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G.

Petrucci Lezioni di Costruzione di Macchine

21. COLLEGAMENTI SALDATI


La saldatura un processo che consente di collegare elementi costruttivi tra loro o con lesterno. un collegamento
fisso ed inamovibile. Da un punto di vista meccanico, le saldature possono essere considerate dei vincoli di incastro
che impediscono tutti i movimenti relativi e applicano reazioni vincolari costituite da forze e momenti.
Con la saldatura di giunzione le parti vengono collegate mediante il cordone di saldatura costituendo lelemento
saldato. Diversi elementi saldati costituiscono il gruppo saldato, pi gruppi costituiscono la struttura o costruzione
saldata. La saldatura di riporto, invece, viene effettuata per la ricostruzione di superfici usurate.
Nei processi di saldatura si definiscono:
giunto: il collegamento finito;
giunti: gli elementi da collegare per la realizzazione del giunto;
lembi: le superfici appartenenti ai giunti coinvolte nel procedimento di saldatura;
materiale (metallo) base: il materiale di cui sono costituiti i giunti (acciaio, alluminio, leghe);
materiale (metallo) dapporto: il materiale non appartenente ai giunti che alcuni procedimenti di saldatura
richiedono per la giunzione (il metallo dapporto utilizzato sotto forma di bacchette o di filo);
bagno di fusione: la zona di metallo liquida che costituir il giunto di saldatura a solidificazione avvenuta;
cordone: la zona del giunto costituita dal metallo base e da quello dapporto solidificati dopo loperazione di
saldatura;
cianfrinatura: lavorazione dei lembi avente lo scopo di conferire una geometria ottimale per laccoglimento
del cordone, al fine di ottenere una estensione della saldatura allintero spessore del giunto;
passata: loperazione di posa del cordone di saldatura (in gergo viene spesso identificata con il cordone);
penetrazione: la profondit della zona fusa nello spessore s dei giunti;
zona termicamente alterata: la zona nella quale si avuta una modifica della struttura cristallina per il
raggiungimento di una temperatura critica di trasformazione durante il processo di saldatura, avente una
resistenza meccanica inferiore (tipicamente necessario effettuare un trattamento termico per ripristinare le
propriet meccaniche);
ripresa: il procedimento con il quale si completa il processo di saldatura con elettrodi, se, per linsufficiente
lunghezza di questi ultimi, non stato completato in ununica passata (implica la necessit di riportare a
fusione lultimo tratto del giunto precedentemente realizzato cos da avere una continuit fisica).
Il giunto pu essere realizzato con una sola passata o con pi passate, cio pu presentare uno o pi cordoni. Il
numero di passate in un giunto dipende dallo spessore degli elementi da saldare.
Esistono diverse tecniche di saldatura che si differenziano tra loro in funzione:
delle modalit di somministrazione del calore,
dei materiali dapporto utilizzati,
delle modalit di protezione del bagno di fusione.
In funzione dei materiali di apporto le saldature si possono distinguere in:
omogenee nelle quali il materiale dapporto uguale al metallo base,
eterogenee nelle quali il materiale dapporto diverso dal metallo base.
I procedimenti di saldatura oggi pi diffusi possono essere classificati in due principali categorie:
saldature eterogene (o brasature), nelle quali il materiale di base non interviene attivamente e lazione di
collegamento affidata esclusivamente al materiale dapporto;
saldature autogene, nelle quali il materiale di base partecipa attivamente al processo di saldatura, cio
anche le porzioni di materiale in prossimit delle superfici combacianti fondono assieme al materiale
dapporto.
Le saldature autogene si distinguono in
saldature per pressione, nelle quali si applica una forte pressione mutua fra i lembi preventivamente portati
a temperatura di fusione o di forgiatura;
saldature per fusione, nelle quali la saldatura avviene semplicemente quando viene raggiunta la fusione
delle parti da collegare.
La saldatura pu essere effettuata sia su metalli che materie sintetiche:
acciai,
ghise (parzialmente),
rame, ottone, bronzo,
alluminio e leghe (no alluminio e magnesio),
nichel e leghe (no nichel e ferro).

10.1

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La resistenza di un collegamento saldato dipende dai seguenti fattori:


1) conformazione della saldatura:
disposizione dei cordoni,
spessore degli elementi collegati,
flusso delle forze,
effetti di intaglio.

