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BRUXELLES

questi giorni terremotati


tutti ci poniamo molte domande: perch accadono fatti cos orribili, eccidi di innocenti, decapitazioni trasmesse in
televisione, paura della gente,
servizi segreti mobilitati, bombardamenti a tappeto, sorveglianze inutilmente rafforzate,
in Europa, in Belgio, in Iraq, in
Siria, in Turchia, in Egitto, in Libano, nel Mali, in Bangladesh,
in mezzo mondo, con previsioni di altrettanti orrori nellItalia del Giubileo?
Anche io sono profondamente colpito e preoccupato, ma
non sorpreso e la ragione questa: so da tempo che la storia
dellumanit da quando esiste
dominata dal potere e dalla
guerra. Lamore e la pace sono
due sentimenti alternativi che
di tanto in tanto interrompono
i primi due, ma sono interruzioni brevi, pause di riposo presto
travolte. Dentro molti di noi lamore e la pace sono sentimenti
permanenti, ma il potere e la
guerra hanno sempre la meglio dovunque, in qualsiasi epoca, in qualunque paese e in
qualsiasi tempo. E il motivo
semplice: noi, a differenza di altri essere viventi, abbiamo un
Io.

del Terrore oscilla di 180 gradi. Raggiunge


laltro estremo dellA2, lautostrada della jihad che unisce
Parigi alla capitale del Belgio. E
Bruxelles chiude. Cambia la
scena. Non il canovaccio della
storia che racconta in una notte di caccia alluomo. Ma pi
giusto sarebbe dire agli uomini.

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tragici avvenimenti di
Parigi hanno congelato il clima dopinione
politica in Italia. Come se
lesigenza di unit avesse, in parte, stemperato le
tensioni interne. Le polemiche fra leader e partiti, al
proposito, sono apparse meno violente che in altre occasioni.

SATTAMENTE dieci anni fa, il 22 novembre


del 2005, Angela Merkel venne eletta Cancelliera
della Repubblica federale
tedesca. Allora sembr un
evento legato ad un insieme di contingenti casualit, come la vittoria sul filo di
lana della Cdu sulla Spd guidata da Gerhard Schrder.

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litana sbarrate, le strade


commerciali deserte, i
grandi viali senza traffico, i cinema chiusi, i treni cancellati, le birrerie desolate e i bar della movida semivuoti Bruxelles si scopre
capitale di unaltra Europa.
lEuropa della jihad: il continente
finora inesplorato del loro odio e
della nostre paure. Un mondo del
sottosuolo cresciuto allombra
della capitale comunitaria.
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Le rotte
dei jihadisti

Molenbeek
larea nelle vicinanze
di Bruxelles dal quale
vengono molti degli
attentatori
degli ultimi fatti:
Salah e Ibrahim
Abdeslam,
Bilal Hadfi,
Abdelhamid
Abaaoud

Parigi
Il luogo degli attentati
del 13 novembre.
Un gruppo
di attentatori
sarebbe arrivato
qui il 12 novembre.
Salah Abdeslam
riattraversa
il confine la notte
fra 12 e 13 sullauto
di un amico
che lo lascia nei pressi
dello stadio
di Bruxelles

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BRUXELLES. Il pendolo del Terrore oscilla di 180 gra-

di. Raggiunge laltro estremo dellA2, lautostrada


della jihad che unisce Parigi alla capitale del Belgio.
E Bruxelles chiude. Cambia la scena. Non il canovaccio della storia che racconta in una notte di caccia
alluomo. Ma pi giusto sarebbe dire agli uomini.
Salah Abdeslam, lunico e fuggitivo superstite della cellula del Venerd 13 e almeno altri due martiri, se le indicazioni comunicate venerd sera dallOcam (la struttura di coordinamento dellIntelligence e della Polizia belga) al ministero dellInterno sono giuste. Il primo, ragionevolmente ancora in fuga nella regione di Bruxelles. Gli altri (della cui
identit nulla dato sapere in queste ore) armati di
esplosivi e verosimilmente pronti a farsi saltare in
aria alla prima opportunit utile. Questo spiega
quei due aggettivi - imminente e concreta - che
qualificano la minaccia e che consegnano la citt
allesercito e alla polizia. Ma non racconta fino in
fondo una fibrillazione cominciata venerd notte e
sulla cui scena si muovono due nomi. Entrambi figli
del Belgio e di Molenbeek. Salah Abdeslam e Ahmad Dahmani. Il primo, nel gruppo di fuoco del Venerd 13. Il secondo, nelle 72 ore precedenti alla
strage, incaricato dei sopralluoghi a Parigi come basista. Luno e laltro lo vedremo transitati in Ita-

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lia tra il 31 luglio e il 9 agosto di questanno durante
una trasferta in Grecia necessaria a raggiungere il
rifugio dove Abdelhamid Abaaoud sta entrando
nella fase operativa del piano che deve colpire al
cuore la Francia e lEuropa.

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E dunque. Nella notte di venerd, mentre il governo belga chiude la capitale del Paese, in un hotel a
cinque stelle sulla costa turca, in quel di Managvat,
viene ammanettato un giovane di 26 anni. Si chiama Ahmad Dahmani. di origini marocchine e cittadinanza belga ed sbarcato con un volo proveniente da Amsterdam allaeroporto di Antalya il 14
novembre, nei giorni in cui si tiene il vertice del
G20 alla presenza di Obama e di Putin. Il 16 novembre si sposta a Managvat e qui attende due siriani,
Ahmet Tahir e Mohammad Verd, che lo devono trasferire oltre il confine per riunirlo alle milizie
dellIs. Ma non riuscir a farlo. Perch con lui anche

saranno arrestati anche i due passeur.


Ahmad Dahmani non un pesce qualunque. Ha
un peso nelle stragi di Parigi. Ha un legame importante con Salah Abdeslam che passa per un viaggio
in Italia. LIntelligence turca lo sa. E volutamente
tace loperazione ai Belgi (accusati di non aver condiviso alcuna informazione o segnalazione su questo ragazzo). Non ai francesi. Non agli italiani.

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Su Ahmad Dahmani, infatti, tra il 14 e il 15 novembre, intelligence e polizie francesi e italiane
hanno fatto un gran lavoro. Sanno che trovare lui
pu significare accorciare il tempo che resta a Salah nella sua fuga. Sanno, infatti, che Ahmad a Parigi nelle 72 ore che precedono lorrore. Ed l per fare i sopralluoghi. Come dimostra il suo cellulare, catturato in quei giorni dalle celle in corrispondenza
dei luoghi degli assalti. Un cellulare cui i francesi sono arrivati sviluppando il traffico telefonico del tele-

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fonino che i tre kamikaze del Bataclan hanno gettato in un cestino dei rifiuti prima di entrare nel teatro. Un cellulare che, in quei giorni, dialogher, come ricostruito dai tabulati, anche con le utenze di
Hasna Aitboulachen, la cugina di Abaaoud che morir nel raid di saint Denis.
Ma c di pi. La Polizia italiana scopre che quel
nome Ahmad Dahmani nella lista passeggeri
del traghetto che, l1 agosto scorso parte da Bari
con destinazione Patrasso. E in quello che, il 4 agosto, da Patrasso far ritorno a Bari. Su quelli navi c
anche Salah Abdeslam. E c una macchina con targa belga. La ragione di quel viaggio, cominciato il
31 luglio e finito il 9 agosto (come dimostra la carta
di credito di Salah sviluppata dallIntelligence francese che registra movimenti presso sportelli bancari, stazioni di rifornimento, ristoranti) che i due
Salah e Ahmad devono incontrare in Grecia
Abaaoud. Perch li che si nasconde luomo che lIs
ha incaricato di pianificare la strage. Ed la Grecia

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Londra

Polonia

Oceano Atlantico
Germania

Kiev

Lussemburgo

Praga

Parigi

Slovacchia

Monaco

Vienna

Monaco

Kishinev

Slovenia
Croazia

Georgia

Bucarest

Mar Nero
Bulgaria

Mare Montenegro
Adriatico
Bari

2 Penisola
di Bodrum

Romania

Bosnia
Erzegovina Belgrado

R. S.Marino

Ciampino

Spagna

Budapest

Ungheria

Italia

Madrid

Moldavia

Austria

Liechtenstein
Berna
Svizzera

Treviso

Lisbona

Ucraina

Rep. Ceca

Orio al Serio

Andorra

Sofia
Skopie

Tirana

Macedonia

Istanbul

Albania

Mar
Tirreno
Algeri
Rabat

Ankara

Turchia
Mar
Ionio
Patrasso

Tunisi

Grecia
Atene

4
Pireo

3 2

M a r

M e d i t e r r a n e o

Bari- Patrasso
Salah Abdeslam e Ahmed Dhamani
viaggiono dallItalia alla Grecia il 1 agosto.
Rientrano il 5. Salah rester
in Italia fino al 10 per poi tornare a
Molenbeek

caricare Salah, scopre lamico sconvolto. Intabarrato in un grosso giaccone che sembra nascondere
una cintura esplosiva. Ma, soprattutto, che, una
volta rientrati a Bruxelles, Salah chiede di essere lasciato davanti ad un appartamento di Laeken, quartiere limitrofo a Molenbeek dove, venerd notte, arriva la polizia per scoprire un arsenale di armi ed
esplosivi.

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Salah Abdeslam, Ahmad Dahmani, la strage di
Parigi, la cellula franco-belga di Molenbeek, il viaggio in Italia, lhub greco come punto di ingresso del
commando Is. Se questo il contesto, si capisce anche per quale motivo, in questa settimana di spaventosa fibrillazione europea finiscano nella rete
italiana sette cittadini siriani.
Non hanno legami con la strage di Parigi, n con
chi ne porta la firma. Ma, la loro provenienza geografica comune, cos come la loro destinazione lisola di Malta - e la scelta di dividersi per il viaggio, li
porta dritti in un carcere. Si muovono tutti dallAustria. Passano il confine con lItalia e quindi prendono tre strade diverse. Soprattutto, hanno tutti in tasca passaporti falsi.
Il 15 novembre, allaeroporto di Treviso, vengono arrestati Aadel Alaayad, nato il 7 febbraio 1988
in Siria e due fratelli, siriani anche loro. Husain Alkhalaf (1 gennaio 1988) e Rudohan Mohamad Alkhalaf (1 gennaio del 1967). In tasca hanno carte
di identit rilasciate dal ministero dellInterno gre-

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Gi, larsenale. E lultimo segreto di Salah a crollare. Per oltre una settimana, i due uomini arrestati
in Belgio il 15 novembre per aver aiutato Salah a
rientrare da Parigi a Bruxelles, raccontano la storiella di averlo lasciato nei dintorni dello stadio della Capitale. Poi, Hamza Attou, 21 anni, crolla. Racconta alla Procura federale di Bruxelles che la notte
tra il 13 e il 14 novembre quando, insieme a Mohamed Amri, arriva a Parigi sulla golf grigia che deve

Libano

co false. Quarantotto ore dopo, il 17, allaeroporto


di Roma-Ciampino, le manette vengono strette ai
polsi di Asharaf Alnser (nato il 23 marzo del 1996)
e Alale Mahmod (1 gennaio del 1997). Anche loro
diretti a Malta. Anche loro provenienti dallAustria. Anche loro con passaporti (siriani falsi.
Gli ultimi tre arresti, il 18 novembre. Allaeroporto di Orio al Serio, la Polizia di Frontiera ferma Fawaz Alali (nato il 1 gennaio 1985) e Hazm Alhag (1
gennaio 1996). Anche loro con un biglietto in tasca
per Malta. Anche loro con passaporti siriani non solo falsi, ma usciti dalla mano dello stesso falsario
che ha messo insieme i passaporti falsi sequestrati
il 17 a Roma Ciampino (un cittadino somalo), come
per altro dimostra la ricorrente e maldestra ossessione di indicare come data di nascita il primo gennaio. Resta da capire perch volessero raggiungere
Malta. Se per la prevista e prossima riunione degli
stati del Commonwealth o per altre ragioni su cui
ora indaga la Procura di Roma.

Damasco

Israele
Tel Aviv

Libia

Sette siriani con passaporti falsi,


passati insieme dallAustria, cercano
di raggiungere Malta da tre diversi
aeroporti italiani, quelli di Ciampino,
Orio al Serio e Treviso

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Siria

Nicosia

Cipro

Roma-Orio al Serio-Treviso

la porta di ingresso scelta per far transitare lungo la


rotta balcanica almeno tre dei nove uomini del commando che colpir Parigi. Come dimostrer il passaggio per lisola di Leros, in ottobre, dello stesso
Abaaoud e di due dei kamikaze. Con lo scopo di ottenere il lasciapassare dalle autorit greche necessario a raggiungere la Serbia e di l, attraverso la Croazia, risalire lEuropa fino al Belgio. A Moleenbek, dove la cellula ha il suo arsenale.

Aleppo

Beirut
Tripoli

500 km

Leros Bodrum

Malta

Tunisia

Il punto di passaggio
quasi sempre
la penisola
di Bodrum.
I terroristi in viaggio
tra la Siria e lEuropa
si intrufolano
nei gommoni
dei migranti

3 Leros

Mare Egeo

Marocco
Algeria

I responsabili
degli attacchi di Parigi,
Abdelhamid
Abaaoud, Ahmad
al Mohammad,
Bilal Hadfi,
Ismal Mostefa,
Samy Amimour
passano un periodo in
Siria per poi ritornare
in Europa.

Russia

Varsavia

Belgio

Portogallo

Bielorussia

Berlino

Bruxelles

Francia

1 Siria

Minsk

Amsterdam

Giordania Arabia
Saudita

4 Pireo
Abaaoud e gli altri tre, arrivano nel porto del Pireo
l8 ottobre. Da qui imboccano la strada dei migranti:
qualche giorno vengono avvistati in Croazia e in Serbia.
Da qui tornano a Molenbeek

Due dei responsabili


degli attacchi
di Parigi,
Abdelhamid
Abaaoud e Ahmad
al Mohammad
approdano il 3 ottobre
nellisola greca
provenienti
dalla Turchia.
Con loro ci sono
altri due attentatori,
con documenti falsi:
probabilmente
si tratta di Omar
Ismal Mostefa
et Samy
Amimour

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BRUXELLES. Il cane, un pastore belga, drizza le
orecchie e punta sul borsone di un ragazzo in
fila. E un attimo: il soldato in mimetica spiana il fucile automatico M-2 mentre due poliziotti mettono mano alla fondina. La folla
sbanda, qualcuno cade, rotolando sulle valigie. Il ragazzo alza le mani: ha le cuffie dello
smartphone nelle orecchie, non ha sentito

nulla. Solo adesso si accorge delle urla che gli


intimano di uscire dal gruppo. Viene portato
via. Dicono che il cane ha fiutato il fumo che
aveva addosso.
Con lallarme alzato al massimo, livello 4, e
lattesa di un attentato che si d per scontato
e imminente, anche una canna portata a casa
dopo un salto ad un coffee shop nella vicina
Olanda rischia di trasformarsi in una tragedia.

Siamo alluscita della Gare Midi, alla fine


della pensilina del Thalys appena arrivato da
Parigi. Un muro di agenti e di soldati filtra la
folla e controlla valigie, borse e documenti. Si
sfila in un budello limitato da barriere metalliche e videocamere munite di laser. Non una
frontiera. E un vero posto di blocco. Il primo
delle decine che incontriamo in una citt
smarrita e blindata. Negozi chiusi, bar e ristoranti vuoti, strade deserte, tram e autobus

solo dalla Bosnia e dal Kosovo, nazioni a


maggioranza musulmana.
Dal Belgio negli ultimi anni sono arrivati
alcuni dei protagonisti degli episodi pi
drammatici di violenza estremista: dai killer che uccisero il comandante afgano Massoud a Muriel Degauque, prima europea a
trasformarsi in kamikaze a Bagdad nel

2005. E ora gli assassini di Parigi.


Molenbeek un quartiere che questuomo, belga di origini marocchine, conosce
bene. Ci nato e ci vive ancora. Sa dove si
trova Salah? Silenzio. Lo provochiamo. Si
dice che abbia tradito: alla fine ha deciso di
non farsi esplodere. E probabile. Si sar
rinsavito. Dopo aver sparato contro i clien-

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BRUXELLES .Salah lo conosco. Siamo amici.

Molto amici. Nel taxi sale subito la tensione. Lautista, Mohamed, sulla trentina, ci
guarda nello specchietto. Scruta la nostra
espressione. Restiamo impassibili. Ma la

frase si presta a mille interpretazioni. Un


segnale. Una minaccia. Un depistaggio.
Stiamo andando a Molenbeek, il feudo dove Daesh pesca i suoi combattenti stranieri, quello che ha contribuito in maniera decisiva a fare del Belgio uno dei paesi del continente europeo con il pi alto numero di jihadisti partiti per la Siria e lIraq, superato

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deviati.
Bruxelles una citt fantasma. Gli sguardi
della gente sono contratti, seri, confusi. Laria pesante, resa ancora pi gelida dal nevischio che scende dal cielo grigio. Anche il Belgio si sveglia in guerra e si prepara al peggio.
Le voci si rincorrono. Sono in corso dei blitz
dei corpi speciali antiterrorismo. Hanno setacciato quartieri e grandi CBOMJFVF della periferia. Hanno trovato armi, esplosivo, perfi-

no materiale chimico adatto a confezionare


bombe magari al sarin o mostarda. Orrori
che evocano la Siria che qui, in Belgio, ha la
sua centrale di reclutamento. Voci spesso false, imprecise, subito rettificate o ampliate da
altri dettagli. Una corsa verso la psicosi.
Il panico il metr sbarrato, lautista del
tram che annuncia che la strada bloccata. E
la marcia a piedi, trascinandosi pacchi e borse della spesa. Sono le transenne in centro. So-

no i Grandi Magazzini come Inno Galleria,


44mila visitatori al giorno, sbarrati; il concorrente City 2 che tenta lapertura e rinuncia
dopo due ore.
E accaduto solo unaltra volta: tra il 21 dicembre del 2007 e il 3 gennaio del 2008. La rete di Nizar Abdelaziz Trabelsi, ex giocatore di
calcio professionista legato ad Al Qaeda, era
stata smantellata. Era stato condannato a 10
anni di carcere per aver tentato di far saltare
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in aria la base area di Kleine-Brogel. Anche il


quel caso di temevano ritorsioni degli jihadisti.
Adesso lallarme altrettanto serio. Serissimo. Le informazioni raccolte dai servizi dicono che una serie di attentatori sono gi operativi. Il primo ministro Charles Michel lo dice chiaramente. In tv chiede di limitare gli
spostamenti, di evitare i luoghi pubblici, invita a segnalare persone e pacchi sospetti. I trasporti, le discoteche, le sale dedicate ai concerti, i luoghi dello shopping, i cinema, gli stadi sono nel centro del mirino. Come le gallerie, le librerie, i centri sportivi, le piscine, i
musei, i mercati. Niente concerti, niente cinema, niente musica. Stasera non si balla e non
si beve. Sospeso il campionato di calcio. Taxi
fermi, bus sempre pi rari e sempre pi vuoti.
Bruxelles si ferma, cristallizzata nellangoscia. La citt stretta nellassedio e i suoi abitanti si adeguano. Lorrore dei 130 morti di
Parigi torna a riaffacciarsi. La guerra a Daesh
travolge anche il Belgio. Pattuglie di soldati,
tuta mimetica, elmetto, giubbotto e mitra,
marciano per le strade. La gente corre a casa.
Aspetta e spera. Che passi lincubo e tutto torni come prima.

EN

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ti di bar e ristoranti? Questo non lo so. E


cosa sa? So che aveva bisogno di soldi. Pare ne avesse. Cos dicono gli amici che sono
andati a prenderlo a Parigi. Non credo. La
sera prima delle stragi ha discusso violentemente con il fratello, quello che si fatto
esplodere. A proposito di cosa? Che non
erano stati ancora pagati. Un mercenario,

bar. Quello gestito da Ibrahim Abdeslam,


31 anni, esploso con la sua cintura di morte
a Parigi. Ma anche nel caso di Salah scattato qualcosa.
Prima di lasciarci il tassista ricorda: Da
tre mesi non fumava e non usciva pi la sera. Si era messo a fare corse e ginnastica. Si
stava preparando. Fisicamente. Lei imma-

ginava perch? Qui sanno tutto di tutti.


E vero. Pi che un grande quartiere, Molenbeek una DBTCBI. Abitata da gente del
Maghreb, l80% marocchina. Gli abitanti
sono fieri di aver riprodotto qui, nel cuore
dellEuropa, un pezzo della terra che hanno lasciato tre generazioni fa. La guerra in
Iraq e linferno siriano hanno cambiato tut-

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pi che un jihadista. Jihadista voi usate
sempre questo termine: ma i soldi servono
in caso le cose siano andate male. Se devi
scappare, camuffarti. Lui non li aveva e si
lamentato con il fratello.
Ha scelto di restare in vita. Adesso lo cercano quelli del Daesh. Gente che lo vuole
morto. Per questo laltro fratello lo ha invitato a consegnarsi. Ma lui sa che significa il
carcere. A vita. Deve scegliere. Daesh potrebbe vendicarsi del tradimento con la famiglia. La famiglia ha paura.
Anche Mohamed, uno dei tanti amici
dellultimo uomo del commando di Parigi,
il grande latitante braccato dalle polizie di
mezzo mondo, resta sorpreso dal salto compiuto dal compagno. Insieme, se gli diamo
retta, facevano la vita che fanno tutti i giovani della loro et. Ragazze, spinelli, musica, calcio, chiacchiere e lunghe giornate al

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to. Daesh diventata una calamita. Non solo per lo stuolo di giovani disoccupati che
qui non trovano lavoro, ma anche per i figli
di quella piccola borghesia. Le storie dei
494 GPSFJHOGJHIUFST offerti da Molenbeek,
tra cui 54 donne, identica. Un impiego
pubblico, il licenziamento, i furti, le rapine,
le violenze, traffici di droga e documenti.
Le armi. Liegi famosa per ospitare la pi
grande fabbrica di esportazione di materiale bellico. E questo, assieme ad una passione da collezionisti e ad un vero e proprio culto per la materia, attribuisce al Belgio il ruolo di collettore del traffico legale e illegale
delle armi. Arrivano dai Balcani.
Le partenze per la Siria, il mito dellaKJ
IBE ma soprattutto il ritorno dei combattenti, troppo a lungo tollerato e sottovalutato, ha creato una polveriera. Il Belgio era e
restava una base. Si contano sulle dita gli
attentati. Nel mirino cera la Francia. La cellula di Verviers stata smantellata il 15
gennaio scorso. Si appurato che era guidata da Abdelhamid Abaaoud, il regista delle
stragi di Parigi, morto a Saint Denis. Viveva qui. Come Amedy Coulibaly, come Mehdi Nemmouche, killer del museo ebraico,
come Ayoub el-Khazzani, attentatore del
treno Thalys nellagosto scorso. Come 3 degli 8 membri del commando di Parigi. Racconta un jihadista arrestato dalla polizia
belga: Una volta mi ha confidato di aver
trovato 25 chili di Tnt in Belgio. Mi diceva
che era stato complicato. Ma che nel Belgistan, come chiamava Molenbeek, alla fine
si trova tutto.
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BRUXELLES. La storia delluomo a


cui il mondo intero d la caccia, il
morto che cammina che lIs ha
deciso di giustiziare per non aver
pigiato il bottone della cintura di
perossido di acetone e bulloni
che gli stringeva la vita la notte
di Venerd 13, un enigma. Non
fosse altro che del martire riluttante Salah Abdeslam, esistono
tre biografie. Monche. Come il finale della storia che per lui aveva
scritto il Califfato e a cui lui si ribellato. Una di polizia, una di famiglia, e una delle cose.
Due auto in affitto (la Volkswagen Polo e la Renault Clio nere
usate dal commando), un kalashnikov, due stanze di albergo, un
cartone di pizza, delle siringhe,
un sacchetto di madeleine al cioccolato, una carta di credito. Quelle che, insieme alle vite di 130 innocenti, si lasciato dietro tra il

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I miei fratelli sono normali. Sono nati e hanno studiato qui. Siamo una famiglia. Che piange un
morto, Ibrahim, di cui sono rimasti brandelli sullasfalto di boulevard Voltaire. Che implora un latitante: Consegnati. E che appena ieri, ancora per voce di Mohammed, d limpressione di saperla pi lunga di quanto non la
racconti. Mi hanno detto degli
amici di mio fratello dice che

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marted scorso hanno avuto contatti con lui via Skype. Non credo
sia lontano da qui. E torno ad invitarlo a consegnarsi. Non fosse altro perch, come raccontano quegli stessi ragazzi alla tv americana "CD, Salah sta cercando aiuto, si sente sorvegliato dallIs,
preoccupato per la sua famiglia e dispiaciuto per non essersi riuscito a farsi saltare in aria,
ma vorrebbe ancora raggiunge-

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re la Siria.
Gi, gli amici. Salah ne aveva
molti, a quanto pare. Almeno prima del 13 novembre. Forse per
via del bar a Molenbeek Les Beguines che gestiva con il fratello Ibrahim da due anni, dopo
aver piantato un lavoro alla Stib,
la municipalizzata dei trasporti
di Bruxelles. O, forse, per leccellente hashish che si fumava tra
quelle quattro mura. Dove si tira-

va tardi e si rimorchiava. Ragazze, dicono. Salvo raccontare,


ora, che a Salah non dispiacesse
poi neppure la scena gay di Bruxelles. I suoi bar. La loro clientela
maschile. Che certo non frequentava Les Beguines, dove gli
omosessuali non potevano entrare per il rispetto che si deve ad
Allah, ma dove, fino al giorno in
cui non era sparito (il febbraio di
questanno) ciondolava spesso
Abdelhamid Abaaoud, il cattivo
maestro dei fratelli Abdeslam,
lo studente modello del liceo
cattolico saint Pierre di Uccle diventato prima rapinatore (nel
2010 in cella con Ibrahim),
quindi psicopatico comandante sotto la bandiera nera dellIs
e architetto dellorrore di Parigi.
Venerd 13 novembre, il piano
prevedeva che dei tre amici Abdelhamid, Salah e Ibrahim solo
il primo dovesse restare in vita. E
di quel piano, almeno fino alle
21.20 di quella sera, Salah pe-

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12 e il 14 novembre. Quando, per


lultima volta, chi lo aveva recuperato la notte prima a Parigi lo
ha visto entrare, da solo, in una
strada del quartiere di Laeken dove venerd notte la polizia belga
avrebbe trovato un arsenale di
armi ed esplosivi.
La fiche della Police Nationale francese racconta lincipit - nato a Bruxelles il 15 settembre
1989 e loggi: capelli neri, occhi marroni, 1 metro e 75 di altezza. Mostra un ovale rotondo, privo di barba o baffi. Il morfing, il
possibile dopo: un volto posticcio
incorniciato da un casco di capelli lisci e neri e da occhiali da vista
dalla grande montatura. Altrettanto laconici gli archivi della polizia federale belga. Una serie di
contravvenzioni stradali, precedenti per furto e spaccio. Poco.
Cui poco aggiunge la voce di Mohammad, il terzo fratello Abdeslam. Quello che si vorrebbe e si
direbbe dritto. Quello rimasto accanto a mamma e pap. E che, luned 16 novembre, dopo 48 ore
in una cella di isolamento, si affaccia sulluscio della casa di Molenbeek, qui a Bruxelles, e dice:

dissequo esecutore. Ha affittato


con il fratello le tre macchine del
commando. Ha provveduto agli
alloggi per lultima notte da vivi
(un appartamento a Bobigny,
due stanze di albergo ad Alfotville). Si fasciato di esplosivo come gli altri 7 fratelli. Ma quanto
poi accade, capovolge appunto
lesito. Muore suicida Ibrahim.
Ma muore fulminato dai proiettili delle teste di cuoio anche Abdelhamid, nel raid di Saint-Denis. E
tuttavia ancora difficile capire
quando Salah abbia deciso che il
suo giorno non fosse ancora arrivato. Su uno dei kalashnikov ritrovati nella Seat nera abbandonata a Montreuill c una sua impronta digitale, ma nessuno sa
con certezza se, quella notte, Salah abbia davvero sparato. Per
certo al volante della Clio che
deve puntare sul diciottesimo arrondissement.
Per certo in quel quartiere
che lobiettivo su cui deve farsi
saltare in aria. Cosa lo frena? Solo lui conosce la risposta. E lunico modo per averla prenderlo.
Prima che arrivi lIs.
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ROMA. Se ci hanno dichiarato


una guerra non convenzionale, anche gli strumenti per
combatterla dovranno essere straordinari. E il piano che
il governo Renzi mette a punto va oltre lemergenza di
queste ore e scommette tutto
su una svolta di tecnologica e
informatica.
Non solo metal detector al
Colosseo, militari per le strade e mitra spianati attorno
agli obiettivi sensibili, insomma, anche se pure quelli servono. Ma un sistema che esiste gi in Israele sotto la supervisione del Mossad e negli
Usa. Supervisione, appunto:
si tratta di taggare, dunque identificare immediatamente per via telematica tutti i volti dei potenziali terroristi che appaiono in una teleca-

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mera e gi noti a una grande


banca dati internnazionale.
Individuare - con un potenziamento senza precedenti dei
sistemi di videosorveglianze
per strade e piazze delle citt
italiane - gli estremisti sotto
osservazione. E seguirne cos
ogni movimento. Per bloccarli, identificarli, neutralizzarli.
Il back ground deve essere
proprio quella CJHEBUB della
sicurezza che i servizi e le forze dellordine stanno costruendo mattone dopo mattone, giorno dopo giorno. Palazzo Chigi sta valutando con
i massimi esperti del settore
proprio in questi giorni di allerta 2 la fattibilit del progetto. Ma quel che va sostenendo il premier Matteo Renzi
che piuttosto che bloccare le
frontiere, di fronte alla minaccia del terrorismo islamista
bisogna fare pi controlli,
mettere in comune tutte le
banche dati per taggare tutti
i potenziali soggetti a rischio, come ha spiegato ieri
intervenendo al primo Italian digital day alla reggia di
Venaria (Torino).
Ciascuno di noi lascia delle tracce e non credo che sia
un agguato alla privacy ha
proseguito. Ci che accaduto negli ultimi giorni, partito dalle nostre periferie, quindi necessario investire in
maggiori controlli e digitalizzazione oltre che nelle periferie stesse per riqualificarle.
Linvestimento dovr essere
massiccio. In telecamere - gi
esistenti ma non sufficienti
per un monitoraggio ancora
pi serrato - e sulla banca dati.
In Italia fino a poco tempo
fa sono state censite circa un
milione e mezzo di telecamere, quasi la met riconducibi-

ther esiste, lo riconoscono


anche a Palazzo Chigi. Mi
rendo cono che si porrebbe
anche un problema di privacy - ammette in queste ore
nei colloqui coi suoi esperti il
premier Renzi - ma uno strumento straordinario di cui
dobbiamo dotarci. Perch se
si riesce a taggare il volto
del fuggitivo Salah tutte le
volte che una telecamera ne
capta il passaggio, allora il kamikaze in fuga viene individuato e, si spera, braccato.
Piani operativi e considerazioni pi generali su cosa sta
accadendo in Europa dopo il
13 novembre. Il terrorista
se non riesce a ucciderti, ti
vuole far vivere nel terrore racconta il presidente del
Consiglio davanti alla platea
della reggia piemontese - Noi
dobbiamo essere capaci di dare una risposta ma nello stesso tempo riuscire a mantenerci social, cio umani e di esprimere i nostri valori pi profondi. Avvertiamo il peso di
quello che sta avvenendo in
queste ore a Bruxelles, dove
sostanzialmente in corso una
sorta di coprifuoco. Anche
questo un attacco evidente
a ci che siamo: alle nostre
passioni, ai nostri valori, alla
nostra identit. Sui controlli
alle frontiere Ue nulla da eccepire. Ma attenzione, dice Renzi, questa sfida sta mettendo in discussione lidentit e
lesistenza stessa dellEuropa. Io sono per mettere pi
controlli alle frontiere ma
non cediamo a un racconto
stereotipato banale, quel che
accaduto e sta accadendo ripete - partito dalle nostre
periferie.

li alle pubblica amministrazioni, il 40 per cento aziende


e strutture private, il 10 per
cento residenze. Ma perch il
piano funzioni sar necessario che le oltre duemila telecamere di Roma diventino molte di pi (a Parigi quasi diecimila), va gi meglio a Milano, con 1.100 circa per 1,3 milioni di residenti. E bisogner
scommettere sulle modernissime webcam intelligenti di
stampo israeliano, con un
software capace di avvisare
la sala radio della presenza di

un volto sospetto, oltre che di


uno conosciuto ai sistemi informatici internazionali. Ma
anche di un pacco abbandonato in una stazione del metr o di un tizio che si aggira
in prossimit di un obiettivo
sensibile notte tempo. Gli investimenti sulla sicurezza
che saranno ancora pi massicci - come annunciato dopo
lultima offensiva Isis e a ridosso del Giubileo, esuleranno dal patto di stabilit e dovrebbero rendere fattibile il
piano. Il rischio del big bro-

ABBANOA S.p.A.
ESTRATTO BANDO DI GARA

AZIENDA OSPEDALIERO
UNIVERSITARIA DI CAGLIARI

Per il giorno 15/12/2015 alle ore 10:00 indetta una


procedura aperta per laffidamento del servizio assicurativo inerente la copertura kasko dei veicoli privati e infortuni amministratori, dirigenti e dipendenti di Abbanoa
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750.000,00 suddiviso in n2 lotti. Le offerte dovranno
pervenire entro le ore 13:00 del giorno 14/12/2015. Il
bando integrale pubblicato sulla GUUE del 5/11/2015,
sulla GURI del 6/11/2015, sul sito internet www.abbanoa.it e sito internet RAS - Eventuali informazioni possono essere acquisite presso il Settore C. Servizi
Acquisti e Patrimonio Tel 070-6032500 Fax 070340733 E-mail acquisti@pec.abbanoa.it.
IL DIRETTORE GENERALE Dott. Sandro Murtas

ESITO DI GARA
NUMERO GARA 5699260

AZIENDA OSPEDALIERO
UNIVERSITARIA DI CAGLIARI
AVVISO DI GARA- NUMERO
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FORNITURA ANNUALE, CON DIRITTO


POTESTATIVO DI PROROGA ANNUALE,
DI DISPOSITIVI MEDICI PER LAPAROSCOPIA. Tipo di Procedura: Aperta. Criterio
aggiudicazione: offerta economicamente
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aggiudicato: euro 387.622,50 (oltre I.V.A. di
Legge). Delibera n. 978 del 02/10/2015.
Data di trasmissione del presente avviso
alla G.U.U.E: 12/10/2015. Organo competente Ricorso: TAR SARDEGNA.
IL COMMISSARIO STRAORDINARIO
Dott. Giorgio Sorrentino

Procedura aperta per l'aggiudicazione di


una fornitura quinquennale in service per il
settore Chimica clinica. Importo complessivo a base d'asta (anni 5) IMPORTO A
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ore 13,00 del giorno 24/11/2015. Termine ultimo perentorio di firma e marcatura temporale dell'offerta economica telematica ore
13,00 del giorno 26/11/2015. Inviato per la
pubblicazione sulla G.U.U.E. in data
15/10/2015. Responsabile del Procedimento: Dott.ssa Maria Teresa Piras, e-mail:
mariapiras@aoucagliari.it.
IL COMMISSARIO STRAORDINARIO
Dott. Giorgio Sorrentino

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AZIENDA OSPEDALIERO
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BANDO DI GARA
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Teresa Piras, tel. 070/51093801, e-mail: mariapiras@aoucagliari.it, pec: ser.provveditoratofarmacia@pec.aoucagliari.it.
F.to: IL COMMISSARIO STRAORDINARIO
Dott. Giorgio Sorrentino

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BAMAKO
CCO, guardi lei stesso con quanta fe-

rocia hanno agito gli uomini di Mokhtar Belmokhtar, dice il commissario Denis Coulibaly. Siamo alla morgue
dellOspedale Gabriel Faur, dove hanno portato i corpi delle vittime dellattacco allHotel
Radisson Blu di Bamako. Nella prima stanza
ne contiamo sei, tutti occidentali. Ancora riposano sulle barelle con cui sono stati raccolti
venerd scorso. Mentre solleva il lenzuolo che
li ricopre, il commissario scuote silenziosamente il capo. Vicino a uno di essi, leggiamo
su un cartoncino imbrattato di sangue un cognome russo. Tutti sono stati giustiziati con
un colpo alla testa. I jihadisti hanno sparato a
bruciapelo. A Belmohktar diamo la caccia
da anni, ma pi furbo del diavolo. Soprattutto, conosce il deserto come io conosco Bamako, dove sono nato e dove vivo da 53 anni, aggiunge il commissario maliano.
Non soltanto la polizia del Mali a voler acciuffare il Guercio o Marlboro man,
com stato soprannominato Belmokhtar
per via dellocchio che perse combattendo
contro i sovietici in Afghanistan e per il vasto
traffico di sigarette che cre per finanziare la
sua KJIBE. Il leader islamista anche ricercato da agenti ben pi esperti, dellintelligence
francese e statunitense, e non solo per aver
per aver rivendicato due giorni fa, assieme
ad Al Qaeda nel Maghreb islamico, lattacco
al Radisson che secondo lultimo bilancio
avrebbe provocato 19 morti, tra cui unamericana, un israeliano, due belgi, sei russi e tre cinesi.
Dato per morto pi volte, le ultime a mar-

zo nel Ciad e a giugno nel sud della Libia, Belmokhtar comincia la sua militanza negli anni
Novanta in Algeria, suo Paese dorigine, nel
sanguinario Gruppo islamico armato. Nel
2007, una volta diventato uno dei capi di Al
Qaeda per il Maghreb islamico, Belmokhtar
inizia a imperversare in vari altri Paesi del Sahel, dal Niger alla Libia al Mali.
Due anni fa, allontanato da Al Qaeda per la
componente troppo banditesca della sua leadership, fonda del gruppo Al Mourabitoun,
ossia Coloro che firmano con il sangue. E
nel gennaio 2013 orchestra il micidiale attac-

co contro limpianto di gas di Is Amenas, in


Algeria, costato la vita a 39 ostaggi stranieri,
tra cui tre americani, e a 29 militanti. Da allora, in tutti gli attentati che sferra contro altri
impianti destrazione algerini o installazioni
minerarie del Niger, il modus operandi sempre lo stesso: presa di ostaggi e uso di pi kamikaze, spesso provvisti di cinture esplosive,
o comunque di uomini votati alla morte.
Proprio com accaduto al Radisson Blu,
aggiunge il commissario Coulibaly. Con i
due terroristi responsabili delleccidio non
stato possibile negoziare. In questo tipo di

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presa di ostaggi non c un secondo da perdere, perch hai a che fare con jihadisti che vengono solo per uccidere il pi gran numero di
persone possibile prima di farsi uccidere loro
stessi. Venerd stata una corsa contro il tempo, e ci sono stati di grande aiuto i droni che
cha fornito lambasciata cinese. Prima
dellultimo, decisivo blitz al settimo piano
dellhotel sapevamo esattamente dove erano piazzati gli ostaggi e i due terroristi.
Dopo anni vissuti da fuggiasco, tra un covo
o una cittadina sperduta tra le sabbie, Belmokhtar s forgiato un nuovo nome di battaglia: limprendibile. Ma com possibile che
questa vecchia conoscenza dei servizi di Parigi e di Washington, sulla cui testa pende una
taglia di cinque milioni di dollari, non sia stato ancora snidato o fatto fuori da un missile
ad alta precisione? Giriamo la domanda a
Grard, chiamiamolo cos, un ex agente
dellintelligence di Parigi che adesso si occupa della sicurezza di personalit francesi allestero e che incontriamo sulla Collina del sapere, cos viene chiamato il monte dove ha sede
luniversit di Bamako e che sovrasta la citt.
Dice Grard: Per la sua cattura gli americani mettono a disposizione droni sofisticatissimi in grado di riconoscere perfino le tracce
dei copertoni sulla sabbia. I francesi, invece,
partecipano alla sua caccia infiltrando uomini tra le fila jihadiste.
Eppure Belmokhtar ancora uccel di bosco perch troppo spesso manca la coordinazione tra i due servizi di intelligence o il coraggio per intervenire. Recentemente era stato
individuato un accampamento nel deserto,
con la moglie e le figlie del leader islamista.
Americani e francesi erano certi della sua presenza al 95%. Che hanno fatto? Ebbene, non
sono intervenuti.
Dalla sua parte, la primula rossa del terrore ha anche la geografia, ossia gli 800 chilometri tra Niger e Mali praticamente incontrollabili, o i 900 chilometri a nord di frontiera con lAlgeria. Senza contare che soltanto
250 chilometri separano il Paese dal Nord della Nigeria, roccaforte di Boko Haram. Di quella porzione di Sahel, Charles ci mostra una
mappa dei servizi francesi piena di crocette
che indicano i campi di addestramento o i feudi di una ventina di sceicchi, tutti potenzialmente nefasti quanto Belmokhtar.
Uscendo dalla morgue dellospedale Gabriel Faur, incrociamo il convoglio del presidente del Mali, Ibrahim Boubacar Keita, giunto a salutare i feriti di venerd scorso. Il presidente ha appena ordinato lo Stato di emergenza nazionale per dieci giorni, e il lutto nazionale di tre giorni, con bandiere a mezzasta a partire da luned. Come se non potesse
fare di pi per un Paese di nuovo nel mirino
dei jihadisti.
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ROMA. Un migliaio a Roma in piazza Santi Apostoli,
altrettanti a Milano in piazza San Babila. LIslam italiano
scende in strada con i rappresentanti delle sue comunit, con
gli imam, con i fedeli ma la partecipazione ai sit-in (complice
il maltempo) non raggiunge i grandi numeri. La voce dei
musulmani che vivono nel nostro Paese (oltre un milione e
duecentomila persone) si alza per dire Not in my name, lo
slogan del movimento per la pace contro i bombardamenti in
Iraq del 2003, utilizzato ora dallIslam per prendere le
distanze dalle stragi del Venerd 13. In piazza si urlano tanti
no: No al terrorismo, No alla paura e No Isis sono gli
slogan di quella romana. Mentre da Milano si chiede il
riconoscimento delle moschee scandisce al megafono
Davide Piccardo, del coordinamento associazioni islamiche
perch cos ci sarebbe maggiore sicurezza per tutti. Il piccolo
palco a Santi Apostoli affollato di oratori, tutti uomini, a
partire da Abdellah Radouane, segretario della Grande
Moschea di Roma: Il terrorismo non pu continuare a colpire
ovunque in nome dei musulmani dice e da qui vogliamo
che il mondo ci ascolti. Viene letto il messaggio del
presidente della Repubblica Sergio Mattarella: Gli assassini
vogliono piegarci facendoci rinunciare ai valori di solidariet
e al nostro umanesimo. Noi non ci piegheremo scrive il
capo dello Stato I tanti cittadini italiani di fede musulmana
che in voi si riconoscono, insieme ad altri fedeli che vivono e
lavorano nel nostro paese, sono e devono sentirsi parte di

questa comune battaglia contro il terrore. In mattinata


Mattarella, dalle colonne del 'PHMJP, aveva anche ricordato
come la strage di Parigi il diretto risultato della
predicazione dellodio contro il diverso e delle persecuzioni
che le minoranze religiose e, in particolare, i cristiani,
soffrono nel mondo. Sotto la pioggia che bagna la capitale, le
uniche bandiere sono quelle della pace e della comunit di
SantEgidio che col suo presidente, Marco Impagliazzo,
ricorda che nessuna guerra santa, solo la pace santa. Ci
sono anche i politici, da Pier Ferdinando Casini a Fabrizio
Cicchitto, dal segretario dei Radicali Riccardo Magi a una
delegazione di Sinistra Italia, capeggiata da
Fassina, fino alla segretaria della
-" Stefano
Cgil Susanna Camusso e al leader della Fiom
(*03 Maurizio Landini. Gli occhi, per, sono
/" puntati sui tanti rappresentanti delle
5" comunit islamiche, sui numerosi giovani,
anche, sulle tante ragazze musulmane, con
velo e senza. Ai giovani si rivolge limam di Verona, Mohamed
Guerfi, portavoce dellAssociazione nazionale degli imam:
Non dovete ascoltare quello che vi dicono su internet, il male
arriva anche da l. Noi faremo la nostra parte dice
Abdallah Massimo Cozzolino, segretario della
confederazione che raccoglie 300 moschee ma una parte
della popolazione italiana e della stampa non deve soffiare sul
fuoco descrivendoci come responsabili del terrorismo. E
mentre la piazza si svuota, limam di Terni, kefiah al collo,
Corano in tasca, sventola la bandiera dellEuropa.

