Giacomo Margiacchi
INDICE
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PREFAZIONE
Paolo Mori
Dr. Spec. in Ostetricia e Ginecologia
Medico Generalista
Circa un anno fa ho conosciuto il giovane Dr. Giacomo Margiacchi. Avevo gi avuto notizia
della sua validit professionale per ci che mi avevano riferito alcuni pazienti e colleghi e ne
ebbi una conferma in tale occasione, apprezzando la sua seria preparazione scientifica e sopratutto il suo entusiasmo per il desiderio di ampliare i suoi studi.
E per questo che, quando mi ha chiesto questa breve presentazione, ho accettato, onorato
dalla considerazione che un giovane studioso rivolgeva ad un anziano medico come me.
Ho letto con notevole interesse e piacere questo volume stimolato dalla curiosit di apprendere
nozioni nuove e fuori dagli usuali schemi mentali di visione del paziente.
Il concetto di FASCIA come entit anatomico-funzionale assimilabile a qualsiasi altro organo
o sistema, per me del tutto innovativo.
Mi comunque stato facile acquisirlo leggendo la attenta, organica esposizione anatomica,
funzionale, fisiopatologica e terapeutica di questo esauriente trattato.
E un lavoro innovativo, preciso, esteso nei particolari ma non prolisso, di chiara esposizione
e comprensione che credo debba essere divulgato alla conoscenza non solo degli operatori del
settore, ma anche al corpo medico in particolare ai generalisti come me.
Durante la lettura mi sono tornate alla memoria alcune sindromi, le pi disparate, fastidiose
per il paziente, di difficile inquadramento diagnostico secondo una logica fisiopatologica schematica usuale, di altrettanto difficile trattamento terapeutico farmacologico e che necessitano
un vero sforzo suppositivo per tentare di spiegare la dinamica evento-lesione-sintomo. Sono
convinto che buona parte di tali sintomi di sofferenza siano inquadrabili nella DISFUNZIONE DELLA FASCIA , ne conferma che alcuni casi cos interpretati e trattati con specifica
competenza, hanno avuto una felice risoluzione.
Pertanto quale medico di medicina generale con pi di 30 anni di attivit e una storia di pratica specialistica, ancora attento ed aperto a nuove conoscenze, ho apprezzato molto lopera
del Dr. Margiacchi a cui faccio laugurio di continuare la sua valida attivit professionale con
limpegno e la curiosit conoscitiva che lo caratterizzano fiducioso che otterr le affermazioni
che certamente merita.
11
PREFAZIONE
Leonardo Maria Imbriani
Dr. Medico Chirurgo Odontoiatria
Quando ho conosciuto Giacomo sono rimasto immediatamente colpito dalle sue doti professionali. Nonostante la giovane et ho apprezzato da subito la profonda preparazione e la solida
formazione accademica, accompagnate da una grande capacit comunicativa, fatta di chiarezza e semplicit anche nellesporre i concetti pi complessi. Tali doti, proprie del brillante
professionista, fanno di Giacomo sia un collaboratore prezioso che un punto di riferimento
preparato e attendibile per i pazienti.
Passione e curiosit per la vita sono gli elementi da cui scaturisce la scintilla dellalta professionalit e proprio questi hanno portato Giacomo a conoscere ed approfondire gli aspetti pi
reconditi e complessi delle affezioni muscolo-scheletriche. Nellillustrare tali patologie, forte
della sua solida preparazione, Giacomo in grado di condurre in un appassionante viaggio
attraverso il corpo umano, professionista e profano, collega e paziente.
Per tali ragioni ho accolto con grande entusiasmo e profondo interesse la pubblicazione del suo
trattato, che fra i vari argomenti mi ha permesso di approfondire la tecnica di normalizzazione
della fascia, approccio che, correlato al campo odontoiatrico, ha un ruolo importante nella
correzione dei disordini del sistema occlusale, di quello posturale e conseguentemente dei
disordini riguardanti le connessioni neurologiche interessate.
Tutto ci, a confermare limportanza dellinterdisciplinarit professionale e della collaborazione a tutto tondo, finalizzate ad una cura sempre pi completa del paziente.
Scrivo questa prefazione con grande piacere, non tanto per introdurre un trattato che per la sua
chiarezza si presenta benissimo da solo, quanto per porgere un grande augurio per quella che
prevedo essere una luminosa carriera.
13
INTRODUZIONE DELLAUTORE
Giacomo Margiacchi
I confini dividono lo spazio; ma non sono pure e semplici barriere. Sono anche interfacce tra i luoghi che separano. In quanto tali, sono soggetti a pressioni contrapposte e
sono perci fonti potenziali di conflitti e tensioni
Z. Bauman
15
zioni istologiche che le strutture aponeurotiche subiscono in relazione a stimoli non fisiologici. Ne consegue che la variazione di forma e consistenza di un tessuto ne altera anche la
funzione.
Le fasce rappresentano la chiave di lettura che completa la comprensione della biomeccanica umana. Attraverso il loro studio possibile spiegare come strutture distanti sinfluenzino
reciprocamente e come, questa fitta trama di connessioni, permetta il mantenimento della
stazione eretta e lequilibrio durante il movimento.
Le tecniche di normalizzazione della fascia sono uno strumento efficace per ogni tipo di
dolore dellapparato muscolo-scheletrico. Grazie a questo metodo possibile migliorare
lelasticit e il reciproco scorrimento delle strutture aponeurotiche. Inoltre, attraverso una
precisa manipolazione, tali tecniche permettono di interferire realmente con qualsiasi condizione disfunzionale provocando un cambiamento tangibile dello schema posturale e una
conseguente riorganizzazione globale.
La metodica segue ununica teoria che quella dellanatomia. Solo conoscendo la logica del
funzionamento della macchina umana sar possibile individuarne le anomalie e guidarne
la guarigione.
Infine, di fondamentale importanza lo studio del percorso disfunzionale che ha generato
un dolore, chiamato schema disfunzionale. Questo ragionamento basato sullanatomia, sulla
neuro-fisiologia e sulla biomeccanica, consente di individuare la vera causa prioritaria di
qualunque sintomo.
Lunica condizione necessaria la continua ricerca intellettiva poich, purtroppo, quello che
non si conosce invisibile agli occhi.
16
La parola fascia deriva dal latino e significa banda o benda. Questa struttura stata considerata, per lungo tempo, un semplice materiale dimballaggio che avvolge organi pi specializzati. Limplicazione intrinseca di questa visione tradizionale che le fasce sono residui
insignificanti, meno importanti dei tessuti con i quali sono associati. Sempre pi spesso
questa ipotesi smentita tanto che, a oggi, le fasce ricoprono un ruolo importante per molti
chirurghi, osteopati, fisioterapisti, tecnici ortopedici, massaggiatori e altri professionisti che
operano nel settore della salute. Esse sono coinvolte nella diffusione o nel contenimento di
infezioni, negli stati edematosi e in molte altre condizioni tra cui le sindromi compartimentali, la fibromialgia, la malattia di Dupuytren e la fascite plantare.3
Il sistema fasciale una rete tridimensionale di tessuto visco-elastico, diffusa ubiquitariamente in tutto il corpo e parte integrante del sistema muscolo-scheletrico.73
Immagine ricavata dalla scansione longitudinale del bicipite con ecografo. Nellimmagine a destra si evidenzia
in rosso il derma, in giallo lo strato fasciale superficiale, in blu lepimisio e in verde il ventre mucolare65
21
ganismo. La fascia, inoltre, rappresenta un elemento di coordinazione muscolare, consentendo movimenti armoniosi sia negli esseri umani sia negli animali.1 Disturbi nelle strutture
fasciali possono manifestarsi come limitazioni della mobilit, spesso con dolori associati.2
Un principio, da tempo riconosciuto dagli anatomisti, che le fasce sono continue tra loro e
per tutto il corpo. Gi alla fine dell800, alcuni docenti universitari spiegavano dei concetti
sulla continuit di queste membrane fibrose; ovvero che tendini, legamenti e fasce si fondono
con il periostio, che tendini e fasce possono funzionare da legamenti e che i tendini possono
diventare espansioni fasciali.4
Altra funzione importante della fascia di favorire il ritorno venoso e linfatico. Infatti, attraverso unazione di contenimento sulla muscolatura, durante la contrazione, le vene e i sottili
vasi linfatici allinterno dei muscoli sono compressi. Grazie a questo fenomeno e alla presenza
di valvole unidirezionali nei vasi, garantito il ritorno di sangue e di linfa verso il cuore.11
Le fasce, per, possono rappresentare uno stimolo aberrante in grado di alterare lintero sistema posturale. A tale proposito, attraverso nuove tecniche di imaging, come lelastosonografia,
sono state osservate le alterazioni morfologiche di queste strutture. Tale tecnologia ha permesso di dare una stima non invasiva della rigidit tessutale,5 dimostrando come le fasce che
hanno subito un trauma, o dei micro-traumatismi, presentino uno spessore maggiore e una
deformabilit inferiore.6
22
Le fibre che compongono le fasce sono di due tipi principali: Il collagene (che include anche
le fibre reticolari) e lelastina. Queste sono immerse nella sostanza fondamentale e conferiscono stabilit strutturale alla matrice.72
Il collagene, una glicoproteina a tripla elica, la chiave strutturale che conferisce la capacit di
resistere alle tensioni.10 Ci sono 28 tipi di collagene riconosciuti, anche se il tipo I il principale
(90% del collagene del corpo umano). Questo comunemente si trova: nei tessuti aponeurotici,
23
nel derma, nei legamenti, nei tendini, nelle guaine e nei setti muscolari e nellosso.7,72
Le fibre reticolari, che una volta si pensava fossero un tipo di fibre a se stante, sono invece
costituite da collagene di tipo III.72 Queste formano trame e reti sottili e sono coinvolte nella
costituzione dellimpalcatura del tessuto connettivo lasso dellendonevrio, delle pareti dei
vasi e della muscolatura liscia.12
Lelastina unimportante proteina, organizzata in fibre e fogli, che conferisce propriet di
allungamento e ritorno elastico ai tessuti. Questa, insieme alla fibrillina, forma le fibre elastiche.72 Tali fibre hanno la capacit di sopportare torsioni e tensioni notevoli, deformandosi
per poi ritornare allo stato di distensione originario. Le fibre elastiche sono presenti principalmente nel tessuto connettivo denso elastico. Questo, ad esempio, forma i legamenti gialli
del rachide, dove lalta concentrazione di fibre elastiche conferisce il colore giallastro.24
Una combinazione di diversi tipi di fibre, nella matrice extracellulare, forma una struttura
unica che determina la funzione e ladesione della fascia nelle varie regioni. Senza unorganizzazione caratteristica per ogni regione anatomica, verosimile che la fascia non sarebbe
in grado di sopportare gli sforzi specifici di ogni distretto.12
Le cellule allinterno della fascia includono: fibrociti (fibroblasti, miofibroblasti), adipociti,
e vari leucociti migrati.
