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LE PRESSIONI AGENT! SULLE TUBAZIONI INTERRATE “ U, RAVAGLIOLI (**) Soananio: Nella prima parte sono riassunte, seguendo nellesposizione Yordine storico, tutte le ricerche teoriche © spe- simentali, di cui si & avuto notizia, sulle pressioni agenti su tubazion! interrate. ‘Nelia seconda. parte, vengono esaminati 1_vant-metodi di ricerca ed 7 fattori che influenzano Yentith © Ia distribuzione delle pressioni a ella terta paste si vuole dare un i dalla pressione delle terre-e dalle veazioni di appoggic. Parte 1 Il problema dello stato clastico piano di un ele- mento di tubo sollecitato da un sistema di, forze esterne continue e costanti nella direzione detl’asse, concentrate o distribuite, comunque variabili nella sezione trasversale & stato da tempo completamente risolto con metodi ¢ risultati semplici nelle ipotesi, peraltro assai aderenti alle situazioni che si presen- tano in pratica, di simmetria rispetto al piano dia- metrale verticale e di spessore piccolo rispetto al raggio medio del tubo. Dalla conoscenza delle forze attive ¢ reattive ap- plicate, discende quindi immediatamente la soluzio- ne del problema; ma, mentre per alcune di esse quali il peso proprio ¢ ta pressione dell'acqua sono immediatamente note grandezza ¢ direzione, altret- tanto non ¢ talora per le reazioni di appoggio ¢ in ogni caso per le pressioni esercitate su una tubazione interrata dal terreno ¢ da eventuali sovraccarichi fissi_o mobili di superficie. E da precisare anzitutto che per le tubazioni in- terrate non si usano normalmente appoggi di tipo concentrato lungo le generatric ‘Nei casi di maggiore importanza la tubazione vie- ne poggiata su una «culla» o «sella» di calce- struzzo avvolgente il tubo per uno sviluppo variabile da un minimo di 459-60" ad un massimo di 120°-160° E spesso impiegata la cosidetta « sella discontinua » che consente al tubo lappoggio su due ristretti set- tori simmetrici rispetto al piano diametrale verticale Nella maggior parte dei casi peraltro le tubazioni, “() Gomunleasione presentata al VII Convegno di Geo- tecnica (Trieste, 1-2 giugno 1965). ene (“Dot ing. Ugo Rnvacusoay, Atitente Ordinasio pres so Nato ti Coveon! Taroko delt Univeral di Roma, irinzo di carattere pratico per il caleolo delle sollec sion indotte in una tubazione specie quelle di minor diametro vengono disposte su di sabbia o di materiale grigliato o addirit- ura dello stesso terreno in posto, opportunamente sagomati a fasciare il tubo per lo sviluppo desiderato, Meatre nei primi due casi @ chiaramente indivi- duabile la superficie di appoggio, non altrettanto semplice & nell'ultimo caso nel quale risulta certa- mente artificiosa la distinzione tra « settore carica- to» e «settore d'appoggio >. La questione peraltro non riveste teoricamente alcuna importanza per il problema in esame, per la soluzione esatta del quale & necessario conoscere le pressioni agenti su tutto lo sviluppo della superficie esterna della tubazione indipendentemente dal fatto che esse siano dovute ad azioni dirette o a reazioni. In questa prima parte verranno pertanto riassunte nei loro punti essenziali le ricerche teoriche © speri~ mentali di cui si é avuto notizia in materia di azioni esercitate dal terreno sulle tubazioni interrate; verra seguito 'ordine storico non essendo emersi dalla let- tura dei lavori esaminati altri criteri logici di espo- sizione. Si riporta ill significato dei simboli di uso pit frequenie (fig. 1). D: diametro esterno del tubo H;: altezza di rinterro sulla sommita del tubo D H, = H+ —: altezza di rinterro sull’asse del tubo 2 B: larghezza della trincea eso di volume della terra : angolo di attrito interno della terra allungamento del diametro verticale allungamento del diametro orizzontale p= yh: pressione verticale idrostatica agente in un punto della massa di terra GEOTECNICA PB Pp be Ds a Dei —seno =p + pressione orizzontale agente in 14 senp tun punto della: massa di terra ressione agente su una superficie (a volte indi- cata anche con q) componente della p tangenziale alla superficie + componente della p normale alla superficie componente verticale della p componente orizzontale della p pv: componente verticale della pr i componente orizzontale della p.. NE xt Fig. I Le prime notizie su esperienze condotte sistemati- camente risalgono.al 1913 E. P. Currat [1] dispose entro una trincea arti- ficiale larga circa 70 em, a pareti