ARGENTINA LETTERARIA
Narrare
le colpe
dei padri
di Vittorio Giacopini
nArgentina, il passatoécome un crampo,
e, almeno dai tardi anni Settanta, iltempo
storico si distende e contrae, a intermit-
tenza. Anche in letteratura é impossibile
sfuggire a questo meccanismo a tenaglia, che
nondascampo, econfigurailrapportodellaco-
scienzacollettivaconlastoriarecentedelPaese
interminiesistenzialiprimaancorachepolitici
,osociali. tema—stucchevoleinEuropa—della
ricerca dell’identita (e delle radici) assume
un’urgenza totalmente diversa quando é
urrvinteragenerazionecheper fareiconticonle
proprieoriginielapropriainfanziaécostrettaa
porsi questione sgradevolie radicalisucisono
statidavveroisuoipadri(emadri)ecosahanno
fatto. Ai figli, agli orfani dei desaparecidos, si
aggiungonocoltempolevocideibambinirapi-
ti dai militari e affidati in adozione a famiglie
borghesiinsospettabili, rispettabili,eperitren-
ta-quarantenni di oggi, per iragazzininatialla
fine degli anni Settanta durante la dittatura
Pombra del sospetto e del dubbio € pesantissi-
ma.Loscontro,quantomenoloscarto,tralege-
nerazioniéinevitabile.Senzamacchiaapparen-
te di Alicia Plante si muove contro questo sfon-
do tragico e paradossalmente scontato, obbli-
gatorio, ma non scade mai nel cliché:
imprevedibile. A partire da un’ambiguita della
trama, insaspettata, e dalla scelta degli am-
bienti, dei paesaggi. In questo primo romanzo
dellasuatrilogiadell’acqua’,laPlante rileggela
vicenda dei bambini rubatia partiredaun pro-
tagonista (evittima) che nonha proprio niente
di edificante e questa scelta di campo é fonda-
mentalepermutareladenunciainveralettera-
tura, econoscenza. Ramon -l’uomo della veri-
ta, ilvendicatore-ésemplicementeunmeschi-
no, e un farabutto, e scegliere di cominciare da
un punto dipartenza tanto scomodo e sgrade-
vole é impegnativo. Ma é proprio idea che lo
stessoconfrontotrail presenteeilpassato(etra
il bene il male) resti interamente dentro un
orizzonte diambiguitaarenderestraordinario—
ilromanzodellaPlantecosicomeégenialelin-
tuizionediambientarelavicendapiticheaBai-
restraleisoledeldeltadel Parana, inuncontro-
mondo. Le pagine sulla vita lungo lungo il fiu-
me, inmezzoacanali, sono trale cose pitibelle
della letteratura argentina degli ultimi anni e
fannopensarea quelle —inarrivabili—dellapa-
rentesi fluviale e argentina de L’indagine, il
grande romanzo parigino di Juan Saer (La
NuovaFrontiera).
Lostessotemadelloscartotragenerazioni,e
trapadrie figli, tornaanche in un lavoro molto
diverso da quellodellaPlantecomeScrittosulla
tuaterra di Mauro Libertella. Direcente Filippo
La Porta hascritto pagine molto acute eimpie-
tosesullavoga dei romanzi(e dei film) del “lut-
to”, dai ’beisogni’ diGramelliniall” invenzione
dellamadre” diPeano(odiNanniMoretti).Sto-
rie “inesorabilmente strazianti, fino al ricatta-
torio”. Scritto sulla tua terra potrebbe in teoria
rientrarenelloschemamanonécosi,probabil-
mente proprio in virtu di questo retroterra ar-
gentino, duro e spiazzante. Con estrema
asciuttezza, senza autocomiserazione, senza
fronzoli, Libertellaraccontadellamortedelpa-
dre, scrittore famoso (mai tradotto in Italia)
nonché alcolista, per farei conti con la propria
yocazione di scrittore e per trovarsi. Non é
un’operazionecinicamaunlavorodiscavo,edi
verita, e nelle ultime pagine del libro Libertella
si confronta con grande consapevolezza pro-
prio con quello che sta diventando un genere
letterario, anche stucchevole: ilibrisullamorte
delpadre,dellamadre.E«unpo’dentroeunpo’
fuori questa convenzioneletteraria», ne intui-
sceilsolotemaserio, quell cheresta: ilnodoéla
«comparsa diuna voce: riportando dalpassato
lastoriadelpadre,lavocedelfigliocomparenel
presente», L'impressione é che il tentativo sia
legittimosoloovelaStoriadiaunsensoinqual-
che modo ’politico’ (o morale) a quest’opera-
zione restando deliberamente estranea ai mi-
nuettidelsentimentalismo, eall’autofiction.
@RIPRODUZIONE RISERVATA
La Nuova Frontiera, Roma, pagg. 262, €17,
Mauro Libertella, Scritto sulla tua terra,
Caravan Edizioni, Roma, pagg. 90, € 9,50