I fibroblasti sono altamente adattabili al loro ambiente e mostrano una capacit di rimodellamento, in risposta alla variazione di vari stimoli meccanici.8 In caso di variazioni ambientali, come un incremento dello stress meccanico o una prolungata immobilizzazione, la
struttura dei fibroblasti tende a cambiare, cos le cellule indifferenziate si modificano per
svolgere funzioni diverse, divenendo ad esempio condrociti.13
I miofibroblasti nelle fasce possiedono propriet contrattili e contengono filamenti di actina e
miosina, tipicamente presenti nel tessuto muscolare.17 Il significato di tale propriet non ancora chiaro, ma gli studi in vitro dimostrano la possibilit di rievocare la contrattilit di queste
fibre.18 Concentrazioni maggiori di miofibroblasti sono state osservate in condizioni patologiche come: nella fibromatosi della fascia palmare (malattia di Dupuytren), nella fibromatosi
della fasciale plantare (malattia di Ledderhose), e nelle capsuliti adesive (spalla congelata).19
Inoltre, sono stati studiati i cambiamenti morfologici, osservabili in vari tendini e legamenti,
in risposta a stress di natura biomeccanica. E stato evidenziato come il tessuto, una volta
popolato da fibroblasti, sia investito prevalentemente da condrociti, con ulteriore deposizione di minerali solidi. Questi adattamenti sono stati dimostrati: nel tendine sovraspinato
della spalla, nel legamento acetabolare trasverso, nel legamento trasverso dellatlante e in
altri legamenti e tendini di tutto il corpo.14,15,16
24
Altro dato scientifico laccorciamento del tessuto fasciale in seguito a tensioni mantenute.
Questultimo risultato affascinante poich suggerisce che, in vitro, i campioni di tessuto
connettivo isolati cambiano le loro propriet fisiche senza laiuto della struttura muscolare.56
Queste evidenze dimostrano come realmente il tessuto fasciale possa manifestare restrizioni e rigidit anatomiche a causa di alterazione della microstruttura. verosimile, quindi,
che posture viziate, traumi, micro-traumatismi ripetuti ed eventi flogistici acuti, possano
generare una disfunzione fasciale (vedi: La disfunzione fasciale).
Inoltre, importante evidenziare che la fascia popolata da fibre nervose sensoriali.56,57
Questo suggerisce come tale struttura possa contribuire alla propriocezione e alla nocicezione poich sensibile alla pressione e come una sua normalizzazione possa interferire con
il tono muscolare e il sintomo doloroso.41
Partendo da questo concetto stato sviluppato un modello fisiopatologico di analisi di alcune sintomatologie riferite. Attraverso lo studio ecografico sono state evidenziate alterazioni
strutturali nei tessuti connettivi delle zone algiche. Questo ci permette di ipotizzare, sulla
base del significato nocicettivo delle fasce, che collegamenti aponeurotici tra comparti muscolari diversi possano fornire una spiegazione alternativa alle distribuzioni di dolore che
spesso non sono conformi, n con la topografia del muscolo specifico, n con la distribuzione neurologica (un esempio comune quello del dolore lombare che discende sulle natiche e
sulla regione posteriore della coscia. Questa condizione, comunemente chiamata sciatica,
non ha uneziopatogenesi neurologica e ancora a oggi non ha una spiegazione certa).41 Si
possono ipotizzare almeno tre meccanismi diversi nella fisiologia del dolore fasciale: micro-traumatismi e conseguente irritazione delle terminazioni nervose nocicettive; deformazioni del tessuto fasciale a causa dinfortuni, carichi eccessivi o immobilit e conseguente
alterazione della propriocezione; irritazione in altri tessuti innervati dallo stesso metamero
e dolore riferito per aumento della sensibilit nocicettiva.56
Altri studi hanno evidenziato unalta densit dei nervi simpatici nelle fasce. Questi autori
ipotizzano lesistenza di una stretta relazione tra il sistema nervoso simpatico e la fisiopatologia dei disturbi fasciali. Tale concetto potrebbe spiegare perch, in alcuni pazienti con
lombalgia, lo stress psicologico tenderebbe ad aumentare lintensit del dolore.57,58 Sulla
base di queste informazioni, ipotizzabile che la stimolazione di afferenze simpatiche intrafasciali con le tecniche di normalizzazione della fascia, possa innescare modificazioni del
tono simpatico globale, con risposte anche sulla circolazione locale.
Per concludere, un interessante studio ha dimostrato lesistenza di varianti individuali nella
concentrazione di collagene e di fibre elastiche a livello dellaponeurosi trasversale. Tali dif-
25
26
La nomenclatura degli strati fasciali in letteratura molto variabile; ci rende difficile una
corretta interpretazione dellanatomia di tali strutture.
Le fasce si suddividono in tre strati principali chiamati: superficiale, medio e profondo. Alcuni autori per intendono la fascia superficiale come inerente al tessuto cutaneo e, per questo,
spesso non menzionata.21 Altri autori intendono lo strato medio solo come aponevrosi,23 molti
invece intendono come fasce soltanto i tre strati delle aponevrosi anchesse chiamate: superficiali, medie e profonde.21,29 In altri testi si divide solamente in fasce superficiali e profonde.20
Per semplicit riportiamo di seguito la nomenclatura utilizzata in questo testo.
Fasce superficiali: lamina basale dellepidermide, trama connettivale del derma, tessuto cellulare sottocutaneo.
Fasce medie: aponeurosi (superficiali, medie, profonde), epimisio dei muscoli, tendini, legamenti, guaine esterne dei visceri, guaine esterne dei vasi.
Fasce profonde: meningi (dura madre, aracnoide, pia madre), perimisio, endomisio, nevrilemma (epinevrio, perinevrio, endonevrio), periostio, capsule e sinovie articolari.
Teoricamente, con una buona dose di fantasia, tutti questi strati fasciali sono influenzabili
attraverso il trattamento manuale. E verosimile che, indirettamente, attraverso uno stimolo
superficiale anche i sistemi pi profondi del nostro organismo subiscano una minima riorganizzazione, ma questo di difficile dimostrabilit. E meno verosimile che, volontariamente,
la mano umana possa determinare una variazione delle strutture fasciali pi profonde tali da
cambiare il proprio assetto. A tale proposito, bene chiarire che i tessuti influenzabili dalle
tecniche di normalizzazione della fascia sono quelli compresi nello strato medio.
27
TESTA
Aponeurosi epicranica o galea aponeurotica
Laponeurosi epicranica ricopre la parte superiore del cranio estendendosi dalloccipite alle
sopracciglia. Posteriormente sinserisce sulla protuberanza esterna e sulla linea nucale superiore delloccipite. Anteriormente si sdoppia avvolgendo il muscolo frontale, terminando
nella zona sopracigliare. Lateralmente si continua sopra laponeurosi temporo-parietale e
temporale, fino allarcata zigomatica. La galea adesa alla cute, mentre ha minori connessioni con il cranio potendo cosi muoversi liberamente.20,21
Aponeurosi temporo-parietale
Laponeurosi temporo-parietale costituisce uno strato fasciale che si trova superiormente allarcata zigomatica, sulla superficie laterale della testa. Essa situata superficialmente
allaponeurosi temporale e separata da essa da un cuscinetto adiposo. Superiormente sinserisce allaponeurosi epicranica e inferiormente allarcata zigomatica.20,43
28
Aponeurosi temporale
Riveste il muscolo temporale inserendosi in alto su tutta la linea temporale superiore (osso
frontale e parietale) fondendosi al periostio. In basso, a livello del margine orbitario superiore, si divide in due foglietti, superficiale e profondo, per inserirsi rispettivamente ai margini
laterali e mediali dellarcata zigomatica.20
Aponeurosi parotideo-masseterina
Ricopre il muscolo massetere e con questo il dotto parotideo e il nervo faciale. Si unisce allepimisio del muscolo buccinatore e si continua, sotto al margine inferiore della mandibola,
con laponeurosi cervicale superficiale.20
29
COLLO
Aponeurosi cervicale superficiale
A livello cervicale, laponeurosi superficiale forma un sottile rivestimento per il muscolo
trapezio e sternocleidomastoideo.
