Sei sulla pagina 1di 5

Rifiuti

Gestione

Listituto della confisca


nella mala gestione dei rifiuti
(nota a Cass. pen. n. 22236/2010)
3 Monica Taina
La massima
Cassazione penale, sez. III, 11 giugno 2010, n. 22236
Puo` essere disposta la confisca dellarea su cui e` stata realizzata la discarica abusiva in quanto essa sia di proprieta` (e
non meramente appartenente) dellautore o del compartecipe del reato.

Il commento
Uno degli aspetti maggiormente rilevanti dellapparato
sanzionatorio della gestione rifiuti - peraltro mai mutato
negli anni e nelle riforme - e` rappresentato dalla previsione di uno strumento dalla notevole efficacia deterrente
verso chi commette determinati illeciti: la confisca definitiva dei beni (quale appunto il terreno su cui e` realizzata
la discarica abusiva o il mezzo di trasporto utilizzato) di
proprieta` del reo.
Trattasi di una misura di sicurezza di carattere patrimoniale (a parere di chi scrive proprio per questo particolarmente efficace) che tende a prevenire la commissione di
nuovi reati mediante lespropriazione (a favore dello Stato) di cose che, provenendo da fatti illeciti penali o in altra
guisa collegandosi alla loro esecuzione, manterrebbero
viva lidea e lattrattiva del reato.
Ha per oggetto le cose che servirono o furono destinate
a commettere il reato ma anche quelle che ne sono il
prodotto o il profitto.
La confisca di regola e` facoltativa ma il codice penale
prevede alcuni casi in cui e` obbligatoria: ad esempio ex
art. 446 rispetto alle cose che costituiscono il prezzo del
reato (lutilita` economica ricavata per commetterlo) e le
cose la cui fabbricazione, detenzione o alienazione costituisce reato, anche se non e` stata pronunciata condanna
(es., moneta falsa, armi di ogni tipo ecc.).
La confisca non puo` pero` pregiudicare gli interessi legittimi di persone estranee al reato, e, percio`, per regola
generale non sono confiscabili le cose che appartengono a terzi o siano ad essi lecitamente pervenute anche dopo la commissione del reato.

E proprio su questo punto formula le sue precisazioni ancora una volta (1) - la Corte di Cassazione qui in commento.
Nel campo specifico della gestione rifiuti, la confisca e`
misura di sicurezza contemplata in almeno tre ipotesi, e
poi de relato in una quarta.

Il caso di specie
Lart. 256, comma 3, D.Lgs. n. 152/2006 sanziona lillecito della realizzazione o gestione della cd. discarica
abusiva, ovvero della discarica effettuata e gestita in
assenza dellautorizzazione prescritta dalla legge, prevedendo un regime particolarmente gravoso per il reo ovvero larresto da 6 mesi a 2 anni e ammenda da 2.600 E a
26.000 E - peraltro, si assiste ad un aggravio degli importi
sanzionatori - arresto da 1 a 3 anni e ammenda da 5.200
E a 52.000 E - laddove la discarica sia destinata, seppur in
parte, ad accogliere rifiuti pericolosi, al quale si affianca la
confisca dellarea sulla quale e` realizzata la discarica, sia
in caso di condanna ordinaria, sia in caso di patteggiamento, qualora larea sia di proprieta` dellautore o del

Note:
3 Studio Stefano Maglia - Consulenze Legali Ambientali.
(1) In tal senso si segnalano infatti:
Cass. pen., sez. III, sentenza 29 maggio 2007, n. 21120, Coppola ed altro;
Cass. pen., sez. III sentenza del 16 febbraio 2009, n. 6564 Anatriello a che
risulti, inedite. Oltre alla recentissima Cass. pen., sez. III sentenza del 20
settembre 2010, n. 33916.

