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Cornell University Interlibrary Services - COO — OLIN RAPID ARTICLE RAPID #: -6611488 ARIEL ‘A TAN A come RAPID:UBY RaPID:UBY Olin Library BS500.A56 rv-togooo3 IMMUN ENN Journal Title: Annali di storia dellesegesi. VollissueiDate/Pages: 8 2 1991 707-717 Article: Mauro Pesce Rassegna di storia dell€™esegesi/3 From: Interlibrary Services lin Library Central Ave Comell University Library Ithaca, NY 14863-5301 Phone: 607-255-5293 Ariel: 128.84.116.13 olin-ls-lending@corell edu NOTICE: THIS MATERIAL MAY BE PROTECTED BY COPYRIGHT LAW (TITLE 17 U.S. CODE) RAPID 4724/2013 12:57:24 PM | | ANNALI di storia dell’esegesi Rivista semestrale con il patrocinio dell’Universita degli studi di Bologna Il Comitato direttivo per la sezione antica @ formato dai coordinatori del gruppo di ricerca nazionale «Studi sulla letteratura esegetica cristiana e giudaica antica>: M. Simonetti (Roma «La Sapienza»), coordinatore generale; C. Curti (Catania, Lettere); G. Gaeta (Firenze); E. Luperi (Torino); G. Otranto (Bari); G. Rapisarda (Catania, Magi- stero); F. Scorza Barcellona (Roma II). Membri del gruppo di ricerca: A. Acerbi, P. Bettiolo, F. Bolgiani, G. Bonola, A. Campione, C. Carletti, F. Carpino, M.P. Ciccarese, B. Clausi, F. Cocchini, C. Colafemmina, C. D’Angela, A. Felle, G. Filoramo, G. Geraci, E. Giannarelli, C. Gianotto, M. Girardi, L. Giordano, G. Iacopino, V. Inzolia, G. Lomiento, C. Mandolfo, M.G. Mara, M. Marin, B. Marotta, V. Milazzo, A. Monaci, M. Naldini, E. Norelli, A. Panebianco, G. Pani, F. Parente, V. Pavan, L. Perrone, A. Pollastri, E. Prinzivalli, P. Serra Zanetti, P. Siniscalco, A. Somekh, L. Tuccari, G.M. Vian, V. Zan- gara, S. Zincone. Alla sezione moderna collaborano i membri del gruppo di ricerca nazionale «Letture della Bibbia e pensiero filosofico e politico moderno»: M. Miegge (Ferrara), coordinatore generale; D. Bianchi (Torino); T. Bonazzi (Bologna); G.M. Cazzaniga (Pisa); F. De Michelis Pintacuda (Pavia); G. Gaeta (Firenze); C. Galli (Bo- _ logna); O. Nicastro (Pisa); M. Ranchetti (Firenze); G. Rutto (Torino). Direzione: P.C. Bori e M. Pesce. Preparazione redazionale: Adriana Guelfi, Centro Interdipartimentale di studi sull’Ebraismo ¢ sul Cristiancsimo antico, Universita di Bologna, Strada Maggiore 45, 40125 Bologna, tel. 051/232892, Fax 051/239548. Direttore responsabile: Roberto Mela. Con il n. 7 (1990) la rivista assume periodicita semestrale. MU secondo numero di ogni anno (settembre) & sempre dedicato alla storia dell’esegesi antica. Abbonamento: annuo (1991): Italia L. 51.000 - Estero L. 63.000 - Una copia L. 37.500. 16 numeri annuali precedenti: 1(1984)-6(1989) sono acquistabili separatamente o, a condi- zioni speciali, con la sottoscrizione dell’abbonamento. Versamento sul c.c.p. 264408 intestato al Centro Editoriale Dehoniano - Bologna. ®© Centro Editoriale Dehoniano. Anno II - n. 2 - luglio-dicembre 1991, Editore: Centro Editoriale Dehoniano srl - via Nosadella, 6 - 40123 Bologna. Amministrazione e Ufficio abbonamenti: tel. 051/306812, Fax 051/341706. Registrazione del Tribunale di Bologna n. 5825 del 24.01.1990, ee ASE 8/2(1991)707-717 Rassegna di storia dell’esegesi/3 a cura di Mauro Pesce G. Azzali Bernardelli, Quomodo et scriptum est (Scorp. 