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La potenza immaginifica di Gioacchino da Fiore, lAbate eretico che

ispir Dante
di Luigi Pandolfi
Presiede il Centro Internazionale di Studi Gioachimiti il prof Giuseppe Riccardo Succurro. In questintervista
spiega linfluenza dellabate sullOccidente.
Chi era? Qual la sua modernit? In cosa consiste il lascito di una delle personalit pi interessanti della storia
delle idee?
Un aspetto fondamentale del pensiero di Gioacchino da Fiore costituito dal suo genio immaginifico per
la creazione di simboli. Gioacchino un pensatore pittorico, il poeta delle immagini. Lei presidente del
Centro di Studi Gioachimiti di San Giovanni in Fiore. Pu parlarci brevemente della missione di questa
istituzione?
Il Centro Studi sorto per promuovere la conoscenza dellabate calabrese Gioacchino da Fiore. In trentanni di
attivit spiega il proessor Giuseppe Riccardo Succurro il Centro ha celebrato sette congressi internazionali di
studi gioachimiti, ha organizzato oltre 500 seminari in Italia e allestero e ha pubblicato 60 volumi. Il Centro
Studi ha proceduto alla ricognizione della tradizione manoscritta delle opere di Gioacchino da Fiore sparsa nelle
pi importanti biblioteche europee e ne ha microfilmato i codici, ha avviato ledizione critica degli Opera
Omnia dellabate calabrese e la stampa della loro traduzione in italiano. Il Centro svolge una intensa attivit
scientifica ed editoriale, convegnistica e seminariale, spesso in collaborazione con prestigiose universit e
istituzioni culturali italiane straniere; promuove attivit di formazione e di aggiornamento rivolte anche a docenti
ed alunni delle scuole di ogni ordine e grado. dotato di un patrimonio librario di grande rarit e svolge un
ruolo di riscoperta e di valorizzazione, ai fini anche turistici, dei beni monumentali e dei luoghi calabresi legati
alla presenza ed allattivit di Gioacchino da Fiore. Il Ministero per i Beni Culturali lo ha annoverato tra gli
Istituti di rilevante interesse nazionale, unico Istituto culturale della Calabria ad aver ottenuto questo
riconoscimento.
Chi era Gioacchino da Fiore ?
Gioacchino da Fiore fondatore dellOrdine Florense- un teologo della storia, un esegeta biblico ed un
riformatore monastico. Nella storia del pensiero cristiano, Gioacchino
emerge allinterno del gruppo di teologi della storia, i quali hanno cercato
di fornire una ricostruzione complessiva dellintero processo storico
fondandosi sul messaggio biblico. La teologia della storia, fondata da
Gioacchino sullapocalittica, si caratterizza per tre aspetti.
Vuole spiegarli ai lettori di Calabria on web?
Il primo aspetto ricostruito da Bernard McGinn in Labate di Fiore nella
storia del pensiero occidentale - rappresentato dal carattere trinitario
della storia. La intuizione fondamentale, da cui Gioacchino prese le
mosse, consisteva nellidea che il corso della storia si forma a immagine
del suo creatore e, dal momento che il creatore un dio in tre persone, il
significato della storia integralmente trinitario Il primo stato attribuito
al Padre, il secondo al Figlio, il terzo allo Spirito Santo Il primo status
fu quello di legame servile; il secondo di legame filiale; il terzo di libert
Il primo fu quello della punizione, il secondo dellazione, il terzo della
contemplazione. Il primo dei tre stati spiega Gioacchino nella
RiccardoSuccurro:IntervistasuGioacchinodaFiorepag.1