AMBIENTE & SVILUPPO


11/2010

881

Rifiuti
Gestione

compartecipe del reato. Costoro, quindi, vengono spogliati della materiale disponibilita` del terreno, con conseguenti gravi danni per le loro attivita` economiche (2).
Il tenore letterale della norma (3) non lascia dubbi sul
fatto che si tratti di confisca a carattere obbligatorio,
la cui previsione consente lapplicazione della misura
cautelare reale del sequestro preventivo fin dallaccertamento del reato (4) (5).
Peraltro si deve notare che con riferimento alla confisca
dellarea adibita a discarica la Corte di Cassazione, nella
pronuncia n. 44279/2007 preciso` la non operativita` del
divieto di restituzione ex art. 324, comma 7 del cod.
proc. pen., poiche esso si riferisce testualmente alle cose soggette a confisca obbligatoria, ai sensi dellart. 240,
comma 2 del cod. pen., mentre lart. 256 comma 3,
D.Lgs. n. 152/2006 stabilisce lobbligo di confisca esclusivamente a seguito di sentenza di condanna o applicazione della pena su richiesta (6).
Vengono fatti salvi, indipendentemente dalla confisca, gli
obblighi di ripristino e bonifica dello stato dei luoghi comunque incombenti sui responsabili.

Il traffico illecito di rifiuti


Il secondo caso di confisca riguarda il traffico illecito di
rifiuti, sanzionato dallart. 259.
La norma prevede che
chiunque effettua una spedizione di rifiuti costituente traffico illecito ai sensi dellarticolo 26 del regolamento (CEE) 18 febbraio 1993, n. 259, o effettua una
spedizione di rifiuti elencati nellAllegato II del citato
regolamento in violazione dellarticolo 1, comma 3,
lettere a), b), c) e d), del regolamento stesso e` punito
con la pena dellammenda da millecinquecentocinquanta euro a ventiseimila euro e con larresto fino a
due anni. La pena e` aumentata in caso di spedizione di
rifiuti pericolosi.
Alla sentenza di condanna, o a quella emessa ai sensi
dellarticolo 444 del codice di procedura penale, per i
reati relativi al traffico illecito di cui al comma 1 o al
trasporto illecito di cui agli articoli 256 e 258, comma
4, consegue obbligatoriamente la confisca del mezzo
di trasporto.
Sono sanzionate due condotte: il traffico illecito di rifiuti e la spedizione di rifiuti destinati al recupero in
violazione di talune disposizioni. La fattispecie criminosa ricorre qualora si proceda a spedizioni di rifiuti senza
che la notifica sia stata inviata a tutte le autorita` competenti interessate in conformita` alle disposizioni del Regolamento comunitario; ovvero quando la spedizione sia
effettuata senza il consenso delle autorita` competenti
interessate o effettuata con il consenso di tali autorita`
ottenuto, pero`, soltanto grazie a falsificazioni, false dichiarazioni o frode; ovvero quando la spedizione sia ca-

rente nel documento di accompagnamento in modo da


determinare uno smaltimento o recupero in violazione di
norme comunitarie o internazionali; oppure, infine, quan-