Superiormente la fascia si fonde con il periostio lungo la linea nucale superiore dellosso
occipitale, al di sopra del processo mastoideo e lungo la base della mandibola. Tra langolo
della mandibola e la parte anteriore dello sternocleidomastoideo, la fascia particolarmente
robusta. In questarea la fascia inguaina la parotide per poi inserirsi sullarcata zigomatica.
Inferiormente, decorrendo lungo il trapezio laponeurosi superficiale, si inserisce sullacromion, mentre seguendo il muscolo sternocleidomastoideo, si inserisce sulla clavicola e sul
manubrio dello sterno, fondendosi al periostio. Poco sopra del manubrio le fibre aponeurotiche si fondono con il muscolo platisma e con laponeurosi cervicale media.20,21
Aponeurosi cervicale media o fascia pretracheale
Avvolge i muscoli sotto-joidei, la tiroide, la laringe, la faringe, lesofago e si continua indietro, come una lamina tenue, che raggiunge laponeurosi cervicale profonda. Superiormente
si inserisce allosso joide, mentre inferiormente si fonde con il pericardio fibroso. Inoltre, si
unisce al tessuto connettivo che circonda il fascio vascolo-nervoso del collo (guaina carotidea) che comprende: larteria carotide comune, la vena giugulare interna e il nervo vago.20,21
Aponeurosi cervicale profonda o fascia prevertebrale
Copre la colonna vertebrale e la muscolatura profonda del collo (muscolo lungo della testa,
muscolo lungo del collo, muscoli scaleni). La fascia cervicale profonda inizia alla base del
cranio e si estende fino alla cavit toracica, dove si inserisce sul legamento longitudinale anteriore. Lateralmente connessa al tessuto connettivo che circonda il fascio vascolo-nervoso
(arteria carotide comune, vena giugulare interna, nervo vago) e allaponeurosi di rivestimento del muscolo sternocleidomastoideo. A mano a mano che larteria succlavia e il plesso
brachiale emergono posteriormente al muscolo scaleno anteriore, laponeurosi prevertebrale
si porta in basso e lateralmente formando la guaina ascellare che riveste i vasi e i tronchi
nervosi maggiori diretti allarto superiore.20,23
30
Risonanza magnetica in sezione assiale a livello del disco intervertebrale compreso tra C4 e C5.
31
DORSO
Aponeurosi cervicale superficiale
Inserita nella linea mediana della protuberanza occipitale esterna, nel legamento nucale e
nel processo spinoso di C7, si divide per avvolgere il muscolo trapezio da entrambi i lati.
Inferiormente la porzione posteriore dellaponeurosi cervicale superficiale si inserisce nella
spina e nellacromion della scapola.20
Aponeurosi toraco-lombare
La colonna lombosacrale svolge un ruolo centrale nel sostenere la stabilit posturale del corpo.
Tuttavia, la sola colonna lombare non in grado di sostenere i carichi normali che il corpo esercita quotidianamente. Per stabilizzare le vertebre lombari sulla base sacrale necessaria lassistenza di un cingolo mio-fasciale e aponeurotico che circonda il busto. Sulla parete posteriore
del corpo, il punto centrale di questa struttura laponeurosi toraco-lombare, mentre, su quella
anteriore e laterale, il muscolo trasverso delladdome e laponeurosi trasversale.56
Nella porzione cervico-toracica superiore, laponeurosi toraco-lombare si continua con la
lamina superficiale dellaponeurosi cervicale nella regione posteriore del collo e decorre
anteriormente al muscolo dentato posteriore superiore.
Nella regione toracica fornisce ai muscoli erettori della colonna un sottile rivestimento fibroso che li separa dagli strati muscolari pi profondi. Medialmente si inserisce nei processi
spinosi delle vertebre toraciche e lateralmente negli angoli delle coste.
Nella regione lombare, laponeurosi toraco-lombare si dispone in tre strati: lo strato posteriore si inserisce medialmente nei processi spinosi delle vertebre lombari e sacrali e nei legamenti sovraspinosi; inferiormente nella spina iliaca postero-superiore e nella cresta iliaca.
Lo strato medio si inserisce medialmente nelle estremit dei processi trasversi delle vertebre
lombari e nei legamenti intertrasversari; inferiormente nella cresta iliaca e nel legamento
lombosacrale; superiormente nel margine inferiore della dodicesima costa. Lo strato anteriore ricopre il muscolo quadrato dei lombi e si inserisce medialmente nelle superfici anteriori
dei processi trasversi lombari e nella porzione laterale del muscolo grande psoas; inferiormente si inserisce nel legamento ileo-lombare e nella cresta iliaca; superiormente forma il
legamento arcuato laterale del diaframma.
Lo strato posteriore e medio si uniscono a formare un ispessimento lateralmente alla muscolatura erettrice della colonna e al quadrato dei lombi. Unendosi con lo strato anteriore
formano lorigine aponeurotica del muscolo trasverso delladdome.20,56
32
Sezione del tronco a livello lombare con visione delle aponeurosi posteriori e laterali
33
34
Aponeurosi sottoscapolare
Laponeurosi sottoscapolare una semplice lamina estesa sulla faccia anteriore del muscolo
sottoscapolare. Essa inserita su tutto il contorno mediale della fossa sottoscapolare. Per
mezzo di questa fascia il muscolo sottoscapolare separato dal muscolo dentato anteriore e
dal fascio vascolo-nervoso contenuto nel cavo ascellare.29
Aponeurosi pettorale
E una sottile lamina che riveste il muscolo pettorale inserendosi sullo sterno medialmente,
sulla clavicola in alto e si continua lateralmente e verso il basso con laponeurosi deltoidea
e ascellare.20
Aponeurosi ascellare
E la continuazione dellaponeurosi pettorale che diviene pi spessa tra il muscolo gran pettorale e il gran dorsale, formando il pavimento dellascella. Si divide in due foglietti che
circondano il muscolo gran dorsale prendendo inserzione posteriormente sulle spinose delle
vertebre toraciche e inferiormente sullaponeurosi toraco-lombare.20,21
Aponeurosi clavipettorale
E formata da due foglietti che circondano il muscolo succlavio e piccolo pettorale separandoli dal muscolo grande pettorale. E fissata alla clavicola e il foglietto posteriore si continua
con laponeurosi cervicale profonda. Medialmente contrae rapporti con la prima costa, mentre lateralmente inserita al processo coracoideo, fondendosi con il legamento coraco-clavicolare. Inferiormente la fascia diviene sottile congiungendosi con laponeurosi ascellare.20,21
Aponeurosi brachiale
E in continuit con laponeurosi deltoidea, pettorale e ascellare, forma una guaina sottile
per la muscolatura del braccio e invia setti (mediale e laterale), che descrivono una regione
anteriore e posteriore. E sottile sopra il bicipite e pi spessa sopra il tricipite. Allaltezza del
gomito laponeurosi brachiale si inserisce sullepicondilo dellomero, sullolecrano dellulna
continuandosi con laponeurosi antibrachiale.20,21
35
Sezione trasversa del braccio sinistro allaltezza del terzo medio, con visione dellaponeurosi brachiale.
Aponeurosi antibrachiale
E una compatta guaina della muscolatura dellavambraccio in continuit con laponeurosi
brachiale. Si inserisce sullepicondilo dellomero, sullolecrano e sul margine posteriore
dellulna. Questa fascia, insieme ai setti intermuscolari che da essa si dipartono e alla membrana interossea, separa lavambraccio in vari compartimenti: il compartimento dei muscoli
flessori (anteriore), il compartimento dei muscoli estensori (posteriore), il compartimento
prossimo-laterale (laterale).
La fascia si presenta molto pi spessa posteriormente e nella parte distale dellavambraccio
ed rinforzata da fibre tendinee provenienti dal muscolo bicipite e tricipite. In prossimit
del polso presenta due ispessimenti ben definiti, chiamati retinacoli per i tendini dei muscoli
estensori e flessori, deputati al mantenimento dei tendini in sede. Distalmente laponeurosi
antibrachiale si continua con laponeurosi dorsale della mano e con quella palmare.20,21
36
TORACE
Aponeurosi endotoracica
Laponeurosi endotoracica riveste internamente la cavit toracica. Questa si trova tra la muscolatura profonda della parete toracica (muscolo trasverso del torace e muscolatura intercostale) e la porzione costale della pleura parietale a cui inserita saldamente.28
Pericardio fibroso
Il pericardio fibroso formato da un sacco costituito da tessuto connettivo fibroso denso ed
estremamente resistente che avvolge completamente il cuore, stabilizzandolo nel torace, ma
separato da questo dal pericardio sieroso.
Superiormente il pericardio fibroso si continua con laponeurosi cervicale media; anteriorNormalizzazione della fascia
37
mente si unisce alla faccia posteriore del manubrio e del processo xifoideo dello sterno per
mezzo, rispettivamente, del legamento sterno-pericardico superiore e inferiore.
Posteriormente il pericardio viene a contatto con i bronchi principali, lesofago, laorta toracica discendente e aderisce alle vertebre toraciche attraverso i legamenti vertebro-pericardici. Inferiormente aderisce al centro tendineo del diaframma con i legamenti freno-pericardici. Lateralmente il pericardio risulta separato dal foglietto parietale della pleura da tessuto
connettivale lasso.20,21,25,26
Diaframma
Il diaframma una lamina muscolo-fibrosa a forma di cupola che separa la cavit toracica da
quella addominale.
