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Clestin Freinet: la scuola come cooperativa

Cinquantanni fa moriva Clestin Freinet, il promotore della scuola per il popolo. E difficile
pensare alla dimensione della cooperazione in ambito educativo prescindendo dalle sue
intuizioni e pratiche didattiche. E dalla sua capacit di suscitare movimento educativo:
pensiamo al congresso di Tours del 1927sulla stampa scolastica, L'imprimerie l'cole e alla
nascita nel 1928 della C.E.L., Cooperativa per l'Insegnamento Laico. Dal 1935, la scuola,
cole Freinet, aperta insieme alla moglie Elise a Vence in collaborazione con le organizzazioni
operaie locali, promuove uneducazione gestita in modo cooperativo, senza classi, con ampi
spazi all'aperto e laboratoriali: una scuola privata gestita in maniera cooperativa, dove applica
le idee ed i metodi di lavoro messi a punto fino ad allora. Nel 1957 nascer
la FIMEM, Fderation Internationale des Mouvements de l'cole Moderne, fertile ambito di
scambio fra esperienze di cooperazione educativa attraverso le frontiere; in Italia hanno visto
protagonista soprattutto il Movimento di Cooperazione Educativa (MCE).
Il sito Apprendimentocooperativo.it (http://www.apprendimentocooperativo.it/?ida=11253)
ben sintetizza il pensiero didattico di Freinet che si concretizza in tre tecniche.
1. Il testo libero: si contrappone al tradizionale componimento in cui l'allievo costretto a
scrivere di un tema deciso dall'insegnante, per imparare ad esprimersi correttamente su temi
a lui pi vicini, con tempi e modalit che sono in larga parte lasciata ai desideri dello studente
che, per non mai lasciato solo, ma ispirato e accompagnato attraverso tentativi e
sperimentazione.
2. Il giornale scolastico (o libro di vita): l'evoluzione del testo libero, una raccolta di
contributi dei singoli, rielaborati collettivamente, stampato dalla tipografia scolastica, con
l'obbiettivo di fondere apprendimento, lavoro, creativit, attivit manuale ed intellettuale.
3. Il calcolo vivente: stimola l'esercizio matematico ed aritmetico partendo dalla necessit di
risolvere problemi concreti legati, per esempio, alla tipografia scolastica, invece che proporre
problemi con pochi legami con la realt degli studenti.
Queste tecniche, combinate in maniera diversa possono far nascere altre proposte didattiche.
A titolo di esempio si possono citare:
1. La corrispondenza interscolastica: contatti epistolari fra studenti di scuole diverse, per
rompere l'isolamento culturale e sociale degli studenti di campagna e per fornire stimoli alla
stesura di nuovi testi liberi che abbiano un'utilit evidente.
2. Le biblioteche del lavoro o schedari di classe: mettendo a disposizione molti materiali
diversi a libero accesso degli allievi Freinet crea una vera e propria biblioteca destinata ad
arricchirsi continuamente. Una sorta di enciclopedia infantile autoprodotta.
3. Gli schedari autocorrettivi: schede che permettono all'allievo di controllare in maniera
autonoma i propri errori liberando il maestro e i ragazzi da momenti sterili e poco proficui di
correzione e valutazione.
4. Le scatole di lavoro: con esperimenti o laboratori di attivit manuali (dalla coltivazione di
piante, ai lavori al telaio passando per la cura di animali pi o meno domestici) a disposizione
della curiosit degli allievi.
5. I piani di lavoro: nella scuola di Freinet, invece che incasellare lo svolgersi delle lezioni in
tabelle strutturate e piani di lavoro rigidi e ritenuti inadatti, i piani sono preparati in maniera
collettiva da studenti e docenti. Si suddividono in: piani generali (le attivit funzionali legati ai
centri di interesse dell'allievo), piani annuali (riportano tutto ci che necessario imparare
entro la fine dell'anno, senza specificarne l'ordine che stabilito secondo l'interesse del
singolo) e piani settimanali (che organizzano il lavoro della settimana).

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