Note:
(2) Sul punto, la gia` citata sentenza di Cassazione penale 21120/2007 si
esprimeva nei seguenti termini:
secondo cui ai sensi dellart. 256, c. 3, D.Lgs. 152/2006, nel caso di accertata realizzazione e/o gestione di una discarica abusiva, alla sentenza
di condanna o alla decisione emessa ai sensi dellart. 444 cod. proc. pen.,
consegue la confisca dellarea sulla quale e` realizzata la discarica, se di
proprieta` dellautore o del compartecipe al reato, e tale confisca deve
ritenersi obbligatoria per legge. La confisca dellarea sulla quale la discarica insiste va disposta anche nel caso in cui la stessa appartenga ad una
societa`, posto che le conseguenze patrimoniali dellattivita` illecita ricadono sullente esponenziale in nome e per conto del quale gli organi
hanno agito, salvo che si dimostri che limputato abbia agito di propria
esclusiva iniziativa; anche Cass. pen. sez. III, sentenza n. 44279 del 28
novembre 2007, afferma che seppur lart. 256, comma 3, del D.Lgs. n.
152/2006 stabilisce lobbligo di confisca dellarea adibita a discarica
abusiva esclusivamente quale conseguenza di una sentenza di condanna
o di applicazione della pena ex art. 444 cod. proc. pen., la fattispecie di
una discarica, se debitamente autorizzata, non costituisce reato e, peraltro, la restituzione dellarea su cui la discarica e` stata realizzata alla persona indagata non determina di per se la prosecuzione dellattivita` criminosa, configurandosi questultima solo quale conseguenza della ripresa dellattivita` illecita di smaltimento dei rifiuti nella medesima area,
pericolo la cui prevenzione deve essere realizzata mediante la diversa
misura del sequestro preventivo.
(3) Si veda art. 256, comma 3: Alla sentenza di condanna o alla sentenza
emessa ai sensi dellarticolo 444 del codice di procedura penale, consegue
la confisca dellarea...
(4) Invero sul punto in dottrina si veda:
S. Beltrame in questa Rivista 2003, 3, pag. 28, che pur propendendo per
lobbligatorieta` della confisca evidenzia come nel caso previsto dallart.
53, D.Lgs. n. 22/1997, ora 259 secondo comma D.Lgs. n. 152/2006 il legislatore abbia espressamente indicato come obbligatoria la confisca del
mezzo di trasporto diversamente da quanto avvenuto con riferimento
alla discarica abusiva, ma lautrice ritiene tuttavia determinante il dato
letterale.
Propendono per lobbligatorieta` anche:
L. Ramacci, in Diritto penale dellambiente, Cedam, Gruppo Wolters Kluwer, 2009, pag. 331;
(5) Le pronunce giurisprudenziali hanno pero` chiarito che in caso di decreto
penale di condanna non si applica la misura della confisca. Si veda:
Cass. pen. sez. III, sentenza n. 26548 del 2 luglio 2008, affermava: E`
esclusa lapplicazione della misura di sicurezza patrimoniale obbligatoria
della confisca ancorche il procedimento penale per il reato di cui dallart.
256, comma terzo del D.Lgs. n. 152/2006, venga definito mediante decreto penale di condanna; infatti, il D.Lgs. menzionato, non contempla il decreto penale di condanna tra i provvedimenti cui consegue la confisca
obbligatoria dellaria adibita a discarica abusiva, ma solo la sentenza di
condanna o di applicazione della pena ai sensi dellart. 444 cod. proc.
pen.;
confermata dalla piu` recente pronuncia:
Cass. pen. sez. III, n. 24659 del 15 giugno 2009: La confisca obbligatoria,
per il caso di emissione di sentenza di condanna o di patteggiamento, dellarea adibita a discarica abusiva (art. 256, comma terzo, D.Lgs. 3 aprile
2006, n. 152), se di proprieta` dellautore o del compartecipe al reato,
non puo` essere disposta con il decreto penale di condanna.
(6) Si veda sul punto:
Cass. pen. sez. III, sentenza n. 44279 del 28 novembre 2007, citata da L.
Ramacci op. sopra citata.