2) sollecitazione agente:
livello delle tensioni,
pluriassialit,
velocit di sollecitazione.

3) situazione ambientale:
temperatura,
corrosione.

Le caratteristiche dei collegamenti saldati, al fine del confronto con altri tipi di collegamento, sono riassunte in
tabella 1.
CARATTERISTICHE DEI COLLEGAMENTI SALDATI
Caratteristiche Meccaniche
Varie direzioni di carico ammissibili
Limitata resistenza dinamica
Elevata resistenza statica
Limitata resistenza alla corrosione
Rigidezza dipendente dalla conformazione
Buona resistenza alla temperatura
Funzionalit
Peso e ingombro ridotti
Non smontabile e/o riutilizzabile
Molteplicit di conformazione
Nessuna capacit di centratura
Caratteristiche operative
Facilit di manutenzione e ispezione
Operatori esperti
Facilit di montaggio e automazione
Caratteristiche economiche
Basso costo
Nessun costo di esercizio
Tab.20.1 - Caratteristiche dei collegamenti filettati.

Giunzioni saldate
Le principali tipologie di giunzioni saldate e conformazione dei cordoni sono riportate in fig.1.
In particolare, le giunzioni di testa (fig.1a) sono effettuate con cordoni aventi varie forme, delle quali le pi
importanti sono a V, ad X (adatta per spessori elevati dei giunti) e ad U (pi costosa), ed usualmente sono sollecitate
trasversalmente al cordone.
Le giunzioni a sovrapposizione sono sollecitate trasversalmente al cordone come in fig.1b e fig.1c o
parallelamente come in fig.1d. Altri tipi di giunzione sono quelle a T, a crociera, ad angolo e a spigolo.
Le dimensioni caratteristiche del cordone sono riportate in fig.2.
e)

g)

c)

f)
d)

a)

h)

b)

Fig.21.1 tipi di giunzioni: a) di testa con cordone a V, X ed U; b,c,d) a sovrapposizione; e) a T; f) a crociera; g) ad angolo, h) a spigolo.

Nel disegno di un collegamento saldato bene tenere presente i seguenti accorgimenti:


tendere alla saldatura di testa (ad esempio come in fig.1a rispetto a quella a sovrapposizione di fig.1b),
fare in modo che gli elementi abbiano uguale spessore (per tendere alla saldatura di testa),
se possibile non posizionare i cordoni nei punti di massima sollecitazione,
evitare che le radici dei cordoni (la zona pi sottile del cordone, ad es. il fondo della V) siano in zona tesa,
limitare il numero dei cordoni,
effettuare cordoni lunghi e sottili,
evitare incroci dei cordoni,
evitare che i cordoni siano soggetti a lavorazioni con macchine utensili (es. durante la rettifica di una
superficie),
evitare posizioni di difficile accesso dei cordoni per la loro messa in opera.
Riscaldamento e raffreddamento disomogenei possono introdurre tensioni residue nella saldatura. Prima della
saldatura bene effettuare un riscaldamento uniforme delle parti da saldare, successivamente opportuno effettuare
un trattamento di distensione. Il raffreddamento pi uniforme se gli elementi sono di uguale spessore.
Si definisce efficienza della saldatura e=ams/am il rapporto tra la tensione ammissibile della saldatura e quella
degli elementi senza la saldatura per carico statico.
10.2

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sovrametallo
A

F
gola

C
radice

D
F

F
h

Norris

Salakian
Fig.21.2 - Dimensioni caratteristiche del cordone.

Fig. 21.3 Tensioni agenti nelle sezioni DB, AB e CB del cordone.

