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Fondazione Varrone Cassa di Risparmio di Rieti Indimenticabile Lira i Stefano Poddi* ubblichiamo alcune parti del Pisce ie at Lira” di Stefano Poddi redatto in occasione della mostra “Indi- menticabile Lira”, allestita presso il museo Civico di Rieti e realizzata grazie al contributo della Fondazio- ne Varrone. La lira & il simbolo monetale che ha auiraversato le vicende e la storia de POccidente, dall’ Antica Roma, attr verso il Medioevo e il Rinascimento, fino ai nostri giorni quando, insieme alle altre monete europee, ha contri- buito alla nascita dell’Euro, la mone- ta unica della Comunita Europea. La storia della lira inizia nell’ Antica Roma, tra il 218 e il 211 aC., quan: do venne coniato il primo denario, la moneta d’argento che divenne P'uni- ta monetaria delle Repubblica, e poi, dell’Impero Romano, Con Vavvento del denario, 0 pid semplicemente in italiano denaro, Imente costituto da 4,5 mi d’argento, ta libra diventd P'unita i riferimento per il peso legale del- le specie monetarie, determinato in 327 grammi, con cui si potevano co- niare 72 denari. In Europa, dopo ta eaduta dett"Impe- ro Romano d’Occidente nel 476 d.C. si verificd una proliferazione di emis- sione di monete con valori e caratte~ ristiche differenti, che venne supera- ta solo cingue secoli dopo, con la ri- forma monetaria di Carlo Mi Con questa riforma, attuata trail 781 il 794, la libbra divenne, non solo unita ponderale, ma anche una uni- 18 di conto del nuovo sistema mone- tario, il nome “lira” detiva infatti dalla accezione latina della parola li bra, basato sul monometallismo e in- centrato sul denaro d argento. (...) Con l'andare del tempo si addi venne ad una differenziazione tra la moneta piccola, il denaro travolto di frequente dalle forze inflazionistiche e la moneta grossa, i Fiorini, Geno- Vini e Ducati d’oro che, riservati alle transazioni_ interna- zionali e all’alta fi- nanza, godevano di tuna sostanziale sta- bilita, sia per ragio- ni economiche che per motivi di presti- gio. Essendo notevol- mente diversa la ve- locita di svalutazio- ne dei due tipi di moneta, il loro rap- porto di conversio- ne slittava e quindi la moneta grossa non poteva essere un multiplo della moneta piccola, si trattava di fatto di due sistemi div cir- colazione moneta- a diversi e distinti Il Fiorino adoro, equivalente esatta- mente a 240 denari correnti, con il pas- sare degli anni resto sostanzialmente ed intrinsecamente sta- bile, mentre il de- rnaro continu a slit- tare, cosi che dopo 25 anni dalla sua coniazione il Fiori- no d'oro valeva 396 denari rispetto ai 240 inizial Una svalutazione cosi forte portd le zecche a coniare i terlini, pezzi da tre denari, i guattrini, pezzi da quattro denari e cosi via i cinguini, i sesini ¢ ali oftini. Dalla meta del secolo XIIL Pitalia risultava divisa in quattro ree monetarie: quella della lira im periale di Milano, quella della lira astigiana (in seguito sabauda), quel- la della lira genovese ¢ quella della lira fiorentina. Net 1472 la lira, fino ad allora entita monetale di conto, vide la luce come entita fisica e tangibile, infatti a Ve- nezia il 27 maggio dello stesso anno, Lire Tron Genavin del 1252 sotto il dogato di Nicold Tron, venne coniato per la prima volta un pezzo Cargento puro a 948 millesimi, det peso di 6,5 grammi, in modo che va- lesse esattamente 240 denati Era nata la cosiddetta “Lira Tron” che venne incisa da Antonello di Pic to detto poi Antonello della Moneta, orafo e incisore presso la Zecca di Venezia dal 1454 al 1484. La svalutazione delle varie lire ita- liane, ancora uniti di conto, fra il 1252 e il 1472, era un fenomeno tipi camente italiano, mentre la lira tor- nese di Francia e la lira sterlina in- glese mantenevano sostanzialmente