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I miei due precedenti studi lotteschi, il primo circa l' autoritratto e il rebus
contenuti nella predella Martinengo, il secondo sul rebus contenuto nelle Nozze
mistiche di Santa Caterina col donatore Nicolò Bonghi, quadri entrambi all'
Accademia Carrara di Bergamo, mostrano, tra l' altro, come Lorenzo Lotto si servisse
a volte di un trucco iconografico per siglare mimeticamente i suoi quadri: dipingere
un personaggio che mostrasse le braccia tenute ad angolo approssimativamente retto,
suggerendo in tal modo le due L iniziali del suo nome e del suo cognome.
Il frate domenicano nella predella Martinengo e l' angelo nelle Nozze Mistiche
Bonghi, dei quali mi sono occupato nei due studi citati, non esauriscono di certo il
novero delle figure lottesche che tengono le braccia in quella significante posizione.
Le braccia di Maria nella celebre Annunciazione di Recanati, per cominciare, possono
essere viste, chiaramente, come l' esempio più illustre di sigla lottesca mimetizzata(..)