Sollecitazioni nei giunti di testa


Per il dimensionamento dei cordoni si utilizzano formule approssimate ed elevati coefficienti di sicurezza (n=34).
Le fig.1a e 2 mostrano una giunzione di testa caricata da una forza di trazione F. Per carichi di trazione o
compressione la tensione normale media :

F
hl

(21.1)

dove h lo spessore delle lamiera ed l la lunghezza della saldatura. Il valore di h non include il sovrametallo che
di dimensioni variabili e produce effetti di concentrazione delle tensioni nel punto A di fig.2. La sua presenza
ininfluente nel caso di sollecitazioni statiche; mentre per sollecitazioni di fatica meglio che sia eliminato.
Per carico trasversale di taglio T (agente in direzione ortogonale al piano dei giunti) la tensione tangenziale
media nel giunto saldato :

F
hl

(21.2)

In genere le formule vanno applicate con l'uso di elevati valori del coefficiente di sicurezza.
Sollecitazioni nei giunti a sovrapposizione, ad angolo e spigolo
Le saldature dei giunti a sovrapposizione, ad angolo e a spigolo hanno uno spessore trasversale rappresentato dal
segmento BD=b in fig.2, la cui lunghezza pari a

b = h cos 45 = 0.707 h

(21.3)

La sezione di cui il segmento b la proiezione definita gola del cordone.


In fig.3 mostrato un esempio di distribuzione delle tensioni lungo lo spessore BD della saldatura, misurate
sperimentalmente da Salakian mediante il metodo fotoelastico. Il grafico di particolare interesse perch
usualmente la rottura avviene proprio lungo la gola; la figura mostra una concentrazione di tensione nel punto B.
La fig.3 mostra anche le tensioni sui lati AB e BC della saldatura ottenute da Norris. Si osserva una
concentrazione delle tensioni in A e B sul lato orizzontale ed in B su quello verticale.
Poich gli andamenti effettivi delle tensioni, delle quali quelle mostrate in fig.3 sono un esempio, non sono
ottenibili in modo teorico per i vari casi reali, nel dimensionamento delle saldature si utilizza una tensione nominale
media, ottenibile nel modo descritto nei paragrafi successivi, con elevati coefficienti di sicurezza. Per i carichi di
fatica si introduce lopportuno fattore di riduzione della resistenza per concentrazione di tensione kf.
Carico trasversale
Assumendo una terna cartesiana con gli assi x ed y paralleli ai giunti e lasse y parallelo allasse longitudinale del
cordone (fig.4a), il carico trasversale agisce in direzione normale alla lunghezza del cordone, in direzione x o in
direzione z (fig.1b, 1c, 4a). Il metodo pi usato per dimensionare la saldatura di assumere che lo spessore della
sezione sia sollecitato a taglio. Come detto, poich la tensione effettivamente agente nei punti del cordone non pu
essere valutata teoricamente, si considera la tensione media. In particolare, la tensione media agente in direzione x
sulla sezione di gola, avente giacitura n e area A=bl, data da:

pn = pnx =

F
F
F
F
=
=
= 1.414
A b l 0.707 h l
hl

(21.4)

Le componenti normale e tangenziale corrispondenti sono date rispettivamente da:

n = p cos 45 =

F
hl

n = p cos 45 =

F
hl

La tensione principale e la tangenziale massima sono rispettivamente


10.3

(21.5,6)

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2

F
F
F F
1 =
+
+ = 1.618
2h l
hl
2h l h l

max

F
F F
=
+ = 1.118
hl
2h l h l

(21.7,8)

Usualmente si preferisce approssimare per eccesso la tensione tangenziale utilizzando direttamente la (4). In
pratica si calcola il modulo del vettore pn e si assume che la tensione tangenziale abbia lo stesso valore:

F
F
=
A bl

(21.9)

il valore calcolato con la (9) definito taglio primario e risulta essere 1.26 volte maggiore di quello previsto
dalleq.(8), quindi conservativo. Nel caso di pi cordoni nella (9) deve esserne introdotta larea totale.

a)

F
pn

b)

(0, F/2hl)

pn

n
2

(F/hl, F/hl)

px

Fig.21.4 - a) tensioni medie agenti sulla gola per carico trasversale orizzontale e verticale, b) cerchio di Mohr corrispondente.

Carico parallelo
Nel caso di forza F agente in direzione parallela alla saldatura (fig.1d e fig.5) lassunzione che la sollecitazione sia
costituita da una tensione di taglio nella sezione di gola del cordone, agente parallelamente al cordone stesso, pi
realistica. Nella realt la distribuzione delle tensioni lungo il cordone non uniforme e, anche in questo caso, si
prende in considerazione la tensione media. importante notare che il coefficiente di concentrazione delle tensioni
di questa configurazione il pi elevato ed essa risulta meno adatta nel caso di fatica. In definitiva, la tensione
tangenziale media dovuta ad una forza F agente in direzione parallela al cordone pu essere ottenuta utilizzando
ancora la (9).

