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Descrizione:
Processo all’ARI onlus o eliminazione di un’associazione libera e indipendente?
A quanto pare qui in Italia non è sufficiente essere innocenti e onesti per non essere accusati sui giornali e in tribunale.
È facile riprendersela con chi non ha le spalle coperte da partiti, sindacati, o chiesa.
Nessuno straniero ha mai pagato all’ARI onlus per essere aiutato.
Da quando ho cominciato a operare nel campo dell’immigrazione qui a Rieti nel 1994 sono cresciuto solo grazie alla mia volontà e alle mie capacità e a quelle dei miei collaboratori, non ho mai e in nessun caso usufruito di raccomandazioni o di appoggi politici, anche quando mi è stato offerto anche con insistenza soprattutto in prossimità delle elezioni. Invece ho dovuto constatare che qui in Italia, o meglio qui a Rieti, le persone vanno avanti nel mio campo di lavoro basandosi non sulla loro bravura, ma sulle loro conoscenze politiche. Forse a questo punto mi trova a dover pagare la mia autonomia e indipendenza.
Questa pesante battaglia contro di me e contro l’ARI onlus è iniziata alla fine del 2004 da parte della Cisl. Le polemiche sul giornale del 2006 sono state portate avanti da Bruno Pescetelli e Natale Raccogli della Cisl, Antonio Boncompagni dell’Udc, Antonio Ferraro e Adriana Ciogli del Comitato 80/88, Abbas Dehghan di Cittadinanzattiva e da Elenio Giovannelli dell’Arfh. Mi devo rammaricare perché i giornalisti che hanno riportato queste voci sui giornali non mi hanno mai dato la possibilità di replicare. Dopo le polemiche sui giornali io ho perso il mio lavoro nella Segreteria Centrale, lo stesso progetto è diventato l’Ufficio Stranieri dei Servizi Sociali del Comune di Rieti e una dei 3 operatori che vi lavorano è O.G dell’Anolf Cisl, persona indicata al Comune dalla Cisl. Inoltre il combattente Antonio Boncompagni è diventato Assessore Comunale.
L’indagine della Digos è stata condotta in modo sgangherato, non so se per mancata conoscenza della materia o per pressioni politiche e sindacali. Spero che mi sarà dato modo di far conoscere uno per uno tutti gli errori, anche spudorati, commessi dalla Digos nel corso delle indagini. Mi domando quale sia l’appartenenza sindacale degli inquirenti che hanno condotto le indagini con passione, energia e senza risparmiarsi. Gli inquirenti hanno fatto un indagine a tappeto su di me: hanno parlato con tutti i miei utenti anche nei luoghi di ritrovo degli stranieri; hanno fatto intercettazioni ambientali, telefoniche, registrazioni video, pedinamenti, perquisizioni e sequestri.
Gli importi che mi vengono contestati si riferiscono a 18.824,50 euro e riguardano parte di 8 casi che ho trattato in collaborazione con le assistenti sociali del Comune di Rieti.
Per far capire quanto siano state condotte male le indagini porto l’esempio di un’accusa secondo la quale mi sarei appropriato di un importo di 1.200 euro destinato all’utente A.H.. L’importo non è mai stato erogato dal Comune, come ho spiegato dimostrandoli con documentazione la pm Rosalia Affinito delle indagini preliminari. Gli inquirenti hanno preso l’importo da una domanda di contributo che A.H. ha presentato ai Servizi Sociali del Comune, tale domanda non è stata però mai accolta. Gli inquirenti, che a quanto pare non conoscono la differenza tra un’istanza di assistenza economica di un utente e un bonifico bancario del Comune, hanno mostrato la richiesta di contributo a A.H. e lui ha correttamente detto che non ha mai ricevuto quell’importo. Il fatto però è che quell’importo non mai è stato erogato e gli inquirenti mi hanno ingiustamente accusato di essermene appropriato.
Nel corso delle indagini il 10 agosto 2007 c’è stato un incendio nell’ufficio dell’assistente Sociale P.B dei Servizi Sociali del Comune di Rieti. Prima dell’incendio le indagini riguardavano anche i Servizi Sociali del Comune, gli inquirenti hanno fatto tantissime visite ai Servizi Sociali, hanno visto la documentazione, ma non hanno fatto sequestri, intercettazioni e non rimane traccia d
Titolo originale
Processo all’ARI onlus o eliminazione di un’associazione libera e indipendente ?