Le fibre muscolari del diaframma originano dal perimetro dellapertura inferiore del torace e
convergono verso unaponeurosi denominata centro tendineo o centro frenico.
Superiormente il centro tendineo del diaframma collegato attraverso i legamenti freno-pe-
Sezione frontale di torace e addome con visione del pericardio fibroso e del diaframma.
38
39
ADDOME E PELVI
Fascia superficiale dello scarpa
Anche se facente parte delle fasce superficiali e non delle aponeurosi, nella parte addominale inferiore presenta delle caratteristiche di continuit con alcune aponeurosi importanti. E
connessa debolmente allaponeurosi del muscolo obliquo esterno, in alto si continua con le
fasce superficiali del tronco, medialmente strettamente adesa alla linea alba, inferiormente
alla sinfisi pubica e lateralmente si fonde con la fascia lata.20
Aponeurosi trasversale
Posta tra la superficie interna del muscolo trasverso delladdome e il tessuto adiposo extraperitoneale, contrae rapporti posteriormente con lo strato anteriore dellaponeurosi toraco-lombare, inferiormente con le aponeurosi iliache e quelle pelviche, superiormente si fonde con
lo strato aponeurotico della parte inferiore del diaframma. Laponeurosi trasversale si inserisce inferiormente sulla cresta iliaca e sul legamento inguinale. Il funicolo spermatico nel
maschio e il legamento rotondo dellutero nella donna, attraversano la fascia trasversale in
corrispondenza dellanello inguinale profondo.20
Aponeurosi del muscolo retto delladdome
Su tutto il suo decorso, il muscolo retto delladdome contenuto in una guaina fibrosa che si fonde
con il periostio in corrispondenza delle inserzioni muscolari. Tale rivestimento formato dalla sovrapposizione delle aponeurosi del muscolo obliquo interno, obliquo esterno, trasverso e dallaponeurosi trasversale, con delle differenze nella porzione sopra e sotto lombelico. Nella parte
superiore allombelico, il muscolo retto delladdome rivestito anteriormente dallaponeurosi del
muscolo obliquo esterno e dal foglietto anteriore proveniente dallo sdoppiamento dellaponeurosi
del muscolo obliquo interno; posteriormente, invece, il muscolo rivestito dal foglietto posteriore
dellaponeurosi del muscolo obliquo interno, dallaponeurosi del muscolo trasverso e dallaponeurosi trasversale. Nella parte inferiore allombelico, il muscolo retto delladdome invece, rivestito anteriormente da tutte e tre le aponeurosi dei muscoli addominali, lasciando, posteriormente,
solamente laponeurosi trasversale. A livello della linea mediana le porzioni anteriori e posteriori
sono strettamente adese e, inoltre, decussano in senso anteroposteriore, formando una densa linea
fibrosa detta linea alba.20
40
Sezione della parete addominale anteriore sopra allombelico nella figura A, e sotto lombelico nella figura B
41
Aponeurosi iliaca
Laponeurosi iliaca in continuit con laponeurosi dello psoas. Questa si inserisce sul margine interno della cresta iliaca e, scendendo sulleminenza ileo-pettinea del bacino, si continua con laponeurosi otturatoria. Caudalmente inserita al ramo ileopubico e alla capsula
dellarticolazione coxofemorale e continua verso il basso per formare parte della guaina
femorale.20
Visione anteriore del bacino con rappresentazione dellaponeurosi dello psoas e iliaca
42
Fascia renale
La fascia renale una guaina di tessuto connettivo, divisa in due foglietti, che avvolge: il
rene, la ghiandola surrenale, la porzione superiore delluretere, e il tessuto adiposo associato.
Il foglietto posteriore della fascia renale aderisce allaponeurosi dello psoas, allaponeurosi
iliaca e allo strato anteriore dellaponeurosi toraco-lombare che riveste il muscolo quadrato
dei lombi. Il foglietto anteriore della fascia renale separa il rene e lo spazio perirenale dal
peritoneo e dai visceri addominali. Lateralmente questi due foglietti si uniscono per formare
laponeurosi lateroconale. Superiormente si inseriscono sui pilastri dei rispettivi emidiaframmi. Inferiormente la fascia renale avvolge luretere, divenendo progressivamente pi
sottile e, a livello dello stretto superiore del bacino, non pi distinguibile dal tessuto connettivo lasso del retroperitoneo.20,27
Aponeurosi lateroconale
Laponeurosi lateroconale costituita dallunione laterale dei due foglietti della fascia renale
che si porta antero-lateralmente per fondersi con il peritoneo parietale.20
43
Risonanza magnetica in sezione assiale a livello del disco intervertebrale compreso tra L1 e L2.
Aponeurosi otturatoria
Laponeurosi otturatoria connessa in alto alla parte posteriore della linea arcuata
dellileo ed in continuit con laponeurosi iliaca. Anteriormente, dopo aver rivestito
il canale otturatorio, si inserisce sulla parte posteriore del pube. Posteriormente, laponeurosi otturatoria fornisce una robusta inserzione per il muscolo elevatore dellano, chiamato arco tendineo dellelevatore dellano, e si continua con laponeurosi del
muscolo piriforme.20
Aponeurosi del muscolo piriforme
E unaponeurosi molto sottile che si fonde posteriormente con il periostio della porzione anteriore dellosso sacro, e avvolge le radici nervose sacrali che emergono da
tale livello.20
Aponeurosi del muscolo elevatore dellano
Laponeurosi del muscolo elevatore dellano copre le due superfici del diaframma pelvico. Sulla superficie inferiore in continuit con laponeurosi otturatoria, si fonde in
basso con le aponeurosi dello sfintere uretrale e anale esterno. Sulla superficie superiore
laponeurosi del muscolo elevatore dellano nettamente pi spessa. Questa si inserisce
anteriormente sulla parte posteriore del corpo del pube, estendendosi lateralmente sul
ramo pubico superiore fino alla spina ischiatica, fondendosi con laponeurosi otturato-
44
45
della cresta iliaca, anteriormente sul legamento inguinale e sul ramo superiore del pube,
medialmente sul ramo inferiore del pube, sulla tuberosit ischiatica e sul legamento
sacro-tuberoso.
Discendendo dalla cresta iliaca come strato denso ricopre lateralmente il muscolo medio
gluteo e si continua come tratto ileo-tibiale. Questo un ispessimento della fascia lata
formato da due strati: quello superficiale sinserisce sulla cresta iliaca; mentre quello
profondo contrae rapporti con la parte laterale della capsula dellarticolazione coxofemorale. Superiormente si inseriscono su di essa il muscolo tensore della fascia lata e
unespansione derivante dal muscolo grande gluteo. Distalmente, il tratto ileo-tibiale si
inserisce come lungo tendine appiattito sul tubercolo del Gerdy che si trova sulla parte
anterolaterale del condilo laterale della tibia, dove il retinacolo laterale della patella, si
unisce con esso. In prossimit del ginocchio, la fascia lata si ispessisce rinforzata dalle
espansioni del tendine del bicipite femorale lateralmente, del sartorio medialmente e del
quadricipite anteriormente e si inserisce su tutti i punti ossei esposti intorno allarticolazione del ginocchio (condili femorali, condili tibiali, testa del perone). Dalla fascia lata
si dipartono due setti intermuscolari, uno medialmente e uno lateralmente in direzione
della linea aspra del femore. Essi dividono la coscia in due logge distinte (anteriore,
posteriore), contenenti rispettivamente la muscolatura estensoria e flessoria. I muscoli
adduttori, invece, anche se distinti in termini di funzione e innervazione, non possiedono
un compartimento fasciale distinto.20,21
Guaina femorale
La guaina femorale un prolungamento distale dellaponeurosi trasversale e iliaca. Come la
guaina carotidea della cervicale, la guaina femorale comprende una massa di tessuto connettivo
in cui sono immersi i vasi. Al suo interno sono racchiusi larteria femorale, la vena femorale e
il canale femorale che contiene vasi linfatici. La sua estremit prossimale connessa al legamento inguinale e al muscolo pettineo. Distalmente, invece, la guaina femorale si fonde con
lavventizia vascolare tre o quattro centimetri inferiormente al legamento inguinale.20
46
Sezione trasversa della coscia a livello del terzo prossimale del femore.
Menischi
I menischi sono lamine fibro-cartilaginee a forma di mezzaluna che si trovano allinterno della capsula articolare dellarticolazione del ginocchio. La loro funzione principale quella di rendere pi larghe e adattabili le superfici articolari della tibia e di
distribuire il carico dei condili femorali, inoltre, fungono da cuscinetto di protezione
della superficie ossea.
Il menisco mediale, di forma semicircolare, fissato con il suo corno anteriore alla superficie anteriore delleminenza intercondiloidea della tibia, mentre le fibre del corno
posteriore sono fissate alla superficie posteriore delleminenza intercondiloidea della tibia. Anteriormente, il menisco mediale riceve un ramo del legamento menisco-rotuleo e
si unisce al menisco laterale attraverso il legamento trasverso.
Il margine periferico, invece, unito alla capsula articolare e alle fibre profonde del
legamento collaterale mediale. Queste connessioni fanno s che il menisco mediale sia
meno mobile del laterale. Inoltre, il corno posteriore riceve un collegamento da une-
47
48
Sezione trasversa della gamba a livello del terzo prossimale della tibia.