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ROMA. LIs un cancro, lIslam pace,


non guerra, amore, non morte. Il diluvio scolorisce i cartelli, inzuppa i vestiti, attutisce le voci in una piazza Santi Apostoli
piena a met. Non pi di cinquecento i musulmani arrivati da tutta Italia per dire un
no deciso al terrorismo delle bandiere nere e delle raffiche di mitra, un appuntamento molto atteso e molto significativo
che, vuoi per il tempo infame, vuoi per
una paura mai sopita, non ha avuto il successo che si sperava. Pochi si ma decisi,
convinti, esasperati dalle generalizzazioni di chi vede un kalashnikov o una cintura esplosiva dietro ogni abito tradizionale,
ogni zucchetto, ogni barba, ogni velo femminile. Assedio di telecamere, microfoni e
taccuini ridotti a carta straccia, una pattuglia di politici nostrani che contendono la
scena ai migranti (Pierferdinando Casini,
Fabrizio Cicchitto, Benedetto Della Vedova, Luigi Manconi, Stefano Fassina, Susanna Camusso e Khalid Chaouki, il deputato
Pd di origine marocchina che aveva lanciato lappello alla mobilitazione al grido di
Not in my name, lunico a cui stato consentito di parlare dal palco).

Accenti maghrebini, africani, orientali,


cartelli che inneggiano alla pace, volantini bilingui e tanta voglia di prendere le distanze, di spiegare che il Corano non ha
niente a che vedere con la follia sanguinaria del Deash. I terroristi sporcano il nome di Allah, scandisce Abdelaziz, marocchino, 65 anni, da oltre 20 in Italia. Nel libro sacro c scritto che chi uccide un uomo uccide il mondo intero e come chi salva una vita salva luniverso. Chi uccide
in nome di Dio non musulmano, gli fa

eco un connazionale, Said, 25 anni. LIslam tolleranza, amore, fraternit. E la


sharja? Le decapitazioni, le amputazioni,
le donne lapidate, frustate, imprigionate?
Io non sono un sapiente, nei paesi islamici ci sono usanze e norme diverse, queste
cose dovete chiederle a chi fa le leggi, non
a me.
In un angolo, quattro giovani sinchinano nella salah, la preghiera mentre un
gruppo di ragazzi del Ghana passa allattacco. Chi vende le armi a quegli assassi-

ni? Chi li finanzia, chi compra il greggio di


contrabbando? Chiedetevelo, giornalisti,
la responsabilit non solo dei paesi musulmani, anche dellOccidente.
Dania vive a Roma, nata in Calabria, si
convertita 4 anni fa e indossa il velo con
fierezza. La mia stata una scelta meditata a lungo, racconta. Ero agnostica,
quando ho iniziato a leggere il Sacro Corano mi sono resa conto che quella era la mia
fede Molte volte viene citato a sproposito, tagliando versetti fuori dal loro conte-

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CITT DEL VATICANO. Le parole del presidente

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Mattarella mi sembrano in continuit con le


preoccupazioni che il Quirinale ha espresso,
anche precedentemente con Giorgio Napolitano, in diverse occasioni e pi messaggi. E sono
in linea anche con quanto la Santa Sede al suo livello pi alto, dal Papa ai
suoi rappresentanti nelle
istituzioni internazionali, ha da sempre sostenuto laddove ha ricordato la
necessit del rispetto di
tutte le minoranze religiose e quindi anche dei
cristiani che in alcuni Paesi del mondo soffrono ingiustamente.
Gian Maria Vian, storico delle religioni e direttore de -0TTFSWBUPSF3P
NBOP, legge le parole inviate ieri da Mattarella al *ONPMUJQBFTJ
quotidiano *M'PHMJP come WJWPOP
un importante richiamo NJOPSBO[F
soprattutto tenendo del SFMJHJPTF
conflitto strisciante in at- BVUPDUPOF
to in diverse parti del DIFSJTDIJBOP
mondo.
MFTUJO[JPOF
Ricordare le sofferen- VOJOHJVTUJ[JB
ze dei cristiani non significa avallare lidea
che sia in atto uno
guerra di religione?
Assolutamente no, significa semmai riconoscere che in alcuni Paesi vivono minoranze
religiose autoctone che purtroppo rischiano
lestinzione. uningiustizia contro la quale
corretto alzare la voce.
Mattarella ha avuto coraggio?
Certamente. E lha fatto da presidente cattolico che per ha un rispetto assoluto per la distinzione dei ruoli. Egli rappresenta la voce
istituzionalmente pi autorevole del nostro
Paese e c da augurarsi che questa voce venga ascoltata e incoraggi soprattutto quella
maggioranza silenziosa dellislam che ritiene
che i suoi valori siano la convivenza, la tolleranza e la pace. Mattarella in questo senso
pu aiutare tutte le forze sia politiche sia religiose che cercano di fare da argine alla predicazione dellodio.

ROMA. Da ieri a Khalid Chaouki stata assegnata la scorta. Una tutela della quale il deputato italo-marocchino del Pd preferisce non
parlare. Ora mi impegner ancora di pi.
Ha detto che non bisogna avere paura: lei
spaventato?
No, anche se la paura un sentimento irrazionale ma legittimo. Anche i musulmani in questi giorni hanno paura di
essere additati tutti come terroristi.
Come si combatte questa paura?
Con gesti concreti, denunciando e isolando gli
estremisti, con limpegno solenne di rafforzare
la collaborazione con le
istituzioni.
La partecipazione al
sit in, per, stata
scarsa.
Rispetto alle adesioni, invece, la partecipa- %BJFSJTPOP
zione stata importante. TPUUPTDPSUB
Certo, il maltempo non NBOPONJ
ha aiutato. stato un pri- GFSNFSBOOP
mo passo che segna una NJJNQFHOFS
svolta: mai, prima dora, BODPSBEJQJ
i musulmani erano scesi &MJNJOJBNP
in piazza tutti uniti, met- MF[POFEPNCSB
tendo da parte le differenze, per dire in modo
netto che non si pu uccidere in nome dellIslam.
Dovevano esserci le stragi del Venerd 13
per arrivare a questo risultato?
Davanti al salto di qualit del terrorismo
serviva un salto di qualit nella reazione dei
musulmani italiani.
C il rischio che nelle nostre periferie monti un clima di malcontento stile banlieue
francesi?
Dobbiamo recuperare il lavoro non fatto
in questi anni ma pretendere una partecipazione forte di tutte le comunit straniere, a
partire dai luoghi di culto che non sempre sono in un percorso di piena cittadinanza. Vanno eliminate le zone dombra che possono diventare luoghi di malessere e terreno fertile
per chi vuole fare proselitismo.

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sto. Ma il Corano esorta anche alla guerra santa. in nome della jihad che i terroristi uccidono e si fanno uccidere unaltra interpretazione sbagliata replica Dania. Il Corano distingue tra grande e piccola jihad. La prima il combattimento
spirituale del Bene contro il Male, che
ogni credente deve affrontare. La seconda
una guerra, s, ma soltanto difensiva tanto che si legge: scacciali come loro hanno
scacciato te.
I cinque pilastri della nostra religione

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sono la preghiera, la professione di fede, il


pellegrinaggio alla Mecca, il Ramadan e
lelemosina elenca Amina, una paciosa signora algerina di 56 anni. Molti pensano
solo alla jihad e al martirio ma se conoscessero davvero lIslam capirebbero che
una religione di pace. I terroristi? Sono solo degli assassini, dei criminali, non li considero miei correligionari, non hanno fede, solo odio.
Sul palco si avvicendano gli interventi,
primo tra tutti quello di Abdellah Redoua-

ne, segretario del centro islamico della


Grande Moschea di Roma, si leggono i
messaggi del presidente Sergio Mattarella e di Laura Boldrini ma pochissimi ascoltano. Alle parole colte, calibrate di Yahya
Sergio Yahe Pallavicini, coordinatore nazionale degli imam o di Nasir Karim, presidente dellassociazione Tre Mondi
(ebrei, cristiani, musulmani) venuto con
una piccola delegazione dallUmbria (La
terra della pace, la terra di San Francesco
dAssisi) fanno eco quelle pi ingenue,
pi spontanee ma piene di passione di tanti altri.
Vivo in Piemonte e sono nato in Italia
spiega con un dolce accento torinese Abdelaj, 16 anni, genitori marocchini. Sono
credente e praticante, vado alla Moschea
per pregare ma anche per fare i compiti o
incontrare i miei amici. Quando ho saputo
di Parigi mi venuto da piangere ma anche dopo, quando ho letto certe cose sui social forum, gli insulti a tutti noi musulmani sono stato malissimo. Lavoro da 20
anni nel negozio di un ebreo, qui a via Nazionale, spiega Darrouni, 65 anni, del
Bangla Desh, sottobraccio alla moglie Sultana. Mi consente di pregare, di osservare il digiuno rituale, di vestire come voglio. Questa tolleranza. La manifestazione si scioglie sotto il diluvio, anche gli
agenti della Digos mischiati alla piccola
folla se ne vanno alla spicciolata.
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PARIGI.

Se non riusciamo a proteggere ragazzi che vanno a un concerto o a bere una


birra, allora la nostra divisa non ha pi senso. Come tanti francesi, venerd 13 Stphane guardava i Bleus in tv, pregustando la
rivincita sulla Germania. Nel commissariato
dellundicesimo arrondissement la radio a
bassa frequenza taceva. Le prime chiamate
sono arrivate da abitanti della rue Fontaine
au Roi. Stphane ha sentito la parola sparatoria, la stessa di dieci mesi fa, quando la
centrale ha dato lallarme nella sede di $IBS
MJF)FCEP. Il comandante Stphane stato
uno dei primi a salire nella redazione diventata un campo di battaglia. Ha visto morire
uno dei suoi uomini, Ahmed Merabet, giustiziato dai fratelli Kouachi.
La sproporzione tra la missione di semplici agenti di quartiere e la minaccia in corso
cera gi allora. Merabet era partito in bicicletta, capisce? Nessuno di noi pensava di andare in guerra ricorda Stphane. Durante
i funerali di Ahmed avevo detto: dichiariamo
lo stato di emergenza, ci sono centinaia di
Kouachi pronti a colpire, dobbiamo prepararci. Venerd 13 la speranza di non rivivere lo
stesso orrore durata pochi minuti, dei colleghi hanno comunicato che cerano vittime e
feriti. Poi il nuovo allarme. La nostra volante arrivata in rue de Charonne. Cera un
caos, non si capiva niente. Abbiamo visto corpi a terra, stato organizzato un perimetro
di sicurezza. Tra il commissariato e il caf la

Belle Equipe, Stphane e gli altri due colleghi si sono fermati per indossare i giubbotti
antiproiettili. Quelli che abbiamo in dotazione non sono sufficienti nel caso di armi automatiche. Pensavamo di essere a Parigi, non a
Tel Aviv. Ci sbagliavamo.
I flics, poliziotti un po spacconi che si vedono nei film noir, sono parigini come gli altri, in questa citt dove le vendite di sonniferi e tranquillanti sono raddoppiate, alcune famiglie mandano i figli in taxi per non andare
nel metr, altri si iscrivono ai corsi che danno il brevetto di soccorritori. Ognuno reagisce alla paura come pu. Stphane e i suoi uomini non possono permettersi questo lusso.
Alla Belle Equipe cerano gi molte persone
morte. Un telefono squillava accanto a un
cadavere, forse era la madre o la moglie della

vittima. Ho pensato che poi sarebbe toccato


a noi richiamarla, il nostro commissariato
che deve annunciare il decesso alle famiglie. Dentro al bar lagitazione era concentrata intorno ai feriti. Quando sono arrivati
i pompieri, quelli che riuscivano a parlare imploravano aiuto. Ma cera un primo triage e
alcuni venivano abbandonati perch non cera pi nulla da fare. Non dimenticher mai
gli sguardi di queste persone, in quegli istanti hanno capito che stavano morendo.
Stphane, 49 anni, ha tolto la fotografia
da Facebook, come tanti altri poliziotti. Chiede di non citare il suo cognome, ha una famiglia che lo aspetta a casa. Mia moglie vuole
che mi trasferisca a un lavoro dufficio. Ma sono ventanni che sono in strada, questo so fare. In commissariato hanno mandato degli
psicologi. Stphane
non dorme pi, ha
continue allucinazioni, poi momenti di
rabbia. La paura si fa
strada, come un nuovo nemico. I suoi colleghi arrivati per primi
al Bataclan si sono
trovati davanti ai terroristi. Hanno visto
lammasso di corpi, e
due bambini vivi senza genitori, ma senza
potersi avvicinare
perch gli attentatori continuavano a sparare, lordine era
aspettare le teste di
cuoio. I due piccoli,
Louis e Apolline, so-&-"$3*.&
no salvi e forse saran%VFQPMJ[JPUUJTJ
no adottati dallo StaBCCSBDDJBOPF
to come dopo la priQJBOHPOPEBWBOUJ
ma guerra mondiale.
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Da una settimana, gli
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agenti del Bataclan
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sono quasi tutti in
congedo malattia.
Un commissario di quartiere entrato nel
teatro, solo con la sua pistola, e ha ucciso uno
dei kamikaze. Anche lui vuole restare anonimo: non pi tempo di eroi della Nazione.
Al Bataclan cera anche un poliziotto in civile, venuto a godersi il concerto. Non era armato, stato ucciso, lunica vittima degli attacchi del 13 novembre che ha provocato solo feriti nelle forze dellordine. Dieci mesi fa,
tre uomini erano morti negli attentati. Ma
questa volta peggio. La polizia si sente impotente, non pu salvare bambini in mezzo a
una carneficina, e dovrebbe aiutare adulti
che tornano bambini. Da giorni il commissariato dellundicesimo arrondissement, il
quartiere dove abitava Maigret, subissato
di telefonate. Ci vorrebbe molto pi della cinica e bonaria saggezza del commissario inventato da Georges Simenon per contenere la
psicosi di cittadini che segnalano il rumore
di una caldaia diventato sospetto, un uomo
strano che cammina con la djellaba. Ogni
volta dobbiamo mandare una volante a verificare, non si pu fare altrimenti. La collega
che era insieme a Merabet il 7 gennaio ha
chiesto di essere trasferita altrove, dietro a
una scrivania. Adesso forse ci saranno altre
richieste. Io resto, non voglio dargliela vinta.
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PARIGI . Un ragazzo, 25 anni, sorride, si stringe nella pettorina rossa della protezione civile, poggia una mano sulla spalla di Catherine e le apre un sorriso: Siediti, parliamone. Poi le offre un bicchiere di the. Al secondo piano del municipio dellundicesimo arrondissement c una stanza, imponente ed
elegante come tutto il palazzo di place Leon
Blum, assai stretta e molto lunga. Squadrata. Eppure somiglia a un labirinto. Qui dentro, infatti, da dieci giorni si sta raccogliendo gente che si persa, smarrita dietro gli
spari, ingoiata dalle facce feroci di Salah,
Abaaoud e i suoi amici, ragazzi e ragazze
sfregiati dal colore del sangue, dal rumore
delle urla e dei vetri
rotti sotto i piedi. Qui
dentro ci vengono le
altre vittime del 13
novembre, quelli che
non sono morti. Ma
un po come se lo
fossero.
Il municipio ha attrezzato in questa sala un grande centro
di ascolto psicologico
per tutti coloro che
hanno, in qualche
maniera, vissuto lattacco del 13 novembre: volontari della
protezione civile a fare da accoglienza. Psicologi, nascosti dietro dei box, pronti ad
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ascoltarti e a offrirti
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il loro supporto. Sono
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quasi diecimila le perNPTUSBOPBVO
sone gi passate
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dallundicesimo,
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duemila nel prime
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48 ore racconta il
dottor Eric Cheucle,
psichiatra, che da Lione arrivato sabato
mattina per prestare soccorso ai ragazzi e alle ragazze quando ancora nellaria si sentiva
lodore della polvere da sparo. Hanno bisogno di parlare. Parlare, parlare e poi ancora
parlare. E lunica maniera che hanno poi
per dimenticare. Catherine non lo ha fatto.
Era in una delle ragazze del Carillon. Ricorda attimo dopo attimo il commando della
Seat Nera che scende e si mette a sparare.
Quando sono arrivati si raccolta come una
pallina di lana sotto i tavolini. E si salvata,
forse. Il ragazzone dellaccoglienza le passa
le mani per i capelli. E lei non smette di piangere. Prova a calmarla. In mano ha uno dei
questionari. Ci metter qualche minuto prima che la ragazza riesca, semplicemente,
riesca a dirgli il suo nome. Funziona cos: arrivi allingresso e comunichi ai poliziotti di
guardia che hai bisogno di un aiuto, che tu
sei uno di quelli dellXI. Non chiedono niente. Semplicemente ti sorridono. E una ragazza, ugualmente gentile, ti chiede di seguirla. Si attraverso tutto il palazzo, cos grande
da occupare praticamente un intero isolato.
Si attraversano un paio di androni, nel secondo ci sono tre ragazze che hanno gli occhi bassi e non parlano tra loro. Una sta sbriciolando tabacco in una cartina piccola. Alza
la testa: e ti chiede, anche tu?. E come se

avessero un marchio quelli della Generazione Bataclan. Il marchio del dolore.


Laccompagnatrice ti accompagna lungo
le scale. Secondo piano. Si apre un lungo corridoio, subito davanti. Sulla destra, sotto i finestroni, ci sono una fila di sedie. Saranno
una ventina. Almeno la met sono occupate.
Ad accoglierti ci sono altre due persone con
la pettorina della Protezione civile, mentre
quella che ti ha accompagnato riprende la
strada dellingresso, pronta ad accogliere
nuove anime in pena. Sulla sinistra, subito
dopo la porta, imbandito un piccolo buffet:
the, caff, fette biscottate, marmellata. La
signora, una cinquantina danni, ti fa segno
di accomodare. La sedia accanto quella di
Catherine. In mano ha un prestampato scritto in nero, grassetto, un questionario fitto

lungo una pagina. Ci sono le indicazioni anagrafiche e poi tutta una serie di domande
spiazzanti: Sei stato nellattacco?, sei stato ferito?, morto un tuo parente?, un
tuo amico?, hai sentito gli spari?, hai
paura a uscire di casa?, e poi gi una serie
di domande. Il primo screening tocca ai volontari. Un quarto dora di attesa, circa, e poi
si viene smistati dai vari professionisti Questo raccontano gli assistenti un municipio particolare: Charlie, prima. Ora i Caf, il
Bataclan. I poliziotti hanno visto uccidere
un loro collega dai terroristi e ora sono tornati per strada a raccogliere pezzi di ragazzi.
Ne abbiamo dovuti assistere molti in questi
giorni. Hanno paura del loro lavoro. Il trauma racconta il dottor Chaucle, che corso
da Lione a Parigi, la notte della strada, poi
tornato a casa ma presto sar ancora nella
capitale diverso da quello che pu accadere durante una catastrofe naturale, penso a
un terremoto: qui c un cattivo che ti vuole
fare male. E allora dobbiamo aiutarli a controllare le emozioni: che rabbia, ma soprattutto sofferenza, dolore. Si apre una ferita
subito. E il nostro ruolo quella di non farla
diventare infetta, soprattutto per il futuro.
Sulle cicatrici non possiamo fare nulla, ma
necessario elaborare subito per evitare che
possa affiorare domani qualcosa di brutto.
Molto brutto.. La migliore medicina, dunque, parlare. Anche con i bambini: allundicesimo hanno i cassetti pieni di disegni. Ne
tirano fuori una decina. Sono tutti molto colorati.
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TRIBUNALE CIVILE DI ROMA


SEZIONE FALLIMENTARE
La Liquidazione giudiziale del CONCORDATO PREVENTIVO
N. 124/2012 DI TOR CERVARA INDUSTRIE ALIMENTARI
S.P.A., giusto Provvedimento del Giudice delegato del 15
ottobre 2015, vende in unico lotto il complesso aziendale. Si
precisa che non sono compresi rapporti di lavoro e/o di collaborazione. Per una dettagliata descrizione del complesso
aziendale e per lesatta individuazione e descrizione dei singoli beni che compongono lazienda, si rinvia alla relazione
ipocatastale redatta dal notaio Gianluca Russo ed alla perizia
di stima redatta dallarch. Teresita dAgostino. Copia dellordinanza di vendita e della documentazione consultabile sul
sito www.astegiudiziarie.it CONDIZIONI DI VENDITA 1) La
vendita con incanto avr luogo mercoled 13 gennaio 2016
alle ore 13,00, presso il Tribunale di Roma, sezione fallimentare, innanzi al Giudice Delegato dott. Umberto Gentili. 2) Il
prezzo base fissato in euro 9.826.800,00 (novemilioniottocentoventiseimilaottocento/00), oltre le imposte di legge;
le spese di trasferimento e le spese di cancellazione delle formalit pregiudizievoli iscritte sui beni facente parte del complesso aziendale, faranno carico dellacquirente. 3) Le
domande di partecipazione allincanto, complete delle generalit dellofferente, dovranno essere depositate presso la
cancelleria del Giudice Delegato entro il giorno 12 gennaio
2016 alle ore 12,00, in busta chiusa, nella quale dovranno
essere contenuti due assegni circolari intestati a Liquidazione giudiziale C.P. Tor Cervara Industrie Alimentari s.p.a.,
il primo per un importo non inferiore al 15% del prezzo base,
a titolo di cauzione e acconto in caso di aggiudicazione, il secondo recante importo non inferiore al 10% del prezzo base,
quale fondo per le spese presuntive di vendita. 4) Le offerte
in aumento non potranno essere inferiori a euro 10.000,00
(diecimila/00). 5) Per ogni altra informazione e per poter visionare il complesso aziendale rivolgersi al Liquidatore giudiziale avv. Bruno Sed, con studio in Roma, Corso dItalia n.
19, tel. 06/8555904 fax. 06/85358659
PEC liq.cp124-12@legalmail.it
Il Liquidatore giudiziale Avv. Bruno Sed

Fallimento: G.R. Impianti srl n 145 anno: 2015, Giudice


Delegato: Dott.ssa Angela Coluccio, Curatore: avv. Mauro
Maltese vende diritto di propriet superficiaria di anni 99
sulle seguenti unit immobiliari, site nel Comune di Roma
alla Via Monteciccardo n. 6:
- locale ad uso negozio sito in Roma con accesso dalla
Via Monteciccardo n. 6 della
superficie di complessivi 76 mq.;
- numero due posti auto distinti con i numeri 100 e 101,
sempre siti in Roma alla Via Ciccardo.
I suddetti immobili sono posti in vendita in unico lotto, al
prezzo base di 110.000,00, con le seguenti modalit:offerte irrevocabili cauzionate 10% prezzo offerto in busta
chiusa entro le ore 13.00 del 27/01/2016, da depositare
presso lo studio del notaio delegato dalla procedura dott.ssa
Annamaria Rastello, con studio in Roma, via Sebino n. 16.
Apertura buste ed eventuale gara tra gli eventuali offerenti per
il 28/01/2016 ore 16,00 presso lo studio del predetto notaio.
Nellipotesi di gara tra gli offerenti offerte in aumento non inferiori ad 5.000,00. Maggiori informazioni reperibili presso
il sito www.astegiudiziarie.it tel. curatore 06/37353160.
CONCORDATO PREVENTIVO 54/2012 liquidatore giudiziale
vende il 12/01/2016 ore 15,00 terreno edificabile, noto
come area Chiari & Forti, sito in Silea (TV) con accesso
dalla Via Cendon. Prezzo base Euro 7.200.000. Per informazioni tel. 06/58333314, e mail a.baratta@libero.it, perizie
e disciplinare di vendita: www.astegiudiziarie.it

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NEW YORK

artin Amis sta seguendo con angoscia lescalation degli attacchi


terroristici per mano
del fondamentalismo
islamico e arricchisce una riflessione
che ha avviato sin dall11 settembre
lamentando uno smarrimento che
pu essere causa di ulteriori tragedie. Nessuno sembra avere unidea
chiara su come reagire, racconta nella sua casa di Brooklyn, dove sta pre-

parandosi per andare a Parigi. Non


ce lhanno i politici, a cominciare da
Obama, non ce lhanno gli intellettuali, e non ce lhanno neanche i giornalisti: un orrore al quale non siamo preparati, nonostante siano ormai decenni che ci siano degli evidenti segni terribili. E questo un ennesimo
elemento tragico, che aggrava la situazione.
In occasione delluscita del suo romanzo La zona dinteresse lei ha
paragonato il fondamentalismo

islamico al nazismo.
una minaccia ugualmente grave per la civilt: ci sono ovviamente
molte differenze, ma anche varie affinit, a cominciare dalla barbarie delle idee professate, alla violenza estrema anche nei confronti dei pi indifesi, alla capacit di conquistare alle rispettive cause i pi deboli, frustrati e
ignoranti. Io continuo a sperare che
questo radicalismo cos estremo si riveli insostenibile a lungo: Hitler durato 12 anni, e, per cambiare colore
politico, Pol Pot ancora meno.
Quando ha usato questo paragone

ha parlato di nichilismo. Ma nel


caso del fondamentalismo islamico ci troviamo di fronte ad una fede religiosa, che non nichilista, e
anzi, come tutte le religioni, ha delle promesse.
Quello che successo a Parigi e in
Mali sembra lasciare pochi margini
di speranza, ma non voglio desistere:
credo che proprio in questa estrema
virulenza ci siano i germi di qualcosa
che prima o poi ne causer la fine.
Quando ho parlato di nichilismo pensavo ai massacri di giovani e bambini
e al totale disprezzo per la vita. Oggi

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stiamo affrontando qualcosa di inedito: ad esempio luso di terroriste donne, cosa che Al Qaeda non faceva. E
non si pu sottovalutare lattrazione
nei confronti dei giovani che vedono
qualcosa di forte in quel messaggio di
morte e distruzione. Quello che per
noi abominevole per questi ragazzi
motivo di vita: unopportunit di riscatto, anche sociale, e di redenzione. necessario poi ricordare che il
bacino nel quale crescono questi fermenti allinterno di stati falliti e disastrati. su queste basi che si forma
un nuovo tipo di essere umano, un fa-

natico che ha il disprezzo della vita,


della morale e della piet.
Il disprezzo della vita oggi sembra
larma pi forte nelle mani dei terroristi.
Per comprendere quello che sta
succedendo consiglio la lettura dell"
HFOUF4FHSFUPdi Joseph Conrad, scritto nel 1907. C un personaggio, chiamato il professore, che spiega che i
terroristi sono pi potenti perch venerano la morte pi della vita.
LIs ha conquistato adepti anche
in Occidente.
Questo un altro tragico elemen-

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to nuovo. Anche in questo caso bisogna riflettere sullignoranza, la frustrazione, e la necessit di affermarsi: un personaggio come Jihadi John
voleva essere potente e temuto. necessario riflettere anche sulla perdita
di valori forti: fin quando il loro credo
assoluto come la religione, e il nostro relativo come il nostro pensiero attuale, saremo pi deboli.
Raccontando lhitlerismo lei ha affermato che ci sono molti elementi
incomprensibili: si pu affermare
lo stesso sul fondamentalismo islamico?
certo che in questa loro violenza
ci siano molti elementi irrazionali,
ma per quanto riguarda Hitler riprendevo pareri di molti storici illustri,
che ritengono che sia fuori dalla logica e in qualche modo fuori dalla storia. Oggi ci troviamo di fronte alla degenerazione di una religione professata da pi di un miliardo di persone:
non si pu affatto sottovalutare questa matrice, anche se la violenza
perpetrata da unesigua minoranza.
La loro arma nasce dalla fede, prima
ancora dei mitra o le bombe.
Gli attacchi parigini sono stati ad
uno stadio, un ristorante e una sala da concerto.
evidente il significato simbolico: odiano quello che siamo, il nostro
modo di vivere e le nostre libert. C
un elemento propagandistico per cui
colpiscono la Babilonia di corruzione delloccidente.

Nella lectio magistralis pronunciata a Ratisbona, Benedetto XVI parl di violenza insita in alcuni passi
del Corano.
Fece un discorso molto preciso e
colto, sul quale bisogna riflettere senza volgarizzarlo o strumentalizzarlo.
C un dato oggettivo, sul quale tuttavia si deve riflettere: Maometto stato non solo un profeta, ma anche un
soldato. stato Cristo e Cesare.
Lei crede nella possibilit di dialogo con lIslam moderato?
Pi che credere lo auspico, ma vedo un mondo, certamente maggioritario, intimidito e tenuto sotto scacco
da unidentit religiosa.
C chi attribuisce parte del problema al conflitto israelo-palestinese.
Quello che succede in Medio
Oriente ha certamente un ruolo in
questa tragedia, ma ho sempre paura quando si comincia ad accusare gli
ebrei di responsabilit morali, sociali
o economiche: la storia ci ha insegnato cosa ha generato questo modo di
pensare.
Ritiene che esistano alternative alla guerra?
Neanche io ho risposte precise:
posso solo augurarmi che il califfato
venga distrutto o fallisca perch rigettato dalle stesse popolazioni. E
penso che pi dei bombardamenti
sia efficace colpire ci che finanzia il
fondamentalismo, a cominciare dal
petrolio e le armi.
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una settimana dal


13 novembre, il filosofo Alain Finkielkraut (autore de -J
EFOUJUJOGFMJDF, tradotto da Guanda, ndr) esprime
il suo avvilimento e la sua preoccupazione e si pronuncia con
contro letnocentrismo della
cattiva coscienza dellOccidente. Le sue parole severe suscitano uneco profonda nellinconscio collettivo. Da molti intellettuali del suo Paese regolarmente definito un populista
che guida lo stormo degli uccelli di sventura.
La parola guerra sulla
bocca di tutti. Qual il sentimento che prevale in lei?
Lavvilimento e persino la
disperazione. La sparizione delle grandi ideologie poteva lasciar sperare nellavvento di un
mondo unito e pacificato secondo la triplice entit costituita
delleconomia di mercato, internet e i diritti delluomo. Lillusione ora svanita in maniera
brutale: stiamo vivendo la fine
della fine della Storia. La Storia
si ripresentata in un Paese e
in un continente che credeva-

mo ormai invulnerabili. Questa


Storia non bella. Non la realizzazione trionfale dello spirito
descritto da Hegel. Non il progresso dellumanit verso la
sua realizzazione finale. In poche parole, non la Signora storia, ma la storia con lS maiuscola, quella che in nome dei crociati e degli empi pu annientarci in qualsiasi momento, in
ogni luogo, quale che sia la nostra et, sesso, professione o appartenenza. Gli spettatori del
Bataclan e i clienti de La Bonne
Bire, de La Belle quipe, del
Carillon e del Petit Cambodge
non indossavano luniforme.
Non militavano per una causa.
Bevevano un bicchiere, cenavano, ascoltavano un concerto: eppure sono stati uccisi. Vivremo
pure in democrazia, ma il totalitarismo della Storia ormai tra
noi. La Storia ci priva del nostro
diritto alla spensieratezza.
Il nostro nemico il terrorismo?
Con lUnione europea abbiamo voluto instaurare il regno
della pace perpetua. Il nostro sogno elvetico ora si frantumato sulla realt dellislamismo.

TRIBUNALE DI FIRENZE
Fallimento N. R.F. 110/2014
AVVISO DI VENDITA IMMOBILIARE CON INCANTO
L'anno 2016 ed il giorno 15 del mese di marzo alle ore 12.45 innanzi
al Giudice Delegato, Dott. Silvia Governatori, nel Suo Ufficio del Tribunale di Firenze in Viale Guidoni n.61, avr luogo la vendita con incanto del bene immobile di seguito indicato, a corpo e non a misura,
con esclusione di garanzia per eventuali vizi, nello stato di fatto e di
diritto in cui si trova, anche in riferimento alla legge 47/85, immobile
meglio descritto nella perizia estimativa in atti redatta dall' Ing. Giuliano a cui si rinvia e che si intende interamente richiamata nel presente avviso.
LOTTO UNICO
Piena propriet del complesso industriale ubicato nel Comune di Pontassieve, loc. Le Sieci, Via della Stazione
1, che si estende su unarea di circa mq 29.640, costituito da vari fabbricati di diverse dimensioni e consistenze
per un totale di superficie in pianta di mq 13.500 circa, gi destinati alla produzione di rivestimenti di ceramica
e cotto, deposito materiali, laboratorio, officina, uffici, servizi, casa custode, con annesse aree scoperte adibite
a piazzali e viabilit interna; il complesso industriale identificato al Catasto Fabbricati del Comune di Pontassieve al foglio 89, particella 50, con i seguenti subalterni: - sub 500, cat.D/7 - sub 501, cat A/3, classe 3 sub 502, unit collabente. All'interno dell'area presente una cabina di trasformazione dell'energia elettrica
di propriet Enel. Fanno inoltre parte della propriet appezzamenti di terreno di modeste dimensioni adiacenti
al predetto complesso industriale ed identificati al catasto Terreni dello stesso Comune al foglio 89, particelle
51, 52 e 53. Il bene libero.
Prezzo base d'asta
Euro
3.400.000,00
Aumento minimo
Euro
20.000,00
Deposito cauzionale
Euro
340.000,00
La vendita soggetta ad IVA, ad imposta di registro, ad imposta ipotecaria e catastale.
Eventuali oneri per adeguamenti per difformit alle prescrizioni di legge, sanatoria edilizia e/o per interventi di
bonifica resteranno a carico dell' aggiudicatario.
*****
Coloro che intendono partecipare all'incanto dovranno depositare domanda in carta bollata accompagnata
dal deposito della somma sopra determinata per cauzione per il lotto unico, a mezzo assegno circolare non
trasferibile intestato a "Fallimento R.F. n. 110/2014 Tribunale di Firenze", presso la Cancelleria Fallimentare
del Tribunale di Firenze entro le ore 12.00 del giorno antecedente la vendita, a mani del Cancelliere della Cancelleria Fallimentare.
Laggiudicatario dovr versare il residuo prezzo, detratto quanto gi versato a titolo di cauzione, a mani del
Cancelliere suddetto entro il termine di 60 giorni dalla provvisoria aggiudicazione, a mezzo assegno circolare
non trasferibile intestato a "Fallimento R.F. n.110/2014 Tribunale di Firenze". Le spese sono a carico dell'aggiudicatario e dovranno essere corrisposte unitamente al versamento del saldo prezzo.
Maggiori informazioni presso la Cancelleria fallimentare del Tribunale di Firenze o presso il Curatore Dott.
Silvio De Lazzer (tel.055/461512; e-mail s.delazzer@studiodelazzerweber.it) oppure sul sito web:
www.astegiudiziarie.it.

Dellodio che prova per noi, questo nemico non ha mai fatto mistero. Eppure abbiamo trascurato di identificarlo.
Prima del 13 novembre, cera molta tensione nel dibattito tra gli intellettuali francesi. possibile ora ununit?
Sulla mia testa stata messa una taglia per il crimine di
aver menzionato il nemico e di
aver fatto il processo al S (vale
a dire, allidentit nazionale),
invece di denunciare le umiliazioni inflitte allAltro. Contro
questo pensiero nauseabondo, -0CTFSWBUFVS ha riproposto lappello dei nuovi intellettuali di sinistra prendendosela
con Finkielkraut, Zemmour e
altri. Alain Badiou ha spiegato
perfettamente serio che non poteva partecipare alla mia trasmissione 3FQMJDBTperch nel
mio pensiero era diventato
centrale il concetto neonazista di Stato etnico. Questa impudenza dimostra la ferocia
dellideologia che oggi regna in
Francia. Si preferisce abbattere il messaggero piuttosto che
ascoltare un messaggio che obbliga a confrontarsi con la realt.
Lesercizio di osservare la
realt, non un modo di resistere alla tentazione dellintegrazione?
Lislamismo non tutto lislam. Tuttavia, esso non neppure un fenomeno marginale o
una creazione dellOccidente.
Noi non abbiamo generato questo mostro con le nostre politiche neocoloniali e la nostra discriminazione. Non stiamo pagando per i nostri crimini. Lobbligo della jihad, come spiega
Bernard Lewis, poggia sulluniversalit della rivelazione islamica. La jihad non contraccolpo, bens un progetto di conquista. LOccidente deve liberarsi
della convinzione megalomane
di dettare sempre lui le danze.
Siamo pronti per questa lunga lotta?
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Lottare contro lislamismo
vuol dire trovare i mezzi per riconquistare i territori perduti
in Francia ricostruendo, per
esempio, la scuola repubblicana. Occorre anche controllare i
flussi migratori, perch pi arrivano immigrati dal mondo arabo-musulmano, pi la comunit nazionale si frammenta e la
propaganda radicale prende
piede. Ma siamo in tempo?.
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a risposta al terrorismo devessere in


parte la garanzia della sicurezza. Colpire
Daesh, arrestare i
suoi adepti. Ma dobbiamo anche interrogarci sulle condizioni politiche di queste violenze,
sulle umiliazioni e ingiustizie
che in Medio Oriente hanno determinato limportante sostegno di cui beneficia quel movimento, e in Europa suscitano oggi vocazioni sanguinarie. Al di
l del breve termine, lunica vera risposta sta nellattuazione,
sia qui che laggi, di un modello
di sviluppo sociale ed equo.
una realt evidente: a nutrire il
terrorismo la polveriera delle
disuguaglianze in Medio Oriente, che abbiamo largamente
contribuito a creare. Daesh, lo
Stato Islamico dIraq e del Levante, nasce dalla decomposizione del regime iracheno, e pi
in generale dal tracollo del sistema di confini stabiliti nella regione nel 1920.
Dopo lannessione del Kuwait da parte dellIraq, nel
1990-1991, le potenze coalizzate inviarono le loro truppe per
restituire il petrolio agli emiri e
alle compagnie occidentali. Si
inaugur in quelloccasione un
nuovo ciclo di guerre tecnologiche e asimmetriche: alcune centinaia di morti nella coalizione
nata per liberare il Kuwait,
contro varie decine di migliaia
di vittime dal lato iracheno.
Questa logica arrivata al parossismo durante la seconda
guerra in Iraq, tra il 2003 e il
2011. Circa 500.000 morti iracheni contro un po pi di 4.000
soldati americani uccisi. E tutto
questo per vendicare i 3000
morti dell11 settembre, che pure con lIraq non avevano nulla
a che fare. Questa realt, amplificata dallestrema asimmetria
delle perdite in vite umane e
dallassenza di sbocchi politici
nel conflitto israelo-palestinese, serve oggi a giustificare tutte le efferatezze perpetrate dai
jihadisti. C da sperare che la
Francia e la Russia, entrate ora
in azione dopo il fiasco americano, facciano meno danni e suscitino meno vocazioni.
Al di l degli scontri religiosi,
chiaro che nel suo insieme il sistema politico e sociale della regione fortemente determinato e reso vulnerabile dalla concentrazione delle risorse petrolifere in alcune piccole zone spopolate. Esaminando larea che
va dallEgitto allIran, passando
per la Siria, lIraq e la Penisola
arabica, con un totale di circa

enerd sera i terroristi


sono venuti a sfidare
ci che pi odiano: la
vita cosmopolita, generosa, indisciplinata e rumorosa di Parigi e di Saint Denis, unite in un medesimo destino comune. in quartieri nei quali
coabitano cittadini di ogni generazione, lingua e cultura che
hanno cercato di impedirci di vivere e di vibrare, di parlare e di
ascoltare, di scambiare e di condividere. Volevano stroncare la
nostra libert questa libert
che in ciascuno dei nostri comuni noi ci adoperiamo a proteggere e a condividere questa libert che a uno stesso tempo laria che respiriamo, la lingua
che parliamo, il sangue che ci
scorre nelle vene.
Noi non temiamo i nostri nemici, non pi di quanto non li rispettiamo ma dobbiamo temere i sentimenti che loro potrebbero ispirarci: la paura che
snatura, la collera che sfregia, il
dubbio che divide. Non faremo
loro lonore di provare paura,
ma ci troveranno vigili. Non faremo loro lonore di provare collera, ma ci troveranno implacabili. Non faremo loro lonore di
dubitare, ma ci troveranno attaccati a quel dialogo democratico che loro detestano.
Posso dirvelo a nome di tutti
i parigini e pensando a tutti
quelli che ho incontrato da venerd a oggi: noi resteremo in
piedi e resteremo noi stessi,
continueremo ad assumere di
fronte al mondo la nostra identit collettiva di parigini, attaccati per loro stessi e per lumanit
intera alla libert, alleguaglianza e alla fraternit attac-

cati alla nostra specificit nel


mondo tanto quanto alla nostra apertura sul mondo e attaccati infine alla nostraBSUEF
WJWSF, con passione e in pace.
Posso anche dirvi che, pur essendo ferita, la societ parigina
sapr trasformarsi nel momento della prova, per sopravvivere ma anche per vivere per vivere in pace, nel rispetto, onorando i propri ideali, aderendo
ai propri valori, e prendendosi
cura della propria cultura.
Nello stesso modo, io credo
nella nostra capacit collettiva
di vivere insieme, come lintendiamo noi, in una societ che
socialmente, culturalmente, religiosamente cosmopolita.
nelle vesti di semplice cittadina e di semplice parigina che
invito ciascuno, a prescindere
dallaffiliazione politica, ad
astenersi da qualsiasi espressione che rischi di ferire o di dividere, e cercare invece di far prevalere soltanto linteresse generale.
A tutte e tutti coloro che ci
consentono quotidianamente
di vivere tutti insieme io ribadisco la nostra fiducia, in questo
momento decisivo della nostra
Storia. Sono numerosi e infinitamente rispettabili le donne e
gli uomini che si danno da fare
da venerd scorso affinch la societ parigina resista allo shock
che ha subito. Uno degli intellettuali dei nostri Lumi scrisse le
sentiment de nos forces les augmente. La Parigi che stata
colpita la Parigi di tutti soffre, ma in piedi e guarda dritto davanti a s. viva e vivr.

