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previtali@freeridermag.com
La sento nelle gambe, nei piedi, nei polmoni, eppure non ci riesco,
non viene come vorrei. Dopo una infinit di tentativi
allimprovviso, per una frazione di secondo, avverto dentro di me
la stessa sensazione di una curva in neve fresca eseguita con lo
snowboard. Lo stesso ritmo, la stessa sensazione di densit della
neve che infinite volte ha attraversato i miei muscoli ed risalita
al mio cervello. Feedback, sensazione di ritorno. Ora lo sento,
le stessa identica cosa. durato un milionesimo di secondo,
un istante, ma il mio cervello ha riconosciuto questa sensazione.
Le mie curve continuano ad essere rozze e sforzate, ma ora so cosa
cercare. Proprio ora il telemark entrato dentro di me, energia
pura che si diffonde nel mio corpo. Riprovo. Provo a lasciarmi
guidare dallistinto, fingo di essere in snowboard, mi dimentico
della tecnica pura. Lo snowboard fa parte di me, risiede nella mia
anima, nel mio codice genetico, non ho bisogno di pensare quando
ho una tavola ai piedi. Provo a richiamare questa sensazione.
Transfert, sensazione di scambio. Provo ad essere leggero come un
uccello, distante dallazione come se la cosa non mi riguardasse.
Fiocco di neve dentro la neve. Denso come la neve, freddo come la
neve. Proprio ora, inaspettata, una prima curva mi riesce perfetta,
facile e quasi banale. Pura. una sola e si confonde tra le altre
mille che continuano ad essere grezze e imprecise. Immagino
che questo si percepisca da fuori, caos e disequilibrio. Ma dentro
di me diverso, io ora so cosa cerco. Per un attimo, sono
in perfetta armonia con me stesso e con tutto ci che ho intorno.
Mentre ricomincia a nevicare, penso che grandioso sentire
i talloni liberi e che il telemark lennesima scusa per esplorare.
Tum-tum. Tum-tum. Il cuore continua a battere forte. Ho deciso,
prover anche il surf da onda. Con lo stesso spirito, cos, tanto per
Emilio Previtali
provare. Il risultato esteriore non conta.