Fz
F

Fx

Fy

F
Fig.21.6 - Sollecitazione generica.

Fig.21.5 Sollecitazione di carico parallelo.

Carico composto
In generale la forza F agente sul cordone ha direzione non coincidente con le direzioni del carico trasversale e
parallelo, come mostrato, ad esempio, in fig.6. In questo caso si considera che il taglio primario risultante ha la
stessa direzione della forza e il suo modulo ottenibile semplicemente dividendo la forza per la superficie della
sezione di gola del cordone con la (9). Anche in questo caso pi generale si ipotizza che la tensione tangenziale
media nel cordone abbia lo stesso valore di tale risultante, analogamente a quanto supposto per lutilizzazione delle
eq.(8) e (9).

10.4

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Carico composto, torsione e flessione nelle saldature


In generale le forze agenti sugli elementi collegati mediate saldature provocano dei
momenti flettenti e torcenti sui cordoni. Come visto, una forza F d luogo alle
tensioni medie calcolate con le formule gi introdotte definite taglio primario ,
mentre i momenti danno luogo a tensioni definite taglio secondario . Per ottenere
le sollecitazioni totali occorre sommare vettorialmente le componenti di taglio
primario e secondario: per questo motivo necessario calcolare tali sollecitazioni in
termini di componenti cartesiane.
Al fine di valutare in modo completo le sollecitazioni, la geometria della
saldatura e i carichi agenti possono essere descritti utilizzando un sistema di assi
cartesiani xyz, con gli assi xy giacenti nel piano dei cordoni con orientazione
levogira, come mostrato in fig.7.

yF
G

xF

zF
o

Fy
Fz
Fx

Caratteristiche geometriche dei cordoni


F
I parametri geometrici indispensabili per la descrizione geometrica della saldatura
Fig.21.7 Il sistema di riferimento.
possono essere limitati a (fig.8a):
le posizioni dei 2 estremi dei cordoni,
gli spessori dei cordoni.
Le posizioni degli estremi possono essere quantificate mediante 2 coppie di coordinate xc1i, xci2, yc1i e yci2, con
i=1,2N, essendo N il numero dei cordoni. opportuno scegliere lorigine e lorientazione degli assi xy in modo da
semplificare lintroduzione delle coordinate degli estremi dei cordoni.
Gli spessori dei cordoni possono essere quantificati da valori bi assegnati o essere assunti inizialmente di
spessore unitario nel caso in cui lo spessore debba essere determinato.
A partire dalla conoscenza dei suddetti parametri possono essere ricavati tutti gli altri parametri necessari alla
descrizione geometrica del cordone, in particolare (fig.8b):
lunghezza delli-esimo cordone
li
Ai
area delli-esimo cordone
angolo formato dallasse longitudinale delli-esimo cordone con lasse x
i
xgi, ygi coordinate del baricentro delli-esimo cordone rispetto agli assi x ed y

li =

( xc2i xc1i )

+ ( yc2i yc1i )

Ai = li bi

yc2 i yc1i

xc2 i xc1i

i = tan 1
x gi =

xc2i + xc1i
2

y gi =

(21.10a-e)

yc2i + yc1i
2

Determinate le caratteristiche dei cordoni, parametri necessari alla descrizione della geometria della saldatura nel
suo complesso sono:
A
superficie complessiva della saldatura
x G, y G
coordinate del baricentro G della saldatura
N

A = Ai

(21.11)

i =1

xG =

1 N
Ai xgi
A i =1

yG =

1 N
Ai ygi
A i =1

(21.12a,b)

Sollecitazioni
Fissato il sistema di riferimento, la forza risultante trasmessa dallelemento saldato alla saldatura pu essere
rappresentata da un vettore F=[Fx, Fy, Fz]T applicata nel punto di coordinate xF, yF e zF (fig.7). La componente della
forza F agente nel piano parallelo ai cordoni, data dalla somma vettoriale dei componenti Fx ed Fy indicata con Fxy.
In generale la forza F provoca:
un momento torcente (il cui vettore normale al piano contenente i cordoni), nel caso in cui le componenti
Fy ed Fx trasportate nel piano contenente i cordoni abbiano braccio Dxy=[Dx Dy]T rispetto al baricentro della
saldatura, come in fig.9;
un momento flettente (il cui vettore parallelo al piano dei cordoni), nel caso in cui la componente Fxy, agisca
in un piano a distanza zF dal piano dei cordoni (fig.10) e/o nel caso in cui F abbia una componente Fz (agente
in direzione ortogonale al piano contenente i cordoni), la cui retta dazione non passa per il baricentro dei
cordoni, cio Fz agisca a distanza D12=[D1 D2]T dagli assi centrali dinerzia della saldatura (fig.10).
10.5

