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216 ARTICOLO, LA FILOSOFIA DELL-AZIONE DI BLONDEL E LAGIRE DI PAPA FRANCESCO Juan Carlos Scannone §.1. La filosofia di Blondel pud contribuire a farci comprendere me- glio Tazione pastorale di Papa Francesco? Certamente Blondel e Bergoglio hanno attinto entrambi alla spiritualita ignaziana dell’a- zione. Nel caso di Blondel, questi ha ricevuto un tale influsso dagli Esercizi Spirituali di sant’Ignazio che un grande specialista della sua opera @ giunto a dire della sua pubblicazione primogenita, Lazione (1893)!, che @ la «trasposizione filosofica delle veriti degli Esercizi», in quanto tali verita non sono soltanto credute, ma anche vissute e praticate; e che gli Esercizi fanno da «fondamento teologico» a quello scritto blondeliano®. Quanto a Francesco, il fatto che sia Pa~ store universale non lo rende meno gesuita di quanto non sia — e lo & molto — specie nel suo carisma di discernimento spirituale, messo in pratica anche nel governo della Chiesa. E nota la coincidenza tra lnterpretazione degli Esercizi di Gaston Fessard? e quella del gesuita argentino Miguel Angel Fiorito, ricono- sciuta, per lo meno oralmente, da entrambi; e, d’altra parte, @ nota la venerazione di Bergoglio per il secondo, che nella Provincia gesuitica argentina tutti chiamavano «il maestro» per la sua comprensione della spiritualita ignaziana. Di fatto, nel corso di due visite che lautore di 1, CfrM. BronpeL, [Action (1893). Essai d'une critique de la vie et d'une science de la pratique, Paris, Puf, 1950 (d’ora in poi lo citeremo: A con il numero di pagina) (in it: Lazione. Saggio di una critica della vita e di una scienza della prassi, Cinisello Balsamo [Mi], Paoline, 1993). 2. Cf P. Heaict, «Blondels Option und die ignatianische Wahl, ein Beispiel vom Verhiltnis von Philosophie und Theologie (1957)», in Ip., Philosophie aus Glaubenserfahrung. Studien zum Frithwerk Maurice Blondels, Freiburg - Miinchen, Alber, 2012, 178-195; le citazioni nel testo si trovano, rispettivamente, alle pp. 187 e 191. 3. Cf G. Fessarp, La dialectique des «Exercises Spirituels» de Saint-Ignace de Loyola, Paris, Aubier, 1956. © La Civilea Cattolica 2015 1V 216-233 | 3969 (14 novembre 2015) IL'TEMA DELLAZIONE IN BLONDEL E IN PAPA FRANCESCO. questo articolo fece a Fessard a Chantilly (nei dintorni di Parigi) nel 1963, egli stesso disse che, sebbene il suo linguaggio sia hegeliano, il contenuto della sua interpretazione degli Esercizi & blondeliano, come evidenzia limportanza che in essi viene data alla scelta, con il suo prima e poi, e come confermano sia Henri Bouillard sia Peter Henrici*. E assai probabile che Bergoglio abbia letto il primo tomo dell’o- pera di Fessard, che a suo tempo i gesuiti leggevano con frequenza, specialmente durante quella che si chiama la , Tha poi vissuto Tormai arcivescovo ¢ cardinale Bergoglio quando a Buenos Aires propiziava Fincontro e il dialogo tra i diversi politici argentini (cristiani e non cristiani) alla ricerca di politiche di Stato per il bene comune. Anche qui immagine del poliedro pud essere applicata a questa universalita concreta, che assume in una uniti superiore le differenze non con- traddittorie, ma contrapposte in tensioni polar La logica della carita e la logica integrista Nel suo discorso del 15 febbraio 2015 ai nuovi cardinali, Papa Francesco ha parlato dell'incrociarsi di due logiche, “logiche di pen- siero e di fede». Una di esse é la «logica dell'amore», di Dio, di Gest, mossa dalla misericordia e dalla compassione, che cerca di reinte- grare coloro che sono stati discriminati, come il lebbroso del Van- gelo. Laltra, invece, @ la logica dei dottori della legge, e risponde a quella «mentalit’, chiusa nella paura e autolimitata dai pregiudizi», che si scandalizza di fronte a qualsiasi apertura, a qualsiasi passo che non entri nei loro schemi mentali e spirituali»”, e che con un altro linguaggio si pud identificare come quella dell’integrismo. Se leggiamo questo testo confrontandolo con approccio blon- deliano, la