11,5). Nota su Er- meneutica e Tradizione Apostolica in Tertulliano Montanista, Augustinia- num 30(1999)221-257. . Un articolo esemplare sul come va fatta oggi storia dell’esegesi, in stretta relazio- ne con Ia storia della retorica e del diritto. La Azzali mostra come sia nella teoria che nella prassi esegetica Tertulliano applichi principi che derivano dalla retorica e dalla giurisprudenza oltre che dalla teologia. B. Basile, L’invenzione del vero. La letteratura scientifica da Galileo ad Al- garotti (Studi e Saggi, 5), Salerno Editrice, Roma 1987, 247 pp. Hi volume raccoglie, come dice la premessa, «un gruppo di saggi sull’epoca aurea della prosa scientifica italiana, tutti nati in parallelo alle ricerche testuali ed esegeti- che approdate in tomi della “Letteratura italiana. Storia e Testi, dell’Editore Ricciar- di”». Fra questi articoli qui raccolti mi soffermo solo sul primo che riguarda diretta- mente la nostra rassegna di storia dell’esegesi: quello dal titolo Galileo ¢ il teologo Fo- scarini (pp. 9-48) che era gia stato pubblicato in «Rivista di letteratura italiana» (1,1983,63-96). Lo studio di Basile @ importante per la storia dell’esegesi perché il carmelitano Paolo Antonio Foscarini scrisse nel 1615 la Lettera sopra Vopinione de Pittagorici e del Copernico, un trattatello di carattere esegetico per conciliare il coper- nicanesimo con la Sacra Scrittura. Come 2 noto, egli intendeva contribuire ad ostaco- are la possibile condanna del copernicanesimo da parte del Santo Uffizio che era sta- to chiamato in causa dai domenicani di Firenze a proposito della lettera di G. Galilei a Benedetto Castelli che riguardava proprio l'interpretazione della Scrittura in mate- ria scientifica a proposito della questione copernicana. Nel 1616 due proposizioni co- Pernicane furono censurate dai teologi del Santo Uffizio, Galileo fu ammonito a non insegnare pid teorie copernicane circa la mobilita della terra ¢ la quiete del sole, il De Revolutionibus di Copernico fa condannato «donec corrigatur». Soto I ni. Lo studio di Basile @ il primo, a mia conoscenza, dedicato ad analizzare a fondo la Posizione di Foscarini per rapporto a quella di Galileo. La sua conoscenza delle que- 77 stoni teologiche, filosofiche e scientifiche fa di questo saggio di Basile un capitolo es- senziale nella storia dell’esegesi del Seicento. Basile evidenzia con chiarezza la diffe- renza tra la posizione ermeneutica di Galileo ¢ quella di Foscarini. Quest ultima ten. deva al concordismo, a difendere cioé un accordo tra teoria scientifica copernicana ¢ Bibbia, a mostrare come la Bibbia fosse copernicana pitt che tolemaica, Per Galileo invece, oltre alla differenza squisitamente epistemologica, si trattava di distinguere la Ratura della verita scientifica da quella biblica. Su questo punto concordo pienamen. te. E la stessa tesi che sostenni su questa rivista nel 1987, quando per mia colpa non conoscevo ancora larticolo di quattro anni prima di Basile. Basile pero fa molto di pid. Non solo la sua conoscenza dei ambiente culturale gli permette di soppesare ac- Curatamente le idee di Foscarini, ma soprattutto segue le ripercussioni della tesi er- seeneutica di Foscarini su Galileo. Se Galileo avesse accettato Vimpostazione di Fo- Scarini, «poteva nascere una tendenza neo-medievale di “conciliazion;”, di correzioni Bid © meno arbitrarie € fantastiche, tali da ricordare i Correctoria seolastici (dell’eta di san Tommaso o Pietro d’Abano) nati per spuntare le aporie itriducibill tra avertoi- timo € tomismo o tra certo Aristotele ¢ i dogmi della fede cristiana. Galileo, che, for- {Rnatamente, proveniva proprio dalla cultura padovana dove certe question, almeno dopo Cesare Cremonini, erano persino mentalmente bandite, fu tanto abile, dopo i solismi della Letrera al Dini, da rintuzzare la facile seduzione delle