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Indice

Mappa concettuale

Introduzione

La fisica della libert: determinismo vs indeterminazione

Dante: libero arbitrio e prescienza divina

Kant: libert e legge morale

Popper: nuvole e orologi, la soluzione del dualismo

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Introduzione al 'Paradise Lost'

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Satana, l'eroe della libert

15

Satan and 'The Corsair': the Byronic hero

18

Gustave Dor e la sensibilit romantica

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Bibliografia

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Introduzione
In questi cinque travagliati anni da liceale la mia persona, nel bene e nel male, si
evoluta profondamente e di conseguenza si sono sviluppati i miei interessi e le mie
ambizioni. Da un'infatuazione quasi religiosa per la scienza, sono passato a nutrire
un'interesse pi vivido verso il mondo a me circostante, giungendo, spero
definitivamente, alle due passioni sulle quali progetto di edificare il mio avvenire: la
politica e l'economia. Allo stesso modo, ho avuto l'opportunit di affinare i miei gusti
personali, in particolare riscoprendo la bellezza dell'arte e della cultura umanistica.
Durante questo percorso interiore, sono stati due, su tutti, i quesiti su cui pi spesso
si soffermata la mia ricerca filosofica. Dio esiste? Cosa distingue noi uomini dalle
macchine?
Pur rinunciando alla presunzione di scoprire la verit assoluta che si cela dietro tali
questioni, che da sempre hanno tormentato il pensiero dell'uomo e che ancora a
lungo continueranno a farlo, ho tuttavia trovato una risposta in grado di placare
l'appetito della mia mente.
Ci che rende l'uomo unico nell'universo la facolt che d il titolo a questa
trattazione, il Libero Arbitrio, grazie alla quale ci reso possibile l'atto esclusivo della
decisione. La nostra autocoscienza ci rende infatti in grado di emanciparci dalla
materia, compiendo delle scelte consapevoli e indipendenti dalle forze circostanti.
Il Libero Arbitrio, tuttavia, ci costringe, a mio parere, a rifiutare il postulato della nonesistenza di Dio e a prendere in considerazione l'ipotesi che ci sia davvero un'entit
superiore che ha designato l'uomo come destinatario di una condizione privilegiata
rispetto al resto della natura. D'altronde, il Libero Arbitrio trova sufficiente riscontro
nell'evidenza empirica, a differenza dell'ateismo, che pu essere sostenuto soltanto in
via del tutto ipotetica.
Di seguito tratter dunque del fondamento scientifico della libert, nonch di come
essa si colloca in alcune tappe di quel lungo percorso che la storia del pensiero
umano.
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One fatal Tree there stands of Knowledge call'd


Forbidden them to taste: Knowledge forbidd'n?
Suspicious, reasonless. Why should thir Lord
Envie them that? can it be sin to know,
Can it be death? and do they onely stand
By Ignorance, is that thir happie state,
The proof of thir obedience and thir faith? (4.514-520)

La fisica della libert:


determinismo vs indeterminazione
Non essendo a mio parere possibile trattare in maniera intellettualmente corretta un
qualsiasi argomento senza che esso venga sorretto da solide basi scientifiche, intendo
iniziare questa dissertazione presentando la questione del Libero Arbitrio nel contesto
dualistico in cui confinato dalla fisica contemporanea. Il dualismo in questione
dato da due concezioni per certi versi antitetiche della realt: il determinismo
meccanicista e l'indeterminazione.
Convinto fautore della prima visione il celeberrimo
fisico teorico Stephen Hawking, che del suo ateismo
neopositivista ha da sempre fatto una bandiera. Egli
espone la propria interpretazione del concetto di
Libero Arbitrio in maniera esplicita e perentoria, quasi
rasentando la lapidariet, nel saggio 'Il grande disegno'
Stephen Hawking