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Quello mostrato in fig.10 il caso pi generale di flessione deviata, nella quale lasse momento non risulta
coincidente con un asse centrale d'inerzia e la flessione pu essere considerata composta da due flessioni rette,
ciascuna delle quali ha asse momento coincidente con uno dei 2 assi centrali d'inerzia. Nel caso semplice di flessione
retta, il vettore momento parallelo ad un asse centrale dinerzia e lasse neutro della flessione, passante per il
baricentro della saldatura, risulta parallelo ad essi. Se la struttura possiede un asse di simmetria opportuno
scegliere gli assi di riferimento in modo che uno di essi risulti parallelo ad esso, affinch gli assi di riferimento stessi
risultino principali.
2
y

a)

bi

y2i

y1i

1
x2i x

x1i
z

Dy

Fy

D2

Dx
G

Fz

D1

b)
li

ygi

zf

F1

Fx
Fxy

2
xgi

F2

Fxy

Fig.21.8 Parametri geometrici dei


cordoni: a) essenziali, b) calcolabili.

Fig.21.9 Momento torcente.

Fig.21.10 Momenti flettenti.

Taglio
Il taglio primario risultante si ottiene con la relazione (9) relativa alle sollecitazioni semplici. Il taglio primario
agisce in direzione parallela alla forza F. Al fine di comporre la sollecitazione dovuta alla forza con quella dovuta ai
momenti pi opportuno valutare le componenti cartesiane del taglio primario x, y, z (fig.11a) dividendo le
componenti cartesiane della forza F per larea A della superficie attiva complessiva dei cordoni (11):

x =

Fx
A

y =

Fy
A

z =

Fz
A

(21.13a-c)

Torsione
Il taglio secondario dovuto al momento torcente agisce nel piano dei cordoni xy e risulta ortogonale alla
congiungente tra il punto del cordone considerato e il baricentro della saldatura (fig.11b). Le componenti possono
essere ottenute mediante le seguenti espressioni

x =

M t ry

y =

M t rx
J

(21.14a,b)

nelle quali:
Mt
il momento torcente,
rx, ry
sono le distanze degli estremi dei cordoni dal baricentro G,
J
il momento dinerzia polare della saldatura rispetto al baricentro G,
Il momento torcente pu essere calcolato mediante la seguente relazione:

M t = Fx Dy + Fy Dx

(21.15)

nella quale Dx, Dy sono le componenti cartesiane della distanza tra il punto di applicazione della forza e il baricentro
(fig.9):
Dx = xF xG
D y = y F yG
(21.16a,b)
Le distanze rx ed ry degli estremi dei cordoni dal baricentro G sono ottenibili semplicemente come

rx = xci xG

ry = yci yG

(21.17a,b)

Il momento dinerzia polare della saldatura rispetto a G dato dalla somma dei momenti polari Ji dei singoli
cordoni rispetto al baricentro G
10.6

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N

J = Ji

(21.18)

i =1

che sono ottenibili mediante la seguente relazione derivante dalla (7.19) nella quale si ponga =0

J i = I Li + I Ti + Ai X g2i + Yg2i

(21.19)

Nella (19) ITi ed ILi sono i momenti dinerzia delli-esimo cordone rispetto ai propri assi centrali, rispettivamente
trasversale e longitudinale, dati dalle seguenti, ben note, espressioni

bi li3
ITi =
12

bi3 li
I Li =
12

(21.20a,b)

ed Xgi ed Ygi sono le distanze del baricentro gi delli-esimo cordone dal baricentro G della saldatura

X gi = xgi xG

Ygi = y gi yG

(21.21a,b)

essendo xgi ed ygi le coordinate del baricentro delli-esimo cordone definite nelle (10d,e).
x

ry

rx

Mt
Fy

Fz

Mf

Fx

(a)

(b)

(c)

Fig.21.11 Le componenti del taglio primario (a) e secondario di torsione (b) e flessione (c).