avventure erme- neutiche, ¢ la prospettiva — di It a poco attuata dall’Apologia di Campanella — di Te non matte di accusa verso 1a teologia non illuminata dalla scienza» (p. 39). A Basi- [enon @ sfuggita Vimportanza della Lettera del Foscarini anche per la neazione di Bel. larmino, la cui lettera di risposta a Foscarini é cosi importante per la redaione della Lettera a Cristina. Basile sottolinea anche la fortuna posteriore della Lettera del Fo. ssarini pubblicata insieme al Dialogio dei massimi sistemi e anche nell'edisione. del 1710 della Lettera a Cristina. B molto importante quanto afferma Basile nelle due ul- fine Pagine (pp. 47-48) che cioe ala vicenda della Lettera rimase vincolata all’opera maggiore» di Galileo, data la sua pubblicazione nella prima edizione europea del Dialogo (1635). «Questa alleanza — scrive giustamente Basile OF Be oorGt didarne una giustificazione storica: le simpatie del «milieu» galileiano ¢ di Elia Diodati in particolare per Foscarini. Inoltre, fuori d'Italia, seomne iota a {oduzione metodologica ai Massimi sistemi ¢ come garante di una cristlaas ocodos. fig Balileiana verso la Bibbia, la Lenera del Foscarini poteva ancora fumonnres, Tae Bite dan piPotesi finale: «Ma vedere in questa operazione editoriale qualcosa fg gita dalle mani ¢ dalla volonta di Galileo Poco probabile. Forse un tardivo, parziale consenso a qualche idea del Foscarini (il difensore di Pitagora ¢ di Keplero, se non il giscusso biblista ed epistemologo) ci fu anche da parte di Galileo. lo cree Galilee dt Arcetriv. Io credo che sia necessario distinguere Paspetto della ricosianrege dh come effettivamente si svolse la vicenda della edizi ne elzeviriana del Dialogo, da quello della ricezione di quella edizione. Nel primo caso si tratta di tiesto coe gli intenti che Presiedettero alla pubblicazione, nel secondo di rintracciare le conseguenze che I’ac- hella culteca oi dialogo con opere non coerenti con Permeneutica galileiana ebbe pella cultura europea. Non solo la Lettera del Foscarini, ma anche ta po coin Peguctione in Marten di Keplero veniva pubblicata in quell'edinione, fle ceateuato i i Foscarini é... quella di dimo- Patton con chiarezza la necessita del progresso della scienza, in questo caso del- Vaffermazione det copernicanesimo come esigenza primaria, insieme alla opportunita «Politica» della sua difesa. Che la Bibbia non fosse in contrasto con il copernicanesi- fu V'attacco del tus Syllepticus di Inchofer (1633) che es ii rimetteva in giuoco pole: micamente la Lettera @ Cristina a provocare la prudenzs at qualcuno, poi superata a> 708 pena l’anno dopo? Questo & certamente un problema storico interessante. In ogni ca- so la storia della ricezione dell’ermeneutica galileiana dopo il secondo processo, che & questione in parte diversa, mostra abbastanza, mi sembra, che la consapevolezza del- Ja specificita della tesi ermencutica galileiana fu tuttaltro che diffusa. Ac Introduzione a Galilei (Gli Scrittori, 9), Laterza, Bari 1989, pp. Si tratta di un’introduzione a Galileo che ha per scopo di illustrarne la vita ¢ le opere «inquadrandole storicamente e culturalmente attraverso una puntuale analisi degli scritti, una breve storia della critica e un’ampia bibliografia», come dice l’edito re nell’ultima pagina di copertina. Battistini offre un quadro accurato e aggiornatissi mo della ricerca, in un settore in cui la scuola italianistica bolognese ha alle spalle ri- sultati notevoli. T capp. VIII e IX (pp. 68-84) riguardano da vicino l’interpretazione della Bibbia. «Galileo nel suo intimo