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Dispense del corso di Analisi II

versione preliminare

Paolo Tilli

Dipartimento di Matematica
Politecnico di Torino
email: paolo.tilli@polito.it

11 gennaio 2005
Capitolo 5

Trasformata di Laplace

5.1 Introduzione
Sia x(t) una funzione continua a tratti e definita almeno sulla semiretta [0, +∞).
Scelto un numero reale s, l’integrale improprio
Z ∞
(5.1) x(t)e−st dt
0

può esistere o non esistere, a seconda del valore del parametro s. L’insieme D dei
numeri s per cui tale integrale esiste finito costituisce il dominio di una nuova funzione
X(s), detta trasformata di Laplace di x(t), definita dall’uguaglianza
Z ∞
X(s) = x(t)e−st dt, s ∈ D.
0

Chiaramente, il dominio D della trasformata di Laplace X(s) dipenderà dalla fun-


zione x(t).

! Esempio 5.1.1 Se x(t) = et , l’integrale improprio


Z ∞ Z ∞
−st
X(s) = x(t)e dt = e(1−s)t dt
0 0

esiste finito solo per s > 1, e quindi il dominio D della trasformata è dato dalla
semiretta aperta (1, ∞). Se invece x(t) = e2t /(1 + t2 ), l’integrale
∞ ∞
e(2−s)t
Z Z
−st
X(s) = x(t)e dt = dt
0 0 1 + t2

esiste finito se e solo se s ≥ 2, e quindi D è la semiretta chiusa [2, ∞).


2
Ancora, per x(t) = e−t l’integrale improprio
Z ∞ Z ∞
−st 2
X(s) = x(t)e dt = e−t −st dt
0 0

105
2
esiste finito per ogni s, e pertanto si ha D = R. Infine, se x(t) = et , l’integrale
improprio Z ∞ Z ∞
−st 2
X(s) = x(t)e dt = et −st dt
0 0
non è finito per alcun valore di s, e quindi il dominio D della trasformata si riduce
all’insieme vuoto. 

Negli esempi precedenti il dominio D della trasformata di Laplace era sempre una
semiretta della forma (s0 , ∞) oppure della forma [s0 , ∞), considerando l’intera retta
reale e l’insieme vuoto come casi limite. In effetti, questo accade in generale: in altre
parole, se l’integrale improprio
Z ∞
(5.2) x(t)e−s0 t dt
0

esiste finito per un certo s0 , allora è possibile dimostrare che esiste finito anche
l’integrale Z ∞
x(t)e−st dt
0
per ogni valore di s tale che s > s0 , e quindi il dominio D della trasformata di Laplace
è sempre una semiretta. Riassumiamo quanto detto nella seguente definizione.
Definizione 5.1.2 Data una funzione x(t), definita almeno per t ≥ 0 e continua a
tratti, indichiamo con D la semiretta (eventualmente degenere) definita da
Z ∞
s ∈ D ⇐⇒ esiste finito l’integrale improprio x(t)e−st dt.
0

Si chiama trasformata di Laplace della funzione x(t), e la si indica con uno dei
simboli L [x(t)] o X, la nuova funzione
Z ∞
def
(5.3) L [x(t)] (s) = X(s) = x(t)e−st dt, s ∈ D
0

avente l’insieme D come dominio di definizione. Quando D è non vuoto, la funzione


x(t) si dice trasformabile secondo Laplace.
Il termine trasformata sottolinea il fatto che si costruisce, a partire da una data
funzione x(t), una nuova funzione X(s), detta appunto trasformata di x(t), secondo
lo schema
trasformata
t 7→ x(t), t ≥ 0 −−−−−−−→ s 7→ X(s), s ∈ D
La trasformata di Laplace trova numerose applicazioni, ad esempio nella risoluzione
esplicita di alcune equazioni differenziali. Il punto cruciale, a questo proposito, è la
possibilità di ricostruire la funzione x(t), conoscendo la sua trasformata di Laplace
X(s). Questa specie di operazione inversa, detta antitrasformata di Laplace, opera
secondo secondo lo schema
antitrasformata
t 7→ x(t), t ≥ 0 ←−−−−−−−−− s 7→ X(s), s ∈ D

106
Se si interpreta x(t) come un segnale in funzione del tempo t, analizzato per tempi
positivi, si vede dalla formula (5.3) che la variabile s ha le dimensioni di una fre-
quenza, dato che il prodotto −st (per poterne calcolare l’esponenziale) deve essere
adimensionale. Pertanto, si può pensare alla trasformata di Laplace come a uno
strumento che permette di rappresentare un segnale nello spazio delle frequenze.

Concludiamo questa introduzione con il calcolo diretto di alcune trasformate di La-


place. Questi esempi elementari, combinati con le proprietà generali della trasforma-
ta che studieremo nei paragrafi seguenti, consentiranno di calcolare le trasformate di
Laplace di funzioni anche piuttosto complesse.

! Esempio 5.1.3 (funzione a gradino) Consideriamo la cosiddetta funzione a gra-


dino, definita da

0 se t < 0,
(5.4) U (t) =
1 se t ≥ 0.

Questa funzione riveste un ruolo fondamentale nella teoria dei segnali, in quanto
rappresenta un segnale di intensità unitaria, che inizia al tempo zero e persiste per
un tempo illimitato.
Usando la definizione 5.1.2, calcoliamo la trasformata di Laplace di U (t). Si ha
Z ∞ Z ∞
−st
U (t)e dt = e−st dt
0 0

e l’integrale improprio esiste finito se e solo se s > 0: in questo caso, l’integrale vale
1/s, come si verifica facilmente. Allora il dominio della trasformata L [U (t)] è la
semiretta aperta (0, ∞), e si ha
1
(5.5) L [U (t)] (s) = , s > 0.
s


! Esempio 5.1.4 (esponenziale) Calcoliamo la trasformata di Laplace della funzio-


ne esponenziale x(t) = eat , dove a è un parametro reale. Si ha
Z ∞ Z ∞
at −st 1
e e dt = e(a−s)t dt = ⇐⇒ s > a,
0 0 s−a
altrimenti l’integrale improprio non è convergente. Quindi il dominio della trasfor-
mata è la semiretta aperta (a, ∞) e
1
L eat (s) =
 
(5.6) , s > a.
s−a


107
! Esempio 5.1.5 (funzioni trigonometriche) Calcoliamo la trasformata di Lapla-
ce di x(t) = sin t. L’integrale improprio
Z ∞
(sin t)e−st dt
0