verticali, un piatto rettangolare, largo quanto la trincea, poggiante sul fondo a mezzo di quattro molle tarate. Rinterrando la trincea rilevd i carichi trasmessi al piatto, per varie altezze di riempimento di terra, leggendo le deformazioni delle molle. ‘Dal grafico ai fig. 2, che riassume i risultat, si rileva che, sia pure in misura diversa a seconda dei tipi di terra, il carico agente sul fondo della trincea una frazione del peso totale della terra sovrastante, con Faumentare dellaltezza di rinterro, con tenden- va ad un valore costante oltre | 8 +4 m di tale altezza, L’Autore osservd anche che dei caichi acciden- tali applicati sopraal rinterro trasmettevano al piat- to una frazione del loro peso praticamente pari a quella del peso della terra di ricoprimento. Parallelamente il Currat, esegul delle prove di Fig 2. aboratorio su tronchi di tubi rilevando un rapporto fisso tra il carico di rottura di un tubo sollecitato secondo due generatrici diametralmente opposte e i carico di rottura di un tubo completamente im- merso in sabbia sollecitato tramite una piastra di Iarghezza pari al diametro del tubo applicata sulla superficie della sabia. Raffigurando in quest'ultima Ia situazione del tubo interrato in trincea ¢ assumen- do un conveniente grado di sicurezza alla rottara si pud risalire dalle prove normalizzate di laboratorio al carico accettabile c quindi attraverso il grafico di fig. 2 all’altezza di rinterro sopportabile dalla tuba- zione. T risultati cosi ottenuti, per quanto accreditati dal- la considerazione di alcuni Autori posteriori, non so- no certamente esenti da critica a causa del sistema di misura adottato per rilevare il carico trasmesso dal rinterro sul fondo della trincea, sistema che com- porta una sensibile deformazione delle molle © q di un abbassamento del piatto di appoggio della terra con alterazione delle azioni trasmesse al piatto stesso, ‘Non va peraltro disconosciuta limportanza quali- tativa dei risultati del Corrat che hanno messo in evidenza Peffetio portante delle pareti delle trincee nei riguardi del materiale di riempimento. 12. Le esperienze di maggior interesse per l'importan- te numero di dati raccolti, sono indubbiamente quel- le condotte quasi ininterrottamente dal 1910 in. poi dal Jowa State College (U.S.A.) sotto la direzione del Prof. Marston [2, 4, 5] Per la sintesi di queste ricerche qui riferita & stato Jargamente utilizzato un pregevole lavoro di M. R Lazaro [4] che riassume le modalit’ ¢ i risultati delle esperienze nonché le conclusioni teoriche al giugno 1934, ‘Marston, come il Currat, si é preoccupato an tutto di realizzare una prova di laboratorio di rife- timento che riproducesse il pit fedelmente. possibile Ie reali condizioni di lavoro delle tubazioni interrate. Questa prova chiamata «Sand bearing» (S.B.) consiste nel caricare il tubo, allettato in sabbia su un settore di 90°, con una scatola di sabia avvolgente anch'essa il tubo per un arco di 90°, Variando diametri e spessori delle tubazioni sotto: poste a prova il carico di rottura @ risultato in rap- orto costante con il carico di rottura ottenuto con la prova normalizzata «Three Point bearing »; le due prove risultano quindi equivalenti Per determinare influenza delle caratteristiche dell’appoggio sulla resistenza della tubazione sono stati soltoposti a prova tubi allettati in modi diversi, usando come mezzo di applicazione del carico la stessa scatola di sabia della prova S.B. ‘Assunta R = 1 la resistenza della tubazione sotto la prova S.B., sono stati ottenuti per i vari tipi di appoggio valori di R oscillanti tra 0,8 © 2,0 circa. Dialtra parte per determinare il carico trasmesso ad una tubazione rigida da un rinterro trasversal- mente indefinito, dei tubi in calcestruzzo sono stati disposti su una culla in terra costipata avvolgente il tubo per un angolo di cirea 60° e quindi rinterrati La culla poggiava sul piatto di una bilancia che permetteva la misura diretta del carico trasmesso al tubo. T risultati ottenuti con un tubo di 1 m di diame- tro € 15 em di spessore per varie allezze di rinterro sono riportati nella fig. $ dalla quale si pub rilevare che il rapporto K tra il peso effettivamente soppor- tato dal tubo © quello del volume di terra verti- calmente sovrastante & praticamente costante e pari a cirea 15. + Fsultati sperimentatt B83 g Cano misurato (Ko/m) i500 21000 24000! Fig 3. GEOTEGNIGA Le misure ripetute dopo qualche giorno dal