Di
Iorio Fausto
INDICE
Introduzione
Parte I Individuo
Capitolo I: Sullidentit dellIo
Capitolo II: Sulla persona o epoca dellumanit
Capitolo III:
Capitolo IV:
Parte II Assoluto
Capitolo I:
Capitolo II: Sullautarchia quale realizzazione della vera libert (il mago)
Capitolo III: Sguardo dinsieme sulle due Teorie
Bibliografia
2
INTRODUZIONE
Titus
Burckhardt
Ananda
<<La coscienza che portatasi allultima possibilit della ragione risuscita nel trans-razionale, d vita ad un
pensiero non pi abbandonato a s stesso; non pi alla merc dello ignoto e del caos, dellirrazionale e
dellarbitrario. Allopposto pensiero che finalmente ha lirrazionale e larbitrario dentro di s,vinti e dominati.
ragione raccordata con il suo centro La prospettiva trans-filosofica del contingentismo trascendentale pu
dunque riconsegnare la filosofia alla sua tradizionale e pi schietta funzione: e su questa innestare ci che
propriamente suo, lelemento che fa della filosofia evoliana, in un ideale processo storico, lultimo movimento del
pensiero critico, vale a dire: latto con il quale il valore oggettivo della verit passa in quello soggettivo () della
libert>>, R. Melchionda, Introduzione, in Evola, J. LIndividuo e il divenire del mondo, Arktos Oggero Editore,
Carignano, 1991, pag. 18-19.
<<La conclusione evoliana un portato della necessit (filosofica), ma questa figlia della libert (che la
filosofia postula ma non possiede): in questo sapere (e potere) la libert, e il suo pratico rapporto con la necessit,
sta la conclusione. Per Evola la necessit non un assoluto e la conclusione della filosofia sar pertanto necessaria
soltanto in un quadro opzionale che ponga le premesse causali perch essa sia (e questo lunico modo di essere
della necessit). In altre parole, giungiamo alla conclusione soltanto se spingiamo sino in fondo la vis critica la
stessa volont filosofica che per Evola si esprime da ultimo attraverso lidealismo>>, Melchionda, R. Il volto di
Dioniso, Basaia Editore, Roma, 1984, pag. 27; <<Evola parla di fine della filosofia, di conclusione del discorso
filosofico innanzitutto in senso rigorosamente interno, agli antipodi da ogni esteriorismo storicistico (): la
conclusione cui pu pervenire lindividuo quando si coglie per via individuale. In assenza di conclusione interna, il
problema della conclusione sotto specie storica nemmeno si pone>>, ibidem.
congiungimento
con
l'Assoluto
l'infinitizzazione dell'Io.
Questo
sentire
quasi
mistico
si
manifesta
attraverso
l'evasione,
si
punto
nodale
della
critica
allimpalcatura
che
lauto-posizione
coincide
con
che
autocoscienza
in
quanto
prende
intellettuale,
essendo
questultima
gioco
la
sapienza
allautorealizzazione
superamento
avviene
tradizionale
alla
attraverso
prassi.
relativa
Questo
lesperienza,
il
Afferma Damiano: <<Negri si preoccupa, soprattutto, di dimostrare, in primo luogo, il mancato superamento ()
da parte di Evola dellattualismo gentili ano e, poi, lappartenenza dello stesso Evola al novero,
inconfondibilmente moderno, degli apologeti del superamento tout court, quasi come se lo sforzo filosofico di
Evola fosse riconducibile allansia, febbrile quanto superficiale e velleitaria, di andare oltre.
Ora, gi qui si denota che a Negri sfuggito il nucleo teoretico di Evola.
Perch la libert non si adegua per nulla e non affatto compatibile con la nozione di superamento. E se pure si
potesse ipotizzare una qualche assonanza tra questultima e la libert, allora ogni superamento sempre
provvisorio, revocabile, e non nel senso che sia solo illusorio ma che la libert stessa pu renderlo, insieme, reale e
revocabile, mai definitivo. Una filosofia della libert disconosce lirreversibile, e il superamento, con le
caratteristiche sopra ricordate, solo una delle possibilit che appartengono alla libert>>, Damiano, G. La
filosofia della libert in Julius Evola, Ed. di Ar, Padova, 1998, pag. 62.
saggio,
Evola
introduce
la
riflessione
carattere
fallace,
di
conseguenza
anche
dei
presupposti
fondamentali
per
il
struttura
gnoseologica
10
dellidealismo
cosiddetto
classico.
Con
di
un
dellidealismo
grosso
stesso.
equivoco
Tale
teoretico
equivoco
sta
soltanto
una
consapevolezza
caratteri
connotati
dellipotesi,
natura
dellIo,
comincia
contrapporre
alla
fichtiana
Dottrina
della
scienza,
rappresenta
lequivalente
della
seconda
come
principio
primo
sia
del
soggetto
che
dellessere
nellautocoscienza
il
Nessun
uomo,
nessun
individuo
pu
intellettualmente
dalla
filosofia
trascendentale,
di
certezza:
soltanto
attraverso
la
motivi
dellascesi
della
mistica
dallepicureismo,
da
Nietzsche
ma
dellimmortalit
dottrinaria
la
che
dellessenza
cosiddetta
sarebbe
dello
la
costruzione
sistemazione
sviluppo
magico
16
lazione
attiva,
cio
perfettamente
Evola
coglie
con
una
sorprendente
17
perfetto
volersi:
il
godimento
una
assoluto,
che
rispettivamente
all'azione
secondo
corrispondono
desiderio
20
dei
punti
fondamentali
per
la
realizzazione
dellIndividuo assoluto.