Processo all’ARI onlus o eliminazione di un’associazione libera e indipendente?
A quanto pare qui in Italia non è sufficiente essere innocenti e onesti per non essere accusati sui giornali e in tribunale.
È facile riprendersela con chi non ha le spalle coperte da partiti, sindacati, o chiesa.
Nessuno straniero ha mai pagato all’ARI onlus per essere aiutato.
Da quando ho cominciato a operare nel campo dell’immigrazione qui a Rieti nel 1994 sono cresciuto solo grazie alla mia volontà e alle mie capacità e a quelle dei miei collaboratori, non ho mai e in nessun caso usufruito di raccomandazioni o di appoggi politici, anche quando mi è stato offerto anche con insistenza soprattutto in prossimità delle elezioni. Invece ho dovuto constatare che qui in Italia, o meglio qui a Rieti, le persone vanno avanti nel mio campo di lavoro basandosi non sulla loro bravura, ma sulle loro conoscenze politiche. Forse a questo punto mi trova a dover pagare la mia autonomia e indipendenza.
Questa pesante battaglia contro di me e contro l’ARI onlus è iniziata alla fine del 2004 da parte della Cisl. Le polemiche sul giornale del 2006 sono state portate avanti da Bruno Pescetelli e Natale Raccogli della Cisl, Antonio Boncompagni dell’Udc, Antonio Ferraro e Adriana Ciogli del Comitato 80/88, Abbas Dehghan di Cittadinanzattiva e da Elenio Giovannelli dell’Arfh. Mi devo rammaricare perché i giornalisti che hanno riportato queste voci sui giornali non mi hanno mai dato la possibilità di replicare. Dopo le polemiche sui giornali io ho perso il mio lavoro nella Segreteria Centrale, lo stesso progetto è diventato l’Ufficio Stranieri dei Servizi Sociali del Comune di Rieti e una dei 3 operatori che vi lavorano è O.G dell’Anolf Cisl, persona indicata al Comune dalla Cisl. Inoltre il combattente Antonio Boncompagni è diventato Assessore Comunale.
L’indagine della Digos è stata condotta in modo sgangherato, non so se per mancata conoscenza della materia o per pressioni politiche e sindacali. Spero che mi sarà dato modo di far conoscere uno per uno tutti gli errori, anche spudorati, commessi dalla Digos nel corso delle indagini. Mi domando quale sia l’appartenenza sindacale degli inquirenti che hanno condotto le indagini con passione, energia e senza risparmiarsi. Gli inquirenti hanno fatto un indagine a tappeto su di me: hanno parlato con tutti i miei utenti anche nei luoghi di ritrovo degli stranieri; hanno fatto intercettazioni ambientali, telefoniche, registrazioni video, pedinamenti, perquisizioni e sequestri.
Gli importi che mi vengono contestati si riferiscono a 18.824,50 euro e riguardano parte di 8 casi che ho trattato in collaborazione con le assistenti sociali del Comune di Rieti.
Per far capire quanto siano state condotte male le indagini porto l’esempio di un’accusa secondo la quale mi sarei appropriato di un importo di 1.200 euro destinato all’utente A.H.. L’importo non è mai stato erogato dal Comune, come ho spiegato dimostrandoli con documentazione la pm Rosalia Affinito delle indagini preliminari. Gli inquirenti hanno preso l’importo da una domanda di contributo che A.H. ha presentato ai Servizi Sociali del Comune, tale domanda non è stata però mai accolta. Gli inquirenti, che a quanto pare non conoscono la differenza tra un’istanza di assistenza economica di un utente e un bonifico bancario del Comune, hanno mostrato la richiesta di contributo a A.H. e lui ha correttamente detto che non ha mai ricevuto quell’importo. Il fatto però è che quell’importo non mai è stato erogato e gli inquirenti mi hanno ingiustamente accusato di essermene appropriato.
Nel corso delle indagini il 10 agosto 2007 c’è stato un incendio nell’ufficio dell’assistente Sociale P.B dei Servizi Sociali del Comune di Rieti. Prima dell’incendio le indagini riguardavano anche i Servizi Sociali del Comune, gli inquirenti hanno fatto tantissime visite ai Servizi Sociali, hanno visto la documentazione, ma non hanno fatto sequestri, intercettazioni e non rimane traccia d
Processo all’ARI onlus o eliminazione di un’associazione libera e indipendente?