rin- terro hanno dato peraltro valori pit elevati (K = 1,86) conseguenti all’assestamento del rilevato mentre un’ulteriore variabilita si & riscontrata per le condizioni atmosferiche: K aumenta durante l'inver- no ¢ con tempo umido e diminuisce durante Pestate e con tempo asciutto. Sperimentando su tubazioni interrate in trincea a pareti verticali sempre per tubi « rigidi » & stato os- servato che i coefficiente K aumenta col crescere B del rapporio =; nel caso di unaltez di rinterro B H = 38 m, K raggiunge il valore 1 per — = 1,80 € D tende quindi asintoticamente al valore 2 al crescere B B di ~; al di sopra di un certo valore di — (variabile D peraltro con Waltezza di rinterro H) si ricade prati- camente nel caso di rinterro indefinito: la larghezza B per cui cid accade viene chiamata «larghezza di transizione >, Con delle celle di misura sono state inoltre rile- vate le componenti radiali delle pressioni locali sul- Ie pareti del tubo. Per condotte rigide sotto rinterro trasversalmente indefinito & stato trovato che la pressione normale all’altezza del diametro orizzontale & praticamente " @ Pari alla pressone attiva Ho 1 tg (>——). 4 Le pressioni massime si hanno sulle generatrici appartenenti al piano diametrale verticale; le pres- sioni si mantengono pressoché costanti per una note- vole ampiezza angolare intorno alle generatrici pre~ dette, mentre alle estremiti dell'appoggio del tubo sul terreno in posto le pressioni sono praticamente nulle (fig. 4). ‘Nelle condotte flessibii i massimi ¢ i minimi risul- tano fortemente attenuati ¢ la pressione radiale ri- sulta sensibilmente uniforme su tutto lo sviluppo sal- vo sulla generatrice inferiore dove si ha un massimo (ig. 5), Per condotte rigide in trincea si & trovato che le pressioni variano con la larghezza della trincea a parit di diametro del tubo; per trincee molto lar- ghe si ritrovano gli stessi valori ottenuti per condotte sotto rinterro indefinito mentre per trincee strette i valori delle pressioni risultano notevolmente ridotti Manstow, utilizzando le ipatesi di calcolo dei silos sotto la spinta dei materiali pulverulenti contenuti, ha sviluppato una teoria per la determinazione del carico verticale che insiste su una tubazione inter- rata. Chiamando con f il coefficiente di attrito interno della terra di riporto, con fil coefficiente di attrito fra terra di riporto e terreno in posto, con k il rap- porto tra Ja pressione laterale e quella verticale se- condo la teoria di Rankine si ha GEOTECNICA —— _H=1,00 m aA H 310m Fis 4 a) per condotte in trincea B ad a) HO o2kr sempre deszescente a partire dal valore K = 1 per =o 4) per condotte sotto rinterro indefinito K=— HL x2kf HOW ro dD oD dove i segni superiori vanno assunti nel caso che le masse esterne di rilevato M tendano a sovraccayicare il tubo ed il segno inferiore nel caso che abbiano cffetto di sostegno sulla massa N (vedi fig. 16 ¢ no- ta 4); He é definita « altezza di egual assestamento » (height of equal settlement) oltre la quale non € pitt sentito T’effetto della presenza del tubo nella massa di terva e gli assestamenti del rilevato sono ovunque uniformi; Hy una funzione complessa della com- primibilita del terreno di riporto ¢ di quello di fon- dazione, nonché della rigidezza del tubo dalle quali dipende attraverso il coefficiente r chiamato dall’ Au- tore « settlement deflection ratio ». Tl valore di He pud essere ricavato dalla relazione 2) He He erry bakl = £ekfrp + 6) x con Ia convenzione sui segni gid detta e con p = — (lig. 6) che rappresenta il grado di sporgenza della condotta dal terreno in posto, + Fla. 6 Parallelamente alle esperienze condotte presso la Jowa Station e sulla base dei risultati qui acquisiti, Sono state intraprese altre esperienze da parte del” 136 TUniversita della Carolina del Nord e del Comitato degli Ingegneri Americani delle Ferrovie (Illinois). T risultati qui riportati sono stati ripresi dal lavoro Gi MR. Lazann gid citato [4]. 