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La Società Chimica Italiana (SCI) esprime viva preoccupazione per il

perdurante stato di grave sottofinanziamento delle Università con risorse


assegnate in modo inadeguato, discontinuo ed incerto: ciò inevitabilmente
produce una progressiva dequalificazione della formazione scientifica e
dell'istruzione pubblica ed una riduzione delle potenzialità scientifiche.
Un elevato livello dei corsi universitari ed il buon funzionamento dei
laboratori didattici e delle biblioteche scientifiche sono prerequisiti
fondamentali per la formazione di chimici competenti e, di conseguenza per
un avanzamento della ricerca che si traduce in una crescita economica: se
l'Italia vuole restare nella lista dei Paesi avanzati l'Università deve essere
sostenuta e la ricerca nel suo complesso incentivata. Il sottofinanziamento
delle strutture didattiche si aggiunge ad un grave e perdurante stato di
sottofinanziamento anche della ricerca. L’impoverimento dei laboratori di
ricerca in termini di strumentazione, personale, fondi di funzionamento
riduce la competitività internazionale dei nostri laboratori e allontana
dalla ricerca, e troppo spesso anche dal Paese, molti ricercatori, con un
doloroso spreco di preziose risorse umane.

Il blocco del turn-over, conseguenza delle limitatissime risorse e di vincoli


spesso farraginosi e inutili, contribuisce ulteriormente a questa fuga di
cervelli. Fino a pochi anni fa molti laureati perfezionavano la loro formazione
all’estero, riportando poi in Italia le competenze e la qualificazione acquisite.
Ora avviene tutto il contrario, un sempre crescente numero di ricercatori nel
pieno della loro produttività scientifica e maturità professionale sta
abbandonando il nostro Paese sentendosi dimenticato e tenuto in nessuna
considerazione. Questi ricercatori, formati nei nostri Atenei, sono accolti
nelle più prestigiose Università internazionali e nei centri di ricerca all’estero,
dove contribuiscono ad arricchire il Paese ospite. La fuga dei cervelli, oltre
ad impoverire la nostra società, svuota i laboratori di ricerca e le Università di
un’intera generazione. Questo gap generazionale impedisce il trasferimento
di conoscenze e competenze preziose e spesso uniche, determinando la
chiusura di scuole di ricerca di lunga e prestigiosa storia.

Il continuo ed ingiustificato svilimento dell’ Università in tutte le sue


componenti è un’altra fonte di preoccupazione. I tagli agli stipendi ne
rappresentano solo un aspetto: le dichiarazioni da parte di Ministri del nostro
Governo che, invece di valorizzare il personale che con dedizione e
competenza opera nelle nostre università, lo sottovaluta e accusa in modo
generalizzato ed indiscriminato, è forse il segnale più drammatico del solco
profondo che si è voluto aprire fra il sistema delle università italiane ed il
Paese. La giusta lotta ai casi di malcostume e di gestione irresponsabile non
può costituire un alibi per togliere le risorse necessarie a chi fa il suo dovere.

Negli ultimi anni la chimica con le sue caratteristiche preminenti di


flessibilità, creatività, carattere induttivo delle conoscenze è divenuta base,
frontiera e fertile terreno di incontro per le scienze della vita (biologia,
farmacologia e applicazioni biomediche), la creazione di materiali innovativi
(ingegneria molecolare e nanotecnologie) nonché per la sostenibilità
ambientale e la sicurezza e qualità alimentare. Le competenze del chimico di
oggi - ed ancor più quelle del chimico del prossimo futuro – devono
estendere a tali ambiti le più recenti conquiste della ricerca chimica.

L’offerta di una formazione superiore ai massimi livelli e di avanguardia


è un imprescindibile requisito per lo sviluppo del Paese. L’Unesco ha
proclamato il 2011 Anno Internazionale della Chimica per celebrare il
contributo determinante di questa disciplina al benessere dell’umanità, alla
tutela dell’ambiente e allo sviluppo economico del quale è riconosciuto
indicatore, nonché il suo ruolo centrale nella soluzione dei molti problemi
che affliggono il pianeta: “La chimica: la nostra vita, il nostro futuro”.
Senza formazione di giovani chimici la ricerca chimica si ferma –
l’inquinamento, le malattie, la deprivazione delle risorse ambientali no.

La SCI, un organismo trasversale che raccoglie gran parte dei chimici


italiani, provenienti dalle università, dalla scuola, dall’industria, dagli enti di
ricerca pubblici e privati, dalla professione condivide ed appoggia le istanze
già presentate dagli operatori scientifici (professori, ricercatori, tecnici,
precari) contro il progressivo impoverimento e la dequalificazione delle
università italiane e, all’interno di esse, delle facoltà e dei dipartimenti
scientifici. La formazione tecnico-scientifica e la ricerca scientifica di
base ed applicata rappresentano gli unici veri volani di ripresa per un
Paese che, come l’Italia, voglia definirsi avanzato. I tagli alla ricerca e
alla formazione superiore e più in generale alla scuola e alla cultura
minano il futuro del Paese e lo spingono inevitabilmente in una spirale di
depressione e di caduta nella scala internazionale.

La SCI concorda sul fatto che la situazione richieda un utile e necessario


momento di riforma, razionalizzazione e valorizzazione del mondo
accademico, ma questo viene purtroppo trasformato in un drammatico
scontro che non vedrà vincitori, ma solo vinti. Assistiamo cioè sgomenti alla
proposta di una riforma non condivisa né concordata, che penalizza
soprattutto le componenti più giovani del corpo docente (ovvero i
ricercatori, che finora hanno sempre svolto su base volontaria e con
dedizione, la faticosa e preziosa attività di docenza) che rischia di strangolare
le università pubbliche, e che pone delle gravi ipoteche al diritto allo
studio.
Con particolare riferimento alla Chimica la SCI non può non ricordare
al Ministro che il 2011 è stato proclamato Anno Internazionale della
Chimica e che se si proseguirà con questo comportamento punitivo verso
la chimica e le scienze in genere sarà per il nostro Paese una ben misera
celebrazione

Pertanto la SCI:

● condivide i contenuti delle proteste in atto nelle università italiane e


appoggia con forza la volontà di pervenire ad una fase di concordata e
meditata riconsiderazione di alcuni punti chiave della iniziativa
legislativa per l’ Università

● chiede con forza un immediato rifinanziamento delle università e


della ricerca scientifica – a partire da fondi impegnati in annualità
passate e non assegnati – per consentire attività di didattica e di ricerca
di livello adeguato ad un paese avanzato

● invita tutti i soci, tutti i chimici italiani e tutti coloro che hanno a
cuore l’educazione superiore a riflettere sulla attuale situazione delle
università e dei centri di ricerca italiani e ad attuare tutte le iniziative
possibili in ogni sede per rafforzare la ricerca scientifica e la formazione
superiore

● quale organizzazione trasversale che opera per lo sviluppo e la


diffusione della cultura scientifica, chiede che sul disegno di legge per
l’Università venga aperto un tavolo di confronto con il Ministro esteso a
tutte le componenti del mondo accademico, che raccolga le esigenze della
formazione scientifica superiore offrendo il proprio impegno per
aggregare le componenti interessate a tale confronto, alla conseguente
discussione ed alla presentazione di proposte sui temi cruciali
dell’educazione superiore tecnico-scientifica e della ricerca.
 

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