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versione preliminare
Paolo Tilli
Dipartimento di Matematica
Politecnico di Torino
email: paolo.tilli@polito.it
11 gennaio 2005
Capitolo 5
Trasformata di Laplace
5.1 Introduzione
Sia x(t) una funzione continua a tratti e definita almeno sulla semiretta [0, +∞).
Scelto un numero reale s, l’integrale improprio
Z ∞
(5.1) x(t)e−st dt
0
può esistere o non esistere, a seconda del valore del parametro s. L’insieme D dei
numeri s per cui tale integrale esiste finito costituisce il dominio di una nuova funzione
X(s), detta trasformata di Laplace di x(t), definita dall’uguaglianza
Z ∞
X(s) = x(t)e−st dt, s ∈ D.
0
esiste finito solo per s > 1, e quindi il dominio D della trasformata è dato dalla
semiretta aperta (1, ∞). Se invece x(t) = e2t /(1 + t2 ), l’integrale
∞ ∞
e(2−s)t
Z Z
−st
X(s) = x(t)e dt = dt
0 0 1 + t2
105
2
esiste finito per ogni s, e pertanto si ha D = R. Infine, se x(t) = et , l’integrale
improprio Z ∞ Z ∞
−st 2
X(s) = x(t)e dt = et −st dt
0 0
non è finito per alcun valore di s, e quindi il dominio D della trasformata si riduce
all’insieme vuoto.
Negli esempi precedenti il dominio D della trasformata di Laplace era sempre una
semiretta della forma (s0 , ∞) oppure della forma [s0 , ∞), considerando l’intera retta
reale e l’insieme vuoto come casi limite. In effetti, questo accade in generale: in altre
parole, se l’integrale improprio
Z ∞
(5.2) x(t)e−s0 t dt
0
esiste finito per un certo s0 , allora è possibile dimostrare che esiste finito anche
l’integrale Z ∞
x(t)e−st dt
0
per ogni valore di s tale che s > s0 , e quindi il dominio D della trasformata di Laplace
è sempre una semiretta. Riassumiamo quanto detto nella seguente definizione.
Definizione 5.1.2 Data una funzione x(t), definita almeno per t ≥ 0 e continua a
tratti, indichiamo con D la semiretta (eventualmente degenere) definita da
Z ∞
s ∈ D ⇐⇒ esiste finito l’integrale improprio x(t)e−st dt.
0
Si chiama trasformata di Laplace della funzione x(t), e la si indica con uno dei
simboli L [x(t)] o X, la nuova funzione
Z ∞
def
(5.3) L [x(t)] (s) = X(s) = x(t)e−st dt, s ∈ D
0
106
Se si interpreta x(t) come un segnale in funzione del tempo t, analizzato per tempi
positivi, si vede dalla formula (5.3) che la variabile s ha le dimensioni di una fre-
quenza, dato che il prodotto −st (per poterne calcolare l’esponenziale) deve essere
adimensionale. Pertanto, si può pensare alla trasformata di Laplace come a uno
strumento che permette di rappresentare un segnale nello spazio delle frequenze.
Questa funzione riveste un ruolo fondamentale nella teoria dei segnali, in quanto
rappresenta un segnale di intensità unitaria, che inizia al tempo zero e persiste per
un tempo illimitato.
Usando la definizione 5.1.2, calcoliamo la trasformata di Laplace di U (t). Si ha
Z ∞ Z ∞
−st
U (t)e dt = e−st dt
0 0
e l’integrale improprio esiste finito se e solo se s > 0: in questo caso, l’integrale vale
1/s, come si verifica facilmente. Allora il dominio della trasformata L [U (t)] è la
semiretta aperta (0, ∞), e si ha
1
(5.5) L [U (t)] (s) = , s > 0.
s
107
! Esempio 5.1.5 (funzioni trigonometriche) Calcoliamo la trasformata di Lapla-
ce di x(t) = sin t. L’integrale improprio
Z ∞
(sin t)e−st dt
0
108
Non sempre è agevole determinare esattamente il dominio della trasformata di La-
place di una data funzione x(t). In ogni caso, un criterio utile per stabilire se x(t)
è trasformabile secondo Laplace consiste nello studiare il suo ordine di crescita. Si
dice che una funzione x(t) ha crescita esponenziale se esistono due costanti M e α
tali che valga la maggiorazione
|x(t)| ≤ M eat ∀t ≥ 0.