Flessione
Il taglio secondario dovuto al momento flettente agisce in direzione z (fig.11c) e pu essere ottenuto mediante la
seguente espressione:

z =
nella quale
I 1, I 2
M1, M2
r1, r2

M 1r2 M 2 r1

I1
I2

(21.22)

sono i momenti centrali dinerzia della saldatura,


sono i momenti flettenti rispetto agli assi centrali dinerzia 1 e 2,
sono le distanze degli estremi dei cordoni dagli assi centrali dinerzia 2 e 1.

I momenti centrali dinerzia I1 ed I2 e sono ottenibili mediante la (7.16) qui riscritta:

I1 =

1
I X + IY +
2

( I X IY )

2
+ 4 I XY

I2 =

1
I X + IY
2

( I X IY )

2
+ 4 I XY

(21.23a,b)

nelle quali IX, IY, IXY sono i momenti dinerzia assiali e centrifugo della saldatura rispetto agli assi cartesiani
baricentrico dati dalle seguenti relazioni
N

I X = I Xi
i =1

IY = IYi

I XY = I XYi

i =1

(21.24a-c)

i =1

Nelle (24a-c), a loro volta, IXi, IYi, IXYi sono i momenti dinerzia assiali e centrifugo delli-esimo cordone rispetto
ad assi cartesiani baricentrici ottenibili dalle (7.18-20) come

I Xi =

I Li + I Ti
2

I Li I Ti
2

cos 2 i + Ai Yg2i
I XYi =

IYi =

I Li I Ti
2

I Li + I Ti
2

I Li I Ti

sin 2 i + Ai X gi Ygi

essendo Xgi, Ygi, ITi e ILi gi definiti nelle (21) e (22) e gli angoli i definiti in (10c).
10.7

cos 2i + Ai X g2i
(21.25a-c)

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I momenti flettenti M1 ed M2 sono ottenibili mediante le seguenti espressioni (fig.10):

M 1 = Fz D2 F2 z F

M 2 = Fz D1 + F1 z F

(21.26a,b)

nelle quali F1 ed F2 sono le componenti della forza F lungo le direzioni degli assi centrali dinerzia 1 e 2 e D1 e D2 le
distanze della rette dazione della componente Fz dagli assi centrali dinerzia 2 e 1, misurate lungo gli stessi assi
centrali (fig.10):

F1 = Fx cos + Fy sin

F2 = Fx sin + Fy cos

(21.27a,b)

D1 = Dx cos + Dy sin

D2 = Dx sin + Dy cos

(21.28a,b)

Nelle (27-28) langolo formato tra lasse centrale dinerzia 1 e lasse x ottenibile mediante la (7.17) qui
riscritta:

1
2

= tan 1

I XY
( I X IY ) 2

(21.29)

essendo i momenti IX, IY, IXY gi definiti nelle (24a-c). importante notare che per valutare correttamente langolo
mediante la (29) necessario tenere in considerazione i segni del numeratore (proporzionale a sin) e del
denominatore (proporzionale a cos) dellargomento dellarcotangente (ad esempio utilizzando la funzione atan2
per il calcolo dellarcotangente disponibile in alcuni linguaggi di programmazione).
Infine le distanze r1 ed r2 sono ottenibili come:

r1 = rx cos + ry sin

r2 = rx sin + ry cos

(21.30a,b)

Osservando le relazioni (27), (28) e (30) facile notare come le grandezze F1 ed F2, D1 e D2, r1 ed r2 (fig.10)
sono ottenibili dalle analoghe grandezze Fx ed Fy, Dx e Dy, rx ed ry (fig.9) effettuando una rotazione degli assi dal
riferimento cartesiano al riferimento costituito dagli assi centrali dinerzia. Esprimendo le suddette grandezze in
forma vettoriale

Fx
Fxy =
Fy

Dx
D xy =
Dy

rx
rxy =
ry

F
F12 = 1
F2

D
D12 = 1
D2

r
r12 = 1
r2

(21.31a-f)

e introducendo la matrice di rotazione R

cos
R =
sin

sin
cos

(21.32)

le (27), (28) e (30) possono essere espresse semplicemente come:

F12 = R Fxy

D12 = R D xy

r12 = R rxy

(21.33a-c)

Composizione delle sollecitazioni e dimensionamento dello spessore dei cordoni


La sollecitazione complessiva in ciascun punto della saldatura pu essere riassunta nel seguente vettore colonna

x x x
= y = y + y

z z z

(21.34)

il cui modulo pu essere ottenuto con la seguente espressione

k = x, y , z

k2

(21.35)

Il modulo di scritto per esteso diventa:


2

F M r F
M r F M r M r
= x t y + y + t x + z + 1 2 2 1
J A
J A
I1
I2
A

10.8

(21.36)

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Poich i cordoni di saldatura hanno uno sviluppo prevalente longitudinale (libi), il momento di ciascun
cordone rispetto al proprio asse longitudinale IL (20b) pu essere trascurato rispetto al momento IT relativo allasse
trasversale (20a) nel quale le lunghezze dei cordoni compaiono elevate al cubo. In questo caso facile dimostrare
che, nel caso di cordoni di uguale spessore, la (36) pu essere riscritta come
2

1 Fx M t ry Fy M t rx Fz M 1r2 M 2 r1
=


+ +
+ +

b L
JU L
JU L
I1U
I 2U

(21.37)

nella quale L la lunghezza complessiva dei cordoni, JU, I1U e I2U sono i momenti dinerzia per cordoni di spessore
unitario, ottenibili ponendo bi=1 nella (20a) e ponendo a 0 il temine IL nelle (19) e (25a-c). In bibliografia sono
anche disponibili le espressioni di tali momenti per diverse configurazioni geometriche di cordoni.
Ricordando la (35), la (37) pu essere riscritta come

1
b

k = x, y , z

U2

(21.38)

essendo Uk le componenti del vettore sollecitazione (34) calcolate considerando unitario lo spessore dei cordoni e
trascurando i termini ILi (20a) nel calcolo dei momenti di inerzia (19) e (25a-c). Introducendo la tensione
ammissibile am e valutando Uk nel punto pi sollecitato della saldatura, cio introducendo valori opportuni di rx, ry
r1 ed r2 nelle (14) e (22), possibile dimensionare lo spessore da attribuire ai cordoni esplicitando la (38) rispetto a
b:

b=

am

k = x, y , z

2
Uk

(2.39)

Poich il prodotto dei momenti dinerzia di spessore unitario per lo spessore effettivo fornisce una valutazione
per difetto dei momenti dinerzia effettivi, la (39) fornisce valori dello spessore leggermente conservativi. Una
verifica dellentit del sovradimensionamento pu essere effettuata calcolando il modulo della tensione agente nel
punto pi sollecitato mediante la (35) o la (36), avendo introdotto il valore di b determinato, e verificandone la
differenza con la am precedentemente imposta.
Da notare che possibile valutare le tensioni Uk senza modificare le equazioni per il calcolo dei momenti
dinerzia (19) e (25a-c), cio includendo i termini ILi e ponendo semplicemente bi=1 tra i dati di ingresso del
problema, ottenendo, in genere, una migliore approssimazione.
In appendice sono riportati i dati essenziali per la definizione del problema di verifica o progetto della saldatura e
tutte le equazioni necessarie nellordine in cui debbono essere utilizzate, utile sia per limpiego manuale, che per la
realizzazione di un programma informatico di calcolo.
La resistenza delle giunzioni saldate
I fattori pi importanti nella riuscita di una saldatura sono la velocit, l'abilit dell'operatore e la conformazione del
giunto completo piuttosto che l'accoppiamento delle propriet dell'elettrodo con quelle del metallo delle pareti.
La tab.2 mostra il fattore di riduzione della resistenza a fatica per effetto delle concentrazioni di tensione; i valori
sono validi sia per il metallo d'apporto che per quello da saldare.
Tipo di saldatura Kf=1/kf
di testa
1.2
a sovrapposizione (trasversale)
1.5
a sovrapposizione (parallela)
2.7
aT
2.0
Tab.21.2 - Fattori di concentrazione delle tensioni a fatica Kf per diversi tipi di saldatura.