prima cosa che attira lattenzione é il fatto che Francesco parla di dlogica», di due logiche che «percorrono tutta Ia storia della Chiesa» (e pertanto anche lepoca in cui & capitato di vivere a Blon- del), risalendo fino a Cristo stesso, e il fatto che egli denomina la logica cristiana come «logica del?amore» che viene messo in pratica. Se leggiamo questa omelia confrontandola con EG 231, si po- trebbe aggiungere che la logica dellamore si contrappone alla logi- ca degli «eticismi senza bonti» (infatti, come il Papa dice neltomelia des Konkreten, Blondels Schriften zwischen der Aktion und der Trilogie (2000), in Ip., Philosophie aus Glaubenserfahrung..., cit., 354-370, in particolare 356. 36. Unfalera convergenza tra Blondel e Bergoglio si trova nel fatto che, nella loro trasposizione al sociale, esi danno particolare importanza, rispettivamente, alla «patriay (cfr A 261 ss.) e al popolo-nazione, per poi applicare entrambi esplicitamente cio che hanno detto all'umanita nel suo insieme (EG 236). 37. Cfrfomelia di Papa Francesco, del 15 febbraio 2015, «Allincrocio di due logiche», in Oss. Rom, 16-17 febbraio 2015, 8. IL TEMA DELEAZIONE IN BLONDEL E IN PAPA FRANCESCO. citata, la bontd «non condanna eternamente nessuno») e a quella degli «intellettualismi senza saggezza» (infatti, essa opera «a partire dalla connaturalit’ affettiva che Pamore da»: EG 125). Ebbene, quando Blondel scrive la sua «lettera-prefazione» per la traduzione italiana del suo articolo Principe élémentaire, fatta da En- rico Castelli, egli si riconosce nella proposta di una logica integrale che segue il rirmo — al tempo stesso flessibile e rigoroso — della legge della carit’. Essa, secondo noi, corrisponde alla «logica dell’a- more» di Francesco, che unisce verita, bene e bellezza. Afferma il filosofo francese riguardo alla legge cosi intesa: «La legge é la parte- cipazione armoniosa, Fordine intelligibile ed estetico; & il comanda- mento perentorio di un Maestro onnipotente; é arte di una volonta che prevede e governa; infine, é lespressione infusa di una carita che non ricorze alle costrizioni iniziali, che non comanda se non per ordinare, che non ordina se non per comunicare, per suscitare il pid possibile di essere, di perfezione e di beatitudine. [...] Et nos credidimus Caritati [E noi abbiamo creduto allAmore}»*. Cié non soltanto evoca il «caritismo» del Blondel piti tardo, ma il fatto che questi — fin dai primi appunti per la sua tesi dottorale, poi denominati «Note-semi» — riconosceva che il suo interesse fi- losofico per P'azione non era dovuto soltanto alla teoria dellatto in Aristotele, ma soprattutto al fatto che la carita teologale si pratica e si vive nell’azione. La logica della carita come logica della vita morale permette allora — Blondel non si stanca di ripeterlo — di coniugare un mas- simo di duttilita (souplesse) pascaliana con un massimo di rigore cartesiano. Infatti, mentre @ legge universale, essa si adegua flessi- bilmente alle persone e alle situazioni pitt diverse, senza smettere di essere universale. Da un lato, da difficolta sconosciuta dell’etica ha la sua ragion essere in cid che la scienza del tiro morale suppone una balistica appropriata a ciascuna vocazione, a ogni carattere, a ogni occasio- ne, casuistica che & necessario sostituire alla casuistica oggettiva e omnibus (per tutti)». 38, J. M. BerGostio, «“Y conforme a esta esperanza’...», cit., 10. 39, Iwi, 45. 231 ARTICOLO, Dallaltro lato, «la logica della vita [rivela] la insufficienza o Vinsignificanza delle determinazioni astratte e delle codificazioni completamente costruite con idee e per mezzo di idee»*”. Anche qui Blondel condivide con Bergoglio il fatto che «a realta @ superiore all’idea» (EG 231). Soltanto la carita é capace di unire nella sua logi- ca tanto Puniversalita quanto la singolarita irriducibile, restando al tempo stesso Alessibile e rigorosa, perché tiene conto dell'universale concreto vivente, che é Cristo stesso". Si pus riconoscere che sia Blondel sia Papa Francesco si op- pongono all’integrismo