non credeva alla possibilita di conciliare i due campi... Se lo fece, é perché non possedeva prove inconfutabili del moto della Terra, dimostrato sperimentalmente solo nell’Ottocento con il pendolo di Foucault. Si capi- sce allora perché le sue pagine ospitano opinioni di teologi ¢ non di astronomi...» (p. 73). A incoraggiare Galileo sarebbe stata la pubblicazione della Lettera sopra l'opi- nione de’ Pittagorici del Foscarini. Lo scacco della Lettera a Cristina fu in un «errore di conduzione suasoria, quello di invadere il campo dei teologi in mancanza di sicure dimostrazioni scientifiche» (p. 74). «La responsabilita di avere costretto al silenzio Galileo ricade sulf'intolleranza degli ambienti pit conservatori della Chiesa; non va perd taciuto che in qualche occasione lo'scienziato, rapito dalla sua stessa foga dialet- tica, forni ai nemici, sempre pit: numerosi, l’esca pid infiammabile con cui attizzare la Tepressione contro il suo liberale pensiero» (p. 75). Battistini ci presenta quindi tutta una serie di giudizi storiografici che discendono dalla sua particolare competenza. Fi nocchiaro ha recentemente cercato di criticare ultima delle tesi appena citate, criti cando anche la studiosa Jean Dietz Moss che "ha recentemente ripresentata. Per quanto mi riguarda, pur con la consapevolezza di muovermi fuori del mio campo, mi sembra che si potrebbe distinguere tra cid che Galileo credeva «nel suo intimo> ¢ cid che effettivamente ha scritto, salvando la possibilita di distinguere tra una storia di Galileo ¢ una storia della ricezione della Lettera a Cristina. Ora, la proposta della Lettera a Cristina contiene ctementi che travalicano il caso concreto ¢ assurge ad una nuova impostazione dei rapporti tra ricerca filosofico-scientifica e teologia. Il richia- mo alle autorita patristiche mi sembra funzionale ad un’argomentazione che deve es- sere accettabile sulla base dell'ermeneutica biblica de! Concilio tridentino per il qua- le & necessario il consenso unanime dei Padri, pid che a mancanza di sostegno scienti- fico. Certo, ci si pad domandare se l'elaborazione di una proposta di un nuovo asset- to sia stata elaborata proprio per la consapevolezza dell’assenza di una sufficiente di- mostrazione scientifica. Su questo punto preciso, Finocchiaro si ¢ impegnato a fon- do, se ho ben capito, per dimostrare il contrario. Ma, dal mio particolare punto di vi sta, rimane il fatto che una nuova proposta di assetto istituzionale dei rapporti scien- za/teologia é avanzato con grande lucidita nella Lettera a Cristina e che tale proposta, a lungo respinta dalla teologia ufficiale, é stata invece accettata da correnti teologi- che minoritarie fino poi ad essere finalmente recepita, seppure in forma attenuata, da documenti ufficiali della chiesa cattolica. La storia successiva dei rapporti scien- za/teologia all'interno delle diverse chiese cristiane ¢ dello stesso ebraismo mostra, mi sembra, come la proposta galileiana continui per secoli a stare al cuore di una va- Sta serie di questioni di confine, ben oltre quelle dell’astronomia. L'impostazione di Battistini che distingue «gli ambienti pitt conservatori della chiesa» permette di supe- rare quella contrapposizione scienza/teologia che ancora, stranamente, appare in qualche pubblicazione (ad esempio, la prefazione di E. Bellone a Galileo Galilei. Sulla liberta della scienza e l'autorita delle Scritture, Roma 1983). Il libro di Battistini diventa, mi sembra, lo strumento migliore oggi per un'introduzione a Galileo ¢ allo stato atiuale della ricerca. La storia della critica (pp. 151-167) ¢ la accuratissima bi- bliografia, ne fanno uno strumento indispensabile Per 1o specialista, anche di storia Feligiosa. 