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Cominciamo dunque col dire che non sempre la via pi breve tra due punti la linea retta.

A volte
siamo portati cos tanto ad accettare come dogma un principio che non ci pensiamo sopra per niente
e lo prendiamo cos com', come fosse oro colato. Un esempio per chiarire: se io sono in via X e
voglio andare in via Y, cercher di trovare la via pi breve per farlo; la via pi breve per non potr
essere in linea retta, ma dovr tener conto degli ostacoli (i palazzi) che si frappongono tra me e la
mia destinazione. Nel combattimento accade pi o meno la stessa cosa. Non detto che io possa
raggiungere il bersaglio (la testa ad esempio) seguendo la linea retta. E' quasi sicuro che lungo
questo percorso ci siano degli ostacoli (la guardia) che io devo evitare. Come posso evitare questi
ostacoli? Uno dei modo "aggirarli" e attaccare il bersaglio dall'esterno. A questo punto la linea
curva diventata la "via pi breve".
Certo, con l'ottica del Wing Chun, potremmo dire: "ok, ma lui si scopre e noi potremmo attaccare
sulla linea che ci lascia libera". Giustissimo, ma posticipiamo le "risposte del Wing Chun" a pi
tardi e guardiamo solo l'aspetto "attacco circolare" per il momento, ricordiamoci che questo viene
sempre tirato con un occhio alla "difesa d'incontro". E' molto difficile che qualcuno ci tiri un gancio,
lasciando la guardia sguarnita e magari sbilanciandosi pure.
Gli attacchi circolari poi, molto raramente vengono eseguiti come "primo attacco" da lontano. Se
vengono utilizzati in questo modo per prendere di sorpresa un avversario, ma ripeto, non la
norma.
I ganci (per prendere l'attacco circolare per eccellenza) vengono tirati sempre all'interno di una
combinazione di colpi che mirano a chiudere la distanza e aprire il bersaglio al colpo.
Oppure vengono tirati quando c' la separazione dal clinch: noi 2 stiamo attaccati, ci stiamo
separando e appena ho le mani libere, ti sparo un gancio che esterno alla tua vista. S, perch i
ganci vengono spesso da un'area che non visibile se tirati da vicino. Noi ce ne possiamo accorgere
dalla "struttura" dell'avversario o al max dalla sua spalla, ma vedere il pugno che esegue il gancio
quando stiamo vicini all'avversario quasi impossibile.
Gli attacchi circolari sfruttano la forza centrifuga. Pi velocemente riesco a ruotare, pi forte sar il
mio gancio. Abbiamo quindi un attacco che aggira la guardia, quasi invisibile e che sfrutta una
legge fisica pi che quella muscolare. Un bell'attacco, no?

...Difesa...
La difesa da questo attacco deve tener conto dei suoi punti di forza (per stargli alla larga) e sfruttare
i suoi punti deboli. Certo, perch ci sono sempre dei punti deboli. Un motto del Wing Chun recita
"Bak Gai, Bak Jeet" , ovvero "100 attacchi, 100 risposte".
Guardiamo i punti deboli di questa tecnica.
Venendo dall'esterno, lascia effettivamente un vuoto al centro, che possibile sfruttare;
Se va a vuoto, lascia l'avversario fuori equilibrio, seppur per una frazione di secondo;
La forza di impatto diminuisce quanto pi io mi avvicino alla sorgente del movimento. Per meglio
spiegare, la maggior forza di impatto del gancio sulla mano. Pi ci avviciniamo alla spalla, meno
forza andiamo a contrastare.

