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Relatività Dinamica KPK
Relatività Dinamica KPK
della meccanica newtoniana che dora in avanti indicheremo con m0 anche il pi piccolo
valore che pu assumere la grandezza E=mk. La m0 si chiama massa di riposo ed E=m0 k
energia di riposo o meglio energia interna di un sistema.
Nella meccanica newtoniana E ed m sono grandezze diverse: un sistema ha prima massa e poi
energia. Alla luce della teoria della relativit, diciamo che lenergia viene separata in due parti:
energia interna e il resto dellenergia. La meccanica newtoniana riteneva che valesse un teorema
di conservazione per ciascuna delle due parti. La teoria della relativit ci ha insegnato che
entrambe le grandezze non rispettano alcun teorema di conservazione separatamente, c solo
ununica conservazione per la somma delle due . Questa somma noi la chiamiamo energia.
15.3 La relazione P = v F
La teoria della relativit non tocca la natura tipo sostanza di E e p
Da ci segue che vale come prima:
P~F
Per il fattore di proporzionalit otteniamo conseguenze diverse. Usiamo questa relazione d'ora in
poi per definire la velocit (come si definisce di solito la tensione elettrica attraverso P = UI):
P = v F
(15.2)
p2
2m 0
Qui m0 la massa di riposo ed E0 un termine costante, il cui valore scelto arbitrariamente nella
meccanica newtoniana. Ora deriviamo la relazione relativistica energia-quantit di moto. Inserendo
nella (15.1) la relazione (15.2) si ha:
r
kp r
dE =
dp
E
Ne consegue: E dE =k pdp
e d(E2) = k d p2
e anche:
d(E2 k p2) = 0
quindi:
E2 k p2 = cost = E02
e: E = E 0 + k p 2
2
E0 , come si vede, lenergia del sistema quando p = 0. E0 anche lenergia interna e quindi m0 k.
La figura 15.1 mostra la relazione E - p per particelle con diversa massa a riposo.
L'energia E - E0, che lenergia posseduta dal sistema oltre la sua energia interna, chiamata
energia cinetica
E cin = E E 0 = E 0 + k p 2 E 0
2
Casi limite
a) Il sistema un corpo con quantit di moto molto
piccola, cio kp2 << E0 2 . Da
E = E0 1 +
kp 2
E0
1 kp 2
E E 0 1 +
2
2 E0
si ha:
p
2m0
2
E E0 +
e da E0 = m0 k segue:
v
c
1
1 v2 c2
1
1 v2 c2
E0
1 2
= E0
m0
1 2
= m0
Nella fisica relativistica naturale prendere come variabile indipendente lenergia e non la velocit,
2
E
per cui abbiamo: v = c 1 0 .
E
1
1
Lenergia cinetica come funzione di v : E cin = E E0 = E 0
1 v2 c2
Per v = 0.866c si ha Ecin = E0 . A questa velocit, pertanto, l'energia (massa) rispetto all'energia
interna (massa a riposo) raddoppiata.
Se v << c, ovvero nel limite newtoniano della teoria della relativit, dalle precedenti relazioni si
1 v2
m
e sostituendo E0 /c2 = m0, E E 0 + 0 v 2
ottiene: E E0 1 +
2
2
2c
15.6. La relazione v-p
r
r
r
Dalla (15.1), E = E0 ed E0 = m0 c2 segue p = 2 E 0 v = m0 v cio:
c
m0 r
m0
r
r
p=
v=
v
1 2
1 v2 c2
Riferendosi ancora alla v come variabile
r
r
cp
dipendente, otteniamo: v =
.
2 2
2
m0 c + p
La relazione v-p illustrata nella figura 15.3.
Nel limite newtoniano v << c si ottiene la nota
relazione:
p m0 v.
15.7 Esempi
Particelle cariche in un campo elettrico omogeneo
Massa a riposo delle particelle: m0
Carica elettrica delle particelle: Q
Intensit del campo elettrico senza le particelle: E
Cerchiamo lenergia, la quantit di moto, la velocit delle particelle in funzione del tempo.
Fig. 15.4. Quantit di moto (a), energia (b) e velocit (c) du una particella carica in un campo elettrico
omogeneo in funzione del tempo.
F=QE
p(t) = F t = QEt
La quantit di moto, come nella meccanica newtoniana, cresce linearmente nel tempo, figura 15.4a.
Aumenta illimitatamente.