Il presente studio composto da tre parti. La prima
parte illustra ci che lIo deve fare per diventare
Individuo,
utilizzando
come
testo
guida
la
Evola
nella
Fenomenologia
dellIndividuo
il
mondo
creato
da
esso
gli
diventa
24
assoluta,
la
quale
assolutamente
assenza
di
coercizioni
esterne
ma
assoluta
prima
postulabile,
non
essendo
concettualizzabile,
essa
potenza
ma
infinita
solo
ed
differenza
della
precedente,
26
28
29
PARTE I
Individuo
30
31
CAPITOLO I
Sullidentit dellIo
sar
meglio
chiarificare
cosa
Evola
categoria
del
pensiero
epper
cadrebbe
32
J. Evola, Il cammino del Cinabro, Allinsegna del pesce doro, Milano, 1972, pag. 47.
33
sguardo
dinsieme
al
metodo
dialettico-
34
ed
obliquit
del
mondo
delle
lautoriferimento
la
categoria
35
Ha delle riserve Ferretti poich <<Ora lo stesso Io magico pura potenza dellEvola non pu, insiste lA., che
essere uno lEvola postula ed usa implicitamente leggi molteplici di pensiero (), gi in questa sua esplicita
affermazione egli stesso accetta () per lIo o lassoluto, una condizione tratta dalla gnoseologia (quella
dellunit) che gi Spinoza e Malebranche conobbero e se cos , affermato dallEvola stesso, per il suo IoDio, un limite imposto dalla natura delle cose o dalla sua propria natura: vi una autoidentit forzata di Dio,
dellIo assoluto magico, del Signore; cio una legge che viene a trascendere il suo consapevole ed arbitrario
volere. Rimane, cio, anche per questa via, quella legge di autoidentit che io trovo renda non superabile per lIo
lantitesi della natura, tranne che a traverso la mediazione scientifica e tecnica>>, G. Ferretti, Lidealismo magico,
in LIdealismo Realistico, cit., pag. 156.
13
J. Evola, Teoria dellIndividuo assoluto, 1998, cit., pag. 39.
14
Ibidem, pag. 40.
36
dellIo)15.
Questa
esperienza
veniva
gli
oggetti
che
cadono
nel
pensiero?
15
Oltre lIo anche la volont e lazione vengono prima di questo. Ad evidenziare ci furono Piscitelli: <<Va per
aggiunto che il gioco pu diventare pericoloso se, come fa Evola, la libert viene associata alla libert (), ma
disgiunta dal pensiero. Da quel pensiero che per il buddhismo come per lo shivaismo, per la Via della mano destra
come per la Via della sinistra, lorigine di tutto. E del resto non vi bisogno di appellarsi alle metafisiche
orientali: ovvio, di banale constatazione, che senza la concentrazione del pensiero neppure un bicchiere dal
tavolo potrebbe essere mosso. Non lo scavalcamento del pensiero, ma la concentrazione del pensiero la fonte
incondizionata di volont. Se in Evola questo principio talvolta () risulta oscurato perch in fondo il pensiero
di Evola era naturalmente concentrato ci pot indurlo a formulare quel curioso concetto della volont
autonoma dal pensare, che lo allontana dalle posizioni della sapienza classica, della gnosi orientale, mentre
paradossalmente lo avvicina alla teologia cristiana>> (LIndividuo: tra volont e arbitrio, in Teoria dellIndividuo
assoluto, 1998, cit., pag. 217); ed il teosofo Jasink: <<il pensiero mezzo e apprezzato come tale; ma a un dato
momento deve cedere il passo allazione. LEvola va fino al punto di fare del pensiero unazione incompleta,
dellazione un pensiero perfezionato, in cui mi pare che egli assimili dua cose inassimilabili. Quel che in realt
succede che lIo passa a un dato momento dallatteggiamento pensante in quello operante; ma pensiero rimane
sempre pensiero e azione. Tuttavia per la pratica realizzazione, che unicamente importa, non di soverchio peso
se la teoria consideri lazione come un prolungamento del pensiero o come un passaggio ad un altro genere>>
(LIdealismo Magico di J. Evola, in Saggi sullIdealismo magico, cit., pag. 181). Una precisazione pi tecnica in
riguardo alla divisione tra Io e pensiero la fa Spirito che afferma: <<Per lEvola infatti non il soggetto che supera
s stesso, ma una realt altra dal soggetto e che nella sua alterit pu dominarlo ed esserne dominata: dominarlo se
il soggetto segue la logica del suo pensiero, esserne dominata se il soggetto, lIo, che non sarebbe il pensiero ma di
l dal pensiero, la piega e lassoggetta al suo arbitrio. Dominare e asservire il pensiero dunque non si pu se non in
virt di una potenza alogica il presunto Io vero che domina uccidendo. Senonch, morto il pensiero il logo
non valore, ma valore larbitrio deve morire anche larbitrio che luccide, poich lIo uscito dal pensiero per
dominarlo non ha nessun criterio per questo dominio: ha solo il suo arbitrio che si esaurisce nellastratta
soddisfazione di dominare. Se dalla assoluta quiete soddisfatta volesse comunque uscire per fare qualcosa, per
costruire con gli strumenti di cui pensa di aver lassoluto dominio, si troverebbe a doversi porre un ideale, a
disporre i mezzi necessari alla conquista dellideale vagheggiato, a usarli secondo la norma dettata dallo stesso
ideale, e insomma a seguire una logica, una legge intima alla sua stessa attivit, un pensiero, una razionalit, che si
identificherebbe assolutamente con la volont realizzantesi dellIo. Quella logica sarebbe nientaltro che
luniversalit dellIo trascendentale, ovvero la sintesi di libert e necessit, per cui soltanto la vita pu concepirsi
come processo e come valore spirituale>> (Rassegna di studi sullidealismo attuale, in Saggi sullIdealismo
magico, cit., pag. 195).
16
J. Evola, Il cammino del Cinabro, cit., pag. 44.
37
17
38
della
libert
di
questa
sua
19
20
39
ovvero
loggettivit;
intervallo23
40
riafferma
nella
sintesi.
Ci
facendo
in
41
divenire
oggettivo
divenuta
autodipendenza.