709 J. H. Charlesworth (Editor), F.X. Blisard, J.S. Siker (Assistant Editors), Jews and Christians. Exploring the Past, Present, and Future (Shared Ground Among Jews and Christians, A Series of Explorations Volume YQ, Crossroad, New York 1990, 258 pp. Con questo volume inizia una nuova collana: «Shared Ground Among Jews and Christians. A series of Explorations» diretta da James H. Charlesworth, una delle fi gure pid cminenti degli studi cristiani ed ebraici nord-americani: basti ricordare le sue co-cristiane: «Explorations: Rethinking Relationship Among Jews and Christians» pata nel 1987 e affiancata ora da questa collana parallela, Concorde prenamente con Fassunto principale di questo libro «It has been said that there will be no peace She ne {he nations until there is no peace among the religions of the world», assunto ghe io riferisco all’oggi c alla situazione del medio-oriente dove l'esplodere dei fonda- mentalismi esaspera il conflitto politico ¢ nazionalistico invece di lenirlo. L'atteggia- Temnt0 delle chicse cristiane sembra non tenere sufficientemente conto che Pantise tismo cristiano é largamente responsabile di parte della situazione mediorientale, Di- Se sParte» perché i conflitti nella zona del golfo persico hanno diversa natura. Ogni sforzo perché le religioni assumano una forma conciliabile con la ragione e favorises- no la pace @ da accogliere con grande favore. . il volume raccoglie gli atti di un convegno, per lo pid saggi di ampio respiro, che anno il senso delle principali questioni del « (p. 119). Il mondo é an- cora radicalmente corrotto, ma il soprannaturale cristiano, a differenza di quello «Pagano» é una forza radicalmente diversa da esso, rappresenta percid «un’ancora di salvezza presente € manifesta» (p. 120). R. Morgan with J. Barton, Biblical Interpretation (Oxford Bible Series), Oxford University Press, Oxford New York Toronto 1989 (1a ed. rs 1X+342 pp. Tl volume si inquadra nel progetto abbastanza unitario di una collezione che ten, de a coprire sistemmticamente lo studio istituzionale della Bibbia, pur rifjutando il mA Vecchio modetlo di un volume dedicato all’esegesi di ogni singolo libro scritturistico. Come dice il titolo, Vopera @ dedicata alla interpretazione della Bibbia (Antico ¢ Nuovo Testamento) sia per riunire insieme i problemi che vengono affrontati separa- tamente all'interno di singoli settori della scienza biblica, sia per affrontare «i proble- mi del come comprendere una letteratura antica nel contesto culturale cosi diferente del tempo di oggi». Il libro procede sia storicamente che tematicamente, nel senso che i capitoli 2-4 sono dedicati alle tematiche sollevate dall’ermencutica dai tempi di Reimarus a Bultmann (soprattutto negli ultimi 150 anni), mentre i capitoli successivi iguardano problemi detl’ermeneutica attuale: teologia e scienze sociali (cap. 5), teo- logia, storia e letteratura (cap. 6 che in realta é strettamente legato al capitole intro- duttivo, il qualc, oltre alla definizione dei termini della questione affronta il proble- ma dell’ermeneutica teologica e dell’ermeneutica tra i biblisti), studio letterario della Bibbia (cap. 7). Il capitolo introduttivo é teorico: riguarda il rapporto tra interpreta- zione in generale ¢ interpretazione defla Bibbia. L'ultimo trac le fila per il problema ¢he sta a cuore all’impresa: come interpretare la Bibbia per Poggi tenuto conto del- Vesegesi