13. Presso Universita della Carolina del Nord sono stati sperimentati tubi metallici, tubi di calcestrazzo €.cilindri pienis Je misure sono state eseguite pog- siando il tubo sul piatto di una bilancia, Sotto rinterro trasversalmente indefinito sono stati ottenuti i seguenti risultat K = 1,26 per tubi metallici con tendenza a crescere alaumentare dell'altezza di ricoprimento (1.24 < K < 1,29) K = 1,49 per tubi di calcestrozzo praticamente co- stante per rinterri superiori a 1,50 m ,69 per cilindri pieni con tendenza a diminui- re al diminuire del diametro, Per analizaare Vinfluenza del letto di posa sono state provate delle condotte allettate sempre nel ter~ reno naturale ma,con la culla pit: o meno ampia. Tn conclusione & risultato che K aumenta col cre- scere della rigidezza del tubo ¢ col decrescere della profondita di allettamento e (fig. 6). Si richiama jl fatto che i carico pud aumentare con il tempo ed in conseguenza di particolari condi- zioni atmosferiche © poiché i valori di K riportati sono stati rilevati subito dopo il rinterro essi sono da_considerare come minimi, Prove prolungate su condotte in trincea hanno confermato le variazioni stagionali del valore di K gid rilevate da Marston. Nel grafico di fig. 7 sono stati riportati i valori di K in funzione del rapporto tra Paccorciamento fy del diametro verticale ed il diametro stesso, ad ulte- riore conferma dell'influenza della rigidezza della tubazione sul valore di K nelle tubazioni in trincea. _Misurando le pressioni locali_ in tubazioni sotto rintervo indefinito & risultato che il rapporto tra pres- sione misurata ¢ peso della terra sovrastante l'unita di_ superficie (pressione_« idrostatica »), che verra mato valore locale di K varia per la generatrice di sommiti da circa 1,51 + 142 per condotte rigide 2 0,85 + 0,58 per condatte molto flessibili mentre per Ie generatrici giacenti sul piano diametrale orizzon- fale varia da’ 0,60-+ 0,46 per condotte rigide a 1,18 + 0,97 per condotte molto Hessibili; tenendo presente che la prima cifra si riferisce a rinterri di circa 2 me la seconda di cirea 4 m, si pud osservare che per qualsiasi tipo di tubazione il valore locale di K diminuisce al crescere dell’altezza del rinterro. E anche di notevole interesse il fatto che le pres- sioni sulla sommita della condotta risultano maggiori nei tubi piti rigid) mentre alla maggiore deforma bilita dei tubi pid flessibili conseguono maggiori pressioni all'altezza del piano diametrale orizzontale. K= 1-4. I risultati delle esperienze del Comitato degli In- gegneri Americani delle Ferrovie (Illinois), riportati GROTECNICA 2 K 15 f 25} ° , 2 Mig. 7. in fig. 8, delle misure delle pressioni locali su con- dotte rigide ¢ flessibili sotto rinterro indefinito con- fermano qualitativamente i risultati delle esperienze precedenti, p< condotte fies condette rigide + 18, M. R. Lazar [5] ica Ia teoria di Marston, contestandone la validita per terre coerenti e pro- spettando la difficolt& di accertare il valore di quel- le granderze caratteristiche dei materiali richieste per I'applicazione pratica della teoria stessa. L’Autore ricava prima i valori ¢ la. distribuzione delle componenti verticali delle pressioni e quindi sulla base di questi e delle caratteristiche del tubo ¢ del terreno calcola 'allungamento del diametro orizzontale. In particolare nella prima fase, 'Autore assume le pressioni radiali risultanti dalle esperienze prece- denti; conoscendo inoltre la componente orizzontale delle pressioni in base all'ipotesi semplificativa che essa sia costante su tutti i punti della tubazione ¢ pari a quella che si ha allaltezza del diametro oriz- zontale ¢ immediata la deduzione della componente yerticale la quale risulta approssimativamente uni- forme sulla corda sottesa da un angolo variabile da 120° a 180° a seconda che la condotta sia pitt 0 meno rigida. Successivamente 1a deformazione del diametro orizzontale & calcolata tenendo conto delle compo- nenti orizzontali della pressione attiva e ricavandone la distribuzione nell'ipotesi che esse siano una fun- Hone, della componente orizzontale x degli sposta- menti dei punti appartenenti alla superficie esterna della tubazione po = f(x). L’Autore attribuisce a tale funzione forme diverse € con alcune notevoli semplificazioni ed approssima- vioni ricava V'allungamento del diametro orizzontale in funcione del carico verticale, delle caratteristiche del tubo € del terreno di rinterro. Si pud osservare peraltro che le difficoltA per at- tribuire un valore vicino alla realta ai coetficienti Figuardanti il terreno ¢ il suo costipamento non sembrano molto inferiori a quelle incontrate per la determinazione dei coefficienti necessari alle formu le di Marston. 