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ALL’ARCANGELO MICHELE
Nel primo dei nostri appuntamenti dedicati alla cultura, grazie ai nostri eccellenti relatori, Morena
Poltronieri ed Ernesto Fazioli, abbiamo fatto un viaggio attraverso la Bologna della cultura laica,
la Bologna dei Templari, la Bologna delle Streghe e dell’Inquisizione.
Il nostro viaggio parte dal palazzo dell’Archiginnasio, edificio voluto nel 1561 da Pio IV Medici,
come sede unificata e controllata dello studio cittadino, e sorse nel 1562-63 con progetto di Antonio
Morandi.
Il palazzo fu costruito con precisi riferimenti astrologi ( 30 arcate come il ciclo solare, 28 locali
come il ciclo lunare), data l’importanza che ricopriva l’Astrologia a quei tempi.
L’ Astrologia era cattedra universitaria all’interno della facoltà di medicina e di fatti il vero medico
doveva possedere una cultura tale da poter analizzare anche l’influenza dei pianeti sulla persona: il
bravo medico doveva essere anche un bravo astrologo.
Grandi maestri di tale arte a Bologna furono Michele Scoto, grande astrologo ed alchimista,
Girolamo Manfredi, esponente dell’astrologia medica del 1400, Luca Gaurico, grande astrologo e
Giovanni Magini, matematico ed astronomo, grande conoscitore del triangolo alchemico che univa
Bologna con Praga e Santiago di Compostela.
Già nel 1200 la cultura dell’Europa medievale venne quasi interamente suggestionata dal mondo
classico e da quello arabo-islamico: arrivarono a Bologna traduzioni di testi caldei, persiani, indiani
e greci, testi platonici ed aristotelici.
Veniva trattato lo studio dei numeri, come metodo di trasformazione che sarà poi alla base
dell’alchimia.
L’insegnamento di queste materie rese più vario il panorama delle materie insegnate nel 1200.
All’interno della facoltà di medicina si crearono grandi spaccature, tra la medicina di Galeno ed
Ippocrate e quella che aveva subito le infiltrazioni arabe innovative: tutto ciò creò una frattura fra la
Bologna laica e religiosa.
Il grande Dante Alighieri, nell’Inferno e nel De Vulgari Eloquentia, cita il fatto che a Bologna
fossero parlati due differenti linguaggi, non alludendo a due lingue, bensì due diversi modi di
espressione speculativa di concetti appartenenti al linguaggio nascosto delle associazioni segrete
del tempo.
L’Archiginnasio e la sua dotta sapienza sono anche collegati al sangue cruento, per via di Raimondo
de’ Liuzzi detto Mondino, colui che per primo nel 1315 tenne una lezione pubblica utilizzando un
cadavere umano, provocando vari divieti papali: tutto ciò diede un grande contributo in campo
medico, che colmò il vuoto di tanti secoli bui di medicina influenzata dalla religione.
Ancora oggi possiamo notare i simbolismi dell’Archiginnasio oltre le 30 arcate e le 28 sale, nella
porta d’ ingresso: la parte destra con simboli che rappresentano la parte razionale, il sole, l’uomo,
mentre la parte sinistra simboli che rappresentano la parte irrazionale, la luna, la donna.
Il vero dotto e uomo di cultura era colui che sapeva anche interpretare l’irrazionale in maniera
razionale e viceversa.
I TEM
TEMPLARI A BOLOGNA
Oltre a essere la città caput mundi della cultura laica nel Medioevo, Bologna fu una delle più
importanti sedi dell’ ordine dei TEMPLARI, uno dei movimenti iniziatici più importanti esistenti
dall’inizio del 110 fino al 1311.
I templari, la cui ricerca iniziatica portava avanti le antiche tradizioni, rimasero a Bologna fino al
1312.
Vicino alle torri, in Strada Maggiore, vi era la precettoria di Santa Maria del Tempio, appartenente
all’ordine dei templari, che dal 1128 avevano iniziato a crescere sia dal punto di vista numerico ma
anche una crescita nelle loro economie grazie ai lasciti di ricche famiglia, inimicandosi i potenti
governatori.
Nella nostra città l’ordine rappresentò un importante collegamento con il resto d’Europa, attraverso
la figura di Pietro da Bonomia, ricordato dalle cronache dell’epoca come il più grande templare,
dopo i primi nove fondatori.