5SBEV[JPOF
EJ"OOB#JTTBOUJ

300 milioni di abitanti, si pu


constatare che il 60-70% del Pil
regionale si concentra nelle monarchie petrolifere, con appena
il 10% della popolazione. Per di
pi, nelle monarchie petrolifere, una parte sproporzionata di
questa manna accaparrata da
una minoranza, mentre ampie
fasce della popolazione sono tenute in uno stato di semi-schiavit. Ma proprio questi regimi
godono del sostegno delle potenze occidentali, ben liete di ottenere qualche briciola per finanziare i propri club di calcio,
o di vendere armi. Non c dunque da sorprendersi se le nostre
lezioni di democrazia sociale
non hanno molta presa sui giovani mediorientali.
Quanto ai discorsi sulla democrazia, sarebbe meglio smettere di farli solo quando i risultati
elettorali sono di nostro gradimento. Nel 2012, in Egitto, Mohamed Morsi era stato eletto
presidente in seguito a regolari
elezioni: un evento tuttaltro
che banale nella storia elettorale araba. Ma gi nel 2013 fu destituito ad opera dei militari. I
quali non tardarono a giustizia-

re migliaia di Fratelli Musulmani, che pure avevano compensato in parte le carenze dello Stato
egiziano con la loro azione sociale. Pochi mesi dopo, la Francia
cancell tutto con un colpo di
spugna per poter vendere le sue
fregate e accaparrarsi una parte delle scarse risorse del Paese.
Un caso di democrazia negata.
Resta un punto interrogativo: com possibile che alcuni
giovani cresciuti in Francia confondano Bagdad con la banlieue
parigina, cercando di importarvi i conflitti che nascono laggi?
Non vi sono scusanti. Salvo forse notare che la disoccupazione
e le discriminazioni nelle assunzioni non migliorano le cose.
LEuropa, che prima della crisi
riusciva ad accogliere un flusso
migratorio netto di 1 milione di
persone allanno, oggi deve rilanciare il suo modello dintegrazione. stata lausterit a
far esplodere gli egoismi nazionali e le tensioni identitarie. Solo con uno sviluppo sociale ed
equo si potr sconfiggere lodio.

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TRIBUNALE DI FIRENZE
Fallimento N. 39/2013

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AVVISO DI VENDITA IMMOBILIARE e MOBILIARE CON INCANTO


L'anno 2016 ed il giorno 4 del mese di febbraio alle ore 13.15 innanzi al Giudice Delegato,
Dott.ssa Governatori, nel Suo Ufficio del Tribunale di Firenze, avr luogo la vendita con incanto
del seguente lotto unico composto dai seguenti beni immobili e mobili meglio descritti nelle
perizie estimative in atti a cui si rinvia e che si intendono qui richiamate:
1) complesso immobiliare (ex fallimento RF 39/2013) ubicato a Campi Bisenzio via di Gramignano snc, costituito da un parco acquatico e da un centro sportivo polivalente. Allinterno sono presenti una piscina costituita da 8 corsie, una piscina dedicata alla scuola nuoto
ed una per attivit di fitness. E presente anche una zona benessere con bagno turco, biosauna, sauna finlandese, sauna mediterranea, tepidario, idromassaggio, uno spazio dedicato
alla riabilitazione ed una beauty farm. A completamento si trovano anche ampi spazi per il
personal training. Sono anche presenti aree destinate a ristorante/pizzeria, bar, negozi commerciali, oltre alla reception; fa infine parte
del complesso l'alloggio del custode. Allesterno si trovano una piscina olimpionica ad 8 corsie ed una piscina ludica, oltre ad ampio
spazio verde nonch area allaperto per ristorante/pizzeria. Al piano interrato ed in copertura trovano allocazione vari impianti relativi
al funzionamento della struttura. L'immobile ha una superficie commerciale ragguagliata di mq 8.004,50;
2) marchio Hidron (ex fallimento RF 39/2013) registrato presso l'Ufficio Italiano Brevetti e Marchi con copertura a livello nazionale per
le classi merceologiche 25,28,41 e 43;
3) beni strumentali (ex fallimento RF 39/2013) come da elenco agli atti della procedura;
4) azienda (ex fallimento RF 230/2013) esercente all'interno dell'immobile sub 1) attivit ludico sportive, attivit di wellness, attivit di
sublocazione di spazi a terzi, attivit di ristorazione e attivit di commercio al dettaglio (queste ultime due riservate ai frequentatori
della struttura e non aperte al pubblico). Le attivit aziendali sono costituite da beni strumentali (diversi da quelli sub 3) con elenco agli
atti della procedura e dall'avviamento. Sono comunque esclusi i debiti ed i crediti relativi all'azienda. Attualmente l'azienda risulta
concessa in affitto a terzi fino al 31 luglio 2016, con rinnovo tacito annuale salvo disdetta; la procedura fallimentare ha comunque il
diritto di recedere dal contratto con preavviso di mesi 2. Nell'azienda sono in essere n. 20 rapporti di lavoro dipendente ordinari e n.
22 rapporti di lavoro a chiamata ex DLGS 276/2003 artt.33 e ss e n.5 rapporti di lavoro dipendente apprendisti.
Prezzo base d'asta complessivo Euro 5.800.000,00
Aumento minimo Euro 25.000,00 Deposito cazionale Euro 580.000,00
L'atto soggetto ad IVA, imposte di registro, ipotecarie e catastali.
Seppure dalla perizia in atti non emergano difformit urbanistiche dell'immobile, eventuali oneri per sanatoria edilizia resteranno a carico
dell' aggiudicatario.
L'aggiudicatario non subentrer nei debiti e crediti dell'azienda ad eccezione dei debiti verso i dipendenti accertati in sede fallimentare i
quali, previa liberatoria dei dipendenti a favore della procedura fallimentare, potranno essere accollati dall'aggiudicatario con conseguente
compensazione rispetto al debito derivante dal prezzo di aggiudicazione.
I beni strumentali e gli impianti compresi nella presente vendita dovranno, prima del loro utilizzo e se necessario, essere resi conformi ai
requisiti di cui al D.Lgs 81/2008 e successive modifiche e integrazioni, a ci espressamente obbligandosi la futura parte aggiudicataria, il
tutto a cura e spese di quest'ultima e con espressa e irrevocabile rinunzia della medesima a qualunque pretesa nei confronti delle procedure
fallimentari RF 39/2013 e 230/2013.
Coloro che intendono partecipare all' incanto dovranno depositare domanda in carta bollata accompagnata dal deposito della somma
sopra determinata per cauzione a mezzo assegno circolare non trasferibile intestato a "Fallimento n. 39/2013 Tribunale di Firenze", presso
la Cancelleria Fallimentare del Tribunale di Firenze entro le ore 12.00 del giorno antecedente l'udienza di vendita. Laggiudicatario dovr
versare il residuo prezzo e le somme per le spese relative alla vendita, detratto quanto gi versato a titolo di cauzione, a mani del Cancelliere
suddetto entro il termine di 60 giorni dalla provvisoria aggiudicazione, a mezzo assegno circolare non trasferibile intestato a "Fallimento
R.F. n.39/2013 Tribunale di Firenze".
Maggiori informazioni presso la Cancelleria Fallimentare del Tribunale di Firenze o presso il Curatore Dott. Silvio De Lazzer (tel.055/461512;
e-mail : s.delazzer@studiodelazzerweber.it) oppure sul sito web: www.astegiudiziarie.it .

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Il gradimento di Matteo Renzi


74
70

64

62

64

59

60

62
63
60

50

40

53

52

49
50
46

43

Set.
2012

Dic.

Feb. Mag.
2013

Ott.

Mar. Mag.
2014

Giu.

Set.

Ott.

Nov.

48

49

Dic.

Gen.
2015

Feb.

Mar.

41

42

Giu.

Set.

44

Ott.

Nov.

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tragici avvenimenti di Parigi hanno


congelato il clima dopinione - politica - in Italia. Come se lesigenza di
unit avesse, in parte, stemperato le tensioni interne. Le polemiche
fra leader e partiti, al proposito, sono apparse meno violente che in altre occasioni. Anche cos si spiegano gli orientamenti emersi nel sondaggio dellAtlante Politico di Demos, condotto nei giorni
scorsi, in ambito nazionale. Lindice di
gradimento del governo: sale al 46%, 4
punti pi di un mese fa. Anche la fiducia
personale nei confronti di Matteo Renzi
risale al 48%. In entrambi i casi, un grado di consenso che non si osservava dalla scorsa primavera. Tuttavia, la richiesta di tregua politica, nellopinione
pubblica, non favorisce solo il premier e
il governo. La fiducia nei confronti dei
leader politici, infatti, fa osservare un
miglioramento generalizzato. Tutti, infatti, rafforzano la loro immagine, agli
occhi dei cittadini. Ad eccezione di Giorgia Meloni, il cui gradimento scende al
33%: 3 punti in meno, rispetto a un mese fa. Quando, per, aveva beneficiato
del dibattito seguito alle polemiche romane. Fra gli altri, risulta interessante
la crescita di fiducia verso Salvini. Trainato, probabilmente, dalle polemiche
sugli stranieri. E sul pericolo generato
dai profughi in arrivo dal mare. Salvini,
infatti, raggiunge il 38%: 5 punti pi di
un mese fa. Dietro di lui e a Renzi incontriamo i due leader del M5s: Grillo e
Di Maio. Insieme a Bersani e, appunto, a
Giorgia Meloni, compresi fra 32 e 34%.
Unica novit: Diego Della Valle. Lultimo arrivato sulla scena politica, insieme
a un nuovo marchio: Noi italiani. Limprenditore marchigiano presidente
della Fiorentina ottiene un buon grado
di consensi: 35%. Meno di Salvini. Molto
meno di Renzi. Ma (poco) pi di Grillo,
Di Maio e tutti gli altri. Tuttavia, come si
visto in passato, il vantaggio competitivo delle figure nuove, provenienti
dallesterno, tende a sfumare quando
si scende in campo e la novit finisce.
Cos, in attesa che il clima internazionale si raffreddi oppure, malauguratamente, si riscaldi ulteriormente - gli italiani guardano alle vicende e ai personaggi della scena politica interna con un
certo distacco. Comprensibilmente. Le
stime di voto lo confermano. E riproducono un profilo con pochi (anche se significativi) scostamenti, rispetto al mese
scorso. Davanti a tutti, il PD di Matteo
Renzi. Quindi, il M5s. Il PD: 31,6%, appena sotto un mese fa. Il M5s appena sopra: 27,4. La distanza fra i due partiti,
dunque, si consolida, intorno a 4 punti.
Larretramento del PD di Renzi, peraltro, si spiega anche con lavvio della Sinistra Italiana (SI), a cui hanno aderito
SEL e altri gruppi, insieme agli esponenti della sinistra del PD usciti dal partito.

Le intenzioni di voto (Camera dei deputati)


Se oggi ci fossero le elezioni politiche nazionali, quale partito voterebbe alla Camera?

(valori %, serie storica)

I QUATTRO PARTITI MAGGIORI

40,8

45,2

Pd

41,1

40

36,3

36,3

36,6
32,2

33,1

31,8

31,6

30

27,4
20

21,2

M5S

20,0

19,1

16,8

Forza Italia

18,6
6,2

Lega Nord

6,9

4,7

26,7

14,0

19,8

19,7

16,2

15,8

13,5

14,2

13,0

11,5

14,0

15,0
10

26,1

10,8

27,2

20,4

11,4

13,2
12,5

14,1
12,8

GLI ALTRI PARTITI


Sinistra Italiana,
Sel + altri di sinistra*

4,0

4,3

5,8

6,3

4,3

4,8

5,2

4,5

4,2

5,5

Ncd-Udc

4,4

6,7

2,9

3,8

4,8

3,6

3,5

2,7

3,1

3,0

Fdi -An

3,7

2,7

2,1

3,6

3,3

4,8

3,3

3,5

4,5

4,0

Altri

2,9

2,3

2,6

3,2

2,8

4,8

1,5

4,1

3,5

1,6

Gennaio
2015

Marzo

Giugno

Settembre

El. europee Giugno


(mag. 2014) 2014

Settembre Novembre

Ottobre Novembre
2015

* Nelle elezioni europee di maggio 2014: Laltra Europa con Tsipras. Fino a ottobre 2015: Sel + altri di sinistra
SI, infatti, potrebbe intercettare una
quota di elettori dalla base del PD. Non
detto che si tratti di un prezzo eccessivo,
per Renzi. Il quale mira ad attrarre maggiormente gli elettori moderati. E, quindi, a distinguersi dalle posizioni di Sinistra pi marcate. Ora interpretate ed
espresse dalla SI.
Tuttavia, interessante osservare come una maggioranza limitata di elettori del PD (53%) sosterrebbe lipotesi
di unintesa, in vista delle prossime elezioni politiche. Si tratta, tuttavia, di un
consenso assai pi ridotto rispetto a
quello espresso dalla base elettorale di
Sel-SI. La cui sopravvivenza, senza il
traino del PD, verrebbe messa seriamente in discussione dalla nuova legge elettorale. Un motivo in pi, probabilmente, per spingere il premier a non tornare
indietro. E ad allontanare il nuovo soggetto politico dal (sempre pi) suo
Pd(R).
Riprendendo le stime elettorali, luni-

ca vera novit appare la risalita della Lega di Salvini, oltre il 14%. E il parallelo arretramento di FI, sotto il 13%. Da ci, il
ri-sorpasso della Lega, che ri-supera, anche se di poco, FI. Da ci, anche il consenso, largamente maggioritario, per una lista comune, che unisca Lega e FI. Una

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prospettiva sostenuta da circa 8 elettori
su 10, in entrambi i partiti. Per necessit. Ma se il percorso unitario, a destra,
appare con-diviso, le idee su chi lo debba
guidare appaiono divise. Prevale, fra gli
altri, Matteo Salvini. Oltre un terzo degli
elettori di Centrodestra lo vorrebbe leader di una lista unitaria. Ma il 27% prefe-

rirebbe Silvio Berlusconi. Mentre il 17%


punta su Giorgia Meloni. Le opinioni, al
proposito, sono ovviamente influenzate
dagli orientamenti di partito. E ci potrebbe, al momento della scelta, complicare la confluenza degli elettorati dentro a un unico collettore politico. Dietro
a ununica bandiera. Per ora, osserviamo che, in caso di ballottaggio (come
prevede la nuova legge elettorale, se
nessuna lista superasse il 40%), il PdR
prevarrebbe senza troppi problemi contro i soggetti di Centrodestra. Di larga
misura (20 punti) contro la Lega da sola. Ma in modo netto (pi di 11 punti) anche contro una lista unitaria, che associasse la Lega di Salvini e il partito di Berlusconi.
Cos, lunica sfida veramente incerta
appare (e sarebbe) quella fra il PdR e il
M5s. Come si era gi osservato un mese
fa. Ma oggi lincertezza appare ancora
maggiore. Una distanza di poco pi di 4
punti, 52% a 48%, si traduce, infatti, in

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Il gradimento dei leader


Che voto darebbe, su una scala da 1 a 10, a...
(valori %, sul totale degli intervistati, di quanti esprimono una valutazione
uguale o superiore a 6)

Novembre 2015

Ottobre 2015

Matteo Renzi

48
44

Matteo Salvini
Diego Della Valle

38
33
35
n.r.

Beppe Grillo

34
31

Luigi Di Maio

33
31

Giorgia Meloni

33

Pier Luigi Bersani

n.r.
29
27
28
23

Silvio Berlusconi

27
26

Pippo Civati

23
23
22
n.r.

Nichi Vendola
Corrado Passera

ROMA. Quanto vale la sinistra-sinistra,


radicale o, comunque, extra-Pd? Sommando tutte le forze dellarea si arriva,
oggi, a lambire il 6%. Un risultato
tuttaltro che irrilevante, ma sul quale
pesano ancora problemi non trascurabili, per quanto riguarda la leadership, le
strategie, le possibili alleanze.
Il nuovo soggetto sulla scena politica
Sinistra Italiana: compagine tenuta a
battesimo, pochi giorni fa, da Sel e dai
fuoriusciti del Pd (tra i quali Fassina, Mineo e DAttorre). Se ad esso sommiamo
i voti delle altre formazioni minori della

36

Angelino Alfano

Stefano Fassina

30#&350#*03$*0
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32

Maurizio Landini

20
20
19
n.r.

Stime elettorali: I ballottaggi


In caso di ballottaggio, chi voterebbe tra...
IPOTESI 1

(valori %)

Novembre 2015

Ottobre 2015

PD vs M55
60

52,2

52,7

47,8

47,3

50
40

Astenuti, incerti e reticenti: 18%

IPOTESI 2

PD vs LEGA
NORD

59,9

58,9

60
50

41,1

40,1

40

Astenuti, incerti e reticenti: 18%

IPOTESI 3

PD vs lista di
centrodestra:
FI e

LEGA
NORD

60

55,7

51,7
44,3

48,3

50
40

Astenuti, incerti e reticenti: 19%

Un leader per il centro-destra


Se alle prossime elezioni dovesse presentarsi una lista unitaria
di centro-destra, formata da Forza Italia, Lega Nord e altri partiti,
chi dovrebbe essere il leader?

(valori %)

ELETTORI DI CENTRO-DESTRA

Matteo Salvini
Silvio Berlusconi
Giorgia Meloni
Un altro leader
Non sa/non risponde

35
27
17
14
7
FONTE DEMOS & Pi, novembre 2015 (base 1.010 casi)

una differenza di 2 punti. Perch ogni


punto in pi per una lista sottratto, automaticamente, allaltra. In altri termini: ogni esito pare possibile. Anche perch il M5s non sembra pi condannato
al ruolo dellopposizione non alternativa. Certo, due terzi degli elettori pensano che non sarebbe in grado di governare, a livello nazionale. Ma quasi met lo
ritiene, al contrario, adeguato, in caso di
vittoria, ad amministrare le grandi citt
dove si vota lanno prossimo. Come Roma, Milano, Torino. Unidea condivisa
da quasi tutti gli elettori del M5s. Due anni fa non era cos. Il M5s era solo un voto di protesta. Per quasi tutti gli elettori
italiani. E per gran parte degli elettori
del M5s. Ma i tempi cambiano. E il clima
di insicurezza, alimentato dal terrorismo, vicino e lontano, contribuisce a modificare, ancora, e profondamente, il nostro sentimento politico. Anzi: i nostri
sentimenti.
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sinistra (inclusi i marchi storici di Rc e
Pdci) le forze alla sinistra del Pd(R),
nellultima rilevazione dellAtlante Politico, si attestano al 5.5% dei voti.
Il risultato del sondaggio va preso per con cautela: non esiste ancora, di fatto, un unico partito, chiaramente riconoscibile. Va verificato, inoltre, se i voti
dei suoi soci fondatori - inclusi quelli
che ancora non hanno aderito al progetto - siano effettivamente sommabili.
Pu essere comunque utile analizzarne, fin dora, il profilo, i punti di forza e
di debolezza. Una formazione unitaria
otterrebbe, naturalmente, il suo migliore risultato fra gli elettori di sinistra
(19%). Anche in questarea, tuttavia,

sarebbe superata sia dal Pd (43%) sia


dal M5S (32%). I suoi consensi sono
molto differenziati per livello di istruzione e classe det. Tra i giovani sotto i 30
anni e i laureati, le intenzioni di voto si
avvicinano al 10%, ma crollano tra le
persone meno istruite e tra gli anziani.
Non si rilevano grandi differenze in riferimento alle classi sociali, sebbene lavoratori autonomi, pensionati e casalinghe siano poco disponibili a votare per
le forze della sinistra-sinistra.
Un cartello della sinistra-sinistra dovrebbe, daltra parte, fare i conti con diversi dilemmi, di non facile soluzione. Il
primo riguarda la leadership. Il pi popolare, tra i leader di questarea, rimane Landini (29%), mentre Civati, Vendola e Fassina si attestano appena sopra il 20%. Nessuno, tuttavia, stacca
nettamente gli altri, sia nellelettorato
generale che in quello di sinistra. Si rilevano, poi, divisioni in merito alle possibili alleanze con il Pd e alle scelte di voto
in caso di ballottaggio Pd-M5S. Prevalgono le posizioni favorevoli ad un patto
con il partito del premier (87%) e alla
scelta per il Pd in un eventuale secondo
turno. Non mancano, tuttavia, opinioni
di segno opposto. Nodi strategici, da
sciogliere per definire lidentit e il profilo politico di un nuovo partito.
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ROMA. Sar un primarie day a

stabilire il prossimo 20 marzo i


candidati del Pd alle amministrative di primavera. E se Anto-

nio Bassolino prova a bruciare


tutti sul tempo, annunciando
lintenzione di presentarsi ai gazebo democratici, il partito gela immediatamente le sue ambizioni e lascia trapelare una sonora bocciatura. Unipotesi,

quella del ritorno dellex sindaco, che provoca lorticaria a


Matteo Renzi. Ma vi sembra
possibile fare un passo indietro
di ventanni? si sfogato il
premier uno scenario che
non esiste, noi siamo nati come

quelli della rottomazione. Meglio rischiare di perdere Napoli,


che perdere la faccia.
Lidea di convocare i gazebo
in ununica data (e approvare
un regolamento nazionale,
prossimo al varo, per stabilire
se saranno limitati ai soli iscritti) nasce con unesigenza precisa: mettere ordine in un panorama assai confuso. C chi ha gi
fissato le primarie dem a gennaio, chi a febbraio, chi a marzo.
Con il rischio di un lungo stillicidio di pasticci locali. E invece
questo il modo migliore ammette il vicesegretario Lorenzo
Guerini per governare le singole questioni locali. Facciamo
votare i nostri lo stesso giorno,
in tutta Italia, e poi abbiamo davanti un tempo congruo per la
campagna elettorale. Da sempre, daltra parte, proprio
Renzi a spingere per questo tipo di road map: battaglia interna durissima per la scelta del
nome giusto, poi partito unito
nella sfida nelle urne. Se si considera anche il peso politico di
questa tornata amministrativa, la conclusione scontata:
Si vota nelle principali citt italiane - ricorda Ettore Rosato - e
vogliamo investire sulla massima partecipazione. Che solo
un primarie day nazionale
pu garantire.
Il poker di nomi dem da schierare a Roma, Milano, Torino e
Napoli sar presentato entro fine gennaio. Selezionati, pare,
con primarie di coalizione, anche se eventuali corse solitarie
di Sel minano il quadro unitario. Nel capoluogo piemontese,
per dire, i vendoliani puntano
su Giorgio Airaudo, bypassando la conta interna al centrosinistra. La reazione del Pd potrebbe consumarsi nelle altre citt
simbolo, a partire da Roma.
Il nodo pi complicato, per,
resta quello di Napoli. E se Renzi stronca le ambizioni dellex
primo cittadino, il resto quasi
tutto da decidere. Tra i papabili ci sono Umberto Ranieri e il
franceschiniano Leonardo Impegno. Il primo da sempre il
principale collaboratore di Giorgio Napolitano. Non a caso dirige la Fondazione lanciata proprio dallex capo dello Stato. A
Napoli non pi il tempo di uomini soli al comando sostiene
-. Abbiamo gi dato e visto i disastrosi risultati. Ma c storia
anche nel cognome Impegno.
Figlio di Berardo, lultimo segretario dellallora Pds napoletano
commissariato proprio da Bassolino. I cittadini - sostiene sceglieranno tra chi rappresenta ancora oggi gli errori del passato e chi deve costruire lalternativa del futuro. E se Gennaro Migliore si tira indietro, i bersaniani pensano alla carta
dellex Cgil Gianluca Daniele. A
meno che la segreteria non sparigli, pescando allultimo momento fuori dal Pd.
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ROMA. Una kermesse per

radicare lancoraggio del Pd


nel campo del centro sinistra
proprio nei giorni della
Leopolda di Matteo Renzi.
Unanti Leopolda, insomma.
Con un dettaglio: liniziativa
stata promossa dalla
minoranza del Pd. La data
immaginata per il convegno,
spiegano in una lettera
Gianni Cuperlo, Roberto
Speranza , era il 5 dicembre,
ma la decisione della
segreteria Pd di organizzare
per lo stesso giorno mille
banchetti nelle piazze
italiane, ci spinge a rinviare il
nostro incontro alla
settimana successiva.
Levento si svolger a Roma il
12 dicembre, nello stesso
weekend della Leopolda di
Matteo Renzi a Firenze. Non
la prima volta che il premier
subisce una contro kermesse.
Nel 2011 lallora segretario
Pier Luigi Bersani organizz a
Napoli un convegno sul
mezzogiorno scatenando la
reazione delle truppe dellex
sindaco di Firenze. Non ci
sar alcuna scissione assicura la minoranza - ma
sar una riflessione per un
nuovo centrosinistra.

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Due parole postate sui


social. Mi candido. Antonio
Bassolino, 68 anni, il ritorno.
Un annuncio tanto scontato
quanto dirompente. Seguito,
poco dopo, da un altro messaggio: Fare il sindaco stato limpegno pi grande della mia vita
e sento il dovere di mettermi di
nuovo al servizio della citt. Napoli prima di tutto. Lex dirigente del Pci, lex sindaco di Napoli ed ex governatore campano, gioca ora a carte scoperte e
punta a Palazzo San Giacomo,
primo sfidante di Luigi de Magistris. Quando a tarda sera, filtra da Roma uno stop lapidario
dalla segreteria di Renzi, Bassolino lo ignora. Non replica. Se
non con gli amici. Ognuno ha
la sua etica, la sua scuola.
Bassolino, non ha scritto Pd
in questi suoi post. Perch?
Attenzione: il primo post
era mi candido. Cio: alle primarie di centrosinistra. E non
come capo di una corrente o di
un gruppo. Ma il secondo messaggio era: mi candido a sindaco per unire, sento il dovere di
mettermi al servizio della citt.
Era per dire: Napoli viene prima di ogni interesse particolare. Perch la crisi di Napoli
molto grave. Ed una crisi politica e civile, prima che economica e sociale.
Lei vuole salvare Napoli dalla crisi in cui lhanno cacciata, ma chi? Il sindaco o un Pd
inadeguato?
Dobbiamo essere onesti.
Sulla crisi economica e sociale,
un Comune non pu fare nulla.
Ma sulla crisi politica, no: l ci sono responsabilit. Napoli in questi anni si auto-isolata. Non
dialoga, chiusa in se stesso.
Mentre interesse della citt fare della costruzione di un rapporto con Roma, il vero punto
di forza di una capitale del Mezzogiorno e mediterranea. Io da
sindaco dialogavo con Berlusconi, perch de Magistris non ha
voluto mai dialogare con Renzi? Oggi fondamentale reinserire la citt in un circuito politico-istituzionale.
Il Pd campano parte del problema, non ne ha quasi indovinata una negli ultimi anni.
Non crede che sar difficilissima la sfida per il Comune?
Eccome se lo . Quanto volte ho scritto e detto che il Pd a
Napoli non era n carne n pesce? Che non stato n governo n opposizione? Ma per me
sono proprio queste due condizioni - la crisi profonda che attraversa la citt e la crisi che attraversa il partito da queste parti - che mi spingono a mettermi
in gioco. Diciamocelo: se avessi
visto che il Pd a Napoli aveva
delle risorse forti su cui puntare, se avessi visto una coesione
e un lavoro serrato, ne avrei fatto a meno. Sarei rimasto a fare
il nonno felice. Invece, essendo

una sfida impegnativa, torno a


combattere, il mio dna. La corsa al Comune, per il Pd e per tutta la coalizione, oggi davvero
unardua scalata.
Si riferisce allinchiesta e alle implicazioni politiche su
De Luca, suo acerrimo avversario?
Mi riferisco a eventi e considerazioni che restano, per,
squisitamente politiche. Il lavoro dei magistrati lasciamolo serenamente ai magistrati. Io, ripeto, guardo allultima meta
della battaglia, al ruolo del sindaco perch lho fatto, so che cosa significa, perch io so che un
attimo dopo la fine delle elezioni bisogna poi essere il sindaco
di tutti i napoletani.
Le agenzie danno come lapidarie le critiche del Nazare-

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no: Bassolino non il nostro


nome. Cosa risponde?
Andiamo avanti, sono cose
anonime.
Ma si posto il problema di
come parlare e arrivare ai
giovani? E di come rispondere a chi lo addita gi da tempo come vecchia guardia ?
Saranno gli elettori, nelle
primarie e alle elezioni, a decidere cosa il nuovo e cosa il
vecchio. Il nuovo, intendo, come freschezza nellintervento
politico, come cifra culturale,
come voglia di imparare e capire la societ nelle sue trasformazioni. Sono loro, gli elettori, i sovrani giudici del vecchio e nuovo, ma politico e non anagrafico. E poi sui giovani bisogna
davvero trovare il coraggio di
ragionare: ci sono giovani del

Pd, ma ci sono quelli che guardano ai grillini, quelli di de Magistris, poi ci sono giovani che
non vanno a votare, che emigrano per studiare e lavorare. E sono giovanissimi anche quelli
che scelgono la camorra, che diventano killer.
Il fallimento dei rifiuti. Lei
uscito a testa alta da numerosi processi. Ma ha una condanna della Corte dei Conti
di Roma per danno erariale.
Secondo alcuni, ci renderebbe illegittima la sua candidatura. Cosa risponde?
Ci sar tempo. Abbiamo tanto tempo, sette mesi fino allelezione per il sindaco. Parleremo
di tutto, e con precisione. Anche dei rifiuti. Non mi sottraggo.
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NEW YORK. Ho preso una decisione molto personale, dopo la nascita di mia figlia rester casa per
due mesi. Lannuncio non poteva arrivare che via Facebook, visto che a farlo stato Mark Zuckerberg che del social network
pi conosciuto, importante e ricco del mondo fondatore, Ceo e
padrone (quasi) assoluto. Nella
cerchia dei suoi amici pi cari
qualcuno dice adesso che se lo
aspettava, ma la notizia delle otto settimane di congedo di paternit che ha deciso di prendere colui che (stando alle varie classifiche) fa parte della ristretta cerchia dei cinquanta uomini che
pi hanno influenza nel mondo
di oggi, non poteva suscitare che
scalpore e sorpresa. E ha fatto rapidamente il giro del mondo.
Zuckerberg, che a soli 31 anni
il settimo uomo pi ricco del
mondo (patrimonio stimato di
46,9 miliardi) non ha chiarito chi
prender il suo posto durante la
lunga pausa per un amministratore delegato di una societ
cos rilevante dal lavoro e negli uffici di Facebook a Menlo
Park nessuno ha risposto alle domande poste con insistenza da
tutti i grandi media Usa. Nel messaggio che ha postato sul suo
social network, si limitato a
spiegare come le ricerche dimostrino che quando i genitori che
lavorano prendono del tempo a
casa per rimanere con i figli appena nati, ci sono risultati migliori
sia per i bambini che per le famiglie. Il post accompagnato da
una foto del salotto di casa Zuckerberg, con il cane Beast e un
passeggino. Mark e la moglie Priscilla Chan (amore sbocciato sui
banchi del college ad Harvard,
che il fondatore di Facebook ha
abbandonato prima di laurearsi)
avevano annunciato nel luglio

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scorso ovviamente sempre su
Facebook che sarebbero diventati genitori di una bambina.
La societ di Menlo Park, insieme a Google la pi importante
della Silicon Valley, ha avuto da
sempre una politica sulla maternit (e paternit) decisamente
avanzata rispetto a quelli che sono tradizionalmente gli standard americani. Tutti i dipendenti hanno diritto a quattro mesi di
congedo parentale tutto pagato, che possono essere usati o in
modo continuativo o divisi in periodi pi brevi durante il primo
anno di vita del neonato/a. Non
la sola. Per restare nella Silicon
Valley o comunque nelle grandi aziende legate al digitale
Netflix, la societ di streaming
che ha rivoluzionato la tv (e i serial televisivi) concede ai suoi dipendenti (non tutti per la verit)
un congedo maternit/paternit
illimitato, ma non retribuito, du-

LA PATERNITA IN ITALIA
1 giorno
Il congedo obbligatorio
per i padri in Italia,
retribuito al 100% dallInps

2 giorni
Il congedo facoltativo,
attingendo dal congedo
obbligatorio della madre
(provvedimento introdotto
dalla legge Fornero
per il periodo 2013-2015)

2 giorni obbligatori e
4 facoltativi
lestensione del congedo
per i padri prevista dalla
legge di stabilit per il 2016

chs (4 mesi), Morgan Stanley (4


mesi), Bank of America (3 mesi)
e Dow Jones (3 mesi) si sono adeguati.
Dopo lannuncio di Zuckerberg partita la caccia a quanti
hanno fatto la stessa scelta. Per
ora nessuno dei top manager della cosiddetta Corporate America
(linsieme delle grandi societ

rante il primo anno, con una


grande responsabilizzazione dei
propri lavoratori (scegliete
quello che insieme il bene vostro e dellazienda). Google, Microsoft danno tre mesi, Twitter
dieci settimane, Adobe si messa alla pari con Facebook. Ed anche grandi istituti finanziari di
Wall Street come Goldman Sa-

Lastensione facoltativa
(i padri che ne usufruiscono)

18.023

22.519

26.043

29.279

28.201

2008

2009

2010

2011

2012

12%
I padri che
hanno
usufruito
dellastensione
facoltativa
di 6 mesi
entro i primi
12 anni del bambino
(al 30% dello stipendio)
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MFCSBUFMFFTFRVJF
'JSFO[F OPWFNCSF

Usa) ha fatto la stessa scelta.


Una donna, lamministratore delegato di Yahoo!, Marissa Mayer,
si presa solo due settimane di
congedo quando le nato il primo figlio, attirandosi una pioggia di critiche, soprattutto da
parte delle donne. La Mayer andava in ufficio con la bambina e
aveva predisposto una stanza dove farla stare con infermiera e baby-sitter. Adesso aspetta due gemelli e ha gi dichiarato che vuole prendersi solo un breve permesso per essere presente in un
importante periodo di trasformazione di Yahoo!, e di nuovo
viene attaccata. Restano da chiarire due cose: quando nascer la
figlia di Mark e Priscilla Zuckerberg e chi sostituir il fondatore
di Facebook alla guida dellazienda per due mesi. Il candidato pi
accreditato una donna, lattuale numero due Sheryl Sandberg.

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COMBINAZIONE VINCENTE

Numero Jolly

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LE QUOTE

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ROMA. Quindici giorni a casa per tutti i pap. Obbligato-

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LOTTO
BARI
CAGLIARI
FIRENZE
GENOVA
MILANO
NAPOLI
PALERMO
ROMA
TORINO
VENEZIA
NAZIONALE

10

LOTTO

COMBINAZIONE VINCENTE

NUMERO ORO:

ri e retribuiti al 100%. la proposta di legge presentata


da Valeria Fedeli, vicepresidente del Senato del Pd.
Perch questa iniziativa?
Perch il gap fra uomini e donne si supera meglio se
la genitorialit condivisa. In Svezia ad esempio le donne sono meno discriminate sul lavoro e il loro rientro in
ufficio avviene con meno problemi. I figli crescono meglio accanto ai padri, oltre che alle madri. Senza parlare della soddisfazione che si prova e della relazione affettiva che si stabilisce in famiglia.
Oggi com la situazione in Italia?
La legge Fornero nel 2012 aveva introdotto il congedo di paternit obbligatorio 4FMB
di un giorno, pi due giorni facoltativi, tra HFOJUPSJBMJU
il 2013 e il 2015. Noi con un emendamento DPOEJWJTB
alla legge di stabilit votato due giorni fa QPTTJBNP
siamo passati a due giorni obbligatori e TVQFSBSFJMHBQ
quattro facoltativi per il 2016. Il provvedi- USBJTFTTJDIF
mento coster 25 milioni.
BODPSBFTJTUF
Che tempi ci sono per il provvedimento JO*UBMJB
sui 15 giorni?
Contiamo di discuterlo a primavera e
di renderlo effettivo dal 2017.
I 15 giorni sarebbero a carico dellInps. Il costo stimato di 500 milioni allanno. I conti lo permettono?
Le madri aiutate dai padri riuscirebbero a lavorare
di pi. E questo, oltre a essere giusto, farebbe bene alla
ricchezza complessiva del paese.
Le aziende saranno daccordo?
Le grandi multinazionali, che sono attente a quel
che si muove nel mondo, se ne sono gi accorte. Daltronde quando ci si sposa il congedo viene concesso a
entrambi i coniugi. La nascita di un figlio non forse un
momento altrettanto condiviso?.
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1"0-0#&3*;;*
Magari ci fosse ancora
Rodolfo Siviero. In principio fu
lui, lo 007 dellarte. Investigatore, seduttore, poi ministro.
Uno capace di recuperare qualcosa come 3mila opere darte italiane trafugate dai nazisti o sottratte da ladri comuni nel caos del dopoguerra. Da dove inizierebbe,
Siviero, morto nell83, per risolvere il giallo di Verona, o il colpo
del secolo, come lhanno ribattezzato in citt? Qui il problema
uno solo, ed molto banale:
non perdere nemmeno un secondo. Perch ogni secondo di vantaggio che regaliamo a questi signori li chiama cos un mese di speranza che dobbiamo togliere alla probabilit di recuperare i 17 quadri. Magari passeranno anni, magari no. Il detective che ragiona fa parte del pool
investigativo congiunto al lavoro da 48 ore sulla clamorosa rapina al Museo di Castelvecchio.
Una squadra formata dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio artistico e dai poliziotti della
Squadra mobile di Verona. Su
questa tipologia di reati ha esperienza da vendere. Ma Verona
un rompicapo da togliere il sonno. Dire che si tratta di unindagine complessa un eufemismo.
Per tanti motivi. Che in questo
momento non saggio elencare.

VERONA.

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WFOHPOPTPUUSBUUFRVBO
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Possiamo fare solo delle considerazioni.... Da dove inizia uninvestigazione su un maxifurto di capolavori che ha mutilato larte
italiana? In quale direzione si
orienta? In 99 casi su 100 opere
di questo tipo vengono trafugate
quando nei musei o nelle gallerie
non c nessuno. Qui siamo di
fronte a una rapina. Il che, da un
punto di vista investigativo, pu
essere di aiuto, spiega la fonte.
Per quale ragione? Parti da
unindagine tradizionale. Rilievi
scientifici, telecamere, esame
dei testimoni. Due. La cassiera
imbavagliata, e la guardia giurata che, sotto la minaccia delle armi, accompagna i tre uomini incappucciati e vestiti di nero nelle
sale dove, in silenzio, per quasi
unora, staccano i dipinti di Tintoretto, Rubens, Mantegna, Bellini, Pisanello. La banda sapeva dove e cosa cercare? Conosceva la
numerazione precisa della quadreria da trafugare o ha preso
nel mucchio? Restiamo sul furto. In questi casi spiega linvestigatore chiaro che vai subito ad analizzare le anomalie. Ce
n una che parla. Il sistema di allarme del museo. Viene inserito,
normalmente, alle 20. Dopo il
cambio della guardia tra il personale comunale e gli addetti della societ di vigilanza privata. Se
lallarme non viene inserito, il
protocollo prevede che alle 20.10

scatti in automatico una segnalazione alla centrale operativa. Cosa che non avvenuta. Perch?
La banda stata cos abile da disinserire i sistemi di sorveglianza e azzerare il protocollo? Aveva una talpa? Poi i ladri. La tipologia. Continua la fonte: In questi
casi in pochi pensano al gruppo
di malviventi che tentano il jolly
alla lotteria. Se stacchi una tela

del 1500 e non vuoi danneggiarla devi saperlo fare. Non la metti
in un bagagliaio con lumidit.
Non la porti via alla belle meglio. Bisogna immaginare, per
capire il tipo di indagine, un bivio: da una parte le ricerche dei ladri, dallaltra le ricerche dei ricettatori, o mandanti. Che, quasi
certamente, attendevano al caldo lesito della rapina. Il merca-

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EPWFTPOPTUBUFSVCBUF
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to parallelo dellarte un ginepraio. l solo l che possono finire queste opere. Non alle aste,
non in un museo, non in una galleria. Per smascherare la banda e
il mandante pu bastare una
perizia. Un esperto o un mediatore che vende la soffiata tra un
passaggio e laltro del quadro.
Muovendosi, il ricettatore, lerrore lo fa. E quindi? Pi probabile

pensare a un privato danaroso e


senza scrupoli. Che sia uno
sceicco arabo, un magnate russo, un collezionista italiano poco
cambia. O forse si. Se la banda
riesce o gi riuscita a portare le
opere allestero, ha un vantaggio in pi. Per questo non possiamo perdere nemmeno un minuto.
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CITT DEL VATICANO.

La fase istruttoria
dellinchiesta Vatileaks 2 si conclusa a
tempo di record.
E, infatti, si va al processo. Il 24 novembre prossimo fissata la prima
udienza nel tribunale della Citt del Vaticano per la sottrazione e la diffusione di
documenti riservati della Santa Sede,
con cinque imputati: oltre ai nomi gi
previsti di monsignor Lucio Vallejo Balda (tuttora trattenuto in cella in Vatica-



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mentre Fittipaldi e Nuzzi sollecitavano


ed esercitavano pressioni, soprattutto
su Vallejo Balda, per ottenere documenti e notizie riservati, che poi in parte hanno utilizzato per la redazione di due libri
usciti in Italia nel novembre 2015.
Anche se, spiega sempre il comunicato vaticano, non tutti i documenti sono
stati finora pubblicati.
La sensazione che la Santa Sede, cos come avvenne per Vatileaks 1, intende chiudere il processo in fretta: poche
udienze per arrivare a una sentenza pos-

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no), Francesca Immacolata Chaouqui, i


giornalisti Gianluigi Nuzzi ed Emiliano
Fittipaldi, la quinta persona a giudizio
Nicola Maio, ex collaboratore della commissione Cosea di cui Vallejo Balda stesso era segretario.
Vallejo Balda, Chaouqui e Maio dovranno rispondere anche di associazione a delinquere: Si procuravano notizie
e documenti nellambito dei loro rispettivi incarichi nella Prefettura per gli Affari economici e nella Cosea recita un comunicato della sala stampa vaticana

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ROMA. Dice il promotore di giusti-

zia della Citt del Vaticano che


monsignor Angel Lucio Vallejo
Balda aveva saldato con la pierre Francesca Immacolata
Chaouqui un sodalizio criminale organizzato, sodalizio che trovava nel segretario del monsignore , Nicola Maio, l esecutore.
Dice ancora il promotore di
giustizia, rinviando a giudizio i
due religiosi, la faccendiera laica
e i due giornalisti che hanno pubblicato i gi CFTUTFMMFS Via Crucis e Avarizia, che il gruppo
operativo, la squadra, citando la
stessa Chaouqui, era una vera e
propria monade allinterno
della prefettura per gli Affari economici finalizzata a procurarsi illegittimamente e poi divulgare
notizie e documenti concernenti
interessi fondamentali della Santa Sede. Laccordo in concorso
avrebbe funzionato da marzo
2013 a novembre 2015.
Nelle undici pagine del decreto di citazione ora si scoprono le
ragioni e le prove che hanno
portato i promotori di giustizia
vaticana Gian Piero Milano e Roberto Zannotti ad arrestare il 31
ottobre e il primo novembre prima la Chaouqui e poi monsignor
Balda, rilasciando la prima, incinta, per la sua collaborazione e
trattenendo per ventuno giorni il
secondo. Linchiesta era approdata ai pm vaticani 48 ore prima soltanto mentre le indagini del Corpo della gendarmeria erano in

corso da tempo. Il primo interrogatorio di Balda si era consumato


lo scorso 9 ottobre: al segretario
della Prefettura degli Affari economici e della Commissione di
studio sulle attivit economiche
e amministrative, la Cosea che
aveva provato a rimettere a posto i conti disastrati del Vaticano,
furono chieste informazioni sul
furto di settembre 2015 proprio
in prefettura (ve ne era stato
uno, con lasportazione di un armadio blindato, gi il 30 marzo
2014). Linterrogatorio per il
monsignore dellOpus Dei si era
messo subito male, tanto pi che
il suo cellulare e il personal computer sequestrati avevano
rivelato una fitta corrispondenza
con il giornalista Gianluigi Nuzzi,
gi autore di due libri dinchiesta
sul Vaticano.