il loro potere di acquisto. (...) II Settecento fu il secolo delle riforme anche in campo monetario, le riforme localmente delimitate eb- bero caratteristiche diverse, ma ispi- ratrice di ognuna di esse era la teoria monetaria dei filosofiilluministi, che possiamo tentare di sintetizzare in alcuni punti salient * stabilizzare la parita metallica delle monete: *controllare 1a circolazione della ‘moneta piccola 0 moneta erosa; + razionalizzare il sistema di multipli © sottomultipli della moneta unita- ria di base: mantenere I'esatto rapporto di trinseco fra i multipli e i sottomul- tipli delle monete coniate e anche rispetto al cambio nominale e leg: le fra oro, argento e rame; fare in modo che un determinato numero di lire, pagato nei diversi Stati, corrispondesse alla. stessa quantita di metallo fino. (..) La seconda parte del secolo XVIII venne caratterizzata da una relativa stabilita monetale e alla vigi- lia della Rivoluzione Francese la lira era coniata secondo queste modalit la lira sabauda di 0.35 gr. d’oro, la lira genovese di 0.22 gr. d’oro, la li- ra milanese di 0,24 gr. d’oro, la lira veneziana di 0.16 gr. d’oro e la lira fiorentina pati a 0.26 gr. d’oro. In Francia invece circolava la lira tornese, divisa in 20 soldi o in 240 denari, contenente 0,29 gr. d’oro no, ma durante la Rivoluzione Fran- cese, nel 1793 una legge stabill che i conti delle spese pubbliche invece di essere tenuti in lire, soldi e denari, dovevano essere tenuti in lire, deci- mi e centesimi In seguito con la legge del 17 Germi- nale anno XI (28 marzo 1803) Napo- Ieone normd Ie riforme progettate sotto la Convenzione e il Direttorio ponendo alla base del sistema mone- tale francese il franco in argento da 100 centesimi, di 5 g. di peso e in le- ga al 900/1000, con un rapporto orofargento di 1a 15,5. Tale riforma yenne estesa al Regno italico con Decreto n, 21 del 21 marzo 1806, do- ye la nuova unita monetale aveva le stesse caratteristiche del franco fran- cese ma era denominata lira italiana, anch'essa ripartita in 100 centesimi, Una Lira det 1893 unificandone per la prima volta il va- lore in tutto il Regno dali. (...) La situazione monetale in Italia nel 1859, poco prima dell’ Unifica- zione era piuttosto confusa fra le di verse monete in citcolazione: Ia lira nuova del Piemonte, la lira nuova di Parma, la lira toscana, lo scudo 10- mano, il fiorino di nuova valuta au- striaca ¢ il ducato del Regno delle Due Sicilie; inolire cera una marca- ta differenziazione territoriale del ‘numero di multipli e sottomultipli. I sistema bancario era poco influen- te dal punto di vista della massa mo- netale circolante, eppure anche esso cooperava ad aumentare la confusio- ne emettendo cartamoneta, Gli Istituti che emettevano bancono- te erano: la Banca Nazionale Sarda, la Banca degli Stati Parmensi, lo Sta- bilimento Mercantile di Venezia, la Banca Pontificia per le quattro Lega- zioni e la Banca degli Stati Pontifici divenuta poi Banca Romana. (...) Al momento della unificazione nel 1861 circolavano in Italia circa 1.100 milioni di lire in moneta me- tallica, citea 200 milioni in moneta cartacea e 150 milioni circa in mone- ta seritturale per un totale di 1.450 milioni di lire, mentre solo 10 anni dopo nel 1871 Ia valuta metallica era seesa a 534 milioni di lire, quella cartacea era salita a 1.298 milioni e Ja scritturale aveva raggiunto i 727 milioni per un totale di 2.559 milio- ni di fire. In soli 10 anni quindi la percentuale della moneta metallica rispetto ai mezzi di pagamento era scesa dal 75% al 21%, nel contempo la mone- ta cartacea passd dal 14% al 51% e la ‘moneta seritturale dal 10% al 28%. aumento della percentuale della ‘moneta scrittuale e cartacea rispetto ‘quella metallica sul totale dei mez~ i di pagamento sara un trend di