguette di ancoraggio, impiegate per giunti aggraf-
essere ≥ 50 mm. • Profilati o pannelli di agglomerato ligneo. fati; devono essere realizzate con lo stesso laminato
Lo spessore dei profilati metallici deve essere ≥ 1,5 impiegato per il manto di copertura e devono essere
mm; per i listelli di legno l’altezza deve consentire la di dimensioni tali da evitare lo sfilamento durante
penetrazione delle viti di tenuta per almeno 35 mm. l’esecuzione del giunto.

FIG. F.2.6./18 SCHEMI FUNZIONALI E DETTAGLI COSTRUTTIVI

F 174
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
COPERTURE DISCONTINUE 6.

A.ZIONI
NO RALI DI E
➦ FIG. F.2.6./18 SCHEMI FUNZIONALI E DETTAGLI COSTRUTTIVI
GENE ETTAZION
PROG

B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA

C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF

D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU

E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE

F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP

G.ANISTICA
URB

RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC

F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ

F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER

F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC

F.5. I
D
ARRE

F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER

.
F.2.6 TURE
R
COPE NTINUE
DISCO

F 175
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
6. COPERTURE DISCONTINUE

➦ LASTRE

GIUNTI
I giunti longitudinali sono perpendicolari alla linea di TAB. F.2.6./11 VALORI MINIMI DI TAB. F.2.6./12 COEFFICIENTI DI DILATAZIONE
gronda; i giunti orizzontali o intermedi di testa sono SOVRAPPOSIZIONE DELLE LASTRE TERMICA DI ALCUNI METALLI
paralleli alla linea di gronda.
La realizzazione del giunto non deve ostacolare le PENDENZA (%) SOVRAPPOSIZIONE (mm) ALLUMINIO 23,6 x 10 -6°C -1
dilatazioni termiche lineari della lamiera, soggetta a una
notevole escursione termica. A tale proposito, per manti 7 < P ≤ 10 250 ACCIAIO 12,0 x 10 -6°C -1
di copertura realizzati con lastre piane, non sono neces-
sarie particolari precauzioni se la lunghezza di falda è 10 < P ≤ 15 200
ACCIAIO INOX AISI 304 17,0 x 10 -6°C -1
< 6 m, mentre per lunghezza di falda superiore si può
prevedere la segmentazione del nastro metallico o il fis- 15 < P 50
PIOMBO 29,3 x 10 -6°C -1
saggio con giunti scorrevoli.
Per coperture che impiegano lamiere nervate, grecate o FISSAGGI RAME 16,8 x 10 -6°C -1
pannelli compositi non sono necessarie particolari precau-
zioni se la lunghezza di falda è < 6 m e se la lamiera è I fissaggi sono ubicati sulle greche della lastra in corri- ZINCO 27,4 x 10 -6°C -1
fissata in corrispondenza della parte alta della nervatura; spondenza del colmo, della gronda, dei compluvi, delle
per lunghezza di falda superiore è necessario adottare sovrapposizioni e delle porzioni di lamiera in aggetto. ZINCO AL TITANIO 22,0 x 10 -6°C -1
giunti scorrevoli o segmentare la lastra. Possono rendersi necessari nella sovrapposizione di due
lamiere contigue. In caso sia necessario realizzare fissaggi
LASTRE GRECATE E ONDULATE nella parte bassa della nervatura è opportuno verificare GIUNTO A TASSELLO O ALL’ITALIANA
l’assenza di rischi di infiltrazioni di acqua, di sollevamento
Sono disposte su supporti lineari o continui paralleli alla della lamiera a seguito di sollecitazioni di depressione, Sono impiegati tasselli di legno o di metallo, disposti
linea di gronda. I giunti longitudinali devono essere rea- di sfilamento della lamiera dalla testa delle viti. secondo la linea di massima pendenza, a interasse
lizzati con la sovrapposizione della greca o dell’onda di determinato dalla larghezza del nastro, al netto della
lastre adiacenti. La sovrapposizione deve essere effet- NASTRI E LASTRE PIANE ripiegatura dei bordi. Le lastre sono fissate ai tasselli
tuata in senso opposto a quello dei venti dominanti. con chiodatura o bandelle metalliche ancorate al tas-
I giunti intermedi di testa sono assenti quando le lastre Per i giunti longitudinali si adottano i giunti a doppia aggraf- sello e aggraffate alla lastra.
hanno lunghezza uguale alla falda. Quando, viceversa, fatura e a tassello; per i giunti intermedi di testa si adottano Per lastre di larghezza ≥ a 1000 mm, la distanza tra i
tali giunti sono presenti devono avere una minima i giunti ad aggraffatura semplice, a doppia aggraffatura punti di fissaggio deve essere ≤ 500 mm e, in
sovrapposizione in corrispondenza dell’elemento di o sovrapposizione e aggraffatura, a gradini aggraffati. prossimità della linea di gronda e di colmo, ≤ 330 mm.
supporto. Tale sovrapposizione è funzione della pen- Un coprigiunto sormonta il tassello e il fissaggio della
denza della falda e delle condizioni climatiche ed è rile- GIUNTO A DOPPIA AGGRAFFATURA lastra, a protezione del giunto. Una adeguata protezione
vabile dalla tabella. I valori dedotti, in condizioni con cappellotto copritesta e sigillante è richiesta anche
climatiche sfavorevoli devono essere adeguatamente Sono impiegate delle linguette di ancoraggio con fun- nei punti di fissaggio del coprigiunto.
incrementati, oppure è necessario applicare un idoneo zione di collegare tra loro le lastre contigue e di fissarle
sigillante. al supporto, a cui le linguette stesse sono fermate tra- GIUNTO SCORREVOLE DI TESTA PER LASTRE
Le lastre sono giuntate con viti o ganci, in relazione al mite chiodatura. GRECATE E ONDULATE
materiale del supporto (metallo, legno, calcestruzzo); i Sulle linguette, che sono di tipo fisso o scorrevole, per
fissaggi dovranno essere muniti di protezione contro le non contrastare le dilatazioni, sono ripiegati i bordi di Per consentire la dilatazione delle lastre grecate e
infiltrazioni di acqua; se i fissaggi sono realizzati con nastri contigui. Le linguette sono posizionate per file paral- ondulate è possibile realizzare un giunto scorrevole in
metalli non compatibili è necessario verificare l’assenza lele secondo la linea di massima pendenza, a un inte- cui, tenendo conto della effettiva dilatazione, la lastra
di rischio di corrosione elettrochimica tra manto di co- rasse determinato dalla larghezza del nastro, al netto superiore è fissata sull’arcareccio mentre quella inferiore
pertura e supporto. della ripiegatura dei bordi. è libera di scorrere.

FIG. F.2.6./21 GIUNTO ORIZZONTALE A SOVRAPPOSIZIONE E AGGRAFFATURA E INTERSEZIONE CON IL


FIG. F.2.6./19 TIPI DI GIUNTI GIUNTO VERTICALE

GIUNTI LONGITUDINALI:

GIUNTO ORIZZONTALE

1. A DOPPIA 2. A TASSELLO LINGUETTA


AGGRAFFATURA

GIUNTI INTERMEDI DI TESTA:

3. AD AGGRAFFATURA
SEMPLICE

5. A GRADINI AGGRAFFATI

4. A DOPPIA AGGRAFFATURA
O SOPRAPPOSIZIONE ALTEZZA DELLA RIPIEGATURA DEI BORDI
ED AGGRAFFATURA 10 mm PER PENDENZA VARIABILE
TRA IL 30 E IL 35 %;;
FIG. F.2.6./20 SOVRAPPOSIZIONE DELLE 20 mm PER PENDENZA VARIABILE
LAMIERE GRECATE TRA IL 25 E IL 30 %;;
30 mm PER PENDENZA VARIABILE
TRA IL 20 E IL 25 %;; GIUNTO VERTICALE

VENTO
DOMINANTE
GIUNTO ORIZZONTALE A SOVRAPPOSIZIONE E AGGRAFFATURA
ED INTERSEZIONE CON IL GIUNTO VERTICALE

SOVRAPPOSIZIONE DELLA LAMIERA

F 176
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
COPERTURE DISCONTINUE 6.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
FISSAGGIO DELLE LASTRE PIANE PROG
FIG. F.2.6./22 GIUNTO A DOPPIA AGGRAFFATURA – RACCORDI CON PARETI VERTICALI
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA

C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF

D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU

E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE

F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP

G.ANISTICA
URB

RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC

F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ

F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER

F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC

F.5. I
D
ARRE

F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER

.
F.2.6 TURE
R
COPE NTINUE
DISCO

F 177
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
6. COPERTURE DISCONTINUE

➦ LASTRE

FIG. F.2.6./23 GIUNTO A TASSELLO

FIG. F.2.6./24 COPERTURA A LASTRE PER CUPOLA: TIPOLOGIE DI GIUNTO

FIG. F.2.6./25 GIUNTI TRA PANNELLI

I pannelli seguono gli stessi criteri di giuntaggio delle


lamiere. Per quanto riguarda i giunti orizzontali, è neces-
sario asportare alla lastra che sormonta una porzione di
isolante e di lamiera introdossale pari alla sovrapposi-
zione minima di giunto.
Il fissaggio è eseguito su ogni greca e realizzato tramite
viti con cappellotto di lamiera sagomato come la greca.

F 178
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
COPERTURE DISCONTINUE 6.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PENDENZA DELLE FALDE PROG
FIG. F.2.6./26 DIAGRAMMA INDICATIVO DELLE PENDENZE MINIME PER
B.STAZIONI DILEGIZLII
La pendenza delle falde dipende dalla zona climatica ed esposizione locale, dalla
lunghezza della falda di copertura, dal materiale del manto di copertura e dalla entità COPERTURE GRECATE SENZA GIUNTI INTERMEDI DI TESTA
PRE I ED
della sovrapposizione. NISM
ALTEZZA DELLA GRECA H mm ORGA
Per coperture realizzate con lastre grecate senza giunti intermedi di testa la pendenza H = 50 H = 40 H = 30
è ricavabile dal diagramma, in relazione all’altezza H della greca e alla zona climatica 25

FALDE IN M
(DM 12 febbraio 1982). In genere, in condizioni di esposizioni normali, la pendenza
minima è circa il 7%.
C.RCIZIO E
Per le coperture realizzate con giunti intermedi di testa si fa riferimento allo stesso 20 ESE ESSIONAL
diagramma. Per falde con pendenza < del 25% il valore ricavato viene maggiorato di PROF
0,2 L, dove L è la lunghezza della falda espressa in metri. Il valore della pendenza P
ricavato dal diagramma, per valori < del 15%, deve essere moltiplicato per il fattore di
correzione 1,2, in situazione di esposizione al vento, e per il fattore di correzione 0,9,
15
D.GETTAZIONE
in situazioni protette. PRO TTURALE
STRU
10
Per le coperture realizzate con lastre piane o nastri la pendenza è funzione del tipo di SIGILLANTE
giunto utilizzato. In condizioni normali la pendenza è > al 5%. Per pendenze inferiori
è necessario prevedere idonei sistemi di impermeabilizzazione dei giunti. 5 E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE

INNEVAMENTO
TAB. F.2.6./13 CLASSIFICAZIONE DEI SITI (UNI 10372) RIDOTTO 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 F. TERIALI,TECN
ICHE
SITO PROTETTO Fondovalle circondato da colline e protetto nelle direzioni MEDIO 0 3 6 9 12 15 18 21 24 27 MA ONENTI,
COMP
di provenienza dei venti più violenti.
ALTO 0 6 12 18 24 30 36 42 48 54
SITO NORMALE Terreno piano che può presentare dislivelli poco sensibili. PENDENZA IN %
G.ANISTICA
SITO ESPOSTO Zona litorale vicino al mare, valli montane in cui sono presenti URB
venti violenti, zone montane isolate ed esposte. FIG. F.2.6./27 ABACO PER LA SCELTA DEL TIPO DI GIUNTO IN FUNZIONE
DELLA PENDENZA

TAB. F.2.6./14 CLASSIFICAZIONE DEL GRADO DI INNEVAMENTO (UNI 10372) 45 ° 100


100%
(confronta FIG. F.2.6./1) RALI
F.1. I PERIMET
T
TA 42 ° 90 PARE ALI
VERTIC
INNEVAMENTO È quello che dà luogo a depositi di lieve entità e non persistenti. 90%
ES

RIDOTTO Si verifica normalmente nelle zone climatiche con scarsa preci-


DIT

pitazione nevosa, come ad esempio le zone 1 con altitudine h >


DI

300 m e le zone 2 con altitudine h ≤ 500 m. F.2. URE


LI ME

CHIUS ONTALI
NA ER

INNEVAMENTO È quello che dà luogo a depositi di lieve entità ma persistenti e, Z


ORIZ
DI INT

MEDIO occasionalmente, a depositi di spessore più elevato ma non per- 35 ° 70


70%
ITU TI

sistente (che si scioglie rapidamente). Si verifica normalmente


NG IUN

nelle zone climatiche con medie precipitazioni nevose, come ad F.3. IONI
IZ
esempio le zone 1 con altitudine 300 < h ≤ 1000 m e le zone 2 PART E
G

N
con altitudine 500 < h ≤ 1200 m. INTER
LO
TI

INNEVAMENTO È quello che dà luogo a depositi di lieve entità e persistenti. 26 °30


30’ 50
50%
UN

ALTO Si verifica normalmente nelle zone climatiche con notevoli preci- 3 F.4. NTI DI
GI

E
pitazioni nevose, come ad esempio le zone 1 con altitudine h > ELEME NICAZION
1000 m e le zone 2 con altitudine h > 1200 m. COMU ALE
VERTIC
3%

2
1
17
°

16 ° 15
60

30%
15’ 30
00

F.5. I
°1

D
ARRE
45

7 ,7%
°5
30
30’ 15
8° 30 15%
F.6. AZIONI
M
4 5 °45
45’ 10
10% SISTE E
N
17,6%
10 °1 ESTER
5 45 5%
2° 45’
2°30 4,4%
30’ 1°10
10’ 2%

FIG. F.2.6./28 TIPI DI GIUNTI

GIUNTI LONGITUDINALI: GIUNTI INTERMEDI DI TESTA:

