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Ridevano,

VOLI A CAPOFITTO TRA VOLATILI E


perché non ti voglio far del male. POETI
impulsivo nel prendere carabine a salve (Parlando segretamente con Fabrizio Pittalis)
anti-filisteo militante,
io volevo solo diventare fionda - Abbiamo lasciato i nostri cuori
loro barzellette ammissive, fuori dalle lapidi ad aspettar
mentre gli amministratori ridevano alle le aquile per portarli in alto;
Novembre 2009 foglie morte sugli spifferi del portone,
vincere le barriere involontarie, tenendo nascosti
per teleguidare le mie accuse, i propri pensieri
e sordi. io, Frankestein del porto per poter recuperare
imperfetti Mi spacchettai il cranio tutti i nostri visi
gli aiutanti di salvatori (molti misteriosamente sconosciuti).
in qualche fumetto, al tuo successo.
Gugliemo Tell o, incompleta Non ricordo il tuo bordino,
diventare Robin Hood o una proporzione quel tuo viso indagatore
e mitra moderni, né conosco il suono
da archi e frecce Sinceramente addolorato alla dottrina; dello sguardo sommerso;
costruire aeroplani per distanziarci una protezione convenevole. ti invito a prendere
ringraziare il nostro pane quotidiano, di ritirare le spalle per un caffè parigino
avere un camino in casa, un subbuglio a colazione, per sollevarci nella noia
comprare barche da bruciare, è un improvviso tuono, di un mezzo pomeriggio,
e forse forse riusciremo a vincere milioni, Hai deciso, suonando una chitarra
ma abbiamo gli assi nel giubbotto, nella serratura, per non lasciare spazi. per sentirci più distratti
gli eroi nascono per cadere suggerimenti e definizioni tra uomini elefante
aspettano tutti la nostra doccia tibetana; Conficcando e faccette da vedove buffe,goffe e distrutte,
ridono ancora i ragazzi cattivi dei campeggi,
Ridevano, CREATURE rubando pochi secondi
dalle tue corde vocali
per sentire la parte divertente,
quella della vita
distesa al bagnasciuga.

DIG YOURSELF, SKELETON Quanta tristezza avevi


giustiziato, con fucili di parole,
per curarti dell’infinità
dell’attimo?

Giorni qualunque
ma pieni di sorprese nota dell'autore:
FREE PRODUCT adorando invece la vita ho sempre creduto che l'arte debba essere come un
con la testa scoperchiata incidente stradale, dalla quale ne esci irrimediabilmente
FOR scombussolato e con diversi danni fisici. Fabrizio da
in mezzo alla strada.
VOICI LA BOMBE questo punto di vista era un vero e proprio frontale, dal
quale è raro uscirne illesi.
E ripeto,
APRIL 2010 nel monologo notturno
di non sapere queste cose o
la forma delle mani sulla tua penna,
ma ho scovato quest’animo
brioso e profondo
disperso in un deserto
di immensurabili oasi
abitate da geni affrancati e vincitori.
FRANKIE FANCELLO