è convergente se e solo se s > 0, quindi il dominio della trasformata di Laplace di sin t


è la semiretta aperta (0, ∞). Per calcolare l’integrale improprio, calcoliamo prima
di tutto una primitiva
e−st (−s sin t − cos t)
Z
(sin t)e−st dt = .
s2 + 1
Quindi, per s > 0 si trova
Z ∞ Z l l
−st −st e−st (−s sin t − cos t)
(sin t)e dt = lim (sin t)e dt = lim
0 l→∞ 0 l→∞ s2 + 1
0
 −sl
e (−s sin l − cos l) e0 (−s sin 0 − cos 0)

1
= lim 2
− 2
= 2
l→∞ s +1 s +1 s +1
e la trasformata è quindi data da
1
(5.7) L [sin t] (s) = , s > 0.
s2 +1
In maniera del tutto analoga, si verifica che
s
(5.8) L [cos t] (s) = , s > 0.
s2 + 1


! Esempio 5.1.6 Calcoliamo la trasformata di Laplace della funzione x(t) = t. L’in-


tegrale improprio Z ∞
te−st dt
0
è convergente se e solo se s > 0. Inoltre, integrando per parti si trova che la funzione
e−st (−st − 1)/s2 è una primitiva di te−st , quindi per s > 0 si ha
Z ∞ Z l l
−st −st e−st (−st − 1)
te dt = lim te dt = lim
0 l→∞ 0 l→∞ s2
0
 −sl
e (−sl − 1) e0 (0 − 1)

1
= lim 2
− 2
= 2.
l→∞ s s s
La trasformata di Laplace è allora data da
1
(5.9) L [t] (s) = , s > 0.
s2


108
Non sempre è agevole determinare esattamente il dominio della trasformata di La-
place di una data funzione x(t). In ogni caso, un criterio utile per stabilire se x(t)
è trasformabile secondo Laplace consiste nello studiare il suo ordine di crescita. Si
dice che una funzione x(t) ha crescita esponenziale se esistono due costanti M e α
tali che valga la maggiorazione
|x(t)| ≤ M eat ∀t ≥ 0.
Inoltre, l’estremo inferiore degli esponenti α per cui è possibile avere una stima di
questo tipo, viene detto ordine di crescita della funzione x(t). Si può verificare
facilmente che, se una funzione ha ordine di crescita s0 , allora essa è trasformabi-
le secondo Laplace, almeno nella semiretta aperta (s0 , ∞) (questa condizione è in
generale soltanto sufficiente e non necessaria ai fini della trasformabilità).
Esempio 5.1.7 Se x(t) è una funzione limitata, cioè se esiste una costante M tale
che |x(t)| ≤ M , allora x(t) ha crescita esponenziale, e il suo ordine di crescita (come
si verifica facilmente) è minore o uguale a zero. Quindi, qualsiasi funzione continua
a tratti e limitata, è trasformabile secondo Laplace, almeno sulla semiretta positiva
(0, ∞). 
! Esempio 5.1.8 (ordine delle funzioni iperboliche) Le funzioni iperboliche
et − e−t
def
t
def e + e
−t
sinh t = , cosh t =
2 2
hanno entrambe crescita esponenziale e ordine di crescita 1. Infatti, si ha per t > 0
1 1
| sinh t| = et − e−t ≤ et , t ≥ 0
2 2
e
1
| cosh t| = et + e−t ≤ et , t ≥ 0

2
t 1·t
e il numero 1 in e = e non può essere sostituito da alcun fattore più piccolo.
Le funzioni iperboliche sinh t e cosh t, quindi, sono trasformabili secondo Laplace
nella semiretta (1, ∞):
Z ∞ Z ∞
−st
L [sinh t] (s) = (sinh t)e dt, L [cosh t] (s) = (cosh t)e−st dt, s > 1.
0 0

Il calcolo delle rispettive trasformate verrà effettuato nel prossimo paragrafo, usando
la proprietà di linearità. 

Esercizi

5.1.1 Calcolare, utilizzando la definizione, la trasformata di Laplace delle seguenti funzioni, indi-
candone ogni volta il dominio di definizione:
sin 2t, t + 1, 2e4t 3 cos 4t, U (t − 3), t2 .

5.1.2 Determinare se le seguenti funzioni hanno crescita esponenziale e, in caso affermativo,


determinarne l’ordine di crescita:
2
e5t , 2e−10t + 4, t2 + t, (1 + t3 )e3t , et +2t
, et sinh 2t, t sin t

109
5.2 Proprietà fondamentali
La trasformata di Laplace gode di alcune proprietà fondamentali, che consentono di
ridurre notevolmente il volume di calcolo che sarebbe richiesto se, per calcolarla, si fa-
cesse ricorso unicamente alla definizione (5.3). La prima proprietà della trasformata
di Laplace è quella di linearità.
Linearità. Se x1 (t) e x2 (t) sono due funzioni con trasformate di Laplace X1 (s) e
X2 (s) nei rispettivi dominı̂ D1 e D2 , allora una qualsiasi loro combinazione lineare
ax1 (t) + bx2 (t) è a sua volta trasformabile, nel dominio dato dall’intersezione dei due
dominı̂, e vale:

(5.10) L [ax1 (t) + bx2 (t)] (s) = aX1 (s) + bX2 (s), s ∈ D 1 ∩ D2 .

Esempio 5.2.1 Combinando la (5.6) e la (5.7), si ha


2 5
L 2e3t + 5 sin t (s) =
 
+ 2 , s>3
s−3 s +1
(si noti che il dominio di trasformabilità è dato dall’intersezione dei due dominı̂
(3, ∞) e (0, ∞)). 

