Sei sulla pagina 1di 1

Quell’ italoamericano di Marchionne

Ha accompagnato il Presidente Obama in visita ad uno stabilimento Crysler.


Con l’ orgoglio dei primi della classe, ha mostrato innovazioni e progetti.
Si è anche beccato un applauso degli operai, quando Obama ha dichiarato che
“Sergio” ha in programma grossi investimenti in quello stabilimento.
“In America, prima si fa’, poi si parla”, pare abbia detto, riferendosi al nostro povero
paese.
Che in America prima si faccia e poi si parli lo si è visto bene nel corso di questa crisi
economica mondiale. Era in America che le banche prima prestavano i soldi,
poi ,quando si accorgevano che il debitore non poteva restituirli, gli parlavano
rinviandoo le scadenze, sino a che il debito assumeva una mole impossibile, la casa
veniva pignorata, e rimaneva sul gobbone della banca. Marchionne è un emigrante al
contrario, dovunque va’ non porta “O sole mio”ma parla del suo paese come della
patria dei deficienti, invece che con la valigia legata con lo spago arriva con poteri di
gestione impensabili sino a pochi anni fa’ per un imprenditore italiano .
Invece che senza arte ne parte egli è un “pratico” della madonna, che se ne fotte della
storia passata della Fiat, legata a doppio nodo con quella dell’Italia, a causa della
mole enorme di aiuti che questa azienda ha avuto dallo stato (cioe’,da tutti noi)
Dobbiamo svegliarci ragazzi, l’antico adagio che vedeva la Fiat carro
trainante/trainato della economia nazionale è finito. Non possiamo pensare di vivere
di sussidi, bisogna rimboccarsi le maniche, perche’ per quanto si possa inveire, il
futuro della Fiat,è altrove. Fra’ qualche anno circoleranno degli orrendi aborti di auto
ibrido italoamericano, personalmente propongo di il nome per la prossima city
car:broccolino.

Potrebbero piacerti anche