del 2010. Hawking si appella qui al principio di Pierre-

Simon Laplace secondo cui, dato lo stato dell'universo a un certo istante, un insieme
completo di leggi determinerebbe totalmente sia il futuro che il passato. Dal
momento che l'uomo vive nell'universo, questa legge non pu non valere anche per
esso. Nonostante abbiamo l'impressione di poter prendere liberamente delle
decisioni, dunque, i processi biologici che si manifestano nel nostro cervello sono
governati dalle leggi della fisica e della chimica, e pertanto risultano inevitabilmente
predeterminati. E' quindi difficile, secondo lo scienziato inglese, immaginare come
possa operare il Libero Arbitrio se il nostro comportamento determinato dalla legge
fisica. Pertanto, egli conclude che l'uomo non altro che una macchina biologica e
che il Libero Arbitrio soltanto un'illusione creata dalla nostra mente. Ci di cui
Hawking non tiene conto in questa a prima vista impeccabile analisi, tuttavia,
dell'intrinseca indeterminazione della natura, varata in particolare, nel secolo scorso,
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dal principio d'indeterminazione di Heisenberg. Esso pone dei limiti invalicabili alla
nostra conoscenza dei fenomeni fisici a livello quantistico, i quali diventano, dunque, a
differenza

di

quanto

precedentemente

stabilito

dalla

fisica

newtoniana,

indeterminabili.
Una significativa trasposizione di quanto appena affermato si trova nel saggio
'Cercando Dio nell'universo' (God's Universe), 2006, di Owen Gingerich, professore
emerito

di

astronomia

storia

della

scienza

all'Universit di Harvard, nonch cristiano praticante. In


quest'opera, un cubo d'uranio, di pochi centimetri di
lato, preso a emblema dell'indeterminismo universale.
Gli atomi dell'uranio, come risaputo, sono fortemente
instabili. Il loro nucleo tende a eiettare delle particelle
alfa e a decadere. In media, ci vorranno 4,5 miliardi di
anni affinch questa eiezione si concluda, ma alcuni
nuclei avranno una vita molto pi breve, mentre altri
molto pi lunga. Con le nostre conoscenze, siamo in

Owen Gingerich

grado di stabilire con notevole precisione statistica quanti atomi decadranno al


secondo, ma non abbiamo alcun modo di sapere quando un determinato atomo
eietter una particella alfa. Gingerich afferma dunque che come se ognuno di questi
minuscoli granelli di materia disponesse di una sorta di Libero Arbitrio. Nel cubo,
preso nel suo insieme, prevalgono le leggi di natura, ma a livello pi basso sembra
esistere una scelta. Se in un semplice cubo minerale la natura apre alla possibilit di
scelta, perch questo non dovrebbe essere possibile nel cervello umano, che di gran
lunga il pi complesso oggetto fisico a noi noto nell'intero cosmo e il cui numero di
interconnessioni sinaptiche supera addirittura quello delle stelle della Via Lattea?
Il Libero Arbitrio, pertanto, rappresenta una delle molte questioni a cui la scienza non
riesce ad attribuire soluzione univoca, lasciando perci spazio al legittimo esercizio
delle nostre facolt di speculazione filosofica e metafisica.

Others apart sat on a Hill retir'd,


In thoughts more elevate, and reason'd high
Of Providence, Foreknowledge, Will and Fate,
Fixt Fate, free will, foreknowledg absolute,
And found no end, in wandring mazes lost. (2.557-561)

Dante: libero arbitrio e prescienza divina


Il dibattito gnoseologico sulla reale natura del
Libero Arbitrio non cosa che riguarda
soltanto noi moderni. Questa straordinaria
facolt dell'uomo ha da sempre suscitato
controversie, anche in epoche le cui pratiche
di

pensiero

dominanti

si

discostavano

nettamente dalla forma mentis scientifica.


Un chiaro esempio di quanto appena
affermato la contraddizione venutasi a
creare nella teofilosofia scolastica di epoca
medievale, tra il concetto di Libero Arbitrio e
il dogma della prescienza divina.
Questo preciso tema discusso anche dal

Incontro con Cacciaguida (Moebius)

sommo poeta Dante Alighieri, in quell'inarrivabile concentrato di scibile umano che


la 'Divina Commedia'. In particolare, sono due i canti di quest'opera che affrontano in
maniera approfondita il problema della volont dell'uomo. Nel sedicesimo canto del
Purgatorio, Dante affida alla figura di Marco Lombardo, appartenente alla cornice
degli iracondi, il compito di illustrare come le azioni umane non vengano determinate
dagli astri, ma rispondano alle decisioni autonome degli uomini stessi.
Voi che vivete ogne cagion recate
pur suso al cielo, pur come se tutto
movesse seco di necessitate.
Se cos fosse, in voi fora distrutto
libero arbitrio, e non fora giustizia
per ben letizia, e per male aver lutto. (67-72)
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Secondo Marco Lombardo, dunque, attribuire all'influsso degli astri il manifestarsi