49
ANATOMIA DELLAPONEUROSI
CERVICO-TORACO-ADDOMINO-PELVICA
51
come la tristezza, la felicit, lansia o la paura. Questo spiegato dalla complessa interazione
tra il tronco encefalico e i centri superiori, tra cui il sistema limbico e strutture corticali.30
Infine immediata la comprensione di come stati di alterazione della respirazione causati ad
esempio da asma, enfisema polmonare, broncopneumopatia cronica ostruttiva, pneumotorace,
possano alterare la fisiologia degli atti respiratori. In questi casi la muscolatura respiratoria nel
complesso viene sovra-stimolata per sopperire alle difficolt. Tale meccanismo di compenso si
propaga sullintero organismo attraverso la catena cervico-toraco-addomino-pelvica.
Troviamo, in queste condizioni, soggetti con il capo anteposto, le spalle anteposte, il torace
chiuso, la dorsale alta rettilinea, mentre la dorsale media e bassa iper-cifotica e che rimane
flessa fino alla terza vertebra lombare. La zona lombare bassa e lombo-sacrale in iper-lordosi,
il diaframma trazionato dalle ultime coste, le anche sono tendenzialmente flesse ed spesso
presente una ptosi addominale.
52
Il risultato una netta difficolt nel mantenimento della postura eretta e nellesecuzione di
inspirazioni e espirazioni profonde, con la formazione di una forte tensione della muscolatura paravertebrale su tutto il rachide e della muscolatura inspiratoria accessoria.
Il razionale di questa condizione spiegato semplicemente dallanatomia delle fasce. La
fascia iliaca e dello psoas compromettono lestensione delle anche. La fascia trasversale
delladdome mantiene le arcate costali abbassate rendendo difficile lazione del diaframma
durante linspirazione e di conseguenza lespansione della gabbia toracica (nota: il diaframma durante linspirazione oltre a comprimere i visceri per aumentare la capienza toracica,
allarga le coste inferiori facendo perno superiormente sul pericardio fibroso e inferiormente
sugli organi interni. In questo modo permette un aumento di volume sia a livello addominale sia a livello toracico.)31 Questo inoltre aumenta le pressioni viscerali generando una
ptosi addominale con possibile formazione di ernie inguinali, ernie ombelicali e diastasi dei
muscoli retti delladdome. La resistenza del diaframma e la trazione del pericardio fibroso
sulle prime vertebre toraciche generano una rettilineizzazione del tratto dorsale alto con un
conseguente compenso in flessione nel tratto dorsale basso, dorso-lombare e lombare alto (la
fisiologica cifosi dorsale viene cos traslata in basso di 3-4 vertebre). Avendo le prime vertebre
lombari atteggiate in flessione, lorganismo costretto ad adoperare un ulteriore compenso in
lombare bassa e lombo-sacrale formando uniper-lordosi localizzata. Infine la tensione della
fascia cervicale media, che in continuit con il pericardio fibroso, trascina tendenzialmente il
capo in anteposizione. Questo ulteriormente aggravato dallo scorretto utilizzo della muscolatura inspiratoria accessoria (come i muscoli scaleni) che spesso reclutata eccessivamente
per sopperire allo scarso funzionamento del diaframma. Allo stesso modo la tensione sul muscolo piccolo pettorale (muscolo inspiratorio) determina unanteposizione della spalla.
A questi concetti vanno aggiunte le connessioni neurologiche e meccaniche tra diaframma
e altre strutture. A tale proposito, il muscolo diaframma innervato dalle radici di C3,
C4, C5 che a sua volta innervano la muscolatura paravertebrale cervicale e alcuni muscoli inspiratori accessori (muscoli scaleni).20 Ne consegue che lo stato alterato della catena
cervico-toraco-addomino-pelvica pu determinare, attraverso interferenze neurologiche,
ulteriori tensioni a livello cervicale.67 Inoltre, il diaframma, inserendosi attraverso i pilastri
a livello dorso-lombare, pu alterare la mobilit di tale regione.
I sintomi pi comuni correlati sono cefalee mio-tensive, cervicalgie, dorsalgie e lombalgie,
generate dalle eccessive tensioni muscolari posteriori necessarie al mantenimento della postura eretta in una condizione di alterata fisiologia delle curve rachidee. Inoltre questo assetto disfunzionale rappresenta uno dei pi importanti fattori di rischio dellernia lombare.
53
Infatti, secondo quanto detto sopra, la risultante di tutto questo schema una compensazione sia di mobilit sia di sovraccarico statico nella regione lombo-sacrale. Questo spiega la
predominanza di ernie discali nei metameri L4-L5 e L5-S1.
Di seguito la descrizione in senso cranio-caudale dellaponeurosi cervico-toraco-addomino-pelvica.
Aponeurosi cervicale media
Avvolge i muscoli sottojoidei, la tiroide, la laringe, la faringe, lesofago e si continua indietro
con laponeurosi cervicale profonda che dopo aver avvolto la muscolatura profonda del collo
(muscolo lungo della testa, muscolo lungo del collo, muscoli scaleni) si fonde alla base del
cranio. Superiormente si inserisce allosso joide mentre inferiormente si fonde con il pericardio fibroso.20,21
Pericardio fibroso
Superiormente il pericardio fibroso si continua con laponeurosi cervicale media. Anteriormente si unisce alla faccia posteriore dello sterno per mezzo dei legamenti sterno-pericardici superiori e inferiori. Posteriormente il pericardio viene a contatto con i bronchi principali,
lesofago, laorta toracica discendente e aderisce alle vertebre toraciche attraverso i legamenti vertebro-pericardici. Inferiormente aderisce al centro tendineo del diaframma con i
legamenti freno-pericardici.20,21,25,26
Aponeurosi endotoracica
Laponeurosi endotoracica riveste internamente la cavit toracica. Questa si trova tra la muscolatura profonda della parete toracica (muscolo trasverso del torace e muscolatura intercostale) e la porzione costale della pleura parietale a cui inserita saldamente.28
Diaframma
Superiormente il centro tendineo del diaframma collegato attraverso i legamenti freno-pericardici al pericardio fibroso. Anteriormente il diaframma si inserisce nella faccia posteriore del processo xifoideo dello sterno e nella superficie interna delle ultime sei cartilagini
costali. Lateralmente si inserisce nella faccia posteriore delle ultime sei coste e tramite
54
interdigitazioni si continua con il muscolo trasverso delladdome e con laponeurosi trasversale. Posteriormente attraverso due arcate aponeurotiche (legamenti arcuati mediale e
laterale) e due pilastri (mediale e laterale), si inserisce alla parte posteriore delle ultime coste
e alle prime tre vertebre lombari. Inoltre il legamento arcuato laterale in continuit con
laponeurosi toraco-lombare e il legamento arcuato mediale con la fascia dello psoas.20,21
Aponeurosi trasversale
Contrae rapporti posteriormente con lo strato anteriore dellaponeurosi toraco-lombare,
inferiormente con le fasce iliache e quella pelvica, superiormente si fonde con lo strato
aponeurotico della parte inferiore del diaframma. Laponeurosi trasversale si inserisce inferiormente sulla cresta iliaca e sul legamento inguinale.20
Aponeurosi dello psoas
Il muscolo grande psoas avvolto da unaponeurosi che prende inserzione sui processi trasversi e i corpi delle vertebre lombari. Superiormente la fascia forma una parte del legamento arcuato mediale del diaframma. Lateralmente si fonde con laponeurosi del muscolo
quadrato dei lombi e si continua con laponeurosi iliaca in basso.20
Aponeurosi iliaca
Laponeurosi iliaca in continuit con laponeurosi dello psoas. Questa si inserisce sul margine interno della cresta iliaca e scendendo sulleminenza ileo-pettinea del bacino si continua
con laponeurosi otturatoria. Caudalmente inserita al ramo ileopubico e alla capsula dellarticolazione coxofemorale, e continua verso il basso per formare parte della guaina femorale.20
Uraco
Luraco un cordone fibro-muscolare chiamato anche legamento ombelicale mediano. Questa struttura lunga dai 3 ai 10 cm e con diametro dagli 8 ai 10 mm si estende lungo la linea
mediana della parete addominale. Luraco si trova nello spazio extraperitoneale tra la fascia
trasversale e il peritoneo e collega la vescica allombelico.59
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Fascia renale
Il foglietto posteriore della fascia renale aderisce allaponeurosi dello psoas, allaponeurosi
iliaca e allo strato anteriore dellaponeurosi toraco-lombare che riveste il muscolo quadrato
dei lombi. Il foglietto anteriore della fascia renale separa il rene e lo spazio perirenale dal
peritoneo e dai visceri addominali. Lateralmente questi due foglietti si uniscono per formare
laponeurosi lateroconale. Superiormente si inseriscono sui pilastri dei rispettivi emi-diaframmi. Inferiormente la fascia renale avvolge luretere divenendo progressivamente pi
sottile e a livello dello stretto superiore del bacino non pi distinguibile dal tessuto connettivo lasso del retroperitoneo.20,27
Aponeurosi della pelvi
Laponeurosi iliaca in continuit in basso con laponeurosi otturatoria, che connessa
superiormente alla parte posteriore della linea arcuata dellileo, e anteriormente sulla parte
posteriore del pube. Posteriormente laponeurosi otturatoria fornisce una robusta inserzione
per il muscolo elevatore dellano chiamato arco tendineo dellelevatore dellano e si continua con laponeurosi del muscolo piriforme. Laponeurosi del muscolo elevatore dellano si
inserisce anteriormente sulla parte posteriore del corpo del pube estendendosi lateralmente
sul ramo pubico superiore fino alla spina ischiatica e si fonde con laponeurosi otturatoria.