10.9

G. Petrucci Lezioni di Costruzione di Macchine

APPENDICE
A1. Dati di ingresso ed equazioni di calcolo in ordine di utilizzazione
Dati geometria cordoni
xc1i, xc2i
ascisse degli estremi delli-esimo cordone
yc1i, yc2i
ordinate degli estremi delli-esimo cordone
spessore delli-esimo cordone
bi
Dati forza
F x, F y, F z
xF, yF, zF

componenti cartesiane della forza


coordinate del punto di applicazione della forza

Geometria cordoni
li
lunghezza delli-esimo cordone
Ai
area delli-esimo cordone
i
angolo formato dallasse longitudinale delli-esimo cordone con lasse x
xgi, ygi
coordinate del baricentro delli-esimo cordone rispetto agli assi x ed y

li =

( xc2i xc1i )

x gi =

xc2i + xc1i
2

+ ( yc2i yc1i )

yc2 i yc1i

xc2 i xc1i

Ai = li bi

y gi =

i = tan 1

yc2i + yc1i
2

Geometria saldatura
A
superficie complessiva della saldatura
x G, y G
coordinate del baricentro della saldatura
N

A = Ai

xG =

i =1

1 N
Ai xgi
A i =1

yG =

1 N
Ai ygi
A i =1

Momenti dinerzia cordoni


Xgi, Ygi
distanze del baricentro delli-esimo cordone dal baricentro G
ITi, ILi
momenti dinerzia delli-esimo cordone rispetto ai propri assi centrali trasversale e longitudinale
Ji
momento dinerzia polare delli-esimo cordone rispetto al baricentro G
IXi, IYi, IXYi
momenti dinerzia assiali e centrifugo delli-esimo cordone rispetto ad assi cartesiani baricentrici

X gi = xgi xG

Ygi = y gi yG

bi li3
I Ti =
12

bi3 li
I Li =
12

J i = I Li + I Ti + Ai X g2i + Yg2i
I Xi =
I XYi =

ITi + I Li
2
ITi I Li
2

ITi I Li
2

cos 2 i + Ai Yg2i

IYi =

sin 2 i + Ai X gi Ygi

10.10

ITi + I Li
2

ITi + I Li
2

cos 2 i + Ai X g2i

G. Petrucci Lezioni di Costruzione di Macchine

Momenti dinerzia saldatura


J
momento dinerzia polare della saldatura
IX, IY, IXY
momenti dinerzia assiali e centrifugo della saldatura rispetto agli assi cartesiani baricentrici
I 1, I 2
momenti centrali dinerzia della saldatura
angolo formato tra lasse principale dinerzia 1 e lasse x

N

J = Ji
i =1

I X = I Xi

IY = IYi

i =1

I1 =

i =1

1
I X + IY +
2

1
2

= tan 1

(IX

2
2
+ IY ) + 4 I XY

I XY = I XYi
i =1

I2 =

1
I X + IY
2

(IX

2
2
+ IY ) + 4 I XY

I XY
( I X IY ) 2

Momento torcente
D x, D y
componenti cartesiane della distanza tra il punto di applicazione della forza e il baricentro
momento torcente
Mt

Dx = xF xG

D y = y F yG

M t = Fx Dy + Fy Dx
Momento flettente
componenti della forza F lungo le direzioni degli assi centrali dinerzia 1 e 2
F 1, F 2
D 1, D 2
distanze della componente Fz della forza dagli assi centrali dinerzia 2 e 1
M1, M2
momenti flettenti rispetto agli assi centrali dinerzia 1 e 2

F1 = Fx cos + Fy sin

F2 = Fx sin + Fy cos

D1 = Dx cos + Dy sin

D2 = Dx sin + Dy cos

M 1 = Fz D2 F2 z F

M 2 = Fz D1 + F1 z F

Sollecitazioni
rx, ry
r1, r2

distanze degli estremi dei cordoni dal baricentro G


distanze degli estremi dei cordoni dagli assi centrali dinerzia 2 e 1

x, y, z
x, y, z

componenti cartesiane del taglio primario


componenti cartesiane del taglio secondario

rx = xci xG

ry = yci yG

r1 = rx cos + ry sin

r2 = rx sin + ry cos

x =

Fx
A

x =

M t ry
J

y =

Fy
A

z =

Fz
A

y =

M t rx
J

z =

M 1r2 M 2 r1

I1
I2

10.11

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