degli eventi umani crea una visione meccanicistica della realt che priverebbe di
significato i premi e i castighi che Dio destina agli uomini in base alle loro scelte
morali. La natura umana, d'altronde, superiore a quella degli astri, avendo Dio
creato l'uomo a sua immagine, e perci nell'ordine delle cose che gli uomini siano
liberi dal condizionamento del cielo.
Ma com' possibile che l'essere umano possa, in ogni istante, decidere
autonomamente del proprio destino, se Dio, nella sua infinita sapienza, gi al
corrente di tutti gli eventi futuri? Questo paradosso trattato da Dante nel canto XVII
del Paradiso. A proporne una soluzione , questa volta, Cacciaguida, avo di Dante
risiedente nel cielo di Marte.
La contingenza, che fuor del quaderno
de la vostra matera non si stende,
tutta dipinta nel cospetto etterno:
necessit per quindi non prende
se non come dal viso in che si specchia
nave che per torrente gi discende. (37-42)
Il poeta risolve qui l'impasse con una metafora: cos come un uomo che assiste da
terra alle manovre di una nave non ne condiziona il movimento, allo stesso modo Dio,
dall'alto della sua onniscienza atemporale, osserva le cose terrene in un eterno
presente, pur non determinandole.

Kant: libert e legge morale


Con lo scopo di risolvere l'antinomia etica dettata dall'impossibilit di coniugare lo
sforzo di essere virtuosi e la ricerca della felicit, raggiungendo cos il sommo bene,
Kant, collocandosi in una tradizione di pensiero che va da Platone al cristianesimo,
postula un mondo nell'aldil in cui sia possibile realizzare la suddetta equazione.
Kant formula dunque i tre postulati della ragion
pura pratica, proposizioni non dimostrabili, bens
esigenze interne della morale che vengono
ammesse al fine di rendere possibile la realt della
morale stessa.
I primi due postulati ad essere formulati sono
l'immortalit dell'anima e l'esistenza di Dio.
Accanto a questi due postulati religiosi, Kant
pone il postulato della libert. Questa infatti
concepita come la condizione stessa dell'etica, la
quale, nel momento in cui prescrive il dovere,

Immanuel Kant

presuppone anche che si possa agire o meno in conformit ad esso.


Se nell'ordine ontologico la libert condizione della moralit, nell'ordine
gnoseologico invece il rapporto si inverte ed la legge morale a costituire il
presupposto della libert:
la libert senza dubbio la ratio essendi della legge morale, ma [] la legge morale
la ratio cognoscendi della libert
Critica della ragion pratica, Prefazione
Kant sottolinea come l'uomo non potrebbe sapere di essere libero se non si scoprisse
obbligato a seguire la legge morale: se vi una legge morale che prescrive il dovere,
deve per forza esserci la libert. Perci, nonostante Kant sia convinto del
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determinismo della natura, l'uomo, grazie alla certezza del dovere, libero di sottrarsi
al meccanismo delle cose sensibili.
D'altronde, se un individuo commettesse un misfatto ed io affermassi che questa
azione, stando alla legge naturale della causalit, il risultato inevitabile dei motivi
determinanti del tempo precedente, come potrei punirlo? Come potrebbe un uomo
essere colpevole di commettere un'azione, se dovesse sottostare ad una necessit
naturale ineluttabile?

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Popper: nuvole e orologi,


la soluzione del dualismo
Karl

Popper

affronta

il

problema

della

libert

trasponendolo nel rapporto tra mente e corpo, che egli


considera il pi arduo di tutta la filosofia e che si rifiuta
di risolvere in chiave materialistica. Infatti, poich
l'autocoscienza umana costituisce una tra le cose pi
straordinarie e strabilianti nell'universo, una teoria
della non esistenza della coscienza non da prendere
pi seriamente di una teoria della non esistenza della
materia.