Novembre 2009
http://voicilabombe.altervista.org
cont@ct: voicilabombe@gmail.com

Disegno: Luca Beolchi


ELICOIDE. ELLEANOTTE; (EVITARMI). PERIODO DI DIGIUNO
- () I martelli che spaccano il secondo
I cadaveri stile splatter Scalinate belle e mobili ora rovinano le mie tracce
aggrapparsi alla ringhiera
osservavano dagli uffici pubblici e le mie spalle molli.
attraverso il vetro, io provoca ustione e gli specchi Non si stancano i gentiluomini
li vedevo passando di lì per non ci volevano aiutare, a fare avanti e indietro
tornare a casa, e lo sapevo e allora salire da un’altra prospettiva sulla stessa via? (talvolta vie parallele).
che era inevitabile a volte più crudele o credulona
(bugiardo che non sei altro!!).
e lo sapevo che tanto non siamo Mai mentito
Singhiozzava la madre quando
indispensabili, nella voce “confessione”
il figlio usciva, abbonato a lividi
intromessi come benzene mai creduto sincero
e riflessi di vergogna, ripetendo la solita
intromesso a forza il parroco cattolico
scusa inventata dagli amici (?),
a volte troppo logorroico, ma credo in un qualunque foglio bianco
fantastici triplici sforzi e nel Padre, quando me ne rammento.
quando ci penso, io ho ancora dodici anni
d'accettare un melodramma patetico
proprio una soap opera coi fiocchi, Conosco il cane saccente del
e il padre che urlava a tavola
ho scoperto solo ora che ci sono mio pomo d’Adamo;
quarantacinque modi di uscire dalla stanza; non credeva d’aver fatto “me ne scuso volentieri”,
una femminuccia, vorrei dire,
non mi squillava mai il cellulare non credeva d’aver visto potrei dire;
e devo finirla di salvarmi un essere munito di pisello mai divenuto un vero asceta
un numero fittizio nel taccuino, perdere fiducia perfino nelle mattonelle. con gusci da inflessibile testuggine;
nell interno tasca giubbotto, conosco quindi
mi dovrei invece imbottire di Xanax Ora chi sto pensando, lui ha tredici anni. così così
per non dare più fastidio, la gestione da grande capitano
fantastici doppi sforzi - Elleanotte (e di nascosto lancio
Come siamo arrivati qui?
d'accettare uno spettacolo comico un’ancora).
che non fa ridere. Quali cartine cittadine ho rivisitato?
Quale stimolo mi ha spinto al molo?
Voi certo,
Etere e peyote siete all’oscuro,
La foglia si accartocciava
non fanno per me mai indagato
rimango a schifarmi a lungo andare, e nel mentre mi raccontava sul colore dei pesci
i colossi del mondo a impietosirsi, tutto nei minimi particolari: dentro l’ acquario,
ed io francamente
tirare bastonate “dovrai finirla nel non crederci, non ho aperto bocca,
ma non montarti troppo mai sul serio
no la testa nel farlo se non intervistato
non avrà un lieto fine è un equilibrio sterile e rosso o per sussurrare alla riva, alla
questo fare gli non sai mai quello che ti capita... mia salda musa.
intellettuali, parla alle tue cosce
siamo solo sporchi pigri porci. parla alla boccetta del profumo Perdonate questo Icaro
parla alla donna che desideri che cadrà poi sull’oceano;
- Elicoide: e che non potrai avere, il mio vagabondaggio
osservo le mie non parlare mai con te, non parlare nelle strade celesti,
brutte figure MAI con te” il mio distrarmi all’amore
dalle cavità degli occhi, e dare poi sangue per possederlo,
tutto un piano E finiva l’atmosfera da brividi il mio pormi al posto
diviso da scalinate, ritornava quella sensazione del Sole, sempre più piccolo
gelati raccapriccianti pietrificati d’avere i piedi per terra dentro la Via Lattea,
di caffè, pane e marmellata e accorgersi che avevano ragione loro il mio igloo,
a pestarci coi bastoni e con le pietre
(ognuno si dà il gusto che si sogna); il mio ingenuo,
rapidi passi nell’atrio e noi a nasconderci in casa arrogante, delicato
sigarette fumate nelle stazioni di servizio tra cartoni animati e panini con cioccolata. sguardo fiacco.
abiti da cerimonia sporchi di ketchup
divise militari mai messe Poi sai quanto si divertono Molti girarono il volto
magliette regalate dai parenti con gli oggetti di per nascondere le loro smorfie
senza avere il coraggio scherno? investite dalle parole.
di dirgli che non ci piace. Date tregua ad un bambino disubbidiente. Daccapo.
Qui si esibiscono i poeti del silenzio.
Guardo le mie umiliazioni
dal riflesso di un oblò, Ottobre 2009
spocchiosi piccoli tesori di ragazzi, Aprile 2010
lo trasmettono ora in diretta dal satellite
tutto il pianto minuto per minuto.

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