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COMMENTO ALLA POESIA “IO M’AGGIO POSTO IN CORE”

“Io m’aggio posto in core” è un sonetto particolare poiché racchiude al suo


interno al sentimento religioso e sentimento amoroso.
Iacopo da Lentini introduce una rappresentazione del paradiso come luogo in cui
sollazzo, gioco e riso durano in eterno.
Ma per godere (gaudere) veramente il poeta non può fare a meno della sua
donna. Ma il termine gaudere appare ambiguo al poeta che sente
istantaneamente il bisogno di precisare che con lei non vuole commettere alcun
peccato, ma soltanto compiacersi della sua gloria.
Il tema di fondo di questo componimento è la forte contraddizione fra amore
fisico e concezione cristiana del paradiso.
Il poeta non volendo commettere peccato utilizza l’immagine del paradiso come
metafora per esaltare la bellezza e l’ incomparabile valore della donna, della cui
presenza vuole compiacersi in eterno.
Molto forte è l’influenza della poesia provenzale, non soltanto nell’affrontare il
tema dell’amore ma soprattutto a livello stilistico.
Tipico dello stereotipo provenzale la descrizione della donna, caratterizzata da
una carnagione chiara e da capelli biondi, ma anche molti termini del testo come
sollazzo, riso e gioco.
L’attenzione cade in particolare sulla ripetizione dell’aggettivo bel che mette in
risalto la contemplazione della donna nelle sue migliori qualità.
Infine la rima utilizzata ABAB, ABAB, CDC, DCD è tipica della scuola siciliana.

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