A quanto pare qui in Italia non è sufficiente essere innocenti e onesti per non essere accusati sui giornali e in tribunale.
È facile riprendersela con chi non ha le spalle coperte da partiti, sindacati, o chiesa.
Nessuno straniero ha mai pagato all’ARI onlus per essere aiutato.
Da quando ho cominciato a operare nel campo dell’immigrazione qui a Rieti nel 1994 sono cresciuto solo grazie alla mia volontà e alle mie capacità e a quelle dei miei collaboratori, non ho mai e in nessun caso usufruito di raccomandazioni o di appoggi politici, anche quando mi è stato offerto anche con insistenza soprattutto in prossimità delle elezioni. Invece ho dovuto constatare che qui in Italia, o meglio qui a Rieti, le persone vanno avanti nel mio campo di lavoro basandosi non sulla loro bravura, ma sulle loro conoscenze politiche. Forse a questo punto mi trova a dover pagare la mia autonomia e indipendenza.
Questa pesante battaglia contro di me e contro l’ARI onlus è iniziata alla fine del 2004 da parte della Cisl. Le polemiche sul giornale del 2006 sono state portate avanti da Bruno Pescetelli e Natale Raccogli della Cisl, Antonio Boncompagni dell’Udc, Antonio Ferraro e Adriana Ciogli del Comitato 80/88, Abbas Dehghan di Cittadinanzattiva e da Elenio Giovannelli dell’Arfh. Mi devo rammaricare perché i giornalisti che hanno riportato queste voci sui giornali non mi hanno mai dato la possibilità di replicare. Dopo le polemiche sui giornali io ho perso il mio lavoro nella Segreteria Centrale, lo stesso progetto è diventato l’Ufficio Stranieri dei Servizi Sociali del Comune di Rieti e una dei 3 operatori che vi lavorano è O.G dell’Anolf Cisl, persona indicata al Comune dalla Cisl. Inoltre il combattente Antonio Boncompagni è diventato Assessore Comunale.
L’indagine della Digos è stata condotta in modo sgangherato, non so se per mancata conoscenza della materia o per pressioni politiche e sindacali. Spero che mi sarà dato modo di far conoscere uno per uno tutti gli errori, anche spudorati, commessi dalla Digos nel corso delle indagini. Mi domando quale sia l’appartenenza sindacale degli inquirenti che hanno condotto le indagini con passione, energia e senza risparmiarsi. Gli inquirenti hanno fatto un indagine a tappeto su di me: hanno parlato con tutti i miei utenti anche nei luoghi di ritrovo degli stranieri; hanno fatto intercettazioni ambientali, telefoniche, registrazioni video, pedinamenti, perquisizioni e sequestri.
Gli importi che mi vengono contestati si riferiscono a 18.824,50 euro e riguardano parte di 8 casi che ho trattato in collaborazione con le assistenti sociali del Comune di Rieti.
Per far capire quanto siano state condotte male le indagini porto l’esempio di un’accusa secondo la quale mi sarei appropriato di un importo di 1.200 euro destinato all’utente A.H.. L’importo non è mai stato erogato dal Comune, come ho spiegato dimostrandoli con documentazione la pm Rosalia Affinito delle indagini preliminari. Gli inquirenti hanno preso l’importo da una domanda di contributo che A.H. ha presentato ai Servizi Sociali del Comune, tale domanda non è stata però mai accolta. Gli inquirenti, che a quanto pare non conoscono la differenza tra un’istanza di assistenza economica di un utente e un bonifico bancario del Comune, hanno mostrato la richiesta di contributo a A.H. e lui ha correttamente detto che non ha mai ricevuto quell’importo. Il fatto però è che quell’importo non mai è stato erogato e gli inquirenti mi hanno ingiustamente accusato di essermene appropriato.
Nel corso delle indagini il 10 agosto 2007 c’è stato un incendio nell’ufficio dell’assistente Sociale P.B dei Servizi Sociali del Comune di Rieti. Prima dell’incendio le indagini riguardavano anche i Servizi Sociali del Comune, gli inquirenti hanno fatto tantissime visite ai Servizi Sociali, hanno visto la documentazione, ma non hanno fatto sequestri, intercettazioni e non rimane traccia d