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352 sng predict dla cristloiagiovamnce 543 de di aequistare per mezzo suo la vita eterna. Nella visione fede di Giovanni & questa l'espressione pid breve ¢ pre- esprimersi in immagini ¢ 38 della cristologia the uote snes eOnoscere Ly del Logos fato uomo ¢ venuto salle 2 eminent sali simbolici vanno studiats ferra. Tutti i termi a i fa nel sto sapporto ‘con tradiione it iat ela lovo origin chee fo Serine cngticua aceite ceed io, co X Dio pub esere visto in relavioni e ape divers, a ersto- logia giovannea & ricca di predicati ed espressioni per il Cri- reeves te nl pacer propels Haste loro senso siano chiarite le diverse espe oe Ua Volta che 11) si potra Se espressioni cris E 5 Poti una conclasion cull cashes (2 fFronto con [OR specifcamente giovannce $i eoranness repines Pita lenara di Giovanna cree Cito vento alcare eat tela vane eleruti 68 Ribadcnd i vers fects NG del esione dak 3 $8) SDN scopic la comtion nea Comgalliche si 8 incarnate e che, vives aa ne conn ns SOM Puls van ure em feta dl confront de gee ga logo di Cp Saneelo. Nello svi 16(0.L] 12,495 1 ‘che collega I’essere inviato col ceitologia del vangelo tora den a ‘ftv in puna tvatee Mande sce che Pale Powsone individuare citer’ at a Serihen ‘venga espressamente menzionato, Vinvio ad opera di Dio (cfr. 312.343 6,29; 8,42) oppure, a seconda del contesto, dal Padre, viene abbondantemente espresso. L’«uscita> di Gesi dal «Pa dre» richiede di essere considerata, poiché unit’ di Gest col Padre mette davantial problema di come conciliare quest equi- parazione al Padre con l’incarico che Gesit riceve da lui. Il Yincolo dowuto allincarico del Padre ¢ Punith del Figlio col Padre sono in una certa tensione, pee Tinvio ad opera di Dio Pate (e739 r8anayey) a vedere al tempo stesso uni indissolubile tra Dio ¢ Cristo (17,021.23). Liunith funzionale del Figlio col Padre & espressa in 5,19: da sé il Fi- 1. Liinviato I predicato forse pid fondamentale e pitt comprensivo di Gest Cristo cheep Fnvisto del Padre nel mando. Se yado J. Becker la cristologia giovannea ?essenzialmente «tco- toga dalinvis, Analogamente alr autor riconducono alli iversi predicati cristologici.® «ll Padre che mi hha mandato» & una «formula preferitar di Giovanni (5,375 6, egli scritti giovannel >nciliabili, risulta un ape Padee (1,18), Peunigent igenito del Pade 6p Supuroyevi ce Scacenbun Job 46. (i342 98); F. Boca! ia TA NT 9.74575 GLNT mh 404795). A Fier in BWNT hy obi {8.16 bine Aafrtebn nd dt Leben, 4 ce M, Theobal,Di lichoer- Song des Loon 733 oy Die Da der Geen ABU 98 3 spe 7-6 W. Loni, Christ. 7-17 1. Hench, Der Vater, der mich gcd ats NTS 9 (966) 08336 Zk, R Scmachenborg sDer Vater der mich gest hat, Zur jernce Ghrieloei Breyenach H. Pre od) Aafia der Chrislgie F. Stet meld nttincin meee se ect it mn Slip mc ess reed et SCE Kick Der ne bam 568 Teb, Picherdan, gs 354 Giscenni glio non pud fare nulla se non vede fare il Padre; quel che fa ‘questi lo fain ugual mods il Figlio. Le formule unitarie «Io, tel Padre ell Padre in me- (14,10 220, fe 17.2123) oppore «lo ¢ il Padre siamo una cosa sola» (10,30) sembrano tuttavia oltrepassare questa uniti nelloperare e rinviare a un’origi ria unita d’essenza tra il Padre e il Figlio. Nel Figo & presen- teil Padre, senza essere identico a lui. J.D.G. Dunn parla di tuna «sorta d'identita Pesseres,”" bench l'affermazione «lo ¢ il Padre siamo una cosa sola» (10,30) nel contesto in eui si tro- va intende fondare soltanto il potere conferito a Gest di pre- servare la sue pecore, gli uomini a lui affidati (10,29). Dalle sue opere si deve riconoscere ¢capire che il Padre & in lui e lui nel Padre (10,38). Poiché Gest sta in tale comunione col P- ‘dre, i nemici non possono fargli nulla (10,39). La cristologia, dellinviato e quella del figlio stanno