! Esempio 5.2.2 (funzioni iperboliche) Calcoliamo la trasformata di Laplace delle


funzioni iperboliche sinh at e cosh at, dove a è un parametro reale. Si ha
eat − e−at 1 1
sinh at = = eat − e−at ,
2 2 2
quindi sinh at è una combinazione lineare di due funzioni esponenziali, di cui abbiamo
già calcolato la trasformata di Laplace. In particolare, usando due volte la (5.6)
(prima con a, poi con −a) troviamo:
1
L eat (s) =
 
, s > a,
s−a
e
1
L e−at (s) =
 
, s > −a.
s+a
I due dominı̂ di trasformabilità sono quindi le due semirette (a, ∞) e (−a, ∞), e la lo-
ro intersezione è la semiretta (|a|, ∞), indipendentemente dal segno di a. Applicando
la proprietà di linearità (5.10), si ottiene quindi
 
1 1 1 a
(5.11) L [sinh at] (s) = − = 2 , s > |a|.
2 s−a s+a s − a2
In maniera del tutto analoga, si trova
 
1 1 1 s
(5.12) L [cosh at] (s) = + = 2 , s > |a|.
2 s−a s+a s − a2


110
Passiamo ora in rassegna alcune altre proprietà della trasformata di Laplace,
con relative dimostrazioni ed esempi. Anche se queste non sono le ipotesi ottimali,
supporremo sempre che x(t) sia una funzione continua a tratti su [0, ∞) con crescita
esponenziale del tipo

(5.13) |x(t)| ≤ M es0 t ∀t ≥ 0

per un certo numero s0 . In questo modo, per s > s0 risulta senz’altro definita la sua
trasformata di Laplace
Z ∞
X(s) = x(t)e−st dt, s > s0 .
0

Riscalamento. Se a > 0 è un parametro reale, allora

1
(5.14) L [x(at)] (s) = X(s/a), s > as0 .
a

Dimostrazione. Basta effettuare il cambiamento di variabile z = at nella defini-


zione di trasformata di Laplace. Infatti, se s > as0 , abbiamo
Z ∞
1 ∞
Z
−st def 1
x(z)e−sz/a dz = X(s/a).
def
L [x(at)] (s) = x(at)e dt =
0 a 0 a


! Esempio 5.2.3 (funzioni trigonometriche) Vogliamo calcolare la trasformata di


Laplace della funzione sin at, dove a > 0 è un parametro reale. Ponendo x(t) = sin t,
dalla (5.7) sappiamo che
1
X(s) = 2 , s > 0.
s +1
Applicando la proprietà di riscalamento (5.14), troviamo quindi
1 1 a
(5.15) L [sin at] = · 2
= 2 , s > 0.
a (s/a) + 1 s + a2
Analogamente, partendo dalla (5.8) si trova
1 s/a s
(5.16) L [cos at] = · 2
= 2 , s > 0.
a (s/a) + 1 s + a2


Proprietà di traslazione. Se a > 0 è un parametro reale positivo, allora

(5.17) L [x(t − a)U (t − a)] (s) = e−as X(s), s > s0 .

Si noti che, ricordando la (5.4), si ha



x(t − a) se t ≥ a,
x(t − a)U (t − a) =
0 se t < a.

111
Il grafico della funzione x(t − a)U (t − a) su [0, ∞), pertanto, si ottiene traslando
il grafico di x(t)U (t) di una quantità pari ad a verso destra (e quindi la funzione
traslata sarà nulla su [0, a)). In particolare, se x(t)U (t) rappresenta un segnale che
inizia al tempo t = 0, la funzione x(t − a)U (t − a) rappresenta un segnale identico
ma ritardato nel tempo (cioè, un segnale di forma identica che inizia al tempo a).
Per questo motivo, la (5.17) è nota anche come formula del ritardo.
Dimostrazione. È sufficiente notare che U (t − a) = 0 per t < a e U (t − a) = 1 per
t ≥ a, e poi effettuare il cambiamento di variabile z = t − a nell’integrale:
Z ∞
x(t − a)U (t − a)e−st dt
def
L [x(t − a)U (t − a)] (s) =
Z0∞ Z ∞
−st
= x(t − a)e dt = x(z)e−sa−sz dz
a 0
Z ∞
= e−as x(z)e−sz dz = e−as X(s), s > s0 .
def

! Esempio 5.2.4 (gradino traslato) Fissato a ≥ 0, calcoliamo la trasformata di


Laplace della funzione a gradino traslata, ovvero

0 se t < a,
U (t − a) =
1 se t ≥ a.

Notiamo che si ha U (t − a) = U (t − a)U (t − a), quindi possiamo usare la formula


del ritardo (5.17) con x(t) = U (t), ottenendo

L [U (t − a)] (s) = L [U (t − a)U (t − a)] (s) = e−as L [U (t)] (s).

D’altra parte, la trasformata L [U (t)] (s) della funzione a gradino è già stata calcolata
nella (5.5), quindi si ottiene

e−as
(5.18) L [U (t − a)] (s) = , s > 0.
s


! Esempio 5.2.5 Calcoliamo la trasformata di Laplace della funzione



0 se t < 1,
x(t) = 3t
2e se t ≥ 1.

Per far questo, notiamo che si ha

x(t) = 2e3t U (t − 1) = 2e3 e3(t−1) U (t − 1).

Applicando prima la linearità e poi la formula del ritardo con a = 1, otteniamo

L [x(t)] (s) = 2e3 L e3(t−1) U (t − 1) (s) = 2e3 e−s L e3t (s),


   

112
e basta quindi calcolare la trasformata di Laplace di e3t . Del resto, sfruttando la
(5.6) si trova
1
L e3t (s) =
 
, s>3
s−3
e quindi
e−s
L [x(t)] (s) = 2e3 , s > 3.
s−3


Modulazione. Se a è un parametro reale, allora

L eat x(t) (s) = X(s − a),


 
(5.19) s > s0 + a.

Il significato della (5.19) è che la moltiplicazione per una funzione di tipo esponenziale
si riflette, nella trasformata di Laplace, in una traslazione nel dominio delle frequenze.
Per questo motivo, la proprietà di modulazione è anche detta seconda formula del
titardo.
Dimostrazione. Si tratta di una semplice verifica, utilizzando la definizione di
trasformata di Laplace:
Z ∞ Z ∞
−st
x(t)e−(s−a)t dt = X(s − a), s > s0 + a.
 at  def at def
L e x(t) (s) = e x(t)e dt =
0 0

! Esempio 5.2.6 Calcoliamo la trasformata di Laplace della funzione x(t) = e2t sin 3t.
Applicando prima la proprietà di modulazione (5.19) (con a = 2) e poi la formula
(5.15) (con a = 3), si trova
3 3
L e2t sin 3t (s) = L [sin 3t] (s − 2) =
 
2 2
= , s > 2.
(s − 2) + 3 (s − 2)2 + 9


Moltiplicazione per t. Si ha

(5.20) L [tx(t)] (s) = −X 0 (s), s > s0 .