astratto, perché @ astorico, sebbene tra i due si noti una differenza nel modo di affrontarlo. Il primo ne sottolinea il carattere estrinsecista, che non tiene conto della norma immanente e trascendente dell’amore. II secondo, invece, nota anche che la logica integrista astratta non é mossa dalla «ca- rita creativa che trova il linguaggio giusto»"?, ma piuttosto dalla paura di prendere sul serio la misericordia e la tenerezza fino alle loro ultime conseguenze, perché erroneamente teme per i principi in vigore, dato che li intende non in modo analogico, ma univoco. Sulla stessa linea intrapresa fin dai primi scritti, Blondel di- ventera piti tardi — sono parole di von Balthasar — «il primo pensatore cristiano che ha preso di mira quel fenomeno dell’oggi detto integrismo» e che «ne ha offerto la sintomatologia e la dia- gnosi pid acuta e tuttora insuperatay nel suo scritto sul monofo- rismo*. 40. Iwi, 455. 41. Un tentativo di analizzare 'analogia tomista potrebbe rispondere a queste domande, ma sappiamo che per Blondel, per com’egli intendeva l'analogia, essa non era sufficiente. Su tale tentativo, cfr J. C. ScaNNONE, Religién y nuevo pensamiento. Hacia una filosofia de la religién para nuestro tiempo desde América Latina, Barcelona = México, Anthropos - Uam (iztapalapa), 2005, cap. 6; Ip., «Nuevo pensamiento, analogia y anadialéctica», in Stromata 68 (2012) 33-56; M. Beuctor, Tratado de hermenéutica analdgica, México, Itaca, 2009, 42. Cfrlomelia di Papa Francesco citata nella nota 37. 43. Cle H. U. von Batruasar, «Integralismus», cit., 737. Qui Tautore tratta dello scritto di Blondel pubblicato, con lo pseudonimo «Testis», in Annales de Philosophie chrétienne 1909-1910, e come estratto in Catholicisme sociale et Monophorisme. Controverses sur les méthodes et les doctrines, Paris, Bloud & Gay, 1910. IL TEMA DELLAZIONE IN BLONDEL E IN PAPA FRANCESCO, Qui non intendiamo esaminare quel lavoro blondeliano offerto alle Settimane sociali francesi'*, perché sul tema esiste un eccellente lavoro di mons. Henrici*’, ma riconosciamo che il pensiero e l'at- teggiamento allora criticati da Blondel come filosofo cattolico cor- rispondono a quelli oggi criticati da Francesco come Pastore uni- versale, perché per entrambi il pensiero e Fatteggiamento integristi si oppongono al primato logico, etico, ontologico, ma soprattutto evangelico, teologico e pastorale della carita. Conclusione Il filo conduttore del presente articolo é illuminato — come si @ fatto notare a pit riprese — dalla «contemplazione per giunge- re ad amare», che é il culmine e il prolungamento degli Esercizi Spiricuali. Infatti, sia che parliamo di in actione contemplativus, sia del discernimento dellazione e della scelta per consolazioni e de- solazioni, sia del superamento ignaziano dei conflicti (esistenziali © sociali) tramite la comunione nelle differenze, sia della logica del’amore in quanto opposta alla logica astorica dell’integrismo (\rmulazioni che quasi ripetono i sottotitoli del presente articolo), i riferiamo sempre a una stessa esperienza di amore attivo, nella le tutto @ dono di Dio, anche la nostra liberta, che lo riceve e si ‘riceve: dono di Dio come presenza attiva che liberamente e gratu- ieamente si dae agisce ad modum laborantis, donandosi, donando, ‘orrendo e scendendo «dallalto». Sea li Pultima chiave delle coincidenze che man mano abbiamo cciato tra Blondel e Papa Francesco. La filosofia del primo na la profondita teologica dellazione pastorale del secondo, quescultima mostra nella pratica il valore umano e cristiano del iero blondeliano. 44. Cf]. C, ScaNNoNe, «La philosophie sociale de Blondel et lathéologie de Ebéxation selon Gustavo Gutiérrez. Convergences, divergences, apports», in M. .c (ed.), Blondel entre PAction et la Trilogie, Bruxelles, Lessius, 2003, 392-398. 45. Cir P. Henrici, «Von der Action zur Kritik des Monophorismus. Sozialphilosophie Maurice Blondels (1991), in Ip., Philosophie aus fahrung...., Cit., 307-336. 233

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