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Una volta, durante un viaggio in una località di campagna, vidi da lontano un fitt

o bosco sul fianco della montagna e scorsi il tetto di un grande tempio nascosto
fra gli alberi. Chiesi informazioni a un paesano e lui mi disse che una volta q
uel tempio era molto più grande, ma che era stato distrutto in un incendio e l'edi
ficio attuale era stato ricostruito su una scala molto ridotta. Sotto la sua gui
da salii una lunga scalinata di pietra. Quando finalmente raggiunsi la cima e mi
guardai intorno, mi resi conto che il tempio non solo non era piccolo, ma era u
n magnifico edificio che non sembrava affatto recente. Dubitando di quel che mi
aveva detto la mia guida, gli chiesi quando era bruciato il vecchio tempio. Mi d
isse che era accaduto durante l'era Kamakura, nel tredicesimo secolo! Scoppiai a
ridere perché il suo tono di voce addolorato lasciava intendere che la sua distru
zione fosse accaduta di recente, di certo nell'arco della sua vita. Quei paesani
si tramandavano di generazione in generazione un senso di perdita personale per
qualcosa che era accaduto centinaia di anni prima. Pur vivendo vicino a quel te
mpio splendido e imponente, in realtà non ne godevano perché non facevano che rimpia
ngere che non fosse diverso.
A pensarci bene, una cosa accaduta settecento anni fa per molti è indubbiamente un
evento recente. La maggior parte delle religioni incoraggia i credenti a ricord
are eventi riportati nei sacri testi, eventi che possono avere avuto luogo migli
aia di anni fa, e a comportarsi come se fossero accaduti personalmente a loro. S
ulla base di quei ricordi scatenano guerre e si ammazzano l'un l'altro. E questo
non riguarda soltanto le religioni fondate su miti e settarie. lo stesso denomi
no avviene in tutte le varie dottrine e sistemi di pensiero. Anziché guardare con
i propri occhi l'intatta e vivida realtà della vita, la gente finisce col soffiare
quella realtà in nome della giustizia, della pace o di qualche rigido dogma.
Tutti questi ricordi e questi miti sono creati dalla vita umana e dunque non pos
siamo dire che siano privi di senso. Tuttavia, idee e credenze hanno semplicemen
te un esistenza concettuale fissata nei nostri pensieri, non sono esperienze di
vita non elaborate e vive qui e ora. Tendiamo a sprofondare la testa nei ricordi
e fantasie, in dogmi religiosi e in rigide dottrine. Quando li ammiriamo e vi c
rediamo ciecamente, in maniera delirante e fanatica, ci rendiamo prigionieri di
questa esistenza ristretta e concettuale.
Staremmo molto meglio se facessimo vivere la nostra esperienza passata e la nost
ra saggezza entro la nuda esperienza di vita del sè qui e ora. E invece crediamo c
he quel tipo di esistenza concettuale sia la nostra vita reale del presente, e f
iniamo per lasciarci trasportare dai pensieri. Facciamo cose che soffocano la vi
ta naturale. Questo accade di continuo. Quando è un solo individuo a comportarsi c
osì, lo si potrà ricoverare in un ospedale psichiatrico come schizofrenico, ma quand
o a farlo sono le masse non esiste ospedale abbastanza grande. Purtroppo questi
gruppi di fanatici finiscono per plasmare la storia della razza umana. Se ci pen
siamo bene, non v'è dubbio che ognuno di noi viva sempre la realtà della vita. Ma sp
esso viviamo alla cieca, talmente presi nei nostri pensieri da credere che sono
quelli siano reali e compiuti, Ma è una realtà folle. La cosa importante è trovare un
modo sano di vivere la realtà della vita. Ecco lo scopo di una vera pertica spirit
uale: non spirito o mente separati dal corpo e dal mondo, ma un modo di vivere a
utentico. Questo è lo zazen, una pratica del vivere la vivida realtà della vita.

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