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TEDXHKO LUINI

IL

GABINETTO
DEL
GIOVATSTE

NATURALISTA
OVVERO

^esenzione
dei

della natura e de costumi-

principali

Quadrupedi

Uccelli

Pesci, Amfibj, Rettili e Insetti, disposta


in bell'ordine e

adorna

di

72

incisioni

Edizione posta sotto


delle

Leggi

la

tutela

Toih.TZF

IL

DEL

GIOVANE NATURALISTA
D

TOMMASO SMITH
CON ELEGANTI FIGURE

La

gloria di colui che tutto move


Per l'universo penetra, e risplende
In questa parte pi e meno altrove.

Dante.

TOMO TERZO.

biiouno

Presso Omobono Mani


Tipografo ne' Tre Re,

1826.

N> o85.

ni

GABINETTO
DEL

GIOVANE NATURALISTA,
CAPITOLO PRIMO.
Scuote
Fra

le pinte

Or spiega

piume

il vago augello
rami e fra le fronde
volo in cima alF arboscello,

intricati

gli

il

scherzando or

Vola di ramo

Air aure

in

si

mostra ed or s'asconde.

ramo

e scioglie intanto

attente armonioso

il

canto.

PlGNOTTI.

INTRODUZIONE.
DEGLI UCCELLI IN GENERALE.
i_N

oin

avvi fra gli

esseri

viventi

cui la saggezza del Creatore


disegni, e tanto mirabile pel
guisce., brilli in

altra classe

modo onde

pi singolare maniera

differenti specie d'uccelli.

La

io

tanto varia ne' suoi

gli

come

ese-

nelle

loro organizzazione,

INTRODUZIONE.
le loro abitudini sono

meravigliosamente adattate

a quanto ciascun d'essi deve per sua natura eseguire.


Ciascuna parte del loro corpo sembra formata per
traversare l'aeree regioni. L' uno

si

slancia a scosse

mentre V altro discorre agevolmente


F atmosfera , fendendola d' un volo eguale ed uniforme. 11 primo non fa , per cos dire , che sfiorar
ripetute

la terra;

1' altro s' inalza fino alle nubi. Tutti per


possono nel loro corso cangiar direzione con mera-

vigliosa celerit, e discendere dalla pi grande al-

tezza

al

luogo che desiderano con egual sicurezza

e precisione.

I loro corpi son coperti di piume, che servon

non

solo a preservarli

e a far nascere

dal

freddo e

ma

loro pulcini,

conveniente pel volo. Perocch


renti al corpo

le

une sopra

stanno esse ade-

le altre

gole d'una casa, e nel davanti dirette

onde solcar

battendole

dissimamente
riguardati

facilit.

le te-

all' indietro,

Una

calugine

breve

calore aggradevole.

che

con pi

come

empie lo spazio che fra le


ciascuna piuma , e mantiene al corpo un

finissima e

canne di

l'aria

umido
mezzo pi

dall'

il

Le

ale sono fatte in maniera

d' alto in

basso estendonsi gran-

muscoli, onde son mosse, furono

dietro pi

esperienze,

come

la sesta

parte del peso del corpo intero.


II volo di tutti gli uccelli

guisa:

primieramente

il

si

volatile

effettua di questa

abbandonala

terra,

facendo un salto violento, poi estende le sue

osi

ali,

INTRODUZIONE.
e le batte verso

il

basso con forza: sono esse

al-

una direzione obliqua , parte in alto , e


parte orizzontalmente in avanti. La forza di quella
parte, la qual tende verso l'alto, distrutta dal
lora in

peso dell'augello, e la forza

orizzontale serve a

portarlo avanti.

Datasi

la

prima

scossa

esso

fa

movere

le

sue

che provano in aria poca resistenza, essendo


ristrette e colla punta diretta verso Y alto. Onde
ali,

volgersi a destra o a

manca, l'augello batte

for-

temente l'ala opposta al lato, per cui intende


inoltrarsi. La coda fa l' istesso officio del timone
di una nave , eccetto che i suoi movimenti, invece
fianco, sono

d'esser di

d'alto

in basso.

Quando

T uccello ha intenzione d'inalzarsi, solleva la sua


coda, quando vuol discendere, l'abbassa; ne la tien
diritta che qualor si trovi irr una posizione orizzontale. Si osservato che un uccello, quando
le sue ali sono stese , pu librarsi orizzontalmente
per qualche tempo senza agitarle , perch essendo
paralelle all'orizzonte , non provano che leggierissima resistenza, e gi il volatile ha acquistata sufficiente celerit. Quand' esso comincia ad abbassarsi, si pu facilmente dirigere verso l'alto, solo
che

sollevi la sua

rinnovare

il

coda,

fin

che

gli

sia

necessario

suo moto con due o tre scosse

d'ali.

Scendendo, esso distende e le ali e la coda contro


r aria , onde fenderla con pi forza.
Negli uccelli il centro di gravit dietro le ali,

INTRODUZIONE.

e per
lando

controbilanciarlo alcuni sono obbligali


,

di respinger

innanzi

Questo movimento comune


e a pi

altre

specie

la

ed

il

vo-

collo.

all'anitre, all'oche,

di uccelli

posto

testa

acquatici,

il

cui

pi indietro che
negli uccelli terrestri. La testa e il lungo collo
dell'airone all'incontro, sebben piegati nel volo,
centro di gravit

superano
sue
nel

il

assai

resto del corpo; e la lunghezza delle

gambe , necessaria pel contrappeso


medesimo tempo a ci che manca

supplisce

coda

alla

troppo breve.

Onde

piume

di questi animali non siano conimbevute dall' umidit , che regna


nell'atmosfera, n assorbisca le piogge a segno
che lor pregiudichi al volo , la previdente natura
gii ha muniti di due glandule poste sulla groppa,
nelle quali vi Ira sempre certa quantit di olio.
Essi nel fanno uscire col becco, e se ne servono
per ingrassare le loro piume. Gli uccelli che dividono 1' abitazione coll'uomo, e sono quasi sempre
al coperto, hanno
men sovente ricorso a questo
fluido, che quelli i quali menano una vita errante,
le

tinuamente

e sono esposti

all'

aria

ma

gli

uccelli acquatici

ne hanno una tal quantit , che la loro carne talvolta ne contrae un sapore di rancidume.
Le ale, le gambe, le ugne e i becchi di tutti
gli uccelli variano secondo le differenti lor maniere
di vivere. Gli uccelli di preda , che Isono obbligati
a volare a considerabi distanza, per cercare

il

lor

INTRODUZIONE.

nudrimento, hanno le ali forti e assai estese,


mentre quelle degli uccelli domestici sono ordinariamente deboli e corte. La pi parte degli augelletti , particolarmente de' passeri , che frequentano
le nostre dimore , e si nutrono di grani e di briciole

che cadono

becco

e le

dalle

gambe

mense, hanno un

corte egualmente che

picciol

il

collo.

Ma
d'

non cos delle beccacce , delle beccaccine, e


una quantit d' altri uccelli , che cercano il lor

nutrimento assai dentro a terra, o nel fango e nel


limo.

becco del pico fortissimo e d' una lunghezza


la sua lingua anch'essa molto lunga,
;
affilata ed armata di picciole punte gli rende facile l' impadronirsi della sua preda , la qual conIl

considerabile

siste

principalmente

in

che vivono nel midollo

piccioli
d' alcuni

scorza di vecchi alberi. TJ airone


si

nutre di rane

e di tutti

prendere nelle paludi ,

mare ,

s'

alza sovra

e quasi spoglie di

vermi ed
rami , e
all'

piume

e
;

il

che
che pu

incontro,

pesciolini

o in riva

cosce

insetti

sotto la

a'

fiumi ed al

gambe lunghissime
lungo suo collo

suo enorme becco dentolato all' estremit il rendon capace di afferrare e ritenere la sua preda
umida e viscosa. La famiglia intera de' volatili pu
dar luogo ad una infinit d'osservazione di questo
il

genere.

L' organo dell' odorato negli uccelli piuttosto


grande e fornito di nervi , che il rendon finissimo.

INTRODUZIONE.

IO

Se ne ha

sufficiente

prova nel

corvo

qual

il

distingue la sua preda, sebbene a distanza consi-

derabile della sua vista.


Gli uccelli non hanno orecchie esterne
tanto
il

una ciocchetta di piume

passaggio auricolare, e

vere e dagli

Come
e

rovi

ma

sol-

che coprono
preservano dalla pol-

il

fine,

insetti.

questi animali traversano sovente le siepi


,

loro occhi sono difesi dalle ingiurie che

ne potrebbero ricevere, come dalla troppa luce


per mezzo di una membrana trasparente , cui possono abbassare ed alzare a lor grado. 1/ aquila ne
usa come di una specie di velo, onde

fissarsi

nel

sole.

La

manifestamente pi perpi estesa che quella di tutte l'altre specie

vista degli uccelli

fetta e

d' animali.

Gli occhi infatti sono proporzionata-

mente pi grandi negli uccelli che nell'uomo e


ne' quadrupedi. Questo era loro non solamente
necessario,,

ma

indispensabile per la loro sicurezza

Se

e la loro conservazione.
loro la rapidit del volo

queste due qualit


trarie

mai

la

gli

sarebbero

gli uccelli

della lor leggierezza

natura, donando

avesse resi miopi


state fra loro con-

non avrebbero osato


volando celeremente,

sarebbero aggirati lenti suh"

ale,

per tema

servirsi

ma

si

d' urti

e di resistenze imprevedute.

La

respirazione

ha luogo

ne' volatili

de' vasi aerei che traversano

il

per mezzo

loro corpo, e ade-

INTRODUZIONE.

I i

riscono alla superficie interna dell'ossa. Questi vasi^

pel loro movimento , conducono 1' aria attraverso


polmoni , che sono picciolissimi fra il dorso e

John Hunter, che ha

fianchi. Il sig.

esperienze, per

discoprir

l'uso

eh' esso serviva

gran

questa

di

molte

fatte

diffusione d' aria nei corpi degli uccelli,

ha trovato

ad impedire che nella rapidit del

volo fosse sospesa la respirazione.


Il

soggiorno de' volatili assai vario

ne

se

tro-

vano in tutte le parti del mondo conosciuto, dalle


pi calde regioni sino alle pi fredde. Vi hanno
alcune specie particolari a certi paesi; altre sono
erranti; alcune, a certa epoca dell'anno, emigrano
in

un clima pi convenevole al loro temperamento


onde si nutrono. Una gran

e al genere di cibo

parte degli uccelli

da un
al

istinto

cominciar

dell' isole

particolare
dell'

inverno

britanniche

e infallibile,
nelle

si

diretti

ritirano

parti meridionali

dell'Africa, e ne ritornano in primavera. I motivi

che

si

assegnano in generale a questa migrazione,

sono la mancanza di nudrimento e d'

venevole per covare ed allevare

un

asilo con-

loro pulcini. Si

riuniscono essi ordinariamente nei loro viaggi sotto


la direzione d'

Pi

autori

un capo che

hanno

li

conduce.

scritto sulle

migrazioni della

rondine e del cuculo, manifestando opinioni diverse,


tanto sulla loro disparizione che sulla maniera

onde

vivono in quel tempo. Alcuni naturalisti hanno immaginati che questi uccelli non cangino gi clima

INTRODUZIONE.

1.2,

d'autunno, ma cadano in uno stato d'istupidimento, e si tengon nascosi nel cavo degli alalla fine

beri , fra le ruine


altri

di

luoghi appartati

vecchi edifiz j
fino

e in alcuni

al ritorno

dell' estate.

hanno pure assicurato che si aggruppino tutti


insieme pei piedi , e dopo aver formato una massa
considerabile , si lascino cadere in fondo ad una
riviera o ad uno stagno, ove dimorino occulti
sott' acqua. Non per d' uopo
di un profondo
ragionamento , onde provare I- impossibilit fisica
di questa supposizione. D' altra parte certo che
si sono trovate in inverno delle rondini in uno stato
d' intirizzimento , ma gli esempi ne sono rari ; e
quando pure alcune passassero sempre V inverno
di questa maniera, non se ne dovrebbe trarre veruna combinazione per tutta la specie. Si sono
pur trovati pi volte de' cuculi in simile stato , ed
altri se ne sono veduti volar lungo tempo dopo
la partenza generale. Tutte queste cose dan luogo
a credere , che parecchi de' lor pulcini , non trovandosi abbastanza forti , per intraprendere un
lungo viaggio , restino addietro , si nascondano
fino al ritorno della primavera , e il freddo gli
istupidisca. D'altronde l' annua emigrazione della
specie delle rondini stata dimostrata da gran
numero di fatti autentici, riferiti da' naviganti, che
Altri

furono testimonj oculari del lor passaggio


lor riposo sul

malgrado

cordame

tutte le

de' vascelli.

del

Nondimeno

ricerche de' naturalisti, questa

l3

INTRODUZIONE.
parte della storia
avvolta

di

nell' oscurit

tali

augelli rimane tuttavia

impossibile di affer-

ci

in quali regioni del globo

mare

si

rechino le loro

picciole colonie.

Dietro

osservazioni

esperienze, sembra che

fondate
il

sovra

numerose

canto particolare delle

differenti specie di uccelli sia interamente acquisito

Lo

e niente pi innato che

sforzo

di

un giovane

il

linguaggio nell'uomo.

augelletto per cantare,

a quello di un fanonde parlare. Alla prima prova sembra


ch'egli non abbia la minima disposizione; ma a
misura eh' egli cresce e si fortifica , si presenta ci
che sar capace di fare un giorno. Un passere

pu paragonarsi esattamente
ciullo

essendo stato ancor giovanissimo, tratto dal irida,

ed allevato con un fanello ed un cardellino, sebbene nel suo stato naturale non avesse che un grido
insignificante , apprese bentosto un canto , che partecipava di quello d' ambidue i suoi maestri. Tre
giovani fanelli essendo stati allevati , V uno eon
un' allodola , Y altro con una coclearia , e il terzo
eon una petragnola, invece del canto particolare
alla loro specie,

presero ciascuno quello delle loro

Un fanello che fu tratto dal


nido tre o quattro giorni dopo il suo nascimento
essendo stato portato in casa d'uno speziale a

istitutrici rispettive.

Kensington
imitare

n intendendo

impar ad

altri

suoni che potesse

articolare perfettamente queste

parole: jprettj boy (bel putto 3 e alcune altre brevi


)

INTRODUZIONE.

I/j,

che non avea ne

Assicurasi

frasi.

canto ne

il

il

grido d' alcun uccello.

Questo fatto, come molti altri, sembra progli uccelli non hanno canto innato , ma,
come la specie umana , adottano il linguaggio di
quelli, a cui dal nascer loro sono affidati. Questo
pu nondimeno sembrar strano a coloro che osvare che

servano

come

nello

stato

imita invariabilmente
specie, sebben

per r

ne

selvaggio ogni

dell' attenzione

effetto

che

altri.

Le

distinguere quei che

han mescolato
Il

1'

han puro

di carnivori

che

sanno ben

da quelli che

col canto di diverse specie.

nutrimento degli uccelli varia secondo

riar delle specie

loro,

voci degli

delicato

degli uccelli

canto

il

picciolini

madri

le

persone di un orecchio

hanno studiato
1'

cui odono

con

dell' indifferenza

sua

Tale

ascolti altre intorno di se.

ilanno all'istruzione dei padri e delle


e

uccello

canto della propria

il

il

va-

medesime. Perocch ve ne hanno

molti

vermi

ciban di pesci

si

alcuni d'in-

Nella
che ha
di divider le parti dure del lor nuil ventriglio
rimento, onde prepararle alla digestione, sembrerebbe incredibile, se non fosse comprovata dai

setti

di

specie granivore,

fatti.

Onde

machi,

l'

la

moltissimi di

della

cacciato

a forza

nello

dei loro sto-

forza

ingegnoso Spallanzani ha

rienze molto interessanti

ha

straordinaria

facolt

assicurarsi

grani.

fatto

pi espe-

sebben crudeli. Poich


stomaco

di

parecchi

INTRODUZIONE.
polli

l5

India de' tubi di stagno pieni di grano

ci'

che dopo esservi rimasti per venti ore si trovarono rotti e contorti nella maniera la pi irregolare. Lo stomaco d'un altro pollo d'India ruppe,
nello spazio

di

ventiquattr' ore

gli

angoli d'

un

pezzo di vetro dentellato , senza riportarne ferita


che apparisse. Si piantarono in una palla di

piombo

dodici

aghi di

grossi

punte un quarto

lasciarono le

avvolta questa palla in

un

stagno
di

di

pollice

astuccio di

cui

si

indi

carta

si

fece entrar forzatamente anch' essa nello stomaco


d'un pollo d'India ; rimastavi un giorno e mezzo,
senza che il volatile desse alcun segno di dolore,
si trovarono poi tutte le punte spezzate ,
eccetto
soltanto due o tre. Dodici picciole lancette
con
punta molto acuta da ambe le parti, furono parimente infisse in una palla di piombo, la qual
si diede nella maniera gi descritta ad un
altro
,

per otto ore nello


trov che la palla
lancette erano fatte in pezzi, senza per

pollo d' india. Esso la tenne

stomaco

poich
altro

indi aperto

le

che

questi

il

si

non

si

viscere avesse sofferto alterazione.

fatti si

sovente

Da

conchiuso, che le pietre, le quali

sono

nello

rinvenute

uccelli, ajutano di

molto

il

stomaco

sugo gastrico

di
,

per

pi
di-

dure , di cui fanno


il loro principale nutrimento.
Queste pietre infrante , esse medesime, dalla forza dell' azione del
ventriglio , si mescolano al cibo , e contribuiscono
potentemente alla sanit di siffatti animali.
videre

grani

ed

altre sostanze

INTRODUZIONE.

r6
I nidi degli

uccelli

sono

generale

in

formali

con arte sorprendente. La scienza architettonica


in essi impiegata ha di che confondere la scienza
onde 1' uomo 3' inorgoglisce.
II maschio e la femmina si occupano insieme
dell' opera del lor nido. Vanno F uno dietro l'altra

a cercare

materiali

uopo

lor

al

necessarj.

Bacchette, musco, paglie ecco ci che serve loro


ordinariamente per la fondazione e per l'esterno.

Adoperano

iu seguito pelo, lana o lanugine d'animali e di certe piante alla formazione d'un letto

comodo

e morbido per

1*

uova e

corpicciuoli de-

E pur
degno di osservazione che Y esterno del nido
presso a poco quasi sempre somigliante pel co-

licati

de' pulcini

che

debbono- uscirne.

lore alle foglie degli alberi

onde

sia

meno

fra cui

posato

facilmente discoperto.

Il tempo della nascita de' cari pulcini pu veramente esser riguardato come quello della felicit per gli augelli. Nulla eguaglia Y industria
e F intelligenza che allor dimostrano. Dediti interamente alle cure che esige una famiglia , non
pensano che ai mezzi di provvedere alla sussistenza
comune. I cantori divengono silenziosi , o almeno
fanno intendere pi di rado la loro voce; l'attaccamento che provano pei loro piccioletti , cangia
persino le loro disposizioni naturali; nuovi doveri
ispirai! loro

coraggioso.^

nuove inclinazioni. Il pi timido divien


quando trattasi di difendere la sua fa-

INTRODUZIONE.

j
preda raddoppiano V ardimento e l'attivit, apportano al nido le loro vittime ancor palpitanti, e avvezzano di buon' ora
la prole alla^ rapina ed alla crudelt. La gallina
istessa, divenuta madre, non pi quella di prima.
miglia. Gli uccelli di

Trepida per natura

e solita a fuggire al minimo-

pericolo, diventa eroica alla testa; d'


pulcini; affronta

rischi, s'azzuffa

una covata di

coraggiosamente

pi forte, e combatterebbe fin col leone

col cane

Ma

sebbene gli animali , al tempo- della riproduzione, sembrino qualche volta pi saggi degli
uomini la loro saggezza per ristretta fra' con ;

fini assai

angusti.

Anzi non

si

pu- veramente at-

tribuir loro n condotta n volont:, la quale ap-

partiene a quell'Essere benefico e adorabile,


dirige tutte le loro azioni corr quelle che

che
pu

chiamarsi misteriosa influenzai


Con, quale cura , dice un elegante scrittore,,
la femmina cerca vm luogo solitario
per collo,
carvi il sue nido;, lungi d' ogni strepito e d'ogni
tumulto! Quando ha deposte le sue uova in maniera da poterle coprire, quante non sollecita

di volgerle spesso-,

onde siene penetrate

parte dal calor vitale

provedere

di

Che

se le

d'

ogni

abbandona,

affin.

prepria sussistenza, come ritorna


esattamente prima che abbiano tempo di raffreldarsi! Allorch poi si approssima il momento in
cui

non

alla

debbono uscirne
gli

ajuta

Gabinetto^

pulcini

rompere

T+ III.

il

con qual delicatezza


lor

carcere! Nulla

IO

INTRODUZIONE.

diciamo della sua


ingiurie del

assiduit

tempo ,

nel preservarli dalle

nel nutrirli

nel soccorrerli in

ogni maniera. Certo nessuna chimica operazione


potrebb' essere trattata con pi line cautele di quelle
clie

usa una gallina innanzi e dopo la nascita della

sua prole.

Nel tempo

per che mostra tanta inalla propagazione


della specie, non d a vedere a certi altri riguardi,
la minima riflessione. Prende essa un pezzo di
creta per un uovo, e il cova egualmente che gli
altri
non si accorge dell' accrescimento o della
diminuzione del loro numero, n sa distinguere
se ve ne abbiano d' altra specie che i proprj ; e

stesso

dustria, necessaria

certamente

quando

nascono

volatili

differentissimi

da' suoi

pulcini, essa ne piglia cura con egual tenerezza.

In queste cose e in

quelle tutte che non hanno

un immediata relazione
sua prole

essa

Il professor

colla sua sussistenza o della

non che una vera

Reimar narra, qual

veduta, un singolare

esempio

idiota .

testimonio di
e del

dell'istinto

coraggio degli uccelli.

Due

pettirossi,

egli

nido nei fori di una rupe

scrive, teneano
,

il

loro

ombreggiata da una

grande e frondosa quercia. La femmina avea cinque


uova , cui stava covando con tanta assiduit , che
spesso io le andai vicinissimo
ed anche la toccai
gioito da vicino, senza che facesse il minimo movimento, onde evitare quest'apparente pericolo.
,

INTRODUZIONE.

Un

IO,

non avendola trovata nel suo nido ?


temei che non 1' avesse abbandonato. Ma altri
sospetti in me nacquero tosto , quando vidi un
cuc , il quale saltava lungo la rupe , e venne

alfine a
ov' io

posare sovra un albero

mi

Mi

trovava.

vicino

nel

accorsi

luogo

al

tempo

istesso

che i miei due pettirossi esaminavano attentamente


moti del cuculo e mi risovvenni essere usanza
di tale uccello il deporre il suo uovo nei nido di
qualche altro, onde argomentai esser tale l'intenzione di questo che aveva dinanzi agli occhi.
La ragione avrebbe insegnato ai pettirossi di
tenersi nel loro nido , ed ivi pi sicuramente
difendersi ; ma 1' istinto li determin a rima-

nere a certa distanza , onde avere pi evidente


motivo di combattere il nemico. Perocch noi

v edeano

rendo a

appena
lui

avvicinarsi

con impeto

goscia e di disperazione
narlo.
si

nido

sforzavano

un ramo
d'

che

occhio

uno

Lo

sventurato

an-

cuculo
nido.

al

de' pettirossi

di lui , beccandogli
pi forza aveva , mentre

maltrattava in faccia.

il

vicinissimo

precipit sovra

con quanta

cord'

di allonta-

Finalmente dopo lungo contrasto

rifugi sovra di

Allora in un batter
si

si

al

gettando gridi

ventre

il
1'

altro

cucii

lo

parve

preso da una vertigine

ove

suoi nemici

e cadde alfine sulla terra,


,
non dandogli tempo di rinve-

nire

avriano certamente ridotta al termine la sua

vita

se

una

forte pioggia di temporale

non fosse

venuta ad impedire un atto di tanto furore

INTRODUZIONE.

HO

Si osservato che
al

gli

uccelli

comincia mento di primavera

pi vigorosi di quelli che veggon


dell' estate

tarda non

e dell'autunno.

Ma

la luce alla fin

questa nascita cos

ha luogo che quando

fu distrutta.

quali nascono

sono pi forti e

la

prima covata

CAPITOLO SECONDO.
E

per cibare

Cercavan per

lor ventri di strnzzoli


le

tasche de' minuzzoli.

Lippi.

LO STRUZZO.
J_)ebV

avere

incontrastabilmente

esso

posto fra gli uccelli

non

solo

per

il

primo-

la superiorit

che a lui dona la grandezza del suo corpo, ma


ancora perch nell'ampia catena della natura sembra esser Fanello , che unisce gli uccelli ai quadrupedi. Non dissimuliamo , per altro che questo
anello sembra a molti pi naturalmente formato
dai pipistrelli

non sembrando che

si

debba verun

riguardo alla grandezza, poich vi hanno de' qua-

drupedi picciolissimi.

Lo
tratti

struzzo intanto assomigliasi


generali dell' esterior suo,

quadrupedi per varj

altri

caratteri

La sua interna costruzione


modo tra l'una e l'altra specie

lui.

tengon cos della piuma de'

agli uccelli pei

partecipa dei

che sono in

lo colloca in certo
;

e le

volatili,

sue penne

come

del pelo

degli animali di quattro gambe.

Esso

alto,

che dalla sommit del suo capo

sino a terra possono contarsi talvolta sette in

nove

LO STRUZZO.

'22.

Questa

piedi.

comune

la

dimensione per altro

sorpassa

tre o

rara

quattro piedi, mal-

grado l'estrema lunghezza del collo dell'augello.


testa piceiolissima , e come la pi gran parte
del collo non coperta che di alcuni peli sparsi

La

qua e

Le piume del corpo son nere e distacune dalle altre; quelle dell'ale e della
un bianco niveo
lunghe ed ondeggianti

l.

cate le

coda d'
,
terminano in punta, che parimente nera. Le ali
sono armate di pungoli , che possono paragonarsi
ai dardi del porco
spino. Le cosce e i fianchi

non hanno piume , e

piedi appariscono d'

un

grigio bruno.

Gli

ardenti

ed arenosi deserti

dell'Asia sono gli unici luoghi

dell'

ove

Africa

gli struzzi si

E si veggono spesso in s gran numero,


che a certa distanza sembrano una truppa d'uomini
trovino.

a cavallo.

Lo

struzzo differisce

altra specie di uccelli.

gambe

a molti riguardi, da og

Le

forti

giunture delle sue

ottimamente
per sua difesa , e per rendere 1? andar suo pi
pronto ; poich le sue ali e in generale tutte le
sue

e de' suoi

piedi

piume non possono

terra. Il

gli

servono

ajutarlo

sollevarsi

da

suo dorso, della forma di quel del cam-

La sua voce una spemuggito cupo e lamentevole. Non altrimenti che un quadrupede ei si vede pascere nelle
mello, coperto di peli.
cie di

pianure insieme

alle

zebe.

LO STRUZZO.

Gran danno
tajuoli

cagionai! sovente gli struzzi ai

interno

nell'

2.'

ft-

dell'Africa meridionale, an-

dando a stormo ne' loro campi , e distruggendo


biade in modo, che

si

lo

percorre talvolta un e sten

sion considerabile di terreno,

corpo

ove pi non restano


non pi

che

Le.

alto

che una pianta di biade ; e quando mangia


curva il suo lungo collo in ma-

paglie. Il

dell' uccello

le spiche esso

anche a certa picciola distanza non


Al minimo strepito per drizza
la testa
e generalmente riesce a fuggire prima
che il fttajuolo, che sta spiandolo, possa raggiugnerlo e dargli morte.
Correndo , ha il portamento imperioso e fiero.
Anche nel pi gran pericolo mai non sembra af-

niera

pu

che

esser veduto.
,

frettarsi

molto

massime se

il

vento

gli

favo-

revole; poich soffiando questo nella direzione del

suo corso
ali,

ei gli

e allora

il

tenergli dietro.

o se lo

non

Lo

abbandona per

cos dire le sue

non potrebbe
calma e calda,

cavallo pi leggiero

Che

struzzo

difficile il

se l'aria in

ha perduta una

delle

sue

ali 9

sopravanzarlo.

numero

struzzo del picciol

degli uccelli

che hanno pi femmine


si veduto sovente un
maschio averne due o tre e talvolta fino a cinque. Antichi scrittori affermano che la femmina
:

depone
perte

uova nell'arena, e dopo averle coabbandona , onde il sol le maturi e

le sue

le

ne faccia nascere

pulcini

che cos

lascia

a s

a4

lo STRUZZO.

stessi. Di qui vien forse che lo struzzo si prende


per odioso simbolo di una madre cattiva. Alcuni
viaggiatori moderni per ci assicurano che nessun altro uccello sia pi tenero verso la sua

prole, ne covi le sue uova con maggiore assiduit,


Avviene probabilmente che in quei climi caldissimi non sia necessario che la femmina si ten^a
costantemente sulP uova medesime , le quali non

corrono pericolo d* esser raffreddate nell'atmosfera.

Sebbene per

le

abbandoni pi volte nel giorno,

le copre diligentissimamente col corpo nella notte.

IColben

il

di struzzi al

un gran numero
Buona Speranza, assicura,

quale ha osservato

Capo

di

eh' essi covar sogliono le loro

niera degli altri

uccelli

uova
che

alla stessa

tale

ma-

ufficio

femmine adempiono alternativamente.


Non niente pi vero che le femmine abbandonino i lor pulcini , quando sono usciti dal guscio
non essendo capaci di
all' incontro questi
camminare, se non di l ad alcuni giorni, il padre
e la madre forniscono loro assiduamente, innanzi
a questo tempo , erba ed acqua , e si esporrebmaschi e

le

bero al pericolo pi evidente per loro difesa. Le


femmine, ehe sono unite ad un istesso maschio,
depongono tutte le loro uova nel medesimo luogo

numero di dieci o dodici per ciascuna, confondendo insieme con questa mescolanza la loro
posterit, adottando a vicenda i figli le une delle

in

altre,

e, per un ammirabile

istinto

spogliando

xo struzzo.
a vantaggio della prole

a5

comune ogni

gelosia di

Le uova si aprono tutte insieme:


ne sono trovate in un solo nido fino a sessanta
o settanta. Il maschio le cova al pari della femmina , e il tempo di questa incubazione di sei
spose e di madri.
se

settimane.
Il

sig.

le

Villant

Africa allontanato uno

riferisce

che avendo

struzzo del suo nido

in
vi

trov undici uova caldissime e quattro altre a pic-

Quelle del nido eran piene , ed i


compagni se ne impadronirono avidamente,
assicurandolo eh' eran buone a mangiarsi. L' accertarono altres che presso al nido gli struzzi
collocan sempre certo numero d'uova, che pi non
covano, e che destinano ad essere il primo nutrimento de' piccioletti che debbon nascere. L'esperienza , dice questo viaggiatore , mi ha convinto
della verit di tale osservazione; poich mai dopo
non ho incontrato un solo nido di struzzi, senza
trovar uova collocate di quel modo in qualche diciola distanza.

d lui

stanza .

Alcun tempo dopo


struzzo sopra

egli trov una femmina di


un nido, che conteneva trentadue

uova, e un po' distante ne aveva dodici

altre, cia-

scuna a parte in una cavit particolare. Trattenutosi per osservare vide poi tre altre femmine venirsi a collocare alternativamente nel nido, restarvi

ciascuna

un quarto d'ora

posto ad un' altra

incirca, ceder quindi

andarsi

a quella che dovea succederle.

il

mettere presso

LO STRUZZO.

2.6

Il professor

Thumberg

riferisce , die passeggiando un giorno a cavallo presso un luogo, ove

una femmina
si

di sSruzzo stava sopra

il

suo nido

slanci questa contro di lui, e l'insegu, affine

certamente di difendere le sue uova o


cini dal

male

Ogni volta

temeva non

eh' ella

eh' ei rivolgeva

il

suo

suoi pul-

facesse

loro.

cavallo

verso

di essa, la facea rinculare di dieci o dodici passi

ma

non s tosto fu allontanato , che quella di


nuovo lo insegu , sino a che si trov a notabil
distanza del luogo ove
Il nido di struzzo

1'

avea spaventata.

non sembra essere che un

buco formato da quest' uccello in terra , calcandola alcun tempo co' piedi.
Se alcuno fura agli struzzi qualche uovo nella
ne accorgono essi prontamente
per mezzo dell' odorato ; e allora non
solo non ne rimettono altri nel medesimo luogo
ma schiacciano co' piedi quelli che vi sono rimasti. Per i Negri , quando voglion rubarne , non
loro assenza, se
al ritorno

ne toccano alcuno colle lor mani, ma gli traggono


fuor del nido per mezzo di un lungo bastone.
Il sig.

Barrow, a cui noi dobbiamo un'eccellente

descrizione delle parti meridionali dell'Africa,

narra che le uova di struzzo sono


que' paesi,

come

cibo delicatissimo.

maniere di accomodarle,
adottata dagli

Ottentoti

ma
si

ci

riguardate in

Vi hanno pi

questa, che diremo

reputa

la

migliore.

Basta metterli semplicemente nella cenere calda

LO STRUZZO.

2,7

superiormente e andarli rivolgendo

forarli

a che sentasi che

hanno preso

una

Barrow

frittata.

Il sig.

parati furono

per

lui

la

fino

consistenza di

la

assicura che cos pre-

che

pi deliziosa

cosa

gustasse nel corso de' lunghi

pei de-

suoi viaggi

serti africani.

Gli uovi di struzzo conservami facilmente per


gran tempo , anche sul mare , senz' essere obbligati a moverli spesso , come quelli di gallina.

Sono poi s grossi , che uno pu bastare pel padi due o tre persone.
Thumberg ha veduto collane ed ornamenti di

sto

cintura, che gli Ottentoti fanno coi gusci di que-

uovi, tagliandone de' pezzi in forma di piccioli

sti

anelli;

il

sig.

Barrow,

dice che vi

si

trovan

sovente nell'interno molti ciottoli di forma ovale,


d'

un

giallo

pallido

delle

dimensioni

una

d'

grossa pera.
preziosi per
Arabi pongono cert'arte
particolare nel prenderli alla caccia. Perocch
vanno a cavallo , e non gli inseguono a principio
che d' un galoppo moderato \ poich se comin-

Gli struzzi sono

le loro

particolarmente

piume. Quindi

gli

ciassero pi rapidamente la loro


terebbono a fuggire s presto e

un

batter d' occhio

si

corsa
s

gli

lungi,

ecci-

che in

sottrarrebbero alla loro vi-

sta, e quindi le lor ricerche

diventerebbero vane

Ma

disse, gli struzzi

usando

la cautela

che

si

fanno molti sforzi per fuggir loro.

Mai

essi

non
non

LO STRUZZO,

a>

vanno in dritta linea

ma

corrono prima da un
che porge un grande avvantaggio ai cacciatori, i quali andando senz'altro
serpeggiamento , di necessit guadagnan terreno.
In capo ad alcuni giorni la forza degli uccelli
lato

poi

di cui

dall' altro

parliamo

allora se

ne

il

trova

si

servono

con

accresciuta
tutta

disperazione contro coloro che

vero

vinti e scoraggiati

questi

rabbia della

la

perseguono; ov-

li

nascondon

la testa

e sot-

topongonsi vergognosamente al loro destino. Alcuni autori

narrano che

ci

glion coprirsi d'

mezzo

una pelle

nativi del paese so-

di struzzo

avvicinarsi loro quanto basta

per

tal

onde sorpren-

derli.

Gli struzzi

si

familiarizzano

facilmente

vi

hanno pochi animali domestici, che possano riescile pi utili. Poich


oltre il valore delle lor
piume e delle loro uova, gli Arabi se ne servono
,

come di cavalli , e fanno xiso della lor


come di cuojo.
sig. Adanson ha veduto a Podor due struzzi

talvolta

pelle
Il

ancor giovani
celere che

avesse

due

il

di cui

miglior

Negri

il

pi robusto correva pi

corridore inglese, sebbene

sul

dorso.

Ci

prova

che

questi animali, senz'essere assolutamente selvatici,

sono per di natura non molto

possono addomesticarsi a segno

docile
di

che se

lasciarsi

con-

durre a truppe, ed anche cavalcare, difficile e


pressoch impossibile il ridurli ad obbedire alla

LO STRUZZO.

2?9

comprendere le sue volont


e a sotto mettervisi. Noi vediamo, per la relazione stessa del sig. Adanson, che lo struzzo di
Podor non si allontan mai di molto, ma fece

mano

cavaliere, a

elei

pi volte il giro della borgata , ne si pot arrestarlo che sbarrandogli il passaggio. Docile fino
a certo segno per stupidezza , sembrava intrattabile per natura. Ed rimarchevole come l'Arabo,
il quale ha domato il eavallo e soggiogato il cammello, non

ha ancora potuto

fare altrettanto collo

struzzo. Quindi sinor picciolo

tratto dalla sua celerit

ch

la forza d'

il

gli struzzi

Durante

il

che

partito

ricalcitrante

si

si

poi-

volge

suo padrone.
sono

gono sovente giuocare e


cit.

il

della sua forza

un domestico

quasi tutta contro

Quando

si

veg-

somma

viva-

addomesticati

saltare

con

calore del giorno essi trovano

un

piacer singolare a diportarsi maestosamente lungo

una muraglia contro cui batte il sole. Stendono


forma di ventaglio , agitano 1' aria ?
e si volgono ad ogni istante per ammirare la loro
ombra, che sembra esser per essi uno spettacolo

di

le loro ali in

aggradevolissimo.

Spesso trattano
dele.
li

Perocch

si

gli stranieri d'

una maniera cru-

slanciano sovr' essi con furore e

rovesciano; e non contenti di vedere


,

e in seguito

calcan co' piedi.

s forti

che

li

il

lor ne-

danno loro violenti colpi di becco,

mici abbattuti

dottor

Shaw

Le

loro giife sono

dice d' aver veduto

LO STRUZZO.

3o

no sventurato
il

che caduto sotto di esse

n'

ebbe

ventre aperto.

Nel combattimento
selvaggio

lo struzzo fa udire

becco

suo

il

apre,

si

il

un

gonfia; e vinto che abbia o posto in fuga

mico

la

notte

si

ne-

il

sua voce stride e schiattisce. Durante la

suo

il

fischio

suo petto

grido

rassomiglia al

dell'

orso intesi di

terribile,

a quello

ruggito del leone o


lontano.

Vi hanno ancora molte persone


che

lo

struzzo

digerisca

credono

le quali

ferro

il

come

polli

comunemente i grani d'orzo; e qualche


autore ha pur asserito eh' esso digerisca il ferro
arroventato. Credo che non vi sia bisogno di condigeriscono

ma

futar seriamente quest'ultima asserzione;


sar vano

il

dichiarare

coli'

appoggio

non

de' fatti

qual senso possa dirsi che lo struzzo digerisca


ferro freddo.

certo che

muscoli fortissimi

gugia

ha

come

il

ventriglio

tutti

insomma

munito di

granivori

assai spesso del ferro, del

del legno, quanto

il

vive principalmente

quest' uccello

di materie vegetali

in

e tran-

rame, delle pietre,

gli

si

presenta.

Non

vorrei certo negare che talvolta gli avvenga d'in-

purch s'intenda in
non impunemente. Sembra che
ci che gli viene innanzi, fino

ghiottir del ferro arroventato

picciola quantit e

esso insacchi tutto

che
Il

il

suo grande stomaco

bisogno di

stivarlo

sia

con

interamente ripieno.

sufficiente

volume

di

ter

ima

materia

delle

struzzo,
principali

cause

voracit. Ne<?li struzzi notomizzati

Ramby
che

la

della sna

da Warren e

ventricoli erario talmente pieni e distesi,

prima idea venuta ai professori fu se quegli


mai potuto digerire un tal soprac-

animali avessero

carico di nutrimento. Ramby aggiunge che le


materie contenute in que' ventricoli parevano non
aver subito che una leggiera alterazione. Vallisnieri

trov pure

il

primo ventricolo

affatto

pieno d'erbe,

di frutta, di legumi, di noci, di corde, di pietre,


di vetro, di
di

piombo

rame,

stagno

d' ottone, di ferro, d

e di legno, e fra gli altri d'un

che pesava forse una libbra.

Lo

struzzo

pezzo

ammassa

adunque diverse materie nel suo stomaco in ragione


capacit dello stomaco medesimo e della
necessit di riempirli, e come digerisca con facilit e prontezza, facile il comprendere perch
della

sia insaziabile.

Interi popoli

han meritato

il

nome

di struzzo-

per l'uso che aveano di mangiare gli struzzi,


come si diede il nome di elefantofagi ad altri loro
vicini, che non faceano miglior pasto di essi. Apicio
prescrive per la carne di struzzo una salsa un po'
piccante , il che prova almeno che entrava fra i
fagi

piatti de'

Romani.

Ma noi

quella per esempio che


fece

ne abbiamo

1'

un giorno apprestare

struzzi per

una

altre

prove,

imperadore Eliogabalo
le

cervella di seicento

sola cena.

Vedesi nel parco di Exeter-Ghange uno struzzo

Sa

I"0

STRUZZO.

insignemente bello , che


di pane e

mente

mesticato

che

il

capitano

dalla Gorea.

dotto di fresco

di

Gore ha con-

Si nutre principal-

ed

cavoli,

gli stranieri stessi

bene addo-

possono toccarlo,

senza timore di riceverne offesa.

L'EME N.
Quest' uccello proprio dell'America mendio*
naie

con cui

non cede in grossezza che allo struzzo-,


1' hanno
trovato cos rassoi viaggiatori

che obliano di accennare ci che il


da esso particolarmente differire. S'incontra

migliante
faccia

comunemente

esso

nella

Gujana

nelle provincie

interne del Brasile e del Chili, e nelle vaste foreste al settentrione dell'imboccatura della Piata.

Altra volta era

frequentissimo

in

alcuni cantoni

campagne irria misura che gli uomini

del Paraguay, specialmente nelle


ga' e dall' Ura guai;

vi

ma

moltiplicarono,

si

gli

fecero guerra, ei se

ne allontan.
L' emen ha in generale sei piedi d' altezza e
Wafer, che ha misurata la coscia d'uno dei pi
grandi V ha trovata pressoch eguale a quella
;

dell'

uomo. Esso ha

testa, e

il

becco

il

lungo

stiacciato

collo

dello

la

picciola

struzzo;

ma

in

maggiore somiglianza col casoarII suo corpo di forma ovoidale, e quando


rivestita delie sue piume sembra essere perfettatutto

il

resto ia

l'

mente rotondo
al

volo

emen.

33

le sue ale sono cortissime e inutili

sebben pretendesi che

corso. Egli

ha

dosso

sul

lunghe piume , che

gli

tali

intorno

cadono

all'

non siano al
alla groppa

indietro e gli

tengon luogo di coda. Queste piume son grigie

ma

sopra

il

ventre son bianche.

L'uccella di cui parliamo, ha tre diti a ciascun


piede , e tutti e tre dalla parte- dinanzi poich
non si deve risguardar come un dito quel tubercolo calloso e rotondo, die ha di dietro, e su
;

cui

il

corpo

si

riposa come" sopra

una specie di

Per questo credesi ei pena a sostenersi


sovra un terreno sdrucciolevole, e a camminarvi
senza cadere. A compenso per esso corre leggerissimamente in piana campagna, alzando or

tallone.

un' ala or un' altra, sebbene

alzamento non
assicura

che

sia

gli

il

fine di quest'alterno

anGora ben chiaro. Marcgrave

serva

come farebbe una vela,

onde prendere il vento. Nieremberg pensa che gli


giovi per rendere il vento contrario ai cani che
Pison e K.lein assicurano che gli
lo inseguono
;

valga a cangiar sovente la direzione del suo corso,

onde
fine

cos evitare le frecce

dicono

eh' ei

correr pi celere,

de' selvaggi

una specie di stimolo, di cui


mate. Checch ne

altri in-

ad eccitarsi con essi a


pungendosi da se medesimo con
cerchi

le sue ali sono ar-

eh' esso corre con


grande velocit, ed ben difficile ai cani da caccia
anche pi agili il poterlo raggiungere. Si cita un:
sia

Gabinetto T* 111.

certo

Jk!

emen
con

e:v:en.

che vedendosi preso in mezzo, s slanci


impeto da impaurirne i cani ? sicch fugalla montagna.
,

tal

gissi

Nieremberg racconta cosa

strana

in proposito

della propagazione degli uccelli di questa specie.

Secondo
covar

femmine

maschio quegli che ha cura di


onde si industria di raccoglier pi
che li depongano in un medesimo
le caccia a gran colpi di becco , e

lui

uovi

gli

affin

nido. Indi ei

il

viene a posar visi sopra

colla

singoiar cautela di

due in disparte , cui punto non cova , e


che trovansi guasti quando comincian dagli altri
ad uscire i pulcini. Il previdente uccello allora
non manca di romperne uno, il quale attira una
di scarafaggi , e d' altri
moltitudine di mosche
insetti , di cui i suoi pulcini si nutrono. Gonsumato
il primo T ottimo balio p tocca il secondo, che serve
lasciarne

anch' esso a procurar pascolo


siano in istato di

agli alunni

provveder da s

stessi

finch

alla loro

sussistenza.

Wafer

dice di aver veduto in una terra deserta

al settentrione della
nell'

arena

ove

Piata una quantit d'uova d'emen

secondo

Ma

lui

quegli uccelli le

sembra molto
dubbio ed pi probabile che le uova da Wafer
vedute siano uova di coccodrilli, che sogliono appunto lasciarle nella sabbia, ove il calor dei sole

lasciano covare.

simile racconto

basta a maturarle.
Il succitato scrittore

aggiunge che

gli

emen,

l' emest.

nati

ma

persona che incontrano;

35

appena son famigliari, e seguono

prima

la

invecchiando e acqui-

stando esperienza diventati selvaggi. Sono poi tanto


pronti alia corsa

un

che

levriere

pu a

fatica

tenere loro dietro.

Sembra che la loro carne sia generalmente ribuon boccone eccetto quella de' vecchi,

putata un
la

quale dura e di cattivo

perfezionarla
ingrassandoli

gusto.

ed usando

riusciti efficaci

tutti

emen,

que' mezzi che sona

riguardo a polli

rali del continente

India

d'

provengono egualmente dai climi

Vi hanno

Si potrebbe

allevando sturmi di giovani

caldi e

quali

tempe-

dell'America.

(1806) pi uccelli di
parco di Exeter'Change. Si
nutrono principalmente di pane e di cavoli, e sona
molto familiari. L' ultima volta eh' io li vidi il
questa

al

specie

presente

nel

guardiano mi mostr un uovo recentemente fatta

da una femmina:
quello dello

era

struzzo

un po' pi picciolo che


un bel verde carico , e

d'

spruzzato di picciole macchie bianche.

IL
La conformazione

CASCAR.
di quest'uccello gli

di forza e di crudelt, che

d un'aria

portamento suo selvaggio e bizzarro contribuisce a render pi terribile. Il sig. di Buffon dice, che quello che fu
descritto dai membri dell' Accademia avea cinque
il

IL CASCAR.

36
mit
alla

mezzo

becco all'estreunghie e tre piedi incirca dalla pancia


groppa, poich la sua specie senza coda.

piedi e

dell' estremit del

dell'

Il collo

e la testa hanno diciotto pollici ossia

piedi e

mezzo

mezzo

d'altezza; le

ventre

dal

all'

due

gambe han due piedi

estremit dell' unghie

piedi grossissimi e nervosissimi hanno tre diti


volti innanzi

perte

d'

ri-

con unghie sommamente dure e co-

una pelle

quel di mezzo

gialla e callosa

fra questi diti

pi grande , ed ha talvolta
cinque pollici d lunghezza , mentre gli altri non
ne hanno che tre.
casoar

ha

il

picciolissime

e talmente
che a fatica si
scoprono. Negli altri uccelli le penne che servono
al volo , soli differenti da quelle che debbono solIl

nascoste sotto le

tanto coprirli;

le

ali

piume

ma

del dorso

nel casoar son tutte della

desima specie e del medesimo colore


rosso carico misto a nero.

piume son doppie

La

me-

cio d'

un

pi parte di queste

poich ciascun tubo ordinaria-

pi o meno lunghi
sono gi esse di
una struttura uniforme in tutta la loro lunghezza.
Gli steli sono schiacciati , neri e lucenti , divisi al

mente d origine

due

steli

e spesso ineguali fra loro.

da nodi, ciascun de' quali produce una


filo , con questa differenza che dalla radice al mezzo dello stelo i fili sono pi corti, pi
ramosi, e per cos dire pi cauginosi, e d' Un
color grigio castagno; laddove dal mezzo dello
d sotto

barba o

IL CASOAR.

medesimo

stelo

fino

all'

37

estremit sono pi lunghi,

pi duri e di color nero questi fili sono anche i


che si veggano, poich ricopron gli altri. Le
:

soli

piume

della testa e del collo son

che

discopre

si

la pelle

corte e

rare,

ove
non hanno

eccetto dietro la testa

appariscono un po' pi lunghe.

Le

ale

che tre pollici di lunghezza, spogliate che siano


delle lor

piume

le quali

dell'altre parti del corpo.

cinque pungoli

che sono

quali appariscon rossi alla


tutto

il

cavit

lungo son vti

rassomigliano a quelle

Vanno esse armate


come tubi di piume
loro

ma

una specie di midollo

di
,

estremit, e per

contengono nella lor


simile

a quel delle

piume nascenti degli altri uccelli- Il tubo di mezzo


ha circa dodici pollici di lunghezza e tre linee
di diametro

laterali

dall' altra

parte

neh"

ordine

istess'

dell' altro

si

come
;

van decrescendo dall'una e


i

diti

della

mano

e quasi

e la punta cos degli uni

ottusa

che

quasi

come

crederebbesi

spezzata.

Ci che avvi di pi rimarchevole nella figura del


si una specie d'elmo conico, nero davanti,
giallo in tutto il resto, che s'inalza sulla fronte dalla
base del becco fino a mezzo della sommit della
casoar

testa e talvolta al di l. Quest' elmetto

formato

dal gonfiamento dell' ossa del cranio in quel luogo,


ed ricoperto d' un inviluppo duro, composto di

pi

strati concentrici , ed analoghi alla sostanza del


corno di bue. Pensarono alcuni che siffatto elmo

IL CASOAR.

38

ma l'opinione pi
appoco appoco, e per

cadesse ogni anno colle piume;


verosimile

si

ima specie

di

viene

al

eli'

esso cada

sfogliamento

becco di pi

come av-

successiva,

uccelli.

L'iride degli occhi del casoar d'un giallo di


topazio, e la cornea singolarmente picciola, relail che d all' anial globo dell' occhio
male una guardatura egualmente feroce che sin-

tivamente

la pi grande, e

golare; la palpebra inferiore

mezzo

quella di sopra guernita nel

di

una

fila

rotonda sopra l'occhio a modo


di sopracciglio, e d al casoar certa fisionomia, che
di neri peli, che

grande aprimento del

minaccevole.

La

aperti.
lati

testa di

violacea sul

becco

far

colori

verso

mezzo

il

diversi, azzurra dai

dell' ardesia

dietro in pi luoghi

rilevati

rende ancor pi
ed

fori delle orecchie sono grandi

l'ossa di

pi

ma

verso

il

petto

principalmente

un poco
da una specie di rughe

e questi luoghi rossi sono

che

gli altri

da cui il collo solcato. Il casoar,


ha uno spazio calloso e nudo
sopra lo sterno in quel punto su cui s' aggrava il
peso del corpo, quando l'uccello riposa; e questo
punto pi saliente nel casoar che nel? altro. Ha
o

tratti

come

si

obliqui

lo struzzo,

inoltre le cosce e

coperte
queste

d'

le

gambe

una specie di

gambe

un

po'

grossissime, forti e

scaglie.

La

grossezza di

maggiore vicino

al

piede,

quale anch'esso ricopresi di scaglie. Le unghie


sono durissime; nere al di fuori e bianche al di

il

dentro.

IL CASOAR.

Un
testa

celebre autore osserv

d'un guerriero

del porco spino


tanti

eh' ei

mezzi

il

casoar ha la

occhio del leone, le zanne

1'

3o.

che

e la

del corsiere.

celerit

Con

potrebbe credersi
,
fosse uno de' pi crudeli e de' pi terribili
per combattere

creazione; pure la cosa tutto


Esso non desidera che la pace, e mai
non turba il riposo d' alcun animale. Anche quando
animali

della

all'opposto.

in vece di servirsi del suo becco, ondo


difenderebbe di terribil maniera, non fa uso
che delle sue gambe e de' suoi piedi. Con questi

assalito

si

ei

come un

calci

lo assale,

il

cavallo:

si

slancia contro chi

rovescia e non pensa che a fuggirsi.

L' andar suo bizzarro; sembra eh' esso cada per


di dietro, mentre fa pure un mezzo salto in avanti.
Malgrado per il poco garbo di questo suo an-

dare , pretendesi

eh' esso

pi

corra

veloce

del

miglior corridore.
Il casoar ugualmente vorace che lo struzzo.
Esso trangugia quanto gli si getta, cio a dire
qualunque cosa sia di tal volume, che non oltrepassi 1' apertura del suo becco. Gli Olandesi assicurano eh' esso pu inghiottire non solo le pietre,
il

ferro,

pezzi di ghiaccio

ma

altres i

carboni

ardenti senza riceverne incomodo.

Dicesi
quello

pure

come

le

intestinale

intere

rende

eh' esso

che ha preso,

ha ingozzate.
corto

>

prontissimamente

e talvolta

che

gli

delle

Infatti

il

alimenti

uova

cos

suo tubo

debbono

4o

IL

CASOAR.

passarvi prestissimo; e quelli che per loro durezza

sono capaci di qualche resistenza non possono pro-

vare che piccola alterazione in

Le uova

della

femmina sono

meno

d'

corto tragitto.

un color

pi

grigio

che
una moltitudine di piccioli tubercoli d' un verde carico. Il
loro guscio non molto grosso. Le pi grandi
cenerognolo

quelle dello struzzo

grosse

e seminate

allungate

d'

son di quindici pollici sopra dodici

all'

incirca,

mezzo giorno della parte orientale dell'Asia


sembra essere il vero clima del casoar. Il suo
Il

dominio comincia, per cos dire, ove finisce quello


dello struzzo , che mai non ha di molto oltrepassato il Gange; laddove l'altro si trova nell'isole
Molucche, in quelle di Banda, di Java, di Sumatra e nelle corrispondenti parti del continente.
Due casoar , maschio e femmina , si trovano ora
(1806) nella collezione d'animali del sig. Pidcok
a Exeter-Ghange. Sono bene addomesticati e,
per ci che mi disse il custode 3 si nutrono principalmente di pane.

CJPITOLO
Fra

negri massi di scoscese rupi

Il

ML

selvaggio condor la preda insegue

Simile agli orsi e agli affamati lupi.

Anonimo.

CONDOR,

IL

CE

la forza e la 'grandezza,

del volo ed alla voracit

unite

alla

meritassero

rapidit

primo

il

nessun uccello avrebbe pi diritto a pretendervi quanto il condor. Esso infatti possiede

luogo
al

pi alto grado

tutte le qualit

mibile non solo


della sua

ma

tutti

alle

anche

pi ancora che F aquila 5


poteri , che il rendon tespecie volatili pi piccole

ai

quadrupedi e

all'

uomo

stesso.

Quest'animale ha diciotto piedi dall'una all'alali. Il corpo , il

tra estremit delle spiegate sue

becco e le grife sono grandi e


zione,

volta

il
il

collo

nudo e

in

forti

un rosso

di

suo dorso screziato di nero

e di bianco

il

suo ventre

d'

propor-

colore.

Tal-

di grigio

un color

rosso

uccso

forte

di scarlatto.

