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Florenskij
L'anonima fine
del detenuto n. 368
La storia di Tommaso Sgovio si apre come molte altre: agli inizi del
Novecento una famiglia italiana di origini pugliesi viene costretta dalla
povert a cercare fortuna negli Stati Uniti; la situazione pesante in cui
si trova il capofamiglia, un semplice operaio, immigrato in un Paese
che conosce una profonda crisi economica, porta ben presto
quest'ultimo alla militanza politica con la sinistra comunista; l'esito di
questo impegno e lo scontro con le autorit americane e la
conseguente espulsione dagli Stati
Uniti. Siamo all'inizio degli anni Trenta.
A quel punto il padre di Tommaso decide
di non tornare nell'Italia fascista e di
tentare invece la carta che allora
affascinava moltissimi attivisti del
movimento comunista internazionale:
l'Unione Sovietica.
Nell'estate del 1935 anche Tommaso,
che era nato nel 1916 quando la famiglia
stava gi in America da qualche anno,
segue il padre e inizia un altro pezzo di
questa storia, forse meno comune di
quello precedente, ma tutt'altro che
unico: dopo un breve periodo di entusiasmo e di speranze, l'Unione
Sovietica si rivela per quello che , un regime compiutamente
totalitario, e nel 1938 Tommaso, senza aver fatto nulla di particolare
(salvo cercare di riottenere un passaporto americano per tornare negli
Stati Uniti), come molti altri stranieri che nell'Urss avevano cercato il
paradiso, si trova precipitato letteralmente nell'inferno della Kolyma,
uno dei campi pi tremendi del mondo concentrazionario sovietico,
inferno dal quale potr uscire, tra condanna e proroga della condanna,
solo alla fine del 1947.
Seguiranno altre traversie fino a quando, all'inizio degli anni Sessanta,
Sgovio potr finalmente lasciare l'Unione Sovietica e tornare negli
Stati Uniti; qui, prima di morire nel 1997, si rifar una vita, si
sposer, avr dei figli e una vecchiaia tranquilla, ma accompagnata da
un'insopprimibile esigenza di testimoniare e di mantenere viva la
memoria dell'esperienza vissuta.
Da questa esigenza sono nate delle memorie, pubblicate in America
nel 1979, tradotte in italiano nel 2009 (Cara America!, Edizioni dal
Sud, Bari) e ora anche in russo. Sono memorie di una freschezza e di
un interesse di primissimo piano, che legano Sgovio alla letteratura
russa nata dai campi di concentramento, la letteratura di grandi