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Clara Sereni, L'Unità 10-06-2010, Sul Convegno "Dopo La Caduta" (L'Aquila)
Clara Sereni, L'Unità 10-06-2010, Sul Convegno "Dopo La Caduta" (L'Aquila)
Primo Piano
10 GIUGNO
2010 Dichiarazioni di guerra
Foto Ansa
L’intervento
CLARA SERENI
SCRITTRICE
L’Aquila, specchio
le macerie, in albergo con noi alcu-
ni sfollati, poco più in là le new
towns: un panorama anche uma-
no che mi è entrato dentro, fon-
dendosi via via con la percezione
la paura e la previsione angoscio-
sa di altre catastrofi ed altre cadu-
te. La lente d'ingrandimento del
terremoto è diventata, insomma,
di un Paese terremotato
Senza più solidarietà
la lente con cui mettere a fuoco le
crisi che ci attraversano e ci attra-
verseranno. (Lungi da me, ovvia-
mente, appiattire e rendere ugua-
le ad altri il dolore e lo spaesamen-
to degli aquilani: allo stesso mo- Il capoluogo abruzzese è una collettività, ma non è un collettivo
do, ad esempio, mi indigno e mi
indignerò per i tagli dissennati del-
I tagli agli enti locali daranno il colpo di grazia anche qui alla crescita
la finanziaria, ma non trovo inuti- comune. Se i palazzi resteranno puntellati ancora, non resterà che abbatterli
le tenere a mente che con i poveri
del nostro rapace Occidente i po-
veri di altre più disperate aree del
pianeta farebbero volentieri a ri, alle democratiche categorie di mano armata, nelle parole di un pre- ne che hanno bisogni e interessi par-
cambio.) «consenso» e «dissenso» si sono so- mier irresponsabile, minaccioso, ri- zialmente comuni. Ma non è un col-
Dopo l'intervento di un paio di stituite, in uno dei tanti slittamenti cattatorio. lettivo, perché le relazioni più forti
amministratori pubblici, per indi- di linguaggio e senso di questi anni, Scusandosi per il proprio pragma- e solidali si sono perse o vanno per-
gnazione Laura Benedetti ha fatto tismo forse troppo americano, Lau- dendosi nelle deportazioni verso le
l'intervento forse più direttamen- ra Benedetti si è chiesta e ci ha chie- new town e verso gli alberghi della
te politico del convegno. C'erano Le carriole sto perché gli enti pubblici non pro- costa e dell'interno, nella fuga di
in sala parecchi studenti delle su- Una protesta che non grammino, per studenti e non solo, molti in altre case di altre città. La
periori, con di fronte a sé un'estate ce la fa a diventare attività utili alla città, per esempio disoccupazione, e più in generale le
lunga di noia e inutilità, perché la sistemazione di aree verdi e ro- difficoltà economiche e l'assenza di
per loro - come per gli aquilani tut- progetto tonde, abbandonate a se stesse e im- prospettive in tempi non biblici, ri-
ti, del resto - la parola vacanza è praticabili perché altro e di più c'è schiano di annichilire definitiva-
vuota, priva di senso, e la parola le parole «gratitudine» e «ingratitu- da fare e da spendere, anche se è mente ogni residuo legame e senso
partecipazione quasi un insulto: dine», che ambedue hanno a che fa- poco chiaro cosa si faccia e come si di appartenenza.
nessuno li vuole fra i piedi, l'ideale re con qualcosa che ti viene donato, spenda. Ammesso e non concesso All'Aquila c'è il movimento delle
è che stiano zitti e ossequienti ad magari senza neanche averne pie- che soldi da spendere ce ne siano carriole: privo di interlocuzione
aspettare che la manna (!!!) cada namente diritto. Così come «prote- ancora. con i poteri com'è, è una protesta
loro dal cielo. Come ha notato stare» e «indagare» si fa diventare L'Aquila è oggi una collettività, che non ce la fa a diventare proget-
Massimo Giuliani, uno dei relato- sinonimo di «aggredire», perfino a nel senso che ci sono lì molte perso- to, e rischia per questo di spegnersi
PARLANDO I danni provocati dal terremoto del 6 aprile a L'Aquila sono «proporzionati al conte-
P DI...
