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Sulmona IN Provincia - Facebook forum

argomento 4 (sicurezza e prevenzione)

4.3. Laboratorio Sulmona


Il terremoto: da rischio a opportunità
(una provocazione, anzi due)

Parto dalla prima provocazione: provate a cercare "Sulmona" su


questo documento. Vi risparmio la fatica, viene fuori (oltre a poco altro):
Realizzazione marciapiede pedonale strada provinciale 52 diramazione
Torrone Comune di Sulmona € 50.000,00.
Stiamo parlando delle destinazioni del Fondo per la tutela
dell'ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio (!) In totale poco più di 59.000.000,00 di euro, per il 2010, a
pioggia su tutt'Italia. Per Sulmona basta un marciapiede.
Mah! Fine della provocazione; passiamo all'altra.

Questa, invece, è solo una parte degli studi sul rischio e la vulnerabilità sismica di Sulmona:

anno autore titolo links


rapporto
GNDT INGV Censimento di vulnerabilità degli edifici pubblici, strategici e speciali nelle
1996-'99 Barberi
(LSU) regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia
SIGEOIS
DPC - Reg.
2003 Abruzzo Indagine edilizia scolastica e rischi territoriali SIGES
(Collabora
Engineering)
Regioni S.I.S.M.A. Interreg III B - System Integrated for Security Management
2006 sito
europee Activities to safeguard and protect historic centers from risk
Edifici complessi in muratura nel centro storico di Sulmona: indagini per la
2005-'08 RELUIS abstract
valutazione della qualità muraria e della vulnerabilità sismica
The 2nd Century AD earthquake in Central Italy:a tentative sito
sett. 2008 INGV
parameterization from the available archaeosismological data abstract

mar. 2009 ReLUIS- DPC Microzonazione sismica speditiva del centro storico sito
(prog. 2005-08)

apr. 2009 ReLUIS-DPC Edifici complessi in muratura nel centro storico di Sulmona: indagini per la sito
(prog. 2005-08) valutazione della qualità muraria e della vulnerabilità sismica

giu. 2009 ReLUIS-DPC Rischio sismico di Sistemi Urbani utilizzando l’analogia delle reti neuronali sito
(prog. 2005-08)
DPC - INGV Progetto S2 - Realizzazione di un modello dinamico sperimentale di
apr. 2010 (convenzione sito
2007-2009) valutazione della pericolosità sismica a scala nazionale

Viene da chiedersi: a cosa servono tutti questi studi? E perché proprio da noi?
É necessario rispondere? Penso di no!
Scongiuri a parte, una cosa è certa: prima di tutto rappresentano un riconoscimento (ammesso che ce ne fosse
bisogno) del rischio che il nostro territorio (e, quindi, chi ci abita) vive.
Poi sono (o dovrebbero essere) strumenti necessari nelle scelte di pianificazione urbanistica e di regolamentazione
edilizia.

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argomento 4 (sicurezza e prevenzione)

Un'altra cosa è certa: sono un patrimonio importante nella prevenzione; per una volta siamo avanti in qualcosa:
la conoscenza e l'analisi del territorio e del costruito.
Ma, allora, perché non mettere a frutto le conoscenze acquisite attraverso la ricerca? Visto che le dimensioni
della città ce lo consentono: perché non “prevenire”, piuttosto che “riparare”?
Mettere in atto misure di prevenzione sul costruito (patrimonio edilizio,
monumenti ed infrastrutture), un'idea banale (?) che significa “lavoro” per tecnici,
imprese, fornitori; che preserva uno degli ambienti storico-artistici più preziosi di una
regione (fintanto che è intatto); che rivitalizza un mercato immobiliare provato dagli
eventi sismici; che convoglia interessi ed attenzioni della comunità scientifica.
In poche parole: muove risorse (non solo economiche) su un territorio.
Mentre a L'Aquila, per i prossimi anni, sarà attivo il più grande cantiere di
“ricostruzione”, a Sulmona faremmo “prevenzione”: non rubiamo niente a nessuno,
sono attività del tutto complementari.
Chi paga? Comunità Europea, Stato, Regione (Interreg IVC, Civil Protection
Financial Instruments, FAS, POR-FESR), aziende pubbliche e private.
Chi controlla? Il Genio Civile, l'Università, gli Enti di ricerca (chi vi pare, basta che c'è trasparenza).

Laboratorio Sulmona: prototipo, a scala


urbana, nell'applicazione di tecniche e dispositivi di
mitigazione del rischio sismico per l'ambiente
costruito.
Vogliamo aspettare (come sempre) di
intervenire dopo, quando le risorse, tutte assieme (e lo
stiamo vedendo), non si trovano?
Nel qual caso, come ci propone il Dipartimento
di Protezione Civile, in Italia possiamo accontentarci di
queste aspettative:
- dai 500 ai 2.000 morti o feriti ogni anno;
- tra i 1.000 e i 2.000 milioni di euro ogni anno (solo
per le abitazioni, senza contare monumenti, uffici
pubblici, opifici e infrastrutture).

Questa è solo una provocazione?


In ogni caso può essere un'altra idea da copiare!

Se ne potrà, almeno, parlare?


Parliamone (schiaccia il pelato)!

Sulmona, 23 aprile 2010

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