La

testa

Desiderato
quella

del

eondor

dell' isola

d' un' aquila

che fu

Pegu

al

rassomigliava assai a

se non ehe

era

adorna

di

IL CONDOR.

4^

cinto d' una specie di


piume del dorso eran nerissime e
brillantissime , le gambe robuste e grosse
e i

larga cresta
collare

collo era

il

le

simili

talloni

quei

dell' aquila.

sue ale era di dodici piedi.

delle

L' aprimento
Due condor,

maschio e femmina, furono deposti per qualche


tempo
come modelli , nel museo Leveriano.
Essi aveano sul petto una specie di sostanza on.

deggiante della forma di una pera.

Le

ali

aperte

del maschio prendeano lo spazio di dieci piedi.

Onde porgere una giusta idea della forma del


corpo e della forza dell' animale, di cui si tratta,
non

ci sembra di potere far meglio che riferire


che ne dice Feuille , il solo di tutti i naturalisti e viaggiatori, che ce ne dia una descri-

ci

zione circostanziata.

Il

condor un uccello di preda della valle


uno , che stava

nel Per. Io ne discoprii

d' Ilo

fermo sopra una gran rupe;

ma come

me

gli accostai

un

non era carico che di grosso piombo, il colpo che ne part


non pot trapassare interamente le sue penne pi
grosse. Mi accorsi nondimeno al suo volo eli' egli
era ferito; poich essendosi alzato molto lentamente, dur gran fatica a giugnere su di un alto
sasso a cinquecento passi di l in riva al mare.
Quindi caricai di nuovo il mio archibugio di
tiro d'

palla

archibugio

e ferii

quel puuto

me

1'

questo

uccello al di sotto del petto.

Da

per

ira-

ne vidi signore

eorsi

CONDOR.

IL

padronirmene.

Ma

43

esso ancor lottava

col

proprio

ed essendosi disteso sul dorso , si difendestino


deva contro di me cogli aperti artigli, di modo
che io non sapea da qual parte prenderlo. Credo
anzi che se non fosse stato ferito a morte
diffi;

cilmente sarei riuscito a farlo mio. Alfine lo

rupe

della

dall' alto

scinai

insino

al

stra-

basso

d'un marina jo lo portai nella mia tenda

coll'ajuto

per disegnarlo.

Le

aveano

sue

ali

una

dall'

eh' io misurai

all'

esattissimamente

altra estremit undici piedi e

quattro pollici; e le sue maggiori penne d'un bel

prolungavano per due pollici olLa grossezza del suo becco parea proporzionata a quella del suo corpo
e la
lunghezza era di tre pollici e sette linee. Questo
becco acuto 3 adunco e bianco all' estremit nella
superiore sua parte, in tutto il resto appariva ne-

nero lucente
tre

si

due piedi.

rissimo.

Una

corta lanugine di color lionato scuro

copriva tutta la testa

eran neri con un


torno

il

dell' uccello

circolo

resto delle

piume

di sotto del ventre fino

era d'un bruno chiaro;

all'
il

colore era alquanto pi


vansi

fino

al

rosso

ginocchio

cos

ai di

estremit

occhi

suoi

bruniccio

all'

in-

sopra e al
della

coda

suo mantello dell'istesso


fosco
di

le

cosce ricopri-

piume brune

quelle del petto. Il femore avea dieci

come

ed
una linea di lunghezza , e la tibia cinque pollici
e due linee, il piede era composto di tre grife
pollici

XL CONDOBfr

44

Questa avea un pol-

anteriori e d'una posteriore.

mezzo

lunghezza con una sola articolazione , e terminava in un' unghia nera e lunga
nove linee. La media anteriore, cio la pi grande,
avea cinque pollici, otto linee e tre articolazioni,
e T unghia che la terminava , lunga un pollice e
nove linee , era nera come le altre. La grifa interiore avea tre pollici , due linee e due articolazioni , ed era terminata da un' unghia della
stessa
dimensione di quella della pi grande.
L' esteriore avea tre pollici e quattro articolalice e

zioni

l'

di

unghia

d'

un

pollice.

perta di picciole scaglie nere

non che in queste

grife; se

La

tibia era co-

come

lo

le scaglie

erano le

apparivano

pi grandi.
I condor

stanno

ordinariamente

tagne ove trovano di che nudrirsi

dono

alla riva del

piogge

un

mare che

cercando contro

po' di

calore.

il

nella

freddo

sulle

mon-

e non discen-

stagion

delle

che temono

Perocch sehben queste mon-

tagne siano situate sotto la zona torrida,

il

freddo

vi sensibilissimo, essendo esse quasi tutto l'anno

coperte di nevi, e specialmente nell' inverno,

poco nudrimento

condor ritrovano
tempesta non vi
getti alcuni grossi pesci, loro non permette di
farvi lunga dimora. Vi scendono ordinariamente
la sera , vi passano tutta la notte , e se ne ritornano alla mattina >u
Il

in riva al mare-, eccetto

che
che

la

CONDOR.

IL

Pi autori assicurano che

Z|S

condor

il

pio pi grande che l'aquila,

di

rapisce e divora una pecora intera,

nemmeno
Egli ha

il

pelle di

una vacca

becco

si
;

che pu

valido
anzi

il

dp-

tal forza che


non risparmia

e rovescia facilmente

cervi,

un uomo.

squartar

la

due condor bastano ad

ucciderla e mangiarla.

Ulloa
nale

nel suo viaggio

racconta

America meridiouna volta un condor

dell'

eh' e! vide

prendere e portar via un agnello. Osservai ,


egli dice , sovra una montagna prossima a quella
ov' io mi trovava un branco di pecore tutto impaurito e disperso

un condor

di

Come

gli artigli.

e nel

Ma

le

stesso

fu a certa altezza

dere, lo riprese; ed indi


volta.

tempo

mi avvidi

che fuggiva con un agnelletto fra


il

lo lasci ca-

precipit una seconda

grida de' pastori e l'abbajar de' cani

avendo attirato una folla d' Indiani


don la sua preda, e volando si

esso

abban-

sottrasse

alla

nostra vista.

Frzier, nel suo viaggio

mare del sud,

del

parla di quest'uccello ne' termini seguenti:

cidemmo un

condor, l'aprimento delle cui

La

bruna

cui

frastagliata

rosso

Uc-

giorno un uccello di preda appellato

cresta di

come

senza

ali

tale

era di nove piedi.

quella del gallo;

piume

come

non gi

uccello
il

suo gozzo

quello

del

gallo

d'India; e la sua grossezza e forza ordinariamente


tale

da potersi portar via un agnello. Onde ra-

CONDOR.

IL

lt ()

mezzo ad un gregge ecco ci eh' egli


unito ad altri compagni forma coli' ali
distese un circolo intorno al gregge medesimo
e come i montoni non sono in grado di difenpirlo di

suol fare

derlo

gli

preda

diventano

agnelletti

facilmente

sua

La femmina

del

condor fa

il

suo nido fra le

rupi pi alte e pi inaccessibili, ove depone due


uova bianche un poco pi grandi che quelle del
pollo d'India.

Sembra che questi enormi volatili a cui si d


nome di condor, tengono nell'America meridio,

il

nale

il

luogo dei lupi; ed

dagli abitanti

come

lupi

ivi infatti

negli

sono temuti

altri climi.

Pi

impiegano onde distruggerli. Talvolta un


uomo si avvolge nella pelle d' un animale di fresco
ucciso , va e viene e fa in maniera che spessissimo il condor ingannato da questo travestimento
si avanza per assalirlo. Allora altre persone, che
si eran
tenute nascoste, vengono per ajutare il

mezzi

s'

compagno, e scagliandosi tutte insieme sopra l'uc1' opprimono col numero e lo uccidono. Altra
volta si porta una carogna in fondo ad una valle
profonda , e quando l' uccello ne satollo , e pi
non pu volare liberamente, alcuni uomini apcello

postati

il

combattono e

se

ne impadroniscono. Si

usano anche , onde prenderlo


sidie.

e lacci e altre in-

4?

AVOLTOJO.

L'

Trovasi comunemente nelle contrade pi calde


d'Europa, dell'Asia e dell'America; ma del
tutto straniero all' Inghilterra. La sua lunghezza
di quattro piedi e mezzo, e il suo peso ordinario di quattro libbre o
piccola

cinque.

coperta d' una pelle

alcuni peli neri, ond'

pollo d'India.

Le

rossa

La
,

sua

test?,

ispida per

ha qualche somiglianza

col

sue penne son brune con qual-

che mescolanza di rosso e di verde; le gambe


appariscono di un colore sporco di carne , e le
grife nericce.

Quest'uccello esala un odore quasi insopportabile.

notte

Si tien la

sopra rupi o sopra alberi

per quel che pare , affili di purgarsi. Vola poi ad un* altezza prodigiosa, ed agita
1' ali come il
nibbio. Le carogne e le schifezze
pi ributtanti sembrano essere il suo nudrimento
favorito , cui distingue assai da lungi per la finezza
del suo odorato. Quindi ove si getta in qualche
parte un corpo morto di animale, veggonsi gli

colle ali distese

avvoltoj giugnere d' ogni parte., e in larghe ruote

scender dall' aria in terra.

Gartagena questi

delle case

si

volatili

dimorano

sul tetto

diportano lungo le strade.

Ed

ivi

riescono utilissimi agli abitanti, divorando le im-

mondezze,
il

la cui straordinaria affluenza

clima pi malsano che mai.

In

renderebbe

altri

paesi poi

L AVOLTOJO.

4&

prestano un servigio ancor pi importante, distruggendo gli uovi del coccodrillo e in questa guisa
mettendo un limite alla propagazione di s peri,

coloso animale.
la

femmina,

dicemmo

la

questo fine stanno

qual depone

nel'

e qnand' essa ritorna

arena
ali*

essi

gli

acqua

spiando

uovi che
si

preci'

pitan sopra di essi, e se ne cibano avidissimamente.

Non

trovando nudrimento nelle

carne fra

greggi nei pascoli

citt,

vicini.

vanno a cerSe qualche

animale sventurato ha una piaga sul dorso, l'avoltojo discende sovr' esso e

si

desima. Invano la povera

attacca alla piaga

vittima

me-

fa ogni sforzo

per liberarsi dalle sue grife, aggirandosi e voltai>


dosi per terra, il vorace augello non l'abbandona,
se prima non l'ha quasi interamente distrutta.
L' assomigliarsi che a certa distanza fanno gli
avoltoj

a'

polli

d'India, fa cagione di spiacevole

officiali che accompagnarono


Woocles Rogers nella sua spedizione intorno al
mondo. Avendone egli veduto un' immensa quantit nelF isola di Lobos , sedotto da pensiero di
un ghiottissimo pasto dopo un viaggio penosissimo,
non aspett nemmeno che il battello lo conducesse

inganno ad uno degli

fino alla riva;

ma

preso in

mano

il

suo archibu-

guadagn terra a nuoto.


Giunto quindi presso uno stormo degli uccelli che
dicemmo, fece fuoco sovr' essi , e ne uccise parecchi. Ma quando venne per raccogliere la sua preda,
all' odore in
prima e poi alla vista , rimase ben

gio,

si

slanci neh" acqua, e

disaggradevolmente sorpreso.

Ay

avoltojo.

l'

che questi uccelli , o una variet


della medesima specie, frequentano ordinariamente
Ivolbe dice

Gapo di Buona Speranza.


esprime, ho veduto schedi buoi e d' animali selvaggi da

luoghi all'intorno del

lo stesso, com'egli
di

letri

vacche

si

Chiamo

loro divorati.

scheletri simili avanzi e

senza fondamento, poich gli

separano con tanta arte

iraiia,

non
mancasse,

si

un vero

scheletro,

pelle esatissimamente

sua

della

non

le carni dall' ossa

dalla pelle, che ci che resta

coperto ancora

di

cui

uccelli

saprebbesi immaginare

che la carne
molto vicino. Per
riuscire nella separazione, di cui dicevamo, gli
primieramente un' apertura nel
avoltoj fanno
ventre deh' animale , onde svelgono gli intestini
sicch

cui

mangiano

fatto

non andandovi

se

un bue

avoltoj lo

gli

carni.

Come

distaccato dall' aratro

solo alla stalla

lo divorano.

che hanno

indi entrando nel vacuo

levano le

si

e lasciato ritornar

sulla via

sdraj

scorgono,

per riposare; se

piomban sopra

Talvolta pure

di cento o davantaggio

spesso avviene che

si

per

di lui e

radunano in numero
assalire

un

intero ar-

mento.
Alcuni autori hanno creduto poter asserire che
gli avoltoj non si nutrono che di morti animali;

max questa opinione non pu


essi

nemici acerrimi

d'

lepri, e di capretti.
agnelli

certo

non

li

Gabinetto T. III.

adottarsi, poich sono

ogni specie di pollame, di

Se possono portar via degli

risparmiano ; e fino

serpenti

l'avoi.tojo.

So

servono loro d cibo ordinario. Albert dice ch'essi


feriscono la loro preda soltanto con

unghie , e colf
alcun periglio

due

delle loro

altre la levano in alto.

Non temono

e lasciano che altri

accosti loro,

si

specialmente quando mangiano, senza dare alcun


segno di timore.

La

schifezza

la vilt

la voracit d questi uc-

Nel Brasile, ove sono


grande abbondanza, quando si scagliano sopra
una carogna , e possono divorarla a lor agio , se
ne rimpinzano a segno d' essere incapaci di volare,

celli

passa ogni credenza.

in

ed ove continuassero simili pasti, pi non potrebbero fuggire che saltellando. Incalzati per dal
pericolo, si liberano dal peso dello stomaco ren-r
dendo ci che hanno mangiato, e prendono il loro
volo con quanta maggior prontezza ad essi possibile,

La

dach

in ogni

tempo sono

lentissimi.

carne degli avoltoj dura e disaggradevole

sommo. Indarno alcuni uomini stimolati dalla


fame hanno tentato di mangiarne. Indarno si leva
la groppa a quelli uccellacci appena uccisi, si
al

cavano loro

gli intestini

di forti aromi, nulla


di carogna

se

ne condiscon

pu distruggere

il

le carni

forte odor

da esso contratto.

Per quanto potemmo discoprire non depongono


gli avoltoj che due uova per anno
e costruiscono
,

lor nidi sopra rupi scoscese e inaccessibili e in

luoghi cos
discoprirli.

solitarj

che

quasi

impossibile

il

Gli avoltoj d'Europa anch'essi dimo-

l'avoltojo.

rano luoghi alpestri


di

rado nelle pianure

han

5i

ove son nati, e discendono


,

eccetto

quando

la

neve e

da quelle loro altezze tutti


gli animali viventi. Non trovando pi allora nessun nutrimento , bisogna che affrontino il pericolo

il

ghiaccio

cacciato

di ricercar le regioni coltivate.

C AP
Come

itolo

ir.

d'alto venendo aquila suole,

Ch'errar
olle

Dove

Non

sopra un nudo sasso

la

sole

al

spoglie d' oro abbella e liscia

da quel

assalir

Onde

Ma

le

visto abbia la biscia

fra l'erbe

stia

lato la

adugna

la

Perch non se

e batte

volga e non

la

vuole

velenosa e soffia e striscia

da tergo

*
,

vanni

azzanni.

la

Ariosto.

L'AQUILA DORATA.
aquila dorata la pi gran specie d' aquila
che si conosca. Ha talvolta fino a tre piedi di
lunghezza, dalla punta del becco all' estremit
della coda
le sue ali aperte si distendono per
ben sette piedi; il becco ricurvo, fortissimo e
J_J

d'

un turchino

assai carico

bruni con orlo di colore

la testa e

posterior parte della prima


di ferro brillante;

del corpo

la

bruno

quella

e
di

lunghezza.

se

interamente

coda ha fasce cnericce

sono gialle e coperte di


gliosi

F unghie

mezzo

piume

sono

che

collo son

il

non che la
piuttosto un color

uli vigno

ha

insino

il

le

resto

gambe

a' pie di

grandissime

sca-

massime

quasi due pollici di

53

l'aquila dorata.
Buffon trova

nell'

morali col leone

come

sugli altri augelli,

il

leone

e quindi l'impero
1'

magnanimit per cui l'ima

pedi; la

sdegna

aquila pi relazioni fiasche e

la forza cio

ha

al

piccioli anirnaii, e disprezza

sui

par
i

quadru-

dell'altro,

loro insulti^

lungo importunata dalla cornacchia e dalla pica si determina


a punirle di morte , al che si aggiungali rifiutare
ond' clie solo

dopo essere

stata a

ogni altra preda che non sia di sua conquista la


temperanza per la quale quasi
ii non mangia
fc
interamente (il che fa pure il leone) la preda
medesima, e sebben affamata mai non si getta sovra
i cadaveri. E pur solitaria come il leone, abitando
un deserto , di cui vieta Y ingresso e la caccia a
tutti gli altri uccelli
s eh" forse ancor pi raro
il vedere due
aquile abitare l' istessa porzion di
montagna, che due famiglie di leoni ristessa parte
di foresta
si tengono esse tanto lungi le une dalie
altre che lo spazio , cui si sono fra loro ripartito,
fornisca al lor uopo abbondante sussistenza ; n
valutano 1' estensione del lor regno che dal prodotto della lor caccia. L'aquila inoltre ha gli occhi scintillanti e presso a poco dell' istesso colore
che quei del leone, le unghie della medesima
forma , il respiro anch' esso fortissimo , il grido
egualmente spaventoso. Nati ambidue per la pugna,
\

sono egualmente nemici d' ogni societ, egualmente


feroci,

egualmente

diffcili

mesticabili ove loro

non

si

ad ammansire, n doprendono tutti i figli.

l'aquila dorata.
5^
Gran pazienza e grand' arte abbisogna per ammaestrare alla caccia un giovane aquilotto della
,

specie di cui parliamo

nianza degli

che

e giunto che sia a certo


grado di forza e di et sempre riesce pericoloso
al suo padrone, Noi sappiamo, per la testimoscrittori

rava esso come

il

troppo pesante, perch

si

si

Ma

adoperiusciva

potesse senza gran fa*

pugno; n mai tanto familiare e


eie non facesse temere dei momenti

tica portarlo

sul

tanto sicuro,
di collera

anticamente

falcone alla caccia.

o di capriccio.

Esso ha

il

becco e le unghie ricurve e formi-

dabili, e tutta la

sua

corrisponde al suo

figura

naturale. Indipendentemente dalle sue armi

ha

il

corpo robusto e comparto, le gambe, le ale fortissime, le ossa ferme, la carne dura, le piume
ruvide, l'atteggiamento fiero e
pentini e

il

volo rapid ssimo.


;

diritto,

Fra

a maggiore altezza
s' alza
chiamavano augello celeste, e

quel che
antichi

il

moti re-

tutti gli augelli


,

onde
il

gli

riguar-

darono negli augurj qual messaggiero di Giove.


Esso vede per eccellenza , ma non ha che poco
odorato in paragone dell' avoltojo. Quindi non va
a caccia che ajutato dalla sua vista e quando ha
ghermita la preda, abbassa il suo volo, quasi per
provarne il peso , e la depone a terra prima di
trasportarla. Sebbene abbia Y ali fortissime, come
ha poca pieghevolezza nelle gambe, dura fatica
a sollevarsi dal suolo, massime quando carico,
,

dorata.

l'aquila,

Rapisce nondimeno
sino

piccioli

cerbiatti e

1'

oche

agnelli e
vitelli

avanzi

dopo
,

Quando

assale

essersi saziato del loro

ne porla poi seco

gli

suo nido.

al

Formato
di rapina

55

gru. le lepri

le

capretti.

sangue e della lor carne

e solitario

dalla natura per una vita di guerra e


F uccello di cui parliamo selvaggio
ma nella sua crudelt non implaca-

Sebben di fucile ad addomesticare pu nondimeno ridursi a certa docilit e in qualche caso


bile.

dar prova di attaccamento a chi lo tratta con dolcezza. Questo per altro non avvien che di rado,

poich

il

guardiano troppo spesso duro ed

infles-

Un

sibile attira

sopra di s la sua vendetta.

tiluomo

qual dimorava al mezzogiorno della

il

gen-

Scozia, avea pi anni sono un'aquila addomesti-

che il suo custode percosse un d ingiusta,


mente con un scudiscio. Avvenne che una settimana
dopo all' incirca il percuotitore , abbassandosi per
cata

cercarne la catena, inciamp e cadde. Allora


F animale furioso , ricordandosi F ultimo insulto
che ne avea ricevuto , gli si avvent al volto con
tal violenza , che vi fece una considerabile ferita.
E troppo peggio avrebbe fatto , se il misero guar-

diano non fosse stato gettato dal colpo a sufficiente


distanza per non

soffrire

maggior male. Accorse

intanto pi persone della casa

lo trovarono quasi

tramortito di paura e di dolore

pi che mai rabbioso batteva

mentre

l'uccello

piedi e seguitava

56

l'aquila dorata.

a gridare; finch, essendo tutti

spezzare

la

aquila dorata

rupi elevate

partiti, giunse a

sua catena e a fuggirsi per sempre.


costruisce

fra le

mine

suo

il

nido

delle fabbriche

sopra
,

e or-

dinariamente in luogo ardo e inaccessibile. Questo nido formato presso a poco come un palco
o pavimento con picciole pertiche o bastoni lun-

ghi cinque o sei piedi, appoggiati colle due estremit


e traversati da rami pieghevoli, ricoperti
,

di pi strati di giunco e di brugo. Dicesi che lo


stesso nido serva

Fu

all'

discoperto nel

aquila per tutta la vita.

Derby shire un

bastoni appoggiati da

sopra

dall' altro

una

erano ricoperti di

brugo

su cui

si

un

strati alternativi di

un

di brughiera. 11

Questi bastoni poi

betulla.

trov

di gran

sopra una rupe

lato

giunco e di

uovo guasto
una lepre , e

picciol

a qualche distanza un agnello


galli

nido d'aquila,

Era formato

di cui ecco la descrizione.

nido avea

circa

sei

tre

piedi

ed era di forma piana.


L'aquila fa ordinariamente due o tre uova, cui
suol covare per trenta giorni. Nutre i suoi pulcini coi cadaveri di tutti i piccioli animali , che
incontra per via e eh' essa uccide. Mai essa non
quadrati

pi terribile e pi feroce
s stessa

le

bisogna pascer

Dicesi che un

Kerry
mezzo di
di

che quando

oltre

la prole.

paesano irlandese della contea


di gran carestia , trov

in un' estate

far vivere tutta la sua famiglia,

rubando

l'aquila dorata.
il

loro fornivano

padre e

lungare

il

le ali de'piccioletli,

onde

cure di

le

industria di smozzicare

singolare

la

e di assalirli

la

tempo ordinario

al di l del

questi, us

67
abbondante
elie
madre. Onde pro-

nutrimento

a degli aquilotti

perch non potessero volare,


gridare , il che eccitava

farli

parenti a tornar di nuovo, onde fornire ai loro

bisogni.

Se

certo

il

lor risentimento gli sarebbe

fatale

come

uomo che
pea

parenti avessero discoperto

il

fu

pochi anni addietro

levar volle

trovarsi in

una

il

un nido

ladro,

riuscito

d' aquila

cos

ad un
che sa-

bel lago di Kil-

isoletta sul

larney. Spogliatosi de' suoi abiti ei giunse a nuoto


a questa

isoletta

della

mancanza

il

rapitore

al

mento

Ma

furon partite.

quando
al

le

vecchie

loro ritorno

si

ne

aquile

accorgendosi

de' lor piccioletti, e discoprendone

che ancor trovavasi

nell'

acqua

precipitarono sopra di esso

fino

e mal-

grado la sua resistenza l'uccisero col loro becco,


e

loro artigli formidabili.

avvenuto pi volte

che

siano

stati

via de' fanciulli da questi animali voraci.

portati

Pontop-

pidan racconta che del 17^7, nella parrocchia di


Norderhoucrs in Norwegia
un bambolo di circa
,

due anni usciva correndo


nitori

allorch un'aquila
otto

Irlanda

lor

non

piomb sopra

di lui, e lo rap

Anderson dice
raro che fanciulli

occhi.

de suoi gelungi ne' campi

dalla casa

quali lavoravano poco

altres

che in

di quattro

?8

l/ AQUILA

DORATA.

cinque anni sieno preda a questa tiranna dell'aria


Ray narra ohe in una delle Orkney un bimbo
di dodici

mesi fu rapito da un* aquila e portato

nel suo nido a quattro miglia di distanza;

ma

la

madre avendolo seguito nel riport


e senza alcuna ferita. Quesf aneddoto forn ad Hayley il
,

soggetto d' una delle sue pi graziose canzoni.

Un

gentiluomo, della cui veracit non posci racconta la seguente istoria.


,
Nel suo viaggio in Francia fu invitato da un ofsibile sospettare

ficiale di distinzione

sua casa di

a passare alcuni

giorni nella

campagna a Mende. La

era

tavola

abbondantemente fornita d selvaggiume


se non
che osserv egli con sorpresa che i volatili non
erano mai interi , mancando a chi le ali , a chi
;

piedi

ragione

a cbi la
al

suo

testa.

ospite,

dovea incolparsene
quale volea far
quali parole

la

la

sua curiosit

Le montagne

assaggio.

il

Le

anzi non facendo

officiale clie se

di queste parli del

frequentatissime dalF aquile


loro nidi entro

del cuoco

primo

il

egli alfine

rispose che

gli

ghiottorna

d tutto

ne avvide parl cosi

qual

non contentandolo

che accrescere

Ne domand
il

fori

regno sono

le quali costruiscono

delle

rupi vicine.

S' in-

e quando ne
gegnano i pastori di discoprirli
hanno trovato alcuno, alzano una capanuccia al pie
della rupe, onde garantirsi dai voraci augelli,
che mai non sono tanto furiosi come allora che
,

dorata.

l'aquila,

nutrono de'
assiduit
j

lo spazio

per

ficio

piccioletti. Il mascliio

tre

di

5^

adempie

quest'of-

mesi colla pi grande

e la femmina resta nel nido fino a che

piccioletti siano in istato di abbandonarlo.

tone

tempo

il

e la

a sollevarsi in aria

madre
ove

li

padre

il

sostengono

li

Giun-

forzano

colle

loro

per tema che non cadano.


Finch gli aquilotti rimangon nel nido, i genitori
devastano i contorni , prendon pollame , fagiani
pernici , lepri e capretti , se ne incontrano per
ale e

piedi

co' loro

via, e

li

Ma

portano

a'

loro

figli.

essendo

posizione da
che abbian di
nuovo abbandonato il nido, salgono sulla rupe,
e s'impadroniscono di quanto vi stato deposto,
usando per la cautela di lasciar gli intestini di
ciascun animale ucciso nel luogo onde lo tolgono.
Come non possono mai giungere cos in tempo,
che gli aquilotti non abbian dato di becco nella

pastori

spiare ogni lor

passo

in

tal

aspettano

preda loro apportata; cosi quasi mai non ne


portano alcuna cosa intatta

ri-

XJ aquila dorata rimarchevole per la sua longevit

e per

Y astinenza che capace di sosteNe mor una a Vienna,

nere lunghissimo tempo.


eh' era

stata

pi di un secolo

in

cattivit.

Un

gentiluomo di Gonway nel Gaernarvonshire ne


possedeva un' altra , che per negligenza dei domestici , rimase tre settimane senza prender cibo.
,

Una persona degna

di

fede accert

il

signor d

l'aquila dogata.

fco

Buffon

che un' aquila

trabocchello da volpe

essendo
,

stata

presa in un

ben cinque settimane

stette

senza mangiare, e non mostr languire che nell'ul-

tima, onde fu uccisa per metter termine alle sue


sofferenze,

L'

AQUILA BARBATA.

Quest' aquila

intorno a

cui

narrate

son

si

montaed
gne, che separano la Svizzera dall' Italia
talvolta di grossezza enorme. Se ne prese una
nel cantone di Glaris, che avea quasi sette piedi
gran meraviglie, abita le pi alte fra le

dal becco all'estremit della coda, e otto e


d'

aprimento nelle

cise talvolta

Il

becco

sue

d' assai

maggiori.

dell' aquila,

e d' un rosso cupo

mezzo

Se ne sono per uc-

ali.

di cui

parliamo, adunco

la sua testa e

ricopron di piume. Sotto

il

suo

il

suo collo

petto

si

cade una

specie di barba formata di picciolissime piume ,


molto rassomiglianti a de' peli. Il di sopra del
il
corpo d' un color bruno , che trae al nero
di sotto bianco misto di bruno. Le gambe si
veggono ricoperte di piume fino ai piedi, e l'un;

ghie son

forti e nere.

Gli uccelli di questa

specie

fanno

il

lor nido

nelle fenditure delle rupi pi inaccessibili all'uomo,


e

producono

d' ordinario

all'anno. Il loro principal

tre

quattro pulcini

nudrimento

si

compone

l'aquila, barbata.
d*

animali

che

dell'

capretti

Alpi

marmotte
Quindi

un nome

dato

ma

tutto gii agnelli.


lor

di rado

madre

Non

nel

nostro

veggono che
composta del pa-

truppa ,

e de'

sopra

appetiscono

che suonerebbe

e in picciola

lepri bian-

paesani svizzeri hanno

linguaggio avoltoj d' agnelli.

dre, della

Or

siccome camosci

si

figli.

Queste aquile egualmente voraci che quelle


della prima specie , non si contentano gi di divorar

gli animali;

ma

talvolta ancora gli assalgono

e ne rapiscono la giovane
sce

Gessner

prole.

riferi-

un autore degno

dietro la testimonianza di

il fatto seguente
,
Alcuni paesani del territorio fra Miesen e
Brisa, citt dell' Al e magna, perdendo ogni giorno

di fede

alcune delie

bestie

lor

nelle foreste

videro

sovra tre querce

il

che

quale era costrutto di per-

tiche e di rami d' albera

larghezza

d'

una

carretta.

nido tre aquilatti gi

si

e pareva incirca della

Trovarono

adulti

distesa aveano sette piedi dall'

un

lione

del dito

e le

d'

loro

un uomo

molte pelli di

Una

delle

una

in

le

all'

questa

laro

ale

altra estre-

vitelletti

due specie

grosse che quelle


unghie non pi picciola

giacevano presso di
e di pecore
d' aquile fin

essendo comparsa in Persia e in


orientali

che

gambe erano pi

mit; le loro
d'

cercavano

indarno

un grandissimo nido posato

essi

qui descritte

altre

provincie

presumibile che abbia dato luogo aa

6a

l'aquila barbata.

favolosi racconti
lato roc nelle

fatti

intorno

all'

augello

Novelle Arabe. Veramente

pose che quest'augello potesse essere

appel-

sup-

si

condor;
ma senza verosimiglianza, poi ch'esso proprio
dell' America meridionale , ne avvi indizio che
abbia mai visitato l'antico continente. Il sig. Bruce
dice di aver veduto una specie d' aquila barbata
sotto la parte pi alta della montagna di Lamal-

mon

presso

Gondar

abitanti l'appellano

capitale

dell'

abou-duch'n

il

AbissiniaJ

ossia

gli

padre della

lunga barba , a cagione di una ciocca di piume ,


che le pende sotto il becco. Cr edesi che sia il

pi grande di

tutti

quella del sig.

Bruce

d'

aprimento

d' ali

gli uccelli.

Si misurarono in

otto piedi e quattro pollici

e quattro piedi e sette pollici

punta del becco all' estremit della coda.


Pesava essa ventidue libbre ed era grassissima.
Le. gambe erano corte, ma le cosce estremamente
muscolose. I suoi occhi assai piccioli aveano apdalla

pena un mezzo

pollice

della testa era calvo


si

apertura. Il

d'

non meno che

venivano a congi ungere

il

di

sopra

la fronte,

becco ed

il

ove

cranio.

Questo nobile uccello, dice il signor Bruce,


non fu gi per noi oggetto di caccia
ne vi fu
bisogno d' alcun stratagemma onde farlo cadere
in poter nostro. Giunti alla sommit della mon;

tagna di

Lamalmon i miei domestici


un cammino difficile

dalla fatica di

godendo

il

piacere

di

un

si

riposavano

dirupato

clima

delizioso

l'

prendevano

aquila barbata.

63

avendo
,
innanzi de' gran piatti di capra bollita, quando il
volatile , di cui si favella
venne loro addosso
loro

il

cibo

ali'

aria aperta

N abbass gi egli il suo volo rapima discese appoco appoco sino a terra,

inaspettato.

damente,
e and a

presso

collocarsi

che formavano

gli

de' piatti

uomini seduti

all'

nel cerchio
intorno.

Un

mi fece accorrere.
un momento come per

grido generale di costernazione

Vidi

l'

aquila

raccogliersi,

arrestarsi

mentre

lance e con scudi.

ma

domestici

Me

le

si

affrettavano con

accostai

quanto mi fu

pareva tutta assorta


nelle carni che aveva dinanzi. Essa mise il piede
in una pentola, ove ne stava un grosso pezzo
nell* acqua gi presso a bollire , se non che fu

possibile

la sua attenzione

costretta dall'ardore a ritirarlo.

Eranvi in un piatto di legno due

pezzi di carne

ma

su cui essa gettossi e

li

altri

gran

port via,

ancor sembrava guardare avidamente a quello

dell'acqua, che gi bolliva. Si allontan lenta lenta

radendo terra

com' era venuta.

Avendo io gran voglia di ben esaminarla,


caricai un archibugio a palla
e mi collocai presso
un piatto di legno onde aspettarla. Ritorn essa

di

un

ad alcuni minuti ; e i miei domestici alzarono


,
che avrebbe spaventato qualunque ani-

grido

male

men

affamata

coraggioso. Sia che non

come

la

prima

volta

mia presenza, fece un mezzo

si

sentisse cos

o che temesse della


giro, e

si

tenne a

64

l-'aquela eakbata.

trenta passi da

me

mezzo

standovi di

Gom'

piena di carne.

la

pentola

non rimaneva tranquillo


sugli effetti delle sue visite, le scaricai contro una
palla, die le attravers il corpo due pollici ai di
sotto dell' ala , onde cadde sull' erba senza vita.
io

Sollevando il mostruoso animale, non fu poca


P<
mia sorpresa nel vedere le mie mani coperte
di una polvere gialla. Rovesciatolo sul suo ventre,
onde considerarne le piume del dorso, vidi che
esse lasciavano una polvere somigliante. Scuotendo
indi tutto il corpo, ne usciva tal quantit come da
un fiocco di parrucchiere.
a Le piume del petto e del ventre
tutte d'un

la

color d'oro, nulla


lor

forma;

ma

le

aveano

gran penne degli omeri e delle


e comprimendole
una polvere bruna, cio del

ale somigliavano graziosi tubi


coi diti

spandevano

lor colore.

ignudi

Sul

come

straordinario nella

di

fianco

dell'ale

se fossero

stati

questi tubi erano

logori

io credetti

per che essendo gi caduti or si rinovassero.


Per qual cagione la natura abbia forniti della
polvere, che dicemmo, gli uccelli della specie da
noi descritta, io non saprei- definirlo. Forse gli ha
destinandole a vi,
vere fra montagne inaccessibili in un paese condannato per pi mesi dell'anno a piogge eccessive .
voluti difendere dall' umidit

Il sig.
il

Bruco

uccise lo stesso giorno

quale non differiva

dai

nostri

un

airone?

che per la sua

picciolezza, e spandeva dal dorso e dal petto

polvere turchina.

una

IL

FALCONE SEGRETARIO.

Quest' uccello ha nel suo esteriore qualche rassomiglianza


dell'

coli'

aquila

e colla

gru , cio

la testa

una, e talvolta la forma del corpo dell' altra.

Quando si tien diritto ha tre piedi d' altezza dalla


sommit del capo insino a terra. Il suo becco
nero, acuto ed adunco siccome quello dell'aquila;
il cerchio degli occhi nudo e d' un color rancio;
le pupille superiori sono fornite di lunghe setole; le
piume per la pi parte sono d' un color ciuei iccio
ed azzurrino; le ali e le cosce son nere; la coda
spesso di color di cenere, eccetto nell'estremit che
per un pollice nera, e termina in punta bianca r
le due penne del mezzo della coda sono il doppie
pi grandi dell' altre. Le gambe son lunghe e pile unghie nere ed
forti che quelle dell' airone
adunche. Dietro la testa gli cadono diverse gran
piume brune, le quali formano una specie di cresta
pendente
cui l' uccello abbassa e rialza a suo
grado. Le "Vaili ant osserva che gli Olandesi gli
hanno dato il nome di segretario, a cagione di quel
mazzetto di piume che gli pende dietro la testa;,
poich in Olanda, allorch i segretarj sospendonole loro scritture, si pongon le penne entro i capegli dietro 1' orecchia diritta, il che sembra avere
;

qualche rassomiglianza col pennacchio bianco dell'ucGli Ottentoti del Capo di


iBuona Speranza lo distinguono con un nome, che^
cello di cui parliamo.

Gabinetto T. III.

66

FALCONE SEGRETARIO.

IL

mangiator di serpenti sembra infatti che


la natura lo abbia particolarmente destinato a diminuire la razza di questi rettili, i quali sono in
gran numero in tutti i paesi eh' esso abita.
significa

Singolarissima la maniera ond'ei

Quando

loro

avvicina,

si

sempre usa

li

combatte.

la cautela di

tenere una punta delle sue

ali molto innanzi, onde


morsi velenosi. Talvolta riesce ad atterrarli con un colpo di piede , ovvero a sollevarli
in aria a grande altezza , d' onde poi li lascia cadere: cosi stancato 1' avversario, e quasi privatolo

evitarne

di sentimento

Le Vaillant

1'

uccide agevolmente e lo divora.

un d testimonio d'un
combattimento fra un serpente ed un uccello della
racconta che fu

specie di cui parliamo.

grande

la destrezza

Grande fu

dall'

1'

una parte e

ostinazione,

dall' altra. Il

serpente, riconoscendo alfine l'inferiorit delle sue

frze, impieg per

che

l'astuzia

gli

ritornare

vien attribuita;

alla sua tana

ma

tutta

uccello, indo-

1'

yinando per ci che pare il suo disegno, gli tolse


ogni mezzo di fuggire, collocandosi d'un salto irt-

mnzi

Da

qualunque parte il rettile tentasse


sempre si ritrovava il nemico dinanzi, e ne era impedito. Allora aggiugnendo il
a

lui.

la sua evasione,

coraggio alla sagacia,


in faccia

all'

il

serpente

drizz ardito

si

uccello per intimorirlo

e fischiando

maniera gli mostr un collo minaccioso.


un pajo d'occhi infiammati, ed una testa gonfie
in terribil

di rabbia e di veleno. Quest'aspetto spaventevole

FALCONE SEGRETARIO.

IL

parve sospendere un momento

le ostilit

ma ben

V uccello torn alla pugna , e coprendosi il


corpo con una delle sue ali quasi con uno scudo, si
diede a battere fortemente il nemico colle protu-

tosto

beranze ossee dell'altra. Alfine, dice lo scrittore


che qui citiamo, vidi il serpente vacillare e cadere;
il vincitore si gett sopra di esso, e con un colpo
di

becco gli spezz il cranio.


In questo momento istesso

Le

Vaillant uccise

Notomizzandolo trov nel suo stomaco

l'augello.

undici ramarri assai grossi; tre serpenti lunghi


braccio

undici

picciole

due

quali aveano

n'

molti

Osserv

della grossezza d'un

un numero

altri insetti,

fra cui

una specie di palla


uovo d'oca, composta di verinnoltre

tebre di serpi e di lucerte


d' ali

unghie e

d'

di scarafaggi.

di scaglie di tartaru-

d' involucri di varie

giunta che fosse a certa grossezza,


altri uccelli di

Il dottor

colf artiglio

come

suole

sai la

pur

poi stata

farsi dagli

preda.

Solander

falcone, della

sorta

probabile che tutta questa massa,

rigettata dal falcone

un

un

delle

erano alcuni abbastanza interi da poter essere

conservati.

ghe ,

varie

diametro

pollici di

infinito di cavallette e

ve

tartarughe

assicura

specie di cui

si

d'aver veduto un
favella, prendere

una picciola tartaruga , un serpente o

con tanta
che F animale ad un colpo rimaneva ucciso. Talvolta per altro ne abbisognava un secondo,
e dopo di esso 1' augello ne faceva il suo pasto.
altro rettile, e gettarlo contro terra

violenza

58

IL FALCONE SEGRETARIO.
del falcone fa un nido piano,
femmina
La

di

ramoscelli cotre piedi di diametro , composto di


ordinariaperti di lana e di piume. Questo letto
mente posto molto all'alto di qualche albero,
discoprirlo.
e assai ben nascosto, ond' difficile
addoagevolmente
pu
segretario
Il falcone
tanto
cose
di
sorta
ogni
esso
Mangia
mesticarsi.
che crude. Se ben nudrito , non solo vive
cotte

in

buona

intelligenza co' polli

ma

ove nasca fra

combattenti, e ristaloro qualche contesa, divide i


talvolta anitre e
divora
bilisce la quiete. Che se
e per ubbidire
fame
dalla
,
fa stimolato
polli

il

a quel bisogno imperioso

che sagrifica necessaria-

dell'apmente met^degli animali alla soddisfazione

petito dell' altra.


Il sig.

LeVaillant dice che

si

veggono falconi

Capo. Desegretarj addomesticati in pi case del


bianchi,
uovi
tre
o
due
pongono essi comunemente
quelli dell' oca.
presso a poco della grossezza di
prima d'uscire
tempo
lungo
stanno
I loro pulcini
deboli e lungambe
le
avendo
perch
del nido ,
all' et di quattro
Anche
fatica.
a
sostengonsi
ghe
il che
mesi veggonsi camminare sui loro taloni ,
sette
d loro un andamento quasi ridicolo. Ma a
spiegali
compita,

cresciuta
mesi, quando la lor
agilit, che si
nei movimenti una grazia ed una

accordano perfettamente colla loro maestosa figura.


osserva eh' difficile allevarli, in grazia
ad infrangersi.
delle loro gambe, soggettissime

Thumberg

IL

FALCONE SEGRETARIO.

69
e
dell' astuzia dell' uccello di cui si tratta , sembra
attribuirgli maggiore intelligenza di quella che ha
realmente. Mentre, die' egli, un pittore stava
Il

sig.

di

Buffon

parlando

finezza

della

disegnando un falcone segretario , questi gli venne


e si pose a riguardar sulla carta con molta
,

vicino

ed indi alzando le
in atto di compiacersi della propria figura . Ma questo movimento non era probabilmente cagionato che dai
desiderio che mostrano tatti gli uccelli domestici
che loro si gratti il capo, ond' che l'offrono quasi
a ciascuno che entri in casa, perch loro procuri
un tal piacere.
attenzione, tendendo
ali

e le

piume

il

collo,

della testa,

come

IL NIBBIO.
Ha

lunghezza e quattro
La sua testa
grossa e schiacciata; il suo becco d'un color plumbeo corto e adunco il dorso d' un bruno
carico , macchiato qualche volta di bianco. Bianche
sono pure talvolta le ali, e tal' altra son brune.
circa venti

piedi e

pollici

di

mezzo d'aprimento

d'ali.

Le piume

sono orlate d' un giallo sporco il ventre


d'un bianco giallo, e il petto egualmente, ma
questo sparso d' alcune macchie di ruggine. Le
cosce son forti, grasse e coperte di piume sino
al

basso del ginocchio; le

gialli

e callosi.

gambe

piedi sono

IL NIBBIO.

<J0

Pu

il

nibbio

annoverarsi fra

uccelli pi

gii

Ei resta sovente appollajato


seguito sopra un albero o sopra una
onde cerca discoprir la sua preda. Si

sedentarj e pi pigri.

pi ore di
eminenza ,
nutre d'uccelli, di piccioli quadrupedi, di rettili
e d'insetti. Sebben forte, agile e provveduto di
tutti i mezzi di difesa, s vile che fugge all'incontro d'uno sparviero, ed ove

meglio

lasciarsi

battere

sia

aggradito

ed atterrare

ama

che far

la

minima resistenza. La femmina si rifugia ne'boschi,


ed occupa quasi sempre un vecchio nido di cornacchia, cui allarga e tappezza internamente di lana
e

altre

materie molli e leggiere. Essa depone

ordinariamente due o tre uova, e quando i suoi


pulcini son nati , li cura colla pi grande assiduit.
Il nibbio

s'

addomestica

assai

facilmente

e d

prove di attaccamento e di fedelt, come


io prova il seguente aneddoto raccontato dal signor
Fontaine, ed inserito nell'istoria naturale del signor di Buffon.
talvolta

Nel 1763, dice il sig. Fontaine, mi fu recato


un busardo eh' era stato preso ad un lacLa sua ferocia mi parve grandissima nondi-

innanzi
cio.

meno

impresi ad addomesticarlo, e vi

riuscii, lascian-

dolo digiunare, e costringendolo a venir a prendere


il

cibo nella

familiare

mia mano. Avendolo

cos reso assai

capo a sei settimane di prigiona gli


usando per altro la
concedetti qualche libert
cautela di legargli le due punte dell'. ali. In questa
,

in

IL NIBBIO.

maniera

ei

si

71

diportava pel mio giardino

e ve-

niva a me quand' io lo chiamava per dargli il suo


nudrimento. Alfine, credendo potermi fidare di Ini,
gli tolsi i suoi legami , gli attaccai un campanello
al di sopra di un piede, e sovra il petto un pezzo
,

di

rame, ov'era

inciso

il

mio nome. Gli diedi

quindi intera libert , di cui egli tosto abus, vo-

Belesme , onde il credopo lo vidi giugnere precipitosamente nella mia sala del desinare,
lando sin nella foresta

perduto.

detti

Ma

di

quattro ore

da cinque altri nibbj,


aveano forzato di rifugiarsi al suo asilo.
Dopo quest' avventura ei mi fu sempre fe-

la quale era aperta, inseguito

che

l'

passando tutte le notti sulla mia finestra.


Divenne anzi cos familiare, che parea compiacersi
della mia compagnia. A pranzo ei si collocava da
un lato della mia tavola mi carezzava spesso colla
sua testa e il suo becco mandando un grido acuto,
dele

eh' io

solo

poteva

addolcire.

Un

faceva una passeggiata a cavallo

pi di due leghe, volando

giorno
ei

mi

eh' io

segu per

sopra della mia

al di

testa.

Ei detestava egualmente i cani ed i gatti ;


aveva spesso a sostenere con loro degli aspri combattimenti , e quasi sempre ne trionfava. Erano

mia casa quattro grossi gatti eh' io azzuffai


un giorno con esso nel mio giardino. Avendo gettato loro un pezzo di carne cruda , il pi lesto
in

se

ne impadron, e

gli

altri

si

diedero a inse-

IL NIBBIO.

fSL

guirlo

ma

morse

gli

lenza

1'

Un

preda.

precipitandosi sovra di lui 5

le orecchie, e lo atterr

che

uccello

fu

costretto

altro

gatto

con tanta vio-

abbandonar la sua
volendovi por le grife
ad

ricevette lo stesso trattamento

e cos

un

altro

il nibbio rimase
unico possessore. Se non
che allora , sentendosi assalito dai quattro gatti
insieme , ebbe ad usare molta destrezza per di-

finche

fendersi

ma

riusc

preda negli

sua

trionfo

',

alfine

artigli

volarsene

via

colla

mandando un grido

gatti stanchi e scornati

di

deposero ogni

speranza di vincerlo.
Questo nibbio aveva una singolare antipata:
non potea vedere un berretto rosso sulla testa
di un paesano
e gliel toglieva s prestamente
che l'uccello era gi lungi, prima che l'altro se
;

ne accorgesse. Strappava similmente le parrucche,


senza per altro guastarle , e cos queste , come i
berretti, le portava sull'albero pi alto del parco
vicino, ove era solito nascondere quanto avea rapito.

Egli non facea verun danno alla mia corte


e il pollame , cui a principio avea spa;
ventato, insensibilmente si avvezz a stare in sua
compagnia. Ei si bagnava co' pollastri, e colf anitre, senza far loro verna male. Co' polli de' miei

rustica

vicini

fu

d'

volte

per non era ugualmente mansueto, e spesso

uopo riparar
si

fece

fuoco

offese eh' ei

contro di

lor recava.

esso,

Pi

senza mai

IL NIBBIO.

Un

ferirlo.

una

di

volpe

foresta
il

^3

d per, di gran mattino,

avendo

guardacaccia

osato

egli

che

il

all'

ingressa

assalire

vide

una

spar due

quadrupede fu ucciso,
Malgrado ci
se ne fuggi, e per sette giorni and smarrito. 11
guardacaccia, essendosi accorto in grazia del campanello
che il nibbio da lui ferito era il mio
venne all'indomani mattina ad informarmi di quanto
occorreva. Feci adunque ricercar 1' augello ma
invane. Io avea per costume di chiamarlo ogni
sera con un colpo di fischio
ma egli stette sei
colpi d'archibugio, onde
e

l'

un

uccello ebbe

ia

il

fracassata.

giorni senza rispondervi.

Nel

settimo alfine intesi

un debol grido oh' io giudiquello del mio nibbio. Fischiai una se-

a qualche distanza
cai esser

conda volta

e T istesso

grido

vi

corrispose.

Mi

recai pertanto l d'

onde partiva il suono 5 e vidi


il povero augello , che, malgrado la sua ala spezzata, si era strascinato pi di una mezza lega, per
ritornare al suo asilo , donde pi non era lungi
che cento venti passi. Sebben fosse debolissimo,
ei

mi

prima

fece molte
di potersi

carezze.

ben

Stette

ristabilire; e in

sei

settimane

capo ad esse

ripigli le sue antiche abitudini. Io lo conservai an-

un anno, quando alfine disparve per sempre.


Sono certissimo, eh' ei per per accidente; u mi
abbandon di pieno suo grado

cora

74

LA SUBUSA.
Ha

circa diciotto pollici di

d'aprimento delle sue

ali.

lunghezza e tre piedi

Le

parti superiori del

suo corpo sono d' un grigio turchino ; la testa ,


petto,

il

di bruno;

grigio

gambe

il

ventre e le cosce d'un bianco macchiato

becco nero,

il

coda

di sopra della

il

macchiato di giallo ; le
son lunghe, misere e gialle, e l'unghie
il

di

sotto bianco

nere.

Veggonsi sovente
larmente

in

vicinanza

questa specie

di

gli uccelli

nelle foreste e nelle brughiere

ma

de' terreni

pi partico-

paludosi

ove

distruggono un grandissimo numero di beccaccine.


Volano al di sopra di una palude fino a che le

abbiano discoperte; indi piombai! sovr' esse e

le

uccidono.
Il sig.

naturale

Whte dice, nel suo


che un gentiluomo

calendario di storia

andando a caccia

nell'Hampshire, vide a caso un fagiano in un


campo di biade e spar contro di esso. Malgrado
lo strepito dell'archibugio

busa, che
s

si

comparve

diede ad inseguire

il

tosto

fagiano,

una suil

quale

nascose fra le biade. Il cacciatore spar allora

un secondo ed un terzo colpo, che non ebbero


verun effetto. Frattanto la subusa vol intorno a
dal che
, non volendo abbandonare il selvatico
possiamo concludere che la fame l'avea resa ardita,
e che non sempre all'ardimento corrisponde il

lui

LA SUBUSA.

75

Osserveremo altres che le subuse e le


altre specie di falchi non si sogliono scagliarsi sulla
preda quand' sopra terra, poich proverebbero
troppa resistenza. Di qui viene senza dubbio l' insuccesso.

clinazione naturale del selvatico di curvarsi e ac~

per mettersi in sicurezza ci che noi


per nulla da' lacci e dall' arme da fuoco.
Sembra che un uccello della grossezza del fagiano
non possa esser veduto dalle subuse , che quando
covaeciarsi

salva

moko

gli siano

Se ne

vicine.

Londra una, che fu veduta


qualche tempo aggirarsi intorno al piede di vecchi alberi di cui pareva talvolta percuotere il tronco
uccise presso

col becco e gli artigli, il che non seppe spiegarsi,


che dopo averla sventrata. Perocch le si trov
nello stomaco una ventina di lucertole straziate o
tagliate in

due o

tre pezzi.

Gli uccelli distruttori

annualmente

entro terra; e
letti

di cui parliamo, covano

il

numero

Cheviot

fanno

il

nido

ordinario dei lor picei o

di quattro. Si pigliano sovente entro certe

trappole
gli

sulle colline di

guernite interiormente di pelle di coni-

e ricoperte di musco.

LO SPARVIERO.
Quest'uccello

un poco pi grosso che un

piccione ordinario. Il suo becco corto, adunco,

azzurrino,

ma

nereggia

all'

estremit \ l'alto della

LO SPARVIERO.

'f6

ma

talvolta for-

gli

occhi

sua testa d'un bruno cupo.,


bito di

piume bianche sopra

dietro; le ale e

il

di sotte del

e sul di

corpo sono d'un color

bruno spruzzato di giallo il di sotto bianco e


talvolta bruno
la coda assai lunga, sicch le ali,
quando stanno piegate non ne giungono alla met ;
;

le cosce sono

robustissime,

le

gambe

assai esili

e fa

talvolta s

e d'un color rosso.

Lo

sparviero

di

tal

forza,

gran guasto in una corte rustica , che si reso lo


spavento de' fittajuoli. E tanta la sua audacia
che la presenza stessa dell' uomo non gli impedisce
di

commettere

Nondimeno
stato

di

le sue depredazioni.

esso docile

domesticit,

anzi

ed obbediente nello
quando si allevi con

qualche cura , capace di un grande attaccamento


Sovvienmi, dice 1' autore delle Bellezze della
storia naturale,

d'uno sparviero

sendo fanciullo.

Mi

ch'io aveva es-

seguiva esso attraverso

faceva la sua preda, la divorava a

campi,

suo agio, ed

sempre mi seguiva. Un giorno , con mio grande


rammarico, un paesano lo uccise per vendetta di
un po' di scompiglio messo fra il suo pollame. Era
della grossezza d'un colombo salvatico. Io l'ho
veduto azzuffarsi con un pollo d'India, e quantunque battuto, ritorn alla pugna con meravigliosa
intrepidezza. Egli un d mise a morte un uccello
cinque volte pi grosso di lui >}. Sembra, dietro

indi

1'

opinione di alcuni autori degni di fede, che lo

0 SPARVIERO.
possa

sparviro

essere

77-

addestrato

per la caccia

delle quaglie e delle permei.

La femmina
mente

il

dello. sparviero costruisce ordinariasuo nido nel cavo di un albero, fra le

mine talvolta nondimeno si contenta


un vecchio nido di cornacchia. Depone per solito
quattro o cinque uova che sono macchiate d' un
rupi o fra le

d'

giallo rossigno verso le loro estremit.

L'xiQUILA VOCIFERA,
1/ aquila di questa specie nuovamente scoperta
ed in alcune contrade vicine all'iris
circa della grossezza del falcone comune. Le sue

in Gafreria

piume sono
piccione,

in generale

ma

sulla testa

del

brune il suo petto d' un


cune strisce alquanto pi
mezzo della coda sono tre
quelle dei fianchi la coda
;

colore di quelle del

omeri son quasi

sugli

grigio perlio con alle

piume del

volte pi

lunghe che

scure

il becco e
bianca
l'unghie son nere, le gambe d'un giallo color
d'arancio. Essa non vive che di rapina
ed fu;

nestissima principalmente alle pernici, alle lepri,


alle quaglie

ai

topi

alle talpe

e a molti altri

piccioli animali*

La femmina

colloca ordinariamente

fra alberi fronzuti

esattamente

il

suo nido

Adempie
qual tempo il

o fra densi roveti.

doveri di madre ; nel

maschio sera e mattina

le

d una specie di

concertai.

-f*8

l'

aquila vocifera.

