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Dims meet 9.20 30 sage Rassegne 371 che si @ andata ripetendo nel tempo nella trinitd padre-madre-figlio all’insegna peid dell'unita («Ho trovato l'amore e siamo in tre»). In realta, Vatto del dare la vita & ‘materno quindi racchiude sia la maternita che la paternita; anzi, in quanto genera- trice di vita la donna deve occupare un posto di preminenza nella Genesi («lo ero prima di ogni altra cteatura / ero il manto il firmamento / ero la vita che si na- sconde / perché ogni vita cresca»). Ogni creazione comporta gioia e dolore come quella di Maria per la sorte di Gesi, 0 di Teti per quella di Achille. In ogni madre ci sono Maria e Tet, gioiae sofferenza. Ma al di 1a del dolore di Maria che vede il figli, 'Uomo Dio, inchiodato sulla croce, al di la di questa sofferenza che lacera e cambia il mondo, sempre sfiorisce il deserto». Semmai & sul piano storico-politico che questo dolore tutto al femminile non trova riscatto: «avanza su di noi / qual: cosa di peggiore / una croce delle donne / al di la di eros al di la di agape / se il chador si pud imporre / all’Occidente / come all’Oriente / nella violenza». E molto vasto il ventaglio di temi appassionanti e appassionati che Rosita Co- pioli affronta in questo libro. Impossibile analizzarli tutti. Tra ‘altro, c'é un grande rispetto per la vita («finché la luce entra nei tuoi ecchi / ama la luce»), ¢'8 la consapevolezza del breve passo che divide il qui e Valtrove e del potere della memoria di evocare e rileggere con pietail passato, la fiducia nella supremazia del bene sul male («solo il bene @ infinito, ma / solo il male sembra infinito»), un fra- temo tenero afflato verso gli animali, una forte fascinazione della grecita e della ‘mediterrancita («Mare di Creta, / sei la Ninfa che si distende liquida / sei !Egeo € mar di Cirenaica, / nel vuleano di Thera hai messo nido ¢ onde, / sei in tutte le grotte dall'Tda al Ditti, / onde / nelle stalagmiti / nel fuoco d’acqua / onde / ninfa della mia mente / onnipossente / onda»); e c’é una indomabile fiducia nella poesia sentita come dono e grazia, come appiglio contro le sconfite eriferimento morale: Anche nel deserto / non disperare della poesia. / | poeti veri servono Dio. / Ser- vono la parola, / il fiat, V'azione, / Servono |...] ogni opera che segue / all’amore». Giuseppe Langella, Il moto perpetuo, Aragno editore, Torino, 2008 ‘Qua ¢ la i versi raccolti da Langella in questo volume sono accompagnati da un yelo d'ironia o meglio sarebbe dire da un mite sorriso, in realt il timbro di fondo del volume & molto serio, come si addice a una mente che non scherza con la vita, Perché la vita & proprio una cosa seria, Anche quando apparentemente sul teattino del quotidiano si recita la farsa della banalita, come accade nella sezione intitolata Leggeride metropotitane, a stare bene attenti da divertrsi c’é ben poco. Scorrono, nelle pagine di Langella, gli illusi e al contempo le vittime del carricri- smo, della mondanita, del consumismo, del mito della giovinezza e del bell’aspet- to ad ogni costo, ma alla fine vecchiaia e morte hanno la meglio ¢ a uscire con dignita € soltanto Vinnocenza di una cagnetta. Langella ¢ molto cosciente che Truomo ~ di per sé precario e fragile ~ vive travolto e superato dal continuo mu- tamento e che quindi il viaggio é la metafora atavica e fondamentale del suo es- serci. Su questo destino riflette nella sezione Quasi una trenodia, dove Vandare e il tormare in treno — 0 in metropolitana — non aiutano a «mettersi fuori», altrove 0 cltre, ma sono solo episod che girano, in fondo, attorno all’angustia e alla ripeti- tivita delle nostre vicende. Semmai viaggiare rafforza la sensazione che tutto av- —>- 31NA3_2008 Rassegne.ged 11-09-2009 10:10 nee a7 372 Rassegne ‘venga veramente solamente dentro; e se Vascolto della conversazione al celtulare i uno sconosciuto da la misura di come ciascuno «consumir la propria vita, da ‘cui non pud liberarsi (

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