42
un
salto
qualitativo
la
qualit
43
44
in
natura
dinamica;
riconoscere,
esprime;
rivelazione,
la
vera
in
una
serie
di
cause
ed
effetti,
causalit
fisica
nascono
questa
affermazione:
<<Con
la
che
si
contrappone
alla
sviluppo
della
47
della
specificazione
procedere
una
nuova
verso
si
sintesi,
pu
quella
reciproca,
mentre
lorganizzazione
condizionata)
risulta
come
lulteriore
lorganismo
quanto,
piuttosto,
49
facendola
oggettivit;
pu
cio
quella
della
personalit,
ultima
50
riflessione
dellimmagine.
Questa
forma
34
51
52
CAPITOLO II
Sulla persona o epoca dellumanit
Allo stadio della spontaneit, che porta ad un insieme
di produzioni avente per limite la perfezione
dellessere, ne pu succedere un secondo, quello della
personalit, in cui lIo passa un tale limite, si bagna
nel non-essere realizzando il principio del per s,
dellimmagine, e si dirige verso una autonomia ed
unesistenza individuale. Ci in conseguenza allo
spezzarsi
della
originaria
connessione
con
nel
mondo
della
parvenza
della
53
la seconda la
lautoriferimento,
cio
il
basarsi
religione,
arte,
ecc.)
procede
il
54
un
corpo
affetto
da
quanta
di
55
osservando
la
vita
normale
dellindividuo
fuori
da
stesso,
lo
decentralizza.
il
soggetto
limita
questo,
lo
nega
56
una
devozione,
sar
sempre
un
58
come
garanzia
di
stesso,
come
semplice
generando
cos
una
particolare
relativo
allaffermazione
secondo
la
come
oggetto
di
tendenza.
Come
spuntare,
nellesperienza
di
un
oggetto
possibilit
contenuta
nel
principio
il
principio
di
distinzione
deve
autoconservazione
(tesi),
co-azione
persona
dalla
completezza
realizzazione
63
altro
frutto
dellazione
deve
essere
perch
la
dipendenza
inerente
la
passo
autoconservazione
della
prende
trilogia
della
forma
nella
eterogenerazione (sintesi).
Il cambiamento fondamentale da notare nella
caratteristica di cui stiamo discutendo, in confronto a
quella precedente, il fatto che, mentre nella
cooperazione lessere delloggetto era voluto dalla
64
ritornante
al
principio
stesso
la
persona,
in
quanto
riesce
ad
amare
65
egli
autoposizione,
incondizionato
Questo
valore
si
,
pone
come
assoluta
autodeterminarsi.
ovviamente,
connesso
particolare
condizionata
sarebbe
dallindifferenza
necessariamente
verso
questa
moralit
formale,
ovvero
lautonoma
ora
assume
una
diversa
natura:
<<Il
semplicemente
il
carattere
di
nuda
43
68
assume
una
forma
adeguata
alla
69
virt
del
concetto
come
organo
secondo
leggi,
di
una
oggettivit
45
70
breve
accenno
bisogna
farlo
sul
ruolo
per,
dal
punto
di
vista
del
che
definito
momento
dogmatico
sfugge
alla
legge
porta
alluniversale.
Ci
<<per Evola la filosofia diciamo con parole nostre la scienza del certo che si crede autonoma () e che ha
per suo organo una ragione invariabilmente a carattere oggettivistico e esterioristico. Pi esattamente, la
categoria in cui la relazione soggetto-oggetto appare dominata da una esigenza di certezza che prende forma
oggettiva anche quando, come pur vuole la logica interna della categoria, il criterio di verit sia posto nel
soggettivo. Anche in tal caso-limite il soggettivo sar inteso in realt come il suo opposto, e la libert verr fatta
coincidere con la necessit. Questo coincidere degli opposti, nel quale il secondo termine vince sempre e soffoca il
primo, lidealismo, con cui la filosofia tocca il tetto della categoria. Limpulso oggettivistico - -
nellidealismo completamente mediato e razionalizzato, ma non realmente vinto e dominato. Lequazione
idealistica di razionalit e realt d la formula di questa perfetta mediazione e di questa impotenza reale. Lorgano
(finale) della filosofia lautoconcetto e la storia della filosofia la storia del farsi morfologico dellautoconcetto.
Se poi sotto il nome di filosofia si convenisse di comprendere anche significati transidealistici, mistici, estetici e
magici (), ci non invaliderebbe il discorso evoliano intorno alla filosofia intesa come scienza, non la
invaliderebbe n riguardo alla sua interna logica e storia, n nei suoi rapporti con filosofie ordinate ai fini
transcietifici>>, Melchionda, R. Il volto di Dioniso, cit., pag. 69-70.
73
positivamente
ed
autonomamente,
ma
<<Congiunta con lalternativa positiva del suo esito finale, la filosofia riacquista tutto il suo pregnante
significato originario di disciplina propedeutica al sapere e alla vera vita. In questa prospettiva la filosofia
maieutica alla libert, ancilla libertatis>>; R. Melchionda, Introduzione, in LIndividuo e il divenire del mondo,
cit., pag. 19.
75
categoriale,
un
tale
sviluppo
cadr
76
persona
elevato
centro
assoluto,
ad
luniversale
loggettivo
in
quindi
manifestazione
categoria,
che
essa
nellattuarsi
questa
centro
inconscio
passivo.
Questa
il
principio
formale
si
adegua
78
79
Ma
cos
questa
individualit?
<<Individualit
50
80
81
CAPITOLO III
SullIndividuo quale conclusione
naturale del percorso
autoconoscitivo dellIo
Eccoci
giunti
infine
allultima
possibile
soggettivo
definito
da
Evola
come
82
percorrere:
la
via
dellAltro,
gi
valore
vengono
posti
nella
pura
libert,
perci
se
lIo
si
pone
lo
fa
incondizionatamente53.