Expositio in Apocalypsim- si svolse al tempo della legge, quando il popolo del Signore viveva in condizione di
schiavit sotto gli elementi di questo mondo, non essendo in grado di conoscere la libert dello Spirito. Il
secondo stato quello incominciato sotto lEvangelo e perdura tuttora, in libert certamente rispetto al passato,
ma non in libert rispetto al futuro. Il terzo stato avr inizio verso la fine del mondo, ormai non sotto il velo
della lettera, bens in piena libert dello Spirito
Per Gioacchino la struttura della storia era comunque nello stesso tempo ternaria e binaria. Nella Concordia egli
scrive: Il primo schema indicato dallAlpha, che una figura triangolare. Il secondo indicato dallOmega,
nella cui figura unasta procede alla loro connessione. Entrambi gli schemi sono notevolmente rilevanti per la
fede cattolica. La figura dellAlpha designa lo schema dei tre status, del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo;
lOmega dimostra che ci sono soltanto due Testamenti, il Vecchio e il Nuovo.
Ha spiegato il primo, il secondo aspetto?
Il secondo un aspetto chiave per la comprensione del
pensiero dellabate di Fiore; costituito da una nuova
forma di esegesi, un modo originale di interpretare la
Bibbia. La teoria dellinterpretazione biblica elaborata da
Gioacchino metteva insieme la concordia cio il
parallelismo- tra personaggi, avvenimenti ed epoche del
Vecchio e del Nuovo Testamento, e dallaltro una lettura
che sottolineava il continuo progredire nella comprensione
della divina verit attraverso il corso del tempo. Let del
Padre, cio il tempo del Vecchio Testamento, aveva
preparato la strada allet del Figlio, alla rivelazione del
Nuovo Testamento e al tempo dellattuale Chiesa.
Questi due aspetti connessi fra loro nel programma di Gioacchino da Fiore, la sua teologia trinitaria della storia e
la sua nuova forma di interpretazione spirituale, non erano soltanto fortemente originali, erano anche difficili da
esporre. Labate di Fiore, oltre a presentarli nei suoi lunghi commentari biblici, crea immagini e fa ricorso al
potere dei simboli per spingere limmaginazione della mente in direzioni non accessibili a mere descrizioni
concettuali.

Andiamo al terzo aspetto del pensiero di Gioacchino?


E appunto quello costituito dal suo genio immaginifico per la creazione di simboli. Gioacchino un pensatore
pittorico, il poeta delle immagini della terza et. Ci che non riusciamo a dire come si conviene con le
parole, possiamo almeno introdurlo tramite le figure esposte, scrive labate di Fiore nella Concordia. Nelle
figurae sono fissate, in grandi quadri simbolici, le strutture portanti e limmaginazione caleidoscopica del
pensiero del fondatore dellordine florense. Per Marjorie Reeves, la grande studiosa inglese che ha dedicato la
sua vita alle ricerche su Gioacchino, il Liber Figurarum non una collezione casuale di figure selezionate fra
quelle inserite nei diversi scritti gioachimiti, ma un supplemento deliberatamente compilato. Il Libro delle figure
infatti una raccolta di immagini non destinate a decorare le pagine come se fossero miniature; nemmeno a
meglio spiegare i concetti scritti, come le tavole dei testi scientifici. Sono disegni che presentano un pensiero
senza bisogno della parola scritta, tranne il caso di qualche breve didascalia; un pensiero teologico detto per
immagini, grazie a una visione di un mondo in cui tutto collegato e concatenato, senza soluzioni di continuit.
Luniverso di Gioacchino una macchina perfetta, contenuta nella Rivelazione cos come nelle sue parti. Le ere
del mondo corrispondono a quelle della vita umana, alle sezioni dellanno liturgico, alle persone della Trinit,
alla parola e al segno della mano delluomo. Pertanto, opportuno disegnare una figura delle cose dette, da porre
davanti agli occhi della carne, affinch gli occhi della mente, al di fuori del fango apposto, si aprano alla
conoscenza.
RiccardoSuccurro:IntervistasuGioacchinodaFiorepag.2