AMBIENTE & SVILUPPO

882

11/2010

Rifiuti
Gestione

do la spedizione sia contraria alle norme sulle importazioni ed esportazioni di rifiuti allinterno degli Stati membri.
Anche in questo caso il Legislatore ha reso obbligatoria,
eliminando cos` la discrezionalita` del giudice, la confisca
dei mezzi di trasporto, ovvero di quelle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato, e sul
punto si trova, gia` in anni precedenti, abbondante giurisprudenza (7). Alcune sottolineature particolari sono presenti pero` nelle piu` recenti pronunce:
secondo Cass. pen., sez. III, 12 dicembre 2008, n.
46102 (8)
Per evitare la confisca obbligatoria del mezzo di trasporto sul terzo estraneo al reato cioe` colui che non ha
partecipato alla commissione del medesimo ne ai relativi profitti, incombe lonere di provare la sua buona
fede, oppure che era alloscuro delluso illecito del
mezzo e che il reato non e` collegabile ad un suo negligente;
per Cass. pen., sez. III, 11 marzo 2009, n. 10710 inoltre:
In tema di gestione dei rifiuti, anche a seguito dellintervenuta autorizzazione al trasporto degli stessi,
non puo` essere disposta la restituzione del mezzo
adibito al trasporto illecito di rifiuti che sia stato oggetto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, in
quanto il sequestro preventivo delle cose di cui e`
consentita la confisca si giustifica non per la pericolosita` intrinseca della cosa, ma per la funzione general
preventiva e dissuasiva attribuitale dal legislatore,
inoltre Cass. pen., sez. III, 20 aprile 2010, n. 15105,
sostiene:
Fatta salva lipotesi del terzo in buona fede proprietario del veicolo, la confisca del mezzo utilizzato per il
trasporto non autorizzato di rifiuti si giustifica non solo
con lesigenza di prevenire la commissione dulteriori
reati, ma anche con la finalita` di assicurare la futura
confisca (fattispecie relativa al reato di cui allart. 260
del D.Lgs. 152/2006,
ed infine Cass. pen., sez. III, 9 giugno 2010, n. 22026,
secondo cui:
In tema di gestione di rifiuti, in caso di trasporto non
autorizzato, il terzo proprietario del mezzo adoperato
per il trasporto, estraneo alla commissione del reato,
per evitare la confisca ed ottenere la restituzione del
mezzo deve provare la sua buona fede, ovvero di non
essere stato a conoscenza delluso illecito o che tale
uso non era collegabile ad un proprio comportamento
negligente.
Proprio lart. 259, al suo secondo comma rimanda alla
terza norma di riferimento per la confisca, ovvero lart.
258 comma 4.
Lart. 258 disciplina lapparato sanzionatorio connesso
alle violazioni in materia di adempimenti documentali
(Mud, registri e Fir).
Il comma 4 in particolare richiama direttamente lart. 193

allo scopo di ricordare lobbligo sancito in quella sede di


accompagnare ogni trasporto di rifiuti con il formulario di
identificazione; le condotte sanzionate sono il mancato
utilizzo del formulario durante il trasporto, il suo utilizzo
con lindicazione di dati incompleti o inesatti, parimenti
punite con una sanzione amministrativa pecuniaria da
1.600 E a 9.300 E, mentre nel caso in cui si tratti di rifiuti
pericolosi si applica la sanzione penale di cui allart. 483
cod. pen. (falsita` ideologica commessa dal privato in atto
pubblico - fino a 2 anni di reclusione).
Cio` significa che la confisca del mezzo di trasporto e` da
ritenersi applicabile anche alle ipotesi di illecito trasporto
sanzionate non solo penalmente ma anche amministra-

