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RIVISTA ITALIANA DI STUDI NAPOLEONICI A cura del Centro Nazionale di Studi Napoleonict e di Storia dell Elba Portoferraio ANNO XXXIX Nuova serie 2/2006 Edizioni Scientifiche Italiane Rivista semestrale Diretione: Luigi Masci Comitato di direcione: Luigi Mascilli Migliorini, Aulo Gasparti, Gianfranco Vanagolli, Angelo Varni Comitnlo scientifiec: Giovanni Brancaccio, Carlo Capra, Zeffiro Ciuffoletti, Romano Coppini, Carlo Cordié, Emilio Cristiani, Amaldo D'Addario, Antonino De Francesco, Franco Dells Peruta, Renata De Lorenzo, Luigi De Matteo, Aldo Di Biasio, Eugenio Di Rienzo, Vittorio Frosini, Thierry Lentz, Antonio Lerra, Giulio Massobrio, Luigi Mascilli Mighorini, Aurelio Musi, Gilles Pécout, Anna Maria Rao, Pierre Sera, Ivan Tognatini, Angelo Varni, Lacio Villari, Michel Vovelle ‘Redasione Aurora Saveli (Firenze), Domenico Bruni (Firenze), Maria Teresa Gino (Bologna) Peter Hicks (Fondation Napoléon, Paris), Luigi Di Stadio (Napoli), Katia Visconti (Mikino), Nicoletta Marini d'Armenia (Napoli) Aldo Di Biasio (Coordinatore) Universiti di Napoli «1/Orientale» Dip. di Scienze Soctali, p.zza S. Giovanni Maggiore, 30 - 80134 Napoli adibiasio@iuo.it Tel, OST6909468, Amministracione: Bdlizioni Scientifiche Italiane - 80121 Nay ‘Via Chiatamone 7, telefono 0817645445, fax 0817646477 Intemet: www.edizioniesi.it - Eavail: info@edizioniesitperiodici@edizioniesi it Abboriamento per il 2006 Enti € 70,50, privati € 59,00, estero € 108,00 Un fascicolo; Enti € 36,50, privati € 29,00, estero € ighiorini 5,00 1 prem al intendono comprenss dt IVA. La tottosririane a due o pi tv, se efetiuata in un unico Ondine e dretamiente pres la casa editrice, da di ‘to ad uno sconto de 105 sis. gicia dh abonamente (Gi scone oa sono ema ‘Labbomamento decorre dal 1! genni di ogni anno ¢ di dicito a tut i miner deStannara, compres! quell git publican I pagamento pu estere esrguit con queste modi * Con versamento tramitebolletino postal al n.c.e. 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ISTITUZIONALE-AMMINISTRATIVA NEL MEZZOGIORNO- PROVINCIALE NAPOLEONICO, DALL’UNIVERSITA «ALLA COMUNE» A POTENZA, «CAPITALE> DELLA BASILICATA. L. L’et napoleonica rappresenta nella sioria del Mezzogiomo 4’ talia un significativo spartiacque, caratterizzato, rispetto all’ ancien ré- gime, dall’avvio di una nuova fase politico-istituzionale-amministrativa, che vide protagonista sul campo un’intera generazione, «la cui giovi- nezza € la cui maturita» furono segnate dalla «stagione prima rivolu- zionaria, poi napoleonica»!. Una generazione che, pur costituita da ®, nell’ambito del complessivo riassetto territoriale-am- inistrativo del Regno attuato da Giuseppe Bonaparte la provincia di Basilicata, rideterminata anche nei confini territoriali”, fa connotata, 25. Ci. Le classi divigenti dell Natia centro-meridionate in ett: mapoleonica 1798-1821, Cae Rom a cura di A. De Francesco, Progetto MURST 1998, Monarchia Repubblica ¢ Cast tuziome: Conceti ¢ pratiche politiche in Halia datVantico regime al XIX secolo. 26. V. Cuoco, Saggto storico suite rivoluzione di Nopoli, Edizione critica a cura di A. De Francesco, cit, p. 414, 27. Collerione degti Editt...cit. Legge sulla divisione... eit., (1806), 1. 132, pp. 269-270. 