Sisma
sto italiano», una cosa che «in California e in Giappone» non avrebbe causato quel tipo di
danni. Ha detto Andrea Tertulliani, primo ricercatore dell'Istituto nazionale di geofisica e GIOVEDÌ
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10 GIUGNO
vulcanologia (Ingv). 2010
presto. Come ogni altra volontà di nenza non becera. spensabili al benessere e alla convi- triti a dovere ha scatenato una ri-
fare: che perdita, che spreco di ener- Da che mondo è mondo, le rela- venza. Beni comuni che, malgrado volta feroce delle madri «pagan-
gie e di intelligenze. Eppure, in tem- zioni che fanno di una collettività tutto, molti e molte hanno ancora a ti», ma la violenza dell'egoismo si
pi di crisi e supercrisi nulla dovreb- un collettivo si costruiscono sul fare cuore, e per i quali sarebbero certa- manifesta ovunque e quotidiana-
be andare sprecato. insieme. Penso che se quegli studen- mente disposti a spendersi. Un pat- mente in una miriade di piccoli ge-
ti e quelle carriole potessero stringe- to per il quale potrebbero essere uti- sti, tutti all'insegna del «ma se
Per L'Aquila si parla di terremoto re con le istituzioni un vero e pro- lizzati strumenti come la Banca del niente me ne viene in tasca, per-
in senso stretto, ma sono terremota- prio patto di dare/avere, ed essere Tempo: con tutta l'attenzione neces- ché lo devo fare?». Anche se il
messi in condizione di agire concre- saria a non produrre nuova disoccu- mondo del volontariato continua
tamente per obiettivi condivisi, co- pazione, ma con l'opportunità di ri- a profondere le proprie energie,
Stravolgimenti mincerebbero ad essere un colletti- costruire quei legami senza i quali cedere il posto ad una anziana in
Protestare e indagare vo, il nucleo di altri possibili e più la lotta non può essere che di tutti autobus è diventato sinonimo di
per il premier sono ampi collettivi: e forse perfino la va- debolezza, così come compiere un
langa di psicofarmaci e altro che gi- qualsiasi gesto gentile e disinteres-
sinonimi di aggredire ra oggi per l'Aquila sarebbe meno Senso civico sato.
travolgente. Ma, come ho già detto, Serve un patto Una contaminazione con la cul-
Speranze penso che L'Aquila sia il paradigma tura protestante, più attenta allo
trasparente fra cittadini
Un altro mondo è dell'Italia. Penso che città e territori scambio e all'impresa che alla cari-
peggioreranno di gran lunga grazie e istituzioni tà, può forse aiutarci a riprendere
tuttora possibile, ma ai tagli agli enti locali: ci sarà chi fa- una strada di equità. Perché un al-
bisogna provarci ora rà iniziative culturali e chi preserve- contro tutti, in uno sbranarsi senza tro mondo è tuttora possibile, ma
rà i servizi sociali, ma difficilmente tregua che sta portandoci a passi da bisogna provarci. In fretta, perché
ti l'Italia e, solo a pensarci un pochi- le due cose potranno convivere, nei gigante verso la barbarie. il tempo che passa non scioglie i
no, il mondo intero. Per tutti noi, bilanci ridotti all'osso. Le alternati- nodi, né all'Aquila né altrove: li ag-
l'alternativa è fra il restare immobili ve saranno secche, implacabili. Un Viviamo in un Paese a cultura grava. Ovunque, i palazzi puntel-
e bloccati, aspettando quel che ci patto trasparente fra cittadini e isti- cattolica, in cui però ormai anche la lati ma abbandonati si deteriora-
piove dal cielo (non manna, certa- tuzioni potrebbe, intanto, rendere carità genera intolleranza: ad Adro, no, le crepe si approfondiscono,
mente), sempre più soli impauriti e le scelte maggiormente condivise, e la generosità di un imprenditore strade e piazze sono sempre meno
angosciati, oppure provare a rico- poi tenere in piedi attività apparen- che chiedeva soltanto che tutti i percorribili, e di qui a poco non re-
struire legami, relazioni, apparte- temente superflue, ma in realtà indi- bambini di una scuola venissero nu- sterà che abbattere ogni cosa.❖