Karl Popper

Rifacendosi a una sorta di dualismo cartesiano depurato dall'idea di sostanza, Popper


difende un dualismo basato sull'ipotesi secondo cui mente e corpo, pur formando
due "mondi" distinti, risultano in un rapporto di azione reciproca. Intervenendo sulla
gi trattata disputa tra indeterministi e deterministi, Popper parla di nuvole e
orologi. Con la prima immagine intende alludere a sistemi fisici altamente
irregolari, disordinati e pi o meno imprevedibili. Con la seconda intende alludere a
sistemi fisici regolari, ordinati e altamente prevedibili. Ora, se con Newton prevalsa
la tesi deterministica, secondo la quale tutte le nuvole sono orologi, con il crollo della
fisica classica e con il sorgere della teoria dei quanti ha finito per affermarsi la
convinzione indeterministica secondo la quale tutti gli orologi sono nuvole. E poich il
determinismo, sostenendo che tutti gli eventi del mondo fisico sono predeterminati
con assoluta precisione nei loro dettagli infinitesimali, distrugge ogni idea di
creativit, ne segue che l'indeterminismo rappresenta un prerequisito necessario,
anche se non ancora sufficiente, per ogni dottrina della libert. Infatti l'ammissione
del caso non giustifica, di per se stessa, il concetto di Libero Arbitrio. Opponendosi a
un tipo di indeterminismo che si limita a sostituire il semplice caso alla semplice
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consequenzialit, Popper afferma che ci di cui noi necessitiamo per la comprensione


del comportamento umano razionale qualcosa di natura intermedia tra il caso
perfetto e il determinismo perfetto, qualcosa di intermedio tra le nuvole perfette e i
perfetti orologi.
Cercando dunque di mostrare che cosa distingua specificamente la libert dell'agire
umano intelligente dal mero comportamento, casuale e imprevedibile, che
caratterizza in vario modo i sistemi naturali, Popper giunge alla tesi secondo cui la
libert risiede nel controllo plastico del comportamento tramite i principi della
razionalit critica. In altre parole, per Popper, possono essere considerati liberi quei
sistemi organici complessi, come gli esseri umani, che ricercano le soluzioni per le loro
esigenze vitali selezionando entro un insieme di tentativi o ipotesi di soluzione e che
mettono consapevolmente alla prova tali tentativi o ipotesi, nell'intento di fare
emergere il prima possibile i loro eventuali difetti.

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Midst came thir mighty Paramount, and seemd


Alone th' Antagonist of Heav'n, nor less
Than Hells dread Emperour with pomp Supream,
And God-like imitated State; him round
A Globe of fierie Seraphim inclos'd
With bright imblazonrie, and horrent Arms. (2.508-513)

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Introduzione al 'Paradise Lost'


Giunti all'ipotesi popperiana, che a mio giudizio la pi
ragionevole ed esauriente fra tutte quelle ad oggi
formulate, intendo ora spostare il focus di questa
trattazione sull'opera letteraria che pi di tutte mi ha
entusiasmato, riuscendo a far emergere uno spirito
John Milton

romantico spesso sepolto sotto duri strati di freddezza


calcolante.

L'opera in questione il 'Paradise Lost' poema epico in versi sciolti scritto da John
Milton e pubblicato nel 1667, che racconta l'episodio biblico della caduta dell'uomo:
la tentazione di Adamo ed Eva a opera di Satana e la loro cacciata dal giardino
dell'Eden.
Non pu essere un caso che il cardine filosofico su cui si sviluppa quest'opera sia
proprio il Libero Arbitrio, concetto che, per il modo rivoluzionario in cui qui
presentato e sostenuto, rende il 'Paradiso Perduto' un punto di svolta di tutto il
pensiero occidentale.
Per pagine e pagine potrei parlare di come in quest'opera Milton combatta la teoria
calvinista della predestinazione, rivendicando il ruolo della libert a discapito
dell'assoluto controllo di Dio sul creato e di come egli tenti fino agli ultimi versi del
poema di conciliare quest'idea con la nozione di Provvidenza.
Questi temi risulterebbero per ridondanti rispetto agli argomenti gi trattati fin qui,
e per questo motivo ho deciso di soffermarmi su uno dei dibattiti pi importanti di
quest'opera, quello che ruota attorno al personaggio di Satana.
Ai miei occhi egli appare qui, pi che mai, portatore di luce, grazie alla sua assoluta
capacit di suscitare nel lettore un irrefrenabile desiderio di attingere alla pi
meravigliosa delle qualit dell'uomo: la superbia.