E (t ) = E 0 + c 2 p 2 = c c 2 m0 + p (t ) 2 = c c 2 m0 + F 2 t 2
2
Per grandi valori di t anche lenergia cresce linearmente con il tempo, fig. 15.4b.
r
r
2 p (t )
v (t ) = c
= c2
E (t )
r
Ft
r
Ft
=
2
m0 c 4 + c 2 F 2 t 2 m0
1
1+
F 2t 2
2
c 2 m0
Per piccoli valori di t la velocit cresce linearmente con il tempo. Per grandi valori di t invece:
Ft cm0
= c , v si avvicina a c asintoticamente, fig 15.4c.
m0 Ft
Per grandi valori di t anche E e p crescono linearmente con t, mentre v tende ad una costante.
Si pu vedere che la parola acceleratore di particelle non molto appropriata.
v(t )
F = mg = (E/c2)g
poich
si ha
dp =
E
g dt
c2
E
g dz
c3
gdz uguale alla variazione dV del potenziale gravitazionale V cambiata di segno.
E
Risulta: dp = 3 dV
c
poich E = cp segue che la variazione relativa di energia dE/E della luce :
e poich dt = -dz/c si ottiene: dp =
dE dV
g
= 2 = 2 dz
E
c
c
Lenergia della luce aumenta, come lenergia di qualsiasi altro corpo o particella che cade. Per
nella luce aumenta nel senso che aumenta la frequenza della radiazione perch energia e frequenza
sono legate dalla formula
E =Z h
Leffetto sulla Terra molto debole ma pu essere misurato in laboratorio. Per dz =10 m si ha:
dE 10m/s 2 10m
10 15
=
E
9 1016 m 2 /s 2
Il fatto che la luce arrivi da luoghi di potenziale gravitazionale pi alto e si diriga (nel suo punto di
ricezione) verso luoghi di potenziale gravitazionale pi basso e abbia una frequenza pi alta ha una
conseguenza straordinaria. Possiamo immaginare che la luce che arriva dal potenziale
gravitazionale alto sia emessa da un sistema oscillante. Il periodo di questo sistema sia T = 1/ dove
la frequenza della luce. Quindi possiamo considerare il sistema oscillante come un orologio che
ad intervalli regolari di T emette un segnale e chiamiamo questo orologio U2. Mettiamo poi nel
luogo di potenziale gravitazionale pi basso un altro orologio U1 che costruito esattamente come
U2.
Un osservatore nel potenziale gravitazionale basso sicuro che il segnale da U2 ha intervalli di
tempo pi corti che il segnale dellorologio U1. Ne tira la conseguenza che il tempo alla quota di
potenziale gravitazionale pi alto scorre pi veloce. Al contrario un osservatore nel potenziale alto
sostiene che lorologio U1 scorre pi lentamente del suo autentico orologio U2 cio che il tempo
alla quota del potenziale basso scorre pi lentamente del suo proprio tempo.
Lenergia di legame
Nella reazione di due moli di idrogeno atomico che diventano una mole di idrogeno molecolare
viene ceduta energia, lenergia di legame. A uguale temperatura lenergia dellidrogeno atomico
pi grande che quella dellidrogeno molecolare. Perci pesa meno una mole di idrogeno molecolare
che due moli di idrogeno atomico. Questa differenza di peso cos piccola che non si riesce a
misurarla. Se dei nuclei atomici reagiscono luno con laltro allora lenergia di legame per mole di
5 potenze di 10 pi grande ed quindi misurabile da uno spettrometro di massa. Nella reazione:
Li + 2H 2 4He
E
= 2.1 1012 J / mole
n
Questa espressa in unit di massa:
m E
2.1 1012 J
= 2 =
= 0.23 10 4 kg/mole
16
2 2
n
nc
9 10 (m /s )mole
m m
m
= + 6 g/mole + 2 g/mole = 8 g/mole
n n Li n H
m 0.023
Ovvero:
=
= 0.003
m
8
Con:
1
p = E 2 cin + 2 E cin E 0
c
Poich le particelle B della reazione sono a riposo la quantit di moto di A prima della reazione
uguale allimpulso di A e B dopo la reazione
segue
P = cF
jE = c
1kW/m 2
3 10 6 N/m 2
3 10 8 m/s
Se tutta la radiazione del Sole che cade sulla Terra fosse assorbita ne risulterebbe una forza di 4.3
108 N. In realt maggiore perch limpulso della luce riflessa ha segno opposto dellimpulso di
quella che arriva.