Analogamente
alla
prima
strada,
anche
qui
53
83
in
quanto
tale
non
pu
essere
nellIo,
nel
momento
stesso
85
anche
il
carattere
di
contingenza
55
86
dellIndividuo?
Grazie
allesperienza
<<Lassoluto
potenza
di
87
vuole
essere
senzaltro,
lassoluto,
linfinito>>57.
Infine, prima di riprendere lanalisi di Fenomenologia
dellIndividuo Assoluto, sar meglio chiarire nei
dettagli i compiti che la persona deve adempiere per
metamorfizzarsi nellIndividuo assoluto. Innanzitutto
lIo deve essere sufficiente alla sua insufficienza,
deve capire che tutto ci che sembra possedere una
realt da lui indipendente mera illusione derivante
dalla propria deficienza. Per compiere in s lassoluta
certezza, deve appunto colmare questa deficienza
tramite un processo incondizionato in modo da
instaurare lassoluta presenza di s alla totalit della
57
89
soggettivo,
ma
deve
essere
assoluto
riprende
la
totalit
Fenomenologia
dellIndividuo
Assoluto
esistenza.
Con
lindividualit
si
ha
un
dellIndividuo
verso
la
strada
per
della
parvenza
della
mera
92
93
categorie
dellepoca
precedente)
esprime
assunto
dallIo
per
lassoluta
sua
in
esame
come
suprema
che
stessa.
Tutto
ci
rispecchia
wei,
ovvero
dellagire-senza-agire,
perla
loggetto
con
unaffermazione,
che
59
96
lelementare
mediazione
di
una
lesteriore
un
proiettare,
un
immediatamente
vissute
nella
loro
98
nello
stesso
punto
da
cui
procede
99
diviene
specchio
della
personalit
ogni
esteriorazione
dellinteriore
100
coesistono
nello
spazio,
uno
spazio
coesistenza
di
pi
significati
trascendentale,
ma
questo
mondo
62
102
natura:
luniversale
come
funzione
di
concezione e qualificazione.
Il possesso che nel corpo dei segni si impugna
liberando in esseri di mediazione ci che era potenza
pura, fino ad un mondo in cui tutto ci che moto
nella forma della trascendenza, un tale apice, in cui
tutta la potenza dellantecedente arsa, avverte la sua
mediazione
farsi
strumento
dellapparire
degli
immediatamente
in
questo
mondo
di
se
stessi,
poter
oltrepassarsi,
potersi
nelle
infinite
affermazioni
la
riprende
in
s e
la
fa
comunicare
107
63
108
109
CAPITOLO IV
Sul solipsismo quale unica realt
logica del mondo dellIdealismo
magico
teoria
dellimmanenza
avrebbe
dovuto
111
come
Io
ci
che
nellordine
secondo,
che
ci
si
rifiuti
di
nel)
il
segno
dellimplicazione
67
68
113
subordinato
che
non
gli
risulta
114
70
115
dellIndividuo
Assoluto;
ora
processo
capace
di
affermare
due
visioni
sembrano
essere
praticamente
identiche.
LIndividuo consiste in un principio di centralit
assoluta, in un principio di potenza prima di cui non
vi nulla e dal quale ogni oggetto necessariamente
trae la propria realt che realt di qualcosa di posto
liberamente dallIo. LIndividuo non dipende da
nulla, essendo a s stesso estrema ragione.
Alcune considerazioni si possono ancora fare sulla
teoria in questione:
71
72
Meister Eckhart, Trattati e prediche, Ed. Rusconi, Milano, 1982, pag. 164.
Ibidem, pag. 163.
117
118
infinite
individuazioni,
lIndividuo
pu
della
coscienza
quale
principio
non
stabile
ma
suscettibile
di
73
120
121
PARTE II
Assoluto
122
123
CAPITOLO I
Il mistero della Libert ovvero
dalla libert immediata, alla
spontaneit, alla libert mediata
Fin qui ho cercato di tracciare la possibile linea
evolutiva dellUnico che passa dallIo, alla persona,
allIndividuo, come unica fonte di realt. Tutto ci
potrebbe esser sufficiente per un discorso riguardante
appunto il lato evolutivo dellIo ma, come ho
accennato nei precedenti capitoli, ho volutamente
tralasciato lo strumento che lIo utilizza per ovviare a
tale percorso, cio la Libert.
Cos questa Libert di cui, in oltre duemila anni, non
si riusciti a dare una definizione convincente?
Evola passa a rassegna varie correnti di pensiero che
hanno trattato questo tema sia superficialmente, sia
facendone il proprio fondamento dottrinale.
Egli va dai naturalisti agli idealisti passando per i
razionalisti, gli esistenzialisti, i nichilisti, i finalisti,
etc. evidenziando, in queste filosofie, le pecche e gli
errori in cui sono incappati e da cui non sono pi
riusciti ad uscire. Tutto ci messo in luce in maniera
esauriente
nella
settima
sezione
di
Teoria
caso
in
cui
cause
esterne
impedissero
tale
soddisfacimento.
In realt pu benissimo esserci unassenza di
coercizione esterna e una presenza di coercizioni
interne.
Da qui si pu passare alla seconda filosofia presa in
esame con lesempio di coercizione interna quale
limperativo categorico kantiano.