Inoltre, l’estremo inferiore degli esponenti α per cui è possibile avere una stima di
questo tipo, viene detto ordine di crescita della funzione x(t). Si può verificare
facilmente che, se una funzione ha ordine di crescita s0 , allora essa è trasformabi-
le secondo Laplace, almeno nella semiretta aperta (s0 , ∞) (questa condizione è in
generale soltanto sufficiente e non necessaria ai fini della trasformabilità).
Esempio 5.1.7 Se x(t) è una funzione limitata, cioè se esiste una costante M tale
che |x(t)| ≤ M , allora x(t) ha crescita esponenziale, e il suo ordine di crescita (come
si verifica facilmente) è minore o uguale a zero. Quindi, qualsiasi funzione continua
a tratti e limitata, è trasformabile secondo Laplace, almeno sulla semiretta positiva
(0, ∞).
! Esempio 5.1.8 (ordine delle funzioni iperboliche) Le funzioni iperboliche
et − e−t
def
t
def e + e
−t
sinh t = , cosh t =
2 2
hanno entrambe crescita esponenziale e ordine di crescita 1. Infatti, si ha per t > 0
1 1
| sinh t| = et − e−t ≤ et , t ≥ 0
2 2
e
1
| cosh t| = et + e−t ≤ et , t ≥ 0
2
t 1·t
e il numero 1 in e = e non può essere sostituito da alcun fattore più piccolo.
Le funzioni iperboliche sinh t e cosh t, quindi, sono trasformabili secondo Laplace
nella semiretta (1, ∞):
Z ∞ Z ∞
−st
L [sinh t] (s) = (sinh t)e dt, L [cosh t] (s) = (cosh t)e−st dt, s > 1.
0 0
Il calcolo delle rispettive trasformate verrà effettuato nel prossimo paragrafo, usando
la proprietà di linearità.
Esercizi
5.1.1 Calcolare, utilizzando la definizione, la trasformata di Laplace delle seguenti funzioni, indi-
candone ogni volta il dominio di definizione:
sin 2t, t + 1, 2e4t 3 cos 4t, U (t − 3), t2 .
109
5.2 Proprietà fondamentali
La trasformata di Laplace gode di alcune proprietà fondamentali, che consentono di
ridurre notevolmente il volume di calcolo che sarebbe richiesto se, per calcolarla, si fa-
cesse ricorso unicamente alla definizione (5.3). La prima proprietà della trasformata
di Laplace è quella di linearità.
Linearità. Se x1 (t) e x2 (t) sono due funzioni con trasformate di Laplace X1 (s) e
X2 (s) nei rispettivi dominı̂ D1 e D2 , allora una qualsiasi loro combinazione lineare
ax1 (t) + bx2 (t) è a sua volta trasformabile, nel dominio dato dall’intersezione dei due
dominı̂, e vale:
(5.10) L [ax1 (t) + bx2 (t)] (s) = aX1 (s) + bX2 (s), s ∈ D 1 ∩ D2 .
110
Passiamo ora in rassegna alcune altre proprietà della trasformata di Laplace,
con relative dimostrazioni ed esempi. Anche se queste non sono le ipotesi ottimali,
supporremo sempre che x(t) sia una funzione continua a tratti su [0, ∞) con crescita
esponenziale del tipo
per un certo numero s0 . In questo modo, per s > s0 risulta senz’altro definita la sua
trasformata di Laplace
Z ∞
X(s) = x(t)e−st dt, s > s0 .
0
1
(5.14) L [x(at)] (s) = X(s/a), s > as0 .
a
111
Il grafico della funzione x(t − a)U (t − a) su [0, ∞), pertanto, si ottiene traslando
il grafico di x(t)U (t) di una quantità pari ad a verso destra (e quindi la funzione
traslata sarà nulla su [0, a)). In particolare, se x(t)U (t) rappresenta un segnale che
inizia al tempo t = 0, la funzione x(t − a)U (t − a) rappresenta un segnale identico
ma ritardato nel tempo (cioè, un segnale di forma identica che inizia al tempo a).
Per questo motivo, la (5.17) è nota anche come formula del ritardo.