Applicando ripetutamente la (5.20), si ottiene

dn
(5.21) L [tn x(t)] (s) = (−1)n X(s), s > s0 , n intero positivo.
dsn
Una dimostrazione esauriente della proprietà (5.20) esula dai nostri scopi, in quanto
richiede strumenti piuttosto avanzati di teoria dell’integrazione. Tuttavia, è facile

113
fornire una giustificazione intuitiva della (5.20), ottenuta scambiando i simboli di
derivata e integrale:
Z ∞  Z ∞
0 def d −st d
x(t)e−st dt

X (s) = x(t)e dt =
ds ds
Z ∞0 0

x(t)te−st dt = −L [tx(t)] (s).


def
=−
0

Per rendere completa la dimostrazione, sarebbe necessario giustificare adeguatamen-


te la seconda uguaglianza, cioè il fatto che la derivata rispetto a s dell’integrale in dt
(in cui s compare come parametro), sia uguale all’integrale della funzione derivata.

! Esempio 5.2.7 (potenze di t) Dato un intero positivo n, calcoliamo la trasformata


di Laplace della funzione tn . È sufficiente applicare la (5.21), scegliendo x(t) = U (t),
cioè la funzione a gradino la cui trasformata è già stata calcolata nella (5.5):
n
 
n n n d 1 n!
L [t ] (s) = L [t U (t)] (s) = (−1) n
= n+1 , s > 0.
ds s s
Ad esempio, si ha scegliendo n = 1, 2, 3
 0  00  000
1 1  2 1 2 1 6
L t3 = −
 
L [t] = − = 2, L t = = 3, = 4, s > 0.
s s s s s s


! Esempio 5.2.8 Calcoliamo la trasformata di Laplace di t sin 3t. Dalla (5.15) con
a = 3, si ha
3
L [sin 3t] (s) = 2 , s>0
s +9
e quindi usando la (5.20) si trova
 0
3 6s
L [t sin 3t] (s) = − 2 = 2 , s > 0.
s +9 (s + 9)2


Cosı̀ come la moltiplicazione per t si traduce, nella trasformata di Laplace, in una


derivazione e in un cambiamento di segno, la divisione per t si traduce in una
integrazione:
Divisione per t. Se il limite destro

def x(t)
x(0+ ) = lim+
t→0 t
esiste finito, allora
  Z ∞
x(t)
(5.22) L (s) = X(S) dS, s > s0 .
t s

114
! Esempio 5.2.9 Calcoliamo la trasformata di laplace della funzione sin(t)/t. Il
limite destro
sin t
lim+
t→0 t
esiste finito, quindi possiamo applicare la (5.22):
  Z ∞
sin t
L (s) = L [sin t] (S) dS.
t s

Ricordando la (5.7), otteniamo


  Z ∞ ∞
sin t 1
L (s) = dS = arctan(S)

t S 2+1

s
(5.23) s
π
= − arctan s = arctan(1/s), s > 0.
2


Osservazione 5.2.10 Se nella stima (5.13) si ha s0 < 0, allora possiamo scegliere


s = 0 nella (5.22), ottenendo
  Z ∞
x(t)
L (0) = X(s) ds.
t 0

Ma ricordando la definizione della trasformata di Laplace (5.3), possiamo scrivere


questa relazione nel modo seguente:
Z ∞ Z ∞
x(t)
(5.24) dt = X(s) ds.
0 t 0

La (5.24) continua a valere anche quando s0 = 0, ma in questo caso bisogna supporre


che i due integrali impropri siano convergenti. 

! Esempio 5.2.11 Per calcolare l’integrale improprio


Z ∞
sin t
dt,
0 t

che sappiamo essere convergente, si può usare la (5.24). Infatti, ponendo x(t) = sin t
la (5.13) è verificata con s0 = 0, e si ha X(s) = 1/(s2 + 1) per s > 0 grazie alla (5.7).
Applicando la (5.24), si ottiene
Z ∞ Z ∞ ∞ π
sin t 1
dt = ds = arctan s = .

t 2
s +1 0 2
0 0

115
Trasformata della derivata. Se x(t) è continua su [0, ∞) ed è di classe C 1 in
(0, +∞), allora

(5.25) L [x0 (t)] (s) = sX(s) − x(0), s > s0 .

Dimostrazione. Fissiamo un numero l > 0. Integrando per parti, si ha


Z l l Z l Z l
0 −st −st −st −sl
x(t)e−st dt.

x (t)e dt = x(t)e + s x(t)e dt = x(l)e − x(0) + s
0 0 0 0

Per la (5.13), si ha
lim x(l)e−sl = 0, s > s0 ,
l→∞

e quindi per definizione di trasformata di Laplace


Z l  Z l 
0 def 0 −st −sl −st
L [x (t)] (s) = lim x (t)e dt = lim x(l)e − x(0) + s x(t)e dt
l→∞ 0 l→∞ 0
Z l
x(t)e−st dt = −x(0) + sX(s), s > s0 ,
def
= −x(0) + s lim
l→∞ 0

cioè la (5.25). 

Osservazione 5.2.12 Ferme restando le altre ipotesi, se x(t) è continua in (0, ∞)


ed esiste finito il limite destro
def
x(0+ ) = lim+ x(t),
t→0

allora la (5.25) resta valida nella forma

(5.26) L [x0 (t)] (s) = sX(s) − x(0+ ), s > s0 .

Inoltre, se si fanno analoghe ipotesi sulle derivate di ordine maggiore al primo, la


(5.26) può essere applicata ripetutamente, per calcolare la trasformata di Laplace
delle derivate di ordine più alto. Ad esempio, se anche la derivata x0 (t) soddisfa le
stesse ipotesi di x(t) si ha
0
L [x00 (t)] (s) = L (x0 (t)) (s) = sL [x0 (t)] (s) − x0 (0+ ) = s2 X(s) − sx(0+ ) − x0 (0+ )


e quindi

(5.27) L [x00 (t)] = s2 X(s) − sx(0+ ) − x0 (0+ ), s > s0 .

Faremo uso di questa relazione più avanti, per la risoluzione esplicita di alcune
equazioni differenziali. 

116
! Esempio 5.2.13 Ricalcoliamo, in maniera diversa, la trasformata di Laplace della
funzione x(t) = sin at, dove ora a è un parametro reale qualsiasi. Si ha

x00 (t) = −a2 sin at, x(0) = 0, x0 (0) = a.