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Vallejo Balda aveva passato a
Nuzzi e non solo, perlopi via
Whatsapp, una lettera indirizza-

ta al papa TVCTFDSFUPQPOUJGJDJPe
poi un documento di cinque pagine della Cosea commissione
nella quale Balda era lunico
membro religioso voluto l, nel
2003, proprio da Francesco
contenente 87 password: consentivano di navigare tra i materiali
della commissione. Ancora, Balda aveva girato una lettera di
monsignor Fernando Alzaga al
cardinale George Pell, il vero

obiettivo si scoprir poi di


monsignor Balda, che lo accusava di voler decidere in solitudine
e, nella sostanza, di non voler riformare nulla. Tra laltro, Balda,
subito candidato dal papa a diventare vice di Pell, successivamente non era stato promosso.
Negli interrogatori (se ne citano tre) monsignor Balda si contraddice, minimizza, dice che sospettava che la Chaouqui avesse

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la password della sua casella di


posta elettronica (il marito della
pierre un tecnico informatico, ma luomo rimasto fuori
dallindagine vaticana). Il segretario della prefettura ha sostenuto ancora di essere stato messo
sotto pressione e minacciato sia
dalla donna che dai giornalisti:
Mi sentivo compromesso per situazioni personali.

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sibilmente prima dellinizio del Giubileo.
Anche perch gli interessi dei vertici
sono altrove, anzitutto sullimminente
viaggio di Francesco in Africa dove gi si
sono recati in avanscoperta diversi collaboratori dello stesso Pontefice.
I cinque imputati saranno giudicati
dal presidente Giuseppe Dalla Torre,
con i giudici Piero Antonio Bonnet, Paolo Papanti-Pelletier e Venerando Marano. La prima udienza avverr nellAula
del Tribunale Vaticano dove venne giu-

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dicato lex segretario di Papa Ratzinger


Paolo Gabriele, ma con tutta probabilit
si entrer nel vivo della questione soltanto la settimana successiva.
Alla notizia del rinvio a giudizio il giornalista dell&TQSFTTP Emiliano Fittipaldi
ha reagito dichiarandosi basito. E ancora: Sono incredulo. Non un processo
contro di me ma contro la libert di informazione. In tutto il mondo i giornalisti
hanno il dovere di pubblicare notizie e
segreti che il potere, qualunque esso sia,
vuole tenere nascosti allopinione pub-

blica. Mi si accusa addirittura di aver minacciato per avere notizie: falso e ridicolo. Sono pronto a querelare per calunnie, ora non vorrei che si mettesse in moto una macchina del fango per delegittimare le mie inchieste. Forse sono ingenuo ma credevo indagassero su chi ha
commesso gli illeciti che ho denunciato,
non su chi li ha svelati.
Possono fare quello che vogliono
ha invece scritto sul proprio profilo Facebook Nuzzi ma finch ci sar il mondo
ci saranno giornalisti a dare notizie sco-

mode. Io sono tra loro e non rinuncer a


fare il mio dovere. Sono orgoglioso di
aver scritto uninchiesta, orgoglioso del
mio libro Via Crucis. Orgoglioso di ricevere il vostro affetto e sostegno. Io non
mollo. Il diritto di informare e di essere
informati pi forte del bavaglio.
Padre Federico Lombardi, portavoce
vaticano, ha comunque specificato che
si valuter se le accuse sono proporzionate, quindi per ora siamo solo davanti a
una richiesta, non a una sentenza.
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CITT DEL VATICANO. Mai fare proselitismo nelle scuole. Lo ha detto
papa Francesco ricevendo ieri in udienza, nellAula Paolo VI,settemila
partecipanti al Congresso mondiale sulleducazione cattolica
organizzato dalla Congregazione preposta allEducazione Cattolica.
Educare cristianamente ha detto il Papa non soltanto fare
catechesi e proselitismo. Educare cristianamente portare avanti i
giovani nei valori umani in tutta la realt e una di queste la
trascendenza. Poi, ancora a proposito della scuola, ha detto: Tra gli
operai pi malpagati ci sono gli educatori. Cosa vuol dire?
Semplicemente che lo Stato non ha interesse. Se lavesse le cose non
andrebbero cos.
Infine, in riferimento allemergenza terrorismo, Francesco ha spiegato:
La tentazione pi grande nelle guerre, in questi momenti, sono i muri,
e il fallimento pi grande per un educatore educare dentro i muri.
Bisogna andare in periferia, che non solo fare beneficienza. Dalle
periferie si capiscono meglio le realt che dal centro. QS

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Quando toccato alla Chaouqui
raggiungere la Gendarmeria
(quattro gli interrogatori), la
donna ha ammesso di aver passato a Nuzzi un documento che attestava lintenzione del Vaticano
di aprire un fondo sovrano in Lussemburgo per attivit finanziarie dello Ior, operazione in realt
mai realizzata. Quindi ha assicurato che era stato Balda a consegnarle autonomamente password e username La Chaouqui,
si legge nelle pagine dellatto, ha
avuto una forte influenza su Balda. I due ci sono tre testimonianze si chiudevano ore nelle
stanze del monsignore e, ancora,
la donna gli propose di trascrivere su carta intestata Ior il testo di
una lettera retrodatandola al 30
settembre 2014: Monte dei Paschi di Siena aveva aperto quattro conti allistituto vaticano e,
per cautelare la banca da indagini della magistratura italiana, si
era reso necessario trasferire

quei fondi allApsa.


Per i promotori di giustizia i
tre corvi, dopo una frattura con il
gruppo guidato da Bell, si erano
prefissati lobiettivo di raccogliere il maggior quantitativo possibile di materiale documentale
per divulgarlo allesterno. Maio
mostrer documenti riservati
trasferiti alla Casa di Santa Marta, il palazzo dove vi anche la residenza del Papa. Con i tre spesso
si appartava monsignor Alfredo
Abbondi, ma la Gendarmeria
non ha trovato prove della sua
collusione. Balta e Chaouqui si sono difesi cos: Volevamo realizzare la vera volont del Papa.
Avrebbero voluto una commissione Cosea riformatrice e, di
fronte allimpossibilit di far
emergere sprechi e lussi, avrebbero scelto di far uscire le carte
per aiutare il Papa. Il passaggio delle carte stato notevole
verso Nuzzi e, in maniera pi limitata, verso Fittipaldi.
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uori quattro! Perotti, il commissario alla spending review, si


appena dimesso: il quarto in quattro anni. Erano tutti professionisti seri e competenti, ma lidea del commissario che
sbagliata: non serve un tecnico che individui la soluzione per un governante illuminato, perch quello della spesa pubblica un problema politico. Per la stessa ragione non condivido lo slogan di facile
presa per il quale questa sarebbe lennesima vittoria della casta.
Spending review, o lotta agli sprechi nella vulgata quotidiana,
un eufemismo per tagli della spesa pubblica: un termine da evitare perch lintervento dello Stato nella vita economica degli italiani
cos pervasivo da aver generato una vera dipendenza dal pubblico
degli individui, imprese e associazioni. La spesa della Pubblica Amministrazione assorbe ormai pi del 50% del Pil: una quota ingente,
superata in Europa solo dai paesi scandinavi e dalla Francia; Germania, Spagna, Gran Bretagna si collocano tra il 44% e il 46%; Giappone, Usa, o Australia ancora pi in basso. E dal 2000 al 2013, anche al
netto degli interessi, la spesa cresciuta di 6 punti percentuali sul
Pil: in media stata di 15.239 euro per ogni italiano.
Questi dati includono la sola Pubblica Amministrazione, sottostimando cos enormemente lingerenza dello Stato nella nostra vita
economica: non tiene conto delle tante aziende a controllo pubblico,
come Cassa DDPP, Ferrovie, Poste, Enel o ex-municipalizzate, e della giungla di concessioni, permessi, autorizzazioni, sussidi, detrazioni, incentivi, deduzioni, contributi, che quotidianamente incidono,
anche indirettamente, sul reddito di ognuno di noi.
Quello che per me spreco, per un altro reddito: laccorpamento
di un tribunale o di un ospedale di un piccolo centro con uno pi grande limitrofo migliora lefficienza e riduce la spesa, ma riduce anche
il reddito di quella localit; il sussidio o lente o linfrastruttura inutile sono reddito per chi ci lavora. Cos, caste e sprechi sono sempre quelli degli altri. Ogni taglio (o review) della spesa,
ogni intervento pubblico (lotta agli sprechi) quindi una redistribuzione del
reddito a discapito di qualcuno. E questo qualcuno trova facilmente alleati
per opporvisi, perch se si comincia a
toccare un interesse particolare, prima
o poi tocca agli altri.
La lotta agli sprechi incontra unanime approvazione, ma di facciata: gli
italiani sono talmente dipendenti dallo
Stato che non ci potr mai essere una
maggioranza dellopinione pubblica
realmente favorevole ai tagli di spesa.
Dunque, una soluzione pu essere solo
politica, ma non potr essere trovata finch i governi dovranno contare su maggioranze rabberciate, coalizioni e compromessi. Neppure i governi tecnici, imposti dallEuropa, ci sono riusciti: le crisi
finanziarie del 1992-93, del 2011-12, e
lingresso nelleuro, sono stati affrontati prevalentemente con aumenti delle
imposte, non tagli di spesa. Non serve un commissario, ma una strategia politica di lungo periodo che agisca in tre direzioni.
1) Separare il pi possibile il servizio pubblico (quale, come e a
che costo debba essere erogato), affidando la gestione a regole privatistiche: la privatizzazione ha migliorato luce, poste, ferrovie,
telefoni; le tratte autostradali sono migliori delle strade dellAnas; a
parit di costi, sanit, educazione, aeroporti privati sono quasi sempre migliori di quella pubblici; Mediaset e Sky sono pi efficienti della Rai. Il privato non una panacea, ma aiuta. Ed lunica strada efficace seguita (per quanto a sprazzi) finora. Va perseguita con maggior decisione.
2) Sprechi ed efficienza si eliminano con unamministrazione
pubblica nella quale carriere e stipendi dipendono dal merito, flessibilit e mobilit sono quelle del mercato del lavoro privato, e le decisioni di assunzione, promozione e licenziamento sono decentrati al
livello pi efficiente (singola scuola o provveditorato, singolo ospedale o tribunale o ente locale): ci vorrebbe un vero Jobs Act per il settore pubblico.
3) Eliminare sia le duplicazioni e sovrapposizioni nelle decisioni
di spesa, che creano un intreccio incomprensibile tra enti locali e Stato, sia la separazione tra chi ha il potere di spesa e chi di tassazione.
Lapplicazione rigorosa del principio di sussidiariet, e la chiara responsabilizzazione di fronte allopinione pubblica di ogni decisione
di spesa sarebbero la vera riforma costituzionale che ci serve.

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MILANO. Manca solo il via libera dellUnione europea, previsto entro stamattina. Poi
prender il largo il piano messo a punto dalla Banca dItalia, con lavallo del ministero
dellEconomia, che permetter di salvare Cassa di risparmio di Ferrara, Banca delle
Marche, Banca Etruria e la
Cassa di risparmio di Chieti.
Loperazione, che sar varata oggi pomeriggio dal governo, complessa, ma nella sostanza crea un fondo di risoluzione da 2 miliardi, per salvaguardare loperativit delle 4
banche. In questo speciale
fondo, confluiranno i 4 attivi
problematici (le cos dette
bad bank), per procedere alla
ristrutturazione e al rilancio.
Lobiettivo quello di arrivare a una ristrutturazione completa, che renda possibile la
vendita o la fusione dei quattro istituti commissariati.
Il ricorso al fondo risoluzione, era lunica strada percorribile dopo lo che la Ue ha bocciato lintervento del Fondo
interbancario di tutela dei depositi, che si muove sotto legida di Bankitalia, ritenuta da
Bruxelles un braccio pubblico. Governo e via Nazionale
hanno cercato, invano, una soluzione alternativa: lidea iniziale era quella di una newco
(che replicasse il fondo depositi) finanziata da contributi
volontari e senza la presenza
di Bankitalia. Ma questo piano b, sarebbe stato impossi-

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bile da realizzare, perch i
210 istituti italiani aderenti
al Fondo depositi, avrebbero
dovuto produrre delibere giuridicamente difendibili di
fronte ai rispettivi azionisti, e
ottenere il via libera di tutti i
rispettivi cda. Trattandosi di
210 organi decisionali, i tempi delle decisioni e il rischio di
non arrivare a una soluzione
unanime, sarebbero stati
troppo elevati.
E cos, dopo aver esplorato
senza successo tutte le alternative possibili, si deciso di
ricorrere alla normativa della
Brrd (#BOL3FDPWFSZBOE3F

TPMVUJPO%JSFDUJWF) che essendo applicata per la prima volta, ha creato qualche problema sia dal punto di vista tecnico, sia da quello giuridici. Entro stamattina atteso il placet della Ue mentre nel pomeriggio si terr il Consiglio dei
ministri per far partire gi da
domani il fondo di risoluzione. I dettagli devono ancora
essere definiti, ma in buona
sostanza previsto lo stanziamento al Fondo di risoluzione
ex Brrd di 2 miliardi i quali
verranno anticipati in parte
con i contributi dovuti da tutti al fondo di risoluzione della
direttiva Ue sia per il 2015
(circa 500 milioni) che per i
successivi 3 anni, e in parte i
maggiori istituti tricolori si faranno garanti di una linea di
liquidit a cui attingere per
portare avanti il piano di rilancio delle quattro banche commissariate. Toccher quindi a
Intesa, Unicredit e ad altre
4-5 grandi banche tricolori,
erogare una sorta di prestito
ponte.
Quanto alla governance,
gi da domani decadranno gli
attuali commissari delle quattro banche in crisi. In linea
teorica, secondo la normativa, a guidare le banche in bonis (separate dalle bad bank)
ci saranno dei commissari
speciali che a a loro volta saranno affiancati da un comitato di sorveglianza, composto
da tre a cinque membri, che a
maggioranza eleggeranno il
proprio presidente.
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La svolta al vertice delle Fs
potrebbe arrivare gioved.
Le dimissioni del presidente
e dellad, Marcello Messori e
Michele Mario Elia,
potrebbero essere
presentate al cda gi
convocato per il 26
novembre, dopo che il
governo mercoled scorso ha
manifestato direttamente ai
due manager la propria
insoddisfazione per la
gestione del gruppo in vista
della privatizzazione. I due
non godono pi della fiducia
dellazionista (il ministero
dellEconomia controlla il
100%). Nei prossimi giorni
lesecutivo decider che
cosa fare. Probabile la
richiesta di dimissioni ad
Elia e Messori, ma
possibile anche che il
governo chieda alla
maggioranza dei membri
del board (5 su un totale di
9, compresi lad e il
presidente) di dimettersi
per azzerare il cda.Per la
successione ad Elia c
sostanzialmente un unico
candidato: Renato
Mazzoncini, bresciano,
amministratore delegato di
Busitalia, cio della
controllata delle Fs per il
trasporto su gomma.

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ROMA. La Rai torner presto al ta-

volo dei diritti sportivi. Obiettivo


acquisire eventi di pregio che la
tv di Stato vuole vendere agli italiani anche in pay-per-view (se
autorizzata dal nuovo Contratto
di Servizio che lazienda discuter con il governo amico di Renzi).
I documenti di lavoro del nuovo
vertice citano il modello TvoD (la
pay-per-view appunto) e indicano il calcio e il tennis (oltre alle fiction e ai film) tra i contenuti di
qualit che si cercher di acquisire e vendere.
Come "GGBSJ'JOBO[B anticipa nel numero in edicola domani,
Campo DallOrto punta a valicare confini che finora sembravano
insormontabili. Intanto chieder
al governo il via libera a entrare
nel segmento della televisione a
pagamento (laltro modello citato dai documenti Rai lo Svod,
con un catalogo offerto in cambio
di un mini-abbonamento mensile sul modello di Netflix). Quindi
punter al calcio anche al di l dei
suoi storici punti di forza (Nazionale e Coppa italia).

Nel radar di Viale Mazzini - ma


qui siamo a livello di ipotesi - potrebbe finire il Pacchetto D che la
Lega Calcio ha messo allasta
questanno e che sia Sky e sia Mediaset hanno scansato, anche
per gli alti costi iniziali. Il Pacchetto D - che poi finito a prezzo di
saldo alla Infront, consulente della Lega nella partita dei diritti comprende 114 gare della Serie
A, tre per ogni giornata. Tutte da
trasmettere attraverso le auto-

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strade che piacciono a
Campo DallOrto: quelle
di Internet. Se davvero
Viale Mazzini prender la Serie A (il piano di
Campo DallOrto richiede 5 anni per andare a regime), allora si far pi forte la
sfida al gruppo Ber-

lusconi e alla stessa Sky.


Questa, dunque, la strategia
di medio lungo periodo. Nel breve periodo, il direttore generale
ha un compito diverso: realizzare, se possibile, la riforma dellinformazione. Il Piano - gi approvato dal precedente Consiglio di
amministrazione e dallaCommissione parlamentare di Vigilanzaprevede di accorpare il Tg1, il
Tg2 e Rai Parlamento nella Newroom 1; il Tg3, RaiNews24 e la te-

stata regionale Tgr nella Newsroom 2.


Dopo settimane di studio,
Campo DallOrto porter la riforma dellinformazione allesame
del prossimo Cda, il 26 novembre. In quella sede, il dg metter
in guardia i consiglieri dal rischio
di una battaglia sindacale dura,
visto che lunificazione di 6 testate in due sole porta con s decine
di esuberi tra i cronisti.
La cifra di 250 esuberi - ipotizzata dal sindacato dei giornalisti
Usigrai, furioso - sovrastimata,
dicono le prime simulazioni della
tv di Stato. Ma certo sono in discussione decine di posti, soprattutto tra i quadri dei telegiornali (capiredattori, vice capiredattori, capiservizio).
Per evitare di fronteggiare
scioperi a ripetizione, la Rai ha bisogno di mettere in campo degli
strumenti soft e concordati, come gli esodi incentivati. Pi delicata la posizione dei contrattisti
a termine che affollano oggi i programmi di rete e le rubriche dei
Tg, destinati a sicuro ridimensionamento.
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<SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

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UCCESSIVAMENTE, si rivelato invece linizio di un ciclo politico che ha cambiato la storia tedesca e segnato il destino dEuropa. Nel corso di questi anni, infatti, quella
che Helmut Kohl, il Cancelliere
della riunificazione tedesca, definiva affettuosamente la ragazza ma che da questa venne
senza alcun riguardo costretto a
uscire di scena perch coinvolto
in uno scandalo di fondi neri al
partito si trasformata nella
donna pi potente del Vecchio
Continente (5IF&DPOPNJTU).
diventata colei che alza la cornetta quando, per usare le notissime
e ironiche parole di Henry Kissinger, qualcuno prova a chiamare
al telefono lEuropa. Secondo
una indagine dopinione pubblicata qualche giorno fa dallistituto di Allensbach alla vigilia della
ricorrenza della nomina alla massima carica politica del paese, la
prima volta di una donna nella
storia tedesca, la Cancelliera venuta dallest appare ai suoi concittadini, nonostante tutto, senza alternative. E questo anche
se a causa della crisi provocata
dallenorme arrivo di profughi
ben 900mila dallinizio dellanno
la sua popolarit ha nelle ultime settimane conosciuto una forte flessione. E dieci anni rappresentano per la politica, nellepoca della postmodernit globale,
una dimensione temporale abnorme capace di consumare anche la pi sofisticata leadership.
Per questo quello della Merkel
diventato un vero e proprio case study per politologi e massmediologi che ormai da tempo si
stanno interrogando sul suo carisma anticarismatico, sulla natura di un modo di fare politica senza grandi concessioni alla mozione degli affetti e di una guida della cosa pubblica lontana da qualsiasi tentazione di uso clientelare del potere per ottenere consenso. E cos quella che a prima vista
sembrata una sorta di leadership senza qualit ha costruito la
propria legittimit su un vero e
proprio antipopulismo sistematico. E su un pragmatismo politico
duttile. Questo non vuol dire affatto che Angela Merkel sia un
angelo caduto nellinferno della politica o che non abbia senso
e gusto del potere. Anzi: ed questo che pi sconcerta gli analisti,
la Merkel possiede un naturale
talento nel rovesciare a proprio
favore anche le situazioni a lei
pi sfavorevoli. E in tre legislature segnate da differenti alleanze
di governo, di errori Angela Merkel ne ha commessi non pochi.
Dal 2005 al 2009 guid una
grosse Koalition con la Spd dopo essersi presentata in campagna elettorale allinsegna di un
duro liberismo fiscale ed economico. E fu proprio grazie allazione dei ministri socialdemocratici
e alle riforme realizzate dal precedente governo rosso-verde guidato da Schrder che la Germania fu in grado di attraversare
meglio di altri paesi europei la
grande crisi economica scoppiata nel 2007. E per questo alle ele-

zioni del 2009 la Merkel vinse


nuovamente e diede vita ad un
governo con i liberali che pagarono molto duramente alle successive elezioni del 2013 i tagli imposti al Welfare e la Cdu sempre guidata dalla Merkel sfior addirittura la maggioranza assoluta.
Con una Spd inchiodata attorno
al 26/27 per cento Angela Merkel ha formato di nuovo una
grande coalizione godendo di
un indice di consenso popolare
talmente alto che qualche dirigente socialdemocratico tra il serio e lo scherzoso ha suggerito alla Spd di non presentare un proprio candidato.
Poi, come spesso ama fare, la
storia ha voltato drammaticamente pagina. E lo stesso ha fatto anche Angela Merkel: lei nota
per la sua spasmodica attenzione a non perdere il feeling che la
lega al suo elettorato e ai sentimenti che agitano il profondo
dellanimo della popolazione tedesca, lei personificazione per antonomasia delletica della responsabilit di Max Weber si
trasformata di colpo in testimone della politica guidata dalletica della convinzione. Ha deciso
con una scelta rischiosissima che
ha sorpreso tutti di legare il suo
destino politico allaccoglienza
senza limiti prefissati dei profughi in fuga dai massacri mediorientali. Convinta che solo lEuropa e non i singoli Stati nazionali
possano dare soluzione alle grandi sfide del mondo globale, la
Merkel ha deciso, per usare una
efficace formulazione del suo ministro delle Finanze Wolfgang
Schuble, di difendere lonore
dEuropa.
Liniziale entusiastico spirito
di accoglienza si lentamente
raffreddato e ha lasciato campo
in Germania ad un crescente malessere nella popolazione di cui si
sono fatti portavoce esponenti
politici e parlamentari della Cdu.
Qualcuno ha osato persino mettere apertamente in discussione la
politica della Cancelliera, spingendosi a chiederne le dimissioni. Ancora una volta, sia pure a fatica, Angela Merkel riuscita a
fare fronte agli attacchi provenienti in particolar modo dalla
Csu, il partito fratello bavarese. Ma il massacro di Parigi e lattacco terroristico portato allEuropa potrebbero rivelarsi fatali
anche per una politica del calibro
di Merkel: la decisione francese
di dichiarare unilateralmente lo
stato di guerra e di rivendicare
i diritti di una sovranit nazionale che scardina la teologia politica del processo di costruzione europeo pongono Merkel e la Germania ma anche gli altri paesi europei dinnanzi ad un dilemma
esistenziale che non lascia presagire nulla di buono. Mercoled
prossimo la Cancelliera tedesca
andr a Parigi per incontrare Hollande. Vedremo se al di l delle
parole di circostanza e di solidariet sar possibile riannodare il
filo di un discorso franco-tedesco
senza il quale non possibile alcuna prospettiva europeista.
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A ragione il signor Zorzenon, il nostro Occidente

di scelte sbagliate ne ha fatte molte. In tempi storici e in tempi recenti. In questi giorni si leggono
per esempio frequenti rivalutazioni di Oriana Fallaci e
delle sue posizioni anti-islamiche. Si dimentica che la
grande giornalista stata anche una sostenitrice accesa
delle guerre di Bush figlio (per due mandati presidente
degli Stati Uniti) allorigine di molti dei nostri guai attuali. Si dimentica anche che forti interessi economici
hanno motivato lazione francese in Libia (presidenza
Sarkozy) e il successivo linciaggio di Gheddafi. LOccidente si liberato di due dittatori sanguinari ma a un
prezzo altissimo, senza valutare quali conseguenze la loro morte avrebbe avuto non solo nei rispettivi paesi ma
nel mondo. Domanda: perch quelle conseguenze non
sono state valutate? Viene il sospetto che interessi ancora pi forti premessero per leliminazione a qualunque
costo di quei personaggi, sinistri che fossero. Il nostro
Occidente conserva per un vantaggio sul mondo islami-

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Un paio di settimane fa mi trovo


a conversare, in treno, con una
giovane donna, di buone letture,
di professione insegnante di
scuola primaria, che mi racconta
un episodio avvenuto nella sua
classe. Un bambino, di religione
musulmana, si avvicina ad un
coetaneo cattolico e gli dice: Il
mio Dio pi potente del tuo.
Magari era solo un gioco, per induce a riflettere.

A fine ottobre sono stato al Lucca


Comics insieme alla mia fidanzata. Al momento di risalire sul treno per tornare a casa, cera una
folla oceanica. I ritardi che ne sono conseguiti ci hanno fatto arrivare a Prato in ritardo per la coincidenza per Bologna. Quindi siamo andati alla biglietteria per
cambiare il biglietto e prenderne

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Venerd nascer Nadine. Prima
di essere figlia di Paolo e Paola,
prima di essere italiana, europea, occidentale, prima di essere
figlia, una bambina, un essere
umano. Se dovesse ammalarsi sarebbe una tragedia, se dovesse
morire sarebbe un dramma eterno. Ogni vita cos importante, e
ogni essere nasce e muore, ma
non dovrebbe mai accadere prima del tempo. tempo di far diventare la guerra tab universale. "OUISPQPMPHVFTBVUSBWBJM

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Che fine hanno fatto le riforme,
la Buona scuola, lItalicum, i fuoriusciti del Pd, la palude? Di fronte allenormit degli attacchi terroristici, il dibattito politico italiano si dissolto. E la nostra vita
continua lo stesso, anzi con meno noia. Una lezione per tutti.

co nel suo insieme: si autocritica, ricerca, innova, si fa


protagonista nel mondo che cambia. Nel saggio del filosofo iraniano Daryush Shayegan (-PTHVBSEPNVUJMBUP,
Edizioni Ariele) leggo i risultati di alcune domande fatte a 24 tra romanzieri, poeti e filosofi arabi. Tutti daccordo su un principio che riassumo: non pi possibile adattare un modello di vita, privata e pubblica, vecchio di
quindici secoli alle attuali societ. Di queste societ, le
nostre, fa parte anche lo stile di vita comprese le piccole frivolezze di un venerd sera: andare a ballare e stringere a s il partner, bere un whisky in un bar, vestirsi secondo gusto e piacere, libert duramente conquistate,
di livello minimo ma non insignificante perch parte di
un quadro nel quale poi rientrano anche il diritto degli
individui alla libert e al dissenso, il principio di considerare il peccato separato dal reato, cos tenendo la religione allambito spirituale che le compete. Tutto questo fa
parte dello stile di vita. Non poco.
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uno per un intercity che sarebbe


partito di l a poco. Siamo stati
aiutati con incredibile gentilezza
dallinserviente della biglietteria che ci ha cambiato i biglietti e
spiegato come fare per il rimborso di quelli inutilizzati, con cortesia e col sorriso. Il tutto di sabato
sera. Noi siamo rimasti davvero
colpiti. un piccolo gesto. Ma visto che si parla spesso male delle
Ferrovie e dei suoi dipendenti, ci
tenevo a sottolinearne il comportamento positivo. Siamo talmente abituati a denunciare disservizi che a volte rischiamo di non accorgerci di un bel gesto.

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A mamma apprensiva che pur di riconquistare autori-

t sulla figlia vivace e impedirle di uscire di casa dirama su Whatsapp una specie di allarme rosso (attentati! attentati!) la prova provata di come le vere vittime delle
tecnologia siano gli adulti. Che spesso viaggiano in quelle galassie pulsanti come se fossero a dorso di somaro, come avi ancora viventi e purtroppo circolanti. Quella madre credeva di affacciarsi alla finestra e sgridare la figliola per la strada, scostando i panni stesi per favorire la prospettiva. Invece ha inavvertitamente allertato una trentina di intelligence, alcuni governi e personalmente il presidente del Consiglio, che per invece di affacciarsi alla finestra e gridare a sua volta ha subito
contro-whatsappato smorzando lallarme, e per una volta facendoci apprezzare la sua vivacit digitale (non un nativo digitale; lo si dai venticinque in gi; ma siamo mediamente cos bacucchi, in Italia, che un quarantenne ci pare un teenager). La signora maldestra (e anche malsinistra, nel caso digitasse con entrambe le mani) non comunque sola. Parecchi
dei pi molesti twittatori e whatsappisti sono anziani narcisi
che usano quegli umili e utili media come se fossero un editoriale o un comizio, con laggravante che molti di loro gi scrivono editoriali e gi fanno comizi. Sono sicuro che se Zoro, recensore nel suo programma su Raitre dei tweet pi goffi e fuori
misura della settimana, potesse indicare anche let dei loro
autori, quarantenni e cinquantenni ne uscirebbero trionfatori. Il sessantenne Gasparri si gi laureato fuoriclasse.

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C un preside friulano, Livio


Bearzi, a cui il Tribunale dellAquila ha comminato una pena di
4 anni e linterdizione di 5 anni
dai pubblici uffici per colpe collegate al crollo di unala del Convitto dellAquila nel terremoto
del 2009. Ora in carcere a Udine, mentre proprio venerd la
Cassazione ha assolto la Commissione grandi rischi. i4VNNVN
KVT TVNNBJOJVSJBw dicevano i
latini. Pur con il rispetto per la
magistratura, non provo alcun
rispetto per la sentenza dellAquila, che ha punito in maniera
spropositata, a mio parere, il collega Bearzi, reo di non aver previsto la tragicit del crollo del
Convitto, dopo aver ricevuto rassicurazioni dai tecnici della Provincia alcuni giorni prima. Siamo
tutti vicini al dolore delle famiglie dei ragazzi periti nel crollo,
ma come si fa a punire in maniera cos severa un funzionario che
quella notte condivise con la propria famiglia il rischio sismico
allinterno del Convitto, rischio
non percepito da ben illustri
scienziati accorsi nella citt
abruzzese? Ai presidi vengono richieste competenze e conoscenze in campo ingegneristico che
ben poco hanno a che fare con la
loro preparazione. Penso a quante volte il sottoscritto non ha dato corso a telefonate anonime su
bombe fantasma nelle scuole da
me dirette: avrei dovuto sgomberare ledificio un giorno s e uno
no. Se qualche responsabilit c
stata da parte del collega, occorreva arrivare fino alla condanna
al carcere? Spero che anche in
questo caso il presidente della Repubblica intervenga con una grazia, almeno parziale, risparmiando a Bearzi loffesa del carcere.

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ARO Augias, leggo che i criminali del cosiddetto Is farebbero la guerra al nostro stile di vita. E noi europei
dichiareremmo guerra per difenderlo. Morti innocenti, stragi, giovani kamikaze, raid aerei,
bombardamenti, proclami di guerra: in ballo uno stile. Non sera mai visto. Lo stile poi legato a situazioni
di (giusto) relax, di (legittimo) divertimento: laperitivo, una cena, uno spettacolo musicale, la partita di calcio.
La vera minaccia pare essere quella di dovervi rinunciare. La Marsigliese coralmente intonata diventa linno
europeo della iEGFOTFEFMBUFSSBTTF. Pu racchiudere lespressione stile di vita lintensit di valori come
libert, eguaglianza, fraternit? E dunque se si canta tutti la Marsigliese, difendiamo uno stile di vita oppure
questi valori? Perch questi valori implicano unimportante riflessione collettiva sul fatto di esercitarli bene e
nella sostanza delle cose. Oltre lovvia e radicale condanna dei criminali, occorre un ripensamento su di noi, la
nostra storia, le scelte sbagliate che lOccidente ha fatto.

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<SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

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quellIo non appena ci nasce dentro ha bisogno assoluto di avere un suo territorio,
conquistarselo, difenderlo, ampliarlo. Ha
bisogno di emergere a tutti i livelli sociali
e cerca di farlo come pu, che sia povero o ricco,
di pelle nera o bianca o mulatta, uomo o donna.
Anche gli animali per soddisfare i loro bisogni primari devono combattere per conquistare
la preda, preda anchessi di altri animali. Potere
e guerra sono anche per loro istinti dominanti,
ma non ne sono consapevoli. Noi s, noi siamo Io
in ogni istante della nostra esistenza ed quello
il motore che ci anima e determina il nostro destino. Il Fato. Ricordate? Gli dei olimpici della
cultura greca avevano la meglio non soltanto sugli uomini ma perfino su altri dei. Zeus sapeva di
dover rispettare il Fato che era molto pi di un
dio: era la legge che domina il Cosmo e quindi potere e guerra, la legge di natura quella. Lantidoto non lamore e la pace che come ho gi detto sono intervalli brevi, pause di riposo; ma la
libert, la libert consapevole. E la bellezza, non
come ideale romantico ma lirico e profondamente evocativo: la musica, la danza, la conoscenza.
Libert e bellezza, questi sono i valori, dove lIo
non viene affatto spento ma anzi potenziato e allontanato dalla ricerca del potere, riscattato dalla
turpitudine della guerra e guidato verso quelloltreuomo che nello ;BSBUIVTUSBdi Nietzsche lultimo e pi eccelso livello che la nostra specie pu
raggiungere e che dovrebbe mettere insieme tutti gli uomini di buona volont.
***
LEuropa oggi lobiettivo del terrorismo guidato dallIs che dora in poi chiameremo Califfato. Noi siamo soltanto il suo bersaglio, attaccano
dovunque possono, ma lEuropa il terreno prescelto e con essa gli Stati Uniti dAmerica. Insomma lOccidente, la civilt occidentale in tutte le
modalit che quella civilt esprime, nelle sue religioni, nella sua economia, nei comportamenti
delle persone comuni e delle loro classi dirigenti.
Il Califfato a sua volta una classe dirigente
composta da poche persone, non pi di un centinaio, in gran parte provenienti dallesercito iracheno di Saddam Hussein, dai muezzin afghani, dai
talebani indottrinati da Bin Laden e da Al Qaeda;
arabi soprattutto ma anche pachistani e sauditi.
Bin Laden, a quanto si sa, era profondamente
religioso ma i dirigenti che compongono il Califfato non lo sono affatto anche se fanno finta di
esserlo. Le cellule che il Califfato dirige hanno
forse una vernice di religiosit fondamentalista. Il loro grido di guerra Allah Akbar e molti di loro arrivano fino al punto di farsi esplodere
sognando un Aldil dove le vergini li aspettano
come premio. Ma la gran parte di quei terroristi
disseminati in Europa non hanno alcuna vocazione religiosa. Sono i giovani delle periferie, la
seconda o terza generazione delle CBOMJFVFche
non hanno potuto o non hanno voluto integrarsi
con la societ con cui vivono. Alcuni hanno studiato, altri no, ma tutti si sentono defraudati,
molti ricorrono alla droga e/o allavventura, alla
rabbia, alle armi e pi sono questi i loro modi di
sopravvivenza, pi lesclusione aumenta, pi la
polizia diventa il loro nemico, pi facile reclutarli per i messaggeri del Califfato.
Le CBOMJFVFsono il terreno di coltura dei terroristi e lIo gioca qui la sua pi segreta e perversa
partita. LIo degli esclusi reclama una sua soddisfazione, un suo territorio psicologico, la speranza di non aver paura ma di incuterla negli altri.
Che gli altri siano cristiani o atei o islamici, ma

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integrati e non esclusi: questi sono i loro bersagli. Bersagli anonimi, non li conoscono ma sono
comunque altri e diversi da loro e quindi da uccidere. Per diffondere la paura e soddisfare cos il
loro orribile Io.
Questa la guerra in corso: terrore e paura sono gli obiettivi delle cellule che obbediscono al
Califfato la cui classe dirigente posizionata nel
triangolo che include le zone confinarie tra Siria, Turchia e Iraq, con un distaccamento libico-tunisino che fronteggia direttamente lEuropa mediterranea.
Il Califfato ha i suoi soldati, sono qualche migliaio e bene armati. Il Califfato ricco, ha petrolio, ha lappoggio di uomini di affari degli Emirati
e finanziamenti mascherati ma evidenti che garantiscono la tranquillit saudita e degli Emirati.
A guardar bene anche lIo del Califfo e dei
suoi compagni assai sviluppato, vuole potere,
ricchezza, piaceri. Deriva da Al Qaeda ma
tuttaltra cosa rispetto a Bin Laden. Crudele
quanto lui e pi di lui, ma estremamente pi sofisticato. Non escluso che divenga un vero e proprio Stato arabo sunnita. In fondo Ibn Saud cominci cos la sua carriera e trasform una trib
in un Regno tra i pi potenti del Medio Oriente.
La sua famiglia conta ormai circa trecento persone, possiede molte banche, imprese, alleanze
daffari in tutto lOccidente, in Francia, in Inghilterra, in Italia, in America, in Germania, ovunque. Detesta gli sciiti ma si distingue anche dai
sunniti. Tra i capi del Califfato un esempio da
imitare e magari da conquistare. Senza sangue,
possibilmente. Il sangue scorre altrove.
***
Poich la Francia il principale terreno di battaglia del Califfato e delle sue migliaia di cellule
europee, quella Nazione, oltre a contare il maggior numero di vittime innocenti, ha assunto la
guida dellEuropa. Il presidente Hollande ha capito subito che, purtroppo per i francesi, il ruolo
di leader dellEuropa era laspetto politicamente
ed anche economicamente positivo e lui ha dimostrato di saperlo perfettamente assolvere, a partire dai simboli fino alla concreta azione politica.
Tra i simboli ce n uno che personalmente
mi commuove non da ora ma da sempre, ogni
volta che mi accade di ascoltarla: la Marsigliese,
inno nazionale finora, ma europeo ai tempi delle guerre contro le monarchie assolute dEuropa, quando la grande Rivoluzione guidata dai girondini e da DAnton arrest linvasione dei monarchi europei e lesercito repubblicano guidato da Kellerman vinse la battaglia di Valmy.
Ogni volta che in Francia c un attentato il popolo si raduna nelle piazze e intona la Marsigliese
mentre contemporaneamente la canta lAssemblea nazionale. Cos avvenne dopo lattentato a
Charlie Hebdo ma ora cantata dai giocatori di
calcio prima dellinizio delle partite in molti paesi europei, stata intonata a Londra alla Camera
dei Comuni nel salone di Westminster, in Italia in
una sorta di plenum delle Camere, insomma si
trasformato in un inno europeo in luogo dellInno alla Gioia della sinfonia beethoveniana.
Ma accanto al simbolo del quale tuttavia sarebbe sbagliato trascurare limportanza c la
politica vera e propria. Hollande aveva gi deciso di affiancarsi agli Usa bombardando per un
paio di volte Raqqa, scelta dal Califfato come
propria capitale. Ma dopo gli attentati recenti a
Parigi dei terroristi provenienti dal Belgio, i
bombardamenti con Raqqa si sono moltiplicati
e ancor pi lo saranno quando la portaerei francese che gi partita da Tolone incrocer nel Mediterraneo orientale i bombardamenti diverranno perci continui.