Dimostrazione. È sufficiente notare che U (t − a) = 0 per t < a e U (t − a) = 1 per
t ≥ a, e poi effettuare il cambiamento di variabile z = t − a nell’integrale:
Z ∞
x(t − a)U (t − a)e−st dt
def
L [x(t − a)U (t − a)] (s) =
Z0∞ Z ∞
−st
= x(t − a)e dt = x(z)e−sa−sz dz
a 0
Z ∞
= e−as x(z)e−sz dz = e−as X(s), s > s0 .
def
D’altra parte, la trasformata L [U (t)] (s) della funzione a gradino è già stata calcolata
nella (5.5), quindi si ottiene
e−as
(5.18) L [U (t − a)] (s) = , s > 0.
s
112
e basta quindi calcolare la trasformata di Laplace di e3t . Del resto, sfruttando la
(5.6) si trova
1
L e3t (s) =
, s>3
s−3
e quindi
e−s
L [x(t)] (s) = 2e3 , s > 3.
s−3
Il significato della (5.19) è che la moltiplicazione per una funzione di tipo esponenziale
si riflette, nella trasformata di Laplace, in una traslazione nel dominio delle frequenze.
Per questo motivo, la proprietà di modulazione è anche detta seconda formula del
titardo.
Dimostrazione. Si tratta di una semplice verifica, utilizzando la definizione di
trasformata di Laplace:
Z ∞ Z ∞
−st
x(t)e−(s−a)t dt = X(s − a), s > s0 + a.
at def at def
L e x(t) (s) = e x(t)e dt =
0 0
! Esempio 5.2.6 Calcoliamo la trasformata di Laplace della funzione x(t) = e2t sin 3t.
Applicando prima la proprietà di modulazione (5.19) (con a = 2) e poi la formula
(5.15) (con a = 3), si trova
3 3
L e2t sin 3t (s) = L [sin 3t] (s − 2) =
2 2
= , s > 2.
(s − 2) + 3 (s − 2)2 + 9
Moltiplicazione per t. Si ha
dn
(5.21) L [tn x(t)] (s) = (−1)n X(s), s > s0 , n intero positivo.
dsn
Una dimostrazione esauriente della proprietà (5.20) esula dai nostri scopi, in quanto
richiede strumenti piuttosto avanzati di teoria dell’integrazione. Tuttavia, è facile
113
fornire una giustificazione intuitiva della (5.20), ottenuta scambiando i simboli di
derivata e integrale:
Z ∞ Z ∞
0 def d −st d
x(t)e−st dt
X (s) = x(t)e dt =
ds ds
Z ∞0 0
! Esempio 5.2.8 Calcoliamo la trasformata di Laplace di t sin 3t. Dalla (5.15) con
a = 3, si ha
3
L [sin 3t] (s) = 2 , s>0
s +9
e quindi usando la (5.20) si trova
0
3 6s
L [t sin 3t] (s) = − 2 = 2 , s > 0.
s +9 (s + 9)2
def x(t)
x(0+ ) = lim+
t→0 t
esiste finito, allora
Z ∞
x(t)
(5.22) L (s) = X(S) dS, s > s0 .
t s
114
! Esempio 5.2.9 Calcoliamo la trasformata di laplace della funzione sin(t)/t. Il
limite destro
sin t
lim+
t→0 t
esiste finito, quindi possiamo applicare la (5.22):
Z ∞
sin t
L (s) = L [sin t] (S) dS.
t s
che sappiamo essere convergente, si può usare la (5.24). Infatti, ponendo x(t) = sin t
la (5.13) è verificata con s0 = 0, e si ha X(s) = 1/(s2 + 1) per s > 0 grazie alla (5.7).
Applicando la (5.24), si ottiene
Z ∞ Z ∞ ∞ π
sin t 1
dt = ds = arctan s = .
t 2
s +1 0 2
0 0
115
Trasformata della derivata. Se x(t) è continua su [0, ∞) ed è di classe C 1 in
(0, +∞), allora
Per la (5.13), si ha
lim x(l)e−sl = 0, s > s0 ,
l→∞
cioè la (5.25).
e quindi
Faremo uso di questa relazione più avanti, per la risoluzione esplicita di alcune
equazioni differenziali.
116
! Esempio 5.2.13 Ricalcoliamo, in maniera diversa, la trasformata di Laplace della
funzione x(t) = sin at, dove ora a è un parametro reale qualsiasi. Si ha
Trasformata dell’integrale. Si ha
Z t
X(s)
(5.28) L x(r) dr (s) = , s > max{s0 , 0}.