Note:
(7) Gia` Cass. pen. sez. III, n. 23945 del 30 maggio 2003, affermava che in
tema di trasporto illecito di rifiuti e` legittimo il sequestro preventivo dei
mezzi utilizzati, con finalizzazione al provvedimento di confisca degli stessi,
ma non degli ulteriori strumenti di lavoro (quali pale meccaniche ed escavatori) che non abbiano la qualita` di mezzi di trasporto, non essendo consentita una interpretazione in malam partem della previsione normativa
che prevede lobbligatorieta` della confisca dei mezzi in caso di condanna
per trasporto illecito di rifiuti.
Daltro canto, per Cass. III pen. n. 16564 del 23 aprile 2001, in tema di sequestro probatorio avente ad oggetto un mezzo di trasporto appartenente allAmministrazione comunale, non e` applicabile listituto della confisca obbligatoria
previsto dallart. 53, comma 2, del D.Lgs. n. 22/97 (avuto riguardo alla natura
del bene appartenente al patrimonio indisponibile dellente territoriale di cui
fanno parte anche i beni destinati al pubblico servizio - art. 826 cod. civ.),
per cui consegue lincompatibilita` di detta confisca obbligatoria con la destinazione pubblica del bene e la necessita` di disporne la restituzione di questultimo al Comune. Peraltro, si rammenta che la confisca non puo` essere disposta
se la cosa appartiene a persona estranea al reato, ovvero a colui che in nessun
modo ha partecipato alla commissione dello stesso o ai profitti che ne sono
derivati, mentre, sempre in materia di traffico illecito di rifiuti, la misura della
confisca puo` essere rivolta anche ad una persona giuridica: infatti, ove una
attivita` illecita venga posta in essere da un soggetto collettivo, attraverso i suoi
organi rappresentativi, a costoro fara` capo la responsabilita` penale per i singoli
atti delittuosi, ma ogni altra conseguenza patrimoniale non puo` che ricadere
sullente societario, in nome e per conto del quale la persona fisica abbia agito
(Cass. III pen. n. 15965 del 10 maggio 2006). Si segnala che secondo la piu`
recente Cass. pen. sez. III n. 23081 del 10 giugno 2008, la confisca prevista
dallart. 259 D.Lgs. n. 152/2006 non configura unipotesi di confisca obbligatoria, in quanto la norma prevede espressamente che solo alla sentenza di
condanna o a quella emessa ai sensi dellart. 444 del codice di procedura penale... consegue obbligatoriamente la confisca del mezzo di trasporto.
La sentenza di condanna (ovvero la sentenza di patteggiamento, ad essa
equiparata) costituisce, pertanto, il presupposto per lapplicabilita` della misura
di sicurezza patrimoniale, con la conseguenza che non e` possibile disporre la
confisca, ove, sia intervenuta una sentenza di proscioglimento per estinzione
del reato. Invece, a parere di Cass. III pen. n. 4545 del 29 gennaio 2008, anche
qualora non si versi nei presupposti della sentenza di condanna o di patteggiamento, la confisca del mezzo di trasporto usato per il reato rientra nelle
ipotesi di confisca facoltativa prevista dal c. 1 dellart. 240 cod. pen. infatti,
anche nel rito monitorio il giudice ha il dovere di disporre la confisca ogni
volta che sia obbligatoria o ai sensi dellart. 240, comma 2, cod. pen. o ai sensi
delle leggi speciali.
(8) Si veda:
sentenza pubblicata in Rifiuti, bollettino informazione normativa n. 165, 8
settembre 2009, pag. 25.

AMBIENTE & SVILUPPO


11/2010

883

Rifiuti
Gestione

tivamente, posto che il richiamo alla norma (art. 256) e`


integrale (9). Questo orientamento e` confermato da diverse pronunce di Cassazione: gia` Cass. pen., sez. III, 22
dicembre 2006, n. 42227 prevedeva che:
In tema di gestione dei rifiuti, anche dopo la entrata in
vigore del D.Lgs. 3 aprile 2006 n. 152, in caso di condanna per il reato di raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio ed intermediazione dei rifiuti in difetto di autorizzazione, di cui allart. 256 del citato decreto n. 152, va disposta la confisca del mezzo di trasporto ex art. 259, comma secondo, stesso decreto,
orientamento confermato da Cass. pen., sez. III, 30 gennaio 2008 n. 4746 e da Cass. pen., sez. III, 29 gennaio
2008 n. 4545, di cui piu` oltre si dira` nel dettaglio, oltre
Cass. pen., sez. III, 6 novembre 2008 n. 41329 ed alla
piu` recente Cass. pen., sez. III, 17 settembre 2009 n.
36063.

di decreto di recepimento della Direttiva rifiuti (Direttiva


n. 98/2008/Ce) che apportera` le modifiche alla Parte IV
del D.Lgs. n. 152/2006, rispetto alle misure sanzionatorie
prevede linserimento di due nuovi articoli: il 260 bis concernente il sistema informatico di controllo della tracciabilita` dei rifiuti (SISTRI) e il 260 ter rubricato sanzioni
amministrative accessorie e confisca.
A seguito dellaccertamento di violazioni del sistema informatico d tracciabilita` dei rifiuti e` prevista lapplicazione
della sanzione accessoria del fermo amministrativo del
veicolo utilizzato per lattivita` di trasporto per un anno, ma
in caso di trasporto non autorizzato di rifiuti pericolosi,
precisa la norma,
... e` sempre disposta la confisca del veicolo e di qualunque altro mezzo utilizzato per il trasporto del rifiuto ai
sensi dellart. 240 secondo comma del cod. pen., salvo
che gli stessi appartengano non fittiziamente a persona
estranea al reato.