1 suoi asset tervitoriali, ritoceati in conseguenza dei successivi decreti dell'8 dicem- bre 1806 e del 19 gennaio 1807, sarebbero stati compiutamente ridefiniti eon suc cessiva legge del 4 maggio 1811, in seguito alla quale la circoscrizione provinciale della Basilicata fi articolata nei quattro distretti di Potenza, Matera, Lagonegro ¢ Melfi, in- 20 altresi, da una non neutra ricollocazione del suo stesso baricentro po- litico-istituzionale, attraverso la scelta di elevare a «capitale» Ta citta di Potenza’. Un centro abitato, questo, che, nell’ambito di una provi cia, come la Basilicata, significativamente rappresentata, proprio alla vigilia della decretazione relativa al riassetto del Regno, come Ia pitt cenuale, tanto da essere configurata, in caso di bisogno, addirittura come «una seconda capitale»™, era ancora (a differenza di Matera, sede di Regia Udienza dal 1663”) luogo di esercizio di un «basso tasso di funzioni urbane», oltre che significativamente rappresentativo di un rigido rapporto potere-istituzioni, pur gid «connotandosi quale realta socio-economica relativamente dinamica>"". Cosicché, una funzione politico:istituzionale di primo livello, come quella di capoluogo, per di pid in una provincia ancora fortemente caratterizzata da frammentata rete dei sui debolissimi contesti urbani™, globando, sul versante occidentale, gli ambiti territoriali dei comuni di Balvano, Brienza, Marsico, Salvia, S.Angelo Le Fratte, Viewi ¢ Saponara di Grumento, prece- dentemente ricadenti nel Principato Citra, su quello meridionale Bollita (Nova Siri), ma nel contempo perdendo Papasidero e Rocca Imperiale (in Calabria Citra) ¢ nella parte nord-orientale Spinazzola (in Terra di Bari). Cr: Collecione delle Leggi e dei Decreti del Regno deile Due Sicilie, Bulletin delle leggi del Regno di Napoli, Decreto per ta nuova. cir cascrizione delle qeaationdick provincie det regna di Napoli. 4 maggio, CIV (1811), n. 922, pp. 193.282. 28. Collecione degtt Editi... cit, Legge sulla divisione ed amministrazione delle provincie det gna, 8-agosto, 1(1806), n. 132, pp. 269-280. 29, E Banna, I Decennio francese nel Regno di Napoli (1806-1815). lerno, Plectica, 2007, p. 120. 30. _Allorquando era stata distaccata da Terra €’Otranto ¢ inglobata nell'ambito ter- ritoriale della provincia di Basilicata, essendo stata scelta come sede definitiva della Regia Udienza di Basilicata, dopo un ventennio di peregrinazioni del Preside e det Tribunale in vari altri luoghi della provincia, da Stigliano a Montepeloso (Irsina), da ‘Tolve a Potenza, a Vignola (Pignola), ritennti inadeguati e/o, per quelli «infeudatin, di difficile agibilita della propria funzione per manifesta opposizione dei locali ba- roni, decisamente contrari a «I'awento nei loro feudi di un alto magistrato, che ne avrebbe frenato abusi e prevalenze». Cf. G. Raciorrt, Storia dei popoli della Lucania ¢ delta Basilicata, Roma, Loescher & C., 1889, rist. Matera, BMG, 1970, wol.II, pp. 194 195. SL. A. Lemma, La citid di Potenza in eta napoleonica, in Potenza capoluogo (1806-2006), S. Maria CV. (CE), Spartaco, 2006, vol. I, p. 2 82, Eecezion fatta per la citta di Matera, attestata sui 12,000 abitanti, appena altri tre luoghi (Rionero, ancora casale di Atella, Avigliano e Potenza) su un totale di 128 (uoghi abitati) contavano una popolazione compresa fra gli 8.000 « i 9.0000 abitanti; altri quattro (Melfi, Lauria, Laurenzana e Muro) superavano di poco i 7.000, dieci si attestavano tra i 5.000 e 6.000 (abitanti), mentre tutti gli altri risultavano molto al di dé ¢ vicerche, Sav 21 oltre che da persistente rigidita di sistema delle reti istituzionali-am- ministrative, si tradusse, di fatto, per la citta e per la sua classe dire gente, in una fondamentale e periodizzante leva di avvio di una nuova fase politico-amministrativa proprio nel corso