Posteriormente in continuit con laponeurosi del muscolo piriforme, il legamento sacro-coccigeo anteriore e il legamento ano-coccigeo.20
56
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La catena linguale funzionalmente formata dalla muscolatura della lingua e della muscolatura della regione anteriore del collo (muscolatura sopra e sottoioidea). Questo complesso
mio-fasciale si lega, tramite laponeurosi cervicale, alla pi estesa catena cervico-toraco-addomino-pelvica e insieme ad essa coinvolta nelle disfunzioni fasciali che generano una
trazione anteriore del tronco.
Le disfunzioni, o retrazioni, a suo carico possono essere causate dalla propagazione di una
sottostante difficolt fasciale, esistono per diverse condizioni in cui la catena linguale
prioritaria sulle altre tensioni. E questo il caso di frenulo corto, disturbi dellocclusione,
deglutizioni atipiche e disfonie. In queste condizioni la muscolatura propria della lingua, sovra-ioidea e sotto-ioidea, eccessivamente tesa, diventa punto di fissit che altera la fisiologia
delle fasce. Questo comporta una flessione della zona dorsale alta, cervico-dorsale e cervicale bassa con un compenso in estensione della cervicale alta. Tale condizione si aggrava
durante la deglutizione, la masticazione o la produzione verbale.
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I sintomi pi comuni correlati sono cefalee mio-tensive, cervicalgie e dorsalgie, generate dalle
eccessive tensioni muscolari posteriori necessarie al mantenimento del piano dello sguardo.
Lingua
La lingua un organo muscolare coinvolto nella deglutizione, nella percezione gustativa e
nel linguaggio. I suoi muscoli si inseriscono sullosso ioide, sulla mandibola, sul processo
stiloideo dellosso temporale, sul palato molle e sulla parete faringea. La mucosa della superficie inferiore si riflette sul pavimento orale e sulle gengive formando il frenulo linguale.
La struttura della lingua costituita da muscoli intrinseci ed estrinseci. I primi sono organizzati in fasci intrecciati che conferiscono alla lingua una notevole mobilit. Questi sono
rappresentati dal muscolo longitudinale superiore e inferiore, dal muscolo trasverso e dal
muscolo verticale. Quelli estrinseci comprendono, invece, il muscolo genioglosso, ioglosso,
stiloglosso e palatoglosso.
Tutta la muscolatura della lingua innervata dal nervo ipoglosso, ad eccezione del muscolo
palatoglosso che innervata dalla porzione craniale del nervo accessorio.20
Muscolatura sopraioidea
La muscolatura sopraioidea costituita dal muscolo digastrico, stiloioideo, miloioideo, genioioideo. Gli ultimi due prendono inserzione sulla mandibola e sullosso ioide formando
il pavimento della lingua. I primi due, invece, originano dallosso temporale e si portano
rispettivamente alla mandibola e allosso ioide.
La muscolatura sopraioidea innervata dal nervo ipoglosso, da nervi alveolari di pertinenza
del nervo trigemino e dal nervo faciale.20
Muscolatura sottoioidea
La muscolatura sottoioidea costituita dal muscolo omoioideo e sternoioideo pi superficialmente e in profondit dal muscolo sternotiroideo e tiroioideo. Gli ultimi due possono
essere considerati come luno continuazione dellaltro che originano dal manubrio dello
sterno e tramite linserzione sulla cartilagine tiroidea della laringe si portano allosso ioide.
I primi due, invece, prendono inserzione rispettivamente dalla scapola e dal manubrio dello
sterno e si portano entrambi allosso ioide.
La muscolatura sottoioidea innervata dai primi nervi cervicali C1, C2, C3 ad eccezione del
muscolo tiroioideo innervato dal nervo ipoglosso.
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Tale gruppo muscolare avvolto dallaponeurosi cervicale media o fascia pretracheale, questo determina la continuit tra la lingua e le aponeurosi del torace.
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ANATOMIA CRANIO-MANDIBOLARE
E CONNESSIONI TRIGEMINO-CERVICALI
La gnatologia la scienza che si occupa di studiare le interazioni tra la bocca e il restante organismo. Questa si basa sulle connessioni neurologiche e fasciali presenti tra la muscolatura
cranio-mandibolare e quella cervicale e sulle ulteriori connessioni tra cervicale e il restante
organismo. Per interagire con tale sistema, lo gnatologo si occupa di ristabilire la simmetria
cranio-mandibolare attraverso la cura dellapparato dentario. In questo processo di correzione, la terapia manuale rappresenta uno strumento di supporto efficace e non invasivo.
Nellapproccio del paziente con disfunzione cranio-cervico-mandibolare indispensabile
lavorare con una visione multidisciplinare. Questo aumenta la possibilit di normalizzare,
in modo permanente, lo squilibrio di un paziente, poich le strategie disfunzionali che pu
subire un organismo sono molteplici e ognuna necessita di un piano terapeutico diverso.
Sono minori i casi in cui il rachide influenza in modo prepotente locclusione, ma frequentissimo il contrario. (nota: normalmente, nelluomo le interferenze neurologiche sono molto
pi potenti in direzione viscero-somatica, ovvero da un organo allapparato muscolo-scheletrico, piuttosto che in direzione somato-viscerale. Sembra che le strutture che compiono
una funzione vitale per lorganismo, siano maggiormente schermate da possibili interferenze aberranti).36 Questi nuovi affascinanti concetti devono essere implementati alle odierne
conoscenze in ambito di postura. Ci consentir di fornire maggiori risposte agli squilibri
dellapparato muscolo-scheletrico.
I soggetti con disfunzione cranio-cervico-mandibolare possono presentarsi con perdita simmetrica o asimmetrica della dimensione verticale dentaria, deviazioni dal morso ideale (2a
3a classe occlusale, cross bite, deep bite, open bite, over jet, ecc.), dismorfismi del cranio,
63
Night guard.
64
MUSCOLATURA MASTICATORIA
La muscolatura masticatoria, cio quella maggiormente reclutata durante la masticazione,
formata dal muscolo temporale, dal muscolo massetere e dal muscolo pterigoideo interno
ed esterno.
Il muscolo temporale origina dalla fossa temporale, compresa nella porzione laterale dellosso parietale, frontale, temporale e sfenoide. Da questa regione il muscolo si porta in basso
e avanti, attraverso lo spazio formato dellarcata zigomatica, per inserirsi sul processo coronoideo della mandibola. Le fibre anteriori sono dirette verticalmente mentre le posteriori
sono quasi orizzontali. Il muscolo temporale e rivestito dallaponeurosi temporale, che
inserita in alto su tutta la linea temporale superiore (osso frontale e parietale) e In basso
sullarcata zigomatica.20,21,29
Il muscolo massetere ha origine dallarcata zigomatica e si inserisce sullangolo mandibolare. Il muscolo diviso in un fascio superficiale, le cui fibre decorrono in direzione obliqua
e un fascio profondo, le cui fibre hanno una direzione verticale. Questultimo ha inserzioni
anche sullaponeurosi temporale.20,21,29
Il muscolo pterigoideo interno origina dalla superficie mediale della lamina laterale del
processo pterigoideo dellosso sfenoide, dal processo piramidale dellosso palatino e dalla
tuberosit dellosso mascellare. Le fibre discendono in dietro e lateralmente per inserirsi
sulla faccia mediale dellangolo della mandibola.20,21,29
Il muscolo pterigoideo esterno origina dalla superficie esterna della lamina laterale del
processo pterigoideo dello sfenoide e dalla cresta infratemporale della grande ala dello
sfenoide. Il muscolo decorre posteriormente per inserirsi sul condilo temporale e sul disco
articolare dellarticolazione temporo-mandibolare.20,21,29
A differenza di tutti gli altri muscoli masticatori, il muscolo pterigoideo esterno non ha un
ruolo biomeccanico di serratore della mandibola. La sua contrazione bilaterale provoca lo spostamento in avanti e in basso del condilo mandibolare che contribuisce allapertura della bocca
determinata, principalmente, dal muscolo digastrico e genioioideo. E stato per osservato,
a livello elettromiografico, che esso attivato quando la mandibola serrata. Inoltre, la sua
azione monolaterale, coadiuvata dal muscolo pterigoideo interno, devia controlateralmente
la mandibola.20 Queste evidenze stanno a significare che una delle funzioni pi importanti
del muscolo pterigoideo esterno quella equilibrare la posizione mandibolare rispetto a
eventuali difficolt occlusali. Questo si manifesta, principalmente, nelle patologie dellarticolazione temporo-mandibolare, dove il muscolo ha limportante ruolo di diastasi articolare.
65
Inoltre, nelle disfunzioni occlusali la deviazione mandibolare, da uno o laltro lato, garantisce una masticazione funzionale. Nonostante questo fine processo di autoriparazione, tale
condizione comporta una costante attivazione aumentata della muscolatura masticatoria da
uno dei due lati. Essendo tutti i muscoli masticatori innervati dal nervo mandibolare di pertinenza del trigemino, attraverso le connessioni trigemino-cervicali, il segnale in eccesso si
ripercuote su tutto il corpo.20
CONNESSIONI TRIGEMINALI
Il nucleo sensitivo del nervo trigemino riceve le afferenze primarie dellomonimo nervo.