16, La semplice teoria di Envept Beta [8] rappre- presenta uno dei primi tentativi di dare al problema una soluzione puramente teorica. Assumendo la pressione verticale p: come pressio- ne effettiva p agente in un punto della semicirconfe- renza superiore di un tubo interrato si avra H+ p=r| H+— (1—cosa) D () che avra due componenti una normale ed una tan- genziale alla superficie del tubo (fig. 9). Pe=pcosa pr=psena ®) La componente tangenziale pud essere trascurata poiché, sostiene l’Autore, non causa alcuna solleci- fazione nel tubo Bexa esegue quindi il calcolo dei momenti indotti nella tubazione nelle due seguenti condizioni di ap- poggio: Iungo la generatrice inferiore con reazione evidentemente verticale; su tutto il semitubo infe- tiore con reazioni radiali. L’Autore afferma che qualsiasi altra condizione di appoggio portera ad una distribuzione delle carat- teristiche di sollecitazione tra le due esaminate. 137 La teoria presenta indubbiamente il pregio di una estrema sempliciti ed a questo deve certamente un certo seguito che ha riscosso. Resta comunque assai difficile accettare che la componente tangenziale della pressione del terreno non provochi alcuna sollecitazione cid che equivale a supporre nullo V'attrito tra terreno e tubazione né sembra possibile, alla luce delle numerose esperienze sinora eseguite, non tener conto dei numerosi fattori che influenzano in maniera determinante il valore la distribuzione delle pressioni. 11. La teoria sviluppata da Otto Srotzexnurs [12 presenta una notevole analogia con quella di Br © per quanto storicamente precedente appare quale tun perfezionamento di questa sia per la migliore aderenza ai risultati sperimentali che per il fatto di tener conto del coefficiente di attrito interno del terreno, Supponendo ancora priva di effetto Pazione tan- genziale viene presa in considerazione unicamente quella radiale cui lAutore assegna per comodita di integrazione una forma sinusoidale (fig. 10): oe a peate([H+— (l—cosa) | co (6) 2 2 ‘esponente x si determina imponendo che all'al- tezza del piano diametrale orizzontale lap, sia eguale alla spinta attiva della terra D ° (H+ —) te? (— 2 4 2 Pray = 10 138 Fie 1 La py inoltre assume il valore di pew Oe pre = 0 per a= x (). Per la reazione di appoggio Srotzexpunc ammette la ripartizione uniforme sempre radiale su un settore i 60° di apertura. = tH per Ls, In una serie di articoli M. A. Gurreiy [6, 9, 12] espone i vari metodi di calcolo delle sollecitazioni che insorgono in una tubazione di calcestruzzo in- terrata in trincea a piccola profondita per effetto di sovraccarichi accidentali in transito con particolare riguardo alle tubazioni per fognature ‘A questo scopo, data anche la minore importanza relativa della pressione dovuta al riempimento ri- apetto ai sovraccarichi PAutore assume per qualsiasi terreno ¢ larghezza di trincea i valori di K che si ottengono dalla curva sperimentale del CurRAt. ri- Serita all'argilla, 19. Notevole interesse presentano gli studi effettuati dal Vortary [7] che ha tentato per via analitica la ea delle pressioni agenti sulle opere interrat sviluppando dalla teoria della meccanica delle terre una serie di indagini su alcuni schemi di opere interrate. Si riferisce in questa sede sulle conclusion’ che interessano particolarmente le tubazioni interrate omettendo gli sviluppi analitici e trascurando per ne- cessaria brevith di trattazione, alcuni risultati now conclusivi 0 di non immediata’applicazione. Fondamentale é la distinzione che Autore pone (fet ln py dovrebbe avere sscund lo Srouzenauxe valore mllo nel puso in cut In tangene forma, con Forezon. {ale Tangulo ® clot per a= 5—9 Ladoaione della (0) per: sls content aotevlsempliasin! -ealclo eon ua tore Draticamente trascurabile GEOTECNICA nei riguardi del rapporto tra deformabilita del ter- reno ¢ deformabilita dell'opera: 1) Esse sono uguali; in tal caso non si hanno modificazioni del campo di forze nel terreno ed al- Yopera si trasmettono quelle azioni che si avrebbero se il volume dell’opera fosse occupato dal terreno. E lecito in questo caso calcolare le pressioni esi- stenti sull'opera senza tener conto della presenza di questa, 2) Esse sono diverse; si ha una modifica del campo di forze in dipendenza della discontinuita rappresentata dall’opera stessa verso la quale le linee di forza si diradano o si concentrano a seconda che essa risulti pitt o meno deformabile del terreno cir- costante. Non sara pit possibile in tal caso prescindere dalle caratteristiche dell’opera nel calcolo delle pressioni agenti su di essa, Lo studio del Vortmy si sviluppa in gran parte nella ricerca dei, carichi