A proposito dellabate Gioacchino si parla generalmente di eresia e di utopia. Possiamo spiegare a


cosa ci si riferisce?
Dopo la morte di Gioacchino da Fiore, il IV Concilio Lateranense ne condann nel 1215 il De unitate seu
essentia Trinitatis, per le sue espressioni polemiche nei confronti del magister e vescovo parigino Pietro
Lombardo e della sua teologia trinitaria. La condanna non riguard altri scritti di Gioacchino. Lombra
delleresia fu diffusa e strumentalizzata da ambienti ostili al messaggio di Gioacchino che si stava abbattendo
come un ciclone -scrive Raffaello Morghen- sul XIII secolo. Papa Onorio III, nella Bolla del 17 dicembre 1220
contro i nemici di Gioacchino e del suo ordine, esort lArcivescovo di Cosenza ed il Vescovo di Bisignano a
difendere pubblicamente la memoria dellabate: Riteniamo Gioacchino un autentico cattolico e giudichiamo
salvifico lOrdine che ha istituito. Vi esortiamo a castigare coloro che insultano a causa della condanna
conciliare lOrdine Florense, in spregio a tutti gli appelli contrari, con un odio la cui forza pari solo alla verit
che si conosce Approfittando del fatto che stato condannato un libello insinuano che sia stato considerato
eretico Nel Monastero di Fiore, di cui Gioacchino stato il fondatore, la formazione regolare, la disciplina
salutare, tanto che lo stesso Gioacchino ha deciso di inviarci tutti i suoi scritti per sottometterli al giudizio della
Sede Apostolica in vista dellapprovazione o della correzione accompagnandoli con una lettera, da lui dettata e
sottoscritta di suo pugno, nella quale confessa senza tentennamenti di professare la fede della Chiesa di Roma,
madre e maestra di tutti i fedeli.
Eretico, veggente, profeta?
Per cogliere il significato trinitario della storia, che si trova nella Bibbia, non bisogna possedere il dono della
veggenza bens quella che Gioacchino chiama la intelligentia spiritualis, cio unintelligenza o una
comprensione spirituale. Lidea di un costante progresso spirituale nella storia della
salvezza e dunque dellattesa di una nuova rivelazione e dispensazione dello Spirito
una delle conquiste intellettuali fondamentali dellabate. La teologia della storia
dellabate calabrese -scrive il teologo ginevrino H. Mottu in La manifestazione dello
spirito secondo Gioacchino da Fiore- non una fantasticheria sulla fine del mondo,
ma un sistema mirabilmente organizzato che d senso, prima di Hegel, allera dello Spirito. Lutopia figlia di
Platone ed -scrive J. Ratzinger in Escatologia e Utopia- una creazione
dellUmanesimo rinascimentale. L utopia una questione di ragione che
mette limmaginazione al suo servizio e cerca unorganizzazione di cittmodello. La teologia della storia invece nasce dallescatologia cristiana.
Lescatologia nel suo principio una questione di fede e attende o
proclama lavvento di unet di Dio. Labate vedeva negli ultimi anni del
XII secolo lalba della terza et, lera della ecclesia contemplantium (la
Chiesa dei contemplativi), durante la quale la consapevolezza mistica di
Dio insita nella intelligentia spiritualis sarebbe stata alla fine riversata
pienamente tanto sui Gentili quanto sugli Ebrei convertiti. Nel De septem
sigillis cos labate di Fiore descrive questera: Quando sar cessata la
pi grande delle tribolazioni, verr il tempo della consolazione della
Gerusalemme celeste, e si effonder in essa una gioia senza fine Verr
sicuramente concesso il sabato gaudioso al popolo di Dio, e segneranno
quei giorni giustizia e abbondanza di pace ; e nella Concordia Novi ac
Veteris Testamenti: Trascorso questo tempo travagliato, con maggiore
abbondanza si effonder dallalto lo Spirito di Dio sopra gli eletti
Quando saranno completate le generazioni, apparir manifestamente la
Verit Sar cancellata liniquit nel popolo di Dio, e sar instaurata
una giustizia eterna . Su tutta la terra regner la Verit e la pace.
Gioacchino da Fiore dunque il
cantore della speranza, non il predicatore di unutopia.
RiccardoSuccurro:IntervistasuGioacchinodaFiorepag.3

Dante e Gioacchino. Di cosa parliamo?