0 s
Passando al limite per l → ∞ si ottiene la (5.28), dato che, in base alla (5.13),
Z l Z l (
−M/s0 se s0 < 0,
|g(l)| = x(t) dt ≤ M es0 t dt ≤
0 0 M les0 t se s0 ≥ 0,
g(l)e−sl
lim = 0.
l→∞ l
Si noti che, nella (5.28), l’ipotesi che sia s > max{s0 , 0} non può essere sostituita
dall’ipotesi più debole s > s0 . Infatti, consideriamo ad esempio x(t) = e−t , che
verifica la (5.13) con s0 = −1. Allora si ha g(t) = 1 − e−t , e la trasformata di
Laplace di g(t) ha dominio (0, ∞) e non (s0 , ∞).
117
! Esempio 5.2.14 (seno integrale) Calcoliamo la trasformata di Laplace della fun-
zione seno integrale Z t
sin r
sI(t) = dr, t ≥ 0.
0 r
Ponendo x(t) = (sin t)/t, la (5.13) è verificata con s0 = 0; pertanto, applicando la
(5.28) e ricordando la (5.23), otteniamo
arctan(1/s)
L [sI(t)] (s) = , s > 0.
s
Funzioni periodiche. Se x(t) è periodica di periodo T su [0, ∞), allora si ha
RT
0
x(t)e−st dt
(5.29) L [x(t)] (s) = , s > 0.
1 − esT
118
Concludiamo questa rassegna con due proprietà che mettono in relazione i valori
limite, nel punto zero e all’infinito, di x(t) e della sua trasformata X(s).
Valore iniziale. Si ha
def
(5.30) x(0+ ) = lim+ x(t) = lim sX(s).
t→0 s→∞
Dimostrazione. Notiamo prima di tutto che il primo limite esiste finito, in quanto
x(t) è continua a tratti su [0, ∞). Col cambiamento di variabile z = st, si ha
Z ∞ Z ∞
−st
x(z/s)e−z dz.
def
sX(s) = s x(t)e dt =
0 0
119
Linearità L [ax1 (t) + bx2 (t)] (s) = aX1 (s) + bX2 (s)
1
Riscalamento L [x(at)] (s) = X(s/a), s > as0
a
Definizione 5.3.1 Sia X(s) una funzione definita almeno su una semiretta aperta
del tipo (s0 , ∞). Diciamo che x(t) è una antitrasformata di X(s) e scriviamo
x(t) = L−1 [X(s)] (t), t≥0
se x(t) è una funzione continua a tratti su [0, ∞), trasformabile secondo Laplace, e
tale che
X(s) = L [x(t)] (s), s > s0 .
Va subito notato che, quando esiste, l’antitrasformata di Laplace di X(s) non è mai
univocamente determinata. Infatti, dato che la trasformata di Laplace è definita tra-
mite l’integrale (5.3), se x(t) è una antitrasformata di X(s), allora qualsiasi funzione
ottenuta modificando i valori di x(t) in un numero finito di punti è ancora una anti-
trasformata di X(s). Tuttavia, questa non è una severa limitazione, in quanto si può
dimostrare che, se x(t) è una antitrasformata, allora la regolarizzata di x(t) è univo-
camente determinata. Per questo motivo, parleremo spesso della antitrasformata di
Laplace, anziché di una antitrasformata.
Si tenga poi presente che, nella definizione di trasformata di Laplace (5.3), inter-
vengono soltanto i valori di x(t) con t ≥ 0: pertanto, conoscendo la trasformata X(s),
120
non si può avere alcuna informazione sull’antitrasformata x(t) per valori negativi di
t. Perciò, nel seguito, tutte le antitrasformate verranno considerate, implicitamente,
soltanto sulla semiretta positiva.
Dato che l’antitrasformata di Laplace è l’operazione inversa della trasformata,
le proprietà fondamentali dell’antitrasformata di Laplace si ricavano facilmente da
quelle della trasformata. Per facilità di consultazione, le riportiamo in modo sintetico
nella Tabella 5.2: si noti però che queste proprietà vanno applicate cum grano salis,
facendo particolare attenzione alle ipotesi e ai dominı̂ di definizione.