Per linearità, applicando la (5.27) quindi si ha

−a2 L [sin at] (s) = L [x00 (t)] (s) = s2 L [x(t)] (s) − a,

e quindi risolvendo rispetto a L [x(t)] (s) si ottiene


a
L [sin at] (s) = L [x(t)] (s) = , s > 0,
s2 + a2
in accordo con la (5.15) (che era stata dimostrata soltanto per a > 0). 

Trasformata dell’integrale. Si ha
Z t 
X(s)
(5.28) L x(r) dr (s) = , s > max{s0 , 0}.
0 s

Dimostrazione. Fissiamo un numero l > 0 e poniamo


Z t
g(t) = x(r) dr.
0

Dato che g 0 (t) = x(t) e g(0) = 0, integrando per parti si ha


l
l
g(t)e−st 1 l 0 g(l)e−sl 1 l
Z Z Z
−st −st
g(t)e dt = − + g (t)e dt = − + x(t)e−st dt.
0 s 0 s 0 l s 0

Passando al limite per l → ∞ si ottiene la (5.28), dato che, in base alla (5.13),
Z l Z l (
−M/s0 se s0 < 0,
|g(l)| = x(t) dt ≤ M es0 t dt ≤
0 0 M les0 t se s0 ≥ 0,

e quindi se s > max{s0 , 0} si ha

g(l)e−sl
lim = 0.
l→∞ l

Si noti che, nella (5.28), l’ipotesi che sia s > max{s0 , 0} non può essere sostituita
dall’ipotesi più debole s > s0 . Infatti, consideriamo ad esempio x(t) = e−t , che
verifica la (5.13) con s0 = −1. Allora si ha g(t) = 1 − e−t , e la trasformata di
Laplace di g(t) ha dominio (0, ∞) e non (s0 , ∞).

117
! Esempio 5.2.14 (seno integrale) Calcoliamo la trasformata di Laplace della fun-
zione seno integrale Z t
sin r
sI(t) = dr, t ≥ 0.
0 r
Ponendo x(t) = (sin t)/t, la (5.13) è verificata con s0 = 0; pertanto, applicando la
(5.28) e ricordando la (5.23), otteniamo
arctan(1/s)
L [sI(t)] (s) = , s > 0.
s

Funzioni periodiche. Se x(t) è periodica di periodo T su [0, ∞), allora si ha
RT
0
x(t)e−st dt
(5.29) L [x(t)] (s) = , s > 0.
1 − esT

Dimostrazione. Osserviamo anzitutto che una funzione periodica e continua a


tratti è limitata, quindi trasformabile secondo Laplace per s > 0. Se n è un intero
positivo, col cambiamento di variabile t = z + nT troviamo
Z nT +T Z T Z T
−st −s(z+nT ) −snT
x(t)e dt = x(z + nT )e dz = e x(z)e−sz dz,
nT 0 0

avendo usato la periodicità. Sommando su N periodi consecutivi, si ha quindi


Z NT N
X −1 Z nT +T Z T N
X −1
−st −st −sz
x(t)e dt = x(t)e dt = x(z)e dz e−snT ,
0 n=0 nT 0 n=0

e la (5.29) segue subito passando al limite per N → ∞, e ricordando la formula per


la somma di una serie geometrica di ragione e−sT . 

! Esempio 5.2.15 Calcoliamo la trasformata di Laplace dell’onda quadra di periodo


T e ampiezza A, definita sul periodo [0, T ) come

A se 0 ≤ t < T /2,
x(t) =
−A se T /2 ≤ t < T .

Per applicare la (5.29), calcoliamo


T 2
T T
1 − 2e−sT /2 + e−sT 1 − e−sT /2
Z Z Z
2
x(t)e−st dt = A e−st dt−A e−st dt = A =A
0 0 T
2
s s

e quindi per la (5.29)


2
1 − e−sT /2 1 − e−sT /2
L [x(t)] (s) = A = A , s > 0.
s (1 − e−sT ) s (1 + e−sT /2 )


118
Concludiamo questa rassegna con due proprietà che mettono in relazione i valori
limite, nel punto zero e all’infinito, di x(t) e della sua trasformata X(s).
Valore iniziale. Si ha
def
(5.30) x(0+ ) = lim+ x(t) = lim sX(s).
t→0 s→∞

Dimostrazione. Notiamo prima di tutto che il primo limite esiste finito, in quanto
x(t) è continua a tratti su [0, ∞). Col cambiamento di variabile z = st, si ha
Z ∞ Z ∞
−st
x(z/s)e−z dz.
def
sX(s) = s x(t)e dt =
0 0

D’altra parte, per qualsiasi z > 0 si ha


lim x(z/s) = lim+ x(t) = x(0+ ).
s→∞ t→0

Pertanto, scambiando il limite con l’integrale, si ha


Z ∞  Z ∞ 
−z −z
lim sX(s) = lim x(z/s)e dz = lim x(z/s)e dz
s→∞ s→∞ 0 0 s→∞
Z ∞ Z ∞
+ −z
= x(0 )e dz = x(0 ) +
e−z dz = x(0+ )
0 0

e la (5.30) è dimostrata. Osserviamo però che, nella seconda uguaglianza, biso-


gnerebbe giustificare adeguatamente la possibilità di scambiare tra loro l’operazione
di limite e quella di integrale: una giustificazione rigorosa richiederebbe strumenti
piuttosto avanzati, e per questo motivo viene omessa. 
Valore finale. Se s0 ≤ 0, si ha
(5.31) lim x(t) = lim+ sX(s)
t→∞ s→0

a patto che i limiti in questione esistano.


La proprietà del valore finale può essere giustificata in maniera analoga a quanto
fatto per la condizione iniziale; si noti tuttavia che qui bisogna supporre che i limiti
esistano.
Riassumiamo le proprietà della trasformata di Laplace nella Tabella 5.1. Si ten-
ga però presente che alcune proprietà richiedono qualche ipotesi aggiuntiva oltre la
(5.13): per questo, si rimanda alla trattazione più dettagliata esposta precedente-
mente.

5.3 Antitrasformata di Laplace


La trasformata di Laplace sarebbe di ben poca utilità se non fosse possibile risalire
alla funzione x(t), conoscendo la sua trasformata di Laplace X(s). L’operazione che
permette di passare da X(s) a x(t) è detta antitrasformata di Laplace: una tratta-
zione dettagliata dell’antitrasformata esula dai nostri scopi, in quanto richiederebbe
la teoria delle funzioni di variabile complessa. Qui ci limiteremo a fornire alcuni
esempi ed alcune tecniche euristiche per il calcolo dell’antitrasformata.