La vivida bellezza coloristica dello splendido albo del Liber Figurarum ed il simbolismo dello Psalterium
decem chordarum di Gioacchino da Fiore hanno ispirato Dante. Il sommo poeta, da giovane, frequent a
Firenze la scuola del Convento francescano di Santa Croce dove, in quegli anni, insegnava teologia Pietro di
Giovanni Olivi. Con la sua Lectura super Apocalypsim, Pietro di Giovanni Olivi rilanci e attualizz il
messaggio della speranza della terza et del nostro abate. Presso i frati di Santa Croce, Dante conobbe anche
Ubertino da Casale, un teologo francescano autore di unopera, Arbor vitae crucifixae Jesu Christi, nella quale
la lettura apocalittica della storia della Chiesa era ispirata al pensiero di Gioacchino. Ubertino da Casale, uno dei
personaggi principali del romanzo Il nome della rosa di Umberto Eco, dava voce allattesa gioachimita di unera
di pace in cui la Chiesa sarebbe stata guidata dal Papa angelico. Questo spirito gioachimita, largamente
diffuso fra i francescani, pervade la Divina Commedia. Lantifona Beatus Ioachim, spiritu dotatus prophetico,
recitata nel Duecento dai monaci florensi sulla tomba dellabate, fu riportata testualmente da Dante nell
immortale terzina del dodicesimo canto del Paradiso e lucemi da lato/ il calavrese abate Giovacchino,/ di spirito
profetico dotato. Gli studiosi hanno sottolineato che non a caso Dante fa elogiare Gioacchino da Bonaventura,
cio da uno che aveva disapprovato il gioachimismo. Attraverso questo gesto di riparazione, Dante
sottolinea lerrore delle gerarchie ecclesiastiche che avevano condannato alcuni aspetti delle dottrine dellabate
di Fiore. E non nemmeno un caso se Dante riserva un posto in Paradiso a Gioacchino ed un posto allInferno a
Bonifacio VIII, il papa in lotta con gli Spirituali. Nel XXXIII Canto del Paradiso Dante contempla le tre
Persone divine e, con una grandiosa raffigurazione, illustra il mistero della Trinit: Nella profonda e chiara
sussistenza/ dellalto Lume parvermi tre giri/ di tre colori e duna contenenza;/e lun da laltro, come iri da iri,/
parea reflesso, e il terzo parea foco, / che quinci e quindi ugualmente si spiri. La fede vede questi tre giri, di
tre colori e duna contenenza, ma la geometria non potr vederli mai!, esclamano gli studiosi danteschi
dellOttocento e del primo Novecento, commentando lalto simbolo poetico del mistero trinitario. Invece, dopo il