dell’eta napoleonica, in particolare del Decennio. II che, non solo nell'ambito del comples- sivo contesto amministrativo locale basilicatese, ma nella pur artico- lata maglia istituzionale amministrativa del Mezzogiorno provinciale napoleonico, ne fa certamente uno dei pitt significativi casi di passaggio dall’Universita «alla Comune» Ancora a fine Settecento, infatti, pitt di altre realta provinciali del Mezzogiormo d'Italia, la Basilicata era caratterizzata da diffusa rigidita del suo complessivo sistema istituzionale-amministrativo, oltre che da debole profilo d’insieme del suo pur articolato contesto socioecono- mico™. In tale direzione, tra i fattori di pitt incisivo precondiziona- mento erano: la solida e diffusa presenza feudale, con esercizio della relativa giurisdizione da parte di circa cinquanta famiglie, per lo pit di media ¢ grande signoria, sull’86% della popolazione ¢ ben 112 dei 128 luoghi abitati, tra citta, terre ¢ casali®; il forte localismo statutae rio € consuetudinario a base degli assetti ¢ delle modalita di governo delle Universita®; Ja generale connotazione ‘ricettizia’ della rete ec- clesiastica, con conseguente configurazione, nei contesti locali, di un rapporto molto streito con il potere civile da parte di un clero parte- cipanteporzionario che continuava a guardare a Napoli pid che a Roma, che era regalista ¢ non papale®, Di modo che l'accentuata di- sotto, tanto che ben 68, fra ex terre ¢ casali, non raggiungevano il tetto dei 3.000 abi- tanti. Clr. P, Di Simone, Topografia politica del Regno di Napoli, tomo II, ff. 70-90, in Bi- bhioteca Nazionale di Napoli, Sez, manoscriti, coll. XU D 59% L. G1usTINIANI, Diiona- tio geografita ragionate del Regno di Napoli, Napoli 1797-1805, tomi LX. 38. A. Lerra, 2.1799 in Basilicata, in It Meczogiomo ¢ ta Basilicata fra Vote giacobina € il Decennio francese, a cura di A, Cestaro © A. Lerra, Venosa, Osanna, 1992, pp. 11% 122. 34. B. ViLLANt, Meczogiomno tra rijorme ¢ rivoluzione, Roma-Bari, Laterza, 1973, p. 199; P. Di Simone, Topografia pulitica det Regno dé Napoli, tomo Il, #6. 70-90; M.A. Visce- GLIA, Dislocazione territariale ¢ dimensione del possesso fedate net Regno di Napoli a meta Cinguecents, in Signari, patrizi, cavalieri ne’Elé moderna, a cura di M.A. Visceglia, cit., pp. 50-54. 35. T. Pepto, Lovdinamento cittadina nelle privince det Meczogiorna @’Tuadia (Terra di Bari ¢ Basilicata), in «Studi storici meridionali», X (1990), n. 3, pp. 259-269. 96, A. Laurita, Chiesa ¢ sorta nel Mexxogiorno. Daila «ricettisian del sre. XVI alla liquidia- siome dell’Asse ecclestastico in Basilicata, cit., pp. 7-50. 22 mensione particolaristica ¢ localistica che era alla base del quotidiano espletamento di specifici, ma anche intrecciati, ruoli e funzioni isti- tuzionaliamministrativi, faceva si che, soprattutto nei pitt piccoli luo- ghi abitati della provincia, oltre meta dei quali non superava le tre- mila anime”, poche, e spesso le stesse famiglie, attraverso Pattiva pre- senza di propri componenti nel governo delle Universiti ¢ dei Capi- toli clerali ricettizi, continuassero ad esercitare pienamente la gestione e il controllo del potere locale, nelle specifiche articolazioni, laiche ed ecclesiastiche, delle sue concrete espressioni. Infatti, su un versante il solido ancoraggio a statuti e consuetudini di persistente impronta localistica, nonostante gli indirizzi di controllo e di coodinamento su ¢ fra le Universita perseguiti dal Governo centrale soprattutto nella seconda meta del Settecento™, di fatto non favoriva un reale