1. A DOPPIA 2. A TASSELLO 3. AD AGGRAFFATURA 4. A DOPPIA AGGRAFFATURA 5. A GRADINI AGGRAFFATI


AGGRAFFATURA SEMPLICE O SOPRAPPOSIZIONE
ED AGGRAFFATURA
.
F.2.6 TURE
R
COPE NTINUE
DISCO

F 179
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
6. COPERTURE DISCONTINUE

➦ LASTRE

FIG. F.2.6./29 FISSAGGIO DI LASTRE GRECATE

LATTONERIA DI COLMO E SOTTOCOLMO


FISSAGGIO
(CAPPELLOTTO A VITE) COLMO SOTTOCOLMO PROFILI DI SCOSSALINA

SCOSSALINA
COLMO DI BORDO

VITE
ISOLAMENTO
ELEMENTO
PORTANTE
LASTRA
SOTTOCOLMO ELEMENTO PORTANTE
DOPPIA SIGILLATURA ISOLANTE SOTTOCOLMO BORDATURA DI COLMO A UNA FALDA

ELEMENTO
PORTANTE

ELEMENTO
PORTANTE
SCOSSALINA DI
TESTATA PARETE - FALDA

ELEMENTO
DI SUPPORTO
ELEMENTO
DI FISSAGGIO

LASTRA TAMPONAMENTO
GRECATA INTERNO

RACCORDO DI FALDE A DIVERSA PENDENZA

RACCORDO DI FALDE A DIVERSO LIVELLO


COPERTURA AD ARCO AUTPORTANTE A DUE GUSCI
209 75 284
70

105
O
RN

150 134
TE

ISOLAMENTO 852
ES

RACCORDO CON CAMINO


TERMICO CAPPELLO
O

PROFILO DELLA LAMIERA


CI
US

PROFILO
O
G

AD OMEGA
RN
TE

STAFFA DI
IN

LAMIERA DI
SOSTEGNO
O

ACCIAIO
CI
US

ZINCATO RIVETTATURA
G

PREVERNICIATO E SIGILLATURA
TRAVATURA LASTRA O
PIASTRA DI NASTRO
FISSAGGIO LATERALE DI
APPOGGIO STRATO
SEPARATORE
SUPPORTO
TAB. F.2.6./15 SPESSORE DEI MATERIALI
CONTINUO

SPESSORE RAGGIO SPESSORE La sigillatura pu


può essere eseguita per brasatura
DEL MATERIALE DELL’ARCO DEL MATERIALE dolce su rame, zinco, acciaio zincato
RACCORDO
(mm) (mm) (Kg/mq)
A MONTE
0,75 ≥ 15,00 10,25

0,88 ≥ 15,00 12,25

1,00 ≥ 14,00 13,65


CHIUSURA VANO
1,13 ≥ 14,00 15,00 CANNA FUMARIA
LASTRA
1,25 ≥ 14,00 17,05
GRECATA
1,50 ≥ 14,00 20,45

F 180
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
COPERTURE DISCONTINUE 6.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
LASTRE DI MATERIALE FIBROSO PROG
Tra i materiali impiegati nella realizzazione di lastre vi sono il fibro-
cemento senza amianto, i materiali plastici rinforzati, come la resi-
FIG. F.2.6./30 PROFILI DI LASTRE IN FIBROCEMENTO
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
na di poliestere rinforzata con fibra di vetro, o non rinforzati, il poli- m 177 NISM
stirene, il polimetilmetacrilato (UNI 6774, UNI EN ISO 14631, UNI 5
m ORGA
6, GUARNIZIONI E PROFILI SAGOMATI
EN ISO 7823). Il fibrocemento senza amianto utilizza come tessu- 57,5
57

C.RCIZIO
to di armatura le fibre naturali (cellulosa, lana, juta, cotone, lino) o
1100 mm
sintetiche (fibre vetrose, polipropilene, polietilene), legate con cal- E
cestruzzo di cemento. La graniglia può essere colorata in pasta.
Lastra
astra di copertura a profilo europeo adatta
ESE ESSIONAL
La fibra, meglio se tessuta, crea una sorta di armatura distribuita
a costruzioni zootecniche, agricole, civili
PROF
nell’ambito del getto, migliorandone le qualità meccaniche.

D.GETTAZIONE
Queste lastre hanno buona resistenza agli agenti atmosferici, agli

m
195

m
urti, allo sfondamento e non necessitano di manutenzione.

5
PRO TTURALE

6,
Le lastre possono essere piane o curve, a profilo piano, ondula- 61,5
61
to o nervato; i diversi prodotti sono in genere corredati da profili STRU
e accessori di montaggio. L’impiego di lastre a lunghezza di falda 1010 mm
riduce i rischi di infiltrazioni di acqua e di ponti termici.
E.NTROLLO

mm
I prodotti devono rispondere a caratteristiche di affidabilità e funzio- 235
CO NTALE

6,5
nalità, lavorabilità, sicurezza nell’installazione, impermeabilità all’ac-
qua, permeabilità al vapore, leggerezza, fonoassorbenza, inattac- 61,5
61 AMBIE
cabilità ai funghi; devono essere ignifughi e non devono sviluppare 980 mm

F. TERIALI,
fumi tossici. Le lastre sono impiegate nelle costruzioni industriali, Lastre
astre sottocoppo impiegabili in interventi di recupero
ICHE
zootecniche, agricole, civili, oltre che come strato sottocoppo nel TECN
recupero di edifici antichi, riducendo, in quest’ultimo caso il peso MA ONENTI,
COMP
complessivo della struttura di sottomanto. La tenuta all’acqua è 350
garantita dalle dimensioni delle lastre, dal corretto fissaggio, dalla 6,5 mm
61,5
61
mutua aderenza nelle sovrapposizioni. La posa delle lastre segue
gli stessi criteri esposti per le lastre metalliche: è opportuno che le 1130 mm G.ANISTICA
sovrapposizioni siano effettuate in direzione opposta a quella dei
Lastra
astra adatta alla copertura di grandi luci URB
venti dominanti; i punti di fissaggio sulle linee di colmo e di gronda, peso delle lastre = 11
11,5
5 - 12 kg/mq
kg mq
realizzati mediante cappellotti, come anche quelli sui correnti inter-
medi, devono essere posizionati sulle onde di sovrapposizione e in
posizione centrale; le sovrapposizioni longitudinali, la cui lunghezza
dipende dalla inclinazione della falda, non devono essere inferiori a
12 cm e devono essere eseguiti su tutte le onde. RALI
F.1. I PERIMET
T
Guarnizione espansa di tenuta PARE ALI
FIG. F.2.6./31 RACCORDI E CORRELAZIONI VERTIC

ACCESSORI
F.2. URE
CHIUS ONTALI
35 cm 60 cm 44 cm
Z
ORIZ
162 ° 145°
145
120°
120
COLMI ONDULATI
31 56 41 F.3. IONI
IZ
m PART E
N
30c INTER
16 cm
30
LASTRA SOTTOCOPPO cm F.4. NTI DI E
COLMI A CERNIERA 33/35 cm ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
COLMI PER DIAGONALI
cm
30

30
cm

F.5. I
D
COLMI PER SHED ARRE
COLMI ALI PIANE
SCOSSALINA
LASTRA LASTRA F.6. AZIONI
M
SISTE E
SCOSSALINA VERTICALE VERTICALE N
ESTER
ELEMENTO
ELEMENTO ELEMENTO
DI RACCORDO
DI RACCORDO DI RACCORDO cm
ELEMENTO max 15
DI RACCORDO

RACCORDI DI FALDE A DIVERSA PENDENZA RACCORDI CON PARETI VERTICALI


EVENTUALE
SIGILLANTE
5 cm 20 c
m
12-1 15 - > 20 cm

FISSAGGIO SU > 31% = 17 ° 31% = 10 °-17


17%-31%
17% 17 ° 17% = 6 °-10
10%-17%
10% -10 ° .
APPOGGI INTERMEDI SOVRAPPOSIZIONE DELLE LASTRE IN FUNZIONE DELLA PENDENZA FISSAGGIO DELLA LINEA DI GRONDA F.2.6 TURE
R
COPE NTINUE
DISCO

F 181
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
6. COPERTURE DISCONTINUE

RACCOLTA E SMALTIMENTO DELLE ACQUE METEORICHE

L’impianto per la raccolta e smaltimento delle acque PARANEVE FIG. F.2.6./32 DOCCIONE O GOCCIOLATOIO
meteoriche deve essere indipendente da altri impianti di
smaltimento delle acque usate (UNI EN 12056/3). Il paraneve frena la caduta delle masse nevose accumula-
Le acque meteoriche, mediante un’adeguata pendenza, tesi sulle coperture e di proteggere il canale di gronda dal-
confluiscono verso linee di raccolta e, da qui, convergono l’accumulo della neve. I paraneve sono adottati in zone a
ai punti di raccolta dai quali sono inviate ai pozzetti per forte precipitazione nevosa e per coperture con pendenza
l’allontanamento definitivo (UNI 10372, 8090, 9460). compresa tra 20° e 60°%. Pendenze maggiori non produ-
Le linee di raccolta sono le linee di impluvio. Nelle co- cono grossi accumuli di masse nevose; pendenze minori
perture discontinue le linee di impluvio sono i canali di non consentono lo scivolamento della massa nevosa met-
gronda e le converse; queste ultime sono collocate tra tendo a rischio la tenuta del sistema di copertura.
falde contigue.
I canali di gronda hanno pendenza di circa 5 mm ogni TAB. F.2.6./16 SUPERFICI SERVITE DA
metro; se realizzati in metallo, ogni 15 m deve essere CONVERSE E CANALI DI GRONDA
previsto un giunto di dilatazione. Dai canali di gronda, SEMICIRCOLARI (UNI 9184)
attraverso i bocchettoni, l’acqua viene inviata nei discen- Pendenze del canale di gronda (%)
denti pluviali. Eventuali griglie di protezione e pozzetti a Dimensione
cassetta evitano l’intasamento dei discendenti. I pluviali nominale 0,5 1 2 4
sono posti circa ogni 15 m. (mm) Superficie (mq)
Il dimensionamento di grondaie e pluviali dipende dalla
75 18 25 35 50
ampiezza delle superfici che afferiscono al singolo plu-
viale e dall’intensità media delle precipitazioni. 100 40 55 80 110
I materiali impiegati nella realizzazione di gronde, plu- 125 70 95 135 190
viali e accessori sono: acciaio al carbonio protetto con
zincatura, verniciatura o preverniciatura, acciaio inossi- 150 100 150 200 300
dabile alluminio naturale o preverniciato, rame e le sue 175 150 210 300 420
leghe, zinco al titanio, materie plastiche come il PVC 200 220 300 430 600
(UNI EN 607).
Per il dimensionamento dei pluviali cfr. la Tab. F.2.6./2. 250 400 550 780 1080

FIG. F.2.6./33 CANALI DI GRONDA

F 182
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
COPERTURE DISCONTINUE 6.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.2.6./34 CANALI DI GRONDA E SCOSSALINE

B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA

C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF

D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU

E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE

F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP

G.ANISTICA
URB

RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC

F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ

F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER

F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC

F.5. I
D
ARRE

F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER

FIG. F.2.6./35 TIPI DI SCOSSALINE SENZA RISVOLTO FERMA ACQUA (spessore 8 mm)

.
F.2.6 TURE
R
COPE NTINUE
DISCO

F 183
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
6. COPERTURE DISCONTINUE

➦ RACCOLTA E SMALTIMENTO DELLE ACQUE METEORICHE

FIG. F.2.6./36 CANALI DI GRONDA

GIUNTI DI SCORRIMENTO
FIG. F.2.6./37 GIUNTI DI SCORRIMENTO

Per consentire le dilatazioni termiche i canali di gronda hanno generalmente lunghezza ≤ 15 m. Oltre tale misura è necessario inserire i giunti di scorrimento.

F 184
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
COPERTURE TRASLUCIDE E TRASPARENTI 7.

COPERTURE DI VETROCEMENTO A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
Le coperture di vetrocemento, piane o inclinate, sono costituite da diffusori di vetro, FIG. F.2.7./1 DIFFUSORI ADATTI ALLA REALIZZAZIONE DI SOLETTE PIANE
l’armatura d’acciaio e il getto di calcestruzzo . E CURVE

B.STAZIONI DILEGIZLII
Sono generalmente realizzate con pannelli prefabbricati, limitatamente alle possibilità
di manovra e trasporto. La realizzazione in opera è in genere limitata alle grandi coper-
PRE I ED
ture piane, alle volte e alle cupole; questi casi richiedono un piano di posa in legname NISM
perfettamente liscio. ORGA

C.RCIZIO E
CRITERI DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE ESE ESSIONAL
PROF
Se le sedi di appoggio sono costituite da travi in calcestruzzo, prima di posare in opera

D.GETTAZIONE
i pannelli è necessario attendere il completo disarmo e la stagionatura delle travi.
Il vincolo tra le strutture che portano le solette di vetrocemento deve essere esclusiva-
mente un vincolo di appoggio. Sono pertanto da escludere i vincoli di incastro o qualsiasi PRO TTURALE
collegamento rigido con le strutture portanti. STRU
Analogamente a quanto accade per le pareti, tra le solette di vetrocemento e gli appoggi
è necessario interporre, per l’intero perimetro, cartoni catramati o feltri bitumati al fine di
assecondare gli scorrimenti relativi. E.NTROLLO
L’impermeabilità è data dall’accurata costipazione dei getti, cosicché il calcestruzzo CO NTALE
risulti privo di bolle d’aria e compatto, e dall’assenza di fenomeni di ritiro. Un adeguato AMBIE
dosaggio per il conglomerato cementizio è 400 Kg di cemento per 1.00 mc di impasto.
L’armatura è realizzata con tondini di acciaio collocati tra i diffusori, adeguatamente
distante da essi. Le armature principali sono collocate nella parte inferiore della soletta, F. TERIALI,TECN
ICHE
tessute secondo la minore dimensione. MA ONENTI,
COMP
Impiegando i pannelli, questi devono essere tenuti umidi per almeno 4 giorni, durante
la fase di indurimento.
Un’armatura di ripartizione viene posta al di sopra e ortogonalmente a quella principale.
In prossimità dell’estradosso della soletta viene posto un ulteriore reticolo di tondini,
posato quando il getto del conglomerato è giunto al livello. Tale reticolo è particolarmente
G.ANISTICA
URB
indispensabile se la soletta è esposta a repentine variazioni termiche.
Le fasce piane perimetrali hanno generalmente una larghezza maggiore di alcuni centi-
metri di quella delle fasce intervetro.
L’accostamento di pannelli su elementi portanti richiede la realizzazione di giunti eseguiti
con opportune modinature riempite con mastice di asfalto, oppure con coprigiunti in
lamiera zincata, ancorati su tasselli di legno predisposti, che proteggono i bordi rialzati
RALI
di pannelli contigui. F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC

F.2. URE
TAB. F.2.7./1 DIMENSIONAMENTO DELLE ARMATURE CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
i H h a b c LUCE a b c LUCE a b c LUCE a b c LUCE
cm mm m 1,00 mm m 1,50 mm m 2,00 mm m 2,50 F.3. IONI
IZ
PART E
N
19 5,5 4,0 8 6 4 600 8 6 4 200 8 6 4 100 - - - - - - - - - - - - INTER
19 8,5 7,0 10 8 4 2000 10 8 4 800 10 6 4 350 10 6 4 200
F.4. NTI DI E
22 6,0 4,0 10 8 4 900 10 8 4 350 10 6 4 150 10 6 4 70 ELEME NICAZION
COMU ALE
19 5,5 4,0 8 6 4 600 8 6 4 200 8 6 4 100 - - - - - - - - - - - - VERTIC

FIG. F.2.7./2 ESEMPIO DI DIMENSIONAMENTO DELLE ARMATURE PER SOLETTE IN VETROCEMENTO – TONDINI Ø (mm) E SOVRACCARICO (kg/mq) SULLA LUCE LIBERA
F.5. I
D
ARRE

F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER

.
F.2.6 TURE
R
COPE NTINUE
DISCO
E
. SLUCID
F.2.7 TURE TRA
PER TI
CO PAREN
S
E TRA

F 185
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
7. COPERTURE TRASLUCIDE E TRASPARENTI

➦ COPERTURE DI VETROCEMENTO

FIG. F.2.7./3 TIPI DI VINCOLO

F 186
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
BALCONI 8.

