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«LA CHITARRA

nisshin m . c l a u s
di
DI LUCE»

#1 Regole superate
La comprensione è senza dubbio l’antidoto per la paura. Il contrario della paura non è certamente il corag-
gio che rappresenta un effetto, ma il cuore: dove c’è amore infatti, la paura non ha ragione di esistere. Sono
due strade che all’inizio possono sembrare molto simili, ma che in seguito portano inevitabilmente a risultati
differenti.
Così, come ogni partenza si assomiglia, in questo caso, non si può dire lo stesso dell’arrivo.

La chitarra da sempre è considerata uno strumento affascinante per diversi motivi, uno dei quali può essere
trovato nella facile trasportabilità. La componente però, che provoca una sorta di movimento interiore, è il
timbro.

Gli strumenti a corda, nella mitologia, sono sempre stati al centro di numerosi aneddoti e spesso trasforma-
ti, probabilmente dalla fantasia della gente, in vere e proprie leggende. Ci basti pensare alla lira (nulla a che
vedere con la vecchia moneta) che aveva il potere di calmare le ire e la follia.

La chitarra, ancora ai giorni nostri, riscuote un notevole successo, tanto da occupare il posto numero uno
nella classifica degli strumenti più venduti al mondo. Poco importa di quale tipo di chitarra si parli: elettrica,
classica o acustica. È uno strumento avvolto da un alone di mistero, tanto che anche gli esperti del settore
trovano difficile tracciarne un percorso storico. Ciò è dovuto al fatto che poco si conosce delle sue origini:
si sono scoperti disegni raffiguranti suonatori di strumenti, assai simili alla chitarra persino nel lontano Egitto.
Dopo il primo successo, per via della sua scarsa sonorità, ed al passaggio dell’ascolto della musica, da am-
bienti raccolti a grandi spazi, lentamente, quello che prima era definito lo strumento dei re, a poco a poco è
scivolato nel dimenticatoio; neanche i grandi musicisti del passato, non hanno avuto la possibilità di assapora-
re le capacità tecniche ed espressive della chitarra.

Grandi nomi, però, come Fernando Sor fra tutti, hanno contribuito a rendere questo strumento immortale,
scrivendo pagine indimenticabili. Probabilmente per via di questa parabola discendente, a differenza d’altri
strumenti, la chitarra nel corso del tempo non ha subito nessun tipo di cambiamento. Al raggiungimento
della sesta corda, tutto, tecnica compresa, non ha avuto nessuno sviluppo.

Grandi interpreti come Andres Segovia, hanno fondato il loro percorso artistico su basi antiche. Questo
ha portato il chitarrista moderno a sottostare a regole superate, dettate quasi sempre da una scarsa aper-
tura mentale. La posizione ancora in voga, nella scuola classica, ha creato molti problemi fisici, ad altrettanti
chitarristi anche di nome, che hanno dovuto smettere di suonare per via di grossi problemi alla schiena.
Giudicate voi: quello che dovrebbe essere un piacere si è trasformato per alcuni musicisti in una sorta di
calvario. Sembra incredibile! Credo che la posizione adottata dalla scuola classica sia quanto di più scomodo
e sbagliato ci sia nel panorama musicale.
Accade in parte anche ai violinisti che inevitabilmente dopo anni di studio confessano seri problemi alle
articolazioni superiori.

© 2000 - 2008
«LA CHITARRA
nisshin m . c l a u s
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DI LUCE»

#2 La paura del musicista


Ricollegandomi a quanto detto all’inizio credo che tutto questo sia dovuto alla paura che il chitarrista ha da
sempre di non essere considerato un musicista al pari agli altri. La strada percorsa da subito è stata quella della
paura. Allora si scopre che la posizione è dovuta solo ed esclusivamente ad una ragione estranea al chitarrista..
Il musicista così sistemato pare che assuma un buon atteggiamento visivo nei confronti del pubblico. In parole
povere: si presenta bene! Per amore del giudizio del pubblico si è pensato di andargli incontro favorendolo
oltremodo.

Quando leggiamo un libro o guardiamo la televisione assumiamo una posizione comoda. Questa ci permette
di focalizzare le nostre energie in ciò che abbiamo deciso di fare.
Immaginate ora di leggere un libro a testa in giù. Quanta energia dedichereste alla lettura? Il chitarrista in
quanto essere umano è soggetto come tutti alla tensione dovuta all’esibizione. Se a questa associamo anche
una posizione scomoda che porta già di per se delle tensioni in varie parti importanti del corpo, come pos-
siamo pensare che questo povero diavolo riesca ad esprimersi? Io sono chitarrista e inevitabilmente mi sono
simpatici i chitarristi e tutti gli amanti di questo strumento, quindi perché non farci partire in pianura come tutti
gli altri? Noi incominciamo a suonare in salita. Ci vuole inevitabilmente anche una buona condizione atletica.

I casi sono due, o cambiamo la posizione e ci preoccupiamo più del musicista che, trovandosi agevolato,
“rende” di più o mettiamo al conservatorio una cattedra d’atletica complementare come già succede per il
pianoforte.

Da quando ho intrapreso questo viaggio molte cose sono cambiate. Quasi dieci anni fa quando incominciai a
parlare di posizione delle mani e dell’accordatura diversa dello strumento molti chitarristi legati radicalmente
alle tradizioni pur ammettendo che tutto quanto esponevo rispecchiava la verità non se la sentivano di intra-
prendere questo viaggio. Ora dopo varie interviste uscite all’interno di giornali specializzati rilasciate da grandi
interpreti come Alirio Diaz e altri, tutto sembra assumere una luce differente. Pare che il tempo sia maturo per
una nuova rivoluzione musicale-chitarristico. Molti di voi essendosi avvicinati alla chitarra, sicuramente avranno
riscontrato questo genere di problema.

© 2000 - 2008

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