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Satana, l'eroe della libert


Fin dai primi due libri del poema, Satana
emerge come una splendida figura che
molti

critici,

partire

dal

periodo

romantico fino ai primi decenni del XX


secolo, hanno associato ai grandi eroi
dell'epica classica. Con l'inizio in medias res
tipico del genere epico, Milton offre a
Satana la scena iniziale, che si concentra
infatti sull'Inferno e sugli angeli caduti, e
introduce il poema attraverso il suo punto
di vista. Cacciato dal Paradiso dopo essersi

Satana risveglia gli angeli ribelli


(W. Blake)

ribellato a Dio, Satana fonda una civilt nell'Inferno e poi intraprende un viaggio
lungo e difficile verso il paradiso terrestre. Il suo aspetto provoca da subito un
certo fascino nel lettore:
nell'aspetto aveva
qualcosa della luce originaria: (1.591-2)
Cos oscurato, pure risplendeva
l'Arcangelo sugli altri, e cicatrici
di fulmini mostrava sulla faccia (1.599-601)
Il Satana di Milton non possiede dunque quella deformit del corpo che susciti
in noi ripugnanza o disgusto, non ci sono le corna, la coda e la gibbosit tipiche
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dell'iconografia tradizionale.
Satana un essere orgoglioso e ostinato, un ribelle che parla con entusiasmo
trascinante della sua volont invincibile e che utilizza un linguaggio di sfida
contro la tirannia di Dio. Ma questo ribelle deve anche riconoscere
l'onnipotenza del suo avversario: quando in un primo momento maledice
l'amore libero dal Cielo concesso a tutti in uguale misura (4.68) da Dio perch
non gli ha impedito di cadere, Satana con fierezza, e nel nome della verit, se la
prende subito dopo con se stesso:
Maledetto
invece tu, perch contro di lui,
liberamente, la tua volont
scelse quello di cui, giustamente,
adesso ti lamenti. (4.71-2)
Con il procedere dell'opera, ci si rende conto che
l'ammissione dell'onnipotenza di Dio l'unico modo
in cui Satana pu giustificare al suo orgoglio la
sconfitta. La resistenza eroica assume sempre pi la
forma

di

cieca

caparbiet:

Satana

desidera

disperatamente credere di essersi autocreato, ma


l'immagine

della

propria

grandezza

deriva

direttamente dal suo sommo nemico. Egli sogna di


godere, insieme al Re del cielo, d'un impero diviso
(4.111), cio di essere pari a Dio. Il vero Dio di
Lucifero (G. Geefs)

Satana infatti la sua stessa volont.


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Quasi come a volerci comunque ricordare costantemente come Satana fosse, un


tempo, l'angelo pi glorioso di Dio, buono e non maligno, Milton ce lo presenta
spesso in riferimento alla sua precedente bellezza:
Arcangelo ancora, bench in parte,
per la caduta, si fosse oscurato
l'eccesso della gloria. (1.592-4)
Perveniamo cos all'idea secondo cui il male non un attributo essenziale,
qualcosa che esiste in s, ma invece qualcosa che viene scelto, che agisce
attraverso il Libero Arbitrio in opposizione consapevole alla volont di Dio.
Il fascino e la forza del personaggio di Satana sono infatti straordinariamente
legati alla seduzione esercitata dal Libero Arbitrio.
Satana non ha scampo quando deve combattere contro la furia divina, ma nella
sua volont libero e nella sua mente supremo.
La mente sta in se stessa, e in se stessa
pu fare dell'inferno un paradiso,
o viceversa. (1.254-6)
Qui saldi regneremo, e cosa degna
a me sembra regnare anche all'inferno:
Better to reign in Hell, than serve in Heaven. (1.261-3)

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Satan and 'The Corsair': the Byronic hero


And thought the voice of wrath a sacred call,
To pay the injuries of some on all.
He knew himself a villain but he deem'd
The rest no better than the thing he seem'd;
And scorn'd the best as hypocrites who hid
Those deeds the bolder spirit plainly did.
He knew himself detested, but he knew
The hearts that loath'd him, crouch'd and dreaded too.
Lone, wild, and strange, he stood alike exempt
From all affection and from all contempt:
His name could sadden, and his acts surprise;
But they that fear'd him dared not to despise.
G. Byron, The Corsair, 1.263-274
With his life and his works George Gordon Byron
popularized the 'Byronic hero', a moody, restless and
mysterious Romantic rebel who hides some horrible sin or
secret in his past. He is characterised by proud
individualism and rejects the conventional moral rules of
society.
In this portrait of Conrad, the main character of The
George Byron