Questo per quanto riguarda la guerra guerreggiata, ma poi c la politica vera e propria. Il
primo intervento di Hollande stato di appellarsi al Trattato di Lisbona che prevede la collaborazione di tutti gli Stati membri dellUnione europea. I ventotto paesi hanno approvato allunanimit ci che il Trattato dispone: una collaborazione tra tutti i firmatari di quel trattato senza
per indicarne n la procedura esecutiva n i vari ruoli di ogni Paese. Hollande avrebbe potuto
appellarsi allarticolo 5 della Nato che prevede
la collaborazione immediata con quel Paese che
abbia subito una grave aggressione, ma non
lha fatto perch la Nato ha un suo proprio comitato di cui la Francia ovviamente fa parte ma
non ne il capo.
Hollande ha anche previsto che, sulla base
del Trattato di Lisbona, consulter gli Stati
membri dellUe bilateralmente, per stabilire
con ciascuno di essi il tipo di collaborazione che
la Francia gli chiede. Tale consultazione avr inizio ai primi del prossimo dicembre.
Nel frattempo la Francia avr incontri con
Obama e soprattutto con Putin per considerare
i comuni interventi contro il Califfato.
Nel frattempo c stato lattentato compiuto
in un grande albergo nella capitale del Mali, un
paese ex colonia dellimpero francese dove Parigi
ha dislocato da tempo 37 mila soldati che sono intervenuti con alcuni corpi specializzati insieme
ad analoghe forze del Mali e a un reparto di militari americani. Il blitz stato condotto a termine dopo ventiquattrore di aspra battaglia, gli attentatori hanno ucciso e sono stati a loro volta uccisi.
E il governo italiano in tutto questo? Che cosa
gli sar proposto da Hollande? E Renzi a sua volta
che cosa gli proporr? Che cosa ha in mente il nostro presidente del Consiglio, leader del pi importante partito italiano e capo della maggioranza parlamentare, che ormai governa e comanda
da solo, come del resto avviene da tempo in tutti i
Paesi dEuropa e di Occidente?
La risposta a questa domanda abbastanza
facile perch gi stata anticipata dal nostro ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, dal ministro
della Difesa e dallo stesso Renzi: appoggeranno
la Francia in tutto ci che possibile, ma non
hanno alcuna intenzione di compiere interventi
militari n con aerei n con truppe di terra.
giusta questa posizione? Personalmente credo di s, ma quello che non si vede in che cosa pu
consistere la collaborazione con la Francia. Forse
con risorse economiche? Non ci verranno chieste
e comunque non ne abbiamo. Di fatto avremo una
posizione neutrale. Con quali contraccolpi? Un
Paese neutrale non avr alcun peso sulla politica e
sulleconomia europea.
Se lecito dare un suggerimento, Renzi dovrebbe riservarsi un ruolo in Libia. Non per partecipare
alla guerra contro il distaccamento dei seguaci del
Califfato n alla guerra tra il governo e le trib di
Bengasi e Tobruk contro il governo di Tripoli, ma
per allestire campi di accoglienza dei migranti che
provengono dai Paesi subsahariani, in fuga verso
le coste mediterranee e in particolare verso lItalia.
Campi daccoglienza che li trattengano in Libia in modo decente e confortevole, ne controllino lidentit e la provenienza, esaminino le loro
eventuali richieste di asilo politico e li aiutino a
partire verso lEuropa su navi italiane e di altri
Paesi europei o ne favoriscano il rientro opportunamente negoziato con i loro Paesi di origine.
un ruolo molto importante che richiede non
solo risorse economiche e competenze diplomatiche ma anche di truppe, navi da guerra e aerei
di ispezione affinch quei campi daccoglienza
siano opportunamente difesi da trib e/o da ter-

roristi presenti in quelle zone. LEgitto dovrebbe appoggiare questo sistema e sarebbe anche suo interesse farlo. Ancor pi evidente sarebbe linteresse francese. Hollande guida ormai lUe nel tandem con la Germania, regredita
ormai in un ruolo minore rispetto al tradizionale tandem franco-tedesco. Col tempo forse la situazione cambier, ma oggi questa ed la Marsigliese che predomina in Europa.
Ho gi scritto pi volte che lesplosione di terrorismo dovrebbe affrettare lavvio verso gli Stati
Uniti dEuropa, ma si tratta comunque di un percorso che richiede a dir poco un decennio purch cominci subito. E il modo per farlo cominciare subito la cessione immediata di sovranit dei Paesi
europei, almeno quelli dellEurozona, della politica estera e di quella militare alle Istituzioni europee. Hollande sarebbe contrario, ma la Merkel?
Non sarebbe proprio questo il modo per riconquistare la posizione prioritaria nellUe o almeno
nellEurozona?
Ma Renzi, il nostro Renzi, sarebbe daccordo
e si batterebbe affinch questa cessione di sovranit avvenisse? Acquisterebbe un ruolo essenziale in Europa, ma lo capir? Temo proprio
di no, ma spero dessere smentito. Se politicamente intelligente dovrebbe accollarsi questi
due ruoli, in Libia e in Europa. Spero di non essere il solo a suggerire questa posizione.
***
C infine un altro personaggio che fondamentale per superare questa tragica situazione: papa
Francesco. Non c mai stato un Papa come lui. Dico di pi: un Pastore, un Profeta, un rivoluzionario: in nome della sua fede e in circa due miliardi di
cristiani che abitano il pianeta, dislocati in quasi
tutti i continenti.
Francesco si appella al Dio unico. Tutte le religioni monoteistiche si debbono affratellare in nome dellunico Dio che non e non pu essere un
Dio vendicativo ma un Dio misericordioso e come tale va adorato dai credenti di quelle religioni
a cominciare ovviamente dai cristiani, dai musulmani, dagli ebrei.
Il Corano parla di morte degli infedeli e offre
ai fondamentalisti un pretesto per coprire le loro
azioni delittuose con alcuni passi coranici. Ma dimenticano che il loro profeta Maometto, costruttore della religione islamica, mise come primo punto di riferimento Abramo. Al vertice dellislam c
dunque Abramo che ascolt dalla voce del Signore
lordine di sacrificare suo figlio Isacco. Quellordine sconvolse il cuore di Abramo nel profondo, ma
la sua fede lo costrinse allobbedienza: port il figlio con s su una collina e l, guardando il cielo sopra di lui, estrasse dalle sue vesti un coltello per uccidere il figlio come gli era stato ordinato da Dio.
Ma a quel punto la voce di Dio lo ferm: Volevo vedere la forza della tua fede, ma io voglio che Isacco
viva felice, come me e con te. Accarezzalo, educalo, e tutti e due sarete da me amati e illuminati.
Questo il Dio di Abramo e di Isacco ed un
Dio misericordioso. Perci sono blasfemi e condannevoli i terroristi del Califfato che invocano
Allah e nel suo nome uccidono centinaia di Isacco, figlio di Abramo e amato da Allah Akbar. Lunico Dio, che gli ebrei chiamano Jahv o Elohim
e i cristiani chiamano Padre. Questo predica
Francesco e questo il tema del Giubileo della
misericordia. La sua parola, in un momento come questo, diretta soprattutto agli islamici affinch riconoscano il loro Dio misericordioso
che il medesimo che tutte le religioni monoteistiche dovrebbero venerare.
Spero che Francesco riesca ad affratellarle in
un unico slancio di misericordia alla quale anche i non credenti si associano.

strializzazione e rimasta arenata tra queste brume ostili quando lindustrializzazione se ne andata con le sue promesse. Pi spesso gente nata
qui, figli e figlie di emigranti rimasti sospesi tra
due mondi, rifiutando entrambi. Un universo che,
finito il miraggio del benessere, non ha potuto o
voluto ripercorrere il viaggio verso le terre di origine. Ma che spesso ha creduto di poter sostituire il
mancato ritorno in patria con una riscoperta delle
proprie radici identitarie e religiose. Con lunico risultato di accentuare il proprio straniamento.
in questo mondo che la Jihad ha fatto proseliti. da qui che sono partiti centinaia di GPSFJHO
GJHIUFST per combattere con le milizie di Daesh. Come dalle CBOMJFVFTfrancesi, come da certe JOOFS
DJUJFT inglesi. Ma in quei casi esiste una separatezza, anche geografica, che rende pi visibile, se
non comprensibile, la distanza culturale. Invece
qui a Bruxelles la capitale europea, la capitale belga e la capitale del radicalismo islamico coincidono, condividono le stesse strade, gli stessi autobus, la stessa metropolitana, gli stessi centri commerciali.
Per un periodo, sicuramente troppo lungo, il
patto non scritto della reciproca estraneit ha funzionato. A modo suo: voi ignorate i cortei di auto
blu dei capi di stato e girate al largo dai palazzi di

vetro dellEuropa, noi evitiamo di mettere il naso


nelle moschee e nelle madrasse di Molenbeek, tralasciamo di scrivere degli scippi e delle aggressioni, tolleriamo i bar dove si spaccia e non riempiamo le prigioni oltre il ragionevole. Bisogna riconoscere che laccordo stato rispettato da entrambi
i contraenti. Lunico attentato islamico, lassalto
al museo ebraico di Bruxelles, stato compiuto da
uno arrivato dalla Francia. I luoghi del potere europeo non sono mai stati scalfiti, le auto blu dei primi ministri hanno potuto andare e venire indisturbate. Fino allultimo: quando hanno voluto colpire, i terroristi di Molenbeek sono andati a Parigi.
Ma tutte le forme di schizofrenia devono, alla fine, fare i conti con la realt. Gi dopo il massacro
di Charlie Hebdo, la polizia belga ha dovuto entrare in azione dando lassalto ad un paio di covi a Molenbeek e Verviers. Dopo Parigi, la guerra divenuta inevitabile. Lassurda extra-territorialit di
Bruxelles, capitale dellEuropa e del suo contrario, non poteva pi durare. E infatti non durata.
Adesso, tra viali deserti, treni fermi, negozi chiusi
e soldati per strada, possiamo misurare il prezzo
di questa gigantesca rimozione collettiva. E chiederci se Bruxelles riuscir mai a tornare solo la capitale dellEuropa che avremmo voluto.

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<SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

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UELLA citt benestante, borghese, consu-

mista ed efficiente, che efficientemente


preferiva guardare da unaltra parte.
Adesso tutti corrono a Molenbeek, a
scoprire i segni di una indigenza dignitosa e di
una distanza culturale siderale, che trasforma i pochi chilometri tra il quartiere dei terroristi e la
Grand Place in anni luce di un abisso temporale
che inghiotte tutte le speranze e le illusioni su cui
avevamo costruito la nostra Europa. Arrivano
giornalisti e telecamere. Ma soprattutto arriva la
polizia, che ora vorrebbe rastrellare la zona casa
per casa ma che per anni ha campato sullequivoco di mondi che promettevano di non incrociarsi.
Non di convivere, perch ogni convivenza tra la capitale dellEuropa e la capitale della jihad sarebbe
impossibile, ma di ignorarsi. Una conveniente politica dello struzzo, una schizofrenia di comodo facilitata da un Paese, il Belgio, in cui giornali e televisioni praticamente ignorano la cronaca nera,
pur avendo uno dei tassi di criminalit pi elevati
dEuropa.
Per anni, mentre il tumore del radicalismo islamico si ingrossava non solo a Molenbeek ma an-

che negli altri quartieri popolari della capitale,


Bruxelles ha campato su una sorta di patto non
scritto che prevedeva la totale separazione dei
due mondi, anzi dei tre mondi che scorrono ignorandosi lungo le rive da tempo interrate della Senne. C il mondo di sopra, la citt europea degli expat, come elegantemente si definiscono i nuovi
emigranti della societ opulenta: funzionari, lobbisti, diplomatici, giornalisti, gente del Parlamento, della Commissione, della Nato. Un microcosmo che basta a se stesso, tra riunioni ministeriali, cortei di auto blu scortate dalla polizia, sedute
parlamentari, convegni, dibattiti, feste e una movida ininterrotta che fonde tutte le lingue del Vecchio Continente in un inglese artificiale che solo i
veri inglesi non riescono ancora a parlare. Poi c il
mondo di mezzo, la Bruxelles belga, capitale di
uno stato piccolo e borghese, eternamente diviso
tra fiamminghi e valloni. anche quello un mondo separato, che educatamente ignora il mondo
di sopra e civilmente cerca di ignorare il mondo di
sotto, che garantisce entrambi e al contempo li
sfrutta economicamente evitando per quanto possibile di incrociarli e di farsene interpellare.
Infine c, appunto, il mondo di sotto: fatto di
donne velate e di uomini in EKFMMBCBAllinizio gente venuta dal Nordafrica ai tempi dellultima indu-

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TRANA STORIA QUELLA DELLA MARSIGLIESE, strana e av-

%FVN laico, come dimostra un particoventurosa come del resto saddice a un inno, consideralare episodio. Il generale Kellermann
to giustamente tra i pi belli, nato in un periodo dramera riuscito a fermare a Valmy (a est di
matico e oggi tornato drammaticamente dattualit e
Parigi) larmata prussiana diretta vercantato ovunque.
so la capitale. Rientrato in citt chiede
Gli inni russo e americano sono pi solenni, quello teal ministro della guerra di far eseguire
desco deve la sua melodia a Joseph Haydn, quello euroun 5F%FVN di ringraziamento. Il minipeo un adattamento dell*OOPBMMB(JPJB di Beethostro Joseph Marie Servan de Gerbey
ven, quello italiano ha versetti scritti da un ragazzo di
risponde che non pi aria di 5F
nemmeno ventanni poi morto nella difesa della Repub%FVN, bisogna far eseguire qualcosa
blica romana del 1849. E quello francese? La .BSTJHMJF
che risponda meglio allo spirito dei
TF deve parole e musica salvo il possibile equivoco
tempi. Aggiunge: La autorizzo, geneche vedremo pi tardi a un ufficialetto di guarnigione a Strasburgo in Alsazia. Il
rale, a far cantare con la stessa solennisindaco della citt pi volte contesa tra Francia e Germania, oggi una delle sedi
t che avreste chiesto a un 5F%FVN
del parlamento europeo chiese a Claude Joseph Rouget de Lisle, capitano del gelinno dei marsigliesi.
nio, di scrivere un inno guerresco per larmata del Reno. Era il 1792 e la Francia riLa popolarit dellinno, agevolata
voluzionaria aveva appena dichiarato guerra al re di Boemia e dUngheria. Il capidalla trascinante melodia, cresce velotano si mise al piano e, vuole la leggenda, butt gi la trascinante melodia in poche
cemente. Poche settimane dopo leseore: ritmo di 4/4 alla marcia, facile tonalit di sol maggiore. Versetti cos pieni di
cuzione alla maniera di un5F%FVN,
ardore bellico da risultare ancora oggi molto violenti. Gi nella prima strofa, dopo
siamo nellottobre 1792, viene addiritle parole che tutti conoscono (i"MMPOTFOGBOUTEFMB1BUSJF-FKPVSEFHMPJSFFTUBSSJ
tura messa in scena da Franois-JoseW), il tono cambia: i/POTFOUJUFOFMMFOPTUSFDBNQBHOFNVHHJSFRVFTUJGFSPDJTPM
ph Gossec, buon musicista, autore tra
EBUJ "SSJWBOPGJOPBMMFWPTUSFCSBDDJBQFSTHP[[BSFJWPTUSJGJHMJFMFWPTUSFDPNQB
laltro di un apprezzabile 3FRVJFN. Il
HOF. Da questo incubo linvito del ritornello: i"VYBSNFTDJUPZFOT'PSNF[WPTCB
buon Gossec la inserisce in una compoUBJMMPOT.BSDIPOT NBSDIPOT2VVOTBOHJNQVS"CSFVWFOPTTJMMPOTwovvero sizione intitolata significativamente
iDIFVOTBOHVFJNQVSPJNCFWBJOPTUSJTPMDIJ.
0GGFSUPSJPBMMB-JCFSU.
La storia dellinno per era solo cominciata nella notte alsaziana. Franois Mireur, volontario in un battaglione dellHrault, riesce ad avere
una copia del canto e alla fine di un banchetto che si tiene nella vicina Marsiglia comincia a cantarlo subito imitato
dal coro dei presenti. Quando i battaglioni marsigliesi, agli ordini di un certo Barbaroux, si mettono in marcia verso Parigi cominciano anche loro a intonare quelle note gagliarde che alleviano la fatica del cammino e animano gli
incontri di villaggio in villaggio. Scrive/ * $ 0 - "1 * 0 7 " / *
r Barbaroux nelle memorie: Ricordo
con tenerezza che allultima strofa
EGLI INNI IL COMPOSITORE CONTA POCO. E poco importa che la
dellinno, quando si canta lamore saMarsigliese nasca da un netto, indiscutibile e volontario
cro per la patria, tutti i presenti si miseplagio del francese Claude De Lisle ai danni, si fa per dire,
ro in ginocchio. Io mi trovavo in piedi
del piemontese Giovan Battista Viotti, nato a Fontanetto
su una sedia: Dio, che spettacolo, gli occhi mi si empirono di lacrime. Giunti a
Po. La musica del suo Tema con variazioni scritto undici
Parigi (luglio 1792), alla fine della loro
anni prima identica a quella dellattuale inno nazionale di Francia.
lunga marcia attraverso la Francia, i
Altra questione la somiglianza col tema del concerto in do di Mozart,
reggimenti dei marsigliesi riprendono
affine s a quello di De Lisle, ma sostanzialmente distante: portato in
ovviamente a cantare a gran voce. Il petonalit minore, con pochi tratti della magistrale penna mozartiana,
riodico -B$ISPOJRVFEF1BSJT scrive:
diventa un capolavoro sublime.
Cantano con un possente insieme; il
momento in cui agitano i loro berretti e
Il plagio De Lisle-Viotti indiscutibile, ma irrilevante: gli autori di un
le sciabole gridando tutti a gran voce
inno sono coloro che, sul campo, cantandolo e associandolo a imprese
AVY  BSNFT  DJUPZFOT mette veraeroiche, danno a quella musica una potenza emotiva che lo spartito,
mente i brividi. Brividi di tale intensispesso elementare, in s non saprebbe esprimere. Gli autori di fatto della
t da far dimenticare loriginaria destiMarsigliese sono i giovani combattenti arrivati a Marsiglia che nel 1792
nazione dellinno: larmata del Reno
cancellata, tutti ormai parlano di .BS
la cantavano, mentre combattevano per le strade di Parigi, rischiando e
TJHMJFTF diventata una specie di 5F 
sacrificando la vita per la libert. Senza di loro quel canto, che ad

.BBSFOEFSMBVOJWFSTBMF
GVSPOPJSBHB[[JEFM

Molti altri compositori, se ne contano circa venti, sfrutteranno quella melodia. Hector Berlioz, per esempio, nel
1830 ne elabora una versione per soli
doppio coro e orchestra. Partitura sontuosa ricca di colpi di timpano e rulli di
tamburo. Alcune battute siamo nel
1880 vengono inserite da Ptr Ilic
Cajkovskij nella sua 0VWFSUVSF 
che celebra la fallita invasione della
Russia da parte di Napoleone. Composizione resa molto fragorosa dallinserimento in partitura di alcuni autentici
colpi di cannone. Poi i Beatles ovviamente, che con le note di questo inno
aprono la loro "MM:PV/FFEJT-PWF; e il
film $BTBCMBODB in una delle sue scene
pi intense, con i patrioti francesi che
sfidano gli ufficiali nazisti cantando a
piena gola il loro inno. Sempre la .BSTJ
HMJFTF risuona in sottofondo, per cos dire, nel famoso dipinto di Delacroix -BMJ
CFSUHVJEBOUMFQFVQMF che celebra la
rivoluzione del luglio 1830 che mise sul
trono Luigi Filippo.
La .BSTJHMJFTF stata dichiarata inno nazionale due o tre volte seguendo
le convulsioni e i tumulti della politica.
Una prima volta nel luglio 1795, ma
con Napoleone viene abolita salvo essere riammessa dopo la rivoluzione del
1830. Di nuovo abolita durante il Secondo impero, nuovamente ammessa
dal 1876; ancora una volta abolita nella Francia occupata dai nazisti, riconfermata come inno nazionale nel 1946,
poi nel 1958 con la V repubblica disegnata da de Gaulle.
Al termine di queste complesse vicende resta una domanda di tipo musicale: il capitano Rouget de Lisle quella
notte invent davvero da solo la melodia? Il dubbio s affacciato pi volte. Il
gagliardo motivo affiora nel secondo tema del primo movimento del $PODFSUP
QFSQJBOPFPSDIFTUSBO, di Mozart (1786). Si pu ascoltare tale e quale nel brano 5FNBFWBSJB[JPOJJOEP
NBHHJPSF del compositore piemontese
Giovan Battista Viotti datato 1781,
dunque di ben undici anni anteriore a
quella notte del 1792. La questione
non stata mai completamente risolta, e i francesi ovviamente negano. Resta che il capitano quella partitura non
la firm, al contrario di quanto faceva
di solito. Lidea che linno dei cugini
dOltralpe sia un dono Made in Italy
affascinante. Basta andare su :PV5V
CF e confrontare.
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ascoltarlo oggi ci commuove e ci d i brividi, sarebbe forse una


canzonetta dimenticata.
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MILANO
HE COSA RIMANE DELLA VITA A NOVANTANNI quando ci pieghiamo su noi stessi fin quasi a

sentire lodore delle radici dalle quali siamo venuti? Lo domando a Umberto Veronesi
che i novantanni li raggiunger sabato e che ha questo tempo lunghissimo scavato nella carne e nel volto, non nello sguardo. La riflessione, risponde. A volte il desiderio di
morire.
Novantanni, una data da festeggiare?
Certo. Lo far con tutta la mia famiglia. Siamo una trib di quasi trenta persone, dai
novanta ai due anni. Unera geologica.
Quando era giovane riusciva a immaginarsi da vecchio, ha provato qualche volta a
proiettarsi fin qui, nel posto dove il passato e il futuro si sono invertiti i ruoli, tanto da
desiderare di pi quanto ci siamo lasciati alle spalle che ci che abbiamo davanti?
Quando sei giovane non pensi alla vecchiaia e man mano che invecchi il confine fra
giovane e anziano si sposta sempre pi in l. Semmai si pensa alla morte, questo s. Io ci ho pensato molto perch sono
un sopravvissuto. A diciottanni in guerra sono saltato su una mina e sono rimasto vivo per caso. O per miracolo, qualcuno direbbe. Da allora ogni giorno di vita per me una conquista. Ho deciso che avrei colto la bellezza dellesistenza a piene mani, finch vita ci fosse stata. E cos avvenuto. Non mi sono fatto mancare nulla.
Lei ha detto: se esiste il diritto alla vita, esiste anche il diritto di morire. Si chiama eutanasia. Sarebbe pronto a farvi
ricorso?
Senza la minima esitazione. Se una malattia mi privasse della mia dignit di persona chiederei leutanasia. Ho fatto
anche il testamento biologico che contiene le mie volont sulla fine della mia vita, in caso mi accadesse di essere incapace di esprimerle di persona.
sicuro di non essere sfiorato in alcun modo da un ripensamento sullabbandonata fede?
Perdere Dio mi ha obbligato a cercare valori morali dentro di me. Sono sufficienti a darmi forza. Limpegno etico
la sola cosa che mi ha lasciato Dio. Non ho avuto e non avr alcun ripensamento, ma ho continuato a studiare le religioni. un viaggio affascinante che aiuta a capire la storia, perch le religioni sono il risultato delle circostanze e
della cultura di un popolo in un determinato periodo.
La religione ai tempi della sua adolescenza era lunica cornice della vita. Lavvertiva addosso?
Non mi pesava perch rientrava nei riti familiari di mia madre, una donna che io adoravo incondizionatamente. I suoi gesti mi rassicuravano: recitare il rosario, preparare la tavola, mettermi a letto con lo scaldino
per i piedi, accendere una candela in chiesa. Quando
ho sviluppato un mio senso critico e la cornice ha inide nella finitezza assoluta della vita sempre
ziato a gravarmi, lho subito abbandonata. Mia
pronto a morire. Non c da perdonare n da
madre ci ha parecchio sofferto, ma mi ha capichiedere perdono dei peccati o redimersi per
to.
garantirsi un buon soggiorno nellaldil. Se
Come laico ha mai cercato di costruirsi un
le nostre idee sono la nostra immortalit,
suo Dio privato e succedaneo oppure, per dircon la nostra vita di pensiero, ogni giorno ci
la con Nietzsche, Dio morto e nulla pi?
prepariamo a morire.
Sto con lo scienziato Peter Atkins, che diLa sua definizione di vecchiaia?
ce che Dio non mai esistito.
La vecchiaia del corpo un massacro.
Se si guarda indietro, qual il suo pi granQuella della mente no, se si fortunati.
de senso di colpa?
Quando ha cominciato a dirsi oggi sono
Non aver fatto abbastanza per salvare ludiventato vecchio? Voglio dire, quando
manit dal cancro.
comincia let della nostra manutenzioMeglio Derrida: imparare a vivere signifine?
cherebbe imparare a morire, a consideraLa manutenzione del corpo c sempre, o
re, per accettarla, la finitezza assoluta
almeno dovrebbe esserci, ma mentre da giodella vita, senza salvezza, resurrezione
vane un dettaglio della vita, da vecchio dio redenzione. O Cioran: chiunque non
venta unattivit prioritaria. La vecchiaia anmuore giovane presto o tardi se ne penche questo: il corpo che non sta pi dietro alla
tir.
mente.
Derrida dalla prima allultima parola.
Quali sono i privilegi degli anziani, se ne esiVivere pi a lungo permette di produrre
stono?
pi idee e le idee rappresentano la nostra imIl potersi esprimere liberamente senza paura
mortalit. Il senso della vecchiaia questo. E
di rovinarsi la carriera, il matrimonio, la famiglia, i
il senso della vita, in fondo.
rapporti sociali profittevoli.
Unaltra sua citazione: mi preparo a morire
Tutto si perde, restano solo i ricordi?
senza accorgermene. Che cosa significa?
S. Dellinfanzia il sorriso di mia madre Erminia, il caloConsidero la morte un dovere e un imperativo
re dellamicizia degli animali. Degli anni della guerra le
biologico. Fin da ragazzo ho pensato che la vita deve
urla di dolore dei moribondi, gli sguardi increduli dei solfinire e non ha alcuna dimensione metafisica. Chi credati di fronte alla follia della violenza. La prima donna che

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ho baciato, non rammento chi fosse, ma ricordo il suo profumo e la sensazione dello sbocciare di un sentimento. Il
primo grande dolore, la morte di mio padre, Francesco.
Avevo sei anni. Le persone scomparse delle quali continuo a evocare il nome, un gesto, le forme del viso o del corpo: mia madre, mia sorella Franca, i miei fratelli Pino, Lino e Antonio, Don Giovanni il prete-filosofo di campagna.
Intorno ai diciotto anni ho vissuto sesso, amore e dolore.
La mia vita continuata cos, in sovrapposizione permanente.
Qual il tempo pi crudele?
Quando si perde la lucidit, a qualsiasi et avvenga.
Ha finto spesso di essere felice?
Pi che felice, ho finto di essere ottimista, per dare
speranza ai miei malati.
Pensa di essere riuscito a dare un significato al suo passaggio su questa terra?
Lesistenza in generale non ha alcun senso. La terra
un granello in un universo indifferente, destinata a
scomparire per la seconda legge della termodinamica. Eppure ho cercato anchio di dare un senso alla mia vita e
lho trovato nel trasmettere un pensiero che spero possa
contribuire al miglioramento concreto delle generazioni
future che per circa due milioni di anni ancora vivranno
su questo pianeta.
Quali sono i traguardi raggiunti di cui va orgoglioso?
I progressi nel controllo del cancro prima di tutto e poi
qualche battaglia vinta nellavanzamento civile e sociale.
Come la fecondazione assistita, per fare un esempio. Poi
ho creato, con laiuto di molte persone straordinarie, delle istituzioni, che, spero, terranno vive molte delle mie
idee. LAssociazione italiana per la ricerca contro il
cancro, lIstituto europeo di oncologia e la mia Fondazione per il progresso delle scienze.
Lei stato spesso, diciamo cos, un provocatore:
dalla chirurgia sul seno alleutanasia, dal nucleare agli Ogm, dalla posizione sullergastolo fino al riconoscimento parziale delle ragioni
dellIs. Mai un pentimento?
Nessuno, quelli che lei cita come se fossero errori sono stati gli impegni scientifici e
civili pi importanti della mia vita. Non sono un provocatore a meno che per provocare si intenda indurre a una visione diversa
delle cose che si distacca dai luoghi comuni e
dalle posizioni pi popolari. Pensi che non sopporto neppure lo scontro verbale dei talk show.
Mi sento piuttosto un anticonformista e credo di
averlo dimostrato pagandone le conseguenze, venendo preso di mira da critiche feroci. Vede, c un
doppio fil rouge che lega tutte le mie lotte di pensiero. Il primo il bisogno di infrangere i retaggi e le verit acquisite per sviluppare un sistema di idee e valori
propri. Il secondo la convinzione che tutti i fenomeni
hanno una causa e solo agendo sulle cause si possono risolvere anche le situazioni pi dolorose e tragiche. Questo
anche il senso delle mie parole sullIs. Opporre violenza alla violenza non fa che alimentare una spirale di sangue,
morte e paura. Esattamente ci che lIs vuole. Occorre invece capire le ragioni della follia jihadista e su queste intervenire dopo averle, non legittimate, ma decodificate.
Che cosa rester di noi dopo la morte? Non saremo pi
nulla comera prima di nascere?
Noi non saremo pi nulla ma rimarranno le nostre
idee. Ce lha insegnato Socrate che infatti resta nel nostro
pensiero anche dopo duemilaquattrocento anni.
Quali sono stati i suoi comandamenti privati?
Credo nella libert, nella giustizia, nella solidariet e
nella tolleranza.
E la sua fedelt assoluta?
Al principio dellautodeterminazione della persona.
Siamo noi ad avere una vita o la vita che ci possiede?
Siamo parte di un disegno biologico codificato nel nostro Dna che ci impone di conservarci, riprodurci e poi morire.
Laldil dellanima o del pensiero?
Non c aldil. Il pensiero pu sopravvivere al corpo
ma in modo immanente. Il nostro pensiero pu continuare a vivere sulla terra attraverso chi ci pensa.
Ricordo una sua battuta: Ti annuncio che sono moribondo. Perch? In questi giorni non ho voglia di fare
lamore. In una classifica personale delle priorit in
quale posizione mette il sesso?
Altissima. Il sesso unespressione vitale positiva e irrinunciabile. Oltre a essere, lo ripeto, un imperativo del
Dna, che ci ordina di riprodurci.
stato pi Casanova o pi Don Giovanni?
Casanova. Ho sempre amato leterno femminino.
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CHAMONIX
ASTA GUARDARSI INTORNO O ALZARE LA TESTA verso il Monte Bian-

co. Ogni passo, ogni colpo docchio, ti porta alla montagna. Vicino al Bistrot des Sports e alla Maison de la Montagne, sede della
Compagnia delle Guide, un viavai di alpinisti e sullo sfondo
svettano lAiguille du Midi e il Dme du Goter. Solo qui a Chamonix Michel Gurin poteva fondare la piccola casa editrice che
dal 1995 pubblica la collana di libri rossi dedicati allalpinismo.
Il primo titolo fu la ristampa de *DPORVJTUBUPSJEFMMJOVUJMF di Lionel Terray, uno dei maggiori protagonisti dellalpinismo francese e mondiale, arricchita da pi di quattrocento foto in gran parte inedite, cui seguirono decine di altri testi in lingua francese
che sono diventati oggetti di culto tra gli amanti della narrativa
di montagna, dallautobiografia dellarrampicatore Patrick Edlinger al libro fotografico 1SF
NJFSFEF$PSEF di Roger Frison-Roche. Nonostante la morte di Gurin, nel 2007, lattivit della maison ddition en altitude, per usare una definizione coniata da Jrme Garcin su
-0CT, andata avanti senza sosta. Proprio ieri ha raggiunto il traguardo dei ventanni festeggiando con una serata di gala, alla presenza di tanti alpinisti e scrittori, la pubblicazione di un
volume straordinario e unico nel suo genere intitolato "MQJOJTUFT. Abbiamo immaginato
questo libro come una cordata alpinistica e letteraria, spiegano i curatori Charlie Buffet e
Christophe Raylat, questultimo anche direttore della casa editrice, in cui cento scrittori raccontano altri cento alpinisti che hanno contribuito con le loro scalate a cambiare la storia della
montagna. In alcuni casi gli stessi autori sono scalatori o arrampicatori e hanno scelto loro il
personaggio da raccontare. Per esempio Joe Simpson che ricorda Walter Bonatti, o Pierre Mazeaud, un mito dellalpinismo francese, che ci offre un ritratto di Gary Hemming. O ancora Reinhold Messner che ha voluto presentarci la figura di Hermann Buhl. Uomini e donne che hanno fatto o stanno facendo la storia dellalpinismo, da Maurice Herzog, lautore di 6PNJOJ
TVMM"OOBQVSOB, a Toni Egger e Giusto Gervasutti, da Lydia Bradey a Lynn Hill fino a Kurt
Diemberger, Patrick Gabarrou, Ueli Steck e David Lama. Cento cordate di stelle alpine. Alcune ve le proponiamo qui a fianco in anteprima.
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nacque
nel 1829, la tesi che il Cervino non
potesse essere salito e che quella
cima a forma di piramide fosse dannata,
non era solo una credenza dei valligiani. Ma
Carrel, che dopo aver passato uninfanzia
felice sui pascoli della Valtournenche fu
arruolato per combattere nelle guerre
dindipendenza, imparando a sue spese il
significato delle parole coraggio, paura,
istinto, intuito e sopravvivenza, si convinse
del contrario. Non solo nel 1857 organizz
il primo tentativo di scalata al Cervino ma
per tutta la vita si dedic a esso. Eppure
solo oggi, a distanza di centocinquanta
anni dalla conquista della Gran Becca, che
emergono i valori di questuomo. Un
montanaro dalla fisionomia scolpita con
laccetta, come il Cervino.
UANDO JEAN ANTOINE CARREL

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ICORDO UNA DISCESA a corda doppia


dopo le Flammes de pierre verso
lattacco del Pilier Bonatti, alle
Aiguilles du Dru. Ian Whittaker e io
seguiamo una fila di chiodi su delle pareti
sempre pi a strapiombo, e ci chiediamo se
poteva averli piantati lui, Bonatti. Poi le
pareti scure della gola risuonarono di colpo
del tuono di una valanga di sassi. Ripensai
allora al racconto di Bonatti. Raccontava
della farfalla che aveva trovato
agonizzante sul ghiaccio, delle sue ali che
battevano fievolmente, portata l da
qualche corrente ascensionale per morire
in quel regno oscuro e ghiacciato. Scriveva
della solitudine che aveva provato in quel
momento, ossessionato dalla possibilit di
morire da solo come quel povero insetto.

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ERMANN BUHL non si preoccupava di


essere il migliore. E gli importava
poco di essere il miglior alpinista del
mondo, il pi veloce o il pi modesto.
Queste qualifiche gli sono state attribuite da
pseudo-alpinisti per tentare di misurare ci
che non si pu misurare. Una serie di cifre
non pu qualificare le nostre azioni. Certo,
c il giovane scalatore che un giorno si
auto-attribuisce il titolo di campione del
mondo, lamentandosi del fatto che al
grande alpinismo non si riconoscano titoli
mondiali o medaglie doro. Ma lalpinismo
non potr mai essere misurato in secondi o in
punti. Il successo, nellalpinismo, dipendeva,
anche per Hermann Buhl, dalla capacit di
sopravvivere in un contesto sempre pi
delicato.

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L SUO NOME tra i primi alpinisti che

ho tenuto a mente. Lessi di lui una


biografia scritta da Severino Casara.
Paul Preuss ebreo non si potuto
iscrivere al club alpino austriaco. La
Vienna illuminata da grandiosi ebrei,
Freud, Kraus, Mahler, Hoffmanstahl,
Schnitzler, li evitava.
Oggi confondo la sagoma di Preuss con
quella di Buster Keaton, le loro facce
assorte in una sola. C in loro la medesima
tenacia pura e lestremismo della
solitudine. Furono atleti di unarte che
scopriva le sue possibilit tramite loro.
Quando scalava con un compagno, si
legava in vita la corda con un nodo che si
sarebbe sciolto in caso di caduta, per non
coinvolgere il secondo. Ma questo era un
accorgimento gi usato da alcuni primi di
cordata. Era integro con se stesso senza
integralismi. Non voleva stabilire regole n
accogliere seguaci. Non fu profeta ma
esempio da tenere a bada come una
tentazione. Scalare senza alcuna
protezione, scendere la stessa linea
imponendosi lo stesso vuoto ma
guardando in basso: no, non voleva essere
seguito. Sapeva di stare da tutti a una
distanza incolmabile. Conosco un alpinista
di oggi che scala come lui, in su e in gi
slegato per gli stessi appigli. Fa cordata con
Preuss.
Centanni dopo la sua salita in Lavaredo,
una mattina sono stato dovera passato lui.
Altre volte andando a scalare la Nord di
Cima Grande ero passato sotto la
Piccolissima, incisa come una ferita da una

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fessura che lapre da cima a fondo,


slabbrandosi in alto a canna fumaria.
Preuss: questo soffio di lettere mi usciva
di bocca in segno di saluto e
appuntamento. Volevo aspettare la
centesima estate della sua scalata.
arrivata. Sono stato dove lui passato.
una roccia solida, scura, di umore variabile
secondo umidit e colate dacqua. una
parete nord che ancheggia a est, a
prendere e perdere subito una spalmata di
luce. La fessura iniziale rimanda in faccia il
fiato di chi scala, glielo stringe. In alto dove
si dilata la roccia, diventa cassa di
risonanza. Immagino il violoncello di Mario
Brunello in una delle soste della
spaccatura. Preuss non era l, nessun segno
di passaggio, chiodi non ne batteva. Era
passato qualche ora prima di centanni fa.
Cera una volta che era stato l. Quello fu
per lui il 1900, un saliscendi di superfici
vergini. Non era ancora il secolo delle
rivoluzioni, delle guerre mondiali
concentrate addosso al pi piccolo dei
continenti. Gli restavano ancora due estati,
in quel settembre del 1911. Non avrebbe
fatto parte della giovent insaccata nelle
trincee tra i picchi delle Dolomiti. Quando
cadi, passi il resto della tua vita a
precipitare: disse qualcosa del genere,
secondo Casara. S, quando cadi, il resto
della tua vita dura il tempo che cadi.
Chiss perch era aperto il il suo coltello,
trovato accanto a lui, scaraventato gi dal
Mandlkogel. Chiss perch penso che lo
sapesse che doveva smettere cos.
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UANDO IL NOME DI CATHERINE Destivelle


comincia a farsi notare saranno
sufficienti pochi anni perch non si
possa mai pi compararla a nessunaltra
perch raggiunge una posizione che sfugge
alla categorizzazione maschile/femminile.
Quali doti sono necessarie per fare di un
essere umano un buon alpinista? Resistenza
fisica e mentale, attitudine a sopportare la
fatica, intelligenza, prontezza di analisi,
conoscenza dellambiente, del materiale che
si usa, ma anche di s, delle proprie
possibilit e limiti, forza fisica, agilit,
equilibrio. Nulla che sia specificamente
maschile o femminile, e ci che distingue il
buon alpinista dallalpinista eccezionale
che tali qualit sono in questultimo, uomo o
donna che sia, spinte allestremo.

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stato lOmero informale della nuova lingua italiana nata dal


boom economico,
quella lingua rigenerata dal vigore creativo della pubblicit e
della nuova voglia di
spettacolo e disimpegno emersa prepotente gi dal dopoguerra. Di un Omero informale, non ufficiale e ben poco celebrato si trattato: solo cos poteva essere per un uomo che
ha speso le risorse infinite del suo ingegno linguistico dissipandole in pi di quattromila caroselli, diciannove libri, una
cinquantina di sceneggiature cinematografiche (tra cui il
primo film comico italiano, *NQVUBUP BM[BUFWJ, del 1939
con protagonista Macario, e tanti film di Tot), una trentina
di spettacoli di rivista (compresa la prima commedia musicale italiana, nel 1955: 7BMFOUJOB VOBSBHB[[BDIFIBGSFU
UB) e testi di canzoni (tra cui la hit #FMMF[[FJOCJDJDMFUUB). E
tanta satira giornalistica, per i gloriosi #FSUPMEP e .BSD"V
SFMJP. Marchesi stato per la parola quello che Jacovitti stato per il fumetto: un genio incontenibile, infaticabile e generosissimo. Un big bang della creativit capace di generare universi divertenti e improbabili nascosto sotto i panni
di un gentleman compassato come quel TJHOPSFEJNF[[B
FU a cui diede corpo, mente e voce per la Rai.
Oggi noi tutti usiamo le frasi di Marchesi, a ognuno pu
capitare di dire Il signore s che se ne intende, o Con quella bocca pu dire ci che vuole o Anche le formiche, nel loro piccolo, si incazzano ma ancora troppo pochi sanno che
sono tutte frasi sue, del primo e ancoroggi inarrivabile copywriter italiano. Per aiutarci a colmare la lacuna, ci voleva
unopera dal taglio quasi enciclopedico come l"HFOEB.BS
DIFTJ curata da Mariarosa Bastianelli e Michele Sancisi. Una
strenna zeppa di saggi inediti che svelano lartista e luomo
compresi gli affettuosi ricordi di chi collabor con lui, come Enrico Vaime, Guido Clericetti e Paolo Villaggio e materiale darchivio ormai introvabile, come foto e locandine
dei suoi spettacoli e gli scritti di corsa, pi che corsari, che
Marchesi vergava su bloc notes e fogliettini ogni volta
che, avuta unilluminazione improvvisa per qualche nuovo lazzo, aforisma, o sketch da affidare a
Walter Chiari, sorgeva il bisogno di fermarla su carta per strapparla alloblo.
Marchesi stato un genio indaffaratissimo, felicemente perseguitato dal tempo e dagli impegni. Se ritardo una mezza giornata la fine del mondo, se muoio
non se ne accorge nessuno aveva appuntato su un foglio questo stakanovista del variet che, quando doveva
vedersi con un collaboratore, lo avvisava: Domani mattina vediamoci sul tardi. Facciamo alle otto. Gi, era proprio milanese Marchesi, per nascita e senso del dovere. Ma
si era presto innamorato di Roma, dove pass gli anni del
suo felice sodalizio con Vittorio Metz, coautore di quei film
di Tot allora vilipesi dalla critica e oggi rivalutati, ma sempre amati dal pubblico. Metz e Marchesi affittavano una
stanza allalbergo Moderno con due macchine da scrivere
una sul letto e laltra nella ritirata e un perpetuo svolazzo
di fogli e amenit. Scrivevano tanto, e qualche battuta laffidavano a ragazzi di bottega: Ettore Scola, per dirne uno,
inizi cos. Ma sono tante le carriere che si sono impennate
verso lalto grazie a Marchesi, anche ottimo talent scout e
baster citare Walter Chiari, Mike Bongiorno, Gino Bramieri, Mario Riva, Ugo Tognazzi, Paolo Villaggio, Gianni Morandi, Age e Scarpelli. Uneredit, quella che ha lasciato, molteplice e caleidoscopica: riempie di sorrisi lintero tessuto dello spettacolo italiano dagli anni Trenta a quel triste 1978 in
cui, a soli sessantasei anni, Marchesi sbatt la testa su uno
scoglio per far divertire con un tuffo il figlio di un anno. Far
sorridere gli altri, solo questo: la missione serissima di tutta
unimpareggiabile vita.
ARCELLO MARCHESI

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ONO NATO MENTRE in tutta

Italia si cantava Tripoli,


bel suol damore. Quando
arrivai, non ero atteso
proprio per quellora e,
nella confusione che segu, mi legarono
lombelico col nastrino tricolore di un
pacco che conteneva un panettone.
Scrivo dalla mattina alla sera, ma non
ho archivio. Mi illudo che i testi che non
riesco a trovare siano piuttosto belli. Mi
piace solo quello che far.
Riepilogando: ho quarantotto anni,
ottanta chili, cento delusioni, mille
desideri. Fra questi, quello di fischiare
un motivo dixieland accompagnato da
una grande orchestra. Forse ci riuscir.
Per ora, dopo aver fumato sessanta
sigarette al giorno, chiuso in una stanza
con Metz per quattordici anni (lui
fumava, io respiravo semplicemente il
suo fumo) a scrivere riviste,
sceneggiature e canzoni, mi dedico alla
pubblicit. Lavoro per non lavorare, ma
non ci sono ancora riuscito (a non
lavorare). Per disintossicarmi dai
formaggini, dai detersivi, dai dentifrici,
peraltro utilissimi, in cui sono immerso,
scrivo delle poesie. Pi che altro, vado a
capo ogni tanto. unabitudine che ho
preso durante la guerra, quando
mancava la carta, e scrivevo sul bordo
bianco del giornale; per cui tutto, anche
un indirizzo, assumeva laspetto di una
poesia. Anche se non vi piacciono,
hanno un pregio, sono inedite e voi siete
i primi a leggerle, dopo, sintende, i miei
famigliari.
Ah, dimenticavo: ho un altro
desiderio; mi piacerebbe non morire
per vedere come va a finire.
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Mia madre era una medium. Una sera
mia madre, appena caduta in trance,
si mise a parlare con voce da uomo.
Attraverso di lei si stava manifestando
una presenza molto simpatica e cio:
Luigi Lucatelli, scrittore, giornalista,
umorista, morto nel 1915. Lucatelli
parl subito di me. Disse che sarei
diventato uno scrittore, un umorista, e
che lui sarebbe stato sempre al mio
fianco. Io mi spaventai un po. Mi ero da
poco laureato in legge. Al mio primo
intervento davanti al giudice
conciliatore, smarrii la cambiale sulla
quale verteva la causa. Segno
premonitore?
Un mese dopo, da un palchetto del
Teatro Lirico di Milano, Angelo Rizzoli
mi vide recitare in una rivista goliardica.
Perch mi chiam subito alla
fondazione del Bertoldo insieme con
Mosca, Metz, Manzoni, Marotta,
Molino? Mah! Da allora non ho mai
smesso di scrivere, cercando di
combinare le parole in maniera che
facessero ridere. Spesso, quando in
copisteria detto a un velocissimo
dattilografo pagine e pagine di
sceneggiatura, direttamente in bella
copia, senza correzioni o ripensamenti,
oppure quando mi scappano dalla bocca
battute improvvise quasi prima che io
possa averle pensate, ho il sospetto che
qualcuno mi suggerisca ci che dico.