ed in- fluente rinnovo degli eletti; sull’altro, l'altrettanto solide corporativi- smo a base degli assetti stavutari ‘ricettizi’ dei Capitoli clerali comportava «rara circolarita e possibilita di ascesa di quanti rimanevano fuori dal gruppo di famiglic titolari di un diritto clettivo o estranei alla volonta dei Parlamenti»®. Owiamente, un'ancora piti accenwuata rigidita del sistema istituzionale-amministrativo caratterizzava i luoghi a presenza feudale, che - come si € detio - in Basilicata erano la gran parte. Di conseguenza, in modo pitt saldo € monolitico nei pitt piccoli centri abitati, pit mediato ¢ avanzato nei pochissimi piti popolati, il locale potere politico-amministrativo, coniugato con quello economico, con- tinuava ad essere di fatto saldamente in mano a ristretti gruppi di f- miglie nobili 0, comunque, di grandi proprietari. Nella stessa citta di Matera, di circa dodicimila abitanti e con un ragguardevole sviluppo del suo complessivo spazio urbano, le modalita di elezione dei locali amministratori, nonostante il pur gia riconosciuto ampliamento della rappresentanza istituzionale anche ad esponenti del popolo, erano tali da assicurare comunque, nel governo dell’ Universita, eletti graditi ai nobili, che al loro interno cumulavano anche incarichi ¢ funzioni nella 37. P. Di Stone, Topognafia politica..., cit., . 70-90. 38. G. Muto, La structura dell Universitas, in Storia del Mexogiorno diretta da G. Ga: lasso © R, Romeo, vol. IX, Aspettie problemi del medline « dell'tes moderna, Napoli, Edi Zioni del Sole, 1991, pp. 59-62; G, Dr Tarawto, Leconomia amaninistrata, La deducione in patrimonio delle universitic meridionali, Nepoli, Edirioni Scientifiche Italiane, 1988, p46. 38. G. De Rosa, Témpo religioso e tempo storico. Sagg e note di storia sociale ¢ religiosa dal medioevo all ti. contemporanea, III, Roma, Edizioni di Storia ¢ Letteratura, 1998, p. VIIL 23 Regia Udienza®. Nel contempo, nella citta di Potenza, che a fine Set- tecento era fra i noghi abitati con popolazione compresa tra gli ot- tomila e i novemila abitanti e nella quale pur era andata pit larga- mente emergendo una significativa entita di proprieta privata ed un primo nucleo di borghesia agraria", l'assetto e la direzione politico- amministrativa dell'Universita erano ancora fortemente segnati dal peso del locale feudatario, conte Loffredo, e del ceto nobiliare, che nella compagine amministrativa esprimeva cinque dei sette cletti*. Negli ultimi decenni del Settecento, i sempre piti intensi conflitti sociali che caratterizzarono la vita di numerosi contesti locali, contro i soprusi feudali, per la riduzione dei pesi fiscali, nonché, talora, contro le stesse designazioni ed elezioni nelle magistrature locali*’, di fatto non muscirono a intaccare persistenti e consolidate forme d’assetto € di gestione del potere locale. Ad amministrare I'Universita potentina era il Buon Governo dei Reg- gimentarii, composto dal Mastrogiuraio, dal Sindaco, dal Capo Eletio due altri Eletti «nominati per acclamazione in ogni anno dal popolo, convocato nei Pubblici Parlamenti, sulla proposta del Mastrogiurato che scadeva dall’ufficio», Le sedute parlamentari, il momento pit alto partecipato della locale vita politico-amministrativa, si svolge- vano in Piazza del Sedile, sotto la Presidenza dei Reggimentarii ¢ con Vassistenza del Governatore, in seguito a pubblici bandi per tutta la Citta, 40. G. Caserra, La rivolutione del 1799.0 Matera, Matera, BMG, 1961, pp. 43-4, 59- 63. 