verticali trasmessi ad una superficie piana interrata dal prisma di terreno so- vrastante; studio al quale conviene accennare data Vimmediata applicazione che esso trova al caso par- ticolare delle tubazioni. Tl prisma di terreno che insiste sulla superficie S posta a profonditi Hi & delimitato lateralmente di piani di scorrimento formanti con la verticale l'an- golo B () (vedi fig. 11). Nel caso quindi di rinterro indefinito cui si rife- risce lo schema suddetto il carico totale P agente sulla superficie $ assume nei vati casi i seguenti valoris &) Langolo.B dipende dalle carstteistiche del, terreno, dalle larghelea dha aperie 8 dalla sn «smmersone 1. xe a 2 pr valor i @ compres tm 80" © 40" Ja aun tangents vale Tl suo massimo valore per H= = dato da 8 GEOTECNICA A) per B> 0 ¥ P=yBH (I-———_)) 6) B —+te8 H B B) per O > tgB > ——— oH 139 Ja ricerca del carico gravante sulla superficie di fon do di_una trincea: ‘con riferimento alle notazioni della fig. 11, tenendo presente che B rappresenta in questo caso l’angolo formato dalle sponde della trin- cea con la verticale e assumendo l'angolo di attri tra terreno in posto e terreno di riporto o” uguale a @ angola di attrito interno del terreno di riporto, posto w = ¥ cig, la pressione supposta uniforme- mente ripartita assume i seguenti valor A) Per materiali di riempimento compress pene ee Bete B =r [+= (te6—%) 9) So B 22) A oH B +] +— way —1 1% (13) C) per tg <——— ( 5 ie BY us (13) 2H ea B) per materiali di “empiment incompressibili Bet B B _ + |-——= + (1 + —atg 8) ¥ (10) 2(o—1) aH 4H oH 5 dove W @ dato dalla funzione [-« + Fe-| =! Dr (is) ya Len cos 28) (te + te 8) Per @ = 30° nel grafico di fig. 13 sono riportati 1 — U1) gti andamenti dei valori di Me G) nel caso pit frequente di pareti verticali (@ = O) Fiportata nel grafico di fig. 12 per materiali di viempimento qualsiasi ve 1 J 5 Fe y a l—s Te ! + ¢ H os * 2 : st | | Ae ‘3 “Sp 20 70 Go eo a0 WO ZOO FO BaD A EO GD 70 80 TG Fig. 2. Nel caso di spinta passiva si ha unico valore H D) P= nBH (+5 tee) (2) Parallelamente al caso trattato I'Autore sviluppa M0 D) sempre nel caso C) il massimo valore di p per spinta passiva risulta ¥H— (16) Passando a considerare in particolare le tubazioni si pud osservare che le formule surriportate, sempre nel caso di eguale deformabilita del tubo ¢ del ter~ reno, mantengono la loro validita assumendo come goperficiecanienta quella piana tangente al tubo eul ja. sua sommita. Nel caso di rinterro indefinito, con la limitazione che Valtezza di rinterro non_superi il diametro della tubazione non sono necessarie particolari ipotesi sul- Ja deformabilita per definire le pressioni agenti sulla superficie del tubo; in tal caso viene applicata Ia teoria dell’equilibrio interno delle terre trascurando la presenza del tubo. Assumendo l'origine delle a nella sezione inferiore per — 1 Aumentando la larghezza della trincea rispetto al diametro del tubo (trincee larghe B > D) le condi- ioni della tubazione si allontanano’ evidentemente da quelle de! tubo in trincea per avvicinarsi a quelle del tubo sotto rinterro indefinito che vengono rag- H funte per valori di = tanto pit) alti quanto mag- H giore é il rapporto — B Nel caso di tubazioni disposte entro materiale in- tcramente di riporto, mancano notizie di ricerche sperimentali, anche per lo scarso interesse che esse presentano nelle applicazioni pratiche in cui questa disposizione, per vecchia esperienza, viene, quando possibile, evitata 3) Fattori dipendenti dal tipo di terreno di rinterro Non si ha notizia di, ricerche condotte sistemati- camente per indagare l'influenza del tipo di terreno sull'entita ¢ sulla distribuzione delle pressioni sulla tubazione. I risultati delle poche esperienze effettuate ‘oltre appaiono in notevole contrasto fra loro. Sem- bra comunque accertato che materiali di tipo argi logo diano Iuogo per una tubazione in trincea a dei valori_ del cocificiente K mediamente pit alti dei materiali granular Vi @ inolire da osservare che nelle teorie che ten- gono conto delle caratteristiche meccaniche dei ter- reni questi vengono caratterizzati tutt’al pit dal peso di volume 7: € dall'angolo di attrito @ mentre viene () Bevidente che se la Messbilita del tubo fosse tale da dare, sotto il carico del silevato N, un abbassamento uguale @ maggiore i quello dello strato di sinfianco 8, #1 aveebbe KZ. Questo € peraltro assai dificle tenendo conto dell'el= fetto di sostegno laterale che riduce notevolmente le freece verticali anche nelle condotte pid) esibil. GEOTECNICA sistematicamente ignorata la coesione, fatto che non sempre si risolve a favore della stabilita se si pensa ad esempio alle coazioni che possono svilupparsi € mantenersi nei terreni coesivi a causa del costipa- mento meccanico. 