ritrovamento dei codici a Oxford, Reggio Emilia e Dresda, appare evidente che Dante abbia visto limmagine
dei tre cerchi tricolori, disegnata da Gioacchino nellundicesima tavola del Liber figurarum e descritta
dallabate di Fiore nell Expositio in Apocalypsim (tres in ea colores esse perpendimus: unum viridem, alium
caerulum, tertium rubicundum). Questa figura sintetizza i motivi fondamentali della dottrina di Gioacchino. La
storia umana suddivisa in tre Et, rappresentate dai tre cerchi aventi, secondo la distinzione medievale, i colori
fondamentali dell iride. Il primo stato let del Padre; il secondo stato let del Figlio; il terzo stato let
dello Spirito Santo. Il cerchio verde, il colore della natura, simboleggia il Padre, creatore della terra; il cerchio
azzurro, il colore del cielo, indica il Figlio, qui de coelo descendit; ed il terzo cerchio, il simbolo dello Spirito
Santo che si manifest sotto forma di fiamma nella Pentecoste, rosso, come descritto da Dante: e il terzo parea
foco. Oltre a quella dei tre cerchi trinitari, altre affascinanti immagini ideate dalla fantasia mistica di Gioacchino
sono trasfigurate dalla fantasia lirica di Dante: la figura della candida rosa dellEmpireo nel XXXI Canto del
Paradiso ispirata dalla tavola XIII del Liber figurarum, il Salterio dalle dieci corde. La profezia del Veltro del
I Canto dellInferno si ricollega alla concezione dellabate silano e al suo messaggio di rinnovamento della
societ cristiana; lenigmatico verso pronunciato da Adamo nel XXVI Canto del Paradiso I sappellava in
terra il sommo bene deriva dalla simbologia gioachimita, la lettera I del Tetragramma sacro che designa il
Padre, la sola Persona divina rivelata al primo uomo; la suggestiva visione dantesca dell aquila ingigliata del
cielo di Giove nei canti XVIII-XX del Paradiso ideata dalle splendide miniature delle tavole V e VI del Liber
Figurarum, delle quali Dante riporta anche i dettagli (il rubino delle ali, un occhio solo, una pupilla e un
ciglio, proprio come nelle figure gioachimite) e dalla immagine raffigurata in unaltra opera dellabate di Fiore,
lo Psalterium decem chordarum, dove laquila ha un valore allegorico compatibile con i versi danteschi; la
grande visione dei canti XXIX-XXX del Purgatorio ove Beatrice immagine e simbolo dell Ecclesia
spiritualis, che Gioacchino aveva lasciata come una eredit sacra alla spiritualit del secolo XIII.