41. A. Lips, Le cit di Matera e di Potenza nel 179% amministrasione e ceti dirigenti in Lacitth del Mezsngiomo nelle moderna, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2000, pp. 367-868, 870. 42, T, Pepto, Barvni galantuomini ¢ contadina nell’ta modema, Bari, Edizioni del Le- vante, 1982, pp. 145-149. 43. IeM, Ea Basilicata durante ia dominazione borbonica, Matera, Montemurro, 1961, pp.15-30, 44, R Rivieto, Gonaca Potentina dat 1799 al 1882, Poienza, Santanello, 1888, rist. anastatica, Potenza, Brino, 2002, p. 20. Il mastrogiurato, che veniva scelto fra i no- bili, affidava ad un altro nobile la carica di capo eletto. 11 parlamento cittadino, nel quale la partecipazione dei ceti popolari era timitara, eleggeva il sindaco su designa- rione del mastrogiurato. Glialtri reggimentari venivano designati due dal mastrogiurato ed uno rispettivamente dal capoeletto e dal sindaco, Nel contempo, il governatore cche amministrava la giustizia in nome del feudatario, i funzionari minoni di nomina feudale, il mastrogiurato, il sindaco, il capocletio ¢ gli eletti continuavano ad essere sottoposti al controllo del feudatario. Cft: T. PEDIO, Baroni galaniuomini ¢ contadini net Letts moderna, cit., pp. 145-149. SS a «ripetuti per tre sere consecutive, affinché ognuno ne avesse avuto contezza»", A fronte, perd, di momenti assembleari formalmente con- notati da larga partecipazione cittadina", non ci si era mai discostati da una pratica decisionale sempre € comunque ristretta, nelle deci- sioni di merito, «a cid che veniva proposto dal Mastrogiurato ¢ dai Reg. gimentari»®. Si crano, dunque, praticate consuetudini, che, nel quadro di un pur apparente coinvolgimento popolare, non avevano nel concreto determinato condizioni di effettivo superamento di una consolidata pratica di esercizio del locale potere amministrativo di fatto concen- trato nel ristretto numero di locali famiglie nobili, debitamente rac- cordate con il rappresentante del locale feudatario, oltre che con gli indirizzi, diretti e indirett, dei locali capitoli clerali, anche attraverso «utili» presenze d'ordine familiare. Cosicché, gia la breve, ma rilevante, esperienza municipale del 1799, che fece di quella potentina una delle pitt significative Municipalita democratiche € popolari del nuovo contesto politico-istituzionale meridionale, rappresento per Ia citta di Potenza l’awio di una nuova stagione politica, concretizzatasi, nel- Vimmediato, in un rinnovate quadro istituzionale-amministrativo*. Allora, in piena sintonia con i primi indirizzi del Governo prowi- sorio della Repubblica napoletana®, il nuovo governo locale poten- tino, eletto il 3 febbraio del 1799™, in un prevalente quadro di cul- 45, R. RIVIELLO, Cronaca..., cit., p. 20. 46, Con intervento anche degli Arcipreti , pur nel corso di sechute nelle quali i dissensi venivano espressi con «potent di yocer, nell’insieme rivelando ~ come annotato da Raffaele Riviellé ~ «una forma difettosa di governo popolare per Vamministrazione dell’Universita». fu, pp. 20, 21, 66. 48. A. Lerra, Dalle Universita alle Municipalita repubblicane det 1799 in Basilicata: am- ministracione e ceti dirigenti, in La rivolucione napoletana det 1799 elle province in relaxiowe alle vicende storiche dell Hatia giacobina € wapoleonca (1799-1815), a cura di A. Cestaro, ‘Venosa, Osanna, 2002, p. 185. 49, Essenzialmente attraverso le Istrusioné generalé del Governo Prowvisorio della Reprab- ices Napoletana ai Patriotti, in Monitore Napoletano..., cit. pp. 25-28. 