Quest'uccello canta tutta

ripiglia le sue armonie.

dopo

come

notte

la

gnuolo; comincia con voce forte,

si

il

ros-

arresta, e subito

Mentre canta oba

talmente di vegliare alla propria sicurezza, che gli


si pu andare molto vicino ma in ogni altro tempo
;

egli sta
strepito.

pu

gelosamente in ascolto , e fugge

Quando

il

maschio ucciso

dintorni

gemendo,

cos dire

cacciatore.

da

minimo
femmina

facilissimamente; poich

esserlo anch' essa

suo attaccamento per lui

per

al
la

grande

e viene

all'

la

il

che percorre

spesso

medesima

Ov' essa perisca per

ad

offerirsi,

archibugio del

prima,

il

dolore

del maschio non cos veemente. Si ritira questi

sommit d' un albero elevato, e difficilmente


che alcuno se gli avvicini. Non cessa di cantare ; ma divenuto s prudente , che si allontana
affatto dal suo asilo al pi lieve timore che consulla

lascia

cepisca.

LO SCORTICATORE.
Si appella

anche gran falcinello , e trovasi in


in America. E un poco pi grosso
che uno stornello; e ha il becco d'un pollice di

Europa come

lunghezza, nero, forte e adunco. Per, avuto


anche riguardo al suo appetito , viene annoverato
fra gli uccelli carnivori, sebbene la debolezza delle
sue gambe , e la forma de' suoi piedi sembri collocarlo fra i granivori. Il di sopra del suo corpo
d' mi rosso cinericcio ,

il

petto bianco listato

LO SCORTICATORE.
d

bruno

sovra

il

79

suo becco passa una linea

nera paralella agli occhi.

La

sembra essere
per
fargli par,
tecipare di due nature. Egli si nutre egualmente
di carne e di insetti; nondimeno il suo gusto per
la carne dominante , e quando non ne mangia
si perch non pu averne.
d'

costituzione di quest' uccello

accordo colla sua conformazione

La sua vita passa in continui combattimenti. E


poich la sua corporatura non ispaventa i piccioli
uccelli della foresta, riceve

eh' egli

mai non

ricusa. Si

da

tutti

delle di sfide,

azzuffa eziandio colla

pica, la cornacchia edilcreppio, sebben sia assai


pi piccolo di loro. Sovente ei comincia l'attacco,
e ne riporta quasi sempre la vittoria, specialmente
quando unito alla femmina protegge i suoi piccioletti contro qualche grosso uccello di rapina. Ove
egli

ne vegga uno a qualche distanza dal proprio

nido, gli

move

all'

inconlro'prima che abbia potuto

e lo ferisce con tanta furia,


che per lui gran ventura fuggire. Non raro
per altro che lo scorticatore insieme colla sua femmina cada a lato dell' augello che ha ferito, e che
la pugna finisca colla morte dei tre combattenti.
Il nudrimento pi caro del volatile di cui paravvicinarsi, lo assale

liamo sono

gli augelletti eh' egli afferra

per

la

gola

e strozza nell' istante medesimo. Alcuni autori

sicurano che quand' egli ha preso


insetto, lo infigge pel

un

mezzo del corpo

as-

augello o un
in

una forte

LO SCORTICATORE^

onde straziarlo a suo agio col becco. Anchs


chiuso in una gabbia ei pianta nei ferri il suo cibo
spina

prima

di prenderlo;.

che ha viaggiato a Pekin, a


,
dice che in Russia gli uccellatori pigliano spesso de' falcinelli e gli addomesticano. Egli ne ebbe uno, il quale era avvezzo
Il

Bell,

signor

Moscovia

e in Siberia

a tenersi sopra un bastone acuto

Quando

rete della camera.

augelletto

ei

infisso nella par-

entrava in questa un

scendeva dal suo bastone, e

gliava per la gola in

la vita. Indi col becco e coli'

sovra quel bastone

e ve lo

il

modo che ne perdeva


unghie

pi*

tosto

trasportava

il

infiggeva.

Se

gli si

davano pi uc celli ad un tempo, li trattava dell'istesso


modo , infilzandoli l7 un dopo V altro per poterli
divorare a suo agio.

In America fu osservato un curioso stratagenv


lo scorticatore impiega, onde attirar la

ma, che

Un

gentiluomo vide per caso pi caun rovo spinoso. Chiestane la


cagione ad una persona che dimorava non lungi
dal rovo medesimo, gli fu- risposto che quegli
sua preda.

valette infisse

in

insetti eran ivi deposti da certi uccelli che gli


Anglo-americani appellano rdne-hlllers Senza domandar pi oltre, il gentiluomo conchiuse esser
.

questo
si

un

nutrono

artificio,

conservansi pi a
niie-killers

onde

d' insetti

lungo

attirare gli augellini,

fra

questi le

degli

altri. Il

dato allo scorticatore,

che

cavallette

nome

di

perch vuoisi

EO SCORTICATORE.

nove

ci/ egli infgga

medesima

sulla

cavallette

8?

funa

spina.

montagne ma
si approssima

Neil' estate quest' uccello abita le

nell'inverno discende alle pianura e


alle abitazioni.

dietro l'altra

La femmina

alberi pi alti, e

fa

suo nido sugli

il

depone cinque o

sei

uova bian-

che con un cerchietto rosso-bruno all' estremit.


Il nido tessuto di musco e d'erba, coperto interiormente di lana, di musco e di molli erbette,

e posato quasi sempre fra due rami d' albero. I


pulcini sono a princpio nudriti di bruchi e d'altri
insetti
il

ma

si

avvezzano ben tosto

alla carne,

che

maschio loro procura con industria meravigliosa.


Gli scorticatori differiscono essenzialmente dagli

altri uccelli di

preda per

hanno

figli.

che
non li discacciano
dal nido appena possono provvedere da s medesimi alla propria sussistenza , ma anche fatti grandi
non gli abbandonano , e continuano a stare con
essi. Ogni
famiglia composta del padre e della
madre e di cinque o sei figli vive a parte. La
de' loro

Non

la cura particolare

solo

pace e la subordinaz'one regna fra di


si

fa di concerto.

Questo dura

della stagione, nel qual

tempo

essi; la caccia

fino al rinnovarsi

pi giovani so-

gliono separarsi dai genitori, per andar a formare

nuove famiglie. Questi

uccelli possono facilmente

distinguersi a certa distanza

pre a stormo, e volano

mai

perocch vanno sem-

dall' alto al

basso

in retta linea.

Gabinetto* T. III.

&

ma non

IL TIRANNO..

della grossezza di

un color bruno

carico

un tordo; ha

il

becco di

e guernito di peli alla sua

base;

le parti superiori del corpo d'un color


plumbeo, le inferiori bianche, eccetto la pancia
eh' d' un grigio cinericcio e la coda bruna egualmente che le gambe.
,

Giusta le relazioni di scrittori degni di fede, il


coraggio di questo picciolo animale singolarissimo.

si

Egli insegue, dice Gatesby,

tutti gli uccelli

che

avvicinano alla sua dimora, dal pi picciolo al

pi grande nessuno gli sfugge. Ei non gli assale


che a volo, non mai quando sono in riposo. Io

un

vidi

uccello

un' aquila in atto

di
s

questa

specie

furioso e

sul

dorso

di

fermo, che invano

ella scuotevasi e rivoltavasi quasi capitombolando


per aria; mai non pot venir a capo di liberar

sene. Alfine fu costretta di

albero, senza fare


il

alcun

arrestarsi sopra di

movimento,

picciolo tiranno ormai stanco

La

si

sino a

un
che

avvis di lasciarla.

condotta abituale del maschio, mentre la

femmina cova, si questa. Ei si tiene sopra di


Un rovo o sopra di un albero presso al suo nido.
Se qualche uccelletto si avvicina ei ne fa caccia;
ma trattandosi di grossi uccelli, come le cornacchie,

falconi, le aquile,

potrebbero anche essere

ad un quarto di lega, eh' ei corre ad assalirli. La


sua voce non che un lieve garrito ; cui per altro

83

IL TlRAxNNO.
fa intendere
il

con veemenza nel combattimento. Cos

maschio come

pulcini
letto

sono

la

femmina, quando non hanno

pacifici al pari

d'

Talvolta per

si

ebbe occasione

zioni differenti dalle surriferite.


il

ogni altro augel-

sig.

Abbot

avea edificato

il

di far osserva-

Un

tiranno, dice

suo nido sopra

un

pino fronzuto. Io lo considerava un giorno, pensando per quali mezzi avrei potuto giugnere a
levarne le uova

quando

vidi

una cornacchia giu-

gnervi sopra e succiarsele, senza che punto la scuotessero

colpi di becco

mina non cessavano


il

che

il

suo pasto se ne vol altrove


Il tiranno

si

maschio e la femquand'ebbe finito

di darle. Solo

trova principalmente nella provin-

cia della Carolina

al

settentrione d'America.

Le

uova della femmina sono color di carne

cune graziose macchiette violacee e nere

all'estre-

mit.

con

al-

CJPITOL O
"Di

oscura grotta fra

Stanno

gli

rottami e

alocchi e

Misera, vero,

F.

ma

tufi

gufi

secura stanza.

De

Rossi.

IL GUFO.
v/uesto
ghezza
nero;

il

nericce

ha

volatile
testa

la

le

io generale
ali

il

un piede

di lun-

dorso macchiati d

petto d'un grigio pallido, segnato di liste


il

cerchio degli occhi color di cenere con

punti bruni.

Esso uno de' pi voraci della specie delle


Nel giorno abita i boschi pi folti; ma
quando pi animali
all' avvicinarsi della notte
nottole.

come

le lepri,

conigli, le pernici, escono in cerca

del lor nutrimento

comincia a

divenire attivo e

a far strepito, e le sue depredazioni sono incredibili

Gol favor delie tenebre

poderi, e penetra nei colombai


Tbil guasto.

Ma

distrugge ad

ei

s'avvicina ai

ove commette or-

un tempo

prodigiosa di sorci. Si getta sulla

quantit

sua preda con

ferocia, e cominciando dalla testa, la fa in pezzi

violentissimamente.
Il sig.
titolata

Singley

nella dilettevole sua opera in-

Biografia degli animali, dice che esaminanda

di gufi

So

GUFO.

IL

un nido

in cui erano

due pulcini,

pi brani di giovani conigli, di


piccioli animali.

cino
il

Prese egli

la

lasciando l'altro per

leprotti,

trov

e d'altri

femmina ed un pul-

ingannare

il

maschio,

qual era assente. All'indomani mattina rinvenne

nel nido tre coniglietti , eh' esso vi avea apportati


nella notte.

I gufi sono talvolta arditi ed anche furiosi


quando trattasi di difendere loro figli , come lo
prova F aneddoto presente raccontato nel trentesimoquinto volume del Magazzino d'un Gentiluomo.

Un

legnajuolo, passando attraverso un

vicinanza di Glocester

un

utensilio

in

da un gufo il quale aveva il suo


cammino. Ei volle percuoterlo con
che aveva alla mano, ma fall il suo

salito alla testa

nido presso

campo

fu tutto ad un tratto as,

al

colpo. L'uccello furioso gli si avvent di nuovo,


e attaccando le sue unghie al di lui viso, glielo
strazi in orribil maniera.

Gii animali di cui parliamo, fanno il lor nido


nel cavo degli alberi o fra-le rovine degli edifzj

Depongono ordinariamente quattro uova d'un colore bianchiccio. Quando mandano un grido , che
sempre disaggradevole, gonfiano il petto la grossezza d'un uovo di gallina. Si prendono sovente

al laccio;

sorcio,

e se taluno

facile

pu imitare

che di sera

gli attiri

il

grido d'un

e gli uccida.

86

LA STRIGE.
E

presso a poco della grossezza del pipistrello,

piuma

xna di

assai

suo corpo giallo


bianco
cerchio

di sotto. Gli occhi

il

bianche piume

di

distinguon

dai

peli.

lanugine bianca

Abita
diroccati

la strige
,

pi elegante. Il di sopra del


spruzzato di bianco, e tutto
fine

grida

acute e

fatti

il

intorno

che

non

un
si

e Y unghie son nericce,


tetti

della
e

notte per andare in cerca di cibo.

ha ricevuto

d'

I piedi sono coperti d' una

antiche rovine

le

hanno

chiesa, gli edifzi

non esce che la


Volando fa udire

lugubri , che in qualche lingua

nome

di spaventatrice ,

dach

in-

con esse reca terrore.

Come

gli altri uccelli di simil specie

questa not-

dopo aver divorata la sua preda, vomita il


pelo, le ossa e le piume in pallottole rotonde.
N parmi inutile 1' osservare com' essa ha un' antola,

insormontabile pei topi campagnuoli 5 e


sebbene spesso ne uccida , non ne mangia poi mai.
Un' altra antipata fu in essa discoperta per caso

tipata

da un gentiluomo di Gornovaglia. Per eh' egli


offer ad una strige al domesticata un pezzo di
ma nulla pu
fegato di porco ucciso di fresco
;

esprimere

1'

aria disdegnosa

con

cui

Y uccello

il

rigett.

Le femmine
ma depongono

non fabbrican nido,


uova, che per lo pi son

di questa specie
le loro

LA STRIGE.
cinque o

sei

nei

delle travi nelle

delle

fori

soffitte

87
muraglie

o sopra

abbandonati. Il

d' edifizj

maschio e la femmina escono alternativamente,


onde cercar nudrimento pei loro pulcini quando
son nati. La loro assenza non dura quasi mai pi

Come

di cinque minuti.

piccioletti

rimangono

lungo tempo nel nido, e il padre e la madre provveggono al lor bisogno anche quando gi

assai

potrebbero volare , ammassano loro intorno una


enorme quantit di sorci. Si pu quindi riguardarli come animali utili , poich giovano alla

numerosi e peggiori

distruzione d' altri assai pi


di loro.

I Cinesi e

Tartari Calmucchi rendono

grandi onori alla strige


vata la

i pi
che credono aver conser-

Gengis-Kan, fondatore del loro

vita

impero. Questo principe non avendo che un pio


ciolissimo esercito , fu sorpreso e messo in fuga
dai suoi nemici. Forzato a cercare
salv fra dense macchie, e

sovra cui una

deluse
sibile

memoria

al

venne a posarsi. Cos egli


che riguardavano come impos-

tal

cui

uccello

piede

del quale

la strige nel

un ricovero, si
un rovo,

nascose in

strige

nemici,

che un

albero,

si

numero

si

si

fermasse sovra di un

occultasse

avvenimento

un uomo. In
Cinesi misero

degli augelli sacri

e porta-

una delle sue piume. La qual


costumanza ancor si osserva fra i Calmucchi nei
loro giorni di cerimonia. Alcune trib hanno anzi
rono sulla lor

testa

88
un

LA STRIGE.
idolo della

forma

di

una

strige, a cui adattano

dei veri piedi di tale augello.

LA NOTTOLA.
Si agguaglia quasi in grossezza ad alcune pic-

corpo

ciole aquile. Il suo

d'un

rosso

bruno,

macchiato di nero e di giallo sul dorso, e di giallo


soltanto sul ventre.

Le

sue ale son lunghe, la coda

brune irregolari le gambe


vanno coperte di una folta lanugine e di piume
rossigne insino all' unghie , le quali son nere, forti
e molto adunche.
corta e segnata di

Le

nottole

liste

abitano

rupi

inaccessibili e luoghi

pi parti dell' Europa


dell'Asia e dell'America, ma di rado nella Gran
Brettagna. Sostengono la luce del giorno pi facilmente che qualunque altro augello notturno; e se
ne sono veduti spesso in pieno mezzo giorno dal-

deserti.

Si

trovano

in

a piccioli quadrupedi.
popolo superstizioso riguarda
le nottole come uccelli di cattivo augurio e messaggieri di sventura. Fra gli antichi per gli
Ateniesi ne aveano altra opinione; perocch le

ad altri
In alcuni paesi

la caccia

volatili o
il

riguardavano come sacre a Minerva.


Il sig. Cronsted, negli Annali della Societ

fi-

losofica di Stocolma, racconta uri grazioso fatto,


che prova 1' attaccamento di questi uccelli pei lor
picciolini. Questo gentiluomo dimor pi anni in

L NOTTOLA.
89
un podere situato a pie d'una montagna , alla sommit delia quale due nottole avean
fatto il loro nido. In certo giorno di luglio, uno
de' pulcini avendolo abbandonato fu preso da uno
dei bifolchi e messo in un gran pollajo. Ali' indomani mattina il sig. Cronsted ritrov innanzi alla
porta del pollajo medesimo una pernice uccisa, e

Sudermania

gli

venne

in

in pensiero clie vi fosse stata

apportata

dai parenti del prigioniero, ohe avendolo cercato


tutta notte

furono dai suoi gridi

attirati al

luogo

L' esperienza di quattordici notti


consecutive lo conferm nella sua opinione. Ci
che i genitori arrecavano eran quasi sempre per?
nici di fresco prese
un di se ne trov una che

ov' era chiuso.

era ancor calda. Solo una volta

si

vide

un agnel-

che principiava a guastarsi ; ed probabile


che non fosse stato arrecato che in mancanza di
meglio. Il sig. Cronsted e un suo domestico veletto

gliarono

parecchie

cercar di scoprire
celli

deponevano

rono

riuscirvi.

vista

notti
il

ad una

momento

le lor

finestra,

in cui

provvigioni;

onde

vecchi uc-

ma non

pote-

Sembra che valendosi della loro


acutissima, spiassero anch' esse un istante in

cui nessuno gli osservava. Gessarono al fine dalle


lor cure nel

mese di agosto

nel qual

preda lasciano che


veggano da s medesimi.
gli uccelli di

loro

tempo
figli

si

tutti

pr*

Si pu dall' addotto esempio argomentar facilmente quanta distruzione di selvaggiume un solo

LA NOTTOLA.

<JO

pajo di nottole
allevalo

la

sia

capace di fare nel tempo che

loro prole.

Si fa uso della nottola

cacciando per attirare


,
una coda di volpe, la qual
rende la sua figura ancor pi strana. Essa vola a
fior di terra , e si posa all' aperta campagna ,
il

nibbio.

Le

si

attacca

senza mai arrestarsi sovra alcun albero. Il nibbio

che la vede da lungi, le si approssima, non gi


per combatterla o assalirla, ma quasi per ammirarla. E le si tien vicino s lungo tempo , che si
lascia far fuoco addosso dal cacciatore , o ghermire
dagli uccelli di preda, che gli si mandano addosso,

CORVO.

IL

un grande e vigoroso uccello che ha talvolta


due pi di lunghezza dal becco all' estremit della
Coda. Il suo corpo nero con un misto di tur,

coda. Il sua
duro e superiormente adunco. I suoi piedi sono armati d'unghie
nere e in forma d'uncino.
La sua specie diffusa in tutte le parti del
mondo. Insensitivo alle variazioni del tempo, naturalmente vigoroso ed intrepido il corvo sfida il
rigore delle stagioni; e mentre gli altri uccelli
sono intirizziti dal freddo, o indeboliti dalla fame,
esso attivo e robusto non pensa che ad impadro-

chino specialmente sopra

ventre bruno

nirsi della

il

1'

ali

becco forte

sua p~eda.

e la

QI

CORVO.

IL

Frequenta dintorni delle grandi citt, ove si


rende utile, divorando le carogne ed altre immondezze, cui discopre da lungi coli' odorato. Ed
s destro da tenersi ognor lungi dalle abitazioni di
tanto che non si possa far fuoco sopra di esso.
Preso nel nido ed allevato con cura diviene familiarissimo , e possed pi qualit che il rendono
assai dilettevole.

dovunque,

Vivo, curioso, temerario

azzuffa

coi

le

persone

prediletta, Sotto le

ei si

trova

coi

polli;

della famiglia

piacevoli

nasconde molti vizj e

tresca

l'amicizia della cuciniera,

coltiva particolarmente

che di tutte

cani,

difetti.

la sua

apparenze

race e scroccone per abitudine.

per

ei

naturalmente vo-

Non

si

accontenta

di rubare alla credenza o alla dispensa di che soddisfare

pi

sua

la

vistosi,

ghiottornla

da cui non trae

ma commette
altro vantaggio

furti

che

tempo in tempo a contemplarli in


secreto. Quando pu trovar 1' occasione di rubare
un pezzo di moneta o un cucchiajo d' argento, se
di andare

di

ne impadronisce destramente , e lo porta nel suo


buco favorito. Il canova jo d' un gentiluomo, trovando spesso qualche cucchiajo di meno nelF argenteria affidatagli, e non potendo indovinare la

mano rapace

era per impazzirne. AlfLn scoperto

un corvo domestico
becco

il

qual ne portava uno nel

e pianamente seguitolo, trov tutti gli altri,

che credeva perduti.


I corvi

son

nocevolissimi

ai

terreni

coltivati.

IL

9 2,

0RV0.

Avvi per in certi luoghi certo popolar rispetto


per loro , in memoria di quello che nud il profeta Elia nel deserto. I Romani, che li credevano
di grande importanza per gli auguri, erano dal
timore portati anch' es^i ad onorarli.
Plinio dice

un corvo

che

il

custodito nel tempio di Castore

gi nella bottega di

modo

lieto della

cose

ma

dell'

un

sua

sartore,
visita.

principalmente

imperador Tiberio

regnante.

a
e

gi cominciava

il

Ei

quale era stato


foggi e

gli

insegn pi

pronunciare
di

rifu-

si

quale fu oltre-

tutta

nomi

la famiglia

a far fortuna per la

generosit di quelli che venivano a vedere

il

suo

meraviglioso augello; quando un invido vicino glielo


uccise, e con esso annient tutte le sue speranze.

Romani

credettero doverne prender le parti

punito l'offensore, fecero

La femmina

al

e
corvo magnifici funerali.

del corvo fabbrica

cominciar di primavera

il

suo nido

al

sopra degli alberi o nel

cavo delle rupi. Essa depone fino

ai

cinque o

sei

uova d' un verde pallido e azzurrino , segnate di


macchie brune. Le cova circa venti giorni, e in
questo tempo non solo il maschio ha cura di provvedere al suo nutrimento; ma quando essa lascia
il nido prende il suo posto.
Il seguente aneddoto narrato dal sig. White,
mostra la costanza con cui i corvi covano i loro
plcciolini.

In mezzo

d'

un boschetto presso Selborne

era

CORVO.

IL

0,

una quercia altissima, clie un pajo di corvi preferivano da molt' anni ad ogn' altra per fare il lor
nido

corvo.

essa avea

eli'

Indarno

preso

il

nome

ragazzi del contorno

d' albero del


si

sforzavano

perocch

il

tronco

dell'albero, mostruosamente Ingrossato nel

mezzo

di giugnere sino a quel nido

per un escrescenza
corvi

Ma

si

ne

gli

il

impediva. Quindi

stavano colla lor prole in perfetta sicurt.

giunse finalmente

il

doveva essere troncato. Era

tempo

nel quale

fatale, che
il

mese

1'

albero

di febbrajo

corvi cominciano a covare.

Gi

bosco risnona dei colpi reiterati della scure pe-

sante

l'albero crolla, ed vicino a calere.

dimeno

la

coraggiosa

madre non abbandona

Nonil

suo;

nido. Alfine con esso violentemente precipitata;

e sebbene
altra sorte,

Nello
consiste

il

suo amore e la sua costanza meritasse


piomba estinta sul suolo .

stato

selvaggio

cibo abituale dei corvi

il

principalmente

in

distrugge particolarmente

ed anche

animali.

piccioli
i

conigli

1'

anitre

E
,

quando son teneri e


deboli. Nei paesi del Nord va alla caccia insiemecoli' orso bianco , la volpe e
F aquila e si nutre
di pesci e d' uova d' uccelli. Alcuni scrittori hanno
assicurato eh' e poteva ricevere per la caccia
polli,

gli

agnelli,

istessa

educazione del

popoli pur riputata


e

si

servono

vestiti

della

Gli abitanti del

falcone.

Gronlanrl mangiano la sua carne


eccellente

sua

pelle,

e lenze per pescare..

la qual da altri
per far brodo )

onde

far

cattici

corvo.

it

e>4

L'odorato de' corvi

di straordinaria

finezza.

Alla baja d'Hudson, in uno de' pi rigidi giorni


d' inverno , quando pel freddo quasi non si sente
verun odore, si erano gettati de' bufali ed altri
dove non iscorsrevasi alanimali morti in luogo
,

cuno degli uccelli di cui parliam.o; ma fra poche


ore se ne videro comparire gran numero , che
tutto divor.

Le

Il sig.

ha

Vaillant

baja di Saldanha,

ritrovato de' corvi nella

Capo

al

Buona Speranza,

di

quali differiscono dai conosciuti

la

maggior

pi adunco. Tanno
a stormi, e assalgono e uccidono le giovani

grandezza e pel becco


essi

per

assai

gazzelle.

LA CORNACCHIETTA.
E

assai

pi pcciola che

somiglia interamente

pel

il

corvo,

colore, le

parte anche le abitudini. Vive essa

ma

gli

ras-

forme e in
accompagnata

dal maschio della sua specie nei boschi. Ivi costruisca


il

suo nido sugli alberi, fa cinque o

a quelli del corvo, e quando cova

usa verso di

simo

Le

si

uova

simili

suo maschio

che il corvo mede,


femmina.
nutrono di carni guasti d'ogni

quelle cure

lei

d per

sei
il

la sua

cornacchie

si

specie, di vermi, d'insetti e di pi sorta di grani.

Esse cagionano gran guasti nelle conigliere, ove


uccidono e divorano i giovani conigli. I polli e

L COIINACCHIETTA.

^5
divengono pur spesso le loro vittime.
Hanno esse Y odorato s fino , che sentono , per
quel che si dice, la polvere di cannone a considerabile distanza, e fuggono si a tempo chiunque
T anitre

s'avvicina, che l'ucciderle riesce difficilissimo.

Sono poi
che n

il

tanto ardite

accostarsi al loro nido


scacciati.

quando han dei pulcini 5

nibbio, n Y allocco, n

Insultano esse persino

e sovente ne

il

corvo possono

senz' esserne combattuti e

rimangono

il

falcon pellegrino 3

vincitrici.

Sulla costa settentrionale dell'Irlanda,


del sig.

Darwin ha veduto pi

d'

un

un amico

centinajo di

questi uccelli prender ciascuno nel becco

tero marino

pietre, onde aprirne


il

cadere

lasciarlo

la

un

d' alto

assai

dat-

sovra

conchiglia, e mangiarne

pesce.

In alcune parti d'Oriente le cornacchiette sono


cos familiari

piuttosto cos

audaci

eh' entran

Europei , e ruberebbero la carne


mentre i domestici li portano in tavola,

nelle case degli

dai piatti,
se

non venissero cacciate a colpi di bastone.


Sono esse in gran numero nell'America setten-

trionale, ove distruggono il mais recentemente seminato, cavandolo di terra col loro becco, onde
mangiarlo. N gli sono men nocive quando ma-

turo, poich traforali le foglie che circondano la


spica,

l'espongono

cos

silvania decretarono

esser

guasto

dalla

New-Jersey e della Penuna ricompensa per chi le

pioggia. Gli abitanti di

LA CORNACCHIETTA.

^6

ma

distruggesse;

un

rivocarono

poi

ordine,

tal

impauriti dalla troppa spesa.


Il sig.

Pennant racconta

Vili

di Enrico
si

parla divenne

furono

il

come

il

regno

il

di cui

uccelli

loro guasti

parlamento ordin

gracchie

le

sotto

degli

considerabile

spaventosi, che

distruggessero

che

numero

simili.

si

Mal-

grado questo , per , credesi che in Inghilterra


abbondino pi che in alcun altra parte d'Europa.
In 1 svezia sono s rari, che Linneo dice di non
averne veduto mai uccidere alcuno.

Le

maniere, onde prendonsi

sta specie in alcuni

paesi,

gli uccelli

uopo avere una cornacchietta viva

d'

che at,
per mezzo
che fermano dalle due bande la
In questa situazione penosa ella

taccasi contro terra coi piedi in

di

di que-

curiosa e singolare.

due uncini

punta

non

dell' ali.

alto

cessa d' agitarsi e di gridare

e le altre cor-

mancan di accorrere d' ogni parte


alla sua voce
come per darle soccorso. La prigioniera intanto, cercando appigliarsi a tutto onde
trarsi d'imbarazzo, ferma col becco e colle grife,
nacchie non

che

le si

sono lasciate

in

quelle che

libert,

si

avvicinano, e le d cos in potere dell' uccellatore.

Prendonsi

pone

della

altres

con de' cartocci

carne cruda.

Quando

introduce la testa in alcuno

di

dronirsi dell' esca, la quale sta

bra del cartoccio

fatte a

entro

la

essi,

al

si

onde impa-

fondo,

bella posta

cui

cornacchia

le lab-

angolose

si

LA CORNACCHIETTA.
97
piume del suo colio
essa cos ne
resta incappellata, e non potendo gettare quest'incomodo cuffiotto che le copre interamente gli
attaccano alle

occhi

prende

volo

il

innalza quasi perpen-

s'

dicolarmente nell'aria, onde evitare


a che stanca e rifinita cade

cino al luogo

Quando

gli urti, sino

sempre

assai vi-

ond' era partita.

mette una cornacchietta in una gab-

si

espone ne' campi,

suo grida attirano


Cos i cacciatori
possono ucciderle facilmente, perch assorte nella
piet , che loro ispira la compagna , obliano $
bia, e

si

le

a lei tutte quelle dei dintorni.

stesse

e se

li

lasciano avvicinare.

Talvolta le cornacchiette

di cui parliamo, son

nere e bianche. Anzi nel parco di Exeter-Ghange


se

ne vede oggi una tutta affatto bianca. Fu essa


un nido di cornacchie ordinarie e pre-

trovata in
sentata al

Pidcock,

sig.

il

qual

la

da

possiede

sedici anni.

LA CORNACCHIA..
E
e

un poco pi

grossa che la

sue piume son pi

cornacchietta

Le

brillanti.

narici

e
la

base del suo becco sono

ignude , mentre nella


veggon coperte di piume nere.
Dicasi che non abbia gozzo, ma una specie di tasca
cornacchietta

sotto

il

si

becco,

e in cui ripone

per restringersi e dilatarsi,


nudrimento de suoi picciolettL

fatta

il

Gabinetto T. III.

j_-

LA-

98

CORNACCHIA,

Cagionano le cornacchie qualche danno ai pomangiandone i grani ma questo male


l
compensato dal servigio che lor rendono, distruggendo i scarafaggi ed altri insetti, che rodono le
deri

yadici delle piante utili.

osserv che

mentre

rape in un campo

Un

fitta juolo

suoi

intelligente

seminavan

bifolchi

gran numero

di

cornacchie

e
% arrest dalla parte , ov' essi non lavoravano
purgaron la terra da vermi , di cui era piena.
Or avvenne che in quella parte la raccolta fu
abbondantissima, mentre nell'altra fu quasi nulla.
Le cornacchie vanno a stormo, e talvolta sono
in cos gran numero , che 1' aria ne viene oscurata. Abitano i boschi vicini alla citt, e sovente
scelgono un ricovero in mezzo alle citt medesime. Di un tal ricovero vietan l'ingresso ad ogni
straniero , e solo a quelli che vi son nati permettono di abitarvi in loro compagnia.
,

Io

mi sono

divertito sovente

dice

un

cele-

bre autore, ad osservare il loro interno regime.


La mia finestra guardava un boschetto , ov' esse
aveano fondato una colonia in mezzo della citt.
Al cominciar di primavera il lor ritiro , eh' era
stato abbandonato durante Y inverno ,
o soltanto
custodito da cinque o sei , cominciava a divenir
popoloso e pieno di movimento. E difficile il sapere ove sen vadano nella fredda stagione
ma
;

nella tiepida ritornano a stabilire

gi nacquero.

il

lor nido ove

LA CORNACCHIA.

99
radunano pajo a pajo le
pi vecchie per sono generalmente gi provvedute , poich lo stesso nido loro serve pi anni.

Per

quest'

uopo

si

La

difficolt per le giovani, le quali non avendone, sono obbligate a farselo il meglio che possono. Non solo per i materiali loro mancano ,
ma esse non sanno ove fissarsi. Tutti i rami degli alberi loro non convengono gi indistintamente.
Gli uni non sono forcuti abbastanza, gli altri
,

non abbastanza

forti, altri

vento. Il maschio e la

sono troppo esposi; al

femmina

stanno pi gionai

esaminando attentamente tutti gli alberi del boe quando hanno trovato un ramo che
schetto
loro piaccia , allor si danno a ricercare i mate;

riali necessarj

alla costruzione del

loro

nido.

Se

non che sorge un nuovo ostacolo inatteso. Avvieni


sovente, che ima giovane coppia abbia fatto scelta
ove risiede
di un luogo troppo vicino a quello
una coppia pi vecchia. Nasce allora una contesa,
nella quale la seconda rimane quasi sempre vit,

toriosa

I^a giovine coppia espulsa

minciare le sue ricerche,

e,

forzata a rico-

dopo

essersi

a certa distanza dal nido dell' altre

nuovo

il

suo. L'industria che

grandissima,
tivit.

Ma

lungi

somma

bentosto

materiali, e

quantunque a

lei

si

fermata

costruisce di

impiega a quest'uopo

a principio la sua at-

stanca
se

di

andare a cercar

ne discopre dappresso

non appartengano,

si

studia di

LA CORNACCHIA.

IOO

rubarne quanti pi pu. Ove trovi un nido belo


e fatto, ma abbandonato, sei porta via senza esitare. Tali furti per non restano mai impuniti.
Ho veduto otto o dieci cornacchie venire a gettarsi tutte

insieme sovra un nido derubato, e met-

terlo in pezzi.
te

Alla fine la giovin eoppia, sente la necessit

maggior zelo e probit. Mentre


si allontana
onde cercare
ci eh' d'uopo, l'altra fa sentinella sull'albero.
A capo di tre o quattro giorni esse hanno un
comodo nido , composto di ramoscelli e radiche
molli e guernito al di dentro d' erba e di musco. La femmina tosto vi si stabilisce, e da quel
punto gli abitanti del bosco la trattano coi pi
di faticare con

1'

una delle cornacchie

grandi riguardi.

Appena
apporta

il

la

femmina

nel nido-,

suo nutrimento. Essa

il

maschio le

il

riceve con te-

nera riconoscenza, e battendo le


in simil caso

pulcini. Il

cure affettuose tutto

Appena la prima
ambidue lasciano

il

tempo

covata
il

ali, corno fanno


maschio continua le sue

della

in

e vanno lontano a cercar la pastura.

-la

di

volare

loro nido durante la giornata,

tornano regolarmente
passarvi

incubazione.

istato

al

La

sera poi

lora albero favorito, per

notte, li loro arrivo

si

annuncia sem-

pre con grida e clamori .


L' aneddoto seguente potr dare un' idea della

durezza con cai questi uccelli ricusano

l'ospitalit

I.A

CORNACCHIA.

Nel 1783 un pajo


inutilmente tentato di
la

IDI

di cornacchie,

fra

stabilirsi

dopo avere
una colonia

d un

quale avea preso possesso

picciol

bosco

Borsa di Newcastle, fu costretta

situato presso la

ad abbandonare interamente questo disegno , e a


sebben fosse

rifugiarsi sul tetto dell' edilzio. Ivi,

interrotto dall' altr$

cornacchie

costrusse

nido alla sommit della banderuola,

malgrado

ad allevarvi

strepiti della

plebe sottoposta, che

li

suoi

pulcini,

movimenti continui

quelli

delia banderuola.

covare nel luogo

del nido

il

suo

pervenne

gli

alti

fin l salivano,
,

che seguiva

Ritorn poi ogn' anno a

medesimo,

fino

al

1793,

al-

banderuola fu gettata abbasso. L'avrentura dei due uccelli interess talmente , che
lorquando
si

fece

diede

un
all'

la

incisione, la

quale rappresentavali

autor suo non picciol lucro.

Hutchinson narra in proposito di tali


un avvenimento rimarchevole, il quale ebbe
luogo in una terra situata nel West-Moreland.
Vi erano due boschetti attigui al parco , Y uno
Il sig.

uccelli

de' quali serviva di ricovero

ogn' anno

venivano a

a degli aironi

covarvi

l'

altro

era

che

occu-

pato da un numero infinito di cornacchie. In ambidue regn la pace per lunghissimo tempo. Finalmente nella primavera del 1775 fu fatta una
tagliata d'alberi nel boschetto degli aironi, e tutti
i

lor pulcini vi perirono. I parenti,

abbandonare

il

luogo

tentarono di

non volendo
stabilirsi

fra

LA CORNACCHIA.

lOa
]e cornacchie

ma

ostinato, in cui molti perirono

e dall' una parte e dall' altra


possessori d' alcuni alberi

nido con nuova

momento

quel

T un genere

di

aironi rimasero

gli

ove costruirono

nuova

lor

vittoria degli aironi.

pace parve

la

il

Nella primavera seguente

fatica.

nuovo combattimento,

Da

Dopo

queste fecero resistenza.

un combattimento

volatili e

1'

ristabilirsi

fra

n pi venne

altro,

turbata.
Il dottore Percival

quest' altro racconto

sue Dissertazioni fa

nelle

che anch' esso pu leggersi

con interessamento.

Una

numerosa di cornacchie,
un boschetto posto

societ

die' egli,

in riva

abitava da pi anni

Una

del fiume d' Irwel presso Manchester.


io

mi

vi posi rimpetto

tamente

le varie

loro

guardando

e stava

fatiche

menti.

Le

e nel

loro volo faceano risuonar

diverti-

varj

sera
atten-

pi giovani si spassavano, inseguendosi e incalzandosi le une le altre,


pi pigre o

voci strepitose. In

le

mezzo

disgraziatamente prese col becco


e

come

fiume.

il

Un

aria

1'

di mille

de' giuochi l'una di esse

colpo fu violento

la

1'

dell' altra

ala

ferita

grido generale di dolore

si

fece allora

intendere. Tutte le cornacchie accorsero, e

narono verso

la

sventurata

compagna

cadde nel
si

chi-

coli' espres-

sione dell' inquietudine pi tenera. Quella intanto,

quasi rianimata dal loro consiglio, fece


e giunse a toccar

la

punta di uno

uno

sforzo,

scoglio.

La

LA CORNACCHIA.

Ma

gioja fu allora universale.

IO^

ohim

essa diede

ben tosto luogo alla costernazione , poich la


povera ferita, tentando volare verso il suo nido,
cadde nuovamente nelF acqua , e vi si anneg
malgrado le strida e il compianto di tutte le

compagne
Si

osservata

cornacchie ed
nel 1778

presso

un' antipatia

corvi.

un corvo,

il

un' abitazione

F abbandonarono

siili'

Il

sig.

singolare

quale costru
cornacchie

di

istante

ma
vi

pu per
corvo non

torno. Il qual odio singolare


garsi , ove si pensi che
prossimare alcun augello
fargli terribii

il

al

suo

il
;

ne pi

fra

nido

queste

fecer

ri-

altro spie-

lascia approprio nido, senza

guerra, anzi talvolta rapisce

nere cornacchiette

le

Marker vick vide

per farne pasto

le te-

suoi pulcini.

a'

Il sig. Pennant nota che le cornacchie femmine


cominciano a covare nel mese di marzo , e che

quando

gli alberi

abbandonano

lor piccioletti sono allevati,


,

in cui stanno

lor

nidi

ma

poi vi

tornano sempre nel mese di Agosto.

In quelle parli
foano colla

dell'

Hampshire

New-Forest

quando

le
le

quali con-

cornacchie

hanno allevata la loro prole , si ritirano ogni sera


nell' autunno
e nell' inverno entro i luoghi pi
frondosi della foresta, dopo aver passato tutto il
giorno ne' campi, onde cercarvi il lor nutrimento.
In tale stagione non lasciano di fare ogni di una
visita alla loro dimora di primavera.

la cornacchia.

iq4

Darwin ha

Il dottor

temono

die

notato

le

cornacchie

uomini, pi che non faccia qualunque

gli

Sanno esse distinguer he.


un uomo sia armato o no. Se alcuno
passa con un archibugio sotto un albero
ove
altra specie di augelli.

Piissimo, se

siano stabilite, fanno esse ritirare

fondo
i

al

nido, perch non siano

paesani presumono che

F odor

lor pulcini in

Quindi
da lungi

veduti.

sentano assai

della polvere di cannone.

Il sig.

T anno

Latham

dice

che

le

cornacchie vivono

ma

che in Francia
non sono che uccelli di passaggio. Ed
egli aggiugne , che non ve n' abbiano
singolare
nelF isola di Jersey
sopra la quale si veggono
pur tragittare di tempo in tempo, andando in

ed

intero in Inghilterra,

in Islesia
,

Francia.

LA GRACCHIA.
notabilmente pi picciola che la cornacchia,
perocch non ha pi che dodici o quattordici piedi
di lunghezza. I suoi occhi son bianchi, il becco
nero,

il

di

dietro

grgio scuro, e

il

della

resto

testa

delle

del collo

d'un

piume nere

al di

In Isvizzera esiste una


variet di questa specie che ha un collare bianco.
In Norvegia e in pi altri paesi freddi si veggono
sopra e bruno

al

di sotto.
.

alcune gracchie bianche interamente.

Le

gracchie son comunissime in Inghilterra

LA GRACCHIA.

Io5

possono dirsi uccelli di passaggio come in Fran-

ivi

Alemanna

cia, in

e in altre parti

Si radunano esse in
lor nido nei campanili
edifizi diroccati,

truppe
,

del continente.

onde costruire

nelle vecchie torri

il

negli

e talvolta nel cavo degli alberi.

Si aggiungono spesso alle cornacchie nei loro la-

droneggi. In alcuni luoghi dell'


delle torri e dei campanili
a fare

il

lor nido sotterra nelle

coniglj. Nell'isola

giorno che

si

cai non facevasi


di

un nido

la rarit

buche formate dai

d'Ely, in cui non v'hanno ro-

vine d' edifizi, essi fanno

Un

Hampshire

obbliga questi uccelli

il

lor nido nei

cammini

cammino, di
uso da lungo tempo, i materiali
accese fuoco a certo

di gracchie ivi costrutto, anch'essi an-

darono in fiamme, e si dur gran fatica ad impedire che tutta la casa non ardesse.

La

femmina

fa cinque o sei

uova pi

picciole che quelle della cornacchia, e di

un verde

gracchia

pallido.

nudrimento delle gracchie consiste


vermi ed insetti. Il sig. Bingley ne ha per
veduto una cercar nell' acqua de' pesciolini e manIl principal

in

giarli.

Questi uccelli si addomesticano facilmente, ed


anche si insegna loro a pronunciare qualche parola. Sembra che si compiacciano dello stato di
domesticit,

dendo
e

il

ma

sono familiari, infedeli, che nascon-

cibo superfluo cui non possono consumare,

derubando monete e

giojelli,

che non sono per

I6

LA GRACCHIA.
vermi uso

essi di

impoveriscono

il

padrone senza

arricchire s stessi.

LA GAZZA.
La

bellezza

V azzurro

delle

piume

azzurro, di cui ciascuna delle

a varie tinte di

sue

ali

adorna,

da quasi tutti gli


d'Europa. Egli ha di pi sulla fronte un

bastano per
altri

quest' uccello

di

o piuttosto lo smalto

farlo

distinguere

piumicine nere , turchine e bianche.


In generale tutte le sue piume sono morbidissime

ciuffetto di

come

al tatto

della testa

ed egli sa rialzando quelle


;
una cresta cui alza ed abbassa
suo grido estremamente duro e

la seta

farsi

a suo grado. Il

disaggradevole.

Le

gazze

luoghi
quelle

s'

abitati.
il

annicchian

nei boschi e lungi dai

Preferiscon

le

querce

pi folte a

cui tronco circondato d' ellera. I loro nidi

son rozzamente costrutti di picciole radiche intrecciate fra loro, semicircolari, incavati, aperti al di

sopra , senza piumaccio al di dentro

senza difesa

Depongono esse cinque o sei uova di


pi o meno verdiccio con picciole mac-

al di fuori.

un

grigio

chie debolmente segnate. I pulcini seguono


e la

madre

guente, nel qual tempo


nirsi
i

il

padre

loro fino alla primavera dell' anno segli

abbandonano per riu-

pajo a pajo e formar nuove famiglie. Quando

parenti inducono

piccioietti a tenere lor dietro

LA GAZZA.

un

di

al

miagolare

gatto.

Nello

Una

suoni.

pito di

gazza diviene fa-

stato di domesticit la

migliarissima

tire

107

un grido somigliante

eoi volo, fanno

ripete e imita assai bene differenti

di esse rendea cos esattamente lo stre-

una sega, che sempre

un legna j nolo che

Una gazza

allevata in

credeva di sen-

si

lavorasse nella sua bottega.

una casa nel settentrione

il cane
che ritornava chiamandolo a
nome e fischiando. Un giorno d inverno che il gelo
era grandissimo il cane eccitato dalla gazza corse
ed insegu una vacca pregna , la qual cadendo si

dell'

Inghilterra

avea appreso a far correre

incontro al bestiame

fer

gravemente. Quindi fu data accusa

di questo

male, ed

il

suo

alla gazza
padrone forzato ad

ucciderla.

Le

gazze

ghiande,

si

sono

estate

nutrono in gran parte di noci, di


e di frutta d' ogni specie. In

di grani

distruggono

nocevoissime

esse
i

ai

giardini

ove

e l'uva spina.

piselli, le ciriege

LA PICA.
La
petto

pica ha
,

alcune

del suo corpo

la

coda lunga e le

piume

delle sue ali

son

bianchi

qualche sfumatura

verde,

che aggiunta

alla

brillante

il

ali
,

corte

il

suo

e ciascun fianco

resto nero

purpurea

con

e violacea,

sua lucentezza ne fa

un bellissimo uccello. Se non che

siffatti

pregi

LA PICA.

loft,

aono oscurati da bruttissime qualit. Inquieta,

dula, litigiosa, la pica non

tuna

mai non

str-

che rendersi imporoccasione di rubar qualche

lascia

fa

cosa.

certi riguardi essa

rassomiglia allo scortica-

Al par di lui ha il becco adunco, le ali corte,


le piume del mezzo della coda pi lunghe che
non le laterali. Si nutre ella pure non solo di
tore.

vermi e d' insetti


ma di tutti i piccioli augelli
che pu trovare. Un'allodola ferita, un pulcino
separato da sua madre divengono sua preda senza
,

difficolt. Essa ha talvolta l'ardimento di assalire


un tordo od un merlo , anzi di insultare gli animali pi forti, quando in ci non teme pericolo.
Si veggono spesso delle cornacchie salir sul dorso

de' buoi e delle

nascosti sotto
tati

il

pecore

per

cercarvi gli insetti

tormenper liberarsi dalla

lor pelo. I poveri animali

hanno bel rivolgere

la testa,

loro importunit, che loro impossibile

La

pica

s'

impadronisce

dell'

il

colpirle.

uova che pu

tro-

vare nelP assenza degli uccelli , e talvolta assale e


prole e genitori. Essa fa spesso la guerra ai merli

ed ai tordi , il che sembra spiegare perch queste


due specie siano cos poco numerose. Nutresi di
carogne

d' uccelli

d'

ogni sorta di grani, di frutta e d'uova

come

gi

accennammo

ed dotata

di

rara previdenza fra gli animali voraci. Essa custodisce il superfluo del suo nutrimento per un'altra

occasione,

ed

anche

nello

stato

di

domesticit

IA PICA.

IOf)

nasconde parto di quello che

d a mangiare,
per divorarlo poco tempo appresso con un'avidit
sempre nuova.
In tulte le sue azioni la pica mostra un istinto
superiore a quello degli

le

altri

telligenza e la sua destrezza

si

si

maniera ond' essa costruisce

tutto nella

La

uccelli.

sua in-

manifestano sopratsuo nido.

il

Sia eh' ella sappia che varj uccelli di rapina sono


avidissimi delle sue

uova e

ohe alcuni stanno seco in

de' suoi pulcini', anzi

sulle rappresaglie,

mola

tiplica le cautele in ragione della sua tenerezza

del pericolo di quelli che ama. Colloca

adunque

sommit dei pi grandi

alberi, o

il

suo nido

alla

almeno su pi

alti

rovaj

e nulla oblia per ren-

derlo solido e sicuro. Ajutata dal maschio essa lo


fortifica

e della

esteriormente con dei ramoscelli

mota, e

il

graticcio di spine
lascia apertura

accessibile

copre

ben

che nel

anzi tanta

intrecciate
lato

dustriosa non
alla

si

flessibili

d'una specie

di

fra loro; n vi

meglio difeso e meno

solo che

possa entrare ed uscire.


ancora

affatto

Ma

la

basti

perdi' essa

sua previdenza in-

limita solo alla sicurezza,

si

comodit. Perocch garantisce

estenda
il

fondo

del suo nido con una specie di piumaccio orbiculare

affinch

suoi pulcini

si

trovino pi molle-

mente e pi caldamente adagiati; e sebbene questo


piumaccio eh' il vero nido , non abbia che sei
pollici incirca di diametro , la sua massa intera,
comprese 1' opere esterne e Y inviluppo spinoso
,

HO

LA PICA.

meno due

La per lo
piedi. La pica fa sei o sette
uova d' un verde azzurro pallido , spruzzato di
bruno.

Nello
carattere

essa conserva

stato di domesticit
,

sue abitudini

le

il

suo

e le sue cattive incli-

ma s astuta, che mostra pi docilit


che verun altro uccello. Impara facilmente a pronunciare con molta distinzione non solo parole ma
frasi intere , e imita anche i differenti suoni che
ascolta. Plutarco narra che un barbiere di Roma
avea una pica maravigliosa per imitare. Essendosi
nazioni;

un giorno

fatte sentire innanzi alla bottega alcune

trombe, essa le ascolt attentamente, e rimase per


due giorni muta e pensosa. Tutti ne furono sorpresi , e si credette che quegli strepitosi strumenti
avessero alterati i suoi organi in modo da privarla
della voce. Il terzo giorno per si vide che il suo
silenzio era cagionato dalla

diare ci che aveva inteso

tamente
suonata;

il

cura posta nello stu-

poich imit perfetsuono delle trombe e l'aria che avevano

ma

questa nuova lezione le fece obliare

che avea prima imparato.


Trovansi delle piche in alcune contrade della
Norvegia, ma in picciolissimo numero. Acerbi
narra, che ove se ne scorga una in que' luoghi ove
tutto ci

son rare
vicina

si

morte

di

riguarda come

annunziatrice della

qualche gran personaggio del paese.

In varie parti del settentrione d'Inghilterra, quando


e ne vegga volare una sola, il volgo ne trae

IH

LA PICA.

due insieme

un augurio felice;
se tre un convoglio; se quattro un maritaggio. Di
tali idee superstiziose
ed assurde ancor si nutre
un paese cristiano e illuminato.
cattivo augurio; se

LA GAZZA BRUNA DEL CANADA.


*

Quest'uccello

s.

lunghe, morbide come di


che rassomigliano a' peli.

fine

desso famigliarissimo

o nelle tende;

ama

che passa di rado

sue penne sono di un grigio

assai

seta, e quasi tutte

picciolo

si

Le

pi di tre once.
bruno; le piume

entra sovente nelle case

tanto

di

rubare, che non

avvi specie di provvigioni fresche o salate, le quali


siano
1'

al

coperto

sua

della

rapina.

Ha

perfino

audacia di venirsi a collocare sopra una pentola

mentre

sta a

fuoco

toglier

di

le

vivande che

son ne' piatti.

Riesce importunissimo
indiani;

li

segue tutto

il

ai

inglesi ed
pone sopra di

cacciatori

giorno,

si

un albero, mentr' essi preparano le loro insidie, e


appena li vede allontanati, che discende, e va a
mangiar Y esca da loro posta nelle trappole.

La

gazza, di cui

parliamo, vive per in gran

musco

e di vermi. Si addonon vive a lungo nel.'a


Sospira sempre al suo libero stato, e
cattivit.
non fa che languire dal momento che ne priva.

parte di frutta

mestica

di

facilmente

ma

Quest'uccello par della specie di quel di Virginia,

LA GAZZA ERUNA DEL CANADA*.

ira
che

appella motteggiatore, e com' esso ha pi

si

voci.

La cura eh' ei si prende in estate di conservarsi


una provvision di frutta pel verno, merita d'esser
notata. Essa prova una previdenza che rarissima
fra gli uccelli.

femmina

J^a

beri

costruisce

quella maniera

di

il

suo nido sovra

precisamente

gli al-

che

fa il

merlo ed il tordo. Esso fa quattro uova azzurre,


ma non ne cova ordinariamente pi di tre.
La gazza bruna propria dell'America settentrionale, e trovasi principalmente nei contorni della,

baja

Hudson.

d'

IL

CORICA.

Esso non molto comune in nessuna parte del


^mondo. Si trova per in alcune parti dell'Africa
e dell'Asia; e nel Gornwall e nel Northwales si
incontra talvolta fra le rupi e

Non rimane
dimora ma spesso
coste.

gi

le

ruine lungo le

costantemente

nel corso dell' anno

nella
s

sua

assenta

per otto o dieci giorni.

Le piume
Il suo

di quest'uccello

violaceo

il

becco

che non

inquieto

e le

gambe

sono

d'

un

al

giallo

temperamento delicatissimo, e
pu sopportare il freddo. Attivo,
non pu lasciarsi senza pericolo in un

brillante. Il suo
tale

sono elegantissime.

corpo di un vago azzurro che tende

luogo

Ha

CORATCA.

IL

in cui vi abbiano bei mobili. Egli atti-

rato dalle cose risplendenti, e cerca di appropriarsele.

veduto rapir dal focolare del cammino'


e mettere cos il fuoco

stato

persin dei tizzoni accesi


alla casa.

Egli cagiona molto danno alle capanne,

facendo buchi col lungo suo becco onde cercar


vermi ed altri insetti perocch la pioggia penetrandovi le rovina. Altri piccioli buchi fa pure nei
muri, onde trovar ragni e mosche, ed altri ani,

maletti

che

Il coraica

volando

il

volo altissimo

il

suo grido

pi acuto che quel della gracchia.


qualche cosa lo spaventa, manda- uno

Quando
strido

servon di cibo.

gli

ha

ma

allorch chiede

carezza chi di lui ha cura

il
,

il

suo nudrimento

suo garrire dolce

e aggradevole.

Addomesticato si mostra docile e piacevolissimo,


sebben tale per con quelli che conosce ; non si
lascia facilmente avvicinare dagli stranieri.

Si osserva di lui
pasti molto

fra

1'

altre cose

che nei suoi

regolare.

La femmina costruisce il suo nido in mezzo alle


rupi o fra rovine inaccessibili fa quattro o cinque
uova, un poco pi grosse che quelle della cor;

nacchia, bianche

bruno.

Gabinetto T. III.

macchiate irregolarmente di

CAPITOLO
un

Si sparse tosto

Esser giunto
Gorser

tutti

FI

cortigian novello

chiamato Pappagallo

a veder lo strano uccello

Di

color rosso

Ne

osservaron

verde

le

zampe

Bel mostro poi dicevano

azzurro e
e

1'

ali

giallo
il

bel mostro

rostro
!

Casti.

IL

PAPPAGALLO CENEROGNOLO.

Il pappagallo
elie

oggi

della

si

di

questa

apporti in

specie

Europa

grossezza d* un picciolo

la

pi comune
poco

presso a

La

piccione.

sua

lunghezza totale di venti pollici. Tutto il suo


corpo d' un bel grigio di perla e d' ardesia
pi scuro sul mantello, pi chiaro al di sopra ,
e biancheggiante sul ventre.

Una coda d'un

vermiglio termina e d rilievo

alle

d' una bian,


e quasi impolverate
una freschezza grandissima. L' occhio
una pelle bianca, nuda e farinosa,

lucide, ondate

chezza e

d'

posto fra

che copre

rosso

piume

sue

la guancia

il

becco

nero

piedi

son grigi e l'unghie quasi nere.