E un nucleo molto voluminoso che si estende dal mesencefalo fino al midollo cervicale
dove prende il nome di nucleo spinale del trigemino. Questo circondato da un tratto superficiale di fibre afferenti che, prima di raggiungere il nucleo, formano il tratto spinale del
nervo trigemino che si spinge in basso fino ai primi tre mielomeri cervicali. Grazie a questa disposizione anatomica, le informazioni sensitive trigeminali possono congiungersi con
quelle cervicale.20,29,32,34,42 E chiaro, quindi, come disfunzioni occlusali possano condurre a
un iper-tono della muscolatura cervicale con conseguente cervicalgia.39
La muscolatura cervicale in iper-tono, a questo punto, invia informazioni propriocettive
66
aberranti alle strutture sovrastanti. Tramite la via spino-bulbo-talamo-corticale le informazioni sono raccolte dalla corteccia somato-sensitiva, tramite la via spino-cerebellare dal cervelletto e tramite la via spino-vestibolare dai nuclei vestibolari del tronco encefalico.20,29,32,33
Queste connessioni ci evidenziano come il complesso sistema di controllo della postura pu
essere interferito da stimoli eccessivi provenienti dalla regione cervicale. Nello specifico,
unafferenza esagerata, proveniente dalla muscolatura cervicale attraverso lintegrazione a
livello dei nuclei vestibolari, pu generare senso di instabilit. Questo, infatti, rappresenta
uno dei sintomi pi frequenti associati alla cervicalgia.
Esistono, inoltre, connessioni dirette tra le fibre sensitive del nervo vago e il tratto spinale
del trigemino, il nervo accessorio e i primi due nervi cervicali.29,34 Tale evidenza ci spiega
come, in condizioni di forti tensioni cervicali, sia presente spesso un senso di nausea.67
Altro sintomo associato, molto frequente nei disturbi cranio-mandibolari, la cefalea
mio-tensiva. Secondo quanto detto sopra, lo stimolo aberrante in origine proveniente dalle
vie trigeminali, ripercosso sulla muscolatura cervicale, pu determinare il sintomo cefalgico. In realt, ancora oggi, non del tutto chiaro come la tensione muscolare possa condurre
al dolore in regione temporale e frontale.34 Il processo neurofisiologico pi accreditato
quello dei trigger point della muscolatura sub-occipitale. Essi, infatti, secondo Travell e
Simons, irradiano proprio in tali regioni.35
Infine, liper-stimolazione trigeminale, proveniente dagli organi da esso innervati o determinata dalle connessioni cervicali, pu generare un dolore irradiato nelle varie branche
sensitive del nervo trigemino (oftalmica, mascellare, mandibolare).34
SERRAMENTO E BRUXISMO
Esistono diverse teorie sulla genesi del serramento e del bruxismo. Le due parole, spesso
utilizzate come sinonimi, hanno dei significati patognomonici differenti. La prima sta a
significare una eccessiva contrazione della muscolatura occlusale a riposo, mentre la seconda implica, nel contesto della concomitante tensione muscolare, uno sfregamento tra gli
elementi dentali, chiamato comunemente digrignamento.
Secondo recenti studi, il bruxismo rappresenta la risposta dellorganismo alla difficolt del
sistema occlusale nel trovare una intercuspidazione accomodante (malocclusione), aggravata da fattori stressogeni. La conseguenza una continua ricerca di una posizione mandibolare comoda che si esplica, maggiormente, durante lattivit inconscia, quindi durante la
notte. Questo continuo movimento traslatorio della mandibola, genera uno sfregamento tra
67
le cuspidi dentali, portando a una rapida usura. Sebbene tale segno sia di natura disfunzionale, lo si ritrova comunemente nel bambino, laddove il sistema masticatorio non si ancora
sviluppato secondo una congruit cranio-mandibolare..37
Quando, invece, prevale latto di stringere i denti, rispetto ai movimenti traslatori, si parla di
serramento. In tale condizione fattori emotivi sembrano giocare un ruolo determinante. Una
recente revisione scientifica sul ruolo dei fattori psicosociali nelleziologia del serramento e
del bruxismo, ha mostrato che queste condizioni para-fisiologiche hanno una stretta associazione con lansia, lo stress, la depressione e le caratteristiche di personalit.40
Altra teoria sulleziologia del serramento eccessivo e di alcune patologie dellarticolazione
temporo-mandibolare, quella dellevoluzione del cranio. Lanalisi filogenetica delluomo
mostra come il cranio si modificato aumentando le dimensioni del neurocranio e diminuendo quelle dello splancnocranio.44
Questo semplicemente perch la funzione governa la forma38
Laumento dellutilizzo delle strutture encefaliche, per rispondere alle esigenze giornaliere
della nostra societ, unito alla sempre minor necessit di avere elementi dentali grandi e
forti per mordere e masticare ha condotto e condurr lo scheletro della testa in direzione
delle lungimiranti rappresentazioni degli alieni.44
Non cosa casuale che gli ultimi molari, ottavi o denti del giudizio tendano a non estrudere
68
nellestremo posteriore della bocca rappresentato dal contatto dei denti del giudizio, garantisce allarticolazione temporo-mandibolare una costante residua diastasi articolare, necessaria a preservarla da usura. In assenza di un fulcro posteriore e con una dimensione verticale
posteriore ridotta, oltre a generarsi una difficolt nellocclusione e quindi uno stimolo che
predispone al bruxismo,37 aumenta lattrito da prima sul menisco articolare e, in seguito, sui
capi articolari dellarticolazione temporo-mandibolare.
Da questi concetti sono nati i bite dentari, che nella forma pi semplice, altro non sono che
un distanziatore in grado di aumentare il fulcro dentale posteriore.
Rappresentazione della dimensione verticale posteriore: nella prima immagine insufficiente con conseguente
conflitto dellarticolazione temporo-mandibolare, mentre nella seconda immagine rispettata.
DEGLUTIZIONE
E importante menzionare anche la meccanica deglutitoria come possibile momento critico dellapparato stomatognatico (strutture anatomiche che partecipano alle varie funzioni
della bocca) in condizioni come malocclusioni, edentulie (mancanza di uno o pi elementi
dentali) e insufficienze della dimensione verticale. Le tre condizioni para-fisiologiche interferiscono con lapparato muscolo-scheletrico e fasciale in modi completamente diversi.
Considerando che, giornalmente, un uomo effettua milleduecento deglutizioni e che, ad
ogni atto, le arcate dentali vengono portate a contatto con una forza di circa 30 kg, 46 facile
comprendere come una difficolt di occlusione si ripercuoti costantemente, attraverso il
circuito trigemino-cervicale, sul rachide cervicale.
Cosa diversa avviene nelle edentulie e in alcuni casi di malocclusione come gli open bite. In
queste condizioni, considerando che la bocca deve essere completamente ermetica per garantire la discesa del bolo alimentare nellesofago, la lingua dovr chiudere gli spazi aperti.
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Si genera cosi, durante ogni atto deglutitorio, una tensione eccessiva sulla catena linguale.
Ci determina rapidamente una retrazione di questa struttura mio-fasciale, con le conseguenti disfunzioni associate descritte sopra.
Infine, una dimensione verticale posteriore fisiologica garantisce uno spazio orofaringeo
sufficiente alle dinamiche della muscolatura linguale, durante la deglutizione.46 In assenza
di uno spazio sufficiente, lorganismo attua una rettilineizzazione cervicale per aumentare
lo spazio orofaringeo e permettere lo svolgimento della fase orale della deglutizione. Tale
processo, riportato su milleduecento atti giornalieri, determina ripetutamente una tensione
eccessiva sulle fasce del rachide cervicale che si propaga in senso caudale.
In tutte queste condizioni, la muscolatura dellapparato stomatognatico reclutata eccessivamente ripercuotendosi per via neurologica e meccanica sulle aponeurosi cervicali. E
evidente che fattori sociali come la sedentariet e lo stress lavorativo, generando ulteriori
restrizioni, concorrono a tale processo.
Le fasce quindi dissipando le tensioni in eccesso, sono lelemento che garantisce alluomo
una buona funzionalit anche in condizioni molto ostili. Esse per, guidate dallevoluzione
di una nuova era, non saranno pi specializzate nella dinamica e nella balistica, ma solo
nella statica e nella gestione dello stress.
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Le fasce intracraniche sono rappresentate, principalmente, da sdoppiamenti della dura madre (sacco fibroso molto resistente che avvolge lintero nevrasse. La dura madre la pi
esterna delle meningi e per questo contrae rapporti con la struttura scheletrica. Inoltre
possibile distinguere una dura madre spinale e una dura madre encefalica)47 che si riflette
allinterno del cranio per formare quattro setti di separazione delle strutture encefaliche.
Questi setti prendono il nome di: falce cerebrale, falce cerebellare, tentorio del cervelletto e
diaframma della sella.
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Il diaframma della sella un piccolo setto di dura madre che forma il tetto della sella turcica
dello sfenoide e ricopre, quasi totalmente la ghiandola pituitaria o ipofisi.20
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Esistono condizioni in cui il complesso sistema della tensegrit cranica turbato da uno
squilibrio di forze. Questo pu generare una risposta neurologica proveniente dalle strutture eccessivamente stressate. In alcune patologie come lidrocefalo, forme neoplastiche o
emorragie, questo avviene per la formazione di un processo occupante spazio che determina
una tensione continua sui setti durali. Infatti, una delle manifestazioni cliniche dellaumento
di pressione intracranica la cefalea, dovuta appunto dallo stiramento della dura madre di
vasi e nervi.52
Nella fisiologia, invece, questo accade verosimilmente per la diminuzione della normale
mobilit delle suture craniche, necessaria agli accomodamenti interni. In questo modo, i setti durali, invece di avere una messa in tensione ritmica, lavranno costante. A oggi, le cause
della diminuzione di mobilit delle suture non sono del tutto chiare, anche se sipotizza che
traumi o micro-traumatismi intra-uterini, traumi durante il parto e traumi in et pediatrica
possono turbare lelasticit e la crescita di queste strutture.