BALCONI A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.2.8./1 PARAPETTI, RINGHIERE, SCOSSALINE

CORRELAZIONE CON IL PARAPETTO


PROFILO METALLICO
AFFOGATO NELLA MURATURA B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA

SCOSSALINA
METALLICA C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PAVIMENTO PAVIMENTO PROF
ZANCA
ALLETTAMENTO
D.GETTAZIONE
ALLETTAMENTO

GUAINA GUAINA PRO TTURALE


ASFALTO ASFALTO STRU

PENDENZA PENDENZA E.NTROLLO


CO NTALE
SISTEMA DI ATTACCO AMBIE
PARAPETTI PREFABBRICATI
PARAPETTO IN MURATURA PARAPETTO PREFABBRICATO
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP

PIASTRA TELAIO

G.ANISTICA
IN PIOMBO PARAPETTO
SIGILLANTE URB
SILICONICO
COPERTINA
IN PIETRA
TASSELLO
A ESPANSIONE
SIGILLANTE
TELAIO ANCORATO TELAIO ANCORATO
SILICONICO RALI
CON TASSELLI CON ZANCHE ANNEGATE F.1. I PERIMET
T
A ESPANSIONE NEL GETTO DI CLS PARE ALI
VERTIC

MASSETTO
TELAIO
PENDENZE F.2. URE
CHIUS ONTALI
PARAPETTO
Z
ORIZ
GOCCIOLATOIO IMPERMEABILIZZAZIONE GHIERA COPRIFILO
COPERTINE E SCOSSALINE
F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER

STRATO F.4. NTI DI E


DI ASFALTO ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
IN PIETRA
SCOSSALINA
F.5. I
A SCATTO D
ARRE

GUAINA F.6. AZIONI


M
ASFALTO SISTE E
N
ESTER
IN COTTO
TASSELLO
IN LAMIERA IN LEGNO

CORRELAZIONI ALLA CHIUSURA VERTICALE CON TAGLIO TERMICO


SU PORTA
INT EST ANCORAGGIO INT EST FINESTRA
A ESPANSIONE SCOSSALINA
INTONACO
SCOSSALINA METALLICA
METALLICA ANNEGATA COLLO
PAVIMENTAZIONE
NEL CLS RETINATO
PANNELLO
ISOLANTE ALLETTAMENTO
E
PAVIMENTAZIONE . SLUCID
F.2.7 TURE TRA
ALLETTAMENTO PER TI
CO PAREN
PANNELLO S
ISOLANTE E TRA
GUAINA ASFALTO
MASSETTO PENDENZE
.
F.2.8 NI
O
BALC

F 187
F.2. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI
9. GIUNTI DI DILATAZIONE

GIUNTI DI DILATAZIONE

Tutti i materiali, in mi- FIG. F.2.9./1 SOLAI DI COPERTURA E INTERMEDI


sura diversa, sono sog-
getti a mutare dimen-
sione se sottoposti a va-
riazioni di temperatura.
Nei corpi di fabbrica in
elevazione, realizzati
con materiali non adatti
ad assorbire con con-
tinuità le deformazioni,
è necessario predispor-
re delle discontinuità
(calcolabili) per evitare
che la dilatazione (po-
sitiva o negativa) non
consentita, possa pro-
vocare fratture, coazio-
ni, rotture.
Particolare attenzione è
richiesta nel disegno del
giunto di dilatazione a
evitare che la disconti-
nuità possa agevolare la
creazione di vie d’acqua,
di ponti termici, di ponti
acustici indesiderati.
I materiali elastici predi-
sposti a chiusura delle
discontinuità possono
necessitare di operazio-
ni di manutenzione pro-
grammate.

TAB. F.2.9./1 COEFFICIENTI DI DILATAZIONE


LINEARE DI ALCUNI MATERIALI

METALLI E LEGHE
acciaio 0,000012
alluminio 0,000024
bronzo 0,000018
ferro omogeneo 0,000012
ghisa 0,000011
ottone 0,000018
rame 0,000017
PIETRE – MURATURE
ardesia 0,000010
arenaria 0,000010
conglomerato cementizio 0,000012
granito 0,000009
intonaco 0,000016
marmo 0,000007
muratura di pietrame 0,000006
muratura di mattoni 0,000006
pietra calcarea 0,000007
LEGNAMI (parallelamente alla fibra)
abete 0,000003
acero 0,000006
pino 0,000005
quercia 0,000004
LEGNAMI (trasversalmente alla fibra)
abete 0,000057
acero 0,000048
pino 0,000037
quercia 0,000054
VETRI 0,00000

F 188
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • CHIUSURE ORIZZONTALI F.2.
GIUNTI DI DILATAZIONE 9.

A.ZIONI
NO RALI DI E
FIG. F.2.9./2 SOLAI DI COPERTURA E INTERMEDI GENE ETTAZION
PROG

B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA

C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF

D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU

E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE

F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP

G.ANISTICA
URB

RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC

F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ

F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER

F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC

F.5. I
D
ARRE

F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER

.
F.2.9 I DI
T
GIUN ZIONE
A
DILAT

F 189
F.3. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARTIZIONI INTERNE
1. TRAMEZZI

TRAMEZZI IN LATERIZIO, IN BLOCCHI DI CALCESTRUZZO, IN PANNELLI DI GESSO, IN LEGNO

Con il termine partizione interna si intende (UNI 7960) FIG. F.3.1./1 TIPOLOGIE DEGLI ELEMENTI
l’unità tecnologica destinata a separare gli spazi interni
che sono compresi tra le partizioni orizzontali, a
regolare le comunicazioni tra di essi e contribuire alla
fornitura dei livelli di attrezzamento necessari allo svol- 50
25 33 50 25 33
gimento delle attività previste. La separazione è attuata
dal punto di vista fisico, ottico, acustico, termico, psico- 25 33
logico. Le partizioni interne possono essere:
semplici: quando assolvono la funzione principale di

25

12/15
dividere gli spazi interni secondo quanto già detto;
25 25
attrezzate: quando assolvono la funzione principale di
dividere gli spazi interni ma contengono anche sistemi
impiantistici;
8 TRAMEZZE 8 TRAMEZZE
contenitori: quando, assolvendo la funzione principale, 12
prevedono la possibilità di contenere oggetti; SUPER
12 8 6
mobili: quando, attraverso facili meccanismi, possono
essere rimosse annullando, con continuità nel tempo, la 120
120/140
140/160
160 IN LATERIZIO 40/50
40 50/60
60/120
120/200
200
separazione tra ambienti.
Le partizioni interne devono rispondere a requisiti relativi
alle esigenze di fruibilità, di benessere, di incolumità e
sicurezza, di prevenzione contro il danneggiamento;
devono rispondere a esigenze estetiche, di utilizzazione
25
delle risorse (integrabilità con elementi diversi), di even- 25
tuale coordinamento dimensionale, di sicurezza nella
fase di produzione. 8 12
TRAMEZZONE TAVELLONI 3/4/6
IN GESSO

IN CALCESTRUZZO
ALLEGGERITO A GIUSTAPPOSIZIONE A INCASTRO ARCHITRAVI
GETTO CON GETTO CON
ARMATURA ARMATURA
ORIZZONTALE VERTICALE

cm 12 x 27 x 74 cm 6 x 50 x 66,6

RINFORZI

cm 6 x 33,3 x 100 cm 6 x 50 x 66,6


CON ARCHITRAVE SENZA ARCHITRAVE RIVESTIMENTO
IN COMPENSATO
IMPIALLACCIATO
PARTIZIONI CON TELAI DI LEGNO TELAIO IN LEGNO A FACCIA VISTA

RIVESTIMENTO
IN MASONITE
PANNELLO O COMPENSATO
IN GESSO FINITO CON CARTA

CORNICI IN CEMENTO O GESSO BATTISCOPA IN CERAMICA BATTISCOPA IN LEGNO BATTISCOPA ATTREZZATO

PROFILO IN
ALLUMINIO
A SCATTO
CAVI
ELETTRICI
PROFILO
METALLICO
PORTANTE
TASSELLO A GUARNIZIONE
ESPANSIONE
LIVELLO PAVIMENTO

F 190
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARTIZIONI INTERNE F.3.
TRAMEZZI 1.

LASTRE E PANNELLI A.ZIONI


NO RALI DI E
FINITURA IN LASTRE DI INTONACO GENE ETTAZION
PROG

Lo strato di finitura delle partizioni interne può essere realizzato con intonaco (cfr. F.1.2). Sull’intonaco possono essere successivamente applicate le tappezzerie, le carte da parati,
le pitture, gli stucchi. Altri sistemi di finitura prevedono l’impiego di doghe (metalliche, di legno, di materiali plastici) ovvero lastre di intonaco prefabbricate.
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
TAB. F.3.1./1 PANNELLI DI GESSO SU POLISTIROLO ESPANSO ORGA

Lastra + Spessore Spessore Lastra Spessore Spessore Lastra Spessore


PE +lastra totale
Peso
(kg/mq)
Lastra
+ PE(mm)
totale
Peso
(kg/mq)
+ PE totale
Peso
(kg/mq)
Lastra
(mm)
totale
Peso
(kg/mq)
+ lana totale
Peso
(kg/mq)
C.RCIZIO E
(mm) (mm) (mm) (mm) (mm) (mm) (mm) (mm) ESE ESSIONAL
PROF
10 + 20 + 10 40 16,80 10 + 20 30 8,7 10 + 60 70 9,2 10 + 30 40 9,3 10 + 30 40 10,7
10 + 30 + 10 50 17,00 13 + 20 33 10,7 10 + 40 50 9,6 10 + 40 50 11,6
10 + 40 + 10 60 17,10
10 + 30 40 8,7
13 + 60 73 11,5
10 + 50 60 10 10 + 50 60 12,5 D.GETTAZIONE
13 + 30 43 11 10 + 70 80 9,3 10 + 60 70 10,3 10 + 60 70 13,4 PRO TTURALE
10 + 50 + 10 70 17,30 STRU
10 + 40 50 8,9 10 + 80 90 9,5 10 + 70 80 10,7 10 + 70 80 14,3
10 + 60 + 10 80 17,40
13 + 40 53 11,2 10 + 80 90 11 10 + 80 90 15,2
10 + 70 + 10 90 17,60 10 + 50 60 9
10 + 90 100 9,6
10 + 90 100 11,4 10 + 90 100 16,1 E.NTROLLO
10 + 80 + 10 100 17,70 13 + 50 63 11,3 10 + 100 110 9,8 10 + 100 110 11,7 10 + 100 110 17,0 CO NTALE
AMBIE
FIG. F.3.1./2 SCHEMI DI INCOLLAGGIO CON MALTA ADESIVA
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
3 cm
COMP

G.ANISTICA
URB
35 35 35

35 Ø10
10
SU FONDI SU FONDI
IRREGOLARI REGOLARI
RALI
1. LASTRA 1. LASTRA 3 cm 1. LASTRA 1. LASTRA F.1. I PERIMET
T
IN GESSO IN GESSO IN GESSO IN GESSO PARE ALI
1 2 1 3 2 1 2 1 1 3 2 1 1 2 VERTIC
1. LASTRA 3. BARRIERA 3. BARRIERA
IN GESSO AL VAPORE AL VAPORE
F.2. URE
2. POLISTIROLO 2. POLISTIROLO 2. POLISTIROLO 2. POLISTIROLO CHIUS ONTALI
Z
ESPANSO ESPANSO ESPANSO ESPANSO 2. LANA DI ROCCIA ORIZ
O ESTRUSO O ESTRUSO O ESTRUSO O ESTRUSO VULCANICA AD ALTA
(densità 35 kg/m 3)
(densit (densità 35 kg/m 3)
(densit (densità 35 kg/m 3)
(densit (densità 35 kg/m 3)
(densit DENSITA' (30 kg/m 3)
F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER

SUCCESSIONE DEGLI STRATI NELLE LASTRE SANDWICHES


CORRENTI F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
COLLA IN LEGNO
VERTIC
BARRIERA
AL VAPORE
COLLA BATTISCOPA COLLA F.5. I
D
ARRE
Spessore 1 cm

FOGLIO VITI
IN PVC
LEGNO F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
PAVIMENTO
PAVIMENTO ESTER

PER LOCALI UMIDI CON TELAIO INCHIODATO


CORRELAZIONE D’ANGOLO
D ANGOLO MONTAGGIO (bagni, cucine) ALLA MURATURA ESISTENTE

FORO PER SCATOLA CAVI TRACCE


IMPIANTO ELETTRICO ELETTRICI PER MPIANTI

TASSELLO ANCORATO
ALLA MURATURA
RETROSTANTE

.
MURO F.3.1EZZI
PER CARICHI LEGGERI PER CARICHI PESANTI
TRAM

F 191
F.3. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARTIZIONI INTERNE
1. TRAMEZZI

➦ LASTRE E PANNELLI

LASTRE DI GESSO SU ORDITURA FIG. F.3.1./3 CARTONGESSO


METALLICA
ELEMENTI DI FISSAGGIO TIPI DI PROFILATI PER IL TELAIO TIPI DI BORDI DELLE LASTRE
L’ordito metallico è realizzato con profili in lamiera d’ac-
ciaio di almeno 0,60 mm di spessore, piegata a freddo, SVASATA 25 o 100
protetta contro la corrosione mediante una galvanizza- CON IMPRONTA a “C” ASSOTTIGLIATO
zione a caldo. A CROCE
Gli elementi di fissaggio delle lastre di gesso al telaio SVASATA 25 o 45
sono costituiti da viti a testa svasata, in modo da non CON IMPRONTA a “U” DRITTO
penetrare nella lastra; l’impronta per l’avvitatura è a A CROCE
croce e le viti devono essere protette contro la corro- TONDA 9,5 o 25
sione mediante un trattamento di fosfatazione o con un CON IMPRONTA ad “ Ω” SMUSSATO
rivestimento di cadmiatura (UNI 9227). A CROCE
Le modalità di esecuzione delle partizioni interne me-
diante lastre di gesso rivestito su orditura metallica sono
ATTACCHI A SOFFITTO
contenute nella norma UNI 9154.
La svasatura del pannello è fatta per alloggiare e inte-
grare in essa lo spessore del sistema di connessione
(colle, malte, bande tessili).