L' uccello

di cui tarliamo

viene dalla

Guinea

e dall' interno

dell' Africa.

superiore al gran

pappagallo per

la facilit e la

prontezza con cui

IL

PAPPAGALLO CENEROGNOLO.

imita la voce dell'

l5

uomo. Sembra perfino aver

il

desiderio della parola, e lo manifesta

coli'

zione che pone in

sforzi

ascoltare

istante

poi eh' egli

cuna delle

sillabe

cendo ri suonar la propria

Sembra

eh' egli

essa

al-

vincere

suo orecchio, fa-

il

di sopra dell' altre.

al

proponga ogni giorno una ledella quale si occupa anMarcgrave dice che parla anche

che nel sonno


sognando. Quando
:

cerca di

si

zione da apprendere

memoria

che

replicano ad ogni

si

mormora continuamente

ascoltate

che feriscono

tutte le voci,

cogli

fa per ripetere. Questi sforzi

atten-

buon ora

coltiva di

si

sorprendente.

diviene

la

sua

Rodigino

parla di un pappagallo, che recitava correttamente


il

simbolo degli apostoli.

Un

gentiluomo avea comperato a Bristol un


il qual ripeteva gran

pappagallo di questa specie,

numero di frasi , e rispondeva a pi questioni.


Zufolava benissimo pi arie , e batteva la misura
con una specie di scienza. L' intelligenza sua era
tanto straordinaria, che se cadeva in un falso
tuono, ripigliavasi, ricominciava e non s'ingannava
pi. La sua morte fu annunciata di quesla maniera nella Gazzetta del 9 ottobre 1802. Il celebre pappagallo del colonnello O' Kelly morto,
da alcuni giorni, in Piccadilly. Questo singolare
augello cantava a meraviglia, chiedeva tutto quello
di cui aveva bisogno

molta

ragionevolezza.

e dava

Non

si

suoi
sa

ordini con

precisamente

IL

qnal

fosse

PAPPAGALLO CENER GNOL O,'


sua

et

I-

ma

erano

gi

trent' anni

che il sig. O'Kelly l' avea comperato a Bristol.


Alcuni che avrebbero desiderato quest' uccello
,
per farne mostra al pubblico, ne offerirono al
colonnello cento ghinee

all'armo;

ma

e^li vi era

troppo affezionato, per accettare F offerta. Il pappagallo fu notomizzato dal dottor Kennedy e dal
sig.

Brooke

sono in esso

si

scoli della laringe

rinvenuti

mu-

che ne regolavano la voce

notabilmente ingrossati

dall' esercizio

La

sorella del signor di Buffon aveva un pappache parlava sovente fra se e s , e parea
credere che altri gli indirizzasse la parola. Fu
pi volte udito domandarsi la zampa e mai non

gallo

mancava
Sebbene

di rispondere, stendendola effettivamente*


egli

amasse molto

il

suono

della

voce

de' fanciulli, mostrava per essi molta avversione,

perseguitava, e se poteva raggiungerli, li pungeva fino al sangue. Come aveva degli oggetti
d'odio, ne avea pure di grande attaccamento. Il

li

suo gusto
caio

furore

ma
,

per vero dire , non era molto delicostante ; perocch amava , e con

fu

la

cuciniera

la

seguiva dovunque

la

n quasi
,
mai invano. S' era stato qualche tempo a non vederla , si arrampicava col becco e le zampe fino
sulle sue spalle
le facea molte carezze e pi
non l'abbandonava, qualunque sforzo ella facesse
per i sbarazzarsene. Questa giovane ebbe per qualcercava ne' luoghi ove potea

trovarsi

IL

PAPPAGALLO CENEROGNOLO.

1 I

che tempo male ad un dito , e cos doloroso ,


che talvolta le strappava delle grida. Finch il
male dur il pappagallo mai non usc della sua
camera , compassionandola e lamentandosi esso
,

medesimo

Ogni giorno

era di andarle a far visite


teresse

si

che non

non che sembra che questo


dalla condizione

Poich

un' altra

Come

conservando
si

per

Se

cangi mai.
ispirato

pi

che dalia

sua

fosse

cuciniera,

della

essendogliene

passion sua

la

suo male.

il

tranquillo

altro l'antico affetto,

passoj

questo tenero in-

avesse sof-

primo suo

il

sostenne, finch dur

fa guarita divenne

persona.

come

tanto dolorosamente,

ferto egli stesso.

stata

non fece

sostituita

che cangiar

d'ohbietto, e gi parve esser grandissima, prima

che nulla avesse potuto ispirarla e

La

specie di societ, che

fortificarla.

pappagallo contrae

il

con noi pel linguaggio, pi stretta e pi dolce


che quella a cui pu pretendere la scimmia per
la sua imitazion capricciosa

e de' nostri gesti.

Se

la

vallo e deli' elefante

sentimento

per

1'

interessa
utilit

che parla ha spesso in


letto

ricrea

distrae

de' nostri

movimenti

societ del cane, del ca-

maggiormente pel

quella

dell'

augello

medesima maggior dinella solitudine di coms

pagnia, nella conversazione

interlocutore,

ri-

sponde, chiama, getta scoppj di risa, usa l'accento dell' affetto, ovvero la gravit della sentenza;
le sue brevi parole

uscite a

caso

rallegrano per

fl8

PAPPAGALLO CENEROGNOLO.

IL

la loro bizzarria o pel

loro

mal a proposito,

per la loro giustezza. Willoughby parla di un pappagallo il quale quando


alcuno gli diceva: ridi, Poli, ridi, all'istante
dava in uno scoppio di risa, e un istante appresso
gridava: che petulanza! ordinarmi di ridere! Un
talvolta sorprendono

pappagallo divenuto vecchio ed infermo come il


era s avvezzo a sentir pronunciare
,

suo padrone

queste parole
devasigli

come

sua gabbia

ammalato

sono

che quando chie-

stava, rispondeva sdrajandosi nella

sono ammalato.

Gold smith racconta che un pappagallo,


apparteneva

al re

Enrico

VII

che

il

quale

lasciavas

sempre in una camera, le cui finestre guardavano


sai Tamigi , avea imparate diverse frasi , che
udiva ripetere ogni giorno dai barca juoli e dai
Un d, saltando sul suo bastone, cadde
sgraziatamente nell' acqua. Ma appena si fu. accorto del suo pericolo, grid con voce forte: un

passeggieri.

battello

Un

un

battello

venti lire a

chi

barcajuolo, che a caso passava,

si

mi

salva

precipit

credendo salvare una persona, ma non


,
ne trasse che il pappagallo. Se non che, riconosciutolo per quello del re , lo port al palazzo
domandando le venti lire per sua ricompensa. Fu

nell'acqua

al monarca, il quale ademp la promessa del suo pappagallo.


Sono pi di venticinque anni che a Dublino
fu fatta per mezzo di un pappagallo una impor-

ci narrato

IL

PAPPAGALLO CENEROGNOLO.

tantissima scoperta. Il

quella citt di percorrere


guito

esaminare le mercanzie, le misure,

affin di

Avendo un giorno
e

visitata

peso del pane

il

dava; quando
attaccata

gabinetto

il

trovato

soddisfazione

un pappagallo chiuso
grid

fine stra

alla

giusto

il

ne an-

se

nella sua gab:

guardate nel gabinetto.

pesi.

un fornajo

quella d'

essendosi

lord attestava la sua


bia

suo se-

strade col

le

entrare inopinatamente nelle botteghe

d'

IIO,

lord-maire ha costume in

guardate

nel

lord-maire

Il

allora in una cameche a prima giunta non avevano osservata,

suo seguito entrarono

retta,

e vi trovarono pi pani il cui peso era falso , e


che furono tosto portati via.
L' imperadore Basilio , volendo far morire suo
figlio Leone, ch'era stato calunniato, un pappagallo salv la vita al giovin

pi volte per caso

principe

ahi signor

parola commosse Y imperadore

sta

momento

si

gettarono

riveder suo figlio

a'

ripetendo

mio Leone
;

Que-

molti in quel

suoi piedi; ei consent di

gli rese tutta la

sua tene-

rezza.

I pappagalli della specie di cui parliamo imitan

non

solo

discorsi

ma

gesti e le azioni.

ligero dice d'averne veduto uno,


la

canzone de' Savojardi

tempo

e ne

il

Sca-

qual ripeteva

eseguiva

ad un

la danza.

La femmina non fa mai pi di due


depone nel cavo degli alberi.

uova., e

li

tao
L'

ETIOPE O IL PAPPAGALLO

DELLA GUINEA.
E

questo della pi picciola

specie che si copoich non oltrepassa in grossezza un' allodola; ed poi s comune nella Guinea, ch'ivi

nosca

non si ammira abbastanza la bellezza delle sue


piume. Quasi tutto il suo corpo d'un bel verde,
il becco, il petto, il
ventre son rossi; la groppa
coperta d'una bella macchia turchina. Sebbene
le sue maniere rassomigliano a quelle degli altri
pappagalli, per difficile per lui il parlare, avendo
naturalmente un grido assai disaggradevole.
I pappagalli della specie di cui parliamo hanno
l'uno per l'altro un tenero attaccamento. Il signor
Bonnet nella sua opera della contemplazione della
natura ne reca un esempio straordinario.

Un

schio ed una femmina


in una gran gabbia,

insieme

die' egli

erano

ma-

fondo alla quale stava il


raso, che conteneva il lor nudrimento. Sempre
appella jati sullo stesso bastone , non ne discende-

vano che insieme per mangiare, e insieme parimente vi risalivano. Vissero di questa maniera
per quattro anni; e le lor cure reciproche, la
loro allegria provavano la contentezza della loro
unione. La femmina cadde alfine in uno stato di
languore,

suoi piedi

si

enfiarono

come

se avesse

avuto la gotta , e le fu bentosto impossibile di


scendere per cercare il suo cibo. Ma il maschio,

L ETIOPE.

32.1

portava assiduamente nel suo becco, e con-

gliela

tinu cosi a nutrirla per quattro mesi.

Le

infer-

mit della sua compagna intanto crescevano ogni


giorno , sicch non potendo pi tenersi sul suo
bastone, fu obbligata a ritirarsi in fondo alla gabbia.

onde

Facea per

di

salire sovra

il

tempo

in

tempo vani

bastoncello pi vicino.

sforzi,
il

ma-

schio l'ajutava con ogni suo potere, la sollevava

ben vedeasi da' suoi gesti, dalle


desiderio pi ardente di sollevare la debolezza della sua compagna, e alleggerirne la sofferenza. Quand' ella fu presso a spirare , la sua tenerezza apparve ancor pi commovente. Perocch addoppi l'assiduit, occupandosi di essa incessantemente. Tentava spesso di
aprirle il becco , onde porgerle qualche nudrimento
andava a lei con inquietudine e agitamandava talvolta gridi lamentevoli, ovvero
zione
cogli occhi fissi sovra di lei guardava un silenzio
lugubre. Questa compagna diletta alfin mor; ed
egli non le sopravvisse che tre mesi 3 nel qual
tempo egli non f' che languire.
col suo becco

sue tenere cure

il

Gli uccelli

specie di cui parliamo son


Etiopia e in Guinea, ma anisola di Java e in altre parti dell' Indie

cornimi non

cor

nel!'

orientali

come

della

soli in

ove

si

passeri d'

biade ed

veggono a truppe immense

Europa

ai frutti.

e
;
son nocevolissimi alle

I vascelli mercantili ne appor-

tano moltissimi entro le

gabbie

ma

sono

cos

zaa

ETIOPE.

3L

die muojono

per via 3 passando


pure cadono morti di
paura , cagionata loro dai colpi di cannone , i
quali si sparano sui vascelli medesimi. Se per
sopportano il viaggio possono custodirsi lungo
tempo, purch si mettano pajo a pajo nelle loro
gabbie
anzi se ne sono veduti alcuni allevarvi
delicati

climi freddi.

in

spesso

Alcuni

la loro prole.

IL CRICK
DAL GAPO E DAL PETTO GIALLO.

un uccello dell'America meridionale, la cui


lunghezza ordinaria non oltrepassa i tredici pollici.

Ha

la testa intera, il petto e l'inferior parte

del collo d'

un

suo corpo d'

giallo bellissimo.

un verde

brillante

sopra

Il di
,

il

di

<Tun verde giallognolo. La punta dell'ali


la prima fila delle penne dell' ali rossa e
insieme; le altre
delli ali della

file

gialla

coda variate di verde, di nero, di

degli occhi gialla


si

gialla;

sono d'un bel verde; le penne

azzurro violaceo, di giallognolo e di rosso;

Non

del
sotto

piecli

l'iride

sono bianchicci.

ha miglior ragguaglio dei costumi e del

naturale di quest'uccello, che quel che ne diede


al signor di

Buffon

certo

Bougot,

il

quale ne

avea uno addomesticato.


Egli , diceva, capacissimo di attaccamento
pel suo padrone; lo ama, a patto per d'esserne

CRIGK.

IL

12,3

sovente accarezzato; sembra adirarsi ove lo trascurino, ed vendicativo qualor

disubbidiente

volta

dopo ne ride

il

La

voglia

pu ricondurlo

lo circonda.
i

rompere

di

chiare ne fanno

un

Se

toglie

si

zione

pensa

un
le

Esso tagliale
,

al

dovere.

bisogno di rosic-

il

distruttore di quanto

uccello

legni delle seggiole

stoffe

dei mobili, guasta

piume.

straccia le carte e le

da un luogo,

l'istinto

di contraddi-

dopo vel riconduce.

istante

La

renderlo pi ostinato.

rivoltarlo, indurarlo e

dolcezza soltanto

suoi capricci

nei

applaudendosi della sua


rigore non fanno che

quasi

malvagit. I castighi

Tal-

lo offendano.

morde

Ma

com-

sue cattive qualit con altre aggradevole

Ritiene facilmente tutto ci che vuol farsegli dire.

Prima

di

articolar

parola

La

scherza sul suo bastone.


e quasi lo rende
in libert.

Del

muto

ali

s'

agita

attrista^

non parla bene che

in cui
d'

l'

meno

in inverno

da mattina a sera

obliarne

il

suo nudri-

suoi giorni di gioja affettuoso

e restituisce le carezze

un

egli

resto chiacchiera

che nella bella stagione


mai non cessa , a segno

mento
Nei

batte

gabbia per lo

riceve

ubbidisce ed ascolta

ma

capriccio interrompe sovente e fa cessare questo

umore. Sembra che possano molto sopra di


cangiamenti di tempo. Esso divien silenzioso;
e l'unico mezzo di rianimarlo di cantare presso

beli'
lui

di lui.

Egli allora

si

risveglia } e

si

sforza di sor-

1^4

IL CfelCTK.

passare colie sue grida la voce

Ama
-altri

fanciulli

pappagalli.

predilezione , e

Per
si

chi lo eccita.

e in ci differisce di natura dagli

una singoiar
da loro prendere e traspor-

alcuni mesi mostra

lascia

tare impunemente. Egli gli accarezza, e se qual-

che persona adulta in questo momento


le d di becco spietatamente. Quando
suoi amici lo abbandonano,

li

richiama ad

alta voce.

lo tocca
i

affligge,

si

In tempo

par sofferente e abbattuto , e questo suo

fanciulli
li

segue,

di

mata,

stato

dura

circa tre mesi.


si d per cibo ordinario canepuccia, noci,
d'ogni specie, e pane inzuppato nel vino.
Egli preferirebbe la carne , se gli si volesse dare;
ma si esperimentato che quest' alimento lo rende
tristo e pesante, e gli fa cader le penne a capo

Gli

frutti

di qualche

serva

il

tempo. Si pure osservato ch'ei con-

suo mangiare in certe sue tasche, d'onde

lo fa uscire

IL

per una specie di ruminazione

MACAO O L'ARA VERDE.

La lunghezza

di

quest' uccello

del becco a quella della


pollici.

sotto

Il
d'

coda,

suo corpo tanto al

un verde che

ali

Le

dall'

estremit

di circa sedici

di

sopra che al di
differenti

sotto

aspetti

o di color fosco

grandi e le picciole

penne delle sue

sembra o risplendente e dorato


d' oliva.

sono d' un

azzurro

d'

acqua marina sopra un

'

IL

MACAO

O L

ARA VERDE.

12,5

fondo bruno col rovescio d' un rosso di rame. II


e il
di sotto della coda questo rosso medesimo
di sopra dipinto d' azzurro anch' esso d' acqua
,

marina misto ad un verde ulivigno. Il verde della


testa pi vivo, e meno color d'oliva che il resto
del corpo. Alla base del becco superiore in sulla
fronte
clie

un orlo nero

di

picciole

ignuda, che circonda

piume

La

rassomigliano a dei peli.


gli occhi,

affilate

pelle bianca e

seminata anch'essa

di piccioli pennelli di color nero disposti in linea


l'

iride degli occhi gialla.

Questo volatile, egualmente bello che raro,


anche amabile pe' suoi costumi socievoli e per la
dolcezza del suo naturale. Si familiarizza tosto
ama il
colle persone che vede frequentemente
loro accoglimento, le loro carezze, e sembra che
;

brami di renderle a chi


degli

stranieri

perseguita vivamente

non riconosce che

gliele fa.

Ma

rigetta quelle

specialmente de' fanciulli

e sui

quali

suoi amici.

si

cui

scaglia

ei

geloso, e par-

ticolarmente dei fanciullini che sono talvolta

l'offo
getto delle carezze e delle predilezioni della sua

padrona. S' egli ne vede uno sulle sue ginocchia


cerca tosto di slanciarsi dalla sua parte stendendo
ali

sante
f

ma come non ha

che un volo breve e pedi cader per via, si limita


a mostrare il suo malcontento con gesti e movimenti inquieti, con grida acute e raddoppiate, e

sembra temere

continua questo

strepito

fino

che piaccia

alla^

IL

12,6

padrona sua
lui sul suo

gioja con

MACAO O L ARA VERDE.

di lasciare
dito.

il

Allora

un mormorio

fanciullo, e di ripigliare
ei

gliene

attesta la

sua

di soddisfazione, e talvolta

con una specie di scoppio

che imita perfettamente

una persona adulta. Egli non ama


neppure la compagnia degli altri pappagalli, ed ove
se ne metta uno nella camera da lui abitata, non
tranquillo finche non sia tolto di l.
Ei mangia presso a poco di tutto quello che
noi mangiamo. Il pane, la carne di bue, il pesce
fritto, i pasticci, il zucchero sopra tutto sono molto
di suo gusto. Ei rompe le nocciuole col suo becco,
il

rider grave d'

e le sbuccia in seguito molto

sue dita. Ei succia


carli,

destramente fra le
luogo di masti-

frutti teneri in

comprimendoli colla lingua contro

dibola superiore del becco. Quanto agli

meno

come

la

man-

altri

cibi

pane, i pasticci o altri, li


rumina o li mastica , appoggiando 1' estremit del
semibecco inferiore contro la parte pi concava
teneri,

il

della superiore.

L'ara Terde si trova nell'isole della Giamaica,


Guinea e del Brasile. Come tutti gli altri
pappagalli si serve destrissimamente delle sue zampe.
Porta innanzi il dito posteriore, onde prendere e
della

ritenere

frutti e l'altre cose

che

e recarsele in seguito al becco. Si

gli

pu

si

offrono,

dire adun-

que che i pappagalli si servono dei loro diti presso


a poco come gli scojattoli e le scimmie. Se ne servono altres per sospendersi e posarsi. Essi hanno

MACAO O L ARA VERDE.

IL

1^7
non camminano, non s'arrampicano e non discendono mai senza cominciare
ed ajutarsi colla punta del becco, indi portano
avanti le loro zampe, per valersene come di un
secondo punto d' appoggio.

pure

un'allra abitudine:
,

Questi

uccelli

fanno

il

lor

nido entro alberi

non depongono che due volte all'anno


due uova, che il maschio e la femmina covano
incavati; e

alternamente.

Alessandro
il

primo a

il

Grande

far conoscere

Questo curioso uccello


di

che

ci

si

dice

fu

pappagalli in Europa.

TOUGAN.

IL

pollici

per
i

aver forse venti

suole

lunghezza. Il suo becco d* un

verde

ne ha due di

giallognolo, e

lungo

larghezza

base, la quale rossa. Le narici


del becco ed ignude; ma in

alla

sei

pollici

son poste alla base

alcune specie

si

veggono ricoperte di piume.

sopra del corpo d'un verde verdiccio;

il

Il di

petto

d' un bel color rancio il ventre le cosce e le


piume pi corte della coda sono d un rosso brillante; il resto della coda di un verde cupo,
;

le gambe e i piedi son neri.


addomestica facilmente. Ei mangia
o
di tutto ci che gli si offre , ma si nutre princi-

macchiato di rosso
Il

toucan

si

palmente di frutta. Pozzo , che ne allev uno


dice che il suo grido rassomigliava a quello di

TOUCAK.

IL

22:8

una

Cibavasi come

pica.

tavano dei grani

li

becco

suo

aria col

pappagalli,

ma

era spe-

quando a lui se ne getprendeva assai destramente in

cialmente avido d' uva

questo

nell' uccello

parliamo, incavato, picciolo, e

di cui

debole,

clie

ad atterrare o guastar nulla. La


sua lingua di straordinaria conformazione non
gi un organo carnoso o cartilaginoso, come quella

non pu

di tutti

servirgli

animali o di

gli

altri uccelli.

tutti gli

una vera piuma con barbe serrate da ambo

JE

lati,

e similissime a quelle delle

piume ordinarie. Queste

barbe

sono tanto pi lunghe

dirette in avauti

quanto pi

trovano

si

situate

presso

della lingua, che anch'essa lunga

Varj autori hanno


alberi

come

il

come

estremit
il

becco.

ma

toucan fora gli


la forma del suo becco

all' ingi

basta per ismentire questa

pico

adunco e curvato

1'

scritto

che

il

opinione,

I toucan fanno

il

lor nido nel cavo degli alberi,

formano talvolta essi medesimi. Depongono essi


due uova e nessun uccello, dice il signor di Buffon sa meglio difendere i suoi pulcini, che hanno
a temere non solo i volatili , gli uomini ed i serpenti, ma una moltitudine di scimmie pi malvage e pi voraci che tutto il resto. Fanno queste
cui

ai
all'

toucan

frequenti

becco di

tal

insidiatrici

visite;

ma

essi

le

ricevono

che abitano col loro graa


maniera, che fanno sempre a quelle

ingresso del

cavo

prender

la fuga*

TOUCAN.

TL

II toucan originario della


sile.

l*)

Gujam

e del

Bra-

ricercatissimo nell'America meridionale per

la delicatezza della sua carne e la

bellezza delle

sue piume, particolarmente quelle del petto. Le


indiane fanno disseccar la pelle di questa parte
del suo corpo

l'

credendo accrescere

applicano

loro guance,

sulle

la loro bellezza.

In alcune contrade dell'America meridionale


cui

di

dato agli uccelli

si

tratta,

nome

il

si

di

toucan predicatori, perch nella notte, quando son


uno di essi, tenendosi sovra un albero

tutti radunati,

un fischio acuta, movendo


ed a manca, ad intendimento, per

elevato, fa udire

la testa

a destra

ci

si

che

crede, d'allontanare gli uccelli di preda. I toucan

cangiano di paese

che sono

frutti

presso a poco della grossezza di uno stornello.

I suoi piedi e

ramente sono
anteriore

il

suo becco son neri; e nere inte-

anche

dell' ali

le-

che

piume, eccetto la parte


d' un rosso brillante.

Questa parte rossa, che somiglia

in

qualche

alla decorazione di un ordine cavalleresco,

fatto

dare

il

nome

di

in alcune parti dell'America, che se

dono sovente

lino

a trecento con un

Gabinetto T. Ili,

modo
gli

ha

commendatore.

Gli uccelli di questa specie sono in

mero

maturi^

COMMENDATORE.

IL

per aver sempre

loro principal nutrimento.

il

gran nune pren^

sol trarre di

l3o

IL

Si nutrono

COMMENDATORE.

d'insetti, di frumento, di
mais di cui consumano una gran quantit. Talvolta
reti.

essi

i fittajuoli, onde evitar tanto guasto, intingono il


mais prima di seminarlo , in una decozione d'elleboro bianco, il quale fa che gli uccelli, i quali
ne mangiano, cadano presi da vertigine. Questi

uccelli

cliiamano in America predatori di mais.

si

Sono cosi
due o tre

voraci ed arditi, che

si

pu

far fuoco

si scompongono; anzi sovente , prima che siasi ricaricato


Y archibugio, il loro numero aumentato.
Catesby assicura, che i commendatori nella Carolina e nella Virginia depongono sempre le loro
uova fra i giunchi, di cui sanno intrecciare le
punte, per farne una specie di comignolo o di

ricovero

volte contro di essi, senza che

sotto cui stabiliscono

il

loro nido a cos

che sempre si trova al di sopra


delle maree pi alte. Latham dice che lo costruiscono sopra rami d' albero a tre o quattro piedi
da terra, e nei luoghi paludosi, ove l'uom penetra
giusta misura

di rado.

Si prendono agevolmente nelle trappole, ed

qualunque et

facile addomesticarli

si

insegna pur loro a

parlare.

abbiano

essi

Sono

di natura

,
e si compiacciono a cantare e a sellerche si mettano in gabbia , sia che si lascino
correre per la casa. Si chiudono sovente in una
gabbia cilindrica, cui essi aggirano come fanno gli

allegrissimi

zare

sia

scoiattoli.

Nulla

piacevole

come

il

vederli

"IL

COMMENDATORE.

l3l

riguardarsi in imo specchio, dinanzi al quale fanno

morfie e gesti comicissimi. Dicesi che quando sono


lungo tempo rinchiusi in una gabbia, diven-

stati

gono

bianchi e

affatto

nemmeno

pi

,
che non pensano
Ci per altro loro non

stupidi

al lor cibo.

accade mai nel paese ove son nati.

IL
Trovasi

nell'isole della

La

maica.

TRUPIALO.

nutre d'insetti, e

si

nelle lor case

come

Saltella

Ma

Carolina e della Giam-

sua grossezza quella di

gli

Americani

un merlo. Li

lo custodiscono

poi eh* egli loro utile a

Albin assicura

tal

uopo.

ed ha molto dell'andar suo.

la pica,

eh' ei rassomiglia in tutte le sue

azioni allo stornello

e aggiunge

che

si

veggono
per

talvolta quattro o cinque trupiali uniti insieme

ad uno pi grosso, e che uccisolo


in buon ordine
e quasi tenendo
ciascuno il suo grado. Nello stato selvaggio sono
essi tanto feroci ed arditi , che assalirebbero sin
r uomo
ma addomesticati che siano , divengono
dar

la caccia

sei

mangiano

mansuetissimi.

I nidi di questi uccelli sono


drica

sospesi

ondeggianti

all'

ali'

una forma cilinalti rami , ed

d'

estremit dei pi

aria liberamente

pulcini di fresco venuti in luce

di

modo che

son di continuo

dimenati come bimbi in cuna. In tal situazione si


trovano sicuri contro certi animali terrestri, e sopra
tutto contro

serpenti.

CAPO MORO.

IL
Quest'uccello

si

parti dell'Africa.

trova nel Senegal e in pi. altre

Due femmine

essendo state poste

nell' istessa

che ne intrecciavano

Di

qui

si

ferri

si

vicine a far

dieder loro delle picciole foglie di

di cui ebbero bentosto costruito

di tanta capacit, da nascondervisi entro

interamente.

osserv

si

dei rami di moro.

prese indizio cbe fossero

F uova. Per
giunco

ai

della sua specie

gabbia

Ma

all'indomani

si

un nido

una

di loro

vide distruggere

r opera del giorno avanti il cbe prova cbe nello


stato di natura il maschio e la femmina sono ambidue necessar) alla costruzione di un asilo per la
loro prole; ne la femmina pu bastarvi da s soia.
Un uccello di questa specie avendo trovato per
sorte una gugliata di seta 1' intrecci all'inferriata
della sua gabbia. Quindi essendogliene data una
certa quantit, se ne fece una specie di stuoja
per impedir che la luce entrasse da certa parte-.
;

Il

verde e

il

giallo-

brava preferire.

erano

due

colori ch'ei

sem-

JP ITOLO VII
Pari da

hmge

ai

pi bei fior, del fiume

Scherzano in riva gli


Cui d'ogni color vivo
Piacque a natura

Ma

a schiere,

angelletti

in

mille guise

ingentilir le

larga di belt lor niega

il

penne

canto.

Poco ne cai della leggiadra pompa


Che lor di Montezuma il ciel comparti
N dedi stuoli di volanti stelle
Che a rai del sol coloransi. Decoro
,

Delle nostre foreste ec.

Thomson.

IL

GRANDE UCCELLO DEL PARADISO.

-J

impossibile

elegante che le

il

veder

piume

di pi mirabile che

zano

al di

cosa

pi graziosa o pi

di quest'uccello.

due lunghi

filetti

Ma
che

nulla
s'al-

sopra della sua coda, e la quantit delle

lunghe penne, che nascono da ciascun fianco, fra


P ala e la coscia , e si prolungano al di l della vera
coda

confondono per cos dire con essa, e forspecie di coda falsa, che ha tratto in
inganno parecchi osservatori. Queste penne subo,

si

mano una

sono quelle che i naturalisti appellano decomposte. Leggierissime per s stesse formano per la
lor riunione un volume
quasi senza massa e per

lari

GRANDE UCCELLO DEL PARADISO.

IL

l3-{

cosi dire aereo.

sono

d'

un

La

il

il

petto

testa

giallo pallido

di smeraldo brillante

di dietro del collo

di

un verde

ventre bruno e talvolta


sono di color di nocciuola; i piedi e

nero; le ali
V unghie brune

La

il

becco

il

testa picciolissima in

sono ancora pi

gli ocelli

presso

d'

un

giallo verdiccio.

proporzione del corpo


piccioli

e posti assai

apertura del becco.

all'

La lunghezza

penne degli uccelli di questa


quando spira vento.
Sorpresi dalla tempesta essi prendono il volo per*
pendicolarmente fino alla pi alta regione, ove la
calma dell' atmosfera permette loro di continuare
delle

specie loro impedisce di volare

con sicurezza il proprio viaggio.


Questi uccelli vanno soggetti ad una muta di
penne
che dura parecchi mesi dell' anno. Si
nascondono essi in tal tempo, che la stagione
delle piogge pel paese che abitano
ma al cominciar d' agosto , cio a dire dopo che hanno
deposte 1' uova, le loro piume spuntan di nuovo,
,

e durante

tempo

mesi di settembre e di ottobre, che


vanno a stormi, come fan gli

di calma,

stornelli in

Europa. Volando mandano un grido

simile a quello del corvo.

Prima che
conoscere
si

1'

faceano

quali

si

naturalisti

uccello che

intorno

fossero

giunti

ben

appelliamo del paradiso

ad esso favolosi racconti, ai


eh' ei non aveva

prestava fede. Dicevasi

piedi; che volava continuamente anche

dormendo

l35
GRANDE UCCELLO DEL PARADISO.
se non di vapore e di rugiada
che
femmina deponeva le sue uova in aria, e molte
IL

che non vivea


la

altre cose

egualmente assurde che

ridicole.

L' attaccamento esclusivo dell' uccello di cui si


tratta , per le contrade ove crescon gli aromi, fa
credere eh' ei trovi sugli alberi che gli offrono il
nutrimento a lui conveniente. Tavernier assicura
egli ama all' eccesso la noce moscada , e che

eli'

nella stagione della sua maturit

ne mangia a segno

cadere per terra. Giovanni Ottone


qual viaggi nell' Indie orientali, dice

d' inebriarsi e

Elbigio
eh' ei

il

si

nutre di bacche rosse, le quali sono pro-

faccia

eh' ei

Bonzio
celli

elevato. Linneo crede


preda delle grandi farfalle , e

un albero molto

dotte da

sua

eh' ei dia talvolta la caccia ai piccioli uc-

e se

li

mangi. I boschi sono

Ei

la

sua dimora

posa sugli alberi , ove gli Indiani


lo aspettano ascosi entro capannucce leggiere, cui
sanno appendere ai rami, e d' onde scagliano con
essi le loro frecce di canna. Lo prendono altres
ordinaria.

colie

si

panie o coi

lacci

se

non che preso

fa col

becco una lunga e vigorosa resistenza. Alcuni selvaggi gli aprono con un picciolo coltello il ventre,
ne traggono gli intestini e parte della carne, indi
fan seccare

al fuoco , e lo vendono a vii prezzo


Europei. Nell'Indie e nella Persia si adoperano le sue penne per adornare i turbanti dei

lo

agli

ragguardevoli personaggi ed anche


cavalli.

gli arnesi

dei

l3

GRANDE UCCELLO DEL PARADISO.

IL

I volatili della

specie di cui parliamo non si


trovano che in una picciolissima parte dell' antico

continente, e non

tinuamente

mai del nuovo. Essi fanno con*

Guinea, e ritornano

all'isole

stormi di trenta o quaranta

un capo

che

Nuova

viaggio dall' isole d' Arou alla

il

nativi del

d'Aron. Volano a

sotto la direzione di

paese appellano re

suol essere nero macchiato di rosso. Questo capo

che mai non


altri
abbandonano, e discendono a terra per riposarsi,
quand' egli il giudica a proposito 5 e loro ne d

vola sempre al di sopra degli

1'

1'

esempio.

IL

PICCOLO UCCELLO DEL PARADISO,

Si parlato di quest' uccello


del grande

come d'una

variet

poi eh' esso ha con lui molta rasso-

miglianza. Pi ragioni per fanno presumere che


essi

appartengano

forte

si

non

estendono

nord

di

due

specie distinte:

la

pi

Quel di cui ora


Papous che

si

estremit meridionale di Gilols e

il

e le abitudini dei
tratta

la differenza che esiste fra la condotta

si

due

uccelli.

trova che nell' isole di

dall'

Gerani

fino

alia

si

parte occidentale della

mentre l' altro abita la Nuova


d'Arou. D' altronde il picciolo
uccello di paradiso mai non abbandona il suo paese
mentre 1' altro viaggia ogni anno ad epoca
nativo
fissa. Si rassomigliano essi nondimeno per la forma

Nuova Guinea
Guinea
,

e le isole

IL PICCOLO

il

il

picciolo

UCCELLO DEL PARADISO.

iS?

ma

differiscono in grandezza, poich


appena lungo Tenti pollici , mentre
il grande lo
d' ordinario due piedi e quattro
pollici. Il picciolo ha il becco del color del piombo,
occhi assai circoscritti , petto di un verde di sme-

colore;

raldo

cinto

di

nera collana.

dietro del collo sono d'

il

un

La

ventre d' un bruno se aro, le

di nocciuola.
dell'ali sono

della specie

meno

la

il

di

pancia

corte e color

Le piume che escono al di sopra


d'un colore pi pallido che quelle
d' un giallo
precedente
il dorso
;

In generale

grigio.

ali

testa

giallo carico

brillanti

che

colori di questa specie sono

nell'altra.

Il

becco e

il

collo

sono pi grossi nel maschio che nella femmina.


Questi piccioli uccelli seguono sempre un re od

un capo

a cui sembrano ubbidire. Si posano sugli

alberi pi alti delle

montagne, e vi costruiscono
Maysol gli uccidono con
frecce smussate, onde non alterare la bellezza delle
lor piume. Gettano pure nei ruscelli, ov' essi d'or-
dinario bevono, una droga inebriante, che loro
impedisce il salvarsi, quando vengono per prenderli. Questi uccelli amano molto un albero appellato tsampedoch cui forano col loro becco per
trarne il midollo. Quando i selvaggi gli hanno
uccisi, ne cavano gli intestini, passano loro un
ferro arroventato nel ventre , e li mettono nel cavo
di un banxbou per conservarli.
il

loro nido. I selvaggi di

i38

MANUCODE

IL

O RE DEGLI UCCELLI DI PARADISO,


Quest'uccello solitario
alberi elevati
si

come

aggira di rovo

mai non

gli altri della

in

rovo fra

si

posa sovra

sua specie,

ma

arbusti

che

gli

danno dei rossi frutti ond' ei si pasce. Gli isolani


d'Arou mai non hanno ritrovato il suo nido sicch pare eh' ei venga dalla Nuova Guinea e non
;

abiti la

loro isola

che accidentalmente.

Sogliono

prenderlo con una trappola fatta con quella pianta


eh' essi appellano

gumunatty , e venderlo

in seguito

all'Indie, ovvero conservarlo, per fare degli or-

namenti colle sue piume.


Il signor Sonnerat, eh' ebbe opportunit
esaminarlo, cos ce lo descrive:
celli

di paradiso presso a

Il

di

ben

re degli uc-

poco della grossezza

d'un merlo d'Europa. Ei differisce dall'altre specie d'uccelli di paradiso , per ci che ha 1' ali pi

lunghe e la coda pi corta. Ambidue queste parti,


non ebe la testa, il collo, il petto, il dorso brillano di un color rosso a par del carmino, e morbido al tatto , e piacevole alla vista come il velluto. Il suo ventre bianco, e

si

distacca dal collo

verde e lucente. Da ciascun


lato del ventre , sotto le ali , egli ha lunghe piume
grigie terminate in punta verde e lucida anch'essa
come il collare. Del mezzo della coda escono due
fili pi lunghi di essa, la cui
estremit guernita

per mezzo

di

una

lista

MANUCODE.

IL

barba forma un
ed adorna d' occhi
pavone , e anch' essi

riccio,

di

Il

becco e

volgendosi sopra s stessa,

simili, in picciolo, a
d'

piedi son

I09

un verde
gialli

1'

quei del

assai splendido.

iride

egualmente,

e l'angolo interno dell' occhio segnato di nero .

Avvi un

altro uccello

due mazzetti

vabile per
il

di questa specie

collo alla sua intaccatura.

di varie

piumicine

segnate presso

di

sottili,

punta

la

osser-

piume che ha dietro


Il primo composto

di

color

giallognolo,

d'una picciola macchia

nera, e che in luogo di star distese come all'ordinario, sorgono sulla loro base , di modo che le

pi vicine

sopra di questo

ne vede un altro

come quello
compone esso
da tubi

formano con essa un angolo


primo mazzolino se
maggiore ma che s inalza meno,

alla testa

retto. Il di

pi inclinato all' indietro. Si


lunghe barbe staccate, che nascono

eh'
di

assai corti,

si

riuniscono insieme in quin-

per formare delle specie di


color di paglia. Queste piume sembrano
tagliale in quadro alla punta e fanno degli
pi o meno acuti col piano delle spalle. A
dici o venti,

manca

del secondo luazzetto

sorgono alcune piume ordinarie

e a

e di rancio. Esso
dietro, in

d'

essere

angoli
destra

di cui parliamo,

variate di

poi termina, volgendosi

una macchia

piume

un bruno

bruno
all'

in-

rosso e lucente,

forma triangolare, la cui estremit guarda la coda.


Un' altra particolarit caratteristica del nostro
augello sono i due filetti della coda. Sono essi
di

l^O

1*1

lunghi un piede

all'

MANUCOEE.

incirca, larghi

turchino cangiante in lucido verde

una

dun

linea,

e nascono sulla

groppa. Rassomiglianti per questa qualit

ai filetti

ne distinguono per
nella forma; poich terminano in punta, e non
della specie precedente

se

han barbe che a met dalla parte interna.


II mezzo del collo e del petto segnato d'ai*
cune piume regolarmente disposte e cortissime, le
quali presentano una serie di lineette trasversali,
alternativamente d' un bel verde chiaro cangiante
in turchino, e d' un verde d'anitra scuro. Il bruno
il color dominante del basso ventre, della groppa
e della coda;

il

gran

giallo rossigno quello delle

piume che

penne

dell' ali

ma

penne hanno di pi una macchia bruna

le

loro estremit.
diritte

folte

e delle

Le piume

della

come

alla

testa sono corte

e mollissime al tatto,

velluto di color cangiante,

ricoprono

le

una specie

di

in quasi tutti gli

pu dirsi
un moro dorato. Il petto anch' esso rivestito di
piume vellutate, ma nere con aurei riflessi.
uccelli di paradiso, colore

il

cui fondo

IL PAVONE.
Pu

a giusto titolo essere appellato

La

degli augelli.
le sue

piume

del cielo

splendenti

della

il

pi bello

sua figura nobile e maestosa;


terra;

oblunga adorna d'un

riuniscono
la

tutti

colori

sua testa picciola e

ciufietto,

che potria

dirsi

IL

PAVONE.

IZft

Questo

com-

diadema
pone di ventiquattro picciole piume, il cui stelo
guernito dalla base fin presso alla sommit, non
della bellezza.

il

di barbe

ma

di

rari

filetti

ciuffetto

staccati

si

e la cui

sommit poi formata di barbe ordinarie unite


insieme e dipinte dei pi bei colori.
Il

vaghissimo augello di cui si tratta, presso


un giovane pollo d'India.

a poco della grossezza di

La

sua lunghezza ordinaria dal becco all'estremit


ed otto pollici; la sua

della coda di tre piedi

coda lunga un piede e mezzo, e le ali distese


di cinque pollici pi corte. Il becco,
forte e convesso, ha due pollici di lunghezza; ed

non sono che

di un color bruno. Ciascun piede del maschio


ha uno sperone lungo tre quarti di pollice , ed
terminato da una punta acuta. Ma ci che particolarmente distingue il pavone dal numero infinito
dei gallinacci ,

si

la straordinaria lunghezza delle

Queste piume sono

priime che coprono la coda.


in

grande quel che

picciolo. Il

base

fin

le

piume

del eiufietto sono in

loro pelo parimente guernito dalla

presso Y estremit d

color cangiante

filetti

staccati d'

un

e termina in una piastra, se cosi

possiamo esprimerci , di barbe riunite , adorna di


quel che chiamasi occhio o specchietto. questo
una macchia brillante , smaltata dei pi bei colori,
giallo dorato d

varia

tinta

turchino e in violacea secondo


ai

cangiante in

differenti aspetti

sembra dar nuovo lustro quello dei


un bel nero di velluto.

quali colori

eentro, eh'

verde

l4

IL PAVONE

pi permanente della testa, del petto,


del collo e della pancia il turchino con differenti
Il colore

riflessi

Da

di violaceo, d'aureo e di

ciascuna parte

bianche ,

1'

una

della

al di

sopra

pi larga posta al di

pongono

la cresta

verde splendente.

testa
dell'

ha due macchie
occhio

Le piume

sotto.

e F altra
che com-

brillano degli stessi colori che

piume del dorso e della


un verde brillante e dorato con
riflessi color di rame , orlate d' un cerchio verde
vellutato, e della forma delle scaglie del pesce;
quelle che copron la coda sono divise in due orquelle del ciuffetto; le

groppa sono

d'

dini, l'uno al di sopra dell'altro: icos detti occhi

o specchietti sono posti sul primo, mentre

condo non ne ha punto , e

le sue

il

se-

piume sembrano

quadrate.
Il ventre e

con

lievi tinte

fianchi

del pavone son bianchi,

verdi e d' oro.

La coda

composta

un grigio bruno. Le piume


gambe sono di un bel colore fulvo le picpiume dell' ali piacciono per graziose tinte

di diciotto

delle

piume

d'

ciole

di nero, di verde e d'oro. L'iride dell'occhio


gialla

l'unghie son grigie.

.piedi e

che sembra orgoglioso dello


penne, F emblema delle
persone vane, il cui solo merito consiste nella
ricchezza e nell' eleganza delle lor vesti. Poich
Quest' uccello

splendore

delle

sue

egli

non quasi di veruna

dura

arida e senza sapore

utilit;
;

la sua

la

sua carne

bellezza stessa

IL

PAVONE.

1^3
poca durata, poich le piume pi brillanti
cadono ogn' anno. Il pavone, come sentisse vei>
gogna di averle perdute, e questo stato di nudit
di

fosse per lui umiliante

cerca

luoghi pi oscuri

e riposti, onde nascondersi a tutti gli occhi, finch

nuova primavera , rendendogli

una

pompa,

l'

sua

usata

riconduca sulla scena, a ricevervi

lo

gli

omaggi dovuti alla sua belt. Poich pretendesi


eh' egli ne goda infatti, e molto si compiaccia
ammirazione; sicch l'unico mezzo di

dell'altrui

indurlo a far mostra delle belle sue


volgergli uno

sguardo

all'incontro se

guardato

molto interesse,

piume

con lodi

attento

sia il

laddove

freddamente e senza
,
e le nasconde

le raccoglie a s

disdegnoso.

Sebbene
ralizzati in

ove

si

pavoni siano da lungo tempo natu-

Europa, sono per

trovano in gran

moltiplicano senza

il

originar j dell'Indie,

quantit,

soccorso dell'

vivono

si

uomo. Dall'In-

di e saranno essi passati facilmente nella parte og*

cidentale dell'Asia e di l nella Grecia, ove furono


s rari, che ad Atene si mostrarono
per trent'anni, come un oggetto di curiosit, sicch

a principio

accorrevasi dalle citt vicine per vederli.

La

bellezza delle loro

piume

si

altera infinita-

mente nei climi freddi.

Quando Alessandro vide per

la

prima volta dei

pavoni nell'Indie, ne rimase talmente ammirato 3


che proib di ucciderli sotto pene severissime.

IL PAVONE.

1^4

Sembra per che poco tempo dopo

ed anche

lui,

prima delia fine del suo regno essi divenissero


assai comuni; poich il poeta Antifane, contemporaneo di quel principe , e che gli sopravvisse
dice che
vi

il

solo

pajo di pavoni apportato di Grecia


a tal segno che vi si tro,

pavoni che quaglie. Aristotele,


quale non stetto in vita che due anni circa dopo
moite del suo allievo, parla dei pavoni come

vavano
la

un

era moltiplicato

si

altrettanti

di uccelli comunissimi.

Giacche
selvaggio

pavoni vivono

all'Indie appartien

loro la caccia.

Non

all'

Indie

pure

1*

nello stato
arte

di dar

possibile avvicinarli di giorno,

sebben vadano errando pei eampi in truppe assai


numerose. Imperciocch appena discoprono il cacciatore, fuggono da lui pi celeri che la pernice,
e si ascondono fra gli sterpi , ov' impossibile il
seguirli.

Solo di notte pertanto

ed ecco di qual maniera


caccia nei dintorni di Gambaie.

derli

Si va presso

all'

giugne a pren-

si

si

pratica la loro

albero su cui posano

si

pre-

che porta due


candele accese , e su cui sono dipinti de' pavoni al
naturale. Essi abbagliati da quel lume, ovvero
occupati a considerar la pittura, sporgono il collo,
il ritirano , lo allungali di nuovo
e quando han
cacciata la testa nel nodo a ricorsojo che si preparato , si tira la corda , e i poveri uccelli rimangono prigionieri*
senta loro

una specie

di bandiera,

r45

IL PAVONE.

La femmina
Indie

pavone molto pi feconda

del

ov' essa fa

dicesi

di quello che nei climi freddi

nell'

venti in trenta uova,

ove

non sorpassa quattro o cinque.


bianche

maculate come quelle della pollanca

presso a poco della


si

lasci la libert di

depone

essa le

numero

loro

il

Queste uova son

in

medesima grossezza. Ove

operare secondo

luogo

il

suo

istinto,

e appartato

segreto

le

quindi le cova per ventisette o trenta giorni pi


o

meno , secondo

stagione.

la temperatura del clima o della


In quel tempo si ha cura di mettere a

sua disposizione sufficiente quantit di nutrimento-,

per tema che essendo obbligata di andarne a cercar lontano, non abbandoni troppo a lungo le sue

uova, e non

le

lasci

raffreddare.

guardarsi dal turbarla nel suo nido

pur

d'

uopo

o darle ombra

veruna. Perocch, in grazia del naturai suo inquieto e diffidente, ov' ella si trovi scoperta, abbandona le uova, e fa poi una seconda covata,
che non vai la prima, a cagione dell'approssimarsi
dell'

inverno.

Quando
bisogna

suoi

in seguito

si

pu

trasportarli sotto

non torna a dormire


simo.

cora

salir

questa covata

sugli

alberi,

Gabinetto T. III^

giorni

del guscio-,..

ventiquattr'ore,

una muda, Si
la madre mai

colla sua covata nel nido or-

nemmeno due

Come

fuori

madre per

che nei primi

osservato

dinario, e

son

pulcini

lasciarli sotto la

medepu an-

volte nel luogo


s

ed

tenera non

esposta
io-

molti

IL PAVONE.

1^6

uopo

quei giorni prendere particolar


cura di essa e della madre , e procurarle sicurezza
pericoli

in

per mezzo di un recinto all' aria aperta.


I pavoncelli, fino a che siano un po' forti, portano male le loro

e non sanno ancora servir-

ali,

sene. In quei principj

sera sul dorso, e

li

la

madre

trasferisce

li

prende ogni

l'uno dopo

l'altro

ramo, ove debbono passar la notte. All'indomani mattina ella salta dinanzi a loro dall' alto al
v
basso dell'albero, e gli accostuma a fare altretsul

tanto per seguirla, e far uso delle loro ali.


misura eh' essi si fortificano, cominciano a battersi
fra di loro, sopra tutto nei paesi caldi. Quindi
gli antichi , i quali sembrano essersi molto pi di

noi occupati dell'educazione- di

questi uccelli,

li

tenevano in case separate. Quando i pulcini hanno


un mese o poco pi, comincia a nascer loro il
allora soltanto il padre li riconosce per
, e
dacch prima li persegue come stranieri.
Non si debbono per mettere coi grandi, prima
che abbiano sette mesi; ed ove non si mettano da

ciuffetto

suoi,

sul posatojo

s stessi

non

soffrire

freddo e

dell'

Pcich

d'uopo avvezzarveli , e

che dormano a terra

a cagione del

umidit.

pavoni non possono volar molto, amano


Passano ordinariamente la notte
sul comignolo delle abitazioni, ove cagionano molto

ci'

arrampicarsi.

guasto
spesso

sugli

udire

la

alberi

pi

elevati,

loro

voce,

che

Di

l fanno

sembra

tanto

PAVONE.

IL

disaggradevole

1^7

forse perch turba

il

sonno, e che,

ha loro dato

giusta V opinione di parecchi,

il

nome

in quasi tutte le lingue.

I giovani pavoni possono servire di pasto assai

buono
che

ma

vecchi son troppo duri

carne

la loro

debb'essa

ci

conservare

potersi

il

pur questa asserzione

incorrotta, se

e tanto pi

naturalmente molto asciutta.


pi anni

abbastanza

fondata.
Si adoperavano altra volta le
a fare delle specie di ventagli

piume

e se

di pavone
ne formavano

corone in guisa d'alloro pei poeti appellati trova-

Gessner vide una

tori.

stoffa

il

cui ordito era di

piume,
Tal era, senza dubbio, il
mantello che il papa Paolo III invi al re Pipino.
Nella Cina le piume di pavone sono un' insegna
di dignit: i mandarini hanno solo il dritto di

seta e di filo d'oro,

delle quali

e la trama di queste

favella.

si

portarne sui lor capelli. Altravolta servivano esse


di

ornamento

ai

re d' Inghilterra.

Dunkerque, nell'inverno

un pavone

sepolto

Egli era vivo

ma

del 1776,

da pi giorni

si

trov

sotto la neve.

interamente gelato. Riscaldato

a poco a poco fu presto in istato di mangiare, e

cominci a star cos bene , come se nulla

gli fosse

avvenuto. Il che deve sembrare tanto pi straordinario

che

il

pavone

in origine viene

da un clima

caldo.

La

durata ordinaria della vita degli uccelli di

PAVONE.

IL

XZjB'

cui

tratta, di venticinque anni: alcuni, dicesi,.

si

sono giunti sino ai cento.

IL

PAVON BIANCO.

Quest'uccello, come annuncia il suo nome,


interamente bianco, senza eccettuarne le lunghe-

piume

della coda

sulle quali

per

alcune tracce di quegli occhi

formano

1'

come

il

suo

colore

verno.

il

voni bianchi.

La

tutti

in

la

che
pavon

paesi

cos

danno dei pa-

Italia

Norvegia

Il

stesse di queste*

pi parte dei naturalisti

dano a riguardar

Nord come

in

Le uova

uccello deposte e covate

del

distinguono

si

specchietti,

ornamento dei pavoni ordinar].

bianco serba
la state

1'

altre

si

accor-

contrade

suo paese nativo, ove sembra

il

eh' ei viva nello stato selvaggio, Nell'inverno

si

fa

vedere anche in Alemagna , e allora non difficil


preda dei cacciatori. Trovasi anche in contrade

molto pi meridionali, come la Francia e l'Italia,


ma. solamente nello stato di domesticit. Secondo
Latham pi comune in Inghilterra che altrove.
I naturalisti moderni nulla dicono della sua storia,
se non che i suoi pulcini sono assai delicati, e si
allevano difficilmente.

verosimile che Y influenza del clima non

limitata alle

ma
alle

siasi

piume dell'augello

pi o

meno

sue abitudini

ai

di cui

estesa al suo

snoi costumi.

si

siasi

parla

temperamento^

IL

Nel 1788

PAVON BIANCO.

ify

a Gentilli presso Parigi,

pavoni comuni diede

una covata

un pajo

di

di quattro pic-

due erano .interamente bianchi.


non vi fosse in tutto il vicinato un
sol pavone di questo colore. Ci proverebbe che
una tal specie non sia assolutamente particolare
cioetti

di

cui

Assicurasi che

ai paesi del

settentrione.

PAVONE CON PENNACCHIO


ED ALTRI.

IL

F riseli crede che il pavone con pennacchio altro


non sia che lo spurio dei due antecedenti il pavone ordinario e il pavon bianco. Ei porta infatti
sulle sue piume l' impronta di questa doppia ori-*
ghie; poich ha del bianco sul ventre, sull'ali e
sulle gote , e in tutto il resto come il pavone
ordinario
fuorch non ha gli specchietti della
coda n s larghi, n s rotondi, n s ben ter,

minati. Tuttoci che

si

trova negli autori sull'istoria

particolare di tale uccello

suoi pulcini sono

meno

si

riduce a questo, che

ad allevarsi che
pavon bianco.
Il pavon elei Giapone non conosciuto in Europa che per una figura dipinta, inviata al papa
dall' imperadore di quel paese. Egli presso a
poco della corporatura del pavone ordinario; ma
i

delicati

quelli del

il

suo becco pi grosso e color di cenere; l'iride

gialla

il

cerchio degli occhi rosso

la

sommit

l5o

PAVON CON PENNACCHIO ED ALTRI.

IL

adorna

della testa e

d'

un

ciuffetto

in

forma di

spica, alta quatiro pollici, smaltata di verde e tur-

chino

la testa e

1'

alto del collo

quest'ultimo colore;

con

verdi

riflessi

il

hanno macchie

di

petto parimente turchino

e color d' oro

il

ventre e le

cosce sono di color di cenere, segnate di nero.

Le

grandi penne dell'ali sono verdi in mezzo, indi


gialle e nere all'estremit; le piume della coda
sono in pi picciol numero che quelle del pavone
il loro fondo pi bruno e gli specpi grandi, ma brillanti dei medesimi colori; i piedi son cinericci e non hanno sproni.
La femmina pi picciola che il maschio. Essa

ordinario;

chietti

ne differisce pure in questo che ha il ventre interamente nero 5 e le piume della groppa assai pi
corte.

pavone chinese o portasperoni pi grosso


pavon comune. Il suo becco nero, l'iride
<!ei suoi
occhi gialla. Le piume della sommit
della sua testa d' un color bruno si rialzano e formano una specie di ciuffetto. Il di sotto del corpo
e le cosce son quasi nude; il di sopra generalmente
Il

che

il

bruno.

La

coda seminata di specchietti o mac-

chie brillanti, di forma ovale ,

porpora,

con

d'un bel colore

azzurri,

riflessi

verdi e d'oro,

di
i

quali specchietti fanno tanto maggior effetto, ove


siano distaccati dal fondo

cerchio,

gambe

1'

un nero

1'

per mezzo

di un doppio
ed oscuro. Le
ognuno di questi

altro rancio

piedi son bruni

PAVON CON PENNACCHIO ED ALTRI.

IL

il

l5l

un doppio sperone onde Y uccello trae


cognome.
La femmina di questa specie di un terzo pi

armato

picciola

d'

che

il

maschio.