E chiaro, invece, che lunica attendibilit e riproducibilit nella valutazione palpatoria cranica sulla percezione della rigidit delle suture. Infatti, non esistono studi in grado di
dimostrare che forme di palpazione estremamente fini, condotte alla ricerca di micromovimento del cranio, possano avere qualche tipo di attendibilit.
INNERVAZIONE DEI SETTI DURALI E CONNESSIONI EXTRACRANICHE
Linnervazione della dura madre cranica deriva principalmente dalle tre branche del trigemino, dal secondo e terzo nervo cervicale e dal tronco simpatico cervicale. Una piccola
componente di innervazione deriva, invece, dal nervo vago e ipoglosso.
Nello specifico, la porzione sopra-tentoriale della falce e il tentorio sono innervati dal nervo
del tentorio, un ramo ricorrente della porzione intracranica della branca oftalmica del trigemino, mentre la porzione anteriore della falce innervata dai rami meningei anteriori del
nervo etmoidale anteriore, sempre di pertinenza del trigemino.20
E immediata la comprensione delle interazioni neurologiche che i setti durali possono avere
con la cervicale superiore. Infatti, (vedi: Anatomia cranio-mandibolare e connessioni trigemino-cervicali), il nucleo spinale del trigemino contrae rapporti con i primi tre mielomeri
cervicali e le fibre sensitive del nervo vago sono connesse con il tratto spinale del trigemino,
il nervo accessorio e i primi due nervi cervicali. Inoltre, stato visto che durante operazioni
chirurgiche la stimolazione meccanica della falce pu evocare il riflesso trigemino-cardiaco
(improvvisa insorgenza di effetti a carico del sistema cardiocircolatorio come bradicardia,
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ipotensione, durante la manipolazione di uno dei rami del nervo trigemino).53 Tutto questo
fortifica il pensiero che i setti durali partecipano alle connessioni trigemino-cervico-vagali,
potendo alterare il tono della muscolatura cervicale. Inoltre, tutti i nervi della dura madre
contengono una componente simpatica proveniente dal ganglio cervicale superiore. La stimolazione di queste terminazioni nervose causa dolore ed alla base alcune cefalee.20
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LA DISFUNZIONE FASCIALE
In questo manuale per disfunzione fasciale sintende: qualsiasi processo che determini una
perdita parziale o completa delle capacit elastiche e di mobilit della fascia rispetto alle
strutture adiacenti.
Essendo la fascia, un rivestimento dellintero organismo che collabora alla produzione e al
controllo di movimenti, semplice comprendere come una disfunzione fasciale possa determinare una serie di adattamenti e compensi. Ne consegue uniniziale postura compromessa,
traducibile in uno schema disfunzionale e una successiva cascata di sintomi, relativa alla
regione e alla profondit della restrizione.
Le disfunzioni fasciali possono essere suddivise in: retrazioni, cicatrici e aderenze.
RETRAZIONI
La retrazione fasciale da interpretarsi, in questo testo, come una diminuzione della deformabilit della fascia, dovuta a caratteristiche genetiche o a modificazioni istologiche del
tessuto connettivo, in seguito ad un insulto o a stress ricorrenti.
Un interessante studio condotto con lelastosonografia (nuova tecnica ecografica in grado di
fornire informazioni sulla durezza di un tessuto) ha dimostrato come una fascia eccessivamente stressata sia pi spessa e meno elastica.54 Ne consegue che questa sia meno disposta
ad accettare stimoli meccanici e a deformarsi, potendo causare sintomi locali e/o a distanza.
Sono stati inoltre studiati i cambiamenti morfologici, osservabili in vari tendini e legamenti
in risposta a stress di natura biomeccanica. E stato evidenziato come il tessuto, una volta
popolato da fibroblasti, venga investito prevalentemente da condrociti, con ulteriore deposizione di minerali solidi.14,15,16
Altro dato scientifico laccorciamento del tessuto fasciale in seguito a tensioni mantenute.
Questultimo risultato affascinante poich suggerisce che in vitro i campioni di tessuto
connettivo isolati cambiano le loro propriet fisiche senza laiuto della struttura muscolare.56
Inoltre, linvecchiamento contribuisce al processo di retrazione fasciale, giustificando laumento delle sintomatologie dellapparato muscolo-scheletrico in relazione allet. A tale proposito, stato condotto uno studio sul tratto ileo-tibiale di cadaveri ed stato dimostrato,
applicando una forza a tale livello, che lelasticit della struttura aponeurotica tende signifi-
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compressione sul tronco inferiore del plesso brachiale62 il quale trasporta anche fibre ortosimpatiche deputate al controllo del tono vasale della muscolatura e dei tendini dellavambraccio.63 Il perdurare di questa condizione verosimile possa determinare un deficit della
vascolarizzazione, attraverso una diminuzione delle resistenze periferiche63 e, laddove ci sia
per natura una difficile perfusione ematica, come ad esempio nelle entesi, lossigenazione
scende oltre i livelli consentiti dallomeostasi.61 Lischemia del tendine porta a morte cellulare, quindi a infiammazione che non cessa finch qualcuno riattacca la spina.
Lo schema disfunzionale quindi paragonabile alla soluzione di un labirinto.
E solo conoscendo ogni strada e ogni muro che facilmente arriviamo alluscita.
Attraverso lo studio meticoloso dellanatomia di ogni individuo realmente possibile visualizzare ogni connessione che mantiene una determinata postura. Questo richiede grandi
competenze anatomiche, neuro-fisiologiche e biomeccaniche e un grande impegno costante
durante ogni valutazione.
Perch purtroppo quello che non si conosce invisibile agli occhi.
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Limmagine sotto che per molti rappresenta una semplice RX del ginocchio.
Questo esempio deve far nascere in ogni terapista lo stimolo inesauribile di conoscere e capire. Solo cosi sar possibile dare una risposta reale a qualunque sintomo.
COMPENSI
Un compenso, in generale, definito come una strategia utilizzata dallorganismo per far
fronte a una difficolt (disfunzione, dolore, anomalia anatomica) di un distretto corporeo.
Questo meccanismo facilmente apprezzabile nelle scoliosi, dove, durante lo sviluppo di una
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curva primaria se ne formano altre di compenso. Tale fenomeno indispensabile al mantenimento della postura eretta e allorizzontalit del piano dello sguardo.
Altro esempio la dismetria dellarto inferiore. In questa condizione il rachide lombare genera frequentemente una curva di compenso per garantire un equilibrio posturale.
Paziente con importante dismetria degli arti inferiori. Nello specifico si manifesta
una curva lombare di compenso con convessit omolaterale allarto ipo-metrico.
Inoltre, comune che pazienti con ernia lombare in fase acuta presentino una deviazione del
bacino che genera una postura caratteristica. Questo un compenso necessario per diminuire
il carico dalla zona lesa, quindi il dolore e garantire cosi la stazione eretta. Tentare di centralizzare il bacino, rimuovendo il meccanismo di compenso, sarebbe un errore in grado di
aggravare nettamente la sintomatologia dolorosa.
Paziente con deviazione destra del bacino utilizzata dallorganismo come compenso antalgico.
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Altro compenso rappresentato dal valgismo di caviglia nella dismetria dellarto inferiore,
dove la gamba di lunghezza maggiore, utilizza questa strategia per uguagliare gli arti.
Compenso in valgismo della caviglia sinistra in paziente con ipo-metria dellarto destro.
Infine, nelle discopatie croniche a livello lombo-sacrale, possibile notare un varismo bilaterale delle caviglie. Questo stratagemma determina uno spostamento delle forze compressive
lateralmente rispetto alla regione discale.
Sono infiniti gli esempi in cui si verifica la comparsa di compensi, questo perch ogni orga-
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nismo ha una propria logica di risposta alle difficolt. Ne consegue che la stessa alterazione
su due individui differenti pu generare compensi diversi.
La discriminazione di un compenso rispetto a una vera disfunzione fasciale indispensabile
per evitare la riacutizzazione di un sintomo in seguito ad un trattamento. Infatti, la rimozione
o lindebolimento di tali meccanismi di difesa renderebbe vulnerabile lintero apparato muscolo-scheletrico.
Per individuare i compensi vedremo in seguito il test di correzione articolare (vedi: Test attivi
di mobilit generale) e il test per la discriminazione dei compensi (vedi: Discriminazione
palpatoria dei compensi).
ADATTAMENTI
Compensi e adattamenti sono spesso utilizzati come sinonimi, ma rappresentano due processi
distinti della gestione delle difficolt. A differenza dei compensi, gli adattamenti non sono
vere e proprie strategie, ma delle semplici conseguenze anatomiche a una condizione difficoltosa. Esempi di adattamenti sono liper-cifosi, conseguente alla retrazione della catena
cervico-toraco-addomino-pelvica, o linclinazione del capo, conseguente a una retrazione
monolaterale degli scaleni.
Per citare un esempio completo, una retrazione monolaterale della catena posteriore a livello
degli arti inferiori, genera un adattamento flettendo il ginocchio (conseguenza anatomica).
La conseguente dismetria apparente che ne deriva richiede allorganismo una strategia di
compenso per mantenere lortostatismo, e lo fa generando una curva lombare con convessit
omolaterale allarto che appare ipo-metrico (strategia per far fronte alla difficolt).
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