4) Fattori dipendenti dalle caratteristiche dell’ap- poggio La grande influenza della forma ¢ del materiale deli’appoggio sulla resistenza delle tubazioni interra- te ¢ stata dimostrata ampiamente da Marsrow che ha rilevato come una diversa modalita di allettamento possa pith che raddoppiare il carico di rottura di una condotta. Naturalmente tale influenza varia anche col tipo di tubazione ed & maggiormente sentita nelle tuba- ioni rigide. Tl tipo del’allettamento ¢ la sua rigidezza agisco- no da una parte direttamente sulle reazioni di ap- poggio influenzandone il grado di concentrazione (angolo del settore di appoggio), 12 direzione (verti- cale, radiale, ecc.) ¢ la distribuzione (uniforme sulla corda o sull’arco di appoggio, comunque variabile) dall’altra indirettamente sulla distribuzione delle pressioni attive sul tubo. 5) Fattori dipendenti dal costipamento, dal tempo dalle condizioni atmosferiche Molto vaghe sono le notizie sul costipamento al quale gli Autori concordano nell'attribuire grande importanza senza peraltro giungere a conclusioni ‘quantitative dissentendo inoltre sul tipo di tubazione che maggiormente pud risentire di una costipazione spinta. Il costipamento oltre a influire sulla densita quindi sul peso di volume de! materiale pud provo- care delle pressioni assai elevate sui tubi. interrati in trincea. Sotto la forza costipante il tubo si deforma c alla sua tendenza a riacquistare la forma origi- naria si oppone il rinterro sovrastante con una forza, i gran lunga superiore al suo peso, dovuta alla forte pressione del rinterro costipato che esalta la resi- stenza allo scorrimento lungo le pareti della trincea. E comungue accertato che, mentre da un normale uso del costipamento del terreno di rinfianco la tubazione trae un indubbio beneficio per T'azione di sostegno che ne deriva, ogni eccesso assume parti- colare pericolosit& poiché pud esaltare fortemente le sollecitazioni durante la posa in opera. Liinfluenza del tempo si risolve in un aumento della densiti, per assestamento del materiale © nel rilascio di alcuni stati di coazione nel terreno di riporto con conseguente aumento del carico sulla tubazione Gli agenti_atmosferici ¢ particolarmente le_alter- nanze di umidith si riflettono in sensibili variazioni del carico con periodicit’ stagionale. 6) Sollecitazioni dovute a stati transitori Durante loperazione di rinterro la tubazione sara soggetta a carichi variabili col progredire del_rin- terro stesso. Generalmente queste situazioni inter- GEOTEGNICA Iedie non portano a sollecitazoni superiri a quelle finali ‘Non va peraltro trascurata la situazione partico- lare in cui viene a trovarsi il tubo quando il rinterro non ha ancora raggiunto la sommita 0 comunque la risultante delle componenti orizzontali delle pressioni & prevalente rispetto ai carichi vertical In questo caso evidentemente si ha una inversione nella distribuzione delle sollecitazioni {il tubo si deforma nel senso di allungare il diametro verticale) non sempre trascurabile in tubazioni di grande dia- metro in cemento armato a cui armatura & normal- mente disposta in base alle sollecitazioni che si rag- giungono nella situazione finale. Parte 1 Si vuole in questa terza parte dare un indirizzo di carattere pratico per il calcolo delle sollecitazioni indotte in una tubazione dalla pressione delle terre ¢ dalle reazioni di appoggio; tale indirizzo @ fondato su un'opportuna scelta, per le diverse caratleristiche dei tubi ¢ delle condizioni di posa di quei criteri metodi precedentemente esposti che uniscono la maggior chiarezza teorica ¢ controll sperimentale ad una notevole semplicita ed immediatezza di im- piego. alle difficolta, cui si & gid accennato nella se- conda parte, che si incontrano per lo sviluppo di una soluzione teorica consegue evidentemente Pimpossi- Diliti dina trattazione unitaria del problema; la esposizione che segue non potra quindi che riferirsi a situazioni schematiche trattate indipendentemente Tuna dall’altra suggerendo caso per caso quel proce- dimento i cui risultati sono sembrati maggiormente aderenti alle condizioni reali. 