50, In publica assemblea presieduta, in Piazza del Seggio, dal vescovo Andrea Ser- a0, a base della cui posizione cera stato un progressivo «distacco dal lealisme bor- bonico ¢ dalla fiducia nella monarchia come veicolo dell auspicato rinnovamento pi che una vera € propria adesione al giacobinismo», lungo un «delicato proceso ps cologico ¢ Ia vicenda di un coerente privilegiamento dei suoi ideali di riforma rel 2 tura politica di significativa impronta riformatiice, si caratierizzd nella sua prima fase «per una composita articolazione sociale, dai grandi proprietari agli artigiani, cementati da una determinante presenza del cero’. Rideterminata, dopo la feroce iniziativa antirepubblicana del 24 febbraio”, nella rappresentanza istituzionale ¢ nell'assetto ammi- nistrativo, la nuova Municipalita’’, su basi pi: moderate, si sarebbe ora carattcrizzata, fino all’autoscioglimento dell’L1 maggio™, per una non piti che ordinaria attivita amministrativa, pur conservando, sul piano dell’iniziativa politica, un profilo di prima fila nell'ambito della. complessiva rete delle Municipalita piti tenacemente operanti nell" rea del Potentino-Melfese™, significativo baluardo della resistenza re- pubblicana in Basilicata alle progressive incursioni dell’articolato mo- vimento controrivoluzionario, interno ed esterno™, Nel successivo clima di caccia agli ultimi irriducibili patrioti, Ja citta fu trasformata giosi morale». Cf. G. GaLAsso, La filosofia in soccorso de” governi. La cultura napole- tana del Settecento, Napoli, Guida, 1989, p. 317. 51. A partire dal Presidente della Municipalita, D. Domenico Vignola, vicario ed ar- ciprete della Cattedrale, Cf, R. Rivtento, Cronact Cite, 35-36, 52. Culminata, ad opera della cosiddetta «masnada dei calabresi», nell’assassinio del vescovo Andrea Setrao ¢ del reggente il seminario diocesano Antonio Serra, le cui teste, infilate sulle punte di due pali, furono nei giomni successivi portate in giro per la citta come trofei da parte di «fedeli seguaci del locale feudatario conte Lofiredo, di concerto con membri della stessa Guardia Civica», che sollecitavano «la plebe ad imitarli nella strage ¢ nel saccheggio contro i Giacobini». Cf. R. RIVIELLO, Cronaca..., cit., pp. 39-40. 58. Che, congiuntamente con una nuova Guardia Civica, si riusei a ricostinuire il 27 febbraio, per intetyento di reparti armati repubblicani provenienti dai centri vicini, in un rimitigato contesto cittadino, cui molto concorse l'iniziativa del locale clero, im- pegnato in una largamente partecipata processione per la Reliquia del Sangue di Cristo», con Vobiettivo di ispirare sidee di rawedimento, di pace, ¢ div pubblica quieter. Gir. A. Larrea, Valbero ¢ la oroce.... cit, p. 61. 54. Allindomani dell'eroica caduta della vicina Municipaliti di Picerno, quando, wento di salvaguardare la citta da uguali atrocita, venne sciolta la locale Mu cipalita repubblicana € ricleto sindaco il magnifico Felice Riceiuti, mentre il presi- dente della prima Municipalita, democratica e popolare, don Domenico Maria Vi- gnola, fuggiva «per timore di essere ucciso dalle Truppe reali», Cli. T, Pepto, Uomen caspirazions e contrast nella Basilicata del 1799. I wi di Stato lucani, Matera, Montemutro, 1961, p. 269; R. Rivieto, Gonaca..., cit, p. 47. 55, Sette delle quali, a fine marzo, diedero vita ad una peculiare Lega o Patto di Concordia, con lesplicito obiettivo «di aiutare negli altri Vawento delle nuove idee» ¢ di difendersi reciprocamente da «attacchi dei nemiciv. Cf. A. Lema, Libera ¢ ta LOGE... it, pp. 65-58. 56, Iva, pp. 57-82 26 in una peculiare fortezza militare,

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