in un reeiproco rapport di tensione dialettica. due verbi greci che indicano «inviare>, réurewy (25 volte) © dxoaté 2a (17 volte) non hanno pressoché differenza al- cna di significato* In altreespressioni, quali «venire», «di- seendere da», «essere nel mondo> (8,42), idea d'invio & im- plicita”” Donde deriva questa concezione? Spesso si pensa- to.a.una derivazione dal mito gnostico del redentore, idea che perd si @ dovuta abbandonare sulla base di indagini pit! accu- rate. Il cosiddetto mito gnostico del redentore & una costru- zione che deriva sia da diversi testi di origine iranica e man- dea sia da scritti gnostici tardi. Da questi testi non risulta né un'immagine unitaria del eredentore», primo uomo € proto~ tipo, né del suo percorso dal cielo alla terrae ai nugwo al mondo celeste (il pleroma)?* Per gli studi recenti la deriva- 2c Let Job be Jolin. Stchlmacer (0), Dat Ebene wd die Eeangeken GRUNT 28, Thing 1985, 307339 309. 72, KH. Reopen TRWNT q(t GLNT os) eet india a “items evr in lov Cle Kuh, Die Sedu Jen wad de ice nach dem Johanne Evangel, S paging 5397 4.Ce i lavr foamed C. Clg, Die Refingesiclhe Scale Dor ie Bw graben Ere (RLAMT 7, Ge i HM. Schnks, Der Gt «Mecho in der Gnot, Ging 96 Sangol prediadllacriofagia ginoannes ass jone dalla gnosi dell'idea d'inviato & quindi molto problema- "a Se ne cercano invece radici veterotestamentario-giudai- che. L’avvio significativo in questa direzione & opera di J. ‘A. Bilhner, L’imoiato e la sua via nel quarto vangelo (Der Ge- sandte und sein Weg im 4. Eoangelinom, v. sopra, n. 1). Bih- ner intende ricondurre il complesso delle concezioni giovan- ‘ace ai messaggeri di Dio che nella regione giudaica discen- dono e ascendono e alla edowtrina della rappresentanza> giu- ddaica quale si delinea nelPistituto dello shaliah. Secondo Biihner la cristologia dell'inviato srisale di fatto a tuna concezione giuridiea profana dell’invio e della rappresen- tanza».” E lecito dubitare che ci si ricolleghi a speculazioni sugli angeli celesti che ascendono ¢ scendono, soprattutto della mistica giudaica (cfr. Gv. 1,52)5 quanto poi allidea giv ridiea di rappresentanza nel giudaismo rabbinico, la si pud spiegare sulla base della situazione contemporanea di scontro coi giudei increduli, Ma nel complesso Ia derivazione da premesse giudsiche, dall’invio dei profeti, alla lerteratura di Enoc e dalla mistica giudaiea, ® molto pit convincente che ‘non un‘origine dal mito gnostico?” Non intendiamo seguire ulteriormente la difficile questio- ne delPorigine della eristologia giovannea dellinviato, ma ap- profondire meglio, sulla base della affermazioni di Giovanni, come egli comprenda 'inviato di Dio. Un principio che viene. femamneate manenuto& che il igi di Dio vee avn el ‘mondo. Nel kerygma giovanneo & detto che Dio ha tanto rious ravad Ae dew’per etl va wb pi. =D ‘nol M, Henge, Der Som Gotten. Die Emitebang der Christal wn dij shih belli Raliganeciche,Tabigen 197, 43-47 (1 fo di Din. Longin dla crip fe ariel regione pndeoelentich Brescia i, Spd Schocheabur Jo 43-447 36-13) 274. Cf JP, Mirada Der Vater, der mich pounds hat. Reliongendclicbe Us Iachngo 24 don obunnechen Sondanp formal, Bom Fant. "976 2% 25, Tem Die Seg Jom ween Evgeion (SBS 0), Saga 372, 76 Der Gein, as 27 Baler, Der Gesander, 3-49 Dal pmo d via dla wei lela it ‘Sacer el ape meg fi smo chen in (439) 356 Ciovennt Dio non ha mandato il suo figlio nel mondo per giudicarlo, ma affinché il mondo, per suo mezzo, fosse salvato» (3,16 s.). Eun invio cosmico nel mondo degli womini, per salvare tt sli uomini (cfr. 4,42). II raggio d'azione dell invio si estende ‘oltre il popolo d'israce e i samaritan. Il profeta escatologico, ‘come Mos? non si presenta in mezzo ai suoi fratelli (Dent, Tipit) oma bead cha dove aaivonl odor (64) Ge si dice «nel mondo» (8,26) quello che