storica e della teologia. Ogni capitolo @ formato da una bibliografia scelta che offre il panorama della produzione recente sul problema: sono consigli per «fur- ther reading». Sono indicazioni tutte in lingua inglese. Opere straniere sono consi- gliate solo se tradotte in inglese (ad esempio Von Rad). Comincerd percid dal cap. 5 che stabilisce Vinizio di una «nuova era»: «The emergence of the United States as {rend-setter in place of Germany» (p. 138). Il punto di partenza sta nell’opera di C. Wright Mills, The Sociological Imagination (1959): se una volta era la fisica new- toniana o la biologia darwiniana a costituire 'orizzonte e lo stile della riflessione, og- Bi cid & fornito dalla « il nuovo orientamento sta nello studiare non so- lo le idee dell’ambiente storico-religioso, ma anche la vita sociale politica e culturale in genere, nel senso antropologico-culturale del termine. Qui gli studi di Meeks ¢ di Theissen sono citati. Mentre lo studio dello gnosticismo & andato scemando, quello del giudaismo @ aumentato: la distinzione tra giudaismo ed cllenismo @ diventata «anacronistica» (p. 370); non si pud parlare di giudaismo, ma di una varieta di giu- daismi; é crollata l'idea di un giudaismo legalista, da K, Stendahl (1963) a Paul and Palestinian Judaism di E.P. Sanders (1979). Anche la distinzione tra giudeo-cristia~ hesimo e¢ etnico-cristianesimo é considerata ormai una semplificazione; la ricerca sta ora ancora di fronte al problema di comprendere P’originalita del primo cristianesimo e del come della sua nascita (p. 377). Per quanto riguarda Ja storia di Ges, Wright parla di una «terza» fase nella ricerca del Gesii storico: gli studiosi si sono in generale sempre pill convinti che @ possibile € necessario ricostruire la fisionomia storica di Gest. Le principali trattazioni sono quattro: The Aims of Jesus di Ben F. Meyer (un cattolico nord-americano che insegna alla McMaster University in Ontario); Jesus and the Constraints of History di Anthony Harvey (1982); Conflict, Holiness and Po- litics in the Teachings of Jesus (1984) di Marcus J. Borg (docente in Oregon) che riva- luta la dimensione politica di Gesit, un libro abbastanza inconsueto, perché in con- trasto con alcune ormai vulgate opinioni recenti, quali la non storicita della polemica gesuana con i farisei o quali le espressioni apocalittiche di Gesi, che non si riferireb- bero alla imminente fine del mondo, ma avrebbero significato politico circa la fine del presente ordine del mondo. Il quarto volume & quello ormai celebre di E-P. San- ders, Jesus and Judaism (1985) che la casa editrice Marietti di Genova sta traducendo in italiano. Si aggiunge anche il romanzo di G. Theissen pubblicato in tedesco nel 1986 © poi in inglese e ora anche in italiano presso la Claudiana _ La Valutazione complessiva della «terza fase» della ricerca su Gestt (pp. 397-403) @ la seguente: le discontinuita tra Gest e il giudaismo coevo da una parte ¢ la primis” sima chiesa dall’altra sono almeno altrettanto importanti quanto le continuita. La i i jogica divienc oggetto di interroguzione sui motivi politi iu Pintegrazione tra dimensione tcologica € politica con una maggiore aderenza alla cultura del primo secolo ¢ dell’eta premoder- ha in genere. Si abbandonato un «a priori» teologico come punto di partenza della ricerca: cristiani, ebrei ¢ agnostici si trovano a studiare spalla a spalla. Ma, come is dica C.F.D. Moule nella Festschrift per W.R. Farmer, una genuina cristologia richic- de c legittima la critica storica. Quali erano gli scopi