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4.3. - Laboratorio Sulmona
4.3. - Laboratorio Sulmona
Questa, invece, è solo una parte degli studi sul rischio e la vulnerabilità sismica di Sulmona:
mar. 2009 ReLUIS- DPC Microzonazione sismica speditiva del centro storico sito
(prog. 2005-08)
apr. 2009 ReLUIS-DPC Edifici complessi in muratura nel centro storico di Sulmona: indagini per la sito
(prog. 2005-08) valutazione della qualità muraria e della vulnerabilità sismica
giu. 2009 ReLUIS-DPC Rischio sismico di Sistemi Urbani utilizzando l’analogia delle reti neuronali sito
(prog. 2005-08)
DPC - INGV Progetto S2 - Realizzazione di un modello dinamico sperimentale di
apr. 2010 (convenzione sito
2007-2009) valutazione della pericolosità sismica a scala nazionale
Viene da chiedersi: a cosa servono tutti questi studi? E perché proprio da noi?
É necessario rispondere? Penso di no!
Scongiuri a parte, una cosa è certa: prima di tutto rappresentano un riconoscimento (ammesso che ce ne fosse
bisogno) del rischio che il nostro territorio (e, quindi, chi ci abita) vive.
Poi sono (o dovrebbero essere) strumenti necessari nelle scelte di pianificazione urbanistica e di regolamentazione
edilizia.
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argomento 4 (sicurezza e prevenzione)
Un'altra cosa è certa: sono un patrimonio importante nella prevenzione; per una volta siamo avanti in qualcosa:
la conoscenza e l'analisi del territorio e del costruito.
Ma, allora, perché non mettere a frutto le conoscenze acquisite attraverso la ricerca? Visto che le dimensioni
della città ce lo consentono: perché non “prevenire”, piuttosto che “riparare”?
Mettere in atto misure di prevenzione sul costruito (patrimonio edilizio,
monumenti ed infrastrutture), un'idea banale (?) che significa “lavoro” per tecnici,
imprese, fornitori; che preserva uno degli ambienti storico-artistici più preziosi di una
regione (fintanto che è intatto); che rivitalizza un mercato immobiliare provato dagli
eventi sismici; che convoglia interessi ed attenzioni della comunità scientifica.
In poche parole: muove risorse (non solo economiche) su un territorio.
Mentre a L'Aquila, per i prossimi anni, sarà attivo il più grande cantiere di
“ricostruzione”, a Sulmona faremmo “prevenzione”: non rubiamo niente a nessuno,
sono attività del tutto complementari.
Chi paga? Comunità Europea, Stato, Regione (Interreg IVC, Civil Protection
Financial Instruments, FAS, POR-FESR), aziende pubbliche e private.
Chi controlla? Il Genio Civile, l'Università, gli Enti di ricerca (chi vi pare, basta che c'è trasparenza).
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