Corsair, Byron adds to all the typical elements of his hero

the myth of the outlaw, a rebel who places himself outside and against society.
The protagonist lives surrounded by an atmosphere of mystery and loneliness, he
issues a magnetic charm, a sense of dominant superiority which subjugates those
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who stand in front of him and places him above common mankind.
Loathed by anyone, in turn he hates the men who surround him and considers his
wrath against them as a sacred call, inducing him to make everyone pay the faults
of few.
It is simple to recognise in this figure the myth of the fallen angel. The guilt that marks
him, like the one of the first rebel, Lucifer, is an enormous sin of pride. But despite
that, just like Satan, he maintains all his nobility, appearing grand even in evil,
majestic though in ruin.

Conrad the Corsair (H. Vernet)

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Gustave Dor e la sensibilit romantica


Gustave Dor (Strasburgo 1832 - Parigi 1883) fu un
artista francese del tardo Romanticismo. Egli fu uno
dei pi prodigiosi artisti del XIX secolo. Appena
quindicenne, intraprese una carriera di caricaturista
prima e di illustratore professionista poi - che gli
procur fama internazionale - prima di dedicarsi
anche ad altre forme d'espressione artistica, come la
pittura

la

scultura.

In veste di illustratore, Dor si misurato coi pi

Gustave Dor

importanti testi letterari (La Bibbia, Dante, Ariosto, Cervantes, Milton, Shakespeare,
Hugo, Balzac, Poe), diffondendo cos, di nazione in nazione, la cultura europea. Per
questo motivo lartista occupa una posizione di fondamentale importanza
nellimmaginario contemporaneo, da Van Gogh a Terry Gilliam, senza dimenticare
linfluenza che ha esercitato sul fumetto.
Le sue incisioni rispecchiano un gusto romantico, accostato a una visione della realt
epica e drammatica, oltre che un enorme virtuosismo tecnico.
In particolare, il carattere della sua arte, in cui predomina un'inventiva assai varia e
mossa, riflette il gusto del maggiore dei pittori romantici francesi, Eugene Delacroix,
del quale condivide l'impetuosit creativa, la ricerca dinamica e concitata, i contrasti
chiaroscurali e i tratti di verismo ambientale.
La grandiosit lirica del talento di Dor trova totale espressione nel ciclo di incisioni
dedicato al poema miltoniano, in cui l'estasi romantica dell'artista giunge al sublime
nella rappresentazione del supremo dualismo che pervade l'intera opera: l'esaltazione
del maestoso individualismo di Satana, violentemente contrapposto all'universale
potenza creatrice di Dio, espressa tramite la dirompente rigogliosit naturale
dell'Eden e la destabilizzante imponenza dei sette giorni della Creazione.
20

High on a throne of a royal state, which far / Outshone the wealth of Ormus and of Ind
(2.1-2)

21

Now to the ascent of that steep savage hill / Satan hath journey'd on, pensive and slow
(4.172-3)

22

And seems a moving land; and at his gills / Draws in, and at his trunk spouts out, a sea
(7.415-6)

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Bibliografia

John Milton, Paradiso Perduto, a cura di Fabio Cicero, traduzione di


Roberto Piumini, 2009, Bompiani.

Stephen Hawking, Il grande disegno, 2011, Mondadori.

Owen Gingerich, Cercando Dio nell'universo, 2007, Lindau.

Dante Alighieri, La Divina Commedia, a cura di Alessandro Marchi, 2009,


Paravia.

N. Abbagnano, G. Fornero, La ricerca del pensiero, 2012, Paravia.

Lord Byron, Selected poems, 2006, Wordsworth Editions.

M. Spiazzi, M. Tavella, M. Layton, Performer Culture & Literature, 2012,


Zanichelli.

G. Baldi, S. Giusso, M. Razetti, G. Zaccaria, Il piacere dei testi, 2012,


Paravia.

G. Cricco, F. Di Teodoro, Itinerario nell'arte, 2012, Zanichelli.

Gustave Dor, Illustrations for Paradise Lost, 1993, Dover Publications.

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