119
Linearità L [ax1 (t) + bx2 (t)] (s) = aX1 (s) + bX2 (s)

1
Riscalamento L [x(at)] (s) = X(s/a), s > as0
a

Traslazione L [x(t − a)U (t − a)] (s) = e−as X(s), s > s0

Modulazione L [eat x(t)] (s) = X(s − a), s > s0 + a

Moltiplicazione per t L [tx(t)] (s) = −X 0 (s), s > s0


  Z ∞
x(t)
Divisione per t L (s) = X(S) dS, s > s0
t s

Trasformata della derivata L [x0 (t)] (s) = sX(s) − x(0+ ), s > s0


Z t 
X(s)
Trasformata dell’integrale L x(r) dr (s) = , s > max{s0 , 0}
0 s

Valore iniziale lim x(t) = lim sX(s)


t→0+ s→∞

Valore finale lim x(t) = lim+ sX(s)


t→∞ s→0

Tabella 5.1: Principali proprietà della trasformata di Laplace.

Definizione 5.3.1 Sia X(s) una funzione definita almeno su una semiretta aperta
del tipo (s0 , ∞). Diciamo che x(t) è una antitrasformata di X(s) e scriviamo
x(t) = L−1 [X(s)] (t), t≥0
se x(t) è una funzione continua a tratti su [0, ∞), trasformabile secondo Laplace, e
tale che
X(s) = L [x(t)] (s), s > s0 .
Va subito notato che, quando esiste, l’antitrasformata di Laplace di X(s) non è mai
univocamente determinata. Infatti, dato che la trasformata di Laplace è definita tra-
mite l’integrale (5.3), se x(t) è una antitrasformata di X(s), allora qualsiasi funzione
ottenuta modificando i valori di x(t) in un numero finito di punti è ancora una anti-
trasformata di X(s). Tuttavia, questa non è una severa limitazione, in quanto si può
dimostrare che, se x(t) è una antitrasformata, allora la regolarizzata di x(t) è univo-
camente determinata. Per questo motivo, parleremo spesso della antitrasformata di
Laplace, anziché di una antitrasformata.
Si tenga poi presente che, nella definizione di trasformata di Laplace (5.3), inter-
vengono soltanto i valori di x(t) con t ≥ 0: pertanto, conoscendo la trasformata X(s),

120
non si può avere alcuna informazione sull’antitrasformata x(t) per valori negativi di
t. Perciò, nel seguito, tutte le antitrasformate verranno considerate, implicitamente,
soltanto sulla semiretta positiva.
Dato che l’antitrasformata di Laplace è l’operazione inversa della trasformata,
le proprietà fondamentali dell’antitrasformata di Laplace si ricavano facilmente da
quelle della trasformata. Per facilità di consultazione, le riportiamo in modo sintetico
nella Tabella 5.2: si noti però che queste proprietà vanno applicate cum grano salis,
facendo particolare attenzione alle ipotesi e ai dominı̂ di definizione.

Linearità L−1 [aX1 (s) + bX2 (s)] (t) = ax1 (t) + bx2 (t)

1
Riscalamento L−1 [X(as)] (t) = x(t/a)
a

Traslazione L−1 [e−as X(s)] (t) = x(t − a)U (t − a)

Modulazione L−1 [X(s − a)] (t) = eat x(t)

Antitrasformata della derivata L−1 [X 0 (s)] (t) = −tx(t)


Z ∞ 
−1 x(t)
Antitrasformata dell’integrale L X(S) dS (t) =
s t

Moltiplicazione per s L−1 [sX(s) − x(0+ )] (t) = x0 (t)


  Z t
−1 X(s)
Divisione per s L (t) = x(r) dr
s 0

Tabella 5.2: Principali proprietà dell’antitrasformata di Laplace.

Confrontando le due tabelle 5.1 e 5.2, va notato come la proprietà di moltiplicazione


per t della trasformata diventi la proprietà di antitrasformata della derivata, mentre
la proprietà di divisione per t della trasformata diventa la proprietà di antitrasfor-
mata dell’integrale (e, viceversa, relativamente alla moltiplicazione e alla divisione
per s).
Nel calcolare le antitrasformate di Laplace, può essere utile fare riferimento alla
Tabella 5.3.

! Esempio 5.3.2 Determiniamo l’antitrasformata della funzione


3
X(s) = .
s−4

121
Funzione x(t) Trasformata di Laplace X(s) Dominio
1
U (t) s>0
s
1
eαt (a ∈ R) s>a
s−a
n!
tn (n ∈ N) n+1
s>0
s
a
sin(at) (a ∈ R) s>0
s 2 + a2
s
cos(at) (a ∈ R) s>0
s + a2
2

a
sinh(at) (a ∈ R) s > |a|
s − a2
2

a
cosh(at) (a ∈ R) s > |a|
s − a2
2

b
eat sin(bt) (a, b ∈ R) s>a
(s − a)2 + b2
s−a
eat cos(bt) (a, b ∈ R) s>a
(s − a)2 + b2
sin t
arctan(1/s) s>0
t

Tabella 5.3: Alcune funzioni e le loro trasformate di Laplace

Ricordando la (5.6) (si veda anche la Tabella 5.3), abbiamo per linearità
   
3 −1 1
L (t) = 3L (t) = 3e4t .
s−4 s−4


! Esempio 5.3.3 Calcoliamo l’antitrasformata di Laplace della funzione


1
.
s2 −1
Guardando la tabella (5.3), si ottiene subito che
 
−1 1
L (t) = sinh t.
s2 − 1
In alternativa, si può decomporre la funzione in fratti semplici:
 
1 1 1 1 1
= = − .
s2 − 1 (s + 1)(s − 1) 2 s−1 s+1

122
Per linearità dell’antitrasformata, si ha quindi
    
−1 1 −1 1 1 1
L (t) = L − (t)
s2 − 1 2 s−1 s+1
   
1 −1 1 1 −1 1
= L (t) − L (t).
2 s−1 2 s+1

Dato che 1/(s − 1) è la trasformata di et mentre 1/(s + 1) è la trasformata di e−t , si


ricava
1 1
L−1 1/(s2 − 1) (t) = et − e−t = sinh t.
 