Presupponendo che lesser morale sia una peculiarit
delluomo, nel momento in cui agisca eticamente egli
non farebbe altro che adeguarsi alla sua tipicit, alla
sua natura e, viceversa, opponendosi ad essa si
ritroverebbe ad avere una natura degenerata, impedita,
non conforme a s stessa. Praticamente la morale
potrebbe benissimo entrare a far parte del bagaglio
istintuale delluomo. <<A tale stregua, che la condotta
etica della vita implichi sforzi, lotte, superamenti,
autodisciplina tutto ci non ha un significato diverso
di quel che una pianta pu fare quando giunge a
realizzare s stessa
126
sovrani,
bens
quali
sudditi
di
esso>>75.
della
coscienza
assolutamente
127
da
quello
che
sgorga
dalla
propria
Anche
il
riconoscimento
di
128
129
non
il
principio
sufficiente
di
<<La ragione fondamentale per cui il suo idealismo si differenzierebbe dallattualismo, starebbe nel diverso
modo di concepire la libert concreta. Per lattualismo libert vuol dire sintesi di libert e necessit; o, in altri
termini, libert di cui proprio il carattere di universalit dellIo trascendentale, e non quello di arbitrio o di
particolarit del soggetto empirico. Per lEvola, invece, la vera libert si identifica con larbitrio, col principio
sufficiente di una legislazione assolutamente arbitraria. Libero veramente quelluomo che con un atto
assolutamente primo pu negare tutto e affermare tutto, lessere e il non essere. Questo a parole. Di fatto poi,
quando lEvola cerca di precisare i caratteri del suo vagheggiato superuomo, e si sforza di pensarlo e di
raffigurarlo, costretto a poco a poco, e quasi senza avvedersene, a costruirlo secondo uno schema logico e
secondo un processo dialettico, in cui limmediatezza dellarbitrio si dilegua completamente e lesigenza
storicistica della legge e della necessit si riafferma Anche il suo uomo magico, insomma, per essere qualcosa,
per essere comunque concepibile, deve razionalizzarsi e smentire il carattere di arbitrio assoluto>>, U. Spirito,
Rassegna di studi sullidealismo attuale, in Saggi sullIdealismo magico, cit., pag. 192.
A questa obiezione risponde brillantemente Piscitelli che cos sistema lo Spirito: <<Laltra obiezione avanzata
da Spirito ad Evola () riguarda la contraddizione nellaffermare prima larbitrio dellIndividuo assoluto e
nellindicare poi uno svolgimento dialettico che porti ad esso e addirittura una fenomenologia che lo caratterizzi.
una contraddizione che non sussiste. Un atleta che fa ginnastica con gli anelli si muove con scioltezza, con
assoluta spontaneit, eppure chiaramente quella spontaneit il frutto di una concentrazione estrema. Egli pu
imporre facilmente al corpo movimenti veloci, precisi, acrobazie aeree impossibili a coloro che lo osservano:
latleta imprime lo spirito e sente lo spirito anche nellultimo dei muscoli, perci pu affermare ad arbitrio (o se si
preferisce: con indifferenza) una data evoluzione alla figura umana. Sarebbe per ingenuo affermare che latleta
per giungere a tanto non abbia avuto bisogno di anni di severo allenamento, di coniugare lesercizio quotidiano
130
mondo
di
Gentile
sia
un
indefinito
divenire
con doti di tipo genetico attraverso esercizi precisi, talvolta un po rigidi e poco allegri egli ha ottenuto la
libert di disporre a piacimento del proprio corpo, dal momento in cui si dispone a croce tra gli anelli. Vi
contraddizione tra il pesante giogo dellallenamento e la libert di movimento che ne consegue? Una domanda
del genere non merita risposta>>, LIndividuo:tra libert e arbitrio, in Teoria dellIndividuo assoluto, 1998, cit.,
pag. 217.
81
<<Il mondo quello che ciascuno di noi trascendentalmente vuole che sia (). Questa la grande novit del
pensiero evoliano: la verit contingente alla libert e volont che lindividuo >>, R. Melchionda, Introduzione,
in LIndividuo e il divenire del mondo, cit., pag. 20.
131
che
la
volont
sono
libere83.
La
83
132
84
Belluigi muove alcuni quesiti al problema della causa da cui si nota per una scarsa conoscenza delle opere di
Evola ed una scarsa comprensione del concetto di libert espresso dal nostro autore: <<Concediamo allA. che in
sede logica dire che una cosa non causata da me, non lo stesso non lo stesso che dire che essa causata da
altro, non detto che la limitazione della mia causalit richieda una causa, ma nel mondo non basta negare ci
che si vede per distruggere ci che esiste.
Come non sufficiente affermare per creare (panlogismo hegeliano), cos non possibile negare per distruggere
(panlogismo magico). Lidealismo magico ha bisogno di distruggere per creare (), ma il male poi che il
magico non pu creare (dato che possa creare) che ci che prima ha visto, sentito, percepito. LIo-magico o Iosufficienza nasce (dato che possa nascere), dallIo-Non-Io.
Inoltre dato e non concesso che lunica positivit sia lIo, lUnico, lIo autoctisi, lIo che si dona in unazione
assoluta, questo Io in atto non forse un Io-passivo di fronte ad ogni Io-sufficienza realizzato, obiettivato, posto?
LIo-sufficienza come pu essere coerentemente tale, se tale non in ogni punto della sua vita, se pur procedendo
sempre vittorioso, lascia dietro di s i cadaveri dei suoi vinti, che si vendicano con le loro autonomie nel tempo e
nello spazio? vero che io causo, ma dopo latto causante come si spiega la permanenza della mia causa nel
causato? La permanenza obiettiva o lessere richiede una causa permanente che non pu essere lIo-sufficienza, a
meno di non pietrificare lIo-sufficienza in un causato, e annullare, di conseguenza, lIo Linvocato Signore
Universale se crea, deve morire nella sua prima gestazione, inoltre dato che potesse creare non si sa come e cosa
debba creare entro al suo solipsismo cosmico. Il Signore Universale dovrebbe creare senza desideri, senza
passione, in una centralit assoluta, come se lattivit non fosse anche desiderio di attivit, attivit teleologica>>,
A. Belluigi, J. Evola: Saggi sullIdealismo Magico, in LIdealismo Realistico, cit., pag. 144-145.
85
J. Evola, Saggi sullIdealismo magico, cit., pag. 127.
133
(come
ho
evidenziato
nei
capitoli
86
<<se Evola sottopone a critica ogni posizione che non sia radicalmente immanentistica, se arriva a sostenere la
messa in discussione dellesistenza attuale di un Assoluto gi in s perfetto ed immobile (J. Evola, Saggi
sullIdealismo magico, cit., pag. 42) perch la Trascendenza in quanto Essere-gi-tutto-dato, in cui nulla accade,
finirebbe per rappresentare lo sterile trionfo della necessit, lespunzione della libert>>, G. Damiano, La filosofia
della libert in Julius Evola, cit., pag. 29.