Attivita` organizzate per il traffico illecito


di rifiuti
Posta dunque senza ombra di dubbio lobbligatorieta` della confisca nel caso del traffico illecito di rifiuti sarebbe
stata conseguenza logica prevederla anche nellipotesi
sanzionata dallart. 260, ovvero per il reato di attivita` organizzate per il traffico illecito di rifiuti.
La misura cautelare della confisca del mezzo di trasporto
invece non viene espressamente prevista dalla norma,
ma cio` semplicemente perche il delitto non presuppone
necessariamente luso di un mezzo di trasporto, in quanto puo` essere compiuto anche mediante attivita` diverse
dal trasporto di rifiuti, come ad esempio per mezzo di
unattivita` dintermediazione o commercio, tuttavia, si
deve ritenere che qualora esso venga commesso anche
mediante il trasporto, la confisca del mezzo diventi automaticamente obbligatoria; anche perche tale misura di
sicurezza e` espressamente prevista dallart. 259, il quale
contiene un riferimento esplicito a tutte le ipotesi di cui
allarticolo 256, compresa quella del trasporto, senza
operare alcuna distinzione in merito allattivita` di gestione
illecita per la quale i rifiuti sono trasportati.
Da cio` discende che la confisca del mezzo va disposta,
non solo nelle ipotesi di trasporto illecito di rifiuti di cui
allarticolo 256, di trasporto di rifiuti senza formulario o
con formulario con dati incompleti o inesatti ovvero con
uso di certificato falso durante il trasporto, ma anche per
le attivita` organizzate per il traffico illecito dei rifiuti allorche tali attivita` siano compiute utilizzando mezzi di trasporto (10).

Conclusioni
In conclusione non si puo` non segnalare che lo schema

Note:
(9) Cos` si esprimeva S. Beltrame, in nota a Cass. pen. sez. III, 4 luglio 2000,
pubblicata in questa Rivista, 2000, 10, pag. 983.
(10) Anche su tale punto e` copiosa e concorde la giurisprudenza; si vedano:
Cass. pen. III, n. 4746 del 30 gennaio 2008;
Cass. pen. III, n. 35879 del 19 settembre 2008; la gia` citata pronuncia n.
15105/2010.