Linearità L−1 [aX1 (s) + bX2 (s)] (t) = ax1 (t) + bx2 (t)
1
Riscalamento L−1 [X(as)] (t) = x(t/a)
a
121
Funzione x(t) Trasformata di Laplace X(s) Dominio
1
U (t) s>0
s
1
eαt (a ∈ R) s>a
s−a
n!
tn (n ∈ N) n+1
s>0
s
a
sin(at) (a ∈ R) s>0
s 2 + a2
s
cos(at) (a ∈ R) s>0
s + a2
2
a
sinh(at) (a ∈ R) s > |a|
s − a2
2
a
cosh(at) (a ∈ R) s > |a|
s − a2
2
b
eat sin(bt) (a, b ∈ R) s>a
(s − a)2 + b2
s−a
eat cos(bt) (a, b ∈ R) s>a
(s − a)2 + b2
sin t
arctan(1/s) s>0
t
Ricordando la (5.6) (si veda anche la Tabella 5.3), abbiamo per linearità
3 −1 1
L (t) = 3L (t) = 3e4t .
s−4 s−4
122
Per linearità dell’antitrasformata, si ha quindi
−1 1 −1 1 1 1
L (t) = L − (t)
s2 − 1 2 s−1 s+1
1 −1 1 1 −1 1
= L (t) − L (t).
2 s−1 2 s+1
Concludiamo questo paragrafo con una lunga serie di esempi di calcolo delle antritra-
sformate di Laplace, mettendo in luce le proprietà dell’antitrasformata che vengono
di volta in volta utilizzate. Inoltre, si farà implicito riferimento alla tabella 5.3 per
quanto riguarda le trasformate delle funzioni elementari.
! Esempio 5.3.4 (linearità) Calcoliamo l’antitrasformata della funzione
4 3s 5
− 2 + 2 .
s − 2 s + 16 s + 4
Usando la linearità, si ottiene
−1 4 3s 5
L − + (t)
s − 2 s2 + 16 s2 + 4
−1 1 −1 s −1 1
= 4L (t) − 3L (t) + 5L (t)
s−2 s2 + 16 s2 + 4
−1 1 −1 s 5 −1 2
= 4L (t) − 3L (t) + L (t)
s−2 s2 + 42 2 s2 + 22
5
= 4e2t − 3 cos 4t + sin 2t.
2
123
! Esempio 5.3.6 (traslazione) Calcoliamo l’antitrasformata della funzione
e−πs/3
.
1 + s2
Dato che
−1 1
L (t) = sin t,
s2 + 1
dalla proprietà di riscalamento si ottiene
−πs/3
−1 e sin(t − π/3) se t ≥ π/3,
L (t) = U (t − π/3) sin(t − π/3) =
1 + s2 0 se t < π/3.
124
! Esempio 5.3.9 (antitrasformata della derivata) Calcoliamo l’antitrasformata
della funzione
1
, a ∈ R, ed n intero positivo.
(s − a)n+1
Se n = 0, si ha chiaramente
−1 1
L (t) = eat .
s−a
tn at
−1 1
L (t) = e .
(s − a)n+1 n!
t2 at
−1 1 −1 1
(5.32) L (t) = teat , L (t) = e .
(s − a)2 (s − a)3 2
1 − e−t
−1 s+1
L log (t) = .
s t
125
! Esempio 5.3.11 (moltiplicazione per s) Calcoliamo l’antitrasformata della fun-
zione
s
.
(s − 1)2 + 1
Dato che, in base alla tabella 5.3, si ha
−1 1
L (t) = et sin t
(s − 1)2 + 1
126
decomponiamola come somma di fratti semplici, cioè determiniamo A e B tali che
3s + 7 A B
(5.33) = + .
(s − 3)(s + 1) s−3 s+1
Per determinare i numeri A e B, si può risolvere un sistema lineare. In alternativa,
si può moltiplicare la (5.33) per s − 3 e poi fare il limite per s → 3, ottenendo
3s + 7 (s − 3)B
lim = A + lim =A
s→3 s + 1 s→3 s+1
e quindi A = 4. Per ottenere B, moltiplichiamo la (5.33) per s + 1 e poi facciamo il
limite per s → −1, ottenendo
3s + 7 A(s + 1)
lim = lim s → 3 +B =B
s→−1 s−3 s−3
e quindi B = −1. Si ha allora
−1 3s + 7 −1 4 1
L (t) = L − (t)
(s − 3)(2 + 1) s−3 s+1
−1 1 −1 1
= 4L (t) − L (t) = 4e3t − e−t .
s−3 s+1
127
Per determinare C, occorre prima portare a primo membro la frazione −7/(s − 2)3
e mettere a fattor comune, ottenendo
5s2 − 8s − 4 −1/3 C D
(5.35) 3
= + 2
+ .