2 2


Concludiamo questo paragrafo con una lunga serie di esempi di calcolo delle antritra-
sformate di Laplace, mettendo in luce le proprietà dell’antitrasformata che vengono
di volta in volta utilizzate. Inoltre, si farà implicito riferimento alla tabella 5.3 per
quanto riguarda le trasformate delle funzioni elementari.
! Esempio 5.3.4 (linearità) Calcoliamo l’antitrasformata della funzione
4 3s 5
− 2 + 2 .
s − 2 s + 16 s + 4
Usando la linearità, si ottiene
 
−1 4 3s 5
L − + (t)
s − 2 s2 + 16 s2 + 4
     
−1 1 −1 s −1 1
= 4L (t) − 3L (t) + 5L (t)
s−2 s2 + 16 s2 + 4
     
−1 1 −1 s 5 −1 2
= 4L (t) − 3L (t) + L (t)
s−2 s2 + 42 2 s2 + 22
5
= 4e2t − 3 cos 4t + sin 2t.
2


! Esempio 5.3.5 (riscalamento) Calcoliamo l’antitrasformata della funzione


s
.
9s2 + 16
Dato che    
−1 s −1 s
L (t) = L (t) = cos 4t,
s2 + 16 s2 + 42
per la proprietà di riscalamento dell’antitrasformata troviamo
       
−1 s −1 s 1 −1 3s 1 4
L 2
(t) = L 2
(t) = L 2
(t) = cos t .
9s + 16 (3s) + 16 3 (3s) + 16 3 3


123
! Esempio 5.3.6 (traslazione) Calcoliamo l’antitrasformata della funzione

e−πs/3
.
1 + s2
Dato che  
−1 1
L (t) = sin t,
s2 + 1
dalla proprietà di riscalamento si ottiene
 −πs/3  
−1 e sin(t − π/3) se t ≥ π/3,
L (t) = U (t − π/3) sin(t − π/3) =
1 + s2 0 se t < π/3.


! Esempio 5.3.7 (modulazione) Calcoliamo l’antitrasformata della funzione


1
.
s2 − 2s + 5
Per prima cosa, completiamo il quadrato a denominatore:
1 1
= .
s2 − 2s + 5 (s − 1)2 + 4
Dato che  
−1 1 1
L 2
(t) = sin 2t,
s +4 2
dalla proprietà di modulazione otteniamo
   
−1 1 −1 1 1 t
L (t) = L (t) = e sin 2t.
s2 − 2s + 5 (s − 1)2 + 4 2


! Esempio 5.3.8 (antitrasformata della derivata) Calcoliamo l’antitrasformata


della funzione
s
.
(s2 + 1)2
Dato che    
−1 1 d 1 −2s
L (t) = sin t e = ,
s2 + 1 ds 2
s +1 (s2+ 1)2
si ha  
−1 −2s
L (t) = −t sin t
(s2 + 1)2
e quindi per linearità  
−1 s 1
L 2 2
(t) = t sin t.
(s + 1) 2


124
! Esempio 5.3.9 (antitrasformata della derivata) Calcoliamo l’antitrasformata
della funzione
1
, a ∈ R, ed n intero positivo.
(s − a)n+1
Se n = 0, si ha chiaramente
 
−1 1
L (t) = eat .
s−a

Se invece n > 0, è importante riconoscere nella frazione 1/(s − a)n+1 la derivata


(a meno di una costante moltiplicativa) di ordine n della funzione 1/(s − a). Più
precisamente, si ha
(−1)n dn
 
1 1
= .
(s − a)n+1 n! dsn s − a
Quindi, applicando n volte la proprietà di antitrasformata della derivata, otteniamo

tn at
 
−1 1
L (t) = e .
(s − a)n+1 n!

Ad esempio, per n = 1 e n = 2 si trova

t2 at
   
−1 1 −1 1
(5.32) L (t) = teat , L (t) = e .
(s − a)2 (s − a)3 2

! Esempio 5.3.10 (antitrasformata dell’integrale) Calcoliamo l’antitrasformata


della funzione  
s+1
log .
s
Notiamo che si ha   Z ∞  
s+1 1 1
log = − dS
s s S S+1
e sappiamo calcolare l’antitrasformata della funzione integranda, dato che
 
−1 1 1
L − (t) = U (t) − e−t .
s s+1

Pertanto, per la proprietà dell’antitrasformata dell’integrale, si ottiene

1 − e−t
  
−1 s+1
L log (t) = .
s t


125
! Esempio 5.3.11 (moltiplicazione per s) Calcoliamo l’antitrasformata della fun-
zione
s
.
(s − 1)2 + 1
Dato che, in base alla tabella 5.3, si ha
 
−1 1
L (t) = et sin t
(s − 1)2 + 1

e x(t) = et sin t verifica x+ (0) = 0, possiamo applicare la proprietà di moltiplicazione


per s, ottenendo
 
−1 s d t
= et (cos t + sin t).

L 2
(t) = e sin t
(s − 1) + 1 dt


! Esempio 5.3.12 (divisione per s) Calcoliamo l’antitrasformata della funzione


1
.
s(s2 + 4)
Dato che  
−1 1 1
L 2
(t) = sin 2t,
s +4 2
applicando la proprietà di divisione per s otteneniamo
  Z t
−1 1 1 1 1
L 2
(t) = sin 2r dr = − cos 2t.
s(s + 4) 0 2 4 4
Per calcolare l’antitrasformata di
1
,
s3 (s2+ 4)
basta applicare ancora due volte la proprietà di divisione:
  Z t 
−1 1 1 1 t 1
L 2 2
(t) = − cos 2r dr = − sin 2t,
s (s + 4) 0 4 4 4 8
e quindi
Z t
t2
  
−1 1 r 1 1 1
L 3 2
(t) = − sin 2r dr = + cos 2t − .
s (s + 4) 0 4 8 8 16 16


! Esempio 5.3.13 (fratti semplici) Per calcolare l’antitrasformata della funzione


razionale
3s + 7 3s + 7
2
=
s − 2s + 3 (s − 3)(s + 1)

126
decomponiamola come somma di fratti semplici, cioè determiniamo A e B tali che
3s + 7 A B
(5.33) = + .
(s − 3)(s + 1) s−3 s+1
Per determinare i numeri A e B, si può risolvere un sistema lineare. In alternativa,
si può moltiplicare la (5.33) per s − 3 e poi fare il limite per s → 3, ottenendo
3s + 7 (s − 3)B
lim = A + lim =A
s→3 s + 1 s→3 s+1
e quindi A = 4. Per ottenere B, moltiplichiamo la (5.33) per s + 1 e poi facciamo il
limite per s → −1, ottenendo
3s + 7 A(s + 1)
lim = lim s → 3 +B =B
s→−1 s−3 s−3
e quindi B = −1. Si ha allora
   