1) Tubi rigid Appartengono a questa classe tutte quelle tuba- zione (calcestruzzo armato 0 non armato, cemento- amianto, ghisa, ecc.) che per gli elevati rapporti tra spessore © diametro possono essere considerate inde- formabili nei riguardi dei loro rapporti col terreno circostante. Si possono distinguere due classi di A) in trincea; B) trasversalmente indefini rilevato).. Secondo il procedimento di norma adottato negli Stati Uniti al calcolo della tubazione precede l'ac- certamento dell'influenza delle condizioni di posa delle quali viene tenuto conto a mezzo di un « fat- tore di carico » (Load Factor) determinato sperimen- talmente ¢ tabellato per le varie situazioni della pra- fica; ess0 ¢ dato dal rapporto tra il carico di fessu- razione del tubo caricato sull’arco superiore a mezzo della scatola di sabbia della prova S.B. ¢ posato inferiormente con le modalit da esaminare, ed il garico di fessurazione: della prova «three point earing ». interro: (in pratica sotto Ms H Noto il rapporto — ed il tipo di terreno si ricava, B utilizzando i risultati delle esperienze di Marston, il carico verticale agente sulla tubazione; si dovrd infine controllare che questo non sia superiore al ‘massimo carico verticale ammissibile per la tuba~ ione scelta ottenuto moltiplicando il carico di fes- surazione della prova « three point bearing », che una caratteristica di fabbricazione del tubo, per i « fattore di carico » che compete alle specifiche con- dizioni di posa, Poiché in Italia la prova « three point bearing » non @ di uso corrente nt le tubazioni sono soguette a quelle rigorose classificazioni che negli U.S.A. permettono di conoscere esattamente le caratteristi- che delle varie tubazioni in commercio; poiché spes- so infine per tubazioni di grande importanza & ne- cessaria una progettazione specifica, si pensato di portare gli effetti delle diverse modalita di posa a diverse distribuzioni, delle pression. E stato calcolato il massimo momento flettente dotto nella tubazione da due carichi concentrati us tari agenti sul diametro verticale (schematizzando in questa disposizione la prova « three point bearing »); sono state quindi ricercate per tentativi le varie di- stribuzioni delle pression generanti lo stesso massi- mo momento fiettente diviso per i vari fattori di carico ('). La conoscenza della distribuzione delle pressioni & evidentemente necessaria nelle tubazioni in cemento armato per Tesatta disposizione delle armature ma pud avere notevole importanza anche nelle tubazio- ni omogence quando siano da sommare le sollecit ioni dovute a diverse azioni estemne. A) Tubi rigidi in trincea Nella fig. 18 sono riportate insieme ad aleune mo- dalit& tipiche di allettamento le distribuzioni delle reazioni corrispondenti. Il carico totale agente sulla tubazione sari dato da P=KyBy i valore di K pud ricavarsi dal grafico di fig. 17. 11 calcolo delle sollecitazioni potra quindi essere eseguito considerando la tubazione caricata superior- mente su un arco di 90° dalla pressione verticale uniforme pe ed inferiormente dalla 7 Dsen— 4 pressione q definita di volta in volta in fig. 18 dove G rappresenta il peso del tubo e dell’acqua in esso contenula. B) Tubi rigidi sotto rinterro trasversalmente inde- finito In questo caso non & possibile prescindere Ualla presenza delle pressioni laterali del cui effetto & te- (Il procedimento presuppone alcune ipotesi ¢ appros rmazioni tra Te quali 8 importante porre in tiievo Passunzio del momento fettente come unico ‘er i scurando il contribute delle altre a M6 GEOTEGNICA His G eh $ 14 a2 : n am i BL ia 3 |} ll £ Hy eee EEE Fie 1. nuto conto nella teoria originale di Maxsrow nel va~ lore del « fattore di carico »; l'introduzione peraltro di altre variabili («settlement ratio», « projection ratio», ccc) richiederebbe, per la valutazione del «fattore di carico » attraverso la distribuzione delle pressioni, una serie di ipotesi tale da togliere ogni significato al tentativo di continuare a riferirsi ai risultati delle esperienze di Maxsron. In via approssimata, per una tubazione sotto un alto spessore di rinterro, per cui sia trascurabile i peso proprio ¢ quello dell’acqua contenuta, posto D. 1—seng con K po=KyHepen (+ 2 1 +seno uguale mediamente a 1,5, la distribuzione delle pres- sioni normali sulla tubazione potra essere assunta (assumendo Morigine delle « nella sezione inferiore) cos2a per—

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