di Gest? Perché ¢ morto? Per- ché & nata la chiesa? Questi i tre interrogativi principali di questa nuova terza fase. fl Punto centrale @ come collocare Gesi nel contesto del giudaismo da un lato ¢ della Chiesa primitiva dall'altro. Come dar conto di questi due rapporti? Colpisce come nel fare un bilancio delle diverse posizioni le tesi pri ‘siano state avanzate solo, se condo Wright, da studiosi rea anglosassone. Del resto, nei congressi di esegesi americana, sempre di pid il dialogo @ interno alla produzione anglosassone. La ho contato 14 articoli dedicati esclusivamente alla storia dell’esegesi di Paolo. La Cocchini avrebbe dovuto elencare anche i suoi molti lavori. La modestia qui non ha Posto perché le bibliografie sono un servizio per il lettore. La brevita dell'intervento, 715 gig inizia con uno sguardo alla storia della presenza di Paolo nei primi tre secoli, ¢ si dedica poi sinteticamente a Origene, non ha impedito alla Cocchini di offrire, nel pa- tagrafo dedicato a «Paolo maestro di esegesi», un contributo originale e importante. Due passi paotini 1Cor 2,13 e Rm 7,14 sono intesi da Origene come regole ermencu. liche. Gia S. Lieberman aveva notaio che il synkrinein di 1Cor 2.13 poteva essere un equivalente della gezerah shavah di Hillel. La Cocchini sottolinea come questo prin. cipio ermencutico diventa in Origene un luogo di confluenza non solo dell’ermencu- i ma ¢ giudaica ma anche di quella delle scuole filosofiche. tica ri M-G. Mara presenta qui Contributo degli apocrifi alla storia del cristianesimo. Eettura e commento del Vangelo di Pietro (Ev. Pt.) (pp- 61-67), $i tratta di una traduc zone italiana ¢ commento di quel Vangelo di Pictro cut la Mara nel 1973, aveva gid dedicato Vedizione © commento nella collana di Sources Chrétiennes. Abbiamo cosi che Ee Mornguzione italiana con introduzione ¢ commento. Mi sia permesso notare she L. Moraldi net suo volume I degli Apocrifi del Nuovo Testamento che traduce il Yangelo di Pietro alle pp. 509-517 non menzionava neppure l'edizione della Mara, Walaasimente riconosciuta come il punto di riferimento fondamentale (cf. ad es. William D-Stroker, Extracanonical Sayings of Jesus, SBL. Resources for Byblical Sta. dy 18, Scholars Press, Atlanta Georgia 1989, 160). MG. Mara pubblica qui anche Premesse storico-religiose al Concilio Niceno Il gil culto delle immagini: Vutilizzazione della Bibbia ¢ della tradizione (pp. 123-141). Si tratta di un saggio in cui ta storia dell’esegesi, lungi dall'essere semplice enumera- Ponty tale diverse interpretazioni di un passo, mette invece in luce il complesso Tap- porta ita Storia delle idee, delle correnti, dei movimenti e delle istituzioni relipiose testi biblici, un rapporto in cui si verificano dei meccanismi fondamentalt delle cultu- The ns ROH Possono fare a meno di riferimenti a testi fondanti. Sono queste ricerche che evidenziano le effettive tendenze interpretative che si ripereuotono a volte poi negli stessi commentari. Es 20,4 ¢ Dt 5,8-9 sono gjastia tendeva a rivalutare il valore assoluto della «Parola», ciog slcila Bibbia stessa, rispetto alle immagini, per una religiosita che reggesse il confronto con Islam «che tag wuoi luoghi di culto ha la presenza esclusiva proprio della “parola’»(p. 140). Dval- ousante Finconodulia faceva valere un’opposto principio ermeneutico: «facendo della Scrittura un modo di immaginare, una forma di iconan, tendeva a «porre l’im- magine come csplicativa della Parola». A cid si aggiunge, secondo la Mara, sia una possipile tendenza dualistica da una parte ¢ antidualistica dall'altra, sia una tendenza qgiudeo-cristiana» che non considera superate alcune norme bibliche, combattuta da tngvandenza (da parte deliconodulia) ad accentuare la separazione tra antica € nuova alleanza. Siamo percid di fronte ad un momento importante della storia del- Vermeneutica biblica. 