E' su questi punti che si deve basare la difesa. Prendiamo in esame ognuno di questi punti:
Venendo dall'esterno, lascia effettivamente un vuoto al centro, che possibile sfruttare.
Qui pu entrare il principio della linea retta - percorso pi breve. Se io riesco a partire nello stesso
istante del mio avversario e abbiamo la stessa velocit, allora io arrivo prima. Prima dove? Si spera
al bersaglio. E' per a mio avviso la strategia pi pericolosa. Per funzionare ha infatti bisogno di:
1) un tempismo perfetto: devo partire nello stesso istante;
2) Almeno uguale velocit di esecuzione. E qui bisogna aggiungere che devo essere anche a parit
di massa spostata. Cio, se il mio avversario muove braccio e corpo (per avvicinarsi), allora io ho la
possibilit di muovere, ad almeno pari velocit, braccia e corpo. Se per lui muove solo il braccio
(perch la distanza ideale l'ha gi raggiunta) io devo muovere solo il braccio se posso essergli
uguale in velocit. Se muovessi il corpo, infatti, diventerei di gran lunga pi lento. Solo una cosa
potrebbe salvarmi per muovere il corpo (la mia parte pi lenta) su un movimento di solo braccio (la
sua parte pi veloce): prendere contatto con il suo braccio e farmi spostare dalla sua azione. Questo
lo rallenterebbe, perch dovrebbe fisicamente spingermi e mi direbbe direzione e quantit di forza
che sta imprimendo all'attacco per determinare il mio spostamento, che in questo caso sarebbe
dettato direttamente dal mio avversario.
3) Colpire il bersaglio o almeno acquisire una posizione di controllo. Non basta evitare il gancio o
controllarlo se poi stiamo l fermi davanti a lui. E' necessario interrompere l'azione. Questo lo si fa o
colpendo il bersaglio (possibilmente la testa) e mettendolo fuori equilibrio per non permettergli di
tirare altre bordate, oppure se impattiamo contro la sua guardia, dobbiamo acquisire il controllo
della situazione per evitare di essere nuovamente sotto attacco e cercare di ribaltare la situazione a
nostro vantaggio.
Il vantaggio di questa soluzione che ribalta immediatamente i giochi e consente di attaccare nello
stesso momento in cui veniamo attaccati.
Personalmente sono riuscito ad applicare questa strategia solo quando il mio avversario era molto
inferiore a me. Sia che mi attaccasse da lontano sia che lo facesse da vicino (disimpegnandosi dal
clinch e facendomi sfruttare il Lat Sau Jick Choong), evitava (per imperizia) di alzare la guardia e
rimaneva troppo fermo con la posizione. Con avversari pi "interessanti", non ho mai avuto
l'occasione di applicarla. Troppo furbi, veloci e coperti.
Se va a vuoto, lascia l'avversario fuori equilibrio, seppur per una frazione di secondo.
Poich il gancio sfrutta la forza centrifuga, se non raggiunge il bersagglio difficile fermarlo senza
scomporre per un attimo la posizione. Ecco uno dei vantaggi di mandare a vuoto gli avversari. Il
secondo sta nel fatto che non impattando con lui, non rischiamo di farci male. Ahim, per noi del
Wing Chun c' anche una nota negativa: Il sistema ci esorta a prendere contatto fisicamente con il
nostro avversario in modo da ottenere un controllo maggiore sulle sue azioni e "mandarlo a vuoto"
di certo non ci aiuta in questo. Per abbastanza facile da applicare e abbastanza veloce.

La forza di impatto diminuisce quanto pi io mi avvicino alla sorgente del movimento.


Se non possibile schivare o "entrare" nella guardia, ci ritroviamo fermi a far fronte ad una bordata
che arriva dall'esterno. E' la situazione meno auspicabile, ma purtroppo quella che si presenta pi
frequentemente in una situazione di combattimento libero. Se non sono riuscito ad "entrare" nella
sua guardia, non riesco a schivare, che posso fare per evitare che quel maledetto cartone atterri sulla
mia faccia? Facile, mi devo "coprire". Come? Dipende dal tipo di gancio e dalla distanza dalla quale
tirato. Una cosa per deve essere chiara: la forza di un gancio tirato bene talmente forte che una