lun- g0 periodo, infatti nel 1971 la mone- ta metallica era meno dell’ 1% men- tre la somma di moneta cartacea scritturale era di oltre 99%. (...) Tomando alla storia della tira, pitt recentemente nel 1936, venne ri: allineata cio& ricondotta alla parita del 1927 con il dollaro, cio’ a 19 Ii re per ogni dollaro. In seguito la vita della lira continud tranquillamente, senza gravi scosso- ni, sino alla Seconda Guerra Mon- diale quando, sia per le esorbitanti spese del conflitto, ma soprattutto a ‘causa dell’enorme importo di AM li- re poste in circolazione dalla Alled Military Authority, la nostra moneta venne travolta da’ una inarrestabile inflazione che ne abbatté irrimedia- bilmente il valore. Tra il 1948 e il 1961, periodo del co- siddetto miracolo economico anche Vandamento della lira ebbe una pau- sa di proficua tranguillita, ma finito questo periodo riprese una forte in- flazione che ebbe il suo culmine ne- gianni 1973 e 1974, Per quanto riguarda le banconote, Pultimo biglietto in lire emesso dal- la Banca d'Italia & stato il $00,000 Ii re “Raffaello”, uno splendid multi- plo d’arte che ha chiuso in bellezza tuna storia fantastica e irripetibile. I * Studioso di Numismatica (Roma) Deed On F | di Linda Di Bartolomeo* dazioni open moe eta e Ton Rego a Ne Pere ee uy giunto alla terza edizione il cri ¢ dall’ Osservatorio Per- ‘manente Giovani-Editori E stata coronata da grande succes- so di pubblico e di stampa la terza edizione del convegno nazionale ‘Giovani Lettori, Nuovi Cittadini” promosso dall’Osservatorio Per manente Giovani-Editori e dall’A cri quale occasione di confronto ampio sul ruolo che linformazione e i media, in particolare la carta stampata, possono svolgere a favo. re della crescita dei giovani La manifestazione, che si 8 svolta a Firenze il 27 febbraio scorso. di fronte a una platea di oltre 3 sone fra autorita, docenti, sti, editori e presidenti di Fondazio- ni, si sviluppata attraverso una se- rie di tavole rotonde, interviste e interventi che hanno fatto il punto sui risultati del progetto “I Quoti- diano in Classe”, promosso dal TOsservatorio, cost come emer no da un’indagine Eurisko apposi- tamente commissionata, Ne risulta che la lettura dei giomali spinge i ragazzi ad interrogarsi sul mondo che li circonda, consentendo, loro di sviluppare una solida co- scienza critica. Stimola inoltre la lo- ro curiosita, innestando un circuito virtuoso che li spinge a documen: tarsi e ad approfondire le tematiche affrontate anche attraverso I’ascolto dei telegiomali, la lettura di libri e di saggi, la partecipazione ad eventi culturali, Ma soprattutto la lettura dei quotidiani sembra portare i gio- vani ad una maggiore assunzione di responsabilita: dunque li aiuta a cre- scere ¢ a diventare cittadini, <1] Quotidiano in Classe - ha ricor- dato Andrea Ceccherini, presidente dell’ Osservatorio - vuole dare ai ra ‘gazzi uno strumento in pit per guar- dare la realta con i propri occhi e per ragionafla con la propria testa. In tuna societa che non & pit quella del possesso, in cui sei se hai, ma & quella della conoscenza, in cui sei se 1a siistra: Andres Cecchern, presidente Osservatorio Permanente Giovan-Edtor, © Guseppe Guzzett presidente Act sai, l'autonomia di pensiero e l'indi- pendenza di giudizio sono indispen- sabili per la democrazia». Sommario beri cura it paesaggo ig "9000 ioral web San ino oi prodigies core Un esau esempiare 1 Potten ot Maroc rao ‘S=S55° Premio Bote Leteraturae industria Femaggi Bia 10 opi nelarte a Lucca " D sient Lira toga dart" tra redone e avarguarie ya sol dl vero Uridea dt syppo-ecoramiae sena rest per Foro ell suotariora. 23} iy Sito se ciao: iam mura ndoga al Tour France GED NEP commision’ Ben Cura @ Wicioras sta Fordzzine 2

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