FOGLIO
DI PROTEZIONE
SU MONTANTI SU LASTRA DI GESSO SU PIGNATTA IN PVC

MASSETTO

ATTACCHI A PAVIMENTO

POSA SU
CALCESTRUZZO
TOLLERANZA CEMENTIZIO
CON VITE CON VITE A COLLA DI MONTAGGIO
A ESPANSIONE
FIG. F.3.1./4 GIUNTI DI CORRELAZIONE
CHIUSURA DEI GIUNTI INCROCIO A "T" VANO LIBERO

LASTRA
IN GESSO

MALTA DI
RIEMPIMENTO

NASTRO
ARMATO

ANGOLO

STRATI DI CONTROTELAIO
FINITURA
SOVRAPPOSTI

LASTRA ATTACCO
IN GESSO A UN SERRAMENTO
INTERNO

MALTA DI
RIEMPIMENTO
ELEMENTI
ELASTICI

FINITURA
CORRELAZIONE CON I VANI GIUNTO DI DILATAZIONE

F 192
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARTIZIONI INTERNE F.3.
TRAMEZZI 1.

LASTRE DI GESSO SU ORDITURA METALLICA E ACCESSORI A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.3.1./5 DISPOSIZIONI PARTICOLARI DI POSA IN OPERA

2 PANNELLI
3 PANNELLI TRAMEZZI
INSONORIZZATI
B.STAZIONI DILEGIZLII
ISOLANTI PRE I ED
ISOLANTE IN NISM
ORGA
ISOLANTI (Peso: – 57 kg/ml)
FIBRE MINERALI
2 PANNELLI
ISOLANTI
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
TRAMEZZI PROF
INSONORIZZATI
3 PANNELLI
D.GETTAZIONE
(Peso: – 70 kg/ml)
TRAMEZZO ISOLANTI
PRO TTURALE
STRU

ISOLANTE
CORRELAZIONI TRA PARETI INSONORIZZANTI
E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
IN FIBRE MINERALI SOLAIO
POSA IN OPERA CENTINATURA
DI PANNELLI CURVI IN LEGNO

F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
LISTE DI
LATO DELLA LASTRA MASONITE
TELAIO IN
DA INUMIDIRE MULTISTRATO
LISTELLI
G.ANISTICA
TRUCIOLATO
IN LEGNO URB
O INTERASSE
SOSPENSIONE DI 1200 mm
CONTROSOFFITTO
IN GESSO

TRAMEZZO
RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
VERTIC

a a F.2. URE
b
a
CHIUS ONTALI
Z
900-1200 mm
b ORIZ
lunghezza della lastra

REGOLI PER CENTINA RICAVATA MECCANICI VARIABILI POSA PARALLELA POSA PERPENDICOLARE
SUPERFICI CURVE DA PROFILATO A) ESTERNO DRITTO B) ESTERNO CURVATO F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER

MURO MURO MURO


F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
STAFFA COMU ALE
SUPPORTO VERTIC
CASSETTA
INCASSO
PANNELLO DI GESSO PANNELLO DI GESSO PANNELLO DI GESSO F.5. I
D
ARRE
PANNELLI DI GESSO SU SUPPORTI PORTANTI ESISTENTI

F.6. AZIONI
M
GAMMA DI VITI SISTE E
N
UTILIZZABILI ESTER
CARICHI LEGGERI kg 15
(quadri, specchi ecc.) TELAIO
SUPPORTO
APPENDIQUADRI
SENZA TESTA TASSELLO
IN LEGNO
CARICHI MEDI kg 40
(armadietti, mensole, A TESTA TONDA
applique ecc.)
ANCORETTA A CADUTA

TESTA FRESATA
SUPPORTO
RUBINETTERIA

A SQUADRA
TASSELLO
SSELLO IN PLASTICA
GUIDA

PENSILI kg 50 A GANCIO
LIBRERIE

SUPPORTO UNIVERSALE SUPPORTO .


ANCORETTA A SCATTO
A OCCHIELLO F.3.1EZZI
BILATERALE PER SERVIZI IGIENICI
TRAM

F 193
F.3. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARTIZIONI INTERNE
1. TRAMEZZI

PARTIZIONI SPOSTABILI

FIG. F.3.1./6 SEMPLICI FIG. F.3.1./7 ATTREZZATE

PANNELLO PANNELLO PANNELLO


CON VANO VETRABILE PORTA OPACO PORTA VETRINA ANTE OPACHE

H3 H3 H3 H3
PANNELLO
H H2 CON SOPRALLUCE H H2
2150 2150
H1
ELEMENTI TIPO H1
ELEMENTI TIPO

60 60 60

SEZIONE
VERTICALE
H3 H3 SU MODULO
CIECO

H3

RIPIANO

ISOLANTE
H2 H
H

2150

2150
SISTEMA
H1 DI CONTRASTO

BATTISCOPA
60 ATTREZZATO
60

VETRATO PORTA OPACO SOPRALLUCE 460-500


GIUNZIONI

ANTA
LM OPACA
76

ANTA
5 VETRATA SPORTELLO
LM LM LM
a "T" CORRENTE a "L" LM S LM LM

PORTA IN CRISTALLO ANTINFORTUNIO

MODULO CON PORTA TAMBURATA

950 o LM SEZIONE ORIZZONTALE

GIUNZIONE
PORTA TAMBURATA CONTROMURATURA INSONORIZZAZIONE
EVENTUALE VANO SOTTO
PASSAGGIO CAVI MODULO SPORTELLO SPORTELLO
OPACO ARMADIO VETRATO

S
S 950
950 + S = LM LM 5-15
LM S + 950 = LM LM
SEZIONE ORIZZONTALE
SEZIONE ORIZZONTALE

F 194
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARTIZIONI INTERNE F.3.
SERRAMENTI INTERNI 2.

PORTE A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
Il legno utilizzato per realizzare serramenti interni deve essere stagionato, deve avere un contenuto d’acqua inferiore al 15%, non deve avere nodi, non deve avere fenditure. PROG
Il legno deve essere sottoposto a trattamenti superficiali e/o impregnanti. L’idoneità tecnica delle specie legnose per serramenti interni è descritta nella norma UNI 8938, mentre

B.STAZIONI DILEGIZLII
i procedimenti di impregnazione e di preservazione fanno capo alla norma UNI 8662/2.
FIG. F.3.2./1 PORTE PRE I ED
NISM
SERRAMENTO ORGA
TELAIO FISSO IN LAMIERA CONTROTELAIO

C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL

0
TELAIO

20
CONTINUO PROF
20

D.GETTAZIONE
DOGA
PANNELLO
VANO LIBERO 196 ÷ 210

TELAIO PRO TTURALE

40
IN ACCIAIO STRU
INSERITO
NEL PROFILO
ELEMENTI D'IMBOTTE
IRRIGIDIMENTO
MOSTRA
E.NTROLLO
CO NTALE
H MANIGLIA 105

AMBIE
IN PROFILO
D’ACCIAIO
ACCIAIO

F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
25,4

DOGHE COMP
ALVEOLATE

40
max 90 (1 anta
anta) TELAIO CONTROTELAIO IN LAMIERA PIEGATA IN PVC

G.ANISTICA
MOBILE

URB

IN LEGNO (tavolato
(tavolato) IN LEGNO (tamburato
(tamburato)
RALI
F.1. I PERIMET
T
IN LEGNO (specchiata) PARE ALI
VERTIC
INTONACO
CONTROTELAIO F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
IN LEGNO (multistrato
(multistrato) IN PROFILO D’ACCIAIO
D ACCIAIO

F.3. IONI
IZ
METALLO TELAIO FISSO MOSTRA PART E
N
SMALTATO IN ACCIAIO
MOSTRA INTER

F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
TELAIO IN METALLO TELAIO PORTA SEZIONE VERTICALE COMU ALE
IN PROFILO IN LEGNO VERTIC
D’ACCIAIO
ACCIAIO
PORTA SCORREVOLE INSERITA NELLO SPESSORE DEL TRAMEZZO PORTA SCORREVOLE INSERITA IN UN TRAMEZZO F.5. I
D
LAMIERA ARMATURA SALDATA PROFILO TRAMEZZO ARRE
TRAMEZZO D’ACCIAIO
ACCIAIO ZINCATA ALL’INVOLUCRO
ALL INVOLUCRO IN LAMIERA DI TENUTA

F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER

GUARNIZIONI

BATTUTA

ZANCA FERMO INTONACO MOSTRA

.
F.3.1EZZI
TRAM

REGOLAZIONE SEZIONE PROSPETTO LATERALE .


F.3.2 MENTI
SERRA I
N
INTER
MECCANISMO DI SCORRIMENTO CAVALLOTTO DI FISSAGGIO ALLA PORTA GUIDA A PAVIMENTO FERMO A PAVIMENTO

F 195
F.3. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARTIZIONI INTERNE
2. SERRAMENTI INTERNI

PORTE ANTINCENDIO

Sono realizzate in lamiera d’acciaio pressopiegata, dine alla resistenza meccanica sotto l’azione del fuoco, portamento al fuoco). Le guarnizioni nelle porte REI sono
calibrata a freddo, con interposti materiali ignifughi. REI attitudine alla resistenza meccanica e all’isolamento termoespandenti in modo da assicurare l’isolamento
Possono essere anche vetrate con specchiature adatte. termico (impedisce il passaggio di calore e di fumo sul completo tra gli ambienti.
La battuta, le serrature, le cerniere e tutti gli accessori lato opposto); il numero che segue la certificazione indica Il comando di chiusura può essere affidato a sistemi di
devono confortare la classe di tenuta prevista dalle ante. la durata della prestazione provata in minuti primi: 60, termovalvole. Se la porta funziona anche come uscita di
Le prove certificano la classe d’appartenenza: RE attitu- 90, 120 (cfr. Pareti perimetrali, verticali, laterizio – Com- sicurezza sarà corredata da maniglia antipanico.
FIG. F.3.2./2 CORRELAZIONI CON IL VANO MURARIO

LAMIERA PIEGATA

MAX MAX
5 TOLLERANZA 5 TOLLERANZA
63 REI 120
48 REI 60

73 REI 120
58 REI 60
MATERIALE
ISOLANTE 32
58 mm 58 mm 15
GUARNIZIONE GUARNIZIONE GUARNIZIONE
TERMOESPANDENTE TERMOESPANDENTE TERMOESPANDENTE

INSERZIONE OBLO’
OBLO
34 L1 NELLA PORTA CON
L2 34
VETRO REI 120

REI 120

GUARNIZIONI
TERMOESPANDENTI GUARNIZIONI
TERMOESPANDENTI FERMAVETRO

REI 60

INSERZIONE OBLO’
OBLO
NELLA PORTA CON
VETRO REI 60
5 mm

11
35 mm 32 mm
59 mm

TELAIO ESTERNO
TELAIO ESTERNO
TELAIO ESTERNO

GUARNIZIONE
GUARNIZIONE
TERMOISPANDENTE
VANO

VANO
TERMOISPANDENTE
VANO

CON TELAIO
32 mm
DI BATTUTA
CON TELAIO
DI BATTUTA

PROFILO IN LAMIERA 200 mm


PER LA MOSTRA ZANCA
COPRIFILO
20-30 mm
PROFILO

50÷60
50 60 mm

CONTROTELAIO
DISTANZIATORI PER
REI 60 50 x 30 x 2 REI 60 50 x 20 x 2 REI 60 50 x 30 x 2
ZANCA IL TRASPORTO DA
REI 120 60 x 30 x 2 REI 120 60 x 20 x 2 REI 120 60 x 30 x 2
200 mm DISSALDARE IN OPERA
DIMENSIONI CONTROTELAIO CONTROTELAIO

F 196
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • PARTIZIONI INTERNE F.3.
SERRAMENTI INTERNI 2.