(s + 1)(s − 2) s + 1 (s − 2) s−2
Ora si può moltiplicare per (s − 2)2 e fare il limite per s → 2, ottenendo
5s2 − 8s − 4 10s − 8
C = lim = lim =4
s→2 (s + 1)(s − 2) s→2 (s − 2) + (s + 1)
(il limite è stato calcolato con la regola di De L’Hôpital). La (5.35) diventa quindi
5s2 − 8s − 4 −1/3 4 D
3
= + 2
+
(s + 1)(s − 2) s + 1 (s − 2) s−2
e per determinare D occorre portare a primo membro la frazione 4/(s−2)2 , ottenendo
5s2 − 8s − 4 − 4(s + 1)(s − 2) −1/3 D
3
= + .
(s + 1)(s − 2) s+1 s−2
Ora, moltiplicando per s − 2 e passando al limite per s → 2, usando due volte la
regola di De L’Hôpital si ottiene
5s2 − 8s − 4 − 4(s + 1)(s − 2)
D = lim
s→2 (s + 1)(s − 2)2
10s − 8 − 4(s + 1) − 4(s − 2)
= lim
s→2 (s − 2)2 + 2(s + 1)(s − 2)
10 − 4 − 4 1
= lim = .
s→2 2(s − 2) + 2(s + 1) + 2(s − 2) 3
Pertanto, ricordando la (5.32) si ha
2
−1 5s − 15s − 11
L (t)
(s + 1)(s − 2)3
−1 −1/3 −1 −7 −1 4 −1 1/3
=L (t) + L (t) + L (t) + L (t)
s+1 (s − 2)3 (s − 2)2 s−2
1 −1 1 −1 1 −1 1 1 −1 1
=− L (t) − 7L (t) + 4L (t) + L (t)
3 s+1 (s − 2)3 (s − 2)2 3 s−2
1 7 1
= − e−t − t2 e2t + 4te2t + e2t .
3 2 3
Esercizi
5.3.1 Determinare l’antitrasformata di Laplace delle seguenti funzioni (la risposa è indicata tra
parentesi):
3 1 8s 1
a) (3e−4t ) b) ( 12 e5t/2 ) c) (8 cos 4t) d) (t4 /24)
s+4 2s − 5 s2 + 16 s5
128
5.3.2 Verificare che le funzioni dell’esercizio precedente sono le trasformate di Laplace delle corri-
spondenti funzioni indicate tra parentesi.
5.3.3 Determinare l’antitrasformata di Laplace delle seguenti funzioni (la risposa è indicata tra
parentesi):
6 3s − 12 √ √ √ 2s − 5 5
a) (3 sin 2t) b) (3 cos 2 2t − 3 2 sin 2 2t) c) (2 cosh 3t − 2 sinh 3t)
s2 +4 s2 + 8 s2 − 9
5.3.4 Verificare che le funzioni dell’esercizio precedente sono le trasformate di Laplace delle corri-
spondenti funzioni indicate tra parentesi.
5.3.5 Determinare l’antitrasformata di Laplace delle seguenti funzioni (la risposa è indicata tra
parentesi):
3s − 8 5s + 10
a) ( 43 cos 5t/2 − 4
5 sin 5t/2) b) ( 59 cosh 4t/3 + 5
6 sinh 4t/3)
4s2 + 25 9s2 − 16
5.3.6 Verificare che le funzioni dell’esercizio precedente sono le trasformate di Laplace delle corri-
spondenti funzioni indicate tra parentesi.
5.3.7 Determinare l’antitrasformata di Laplace delle seguenti funzioni (la risposa è indicata tra
parentesi):
3s − 8 4s − 24 7
a) − 2 (3 cos 2t − 4 sin 2t − 4 cosh 4t + 6 sinh 4t) b) − (− 37 e−2t/3 )
s2 + 4 s − 16 3s + 2
5.3.8 Verificare che le funzioni dell’esercizio precedente sono le trasformate di Laplace delle corri-
spondenti funzioni indicate tra parentesi.
5.3.9 Determinare l’antitrasformata di Laplace delle seguenti funzioni (la risposa è indicata tra
parentesi):
3s − 14 8s + 20
a) (e2t (3 cos 2t − 4 sin 2t)) b) (11e8t − 3e4t )
s2− 4s + 8 s2 − 12s + 32
5.3.10 Verificare che le funzioni dell’esercizio precedente sono le trasformate di Laplace delle
corrispondenti funzioni indicate tra parentesi.
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