I templari furono perseguitati con l’accusa di idolatria, eresia, sodomia ( giravano sempre in coppia)
e magia, giudicati dal tribunale dell’Inquisizione e crudelmente torturati, ma la ragione vera e
propria era poter possedere i loro enormi capitali e per confiscare i loro beni.
Filippo il Bello nel 1307 arrivò ad arrestarne ben 138 in un solo giorno.
Ancora oggi, nei decori di Palazzo Comunale spicca il bucranio, una testa di bovina, che è stata
connessa al Baphomet dei templari, oltre agli affreschi nella sala al primo piano che raffigurano i
templari a Bologna.
LA BOLOGNA DELLE STREGHE E DELL’ INQUISIZIONE
Nel 1233 nasce l’inquisizione domenicana che ebbe la sua sede principale a Bologna e il cui
tribunale si trovava all’interno della chiesa di San Domenico.
L’eretico veniva giudicato all’interno del tribunale, l’inquisitore era capo del tribunale e dipendeva
solo e direttamente dal Papa.
Veniva appoggiato dalla sua famiglia e da tutte le persone ecclesiastiche locali, compreso il
Vescovo e le autorità civili.
I notai lo seguivano nei suoi spostamenti, erano presenti agli interrogatori, prendevano appunti e
registravano le sentenze.
I nuntii avevano il compito di comunicare le decisioni dell’inquisitore.
I coinquisitori confiscavano i beni dei condannati creando un grande giro di denaro.
Un terzo del denaro andava al Comune guelfo di Bologna, che dipendendo direttamente dal Papa
vide incentivato al massimo il potere inquisitoriale.
La tortura fu il crudele mezzo per estrapolare confessioni di eresia, non più solo sui colpevoli ma
anche sui sospettati e iniziò la vera e propria caccia alle streghe.
La donna, essendo ritenuta inferiore all’uomo, veniva considerata più facilmente attaccabile dal
demonio ed ebbe come testimonianza scritta il Malleus Malleficarum di Jakob Spranger , che tra il
1486 al 1669 produsse la scomparsa di molte migliaia di donne:
“ Primariamente son le donne più inclini a credere, e il demonio, che cerca principalmente di
corrompere la fede, più facilmente riesce ad aggredirle.
In secondo luogo, per la natura medesima della loro complessione nervosa sono più facilmente
ricettive delle impressioni che vengono da spiriti separati…
In terzo luogo hanno la lingua lubrica e non riescono a mantenere nascosto alle altre donne loro
simili le cose malvagie che hanno appreso,e , quando non hanno forze sufficienti per vendicarsi,
facilmente cercano di procurarsi vendetta a mezzo di maleficio…
La donna, cattiva per natura, cade presto nei dubbi sulla fede, presto rinnega la fede medesima, nel
che è il fondamento dei malefici..
In conclusione tutto dipende dalla concupiscenza carnale che, nelle donne, è insaziabile..
Onde si danno da fare con i demoni pero soddisfare la loro libidine”
Ben 9 milioni di streghe furono bruciate in tutta Europa a causa di questo testo misogino.
Le streghe, il più delle volte, erano le donne colte, le erboriste, quelle donne che portavano avanti le
antiche tradizioni femminili, le tradizioni della dea Madre, della madre Terra.
Ma erano anche quelle donne in cerca di una rivalutazione nella società contro i ruoli al maschile, se
vogliamo le prime femministe che rivendicavano la loro posizione nel sociale.
Bologna ricorda nella sua storia una grande strega, Gentile Budrioli, moglie del famoso notaio
bolognese Alessandro Cimieri ed amica e consigliera di Ginevra Sforza, moglie di Giovanni II
Bentivoglio.
Ebbe come grande maestri Frate Silvestro e Scipione Manfredi, che le insegnarono astrologia, le
arti magiche e la negromanzia.
La donna fu arrestata all’improvviso per ordine del tribunale inquisitoriale e dopo la tortura,
confessò di aver esercitato l’attività di strega per oltre 20 anni.
Gentile godette di grande fama positiva come guaritrice per molto tempo, poi giudicata strega,
probabilmente dovuto alla sua vicinanza con la famiglia Bentivoglio, e accusata dai rivali della
famiglia per eliminarla.
Fu messa al rogo nel 1498 sulla Piazza di San Domenico ma viene ancora ricordata come la più
grande strega che visse a Bologna.
Per maggiori informazioni sulle serate, sul materiale e sulle visite di Bologna:
www.arcangelomichele.it
www.hermatena.it
www.bolognamagica.it