manina messa l viene sicuramente trascinata. Se il gancio basso, si pu al limite utilizzare una
copertura con l'avambraccio ed il gomito. Non il massimo, ma funziona. Il problema sussiste se il
bersaglio l testa. L la chiusura puglistica con la mano a protezione del viso, in assenza di
guantone, assolutamente insufficiente, cos come lo sarebbe un singolo Tan Sau se non supportato
da un footwork appropriato per togliersi da quel posto maledetto su cui sta atterrando il gancio. Che
fare allora? Creare innanzitutto una struttura forte per assorbire l'impatto. Per far questo, la prima
cosa che deve cambiare il riferimnto della linea centrale. Normalmente la linea centrale unisce
l'asse del mio corpo all'asse del corpo del mio avversario. Ora deve cambiare: Il riferimento della
linea centrale deve spostarsi dal suo asse centrale alla sua spalla. Questo accorgimento ci consente
di "assorbire meglio" l'impatto che sta per avvenire irrobustendo la srtuttura per sopportare una
pressione esterna. E' un rischio, certo. In questo modo, stiamo offrendo una parte del nostro fianco
all'avversario, ma un rischio calcolato:
1) Fronteggiare la spalla determina una rotazione minima rispetto alla centrale originale. Quindi se
sta fintando, possiamo recuperare senza troppe difficolt;
2) Il massimo della forza ora esterno alla linea. E' quello il pericolo maggiore. Non possiamo
quindi andare per il sottile. Tra l'altro, fino a che il gancio non ha esaurito la sua corsa, non pu
tirare un nuovo "vero" attacco.
La seconda cosa da fare fermare l'attacco in modo sicuro, possibilmente facendogli male.
"In modo sicuro" significa che molto difficilmente deve superare il mio blocco. Certo, perch
l'unica chance rimasta bloccare il gancio. Qui ci sono 2 metodi in base alla distanza dalla quale
parte l'attacco:
1) Distanza lunga: abbiamo la possibilit di vedere l'attacco per bene e muovere entrambe le mani.
Entrambe perch una sola non in grado di sopportare la pressione di un gancio "staccatesta".
Serve quindi un rinforzo. Ma come? Una mano va vicino al pugno per prendere il controllo della
parte terminale dell'attacco, ma la parte pi importante la svolge la mano che va dalle parti del
bicipite e che svolge 2 funzioni: A) Blocca l'attacco con pi facilit perch trovandosi vicino alla
spalla deve sopportare meno forza; B) Colpisce il bicipite e procura dolore. Importantissimo!!!
Bisogna cercare di creare una "copertura dolorosa" perch dobbiamo compensare il fatto che 2 mani
sono andate a fermare un braccio fuori dalla linea centrale. Per necessit son dovuto andare contro i
principi dello stile e mi serve una "valvola di sicurezza". Se gli faccio male, mi guadagner quella
frazione di secondo necessaria a ricomporre la struttura corretta.
2) Distanza ravvicinata: se il gancio parte da vicino, non ho il tempo per muovere entrambe le
braccia. Il gancio arriverebbe sicuramente prima. Tra l'altro la posizione ravvicinata aumenta molto
il rischio delle "2 mani su una" e mi espone ad un pi facile contrattacco avversario. Devo quindi
trovare una soluzione che impieghi un sol obraccio per coprirmi dalla "bordata". Come detto, una
manina messa l sulla traiettoria verrebbe travolta. Mi serve qualcosa di pi solido: l'avambraccio ed
il gomito. Mi vengono in aiuto 2 tecniche: A) Soang Jahng: la gomitata "all'indietro" con rotazione
che si fa nella seconda forma; B) Hay Jahng: la gomitata ascendente. Entrambe funzionano
egregiamente allo scopo. Soang Jahng si presta maggiormente ad un controllo del braccio
avversario, che pu essere bloccato sotto l'ascella, mentre Hay Jahng pi aggressivo e potrebbe
creare la "copertura dolorosa" che tanto mi serve ora. E l'altra mano? L'altra mano libera di
attaccare, o controllare.
Quale soluzione migliore? Nessuna. Tutte possono funzionare, tutte possono fallire. Il bello del
combattimento adottare la soluzione giusta nel momento giusto.

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