RiccardoSuccurro:IntervistasuGioacchinodaFiorepag.4

Altre derivazioni dal pensiero di Gioacchino?


Molti autori hanno rilevato come tutto lordinamento del Paradiso rifletta il simbolismo musicale dello
Psalterium decem chordarum, una delle principali opere gioachimite. La Commedia in s ha scritto Enrico
Malato- un libro profetico, non gi semplicemente un libro che colleziona profezie; lo nel disegno generale,
come libro allegorico-didascalico che narra lesperienza salvifica di un uomo; lo in particolare per gli
ammonimenti che spesso rivolge al lettore; lo per le frequenti anticipazioni di giudizi che sono nella mente di
Dio. Dante profeta , dunque, profondamente influenzato dallinsegnamento di Gioacchino da Fiore . La
figura di Dante per fondamentale nella storia della fortuna di Gioacchino da Fiore nellOttocento e nel
Novecento. Infatti, unanalisi della presenza del mito di Gioacchino e del gioachimismo nella cultura civile ed
etico-politica italiana, dal Risorgimento alla prima met del Novecento, trova i suoi luoghi di elezione nei due
fuochi culturali attorno ai quali hanno ruotato i diversi discorsi nazionalitari e rispetto ai quali si sono venute
costruendo e rinsaldando lidentit nazionale contemporanea italiana e la stessa volont politica che ha sorretto il
moto risorgimentale: la coscienza storica e dunque la storiografia, da una parte, e la lingua letteraria e -in
particolare il mito di Dante, dallaltra.
Lattenzione verso Gioacchino da Fiore nella storiografia ottocentesca italiana prende lavvio dagli studi
danteschi di Ugo Foscolo e si sviluppa nel pensiero di Giuseppe Mazzini. Foscolo, dopo aver pubblicato il suo
Discorso sul testo della Divina Commedia , scrisse una lunga postilla su Gioacchino da Fiore. Questa postilla
testimonia l interesse di Foscolo per la figura e per le opere dellAbate calabrese, in relazione allinterpretazione
profetica della Divina Commedia. Secondo Giuseppe Mazzini, Foscolo cerc in Dante non solamente il padre
della lingua nostra, ma il profeta della nazione. Ristampando il Discorso foscoliano, Mazzini pubblic la lunga
postilla di Foscolo su Gioacchino da Fiore e da questo momento nacque anche in lui un interesse specifico e
diretto per labate di Fiore. Un interesse vivificato dal gioachimismo lessinghiano giunto nel Risorgimento
italiano. Lessing, in Leducazione del genere umano, ipotizzava la possibilit di una terza rivelazioneeducazione in cui non ci sarebbe stato pi bisogno di pensare al premio eterno per compiere il dovere morale:
Verr certamente il tempo della perfezione in cui luomo far il bene perch il bene, non pi in funzione di
arbitrarie ricompense . Verr certamente il tempo di quel nuovo Vangelo eterno. forse la teoria delle tre et
del mondo non era solo unillusoria chimera. Questo paradigma lessinghiano, evocando la visione gioachimita,
sostenne la visione pedagogica e politica di Mazzini.
Il profetismo dantesco di derivazione foscoliana e il gioachimismo lessinghiano si integrarono, nel pensiero
mazziniano, in una visione religioso-politica che aveva al suo centro la missione di Roma o, meglio, la profezia
di una Terza Roma. Questo tema sarebbe rimasto fino alla fine della predicazione mazziniana. Nel periodo
successivo al 1861 e allUnit dItalia, Mazzini coltiv un ulteriore interesse per Gioacchino da Fiore: nel
carteggio con Stern apparve la suggestione lessinghiana di Gioacchino come profeta di una terza Religione.
Nella celebrazione del centenario della nascita di Mazzini, Gaetano Salvemini sottoline laspetto religioso del
pensiero mazziniano, ricapitolato nella cifra simbolica di Gioacchino da Fiore: Queste sono le teorie religiose,
politiche e sociali di Giuseppe Mazzini : una specie d i Evangelo Eterno del calabrese abate Giovacchino di
spirito profetico dotato .

Si pu parlare di influenza di Gioacchino sulla storia del pensiero Occidentale?


Il messaggio di Gioacchino da Fiore ha conosciuto, sin dalla conclusione della sua turbinosa esistenza, una
grande fortuna e ha costituito un punto di riferimento dottrinale sia tra i movimenti pauperistici, millenaristici e
apocalittici del tardo medioevo sia tra gli evangelizzatori del Nuovo Mondo, specialmente tra gli aderenti alla
religio francescana. La figura di Gioacchino da Fiore era familiare a Cristoforo Colombo, che lo cita nel Libro
de las Profecias. La sua opera ha esercitato un fascinoso richiamo in ogni tempo, legata sempre alle attese
escatologiche e messianiche specialmente fra il Cinquecento e il Settecento in Inghilterra come in Germania, nel
RiccardoSuccurro:IntervistasuGioacchinodaFiorepag.5