RIVESTIMENTI ANTINCENDIO A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.3.2./3 RIVESTIMENTI ANTINCENDIO
RIVESTIMENTO DI TRAVE
B.STAZIONI DILEGIZLII
PROFILO A “C C” RIVESTIMENTO
50 x 27 x 0,6 mm DI PILASTRO
PRE I ED
NISM
LASTRE ORGA
TASSELLO
O IN GESSO

PROFILO A “C C” C.RCIZIO E
MORSETTO 50 x 27 x 0,6 mm ESE ESSIONAL
PROF
PILASTRO
LASTRE IN ACCIAIO
PROFILO
IN GESSO
D.GETTAZIONE
ANGOLARE TRAVE LASTRE STUCCO TRAVE PRO TTURALE
19 x 24 mm IN ACCIAIO IN GESSO COTTO SIGILLANTE IN ACCIAIO STRU

MORSETTI
MORSETTO PARASPIGOLO
PER LASTRE
PER PROFILI
DI BORDO
E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
DA 31 x 31 mm
PROFILO A “C C”
50 x 27 x 0,6 mm

SPEZZONE F. TERIALI,TECN
ICHE
TAVELLA
DI PROFILO A “C C” MA ONENTI,
COMP
50 x 27 x 0,6 mm
COME FERMOLASTRA
SEZIONE
VERTICALE
G.ANISTICA
URB
LASTRA IN GESSO COTTO
STUCCO PILASTRO
SIGILLANTE IN ACCIAIO
IN ADERENZA ALL’I
ALL INTRADOSSO DEL SOLAIO
MORSETTO PER PROFILO A “C C”
PROFILI A “C
C” 50 x 27 x 0,6 mm RALI
F.1. I PERIMET
T
SEZIONE PARE ALI
RIVESTIMENTI DI CAVEDI ORIZZONTALE VERTIC

F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
PROFILO ANGOLARE
DA mm 50 x 50 x 0,6
F.3. IONI
IZ
ASTA FILETTATA PART E
N
INTER
SEZIONE VANO LASTRE
ORIZZONTALE FIREBOARD
GRAPPE F.4. NTI DI E
nastro IN ACCIAIO ELEME NICAZION
spessore 15 mm COMU ALE
lunghezza 100 mm VERTIC
VITE AUTOPERFORANTE
FOSFATA mm 3,9/35
LASTRE PROFILO A “C C”
F.5. I
D
GESSO 50 x 40 x 3 mm
NASTRO ARRE
COTTO
PROFILO A “C C” SPESSORE 5 mm
50 x 40 x 3 mm LUNGHEZZA 20 mm
F.6. AZIONI
M
SEZIONE VERTICALE SISTE E
N
ESTER

LASTRE IN GESSO
LASTRE SPESSORE
IN GESSO SEZIONE VERTICALE MINIMO 25 mm

GRAPPE
stucco nastro IN ACCIAIO
CANALETTA spessore 25 mm
nastro PORTACAVI
spessore 15 mm lunghezza 20 mm
CANALETTA
lunghezza 100 mm

VITE AUTOPERFORANTE
FOSFATATA 3,9/35 mm

NASTRO
PROFILO A “C C” SEZIONE PROFILO ANGOLARE SPESSORE 25 mm
.
50 x 40 x 3 mm ORIZZONTALE 50 x 50 x 0,6 mm LUNGHEZZA 20 mm F.3.2 MENTI
SERRA I
N
INTER

F 197
F.4. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • ELEMENTI DI COMUNICAZIONE VERTICALE
1. SCALE

SCALE

FIG. F.4.1./1 SCHEMI COSTRUTTIVI

SCALE IN PIETRA SCALA IN MURATURA

GRADINO IN PIETRA

SCALA APPOGGIATA SUL NUCLEO SCALA A SBALZO DAL SOLETTA RAMPANTE


CENTRALE A SBALZO MURO D’AMBITO
D AMBITO
SEZIONE
VOLTINE A QUARTO DI PADIGLIONE
VOLTINE A COLLO D’OCA
D OCA

ALCUNE TIPOLOGIE DI GRADINI IN PIETRA


VOLTINE A BOTTE
PIANTA
SCALE IN CEMENTO ARMATO

SCHEMA COSTRUTTIVO 39
PIANEROTTOLO
PREFABBRICATO
28 22
GRADINO
A SBALZO 17

TRAVE A GINOCCHIO RIPRISTINO


SCALA SU SOLETTA SCALA A SBALZO ARMATURA
(i gradini sono portati) (i gradini sono delle mensole)
p p
RAMPA PREFABBRICATA
a
a

SPESSORE 12-20 cm SPESSORE 3-6 cm RIVESTIMENTO IN GOMMA POSATO A COLLA

EVENTUALE BOCCIARDATURA
ANTISCIVOLO LASTRE IN COTTO LASTRA
LASTRA
MALTA DI ALLETTAMENTO
MALTA DI
SOTTOGRADO ALLETTAMENTO
CONTRASTI PROVVISORI IN COTTO
ESEGUITI CON MATTONI
PIENI E GESSO SCAGLIOLA SOTTOGRADO 2 cm

GRADO 3 cm

GRADINO ESEGUITO
IN MATTONI FORATI
INTONACO

CLS ARMATO
CLS ARMATO
EVENTUALE PARASPIGOLO IN VITE DI FISSAGGIO
LAMIERA ZINCATA O DI ALLUMINIO GRADO FINITO

RIVESTIMENTO POSATO A COLLA 30 3

BETONCINO IN
CEMENTO
FRATTAZZATO 5
17
CLS ARMATO
4 TAVOLA
SCHIUMA POLIURETANICA

EVENTUALE PARASPIGOLO IN PROFILI IN LEGNO D’ANCORAGGIO


D ANCORAGGIO
LAMIERA ZINCATA O DI ALLUMINIO

F 198
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • ELEMENTI DI COMUNICAZIONE VERTICALE F.4.
SCALE 1.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.4.1./2 SCHEMI COSTRUTTIVI

SCALE IN LEGNO B.STAZIONI DILEGIZLII


MANCORRENTE PRE I ED
NISM
ORGA
BALAUSTRA
TAVOLATO
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
IN LEGNO DURO
PROF

D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
TRAVI IN STRU
LEGNO PORTANTI
PIANEROTTOLO
PIANEROTTOLO E.NTROLLO
CO NTALE
TAVOLATO PORTANTE
AMBIE
FINITURA IN

A MANCORRENTE
MOQUETTE F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
BALAUSTRA

G.ANISTICA
CONTROVENTATURA URB
TRAVE
PORTANTE

BALAUSTRA
GRADINO FINITURA IN
RALI
LEGNO DURO F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
SUPPORTO VERTIC
A TAVOLATO PORTANTE
GRADINO
SCHEMA DI PROSPETTO SEZIONE A A
F.2. URE
SCALE IN ACCIAIO CHIUS ONTALI
Z
ORIZ
TUBOLARE Ø 30 CLS IN
BALAUSTRA MANCORRENTE OPERA
F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER
RINGHIERA

GRADINO
F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
LAMIERA STIRATA

F.5. I
D
ARRE
PARTICOLARE DI SEZIONE DEI PARAPETTI GRADINO AUTOPORTANTE IN CLS

GIUNTO DI DILATAZIONE
LEGNO DURO GOMMA F.6. AZIONI
M
GETTO IN CLS
INCOLLATO INCOLLATA 0,5-0,7
0,5 0,7 SISTE E
N
ESTER

SUPPORTO IN
LAMIERA STIRATA

SUPPORTO IN FELTRO LAMIERINO LAMIERINO


LAMIERA STIRATA INCOLLATO STIRATO STIRATO

SCALE ESTERNE
SOLETTA IN CLS GHIAIA GHIAIA
SOTTOFONDO
RIGIDO 10 cm

10
QUOTA TERRENO
SOTTOGRADO
PREFABBRICATO .
IN CLS VIBROCOMPRESSO SOTTOGRADO F.4.1
SCALE

F 199
F.4. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • ELEMENTI DI COMUNICAZIONE VERTICALE
1. SCALE

➦ SCALE

FIG. F.4.1./3 SCALE IN ACCIAIO, A CHIOCCIOLA, SPECIALI

GRADINI PREFABBRICATI ALZATA

PEDATA
PARAPETTO

TONDO PORTANTE
GRADINO
TERRAZZO

TUBOLARE PER
SPESSORE DI ALZATE CORRIMANO
TIRAFONDI
SCALA A CHIOCCIOLA
CON GRADINI A SBALZO

GRADINI A MURO

ASSE CENTRALE;
può terminare a livello
pu
del corrimano o proseguire
sino al soffitto
PIANTA

PIEDE
PIASTRE LIVELLO DI PIANO D’APPOGGIO
APPOGGIO
D’APPOGGIO
APPOGGIO

CORRIMANO
IN LEGNO
O METALLO

BASE DI
APPOGGIO

SCALA A CHIOCCIOLA
SCALE DI SERVIZIO CON GRADINI APPOGGIATI

FIG. F.4.1./4 SCALE A SCOMPARSA

F 200
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • ELEMENTI DI COMUNICAZIONE VERTICALE F.4.
ASCENSORI E AUSILI MECCANICI 2.

ASCENSORI E AUSILI MECCANICI A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.4.2./1 VANI E LOCALI MACCHINE

SCHEMI VANI ANTINCENDIO


B.STAZIONI DILEGIZLII
CANNE DI PRE I ED
VANO MACCHINE NISM
VENTILAZIONE SCALA ORGA
130
ACCESSO
350
INDIPENDENTE 240 C.RCIZIO E
VANO FILTRO ESE ESSIONAL
PROF
220
PIANO COPERTURE
CABINA
CANNE DI VENTILAZIONE PORTE R.E.I. D.GETTAZIONE
ULTIMO DISIMPEGNO AERATO PRO TTURALE
PIANO
CANNE DI VENTILAZIONE STRU
VANO FILTRO

E.NTROLLO
DETTAGLIO DELLE CANNE DI VENTILAZIONE CO NTALE
CABINA VANO MACCHINE PORTE R.E.I. AMBIE

A A' F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
ULTIMO PIANO
COMP

SHUNT
G.ANISTICA
URB

150 160

ASCENSORE ASCENSORE SEZIONE A-A'


A-A PIANTA
OLEODINAMICO ELETTROMECCANICO
RALI
F.1. I PERIMET
T
AERAZIONE PARE ALI
MAX 5 cm 35 cm
MURO TAGLIAFUOCO VERTIC

PORTE DI PIANO PORTE DI CABINA PORTA R.E.I. AERAZIONE

PROFILI IN METALLO F.2. URE


CHIUS ONTALI
PIANEROTTOLO VANO CORSA
Z
ORIZ
25 APERTURA
PORTA R.E.I.
AERAZIONE F.3. IONI
IZ
MAX 5 cm VANO SCALE PART E
N
INTER
TOLLERANZA
MINIMA
CABINA ASCENSORE F.4. NTI DI E
20 cm 20 cm SOLAIO TAGLIAFUOCO INCOMBUSTIBILE ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC

min 70 F.5. I
D
75

ARRE
m
in
in

70
m

F.6. AZIONI
M
min 75 SISTE E
N
ESTER

PIATTAFORMA 40 90
min 130

BRACCIOLO
GIREVOLE

min 70
max 110
93
.
59 F.4.1
53 SCALE
30
. SILI
110 53 30 F.4.2 SORI E AU
N
SEDILE PREFERIBILMENTE < 4 m 46 25 ASCE NICI
A
MECC

F 201
F.5. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • ARREDI
1. BAGNI

PARETI TECNICHE

Sono pareti che, oltre la funzione di separare gli ambien- FIG. F.5.1./1 PARETE TECNICA PER VASO E BIDET SOSPESI
ti, associano o integrano le esigenze impiantistiche ad
essi relativi.
La schematura idraulica delle cucine e dei bagni è com-
posta da:
a) sistema di alimentazione;
b) sistema di smaltimento;
c) sistema di ventilazione. ATTACCO DI ATTACCO DI
ACQUA CALDA ACQUA FREDDA
L’alimentazione provvede alla distribuzione dell’acqua A DISPOSIZIONE A DISPOSIZIONE
fredda e calda, alla distribuzione del gas combustibile,
all’immissione di aria fresca.
Lo smaltimento provvede a scaricare le acque usate, i ATTACCHI ACQUE
FREDDA E CALDA
gas combusti, l’aria esausta.
PER APPARECCHI
La ventilazione provvede alla aerazione dei collettori di DERIVATI
scarico.
Per quanto riguarda i materiali utilizzati nella realizza-
zione delle schemature essi dovranno rispondere a una
TRAVERSE ATTACCO DI
serie di requisiti fisici, chimici, di messa in opera e di PORTANTI VENTILAZIONE
ubicazione indicati dalle normative in relazione ai sistemi PER APPARECCHI
dei quali sono componenti (alimentazione, smaltimento, DERIVATIDERIVATI
ventilazione) e alla tipologia di appartenenza (residen-
ze, edifici pubblici, ospedali). COLLETTORE DI
Le schemature vanno adeguatamente isolate con prov- VENTILAZIONE
vedimenti termoacustici (materassini di fibra di vetro,
guaine in espanso, schiume di resine poliuretaniche), a
evitare fenomeni di condensa, dispersione di calore,
GRUPPO DI
trasmissione di rumori. MISCELA BIDET
Le schemature dovrebbero essere ubicate in modo da
PIASTRA DI H
garantire una buona manutenzione delle stesse senza FISSAGGIO
dover distruggere altri elementi costruttivi. VASO PIASTRA DI
Il sistema di alimentazione, a valle della bocca di eroga- FISSAGGIO BIDET
zione (e contatore) della azienda erogatrice, deve fare
capo a un sistema di saracinesche che garantisca l’in-
RUBINETTI DI
tercettazione del flusso entrante e il suo arresto.
INTERCETTAZIONE
Le tubazioni sono completate da raccorderie varie, che
ACQUE FREDDA
ne permettono l’assemblaggio, dalle rubinetterie, dai E CALDA
sifoni (chiusure idrauliche), dagli organi di lavaggio del
vaso igienico.
I vani che ospitano i servizi devono garantire una facile PAVIMENTO
pulizia e un’adeguata igiene. Gli apparecchi devono tro- FINITO ATTACCO DI
vare, nelle pareti che delimitano il vano, sistemi di fissag- SCARICO PER
gio sicuri e affidabili. APPARECCHI
DERIVATI
Le norme riguardano, in particolare:
1. tubazioni, raccorderie, rubinetterie, miscelatori;
2. apparecchi sanitari e acquai; VITI DI COLLETTORE
3. sifoni; REGOLAZIONE DI SCARICO
4. apparecchi termici; PER MESSA A
5. apparecchi elettrici di comando. TIRANTI PER
LIVELLO BLOCCO FISSAGGIO BLOCCO
A queste vanno aggiunte quelle più generali sui materiali
da costruzione che comunque intervengono nella realiz-
zazione del manufatto. COLONNA DI
CIRCOLAZIONE
ACQUA CALDA

TAB. F.5.1./1 INDICAZIONI GEOMETRICHE

H-L = ALTEZZA E LUNGHEZZA DEL BLOCCO


(parete tecnica) COLONNA COLONNA
COLONNA DI COLONNA DI ACQUA DI ACQUA
Possono variare in funzione dell’esecuzione del blocco. VENTILAZIONE DI SCARICO FREDDA CALDA
Le minime dimensioni per un’esecuzione standard sono
di 90 x 90 cm. Si possono comunque realizzare pareti
tecniche di oltre 5 m di lunghezza e di altezza superio-
re a 2,50 m.
PARETE FINITA

S = SPESSORE DEL BLOCCO ESCLUSO


IL TAMPONAMENTO S
DISTANZIALI
10 cm per blocchi singoli e doppi dove non siano
15 cm installati vasi
20 cm
per blocchi singoli dove siano installati vasi PARETE FINITA
25 cm
GANASCE
DI FISSAGGIO
30 cm per blocchi doppi dove siano installati vasi

35 cm
per esecuzioni speciali L
40 cm

F 202
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • ARREDI F.5.
BAGNI 1.