134
dimensione
della
coscienza
logico-
totalmente
intelligibile.
<<Essenza
ed
87
136
quel
che
nel
mondo
come
subire
dallesterno
una
determinazione
lincondizionato
perch
dovendo
139
140
141
di
esistenza
anteriore
alla
coscienza
individuale.
Basta far riferimento a quegli eventi di cui sopra per
convincersi che la realt contingente al possibile,
figurarsi se si porta allestremo la capacit di
modificare luniverso circostante soprattutto unendo
le dottrine sapienziali con la concezione monocoscienziale dellIdealismo assoluto. Ma ci proprio
142
al
vero
possa
essere)
poi
143
soltanto
postulabile;
infatti
ogni
sua
92
espressione
terminologia
designava
dellesperienza
vissuta.
Tale
che
nella
ogni
rapporto
mia
contenuto
doveva
145
includere
tre
elementi:
la
trasparenza,
nelle
appare
essenzialmente
come
riduzione
questo
piano
possiede
come
presupposto
connettere
lelemento
dellinfinit,
146
(soggetto-oggetto,
finito-infinito,
147
incondizionato
che
possiede
97
148
compossibili;
proprio
grazie
alla
Atti del VII Congresso nazionale di filosofia, Roma 26-29 maggio, Bestetti e Tumminelli, Milano-Roma.
Negri definisce la dottrina evoliana come la <<fondazione di un superumanesimo tutto sommato nichilistico>>
(Negri, A. Julius Evola e la filosofia, Ed. Spirali, Milano, 1988, pag. 29), dando prova di un <<negativismo
programmatico [e di un n. d. a.] nichilismo dissolvente>> (Negri, A. Julius Evola e la filosofia, cit., pag. 43). A
questo giudizio Damiano controbatte dicendo che <<Negri afferma che la filosofia di Evola essenzialmente
nichilistica perch riduce a zero ogni cosa, tra laltro finendo cos per vanificare la sua stessa pretesa al dominio.
Resterebbe solo lIndividuo Assoluto nel pi disperato dei deserti in cui ogni alterit andata distrutta per,
innanzitutto, come gi detto, lIndividuo Assoluto, in quanto libert, esso stesso alterit (che quindi non viene
cancellata); inoltre il dato, il fatto non per nulla distrutto perch lIndividuo Assoluto, prima di divenire tale,
era appunto un dato, un che di gettato nel mondo. Dunque non vero che Evola combatte, da ultimo il
residuo realistico ma anzi lo pone come punto iniziale del procedere, libero, dellio verso il suo possibile farsi
assoluto>>, Damiano, G. La filosofia della libert in Julius Evola, cit., pag. 63.
99
149
assolutezza,
facendosi
finito...
il
caratteristica
dellindeterminatezza
quale
privazione di condizione.
Il carattere di Libert vera questo poter essere in
contraddizione con s stessa, anzi il s stessa un
controsenso se accostato alla Libert perch ci
vorrebbe dire dare una identit finita, limitata, mentre
essa pura possibilit indeterminata102.
Questa Libert propriamente non nulla in quanto
al di l di ogni determinazione, differenza originaria
da ogni ente, , appunto, non-ente, me on.
Allora questa Libert risulta addirittura anteriore a s
(quale
libert
realizzata),
libera
di
decidere
150
con
laltro.
Come
ho
accennato
104
<<La libert si conosce infatti solo nella libert e scaturisce da s: viene dal nulla, creazione, spirito>>; R.
Melchionda, Introduzione, in LIndividuo e il divenire del mondo, cit., pag. 21.
152
105
153
<<se deve esserci certezza, allora deve pure esserci lIo che modelli il mondo. Se lIo realt, allora vi
certezza. Questa la doppia ipotesi sulla quale Evola imposta il problema del conoscere. Essa lascia aperta la porta
154
nella
dimensione
dellattualit
che
sia alla rinuncia del sapere assoluto - - che alla assunzione del compito che lopposta scelta comporta. In tal
caso occorrer trasformare lesigenza di certezza in fatto>>, Melchionda, R. Il volto di Dioniso, cit., pag. 71.
107
J. Evola, Saggi sullIdealismo magico, cit., pag. 53.
155
faccia,
lo
domina
interamente
156
157
superarsi
svilupparsi
fino
al
158
contingente.
al
sorgere
Questo
del
nascere
conseguente
110
160
161
CAPITOLO II
Sullautarchia quale realizzazione
della vera libert
(il mago)
interpretata
come
quella
dellIndividuo
162
<<Una prima obiezione si pu fare riguardo a quella identificazione dei concetti di Assoluto e di Unico; essa
propria al pensiero, ma non trova conferma nei fatti. Non c prova alcuna perch p.e. Evola ed io non possiamo
realizzare lAssoluto, ciascuno per conto suo. E se vogliamo consultare la storia, - -, dobbiamo riconoscere che
la perfetta realizzazione si verificata in individui separati quale il Buddha e il Cristo.
