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Progetto M6.

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Laboratorio Sulmona #2
Il terremoto: da rischio a opportunità

Cos'è questa
immagine? La traduzione
grafica di uno dei più recenti
modelli di pericolosità
sismica elaborati a seguito
degli ultimi progetti di ricerca
(verrà presentato alla fine del
mese di giugno) coordinati
da INGV.
Cosa rappresenta?
Le probabilità di occorrenza
di un evento sismico di
magnitudo superiore a 5.5
per un arco temporale di 100
anni.
Perché è
interessante? Perché,
rispetto alla mappa di
pericolosità che già
conosciamo, mette a fuoco
meglio le aree a rischio. E perché, ammesso che ce ne sia ancora bisogno, ribadisce che la zona
dell'appennino centrale è tra le più esposte.
Cosa non dice? Il grafico si riferisce ad un suolo ideale (rigido e pianeggiante) e, quindi, non tiene
conto di eventuali effetti di amplificazione sismica locale, dovuti alla natura ed alla conformazione del
sottosuolo ed alle irregolarità topografiche. Per quello avremmo bisogno di una campagna di microzonazione
sismica, ma, manco a dirlo, lo sappiamo già che il bacino di Sulmona si presta bene ad amplificare!

Di palo in frasca (ma


250,0
nemmeno tanto).

Questi, invece, sono i fondi 200,0


a disposizione del Ministero
risorse (milioni di euro)

dell'Economia e delle Finanze,


150,0
come previsto dall'art.11 della
Legge 77/2009 per la prevenzione
del rischio sismico. 100,0
Sono 950 milioni di euro per
i prossimi sette anni.
50,0

A quali interventi sono


diretti? A questo scopo è stata 0,0
istituita un'apposita Commissione 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016

(ai sensi dell'art.13 dell'OPCM annualità


fondi ministeriali per interventi per la prevenzione del rischio sismico

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3843/2010), che ha definito obiettivi e criteri per l'individuazione degli interventi per la prevenzione del
rischio sismico.

Tra le varie considerazioni (ma è interessante leggere tutte le raccomandazioni), cosa ha stabilito a fine
febbraio 2010 questa Commissione?
Che, con le previsioni di lungo e medio termine, si debbono adottare dei piani pluriennali per attuare
"[...] provvedimenti finalizzati ad una prevenzione di tipo strutturale, ossia alla riduzione della vulnerabilità
sismica delle costruzioni mediante interventi di rafforzamento locale e di miglioramento sismico su aree a
maggiore pericolosità.
La Commissione prevede pure che possano essere finanziati interventi sia su edifici privati, sia su
strutture e infrastrutture pubbliche.

Insomma, per farla breve, parliamo di Sulmona, che i suoi bei requisiti ce li ha tutti: il rischio sismico è
ormai acclarato (e, localmente, superiore a quello che i grafici ci raccontano) e i dati non mancano
(addirittura la microzonazione del centro storico è già avviata).
In quanto a pericolosità, vulnerabilità ed esposizione (persone e beni materiali), secondo le
raccomandazioni della Commissione staremmo un bel po' avanti nella classifica delle aree prioritarie per gli
interventi di prevenzione!

Ma adesso che, a quanto pare, qualche soldino per la prevenzione potrebbe esserci, possono
bastare una generica sensibilità alla questione o una consapevolezza sociale del rischio o un progetto di
massima (Laboratorio Sulmona, Progetto M6.5, quellochevipare) per affermare le nostre ragioni?

Cosa potrebbe, realmente, mancarci? Una "volontà" politica, che si faccia responsabilmente carico di
questa croce e che sia in grado di svolgere una seria e tempestiva azione di "coordinamento" tra Enti e
istituzioni e, soprattutto, di "intercessione" per attingere a quelle risorse, perché le ordinanze che renderanno
operative le quote dei fondi disponibili devono ancora essere emanate...

Questo, ad oggi, è inespresso.


Ma proprio per questo, nel frattempo, organizziamoci!

Sulmona, 11 giugno 2010

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