ha udito dal Padre. U Pade ha inviato enc mondo colui che gli ha santificaro) (10,36). Davanti al sepolcro di Lazzaro, Marta professa la sua foot Sh Goth meron ls Die i nee el etal (1127). La professione di fede giudaica nel messia viene col- [cata nella pitt ampia prospettiva del figlio di Dio che viene rel mondo. Gest ? venuto nel mondo per rendere testimo- nianza alla «veriti> (18,37), e come il Padre ha inviato Gest nel mondo cosi anche Gesit ha inviato i discepoli nel mondo (17,18). Ricapitolando, Gesi dice di essere uscito dal Padre © diessere venuto nel mondo; ora eglilascia il mondo e fa r= tomo al Padre (16,28). ‘Questa estensione cosmica dell’invio di Gesit& sviluppata nella teologia giovannea. Tra il mondo creato da Dio, in cui il Logos era vitae luce per gli uomini,e il mondo di fato c’& un abisso. La luce vera che illumina ogni uomo & venuta nel mondo (1,9); ma benché il Logos fosse nel mondo ¢ il mondo sia stato creato per mezzo suo, il mondo non I’ha riconosciu~ to, «Venne nella sua proprieti, ma i suoi non lo accolserom (1, * Il dualismo giovanneo che contrappone snow inferiore al modo di Di, dal quale vemra ba ted lazione (8,23; 3,31), costituisce la cornice delPinvio del figlio i Dio. Gest? venuto come luce nel mondo oscurato dalla ‘morte, per strappare gli uomini a quest’oscurita (12,46). Egli la luce di vita che rsplende in questo mondo (8,23 9,5) per ondurre gl wom alla fea della luce dela vita divine. ‘Cosmologia, cristologia e soteriologia sono legate tra loro. 74 Per iterpretasione che lsat a Ire, SchnachenburgJOb 336 eiesash Singoli predict dla erilogiegoowmmen ae Liinvio del messaggero veterotestamentario di Dio, il pro- feta, indirizzato a Israel, popolo di Dio. E vero che i servo di Dio prescelto da Dio sara anche una luce per le genti (Is 4426; 496 $194), ma solo se queste accerteranno le istruzioni Gi Di che vengono de Sion cerreraano al monte del SE nore (chr Us 251-55 Mich. 4,1~ inaggio delle genti £'Sion & cosa divert dalla ince dia che nel Logos risplende per rutto il mondo, Il messa il figio di Dio, ¢ Fagnello che tog i pccai del mondo (Ge tas; 1 Gv. 22), Colui che viiene dal cielo il vero pane di vita che di al mondo la vita (6,32 8); chi mangia di questo pane vivea in eterno (6,51b). In tal modo @ di gran lunga superata la condizione d'Israee, al quale Mosé diede comandamenti e promesse di Dio, oltre ai suoi doni di salvezza. I padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti (6.49.58). Gest il vero portatore ¢ mediatore della vita che con la sua parola salva dal regno del- Ia morte coloro che eredono in li (5,25 6). Percid gli compe- te un compito unico che egl, in quanto & venuto nel mondo, testimonia con le sue parole ¢ azioni (cfr. 5,36-475 to,25). So- lo perché sa donde é venuto e dove va egli pud rendere questa testimonianza su se stesso (8,14) formalandola nei detti con «To sono, che includono Ia sua preesistenza (8,58) ¢ il suo andare al Padre (8,285 14,28). La salvezza che l'inviato di Dio porta agli uomini viene co- stantemente indicata come la vita (eterna)? Egli é venuto al- finché essi abbiano la vita ¢ Pabbiano in picnezza (r0,10). Questa vita che da Dio e dal suo amore siriversa sui eredenti viene presentata con immagini e simboli sempre nuovi: fonte acqua viva (4,14; 7,37 5), pane che non si guasta ma resta, per la vita eterna (6,27.33-35), luce che caceia Poscurita della ‘morte (8,13; 12,46), risurrezione dei morti (11,25 s.)'Via (14, 6), vite (15,1-8). Anche espressioni metaforiche, come diven- tare figh di Dio (1,12), nascere dallalto (33.5) essere riempiti dello Spirito (7,395 14,16), sono promesse che si fanno com 7y.CleF. Masne, 20K. Die Amchusg vo Lebensm sien Evengeliom, ‘ance wf Shoo EWN a, 36-269 (se DENT 555-158) C08 bg

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