La

testa,

sotto del suo corpo son bruni

segnato di macchie
color d'arancio.

azzurre,

il

il

collo

orlate

stessi colori;

il

di

per

d'un cerchio

Le piume, che coprono

presentano questi

di sopra

la

coda,

piedi non hanno

come la testa non ha ciuffetto.


pavone del Thibet ha pressoch due piedi
e due pollici di lunghezza. L'iride de' suoi occhi
gialla il becco cinericcio il fondo delle piume
pur cinericce, variato di linee nere e di punti
bianchi. Ma quelle che formano il principale e
distintivo ornamento sono alcune belle e grandi
macchie rotonde d' un turchino lucidissimo can
giantesi in violaceo ed in oro, sparse una ad una
sulle piume del dorso e quelle dell'ali, due a due
sulle maggiori penne dell' ali medesime, e quattro
a quattro su quelle della coda, di cui le due medie
son le pi lunghe
mentre le laterali si vanno
gradatamente raccorciando. I piedi son griggi,
adorni ai di dietro di due sproni , e Y unghie son
sproni,
Il

nere.

CAPITOLO

Vili.

% udia di quando in quando


In no j oso e rauco tuono
Un Cuculo andar turbando

Sol

Il

soave amabil suono.

Pignotti.

IL

CUCULO.

Jbla quattordici pollici


e venticinque

becco nero

suoi occhi gialla.


l'

ali

all'

incirca di lunghezza,

aprimento delle sue


pi o meno curvo , e

d'

La

testa,

il

sono d' un turchino pallido

rico sulla testa e sul

dorso

il

l'

collo,
,

Il suo

ali.

iride dei

il

dorso e

un po' pi

petto

il

ca-

ventre

son bianchi con strisce nere; la coda assai lunga


e composta di dieci penne di grandezza disuguale;
le

due

di

mezzo son nere macchiate

di bianco

brune egualmente sparse di macchie bianche le gambe son corte e gialle; le unghie bianche poste due innanzi e due all' indietro.
Il cuculo fa udire il suo grido, che tutti conoscono 5 dalla met di aprile alla fine di giugno.
Egli non suol far nido; e la femmina (cosa ancor
pi singolare ) depone il suo uovo nel nido d' un
le altre
;

altro uccello,

che ha

eh' ella sceglie a qriest

la
5

bont di covarlo. I nidi

uopo sono ordinariamente

CUCULO.

IL

del verdone,

quelli

dell' allodola

i53

capinera, del fanello,

della

sembra per dar

la

preferenza a

quello del primo.

Eduardo Senner pretende che quando


il primo uso ch'ei

Il signor

picciolo cuculo viene in luce,

il

per cacciar dal nido i figli


onde rimanerne unico
possessore. Ma il signor di Buffon non dice nulla
di somigliante ; e lungi dal pensare che il cuculo
sia capace di tale ingratitudine , lo crede anzi ucfa delle sue forze

della sua

madre

adottiva,

cello riconoscentissimo

e asserisce che al ritorno

dal suo quartier d' inverno,


al

si

luogo della sua nascita, e

che gi

Non

lo accolse in seno

la

rechi sollecitamente
attesti alla famiglia,

gioja di rivederla.

bene perch il cuculo r che


sembra aver la stessa conformazione degli altri
uccelli, non faccia nido e non allevi i suoi pulsi

capisce

La sola ragione che si possa arrecarne il


breve soggiorno di quest' uccello che fa nei luoghi
destinati alla propagazione della sua specie. Il
signor Stafford assicura per di aver veduto nel
Derby shi re un nido di cuculo, in cui erano due
pulcini, che i genitori nutrivano con amore; ma
questo fatto sembra incredibile, n mai altri ne

cini.

ha
l'

citato uno simile.


Pi autori opinano che i cuculi dimorino tutto
inverno in uno stato d' intirizzimento e di stu-

pore, e che

piume

si

trovino spesso spogliati delle loro

nel cavo degli alberi.

Non

si

pu

garantire

CUCULO,

il

x54
per

altro la verit di questo fatto

probabile die siansi talvolta

sebben sembri

rinvenuti nello stato

sopra descritto alcuni giovani cuculi; die non aveano


la forza di seguire

lor parenti.

I cuculi maschi par che siano in pi gran nu-

mero che

Il che troppo naturale,


che cantino , sono anche i
soli che vengono avvertiti dai cacciatori, mentre la
femmina silenziosa per loro come non esistesse.

femmine.

le

poich essendo

La
il

carne

soli

gli

insetti,

bruchi soprattutto sono

principal nudrimento dei cuculi.

Sebbene

pic-

per lungo tempo deboli e stupidi,


nondimeno si pu in qualche modo addomesticarli,
cibandoli di pane , latte , frutta , insetti , uova e
carne o cruda o cotta. Cos ingrassati sono abbacioletti siano

stanza buoni da mangiare.

Le piume

del cuculo variano pi volte nel corso

di sua vita. Invecchiando ei ripiglia presso a

poco

quelle che aveva nella sua giovent.

La
che
in

si

specie di cuculo, di cui parliamo, la sola


ritrovi nella

Europa. Le

parti del

Gran Brettagna

ed comune

altre specie sono sparse nelle quattro

mondo

ma

il

loro

numero

pi grande

nei climi caldi.

IL

CUCULO INDICATORE.

Somiglia neh" esterno al passere comune; ma


alquanto pi grosso e d'un colore pi chiaro; ha

CUCULO INDICATORE.

IL

l55

una macchia gialla su ciascun omero, e


della sua coda sono listate di bianco.

le

piume

Quest'uccello, conosciuto pel singolare suo istinto


d' indicare

nidi dell' api selvagge

trovasi nell'in-

qualche distanza dal capo di


Buona Speranza. Fa egli udire particolarmente
terno dell'Africa a

mattina e alla sera

alla

il

suo grido molto acuto,

e gli altri, che


vanno a cercare il mele nel deserto , e che gli
rispondono d' un tuono pi grave , avvicinandosi
;
sempre. Gom esso li vedeva a posarsi sull'albero
incavato ove sa eh' un alveare , e se quelli tardano a recarvisi, addoppia i suoi gridi, va loro

che sembra chiamare

cacciatori

incontro , torna

all'

albero

dando loro

su cui or

arresta or

s*

maggiori indizi che possa.


s'
Nulla insomma oblia per eccitarli a profittare del
picciolo tesoro che ha discoperto , e di cui , per
quel che sembra, egli non pu godere che coll'ajuto
dell' uomo
sia perch Y ingresso dell' alveare
troppo stretto , sia per altre ragioni che non sappiamo. Or, mentre si trae il mele, e si tiene in
aggira

qualche rovo poco discosto, osservando attentamente


ci che
tino

si

fa,

ed aspettando

che sempre

gli

si

la sua parte di bot-

lascia,

ma

non tanto che

satollandolo spenga in lui quelF ardore


s

utile a chi lo

N
ma

tutto questo

l'osservazione di

Sparrmann, che

che riesce

prende per guida.


il

racconto

un uomo

assisti alla

d'

un

viaggiatore;

illuminato,

il

dottor

distruzione di parecchie

l56

CUCULO INDICATORE.

IL

repubbliche

d' api

tradite dallo spioncielo, di cui

parliamo. Il signor Bruce


le asserzioni in

Barrow,

modo

viaggi

quale

il

f'

prova

alquanto severo

di smentirne

ma

signor

il

nell'interno dell'Africa

meridionale nel 1797 e 98 conferma la. relazione


del dottor Sparrmann. Tutti in quel paese , dice
egli, conoscono

di cui

tratta),

si

cial facolt

che

troppo bene il moroc (il cuculo


perch possa dubitarsi della spegli

data dalla natura

care agli uomini gli alveari dell' api

d' indi-

Aggiugne

poi coni' egli additi con egual sicurezza agli abipaese medesimo gli antri dei lioni, delle

tanti del

tigri e d' altri

animali feroci. Il signor

dice che gli Ottentoti lianno

Le

moroc

Vaillant

grande
rende e che
volendone egli una volta uccidere uno, gli chiesero di risparmiarlo, avuto riguardo alla sua utilit.
estimazione

E
La

pei servigi che ad

IL

il

essi

in

CUCULO D'AMERICA.

presso a

poco della

grossezza d' un merlo.

parte superiore del suo becco nera,

riore gialla.
le picciolo,

coprono

il

Le

l'infe-

grandi penne dell'ali son rosse

non diversamente da quelle che


corpo, la testa e

il

gli

collo son cinericce;

corpo bruno; la coda lunga e


compone di dieci piume, sei maggiori e

Il di sotto del
stretta

quattro

si

minori;

suo grido poi

le

gambe

differente

sono

corte e forti. Il

da quello del cuculo

IL

CUCULO D'AMERICA.

iSy

d'Europa. augello solitario , abitale foreste pi


cupe 3 e scompare affatto all' approssimar dell' inverno.

CUCULO DEL CAPO.

IL

Questo cuculo pi picciolo che quello del


Ha il becco d'un bruno carico, il
di sopra del corpo d'un verde bruno, il di sotto
bianco listato traversalmente di nero , e i piedi
d' un bruno rossiccio. Abita esso il capo di Buona
Speranza , ed quello probabilmente che nomasi
E dolio , poich pronuncia di spesso questa parola
d' un tuono basso e melanconico. I viaggiatori
parlano altres d' un cuculo del regno di Loango

nostro paese.

in Africa

il

quale

dell' istesso

colore del nostro,,

ma un

poco pi grosso. Anch' ei ripete il proprio


appellativo , cio cuc ; ma con una inflession di
voce differente..

IL

E
La

CUCULO SACRO.

un poco men grosso del cuculo ordinario.


il di sopra del suo corpo sono di un

testa e

cenerognolo nericcio, macchiato regolarmente di


bianco; il petto e tutto il di sotto del corpo son
bianchi,

listati traversalmente di cinericcio. Questo


cuculo in venerazione sulla costa del JMalabar,
senza dubbio perch si nutre d'insetti nocivi. La

Jt

53

IX.

CUCULO SACRO.

superstizione in generale sempre

hanno

le superstizioni particolari

un errore
un

talvolta

ma

fon

damento ragionevole.
&'

IL

CUGULO DELLA GIAMAICA.

Quest'uccello alquanto pi grosso che

ed abita

tutto

l'anno

boschi

il

merlo,

siepi della

le

Giamaica. Gli si d il nome di tacco poich pronuncia sovente questa parola. Egli ha pure un
altro grido , somigliante a quello dell' anitra, ma
,

noi fa udire che

quando spaventato

dalla pre-

senza d'un gatto, o di qualch' altro nemico egual-

mente pericoloso. Gli


cello di pioggia

doppiando

suoi gridi.

si

poich

1'

Ei

altres

il

nome

d'uc*

annuncia vicina , radsi

nutre di grani, di

\?ermi, di bruchi, di lucertole, di serpentelli, di

rane, d topolini e talvolta di piccioli augelli.


selvatico, che i fanciulli dei negri lo
s poco
volo non

pigliano in mano. Il suo

da un rovo all'altro, e talvolta


terra
ove cammina come fa la pica.
salta

mai
si

alto;

posa a

Al tempo

della covata

cuculi di questa specie

ritirano nella profondit delle foreste,

e vi

si

bene , che mai nessuno ha veduto


il lor nido. Quindi parrebbe verosimile , eh' essi
non ne facessero alcuno, e come il cuculo d'Europa deponessero 1' uova entro il nido d'altri uccelli. Ma in ci appunto differiscono e dal cuculo
nascondono

IL

CUCULO DELLA

l5o/

GIAIYIAICA,

europeo e dalla pi parte dagli americani , die


fabbricano un nido proprio, e covano essi medesimi le loro uova.
In alcune variet di questa specie le piume del
petto sono coperte d'una lanugine bianca, somigliante moltissimo ad una barba, la qual cosa ha
si

fatto

dare

nome

al

di cui

si

tratta,

il

soprani

CUCULO BRILLANTE.

IL

La
Il

cuculo,

di vegliardo.

sua corporatura quella di un picciol tordo.

becco turchino

e dorato

il

di verde e

il

di sopra del corpo verde

di sotto bianco, segnato traversalmente

*d'

oro

il

rovescio dell'

ali

quasi affatto

coda di un bruno carico; le gambe


azzurre. Egli abita la nuova Zelanda.
Trentanove altre specie di cuculi si annoverano
bianco; la

in varie parti del

cuculo della

mondo. Diciamo una parola del

Cujenna,

il

quale della grossezza

in quel paese sotto un


che nella nostra lingua significa diavolo.
Gli indigeni del paese medesimo lo riguardano
come uccello di cattivo augurio, ed hanno una
gran ripugnanza per la sua carne, che d'altronde
pessima. Esso non feroce, e si lascia avvici-

del merlo

nome

ed conosciuto

nare e talvolta prendere facilissimamente.

CAPITOLO

IX.

XI

picchio v era e va volando a scosse.

Pulci.

IL PICCHIO

VERDE.

JU genere dei picchj numerosissimo di specie,.


le quali

variano pei colori, e differiscono per la

grandezza. Questi uccelli sono sparsi per tutte le

mondo, ed

quattro parti del

mente
Il

picchio verde della grossezza della gazza.

Il di sotto del suo


il

abitano particolar-

boschi e le foreste.

di

penne

sapra

dell' ali

corpo

d'

un verde pi

di

sono

giallo e di rosso

la

all'

un verde
carico;

pallido

le grandi

macchiate

estremit

sommit della

di

testa rossa,

e la coda colorata con bella gradazione di verde


carico e di nero;

le

ali

sono lunghe ed hanno

diciotto o venti pollici d' aprimento.

Ma

il

carat-

tere pi distintivo di questo picciolo animale


il

suo becco e la sua lingua,

phe

gli

si

servono di

sostegno e difesa.

Si nutre esso d'insetti, particolarmente di quelli

che si trovano negli alberi perforati e cariati; e


s' arrampica agli alberi ,
cui percuote a colpi di
becco raddoppiati. Dopo alcuni di questi dicesi
che vada a vedere

dall'

opposta parte degli alberi

IE PICCHIO VERDE.

I<6l

medesimi, se gli ha trapassati; ma piuttosto da


credersi che corra a raccogliere sotto la scorza gli
insetti, che ha risvegliati e posti in movimento.
Ci che sembra ancor pi certo si , che il snono
reso da quella parte del legno che percuote, gli
faccia conoscere le cavit, ove si anncchiano i
vermi da lui cercati, e quelle in cui possa alloggiarsi egli stesso e disporre il suo nido. Perocch

sempre

ei

lo colloca nell'interno d'un albero tar-

come le tred'una quercia, a

lato, qualche volta di legno tenero,

mule

salci,

e pi sovente

quindici o venti piedi dalla

la parte viva dell' albero


il

terra.

Il

maschio e

femmina lavorano incessantemente a perforare

la

fino

a che. incontrino

votano e scavano, gettando


scheggette e la polvere legnosa.

centro cariato, cui

fuori co' piedi le

Sono tanto indolenti, che non si danno cura alcuna di coprire internamente il lor nido. Le uova
he vi depongono , non oltrepassano ordinariamente

il

numero

di

cinque.

loro

piccioletti

primi tempi, hanno le piume del petto rosse,


che accresce la, loro belt.

ne'
il

meccanismo della lingua del picchio fu ogd' ammirazione per tutti i naturalisti. La
lingua, propriamente detta, quella, punta ossea,
la. qual non sembra
formarne che F estremit.
Quello che prendesi per la lingua, 1' osso
ioide istesso avvolto in un fodero membranaceo
e prolungato all' indietro in due lunghi rami, a
Il

getto

Gabinetto T, Ili,

u.

l6s

IL

principio ossosi

PICCHIO VERDE.
indi cartilaginosi

abbracciata la trachea arteria

vano

sulla testa

si

che dopo ave?

piegano e

cur-

si

addentrano in una specie di

solco tracciati sul cranio, e vanno a piantarsi nella

Questi due rami o

fronte alla radice del becco.


fili

che

elastici

guerniti

di

contraggono e

si

si

legamenti e di muscoli
estendono, servono ai

di-

versi uffici della lingua di cui parliamo. Tutto

di questi muscoli e legamenti chiuso

fascicolo

come

in

quale

dibola inferiore del becco tappezzata


si

osso ioide

quando

una guaina , entro una membrana , la


il prolungamento di quella, onde la man-

niera che
l'

il

distende al par
si

slancia

quest' osso

si

ritrae.

si

di

ripiega

La punta

sola tien luogo di vera lingua

verme

ma-

di

quando

in

anelli

che
immemedesimo , e
ossea

piantata

diatamente suir estremit dell' ioide


coperta di una scaglia cornea, irta di piccioli uncini volti all' indietro dei quali l'augello

si

serve

onde ritenere e lacerar la sua preda.


Il picchio verde si tien sovente a terra presso
de' formicaj. Egli aspetta le formiche al varco,
distendendo la lunga sua lingua sul picciol sentiero , eh' esse han costume di tenere in fila ;
quando^ la sente ricoperta , allor la ritrae per ingojarle. Che se le formiche, ritenute dal freddo,
o da altro , non sono abbastanza in movimento ,
va egli medesimo sul formi ca j o, 1' apre col becco
e coi piedi, e collocandosi in

che ha

fatta, le piglia e se le

mezzo

alle

breccia

ingozza a suo agio.

IL

TICCHIO VERDE.

l63

Porta esso anche la denominazione d' uccello


di pioggia , poich si crede che la predica ? fa*
cendo pi strepito che all' ordinario.

IL
Pesa

all'

PICCHIO NERO.

incirca

Le

once.

dodici

ono interamente nere

eccetto

la

sue

piume

sommit della

maschio che rossa , e il dietro nella


che spruzzato di rosso. Il becco
stretto , forte , angolare e puntuto neh" estremitLa sua coda 3 composta di rozze piume piegate
al di dentro, troncate in punta , guernite di setole aspre, gli serve di punto d'appoggio neh" attitudine rovescia , che spesso forzato di prentesta nel

Femmina

dere

onde arrampicarsi

percuotere con van-

taggio.

Quest' uccello abbastanza forte, da perforare

pi duri. Ei fa il suo nido nelle camedesimo formate; e la sua femmina


depone due o tre uova bianche. Il suo grido

gli alberi i

vit
vi

da

lui

disaggradev olissimo. Egli abita la Svizzera 5


T Alemagna ed altri paesi settentrionali , cui abbandona nell' inverno ma trovasi di rado in In

ghilterra. Si nutre d' insetti

beri del

modo

istesso

che

il

cui

cerca negli al-

pico verde.

.164

GRAN PICCHIO NERO

IL

CON BECCO BIANCO.


E

grossezza

della

<T

suo,

Il

mia cornacchia.

becco d'un bianco d'avorio lungo, tre pollici e


scanalato

gran

la sua tesla ornata al di dietro

colore

ciuffo

di

scarlatto

divisa

a mi

come

in*

una delle quali cadente in sul collo


e 1' altra rilevata. Questa poi - coperta di lunghi fili neri , che partono dalla sommit della

due

parti,

1'

adombrano interamente
piume scarlatte non occupano che

testa

Una

cui

striscia

bianca

il

poich
di

le

dietro.

la qual discende* pel collo

forma angolo in sulla spalla, va a congiungersi


al bianco, che copre il basso del dorso e le penns
inedie dell'ali. Tutto il resto delle piume d'uu
nero carico e senza mistura.
Quest' ucceH si trova nella Carolina, nella.
Virginia e in alcune altre parti dell'America meridionale.

Gli

Spagnuoli

1'

hanno appellato

le-

che fa col becco,


perootendo gli alberi, somiglia molto, in certa
distanza, a quello appunta de' legna juoli. Trovasi
spesso al pie d' un albero , ove dimora questo
gnajuolo,

poich lo

strepito

picco, un cumulo di scheggiuole, eh' il risultato,


del suo lungo scavare. Ei pone il suo nido entro

pi grossi alberi,
gion delle piogge.

Catesby dice che

e fa la sua covata nella sta-

gli

Americani delle contrade:

GHAN PICCHIO NERO CON BECCO BIANCO. l65

IL

compongono

settentrionali
celli

coi

becchi

degli uc-

di questa specie, delle corone pe' lor guer-

rieri; e

poich non hanno simili uccelli

paese , danno fino a tre


scun becco, facendone

pelli di capriolo

compra

in

ler

per

cia-

dagli abitanti del sud*

PICCHIO NERO

IL

CON CIUFFO ROSSO.


Ha

nove

pollici

di lunghezza.

suo becco

Il

>

piombo macchiato di nero alla sua


origine lungo un pollice e un quarto. La sua
testa rossa come lo il collo; il dorso e le
del color del

son nere;

ali

la

groppa,

il

petto e

il

ventre son

bianchi, la coda bianca e nera.


Il picchio del ciuffo rosso

comune. Pu
ove punge le
crede ,

un uccello assai
campi di mais,

dirsi notevolissimo ai
s piche

per cercarvi

secondo

vermicelli ascosi negli inviluppi

si

e agli

orti, ne' quali distrugge molti alberi fruttiferi.

Vi sono
cie

di cui

degli anni, in cui gli uccelli della spesi

alcuni paesi

parla
si

si

mo stran

numerosissimi. In

era messa la loro testa a prezzo

sperando esterminare la lor razza malefica;


gi da lungo tempo non vi si pensa pi*

ma

Questi uccelli , come gli altri delle varie speche portano il loro nome , forman de' buchi
negli alberi , onde costruirvi il lor nido. Vuoisi
che lo strepito che fanno } percuotendo il legno
cie

IL PICCHIO

l66

col becco

rendono familiari

come
lutto

fa

ma

la loro

IL

Luigiana

la

ne

se

nelF estate che

buona

pettirosso in Inghilterra.

il

anno

1'

ginia;

NERO CON CIUFFO ROSSO.


da lungi. In inverno si
e vengono sovente nelle case

senta assai

si

Carolina

la

veggono

Abitano
e

la

essi

Vir-

maggior numero

in

Alcuni popoli trovan


mangiano.

nell' inverno.

carne, e

la

GRAN PICCHIO VARIATO.

Pesa di rado pi di tre once; l'aprimento delle


ali di quattordici pollici; il suo becco, lungo

sue

un

pollice, nero, scanalato e

La

sua lingua

del picco
la

da ciascun

lato alla

un mustacchio

basso pel collo


sto tratto

verde^

sommila delia

sull'

occipite,

una punta nera.


de' quali una parte

termina sul collo con

Indi partono due rami neri

traccia

nera con una fascia rossa

ciuffo

risale

termina in punta.

si

quella

iride del suo occhio rossa

testa
il

come

il

radice

del becco e vi

altra

scendendo ab-

1'

guernisce d' una collana.

nero s'insinua verso

gli

omeri

Que-

in quella

parte nera che occupa il mezzo del dorso


e
due gran tratti bianchi ricoprono le spalle. Le
penne maggiori dell' ali son brune
le altre son
nere miste di bianco il di sotto dell' ali mede,

sime tutto bianco.

La

coda lunga tre pollici, nera, aspra, for-

cuta nell'estremit,

e ricurvantesi

al di

dentro.

IL

Le

GRAN PICCHIO VARIATO.

167

ultime piume da ciascun lato son nere

mac-

chiate di bianco.

L'uccello, di cui or favelliamo,


maniera che il precedente.

si

nutre della

stessa

IL

PICCIOLO PICGHIO VARIATO.

Sarebbe in tutto un diminutivo dell'altro, se


non ne differisse pel davanti del corpo, che
d' un bianco sporco o anche grigio, e per la mancanza di rosso sotto la coda e di bianco sovra le
spalle.

Del

altri caratteri

resto tutti gli

sono so-

miglianti.

Cos in questa specie


rosso

non

si

Il picciolo

dieci pollici

vede che

come

nell'

antecedente

il

sulla testa del maschio.

ha che
non pesa che

picchio, di cui parliamo, non


d'

aprimento

d' ali,

un' oncia.

IL

PICCHIO DETTO MERLO DORATO.

Questo curioso augello


ih Italia,
ne'

e talvolta nel

mesi di marzo e

si
trova in Alemagna,
mezzod della Francia,

di

sono miste di turchino

aprile.

Le

sue

piume

verde su tutto il
corpo. Il suo becco nero , e fra il becco e gli
occhi vedesi ciascun lato della sua testa una macchia bianca. Le maggiori penne dell' ali della
femmina son nere , macchiate di bianco all' estremit.

di

IL PICCHIO

l'68

Plinio

dice che

DETTO MERLO DORATO.


quest' uccello

si

sospende pei

rami degli alberi, e dorme cos colla


testa penzolante, che il suo nudrimento come
quello del picco ordinario, salvo che vi aggiugne
i fichi di cui molto si diletta; e che forma il suo
nido sovra alberi altissimi all' estremit di un ramo
Questo nido si ben costruito che nulla dee temere del vento o della pioggia. Esso non ha che
un picciol foro, per cui il maschio e la femmina
possono andare e venire.
Nella Guinea e nel Brasile il picco, di cui parliamo, compone il suo nido d.' una specie di musco,
ch'egli unisce e consolida con del glutine cavato
dagli alberi. Questo nido sospeso all' estremit
d'un ramo, e non ha che un picciolo foro di
fianco , onde lasciar passare F augello.
Nulla di pi singolare, giusta le frasi di un
moderno scrittore, quanto l'accorgimento, con cui
piedi

ai

merli dorati

sanno mettersi al coperto dei loro

nemici. Nelle foreste

pi

nulla hanno a temer dell'


quasi mai

rimote

solitarie e

uomo,

cui

ne pensano che a garantire

il

lor nido

dagli attentati della scimmia e del serpente.

uopo

lo collocano

all'

estremit

de'

essi

non veggono

rami pi

tal
alti

come il bananiero e il platano.


,
Questi alberi immensi offrono spesso 1' union pi
curiosa e pi bizzarra d' animali , che non sembrano fatti per istare insieme. Perocch la loro

d' alberi elevati

sommit

occupata da

scimmie

d'

una specie

IL PICCHIO

particolare

rebbero

DETTO MEHLO DORATO.

169
che vor-

le quali cacciano tutti quelli

stabilirsi

frammezzo ad

infinito di grossi serpenti

circonda

Un numero

esse.

tronco, aspet-

il

tando che qualche animale imprudente venga a


cadere in poter loro. I rami finalmente sono or-

che con-

nati di tutti que' piccioli nidi ingegnosi,

tengono augelletti di graziosissime piume

Le penne
variano

di quelli che abitano sotto

Di

tropico,

ma

all' infinito.

IL

se

il

PICCHIO GRIGIO.

quest' uccello vi

ne trova che una

hanno

pi. specie

in Inghilterra,

la

cinque pollici e tre quarti di lunghezza.


forte e diritto lungo

tre quarti

non

quale ha
Il

becco

di pollice

lingua corta
lata, li

la

parte superiore nera, quella di sotto bianca.

La

e nell' estremit cornuta e dentel-

disopra del corpo azzurro cinericcio;

il

guance bianchicce ; la pancia e il


ventre color d' arancio. La coda corta e composta di dodici piume , fra cui le due di mezzo
son grigie, le ultime da ciascun lato macchiate
di bianco , le altre brune. Le gambe sono d' un
giallo pallido, le unghie sono collocate tre davanti, -ed una, che la pi forte, per di dietro.
L' uccello , di cui favelliamo selvaggio e solitario; abita i boschi, s'arrampica agli alberi e

petto

le

vi

si

posa

al di sopra.

Ha

nella coda

un movi-

jyo
mento

IL

PICCHIO GRIGIO.

alternativo d' alto in basso

come

la lavan-

nudrimento consiste in ogni sorta


d'insetti, bruchi e scarafaggi, e in noci e nocciuole cui molto appetisce. Il dottore Pert dice ,
che quando il picchio grigio mette il suo becco in
una fenditura d' albero produce un suono s forte,
che crederebbesi che 1' albero si spezzasse.
daia.

Il

suo

I picchi grigi sogliono stabilire

qualche buco arboreo

e se

lor nido entro

il

non ne trova alcuno

che loro convenga, sei fanno a colpi di becco ,


purch il legno sia tarlato. Che se l' apertura
esteriore di questo buco troppo larga, la re-

La femmina

stringono con terra grassa.

fa sei

uova le cova con molta assiduita , e vi talmente affezionata, che si lascia strappar le penne,
anzi che abbandonarle. Qualora si introduca una
bacchetta nel suo buco , si gonfia tutta , si arruffa
e fischia come un serpente. Ella non abbandona
le sue uova nemmeno per andare a prender cibo,
aspetta che il suo maschio le porti da mangiare,
ci eh' egli fa sempre con amorevolezza. La carne
de' pulcini eccellente, massime quando sono grassi.
Non suole il picchio grigio passare d' uno in
sette

altro paese;

ma

in quello che V

stagione

per

tiensi cos

d'inverno come d'estate

ha veduto

altro

si

nascere.

avvicina

ai

Nella rigida

luoghi abitati

e viene talvolta sin ne' verzieri e ne' giardini. Cre-

non si posi mai, per dormire, sovra un


ramo d'albero, come fanno gli uccelli in gene-

desi che

PICCHIO GRIGIO.

IL

rale
in

poich

osservato che

si

in

171
una gabbia ,

luogo di tenersi sui bastoni, passa la notte sul

Che

suolo.

rado

altrimenti, prende di
che sembra pi naturale, stando

talvolta fa

se

la situazione

ma sempre

colla testa in alto,

ove pure non

volga

la

la tien di traverso,

Si sono dati

al basso.

quest'uccello in alcune lingue forestiere pi sopran-

nomi

derivati dal picchiar

che fa

gli alberi

e dal

suo gusto per le noci e le nocciuole.

PICCHIO CON CIUFFO.

IL
5

Quest uccello ha dodici

lunghezza e

pollici di

diciannove d'aprimento d'ali. Il suo becco, lungo


circa

due

curvato
gli

nero

pollici,

sottile

e lievemente in-

sua lingua cortissima e triangolare

la

occhi sono color di

nocciuola.

La

un

composto

d'

adorna

di

schiera di

Questo

piume

una

doppia

color di arancio o con orlo nero.

due
non rizzandosi mai

ciuffo ordinariamente dell' altezza di

pollici e rivolto

che quando
collo

ciuffo

>

sua testa

d'

1'

indietro

all'

augello sorpreso o irritato. Il suo

un bruno

ventre son bianchi

il

rosso pallido

il

petto

il

dorso e le ale sono alterna-

di bianco e di nero la groppa


coda , che quando chiusa ha la forma
di mezza luna, composta di dieci piume, ciascune
macchiate di bianco; le gambe sono corte e nere.
Rarissimo un tale uccello in Inghilterra ,

tivamente
bianca

non

vi

listate

la

si

vede mai che ad un' epoca

fissa.

con ciuffo.

il piccino

r^a

Dicesi die la femmina di questa specie deponga


le sue

uova due o

volte

tre

di quattro o cinque entro

e talvolta

nel foro

di

il

all'

anno in numero

cavo di un

albero

un muro, ed anche

sulla

Buffon peraltro assicura di aver trovati dguerniti di musco e di lana, che ad


essa appartenevano, sebben creda che fossero nidi
gi belli e fatti, e abbandonati da altre specie.
Il picchio con ciuffo si nutre principalmente

terra.

versi nidi

d ogni
J

sorta d' insetti

augello solitario

sicch

rado se ne trova un pajo in compagnia. In


Egitto, ove la sua specie abbondantissima, non
di

va mai che in picciole storme.

IL

PICCHIO PICCIOLO

DETTO RAMPICATOR.
E

di tanto, che non pesa ordinarianon cinque dramme. Sembra un poco


pi grosso che noi sia infatti perch le sue piupicciolo

mente

se

me,

in

luogo

une sopra

d' essere

le altre

distese

regolarmente' le

sono pi spesso irte e in di-

sordine, e d'altronde sono molto lunghe.

Questo picchio ha il petto di un bianco puro,


che prende comunemente una tinta rossigna,
sempre pi carica sui fianchi e le parti che si

ma

allontanano

del corpo

dal petto,
tutto bianco,

qualche
e

il

volta

il

di sotto

di sopra variato

rosso, di bianco e di nericcio, pi o

meno

di

puri 5

Ki PICCHIO PICCIOLO

pi o

meno

ancor pi bruna;

DETTO

La

carichi.

IL

RMPICATORE.

sua testa d' una

?3

tinta

giro degli occhi e de' soprac-

il

groppa rossa le penne dell' ali


brune , le tre prime oriate di grigio , le quattordici altre segnate di una macchia bianchiccia
onde risulta sull' ali stesse ima striscia trasversale
del medesimo colore. Il becco lungo, debole
cigli bianco; la

ricurvo bruno* al

gambe

sotto;

le

forti

acute e

sono

bianchiccio al

sopra,

e brune;

corte

le

uncinate sono propriissime ad

rampicarsi sugli alberi, ove

il

di

ugne
ar-

picchio picciolo va

a cercare insetti , che sono il suo principal nudrimento. Sebbene quest' augellino sia comunissimo,
difficile il vederlo, perch al minimo strepito
che sente , fugge prontamente al lato opposta
dell' albero. Egli costruisce il suo nido al cominciar di primavera in una arborea cavit. La fem-

mina

fa cinque o sei

d' alcuni

punti d'

un

uova cenerognole,

L'uccello di cui parliamo

ed

in Asia,

parti dell'

ed pure

America

segnate

colore pi oscuro*

assai

si

trova in

Europa

frequente in alcune

settentrionale,

massime

ne' con-

Si era cercato negli Stati Uniti

torni di Filadelfia.

di renderlo' utile, collocando in fondo ai giardini

una

cassetta,

in

cui venisse

poich per nutrire

a fare

il

suoi 'piccioietti

suo

nido;

distruggeva

una gran quantit d' insetti nocivi.


Un gentiluomo ebbe un giorno occasione di osservare che il maschio e la femmina ; i quali

^4

IL PICCHIO PICCIOLO

DETTO

IL

RAMPICATORE.

uscivano alternativamente del nido

, vi riportavano
per cinquanta o sessanta volte nello spazio

insetti

Questa occupazione durava quasi tutta


Supponendo che continuasse per dodici ore, e che ciascuno de' due uccelli apportasse ciascuna volta un insetto, questo solo pajo
avrebbe potuto distruggere seicento insetti per
giorno. probabile per altro che tanto il maschio
di un' ora.

la giornata.

come

femmina apportassero

la

al

nido pi insetti

per volta.

IL

RAMPICATOR ROSSO.

Quest' augello

pi picciolo che non

il

suo nido, eh'

ei

compone con

fuori di grossa paglia e

fili

1*

altro

sembra osservabile

della specie sopra descritta. Ci

molt' arte

erba

d'

un

al

di

po' sodi,

al di dentro con materiali pi morbidi. Ei gli


dona presso a poco la forma d' una cornetta , che
quasi dritta e della lunghezza d'un piede, e
s' arrampica fino alla pancia della cornetta medesima, che il vero nido. La covata e la cova-

trice

vi

si

lucertole,

leggiero,

si

ondeggiar
Il

gna

trovano
e da tutti

all'

si

che un

lor

dai ragni

dalle

Questo nido
basta per farlo

nemici.

zeffiretto

aria.

rampicator
e

coperto

al

rosso trovasi

nutre d'insetti,

picchii del suo genere.

nella

come

Nuova Spa-

le altre specie di

CJP

IT O LO

X.

fra monte e monte


Curva apertura che de' tordi

Se tu avrai

e d' altri

Augelli sia tragetto

Non
Che

signoreggi

il

loco

vento poi

"1

ivi

bello

fia

accolga quel terren nel vacuo seno

Doppio

filare

d'arbori, e torreggi

Agli arbori vicino una bertesca,

Ove

origliare

Degli uccei

Al

filare

le

una

ad osservar tu possa
venute: in mezzo tesa
rete

ad ora ad ora

Molti d'essi vedrai le tremule ale

Fermare

in quella e restar presi al varco,

TlftABOSCHl.

IL

TORDO.

Ve

ne hanno quattro o cinque specie ; ma tutti i


il becco sottile., un po' curvo all'estremit e leggiermente incavato. 1/ interno di questo becco giallo, e la sua bocca coperta d'altordi hanno

cuni peli o setole nere, dirette in avanti.


rici

sono ovali e quasi sempre ignude

dentellata

la parte superiore del

bruno carico

1'

La

lunghezza

all'

altra dagli otto agli undici pollici.

individuo varia

Le

na-

la lingua

corpo

inferiore pi chiara

dell'

d'

un

e picchiata.

dall'

una specie

IL TORDO.

2^6

Il tordo cantante merita d' esser distinto per la


purezza della sua voce. Il suo canto , che piace
per la dolcezza e la variet, comincia in primavera di buonissima ora., e dura gran parte
dell' eslate.

Sebbene
terra che

il

tordo non

come

sia

riguardato in Inghil-

nondimeno

di passaggio,

uccello

vi

hanno

in alcun' altra parte del continente.;

ove si vede pi frequente


d' inverno che di primavera o d'estate, il che fa
presumere che si rifugi in fondo a' boschi. Non
sembra eh' ei passi Fanno intero ne in Francia,
de' luoghi

dacch

il

signor di E-uffon dice che apparisce in Borgogna.


stagione

alla

della

vendemmia,

e abbandona

il

paese al cominciar dell' inverno.


I tordi fanno il lor nido ne' boschi e negli orti, e

di

talvolta fra

musco,

dentro

d'

rovi.

di paglia,

una specie

Li rivestono

di foglie

di cartone

al di fuori

secche,

e al

molto sodo

di

com-

posto di fango bagnato , impastato e battuto e fortificato

con paglia e picciole

radici.

Quando

l'

in*-

depongono le loro uova


cinque e sei d' un azzurro verde

terno affatto secco, vi


in

numero

di

spruzzati di nero , principalmente nella pi grossa


estremila. Qnesti uccelli si appajano al cominciar

ed hanno in costume di fare due


quando le
covate all' anno ed anche una terza
didifficile
bene.
E
prime due non sono riuscite
stinguere il maschio della femmina, sia per la
di primavera

-,

IL

I77

TORDO.

per

le
grossezza, ch uguale ne' due sessi, sia
sono
colori
estremamente
variabili.
cui
i
piume ,

Ogni covata, quando

in istato di volare,

va

separatamente sotto la condotta del padre e della

madre. Talvolta pi covate


schi, e al

che
rose

sia

loro costume

ma

s'

incontrano

ne'

bo-

vederle cos unite insieme, potria credersi


1'

andare in schiere

nume-

momentanee. Bened anche si disperde

le lor riunioni sono

tosto ogni famiglia

assolutamente

si

separa

quando

stanza per andar

pulcini son robusti abba^

soli;

anche nella sua captivit. Una


persona di mia conoscenza, dice Sonnini , avea
un tordo cui guardava da otto anni. Esso era
Il tordo canta

tanto familiare,,

drona.

Cantava

che seguiva dovunque


benissimo e

Era nudrito con un


pane

la-

sua pa*

su tuoni differenti

*-

pastello fatto di midolla di

consumava emarantadue
andava soggetto alla
gotta le sue gambe si gonfiavano , ed egli parea
molto soffrirne. Mori nondimeno per accidente
e non di questa o d' altra malattia.
Sebbene il maschio e la femmina si rassomiglino per la taglia del corpo e per la tinta, si
per osservato che i colori del maschio son pi
e di rape, del quale

libbre

all'

anno. E' infeliee

netti e

pi vivi,

il

che comune a tutte

le spe-

cie di uccelli.

Il

tordo un boccone eccellente,

quando giovane

soprattutto,

e grasso.

Gabinetto T. III.

ia

17*

TORDO VISOVORO.

IL

Questo tordo
del

becco

all'

della sua testa

bruno

grigio

da

differisce

sua grandezza.

estremit

della

del collo

per la

tutti gli altri

lungo undici pollici dalla punta


Il di sopra

coda.

e tutto

il

corpo

d'

un

talvolta misto di rosso verso la grop-

pa; le parti laterali della testa, il petto e il di


sopra del corpo sono di un bianco giallognolo
macchiate di nero. Le penne dell' ali son brune ,
quelle della coda egualmente, con macchie bianche.
le

La

base del becco gialla

gambe sono

Il tordo di cui
dell'

Europa

F unghie

gialle e

parliamo ,

si

il

bruno

resto

trova in pi parti

non sia
l' anno

e sebbene in alcuni luoghi

che uccello di passaggio

dimoia per

nere.

tutto

in Inghilterra.

Esso fa
ora

il

suo nido sovr' alberi or di mediocre,

di misurata

altezza

preferendo

sono pi guerniti di musco

il

qual

gli

quelli

che

serve egual-

mente che 1' erbe e le foglie per la formazione


del nido medesimo. Questo nido rassomiglia meno
a quello degli

quando

altro

altri tordi,

non

fosse,

che a quel

perch

al di

de' merli

dentro ha una

specie di materassa.

Gli nccelli della specie di cui parliamo

danno

per ogni covata quattro o cinque nova grigie maculate , e nutrono i loro pulcini con bruchi , vermicelli

lumachtte,

ed anche lumache,

di

cui

IL

rompono

il

specie

bacche

nella

di

TORDO VISCIVORO.

Quanto a

guscio.

di ciriege

buona stagione

ginepro,

di rusco,

s
d'

jyg
mangiano ogni
uve , di bagole

e nelF inverno di grani di

faggiuola,

ma

voce disaggradevolissima.

Ei

d'edera,

di

particolarmente di vischio.
Il

maschio ha

la

canta assai di buon' ora in primavera, e

colloca

si

a quest' uopo sulla cima degli alberi pi elevati.


Lasola differenza fra lui e la femmina quella
delle piume pi nere nelF uno che Dell' altra.
Il sig. di

fon)
sig.

Montbeillard

dice che

Le

(il

collaboratore di Buf*>

sono dolci

draini

e pacifici.

tende che sieno anzi de' pi inquieti e


che si battano non solo fra di loro , ma

litigiosi;

ed
quando

falcone

tela,

che

come
cau-

il

nibbio

il

nemico formidabile, di mettersi

in molti contro di lui.

conta

usando per

azzuf-

si

fano ben anche con volatili assai pi forti


il

II

Vaillant contraddice quest'opinione, e pre-

fu

Eo

testimonio

altro la

stesso naturalista

del

rac-

combattimento

di

dieci draini con un'aquila, nel quale quest'ultima

fu battuta e messa in fuga.

Avvi

in Inghilterra un' altra

brughiere

appellato

di

suo nido.

Esso

altri,

poich

specie di

tordo

ivi costruisce

d'un colore pi scuro che

e stimatissimo pel suo canto.

il

gli

GHILLIYORO;

IL

Questa nuova specie


nelP interno

dell'

ove abbondano
sig.

Barrou

d' augello

le cavallette

ha dato

gli

non

Afriea meridionale

il

di cui

nome

trovaj che-

si
e-

ne'

si

luoghi

nutre.

Il;

specifico, di gril-

ivoro.

Ha
Sa

la testa,

il

groppa bianca,

petto e

dorso

il

le ali nere

cenerognoli

egualmente che la

coda, la quale corta e un po' forcuta. Sotto il


suo occhio e al di l vedesi uno spazio ignudocolor di zolfo. Il di sotto del petto ha anch' esso-

due spazj ignudi ma neri.


Sembra che la provvidenza abbia
,

f uccello ne' paesi infestati

collocato que-

delle cavallette

per

liberar gli abitatori da insetti cos nocivi. Il nido

del grillivoro apparisce molto grande a certa distanza;


diviso

ma, esaminandolo da
in

piccole

cellette,

vicino., si

ciascuna

vede eh'

delle

quali

forma un nido separato. Di queste cellette ve ne


hanno talvolta sino< a venti, e sono tutte rico~
perte di ramoscelli intrecciati^ come sul nido della
pica.

XL

FANELLO:

ammirato per la melodia


ha cinque pollici e mezzo di lun-

universalmente

della sua voce

ghezza, e

]>esa

ordinariamente dieci dramme.

Il

FANELLO,

IL

8"!

becco d' un azzurro , che trae i grigio; gli


occhi sono color di nocciuola ; il di sopra dei
corpo di un rosso bruno , il di sotto d' un
bianco rossigno; il petto pi scaro, e divien
rosso in primavera

quasi tutte le penne dell' ali

e della coda alquanto forcuta son nere

bianco; le

gambe

Molti preferiscono

-canto del fanell a quello

il

di molt' altri uccelli pi

Preso nel nido

celebri.

esso

impara facilmente a zufolare

che

si

vuole;

orlate di

son brune.

e cantar le arie

e talvolta anche a pronunziare di-

stintamente alcune parole.


fanello maschio,

Il
sia,

ed

riconosce alle

si

agli

bianchi

orli

che

vecchio o giovane

piume del dorso pi scure,


quelle

di

della coda

pi

larghi che nella femmina.

Ambidue

si

nelle siepi,

annicchiano ordinariamente ne'rovi%

e talvolta fra arboscelli di ginepro o

vi fanno

di ribes;

esteriormente

di

un

grazioso

picciole

nido,

radici,

di

composi

foglie e

di

piume , di
crini e di molta lana. La loro covata comunemente di quattro o cinque uova bianche , macchiate di rosso bruno dalla parte pi grossa
ed
ha luogo comunemente verso la met d' aprile o
al principio di maggio. Quando si vuol allevarne
i pulcini
si pu prenderli dieci giorni dopo che
musco

e ^1

di dentro

d'

un po'

di

sono usciti del guscio,


caldi e puliti ;

cercando di tenerli molto

dando loro a mangiare

di

due

l8a

FANELLO.

IL

dapprima con del

ore. Si nutrono

due

in

pastello

avena e rape cotte nel latte o in acqua zuccherata ; ma in capo a sei settimane si pu dar loro
miglio ed acqua cruda eh' il cibo che loro pi
convenga. Quello per che appetiscono pi di tutto
d'

il

seme

di lino.

Quando

la

schiere

numeroce,

famiglia allevata,

i fanelli vanno
che cominciano a formarsi
verso la fine di agosto, quando la canapa giunge
alla sua maturit. In quest' epoca se ne prendono

talvolta sessanta con

un

solo trar di rete;

glierli dal

il

to-

nido per allevarli, Navaretti, nella sua

opera

sulla

fanello

Gina, parla d'un volatile simile

clie i nativi del

combattimento
d' Europa.

presso

IL
Questo

come

s'addimesticano facilmente, quasi inutile

al

paese F ammaestrano al
a poco come il gallo

CALDERUGIO.

grazioeissimo

augellino

ugualmente

ricercato per la gentilezza del suo canto e la bel-

lezza
pollici
all'

piume. Ha d' ordinario cinque


lunghezza, e pesa un'oncia
suo becco picciolo un po' ricurvo

sue

delle

mezzo

incirca. Il

e cenericcio
ciuola.

Un

di

suoi occhi sono d'

cerchio

di

piume

un

color di noc-

di colore

circonda la base del suo becco;

scarlatto

le sue gote

son

bianche; nera la sommit della sua testa, onde

si

pur nera

larga lista

bianco;
i

il

il

collo,

il

parti insino al collo

le

di dietro

il

ventre bianchiccio

le

una

della testa

dorso egualmente che

groppa sono

fianchi e la

Io3

CALDERUGIO.

IL

ambedue

stende da

un rosso
piume dell'
d'

il

cinericcio
ali

coda son nere , ma finiscono quasi tutte


punta bianca; e le ali sono attraversate

petto,
;

e della
in
d'

una
una

fascia gialla assai elegante.

La femmina ha meno

rosso che

nulla affatto di nero. In generale

pi vivi e brillanti

sto sono

il

il

maschio

colori di que-

che pu in ogni

et farlo distinguere dall' altra.

vivono lunghissimo tempo ; e


che giungano all' et di vent' anni.
Wiloughby ne cita uno , il qual ne visse ventitr. Essi vanno a schiere numerose, e si nutrono
di grani di cardo , di canapa , di cicoria selvag-

Questi

augelli

non raro

gia e simili.

I calderini

come

fringuelli sono gli augelli

che sappiano costruir meglio

il

Ior nido, renderne

tessuto pi solido , dargli una forma pi rotonda e per cos dire pi elegante. I materiali ,
ch'essi impiegano al di fuori, sono il musco fino,

il

licheni

giunchi

le piccole

radici

intrecciate

V erba secca
il
crine
la lana e la calugine. Lo
posano essi comunemente sovra alberi fruttiferi , scagliando i rami
deboli
che sono anche pi mobili. Cosi il lor
nido sempre in sicuro, poich di rado si tenta
con arte

e nell' interno

Iu4

TL

di levarlo
ai

frutti.

chie e

CALDERUGIO.

per timore di far danno ai fiori ed


Talvolta pure si anniccliiano fra le macrovi spinosi. Le loro uova , che mai
,

non oltrepassano

le

cinque o

sei

bianche

sono

spruzzate di rosso bruno.

Sebbene

questi augelli siano vigorosi

avvenga spesso
difficile

1'

d* essere

allevarli

prima che abbiano


nutrono, come
cotta nel latte
forti

ne

ammalati

si

fanelli,

sino a

per mangiare da

grani di cardo sono

dee

il

dal nido

toglierli

penne.

loro

fatte tutte le

ne loro

nondimeno

Si

con un pastello di rapa

che non siano abbastanza


La rapa , il miglio , i

s.

nutrimento

che loro me-

glio conviene.

Gran

quantit di cardellini si prende ne' mesi


giugno, luglio e agosto con trappole e reti,
e si addomesticano prontamente , poich la loro

di

docilit e intelligenza mirabile. Si insegna loro

ad eseguire diversi movimenti colla massima precisione , come fare il morto , metter fuoco a un
mortaletto

gono

il

trarre piccioli secchj

suo bere e

far loro apprendere

il

suo mangiare.

quest' ultimo

quali conten-

Onde per

esercizio

con-

viene saperli abbigliare. L' abbigliamento consiste

una

linee

molle, larga due


buchi , per cui si

picciola fascia di cuojo

perforata con quattro

fanno passare

i lor

piedi

mit della quale congiungendosi


ion ritenute da un anello , a cui

sotto

le

loro ale e

si

le estreil

ventre

attacca la ca-

IL

CALDERUGIO.

l85

iena del picciolo galeotto. Nella solitudine in cui


egli si trova, prende piacere a riguardarsi in qualche specchietto, credendo vedervi un altro augello della sua specie ; ed anche , siccome altri

pretende

giovandosene per far

cio ripulirsi le

sua toeletta

la

penne e disporle

modo pi

in

vezzoso.

IL

Q uest' augellino
alle isole

Europa

CANARINO.
era originariamente particolare

di cui porta

nel secolo

il

Fu

nome.

recato in

quattordicesimo, ed ora vi

alleva con tanta facilit

che vi

pu
mezzo

si

si

dire na-

Ha cinque pollici e
di lunghezza. Il suo becco d' un color di carne paituralizzato.

lido

come

son gialle
volta di

le
,

gambe;

le sue

miste pi o

bruno

meno

piume
di

in

grigio

sulle parti superiori del

generale
,

tal-

corpo.

Buffon annovera ventinove variet di canarini ,


aggiugnere alcune altre.
Questi amabilissimi augelli sono buoni mariti ,
buoni padri, d'ini indole si dolce, d'un naturale
s felice , che nulla pi. Ricreano continuamente
la loro femmina con piacevol canto ; le danno
sollievo, quando la fatica del covare lo stanca;
l'invitano essi medesimi a lasciar loro il posto
gravoso; nutrono con lei i pulcini; imparano tutto
quello che si vuol loro insegnare.
a cui se ne potrebbero

l8

CANARINO.

IL

Possono

canarini accoppiarsi col verdone, coi

ed anche

cardellini, coi fanelli, coi fringuelli

colle

passere.
Il dottor

rino

Darwin

Sembra che
misto

di

ei rimaneva per mezz'ora


appoco appoco rinveniva.

indi

volta che

ogni

d' epilepsia

gabbia;

se gli nettava la

privo di senso

un cana-

dice d' aver veduto

qual soffriva

il

quello

canto di quest' augellino


dell' allodola

dell'

sia

un

usignuolo.

Il sig. Barrington dice d'averne veduto qualch'uno


che veniva dalle Canarie , e punto non cantava.
Gran parie di quelli che vengono dal Tirolo sono
istruiti da un rosignuolo. Il canto per dei ca-

d' Inghilterra

narini

somiglia

maggiormente

quella dell' allodola.

L'

USIGNUOLO.

Quest' ammirabil cantore non pu trarre alcun


vanto dalla variet

piume.

Il di

dalla ricchezza

rosso misto d'ulivigno;

il

La

sua lun*

sei pollici.

rosignuoli

non passano gi

Inghilterra;

ma

marzo o

cominciamento

al

tutto

1'

vi arrivano alla fine del


d' aprile

anno

in

mese

di

se

tornano a quello di settembre o d' ottobre.


si

sa

sue

bruno

di sotto cenerognolo,

quasi bianco sul petto e sul ventre.

ghezza di

delle

sopra del suo corpo d'un

ne

ri-

Non

precisamente in qual luogo passino l'inverno.

l'

Una
che

cosa

augelli

brillanti

tutti privi

di

canto

campagne e

alle

colari attrattive.

che

li

usignuolo.

merita

che

d' essere

America sono

dell'

d'Europa

ai boschetti

Ma

riempiono

d'

si

quasi

modulazioni danno

cui

le

187
osservata

fra tutti

si

parti-

graziosi volatili

armonie, nessuno pu stare a


Una delle cagioni , che

confronto dell' usignuolo.

danno a questo tanta superiorit , come osserva il


sig. Barrington, il cantare che fa di notte e
onde la sua voce, non offuscata da verun' alsolo
tra , esce chiarissima e sonora. Al che si ag,

giunga r arte di piegarla soavissimamente, e prolungarne talvolta la durata a dieci secondi. L'osservatore da noi citato cont in un solo gorgheggio
sedici riprese differenti , ben determinate nella
prima e nell'ultima nota, e ben variate nelle intermedie. Secondo lui la voce dell'usignuolo non
s estende, quando l'aria tranquilla, a meno di

un mezzo miglio

di distanza, che quella presso

a poco a cui ghigne la voce umana.

cosa mirabile che

un

qual non pesa mezz' oncia


organi della voce. Il

gli

che

pi

forti in esso

picciolo

augello

il

abbia tanta forza ne-

sig.

muscoli delia laringe

(Y augelli;

Hunter ha

osservato

erano a proporzione

che in qualunque altra specie


maggiormente poi nel maschio
quello che nella femmina, a cui un

e vie

che canta, di
tal

si
,

dono negato.
Gli usignuoli

selvaggi

non cantano che

dieci

i88
settimane dell'anno, mentre quelli che sono captivi

continuano

cantare

nove o

per

mesi;

dieci

e questo canto non solo pi a lungo sostenuto,

ma

altres pi perfetto e meglio formato.

altres loro propriet rabbellire

naturale d tutti
canto degli altri

loro udire alcuno.

sito

il

Apprendono anche

lor ritornello.
si

Talvlta anche

loro canto

passi

alternativamente o a coro
cino a loro

il

che loro piacciono nel


,
ucclli, se qualche volta se ne fa

Se taluno zufola un'aria

sforzano di mettersi
si

cantare

e a ripetere a propo-

addestrano

all'

parole.

proferir

vi-

unissono.

Imperador Claudio , per ci che si


narra, ne aveva uno, il qual parlava greco e laIl figlio dell'

tino.

Ma

quello che aggiunge Plinio ancor pi

meraviglioso

cio che altri usignuoli preparavano

ogni giorno frasi nuove

per divertire i loro au,


L'adulazione poteva dar ad inten-

gusti padroni.

dere queste

ma un
tersi

sciocchezze

filosofo

di

de' giovani

crederla, n di

cercare

appoggiato ad un gran
,

valendosi

andati

al

dr

di

Plinio

incredibili.

degnissimo di fede

usignuoli d'

un

Gessner, fra

un uomo
in cui

oste di Ratisbona

scrit-

come

quangli
si

ah
ve-

parla di due

si
,

errore

sono poi

di l delle stesse sue maraviglie,

riferisce la lettera d'

1'

nome. Quindi pi

dell' autorit

tunque abbastanza
tri

di farle cre-

dere; poich nulla pi contagioso che

tori

principi

come Plinio non dovea permet-

quali passa-

USIGNUOLO^

L*

189

vano le notti a dialogare in tedesco sugli interessi


politici

d'Europa,

passate,

sulle cose

su quello

ehe doveva avvenire , e die avvenne di fatti ben


per render la cosa pi creditosto. Veramente
bile, l'autore della lettera confessa che i due au,

gelletti

non faceano che ripetere quello cbe aveano

udito da

alcuni militari

frequentavano

quali

Malgrado per questo temperamento la


sua storiella assurda quanto basta, ne merita una
F

osteria.

seria confutazione.

tempo

Il

di aprile o

della covata degli usignuoli la fine


il

principio di maggio.