Sar Luigi Lucatelli che mantiene la


promessa fatta nel 1936 a una sua
amica medium?
*OUSPEV[JPOFBCome ti erudisco
il pupoEJ-VJHJ-VDBUFMMJ 3J[[PMJ

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Fa troppo bene il MarcAurelio qui.
Quando arriva, un portaordini corre di
centro in centro per farlo leggere a tutti
e le risate sconcertano il nemico.
Ieri ero seduto in terra. Un collega del
genio mi ha domandato quanti chili
pesassi. Gli ho risposto che ne pesavo
ottantacinque, ma a furia di massaggi,
di volont e di scuole serali ero arrivato a
sessantotto.
Bene mi ha risposto quello con
calma ti sei seduto su una mina che
salta alla pressione di settanta chili.
Mi sono alzato di scatto.

No, no adesso puoi anche rimanere


ha ribattuto il geniere ti mancano
due chili.
Gi e mi sono riseduto.
-FUUFSBEBMM&HJUUP
QFSJMMarcAurelio HJVHOP

4DFUUJDP /P NJPQF


La battuta, questa sfilza di parole
meccaniche, costruite in modo da
provocare comunque il riso, mi ha
sempre ossessionato fin dallinizio della
mia lunga carriera di umorista (cos
lunga, pensi, che alcuni mi credono mio
figlio). Eppure sono nato alle lettere
con una freddura che fu pubblicata nel
36 sul settimanale umoristico
Bertoldo: Io non credo allamore a
prima vista. Scettico? No: miope.
Freddina, no? Da allora, sulle colonne
dei giornali, sullo schermo, alla radio e
in teatro, ovunque lavorassi, fui
condannato sempre alla secca, ritmata,
funzionale battuta. Era cominciata la
mia triste carriera di scrittore tutto da
ridere
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STOCCOLMA
ENVENUTI A BORDO del trasporto veloce a emissio-

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ne zero. In venti minuti, a 205 orari vi porteremo


nel centro di Stoccolma. Silenzioso missile giallo
e bianco con schermi per OFXTOFUXPSLT a bordo,
il supertreno Arlanda Express esce accelerando
alla superficie, si lascia alle spalle il megagalattico aeroporto, che usa anchesso solo le rinnovabili, e le due stazioni sotto i cinque terminal, profonde come rifugi antiatomici perch la pace fragile, e sfreccia verso la vivace Londra del Grande
Nord. Ecco, la scommessa-rivoluzione chiamata
Svezia 2050 ti viene subito incontro, appena atterri. E quando il supertreno rallenta e entra nei bei quartieri borghesi, non vedi fumo nero di gasolio da riscaldamento o di olio combustibile uscire dai camini di eleganti palazzi o moderne industrie.
Lobiettivo ambizioso, gli svedesi sono decisi a non mancarlo: Entro il 2050, hanno spiegato il
premier socialista Stefen Loefven e la sua vice, la ministra dellAmbiente e leader dei Verdi Asa
Romson, saremo il primo paese industriale avanzato a emissioni zero. Senza danneggiare crescita, occupazione e qualit della vita, anzi dando loro nuove forze. Con questa sfida, il regno delle tre
corone chiede coraggio di scelte dure allimminente vertice mondiale sul clima di Parigi, e anche
se altri non ci seguiranno noi andremo avanti.
Ispiratrici della sfida Made in Sweden sul clima, le brave, attivissime donne al potere: prima di
tutte Margot Wallstroem, agli Esteri, teorizzatrice della superpotenza col cuore, poi la Romson
stessa, poi la titolare delle Finanze. E infine ma non ultima Kristina Persson: nelle stanze accanto a

quelle del premier, a Palazzo Rosenbad, lei guida lunico ministero del Futuro del mondo. Come una maga buona di Harry Potter, insieme a
politici dogni colore, imprenditori, sindacati,
ong, progetta e ripensa ogni giorno il mondo in
cui vivremo.
A un primo sguardo superficiale, passeggiando in centro, non penseresti a tanta fretta daddio al Co2 e a ogni altra emissione fossile. Se non
altro perch dal lusso delle boutique adorate da
una borghesia colta quanto elegante alla luce
che illumina DBWFT, discoteche e internet caf di
Soedermalm e centri culturali giorno e notte,
Stoccolma non ti fa pensare subito a una citt
che taglia o risparmia energia. Meno che mai, se
ricordi che qui la musica rock, prima di essere
sentita ad alto volume nei locali, sovvenzionata perch parte della cultura doggi. Ma la scelta
fatta, insistono gli esperti a Rosenbad. E possiamo farcela, non utopia da visionari, mi dice il giovane Fredrik Hannerz, uno dei padri del
piano Svezia 2050, ricevendomi al ministero
dellAmbiente a un passo da Kungstraedsgarden e dallOpera.
Chiunque governi, qui siamo pragmatici,
spiega il professor Kjell A. Nordstrom, economi-

sta anticonvenzionale di grido, spesso consultato dallesecutivo, e precisa: Se unidea ci appare eticamente a posto, efficiente, pratica, utile,
tentiamo tutto per applicarla, che sia nostra o
che venga da Usa, Israele o altre location di punta delle high tech di domani. Difficile, a prima
vista, ridurre le emissioni in uneconomia industrializzata e ipertecnologica, dove met del Pil
viene dallexport di beni deccellenza: auto come aerei, elettronica e marchi internet come
Skype o Spotify. Ma non impossibile, insiste
Hannerz. E il consenso sulla rivoluzione delle
emissioni zero bipartisan, tra socialdemocratici e verdi al governo e i quattro partiti borghesi (qui si dice cos in senso buono) del centrodestra. Stoccolma, ieri tempio dellutopico socialismo liberal di Olof Palme e Tage Erlander, propone oggi al mondo ricco un altro sogno: la salvezza solidale e sostenibile di clima e ambiente.
Finora ce labbiamo fatta ad andare avanti,
anche veloci, dicono al ministero: la carbon tax
introdotta nel 1991 di cento euro a tonnellata,
contro la media di cinque-dieci nel resto dellUnione. Chi compra unauto elettrica riceve lequivalente di oltre diecimila euro in contanti,
pi parcheggi e pedaggi gratis e altri GSJOHF. Gli

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autobus di tutta la Svezia usano solo etanolo, e i
comodi treni delle sette linee della Tunnelbana,
la bella metro della capitale con stazioni decorate da artisti (profondissime, antiatomiche),
vanno anche loro a rinnovabili, come gli X-2000
dellalta velocit. Sillumina di luce prodotta solo dalle rinnovabili anche il magnifico mercato
coperto fin-de-sicle di Ostermalstorg, location
deccellenza gastronomica e di struscio e spuntini nei bistr interni per la borghesia locale.
Dallintroduzione della carbon tax a oggi, abbiamo ridotto le emissioni del 40 per cento, mentre leconomia cresceva del 105; i carburanti fossili sono scesi dall80 per cento del totale a ben
meno di un terzo, meno delle rinnovabili.
Obiettivo: una flotta di veicoli privati e pubblici
liberi dai carburanti fossili. Non finisce qui: come si comincia a fare anche negli Usa e in Israele, i migliori ricercatori sono al lavoro per sviluppare ecocarburanti anche per i jet di linea, e gi
oggi, ricordano alla Flygvapnet, laviazione reale, i nostri caccia supersonici Gripen con cui prima che il grande vicino si unisse alla guerra contro il Daesh respingevamo le visite dei suoi bombardieri, volano senza perdita di prestazioni
con carburante da jet civili, molto pi pulito di

quello degli aerei militari di tutto il mondo.


La domanda maliziosa ti viene in mente,
inevitabile: e se fosse solo un bel sogno da Fabian society o da Citt del sole? No, guardi,
possiamo farcela, insiste Fredrik Hannerz,
chiunque ci possa governare daccordo. E ricorda un elemento-chiave: Le foreste sono il nostro oro verde. Addio alla deforestazione selvaggia dellalba della rivoluzione industriale, adesso lordine prioritario riforestazione massiccia, e uso sostenibile dellindustria del legno.
Mica male, per la patria di Ikea e del design. Le
foreste, continua, sono il polmone da estendere, e non solo: i loro avanzi, dagli alberi che
muoiono agli scarti della produzione di legname, vengono e verranno sempre pi gasificati e
cos utilizzati come fonti denergia pulita, per le
industrie o per il riscaldamento delle case. Insieme alla biomassa, alla geotermica nazionale
e ai fiumi sotterranei della vicina Norvegia, al fotovoltaico. Non utopia, vogliamo essere domani esportatori-leader di tecnologie per lenergia pulita, come oggi con le auto premium, gli
aeroplani, le Hasselblad e internet. La scommessa c tutta, auguri cara Svezia.
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IBO INTEGRALE: RIFERITO AD ALIMENTI molto nutrienti


e di facile digeribilit, fatti con tutti gli elementi costitutivi del grano e di altri cereali, senza burattare
la farina, e cio con semola e crusca. Semplice ed
efficace, la definizione della Treccani lascia poco
spazio ai fraintendimenti. Il cibo integrale vero cos, prendere o lasciare. Peccato che tra vocabolario
e realt, sfumature, traccheggi e informazioni precarie rosicchino il concetto dallinterno, come un
dolce svuotato dalle dita di un bimbo goloso. Sotto
il vestito (integrale) niente, a parte un pallido ricordo di colore, il marketing spinto e il prezzo maggiorato. Eppure, lintegrale dilaga. Sugli scaffali, nei men, a corredo di mille elenchi di ingredienti, tra le
buone intenzioni dei dannati della dieta, incensato da nutrizionisti e diabetologi, impalmato dai guru della pancia piatta e dagli stakanovisti del fitness. La nuova dittatura della farina povera si tradotta in croissant e pan carr, torte e biscotti, fino alla macinatura ruvida per il panettone del prossimo Natale.
Gli scienziati non hanno dubbi: oltre la met dei carcinomi potrebbe essere evitata con unalimentazione ricca di verdure e cibi integrali. I benefici sono infiniti, dalla conservazione del germe con il suo carico
di potenti micronutrienti alla presenza di fibre che contribuiscono a tenere lintestino in forma, e poi vitamine e sali minerali, basso indice glicemico e alto indice di saziet.
Produrre integrale costa tempo e attenzione. Se
andate a Roddino, Langhe, dove Roberto Marcari- con naturale, nel senso di biologico. Perch dove sono ha scambiato una confortevole carriera da fun- no stati usati additivi chimici, molto meglio comzionario di banca con lindomito mestiere del forna- prare prodotti raffinati, almeno ripuliti dellinvoluio biodinamico, lo troverete facilmente a parlare cro intriso di pesticidi.
Al contrario, la farina doppio zero bio un totale
con limpasto messo a riposare sotto un telo canapa. Dormi ancora un po, ne hai bisogno, suggeri- controsenso, visto che il meglio annidato tra invosce alla pagnotta in lievitazione, ben sapendo che lucro e chicco. E poi lo zucchero, che nasconde diequella ricambier la gentilezza restando morbida tro laggettivo grezzo un prodotto raffinato e coloe fragrante per giorni. Altro campione del pane in- rato col caramello, mentre i due veri integrali
tegrale, Eugenio Pol, milanese trapiantato in alta muscovado e panela si riconoscono per lodore
Valsesia, dove segale e monococco la fanno da pa- penetrante e la consistenza particolare. O il miele,
droni e un profumo irresistibile battezza i due gior- che solo api felici di volare su fioriture intatte e una
lavorazione senza eccedere la temperatura del soni della settimana dedicati alla cottura.
Ma c integrale e integrale, dato che per definir- le destate rendono vergine e integrale. In caso di
la tale secondo legge, una farina deve contenere al- dubbi, tagliate una fetta del pane di cui sopra e
meno l1,3 per cento di ceneri (di sali minerali) sul- spalmatela con un miele adeguato. Annusate, prila sostanza secca: un po di crusca a puntinare il ma di addentare, per godere di una felicit a tutto
biancore della super raffinazione, e il gioco fatto. tondo. Integrale.
E soprattutto, lintegrale ha senso solo se fa rima
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INGREDIENTI:
150 G. DI GRANO DURO RUSSELLO INTEGRALE SPEZZATO; 90 G. DI ACQUA
450 G. DI SUCCO CENTRIFUGATO DI FICO DINDIA; 80 G. DI PECORINO
DEL CASEIFICIO LA PECORA NERA; 100 G. DI LATTE DI PECORA O VACCINO
40 G. DI MIELE DI FIORI DARANCIA; 90 G. DI CACHI FRESCHI E MATURI

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ettete a bagno il grano spezzato in acqua fredda per ventiquattrore. Cuocere a vapore nella cuscussiera o nel
forno per 45 a 100C, poi sgranare con una forchetta.
Mettere in padella 150 grammi di succo e lacqua. Raggiunta lebollizione, aggiungere il grano e far bollire a fuoco dolce, continuando a mescolare. Togliere dal fuoco, raffreddare e conservare in frigo. Versate gli altri 300 grammi di succo in un
saut dalluminio a fiamma moderata, ridurre a met, raffreddare e conservare in frigo. Grattugiare il pecorino, mescolare col latte e frullare aggiungendo il miele fino a renderlo cremoso. Raffreddare quattro ore in frigo. Sbucciare i cachi, riducendo la polpa a salsa. Su ogni piatto, due
quenelle di cuturro e sopra un cucchiaino di riduzione. A cot, tre acini di uvetta ammollata in uno sciroppo met miele
e met acqua e due quenelle di crema di pecorino. Rifinire
con purea di cachi.

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NTEGRALE O INTEGRALISTA? Questo

il problema. Almeno per quelli


che fanno della sana
alimentazione una questione di
fibra. Alimentare, ma anche
morale. Perch nella domanda
crescente di cibi naturali e
incontaminati, puri e depurativi, c
sicuramente una sacrosanta ricerca di
salute nel piatto. Ma c anche un
desiderio di purificazione del corpo e
insieme di drenaggio dellanima.
Insomma un cammino di redenzione
della carne che trasforma pane e frutta,
verdura e yogurt in strumenti di
normalizzazione di appetiti e desideri.
Modi per darsi una regola.
Nellattuale trend salutista riaffiora
sempre pi frequentemente un
ascetismo secolarizzato. Un
pauperismo cool. Un sussulto etico e
dietetico. Che tenta una problematica
quadratura del cerchio fra il peccato e il
carboidrato. Roba che ricorda gli
anatemi di padri della Chiesa come
Clemente e Tertulliano, passati alla
storia per il loro rigorismo morale e per
la loro messa al bando dei cibi troppo
raffinati. Come le farine bianchissime e
le carni elaboratissime. Che
snaturavano la nutrizione
trasformandola in piacere. Addirittura i
due consideravano cuochi e pasticcieri
dei riprovevoli ministri di Satana perch
corrompevano, con salse, creme e fondi
di cottura, la semplicit degli alimenti
che il Signore ci ha dato, eliminandone
la parte pi nutriente. Come dire cibi
sofisticati uguale costumi rilassati. Di
fatto questi venerabili bacchettoni
hanno anticipato la recente
santificazione degli alimenti integrali
che lhomo dieteticus contemporaneo
ha elevato a emblemi supremi di salute
e salvezza. Ecco perch molti di noi, da
epuloni buonisti e politically correct,
cerchiamo di conciliare edonismo e
temperanza, comprando alimenti da
poveri a prezzi da ricchi. Limportante
che queste panacee dai cereali
integrali al t verde, dal kamut ai semi di
chia, dalla quinoa al farro siano
circondate da unaura preindustriale,
che le trasforma in garanzia di purezza
incontaminata e dinnocenza
primigenia. quel che facciamo nel
nostro piccolo un po tutti, ricorrendo al
tofu come esorcismo proteico, alle
bacche di goji come mantra antiage. E
alla curcuma come spezia salvavita. Il
nostro un atto di resipiscenza, un mea
culpa choosy, che segue anni di
consumismo esasperato. Un
movimento di rigenerazione delle
anime. E soprattutto delle animelle. Cui
si aggiungono anche giuste esigenze di
sicurezza, fremiti morali, istanze
ambientali. E cos torniamo a mangiare
come facevano i nostri nonni prima che
il miracolo economico spalmasse
labbondanza su tutto il calendario. Di
fatto abbiamo rifondato il partito della
quaresima. La differenza che loro lo
facevano per necessit, noi per virt.
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Quando avevo due anni se mia mamma metteva su un disco io


smettevo di piangere. A sedici la morte del padre: Anche lui era
bello problematico. venuto a mancare proprio nel momento in
cui sarebbe servito. Lo sto cercando ancora. Poi la fama con i Bluvertigo, la tormentata storia con Asia Argento e infine la rinascita
e il successo con X Factor: Andare in diretta tv come fare jazz.
Non facile: ma io sono capace. Se me ne sono andato perch l
dentro hanno paura della veri- un mistero. Partiamo dalla classica che dopo tanto tempo sono ritornato ad affrontare: sto per far uscire il primo volume de *MDMBTTJDP.PSHBO.PSHBO
La reinterpreto in un modo che al cont. E io non sono uno che indora TVPOB#BDI 7PMVNF* -FTVJUFJOHMFTJ.
servatorio non avrei mai potuto: il 1SFMVEJP per esempio un sirtaki, l"MMFNBO
EB una bossanova, la #PVSSF techno!. Con grande fiducia dal momento che
tratta di un inedito, prende un disco dalla borsa e me lo porge. Ascoltalo:
la pillola. Oggi torna al primo silunica
copia. Poi mi dirai. Ma a che et Morgan ha incominciato con la musica? A due anni quando mia mamma metteva su un disco smettevo di piangesei anni la prima chitarra, ma non ho imparato subito perch ero manciamore con un nuovo disco: I Blu- re.no.ABisogna
tener duro nonostante le delusioni, faticoso ma i premi sono
grandi: si diventa persone realizzate. La conoscenza armonica importante:
dei nostri musicisti sanno fare solo quattro accordi e magari pure banavertigo sono miei fratelli, i miei molti
li. Non bisogna aver paura di essere diversi. Pensa che da piccolo io parlavo
in via quasi esclusiva con un ragazzo sordomuto: mi hanno portato allospedale per fare dei controlli. Risultato: forse ero problematico, ma avevo anche un
simili, la mia famiglia
quoziente intellettivo superiore alla media. Il suo pap ha messo fine alla sua

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MONZA

da contadino entra di fretta in un bar. In mano ha uno skateboard blu. Marco Castoldi, in arte Morgan, classe 1972. Vuoi venire a vedere come
funziona? uno di quelli di nuova generazione. Sale sullo skateboard e con una serie di movimenti di rotazione del bacino e del
busto corre veloce sul marciapiede.
Siamo a Monza, in un bar a poche centinaia di metri da casa sua. Tranquillit di una periferia: cielo grigio da copione autunnale lombardo, cemento, un
bar come un altro, che niente ha di trendy. Non il posto dove ti aspetteresti di
trovare un personaggio che tutta lItalia conosce, uno di quelli che vanno in
tv. subito un fiume in piena. Stamattina ero in questo paesino in Puglia e
sono passato davanti a una chiesa. Ho deciso di confessarmi. Era la prima volta
da ventanni. Mentre racconta, improvvisa arriva la fame: una pizza, presto!
Cera questuomo in mezzo alla chiesa che leggeva. Gli ho chiesto: sei il prete? Si messo una stola, mi ha messo una mano in testa ed rimasto cos per
un bel po: doveva finire di leggere il Vangelo di Giovanni. Ma non andiamo nel
confessionale? No. Dimmi i peccati, anche quelli involontari. Gli ho detto
che sono sempre stato ferventemente ateo ma che in questo momento sento il
bisogno di un riavvicinamento alla spiritualit e che pur non credendo ho sempre sofferto per la figura di Cristo perch era stato ingiustamente punito. Mi
ha interrotto e mi ha detto: Questo un buon pensiero. Tu vuoi sollevare Cristo: fallo dentro di te ogni volta che senti nascere qualcosa che non buono.
Ha colto il mio bisogno . Ma lassoluzione poi arrivata? UnAve Maria, labbiamo detta insieme e io ho anche sbagliato linizio. Molta
acqua passata sotto i ponti da quando con i Bluvertigo cantavate
-FSFUJDP e litigaste con Monsignor Tonini da Red Ronnie Tonini
era un uomo coltissimo, incaricato della comunicazione presso i gio-

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N UOMO BEN VESTITO CON UN CAPPELLACCIO nero

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vani: lui ha avuto decisamente la meglio. Citava Foucault,
un espediente massimo di retorica: usare largomento che
avrei dovuto usare io, contro di me, lavversario. Non avevo speranza. I Bluvertigo hanno sempre citato riferimenti esoterici. Non a caso i loro primi tre album si intitolano
rispettivamente "DJEJFCBTJ, .FUBMMPOPONFUBMMP e ;FSP e
compongono quella che loro stessi definivano come una trilogia alchemica. La spiritualit qualcosa di magico, il materialista non la pu comprendere ma se la si accoglie ispirante.
C un momento, dice Bertrand Russell, in cui finisce la conoscenza e inizia la fede: se questultima ti stata inculcata ne
sei schiavo ma se una libera scoperta allora pu coesistere..
La pizza arrivata: non niente di che ma invece Morgan inizia a sbocconcellarla con un certo piacere. Anche la musica

vita quando era giovane. Gi. Anche lui era problematico. Per molto buono.
Io avevo sedici anni e mia sorella Roberta diciassette: unet del cazzo perch
quello proprio il momento in cui la mamma smette di essere affascinante e
scopri il pap. Come dice Luigi Zoja ne *MHFTUPEJ&UUPSF, la mamma porta il figlio dentro di s ma il pap lo butta nel mondo. Ecco, nostro pap venuto a
mancare proprio nel momento in cui serviva.
Stappa una lattina di Coca Cola. Devo fumare una sigaretta. Andiamo fuori. Usciti, Morgan confida: Non ti nego una cosa: sono distrutto. Devo andare
a casa, dormire, farmi una doccia. Vediamoci domani. Parto, dico, e poi abbiamo quasi finito. Andiamo a casa tua. No, no, no, non presentabile. Domani.
Oppure vengo io a Roma, da Massimo Ranieri con cui devo fare una trasmissione: colgo loccasione. Rientriamo. Morgan si dimentica di essere stanco. Io
sar un po disordinato ma sono uno stakanovista, non seguo i ritmi comuni.
Poi per magari vado in certi ambienti e non hanno uno straccio di idea. Cosa
successo a 9'BDUPS? stata una sorta di estromissione? Hanno avuto paura
della verit. Non sono una persona che indora le pillole e questo non piace. Per sono nel (VJOOFTTEFJQSJNBUJ come il pi grande vincitore di talent show al
mondo. Ne ho vinti cinque su sette e gli artisti con cui ho vinto io sono gli unici
che sono rimasti al di l del talent: Marco Mengoni, Noemi, Antonio Maggio, i
Cluster. Il fatto che a me poi invece non interessi usare il canone del pop e preferisca cose pi complesse una mia scelta. Lo faccio perch posso. Morgan
viene dalla scena indipendente di gruppi come gli Afterhours o Verdena ma si
prestato alla tv generalista. Andare in diretta tv come fare jazz. Non una
cosa facile: io sono capace. Ho interpretato 9'BDUPS come una condivisione di
conoscenza ma non tutti amano spendersi, mettersi in gioco. Ma c un copione? No, non c: c un format. I tempi pi belli infatti sono stati i primi con Simona Ventura e Mara Maionchi perch era un Far West. Si interrompe per
chiedere un gelato: Lo vuoi anche tu? Mass dai che sono gli ultimi, quando fa
freddo non che hai voglia di mangiare il gelato!. Eravamo a 9'BDUPS. Ecco,
siccome non si sapeva bene come farlo labbiamo fatto come ci pareva. Oggi

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ogni tanto uno mi veniva a dire: bisogna fare cos. Lavevo fatto cos io lanno
prima a istinto e adesso ecco che era diventata una regola, ma io alle regole
non ci sto, le cose devono andare sempre avanti altrimenti si perde mordente. Tra i grandi amici di Morgan da sempre c Battiato. Una volta venne a
trovarci a Montreux mentre stavamo incidendo ;FSP e passammo con lui due
giorni meravigliosi in cui ci insegn tantissimo. Io, poi, sono sempre alla ricerca di un padre. Ci port a un ristorante mediorientale, ordinava in arabo. Noi
per, non so come, siamo riusciti a portarlo da McDonalds: non cera mai stato. Gli abbiamo fatto assaggiare le patatine col ketchup. Allinizio era sospettoso, prende la patatina la intinge nel ketchup: Ragazzi, buonissima! Che cosa
mi sono perso!. A proposito dei Bluvertigo: adesso rinascono, c un disco
nuovo previsto per febbraio. S, perch oggi ha senso. Quello degli anni
Novanta stato un laboratorio di idee fantastico. Facevamo tutto: dalla copertina al progetto luci. Ora che nella musica si respira un po di
aria stantia un sacrilegio buttare via quellesperienza, una band come una famiglia e ci si pu ritrovare. I Bluvertigo sono miei fratelli, i
miei simili: il prossimo disco si intitoler 5VPOP5POP 5FNQP 4VP
OP e sar un caleidoscopio di idee, unesplosione di combinazioni.
Non vogliamo celebrare il passato ma fare una cosa che non c.
Al nostro tavolo arriva un tipo in tuta: Tu chi sei? Ah sei Morgan. Adesso facciamo una foto, dice con tono minaccioso. Non ci
moller pi. Due cose colpiscono. Una: tutta Italia conosce Morgan
ma lui sembra non rendersene conto. Vive in un mondo suo. Due:
un insieme di opposti. al tempo stesso arguto e ingenuo, astuto e
empireo, vicino e lontano, talentuoso e dissipatore. Paradossalmente non sembra fregargli assolutamente nulla n del denaro n della
fama. Per sa come funziona. luomo che cadde sulla terra di David Bowie e lalieno Ziggy Stardust e c, naturalmente, anche un po
di Kurt Cobain. Se ne va con lo skateboard quasi senza salutare.
Unombra scura che si fa sempre pi lontana, zigzagando nella notte.
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erch la 7FOFSFEJ.JMP ha
quellespressione malinconica? Perch essendo priva
di braccia non pu farsi un
selfie. A differenza delle
sue colleghe, statue greco-romane dei musei di tutto il mondo, che una virale e folle campagna fotografica lanciata sul web-giornale
3FEEJUha trasformato in allegre autoscattiste: basta piazzare la macchina in fondo
al braccio di marmo, distraendo i guardiani, e clic, la posa selfie vien da sola. E il bello
che, direbbero i ragazzini, ci sta. Funziona. Come se non stessero aspettando altro
da duemila anni. Il selfie sembra diventato
il destino ultimo dellarte, non solo occidentale. Il coreano Kim Dong-Kyu sta ridipingendo tutti i ritratti classici della pittura occidentale mettendo uno smartphone in mano ai protagonisti. Una statua in bronzo di
un principe ottomano nellatto di farsi un
selfie stata eretta nellantica citt turca
di Amasya. Per lultima festa di Ganesh
Chaturthi, in India, ha sfilato una statua
del pi simpatico degli dei, Ganapati dalla
testa delefante, mentre si fa un selfie, anzi
un HSPVGJF(il selfie di gruppo) con mamma
Parvati e pap Shiva entusiasti.
Altro che peste visuale, altro che demenza di massa, i selfie divertono la gente comune, e fanno impazzire invece gli artisti. Che se la sognano, unestetica cos fulmineamente popolare, che si mangiano le
mani per non averla inventata loro, e allora
la rincorrono, la imitano, cercano di cavalcarla in un impeto tardo-pop. Lartselfie
contiene semiotica esclusiva e risolve un
mucchio di problemi, ha ironizzato un dissacratore culturale come Douglas Coupland. Il selfie entrato a braccio teso nel
campo dellarte, e sembra volerci rimanere. Concorsi per selfie dautore ne trovate
in decine di programmi estivi degli assesso-

rati alla cultura, mostre idem, i giornali


darte compilano raccolte. Il critico americano Patrick Lichty ha lanciato un call per
selfie-artisti e ha dovuto fermarsi a cinquanta. Tra le post-femministe il selfie la
nuova bandiera, Richard Prince il grande
appropriatore postmoderno ha fatto una
scorribanda sui loro profili Twitter e ha
stampato e rivenduto i loro selfie per 90 mila dollari luno, facendole infuriare. Anche
le porte auguste del tempio della figura
umana, la National Portrait Gallery di Londra, si sono spalancate due anni fa per una
collettiva di diciannove artisti che interpretano il selfie. Ai Weiwei, il pi celebre
tra gli artisti di cui nessuno saprebbe citare
unopera, ormai un selfista compulsivo.
Anche chi si ribella, come lolandese Melanie Bonajo coi suoi "OUJTFMGJF o Alec Soth
con i suoi 6OTFMGJF dove si mostra coprendosi il volto, ne celebra la potenza.
embrano tutti convinti che
il selfie sia (scomodiamo Panofsky) la forma simbolica del terzo millennio, e
magari hanno ragione. Se
ne rintracciano i precursori
lontani
(Parmigianino?
Rembrandt?) e vicini (Escher? Warhol? Kahlo?), se ne stilano genealogie bizzarre e
imprecise, perch il selfie non lautoritratto e non neppure lautoscatto, davvero
una novit assoluta fra i generi dellimmagine, leggere lutilissimo J3FWPMVUJPO di Irene Alison, bella introduzione alla storia della NPCJMFQIPUPHSBQIZ fresca di stampa da
Postcart, per approfondire. Il selfie non ha
padri nobili, non si inserisce educatamente
in nessuna tradizione. Neppure in quella
dellautoritratto fotografico, di cui non rispetta nulla, le regole di composizione, le
proporzioni, le presunzioni: leggete le guide al selfie perfetto (da agosto nelle edicole italiane anche una rivista specializzata,
dal titolo indovinate 4FMGJF): punto di ripresa molto in alto, o molto in basso, testa

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inclinata, i primi fotofonini con obiettivi


grandangolari in affanno producevano distorsioni quasi comiche ma il selfie ha avuto successo anche per quello; e poi quel
braccio, inevitabile, in primissimo piano,
sfocato, che esce dallinquadratura perch
deve reggere il telefonino, ma sembra un
cazzotto in faccia allosservatore (peggio
ancora il selfiestick, la protesi, uno spiedo
nellocchio), tutte cose che farebbero venire la nausea al gotha dei ritrattisti, da Nadar ad Avedon, e invece eccoli l, i selfie
sbagliati ma felici, scambiati a milioni
(solo in Gran Bretagna, lautorit delle comunicazioni ne stima la produzione in 12
miliardi lanno). Perch il selfie unimmagine che richiede uno sforzo consapevole di
costruzione (non sono mai foto casuali)
senza volere essere arte, e in fondo senza
neppure voler essere bella. E questo, un sacco di gente colta non riesce a mandarlo gi.
Ma soprattutto: il selfie una neofoto a pieno titolo, un oggetto iconico non identificato, non solo per la sua tecnica retroversa e
la sua estetica pasticciona (quante anti-estetiche sono poi diventate ufficiali?),
ma per una capitale differenza da qualsiasi
ritratto precedente: il selfie unimmagine disseminata, simultanea, senza passato
e senza futuro, unimmagine di flusso e
non di deposito, unimmagine a perdere.
Ed , fortissimamente, unimmagine relazionale. Chi pensa che la sua cifra antropologica sia il narcisismo non conosce la mitologia classica: Narciso trascura la seducente Eco per perdersi nella propria immagine, accessibile solo a lui, e infine morirne solitario, mentre il selfie esiste solo e soltanto
per essere condiviso, caricato immediatamente in Rete, sparso al vento del web.
Aspettando poi i like di ritorno. Narciso
non aspettava like. Lo avrebbero distratto.
, certo, una narcisa moderna come Kim Kardashian,
eroina dei reality, ha venduto 40 mila copie in tre mesi
del suo noiosissimo album
4FMGJTI (e sar la prima statua di cera di Madame Tussaud in posa da selfie) ma questo solo
marketing furbetto, una versione aggiornata dei calendari pin-up, il selfie vero non
affatto TFMGJTI, non egocentrico, al contrario, una imprevedibile estensione della tastiera dei nostri messaggi sociali, un
nuovo formidabile repertorio della semiotica relazionale che si aggiunge e sintreccia
alle parole, alla mimica, ai gesti, allabbigliamento, al make-up, al tono della voce.
un nuovo attrezzo della vita quotidiana come rappresentazione che avrebbe entusiasmato Erving Goffman, la segnaletica inedita di quella conversazione permanente e
ubiqua in cui la Rete ci ha avvolto: anche le
smorfiette, le linguacce, le EVDLGBDF, le boccucce a cul-di-gallina, non sono infantilismi, sono lettere di un alfabeto iconico intercalare, complementare, svolgono la
stessa funzione delle faccine delle emoji
nei messaggini Whatsapp, ossia introdurre nel dialogo quegli accenti emotivi, quei
toni, quegli stati danimo che con le parole
non riusciamo a esprimere: solo che in pi
lo fanno con la nostra faccia. Il vero rischio
del selfie semmai il suo eccessivo successo, il selfie potrebbe morire di saturazione
da selfie, come profetizza sarcastico un
grande fotografo, Ferdinando Scianna:
Nessuno pu guardare con interesse qualcuno che sta perennemente in posa, soprattutto se a sua volta occupato a stare in posa pure lui. Di tutto questo, gli artisti affascinati dal selfie non si curano, forse non ne
sanno nulla, comunque la loro appropriazione quasi sempre solo formale, di maniera, quando non di pura convenienza cavalca-onda. Il selfie sta cambiando il nostro
rapporto con la nostra maschera sociale,
un fenomeno antropologico profondo,
una cosa troppo seria per lasciarla in mano
agli artisti. Tenete i selfie fuori dai musei,
non metteteli in gabbia, non fateli morire
in cattivit, per favore.

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entanni fa, in quattro lezioni tenute allAccademia Prussiana delle


Scienze di Berlino il 4, 11, 18 e 25 novembre 1915, Albert Einstein espose la
sua nuova teoria della relativit generale.
Laggettivo indica unestensione della teoria della relativit speciale, che lo stesso
Einstein aveva sviluppato nel 1905. La differenza tra le due teorie che nel caso speciale si consideravano soltanto sistemi in
moto fra loro su percorsi rettilinei e con ve-

locit costanti, mentre nel caso generale la


teoria veniva estesa a percorsi curvi e velocit variabili. La relativit speciale era comunque nellaria: le sue equazioni fondamentali erano gi state proposte alla fine
dellOttocento da Lorentz, e alla loro giustificazione era gi arrivato indipendentemente Poincar, addirittura prima di Einstein. Ma la relativit generale fu solo sua.
Addirittura, quando egli spieg a Planck cosa stava cercando di fare, il grande vecchio

gli disse: Lasci perdere. Non ci riuscir. E


se anche ci riuscisse, nessuno le crederebbe. Einstein non lasci perdere, e vinse.
Quando una delle sue previsioni fu confermata, nel 1919, i media lo acclamarono come lerede di Newton. E oggi la relativit
generale spiega i buchi neri e fa funzionare
il GPS. Ed proprio perch Einstein era
avanti di un secolo rispetto ai suoi colleghi,
che la rivista 5JNFlha eletto nel 2000 uomo del secolo.
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arlo Levi nel suo libro $SJTUPTJGFS


NBUPBE&CPMJ racconta di una sua cameriera, la Giulia,
che era disposta a qualsiasi
servigio, ma non voleva assolutamente essere ritratta. Questa ripugnanza aveva una ragione magica che essa conferm. Scrive Levi: Un ritratto
sottrae qualcosa alla persona
ritratta, unimmagine: e, per
questa sottrazione, il pittore
acquista un potere assoluto su
chi ha posato per lui. questa
la ragione inconsapevole per
cui molta gente ripugna anche dal farsi fotografare. La
scorsa estate, ho ritrovato la
stessa ostilit nei confronti della rappresentazione della propria immagine in una bella ragazza cubana che solo, dopo
molte insistenze, acconsent a
farsi fotografare dicendo che il
percorso di iniziazione alla santeria, che aveva intrapreso, le
proibiva di essere ritratta.
Questa ritrosia nei confronti
dellimmagine qualcosa che
non concerne soltanto il mondo magico; essa appartiene anche allebraismo, allislam e
ad alcune sette protestanti.
Del resto sono molti i teorici
della fotografia che hanno considerato linquadratura fotografica come una specie di imbalsamazione, di reificazione, di micro-esperienza della morte.
Il recente dilagare della moda dei selfie ha riportato lattenzione degli studiosi sugli
aspetti psicologici che stanno
alla base del fenomeno opposto: la tendenza compulsiva
agli autoscatti. Un fotografo e
psicologo americano John Suler sta pubblicando un libro
1TZDIPMPHZPGUIF%JHJUBM"HF
(Cambridge University Press,
in corso di stampa) in cui sostiene che il selfie per lo pi
connesso con una mancanza
di fiducia in se stessi e ad una
scarsa autostima. Viene cos ripreso un dibattito sul narcisismo che risale alla fine del Novecento: gli psicoanalisti
Heinz Kohut e Alexander Lowen col sociologo Chistopher
Lasch avevano sottolineato
che lo spostamento dellinteresse libidico verso la propria
immagine avviene a prezzo di
un completo annullamento

dal proprio s reale. Il narcisismo contemporaneo, di cui il


selfie lultima manifestazione, implica una totale negazione della propria identit sentimentale. Nel narcisista manca
la capacit di provare emozioni. La sua vita affettiva vuota. Limpossibilit di trovare
un serio interesse nella vita,
che caratterizza il modo di essere narcisistico, perci proprio il contrario della cura di
s. Lamplificazione iperbolica
dellimmagine dellio, a scapito della realt di questo, comporta un annientamento
dellesperienza. Tutto ci causa la rimozione del passato e
del futuro, la perdita della continuit storica, la scomparsa
del senso di appartenenza ad
una successione di generazioni, lappiattimento del vissuto
diacronico sullattualit.
Perci la problematica aperta dalla NPCJMFQIPUPHSBQIZ
non sembra rappresentare
una inversione di tendenza rispetto al video-narcisismo degli anni Novanta: essa si inserisce in un dibattito pi ampio
sullestetica della fotografia.
Si tratta di una discussione
aperta nel 1981 da Roger Scruton, che opponeva la fotografia intesa come copia esatta
alla pittura, attribuendo solo a
questultima la dignit di rappresentazione interpretativa.
Per chi volesse avere un quadro articolato ed esaustivo di
tale controversia resta fondamentale il numero speciale di
5IF+PVSOBMPG"FTUIFUJDTBOE
"SU$SJUJDJTN(volume 70, Numero 1, Inverno 2012) intitolato 5IF.FEJBPG1IPUPHSB
QIZ. Per quanto riguarda la
supposta socialit che la pratica della NPCJMFQIPUPHSBQIZ
instaura attraverso le reti sociali lecito nutrire pi di un
ragionevole dubbio sulla consistenza dei rapporti sociali che
essa crea. Anche in questo caso ritorna il problema da cui la
sociologia ha avuto inizio: la
questione del legame sociale.
Che cosa tiene insieme gli individui? Da quando le relazioni
tradizionali basate sullappartenenza alla famiglia, alla condivisione di una ideologia, alla
partecipazione ad un campo
professionale, si sono affievolite, possiamo pensare che la
condivisione di immagini costituisca un sostituto che abbia una consistenza anche soltanto minima?
Infine, per quanto riguarda
una considerazione artistica
di tali prodotti, vale purtroppo
il principio dellimpatto emozionale che le immagini suscitano. Sono quelle pi agghiaccianti e raccapriccianti ad imporsi.
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cinematografica (il film *M


$BTUFMMPEJ$BHMJPTUSP) firmata
Hayao Miyazaki. Un incontro
tra leggende.
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Tenete a mente il nome di


Valeria Luiselli, perch si
tratta di una delle voci pi
interessanti e originali uscite
nel panorama narrativo negli
ultimi anni. Nativa di Citt del
Messico, ma residente a New
York, ha conquistato il mondo
letterario americano con $BSUF
'BMTF e con 7PMUJOFMMB'PMMB,
pubblicato in Italia da La
Nuova
Frontiera,
prima nel 2012
e oggi in una
nuova edizione.
Ci che ne
rende
affascinante la
proposta
narrativa la libert di un
linguaggio che combina con
assoluta naturalezza generi
diversi: i libri hanno elementi
del memoir, del saggio critico e
della narrativa pura. La
scrittura insieme profonda e
leggera, e anche nei momenti
di malinconia affiora un
umorismo tagliente. Ma
lelemento che rende la
scrittura notevole la grazia
dello sguardo umanista: i tre
protagonisti di 7PMUJOFMMBGPMMB
affrontano la quotidianit
mentre riflettono su ci che
muore e scompare, sapendo,
come lautrice, che lumilt
dellabnegazione a generare
lincanto per lesistenza.
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Leggendo $BOUPEFMMBQJBOVSB
dellamericano Kent Haruf,
secondo capitolo della 5SJMPHJB
EFMMB1JBOVSB, si ha la costante
sensazione che lirreparabile
stia per
accadere. Ai
fratelli Bobby e
Ike dalle
giornate
scandite tra
scuola e lavoro,
alla madre
depressa , al
padre Tom, insegnante in una
scuola e in conflitto con uno
studente arrogante, a Maggie,
altra insegnante, generosa in
particolare con Victoria,
diciassettenne incinta. Su tutte
le vicende aleggia la morte, la
malattia, la solitudine, la
precariet delle relazioni.
Haruf le racconta con
unattenzione ossessiva per i
riti quotidiani. Cos il tempo del
racconto si dilata e avvolge il
lettore in una bolla inquietante
nella sua fragilit.