11 volume nel suo complesso é riuscito a aprire prospettive su alcuni momenti dint cricttan’ del’ebraismo sefardita. Per la storia religiosa «precristrans © delle ori i utili i contributi di M. Nobile (Linee di continuita ¢ di evolu- Zione delle espressioni religiose nellAnatolia Antica, dal Periodo preittita al periodo classico) e di Luigi Padovese (I! cristianesimo del print woke confronto con le strut- importante eis’ ¢ le lingue del Mondo Antico), un sagpio, questo, Particolarmente importante per le origini cristianc, perché va nel sense ak mostrare le particolarita Pao perenE oes Gi axce specifiche in cui si sviluppo il primo onic ee pro- prio Perché si & dato risalto, giustamente, e con particelane impegno, alla situazione eek Sue crigini del cristianesimo, si corre il pericolo, del tree involontario, @ ve To, non intenzionale, lo riconosco, di avall i i isti mo sorge dal contatto con le religiosita della penisola anatolica senza alcuna medi: zione del giudaismo. E possibile dare un quadro religioso delle origini cristiane in Turchia senza parlare delle comunita della diaspora ebraica? Seguono saggi su Con- cili di Nicea (E. Ludwig) ¢ di Efeso (G. Cocchini), sulle crociate (V. Kapitanovic), sui rapporti tra cattolici ed ortodossi (N. Bux) ¢ sulla situazione attuale dell’Islam (M. Bayraktar). Sul pellegrinaggio, Paolo Siniscalco ci offre un ampio saggio, ricco dal punto di vista storico-religioso, comparativo, c per la stessa storia dell’evoluzione del cristianesimo (cf. la sezione sul termine «peregrinatio»). A p. 88 utili squarci sul- Yermeneutica biblica implicita in alcune difese del pellegrinaggio e del culto nei san- tuari. Un volume, insomma, veramente meritorio. A. Valerio, Bibbia, Ardimento, Coscienza femminile: Vittoria Colonna, in Ead., Cristianesimo al femminile (La Dracma. Collana di testi su donne ¢ cristianesimo diretta da Adriana Valerio), M. D'Auria Editore, Napoli 1990, 153-170 pp. La Valerio, basandosi sulle Rime Spirituali, V Epistolario € gli scritti religiosi, esamina I'atteggiamento di Vittoria Colonna rispetto alla Bibbia. Dopo due paragrafi dedicati rispettivamente alla «nudita del testo» (in rapporto, tra Valtro, al dibattito sulla «claritas scripturae») ¢ a «La Scrittura ¢ 'umana ragione», A. Valerio si soffer- ma pitt a lungo su «La coscienza femminile» (pp. 161-170) studiando come Vittoria Cotonna si sia avvicinata «alle donne che incontrano Cristo» nei Vangeli, soprattutto Vadultera, Maddalena, la samaritana ¢ Maria. L’attenzione alla figura di Maddalena, in particolare, «é rintracciabile costantemente nelle diverse fasi del cammino interio- re della marchesa ed offre Ioccasione di ripercorrerne Vitinerario spirituale» (p. 162). Utili, in questo saggio, anche i riferimenti ai rapporti della Colonna con l’ese- gesi e la spiritualita defla prima metA del Cinquecento italiano. I resto del volume contiene altri sette puntuali saggi storici su figure femminili della storia del cristiane- simo, dalle martiri del IT secolo a Marianne Weber, moglie di Max. Le prime trenta Pagine affrontano temi di carattere metodologico € teorico («la complessita della fonte religiosa» ¢ «la donna nella storia della chiesa»). 717

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