Cile come in Italia, in Spagna come in Francia ma anche, in tempi pi vicini a noi, tanto in opere letterarie
quanto in contributi di carattere filosofico e politico: dal romanzo di Georges Sand al racconto di William Buttler
Yeats, allUlisse di James Yoice, dallintelligente intrigo della riproposta letteraria effettuata da Umberto Eco ne
Il nome della Rosa al volume di Eric Voeglin che ritiene che Gioacchino fu allorigine del complesso di
simboli che domin lauto-interpretazione dei movimenti politici moderni. Alcuni autori, in recenti studi,
hanno svelato come il fascino del pensiero di Gioacchino da Fiore sia giunto fino a Michelangelo e sia stato
determinante nella strutturazione del programma degli affreschi della volta della Cappella Sistina. Michelangelo
conobbe le idee del fondatore dellordine florense attraverso la predicazione di Savonarola a Firenze e tramite gli
studi di alcuni teologi vissuti a Roma nel primo Cinquecento, Egidio da Viterbo e Pietro Galatino. Le opere
dellabate calabrese furono stampate a Venezia, in quel periodo, in edizioni curate dallagostiniano Silvestro
Meucci su esortazione proprio di Egidio da Viterbo ed ebbero una straordinaria diffusione.
Malcolm Bull
spiega, in The Iconography of the Sistine Chapel Ceiling , linflusso che la Concordia Novi ac Veteris
Testamenti esercit su Michelangelo Buonarroti. Lo studioso inglese, teorico dellarte e della filosofia della
storia, coglie la familiarit tra gli affreschi di Michelangelo ed il patrimonio di idee di Gioacchino da Fiore.
Nessuno come Michelangelo, in tutta larte cristiana figurativa, ha mai rappresentato in modo cos ampio e
particolareggiato, stirpe per stirpe, gli antenati di Ges. In nessun testo della letteratura cristiana la successione
genealogica degli antenati di Ges gioca un ruolo cos importante come nella Concordia di Gioacchino da Fiore.
merito di Malcolm Bull scrive Pfeiffer- aver fatto notare questo nesso. Paola Guerrini, in Il ricordo del
futuro- Gioacchino da Fiore e il Gioachimismo attraverso la storia, dimostra che gli affreschi di Michelangelo
sono in relazione con le tavole III e IV, VII e VIII, XVIIIa e XVIIIb del Codice Reggiano del Liber Figurarum.
Gioacchino, in queste tavole, rappresenta le immagini sinottiche della Concordia Veteris Testamenti et Novi con
il succedersi delle generazioni dellumanit, le Concordanze di personaggi del primo e del secondo stato, la
sinossi della Concordia di personaggi biblici e di persecuzioni storiche e I Tempi della storia. La giovane
studiosa italiana elenca doviziosamente i parallelismi e le numerose relazioni fra le figure gioachimite e quelle
della volta della Sistina. Heinrich W. Pfeiffer, in La Sistina svelata. Iconografia di un capolavoro, raffronta i
dipinti di Michelangelo con i testi letterari di Gioacchino che ne hanno costituito la fonte originaria di
ispirazione. Le storie di Ester, di Giuditta, di Betsabea dipinte da Michelangelo sulla volta della Cappella Sistina
sono precise illustrazioni di passi della Concordia e seguono fin nei minimi dettagli le corrispettive pagine del
libro dellabate calabrese. Gioacchino suddivide la storia in epoche e ripartisce gli antenati di Ges in base alla
loro relazione con queste epoche. Cos gli antenati di Ges sono stati dipinti negli spicchi delle arcate della volta
e nelle arcate della volta ad essi relative. In alcuni Congressi internazionali di studi gioachimiti, il Centro studi
ha scandagliato leredit di Gioacchino da Fiore nei secoli, ne ha ricostruito la posterit spirituale ed analizzato
linfluenza sulla storia del pensiero occidentale. Le relazioni degli studiosi sono state pubblicate nei seguenti
volumi: Gioacchino da Fiore nella cultura contemporanea. Atti del 6Congresso internazionale di studi
gioachimiti, San Giovanni in Fiore, 23-25 settembre 2004. A cura di Gian Luca Potest, Viella, Roma 2005;
Storia e figure dellApocalisse fra 500 e 600. Atti del 4 Congresso internazionale di studi gioachimiti, San
Giovanni in Fiore, 14-17 settembre 1994. A cura di Roberto Rusconi. Viella, Roma 1996 Il profetismo
gioachimita tra 400 e 500. Atti del 3 Congresso Internazionale di Studi Gioachimiti, San Giovanni in
Fiore,17-21 settembre 1989. A cura di Gian Luca Potest. Marietti, Genova 1991.

RiccardoSuccurro:IntervistasuGioacchinodaFiorepag.6

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