Essi costrui-

loro nido vicino ai ruscelli, sui rami pi

scono

il

bassi

degli

arbusti

scelgono

ordinariamente

ove i bronchi e le spine siano


meglio intrecciati , per istarvi con maggior sicurezza. Il nido composto di foglie , di giunco ?
de' folti roveti

musco. La femmina fa. quattro o


un bruno verdognolo ma raro
vadano bene. Quando si vuol discoprire

di paglia e di

cinque uova

cbe

tutti

d'

un nido di rosignuoli-, uopo ascoltare onde


venga la voce del maschio
mettere sui rovi
,

all'

intorno, de' vermicelli

osservare per qual via

venga a prenderli r e porgere


onde escono le grida
de' pulcini che ricevono il lor nudrimento.
Non si debbono questi trarre dal nido , prima
che abbiano messe tutte le loro penne
e traendoneli convien tenerli molto caldi. Il loro cibo, si

esso torni qualor

attento orecchio alla parte,

L USIGNUOLO.

I()0

far consistere in un pastello fatto con cuor di


montone o con qualche altra vivanda cruda tagliata minutissima e mista con un poco d' uovo
duro. Si pu metterli in una gabbia tappezzata
di paglia fina o di musco secco, avendo ben cura
di tenerli puliti , poich altrimenti vengon loro
la
si

gotta

pu ad

In autunno
per una quin-

talvolta cascan le unghie.


essi togliere il pastello

dicina di giorni, e dal loro in quella vece alcuni

vermi

di

farina

tre

volte

la

settimana

due

o tre ragni per giorno. Si mette loro alcune volte


un poco di zafferano nell' acqua e si mischia un
;

po' di fico nel lor pastello per ingrassarli.

Quando

hanno

in

la gotta

e quelli che

bia vi vanno soggetti

si

si

tengono

fregano loro le

gab-

gambe

con burro fresco o con adipe di cappone per tre


o quattro giorni. Se divengono tristi e languenti,
si pone dello zucchero condito nella lor acqua, e si
danno loro, oltre il cuor di montone, tre o quat-

vermi per giorno


alcune formiche , e un
poco d' uovo duro minuzzato.
Gli usignuoli rapiti dal nido , divengono cantori eccellenti
massime quelli di prima covata.
Si prendono poi facilmente con traboccheii piantro

tati in

terreno smosso di fresco, e sparso di ninfe,

di formiche, di vermi; ovvero con glutine, di cui

s'intridono i rovi, su cui si posano ordinariamente


per cantare. Appena sono fatti captivi 3 si legano
loro generalmente le ali con un filo 5 onde non

L USIGNUOLO.
si

dibattano nella gabbia

191
questa cautela di

che inutile ; poich

presso

vien

ma

familiarizzano

si

prontamente.
Questi augelletti son

come

la

dono entro

rovi pi densi

mai durante

il

Quest' augello

sivi, e lo

si

nascon-

non cantano quasi

PETTIROSSO.
j

gli

ammirato per

universalmente

la delicatezza e agilit
sottile

non vanno a stormo


volatili

giorno.

IL

debole e

solitarj;

pi parte de' piccioli

del suo canto, ha

occh i grandi

sguardo dolce.

La

neri

il

sua testa e

di so-

il

pra del corpo son bruni misti d'un verde di


il

collo e

sono d'

un

il

petto

bel

come

rancio

1'

indica

carico

il

il

suo

qual

becco

espres-

olivo;

nome

tende

al

la sua fronte segnata di simil macchia ;


becco bianco; le gambe e i piedi quasi neri.
Egli ha presso a poco sei pollici di lunghezza

rosso

il

punta del becco all' estremit della coda.


il maschio dalla femmina pel colore
del petto , che pi scuro nel!' uno che nel? altra, per le gambe che son pi nere, e per aldalla

Distinguesi

cuni

peli

eh' egli

ha da ambidue

le parti

del

becco. Il verde ulivigno del suo dorso anch' esso

pi carico; e vi son femmine che- non hanno

^sul

petto alcun vestigio di rosso.

L' augello di cui parliamo passa tutta la state

IL PETTIROSSO.

XQ.&

ne' boschi,

incomincia a covare

ih

primavera, 9

fa talvolta fino a tre covate fra P aprile ,

gio ed

il

giugno.

sopra

terra ,

Ei

colloca

compone

il

suo nido

de' giovani alberi

radici

le

il

magpresso

tra

musco intrec-?
ciato
di crini e foglie di quercia , con un letto
di piume al di dentro; inseguito, onde nascono

bronchi e

spine, lo

le

di

derlo a tutti

gli

sguardi

lo

ricopre

di

frondi

accumulate , lasciando appena sotto quest' ammasso


un ingresso angusto ed' obbliquo, eh' ei sempre

con altre frondi

tura

all'

ordinariamente cinque o

La femmina fa
uova brune, maculata

uscire.

sei

di rosso.

Quando

si

vogliono

allevare de' pettirossi

uopo trarli dal nido dieci o dodici giorni appena sono usciti del guscio , tenerli caldissimi specialmente alla notte , e nutrirli dell' istessa maniera
che l'usignuolo. Quegli uccelli vivono di rado pi
d'

di sette o otto anni, soffrono d'epilepsia, di gran-

chio

di

soffocazioni.

Sono

essi

Ma,

dice Buffon, la loro partenza

annoverati fra gli uccelli di passaggio*

cata e, per cos esprimerci, proclamata

non indicome quella

degli altri uccelli che vanno a stormo.

Molti ne

che ancor giovani e non


istrutti dall' esperienza non conoscano il bisogno
di cangiar clima, ossia che loro bastino i piccioli
mezzi di sussistenza, che possono trovare nei
nostri inverni. Veggonsi allora avvicinarsi alle
restano indietro

ossia

U, PETTIROSSO.'

nostre abitazioni, e cercare


al

Che

sole.

ne' boschi

diviene ivi

tra

ri-

compagno

il

accosta al suo fuoco per riscal-

si

193

luoghi meglio esposti

riman

se taluno

gori dell' aspra stagione

del legnajuolo

va a beccar il suo pane


e gli si aggira
intorno continuamente , facendo udire un picciolo
grido. Ma quando il freddo cresce, ed alta neve
darsi

copra
batte

terra,

la

viene

ei

vetri col becco

case,

nostre

nelle

fin

quasi per

domandare un
egli paga colla

che gli si d volentieri e eh'


pi amabile familiarit, raccogliendo le bricciole
della tavola, mostrando riconoscere ed amar le
asilo

persone
canto

vera,

di famiglia,

meno

ma

vivo,

quasi

una specie

e spiegando

per ringraziare ogni giorno

loro

che

gli

sino a

cendogli

si

annunciandogli

sforza a

domandare

cerca l'ombra folta e

nutre nella

IL

Ha un

agita e lo

lo

d'insetti, a cui

tir tutto

nuovi bisogni

sentire

Il pettirosso

di,

suoi

concedano. Ei rimane tranquillo fra


che la primavera che ritorna , fa-

nuovi piaceri,
a libert

dolcezza del

ospiti della loro beneficenza, e della


ritiro

di

pi delicato che in prima-

buona stagione

la caccia

luoghi umidi

vermi

con molta destrezza

COLLIGIALLO.

cantar delicato e piacevole, che fa sen1'

anno.

Gabinetto T. Ili,

lungo quasi cinque polUoi


1,3.

ha

IL COLLIGIALLO.

ig^

becco bruno, e grigio nero

il

lore gli
giante

come

dorso.

Una

il

ma

petto,

F occhio e

fra

chi

sono

il

di bianco e

spruzzati

tal co-

gialleg-

fa vie pi scuro in sul

occhio,

1'

becco. Il ventre bianco

e sulle quattro

di grigio

posta

fian-

nero

segnata a liste oriz-

ali

la coda d' un gripenne maggiori si veg-

zontali di nero e di bianco

gio cupo

Un

collo,

punteggiatura gialla,

parte superiore dell'

la

si

capo.
il

bianca linea, che gli corona

congiugne ad una

si

il

va rischiarando verso

si

gono grandi macchie bianche.


L' augello di cui parliamo, gi interessantissimo

per

la grazia della

gli affetti

non

lo

sua voce, che par che esprima

la

sagacia,

con cui

il

suo nido.

Ei non

meno per F
si

intelligenza

vede costruire e disporre

lo colloca

gi sugli

alberi

ove due gran rami escono insieme e divergono , siccome fanno ordinariamente
gli altri uccelli; ma lo sospende a piante rampicanti ove formano intreccio fra albero e albero,
e massime ove si sporgono sopra fiumi e burin

quella parte

roni

profondi. Coi

allaccia

chette

pone

fili

viticci

d'erba secca,

sottili

tessute

di

quelle

fibrille di

piante egli

foglie, radi-

con grand' arte , e cos com-

che riesce una picciola materassa aggomitolata , impenetrabile alla pioggia ed


ai venti , che pur F agitano mollemente.
Poco per sarebbe alla sua previdenza il metil

suo nido

tersi al sicuro dall' ingiuria degli

elementi in luo-

IL COLLIGIALLO.

ghi ove ha tanti

I<)5

Quindi

nemici.

altri

egli

sembra

npiegare particolarissima industria, onde assicu-

rare s e la famiglia anche dalle loro aggressioni.


Il

suo nido

fianco

aperto in

invece d' essere

lo

pi a basso

alto o

di

appena che

tanto

V augello possa entrarvi e scendere poi fra pulseparati dall' in, che abitano pi addentro \
gresso per mezzo di una specie di parete.
Quest' augello originario di San Domingo e
,

cini

d' altre

isole

cipalmente

dell'

IL

Non

Indie orientali.

BEGCAPIGO.

lungo pi di cinque pollici,

debole

sottile

quale bianchiccia
son rosse

il

tre sono di
bianco,

le

nero

e
;

dorso

giallo; la pancia, le

delle

Si pasce prin-

d' insetti e di frutta.

un

rosso

eccetto

il

suo becco

alla

base

la

suoi occhi e le sue pupille

un bruno cupo misto al


e una parte del venoscuro il mezzo dei ventre
d'

cosce

e bianche sono pure le barbe

esterne

due prime penne della coda, che bruna,

gambe

sono

gialle.

Quest'uccello rarissimo in Inghilterra.

Buf-

fon dice, eh' originario dalla Provenza, ov' ebbe


il

nome che porta

in grazia del suo gusto parti-

colare pei fichi. Egli

e di piccioli insetti.
della sua carne.

si

nutre altres

di

farfalle

celebralo per la delicatezza

IL CUL0BI3SCO.
Pesa

un' oncia air incirca;

nero

tile,

pollice

al di

la

comincia

sua lingua fessa.

agli

zurro; la groppa,
pollici,

si

dorso grigio

il

suo becco sot-

il

e lungo

Una macchia

suo becco,

angoli del

sotto dell' occhio

chio

il

dentro e al di fuori

un

nera

passa al

di

estende al di l dell'orec-

cenerognolo misto

d'

az-

ventre e la coda, lunga due

son tutti bianchi.

Quest' augello si tiene abitualmente fra le zolle


nelle terre lavorate di fresco, e di qui
di zolloso (motteux).

Compare

ha

il

nome

in Inghilterra alla

marzo e vi rimane fino in settembre.


ne prende gran, quantit nella provincia
di Sussen verso il cominciamento dell' autunno^

xnet di

Se

tempo in cui sono


oughby descrive la
stori. Levano qua e

pi, grassi

delicati.

Wil-

caccia che ivi ne fanno


l

Y erbosa cotenna del

pa?
ter-

segnando ad uri tempo de' piccioli solchi ]


,
ove distendono un lacciuolo di crine. Gli augelletti spinti o dal desiderio di cibo, o dal costume
di nascondersi ne' solchi , vanno facilmente a cader;
reno

nelP insidia

.,

poich basta a ci

F apparizione

di

uno sparviero, o anche l'ombra di una. nube, che


jsubito gli impaurisce.

Pennant crede che questi augelli siano


provincia di Sussen da una specie di
eh' ivi abbonda, e che forma il loro prn^

il sig.

attirati nella

farfalla

CULOBIANCO.

IL
'cpal

nutrimento. S' annicchiano

essi

non

I
9?
rado

di

all'ingresso delle tane abbandonate dai conigli. Il

nido composto al di fuori di musco o


d'erba fina, e di piume o di lana al di dentro.
Vi si trovano comunemente cinque o sei uova

loro

d' un bianco azzurrino , con un cerchio d' azzurre?


pi carico della parte ove sono pi grosse.

LA CUTRETTOLA.
Quest' augellett non pesa pi di

non ha che

dramme

sei

lunghezza, e 1' aprimento delle sue ali si estende appena dodici. Il


suo becco picciolo , sottile , affilato lungo un
pollice e mezzo all' incirca. Una mezza maschera
bianca nasconde la sua fronte e i suoi occhi , e
cade da ciascun lato del collo. La sommit della
sua testa,

il

petto e

il

dorso

son neri;

il

ventre

penne dell' ali son nericce


orlate
grigio bianco la coda composta di dodici penne

bianco
di

sette pollici di

le

(delle

due

quali le dieci

tre pollici,
d' alto

in

intermedie

bianche fino quasi

laterali

son

nere e

alla radice

le

lunga

ed ha un movimento quasi continuo


le ugne son nere , lunghe ed
basso
;

acute.

Si veggono sovente le cutrettole correre in riva


ai fiumi, agli stagni

ed

sulle zolle erbose ancor

cercarvi de' vermi

ai laghi,

umide

pure

e talvolta

della rugiada

degli scarafaggi

per

delle farfalle

LA CUTRETTOLA.

10,3

ed

altri piccioli insetti di cui

mento. Esse collocano

il

fanno

loro

delle case o ne' fori de' vecchi

il

lor

nido sotto

muri

nutriil

tetto

e vi depon-

gono quattro o cinque uova.


Avvi una specie di cutrettola grigia cos chiamata perch tale il colore della sua testa , del
suo dorso e del suo collo. La lunghezza della
sua coda la fa parer pi grande che la cutrettola
,

ordinaria. Il di sopra del suo corpo bianco, con


fascia bruna ad armacollo , la coda nericcia
con un poco di bianco suh" esterno delle piume ;
le pelli maggiori dell' ali son brune , le altre nericce con un poco di frangia bianca; il becco

una

bruno scuro;

le

gambe sono d'un

Quest' uccello abita

luoghi

giallo

stessi

bruno.

che la cu

trettola sopra descritta; e il suo cibo pure il


medesimo. La femmina costruisce il suo nido sopra la terra comunemente in riva a' ruscelli
e
vi depone sei o otto uova d' un bianco sporco ,
,

macchiate di

giallo.

Avvi un' altra cutrettola , la quale gialla , ed


ha sei pollici e mezzo di lunghezza. Il suo becco
nero; il mantello sino alla groppa verde color
d' olivo
la groppa gialla come la pancia
e il
ventre che hanno delle picciole macchie brune ;
il fondo delle piume dell' ali d' un grigio bru,

no

1'

orlo esterno delle tre pi vicine al corpo

un giallo pallido la coda nera ,


nelle piume esteriori che sono bianche;
d'

son neri e l'unghie lunghissime.

eccetto
i

piedi

LA CUTRETTOLA.

I99

Buffon osserva che questa cutrettola la prima


a ricomparire in primavera ne' prati e ne' campi,
ove si annicchia in mezzo alle verdi biade. Essa
fa d' ordinario quattro o cinque uova d* un bianco
giallognolo , irregolarmente spruzzate di bruno.

Le

cutrettole in generale lasciano V Inghilterra


autunno ; senza per altro andar molto lungi
poich se ne veggono sovente in mezzo all' inverno, quando il sole esce fuori. Esse non hanno
che un picciolo grido insignificante, cui ripetono
in

spesso

specialmente quando volano. Quest' affetto

che mostrano per


guirli ne' prati
li
il

gli

armenti

Y abitudine di

la loro familiarit co' pastori

se-

che

precedono, ha loro in qualche lingua meritato


nome che per noi equivalerebbe a pastorelle.

e AP IT OLO
Quanto picciolo pi,

Ama
E di

Torror

XI.
vie pi giocondo

bosco }

di solitario

sue dolci note

il

fa

giocondo.

Anonimo.

TROGLODITE.

IL

J_j augello di questa specie comunissimo in


Europa. Ugualmente picciolo che il reattino pesa
circa tre dramme, e non lungo che quattro
pollici. Ha volo corto e quasi a spirale
ed or
si tien fermo sopra un albero, or sopra una capanna presso qualche podere , cui rallegra col
;

Anche

suo canto melodioso.

nella captivit la sua

voce agile e forte. Nell'inverno, e persin caduto


nella neve, egli non cessa dal far udire i suoi
e in ogni

graziosi concerti;

tramontar del

oltre

il

notte

come

1'

picciole zone ad onda,


,

segnate trasversalmente
il

e nericcio sulla testa

del corpo;

e di grigio.

ma

usignuolo.

Egli ha le piume
ro

li prolunga
non gi nella

stagione

sole,

ma
Le

sul collo

bruno

da
scu-

e sul di sopra

sul di sotto misto di bianchiccio

la

sono macchiate di
maschio, dicesi, ha l'occhio

e la coda

ali

giallo e di nero. Il

pi grande che

cui colore

femmina } ma

la differenza fra

IL TROGLODITA.

loro

lieve,

che non

pu comprendersi,

se

non quando il primo comincia a cantare.


La primavera il troglodite alberga ne boschi
ove fa il suo nido presso terra su folti rami o
anche sfili? erba e talvolta sotto un tronco o contro una rupe, ovvero sotto la riva sporgente d' un
5

ruscello
d'

sovra

il

isolata in

il

tetto di stoppia

selvaggio, e fin

ridotto dei carbonaj e d' altri che fan lavori

ne* boschi. Egli

sco,

il

un luo go

e talvolta ancora sotto

una capanna

ammassa a

tal

uopo molto mu-

qual serve all'esterno del nido, e delude

le altrui ricerche.

Questo nido quasi

tutto ro-

tondo, molto grosso, con istrettissimo ingresso da

un lato , e guernito internamente di piume. La


femmina vi depone dieci e fino diciotto uova assai picciole,

bianche e interamente spruzzate di

rosso.

Per trarre i pulcini di questa specie dal nido,


bisogna aspettare che abbiano messe tutte le loro
penne. Allora si pongono in una gran gabbia
perch non amano trovarsi

allo stretto

si

sparge

ben fina ed asciutta il fondo della gabbia medesima, rinnovandolo spesso perch stiano
ben puliti e si cerca di tenerli , nell' inverno specialmente ben caldi. Malgrado per tutte queste
cure assai difficile il giugnere ad allevarli, poich sono uccelli estremamente delicati. Quanto al
di sabbia

nutrirli

si

fa

con

essi

come

cogli usignuoli.

IL
Di

MATTINO.

tutti gli augelli

ciolo: esso

d'Europa ecco il pi pictre dramme. Il suo becco

non pesa che

debole nero e diritto. Ci cbe avvi di pi sin-

golare nelle sue


d'

piume

la bella corona color

si

da ciascun
disparire, nascondendola sotto

aurora

sa far

orlata di nero

pel movimento de' muscoli della


fascia
1'

passando

sopra

di

al

orlo nero della corona e

lato, cui egli


l'altre

Una

testa.

de' suoi

un

altro

piume
bianca
fra

ocelli

pari-

tratto

mente nero, sovra cui ciascun occhio si posa, da


per cosi dire maggior carattere alla sua fisionomia. Il resto della parte superiore del suo corpo,

compreso
vigno;

d'

il

sopra

di

il

un rosso chiaro

fianchi.

dell' ali,

d'un

uh*

giallo

di sotto cominciando dalla base del becco

Il

che inclina

all'

ulivigno sui

contorno del becco bianchiccio

se

non che ne escono alcune basette nere. Le penne


dell' ali
son brune , orlate esteriormente d' un
giallo

verso

ulivigno
il

eia alla sesta


alla

ma

quest' orlatura

interrotta

mezzo da una macchia nera, che comin*


penna

segue pi

meno

delle grandi pi vicine al corpo anch'esso

e orlato di giallo ulivigno,

sporco

sicch

ciascuna

ma

delle

gran macchia di questo colore.


coda

fino

quindicesima. L'esterno delle penne medie e

lunga un pollice

bruno

termina in bianco

ha come una

ali

Le penne

mezzo

d'

un

della

grigio

REATTINO.

IL

bruno

delle

piume

sono

principio
l'

del

color

di

orlate

nericcio

petto

iride color di nocciuola

licci.

La femmina ba

lido

e al solito

debole cbe

il

d'

piume

le

maschio. Essa fa

un

della grossezza di

al

gambe

delle

piedi sono gial-

corona

la

tutte

testa

sulla

basso

al

Il

cT olivo.

eccetto

2,0

fondo

un giallo palun color pi


o sette uova

d'

sei

pisello.

assai rari nell' isole britanniche.

I reattini sono

Se ne trovano per alcuni ne' boschi all' intorno


d' Oxford, nel Warwickshire , e nel mezzo giorno
della Scozia. In Francia sono assai comuni, e in
alcune provincie

il

cosa sacra. Questi

nido

loro

uccelli

come

rispettato

nutrono di piccioli

si

insetti.

L'

ALLUPATO O

un poco pi grosso che

Il di

sopra del suo corpo

d' ulivo

il

di sotto

sta giallognola

d'

CANTORE.

IL

il

un

passa sovra

suoi

Una

occhi.
e la

ali

Il

li-

suo

coda

verdiccio

giallo

son gialle.

Quest'augello
Ivi

1'

penne sono orlate di un

gambe

le

un verde color

giallo pallido.

becco bruno egualmente che


le cui

reattino ordinario.

di

mai non passa

assai
1*

comune

inverno

ma

in
vi

Inghilterra.

ritorna

di

buon' ora in primavera; nell'estate abita i boschi.


Egli fa il suo nido tra i rovi pi folti o tra

L ALLUPATO O IL CASTORE.

Sol
v

r erbe pi

impiegando musco

spesse,

al di fuori,

ben tessuto e
ben ricoperto. Questo nido ha la forma di una
pelle come quei del toglodite e del reattino , ed
lana e crine al di dentro

somma

dall'augllo con

il

tutto

cura nascosto.

bianco sparuto
Il sig.

giallo

gli

';

un

osserva che vi hanno tre specie

Quello

altri

femmd'

spruzzate di rosso.

White

allupati.

di

La

uova

inina fa d' ordinario quattro o cinque

cui

parliamo chiamasi
ed hanno un
,

sono pi piccioli

garrir differente. Il canto del pi picciolo di tutti

frequente

ma

debole e poco variato.

pu a

L'allupato giallo, di cui dicevamo,


sta

ragione

appellato

essere

contrade settentrionali

rami pi

d'

il

rosignuolo

Europa. Ei

si

gin*

delle

posa sui

elevati degli alberi, e fa risuonar l'aria

della sua voce robusta e melodiosa.

LA CAPINERA SARTA.
E

picciolissimo augellino

pollici di
gialle.

Fu

lunghezza
scoperto

conosciuto dal

sig.

le sue

che non ha pi di tre


piume sono affatto

recentemente

quindi non

di Buffon.

Esso trovasi nell'India, e non rimarchevole


la maniera onde fa il suo nido, la quale
curiosissima. Perocch 1' augello il compone di
due foglie
adoperando il becco in vece d' ago
per cucirle insieme con alcuni piccioli filamenti j
che per

20

LA CAPINERA SARTA.

da la forma di una tasohetta o borsa aperta


in cima , e lo fodera in seguito di piume e di
musco. Egli unisce insieme pi spesso una fogliae
di quello che due verdi
secca ed una verde
gli

la sua

a quella d'un

sto

opera, quand'

finita.,

rassomiglia pi pre-

uomo, che d'un animale privo


che pu conte-

di ragione. Il nido e gli uccelli

nere sono

leggieri, che

d'

foglie

le

de' pi

de-

rami bastano a costruirlo


come V estremit
uno di que' rami basta a sostenerlo , e in piena

boli

sicurezza da ogni assalto nemico.

IL

MARTIN PESCATORE
O L'ALCIONE.

Quest'augello, bellissimo fra tutti quelli dell'isole

ha sette pollici di lunghezza, ed ununa all' altra estremit delle aperte sue
suo becco lungo quasi due pollici.

britanniche,
dici dall'
Il

ali.

Le

sue

piume son

mandibola inferiore;
testa sono di

nere, eccetto alla base della


i

fianchi e la

un verde cupo

sommit della

segnati di

macchie

azzurre trasversali; la coda d' un turchino carico; il resto del corpo raneiato, bianco e nero;
le

gambe

sime

son rosse;

non nuocciono

le
al

ali,

volo

quantunque
dell'

augello

cortis,

che

rapidissimo.
Il

Egli

martin pescatore si trova in tutta l'Europa.


si nutre di pesciolini
ed onde prenderli si
}

So6

MARTIN PESCATORE O

IL

tiene

su

un ramo

di

il

l'

quale

ALCIONE.
si

sporga

sovra

? acqua. Ivi resta immobile una ed anche due


ore , spiando il momento che il pesciolino passi.
Allora vi s getta sopra, lasciandosi cadere nell'acqua,

ove si tiene per alcuni secondi, e poi n'esce colla


preda nel becco. Battutala contro terra onde ucciderla, alfin se la mangia, rigettando per 1
parti che gli sarebbero indigeste.

In mancanza di rami, che si protendano sull'acqua,


si posa su qualche pietra nell'ultima riva, o
anche sulla ghia j a. Ma, all'istante che scorge un
egli

piccolo pesce

fa

uno sbalzo di dodici

in

quin-

cadere perpendicolarmente
da tale altezza. Spesso anche egli veduto ardici piedi

lascia

rimanere immobile,
,
secondi
il che
per
pi
,
avviene specialmente d'inverno, quando l'acque

restarsi nel suo rapido volo

e tenersi librato in aria


gli

torbide o

forti

ghiacci lo

forzano

lasciare

fiumi, e ridursi ai piccioli ruscelli d' acqua viva.

Ad

ogni pausa ei rimane

come

di quindici o venti piedi; e

posto

si

sospeso all'altezza

quando vuol cangiar

abbassa quasi ad un solo pie di distanza

acqua: si rialza in seguito e si arresta di


nuovo. Quest' esercizio reiterato e quasi continuo
mostra che l'augello suole attuffarsi per ben picdall'

ciole cose,

spesso

come
invano.

maniera che
cammino.

pesciolini minutissimi o

Per

abbiano

ottenerli

descritta

percorre

insetti,
,

della

mezza lega

di

IL

MARTIN PESCATORE O

ALCIONE.

i/

SLO'J

Gmelin, parlando del martin pescatore,


e
dice che se ne veggono molti nella Siberia
che i Tartari e gli Ostiachi adoprano le sue penne
in usi superstiziosi. Pretendono i primi che toccando con una di esse , anche solo le vesti d'una
donna le si possa ispirare un violento amore.
II sig.

Gli

altri

F unghie

poi

racchiudono

dell' augello in

pelle

la

una borsa

becco e
il
che portano

costantemente sopra di se come un talismano , il


qual li preserva d'ogni male; e attribuiscono alla
sua perdita tutte le sciagure che loro avvengono.
Il sig.

Daubenton nudr per pi mesi due o

tre martini pescatori,


cioli pesci freschi;

dando loro ogni giorno picche accettassero e

unico cibo

che potesse loro convenire.


Tali augelli

si

annicchiano in

riva

fiumi e

ai

da topi d' acqua o da


3
gamberi , cui essi approfondiscono , stringendone
per altro F apertura. In que' fori si trovano pic-

ai ruscelli

in fori scavati

ciole reste e scaglie di pesce in sulla polvere

e
,
su questa specie di nido depongono le loro uova,
d' ordinario sette e talvolta di pi. I pulcini, fatti

un

po' grandicelli

sono voracissimi ,

vandosi soddisfatti del nutrimento che


Ja

madre loro recano, fanno uno

quasi sempre a far discoprire

Si detto che
gelli siano

il

strepito,

non tropadre e
che serve

lor nido.

corpi disseccati

opportuni a conservare

tre stoffe di lana,

il

di
i

questi au-

drappi e

allontanandone le tignuole

al-

si

MARTIN PESCATORE O

ftO#

preteso altres che avessero

i/

ALCIONE.

la

propriet

sempre verso

calamit di rivolgersi

il

della

nord: di

queste assurde opinioni inutile mostrare la falsit.

IL COLIBR
Questi augellini
ridionali deli'

si

L'

uccel mosca.

trovano nelle parti pi me-

America

e in alcune isole dell'In-

come le api del


come farebbesi con
lingua lunghissima , com-

die orientali. Si nutrono essi

succo de'

fiori

una tromba

cui traggono

colla

lor

posta di due fibre cave, che formano un picciolo

canale,

il

qual

si

divide

estremit in due fih

all'

sottilissimi.
Il colibri

lebre autore

meglio

che

le

stato

che

usando

al

cos ben descritto da un cenon crediamo di potere farmedesimo uopo altre parole

sue.

Potria credersi , che un augelletto di non


maggiore grossezza dell'estremit di un dito fosse
se non si vedesse frequencosa una immaginaria
tissimo ne' campi dell' America , volar di fiore in
fiore
onde rapirne il succo.
Il pi picciolo colibri
cio 1- uceel mosca ,
della grossezza d' una nocciuola. Le piume
,

sua coda e

della

nere

del di sopra

quelle del di sotto dell'

altre di tutto

il

corpo sono

d'

delle sue

ali

son

medesime

e le

mi verde che

trae-

ali

uccel mosca.

il colibr e l
al

bruno con

rosseggiane

riflessi

2,09

di tale

morbi-

dezza, die nessun velluto potrebbe imitarli. Egli


porta sulla testa un ciuffettino verde e dorato cos
brillante, che ai raggi del sole sembra una stella.
$1 suo becco nero

ordinariamente diritto

sot-

lunghezza di un picciolo spillo. li


pi gran colibro appena grosso la met di un
reattino e non ha ciutetto. Il suo petto rosso,
della

tile, e

e simile
ciola

all'

opalo cangia

In ambidue

aspetti.

gli

colore

sotto

differenti

le specie la testa assai pic-

occhi sono picciolissimi

come

e neri

lustrino.

Il loro volo continuo,

specie di ronzo
bile scorgere in

guerne

Il

accompagnato d'una

e tanto rapido

eh' impossi-

alcun movimento

essi

distin-

colori.

nido di questi

corrisponde

augellini

alla

delicatezza del loro corpo. Esso formato d'una

bambagia

una borra , che si direbbe


i fiori, ben
tessuto e consistente, come pelle morbida, ma grossa. E tutto
opera della femmina, la quale lascia al maschio
la cura di fornire i materiali. Quindi si vede essa
fina

d'

serica, raccolta sovra

tutta intesa al gradito lavoro scegliere

filo

filo

quanto pu esserle necessario, levigare col petto


gli orli della
l'

interno

scorza

sua fabbriche tta

rivestirla

al

di

d'alberi che danno

polirne colla coda

fuori

con pezzetti

gomma,

affin

di

di ren-

derla pi solida^, e di preservarla dalle ingiurie

Gabinetto T. III.

l4

Questo nido non pi grosso

dell' aria.

met

di coppa

si

cedro o

di

una fessura

Vi

d' arancio

qua! pende dal comignolo

la

d'

talvolta
d'

trovano due uova affatto bianche

niente pi grosse di
schio e la

ad una o due foglie

e sta appeso

pianticella

casa.

della

d'un' albicocca, e incavato anch'esso a guisa

femmina

due

piccioli

Il

piselli.

una
ad
una
,

coprono a vicenda per

le

spazio di dodici giorni.

Nel tredicesimo

malo

pulcini

escono del guscio

,
n allora sono pi grossi che
mosche. Mai non ho potuto osservare , dice Dutertre , qual sorta d* imbeccata la madre loro apporti
ma sembra che loro porga a suggere la
propria lingua, tutta coperta del miele tratto dai
;

fiori

Mont-Didier
sione d'

una

America

tetto j a della

compagno di Labat nella mistrov un nido di colibr sopra


casa; e come i piccioletti ebbero

quindici o venti giorni


in

una gabbia

il

lev

di

presso alla finestra

lo

mise

propria

della

camera. Ivi il padre e la mad?e mai non mancarono di venire a dar loro da mangiare , e si addomesticarono a segno , che alfin vennero a dormirvi, e pi non pensarono ad uscirne.
e

figli

e genitori andavano a

Mont-Didier, cantando
fossero stati sopra
triva con

un

d' albero.

finissimo

fatto di biscotto, di vin di

di

dito

come

Ei

quasi

Spagna e

Talvolta

sul

cos liberamente,

un ramo

pastello

posarsi

li

se

nu*

chiaro

di zuccaro,

UCCEL MOSCA.

IL GOLTERI E L
.cui

sazj

2,1 t

e quando erano
lambivano colla lor lingua
volavano leggiermente all' intorno e parti,

vano. Nulla di pi grazioso vedersi cbe questi


quattro augeliini,

quali

si

aggiravano per ogni

parte al di dentro e anche al di fuori della casa,


e poi tornavano tosto che udivano la voce del
padrone. Essi vissero con lui di questa maniera

per ben sei mesi. Ma quando egli sperava di vedere una nuova famiglia crescere sotto i proprj
occhi, obli sventuratamente di chiudere la loro
gabbia, onde salvarli da' topi nella notte, e

una mattina

li

trov

divorati.

,
di cui parliamo , trovando semper lor nudrimento cos in America
Sur inani e alla Giamaica , non abbando-

Gli augeliini

pre

fiori

come

al

nano
per

si

l'anno

tutto

in

ritirano

all'

questi

paesi.

Alle

Antille

approssimarsi del verno

alcuni pretendono che rimangansi, per tutta questa stagione, in

Non

ancora

no. Tutti

uno stato
ben noto

viaggiatori

d' intirizzimento.

se

cantino o

colibri

accordano

si

dire che

non hanno
che un garrir semplicissimo. Labat per assicura
eh' essi hanno inoltre un canto aggradevole e teoltre

nero
gani.

il

ronzo prodotto dalle loro

ali,

alla debolezza dei loro orche questo canto non sia lo


luoghi , e che da ci proceda la

proporzionato

verosimile

stesso in tutti

differenza delle opinioni.

Si usa nel farne caccia

di

abbatterli

con una

IL COLIBR E L

2,12,

od una

UCCEL MOSCA.

perocch sono cosi


,
poco diffidenti , che si lasciano avvicinare a cinque o sei passi. Si pu anche prenderli collocandosi in un fiorito cespuglio, con una verga intrisa
sciabola

di

gomma

cerbottana

mano

in

la qual loro

si

applica,

quando

son presso. Presi appena cessan di vivere.

Le

belle

una volta

piume

di

questi

augellini

servivano

ornamenti alla nobilt pi cospicua


fra i selvaggi. Ora per essi le conservano piuttosto per venderle come cose di curiosit agli
Europei, che per farne uso per s medesimi. In
generale

d'

il

gusto de' selvaggi

nostro

al

pi raffinato che ne' tempi anteriori.

assai

tempo
Il

guer-

non si contenta di un arco


o d' una corona di piume. E uopo , onde soddisfare la sua ambizione , donargli un archibugio ,
una camicia azzurra , o una coperta di drappo.

riero vagabondo pi

Il dottor

Latham

dice di aver conosciuto qual-

che mantenne pi colibr vivi , mettendo


nella lor gabbia fiori di carta dipinta , simili pi
ch'era possibile al vero, e pieni d' acqua zucche-

cuno

rina, che equivaleva per loro

al

suco

dei fiori

naturali.

L'UCCELLO MOSCA DEL PETTO ROSSO


O IL RUBINO.
La
non

lunghezza di

che di tre

questo

pollici;

picciolissimo

compreso

il

augello
becco. Il

l'

uccello mosca del petto ROSSO.

21

ha il brillante e il fuoco d' un rubino.


Veduto da un lato vi si mescola un color d' oro;
veduto dal sotto in su non ha che quello di
un'oscura mela granata. Il di sopra del suo corpo
d' un verde dorato , il qual si cangia in color
il petto e tutto il davanti d'un
rosso di rame
sito

petto

nero. Le due
mezzo della coda sono del colore del
dorso, e le piume laterali d'un bruno purpureo.
La femmina non ha sul petto che picciole maccolor misto di grigio bianco e di

piume

del

chie brune, e le sue


Il becco e le

ali

sono spruzzate di bianco.

gambe son nere

in

ambidue

sessi.

Nulla uguaglia la vivacit di questi augellini


ove non sia il lor coraggio o piuttosto la loro
audacia. Si veggono essi inseguire furiosamente
uccelli venti volte pi grossi di loro, attaccarsi al
corpo di quelli , e lasciandosi da essi trasportare
a volo , beccarli a colpi raddoppiati , sino a che
abbiano sfogate le picciole loro ire. Talvolta pure
si danno fra loro vive battagliette.
Naturalmente

impazienti se si accostano ad un fiore, e il veggono appassito , ne svelgono i petali con lui precipizio
che prova il loro dispetto.
,

Il

ramo

rubino
d'

si

colloca

albero nel

Il suo nido e le

ordinariamente

mezzo

sue

dell'

uova sono

degli altri uccelli mosca.

sovra

un

albero medesimo.
simili

quelle

2l4

LO STORNELLO.
Pochi

uccelli sono cos

generalmente conosciuti
massime ne climi temperati. Tutte
le sue penne sono brune , Tariate d' azzurro e
di color bronzino , e terminate da una lieve mao-

come questo

chia

giallognola.

orlate d'

penne

La

un

Le

giallo

coperte delle

bruno

brune

gambe

della coda, e le

di

sue

sono

ali

son

affatto

le

un rosso bruno.

sua lunghezza di nove pollici

il
becco
3
dura e forcuta; le naricoperte per met da una membrana il dito

picciolo e curvo; la lingua


rici

zampa

esteriore di ciascuna
sino alla

mezzo

unito a quel di

prima falange.

Quelli fra tutti

volatili

cui

stornelli

gli

pi si assomigliano , sono i merli ; anzi si assomigliano di tanto, che i giovani dell'una e dell'ai*

appena distinguonsi

tra specie

Lo

fra loro.

stornello familiarissimo

alleva assai

si

bene nella sua captivit. La sua voce robusta


nondimeno egli imita il garrire del
e sonora
:

insegna a zufolare, a parlare pi

canarino. Gli

si

lingue,

pronunciare

po' lunghe. Si nutre di

seguitamente

carne

cruda o

frasi

di

un

pane

inzuppato nell'acqua. Egli soggetto alfepilepsa

come
che

tutti

gli

maschio

Il
i

uccelli privi di libert.


si

distingue

dalla

femmina

suoi colori sono molto pi vivi

un poco pi grosso.

in

ci

e eh' egli

l5

LO STORNELLO.
Gli stornelli non
casa

che

si

lare

Siffatti

che

dini

d'

un

accostarsi

dai

merli, che vivono

la

lor

solitaria-

di vo-

sembra avere ima


come quella di una truppa dipropria

loro

la

finita

stormi hanno una maniera

regola uniforme
sciplinata

appena

raccolgono in stormi numerosissimi

in ci differenti

mente.

hanno

quale ubbidisce esattamente agli or-

solo

capo.

ognora

al

del loro volo sempre

Il

loro

centro
li

istinto

trasporta al

porta ad

li

mentre

la

di

rapidit
l.

Cos

andando e tornando di continuo, circolando e incrociandosi per ogni verso formano lina specie d
turbine, e senza seguire una sicura direzione y
hanno per un moto generale intorno a tutta
Y unione , il qual risulta dai movimenti circolari
proprj a ciascuna delle sue parti. Questa maniera
di volare li difende contro gii uccelli di preda
che sopraffatti del loro numero , molestati dal
battimento delle loro ali, storditi dai loro gridi,
sconcertati dal loro ordine

tendo penetrare

file

si

non popaura vie

di battaglia,

dense, che

la

pi concentra, spesso abbandonano s ricca preda,


senza aver potuto appropriarsene la minima parte.
Ma d'altro lato porge agli uccellatori grandissima
facilit di prenderne moltissimi ad un tempo, mandando loro incontro due o tre altri stornelli con
fiscelle invischiate nelle

zampe

onde

entrati nel

loro esercito ne strascinano, seco quanti pi POS*


sibilo

LO STORNELLO.

ai 6
Gli uccelli

parliamo

di cui

fra loro la sera e la mattina

meno

assai

nel resto

cianciano molto
,
prima di separarsi ;

della giornata;

fatto nella notte.

Sono

che non

solo

nulla af-

per la
vanno di compagnia con
quelli della loro specie, ma anche di specie differenti. Talvolta, in primavera e in autunno, cio
prima e dopo la stagione delle covate, si veggono
societ

essi

talmente nati

mescolarsi e vivere colle cornacchie, le gracchio,


le tordelle

le viscade

ed anche

Gli stornelli depongono

piccioni.

ordinariamente

le loro

uova nel mese di maggio. Non si danno gran cura


per formare il nido, dacch spesso s'impadroniscono di quello del picco verde
come questo
per altro s'impadronisce spesso del loro. Quando
vogliono costruirlo da se medesimi, si contentano
,

di mettere alcune aride foglie

alcuni

fili

d'

erha

musco in fondo ad un buco d' albero o di


muro. Su questa materassa fatta senz'arte la femmina depone cinque o sei uova d' un color cenee di

rognolo verdiccio
ciotto

ita

e le cova per lo spazio di di?

venti giorni.

diata ne' colomba]

case, ed anche

al

Talvolta colloca la sua nidi

ne' fiori

sopra
degli

de' tavolati
scogli

sulle

delle
coste

del mare. I piccioletti rimangono assai lungo tempo


sotto la

madre.

Il lor colore, nella

uniforme
un bruno nericcio
tura come senza riflessi.
,

prima et,

senza punteggia-

Questi uccelli vivono

di

lumachette

di ver-

LO STORNELLO.

massime

micelli, di scarafaggi,
cosi graziosi d'

cente con

giugno

21?
di

qtie' picciolini

un bel color verde bronzino , luche si trovano il mese di

riflessi rossi,

sui

fiori

principalmente

rose.

sulle

Si

frumento , di Saracino , di miglio , di panico , di semi di canapa , d' olive , di


ciriege, di uve. Vuoisi che queste sieno il miglior
correttivo della naturale amarezza delle lor carni.
nutrono

Lo

altres di

stornello vive

di pi nello

stato

sette

di

Viaggio sentimentale
rori della prigionia

pensieri da

uno

o otto anni

domesticit.

mentre

stornello

agli

rifletteva

supponsi

e talvolta

L'Autore del
or-

ne' suoi

interrotto

che lagnavasi della pro-

pria.

posso uscire, non jiosso uscire

TVbn,

dicea lo

stornello.

stetti

e veniva

reva

a mirarlo; e verso chiunque andava

quel tpinello dibattendo le

e tuttavia lamentando

la sua schiavit

Dio

Non posso

ali

accor-

stesse

parole

uscire dicea lo stor-

accompagni esclamai perch


far uscire, e costi che pu. Andai attorno

nello
ti

con le

ti

gabbia a trovar lo sportello;


ritortigliato a tanti

doppi di

ma
fil

io

la

era tortigliato e
di

ferro che bi-

mandare in pezzi la gab,


bia
e mi sono provato a due mani.
L' uccello svolazz dove io m' industriava di

sognava

ad aprirlo

sporgeva il capo tra que' ferretti e preTemo,


mevali come per impazienza col petto
liberarlo;

LO STORNELLO.

ai

povera creatura
la

tua libert

posso uscire

dissi

gli

No

non posso

non potr darti

eh' io

stornello

lo

Non

uscire.

PASSERE.

IL

La lunghezza

dicea

di quest'uccello troppo noto suol

essere di cinque pollici e tre quarti. Il suo becoo

bruno gli occhi sono color di nocciuola


la
sommit della testa e il di dietro del collo cine

ricci

le

il

petto e

cerchio degli

il

gote bianchisce

corpo
le

d'

un color

coperte

la

pancia

pallido di

dell' ali

d'

un

son neri

occhi

di sotto

il

cenere

il

bruno

rosso

dorso
misto

del
e

di

la coda bruna , orlata di grigio e un


poco forcuta le gambe di un bruno pallido. La
femmina non ha macchia nera sul petto , e tutti

nero

colori delle sue


Il passere

si

dura

si

allontana

piume son meno

familiarissimo

fatica a

prenderlo

dalle

nostre

abitazioni

stato selvaggio la sua

manda che un

vivi.
s

e-

astuto

che

Egli mai non

al laccio.

quasi mai dei nostri giardini

Nello

ma

non esce

dei nostri campi.

voce dura, e non

grido disaggradevole. Allevato per

altro col fanello o

il

cardellino imita benissimo

il

loro canto.

I passeri
tajuoli,

ma

sono

generalmente detestati dai fitpoich sebbene

forse ingiustamente,

loro facciano qualche danno, recano anche molta

CO

ri

GI9

IL PASSERE.

maggiori vantaggi.

Bradley, nel suo

Il signor

trat-

generale della cultura delle terre, e del giar^

tato

dinaggio, dimostra die un pajo

di

tempo che nutre

mila

tatr

suoi pieciolini

sessanta

per settimana.
una gran quantit

brucili

avrebbe potuto aggiungere


farfalle, clie senza di ci

nel

passeri,

distrugge tren-

E
di

sarebbero divenute bruchi.

Gli uccelli, di cui parliamo, figliano al comin-

primavera, e fanno

ciar di

il

loro nido

tetto delle case, o ne' fori delle

per altro

gono
tro

il

collocano sovra alberi, e

di fieno al di fuori e di

coprendolo

al

sotto

il

muraglie. Alcuni

piume

sopra con

compon-

il

di den-

al

una specie

di

berrettino, perch non vi penetri la pioggia, e la^

sciandovi al di sotto un'apertura, che serve d'ingresso. Altri pi pigri s'impadroniscono del nido

La femmina depone cinque o sei


uova d'un color rossigno con macchie brune, e
d' altri augelli.

fa questo

che

la

ond'

tre volte all'anno,

specie cos moltiplicata-

li sig.

prova

comunemente

1'

Smelile racconta

affetto

che

un aneddoto,

il

qua!

passeri portano ai loro pul-

cini .

nido

Q uand'
di

io

era fanciullo

passerotti

eh' io

egli

aveva

dice

levai

trovato

un

ad un

mia casa. Mentre io lo portavo in


m' accorsi con sorpresa , che il padre e
la madre mi seguivano
esaminando tutti i miei
moti. Mi venne 1' idea , eh' es potrebbero en~
miglio dalla

trionfo

1L PASSERE.

Q20

mia casa , e continuare a nutrirvi i lor


piccioletti. Quindi, prima di chiuder la porta,
alzai il nido verso di loro , onde Far gridare i
piccioletti medesimi, che tosto misi in una gabbia fuori d' una finestra. Questi chiedevano con
gran rumore il lo* o cibo; e i parenti non tardarono
ad arrivare con de' piccioli bruchi nel becco, dandone a ciascuno. Queste cure amorose si ripeterono per lungo tempo. Quando alfine gli augellini ebbero tutte le
loro penne , io presi uno
trare nella

de' pi robusti

Appena

bia.

e lo posi al di sopra della gab-

parenti

1'

ebbero veduto

che

ac-

corsero a lui con mille dimostrazioni di gioja


vollero indurlo a
luto

ma

seguirli.

parea che

lui affatto

nuovo

il

Egli lo avrebbe vo-

timore di un viaggio per


I parenti non

lo ritenesse.

ces-

savano di agitarsi, e volavano dalla gabbia ad un

camminetta vicino , e dal camminetto alla gabbia,


per mostrargli quanto la cosa fosse agevole. Alfine egli spieg V ali

meta propostagli.
esperienza con un
giorni

successivi

All'

e giunse sano e

indomani

altro

cogli

io

de' passerini
altri

che

posso assicurare che n genitori n

mai pi

la

I passeri

gabbia detestata
variano

molto

salvo

feci
,

la

alla
stessa

e ne' due

avanzavano
figli

visitarono

pel

colore

delle

lor

piume. Se ne trovano talvolta de' bianchi ; altri


d' un color misto di bruno e di bianco ; taluni
quasi affatto neri, ed altri gialli.

2.2.1

LA PASSERA MATTEGGIA
O DI MONTAGNA.
E

pi raro

assai

suo becco nero

die

passere

il

ordinario. Il

color di nocciuola

ocelli

gli

sommit del capo e il di dietro del collo sono


color di marrone; le guance son bianche; il petto
nero, il di sotto del corpo bruno cupo macchiato
egualmente che la pancia
il di sotto
di nero
la

bianchiccio

grandi coperte

le

oriate di rosso
le

la

gambe d'un

coda

d'

dell' ali

son nere

un rosso bruno

giallo pallido.

Quest'augello

non

molto comune in Inghilterra , si trova in Italia


in Francia, in Alemagna ed in Russia.
Buffon dice eh' esso non si nutre che di frutta,
d' insetti. Ei fa il suo nido
non nelle case come il passere ordinario. Quando a posto non cessa di muoversi,
di volgersi , d' alzare e d' abbassare la coda , il
che fa di s buona grazia che in Francia gli si

di grani selvaggi e
sugli alberi, e

dato

il

nome

di passera della mattuggia.

LA TORDELLA.
E meno

grossa che

il

draino; ed lunga circa

dieci pollici. Il suo becco

di peli e di barbe nere;

bruno chiaro;

la

giallo

sommit della sua

dietro del suo collo

d'

contornato

suoi occhi sono di

un

color

testa e

il

un
di

cinericcio va-

LA TORDELLA.

&.,

Tiato di nero

egualmente che

e le coperte dell'

la

groppa;

il

dorso

sono di un bruno carico

ali

il

petto e la pancia d' un color giallo, regolarmente

macchiato di nero;
bianco giallognolo

gambe sono

e le

Le
al

tordelle

ventre e le cosce sono d'un

il

coda bruna , quasi


giallo bruno.

la

di

ner>a

un

arrivano

cominciar d' ottobre

stormi

Inghilterra

in

per evitare

rigidi

in-

verni de' paesi settentrionali, cui abitano in estate.

Buffon dice che questi uccelli non vengonon


se non al principio di dicembre
,

Francia

raro vederli raccolti in

numero

di

due o

in

tre mila

ove si trovano degli alisi maturi , che


mangiano con grande avidit. Ne' gran geli vivono di vischio , di frutti di spinalbo e d' altre
bacche , o anche si nutrono di lumache e di
ne' luoghi

vermi.

Quando

le tordelle sono

insieme radunate sta-

una specie di sentinella per avvertirle


del periglio, Se alcuni si accosta all' albero ove
si posano, non fanno alcun movimento
per fuggire. Quella, eh* destinata a vegliare alla sicurezza comune , lascia che quel tale si avvicini
biliscono

tanto ch'essa possa conoscere se le sue intenzioni

sono cattive. In questo caso ne da


grido

e allora tutte

Sebbene

tordelle

segno con un

la fuga.

costruiscono

il

ed ivi si tengano durante


passano per sempre a terra la

sovra alberi

nata

le

prendono

Por

nido

la gior-

notte.

L.

Romani

TORDELLA.

f3

faceano grati caso della loro carne

ingrassavano con mollica di pane e con

e le
in*

fichi

sieine impastati.

ZICCHIO O TORDO YISCADA.

IL

Non

ha pi di

suo becco

otto

pollici

lunghezza

di

Il

gli occhi sono


un bruno carico
color di nocciuola le piume in generale simili a
quelle del tordo. Se ne distingue soltanto per una
linea bianca al di sopra dell'occhio, per un poco
meno d punteggiature 6ul petto e per un poco
di rosso al di sotto dell' ili , ond' ebbe in alcune

d'

lingue

il

nome

di tordo dell' ali rosse.

Quest' uccello
delle tordelle

tre dell' istessa

ramente per

comparire alquanto prima


gli stessi luoghi ; si numaniera ; e lor rassomiglia inte-

le abitudini. Il loro canto , dicesi,

aggradevolissimo.

nido fra

suol

frequenta

La femmina

rovi o fra le siepi

costruisce

-vi

il

depone

suo
sei

un verde azzurro , macchiate di nero.


Anche i zicchii erano molto pregiati da' Romani per la delicatezza della loro oarne.
uova

d'

IL

MERLO.

Quest' uccello uno dei primi

celebrare

il

primavera colla forte e armoniosa


sua voce. Messo in gabbia canta almeno quaitro
ritorno della

IL

224

MERLO.

o cinque mesi dell'anno, ed oltre l'abilit concedutagli dalia natura, egli ha pur quella che gli

1'

l'arie
rossi

poich ripete facilissimamente tutte


,
che ascolta. I giovani merli sono piuttosto
che neri, e il loro becco cenerognolo. Ma
arte

invecchiando

maschi divengono

lro becco ingiallisce: solo la

affatto neri,

femmina conserva

il
i

prima et. 1/ interno della bocca


per giallo in ambidue i sessi.
I inerii hanno comunemente undici pollici di
lunghezza compresa la coda, che ne ha quattro,
e il becco che ne ha uno. Il tempo della loro
della

colori

covata

la

fine

dell* inverno.

Essi

loro nido sopra rovi poco elevati

Lo compongono

pra terra.

collocano

al di fuori di

musco

e di radici d' alberi congiunte insieme con limo


e

al

di

dentro

con

fili

d'

erba

il

e talvolta so-

peli

ed

altre

morbide materie. La femmina fa quattro o cinque uova d'un azzurro verdognolo, macchiate di
bruno. Si possono prendere i giovani merli nel
nido e allevarli facilmente , nutrendoli con cuor
di
fa

montone o altra vivanda non salata , di cui si


un pastello con farina di grano turco o molli-

che di pane.
Gli uccelli

di cui

parliamo , sono vigorosi e

ammalano. Quando veggonsi indisposti,


si pu
guarirli prontamente , mettendo un poco
di cocciniglia nella loro acqua , e dando loro a
mangiare uno o due ragni.
di rado

si

IL IVTERLO.

2.2.-J

Sono essi di natura solitarj e mai non si trovano radunati in stormi abitano volentieri i boschi e i luoghi selvaggi, ove si nutrono d'ogni
,

sorta di bacche

IL

di frutta e d' insetti.

MERLO

AZZURR.O.

Ecco la descrizione che Belon ci fa di


ben superiore al merlo ordinario.

cello;

sto beli'

animale in tutto similissimo al

piume

eccetto che nel colore delle sue

Si trova

turchino.

pi scoscese

ov' egli sceglie le rupi


assai difficile

montagne

nelle

prenderlo nel laccio.

tale

uc

Quemerlo ,

il

dell'

quale
Alpi,

onde riesce
Egli molto
;

non
Impara anche a parlare distintamente ed s docile , che
canta e favella ogni volta che gli si comanda ,
anche nel cuor della notte. Al cominciar dell' instimato pel suo canto dolce, vario, robusto e

dissomigliante da quello dell'allodola.