Mi sembra probabile, per, che la questione del Solipsismo in fondo derivi da altre considerazioni e che in essa
venga a galla in veste moderna la contesa, tanto ventilata fra i filosofi indiani, se nellAssoluto realizzato
dalluomo rimanga o no lindividualit umana. [] Il Solipsismo tenta di mediare fra le due concezioni e pone un
Assoluto che Unico come il Brahman del Vednta e individuale come il purusha liberato del Smkhya. Pi
giusto mi pare di ammettere due gradi dellAssoluto, il primo quello del Smkhya, a cui possono partecipare tutti
gli Io individuali nella condizione liberata, e il secondo quello del Brahman del Vednta, nel quale andrebbero a
confluire tutti gli spiriti del primo grado. [] In ogni caso, per, il Solipsismo sembra insostenibile (perch in
aperto contrasto con la realt dei fatti), quando scende dal terreno dellIo Assoluto e vuole stabilirsi a regnare nei
mondi della relativit e dellAltro>>, B. Jasink, LIdealismo Magico di J. Evola, in Evola, J. Saggi
sullIdealismo magico, cit., pag. 183-184.
163
afferma
in
ogni
individuazione,
<<in
verit,
non esiste
che
lUnico,
<<arbitrario non significa capriccioso: arbitrario il volere sovrano, il volere che vuole perch vuole,
capriccioso il volere che vuole a caso, ciecamente, che vuole perch gli capita di volere>>, Pareyson, L.
Ontologia della libert, Einaudi, Torino, 1995, pag. 124.
114
J. Evola, Fenomenologia dellIndividuo Assoluto, cit., pag. 288-289.
115
J. Evola, Saggi sullIdealismo magico, cit., pag. 43.
116
J. Evola, Teoria dellIndividuo assoluto, 1998, cit., pag. 32.
164
essendo
non
non
essendo,
117
165
il
Signore>>119.
Infatti
il
mago
riaffermando
lincondizionato
liberazione
(mahmukti),
lunicit
definitiva
lIo
dellIndividuo
assoluto
166
come
richiedente
una
integrazione
nellautarca
il
mondo
diventa
reale,
la
ci
Evola
insiste
soprattutto
sul
167
ma
bisognerebbe
fare
degli
ulteriori
168
Limmortalit
la
possibilit
123
124
169
Nome
vero
dello
spirito,
dellIndividuo
assoluto>>125.
125
170
171
CAPITOLO III
Sguardo dinsieme sulle due Teorie
del
27,
di
contro
allaltra,
pi
<<Se si escludono valutazioni di singoli autori (ad esempio, in parte, lo stesso Nietzsche) o di situazioni
storiche (sempre pi pessimista egli divenne circa la reale possibilit di modificare il presente in senso
tradizionale), non si trovano nellevoluzione evoliana profonde svolte concettuali, correzioni dellessenziale. Ci
sono piuttosto correzioni di tiro, modifiche di accenti, di umori, di linguaggio, di stile, e precisazioni intorno a ci
che non era stato ben centrato o anche, pi spesso, non ben determinato e che poteva prestarsi allequivoco>>,
Melchionda, R. Il volto di Dioniso, cit., pag. 52.
172
Il
problema
della
potenza),
altre
padronanza
degli
argomenti
trattati
interessarsi
di
filosofia,
bens
ha
preso
in
la
loro
divisione
(eccezioni:
per
la
filosofia
se
non
il
salto
sia
passato
quello
meramente
127
Evola, J. Teoria dellIndividuo assoluto, Fratelli Bocca Editori, Torino, 1927, pag. VII; Evola, J. Teoria
dellIndividuo assoluto, Edizioni Mediterranee, Roma, 1998, pag. 21.
128
Evola, J. Teoria dellIndividuo assoluto, Edizioni Mediterranee, Roma, 1998, pag. 21.
176
<<le filosofie di Evola e di Gentile hanno una radice in comune. Ci non sfugge a chi legge ledizione
originale della Teoria dellIndividuo Assoluto, che appunto si distingue dalla seconda per la centralit che viene
accordata allAttualismo gentiliano come punto finale della filosofia e come punto di partenza per ci che al di l
della filosofia Con sicuro intuito Leonardo Grassi ebbe a notare come il dominatore di Evola corrispondesse
al Soggetto gentiliano, e come lattivit dellIndividuo assoluto che sempre supera se stesso, nullaltro fosse che
latto puro>>, A. Piscitelli, LIndividuo assoluto ed i suoi critici, in Teoria dellIndividuo assoluto, Edizioni
Mediterranee, Roma, 1998, pag. 213.
130
Evola, J. Teoria dellIndividuo assoluto, Edizioni Mediterranee, Roma, 1998, pag. 19.
177
ed
essenzialmente
magico
conato
dellindividuo
verso
una
assoluta
131
Evola, J. Teoria dellIndividuo assoluto, Fratelli Bocca Editori, Torino, 1927, pag. III.
Evola, J. Teoria dellIndividuo assoluto, Fratelli Bocca Editori, Torino, 1927, pag. II-III; Evola, J. Teoria
dellIndividuo assoluto, Edizioni Mediterranee, Roma, 1998, pag. 22.
132
178
179
PARTE III
Ai confini
dellIndividuo
assoluto
180
181
due
dottrine
si
pongono
ai
margini
182
necessario
prendere
in
considerazione
183
184
CAPITOLO I
Lo sheng-jn di Lao-tz
A rigor di logica la prima corrente filosofico-misticoreligiosa da trattare quella del taoismo, in particolar
modo quella derivata dal Tao-t-ching di Lao-tz.
Innanzitutto, se si segue un percorso cronologico
degli scritti di Evola, ci si accorger che nellormai
lontano settembre del 1922 egli compose una rilettura
in chiave filosofica del gi citato Tao-t-ching;
inoltre, se pur gi covasse in s lidea di
quellIndividuo di cui fu genitore, risulta evidente gi
da una prima lettura che Lao-tz ebbe enorme
influenza sulla sua creatura. In verit la figura
dellIndividuo assoluto ha molto in comune con quel
Perfetto di cui parla il dotto cinese.
