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Il vapore caldo che

traspira dalla mia pelle cerca un varco oltre


i tre strati di indumenti che indosso.
La microfibra che costituisce il mio
primo strato di abbigliamento
e il Gore-Tex della giacca esterna
faticano a smaltire tutta questa
umidit, sto sudando da fare schifo.
Sono troppo coperto, mi sto bagnando
e appena mi fermo avr freddo, lo so gi.
Il sudore si raccoglie in rivoli e striscia sulla mia pelle lungo
la colonna vertebrale. Anche la testa surriscaldata, gli occhiali
tendono inesorabilmente allappannamento e sono costretto
a levarmi il berretto. Piccole pallottole di neve ghiacciata
stazionano ostinatamente sui miei pantaloni in corrispondenza
di sedere e ginocchia. Capita a tutti i principianti al primo giorno
sulla neve e sta capitando anche a me. Respirazione leggermente
accelerata, battito cardiaco ritmato e profondo. Tum-tum.
Tum-tum. Da quanto tempo non sentivo il mio cuore pulsare
cos forte? Tum-tum. Tum-tum. Sono al mio primo vero giorno
di sci a tallone libero. Oggi telemark. In pista ci sono una ventina
di centimetri di neve fresca, la prima della stagione.
bianca e leggera. Riprovo per lennesima volta il gesto di curva.
Massima concentrazione e sguardo fisso nel vuoto cinque metri
avanti a me. come se i miei neuroni, interamente assorbiti dallo
sforzo di immaginare una curva telemark eseguita perfettamente,
proiettassero nella mia mente un film. Sono interamente assorbito,
quasi ipnotizzato. Dentro di me vedo e rivedo
le immagini scorrere, fotogramma dopo fotogramma. Immagino
la curva come vorrei farla, ne sento il ritmo, la velocit, la fluidit.
DROP IN

previtali@freeridermag.com

LIBERA IL TALLONE. LIBERA LA MENTE

FOTO PETER MATHIS, FRODE GRONVOLD, ARLBERG.

La sento nelle gambe, nei piedi, nei polmoni, eppure non ci riesco,
non viene come vorrei. Dopo una infinit di tentativi
allimprovviso, per una frazione di secondo, avverto dentro di me
la stessa sensazione di una curva in neve fresca eseguita con lo
snowboard. Lo stesso ritmo, la stessa sensazione di densit della
neve che infinite volte ha attraversato i miei muscoli ed risalita
al mio cervello. Feedback, sensazione di ritorno. Ora lo sento,
le stessa identica cosa. durato un milionesimo di secondo,
un istante, ma il mio cervello ha riconosciuto questa sensazione.
Le mie curve continuano ad essere rozze e sforzate, ma ora so cosa
cercare. Proprio ora il telemark entrato dentro di me, energia
pura che si diffonde nel mio corpo. Riprovo. Provo a lasciarmi
guidare dallistinto, fingo di essere in snowboard, mi dimentico
della tecnica pura. Lo snowboard fa parte di me, risiede nella mia
anima, nel mio codice genetico, non ho bisogno di pensare quando
ho una tavola ai piedi. Provo a richiamare questa sensazione.
Transfert, sensazione di scambio. Provo ad essere leggero come un
uccello, distante dallazione come se la cosa non mi riguardasse.
Fiocco di neve dentro la neve. Denso come la neve, freddo come la
neve. Proprio ora, inaspettata, una prima curva mi riesce perfetta,
facile e quasi banale. Pura. una sola e si confonde tra le altre
mille che continuano ad essere grezze e imprecise. Immagino
che questo si percepisca da fuori, caos e disequilibrio. Ma dentro
di me diverso, io ora so cosa cerco. Per un attimo, sono
in perfetta armonia con me stesso e con tutto ci che ho intorno.
Mentre ricomincia a nevicare, penso che grandioso sentire
i talloni liberi e che il telemark lennesima scusa per esplorare.
Tum-tum. Tum-tum. Il cuore continua a battere forte. Ho deciso,
prover anche il surf da onda. Con lo stesso spirito, cos, tanto per
Emilio Previtali
provare. Il risultato esteriore non conta.

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