',

verno

le

sue penne

si

anneriscono;

ma

in prima-

vera ripigliano il loro pruno colore. Quest'uccello


nasconde con gran cura il suo nido , collocandolo
nelle fenditure

delle

verne pi inaccessibili

rupi

a cui

all'
l'

arrampicarsi senza gran stento e

rado

ei

scende

al

piano

il

che quello del merlo nero


lo stesso

alto

suo volo pi pronto


;

il

suo nudrimento

Gabinetto T. III.

delle ca-

uomo non pu
gran rischio. Di

l5

LA CINGALLEGRA AZZURRA.
Ha

quattro pollici

suo becco
il

d'

mezzo

un mezzo

di lunghezza.

pollice nero

grosso

pur nero. Una larga

di sopra della sua testa

comincia alla base del


degli occhi a ciascun
lato del collo, che giallognolo; il dorso d'un
verde brillante ; la groppa azzurra ; le piume
dell' ali sono variate di bianco , d* azzurro e di

macchia bianca

la

qual

becco

passa al di sotto

verde

il

petto

il

ventre e

son gialle ;

le cosce

due pollici e mezzo nera , eccetto


che alcune piume sono orlate di azzurro; le gamba
e i piedi sono color di piombo.

la coda di

Quest' uccello
frutta.

si

pi grossi di lui
cui

si

nutre

&* insetti

Si azzuffa talvolta con altri


,

particolarmente

sforza^ di cavar gli occhi.

degli uccellini

loro spacca

il

di grani e di

due

o tre volte
civetta

la

Quando ha preso

cranio.,

per nutrirsi

del loro cervello.

Vi hanno pi specie di cincallegra. La pi


grande ha cinque pollici all' incirca di lunghezza.
Tutte costruiscono il loro nido con moltissima
arte.

La

femmina fecondissima
uova per ogni covata.

cingallegra

diciotto o venti

fa

227

IL REMIZ.

meno di quattro
La sommit della

Noti ha
lunghezza.
ciuccia;

il

giallognolo

pollici

sua

di sopra del corpo grigio;


la fronte nera.

mezzo

testa

di sotto

il

Le penne

brune con orlo bianchiccio


un cenerognolo rosseggiante.

Ci che avvi
miz si 1' arte

dell' ali

della coda son

piedi sono d'

di

bian-

di pi curioso nell'istoria dei re-

impiegano nella

sopraffina eh' essi

costruzione del loro nido. Scelgono a quest'uopo


la calugine pi leggiera del fior de' salici , dei
pioppi, delle tremule, de' cardi; materia filamen-

tosa , cui sanno intrecciare col loro becco

mare un

tessuto

forte

quasi

simile

al

e for-

drappo.

Afforzano esteriormente simil tessuto con fibre e

che

picciole radici

dentro

al di
i

il

penetrano

guarniscono

il

non lavorata, onde


mollemente; lo chiudono

d'altra calugine

lor picciolelti vi stiano

in alto, affine che

vi

si

conservi

il

calore; e

lo

ad un mobile
ramo che sporga su qualche acqua , ond' essere
agitati pi mollemente, aver pi abbondanza d'insetti pel lor nutrimento , e mettersi in salvo dai
sospendono

topi

con

canapa o ortica

dalle lucerte

e dai

serpi

nemici. Questo nido or rassomiglia

loro

principali

un

sacco, ora

una borsa chiusa. Ha il suo ingresso da un lato,


quasi sempre dalla parte dell'acqua; ed un'apertura quasi rotonda, d'un pollice e mezzo di diametro con labbro che pi o meno si sporga.
;

IL REMIZ.

22,8

de' nidi di remiz ne' mar uzzi de' conVeggnsi


cio
in
torni di Bologna e in quelli della Toscana
Lituania, in Polonia e in Alemagna. Se ne trovano parimente in Russia e in Siberia ovunque
,

insomma crescono

forniscono materia

piante, clie

opportuna alla lor costruzione. I paesani li guardano con superstizione


e forse non capanna
clie non ne abbia uno sospeso alla porta. E cre;

duto da taluni una specie di parafulmine.

LA CINGALLEGRA BARBUTA.
E

pi picciola

giallo

comune.

clie la

grosso e corto

vole per una macchia nera

golare

la

quale

Il

suo becco

sua testa rimarche-

la

presso a poco trian-

alza da ciascun lato al di so-

si

pra degli occhi, e poi cade

nove

sul collo fino a

o dieci linee dalla sua base. Si creduto vedere


fra

questa macchia bipartita e

relazione con

un pajo

nuto un nome dato


Il suo dorso , le sue

corpo son bruni

bianco giallognolo.
il

ali

Due

di

il
il

circa

due

La femmina della
ha mustacchi. Essa
picciola

ma

ve-

sopra

del suo

ventre sono d' un

macchie bianche variano


ali
la coda

colore della parte esterna dell'

bruna ed ha

qualche

e di qui

augello in diversi paesi.

all'

pancia e

la

prolissa

di basette

pollici di lunghezza.

specie
tutta di

di

cui parliamo

non

un bruno cupo, pi

pi bella del maschio 3

il

quale

di-

LA CINGALLEGRA E \RBUTA.
cesi,

1'

ama

0.K)

eccessivamente, ed ha cara di coprirla

nella notte colle sue~

ali

mentre riposano.

Avendo la contessa cTAlbermale apportato in


Danimarca una gabbia piena di cingallegre barbute, ed alcune essendone sfuggite, formarono una
colonia in Inghilterra,

ove dapprima erano scoluoghi paludosi , e si nu-

nosciute. Esse

abitano

trono dei

giunco. Se ne trovano molte


d'Essex e di Lincoln.

grani di

nelle provincie

LA GINO ALLEGRA

DELLA CODA LUNGA.


Ha

il

becco forte e cortissimo

le

narici

guernite di picciole piume. L'iride de suoi occhi


color di nocciuole , e le pupille sono gialle ;

una linea nera, la


collo
|a sommit
della testa bianca; il dorso bruno chiaro macchiato di nero; le penne dell'ali son nere orlate

questi occhi sono accerchiati d'

quale

si

prolunga

fin dietro

di bianco; la pancia e

minati di picciole

il

al

ventre son bianchi, se-

macchie brune, le gambe e i


coda raffilata e pi lunga che

piedi son neri; la


il corpo. Questa cingallegra tanto sottile e tanto
rapida, che quando vola prenderebbesi per una

Essa continuamente in moto, e passa


da arbusto ad arbusto con estrema prontezza.
iVon occulta il suo nido nel foro eli un albero,

freccia.

ove starebbe a disagio

colla

sua lunga coda;

ma

Jo

appende saldamente

fra

rami degli arboscelli

a tre o quattro piedi da terra; gli d una forma


ovale e quasi cilindrica, lo chiude per di sopra,

un

lascia di fianco

diametro

un

ingresso di quasi

forma

si

due

talvolta

pollice d

uscite corri-

per risparmiarsi F imbarazzo di vol^


che le penne
della sua coda si distaccano facilmente e cadono
al pi leggiero attrito. L' inviluppo esterno
di
questo nido componsi di fili d' erba , di musco ,
spondenti

gersi; cautela tanto pi necessaria,

guernito d' una gran


piume.
Le cingallegre giovani vanno col padre e la
madre tutto l'inverno non hanno che un picciolo
di

licheni

1*

interno

quantit di morbide

grido

acuto

spiegano

il

per

chiamarsi

ma

in

primavera
melo-

loro canto, che forte e assai

dioso.

Questi augelli sono utilissimi in quanto che dii bruchi e le uova d'altri insetti egual-

struggono

mente

nocivi alle frutta. Si trovano nei paesi set^

tentrionali dell'Europa,

LA PICCOLA CARBONAIA.
ssa ha quattro

pollici

pesa che due drame.

mente che
pancia.

chio

la

Ha

la

testa

una

qual

si

linea

Il
il

di

lunghezza, e non

suo becco nero, egualpetto

una parte della

bianca al di sotto dell' oc-

estende da ciascun lato del collo 3

201

LA PICCOLA CAREONAJA.
ed una macchia dello

stesso

colore sul di dietro

della testa. Il suo dorso verde cinericcio ; le


penne delle sue ali sono traversate obliquamente
da due linee bianche, e finiscono in bianca punta
il di sotto del corpo
d'un bianco rossigno; le
;

gambe sono
un

po'

La
data

del color

forcuta

all'

del

piombo

e la coda e

estremit.

cingallegra cenerognola delle paludi, risguar-

come una

tutta la testa

il

di dietro del collo

profondo; ed lunga cinque


nutre di vespe

ha
d'un nero

variet della piccola carbonaia,

pollici

all'

d' api e d' altri insetti,

incirca.

non meno

che di grani , di cui fa provvista per V inverno.


Abita i luoghi umidi e paludosi, onde le viene
il nome, che pi sopra dicemmo.

LA CINGALLEGRA DEL CAPO.


Non accenneremo
il

di quest' augello, se

non che

suo nido fatto d'una specie di calugine, tes-

come la flanella , e morbida egualmente.


Questo nido ha il suo ingresso da un lato , con
una specie di tetto annesso al nido , ma che si
sporge diciotto e pi linee. Da un lato parimente
del nido un nicchio a parte, ove il maschio si
tiene in tempo di notte.
suta

CAPITOLO
Degli

altri

XII

auge!

Voce

la

Spesso per gioco imita

Ed

or da se

Or

lusinghier

li

fuga

gli

invita.

Anonimo.

IL

Xj presso

MOTTEGGIATORE.

a poco della grossezza del merlo,

ma

alquanto pi piccolo, e rassomiglia molto al tordo

Le

pei colori.

sue

piume non corrispondono punto


canto. Egli ha il di sopra

suo

alla bellezza del

un grigio bruno pi o meno scuro ;


brune sono traversate obliquamente da

del corpo d'


le sue ali

una

lista

bianca

coda del medesimo colore


il di sotto del corpo

la

orlata parimente di bianco; e

bianco interamente.

comune

Quest' uccello
maica. Quasi tutti

che quanto

in

viaggiatori

colori delle

America
si

piume

e alla Gia-

accordano a dire,

de' volatili in quei

paesi sono vivi, varj, splendenti; altrettanto

il

suono

voce aspro, rauco, disaggradevole.


Ma quello, di cui parliamo, ove si presti fede a
Fernandez, Nieremberg e agli Americani, il

della loro

cantor

pi

eccellente

mondo, compreso

il

fra quanti ve

rossi gnuolo.

ne siano

Al pari

al

e meglio

MOTTEGGIATORE.

IL

di questo egli

verte inoltre col talento


contraffare

il

fio B

spiega note melodiosissime: e dir


,

che in

canto o piuttosto

il

lui innato

grido degli

di

altri uc-

onde gli Tenuto il nome di motteggiatore.


Lungi per dal render ridicoli questi canti o
gridi non suoi
egli sembra imitarli soltanto per
celli

abbellirli.

suoni,

se

Grederebbesi, che, appropriandosi


quali colpiscono l'orecchio, ei

non di arricchire

e perfezionare

tutti

non cerchi

proprio canto,

il

esercitandolo infaticabilmente e in tutte le possibili

maniere. Quindi
appellativo,
e

dotti

il

il

Messicani

gli

hanno dato un

qual significa quattrocento lingue;

chiamarono poligloto,

ci

che vale

presso a poco la stessa cosa.

bene, con gusto e con infianima, e

solo egli canta

nita variet;

ma

canta con azione, con

sembra esprimere

al

commove

propria voce

alla sua

vivo gli interni


;

Ei
accompagna

affetti.
l'

con movimenti in cadenza, sempre adattati


inesauribile ricchezza
acquisite.

D'

ordinario

appoco appoco

delle
ei

sue

frasi

comincia

.si

alla

naturali

dall' elevarsi

colle ali distese, e quindi ricadere

punto medesimo, onde si era


dopo aver continuato per qualche

colla testa in gi sul


partito.

Solo

tempo questo bizzarro

esercizio ei comincia 1' accordo de' suoi movimenti diversi, o, se vogliamo,


della sua danza coi differenti caratteri del suo
canto.
Il

motteggiatore

si

diverte

spesso ad attirare

MOTTEGGIATORE.

1L

2&j

piccioli augellini, contraffacendo la

femmina
e

li

quando

gli

voce della loro

sono dappresso

fa fuggire, imitaudo

spaventa

gli

grido dell'aquila.

il

Il nido dei motteggiatori simile a quello dei

comunemente

tordi. Essi lo collocano

sugli alberi fruttiferi

ma

se

sui rovi o

qualcuno per caso

abbandonano sub" istante. La femo cinque uova. Sebbene i motteggiatori sembrino amare la societ dell' uomo
poicb si accostano alle sue abitazioni, sono per
difficilissimi ad allevare, ed appena vi si riesce a
forza di cure e di cautele. Questi uccelli si nutrono ci' ogni sorta di bacche e d' insetti, e parti-

il

discopre

mina

lo

fa quattro

colarmente di cavallette.

La

loro carne delica-

tissima.

L'ALLODOLA.
Si distingue da
lunghezza del suo

nerale

mezzo

sono

tutti

tallone.

grigie

piccioli

augelli per la

Le

piume

nericce

sue
le

due

in

penne

gedi

della coda hanno, per cosi dire, certe sfu-

mature rossigne;
grigio chiaro;

il

piedi e l'unghie sono di un


maschio ha di pi una collana

nera, che non ha la femmina.

TJ augelletto, di cui parliamo, vigoroso, e


Ha circa sei pollici e un quarta

vve lungo tempo.


di lunghezza^ e

il

pi grosso non pesa due once.

Si addimestica facilmente, e divien anzi familiare

L*

ALLODOLA.

3-35

da venir fino a mangiar sulla tavola e


posarsi sulla mano. Ma non pu tenersi sul dita,
in grazia della conformazione dell' unghia posteriore , troppo lunga e troppo diritta, perch si
pieghi circolarmente. Per F istessa ragione, senza
dubbio , ei mai non posa sui rami degli alberi.
L'allodola comincia a cantare al comparir della
primavera, e continua per tutta la bella stagione.
a segno,

La

mattina e la sera specialmente sono

rallegrate dalle sue armonie

numero

degli uccelli

Essa

del

le

pi-

picciol

che cantano volando. Pi

s'innalza e pi rinforza la voce, a segno che spesso

pi non

La

si

vede

e ancor s'intende distintamente.

sua maniera ordinaria di volare

d' elevarsi

quasi perpendicolarmente e a riprese, e di sostenersi a grande altezza.

Discende all' incontro obliquamente per posarsi a terra, eccetto quando


minacciata da un augello di preda
o attirata da
una compagna diletta; nei quali due casi vi precipita e piomba, per cos dire, come farebbe una
,

pietra.

Nell'inverno le allodole divengono grassis^ime.


Scendono nella pianura, si raccolgono in stormi
numerosi; e allora gli uccellatori ne prenlono gran
quantit. Si servono a quest' uopo di differenti
insidie; la pi ordinaria per questa che tutti
sanno. In una mattina fresca e di bel sole vanno
i
cacciatori alla campagna, portando uno specchio
che si volge sul suo perno 3 e una o due lodalette

l'allodola.

2,36

non

vive, che chiamino le altre, poich

cor bene imitare

il

canto. I

lor

ritiessi

si

sa an-

di luce

che manda d'ogni parte quello specchio mobile,


eccitano la loro curiosit
sicch vengono in folla
e si lasciano prendere facilmente. Si adoperano
;

anche, onde

farle

prigioniere,

paniuzze co-

le

perte di vischio.

Quando
vermi

son giovani

d' insetti

grani, d'erbaggi e

femmina

colloca

il

questi

ma

in

d'altre

uccelli

seguito

si

sostanze

suo nido fra due

vivono di
nutrono d

vegetali.

mote

La

di terra,

e lo guernisce internamente d' erbette e di picciole


inaridite. Fa ( ordinariamente due volte
anno ) quattro o cinque uova grigie , e non le
cova al pi che quindici giorni. I piccioletti si
tengono un poco separati gli uni dagli altri, poich
la madre non li raccoglie gi sempre sotto le sue
ali; ma spesso vola al di sopra di essi, dirigendo
con amorosa sollecitudine i primi lor movimenti,

radici

all'

provvedendo a tutti i loro bisogni, vegliando perch non soggiacciano ad alcun periglio.
L' istinto che porta le allodole femmine ad al4

levare e

curare

cos

loro

pulcini

si

manifesta

qualche volta assai di buon'ora, cio prima di


quello che le dispone a divenir madri, il qual
naturalmente dovrebbe precedere. Mi fu portata
dice il signor di Buffon, una locloletia, la
quale ancora non mangiava da s. Io la feci nu,

drire

come conveniva

quando., cessato

appena

il

L ALLODOLA.
bisogno d'imboccarla, mi
tro

augellini

altri

erano questi moito

buona

si

2,0

della

medesima

pi.

giovani di

allodoletta prese

ad

recarono tre o quat-

Non

specie.
lei

allevarli, a

pure

la

dar loro

il

cibo col proprio becco, a riscaldarli colle sue ali,

a curarli

insomma

potesse distramela.

notte e giorno, sanza che nulla

Tolta a forza dal loro nido

tornava ad esso appena era libera

e cento volte

polendo volarsene altrove, mai non lo fece. Il suo


affetto per loro giunse tant' oltre, che obliava persino il mangiare ed il bere. Pi non viveva che
dell' imbeccata , che le si dava nell' istesso tempo
che a' suoi figli adottivi
e alfine mori consunta
;

di questa specie di passione materna.

suoi pulcini le sopravvisse

dopo F

altro, tanto le sue

ma tutti

cure erano loro divenute

necessarie, tanto erano gradite e

Quando

si

vogliono

allevare

uopo prenderle nel nido


sono uscite del

guscio.

Nessuno dei

perirono l'uno

dieci

comprese
giorni

Si nutrono

Ma

poich cominciano

cinguetto

>

dopo che

da principio

con molliche di pane e gemi di canapa nel


lite.

delle allodole

latte bol-

a far sentire

il

loro

bisogna dar loro del cuor di montone

o di vitello cotto, sminuzzato, e impastato con


nova sode; e alternativamente frumento, miglio,
semi di lino^ di papavero e di canape schiacciati
e inzuppati nel latte. Soprattutto conviene tenerle

ben

al

caldo e pulite in

vandovi spesso

al

fondo

gabbia spaziosa, rinnola

sabbia e l'erba fresca.

Avvi una specie

di allodola con cresta o ciuffetto,

cai essa abbassa e rialza a suo grado.

L'ALLODOLA DEI BOSCHI.


E

d'

una grande bellezza

pel colore. Il suo petto

un

cos
il

giallo pallido, graziosamente

la testa e

la

forma che

macchiato di nero

dorso d' un color nero e giallo rossigno.

il

maschio

Il

per

suo ventre sono di

distingue per una specie di corona

si

non vedesi

bianchiccia, che

femmina, sebben

nella

par di lui un cerchio bianco intorno agli occhi. Esso ha pure la testa pi grossa,
la coda lunga e bruna , eccetto le due ultime
questa abbia

al

penne da ciascun

Ha

lato,

mentre

la

ferenza di questa,
lo

che son macchiate di bianco.

piume bianche su ciascun omero,


femmina non ne ha che due; e a dif-

tre picciole

cui tallone cortissimo, egli

il

ha molto lungo.
L'allodola dei boschi non pesa pi d'un' oncia;

e
si

la sua

lunghezza suol essere di

solleva molto alto

aria

cantando

non diversamente

sei pollici.

Ella

si

sostiene in

dall'allodola.

Il

suo canto

delizioso, e rassomiglia molto a quello del rossignuolo.

Fa
vera

egli
,

il

suo nido

al pie d'

sconde sotto di

composto

sul

un rovo o
una zolla

al di fuori

d'

cominciar di primauna siepe , e lo na-

erbosa.

Questo nido

d'erbe secche e

di picciole

l'allodola dei boschi,


radici

mina

al di

dentro guernito di

%3<j

La

orini.

fem-

depone quattro uova spruzzate di rosso

vi

e di giallo.

Gli augelli

di cui parliamo

eh* difficilissimo

il

poterli

sono

delicati

nn trono

Si

allevare.

maniera medesima che le allodole ordinarie. Nello stato di libert vivono di scarafaggi , di bruchi , e d* ogni specie di grani che
possono trovare.
Si prendono cogli stessi stratagemmi , che si
usano per l'allodola comune; e si familiarizzano
facilmente. Albino dice che si fa la loro caccia
essi della

in tre stagioni

in estate

e in quello di gennajo

vani, che

nel mese di

eh'

settembive

I gio-

migliore.

il

prendono, cantano meglio e


pi distintamente che gli altri.
L' appellativo di allodole boseherecce non vieii
gi

loro

allora

dall' abitare

dall' annicchiarsi

i-ami,

si

mentre

ne' boschi

ne' cespugli e

ma

piuttosto

posar su

l'allodola ordinaria

grossi

non posa che

a..

terra.

L'

ALLODOLA MATTOLINA
O DE' PRATI.

Non ha che sei


un quarto dall'una
sue

ed

ali.
esile.

La

pollici di

lunghezza e dieci e

all'altra estremit delle

aperte

il

corpo lungo

Luride dell'occhio color

di nocciuola;

sua testa

picciola,

L'ALLODOLA MATTOL1NA.

3-j.O

la

sommit del capo e

di co [ore

gnolo

le

il

penne

il

di sopra del corpo

misto di nero

un bianco

petto d'

il

di nero

uli vigno

ventre bianco

giallo

di

son

cenero-

macchiato

senza alcuna macchia;

son quasi nere con orlo di color

dell'ali

coda, eccetto che in


penne pi esterne sono orlate di bianco
i
piedi son gialli , con unghie lunghissime. In
generale il maschio ha pi giallo che la femmina
sul petto
sulla pancia , sulle gambe ed anche

d'olivo: cos quella della


essa le

',

sotto

piedi.

Questi uccelli

come V altre
con musco e

nutrono

si

d'insetti

allodole.

Costruiscono

crine

lo

collocano

e di
il

grani

loro nido

sopra

rovi

poco elevati, sull'erba e ne* campi di biade. La


femmina fa comunemente cinque o sei uova d'un
bruno cupo. I piccioletii , allevati in casa con
quelle cure che si usano per le allodole de* bosclii

rossignuoii

s'

addimesticano facilmente.

CURViROSTRO.

IL

della grossezza d' un' allodola

sette pollici di

lunghezza. Il suo

struttura singolare

curvate

alla

loro

senso opposto. I
ciuola.

bruno

Le piume

perocch
estremit

suoi

le
s'

occhi

in generale

ed ha

circa

due mandibole
incrocicchiano

sono

sulle parti superiori del

becco d' una

color

di

in

noc-

son rosse miste di

corpo: le inferiori

CURVIROSTRO.

IL

appariscono pi pallide, e

Le

brune

sono corte

ali

coda alquanto forcuta


resto

dirsi

che

egualmente

gambe son

le

pu

color suo

il

2./\l

ventre quasi bianco.

il

nere.

vanissimo

la

Del

poich

cangia pi. volte ne 11' anno.

di Buffon disse del becco di


che gli era pi nocivo che utile.
Perocch, sebben deforme, par fatto apposta, per
torto

il

sig.

quest'augello,

levare le scaglie de' fratti del

pinocchi, di cui

pino

trarne

augello fa suo principal nutri-

1*

mento.

La

scaglie,

e la superiore a separarle. Nella quale ope-

punta inferiore serve a sollevar quelle

razione vi mette tanta cura

intensa,

che

si

pu

allora prenderlo facilmente con lacciuoli di crine.

I tedeschi lo nutrono in gabbia con grani di


papavero e di canapa , eh* egli sa benissimo sbucciare. Nella sua prigione par che somigli molto
alle maniere, il pappagallo. Al par di questo ei

monta pei

ferri della prigion

dosi col becco.

piume

medesima

aiutan-

qual cosa aggiunta alla bellezza

ha fatlo appellare da alcuni


Al emagna.
Egli non aiuta che i climi freddi , o le mon-

delle sue
il

La

pappagallo

lo

dell'

tagne de' paesi temperati. Si trova in Russia


Isvezia

in Polonia

neh' Alpi e

per caso
paesi.
fa

in

ne' Pirenei.

e in

Di rado

Germania
Arriva

grossa compagnia

talvolta
,

in

anche in

che alcune apparizioni irregolari.


16

come

s'incontra in Inghilterra , ove

Gabinetto T. III.

in Svizzera

altri

non

TL CURVIROSTRO.

aZ^L

Costruisce

najo

sotto

il

suo nido

grossi

ordinariamente in gen-

rami

de' pini

questi alberi con della resina

di

,
sicch n Y umido
neve possono penetrarvi.

materia

questa

pioggia

attacca a

lo

e lo spalma tutto

la

n la
fem-

La

mina
alla

fa quattro o cinque uova macchiate di rosso


pi larga estremit.

IL FRISONE.
Quest* augello

corno

selvaggio

solitario

ha quasi

lunghezza. Il suo becco, color di

sette pollici di

grossissimo alla base

e circondato di nero. I

suoi

di

forma conica
son cenero-

occhi

sommit della sua testa e le gote sono


rossigne; alcune penne dell* ali son bianche, e la
gnoli

la

il di sotto del corpo


;
d'un giallo bianchiccio ; la coda nera ha le piume
pi esterne macchiate di bianco ; le gambe sono

pi gran parte grigia

d'

un bruno

pallido.

La femmina
colori sono

grigio

piume

simile

meno

in

luogo

maschio

al

vivi; e il

ma

d' esser

nero.

Del

resto le

di questi uccelli variano moltissimo.

veggono alcuni,
corpo son neri
eccetto le

il

cui capo o

ed

altri

suoi

cerchio del suo becco

il

in

Se ne

cui di sopra del

<;ui

sono bianchi

ali.

Appartengono essi ai
Spagna e dall' Italia fino

climi
alla

temperati
Svezia.

Non

dalla
visi-

IL FRISONE.

CLfi

che accidentalmente e quasi


sempre in inverno. 3Non hanno alcun canto a e
nemmeno un garrire abbastanza spiegato. In estate
tano

l'

Inghilterra

abitano ordinariamente

pi cruda

boschi

e nella stagione

avvicinano alle capanne e ai casali.

si

La femmina

di questa specie

costruisce

nido sugli alberi con erbe e secche

il

suo

radici., disten-

dendovi internamente materie pi molli. Fa ordinariamente cinque uova azzurrine con macchie
brune; e nutre i suoi pulcini d'insetti e di crisalidi.

Avvi un'
si

altra specie di

trova che nel

frisoni

settentrione

in altri paesi boreali

d'

si

la

quale non

Europa. Chiamasi

sone dei pini, poich abita le


alberi, e

dell' Inghilterra

nutre de' loro

foreste

frutti.

La

di

il

fri-

questi

sua femmina

fa tra essi il suo nido a poca distanza da terra 5


e depone in esso quattro uova bianche.
Il frisone verde, cosi appellato a cagione del

suo colore, un'altra specie comune nella Gran


Brettagna, e si familiarizza facilmente. La fem-

mina fa il suo nido tra le siepi o i rovi pi bassi.,


ove depone cinque o sei uova d' un color verdognolo, segnate di rosse macchie brune dalla parte
ve sono pi grosse. Cova con tanta sollecitudine,
che in quel tempo non difficile il prenderla.
Il

maschio tenerissimo per essa

vente le sue cure.

divide so-

3 44

FRISONE CARDINALE.

IL

Ha

presso ad otto pollici di lunghezza. Il suo

becco forte e d'un color rosso pallido; la testa


adorna d' un ciuffetto
le piume in generale
;

sono di un bel rosso

il

petto

colore che

nero

cerchio , che ha

e le

gambe sono

di

cui parliamo

si

becco

trova nel set-

tentrione dell' America. Il suo canto

il

dell' istesso

becco.

il

L' augello

il

delizioso

che
,
Americani gli hanno dato l' istesso nome. In
primavera e quasi tutto V estate si tiene sulla
sommit degli alberi pi elevati , e fa ri suonar
le foreste della voce melodiosa. Tenuto in gabsomiglia

tanto

quello

usignuolo

del

gli

bia non cessa in

tutto

l'

anno

di

far

sentire

la

dolcezza delle sue note.

Nella buona stagione

ei

fa provvista di miglio

e di grano turco pel verno.

Fu

di cardinale, che conteneva forse

seconda specie di grano

trovato

uno

un nido

stajo della

da noi accennata.

Era

diligentemente coperto di foglie e rami d'albero,


e non aveva che

IL

all'

un

picciolo

buco per

ingresso.

FRISONE GRANATIERE.

incirca della

grossezza di un passere. l

suo corpo in generale d' un bel colore scarlatto ;


la fronte, le parti laterali della testa, il petto ed

2Zp

IL FRISONE GRANATIERE.

ventre son neri, le

il

un bruno

brune, e

ali

le

gambe

di

chiaro.

Trovasi quest' uccello

Capo

al

di

Buona Spe-

ranza, e in alcune altre parti dell'Africa. Gredesi

che sia quello che IColben ha descritto nella sua


Relazione del Capo. Ei dice che s' incontra spepaludosi, pone il suo nido
componendole di ramuscelli s bene
intrecciati con bambagia, che nemmeno l'aria pu
penetrarvi. Questo nido diviso in due compar-

cialmente nei terreni

fra le canne

timenti:
l'

il

dal maschio

occupato

superiore

inferiore dal] a

Il colore brillante di questi uccelli

mezzo

alle

canne ove

raviglioso. Esso

si

un vivo

tengono

produce, in

un

scarlatto

effetto

ma

me-

in inverno

cangia in cenerognolo.

si

IL

Ha

FRISONE DELL' ABISSINIA.

alquanto pi grosso che


il

becco forte e nero

il

frisone granatiere.

come

la testa,

e la pancia. Il di sotto del corpo,

cosce sono di
ali

d'

femmina.

un bruno

giallognolo

il

le

e della coda brune, orlate di giallo

un

Ei

lo

penne delle
;

le

gambe

del suo nido presso a poco pirami-

sospende sempre

al di

sopra dell'acqua,

ramo. L'apertura sopra


delle facce della piramide , ordinariamente

all'estremit d'un picciolo

V una

petto

grigio rossigno.

La forma
dale.

il

ventre e le

IL FRISONE DELL* ABISSINI A.

<l46

rivolta al levante.

La

cavit poi

di questa pira-

mide separata

per un tramezzo quasi in due


camere. La prima, ove l'ingresso del nido,
una specie di vestibolo , in cui 1' uccello primieramente s' introduce , indi s' arrampica lungo il
tramezzo che si diceva, poi discende sino al fondo
della seconda camera, ove stanno le uova. Per
l'artificio complicato di questa fabbricher i pul*
cini si trovano al coperto non solo dalle scimmie,
dagli scojattoli

piogge

che

dai

cadono

ma

serpenti,
in

Abissinia

altres dalle

per

sci

mesi

continui

IL
Nelle
cello

FRISONE DEL BENGALA.

Ricerche Asiatiche trovasi di quest'uc-

sconosciuto dal signor di Buffon

descrizione fatta da

sir

William

la

seguente

Jones.

un

poco pi grosso di un passere ; le sue piume sono


di un giallo bruno; la testa e i piedi giallognoli;
il becco di forma conica e assai grosso proporzionatamente al corpo .
Esso comunissimo nell' Indostan. Docile, fedele, sensitivo mai non abbandona volontariamente
il

luogo ove sono

suoi piccioletti;

dalla pi parte degli augelli

mo,

si

ama

tiene volentieri sulla

ben diverso

la societ dell'uo-

mano

del suo pa-

suo nido sopra gli alberi pi


alti, particolarmente sul palmigio, o l'albero del

drone. Costruisce

il

FRISONE DEL BENGALA.

IL

2Z|7

indiano, scegliendo di preferenza quelli, che


trovano in riva ad un ruscello. Questo nido

fico
s

composto d' erbe intrecciate, e sospeso ai rami in


guisa da poter essere agitato dal vento. Ha Ingresso al d sotto, ond' essere al sicuro degli uccelli

preda ; ed comunemente diviso in tre caselle.


popolo crede che 1' augello rischiari di notte il
suo nido con mosche lucenti; ma pi verosimile
che ve le porti per farne suo pasto.

di
Il

Si insegna facilmente a tale uccello d riportare,

un

a guisa di un cane,

Assicurasi

cose.

picciole

getta nella profondit di


gli

ordina, di

con
che

tale
sia

trionfo.

sia

Le
mento

vi

si

anello, e

precipita

casa,

che

basti

mostrargli una o

per potervelo mandare quando

con biglietti.

giovani

donne indiane portano come ornauna laminetta d' oro appel-

in sulla fronte

vente che

leggiermente attaccata.

giovanotti

della

suo padrone

un pozzo un

andarlo a cercare

Vuoisi pupe

lata ticas

carta o altre

il

prontezza, che lo coglie per via, prima


nell'acqua, e lo restituisce con aria di

due volte una


ehe

di

foglio

che se

specie

quando
che

si

esse

Or

avviene so-

passeggiano per le vie

divertono ad allevare uccelli

che dicevamo

li

mandino a certo
uno scherzo

segnale a toglier quella laminetta:


degli amanti alle loro, predilette.

.43

FRISONE SOCIEVOLE.

IL

Trovasi al capo di Buona Speranza; e se ne


deve al signor Paterson la discoperta. Vi hanno
pochi uccelli che vivono in cos grande comunit,

come

ed

forti

Ei costruisce il suo nido sopra uria


mimosa, albero grossissimo, i cui rami

questo.

specie di

estesi sono capaci di

insieme; e

il

cui tronco

sopportare molti nidi

alto

e liscio gli assicura

perfettamente dalle scimmie e dai serpenti.

Vi hanno talvolta sino ad ottocento nidi riuniti


un medesimo tetto, che rassomiglia a quello
una capanna. Ogni anno si aggiungono ai nidi

sotto
d'

gi esistenti altri nuovi, secondo

numero

che avvi nuovo

Quando

di famiglia nella comunit.

l'al-

bero su cui fabbricata quest' aerea cittadella divien troppo picciolo, i suoi abitanti 1' abbandonano,
e ne scelgono un altro.
Il signor Paterson esamin l' interno d uno di
questi castelli abbandonati. Aveva esso pi aperture, ciascuna delle quali formava una via rego1

lare, fiancheggiata da

due

ambo

lati

di nidi posti a

L'erba con
per quanto
pascono. Si sono per

pollici di distanza l'uno dall' alt fo.

cui essi erano tessuti quella stessa


credesi, del

cui

grano

si

trovate in questi nidi ale e piedi di differenti

insetti.

pollici

tredici

di lunghezza,

dramme.

Ha

comunissimo.

Quest' uccello
sei

2%

CIUFOLOTTO.

IL

d'

ordinario

presso a poco

pesa

Il suo becco nero, corto, forte,

adunco, e pi lungo superiormente che di sotto,

come

La

nel falcone.

chi sono

color di

sua lingua corta

nocciuola;

testa

la

gli ocil

collo

grossi proporzionatamente al resto del corpo.


Il ciufolotto passa la

o sulle montagne

Ma
orti,

ore

chiate di

grossezza
sue

ciufolotto non ha che


poco aggradevole Ma
uomo voglia educarlo quando voglia

1'

il

todo suoni pi
augello docile

gli

rovi.

tutte

dargli lezioni di gusto

1'

belli.

stato selvaggio

tre specie di grida,

quando

suo nido fra

il

si

piume son meno

Nello

stagione nei boschi

bella

ove fa

approssima ai giardini od agli


fa strazio dei germogli degli alberi. La
depone cinque o sei uova azzurrine macrosso e di bruno. Essa della medesima
che il maschio, se non che i colori delle

nelF inverno

femmina

belli,
sia

il

fargli

intendere con

me-

pi armonici, pi melodiosi,

maschio

imita con giustezza

e sorpassa

ma

sia

femmina, non solo

talvolta

li

perfeziona

suo maestro.

per, con cui apprende le


anche le cattive lezioni. Un amico
del signor di Buffon vide uno, che non avendo mai
Goll'egual

buone,

facilit

ritiene

udito se non dei carrettieri a zufolare, gli imitava


e fischiava cos rozzamente com'

essi.

IL

S.5o

CIUFOLOTTO.

impara anche a parlare senza molta


difficolt, e pronuncia le brevi sue frasi con un
accento penetrante, che farebbe quasi credere in
lui anima e affetto. Del resto egli capace d'attaccamento personale ed anche fortissimo e durevole. Se n' veduto qualcuno ben addomesticato
Il ciufolotto

fuggire

dall' uccelliera

vvere in libert ne'boschi

un anno, e in capo a questo tempo


riconoscere la voce della persona che lo aveva allevato, e ritornare a lei per non pi abbandonarla.
Qualch' altro forzato d lasciare il suo primo padrone si lasciato morir di dolore.
Grande pure nel ciufolotto la memoria del
male sofferto. Uno essendo stato gettato a terra
colla sua gabbia da gente dell'infima plebe, non
per

lo spazio di

diede a principio alcun segno d' esserne offeso ; ma


eh* egli cadeva in convulsione
si vide
ogni volta che gli si offeriva allo sguardo simile

in seguito

gente
e mori in uno di tali accessi"
dopo T avvenimento , che dicemmo.
;

Il ciufolotto assai

la sua bellezza

otto

mesi

pregiato in Inghilterra per

Volendo allevarlo,
almeno dodici giorni
del guscio. , e nutrirlo come il
la sua voce.

bisogna prenderlo dal nido

dopo

eh' uscito

fanello

Di

ed

il

molto,

fringuello.

tempo uopo

e se bramasi eh' egli

stia

in seguito,

onde

istruirlo;

attento alla sua lezione?

conviene non dargli nutrimento che dopo avergliela


fatta ripetere,.

a5*

L'AGAMI.
Quest* uccello ha ventidue pollici di lunghezza.
sue gambe ne hanno cinque di altezza, e sono

Le

coperte di picciole scaglie, che

si estendono finoa due pollici al di sopra del ginocchio. Le sue

piume

in generale son nere, la testa,

met superiore del


calugine corta e morbida
e

la

riore del basso del collo,

collo

al tatto,.

come

come

il

rivestito

La

la

petto

duna

parte ante-

pancia, va-

gamente e largamente adorna di varj e bellissimi


verde aurato, azzurro e violetto. Le sue
ali son nere; e nera pure la coda brevissima,
che da quelle sorpassata. I piedi sono verdognoli; e il becco d'un giallo verde rassomiglia
colori,

perfettamente a quello della gallinaccia.


Il

carattere

pi

particolare

consiste nel suono singolare

di far sentire,

senza

di

eh* egli

aprir becco.

equivoco, che rassomiglia

al

quest* uccella

ha la facolt
Questo suono

tubar de'colombi,

da un grido selvaggio , interrotto da non so qual voce molto aspra. Un tal


suono potrebbe anche paragonarsi a quello che
talvolta

preceduto

fanno i pistori olandesi soffiando in una tromba,


per avvertire che hanno cavato il pane dal forno-.
Esso forse proviene dalla grandezza del polmone

membrane che lo attraversano ;


e bisogna dire che passi per vie sconosciute, poU

dell'uccello e delle

che

il

becco resta chiuso.

s5a
al

l'

agami.

L' agami si familiarizza facilmente e si affeziona


suo padrone o benefattore. Io medesimo ne

ho

fatta esperienza, dice

il

sig.

Vosmaer, aven-

done allevato uno giovanissimo. Quando


tina

io

alla

mat>

apriva la sua gabbia, questo carezzevole

augello mi saltava intorno colle due ali distese,


tubando giusta la frase di alcuni ) come se di tal
maniera avesse voluto augurarmi il buon giorno.
Ne mi faceva accoglienza meno affettuosa, quando
io, essendo uscito di casa, ad essa ritornava. Poich
appena mi scorgeva da lungi, correva a me, sebbene me ne venissi in battello ; e al mio por piede
a terra si rallegrava meco, e per cos dire mi
complimentava, il che mai non vidi che facesse
con altri .
Quanto l'agami piacevole verso il padrone
(

cui

implacabile contro

aveva, altrettanto

prende

chi

perseguitandolo e cacciandolo a
colpi di becco nelle gambe. Con quelli per, pei
in

odio,

modi meno

aspri,

di loro avvicinarsi.

Gode

quali non sente avversione, usa


anzi chiamato

non ricusa

delle carezze

e presenta soprattutto

la

testa e

il

Avvezzo che sia a ci,


diviene persino importuno , e sembra esigerlo ad
ogni istante. Anche non chiamato sempre accorre,
quando le persone di casa si mettono a tavola.
Comincia dal discacciare i cani ed i gatti, e dal
rendersi padrone della camera prima di domandar
collo,

onde

farsi grattare.

da mangiare, ed

si

confidente

coraggioso

l'

253

agami.

che mai non fugge, e

cani di taglia ordinaria

Ei

sono alfine obbligati di cedergli.

sa evitare il

cadendo sovr' essi


unghie da trar loro

lor dente, levandosi in aria, e

con tanta furia di becco e d'


o almeno straziarli. Vincitore che sia,
persegue il nemico s ostinatanvente, che lo farebbe
gli occhi

perire se alcuno non Y impedisse.

Ei

s'

interessa peli'

uomo

quasi al pari del can&,

e assicurasi che, addestrato, sia capace di condurre

anche un branco di pecore.

poi cos di chi possa

dividere le attenzioni del suo padrone, che quando


a tavola gli schiavi negri

orribili beccate alle

il

Quasi

signor

tutti gli

accostano a questo, ei

si

ignude loro gambe.

uccelli di questa

De La Borde

in

una

specie (dice

lettera

al

signor

prendono piacere a seguire nelle vie


)
o fuori della citt persone che mai prima non
videro e si dura fatica a sbarazzarsene. Invano

di

Buffon

cercate

nascondervi

o entrare

in

senza muoversi

qualche

casa

per lo
spazio di tre ore e pi. Io mi sono talvolta messo
p correre ( aggiugne il signor De La Bride ) ma
essi vi aspettano

essi

anche

correvano pi di me; quand'io mi arrestava,

pure mi
che mai non

essi

si

fermavano

si

in casa del suo

li

sissimi giri de' viali


stato di

Ne

conosco uno,

che entrano
vanno a passegsegue, e fa con essi gli istesche essi fanno .

padrone

giare in giardino,

Nello

vicino.

scosta dagli stranieri


,

se

natura gli agami abitano le grandi

L AGAMI.

54

foreste

de' climi

avvicinano

abitati. Essi

caldi

dell'

luoghi aperti

a'

America, n mai
e molto

meno

vanno in truppe numerose

frequentano che le montagne ed

si

agli

e non

altri terreni ele-

Gamminano e corrono piuttosto che non vopoich mai non s'alzano che di alcuni piedi,
per riposarsi a picciola distanza sopra terra, o
sopra alcuni rami poco elevati. Si nutrono essi
vati.

lino,

Quando vengono sorpresi, fuggono e corrono con estrema celerit, mandando

di frutta selvagge.

un grido acuto come


La femmina raspa

quello del pollo d' India.


terra

la

al

pi

de' grandi

luogo ove deporre le sue


uova. Nulla essa raccoglie per guarnire questo
buco, a cui appena si pu dare il nome di nido.
alberi, per iscavarvi

Fa

le

uova

fino a sedici

il

tre volte
,

anno, or dieci, ora pi,

all'

secondo

1'

et.

IL FAGIANO.
I naturalisti moderni
il

appartiene

fagiano

si

all'

accordano a dire che


antico

vecchi autori asseriscono eh'

ei

continente

fu originariamente

fiume della Golchide


,
onde sembra che traesse il
nome. Checche ne sia quest' uccello da lungo

trovato in riva

tempo comune
conosciuto

Fasi

al

neh" Asia minore

d'

alla

pi gran parte del mondo


secoli fu di grandissimo

e per pi

IL FAGIANO.

^55

prezzo , cosi per la delicatezza delle sue carni


come per la bellezza delle sue piume. Narrasi
che Creso , re d Lidia , essendo sul suo trono
circondato di reale magnificenza e di lustro asiatico,

domand a S olone

mai veduto nulla


poco sedotto da
s gran pompa, e orgoglioso non che pago della
propria semplicit, rispose che avea veduto le
ricche piume del fagiano, e che nessuna ricchezza
maggiore poteva abbagliarlo. Nulla infatti pu
avesse

se

di pi bello. Il filosofo

greco

sorpassare lo splendore e la variet de' colori di


questo bellissimo augello. L' irido de' suoi occhi
gialla ; gli occhi sono contornati d' un cerchio
eli

colore scarlatto

sommit delia
sono morbide come
della

spruzzato di nero
testa

seta

le

piume

e del di sotto del collo


e sembrano or azzurre

or verdi aurate, secondo le loro diverse posizioni;


quelle del petto, delle spalle del dorso e de* fianchi, di

un bruno nericcio , presentano pur esse,


secondo che la luce le percuote, ora il purpureo
ora il verde aurato. La sua coda, lunga diciotto
pollici

dall' origine

all'

estremit

delle

penne di

mezzo , non riguardevole per ispeciali colori.


Le gambe, i piedi e l'unghie sono color di corno.
Ciascun piede poi munito di un nero sperone,
pi corto che quello del gallo; e i suoi diti sono
congiunti fra loro da una membrana.
Il maschio assai pi bello che la femmina
le

cui

piume sono generalmente

di

un bruno

IL FAGIANO.

a56

chiaro mescolato al nero. Il peso ordinario dell'uno

due

fra le

non ne
meno.

La
come

libbre

differisce

le

tre

quello

che per una

carne del fagiano fu lungo

pi squisito

dell' altra

decina d' once di

tempo riguardata

che possa ricercarsi in


autunno e quando gli antichi medici voleano vantare la salubrit di qualche vivanda, la paragonavano a questa carne. Ci bastava perch V uomo
si sforzasse di addomesticare 1" augello di cui parcibo

liamo. Esso per, di qualunque

ove

gli offra

non

lascia

occasione

modo

sia allevato,

ricuperare la libert

di

che se ne passi inutilmente ; e sdegnando

protezione interessata dell'uomo, lo abbandona

la

per rifugiarsi nelle pi folte boscaglie e nelle foreste pi solitarie. S' egli preso gi adulto , e
quindi avvezzo allo stato selvaggio, la schiavit lo
rerde furioso. Egli

becco sovra
lui

gli

si

scaglia

e non risparmia neppure

La femmina

colie

zampe e

altri volatili prigionieri

del fagiano

il

al

col

par di

pavone.

diviene

talvolta

col

tempo cos bella come il maschio ci per altro


non gli avviene quasi mai nello stato di cattivit,
stato che cangia perfino il suo temperamento e la
rende sterile. Ci si osservato anche della femmina del pavone.
:

Il fagiano abita di preferenza

pi alta;

ma

la

fa spesso l'uova nei

sua femmina,

campi

boschi ove l'erba

come

la pernice,

di trifoglio. Essa colloca

IL
i

FAGIANO

suo nido per terra, e

lo

2,5*1

costruisce di paglia,

d' aride fiondi e d'altre simili cose.

depone

ivi

in

numero

di

Le uova che

dodici o di quindici

sono assai pi picciole che quelle di gallina.


piccioli fagiani
usciti

seguono

la loro

madre appena sono

del guscio. Questa famiglinola, ove nessuno

e le canne fino dopo il


maturar delle biade in caso contrario si ritira nei
boschi , onde non esce che la sera e la mattina
per andar in cerea del suo cibo. I fagiani amano
molto il frumento si nutrono per in sua vece
anche di bacche selvagge, di ghiande e d'ogni sorta
d' erbaggi e di grani. Nello stato di cattivit la
la turbi, resta fra le siepi
;

femmina

fa

meno

uova, e le cova con

meno

sol-

Anzi raro,
componga un nido; e le

lecitudine che nella libert de' campi.

|che in tale stato ella

si

uova sono ordinariamente date a covare


gallina comune.

sue

alla

Le ali dei fagiani sono cortissime, sicch gli impediscono di levarsi a volo. Per vediamo quelli
dell'isola

Madre

nel

Lago Maggiore

chiusi in

modo,

che non possono tentare un tragitto, il quale sarebbe sopra le loro forze, onde tutti perirebbero.
A certi riguardi gli uccelli, di cui parliamo,
sono stupidissimi.

Quando

si

d loro

la caccia,

si

posano sovente sopra di un albero, e guardano i


cani con tanta attenzione, che si ha tutto il tempo
di far fuoco sopra di essi. Dicesi eh' eglino si cre-

dono

in sicuro,

quando hanno

Gabinetto T. III.

la testa nascosta.

17

IL

a 58

FAGIANO.

cacciatori per narrano alcuni stratagemmi d vecchi fagiani inseguiti nei boschi, i quali proverebbero che al pari di qualunque altro uccello sap-

piano usare P industria, quando

vare

trattasi di conser-

la vita.

All'avvicinarsi del verno


la sera in sulle

Si prendono
lacci o

con

fagiani

querce, onde passarvi


essi

con ogni sorta

app olla] ano


la notte.

reti distese attraverso la via,

andando

6era e mattina,

in cerca

con
,
che fanno

d' insdie

dei loro cibo;

ovvero con uccelli di preda. Le volpi ne distruggono gran quantit.


I maschi cominciano a cantare nella prima settimana del mese di marzo ; e si odono a distanza
considerabile. Essi vengono spesso nei poderi vicini ai boschi che abitano, e producono talvolta
una razza bastarda colle galline comuni.
Sebbene questi uccelli siano estremamente sel-vao-gi

allevati

molta fatica ad addomesticarli

duri

si

per

sotto gli occhi dell'uomo,

in parte la lor timidezza


il

loro cibo

solo

che

se

depongono

e accorrono a prendere

ne dia ad

essi il

segnale

con un fischio.
Trovansi dei fagiani in pi parti dell'Inghilterra;
nelle settentrionali per meno che in tutte le altre.
In Iscozia quasi non se ne veggono; e in poco
tempo la loro razza vi s estinguerebbe del tutto,
se

ricchi

non

si

boschi di proprio

studiassero
diritto.

di

conservarla nei

FAGIANO.

IL

Ti hanno pi

269

sorta di fagiani, tutte ammirabili

per bellezza di piume. Alcuni di questi augelli


sono tutti coperti di macchie brillanti ci che fece
;

dar loro

il

nome

pavoni.

fagiani

adorni di grazosissima cresta.

Altri sono

fagiano dorato,

Il

nella Cina

che trovasi particolarmente

all'

in-

circa della grossezza del fagiano d'Europa. Il fa-

giano

bianco,

climi

settentrionali.

egualmente,

grosso

Le

abitudini

appartiene ai
e

costumi di

medesime.

tutte queste specie sono le

L'OT TARDA.
Quest'uccello ha tre o quattro piedi d lunghezza

punta del becco all' estremit della coda, e


pesa ordinariamente venticinque in trenta libbre.
Ciascun individuo varia per grandemente per la
dalla

grossezza e pei
la testa,

ci

il

colori

petto e

il

pure

cinericce sono

le folte

del becco ; un rosso cerchio


il

piume. In generale

delle

collo sono

sta

di color cineric*

penne

al di sotto

intorno agli occhi

di sopra del corpo rossigno, maculato e rigato

traversalmente d bruno e
bianco misto di rosso; le

di fulvo ;

ali

macchiate di bruno e di nero


sopra, e bianca di sotto; le

gono son rigate di nero


chiaro

il

becco

d'

un

coda rossa di

la

piume che
e

ventre

il

son nere e bianche,

grigio

dell'occhio d'un color rancio; le

scuro

gambe

cinericci e coperti di picciole scaglie.

compon-

la

terminano

grigio

in
;

1'

iride

piedi

I OTTARDAi

2,6o

La femmina

d'

un terzo pi picciola che il


com'egli, una ciocca di
1

maschio. Essa non ha,

piume da ciascun lato della testa, e i


sono meno brillanti. Un' altra differenza
e quella

si

, che

il

maschio porta

suoi colori
fra questo

sotto

il

collo

una specie di sacchetto o di tasca, atto a contenere due pinte d'acqua, e, secondo alcuni, fin sette.
L' apertura di questo singolare serbatojo
la lingua

il

Due

dottor Douglas fu

il

sotto-

primo a disco-

vantaggi importantissimi

si
procura
acqua, di cui lo riempie l' uno di:
avere con che dissertarsi nei deserti ove fa le sue
ordinarie escursioni ; Y altro di avere con che di-

prirla.
1'

ottarda

coli'

fendersi contro gli uccelli di preda, ai quali slancia


quel!'

acqua violentissimamente

Sebbene molto grosse, le ottarde sono timidis


sime , e non sembrano avere n il sentimento
della propria forza
n l' istinto d' impiegarla. Si
radunano esse talvolta in cinquanta o sessanta,
ma non si mostrano niente pi sicure pel numero , di quello che il siano per gli individuali
mezzi che avrebbero di farsi valere. La minima
apparenza di pericolo o piuttosto la minima novit le spaventa ; ne sanno provvedere alla loro
,

conservazione che colla fuga. Il loro volo lento

grande rapidit. Temono


soprattutto i cani , e ci debb' essere , poich si
adoprano comunemente questi animali' per dar
loro la caccia. La loro pusillanimit , per altro ,

ma

esse

corrono con

l'ottarda.

2,61

che qualunque animaletto ardisca di salirle, le atterrisce, e per poco che siaiao ferite
muojono , bisogna dire, di spavento.
Ove si creda agli antichi, l'ottarda tanto amica
'tanta

del cavallo, quanto ha

cani in avversione.

Quando

che teme ogni cosa, gli vola all'ine quasi si mette sotto i suoi piedi. Sup-

lo vede, ella,

contro

posta vera

questa

differenti,

simpata fra animali

singoiar

potrebbe rendersene ragione dicendo,

che l'ottarda ritrovi nel fieno del cavallo de' grani


appena mezzo digeriti, i quali nella penuria le
sono di grande soccorso.

Quest' uccello non

mina depone due uova


d' un' oca

pallido

Le

spruzzate di

della

grossezza

di quelii

bruno ulivigno
picciole macchie pi scure.

quali sono

le

nido , ma
ove la fem-

alcun

costruisce

scava soltanto -un buco nella terra


d' un

per andare in cerca di nudribreve sua assenza , taluno


le tocca o colla mano o appena col fiato , vuoisi
eh' ella al ritorno se ne accorga , e del tutto le
abbandoni. I pulcini seguono la madre appena
usciti del guscio
ma per lungo tempo non sono
lascia talvolta

mento

ma

se

nella

capaci di volare.

Secondo
tiene

naturalisti

francesi

antico continente. Essa

1'

ottarda appar-

nutre d' erba ,


di grani, e d'ogni sorta di sementi e di vermi.
Inghiotte pure tutti interi de' piccioli augelli
all'

si

delle rane ; de' sorci; e nell'inverno

mangia spesso

a6a

l'ottarda.

le scorze degli alberi. Il sig. di

nello stomaco

membri

d' un' ottarda

Accademia

dell'

Buffon dice che

clie

fu

trovarono

si

aperta

dai

oltre

una

gran quantit di sassolini, novanta doppie, tutte


corrose nelle parti esposte

La

delicatissima. Delle loro

vere

all' attrito.

carne delle ottarde sempre stata giudicata

come

di

penne

si

quelle dell' oche

fa uso

per

iscri-

de' cigni.

pescatori le ricercano per attaccarle ai

loro ami

credendo che le picciole macchie nere , di cui


sono smaltate , attirino i pesci , a cui sembrano
picciole mosche.
In alcune parti della Svizzera trovansi nel cuor
dell'inverno delle ottarde gelate fra i campi; ma
si fanno
rinvenire prontamente , esponendole al
calore. Opinasi che questi uccelli vivano presso a
poco quindici anni. Nello stato di domesticit non
forse perch impossisi pu renderli fecondi ,
bile procurar

loro

sufficiente

quantit

di

conve-

nevole nutrimento.

La

picciola ottarda

che per

non

dalla grande

differisce

Ella

non

pi grossa
ed ha diciassette pollici di lunghezza. Trovasi in varie parti d' Europa ; ma
non comune in Francia e molto meno in Ind'

le

dimensioni.

un fagiano

ghilterra, ove s' incontrata

appena

tre o quattro

volte.

Vi hanno
tre

sei

o sette specie di oltarde.

segnatamente

1'

honbaara e

il

Due

rhaad partico-

263

i/oTTARDA.
lari all'

Africa

sono adorne di cresta, e non

dif-

feriscono da quelle d'Europa, che pel color delle

piume. Nessuna specie

se

ne trova in America.