APPARECCHI SANITARI A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.5.1./2 APPARECCHI SANITARI IN CERAMICA

DOCCIA ALTA
A SNODO L B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
L/2 NISM
ORGA
GRUPPO L/3

VENTILAZIONE Ø 40
MISCELAZIONE
75/80 64
C.RCIZIO
70/80
BOCCA
200 E
170/180 170/180 107 EROGAZIONE ESE ESSIONAL
PROF
42/46 56,5
D.GETTAZIONE
60

20
SCARICO Ø 40 PRO TTURALE
VASCA DA RIVESTIMENTO VASCA A GREMBIALE VASCA A SEDILE STRU
LAVABO A MENSOLA MENSOLA ENTRATA ACQUA PER IL
GRIGLIA
E.NTROLLO
LAVAGGIO DA CASSETTA
Ø 30 TUBO RIBALTABILE
O FLUSSOMETRO
PILETTA VENTILAZIONE CO NTALE
SCARICO
DOCCE
AMBIE
Ø 35 TUBO SOFFIONE SOFFIONE DOCCIA
SCARICO DOCCIA A PARETE CON
SIFONE
1 EROGAZIONE
Ø_
50 CENTRALE SNODO F. TERIALI,TECN
ICHE
PIANO
2 ACQUA MA ONENTI,
FINITO COMP
53
42

G.ANISTICA
RUBINETTO URB

MISCELAZIONE
BOCCA DI EROGAZIONE PIANTA SEZIONE
VUOTATOIO AD ASPIRAZIONE

GRUPPO
DOCCIA CENTRALE H = 200

DOCCIA
BIDET
RUBINETTO

DOCCIA LATERALE H = 189,5


DI ARRESTO

RALI
79/81
34/39 F.1. I PERIMET
SIFONE A T
PARE ALI
VERTIC
BOTTIGLIA

VENTILAZIONE
12 3/6 55/65 PIANTA
F.2. URE
LAVABO A COLONNA CHIUS ONTALI
Z
130 ORIZ
2,5
F.3. IONI
IZ
PART E
N
38/40 INTER
40/60
SEZIONE
F.4. NTI DI E
SCARICO Ø 30 ELEME NICAZION
COMU ALE
PIATTO DOCCIA VERTIC
55/75
LASTRA DI PIOMBO
SEZIONE
ORINATOIO A STALLO F.5. I
SCARICO D
VASO SOSPESO (scarico a parete) ARRE
CON GRIGLIA
63
TUBO
CADUTA F.6. AZIONI
100/130 M
20/40
Ø 30 SISTE E
N
50/65 LASTRA ESTER
DI PIOMBO 34 36
50/65 SCARICO Ø 60 PIANO PAV. FINITO
PIANTA PIANO RUSTICO
20
SCATOLA SIFONATA PIANTA
SEZIONE VASO AD ASPIRAZIONE CON CASSETTA BASSA
32
A VASO A CADUTA CON 48/50 20
CASSETTA ALTA MANOPOLA
58/62 COPERCHIO
51 45/49 45/60 38
37 SEDILE

70/78
37/41

ORINATOIO 54
A PARETE
60 35/37,5
.
F.5.1I
PIANTA SEZIONE SCARICO A PAVIMENTO SCARICO A PARETE PIANTA SEZIONE BAGN

F 203
F.5. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • ARREDI
1. BAGNI

➦ APPARECCHI SANITARI

FIG. F.5.1./3 VASCHE E DOCCE TERMOFORMATE

183

150/160 170

35 152
59
70 70
85
35
26
26
19 86 97
85 85

TUBAZIONI
PER I GETTI 183
5 5 7

45 45
60 60
60

32 POMPE E 25
TELAIO 19
MOTORI

CON IDROMASSAGGIO PER 1 PERSONA 192 CON IDROMASSAGGIO PER 2 PERSONE


135

50
106
212 150
137

106

216
27 65
CON IDROMASSAGGIO
91 91 PER 4 PERSONE

148
137 140

5 57
50
83
56
25
15
170
CON IDROMASSAGGIO PER 2 PERSONE 224

106
70

86
90
30

75

213 223 BLOCCO VASCA / DOCCIA

106 13 DOCCIA
CON SAUNA
53

100 37,5 37,5


215
30,5

106
70 70
DOCCIA 148 100
D’ANGOLO
ANGOLO
75 75 100
DOCCIA PER 2 PERSONE

F 204
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • ARREDI F.5.
BAGNI 1.

CELLULE PREFABBRICATE A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.5.1./4 CELLULE TERMOFORMATE, CELLULE IN CALCESTRUZZO PER ESTERNO

B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
B

C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF
183,3 215

D.GETTAZIONE
145

PRO TTURALE
A
63
A STRU

E.NTROLLO
B 149 145 CO NTALE
ALCUNI TIPI CONSENTONO
AMBIE
L’INSERIMENTO
INSERIMENTO DI APPARECCHI
IN CERAMICA TRADIZIONALE SEZIONE A-A SEZIONE B-B F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
3 28

G.ANISTICA
70 45 74,5 URB

B
195

236 183,3
125,5 RALI
F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
A A VERTIC
52,8
42

F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
B 194 125,5 194 ORIZ
PIANTA SEZIONE A-A SEZIONE B-B
F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER
60
60
F.4. NTI DI E
105 60 50 ELEME NICAZION
60
60 165 COMU ALE
120 VERTIC
45 55
45 45
15 15 15 F.5. I
D
95 55 15 245,1 15 15 60 15 75 150 75 ARRE
260,1 165 225
165 F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
CELLULE PREFABBRICATE IN CEMENTO ARMATO
CUPOLINO
GRIGLIA TRATTATA IN PLEXIGLAS BANDINELLA IN
CON VERNICI VANO INTERNO TRATTATO 60 50 OPACO LAMIERA ZINCATA
ANTIACIDO CON VERNICE ANTIACIDO

VASCA IN
ACCIAIO INOX 65 60 28 VANO TECNICO
SPECCHIO

20

GETTONIERA 80 120
PANNELLO
SUPERFICIE A A
SUPERFICIE IN ACCIAIO
CON GHIAIETTO TRATTATA INOX PARETE
TRATTATO 20 CON VERNICE DIVISORIA
28 60 65 PIANTA
ANTIACIDO IN ACCIAIO
20 150 8 157 20 40 INOX
355

.
F.5.1I
SEZIONE A-A
BAGN

F 205
F.5. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • ARREDI
1. BAGNI

➦ CELLULE PREFABBRICATE

FIG. F.5.1./5 CELLULE TERMOFORMATE, CELLULE A PANNELLI

PANNELLI A CELLULE TERMOFORMATI


EVENTUALE CARTONGESSO
AEREATORE
E ILLUMINAZIONE
PARTICOLARE PANNELLO 2 5
DELLA CELLULA

PANNELLO IN CONGLOMERATO
DI RESINE FIBRE IDROREPELLENTI
ANTIMUFFA AUTOESTINGUENTE SOFFITTO A DOGHE

min. 220
O FINITO A INTONACO
RIVESTIMENTO INCOLLATO
CON ADESIVO IMPERMEABILIZZANTE
CELLULA

TELAIO
IN LAMIERA PIEGATA

SEZIONE VERTICALE MURO SEZIONE VERTICALE


CARTONGESSO

RIVESTIMENTO

CELLULA CELLULA

PAVIMENTO
INCOLLATO
AL PANNELLO

VANO DI CANALIZZAZIONE
PREDISPOSTO NEL SOLAIO

PROFILO A OMEGA PROFILO A OMEGA


FISSATO AL SOLAIO FISSATO AL SOLAIO

CELLULE TERMOFORMATE
135 157,5

28
3
CAVEDIO
240 RUBINETTO
COPERTURA CON DOCCIA
307,5
CON BIDET
VASO CON VASCA TAVOLETTA INCORPORATO
PER BIDET
VASCA PER BIDET 195

VASCA
RACCOLTA GRIGLIA
ACQUA 42

125,5
SEZIONE SEZIONE
SEZIONE SEZIONE
57,8

VASO 60,8
CON VASCA 70
PER BIDET
145 119,5
RUBINETTO 57,5
ESTRAIBILE 49,5
CON FLESSIBILE
PER LA DOCCIA 125,5

149 100,5
PIANTA PIANTA PIANTA

F 206
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE •ARREDI F.5.
CUCINE 2.

CUCINE A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.5.2./1 APPARECCHI E INGOMBRI

MACCHINA CON FORNO LAVABIANCHERIA LAVAPIATTI FRIGORIFERI LAVABI B.STAZIONI DILEGIZLII


PRE I ED
NISM
ORGA

40 ÷ 45
85 80 80 82
C.RCIZIO E
45 ESE ESSIONAL
PROF
80

D.GETTAZIONE

40 ÷ 45
58 58 55 64 PRO TTURALE
STRU

E.NTROLLO
46 60 55 57 45 50

95 CO NTALE
FORNO A MICROONDE ASCIUGABIANCHERIA AMBIE
(sovrapponibile alla lavabiancheria)

40 ÷ 45
32 F. TERIALI,TECN
ICHE
130 MA ONENTI,
80 COMP
80 75

34 155
G.ANISTICA
URB

40 ÷ 45
50
FREEZER A POZZO
60

50 80 50
60
84 180 RALI
150 F.1. I PERIMET
T
AGGREGAZIONI PARE ALI
VERTIC
28
85 ÷ 90

12
0 24
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
72 ORIZ

76 F.3. IONI
IZ
PART E
48 N
INTER
75

(Per i frigoriferi con dispensatore di ghiaccio


occorre una presa per ll’acqua
acqua corrente)
100
72 F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
TAVOLO DA CUCINA CARRELLO DI SERVIZIO SCALA DI SERVIZIO VERTIC
53
80 80 25 F.5. I
D
25 ARRE

(Altezza di lavoro anche in piedi)


F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
32 ESTER
ALTEZZA FRIGORIFERO

0 32
12
ALTEZZA FORNO

168 32
130
72 74 74

50 50 50

57
86 86 86
95
.
F.5.1I
48 BAGN
53 53 53
5p 5p 5p 10
er 10 er 10 er
i pie i pie i pie
.
F.5.2 E
di di di
CUCIN

F 207
F.5. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • ARREDI
3. ARREDI MOBILI

TAVOLI E SEDUTE

FIG. F.5.3./1 TIPOLOGIE E INGOMBRI

30
55
60
65

80
50 80
80 6 POSTI
80x 80
80 8 POSTI
4 POSTI
60
65
75 140
180
120
55
60

50 80 125 75
10 POSTI 45

60
240

45
40 BANCONE
60 -75
75 105
40
80
170
130
10 45 60 45 10
120 65 65
150 30
30
PER 2 PERSONE 40 70 75 45

PASSAGGIO 25 45
45 20
115
120- 130
120 70 40
30 °
115

10 45 60 45 10 115
45 140 45
150 230
PER 4 PERSONE PER MANGIARE IN PIEDI PER SCRIVERE IN PIEDI

10 10 45 15

210
120
120 15 90 x 90 90 x 90
45
45
45 60 45 30 30

150 45 120 45
90-120
PASSAGGIO
TAVOLI IN NICCHIA TAVOLI A PANCA FISSA

PIANO DI APPOGGIO
100-180 PIANO DI LAVORO 180-220

80 180 72,5
80 69-72,5 90-100

43
45-85 100
75
CASSETTIERA
150 55 55
140
57
SEDIE FISSE
TAVOLI PER UFFICI TAVOLI PER UFFICI
TAVOLO DA DISEGNO (operativi) CASSETTIERA (dirigenziali)

F 208
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • ARREDI F.5.
ARREDI MOBILI 3.

MANOVELLA PER A.ZIONI


REGOLAZIONE NO RALI DI E
MONITOR IN ALTEZZA GENE ETTAZION
PROG
45 TASTIERA
B.STAZIONI DILEGIZLII
45
73 MONITOR
STAMPANTE I ED
55 PRE
NISM
31 CARTA 60
45 ORGA
64 TASTIERA
40 MODULO 26
82
C.RCIZIO
70 CONTINUO 49,5 35 21,9 - 31,7
74 77
64 26 E
STAMPANTE ESE ESSIONAL
35 PROF
64
50
MAX ESTENSIONE DEL BRACCIO 57 cm D.GETTAZIONE
POSSIBILITÀ DI ROTAZIONE A 360°
POSSIBILIT PRO TTURALE
STRU
MONITOR
50 TASTIERA
73
120
MONITOR
E.NTROLLO
46 35 CO NTALE
62 29 STAMPANTE TASTIERA AMBIE
40
74
CESTINO PER 120
35
MODULO
STAMPANTE
F. TERIALI,TECN
ICHE
CONTINUO 85/110 MA ONENTI,
65/95 COMP
50
35
MONITOR 35
50 G.ANISTICA
75 TASTIERA URB
40
MOUSE

STAMPANTE
50 75/85
35
76/66 MODULO
RALI
35
CONTINUO F.1. I PERIMET
T
35 A MORSETTO FISSAGGIO A PARETE PARE ALI
SU TAVOLA VERTIC
SISTEMI DI APPOGGIO
BRACCIO MOBILE PORTA MONITOR E TASTIERA
F.2. URE
CHIUS ONTALI
Z
ORIZ

F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER
104
78 78 89
F.4. NTI DI E
46 46 41 40 ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
55 55 51 38

F.5. I
D
ARRE
50 60 38.5 43

F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
SEDIA SEDIA CON BRACCIOLI SEDIA VIENNA SEDIA WILLOW2 ESTER
(Thonet) (Macintosh)
(M cintosh)

76 82
79
43 42 43

56 58 56

50 55 43

LECORBUSIER SEDIA CON BRACCIOLI BRNO SEDIA CESCA


.
F.5.3 I MOBILI
(Mies Van Der Rohe) (Breuer)
D
ARRE

F 209
F.5. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • ARREDI
3. ARREDI MOBILI

➦ TAVOLI E SEDUTE

➦ FIG. F.5.3./1 TIPOLOGIE E INGOMBRI

75
76 82
43 40
44

50.4 58 43

46 57
62

SEDIA LEM SEDIA CON BRACCIOLI TULIP SEDIA PIEGHEVOLE (del regista)
(Eames) (Saarinen)

50

98 80 115
72
72
40 25

40.8 67 42

40.8 43 39

SGABELLO SGABELLO DA BAR SGABELLO DA BAR

100 43
80
60 72 82
58 62
41 41 41 48 48
67 64 48 48
48
55 62
40 48

SEDUTE PER UFFICIO DIREZIONALE SEDUTE OPERATIVO


(direzionale
direzionale) CON SCHIENALE (operativo
operativo) (manifatturiero)
manifatturiero) PANCHE

38
25
75 SEDUTE SPECIALI

43
77 84
variabile
43,2 46 35
34
51 65 180

38 60
55 50

SEDIA IMPILABILE SEDIA CON LEGGIO MOBILE BANCHI LETTINO

F 210
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • ARREDI F.5.
ARREDI MOBILI 3.