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are domande e soprattutto sapere


ascoltare. Gloria Steinem unicona del femminismo suo il celebre articolo del 1969 sul settimanale
/FX:PSL.BHB[JOF (After Black Power, Womens Liberation) che diede il
via al movimento degli anni Settanta
famosa attivista della new left americana, commentatrice, instancabile organizzatrice di conferenze, giornalista (ha
fondato il magazine .T) e scrittrice, torna dopo un decennio nelle librerie.
A 81 anni nata nel 1934 a Toledo, Ohio il suo nuovo lavoro (.Z-JGF0O5IF3PBE, Random House) una sorta di autobiografia vista dalla strada, in cui la protagonista cede volentieri il posto a improvvisati e occasionali compagni di viaggio: che siano passeggeri capitati a fianco sullaereo, studenti
nei campus dove ha tenuto conferenze, tassisti delle grandi
metropoli o camionisti fermi a qualche diner sperduto, stranieri o americani. Sempre con lo stesso metodo, domandare e
ascoltare. Gente comune che la Steinem incontra anche in momenti della cronaca divenuti Storia, dalle marce con Martin
Luther King nel 1963 al recount in Florida del 2000.
Decenni di vita americana raccontati in modo originale, sullo sfondo i grandi cambiamenti, i drammi e le gioie, le luci e le
ombre, le virt e i vizi degli Stati Uniti. E i legami, decisivi, con
altre donne. Con pochi accenni a quella vita privata il tumore al seno (era il 1986), il matrimonio quando aveva gi compiuto i 66 anni con David Bale, padre dellattore Christian di
cui stata sempre gelosa.

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In principio Lupin III fu leroe


trasgressivo e giovanilista di un
fumetto manga, nato nel 1967
dalla penna del disegnatore
Monkey Punch, e liberamente
ispirato al celebre e quasi
omonimo ladro gentiluomo
della letteratura francese. Ma
questo solo il prologo. Perch
la svolta arriva dopo, con il
passaggio dalla carta alla serie
tv animata. Ed
boom globale,
celebrit senza
confini, trionfo
di ogni tipo di
merchandising,
dalle t-shirt agli
oggetti da
collezione. In
questo libro intitolato,
semplicemente, -VQJO***, due
esperti italiani di cultura pop
nipponica, Giorgio Giuliani e
Carlo Mirra, raccontano il
fenomeno in tutte le sue
sfaccettature, comprese le
influenze sugli altri campi
dellimmaginario. Sempre
aiutati com nello stile della
collana Shibuya delleditore
Ultra, in cui il volume
pubblicato da un vasto
corredo di immagini. Una fra
tante: la locandina della
splendida versione

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La foto che lo raffigura nel


1957 giovane critico di belle
speranze delluomo al quale
oggi Enrico Crispolti rende
omaggio con il suo #VSSJ
FTJTUFO[JBMF. Un ritratto fresco,
loquace. Scattato da Alberto
Burri (1915-95) nel suo studio
a Roma,
nellanno in cui
il critico romano
per la prima
volta scriveva di
lui. Le
bruciature sono
veramente i
relitti e le
impronte di un fuoco che ha
distrutto e ucciso, annotava
Crispolti. Ed ecco allora la
chiave esistenzialista che il
curatore, Luca Pietro Nicoletti,
ha dato al libro nel raccogliere i
21 scritti di Crispolti. Il
racconto fortunatamente si
apre con unintervista in cui
Crispolti restituisce a Burri un
ritratto altrettanto vivido e
sincero. A volte, severo.
Descrive la passione per la
caccia, il bersaglio crivellato di
colpi nello studio sulla Salaria,
lincontro l con il funambolico
Dal, la proverbiale ritrosia a
parlare del lavoro. Spietata la
critica che per Crispolti fa del
Burri post anni 80: Uno shock
negativo. Perch a un amico,
se tale, non si tacciono le
critiche.
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rancesco Abate uno scrittore e regala libri. Non i propri, per. Non segue
lesempio, molto citato in Rete, di un
altro Francesco che di cognome fa Leto e
che sotto lhashtag #Sfamaunoscrittore
(anche sito: sfamaunoscrittore.com) ha
proposto porta a porta il suo romanzo, *MDJF
MPSFTUBRVFMMP, traendo dallesperienza un
cortometraggio e poi una pratica: Se sei
un lettore invitami a casa tua per colazione, pranzo, cena o anche allora del t e
chiedi ai tuoi commensali di portare il mio libro invece della solita
bottiglia di vino o della classica scatola di cioccolatini e sar felice
di chiacchierare con voi del mio romanzo e non solo. Magari, in
tempi assai bui, funziona.
Per lesperimento dellaltro Francesco, che di cognome fa appunto Abate, diverso: da qualche giorno ha annunciato sulla sua
pagina Facebook che doner i libri (non scritti da lui) fino a Natale:
Non ho mai avuto un grande senso del possesso. Nella mia corposa libreria ci sono molti libri doppi, e tanti nuovi che so gi non riuscir mai a leggere. Pile che stanno l ferme, inutilmente. Ma le storie non possono non viaggiare. Cos ho deciso che da oggi a Natale
uscir di casa con uno di questi libri. Baster fermarmi e ve lo regaler. Lo sta facendo: per le citt della Sardegna semina Roth e McCarthy, ogni volta annunciando dove sar e a che ora. Qualcuno desidera $SPOBDIFEFMSVN di Hunter S.Thompson?
gi stato regalato a Viviana, a Cagliari, mentre i romanzi di
Wu Ming, Extebarra e Cline sono andati a Manuela, Alessandra
e Giovanna di Oristano. Perch lo fa? Per amore. Seguitelo, e ricambiate laffetto.

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Arriva anche in Italia lottimo


memoir dello scrittore
americano Pat Conroy.
Coprotagonista della storia il
padre Don, pilota militare
scriteriato quanto basta da
mandare alla deriva
matrimonio e figli, ma a cui va
dato il merito di avere reso
possibile questa e quasi ogni
storia raccontata dal figlio. Gi
personaggio di
alcuni dei
migliori
romanzi di Pat,
Don Conroy
viene adesso
raccontato
senza
espedienti
narrativi n pseudonimi. Nel
libro un padre inadeguato
come tanti, violento ed egoista,
ma disposto a farsi trasformare
dalle storie del figlio scrittore.
A Padre e figlio il merito di dare
un resoconto esatto del come il
diventare personaggi di
romanzi abbia permesso a
unintera famiglia di
affrontare il passato con
generosit e il presente con
saggezza, preferendo la
consolazione dellamore
allinutilit dellodio. Scrive Pat
Conroy a un certo punto del
libro: Perch questo ci che
fa larte: ti cambia, e quel
cambiamento resta con te per
tutta la vita.

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sfatare quelli che lautore


definisce luoghi comuni
sullambiente e sulle soluzioni
per non finire nel fango.

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Il volumetto che raccoglie le


lettere che Louis-Ferdinand
Cline aveva scritto tra il 1947
e il 49 allamericano Milton
Hindus dalla Danimarca, dove
viveva da
prigioniero in
libert vigilata,
mostra diversi
motivi
dinteresse. Da
un lato, infatti,
permette la
ricostruzione
del tracciato di unimprobabile
infatuazione epistolare (quella
dellebreo Hindus per lautore
di libelli dal chiaro contenuto
antisemita) e di un repentino
ravvedimento. Ma soprattutto
queste lettere ci restituiscono
un Cline disponibile a
spiegare le ragioni e finanche
le tecniche della sua scrittura,
del suo finto parlato, che di l a
poco da queste lettere passer
in quellesilarante e violento
spettacolo che saranno i
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Fa parte del giglio magico,


ovvero gli amici pi stretti di
Matteo Renzi. Da giugno il
direttore della rinata Unit,
oggetto di critiche e di ironie
per il culto che trasuda dalle
pagine del quotidiano fondato
da Antonio Gramsci. Ma
Erasmo DAngelis ha scritto un
libro sul suo vero interesse: i
disastri ambientali in Italia e
come evitarli.
6O1BFTFOFM
GBOHP racconta
limpegno in
Legambiente e
lesperienza
nella struttura
di missione a
Palazzo Chigi
denominata #Italiasicura.
DAngelis non fa sconti,
prende di petto le difficolt
burocratiche contro cui si
arena spesso e volentieri il
contrasto al dissesto
idrogeologico. E continua la
sua battaglia in dissenso
rispetto alla sinistra
tradizionale e anche rispetto al
risultato di un referendum
molto partecipato per una
gestione dellacqua non solo
pubblica ma in alcuni casi
affidata ai privati. dunque un
volume ricco di dati che prova a

In Italia le norme sul delitto


donore e il matrimonio
riparatore furono abrogate solo
nel 1981. E, com naturale, si
pensava che la sopraffazione
sulle donne, sia nella sessualit
sia negli altri ambiti della vita
quotidiana, sarebbe
scomparsa. In
parte
successo.
Tuttavia
linfelicit di
tante coppie e
famiglie si deve
anche alla
violenza che
non mai svanita e continua ad
accompagnare le relazioni tra
uomini e donne. C oggi una
consapevolezza pi diffusa che
suscita una nuova
indignazione. Ma non basta.
Silvia Bonino, psicologa dello
sviluppo e delleducazione,
risale la catena culturale e
biologica che sta alla base della
violenza di coppia e stimola le
reazioni pi primitive secondo
lo schema arcaico
dominio-sottomissione. Nella
stessa biologia si possono
trovare gli strumenti per
costruire relazioni di
solidariet e di affetto e
superare cos i sentimenti di
colpa e di vergogna che
chiudono molte donne-vittime
nel silenzio, negando la
violenza subita.
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partire da quale perdita si smette di


essere chi si era? Cosa deve succedere a un essere umano perch dica:
questo non sono pi io? Sono domande in
cui si imbatte nellultimo racconto di Pablo
dOrs, scrittore molto originale a cui piace
giocare con la letteratura. Ma padre Pablo
anche il cappellano di un ospedale di Madrid
che accompagna i malati a morire. Di solito
tiene distinte queste due sfere, ma la dottoressa Sendino che lavora in quello stesso
ospedale lha quasi costretto a mescolare le
diverse attivit, scrittura e cura delle anime. E il risultato uno straordinario libretto
di ottanta pagine in cui il medico e il cappellano ci dicono come si fa. Come si riesce a morire con dignit. Il libro sarebbe sospettabile
di un irritante intento pedagogico se non aggiungessimo subito che la dottoressa Sendino non si trova qui nella veste di medico ma
di paziente. O, meglio, di medico-paziente
terminale. E come pochi altri sa descrivere il
passaggio di sponda, inaspettatamente mi
avevano portato sullaltro lato del fiume, potevo piangere, lamentarmi, scalciare, ma la
verit era che la barca se nera andata. E allora inutile perdere tempo, si possono fare
tante cose su quellaltra sponda del fiume.
Anche trasformare la malattia in un percorso che ti mette davanti a una perdita, a pi
perdite, ma non necessariamente alla perdita di te stesso. Perch la malattia pu diventare una fonte di aiuto per gli altri. E cos ha
fatto la dottoressa frica Sendino, aprendo
al mondo la sua stanza numero 305 del reparto oncologico. Sempre con la camicia da
notte in ordine, le lenzuola ben tese, i gesti
composti, la testa in esercizio fin che possibile, per incontrare quel singolare cappellano che deve scrivere della sua morte. E in
una pagina il senso della fine diventa anche
il significato di una vita. Ho dedicato la mia
esistenza ad aiutare gli altri, ma non ho potuto andarmene senza farmi aiutare da loro.
Lasciarsi aiutare sta a un livello spirituale
molto pi alto di quello del semplice aiutare.
S, la cosa pi difficile al mondo imparare a
essere bisognoso. 4FOEJOPNVPSF, in arrivo da Vita e Pensiero.
***
Cees Nooteboom, scrittore sofisticato che
sa essere arguto umorista, ha trascorso
trentanni anni della sua vita ad arrampicarsi per colline e strade impervie, spesso immerse in un silenzio tombale - proprio il caso di dire. Anni di vialetti di ghiaia e di cimiteri. Visitare le tombe di poeti, scrittori e filosofi per lui una passione vitale, perch
non c niente di pi vivo di un poeta morto. Anche circondato da migliaia di lapidi,
spiega lo scrittore, non ha mai avuto la sensazione di precipitare nella dimensione del
lutto. Celan e Dante, Descartes e Wittgenstein, Mann e Kafka, Borges e Joyce. In fondo non ne ha saltato quasi nessuno, trattandosi di una parte fondamentale della sua vita, lhanno accomagnata nei modi pi diversi e nei diversi momenti. Ogni volta davanti alla tomba un dialogo paradossale
in cui le risposte precedono tutto quello
che possiamo dire. Il volume illustrato che
ne raccoglie il sorprendente pellegrinaggio
si intitola5VNCBT una parola scelta per il
suo suono gioioso. In libreria a giorni da Iperborea.

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spesso in Yehoshua sono al centro, universali s, ma anche terribilmente israeliane.


Come del resto al centro la questione
dei figli: perch se la questione demografica diventata fondamentale per tutto lOccidente ormai, in Israele da sempre cruciale, non solo per tenersi al passo con quella
palestinese e non farsi superare numericamente almeno dentro i propri confini, ma
per ribadire dopo la Shoah la propria determinazione a crescere e moltiplicarsi. Dunque perch Noga non ha voluto dare un
bambino a Uriah che pure amava riamata,
e forse ancora ama, riamata? Yehoshua,
che ha gi 7 nipoti, non si d pace, la maternit gli appare il senso stesso della vita. Ed
intorno a questo fulcro che viene allestita la
strana pausa che Noga si prende dalla sua

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braham Yehoshua, Buli per gli amici, tra i tre grandi autori israeliani considerati quasi dei profeti dal loro infinito pubblico internazionale, nonostante i suoi 78 anni sempre spiazzante, stravagante. Se i suoi primi romanzi erano un susseguirsi vorticoso di fatti, racconti, tensioni, personaggi disegnati dal fluire di una narrativa travolgente, negli ultimi tempi come se alcune recenti trasposizioni dei suoi libri in opere o drammi, lo spingessero su una scena quasi teatrale, ricca di spunti polemici come sempre, disseminata di momenti farseschi o situazioni surreali nati da uninventiva speciale e
ironica, di piccoli gesti quotidiani, monologhi, discussioni dai tratti psicoanalitici, una scena affidata soprattutto a un protagonista sfaccettato sempre sul palcoscenico.
Sulla stessa scia dunque de *MSFTQPOTBCJMFEFMMFSJTPSTFVNBOF o de -BTDFOBQFSEVUB, ecco qui -BDPNQBSTB, attore principale (ed quasi un gioco di parole anche perch il titolo
ebraico nitzevet, una parola di origine biblica ricca di sfumature, vuol dire anche qualcosa
come colei che sta) per la prima volta una figura femminile. Noga, che in ebraico vuol
dire Venere, 42enne avvenente, suona larpa, strumento defilato quanto dolcissimo, tornare ai proprietari desiderosissimi di
in unorchestra di Arnhem, Olanda, dove si venderlo a uno dei molti chassidim che or trasferita da anni, subito dopo esser stata mai affollano il quartiere Makor Baruch,e lo
lasciata dal marito Uriah perch lei non vuo- stesso caseggiato. Linvasione un fatto
le avere bambini. Noga rientra per a Geru- concreto: due bambini non fanno che entrasalemme: la madre 75enne rimasta vedova re anche attraverso una finestra fino denda poco stata spinta dal figlio Honi - che la tro il salotto per guardare la tv che nelle loro
vuole pi vicina, a Tel Aviv a provare per famiglie religiose gli sarebbe proibita. Per
tre mesi una di queste case di riposo, quasi strada non si muovono che figure in nero
hotel ormai, molto ben organizzate e vivaci con le peyot (i riccioli accanto agli orecchi
che in Israele si stanno sempre pi diffon- degli ultraortodossi), eppure c una qualdendo. Noga deve prendere invece il suo po- che dolcezza della fede a cui lautore delle
sto nellappartamento gerusalemmitano, $JORVFTUBHJPOJ allude spesso. Le macchietpresidiarlo in fondo: per una serie di vec- te che si susseguono sono degne di Molire
chie clausole, se fosse disabitato potrebbe o Ionesco. E la famiglia, le famiglie, come

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normalit, dalla sua musica e dallOlanda.


Per passare il tempo e fare due soldi il fratello gli trova un lavoro saltuario, come comparsa appunto, in film, serial e perfino in
una $BSNFO allestita a Masada: tra le strane persone che incontra non ce n una con
cui non parli di questa sterilit decisa tra s
e s. In realt non sa dare n darsi una spiegazione. Finch, in una situazione decisamente paradossale, non rincontra Uriah:
con lui e in alcuni stringenti colloqui con la
madre che affiorano i mille psicoanalitici
perch di questa sua scelta di non vivere da
protagonista qualsiasi cosa faccia, dalla
scelta dello strumento musicale, al matrimonio, al paese: forse arrivato il momento
di riprendere la propria esistenza nelle sue
mani.
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e case editrici native digitali puntano spesso alla


valorizzazione dei libri dimenticati, di testi usciti troppo
presto dal mercato . Non fa eccezione la KKIEN Publishing International, fondata da da Andrea Ceriani. Gli ebook sono
pubblicati nella lingua originale degli autori, spaziano dallantropologia alla scienza, dalleducazione alla critica sociale. E
adesso accendono i riflettori sul
teatro, con una collana dedicata ai testi che hanno fatto la storia o che hanno contribuito al
consolidarsi di questa forma artistica. A fianco di unopera fondamentale come *HJHBOUJEFMMB
NPOUBHOB di Pirandello, sono
pubblicati anche -VPNPDIFJO
DPOUSTFTUFTTP di Luigi Antonelli e -BNPSUFDJWJMF di di Paolo Giacometti. Il primo ripudia
il vecchio repertorio borghese
in nome della libera invenzione
fantastica. Il secondo testo un
dramma che nel 1861 suscit
grande scalpore per lo scottante tema affrontato: il matrimonio deve essere considerato indissolubile anche in caso di
morte civile di uno dei contraenti? Due piccoli gioielli
strappati con il digitale alloblio
del tempo.

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mmaginate una citt, in


un futuro distopico, dove
non esistono i libri. Un luogo in cui le pareti degli appartamenti (nel condominio Gabbia Dorata) sono ricoperte di
schermi piatti che snocciolano
messaggi pubblicitari, dove a
scuola (lIstituto Cimici) si studia solo matematica per calcolare tassi dinteresse e si puniscono gli alunni impreparati
con piccole scariche elettriche
al cervello. Immaginate che
questo luogo
sia dominato
da una banca potentissima e autoritaria (la Banca Aurea)
che dispone
della vita dei
suoi abitanti. Un mondo
apocalittico a met strada tra
 e 'BISFOIFJU dove viene catapultata Albertna,
una bambina di undici anni
terribilmente normale, con i
capelli biondi, lisci e lunghi fino alle spalle.
Arriva dalla campagna e
rimpiange un passato che ha
conosciuto solo attraverso i
racconti dei suoi famigliari.
Per fortuna un giorno si presenta a casa Nonna Huld, una
vecchietta bizzarra e chiacchierona, carica di libri e di consigli: Alcuni libri vanno mangiati in fretta. Altri devono essere inghiottiti interi, infine ci
sono quelli che devono essere
masticati ben bene e digeriti
lentamente. Ma tutti vivono
con te. Ciascuno diventa quello che legge.
Thrarinn Leifsson, considerato il Roald Dahl dIslanda, ha
tratto ispirazione per il romanzo dal crac delle banche islandesi nel 2008 e dalle pesantissime conseguenze economiche
subite dalla popolazione. E ha
costruito cos una storia divertente e ricca di colpi di scena
sullimportanza della lettura e
dellimmaginazione e su un
mondo che, ancora una volta,
viene salvato dai ragazzini.

ppena seicento secondi.


Tanto resta da vivere
allimprenditore Antonio De Santis, ferito a morte da
un colpo di pistola nel salotto di
casa, per scoprire il suo assassino che lo osserva nascosto
nelloscurit. proprio la vittima il protagonista di %JFDJNJ
OVUJQFSVDDJEFSF, il nuovo romanzo di Francesco Caringella, magistrato e scrittore, un
noir familiare che sispira al
giallo della porta chiusa sul
modello di
Agata Christie. Una storia tesa e appassionante
che si consuma fra le mura domestiche, ma anche una riflessione sulla fragilit delle relazioni umane. Con questo titolo, si completa idealmente una trilogia iniziata con *MDPMPSFEFMWFUSP e
proseguita con /POTPOPVOBT
TBTTJOP, i due libri in cui il magistrato-scrittore aveva raccontato dallinterno i meccanismi
della giustizia, prima dal punto
di vista del giudice e poi dellimputato. Qui la vittima stessa
che si trasforma, in fin di vita,
nel detective del proprio omicidio. Ma la sua in realt unindagine psicologica che ricostruisce sul filo della memoria
le vicende e i rapporti di una famiglia scossa dalle proprie debolezze. La morte imminente
diventa cos per il protagonista
loccasione per guardarsi indietro e interrogarsi sulle scelte,
sulle distrazioni, sugli errori
della sua esistenza. E per fare,
negli ultimi dieci minuti di vita,
un rapido quanto sofferto esame di coscienza che si concluder con la scoperta dellassassino e del movente che lha indotto a uccidere. Il lettore rimarr
coinvolto fino allultima pagina, partecipando emotivamente allagonia della vittima. Un
romanzo che si legge come un
thriller e si rivive come una fiction letteraria.

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ncora in questi giorni di lutto le cronache raccontano che fra le fonti di finanziamento dei criminali dellIs c la vendita, oltre che del petrolio, di
reperti archeologici. Trasformati in merce, in ostaggi materiali, questi
beni vengono saccheggiati, deturpati e si guadagnano un posto di rilievo
in uno spietato mercato dellarte. Chiss, forse saranno lasciati in disparte per qualche tempo, poi riemergeranno e lontani dal contesto che per
millenni ha dato loro un senso, via dalla loro storia, dalle donne e dagli uomini che li hanno sentiti come propri, orneranno un museo o un salotto privato. Resterano pregiati involucri, ma non avranno pi unanima.
un racconto che si alimenta di dolorante affetto quello che Paolo Matthiae raccoglie
in questo denso volume, %JTUSV[JPOJ TBDDIFHHJFSJOBTDJUFMatthiae, archeologo, per decenni grande protagonista delle campagne di scavo in Siria, in Iraq e in altri siti mediorientali, si misura con il significato profondo di
un patrimonio culturale colto nel momen%*4536;*0/*
to in cui esso, per diversi motivi, messo in
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pericolo. Per incuria, perch il tempo co&3*/"4$*5&
munque infligge usura, perch su di esso si
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abbatte la violenza fanatica.
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Le tragedie di queste settimane mettono in risalto le riflessioni di Matthiae sulla
nuovissima barbarie delle distruzioni perpetrate in Iraq e in Siria. Decapitare e deportare, e poi uccidere persone davanti a
un caff o a teatro sono atti che hanno un rilievo tragico assoluto, incomparabile. Viaggiano per parallelamente alla distruzione
di opere, monumenti e siti storici che iden-

tificano una comunit e che appartengono


allumanit intera. indubbio, scrive
Matthiae, che linsieme di questi orrori
contro le persone e le opere intende sconvolgere millenni di coesistenza tra genti di
etnie, di culture e di religioni diverse (...)
perch si vuole coscientemente negare
ogni convivenza, ogni dialogo per creare
con il terrore una monocultura disumanizzata, totalitaria, esclusivista, svincolata
dalla storia.
Cosa pu fare la comunit internazionale di fronte a questi saccheggi? Matthiae
enumera le convenzioni sottoscritte sulla
scia dei tremendi danni subiti dal patrimonio culturale durante la Seconda guerra
mondiale: Coventry, Dresda, Montecassino, Hiroshima... Da questi patti discendono molti obblighi contratti dagli Stati firmatari. Ma invece di un conflitto mondiale,
si sono moltiplicati quelli regionali. Nel corso dei quali, per, neanche le grandi potenze si sono fatte carico di proteggere musei
e biblioteche. Basti per tutti il caso dellIraq
Museum che nel 2003 fu lasciato dagli americani in balia di mani vandaliche.
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Ogni mostra unoperazione culturale. E


ogni operazione culturale ha un valore
politico. Nel caso de *M#BSEPBE"RVJMFJB, il
messaggio evidente: otto opere del
Museo Nazionale del Bardo di Tunisi,
colpito dai terroristi il
18 marzo, saranno
ospitate, dal 6 dicembre
al 31 gennaio, nel
Museo Archeologico di
Aquileia. Cos facendo si
testimoniano i legami
storici tra il Nord Africa
e lAlto Adriatico e si
combatte chi tenta di
negare il dialogo
interculturale. *MNPTBJDPEFMMBEFB$FSFSF
da Uthina, lBUFTUBEFMMJNQFSBUPSF-VDJP
7FSP (foto) da Dougga e gli altri reperti
sono uno spaccato dellarte delle province
africane tra il I e il III secolo, ma anche un
baluardo contro gli scontri di civilt. Senza
contare che la mostra fa parte del ciclo
Archeologia ferita, che porter ad
Aquileia larte dei musei e dei siti colpiti
dal terrorismo.

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Drer, nel 1520, osservando alcune opere


giunte in Europa dal Nuovo Mondo,
scrisse: Queste cose sono pi belle che
delle meraviglie, nella mia vita non ho
visto oggetti che mi riempissero talmente
di gioia. Tali
considerazioni
tornano alla mente
visitando la mostra
*MNPOEPDIFOPO
DFSB.
Larte
precolombiana nella Collezione Ligabue
curata da Jacques Blazy e allestita a
Firenze allinterno del Museo
Archeologico Nazionale (fino al 6 marzo
2016). Lungo il percorso espositivo
attraverso la presentazione di oltre 230
manufatti si vuole offrire unidea
dellartigianato artistico e dellarte delle
diverse culture precolombiane presenti
nellAmerica centrale e meridionale.
Unoccasione unica per avvicinarsi alle
loro divinit, ai loro miti e alle loro
tradizioni.
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ndr Masson uno degli artisti meno ripetitivi di tutta larte occidentale, fatta
spesso di registri iconografici riconoscibili e riconosciuti. La prova, il grande
omaggio della citt di Marsiglia al Museo Cantini "OES.BTTPO EF
.BSTFJMMFMFYJMBNFSJDBO. Una mostra di
dieci mesi (fino al 14 luglio 2016), divisa in
due parti con 16 pitture e 44 disegni. Masson (18961987) si sempre volontariamente spossessato di ogni sicurezza del gi
sperimentato per tentare un concetto pi
consono alla fluidit del processo creativo,
quello del movimento eccellente della mano
e della mente, del progetto e della forma.
Membro del Surrealismo, sodale ma in

conflitto con Breton, amico di Georges Bataille, Michel Leiris, Antonin Artaud, Georges Limbour collabora alle riviste -F.JOP
UBVSF et "DQIBMF. Pu rivendicare il copyright del dripping e di altre tecniche automatiche, eternamente alla ricerca di nuove
elaborazioni formali. Si trasferisce in America tra il 1941 e il 1944, esponendo nella galleria di Peggy Guggenheim e influenzando
artisti come Jackson Pollock e Arshile Gorky. Masson un vero e proprio Don Giovanni della creazione che sceglie linstabilit e
colleziona passaggi progressivi di nuove forme esecutive, nelle quali non esistono un approdo definitivo e una pura abilit tecnica.
In questo risiede il gusto enciclopedico di un
libertino settecentesco che non crede nel
semplice controllo della UFLO, ma nella volu-

bilit e messa in discussione di pratiche differenziate che coinvolgono sicurezza e incertezza, precisione e automatismo, gesto e
progetto, piacere e disciplina. Lopera "OUJM
MF (1943) con i suoi disegni preparatori
esemplifica felicemente linstabilit come
valore. Frutto di un intreccio che cataloga
dentro si s la memoria della cultura e quella della natura. La prima corrisponde alla
consapevolezza metalinguistica dellarte e
la seconda a quella dellineluttabile pratica
manuale che mette in esercizio il corpo verso esiti imprevedibili e lampanti. In ogni caso, serpeggia sempre un forte erotismo anche quando sembra prevalere il caso, attraverso lo sgocciolamento del colore solidificato dalla sabbia. Il depotenziamento del controllo tecnico, volutamente accelerato dai di-

Copia di ae0c3a2f1c44e67eb89794f0dfd2370c

la Repubblica
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I visitatori
della settimana
VISITATORI

26.112
56a Esposizione
Internazionale dArte.
All the Worlds Futures.
La Biennale di Venezia
VENEZIA
Giardini della Biennale,
Arsenale

FINO AL 22 NOVEMBRE

15.327
Monet dalle Collezioni
del Muse dOrsay
TORINO
Galleria darte moderna

versi automatismi da lui praticati nel corso


del processo creativo, porta sempre con s il
segno della velocit e del movimento. Figurativa o astratta, materica o disegnata, pittorica o scultorea, la forma frutto di una visione superficialista. Come si evince in 5IF
,JMM, 1944, e +FVYEFDFOUBVSFT, 1961. Nono
esiste profondit nellopera di Masson. Tale
dinamica possibile a partire dalla scorrevolezza delle superfici, fatta di limpida bidimensionalit su cui transitano segno e colore senza luoghi di addensamento dove trovare rifugio e riparo. Dalla superficie si parte e
ad essa si arriva per poi ripartire. In un intreccio stilistico tra astratto e figurativo. Comunque lartista cerca e trova momenti di
sosta dinamica, fatta di relazioni e punti fermi in una spazialit organica per limmagine. Predomina lidea di campo, una nozione
di spazio mai statico ma relazionale, una costellazione di punti di fuga in un sistema dominato dal senso della concentrazione e della leggerezza. Tutto contenuto nel recinto
della cornice che trattiene dentro di s le linee e i colori della forma finale. Predomina
sempre un senso del gioco e mai del dramma. Accettare il campo della pittura, nellinquadratura dellopera, significa anche trat-

FINO AL 31GENNAIO

12.747
Raffaello, Parmigianino
e Barocci.
Metafore dello sguardo
ROMA
Musei Capitolini,
Palazzo Caffarelli

FINO AL 10 GENNAIO

11.314
Giotto, lItalia
MILANO
Palazzo Reale

FINO AL 10 GENNAIO

9.829
Bellezza divina tra
Van Gogh, Chagall
e Fontana
FIRENZE
Palazzo Strozzi

FINO AL 24 GENNAIO

a cura di Silvia Silvestri

tenerla e proteggerla. Per inciso, Masson ha


realizzato in perfetto stile surrealista, una
cornice e un pannello scorrevole per proteggere alla vista il quadro di Gustav Courbet
-PSJHJOFEFMNPOEP (1866), lo scabroso primo piano di un organo sessuale femminile,
su richiesta del suo proprietario Jacques Lacan. Da Marsiglia allesilio americano e ritorno si svolge lintera parabola del grande artista francese che nei suoi transiti formali ha
corso unavventura contro ogni dogma e
confraternita, ma sempre aperto al dialogo
e allo scambio. Intenso il rapporto con Mir
e Dal e linfluenza di Freud e la psicoanalisi.
1JHNBMJPOF,*M-BCJSJOUP, .FUBNPSGPTJEFHMJ
BNBOUJ, *M1JBOPUBVSP, sono tutte opere che
rappresentano lintreccio tra eros e thanatos, il conflitto tra la limpidezza del mito e
loscurit dellinconscio.
Tutta lopera di Masson sembra retta dal
principio di metamorfosi, una conflittualit
affidata alla trasformazione di ogni cosa,
lattraversamento dallo stadio dellindistinto allepifania dellimmagine che sembra riportare tutto alla luce e al nostro sguardo.
Segnato dallinfluenza del Cubismo, dal Futurismo e dai Nabis, ha trovato nella psicoanalisi il deposito iconografico per attingere
alle pulsioni pi profonde e agli incubi dellospedale psichiatrico, in seguito al trauma
della guerra. La pittura diventa un espediente di animazione del linguaggio, la tela la teca di vetro trasparente che lascia intravedere le interne dinamiche di unimmagine approdata finalmente allesito finale. Lautomatismo psichico trova nellopera di Masson la sua massima radicalit, ma sempre
espressa sotto la sorveglianza di uno sguardo pittorico che sa accettare il caso ma anche controllarlo. Da qui il suo grande insegnamento agli artisti americani dellaction
painting che per vitalismo praticarono una
tecnica liberatoria come il dripping. Ma in
Masson ha prevalso sempre al primato della
tecnica quello della forma. La coscienza della forma.
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on la mostra $PEJDF*UBMJB"DBEFNZ, aperta


ora a Venezia per tre settimane a Palazzo Grimani, un desiderio personale diventa desiderio comune. Lidea da cui muove $PEJDF*UB
MJB, il padiglione italiano alla 56ma Biennale dArte
cercare il dna dellarte italiana contemporanea non
pi solo di Vincenzo Trione, il curatore. Lesposizione
dei lavori di cinquanta giovani allievi selezionati da tutte le Accademie di Belle Arti dItalia, esito di workshop
teorico-pratici sulla pittura, sulla scultura, sul cinema e
la videoarte, sul disegno, sulla fotografia, rende condivisa questa ricerca di identit. Quando si artista italiano
oggi? In $PEJDF*UBMJB"DBEFNZarte e politica, cio Biennale, accademie e ministero dei Beni culturali, che ha
promosso il progetto, si saldano per valorizzare unesperienza educativa un tempo vincente nella formazione degli artisti: landare a bottega. Le nostre accademie
sono oggi segnate da difficolt economico-gestionali,
che le inducono a mutarsi in atenei e ignorate da critici
e mecenati. Conoscono per una stagione di fermento.
Gli studenti di $PEJDF*UBMJB"DBEFNZ sono stati selezionati dai direttori e dai docenti delle accademie e poi valutati da una commissione presieduta da Trione.
Nellottica della riqualificazione si scelto Marghera, il
Parco Scientifico Tecnologico Vega, come sede dei
workshop. Di qui il sostegno della Direzione generale
arte, architettura contemporanee e periferie urbane
del Mibact. I laboratori, gratuiti, della durata di tre giorni, da giugno a novembre 2015, sono stati condotti da
alcuni artisti del Padiglione: da Andrea Aquilanti ad Antonio Biasiucci; da Davide Ferrario a Nino Longobardi.
Dentro Palazzo Grimani le opere frutto dei workshop
sono riunite in sezioni tematiche: Scritture del corpo,
Elogio dellinforme, Ricordando il futuro, Pittori di grafie, Narciso infranto. Trione e lallestitore Giovanni
Francesco Frascino, in collaborazione con lAccademia
di Belle Arti di Napoli, hanno sfruttato positivamente le
costrizioni degli spazi e incastonato le opere dentro tribune, dai soffitti, fra nicchie, mensole e colonne, nelle
cornici di camini, su pavimenti a riquadri marmorei o
di marmo rosso. Il primo aspetto che salta agli occhi in
questa educazione italiana allarte la multietnicit.
Qui si sta parlando di identit culturale, che lo sguardo
dellaltro, di Jacqueline Gisele Rodriguez, argentina, di
Patrick Joel Tatcheda Yonkeu, camerunense, di Mahnaz Seyedekhtiary, iraniana, o di Binta Diaw, senegalese, pu cogliere al meglio per differenza. C una finezza, in alcuni artisti di $PEJDF*UBMJB"DBEFNZ, che li porta a reinventare i media non per virtuosismo, ma per
spostare il limite tra immagine e immaginario. Il nuotatore imminente, frontale, di 4JMFO[JPdi Enrico Pierotti,
carboncino e acrilico dal fotogramma di un imprecisato
film, e le sindoni in disfacimento di "DRVF di Agnese
Scultz, pittura con caff su carta a partire da fotografie,
fanno percepire lesperienza del naufragio. Anche Valentina Aceto sta sulla soglia di un immaginario: ci proietta in un futuro dove sar reperto, calco di un midollo
spinale, un uomo oggi ucciso e riverso a terra. Ma il vero
salto di qualit al sottotesto dellarte contemporanea
italiana lo compie un video, -FPOEF. Sofia Bersanelli inquadra fenomeni di sopravvenienza del mondo troppo
rapidi per essere colti, ma che versi poetici provano a
tradurre. Questa sincrona articolazione delle immagini
in poesia dal vivo e delle parole in immagini il pi bel
futuro della nostra cultura visuale.
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he cosa un grande attore? Colui che interpreta e non imita. Pi di due secoli fa, Diderot rese inflessibilmente creativo il corpo di chi recita. Il corpo dellattore, la voce
dellattore, i silenzi dellattore sono laria stessa che si respira a teatro. E quando ho
visto qualche tempo fa recitare Ferruccio Soleri mi sembrato che quel corpo piccolo, energico, ancora vitale nonostante gli 85 anni ci offrisse qualcosa di assolutamente speciale. E quanta bravura, quanta elettrizzante leggerezza veniva trasmessa allo spettatore. E tutto mi sarei aspettato, dopo quella magnifica esibizione, tranne il trovare un uomo che smessi i panni di Arlecchino si sentisse come svuotato. Ho
pensato ai meravigliosi cartoons, alla marionette, ai soldatini di piombo che, sfidando le leggi della gravit, lasciavano negli occhi del bambino una gratitudine infinita.
Ma poi, finita lesibizione, riponevano le loro miracolose piroette in un mondo di
inerzie che spegneva la fantasia. Ci sono attori grandiosi che una volta riposta la maschera spengono il corpo. Sono un uomo normale, dice Soleri, che per sessantanni ha fatto Arlecchino. Ne conosco i pi nascosti segreti, le sfumature, starei per dire lanima. Perch di anima si pu dire di lui, come di Pulcinella.
Soleri mi riceve nella sua casa milanese. Vedo maschere ovunque: di cuoio e in gesso. Maschere scure, rigide e
inerti, che egli colleziona. Da dove nasce questa prolungata ossessione? Mi guarda. Lo guardo. Nel silenzio di una
casa fredda e ordinata come se dovessi smaltire una delusione.
Mi aspettavo di trovare un altro.
Un altro chi?
Mi ricordava, semplicemente, la sua menomazioUn uomo che si dedica per tutta la vita o quasi a un ne. Il fatto che era cieco. In un incidente in montagna
personaggio ha qualcosa di eroico.
aveva perso la vista. Insegnava storia e filosofia. Certe
Il teatro eroico solo quando il protagonista, dopo volte lo guardavo seduto alla scrivania. Le mani prensimille recite, muore sulla scena. Se no un uomo norma- li, stese sulla pagina braille. Pensavo: riesce a vedere
le. Leggo, raramente. Pi spesso faccio parole crociate con le mani. Ma come fa? Sentivo il ticchettio del bastoe sudoku. Mi piacciono le parole come enigmi. Trovar- ne. Un magnete attratto dai dettagli della realt: il
ne la soluzione: tre orizzontale: chi ha interpretato per marciapiede, i muri, le colonne. I ciechi, mi disse un
60 anni Arlecchino?.
giorno, hanno la capacit di domare linvisibile.
Devo risponderle?
La convinse ad abbandonare lidea del circo.
Ce lha di fronte. La chiama ossessione. Vabb. Io la
Per un po resistetti. Portai perfino mia sorella a vechiamerei disciplina, amore, osmosi. Limmortalit dere acrobati , domatori, clown. Sognavo di essere proche incontra il mortale e per un po vivono assieme. Co- tagonista. A casa saltavo dal tavolo da pranzo, atterme donna e uomo. Come amanti di tutte le sere.
rando con una capriola finale, davanti agli occhi terroSessantanni in cerca di un solo personaggio. Non te- rizzati di mia sorella. Appresi cos a muovermi, a scattame la patologia?
re e flettere. A governare il corpo.
Ho fatto anche altri ruoli. Ma nessuno di essi mi ha
Un piccolo atleta.
dato le emozioni, la soddisfazione, la complicit di ArA un certo punto cominciai a giocare a calcio. Giolecchino. Sono nato per fare questo. Un tempo si nasce- cai nellAudax Rufina. Ero un centravanti veloce. Un
va per fare il medico, lartigiano, lavvocato. Io sono na- anno vinsi la classifica dei marcatori. Altre squadre si
to per essere un attore specializzato. Allinizio non ne interessarono a me. La societ decise di vendermi al Coero consapevole. Davanti a me cera tuttaltra strada.
senza. Rifiutai il trasferimento. Durante una partita
Quali sono le sue origini?
mi ruppi una gamba. Mi falciarono. Finirono carriera e
Sono nato a Firenze. Da bambino desideravo lavo- sogni. Mi iscrissi alluniversit. Facolt di matematica
rare in un circo. Lo dissi ai miei: lasciatemi provare, im- e fisica. Al terzo anno smisi. Avevo cominciato a freplorai. Ma che succede a Ferruccio? Chi gli ha messo in quentare lAccademia teatrale di Firenze. Ricordo Ilatesta queste cose? Diceva mia madre rivolta a mio pa- ria Occhini, bellissima; Paolo Poli stravagante; Renzo
dre. Si opposero. Insistetti, minacciai di fuggire. E mio Montagnani: una laurea in farmacia buttata al vento
padre, paziente, mi spieg, che il circo come una lun- per inseguire i sogni teatrali.
ga catena familiare: ne fai parte perch tutti gli altri i
E lei?
fratelli, le madri, i padri, gli zii ne fanno parte. Tu sei
Sentii crescere la passione. Fu Beppe Menegatti,
solo e io, come puoi capire, non potr mai venire con che avrebbe sposato Carla Fracci, a consigliarmi Rote.
ma. Se vuoi fare teatro, allAccademia Silvio dAmico
Cosa intendeva dirle?
troverai i maestri giusti. Credo di avere imparato mol-

to da Sergio Tofano, Annibale Ninchi e Orazio Costa.