AMBIENTE & SVILUPPO

884

11/2010

Rifiuti
Gestione

Il documento
Cassazione penale, sez. III, 11 giugno 2010, n. 22236
Omissis
Motivi della decisione
1) Con ordinanza in data 25 ottobre 2007 la Corte di Appello di Catania, quale giudice dellesecuzione, rigettava la
richiesta proposta nellinteresse di F.M. di delimitazione del terreno da ricomprendersi nel provvedimento di confisca
disposto dal Tribunale di Catania, con sentenza irrevocabile, emessa nei confronti di F.G. e F.D., rispettivamente
nonno e fratello della istante, condannati per il reato di cui al D.Lgs. n. 22 del 1997, art. 51.
Avverso il provvedimento di rigetto proponeva ricorso per Cassazione la F., ma questa Corte in data 15 ottobre 2008,
qualificata limpugnazione come opposizione ex art. 667 cod. proc. pen., comma 4, disponeva trasmettersi gli atti alla
Corte di Appello di Catania.
Questultima, con ordinanza in data 17 aprile 2009, rigettava lopposizione confermando la trascrizione della confisca
sul terreno contrassegnato in catasto con la particella (omissis) del foglio (omissis) del Comune di (omissis).
Assumeva la Corte che la F. era congiunta dei condannati, che il terreno, in titolarita` della predetta, si trovava al centro
di unarea piu` vasta ed era stato acquistato (in data 15 ottobre 2003) dopo la sentenza che aveva applicato la confisca.
Secondo la Corte territoriale, quindi, la F. non poteva ritenersi persona estranea al reato. Il concetto di appartenenza
di cui allart. 240 cod. pen., secondo la giurisprudenza della Suprema Corte, ha, peraltro, una portata piu` ampia del
diritto di proprieta`, per cui il sequestro finalizzato alla confisca puo` colpire anche beni formalmente appartenenti a terzi
estranei al reato, ma nella sostanziale disponibilita` dellimputato.
2) Ricorre per Cassazione F.M., a mezzo del difensore, denunciando la violazione di legge in relazione al D.Lgs. n. 22 del
1997, art. 51. Ai sensi del cit. art. 51, comma 3 per potersi disporre la confisca del terreno adibito a discarica abusiva e`
necessario che dello stesso sia proprietario lautore o quantomeno il compartecipe del reato. La F. e` completamente
estranea al reato in ordine al quale e` stata pronunciata sentenza di condanna, non essendo stata neppure imputata.
Le argomentazioni adoperate dalla Corte in ordine alla possibilita` di disporre la confisca di beni nella sostanziale
disponibilita` dellimputato (anche se formalmente intestati a terzi) non sono riferibili al chiaro disposto dellart. 51.
La F. acquisto` il terreno dopo la commissione dellillecito e prima del provvedimento di confisca da soggetti che
rimasero estranei al processo.
2.1) Con memoria del 14 aprile 2010 si ribadiscono le precedenti doglianze e si insiste per lannullamento senza rinvio
dellordinanza impugnata.
3) Il ricorso e` fondato.
3.1) Risulta pacificamente (come si da atto anche nellordinanza della Corte di Appello di Catania del 25 ottobre 2007)
che F. M. e` divenuta proprietario dello stacco di terreno contrassegnato in Catasto con la particella (omissis) del foglio
(omissis) del Comune di (omissis) con atto per notaio N. D. del 15 ottobre 2003 (in data quindi successiva alla
sentenza della Corte di Appello di Catania del 20 giugno 2003), avendo acquistato il terreno medesimo da C.A.,
C.G. e C.T. (aventi causa di C.O. come da dichiarazione integrativa di successione).
E` altres` pacifico che sia la F. che i suoi danti causa erano estranei al reato di cui al D.Lgs. n. 22 del 1997, art. 51, essendo
stata la sentenza della Corte di Appello di Catania, che ha disposto la confisca, emessa nei confronti di F.G. e F. D..
3.1.1) Tanto premesso, a norma del cit. D.Lgs. lart. 51, comma 3 Chiunque realizza o gestisce una discarica non
autorizzata e` punito... Alla sentenza di condanna o alla decisione emessa ai sensi dellart. 444 cod. proc. pen. consegue
la confisca dellarea sulla quale e` realizzata la discarica abusiva se di proprieta` dellautore o del compartecipe al reato....
La norma e`, quindi, chiarissima nel senso che, in tanto si puo` disporre la confisca dellarea su cui e` stata realizzata la
discarica abusiva, in quanto essa sia di proprieta` (e non meramente appartenente) dellautore o del compartecipe del
reato. Del resto la giurisprudenza di questa Corte ha costantemente interpretato la norma in tal senso In caso di
condanna per il reato di realizzazione o gestione di discarica non autorizzata, di cui al D.Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22, art.
51, comma 3, non e` possibile disporre la confisca dellarea sulla quale risulta realizzata la discarica, in caso di comproprieta`
dellarea stessa, se non nellipotesi in cui tutti i comproprietari siano responsabili, quantomeno a titolo di concorso, del
reato di cui al citato art. 51 (cfr. Cass. sez. III n. 6441 del 24 gennaio 2006; conf. Cass. sez. III n. 26950 del 7 aprile 2009).
3.1.2) Lordinanza impugnata va pertanto annullata senza rinvio.
Consegue la esclusione dalla disposta confisca del terreno (contrassegnato in catasto con la part. (omissis) del fg.
(omissis)) di proprieta` di F.M. e la cancellazione della relativa trascrizione.
P.Q.M.
Omissis

AMBIENTE & SVILUPPO


11/2010

885

Potrebbero piacerti anche