IL PICCIONE.

La

grande fecondit

T uomo a
sotto

terlo

Le pi

di

quest' uccello

toglierlo dalla vita selvaggia


la

propria

dipendenza

indusse

per metvi

riusc.

belle specie di piccioni domestici traggono

dal piccione selvatico. Questo


d'un color cenerognolo, anzi quasi di un azzurro
cupo ha il petto variato di verde e purpureo ;
i lati del collo d' un rosso dorato ;
le ali segnate

a loro origine

di

due

liste

gata di nero
sticandolo,
finito

nere
all'

dorso bianco

il

estremit.

ha saputo

sebben

non

variare

in cui sono

suoi

abitudini

pur sempre
I piccioni tutti hanno

specie sono

base

poi,

addome-

colori

all'

abbi cangiato punto le

inclinazioni e le sue

diritto alla sua

e la coda ri-

L'uomo

collocate

in

tutte

le

le stesse.
il

becco

sottile e

debole,

con una lieve protuberanza


le

narici.

rosse e corte nella pi parte

unghie sono separate

che

in-

sue

alla loro

Le gambe

delle

specie

orgine.

sono
e le

La voce

di questi uccelli trista e lamentevole.

Le

variet de' piccioni domestici

merose, che invano


verle. Il maschio e

sono cos nu-

si

tenterebbe di tutte descri-

la

femmina covano e allevano

s64
insieme
trono
latte

La

piccione.

il
i

lor piccioletti; e in alcune specie

con una
rappreso,

li numolto simile al

sostanza bianca,
la

quale contiensi nel loro gozzo.

membranosa prima
dopo di essa, s'in-

pelle di questo sottile e

dell'incubazione,

si

allarga

grossa,

prende una forma glandulosa, e interna-

mente

irregolari ssima.

Da

principio

piccioncini

che dicemmo ; al
terzo giorno per i parenti cominciano a mescolarvi un poco del proprio lor cibo , e ne aumentano la quantit a misura che quelli ingrandiscono.
Nello stato domestico i piccioni sono utilissimi.
Perocch figliano otto o nove volte all' anno , e
sebbene non diano che due uovi per ciascuna, il
son nudriti

coli'

unica sostanza

accrescimento s rapido anzi prodigioso


che nello spazio di quattro anni, un solo pajo di
piccioni pu averne prodotti quindici mila.
loro

Per indurre

medeadoperano ordinariamente quelle


chiamano salamoje, e sono composti di

simo luogo,
che

si

terra grassa
si

usa di

chiamarli

dato

tal
a'

questi uccelli a ritornare al

si

di vecchia creta e di sale.

colombaj non propr j

come cosa turpe.


John Lockman

Il sig.
siili'

opera in musica ,

dice

come
onde

esso riguarr

sue riflessioni

dell' effetto di

siamo per

egli nella casa del sig.

la cui figlia cantava, e

in certe

sopra un piccione quello che

Essendo

Ma

mezzo anche frodolentemente

questa
riferire.

Lee gentiluomo,

suonava benissimo l'arpa,

265

PICCIONE.

IL

un piccione,

osservo

il

quale, ogni volta che

la

giovinetta facea sentire, accompagnandosi, cert' aria

dell'Amleto di Handel

scendeva da un colomba jo
,
posava sulla finestra della camera . e
pareva ascoltarla con gran commozione. Finita

vicino

1'

si

aria tornavasi ond' era venuto.

Fra

le differenti specie

gieri sono a giusto titolo

ricevuto
si

un

tal

altro.

di piccioni,

messag-

pi celebri. Essi hanno

nome come

quelli,

di cui

spesso

per mandar lettere da un luogo


Anticamente il governatore di una citt

fatto uso

all'

impiegava per domandar soccorso ai


o dell' impero; i principi adoperavani per comunicare a' sudditi la
nuova di qualche felice avvenimento; e gli amanti
per mandare biglietti alle loro belle. Lithgon assicura che uno di tali piccioni port una lettera
da Babilonia ad Aleppo in quarantotto ore; viagassediata gli

generali della repubblica

gio nel quale


ni.

Un

altro,

un uomo

solea mettere trenta gior-

di cui

parla

si

nel registro

annuo

del 1765, fece nello spazio di quattro ore la via

di^Bury-S-Edmond

Londra,

la quale

settantadue miglia. Il messaggiero

si

ne distante
distingue fa-

per un largo circolo di


pelle nuda e bianca intorno agli occhi, e per le
sue piume azzurre nericce.
cilmente

dall' altra specie

Fra tutti i piccioni il pi grosso


che pesa ordinariamente dodici once.
mina

costruisce

il

nido sui rami

il

La

palombo,
sua fem-

d' albero,

parti-

I^ PICCIONE,

a 66

colarmente su quelli del pino. Questo nido


grande, aperto e composto di secchi ramuscelli ;
e le uova in esso deposte sono pi grosse che
quelle del piccione domestico. Il

come

di grani

White ne

il

palombo

messaggero ; nondimeno

uccise

si

il

nutre
signor

una volta uno, nel cui ventri-

colo trov delle radicette tenere

di ravanelli.

Si

palombi allo stato


di domesticit, facendo covare le loro uova da pie
ma appena i loro picconi comuni ne' colomba]
cioletti hanno potuto volare , se ne sono fuggiti.

tentato pi volte di ridurre

Il sig.

Montagu

in ispeee

si

diede a

tal

riguardo

non picciole cure , senza poter mai riuscire.


Questo gentiluomo avea fatta una mescolanza cuche viveano tutti insieme nella
un piccione comune un palombo selvaggio, una civetta ed un falcone. Il
palombo dominava sopra tutti gli altri.
In Inghilterra i palombi si radunano a grandi
stormi sul cominciar dell' inverno
e il loro numero eccede allora di tanto quello che si vede
da non potersi dubiin tutto il resto dell' anno
tare, che la pi gran parte lascino il paese in primavera. Supponsi che molti di essi vadano a pasriosa di uccelli

pi perfetta unione

sare la bella stagione in Isvezia.

Le

loro

covate

principiano in marzo.

enumerate, vi hanno altre specie di


derivati
diversi nomi
si danno
dalle rispettive loro qualit. Parleremo d' alcune
Oltre

piccioni

le

a cui

pi rimarchevoli.

267

PICCIONE DI PASSAGGIO.

IL

della grossezza del piccione cornane.

Lecco nero;
la testa,

cerchio degli

il

petto e

il

sono cenerognoli;
cangiante;

vino

il

le parti
lati

mezzo del

il

Il suo

occhi chermisi;

superiori del corpo

d'un purpureo

del collo
collo e

il

petlo color di

di sotto del corpo d'ugual colore,

ma

uri

poco pi pallido; le gambe rosse, l'unghie nere.


Gli uccelli della specie d'I cui parliamo, visitano
dell' America
ne veggono nelle provinole meridionali, quando il tempo dolce. Essi
cangiano di luogo per cercare il lor nudrimen-

a grandi

stormi

settentrionale.

le

differenti parti

Di rado

se

il qual consiste in ghiande e


bacche.

to 5

in

ogni sorta di

Il signor Blackburne , in una lettera al signor


Pennant, dice che in America si uccide una gran
quantit di tali uccelli per mangiarli , e che furono di gran soccorso ai soldati nell' anno in cui

Quebec fu

preso.

Canada,

il

superava

quello

loro

Quando la Hontan si trov nel


numero era s prodigioso, che
delle

foglie

diciotto o venti giorni se

degli

che narrasi, quanti potevano bastare


mento d'un miglia jo d'uomini.
I piccioni,

di cui

si

tratta,

d' oriente.

Il

al

diventano

e in

per

ci

mantenigrassis-

sempre il loro
signor John trov

simi ne' loro viaggi. Essi dirigono

volo dalla parte

alberi,

ne uccidevano

IL PfCCIONE DI PASSAGGIO.

68

nel ventricolo d'uno di essi dei grani di raso non


-digeriti

sebbene

cento miglia dal

si

concbiuse quindi che

almeno a cinque-

trovasse

campo

di riso

il

pia vicino.
rapido

loro volo

il

vento , o che interrompe la loro digestione.


Gli Indiani vegliano sovente la notte sotto

il

alberi ove
sulla testa

posano questi
li

uccelli, e,

Ne

come
gli

percuotendoli

fanno cadere a migliaja. Essi ne cono il grasso , di cui si valgono in-

servano F olio

vece di

burro.

Altra

citt nell'India, la

volta

non

V era

picciola

quale non potesse vendere ogni

anno quattrocento pinte di quest' olio.


Il sig. Dupratz, mentr' era in America, collocava sotto gli alberi, ove tali uccelli erano appollajati

de' vasi pieni di zolfo acceso,

il

cui

fumo

ne facea cadere a terra un numero immenso.


I coloni prendono ordinariamente questi piccioni
entro reti distese sul suolo. Essi ve li attuano
per mezzo d' altri uccelli delle loro specie, addomesticati, acciecati, e tenuti per^una corda. Le
grida degli infelici cattivi
tri

quali

egualmente
sull' istante

si

fanno accorrere

che

curiosi

gli

compassionevoli,

ali

trovano presi.

IL PICCIONE VERDE
DALLA TESTA GRIGIA D'ANTIGUA.
Vi hanno poche

specie di uccelli, le quali siano

COS generalmente diffuse

come

quella

del pie*

VERDE

XL PICCIONE

Avendo egli 1'


nuto, pu facilmente
clone;

climi

non

cli-

allevano piccioni

si

di

lasciano

freddi, tutte dipendendo

ne ardori, n gelo

la lor

che

si

anche nei

riuscire

che loro

dalle cure

danno. Ci che prova che

selvaggio

piccione

il

si

razza non teme

quasi tutte le contrade dei

in;

quindi

e sebbene prosperino assai pi nei

di colombaja

trova

2,6<f

volo soste-

il

trova in tutti

si

mi. Dall' Egitto alla Norvegia

si

far lunghi viaggi

selvaggio o domestico egli

caldi,

ec.

robuste

ali

due

conti-

nenti.

Neil' isole di

Lucon

aorta di piccioni verdi


quest' ultima

lor

specie

piume sono

d'

che
poich
,

lievissime

Antigua abitano pi
si possono riferire ale

differenze

delle

non bastano per

una vera distinzione.


Questi piccioni hanno la statura del nostro palombo. Un grigio pallido ricopre la loro testa; e
istabilire

loro collo

il

giallo cupo.

Un

di

tinto

Sulla loro pancia

si

di

una riga

son nere

gialla.

colore

verde di

grazioso

di sopra delle loro ali

il

un

dilavatOi

Le

pomo

colora

che sono inoltre orlate


penne della coda e dell'ali
,

un bruno rosso

Ma

vede una larga macchia di

dilavato

si

osserva

sulla loro groppa. Il ventre colorato d'un

verde

pallido; e giallognolo. Il
i

becco grigio e corto;


piedi sono di un color violaceo oscuro. Le fem-

mine hanno
verde grigio

il

di

sopra

il

di sotto-

del
d'

corpo d' un color


un verde azzurro*

IL PICCIONE VEftD 6C-

a 70

Le

loro ali son nere

con

orli

gialli

piedi

sono cenerognoli.
Un altro piccion verde che trovasi egualmente

Panay che

di Antigua
palombo. Un grigio
bianco gli colora la testa; e un bruno rossiccio
gli riveste la nuca e il collo. Questo colore manda
al sole dei riflessi brillanti, come il rame di primo

nell' isola di

della

grossezza del

getto.

Un

in quella

nostro

grigio oscuro gli ricopre

il

ventre e

fian

penne pi picciole delle sue ali ammi*


un verde brillante d'uno splendore metallico*

chi; e sulle
rasi

Siffatto colore cangia secondo l'aspetto della luce,

come

sul petto del piccione ordinario.

penne
i

dell' ali

piedi d'

un colore sanguigno

Le

grandi

il

becco e

e V iride

dell' oc

e della coda son nere

chio gialla, Potrebbe rassomigliarsi

questo pic-

cione alla tortorella che Buffon chiama turverde,

ed

la tortorella

verde

d'

Amboino

descritta dal

Brisson.

IL
Questo

PICCIONE POMPADOUR.
specie non prima cono*
da Brown. Esso abita l'isola
cui abitanti ne pregian molto la car-

piccione

di

sciuta, ci descritto

di Ceylan,

diietta de' grandi alberi

ne ;

si

cor

meno robusta

della

con glutine facilmente.


nerale d'

di struttura an-

tortorella,

Le

sue

un colore verdiccio

di un bel rosso purpureo;

ma

si

piume sono
quelle
le

prende
in ge-

dell'ali

sono

penne maggiori

POMfADOUK.

IL PICCIONE

son nere, con una riga

un giallo belTanta vaghezza


cognome di una celebre per le

le parti laterali della testa sono

lissimo; e
gli

becco

il

ha ottenuto

ft^J

petto e

gialla all'orlo. IJ

il

d*

turchino.

grazie brillanti dello spirito e della persona.

PICCIONE DELL' ALI ROSSE

IL

DEL MARE DEL SUD.


Tanna

Si sono apportate dall'isole d'Otahit, d

d'

Eimeo pi

variet

questo

di

La

piccione.

sua lunghezza di nove pollici e mezzo; le sue

piume

in generale son

e sopra

La

1'

nere

verso

coda

la

mezzo, e

insino al

piedi

riet di siffatto piccione

bianchi

coda

un' altra

le

ha

son

delle

piume

piedi son rossi,

il

d'

ventre e

becco

il

Una

bruni.

petto

il

sopracciglia di color

penne maggiori
variet , che trovasi

IL

cinericcia dalla base

le

color

nuca

fronte e le sopracciglia son bianche,

giallo o nero

il

ma

appariscono di un rosso splendente

ali

il

ferrugigno

dell' ali

la

In

nericce.

nell' isola di

un nero

va*

ventre

Tanna

rossiccio

sopraccigli bianchi.

PICCIONE CENEROGNOLO

FERRUGIGNO
DELL'ISOLE DEL
Cos

MAR

PACIFICO.

Latham ha nominato una nuova

piccione sparsa in pi isole $el

mare

specie di

del

Sud ;

IL PICCIONE CENEROGNOLO.

2721

principalmente
diere

ve

in

quelle

degli

Amici. Labillar-

trov anch' egli nel suo viaggio in

la

corpo di quest' animale

cerca di la Peyrouse. Il

cenerognolo e d' un verde nericcio


e brillante

groppa

assai liscio

come un metallo sopra il dorso. La


la
d' un color ferrugigno al di sotto
;

pancia tinta d'un grigio vinoso; le penne dell'ali


son brune quelle della coda sono d'un nero splendente con riflessi verdi i piedi son rossi e talvolta
;

bruni o neri;

petto

il

bianchiccio nella parte

superiore; le narici son gonfie ; e

IL

il

becco nero,

PICCIONE DEL BECCO RICURVO.

Questa specie di piccione trovasi nell' isola di


Tanna. La sua lunghezza pi che di sette pollici. La parte inferiore del suo corpo verde e
giallognola. Il suo dorso e
ali

sono d'

un

color

intermedie di queste

ali

due

le

fasce

fascia nera.

gialle;

Ma

il

di

Le penne

son verdi, attraversate da


laterali

cenerognole con

quello che avvi di pi rimarche-

vole neh" uccello di cui parliamo,

acuto e ricurvo

sopra delle sue

lieve di cannella.

si

il

come una prua. Bisogna

suo becco
dire che

la natura de' suoi alimenti abbia qualche rapporto

con simile conformazione. Del resto


questo becco

Una

giallo,

ma

il

colore di

rosseggia verso la base.

variet del piccione, di cui parliamo,

dorso e le spalle verdi*

ha

il

IL PICCIONE
Abita

Nuova Guinea;

la

moscade ,

di

sua

testa,

BIANCO MUSCADIVORO.

suo petto,

il

e vive principalmente

cui rende senza

La

averle digerite.

suo

il

collo.,

le

sue cosce ?

suo ventre, e i due terzi della coda sono bianchi, siccome la met anteriore delle sue ali. Un.

il

grigio chiaro gli colora

piedi ed

del suo occhio tinta in giallo

sua coda nera.,

come

penne

le

il

becco; l'iride

e l'estremit della,

dell'ali.

IL PICCIONE VIOLACEO
DALLA TESTA ROSSA D'ANTIGUA.

Le

Da

sue particolarit

sono queste

ciascun lato del suo becco

si

che diremo.

estende una

mem-

brana rossa e carnosa, che circonda gli occhi. Alcune piume fine , disposte a guisa di berrettino
d'un rosso sfolgorante, ricoprono la sommit della

Un

sua testa.
l'

alto del

va vie

nero
il

vie-

di-

grigio azzurrino gli colora

dorso ed

il

petto

rischiarando presso

seta anzi di velluto

ed azzurro. L'

nel suo cerchio esteriore.


risce sovra

piedi

ed

Gabinetto T. III.

il

estremit.

gli

iride

Un
becco

il

collo,

questo colore

riveste

Questo nero

ventre,, l'ali e la coda.

in violaceo

ma

il

si

Un

si

bel

dorso,
riflette

grigia e rossa

color g ligio appa-

A
18

&7.4

IL PALOMBO
BALLA COLLANA PURPUREA.

L'isola d'Eimeo, nel vasto

un

grazioso piccione

per

mare

del Sud, nutre

altro grosso abbastanza,

poich ha quattordici pollici di lunghezza. Ci


che lo distingue si una collana purpurea sul
petto, accompagnato d' una fascia bianca. La fronte
e il petto sono d' un colore vinoso ; la sommit
della testa e la nuca son brune. I lati della testa
sono coperti di piume nere; il becco e l'unghie

sono anch'essi di questo colore.


dorato riveste

il

Un bel

giallo

cupo
per

collo lateralmente, e cangiasi

un

successive gradazioni in

bel colore di porpora.

LA TORTORELLA.
La

tortore!^ ama,

altro augello, la

forse pi

che qualunque

freschezza in estate e

il

calore

in inverno. Arriva nel nostro clima (d'Inghilterra)


in

un mese pi

abbandona verso la.


palombi selvaggi arrivano
e non ne partono che un mese

assai tarda, e lo

primavera

fine di agosto

laddove

tosto,

pi tardo, anzi molti restano in inverno.


Tutte le tortorelle, ninna eccettuata, si riuniviaggiano in*
scono a stormi, arrivano, partono e
quattro o
che
qui
soggiornano
non
Esse
sieme.
s'accoppiano,
cinque mesi, nel qual breve spazio
i
fanno il nido, vi depongono l'uova, e allevano

LA trORTO&ELLA.

flj$$

loro pccioletti a segno di poterli poi condurre con


loro. Preferiscono essi

luoghi pi ombrosi e pi

freschi per loro dimora. Ivi collocano

sovra

che generalmente piano,


alti

e pi lontani

il

loro nido,

gli alberi

pi

dell' abitato.

In Isvezia, in Alemagna, in Francia, in Italia,


Grecia e fors' anche in altri paesi o pi freddi
o pi caldi esse non soggiornano che durante
F estate , e gli abbandonano prima dell' autunno.
Solo Aristotele ci dice che ne rimane qualcuna in
Grecia nei luoghi meglio difesi; ci che sembra
provarci , eh' esse cercano i climi pi caldi , onde
passarvi F inverno. Si trovano quasi per tutto
nell'antico continente ; e incontransi pure ne] nuovo,
fino nelF isole del mare del Sud.
in

Sone
riare

esse,

come

piccioni, soggettissime a va-

e sebben naturalmente pi selvatiche

allevarle

egualmente

si

pu

e farle moltiplicare nelle

uccelliere.

Se ne conoscono due Specie o variet costanti


prima la tortorella comune la seconda
:

la

quella che chiamasi tortorella del collare (in grazia

del collaretto nero che porta), ed


grossa dell'altra,

ma non

ne

un poco pi
per l'indole

differisce

o pe' costumi.
Si

pu

anzi dire che in generale

palombi, le tortorelle, se non


la figura,

si

si

rassomigliano per per

abitudini naturali.

piccioni, i

rassomigliano per
l'istinto,

e le

Mangiano e bevono egualmente

TORTORELLA

LA-

2.^6

senza alzar la testa, prima

di avere tracannata
acqua che loro necessaria; volano egualmente a truppe fanno sentire una specie di mortutta

1'

-,

morio o di gemito, piuttosto che un canto modulato


non producono che due uova o tre, ma pi
volte all' anno in paesi caldi o dentro le uccelliere.
;

Le

pi

genere dei piccioni. Sono

essi

tortorelle possono dirsi

selvatici augelli del

pi piccioli e

rimarchevoli per la loro costanza e la loro fedelt,


e quindi sono divenute l'emblema dell' amor coniugale. Dicesi, che ove ne sia posto in gabbia

un

pajo, se una di essa viene a morire, l'altra di


rado le sopravviva. La loro voce tenera e lamentevole. Il maschio s' inchina alla femmina dio

ciotto

venti

volte

questi saluti co' gemiti


Il signor

Gaj ernia,

La Borde

che

ivi

seguito,

accompagnando

pi amorosi.

parla delle tortorelle della

sono abbondantissime,

si

nu-

trono specialmente di semi d'arancio e di cedro.


Si riuniscono a dieci a dodici mila in un medesimo luogo per mangiare e in altrettanto numero
nei tempi secchi vanno a bere. Non producono
che nella stagione delle piogge due uova, di raro
;

tre
le

d'

un color bianco

siepi

sopra

gli

morti ramoscelli.

e posano

il loro nido fra


ove adattano alcuni
Sono facili a prendersi e ad
;

arbusti,

addomesticarsi.

Vi hanno, com'egli
relle

nota, altre

picciole torto-

chiamate ortolani, che fanno in terra due

LA TORTOEELLA.

uova

sulle sabbie o fra

dinariamente il loro gemito


grande lentezza.

medesimo osservatore

Il

tre

tortorelle

appellate

2,77

rovi. Essi ripetono or-

con

strascinandolo

pur menzione d'alpalombi delle

fa

piccioli

ad alcune piume di color


veggono sul petto dei piccioni ,

savane. Si riconoscono

vivo

ma

quali

cri'

esse portano lateralmente sul collo e sulla

La

testa.

si

loro dimora attuale una

savana

equivale presso a poco ad una delle

ghiere

presso qualche boschetto

La

di distanza in distanza.

die

nostre bru-

che apparisce

loro covata special-

mente nel tempo delle piogge


ma pur si trovano delle loro uova in qualunque stagione, come
d' ogni specie di palombi o di tortorelle.
;

LA TORTORELLA SANGUIGNA.
Sonnerat ha descritto due tortorelle, che hanno
una macchia sanguigna sulle piume del loro petto,
come se fossero state ferite da un pugnale. Questo segno di ferocia , impresso in un animale s
dolce e s innocuo , ricorda all' uomo che anche
nella nostra specie

mate della violenza


depredatrici

si

il

debole porta spesso le

sti-i

mentre le razze potenti e


coprono dell' insegne del piacere
,

e dell' opulenza.

Una
bianca

delle tortorelle
;

ma ha

gli

di cui

occhi e

il

si

parla

becco

rossi.

tutta
;

altra

S 78
si

LA.

TORTORELLA SANGUIGNA.

distingue dalla precedente per tre

traversali sulla testa

teremo
si

altres

che

sul ventre

la

restringe

fasce grigie

siili' ali.

macchia sanguigna

estende nella prima parte

conda

al

del collo, nella se-

Ambidue

petto.

sol

No-

la qual

abi-

tano T isole Manille.

LA TORTORELLA DEL SURINAM.


Trovasi in quest'isola una tortorella lunga dieci
che posa il suo nido sovra i pi alti al-

pollici,

beri nelle foreste

Essa fa

meno

frequentate e pi selvagge.

uova due volte

1'

1'

anno; e

la

sua carne

Le sue piume in generale sono


ma sotto il corpo bianchicc il

assai pregiata.

cenerognole ,
;
e le
nero suo petto riflette de' raggi verdicci
penne maggiori delle sue ali son brune. Il lungo
suo becco poi al di fuori turchino, e rosso al
;

di dentro.

LA TORTORELLA DELL' ALI DORATE.


Il

capitano Phillip

ci

volatile nel viaggio alla

La

sua grossezza

grosso piccione; le

sono

un

d'

chiccio

le

descrive

Nuova

egli

piume

dice

questo

grazioso

Galles del Sud.

quella

di

un

superiori del suo corpo

bruno con orlo biand' un grigio bianco


sopra dell'ali non differiscono dalle

color cinericcio
inferiori

quelle del di

sono

LA TORTORELLA DELL ALI DORATE.


dorso.

del

sovraccennate

37C)

poi

estremit

Alle

di

una macchia ovale bronzina. Queste macchie , quando le ali son chiuse
formano per la loro riunione due fasce splenche or sembrano rosse , or verdi , ora codenti
ciascuna di esse osservasi

lor di

rame

secondo

varj

della luce.

riflessi

Altre piume superiori deir ali hanno delle macchie bianche irregolarmente disposte. La coda

composta di
fascia nera

all'

zampe

le

estremit

Un

sono brune.

penne cenerognole , con una


le due penne di mezzo

sedici

petto

il

cupo colorisce

rosso

d'

un

becco e

il

chiaro

grigio

la

fronte pallida .

John White

in

osserv egli pure

1'

un viaggio

porto Jackson

al

augello di cui parliamo

espresse presso a poco di questa guisa:


ali

rate

Le

li

sue

sono sparse di macchie gialle brillanti e do


;

riflessi

e tutte le

sue

piume hanno

verdi o color di rame,

esposte alla luce. Il petto

come

quello dei nostri

bufalo riveste

so-bruna

si

il

d*

piccioni

de' bellissimi

secondo che sono

un
;

di sotto del collo.

color

un

Una

vinoso

colore di
lista

ros-

prolunga dalla radice del becco in-

aino air occhio.

Labillardiere trov delle tortorelle della soecle


al capo Diemen. Sembra eh' esse
abbondino in quasi tutto il continente della Nuova
Olanda,

qui descritta

2.B0

LA QUAGLIA.
E

met meno grossa che

molto somiglia per

pernice

la

la figura

cui

pei costumi.

Le

piume
il

della sua testa son nere, orlate di bruno;


petto d' un giallo rossigno pallido, macchiato

di nero;

il

dorso -traversato da

liste

d'un giallo

pallido.

Per maggior
quaglia

si

somiglianza

nutre

fa

suo

il

colla

pernice

nido

alleva

pulcini alla maniera di questa.

Ma

la

suoi

poi differisce

da essa a troppi altri riguardi.

Le quaglie sono uccelli di passaggio. Esse non


hanno dietro gli occhi quello spazio ignudo che
hanno le pernici ne sul petto quel ferro di ca*
vallo, che hanno maschi di queste. Le loro uova
,

sono pi picciolo

di

tutt' altro

colore

la loro

voce anch' essa differente.


Di rado le quaglie si riuniscono in compagnie,
eccetto quando i piccioletti ancor teneri stanno attaccati alla
sarj

madre,

o quando un

cui soccorsi sono loro neces-

medesimo impulso porta

tutta

mari e approdare nello


istesso paese. Sono esse meno astute ,che le per*
nici , e pi facili a cader neh" insidia che loro si
tendono, soprattutto quando sono ancor giovani e
la loro specie a passare

senza esperienza.

La femmina
chicce 5

fa ordinariamente dieci

segnate di bruno;

il

tempo

uova biandella sua

LA QUAGLIA.
Incubazione di tre settimane.
credere

eli'

due covate

ella facesse

Nascondonsi

le

quaglie fra

ordinariamente dormono
indolenti, che

prima che

si

fa per

mato

il

1'

all'

inganno

erbe pi

giorno.

poste in salvo

purch

mezzo

s'

facile

imiti

mi

di

alte,

Sono

ove

esse cos
di loro

e forzate a volare,
il

prenderle anche

loro grido

il

il

anno.

un cane pu correre sopra

siansi

di rado vanno lontano.

senza reti

fio!

Fu un

ci

che

picciolo strumento chia-

fistio.

Si trovano quaglie

ma

in picciola quantit in

pi parti della Gran Brettagna, ove la loro carne


riguardata come un cibo eccellente. Il tempo
della loro partenza da
o in settembre.

questo

Gr edesi che

paese

passino

in agosto
1'

inverno in

Africa, e poi ritornano al cominciar di primavera.

per ci che sembra , di notte e non


,
abbandonano successivamente differenti paesi, che
per passare da quelli ove le raccolte sono gi fatte,
a quelle ove ancora sono da farsi, ed ove per ci
abbonda il nutrimento. Al loro arrivo ad Alessandria si vende in mercato s gran quantit, che
si pu averne tre o quattro per una medina, pio
ciola moneta che vale meno di tre bardi. Pi volte
hanno esse servito d'unico cibo agli equipaggi dei

Viaggiano

bastimenti, sino, ad

marinai contro

esser

cagione de' riclami dei

che loro non davano altro.


Arrivano questi uccelli in s gran numero sulle
coste occidentali del regno di Napoli , ne' dintorni
i

capitani,

a8a

I^A

QUAGLIA,

Nettuno , che sopra un estensione di quattro o


cinque miglia se ne prendono talvolta sino cento
migliaja in un giorno. Gran parte se ne manda a
Roma, ove sono men comuni, ed ove si vendono
a caro prezzo. In primavera ne arrivano pure
degli eserciti sulle coste di Provenza, particolarmente ne' luoghi vicini al mare; e tanta la loro
stanchezza pel lungo tragitto, che i primi giorni
si prendono colla mano. Anche in alcune parti
meridionali della Russia se ne prendono migliaja
di

mandano poscia entro barili


Quando il vento loro
favorevole fanno talvolta in una notte una cin-

al lor passaggio

si

a Mosca e a Pietroburgo.

quantina di leghe, traversando

il

mar

notabile trattandosi di uccelli d' ale

Gran

nero; cosa
corte.

di quaglie o piuttosto di quamandarsi di Francia in Inghilterra. Si

quantit

gliotti suol

mettono

quest*

uopo

cento

cento,

in

una

larga scatola quadrata , divisa in cinque o sei com-

partimenti

P uno

al di

sopra dell' altro

dell' al-

onde non possano percuotere la testa s fortemente da ammazzarsi. Ogni


compartimento ha una specie di griglia, ed fornito di un vaso che contiene il cibo.
Sembrano le quaglie molto coraggiose ed intrepide; e i loro litigi finiscono sovente colla morte
tezza giusta degli uccelli

vicendevole delle contendenti. Siffatta disposizione


indusse gli antichi greci e romani ad educarle ai

combattimenti a come alcuni popoli moderni fecero

&&5

LA QUAGLIA.

Le

de' galli.

erano in tanto pregio, che

vincitrici

Augusto una volta pun di morte (orribil cosa


ove pur sembri credibile ) certo prefetto d' Egitto . che ne fece allestir ima assai celebre per
la

propria mensa.

I combattimenti delle

sono ancora uno spettacolo alla


e in alcune parti

moda

quaglie

nella

China

d' Italia.

Un fatto singolare prova che questi uccelli


hanno una cognizione che potrebbe dirsi innata
del tempo preciso de' loro viaggi. Si sono vedute
delle giovani quaglie, allevale entro gabbie quasi

dal nascer loro, e che non poteano perci ne

co<*

n sospirare la perduta libert , provar


regolarmente due volte all' anno , per quattro anni

noscere

continui

un' inquietudine

e un' agitazione

singo-

in aprile

cio e

lare nella stagione de' passaggi,


in

settembre.

Quest' inquietudine

volta trenta giorni

all'

incirca

giorno un' ora innanzi

al

durava

ogni

e ricominciava ogni

tramontar del

sole.

Ve-

devansi allora queste quaglie prigioniere andare e


venire da un capo della gabbia

all'

altro

poi slan-

che lor serviva di coperta


e spesso con tanta violenza , che ricadevano affatto

ciarsi contro la rete

stordite.
tili

il

Passavano

la

notte

in simili sforzi inu-

d seguente apparivano triste,

addormentate

affaticate

a84

LA FRAGOLA O QUAGLIA DELLA


Si dato a questa specie di quaglia
fragola a cagione d' una bianca fraga
il

petto

nericcio

il

nome

di

che ha sotto

che fa grazioso contrasto col bruno


sue piume. La sua statura di

delle

quattro pollici;
il

CINA.

ma

la

femmina

pi. picciola

che

maschio.

Anch' essa combattitrice come quelle dei noclimi, occasione di grosse scommesse pei
Ginesi, come il gallo per gli Inglesi. Serve in
inverno a scaldar le mani dei primi, poich nel
loro paese le legne da ardere sono molte scarse.
stri

LA SVEGLIARINA
O LA QUAGLIA DI JAVA.
Non

pi grossa della nostra quaglia

a cui somiglia perfettamente pel

me,

e pel cantare

stingue

per

in

che

grazia

fa

ad

comune

color delle piu-

intervalli.

Se ne

d' altre particolarit

di-

che

enumereremo.
Primieramente pel suono della sua voce, eh'
assai grave e assai forte, e sembra quasi quella
specie di muggito che mandano tarabusi, cacil loro becco nella belletta delle palludi.
In secondo luogo per la dolcezza del suo naturale, onde pu essere addomesticata quasi al
pari de' polli che si allevano nelle nostre case.

ciando

LA.

285

SVEGLIARINA.

In terzo luogo per

la singoiar forza

die ha

il

freddo sul suo temperamento. Perocch essa non


canta anzi non vive, se non quando "vede
Il

tramontare che questo fa,

sole.

il

ritira essa in qual-

si

che buco-, .ove s'avvolge, per cos dire, nelle


ali, onde passarvi la notte. Allorch poi

proprie
si

leva di nuovo

ella

esce del

suo letargo per

che
Finalmente, quando
tenuta in gabbia, se non ha di continuo il sole,
e il fondo della gabbia istessa non coperto di
uno strato di sabbia sopra un pannolino, onde
celebrarne

ritorno con gridi d' allegrezza,

il

risvegliano

tutta la

conservarvi

il

tosto

casa.

calore, languisce

deperisce

ben

muore,

In quarto luogo pel suo istinto, dacch sembra , giusta la relazione di Bonzlo , eh' essa lo
abbia socievolissimo , e sempre vada in compagnia, aggirandosi per le foreste dell' isola di Java.

Ora
si

le nostre quaglie

vivono isolate, e mai non

trovano in luoghi boscosi.

Finalmente per la forma del suo becco


poco pi lungo che nelle nostre quaglie.

Del

resto anch' ella

si

batte,

come queste

un
fan-

no , accanitamente e come suol dirsi , sino all' ultimo sangue altra somiglianza che non avevamo
;

notato.

LA QUAGLIA DELLA CAJENNA.


Sonnini ha trovato in diverse contrade della
Guianna francese un uccello, che appartiene alle
famiglie delle quaglie. Esso non e gi passaggiere , ma vive tutto 1' anno nel medesimo paese.
Siccome il tempo delle piogge, ch'ivi tien luogo
ci'

inverno

lungi dall' esser rigido

come

nostri

inverni d' Europa, n impedisce punto le produzioni della terra; gli animali che vi abitano pos*

sono rimanervi di continuo


rire

per mancanza

Le

senza rischiar di pe-

nudrimento.

di

quaglie della Gajenna vanno in compagnia

di sette o otto ed anche di quindici e sedici:

pi vecchie sono le pi avvedute, e


prime.

si

le

levano Je

Abitano esse di preferenza i piccioli nascondigli


ne sono tanto selvagge , che
;
non se ne incontrino molte in vicinanza delle abial confine de' boschi

tazioni.

Le

giovani non

nascondono

assai

trecciano

rovi e

a'

bene
a'

si

alzano facilmente, e

fra le alte erbe,

piccioli

si

che s'in-

palmizi spinosi.

Questi uccelli non sono troppo moltiplicati , e


vivono di diversi grani ed insetti. Quando partono non mandano grida, non volano pi alto di
cinque o sei piedi, e vanno dritto dritto senza
interruzione. I quagliottini dispersi

]o"o con

un

pernici-otti.

chiamansi fra

lieve fischio simile a quello de' nostri

LA QUAGLIA CELLA CAJENNA."

aSf

Sonnini riferisce d' aver veduto nodrire in una

gabbia alcune quaglie della specie di cui parlia*quali , malgrado ogni cura , serbavano
, le

mo

indomabile

selvatichezza

certa

agitavano

si

quando alcuno loro

straordinariamente,

si

acco

tava.

un poco

Tali quaglie somigliano

Madagascar

Hanno

pei colori

ma

quelle del

pi

sono

picciole.

lungo nove linee , largo gei e


alto quattro. La loro mandibola superiore convessa, e coperchia per cos dire l'inferiore. Porbecco

il

tano esse un ciuffo alto

Le penne

d questo

quelle della nuca.

sei

Il

sopra

petto fulvo

teralmente grigio e nero

medesimo

linee

sono rossigne

ciuffo

il

il

la testa.
,

come

collo la-

di sotto del collo

come il dorso e le coperte dell' ali 5


rivestito di piume grige con tinte rossigne, ed
alcune liste nere pi o meno fine e fatte ad onda.
Verso la groppa le piume sono rosse e nere. Le
,

ali, la cui
lici

gna.

La coda, che

piegate

al

lunghezza suol essere di quattro pol-

sono di tinta grigia con una velatura rossi-

oltrepassa d'

un

pollice le ali

bruna al di sopra con onde rossigne

di dentro d'

un

grigio chiaro

lievemente

ondulato. I piedi sono giallognoli e l'unghie nere.

*8S;

LA GRANDE QUAGLIA
DEL MADAGASCAR.

ropa

due volte pi grande che la quaglia d' Eue pu riconoscersi a' suoi piedi rossigni r
,

alle

sue righe bianche

sopra

le

ciglia,

suo

al

con
macchie bianche. Il di sopra del suo corpo
d' un bruno fulvo con strisce bianche e nere sul
dorso e la nuca. Una linea bianca , la quale comincia da ciascun lato del becco , passa al di sopra degli occhi. La parte superiore del petto
petto,

alla

sua pancia,

al

suo

ventre neri

una macchia del colore del petto di


si osserva pure sulle lunghe penne che rivestono i fianchi. Le principali
penne dell' ali sono d' un bruno terreo sporco ;
le seguenti son nere con strisce bianche; la coda ?
che nera , solcata da righe giallognole
i
piedi sono rossigni , e il becco nero.
Il sig. Sonnerat. che ha descritto pel primo
coperta

d'

cerva; e questo colore

quest' uccello

nulla ci dice dei suoi costumi.

LA QUAGLIA DELL'ISOLA DI LUCON.


Questa quaglia
la nostra.

sono

d'

La

d'

un terzo pi

sua testa, la sua nuca,

un colore nero misto

superiore della pancia


ventre giallo;

piedi e

d'
il

picciola che
il

di bianco.

suo petto

La

parte

un cupo dorato
becco sono d'un

il

gri-

LA QUAGLIA DELL* ISOLA DI LUCOW.

a8~9

penne del dorso e dell' ali anche


esse sono grige, ma hanno un orlo gialliccio.
Come le quaglie del Madagascar, di Gibilterra
e dell'Andalusia, anche questa, di cui parliamo,
non ha che tre diti per ciascun piede , mentre
tutte le altre ne hanno quattro. Nella forma esteriore per nel portamento, nelle principali qualit somiglia ad esse
e prova che la natura sa
essere costante senz' essere uniforme , e che nella
riproduzione delle specie ella tiene un piano algio chiaro,

le

quanto pi vasto di quello

fra cui

nostri

me-

todi vorrebbero circoscriverla.

LA QUAGLIA DELLA VIRGINIA.


Com'

essa

tiene

mezzo

il

fra

le pernici

quaglie, debb' essere separata dall' altra specie

le
,

sembra che Guenau di Montbeillard V abbia

cui

riferita.

Questa quaglia

meno

grossa

pernice grigia. Il suo becco

che

nero

la

nostra

dell' istesso

suo collaretto; le tempie e il petto


nuca, il dorso e la groppa sono d
un rosso bruniccio misto di nero ; i piedi
la
coda e le ali son brune con orlo rossigno, e una
colore

son

il

gialli; la

-,

fascia nera,
ci

stende al

Ama

sormontata da una linea rossa verticale^


di sopra

di ciascuno de' suoi occhi.

essa posarsi in sugli alberi, e frequenta

luoghi ombrosi e le foreste, anzi che


pianure.
Gabinetto T. III.

19

le

aperte,

LA QUAGLIA DELLA VIRGINIA.

290

Noi ne dobbiamo la conoscenza a Gatesby. Latham


menzione

fa

assai

succintamente d' una pernice o

piuttosto d'una quaglia verde che molto


glia alla precedente,

ma

Essa ha presso

originario.

sua

la

il

paese

un piede

a poco

lunghezza. Il suo becco un poco adunco

coda e

assomi-

si

di cui ignoriamo

groppa son nere;

le sue

di

la sua

piume

sono interamente verdognole, eccetto quelle delle


ali,
il

che sembrano piuttosto brune, miste di rosso,

becco rossigno egualmente che

cerchio degli

il

non hanno unghia al


dito posteriore. Anche quest' uccello , che forma
senza dubbio una specie particolare, tiene un di
occhi

mezzo

e le

zampe,

fra la

le quali

quaglia

e la pernice

pi a quest' ultima che

alla

ma

somiglia

prima.

LA GALLINA REGINA.
Ha

un poco
becco nero ;

quindici pollici di lunghezza; ed

pi grossa che un piccione.


le sue piume in estate sono

Il suo

d* un bruno chiaro ;
d'un bruno
macchie
elegantemente
sono atcollo
e
il
capo
il
liste
nere;
di
e
cupo,
traversati da larghe fasce nere, bianche e color

screziato

di ruggine

Le

le ale e

galline

il

di

ventre sono di color bianco.


penne al cominciar

regine mutano

inverno e diventano allora interamente bianr


che. Ciascuna di tali penne, eccetto quelle delle
ali e della coda, guernita d' una caugine> che.
dell'

LA GALLINA REGINA."
per

cos dire,

abito

agi

raddoppia, e rende

la

opportunissimo contro

il

freddo.

il

nuovo

Alla

fine

nuova muta; e questa volta di nuovo


sono semplici. Il signor Barrington
penne
loro

di febbra jo
le

dice, che in estate le loro

gambe

loro piedi

ma

che in inverno sono guerniti d


piume insino all' unghia ; e appena ignudo il
son nudi,
di sotto.

Ogni mattina

questi

uccelli

volo perpendicolarmente,

forse

prendono il loro
per iscuotere la

neve di cui sono ricoperti. Cos alla mattina poi


come alla sera vanno in traccia del loro nutrimento, e a met del giorno si riscaldano al sole.
Si nutrono di germogli di pino , di felci, di frutta
e d' ogni sorta di bacche ; le quali si trovano sulle
montagne.
Al principio d' ottobre le galline regine si adunano in truppe di centocinquanta o ducento , e
vivono fra i salici, di cui mangiano le sommit
Nel mese di dicembre si ritirano esse dalle valli
della baja d? Hudson sulle montagne, ove in quel
tempo la neve meno alta che sulle basse terre,

ed ivi si nutrono di bacche. Alcuni degli abitanti


credono ch'esse ne facciano provvisione pel verno,
e le nascondano a quest' uopo nelle fenditure delle

Sembra che

colle loro unghie lunghe forti


formino delle buche sotto la neve,
ed ivi si mettano al coperto del freddo. Nell'inverno si veggono volare in gran numero fra le
sommit pi dirupate.

rapi.

e uncinate

si

LA GALLINA REGINA.

o,g

Sebbene se ne trovino talvolta nelle montagna


elei nord della Scozia; abitano esse per quella
parte del globo principalmente, che appartiene al
asiatico. Assai di rado se ne veggono in
Danimarca. Una, che per qualche accidente, s era

circolo

comparve alcuni anni sono a cento mi,


da Stockolma, e mise in apprensione tutti i

smarrita
glia

paesi

all'

intorno. All' udire quel suo grido straor-

costume della sua specie,


di notte , si sparse voce
scelto a dimora fosse abitato

dinario che, secondo

non manda che


che il bosco da
da uno spirito.

il

tempo

in
lei

Il

terrore divenne

si

forte

mondo avrebbe potuto indurre

nulla al

glioni a traversare quel bosco

del sole.

Ma

dopo

che

posti-

tramonto

il

lo spirito fu bentosto cacciato

ossia

povero augello innocente fu discoperto ed ucche alcuni gentiluomini manciso dai cacciatori
darono apposta nel bosco al chiaro di lume.
Le galline regine sono s stupide, che si pu

il

senza
in
il

difficolt

qualunque
collo,

percuoterle

siasi

come per curiosit, n

tre l'uccellatore le apposta.


tate se

via,

ma

pie del

lor

ne volano

trafelate

alla testa,

si

scompongono, men-

Quando sono spaven-

ricadano immediatamente

nemico. Se

viene ad essere uccisa, dicesi che


qual non vuole

e attirarle

agguato. Esse allungano sovente

abbandonarla

uccidere facilmente.

Le

galline

si

il

la

femmina

maschio,

il

lascia anch' egli

regine sono

cos

poco spaventate dalla presenza dell'uomo, che

si

LA GALLINA REGINA.

90
come uno stormo

lascierebbero facilmente condurre,


di polli.

Malgrado per questa dolcezza

apparente

e questa

addomesticarle

docilit, impossibile di

perciocch appena sono prese, ricusano di mansi muojono.


Ordinariamente si prendono

giare e

di venti
tiche

piedi quadrati,

dietro le quali

una lunga corda

qualcuno nascostamente tiene


stanza.

Le

una rete

esse con

attaccata a quattro
,

perdi cui

capo a certa dis gran numero

il

galline regine sono in

nell'America settentrionale, che, massime ne' dintorni della baja d' Hudson , se ne prendono sovente fra novembre e maggio pi di dieci mila.
I Laponi le prendono per mezzo di una siepe

formata di rami di betulla con picciole aperture

ad

intervalli

in

ciascuna

quali

delle

posta

un' insidi a.

Le

galline regine fanno

e vi depongono
di rosso cupo.

il

sei in dieci

La

loro nido per terra

uova brune spruzzate

loro carne

si

reputa eccellente

e simile a quella del gallo d'India,

da cui non

facile distinguerla.

LA GALLINA REGINA DI LAPONI A.


Si

pu riconoscere facilmente questa

linea sopraccigliare formata d'una

che corona
ferruginea

suoi occhi.

Il collo

con macchie nere,

specie alla

membrana
Il

d'

una

dorso e

rossa,
tinta
il

di

LA GALLINA REGINA DI LAPONlA.

2 94

sopra dell'ali e della coda son neri con


rngigne.

Le

principali

penne

cos della

liste

fer-

coda come

sono orlate di bianco alla loro estremit,

dell' ali

il petto bianco;

ma

nella

femmina sparso di

macchie gialle.
L' augello , di cui parliamo ,
foreste e delle montagne. Se

compiace delle

si
l'

aspetto

del

cac-

manda fuggendo un clache rassomiglia ad un riso sgan-

ciatore lo spaventa, egli

more sonoro

gherato.

La femmina

suol fare dodici

della grossezza di quelle


sicce e

in

quindici uova

d'una gallina,

ma

ros-

marezzate di bruno.

Squisitissima la carne cos della

del maschio

ne distingue

ma

il

femmina che

rozzo palato de' Laponi mal

la delicatezza.

LA GALLINA REGINA DEI NAMAGHESI.


Dobbiamo
sta

la

al sig. Lathan la descrizione di quenuova specie di galline regine. Essa ha posta


sua dimora fra gli aridi deserti di quella parte

dell'

Africa

la

quale

Ottentoti Namachesi.

Si

abitata

nutre

dall'

dei

orde degli

grani

sparsi

delle gramigne di quel misero paese; e spesso

il

con molte compavede


gne verso le sorgenti d' acqua viva, onde estinguere la sete che la consuma. La sua grandezza
minore di quella delle nostre pernici; perocch

viaggiatore la

accorrere

LA GALLINA REGINA DEI NAMACHESI,

29$

non giunge a nove pollici di lunghezza. Del resto


somiglia molto alla gallina regina dei Pirenei.
Il suo

colore fulvo leggiero

al

di sopra del

corpo; e cenerognolo sulla testa, sul collo, e sul


petto, il quale adorno d'una mezza luna bianca
a foggia di collana. Sulle cosce
si

rimbrunisce. I piedi

azzurrini

come

il

color cinericcio

il

armati di sperone

becco; e

diti

LA GALLINA REGINA

sono

son neri.

DK RENAI.

In quelle mobili arene , che coprono gli ini-:


mensi deserti; per cui si aggira silenzioso il Volga,
e verso il territorio sterile di Astracan , Pallas

ha trovato una nuova specie di galline regine.


Sovente si vede essa nel giorno, unita ad altra
della sua specie , inoltrarsi per F umide rive del
fiume

Nel

o volar terra a terra tranquillissimamente.

lento

grave

suo

volo

essa

fa

udire una

voce aggradevole, modulata e penetrante.

La

fem-

mina depone in un buco da lei fatto ,neh" arena


pi uova simili a quella de' piccioni.
La forma di quest' augello , il quale ha pi di
un piede e mezzo di lunghezza , si avvicina a
quella della gallina regina dei Pirenei. Essa ha
un collare nero, e il ventre del medesimo colore.
Le penne della coda , segnate di bruno e di grigio , hanno un' orlatura bianca all' estremit e le
due intermedie sono giallognole. Sopra la testa
;

LA GALLINA REGINA DE' RENAJ,

20, 6

di

un color

cinericcio

stiche brillanti

terreo pallido
si

s'

ela-

osserva nelle parti superiori del corpo. Il petto

d' un rosso ferrugigno

sono

coperte

d'

un

sono corte e nere


il

piume

alzano due

che sembrano tronche. Un color


sparso di macchie terree e brune,

piede

color

le ali

molto appuntate

d' arancio

e V unghie

le

gambe

con cui termina

son nere anch' esse oltre

tuse.

FIFE DWZ TOMO TERZO,

all'

essere

ot-

INDICE
DEL TOMO TERZO

Cjapitolo I

Pag,

Introduzione, Degli uccelli in general e

ivi

Capitolo II

ai

Lo Struzzo
L'Emen

ivi

Casoar

3a
35

41

ivi

5a

ivi

Il

Capitolo III
Condor

Il

L'Avoltojo

Capitolo IV
L'Aquila Dorata
L'Aquila Barbata
Il Falcone Segretario
Il Nibbio
La Subusa
Sparviero

L'Aquila Vocifera

Lo
Il

Scerticatore

Tiranno

Capitolo
Il

Gufo

65
69

74

75
77
78

8a
84

ivi

60

Lo

INDICE DEL TOMO TERZO.

a 98

La
La
Il

Strige

Nottola

Pag.

Corvo

La Gornacchietta
La Cornacchia
La Gracchia
La Gazza
La Pica
La Gazza Bruna

..,.,,
,

Comica
Capitolo VI

Il

Canada

del

Pappagallo Cenerognolo
L'Etiope
il Pappagallo della Guinea
Il Grick dal Capo e dal Petto giallo
Il

Il

Macao

Il

Il

Toucan
Commendatore

Il

Trupialo

l'Ara

Capo Moro
Capitolo VII

Il

Il

Verde

.....

.....

grande Uccello del Paradiso

,,,,.

Manucode Re degli Uccelli di Paradiso


Pavone
Il Pavon Bianco
Il Pavone con Pennacchio ed aliri
Capitolo VIII
Il

Il

Il

86
88

90

94

97
104
106
107

in

113

"4

ivi

iao
iaa

12,4

127
139
i3i

Il piccolo uccello del Paradiso


Il

.....
.,,.,.

Cuculo
Cuculo Indicatore

i3a
i33

ivi

i36
i38

140
148
149
i5a

ivi

i54

INDICE DEL TOMO TERZO,

Cuculo d'America
Il Cuculo del Capo
Il Cuculo Sacro
Il Cuculo della Giamaica
Il Cuculo Brillante
Capitolo IX
Il

Pag,

Il

Verde
Picchio Nero
gran Picchio Nero con becco bianco
Picchio Nero con ciuffo rosso

Il

gran Picchio Variato

Il Picchio
Il
Il

Il picciolo
Il

Picchio Variato

Picchio detto Merlo Dorato

Il Picchio Grigio
Il Picchio
Il

con

ciuffo

Picchio picciolo detto Rampicatore

Rampicator Rosso
Capitolo

Il

Il

Tordo
Tordo Viscivoro

Il

Grillivoro

Il

Fanello

Il

Calderugio
Il Canarino
L' Usignuolo

Il

Il Pettirosso

Il Colligiallo
Il Beccafico

Il

Gulohianco

INDICE DEL TOMO TERZO.

3oO

La

Pa g- 197

Cutrettola

XI

>

Il

Troglodite

ivi

Il

Rea trino

aoa
ao3

Capitolo

Cantore

L'Allupato o

il

La Capinera

Sarta

Martin Pescatore o l'Alcione


Il Colibr e Y Uccel Mosca
L'Uccello Mosca del Pelto Bosso o
Il

bino

Lo
Il

La
La
Il

'*}'...'

Stornello

Passere

Merlo
Merlo Azzurro
La Cingallegra Azzurra

La
La
La
La

Remiz

aia
a 14

a 18

....

Cingallegra Barbuta

Cingallegra della

Cingallegra del

ivi

aa5
aa6
aa7
aa8
aa9
a3o

Motteggiatore
L'Allodola.

L'Allodola dei Boschi


L'Allodola Mattolina o de'P rati
*

aa3

Capo

Il

Curvirostro

ivi

Coda Lunga

aar

piccola Carbonaja

Capitolo XII

Jl

Il

Ru-

....

Tordella
Ziccbio o Tordo Viscada

ao4
ao5
ao3

Passera Matteggia o di Montagna

Il

Il

il

aoo

a3i

23a

ivi

a 34

a38
a39
2^0

INDICE DEL TOMO TERZO,


Il

Frisone

Il

Frisone Cardinale

Il

Frisone Granatiere

Il

Il

Frisone dell' Abissinia


Frisone del Bengala
Frisone Socievole

Il

Ciufolotto

Il

OOJ
Pag. ^4 a

L'Agami

...

a44
ivi

2 45

246
a4

249

a5r

Fagiano

a54
269
263
Il Piccione
267
Il Piccione di Passaggio
Il Piccione Verde dalla testa Grigia d'Antigua 26S
270
Il Piccione Pompadour
Il Piccione dell'ali Rosse del mare del Sud 271
Il

'

L' Ottarda

>

Il

Piccione Cenerognolo Ferrugigno dell'isole


del

Il

Mar

Pacifico

Piccione del Becco ricurvo

ivi

272
273

Il

Piccione Bianco Muscadivoro

Il

Piccione Violaceo dalla testa Rossa d'An*


tigua

Il

Palombo

dalla Collana

Purpurea

La Tortorella
La Tortorella Sanguigna
La Tortorella del Surinam
La Tortorella dell'Ali Dorate
La Quaglia
La Fragola o Quaglia della Cina
La Svegliarini o la Quaglia di Java

ivi

274

ivi

277
278

,,

ivi

280
284

3o2

INDICE DEL TOMO TERZO.

La Quaglia della Ga Jenna


La grande Quaglia del Madagascar
La Quaglia dell' Isola di Lucon
La Quaglia della Virginia
La Gallina Regina
La Gallina Regina di Laponia
La Gallina Regina dei Namachesi
La Gallina Regina de' Rena]
,

Pag- a8
a88

ivi

289
290

298
a 94

296

))

FINE DELL INDICE

REGISTRO
DELLE TAVOLE INCISE
CONTENUTE IN QUESTO TOMO

JD

RON T

Lo
Il

I S P I Z I O
Struzzo

Condor

L'Aquila
Il
Il

Gufo
Corvo

,,,,

ai

4r
5a
84
90

gli

Aironi
,

#,.'.,

Cornacchie e
Il Pappagallo
Il Passere

L'Ottarda

Pag.

Le

L'Agami

99
118
218

a53
259

'V';/,

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