POLTRONE, DIVANI, LETTI A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.5.3./2 TIPOLOGIE E INGOMBRI

POLTRONE E DIVANI B.STAZIONI DILEGIZLII


PRE I ED
NISM
ORGA
72 72 72
53
37
100 100 100
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF
70-95 70-95 150 198

D.GETTAZIONE
72 72 72 PRO TTURALE
95 95 95 STRU

E.NTROLLO
POLTONA SINGOLA ELEMENTI COMPONIBILI DIVANO A DUE POSTI – TRE POSTI CO NTALE
AMBIE

30-38 42 F. TERIALI,TECN
ICHE
100 MA ONENTI,
COMP
60 74 72
41 50 40 60 60 80 80
41 40

60 64 140 60 72
ACCESSORI – TAVOLINI BASSI
G.ANISTICA
URB

72 75 65 60 72

35 35

50 50 RALI
F.1. I PERIMET
60
T
POLTRONA POLTRONA POLTRONA POLTRONA CON POGGIAPIEDI 130 AREA DI USO PARE ALI
GRAND CONFORT WASSILY EASY BARCELONA VERTIC
(Le Corbusier) (Breuer) (Mies Van Der Rohe) (Mies Van Der Rohe)

F.2. URE
LETTI CHIUS ONTALI
Z
ORIZ

20 45
12 F.3. IONI
80 IZ
PART E
N
187 - 201 (speciali) 100 INTER
30 190
30
60
80 80 80 F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
57 30
90 190 95
12 COMU ALE
LETTO PIEGHEVOLE VERTIC
LETTO SINGOLO

95
F.5. I
D
190 ARRE
120 190
190 95 197
F.6. AZIONI
M
86 SISTE E
20 N
5
126
142 ESTER

LETTO MATRIMONIALE LETTI RIBALTABILI POLTRONA LETTO

190
50

LETTI A CASTELLO CUCCETTE 60

45
15
15 60 95
DIVANO LETTO (matrimoniale)
100
60

15
20
190
190 80 64-86 .
F.5.3 I MOBILI
D
ARRE

F 211
F.5. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • ARREDI
3. ARREDI MOBILI

ARMADI, SCAFFALI, LIBRERIE

FIG. F.5.3./3 ARMADI, SCAFFALI, LIBRERIE

100

60 60 20

12
ATTACCAPANNI max 5 in 100 cm

60 60 altezza max
h 95
ABITI UOMO
45

CON TUBOLARI
30
min 12
altezza max
h 180 h max 15
ABITI (da sera)
120 15
10 10
30
210 CON RIPIANI A RETE
misure nette interne
BOX CAMICE, MAGLIONI,
al contenitore
BIANCHERIA SCARPE
45 45 45
45
45
100
100
200 200 100
0
12

0 1 80 1200 x 450 x 1000


12
0
12 0
18
1200 x 450 x 2000 1200 x 450 x 1000 ARMADIO A GIORNO
180 x 450 x 2000 1800 x 450 x 1000
ARMADI CON ANTE SCORREVOLI
45 45 ultimo ripiano 65
45 max 190
45
105
200 200 100
100

50
,8
12
0 17 500 x 650 x 105
0
12 0
18 1200 x 450 x 1000
1200 x 450 x 2000 1800 x 450 x 1000 CLASSIFICATORE
180 x 450 x 2000 A TRE CASSETTI
ARMADI CON ANTE SCORREVOLI VETRATE
,4
,4

52

52
49
49

2,5 2,5
10 10
58,8 58,8 60 10 10
60 60
60
30 30

82 82 2,5 2,5
91 91 5 5

CON ROTELLE

IN LEGNO
0

3
95

120
40 115
40-50
max 150
80 80
50
10 10
13
70 55
10
A MURO LIBERO
SCAFFALI 50 CASSETTIERE PER DISEGNI

F 212
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • SISTEMAZIONI ESTERNE F.6.
RECINZIONI E PROTEZIONI 1.

RECINZIONI E PROTEZIONI IN MURATURA A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.6.1./1 RECINZIONI IN LATERIZIO, IN PIETRA, IN CALCESTRUZZO

B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA

C.RCIZIO
LATERIZIO INTERO IMPERMEABILIZZAZIONE
MATERIALE LITOIDE E
ZANCA DI
RETE METALLICA ESE ESSIONAL
COLLEGAMENTO
VERTICALE CON ZANCA
LATERIZIO PROF
IN ORIZZONTALE

D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU

FONDAZIONE IN CLS
E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
FONDAZIONE IN CLS
COPERTURA
IN CLS FUORI OPERA FONDAZIONE
IN CLS ARMATO
RECINZIONI SU DISLIVELLI F. TERIALI,TECN
ICHE
MATTONI MA ONENTI,
25 DRENAGGIO COMP
PIETRA INTERA
FUORIUSCITA
ACQUA
ALLETTAMENTO
G.ANISTICA
BLOCCHETTI IN CLS
MARCIAPIEDE
URB
12

FONDAZIONE
RALI
IN CLS ARMATO F.1. I PERIMET
T
FONDAZIONE IN CLS 25 x 25 PARE ALI
FONDAZIONE IN CLS VERTIC
RECINZIONI SU DISLIVELLI

ZANCA DI RIVESTIMENTO F.2. URE


COLLEGAMENTO IN PIETRA CHIUS ONTALI
DRENAGGIO DRENAGGIO SOLETTA IN Z
ORIZ
CLS ARMATO
PIETRA SOTTOFONDO
F.3. IONI
FUORIUSCITA IZ
IN PIETRA PART E
ACQUA N
A SECCO ALLETTAMENTO INTER

F.4. NTI DI E
ELEME NICAZION
COMU ALE
VERTIC
TUBO DI
DRENAGGIO TUBO DI
DRENAGGIO F.5. I
D
ARRE
DRENAGGIO
FONDAZIONE
IN CLS
SPINA IMPERMEABILIZZAZIONE F.6. AZIONI
M
D'ACCIAIO DRENAGGIO ELASTICA SISTE E
N
ESTER
CLS ARMATO
IMPERMEABILIZZAZIONE

FUORIUSCITA
ACQUA

FONDAZIONE
IN CLS ARMATO

MATERIALE
.
GIUNTO ELASTICO COMPRESSIBILE F.5.3 I MOBILI
D
ARRE
GIUNTO DI CORRELAZIONE GIUNTO DI DILATAZIONE PROTEZIONE DI SCARPATA
.
F.6.1ZIONI
RECIN TEZIONI
E PRO

F 213
F.6. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • SISTEMAZIONI ESTERNE
1. RECINZIONI E PROTEZIONI

RECINZIONI IN LEGNO E METALLO

FIG. F.6.1./2 RECINZIONI IN LEGNO E IN METALLO

RECINZIONI IN METALLO

FILI IN ACCIAIO ZINCATO


AD ALTEZZA VARIABILE 102 x 64 mm

RECINZIONI IN LEGNO
50 x 50 x 6 mm 3000

TAVOLE A B C
90 x 6 mm
LIVELLO DEL TERRENO 1750

240 50 x 50 750
150 750

150
600 450 650 x 450 450 650 x 450
50 x 50 FONDAZIONI IN CLS

1650 1800
PARTICOLARE A PARTICOLARE B PARTICOLARE C
600
50 x 50

360
150
150

900
750
NODO FISSO NODO SCORREVOLE NODO DA TENDERE
20
PROTEZIONE 31
LEGNO 19

80 x 80 76 x 51 102 x 64
31

BULLONE SALDATO
AL TELAIO FISSO MURATO
CANCELLO IN PROFILATO D
D’ACCIAIO
ACCIAIO
2420

14
TELAIO 50 x 50 mm 75 1128 1128 75 GUARNIZIONI
12 x 12 mm 225

ZANCHE GUIDA
NEL MURO DI FERMO
500 x 5x 300 mm ZANCA
1000
775

675 TELAIO

TELAIO FISSO
300 min

FONDAZIONE PALETTO DI 100 x 10 mm


75 LIVELLO CHIUSURA
IN CLS
DEL TERRENO
150 50 ZANCA
225 225
GUIDA

10
200 EVENTUALE
GUIDA
BLOCCO
D’APERTURA
APERTURA
200 H = 150 mm

PILASTRINO 75
IN MATTONI BOCCOLA
DI TENUTA
MIN

“L” DI BATTUTA “L” SALDATA


SALDATA AL TELAIO AL TELAIO
300
800

125 150
PERNO
320 50
225
800 MIN BLOCCO DI ZANCA

GANCIO SALDATO 14
PRESA
AL TELAIO CHIUSURA

F 214
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • SISTEMAZIONI ESTERNE F.6.
RECINZIONI E PROTEZIONI 1.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.6.1./3 RECINZIONI IN GRIGLIATI METALLICI
GRIGLIATO PRESSOFUSO 68 50 50
FORO Ø 12
SULLA PIANTANA 5 B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
PER BULLONI Ø 10 NISM
COLLEGAMENTO ORGA
ASOLA Ø 12 x 25
ORIZZ. Ø 5

BORDO = 30 x 3 125
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
Ø10
10 mm PROF

D.GETTAZIONE

B
PRO TTURALE
T 50 x 70 (H max 2000) STRU
A S
H
E.NTROLLO
Ø 6 mm
MONTANTE PIATTI PORT. CO NTALE
A T 50 x 50 x 7 25 x 2 25 x 3 RETE PRESSOFUSA O ELETTROFUSA AMBIE
H

BULLONE IN ACCIAIO INOX ANTISVITAMENTO CAVALLOTTI DI FISSAGGIO CANCELLO CERNIERA 50 F. TERIALI,TECN


ICHE
SERRATURA MA ONENTI,
P
CAVALLOTTO

TELAIO MOBILE
MANUALE O COM
ELETTRICA
[ ] 50 x 50 x 3
GRIGLIA

H CANCELLO
H GRIGLIATO
TELAIO FISSO G.ANISTICA
[ ] 100 x 100 x 3 URB

1000
100
CERNIERA

RALI
F.1. I PERIMET
TELAIO T
FONDAZIONE IN
30 PARE ALI
VERTIC
FISSO
CALCESTRUZZO [ ] 100 x 50 x 3

BATTENTE = 60 x 3
50 F.2. URE
RECINZIONE CON FONDAZIONE ESTERNA CHIUS ONTALI
Z
54 ORIZ
54
CORRIMANO 0 0
72 x 32 x 1,5 383 383
F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER
H

TERRENO DI GIOCO
TERRENO DI GIOCO
H1

PIANO DI IMPOSTA
PIANO DI IMPOSTA

2560 2570 F.4. NTI DI E


ELEME NICAZION
SPETTATORI
SPETTATORI

PIANO DI CALPESTIO
PIANO DI CALPESTIO

2200
2200 COMU ALE
VERTIC
RETE
ELETTROSALDATA F.5. I
D
L = INTERASSE PIANTANE ARRE

PIANTANA
50 x 50 x 4 F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
ESTER
RECINZIONE ANTISCAVALCAMENTO
1100 mm

TAB. F.6.1./1 CARATTERISTICHE GEOMETRICHE E PESI

H – Altezza pannello (mm) 930 1190 1320 1450 1720 1980


H1 – Altezza piantana (mm) 1200 1500 1600 1800 200 2400
Maglia Piatto verticale Peso
CORRENTE INFERIORE a x b (mm) h x s (mm) (kg/mq)
50 x 32 x1,5 44 x 132 25 x 2 15,60 15,15 14,90 14,88 14,47 14,52
44 x 132 25 x 3 20,25 19,88 19,66 19,64 19,20 19,27
62 x 66 25 x 2 13,74 13,42 13,09 12,90 12,70 12,60
62 x 66 25 x 3 16,95 16,63 16,30 16,11 15,91 15,80
124 x 132 25 x 3 9,49 9,16 8,82 8,64 8,45 8,30
124 x 132 25 x 3 11,16 10,83 10,50 10,31 10,11 10,06
62 x 132 25 x 2 12,67 12,25 12,00 11,98 11,58 11,60
62 x 132 25 x 3 15,91 15,52 15,27 15,26 14,84 14,88 .
F.6.1ZIONI
RECINZIONE BASSA 62 x 132 30 x 4 23,00 22,50 22,00 21,80 21,50 21,20 RECIN TEZIONI
E PRO