Ma andiamo per gradi; in primis fu lo stesso Evola ad
affermare limportanza che tale dottrina ebbe sul suo
sistema: << con un riferimento talvolta assai
discutibile a questo antico maestro del taoismo
estremo-orientale che anticipai alcune idee essenziali
del mio sistema>>
134
134
185
ma
soprattutto
Evola
ivi
rileva
186
attualit
come
proposta
di
una
in
esame
quello
hegeliano
il
nominabile
etc.
ma
tale
modo
resta
come
antecedente
di
ogni
187
188
Questo
passaggio
anticipa
il
movimento
di
189
esso
sussista
indifferentemente,
bisogna
che
rilasciamento
(=
condiscendenza)>>145.
142
190
voluta:
<<Lapprossimazione
191
conseguenza
egli
apparir,
come
lacqua,
192
Tradizione:
<<Ma,
sopratutto,
193
lideale
posizione
per
una
visione
194
metafisico,
sebbene
abbia
anche
di
immanenza,
di
non-essere
195
come
substrato
come
dimensione
essenziale dellessere.
Il secondo punto che il nostro autore prende in
considerazione il concetto di mutamento, tratto
direttamente dallI-ching. Riassunto, il concetto suona
cos: <<Gli esseri e le cose appaiono, divengono,
scompaiono per mutazione di stato>>154; solo
coloro che seguono la Via, che hanno la Via dentro s
possono superare questo eterno circolo; solo se si
staccano dallo stato formale e si integrano nella
trascendenza presente ed in atto nellimmanenza
diventano uomini del Tao. Ma questo staccarsi
sempre un ritornare, perch nella corrente delle forme
fine e principio si fondono.
Qui si innesta perfettamente il concetto di T, ovvero
letica che lo Sheng-jn (luomo del Tao) deve
seguire, ovvero deve escludere ogni azione estroversa
che
procede
dal
centro
periferico
(quello
il
centro
essenziale
immutabile
ed
inattaccabile155.
Il terzo punto per lappunto quello dello Sheng-jn,
ex Perfetto, <<per un possibile riferimento ad un
compimento soltanto morale entro il dominio
153
196
messe
cambiamento
di
in
opera
stato,
per
ovvero
provocare
la
un
famosa
197
trasferita
nella
condizione
non
158
198
199
CAPITOLO II
La realizzazione di Brahman
secondo i Tantra
200
Questa intuizione lho poi ritrovata in Melchionda, che sembra aver notato la forte presenza delluniverso
tantrico nelle trattazioni speculative dellautore. Infatti nellintroduzione a LIndividuo e il divenire del mondo,
pag. 8, egli afferma: <<Contro questa successione - pensiero critico-sapere tradizionale, filosofia-prassi spirituale
si posto, in apparente contraddizione, lo stesso Evola, quando nella sua autobiografia intellettuale tenne a
precisare () che non stata la filosofia a condurlo alla prospettiva dl sapere tradizionale ma allopposto stata
questa a consentirgli di elaborare un sistema di filosofia che sfocia in idee proprie di quel sapere>>.
Ecco che lagire-sapere post-filosofico viene prima della filosofia; questo sempre rispetto alla totalit del sistema.
Inoltre M. mette in evidenza la doppia valenza del sistema evoliano, il quale si affida al pensiero critico ma senza
contraddirsi gli nega ogni valore decisivo, accoglie il criterio del razionale solo per mostrarne il limite interno e
superarlo in un altro elemento.
201
ed
inorganica,
una
concezione
definito
trascendentale>>162,
da
Evola
perci
<<pragmatismo
<<Liberazione
202
in
<<Il presente studio dunque destinato a coloro che si vlgono allOriente non per mera curiosit e cultura, ma
per trovarvi le traccie di quelle posizioni, donde possa srgere una integrazione, un pi perfetto compimento di
quanto lo sprito europeo ha realizzato>>, ibidem, pag. 7.
204
con
la
nascita
capovolgimento
della
del
tantrismo
concezione
si
stessa
ha un
della
205
di
illusione,
in
opposizione
quello
fanno
corrispondere
il
superamento
206
comunque
resta
impressionante
la
Evola, J. Lo Yoga della potenza, Ed. Mediterranee, Roma, 1968, pag. 249.
207
bens
problematiche
ed
in
attesa
di
208
209
universo
tramite
una
affermazione
di
stessa;
dunque
la
potenza
vorr
171
210
211
allora
la
questione
passa
alla
procede
nella
ex-sistenza
si
deve
173
174
212
214
gerarchicamente
stessa
secondo
e
un
sono
strutturati
approfondimento
illustrate
nella
Fenomenologia
215
realizzazione
evolianamente
del
tradotto
kundalin-yoga
con
lepoca
che
della
dominazione.
Ora sia ne Luomo come potenza, sia ne Lo yoga della
potenza si apre una attenta analisi delluniverso della
realizzazione che prende brevemente in esame i vari
tipi di yoga preferendo quello che utilizza lazione
come strumento di perfezione ed chiamato hathayoga o, come ho gi detto, kundalin-yoga. In questa
parte dei libri vi un breviario degli esercizi da
utilizzare per diventare illuminato, per tendere verso il
brahman. Il percorso diviso in cinque fasi,
corrispondenti grossomodo alle fasi descritte sia nella
Fenomenologia dellIndividuo Assoluto, sia nei Saggi
sullIdealismo magico.
Una breve schemetto sar chiarificativo:
Tantra: prima fase: realizzazione psichica.
Individuo assoluto: prova del fuoco, della sofferenza e
dellamore.
T: seconda e terza fase: purificazione, divinizzazione
delle funzioni naturali.
I.A. purificazione.
T: quarta e quinta fase: teoria dei nomi di luce, yoga
del potere serpentino.
I.A. realizzazione magica.
216
217
218
Bibliografia
Opere di Julius Evola utilizzate
Evola, J. Arte astatta, posizione teorica/ 10 poemi/ 4 composizioni,
Collection Dada Zrich, Ed. Maglione e Strini, Roma, 1920.
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Evola, J. Rivolta contro il mondo moderno, Ed. Mediterranee, Roma, 2006.
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219
220
223