−1 3s + 7 −1 4 1
L (t) = L − (t)
(s − 3)(2 + 1) s−3 s+1
   
−1 1 −1 1
= 4L (t) − L (t) = 4e3t − e−t .
s−3 s+1


! Esempio 5.3.14 (fratti semplici) Per calcolare l’antitrasformata della funzione


razionale
5s2 − 15s − 11
(s + 1)(s − 2)3
decomponiamola come somma di fratti semplici, cioè determiniamo A, B, C e D tali
che
5s2 − 15s − 11 A B C D
(5.34) 3
= + 3
+ 2
+ .
(s + 1)(s − 2) s + 1 (s − 2) (s − 2) s−2
Per determinare A, procediamo come nell’esempio precedente: moltiplichiamo per
s + 1 e prendiamo il limite per s → −1, ottenendo
5s2 − 15s − 11 1
A = lim 3
=− .
s→−1 (s − 2) 3
Per determinare B, analogamente, moltiplichiamo per (s − 2)3 e poi passiamo al
limite per s → 2, ottenendo
5s2 − 15s − 11
B = lim = −7.
s→2 (s − 2)3
Trovati A e B, la (5.34) diventa
5s2 − 15s − 11 −1/3 −7 C D
3
= + 3
+ 2
+ .
(s + 1)(s − 2) s + 1 (s − 2) (s − 2) s−2

127
Per determinare C, occorre prima portare a primo membro la frazione −7/(s − 2)3
e mettere a fattor comune, ottenendo
5s2 − 8s − 4 −1/3 C D
(5.35) 3
= + 2
+ .
(s + 1)(s − 2) s + 1 (s − 2) s−2
Ora si può moltiplicare per (s − 2)2 e fare il limite per s → 2, ottenendo
5s2 − 8s − 4 10s − 8
C = lim = lim =4
s→2 (s + 1)(s − 2) s→2 (s − 2) + (s + 1)

(il limite è stato calcolato con la regola di De L’Hôpital). La (5.35) diventa quindi
5s2 − 8s − 4 −1/3 4 D
3
= + 2
+
(s + 1)(s − 2) s + 1 (s − 2) s−2
e per determinare D occorre portare a primo membro la frazione 4/(s−2)2 , ottenendo
5s2 − 8s − 4 − 4(s + 1)(s − 2) −1/3 D
3
= + .
(s + 1)(s − 2) s+1 s−2
Ora, moltiplicando per s − 2 e passando al limite per s → 2, usando due volte la
regola di De L’Hôpital si ottiene
5s2 − 8s − 4 − 4(s + 1)(s − 2)
D = lim
s→2 (s + 1)(s − 2)2
10s − 8 − 4(s + 1) − 4(s − 2)
= lim
s→2 (s − 2)2 + 2(s + 1)(s − 2)
10 − 4 − 4 1
= lim = .
s→2 2(s − 2) + 2(s + 1) + 2(s − 2) 3
Pertanto, ricordando la (5.32) si ha
 2 
−1 5s − 15s − 11
L (t)
(s + 1)(s − 2)3
       
−1 −1/3 −1 −7 −1 4 −1 1/3
=L (t) + L (t) + L (t) + L (t)
s+1 (s − 2)3 (s − 2)2 s−2
       
1 −1 1 −1 1 −1 1 1 −1 1
=− L (t) − 7L (t) + 4L (t) + L (t)
3 s+1 (s − 2)3 (s − 2)2 3 s−2
1 7 1
= − e−t − t2 e2t + 4te2t + e2t .
3 2 3


Esercizi

5.3.1 Determinare l’antitrasformata di Laplace delle seguenti funzioni (la risposa è indicata tra
parentesi):
3 1 8s 1
a) (3e−4t ) b) ( 12 e5t/2 ) c) (8 cos 4t) d) (t4 /24)
s+4 2s − 5 s2 + 16 s5

128
5.3.2 Verificare che le funzioni dell’esercizio precedente sono le trasformate di Laplace delle corri-
spondenti funzioni indicate tra parentesi.
5.3.3 Determinare l’antitrasformata di Laplace delle seguenti funzioni (la risposa è indicata tra
parentesi):
6 3s − 12 √ √ √ 2s − 5 5
a) (3 sin 2t) b) (3 cos 2 2t − 3 2 sin 2 2t) c) (2 cosh 3t − 2 sinh 3t)
s2 +4 s2 + 8 s2 − 9

5.3.4 Verificare che le funzioni dell’esercizio precedente sono le trasformate di Laplace delle corri-
spondenti funzioni indicate tra parentesi.
5.3.5 Determinare l’antitrasformata di Laplace delle seguenti funzioni (la risposa è indicata tra
parentesi):
3s − 8 5s + 10
a) ( 43 cos 5t/2 − 4
5 sin 5t/2) b) ( 59 cosh 4t/3 + 5
6 sinh 4t/3)
4s2 + 25 9s2 − 16

5.3.6 Verificare che le funzioni dell’esercizio precedente sono le trasformate di Laplace delle corri-
spondenti funzioni indicate tra parentesi.
5.3.7 Determinare l’antitrasformata di Laplace delle seguenti funzioni (la risposa è indicata tra
parentesi):
3s − 8 4s − 24 7
a) − 2 (3 cos 2t − 4 sin 2t − 4 cosh 4t + 6 sinh 4t) b) − (− 37 e−2t/3 )
s2 + 4 s − 16 3s + 2

5.3.8 Verificare che le funzioni dell’esercizio precedente sono le trasformate di Laplace delle corri-
spondenti funzioni indicate tra parentesi.
5.3.9 Determinare l’antitrasformata di Laplace delle seguenti funzioni (la risposa è indicata tra
parentesi):
3s − 14 8s + 20
a) (e2t (3 cos 2t − 4 sin 2t)) b) (11e8t − 3e4t )
s2− 4s + 8 s2 − 12s + 32

5.3.10 Verificare che le funzioni dell’esercizio precedente sono le trasformate di Laplace delle
corrispondenti funzioni indicate tra parentesi.

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