F 215
F.6. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • SISTEMAZIONI ESTERNE
2. AREE D’USO E ARREDI

PAVIMENTAZIONI

FIG. F.6.2./1 PAVIMENTAZIONI IN ELEMENTI E A GETTO

PAVIMENTAZIONI ESTERNE
SU SUPPORTO ELASTICO PAVIMENTO IN BLOCCHI DI CEMENTO CUBETTI IN PIETRA DA TAGLIO

MATTONI GUAINA GHIAIA FINE

12 10 SABBIA GHIAIA SABBIA GHIAIA

5,5 5 2/3
2,5 5 5
20
10/12
5/15

CORDOLO IN
GHIAIA DRENAGGIO CALCESTRUZZO
SU SUPPORTO RIGIDO PAVIMENTO IN BLOCCHI DI CEMENTO CUBETTI IN PIETRA DA TAGLIO

MATTONI ALLETTAMENTO MATTONE DI COLTELLO GIUNTO


ELASTICO
SOLETTA IN CEMENTO MALTA O COLLANTE

5,5 5
2 2 2/3
10 10 6

SOLETTA IN CEMENTO

PAVIMENTO IN LEGNO IN MATERIALE SCIOLTO IN ELEMENTI AUTOBLOCCANTI APERTI


SOLETTA IN CEMENTO
LEGNO MALTA MATERIALE FOGLIO ISOLANTE
CORDOLO TERRENO
SCIOLTO
CORDOLO NATURALE CALCESTRUZZO
3,5
5
2
5 6
10
3/4

GIUNTO ELASTICO CEMENTO CEMENTO GHIAIA COSTIPATA

PAVIMENTAZIONE IN LASTRE DI CALCESTRUZZO FUORI OPERA GUARNIZIONE


MURO ELASTICA GIUNTO ELASTICO

SPIGOLI ARROTONDATI
SOTTOFONDO

FOGLIO
GIUNTO ELASTICO GIUNTO COSTRUTTIVO ISOLANTE INSERZIONE DI PEZZI SPECIALI
GIUNTO DI DILATAZIONE

40 GIUNTO
COSTRUTTIVO 10 30 15 4
SOTTOFONDO
GIUNTO ELASTICO

1% 10 1-2 % 18
5
18
10

TERRENO TERRENO TERRENO

PIETRA CIGLIO IN LEGNO ISPEZIONE PIETRA


10
20 GHIAIA
MANTO
18 20

5 5 CAVEDIO
5

SABBIA GIUNTO ELASTICO


ZANCA SOTTOFONDO

F 216
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • SISTEMAZIONI ESTERNE F.6.
AREE D’USO E ARREDI 2.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.6.2./2 PAVIMENTAZIONI IN ELEMENTI E A GETTO

CUBETTI DI MATERIALE LITOIDE PIANTA SEZIONE


B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED

6
4
NISM
ORGA

8
6
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL

8
PROF

10
D.GETTAZIONE

10

12
A FILARI DRITTI ARCO CONTRASTATO CODA DI PAVONE ARCO CONCENTRICO PRO TTURALE
STRU
ELEMENTI STANDARD IN PIETRA (porfido, selce)

CORDOLI IN CALCESTRUZZO VIBRO COMPRESSO


6
8 10
12
E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
0 100
0 10
0 10
10
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
25 25
20 25
SMUSSATURA
kg 27 kg 41 kg 52 kg 63 BORDO ESTERNO
G.ANISTICA
URB
PAVIMENTAZIONE AD ELEMENTI DI CALCESTRUZZO AUTOBLOCCANTE

10
6 RALI
47
22 22 F.1. I PERIMET
,5
10 T
,5 ,5
47,5 PARE ALI
10 21 VERTIC
,5
22,4 45
6-8
9,7 F.2. URE
CIGLI SPOSTABILI GUIDA TUBLARE 30 CHIUS ONTALI
Z
AGGANCIO 7,5 15 7,5 ORIZ
2,40 6,1
30
FISSAGGIO BARRA
15 F.3. IONI
IZ
30 PART E
N
15 INTER

ZANCA DI TUBO F.4. NTI DI E


PASSAGGIO ACQUA FINE CORSA FORATO ZANCA ELEME NICAZION
IN MATERIALE LITOIDE IN CALCESTRUZZO ARMATO SEGNA CORSIE COMU ALE
REMOVIBILI VERTIC
CAMMINAMENTI PEDONALI CIGLI IN CALCESTRUZZO PIASTRA ZINCATA
SCORIE NATURALI ARMATO SPOSTABILE F.5. I
D
E/O MATERIALI BIOCOMPATIBILI SCAGLIE DI LEGNO
ARRE
GHIAIA FILO D’ACCIAIO
D ACCIAIO
5 50
30-70 LEGNO TRATTATO F.6. AZIONI
M
5 10,0 SISTE E
7

N
ESTER

TERRENO
FASCINE O TERRENO FASCINE O TERRENO COMPATTATO
FASCINE O TERRENO COMPATTATO COMPATTATO COMPATTATO

PAVIMENTAZIONE SOLLEVATA PARTICOLARI CHIUSINI


PIEDE IN PVC DISCENDENTE IN PVC
PAVIMENTO GRIGLIA GRIGLIA

PANNELLI
RIGIDI

SOLAIO MEMBRANA IMPERMEABILE


PANNELLI D’ISOLAMENTO
D ISOLAMENTO
IN POLISTIRENE
.
A CELLULE CHIUSE RIGIDI F.6.2 ’USO
D
AREE EDI
E ARR

F 217
F.6. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • SISTEMAZIONI ESTERNE
2. AREE D’USO E ARREDI

AREE D’USO

FIG. F.6.2./3 INGOMBRI E DETTAGLI: SEDUTE, MARCIAPIEDI, PISTE CICLABILI

PANCHINA 1 PEDONE 2 PEDONI MARCIAPIEDE DA PASSEGGIO 1 CICLISTA 2 CICLISTI

100 100 120 240 60 150 240


AREE D
D’USO
USO

18-30
9-15
6-9

PROIETTORE

3-4,5

60
PARCHI, GIARDINI AREE PEDONALI, STRADE RESIDENZIALI, COMMERCIALI AREE COMMERCIALI LUOGHI PARTICOLARI, PIAZZALI
STRADE STRADE GRANDI PARCHEGGI

RIFERIMENTI SULLE ALTEZZE DEI SUPPORTI PER ALCUNI ELEMENTI DI ARREDO URBANO

PALI
Ø120
120 mm Ø 80 mm
ACCIAIO ACCIAIO BEVERINI
GALVANIZZATO GALVANIZZATO
ELEMENTO
SFILABILE
MENO DI 80

3-4 2,40

120 max per carrozzina


MANTO 87 23
72,5

ZANCA
90 120
120

40 40 40
30
60 40 75
40 SOTTOFONDO GUIDA
AFFOGATA 5x20
NEL GETTO
PANCHINE
225
600
400 115 25 25
200 550 650
400
15
205 50 x 50 x6
350 350 7x15
100 400

150 150 150


350
200 200 200

F 218
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • SISTEMAZIONI ESTERNE F.6.
AREE D’USO E ARREDI 2.

ACCESSORI A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.6.2./4 ELEMENTI D’ARREDO E FUNZIONALI

DADO CON CALOTTA 286


B.STAZIONI DILEGIZLII
COPERCHIO CON TAPPO PRE I ED
NISM
5
25 ORGA
TAPPO
PIANTA
19,5 BARRA FILETTATA
BASE C.RCIZIO E
5,5 3,5 ESE ESSIONAL
48 PROF
7 35 28
APPOGGI IN CALCESTRUZZO
CORDOLO IN SEZIONE A-A'
CALCESTRUZZO VIBRATO PORTABICICLETTE IN ALLUMINIO PROSPETTO
D.GETTAZIONE
MAX 120°
120 PRO TTURALE
75/150 STRU
BASE D'APPOGGIO

E.NTROLLO
A CO NTALE
AMBIE
32
F. TERIALI,TECN
ICHE
165 MA ONENTI,
A COMP

DISSUASORE A CORDOLO IN CALCESTRUZZO

G.ANISTICA
APPOGGI IN CALCESTRUZZO
28
URB
286
74 BARRIERA PEDONALE IN ALLUMINIO
DISPOSITIVO
PER ANTIFURTO 200
65

RALI
A F.1. I PERIMET
T
PARE ALI
37 74 VERTIC
APPOGGI IN
40 SEZIONE A-A CALCESTRUZZO
A
MENSOLE IN
CON FONDAZIONE F.2. URE
CHIUS ONTALI
ESTRUSO 45
PORTABICICLETTE IN CLS COMPONIBILE 28 IN TUBI DI ACCIAIO Z
DI ALLUMINIO
ZINCATO
ORIZ
VERNICIATO

26
PANCHINA CON SEDUTA IN LEGNO PIATTI DI IRRIGIDIMENTO F.3. IONI
IZ
66 180 PART E
N
INTER
53
21
100 F.4. NTI DI E
32 ELEME NICAZION
APPOGGIO COMU ALE
IN CLS VERTIC
86
BULLONE ANTIFURTO
28 CON RONDELLA F.5. I
D
44 ARRE
TIRANTE DI COLLEGAMENTO
26 48
F.6. AZIONI
M
GETTACARTE CON CESTINO IN ALLUMINIO (30 litri) SISTE E
N
30
PANCHINA IN GRIGLIATO METALLICO ESTER
86
STRATO DI TNT
27 112
ARGILLA ESPANSA
ELEMENTO SUPERIORE
BASE AUTOLIVELLANTE 45
30 30 52 82-122-202
100 MAX 10 °

70 63
COMPONENTE SUPERIORE

100 62,5 ARGILLA ESPANSA

SETTO DI AERAZIONE
8

122 BASE AUTOLIVELLANTE


.
CONTENITORE PER LA RACCOLTA MAX 4
4° F.6.2 ’USO
D
DIFFERENZIATA (140 litri) FIORIERE IN CALCESTRUZZO AUTOLIVELLANTI AREE EDI
E ARR

F 219
F.6. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • SISTEMAZIONI ESTERNE
2. AREE D’USO E ARREDI

➦ ACCESSORI

FIG. F.6.2./5 RAMPA METALLICA PER PORTATORI DI HANDICAP MOTORI

CORDOLO IN CLS ARMATO


4Ø4
STAFFE 8 Ø p = 10

4Ø4

4Ø4
STAFFE 8 Ø p = 10

4Ø4
pendenza = 4%
4Ø4
STAFFE 8 Ø p = 10

4Ø4

4Ø4 BULLONE CON SERRAGGIO A BRUGOLA


PIANTA DELLE FONDAZIONI STAFFE 8 Ø p = 10 PROFILO D’ACCIAIO
D ACCIAIO A “T” 100 x 100 x 5

4Ø4

RAMPA D
D’ACCESSO
ACCESSO DOPPIA PROFILO D’ACCIAIO
D ACCIAIO
A “T” 45 x 45 x 5
10

120

30

pendenza = 4%
120
A

10 90
120 A 120 10

PIANTA
MANCORRENTE IN ACCIAIO Ø 50

60

TAPPETINO IN GOMMA

LAMIERA IN ACCIAIO STIRATA

32

PROSPETTO FRONTALE

PROFILO D’ACCIAIO
D ACCIAIO A “T” 100 x 100 x 5

PIATTO D’ACCIAIO
D ACCIAIO CON TIRAFONDI

MALTA CEMENTIZIA ESPANSIVA

CORDOLO IN CLS ARMATO

DRENAGGIO

PROSPETTO LATERALE PARTICOLARE SEZIONE A-A

F 220
MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE • SISTEMAZIONI ESTERNE F.6.
AREE D’USO E ARREDI 2.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
PROG
FIG. F.6.2./6 ELEMENTI D’ARREDO ATTREZZATI PER IL PASSAGGIO DI IMPIANTI

CONDOTTI IMPIANTISTICI B.STAZIONI DILEGIZLII


PRE I ED
NISM
CHIUSURA ORGA
SEDE DEI GUARNIZIONE
40,4 CONDOTTI DEL CONDOTTO
CON FUNZIONE CURSORE
IMPIANTISTICI
DI SEDUTA C.RCIZIO E
68,6 PER ADULTI ESE ESSIONAL
PROF
75,4 CHIUSURA 34,5
DEL CONDOTTO

32
CON FUNZIONE 75,4 61,8 Possibilit di integrare
Possibilità
con ulteriori condotti D.GETTAZIONE
DI CIGLIO PRO TTURALE
ORNAMENTALE STRU
SEDUTA PER BIMBI
INCASTRO DI BLOCCAGGIO
75,4
CURSORE E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
CHIUSURA CONDOTTO CAVI
32 DEL CONDOTTO CONDOTTO CAVI
CON FUNZIONE
DI GRADINI CONDOTTO TUBI
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
MAGRONE DI BASE
COMP

MATERIALI LITOIDI

G.ANISTICA
IN TERRA CON DIAFRAMMA GIUNTO TERRENO
SABBIA E CEMENTO ELASTICO VEGETALE
TERRENO VEGETALE URB
VARIABILE MIN 60 cm

GHIAIA DELIMITAZIONE
AREA LIBERA PIANTUMAZIONE
TELO ANTIRADICI
TELO ANTIRADICI
GHIAIA DI DRENAGGIO RALI
F.1. I PERIMET
T
IMPERMEABILIZZAZIONE PARE ALI
VERTIC
TUBO DI
DRENAGGIO IN VASCA AUTONOMA RACCOLTA E SMALTIMENTO
F.2. URE
CHIUS ONTALI
GRIGLIA Z
ORIZ
VASO INTERRATO
IN FIORIERE
GHIAIA
VASO INTERRATO
F.3. IONI
IZ
PART E
N
INTER
BORDO IN CLS
GRIGLIA METALLICA
GRIGLIA ZINCATA F.4. NTI DI E
METALLICA ELEME NICAZION
ZINCATA COMU ALE
VERTIC
ACQUA
FORI PER IL PASSAGGIO
IN TERRA IN VASO APERTO
162,5
DELL’ACQUA
DELL ACQUA F.5. I
D
62,5 GRIGLIA ARRE
IN GHISA
2%
F.6. AZIONI
M
SISTE E
N
600-900 TERRA VEGETALE 675-900 ESTER

SACCO DI IUTA DA RIEMPIRE


CON TERRENO
GHIAIA
200 VEGETALE 200 200
1200
SEZIONE

IN MATTONI 25
GIUNTI RIEMPITI ELEMENTO ELEMENTO
CON MALTA PREFABBRICATO FACCIA
GIUNTI RIEMPITI FONDAZIONI A VISTA
TERRA
CON SABBIA

1625
12,5 FINITURA DELL’ELEMENTO
DELL ELEMENTO
PREFABBRICATO
.
F.6.2 ’USO
D
PIANTA ELEMENTI PREFABBRICATI IN CALCESTRUZZO ARMATO AREE EDI
E ARR

F 221

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