Dopo qualche mese fu Orazio Costa a dirmi: tu sei Arlecchino, sei sputato a quella maschera. Te lo ha mai detto nessuno? No, lei il primo, risposi perplesso.
Come la riconobbe?
Non lo so. I versi, i gesti, la voce, il corpo soprattutto.
Dentro di me vibrava un terremoto. Le mosse, i salti, le
capriole, i balzi - che avevo imparato grazie al circo - li
trasferii in Arlecchino. Ne feci una figura acrobatica.
Ero gi maschera senza saperlo.
Cosa vuol dire recitare con una maschera?
Dare maggiore importanza alla gestualit, ai movimenti del corpo e al colore della voce. La maschera come la statua: non manifesta emozioni. Queste vanno
trovate altrove.
Il suo miglior Arlecchino nasce dal sodalizio con
Giorgio Strehler.
vero. Nel 1955 o nel 56 svolsi un ruolo secondario
ne-BGJHMJBPCCFEJFOUF di Goldoni. Una specie di saggio
finale per lAccademia. Alla prova generale venne Marcello Moretti, un attore straordinario, il preferito da
Strehler nel ruolo di Arlecchino. Marcello rimase mol-

Copia di ae0c3a2f1c44e67eb89794f0dfd2370c

la Repubblica
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to impressionato dalla mia prestazione, tanto che ne


parl a Strehler.
Cosa accadde?
Strehler si incurios e volle conoscermi. Mi disse
che il Piccolo sarebbe andato in tourne a New York
con "SMFDDIJOPTFSWJUPSFEJEVFQBESPOJ. E che occorreva una riserva per Moretti. Il sindacato americano aveva stabilito che una esibizione ogni sei repliche doveva
essere affidata al sostituto.
Curioso.
stato il modo pi rapido per farmi conoscere.
Comera Strehler?
Non era solenne. Ricordo luomo geniale che, in un
attimo, sapeva accorgersi di cosa non andava sulla scena e dirti esattamente dove avevi sbagliato. Si spiegava con grande chiarezza e dopo, ogni gesto, ogni parola, mi apparivano naturali. Non ho mai visto nessuno
padroneggiare come lui il linguaggio della tradizione e
contemporaneamente dellavanguardia.
Lei quale predilige?
Per lungo tempo ho creduto che la mia vita di attore fosse rivolta al passato. E cos stato. Ma ho anche la

presunzione di aver dato alla figura di Arlecchino una


modernit che non aveva. come se io avessi portato
la luce elettrica in una stanza, fino a quel momento illuminata da una lampada a petrolio.
Cosa le fa pensare la luce?
La luce? Non lo so. Si accende e si spegne. Serve a illuminare ma anche a nascondere. D profondit. Quando Amleto recita il celebre monologo come se la luce
scavasse nelle sue parole. Illumini la tragedia e i dubbi.
Arlecchino gi una veste di luce, di pezze sgargianti
che sbattono sugli occhi dello spettatore. La luce arlecchinesca una continua provocazione. E poi c la luce
interiore dellattore. Strehler la preferiva fioca. In modo da poterla dirigere meglio. Ero uno strumento nelle
sue mani. Un interruttore.
Non una definizione riduttiva?
Mi sono a lungo chiesto chi fossi: sono un attore e
non sono un artista. Creo il minimo indispensabile.
Non un mestiere semplice. Bisogna nascondere la
propria personalit. Non tentare di esaltarla. A meno
di non essere toccati da un talento speciale.
Pensa a qualcuno in particolare?

Mi viene in mente il mio amico Dario Fo. straordinario tanto come attore quanto come autore. Ecco, lui
ha preso la commedia dellarte e lha trasferita nel suo
teatro. Lha trasformata in un punto di vista sul mondo. Per me la commedia dellarte nasce e muore nella
commedia dellarte. Ho sempre ammirato lenergia
che viene dal basso. La tradizione degli attori nati dal
popolo, che non se la passavano bene. Non ho mai pensato che tutto questo si dovesse trasformare in politica.
Sul versante della commedia c anche Eduardo De
Filippo.
Anche De Filippo ha spinto la tradizione napoletana fin dentro al suo teatro; lha piegata ai suoi voleri.
Ma non cera in lui un brechtismo napoletano; come
in Fo c brechtismo padano.
A proposito di commedia napoletana, laltra grande maschera Pulcinella.
un altro mondo: non opposto, ma diverso da quello di Arlecchino le cui origini sono nello Zanni. Ne levoluzione. Arlecchino un servo. Sa adattarsi alle situazioni, sfruttarle a proprio vantaggio. La furbizia il
tratto che lo distingue. Pulcinella sfrontato. Plebeo.
Affamato. Fa mille mestieri che come non farne nessuno. In qualche caso violento. Bastona ed bastonato. Il ventre prominente, la gobba e la maschera col naso a becco, ne fanno una figura poco umana. Un animale che ricorda luccello. Un volatile rapace. Arlecchino,
danza gentile e ironico.
Un importante filosofo italiano, Giorgio Agamben,
ha recentemente dedicato uno studio a Pulcinella.
Non lo sapevo. Cosa dice?
Dice molte cose interessanti, e ricorda anche che
Tiepolo dedic un ciclo di pitture a Pulcinella.
Anche Picasso dedic una serie di dipinti ad Arlecchino. Ma non mi addentrerei nella storia dellarte,
che conosco pochissimo.
Crede in Dio?
Certo che ci credo. Sono un buon cattolico. Ma che
centra?.
Lattore spesso stato una figura sconsacrata.
Forse si pensava che trafficasse con linferno. Anche di Arlecchino si dice che abbia origini demoniache
e che Pulcinella verrebbe dagli inferi. Ma Dio pu tollerare le loro origini. Almeno spero.
Non le mai venuto a noia fare quasi sempre Arlecchino?
No. A volte mi vergogno di pensare a lui come a una
parte di me. Ma sono certo che la mia vita sarebbe stata incompleta senza Arlecchino.
Cosa significa questa identit
col personaggio?
Non so come spiegarlo. Ma
quando recito, quando sono sul palcoscenico e indosso quella maschera, vedo attraverso le feritoie il
pubblico che partecipa e sorride. E
penso al rigore che ho dovuto esercitare nella mia vita. Un rigore maniacale. Culto dei dettagli e sopportazione di uno sforzo prolungato.
Questa stata la mia vita.
Sempre cos costantemente
uguale?
Non uguale, ricca di sfumature, di scoperte, di tempistiche diverse. Sono stato un giovane e aitante Arlecchino e ora che sono
vecchio scopro che la smisurata
ambizione di esserne allaltezza
non diminuita. Mi accorgo che
parlando di me, parlo di lui. Devo
sentirmi degno di Arlecchino,
mentre lui si fa beffe del mondo.
Unosmosi perfetta.
Ogni grande personaggio profondamente legato alla materia
della vita. il mio legame con lui.
A un certo punto questo legame
si scioglier.
Lo so. Non me ne preoccupo. O
forse s. Forse dovrei.
E la sua vita privata?
Privata, appunto. Una moglie,
tre figli. Nessuno ha scelto il teatro. Nessuno continuer la strada da me intrapresa. Giusto che sia cos.
Lei lultimo Arlecchino.
Arlecchino non morir mai. Per quanto mi riguarda sono contento di ci che ho fatto. Anche se i bilanci
mi disturbano devo dire che rifarei tutto da capo. Per
ora continuo.
Non ha paura di non farcela?
A volte s. Le acrobazie sono sempre pi onerose.
Ma meglio questo che non lavorare.
Come vive le attese?
Alla mia et giusto che ci siano. Non mi creano pi
ansia. Almeno non come una volta. Attendere alla mia
et perfino un lusso. Aspetto che il telefono squilli.
E poi?
Indosso la maschera. Anzi non me la tolgo neppure.
Mentalmente sempre sul viso.
Si sente pi servo o padrone?
Ho servito per pi di sessantanni il pubblico. Con
devozione e senza furbizie. In ci direi sono stato poco
arlecchinesco.
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la Repubblica

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*MCPNCBSEBNFOUP
TVMMBTDVPMB
Da non perdere la lettura
scenica di Giulia Lazzarini di
(PSMBGFSNBUB(PSMB una
ricostruzione di Renato Sarti,
autore e regista, sul
bombardamento del 1944,
quando aerei alleati
sganciarono bombe su Milano
che per sbaglio colpirono la
Scuola Francesco Crispi nel
quartiere Gorla, uccidendo 184
alunni. Con Federica Fabiani e
Matthieu Pastore.
.JMBOP &MGP1VDDJOJ EBM
XXXFMGPPSH

.64*$"
$0/$&350

testo nato nel 2008 al Royal


Court Theatre vincendo il
Laurence Olivier Award. La
struttura prevede un alternarsi
di due storie londinesi, una
risalente al 1958 con
unillustratrice di libri (ex
attrice) che fa incontrare lo
scrittore per cui lavora e il
marito, e una ambientata al
giorno doggi con un giornalista
gay, un compagno separato e
una donna che flirta con costui.
Echi e rimandi tra le vicende, e
amori speculari. SEH

3PNB5FBUSP"SHFOUJOB EBM
XXXUFBUSPEJSPNBOFU

-VJHJ/POP
SBEJDBMFFQPMJUJDP
Rarissima la proposta di "
'MPSFTUBKPWFNFDIFKBEF
WJEB(1965), uno dei lavori pi
radicali e politici di Luigi
Nono, nella versione
ricostruita in partitura nel
1998. La regia del suono,
decisiva in questa pagina come
la presenza degli attori e degli
esecutori alle lastre
metalliche, di Giuseppe
Rapisarda.
1BMFSNP 5FBUSP.BTTJNP JM
XXXUFBUSPNBTTJNPJU

%3".."

-*3*$"

5SBMBWJUB
FMPMUSFUPNCB

"OOB#PMFOB
BSSJWBEB$BSEJGG

La compagnia Babilonia Teatri


intercetta la societ in %BWJE
NPSUP, ritratto allo sbando in
cui cinque defunti raccontano
la loro vita e il loro oltretomba.
Il lavoro di Valeria Raimondi
ed Enrico Castellani, anche
autore delle parole, e in scena
con Bersani, Brioschi, Piazza,
Quezel, Villagrossi.
7FSPOB 5FBUSP"MDJPOF JM
XXXFNJMJBSPNBHOBUFBUSPDPN

1304"

4UPSJFMPOEJOFTJ
QFS;JOHBSFUUJ
Luca Zingaretti torna ancora
una volta al teatro, e affronta
sulla scena - come gi altrimenti
fece nel 1994 recitando e
codirigendo 1SJHJPOJFSJEJ
HVFSSBdi Joe R. Ackerley del
1925 - vicende che fanno
riflettere sui nodi pi intimi
della sensibilit omosessuale.
Ora il suo impegno di
protagonista (con Valeria
Milillo, Maurizio Lombardi e
Alex Cendron) e di regista
rivolto a sdoganare in Italia, al
Teatro Argentina (complice il
Teatro di Roma), 5IF1SJEFdi
Alexi Kaye Campbell, autore
greco naturalizzato inglese,

puntato sui brani pi melodici,


molti dei quali solo raramente
suonati live. Uno show intimo e
toccante, per il quale i dEUS
hanno scelto come spazio
ideale i teatri. Della formazione nata nel 1991 ad Antwerp,
in Belgio, restano oggi Tom Barman, chitarra e voce, e Klaas
Janzoons, alle tastiere e al violino. A loro si aggiungono il batterista Stphane Misseghers, il
bassista Alan Gevaert e il chitarrista Mauro Pawlowski.
DBSMPNPSFUUJ

#PMPHOB JM 5FBUSP"OUPOJBOP


XXXEFVTCF

$0.*$*5

*MSJUPSOP
EJ"MFF'SBO[
Sono una delle coppie pi
amate della generazione di
comici anni Ottanta-Novanta.
Dopo molti libri, film,
spettacoli e tv, la coppia
comica formata da Ale e Franz
torna
al teatro per far ridere con una
serie di storie surreali
sulluomo e la sua capacit o
incapacit di comunicazione.
Lo spettacolo sintitola 5BOUJ
MBUJMBUJUBOUJ ed diretto da
Alberto Ferrari. Lo showe
gioca anche con le immagini
video e i riferimenti
iconografici.
.JMBOP 5/VPWPEBM
XXXUFBUSPOVPWPJU

5&"530&3&"-5

'BOUBTNJ QPSOP
FJMMVTJPOJ
Nuovo lavoro di Lino Musella e
Paolo Mazzarelli, autori, registi,
interpreti di un loro teatro del
reale. Ora con Marco Foschi,
Fabio Monti, Laura Graziosi,
Astrid Casali, Giulia Salvaranidi
hanno realizzato Strategie
Fatali. Prodotto da Marche
teatro, intreccia tre storie,
sedici personaggi, teatro e
realt, toccando emozioni e
terreni diversi tra terrore,
porno, fantasmi e illusioni.
"ODPOB 54QFSJNFOUBMF EBM
XXXNBSDIFUFBUSPJU

$0..&%*"

Un fatto raro, un irresistibile, caparbio e meticoloso mistero si avverte oggi nel riallestimento (non un remake n un revival) de
-BQQBSFO[BJOHBOOBdi Thomas Bernhard,

commedia del 1983 riconcepita con la stessa
regia di Federico Tiezzi e coi medesimi protagonisti Sandro Lombardi e Massimo Verdastro di unedizione del lavoro del 2000 gi
asciuttamente encomiabile. Nei ruoli di due
fratelli estranei tra loro come .PTF"SPOOF
di Schnberg (citazione del testo), i due attoi-BQQBSFO[BJOHBOOBw
1JTUPJB 5.BO[POJ GJOPBM ri nei panni di due artisti pensionati hanno oggi, a 15 anni di distanza, una maggiore, splendida maturit sia fisiologica sia temperamentale. La messinscena di Federico Tiezzi - che
riproduce una spartizione in due distinte
stanze (le case dei fratelli che si fanno rispettivamente visita una volta alla settimana),
spazi di Gregorio Zurla il cui separato accesso
comporta per il pubblico un giro allesterno
del teatro coproduttore di Pistoia - ha adesso
fatto leva su un rigoroso, capillare e quasi NB
OJBDBMFtrionfo viscontiano di dettagli, armadi a specchio, mobilia depoca, collezioni di scarpe e svariare di guardaroba, tuttuno con le
estreme nitidezze interpretative. Bernhard qui testimoniava il suo
amore per la gente che sesibisce, e il Karl di Sandro Lombardi (cui si
deve la drammaturgia della traduzione di Roberto Menin) era un quotato giocoliere, mentre il Robert di Massimo Verdastro era un volenteroso attore. Una triangolazione sempre irrisolta vide la moglie defunta di Karl lasciare in eredit una casa di campagna al cognato, a Robert. E magnificamente Karl impiegher tutto il tempo della commedia a monologare e bofonchiare, o a dialogare col fratello adducendo
reticenze e risentimenti vaghi, e poi nella battuta finale sbotter con
calma, confessandosi irritato per il senso del lascito a Robert. Grande elogio del non detto, della piet coltivata in solitudine. Memorabili
i protagonisti, abbigliati di vestaglie e cappotti rossi, affaccendati con
forbicette o pillole, tra Mozart e music hall austriaco che Tiezzi elargisce con delicatezza infelice e surreale.
SPEPMGPEJHJBNNBSDP


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1&3
#&3/)"3%

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Edizione critica, locandina


spettacolare affidata a Corrado
Rovaris e ai Virtuosi Italiani. 
l"OOB#PMFOB
nellallestimento della Welsh
National Opera di Cardiff: la
regia di Alessandro Talevi
promette atmosfere cupe e
sottolineatura della
psicologica dei personaggi.
#FSHBNP 5FBUSP%POJ[FUUJ EBM
XXXEPOJ[FUUJPSH

30$,

*OFEJUJE&64
FMFUUSJDJNBiTPGUw
Sar la prima occasione per
sentirli dal vivo in Italia in una
versione completamente
inedita, elettrica s ma soltanto
leggermente amplificata. Il
nuovo tour dei belgi dEUS si
intitola infatti Soft electric
tour e prevede lesecuzione
dei loro maggiori successi in un
arrangiamento
prevalentemente acustico.
Niente a che vedere insomma
con il muro del suono
scatenato nei precedenti tour,
molti dei quali con
lamplificazione rock in bella
vista sul palco. Per la scaletta la
band di Tom Barman ha cos

30$,

+PIO(SBOUDBOUB
JMTVPEJTBQQVOUP
Torna in Italia per uno show in
cui presenter il nuovo album
(SFZ5JDLMFT #MBDL1SFTTVSF
John Grant, il cantautore
americano gi autore di due
album molto apprezzati da
critica e pubblico come 2VFFO
PG%FONBSL (2010) e 1BMF
(SFFO(IPTUT (2013). Nel
primo singolo del nuovo lavoro,
Grant tradisce il suo stile pop e
folk-rock puntando su
sintetizzatori e drum machine:
%JTBQQPJOUFE infatti un
sorprendente brano dance in
cui Grant canta in coppia con
Tracey Thorn, vera icona dei
sintetici anni Ottanta.
.JMBOP JM 'BCSJRVF
KPIOHSBOUNVTJDDPN

101

*MGPMLEFJ,JOHT
PG$POWFOJFODF
I Kings of Convenience
eseguiranno lalbum di
debutto 2VJFUJTUIFOFXMPVE,
del 2001. Nella prima parte un
giornalista intervister il duo
norvegese, poi Erlend ye e
Eirik Glambek Be
eseguiranno i brani della
prima met del disco; quindi
ancora intervista e esecuzione
della seconda parte dellalbum.
7FSPOB JM 5FBUSP$BNQMPZ#PMPHOB JM
 5FBUSP"OUPOJBOP3PNB JM 5FBUSP
"NCSB+PWJOFMMJ BMMFPSF

XXXLJOHTPGDPOWFOJFODFFV

3&$&/4*0/*5&"530
$0..&%*"

Non succede di frequente che


una citt sia raccontata sotto
diverse sfaccettature. E curioso
anche che sia Milano a
mostrare le varie facce di
Napoli sotto la spinta di una
sorta di invasione
partenopea: col grande
Eduardo al Piccolo messo in
scena da Luca De Filippo (/PO
i*ONFNPSJBEJw.J 
UJQBHP) e al Franco Parenti con
'SBODP1BSFOUJGJOPBPHHJ
ben due lavori, &UFSOBQPMJ, di
cui si parla a fianco, e *O
NFNPSJBEJVOBTJHOPSB
BNJDB. Questa commedia di
Giuseppe Patroni Griffi del 63,
mostra in quattro quadri
(corrispondenti a quattro
giornate) le complicazioni, le
incertezze, le intermittenze della piccola e media
borghesia napoletana dal 1945 al 1950, da una parte i
figli con ambizioni intellettuali, voglia di fuga,
lillusione di agire sul futuro e dallaltra le madri e i
padri accomodati sotto il Vesuvio tra frustrazione (il
bellissimo personaggio del maestro di musica patito

&"%&440
.*-"/0
3"$$0/5"
/"10-*

per scionberg), opportunismo, attaccamento. Un


ritratto in cui Patroni Griffi raccontava quello che
viveva, se stesso, la generazione dei giovani
napoletani, i La Capria, i Rea, i Rosi... E la mamma di
uno di loro in quella signora Mariella Bagnoli, una
madre coraggio napoletana che nella casa sempre
pi sgarrupata commercia, scambia, per una tinta ai
capelli e una sigaretta, separata e legata a Napoli da
anni di litigi e rimpianti. Nel metterlo in scena per il
Teatro di Napoli (lambiente di Lino Fiorito ha pareti
mobili, elementi che si ripetono da un quadro
allaltro) e adattandolo, il regista Francesco Saponaro
avrebbe dovuto sforbiciare e dare pi ritmo, specie
contando su una compagnia cos, che conferma la
solidit artistica di una generazione di attori
napoletani, Fulvia Carotenuto (bravissima Gennara),
Tonino Taiuti (suo marito), Imma Villa, Antonella
Stefanucci, Valentina Curatoli, Edoardo Sorgente,
Eduardo Scarpetta, Clio Cipolletta, Carmine Borrino,
Giorgia Coco, Giovanni Merano, Anna Verde, da cui
risulta un po estranea proprio la signora del titolo,
Mascia Musy pi regolare e tutta dun pezzo del suo
personaggio, una donna comune ma anche
labirintica, capace di amare e ferire, di rabbia e
BOOBCBOEFUUJOJ

tenerezza, sarcasmo e passione.

1304"

Napoli come luogo estremo


quella di Enrico Ianniello,
prodotto da Teatri Uniti e
Franco Parenti in &UFSOBQPMJ
tratto (dallautore e da Ianniello
stesso) dal romanzo %JRVFTUB
WJUBNFO[PHOFSB di Giuseppe
Montesano (del 2003): storia
fantastica di una famiglia di
arricchiti senza scrupoli, i
i&UFSOBQPMJw.J 5'SBODP Negromonte, i quali in pieno
1BSFOUJGJOPBPHHJ
delirio aristocratico, vogliono
vendere la citt e il golfo, per
farne un parco tematico,
ovviamente di loro propriet
costruendo via via un puzzle di
Napoli profondamente incisa
dalle fratture che conosciamo,
corruzione, camorra, ignoranza,
delinquenza. Enrico Ianniello vi si gettato con
unenergia notevole per un solo attore (in scena solo una
sedia): fa undici personaggi maschili e femminili senza
affidarsi alla parodia o al grottesco ma solo a meccanismi
di tecnica vocale anche a rischio di trasformarlo, a tratti,
BC

in un esercizio di virtuosismo.

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4$3610-*
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svolta del teatro di Mozart. Un
capolavoro mancato. Pagine bellissime, alcune sublimi, orchestra incredibilmente ricca di
timbri nuovi, raffinatissimi. Tuttavia la drammaturgia non c.
Mozart spasimava per scrivere unopera
seria, il genere considerato allora il pi alto, come la tragedia nel teatro parlato. Cera stata la riforma di Gluck. Ma Mozart
non ne era del tutto soddisfatto. Il suo modello, pi che musicale, era teatrale. E in
particolare Shakespeare, lo vedeva spesso
al Burgtheater di Vienna. Ma anche il grande teatro tragico francese: e non a caso *EP
NFOFP nasce da un testo francese. Componendo lopera, per, Mozart si rende conto
che, nonostante la riforma, il melodram-

ma serio italiano non ha futuro. Vuole che


lazione sia condotta dalla musica, come
nellopera buffa, e invece il melodramma
serio la circoscrive negli affetti, sentimenti, delle arie. Compone un sublime terzetto e, se possibile, un ancora pi sublime
quartetto, per movimentare lazione. Ma
non basta. Si butter con foga, poi, nellesperienza buffa con Da Ponte.
La messinscena dell*EPNFOFP  deve
dunque inventarsi una drammaturgia che
non c. Non difficile, nel teatro moderno. Ma Alessandro Talevi non ci riesce. Inventa molte azioni marginali inutili, Idomeneo che sfoglia nervosamente libri
mentre Arbace canta unaria. Contrappone i greci, vincitori e dominatori, ai troiani,
stranieri, asiatici, esuli. Tutto giusto, ma
astratto. Lazione non c. E i costumi, di

Manuel Pedretti, sono bruttissimi. La scena uno spazio dimbarazzate uniformit


e approssimazione: quelle onde che lasciano vedere gli spazi tra i rulli che scorrono,
gridano vendetta.
La scena iniziale, con figure in molteplici amplessi, sembrava Fragonard, prometteva bene. Ma non ha seguito. Disturba,
inoltre, la sciatteria di alcuni particolari:
Idamanate che dice di baciare la destra del
padre, e invece bacia la sinistra. I sopratitoli che non correggono gli errori del correttore automatico.
Meno male che sul podio c Jeffrey Tate, un maestro nel fare emergere tutti i colori dellorchestra mozartiana, tutta la variet del suo fraseggiare, la duttilit della
sua dinamica. Ma il cast sulla scena sembra non del tutto adeguato allo sforzo che
la partitura richiede ai cantanti. I passi di
agilit, tutti, tranne forse che nellArbace
di Anicio Zorzi Giustiniani, risultano faticosi, invece che lisci come sullolio, come
scrive Mozart. Ma soprattutto appare generica la recitazione. Brenden Gunnell
un Idomeneo appena accettabile. Perfino
la pur bravissima Monica Bacelli disegna
unIdamante vocalmente incerto. Sdolcinata lIlia di Ekaterina Sadovnikova, e impari allo spessore del personaggio appare
lElettra di Michaela Kaume. Mozart, insomma, c davvero solo nella bacchetta di
Tate, nella brava orchestra e nel Coro.
Commuove lascolto dellinno italiano e
della Marsigliese. Ma non basta un inno a
cambiare la storia del mondo.
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La concertazione affidata al
gusto di Federico Maria Sardelli
predilige campiture sobrie e
una linea espressiva intimista.
E le voci garbate faticano a
mantenere timbro e precisione
negli spazi acustici ampi del
teatro, anche quella della
protagonista Robert Invernizzi
mentre tiene quella pulita di
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Roberta Mameli/Belinda. In
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generale la musica soffre il
GJOPBMOPWFNCSF
confronto con lo scintillio dello
spettacolo. Ma questo %JEPBOE
"FOFBT voleva essere
soprattutto una gioia per gli
occhi. In scena contorsionisti e
trapezisti, altalene e
macchinismi allusivamente
barocchi realizzati con moderne tecniche circensi.
Mimi e veli fatti vibrare a mo di onde del mare quiete e
oniriche, come quelle che abbracciano e inghiottono
silenziosamente il corpo inerte di Didone, o furenti e
increspate. Il mare e Cupido moltiplicato in varie figure,
messaggero degli dei e amorino acrobata appeso e

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ruotante in alto, scandiscono lincantato racconto


scenico di Ccile Roussat e Julien Lubek (regia, scene,
costumi, coreografia) importato da Rouen. C bulimia
gestuale, ci sono inserti danzati aggiunti che
inquadrano bene la concisa partitura-modello nel
genere teatrale misto in voga a Londra e nelle capitali
europee non ancora cannibalizzate dal melodramma
italiano. Il mare alterna ondeggiamenti sensuali e cupe
profondit dove una gigantesca piovra abbarbicata sul
suo scoglio sostituisce (anche nella voce: canta un
tenore) la consueta figura scarmigliata della Maga. Lo
spettacolo irriverente e scatenato dei due artisti
cresciuti alla scuola di Marcel Marceau, ricrea il barocco
di Purcell con meravigliosa sfacciataggine visiva.
Realizzato da lasciare a bocca aperta, qua e l
invadente. I brevi ma struggenti momenti lirici
dellopera sono fagocitati dal ritmo euforico e lesigenza
di avere il palcoscenico spoglio costringe il coro in buca
ma appiattisce la drammaturgia millimetrica e
originale. Cos il duetto daddio tra Enea e Didone
scivola via quasi inavvertito, e il finale ci lascia
unimmagine toccante e umana per gli occhi ma non il
vuoto e il peso della fatale e immensa mestizia che la
musica e la torturata solitudine della regina dovrebbe
BOHFMPGPMFUUP

scavarci dentro.

Elettra sembra infatuata di


vendetta meno del solito. Quel
che la agita traspare solo dagli
acuti svettanti. Per il resto la
voce di Elena Nebera,
protagonista dell&MFLUSB di
Richard Strauss diretta da
Lothar Zagrosek, sinabissa di
frequente dentro lorchestra del
Comunale che, pure, fatica a
i&MFLUSBw #P 5$PNVOBMF
inerpicarsi sulla partitura.
GJOPBPHHJ
Perfino la timorosa sorella
Crisotemide (Anna Gabler)
mostra pi determinazione di
lei. N servirebbero le tante sue
blandizie per persuadere al
matricidio Oreste (Thomas
Hall). Ma nello spettacolo del
fiammingo Guy Joosten
ambientato negli anni 40, Elettra non altro che una
disadattata. Abita una dpendance di memorie arredata
da teatrino di terzordine fuori dal palazzo-lager di
Clitennestra (Natascha Petrinsky), regina cos
sussiegosa da atteggiarsi a Elisabetta del Belgio.
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sophy e che considera la traversata unesperienza intima. Vagheggia interpretazione del paesaggio, linee di fuga, bilanciamento tra ombre, forma pura.
Nel farlo disegna in aria la trazione dei cavi, la partitura dei tiranti: sembra un direttore dorchestra.
La creazione di un ponte (o di un auditorium, a maggior ragione) una sinfonia. I Piano, Nouvel, Gehry sono i compositori di questa epoca. Archistar un concetto riduttivo, li avvicina ai divi del rock, mentre loro sono i Mozart dellorizzonte, laria il pentagramma.
Mancava solo un passo per rendere perfetta la similitudine. Come per molti compositori, occorreva lincompiuta. l che Calatrava ha mostrato il suo genio: realizzandola.

no sguardo dal ponte, di Arthur Miller, a teatro. Oppure: uno sguardo al ponte, di Santiago Calatrava, a Valencia. notte in Spagna, ma sulla costa, a novembre,
pu ancora far caldo. Lestate di San Martino dura pi
di quella regolare, tempi supplementari di unora ciascuno. Guido unauto a noleggio senza navigatore, non
ho mappe e non ho studiato il percorso: tanto un ponte
di Calatrava lo trovi comunque, prima o poi. Lo vedi da
lontano, simile dappertutto come un negozio Zara, un
franchising architettonico e paesaggistico. Infatti eccolo l, che svetta. Non il ponte, lalbero maestro conficcato sulla sua superficie, come in ogni barca, con una raggera di metallo a far vela. Costole bianche, denti bianchi, pettini, scheletri, carni o elmi di Thor: la personale
archeomitologia di Calatrava un ripetersi di simboli
ormai divenuti luoghi comuni. A Venezia, a New York,
ma in nessun posto come qui, a casa sua, a Valencia.
una curiosa citt, questa. Ha provato a fare il salto
triplo, in un futuro che ancora non si era consolidato. Rischiava di atterrare nel vuoto e un po accaduto. La voce fuori campo che sussurrava alluomo dei sogni: Se
lo costruisci, loro verranno ha, come spesso, mentito.
Almeno nel lungo periodo. Per un po sono state esposizioni, coppa America, master di golf, polo universitario, poi rimasto soltanto un gran premio di moto Gp
che molti preferirebbero dimenticare per sempre.
Le citt che si sono dotate di protesi in previsione di

Le grandi citt ne hanno immancabilmente una. Roma ha lo stadio del nuoto a Tor Vergata, New York ha
riempito Ground Zero, manca soltanto la stazione
del World Trade Center affidata a Santiago Shubert.
Dopo di lui tutti gli altri si sono accodati: Fuksas con la
Nuvola, per dire: lincompiuta dellEur. Poi, sar colpa
delle amministrazioni che cambiano e scaricano i progetti che trovano, dei preventivi che lievitano, del tempo che passa e rende ogni vigilia superata. Restano intuizioni, prime pietre, scatole vuote. Forse per questo
dicono che mentre gli altri architetti mandano tomi
con indicazioni dettagliate Santiago Shubert se la cava
con poche pagine: tanto magari non si fa, non si finisce,
se non lo crei non lo distruggi.
Questo ponte, in questa notte di motori spenti, adesso che ogni rombo tace e tutte le ruote smettono di girare una bandiera. Intorno, una citt nella citt. Un sogno, una grazia ricevuta. Come quella che tocc nel romanzo di Steve Millahuser a Martin Dressler: Figlio di
un commerciante ebbe un fortuna riservata a pochi:
realizzare il proprio desiderio, ma questo un privilegio pericoloso, che gli dei osservano gelosamente, cercando il difetto, il piccolo difetto che fa crollare tutto.
Ogni enclave dellimmaginazione un personale delirio, si regge sulla visione di un singolo. Poi si fa tardi,
anche il genio si addormenta e il mondo svanisce.

eventi, poi camminano azzoppate dal peso di quellaggiunta non pi comprensibile. Gestiscono parchi olimpici che nuove generazioni associano a nulla, alberi della vita passata e cattedrali congressuali in cui rimbomba leco di una fregatura. Arrivato alla citt dellarte
della scienza di Valencia parcheggio, procedo a piedi
verso il ponte, arrivato chiudo gli occhi e vedo il G8 alla
Maddalena, le olimpiadi ad Atlanta e i fossili della festa
finita o mai cominciata. Li riapro e davanti a me c una
schiera di dinosauri bianchi e ultramoderni: Planetarium Rex, Sala delle Pteroconferenze, Teatrosauro e,
va da s, Museo. Ma pi di ogni altra cosa: il ponte, questo ponte.
Un ponte di Calatrava non un oggetto, un concetto. Non copre una traiettoria, la reinventa, scopre e copre spazi, li fodera, in lungo e in largo. Predica la leggerezza, ma triplica lingombro e il budget. Comincia con
un respiro di sollievo e finisce con un sospiro di disperazione. un calcolo sbagliato in partenza e trionfale al
traguardo. Abbraccia e silura. Sempre allude ad altro
da s, a valori fondamentali come la costituzione o luniversalismo. filosofia dellingegneria. la giustificazione per cui in unopera di narrativa intitolata /BTDJ
UBEJVOQPOUF la scrittrice francese Maylis de Kerangal d al progettista il nome di Ralph Waldo, come il filosofo americano Emerson. Gli fa dire che non ha bisogno di strumenti ma solo di unidea e una strong philo-

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Juve risale dal pozzo a


forza di unghiate, unoperazione lunga e difficile
ma alla fine ecco la luna e laria
fresca. Terza vittoria consecutiva, Milan sorpassato, classifica
per la prima volta quasi degna:
sesto posto a 6 punti da Inter e
Fiorentina che devono ancora
giocare, e dalla Roma impantanata. Fine del buio, forse. Anche se la Juve resta una creatura largamente imperfetta, faticosa nel gioco dattacco, piena
di errori banalissimi e abbastanza lenta. Per ha di nuovo
luomo che laccende, un conduttore elettrico che si chiama
Dybala. Su di lui, Allegri ha
scherzato: Devo portarlo anche alle partitelle di calcetto
con gli amici?. S, anche a quelle e ai tornei di bridge e pelota
basca, perch il ragazzo deve
giocare sempre e poi di pi. Lunico juventino che possa attenuare il rimpianto per Tevez
proprio lui, istantaneo nel tiro
e, prima ancora, nellistinto
che lo produce. Un eversore,
uno che sposta i macigni dal
campo perch frantuma lequilibrio. Per venire a capo di un
Milan a lungo poco pi di uno
zerbino (che cos, in fondo?
Che progetto di gioco ha, a parte lattesa di eventuali contropiede?), i bianconeri hanno
avuto bisogno di rovesciare lassetto, fuori Hernanes (mezzo
giocatore anche a Torino), dentro il vero regista ( Bonucci,
non Marchisio), addio al trequartista. Era stato rischioso o
forse coraggioso, Allegri, lasciando fuori la velocit di Morata e Cuadrado, e al solito sfortunato nella conta dei malati:
Khedira allinizio, poi anche
Evra ed Hernanes. Smazzare le
carte ha comunque prodotto
idee migliori, oltre alle incursioni di Alex Sandro, altro assist
per lui dopo quello del derby.
il caso di ricordare che per
oltre unora si vista una delle
peggiori versioni di Juventus-Milan degli ultimi anni, noiosissimo il primo tempo, appena pi vivace il secondo ma solo
per merito dei bianconeri. La
sensazione, forte, era che la
classifica stesse esprimendo
esattamente il valore pallido e i
numerosi limiti di due squadre
incompiute e monche. La vittoria dei campioni dItalia non li
trasforma in una macchina di
bellezza, ma probabile che
per lo scudetto ci siano di nuovo. Sono una specie di cingolato
possente, paziente, a volte impacciato, che ieri si mosso su
un praticello di margherite. La
Juve ha carburazione lenta, per i grossi guai dovrebbero essere finiti, a parte la strana e continua ordalia degli infortuni, come se lass qualcuno avesse deciso di azzoppare a turno un po
tutti. Gli di, si sa, alla lunga sono invidiosi degli umani capaci
di salire troppo in alto. Ma sarebbe troppo alto il sogno del
quinto scudetto? Forse no, questo non un torneo con lassoluto padrone, si capito. La Juve
non pu fare peggio, era quattordicesima, ha dato. Anche
per questo fa di nuovo paura,
ora che dallorlo del pozzo scintillano di nuovo le sue zanne.

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nea dei terzini. Il marchingegno


tattico era utile a frenare le discese di Lichtsteiner. Se per la Juve
non riusciva quasi mai ad avvicinarsi a Donnarumma, la colpa
era solo del ritmo basso e della
scarsa ispirazione degli interpreti, in primis il torpido trequartista Hernanes. Gi penalizzato
dallennesimo imprevisto (il problema muscolare di Khedira), Allegri aveva programmato, in funzione della Champions, di risparmiare inizialmente Bonucci, Morata e Cuadrado. Ma presto ha
avuto tre sgradite conferme: che
Hernanes appunto incline a trascurabili ghirigori, che Sturaro
non la controfigura di Khedira
e che la coppia Mandzukic-Dybala difetta di affiatamento.
Per Mihajlovic la pi evidente
conferma in negativo stata che
Bonaventura e Bacca sono gli uni-

Poich tutto relativo,


questa vittoria della Juventus
suscettibile di valutazioni contrastanti. importante, perch con
sforzo parziale e in formazione
abbastanza decimata si avvicinata a piccoli passi a una zona della classifica che aveva dimenticato. utile, perch il gol decisivo
stato del fiero Dybala, che cos si
rincuorato parecchio. Ma non
troppo significativa, perch lo
sconfitto un Milan grigio e piuttosto inoffensivo, incapace di raccogliere il primo punto allo Stadium: non tanto il
luogo a essere stregato, quanto la squadra a mancare sempre il salto in alto.
Adesso il rischio
che Berlusconi e Galliani, gi perplessi su
Mihajlovic, ne completino la sconfessione.
Ad Allegri sono bastate due minime
correzioni, dopo un *MUSJDPMPSFGSBODFTFJODBNQPQSJNBEFMWJB
primo tempo tendente allorrido: linfoltimento del centrocampo, col ritorno al 3-5-2 e a un uso pi produttivo delle fasce laterali, e il risveglio di Pogba, che corricchiava ai
margini della partita. Dalla sinistra, dove Alex Sandro (entrato
per linfortunio alla caviglia di
Evra) ha potuto avanzare un po
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invece di fare il terzino, spiovu(".#"
to in area il cross che Dybala ha
controllato di petto e ha scagliato in porta. Sempre da sinistra
arrivato nel finale a Mandzukic il
pallone del 2-0 da due passi, sprecato con somma distrazione. Sarebbe stato un errore imperdonabile, se Buffon non avesse poi
mandato in corner un destro di
Cerci, estremo sussulto di un Milan tardivamente imbottito di
punte. Resta la malinconia per la
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constatazione che questo duello


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stato anche la finale di Cham- '*03&/5*/"
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ci veri interruttori dellazione: tenerli troppo distanti equivale a


non usarli, specie se Cerci si attorciglia o si addormenta sul pallone, come ha fatto sullimbeccata
di Bonaventura, da lui trasformata in uno strano appoggio di testa nel deserto. La conferma pi
bella lha fornita invece Donnarumma con la parata su una punizione di Hernanes, avvelenata
dalla deviazione di Bonaventura.
Poi il problema muscolare di Hernanes ha spinto Allegri a inserire
Bonucci e a varare la difesa a 3. Il
resto lo ha fatto il graduale risveglio di Pogba, simboleggiato da
un tiro da fuori. Donnarumma ha
parato quello, non lincantesimo
dello Stadium.
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pi seconde palle che fili derba. Ed l, nellestasi della precariet e dellimprevedibile, che
una squadra deve fare la differenza, essere pronta a reagire quando la palla non ha proprietari. Anche in questo il Bologna affronta
meglio la prima parte, aggressivo e trova il vantaggio con Masina al termine di un mischione durante il quale, per tre volte, la Roma ha la possibilit di mandare
la palla sugli Appennini ma non
lo fa.Poi Digne toglie a Mounier il
2-0. Stanchissimo, il Bologna ancora imbattuto di Donadoni cede
la ripresa alla Roma che salza,
pi testaccina e considera lipotesi di assecondare Dzeko, lunico capace di smistare palloni normali, pur senza Gervinho e Salah
al suo fianco. La Roma ribalta il risultato con due rigori, il primo da
un nitido fallo di mano di Mounier, il secondo da un ambiguo incastro di gambe fra Iturbe e Rossettini preceduto oltretutto da
un fallo di Dzeko su Maietta (che
sinfuria e poi esce col naso rotto). Segnano Pjanic e Dzeko. Per
due volte Florenzi va vicino a un
gol su azione (mentre Destro si
mangia il 2-0). Il 2-2 lo conquista
Giaccherini che fa abboccare Torosidis allamo dello sgambetto.
Rigore che Destro segna e poi festeggia inacidito. La Roma gi
maledice linverno.

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BOLOGNA.

Gli ingredienti del minestrone derba e pioggia che nutre il 2-2 di Bologna-Roma sono
questi: pi o meno un tempo a testa, Dzeko, Destro, Nainggolan e
Masina nei panni dei protagonisti, la confusione iniziale dei giallorossi, scesi in campo senza il kit
per le emergenze e con Iturbe
che unemergenza tutta particolare, i baldanzosi primi venti
minuti dei ragazzi di Donadoni
che facevano meno fatica degli
avversari, pi dotati, ad abbassarsi al livello tecnico richiesto
dalle circostanze, il campo suddiviso in punti giocabili e in altri remabili. Ingrediente non da trascurare anche Rocchi, che quando incontra la Roma succede sempre qualcosa di strano (non larbitrava dallormai leggendaria Juve-Roma del 2013). Rocchi ha fischiato tre rigori di cui solo uno
evidente, ha annullato un gol forse regolare a Mounier, non ha
espulso Mirante e forse avrebbe
potuto. Pi che una partita di calcio stato uno sbuffare collettivo, unansia motoria generalizzata, a tratti persino divertente per
come il caso fermava questa o
quella palla: stata una parodia, ha detto Garcia, non si doveva giocare. La Roma ha provato un paio di volte a chiedere di
farla sospendere, anche quando
era in vantaggio. Invece s giocato fino alla fine. Come sempre
quando non c appoggio sicuro,
quando gli equilibri (quelli del
corpo, non quelli tattici) saltano,
i valori tradizionali non contano
pi, si comincia a sperare nelle
pozzanghere. Nei campi impraticabili il calcio sannacqua, torna

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ai tempi dellerba rada o delle


pozzolane e bisogna giocarlo con
lentusiasmo giusto, senza fronzoli, va bene anche un piede poco
educato, immaginando che degli
scarpini appesantiti dal terriccio
debbano calciare palloni che la
pioggia ha trasformato in pesanti vesciche di cuoio. Se c spettacolo, quando il campo una risaia, lo stesso di 50 anni fa, quello
dei brutti, sporchi e cattivi che finivano la partita con le croste di
terra sulle guance. Quando piove
e si spizza tutto, in campo ci sono

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Il Bara sulla luna, il
Real sotto terra. Lezione di $MBTJ
DP al Bernabeu, trionfa Luis Enrique che vince 4-0 e vola a +6, lasciando Messi in panchina per
unora. Lo stadio si vuota anzitempo, fischi e fazzoletti bianchi
per Florentino Perez. E alla fine
secondo i giornali spagnoli Ronaldo molla Benitez: O lui o io,
avrebbe detto al presidente.
Keylor Navas non subiva gol a
Madrid da una vita, ne ha presi
quattro in una sera: a fermare la
sua imbattibilt interna a 866 minuti arrivato Suarez all11, desterno destro su taglio mortifero
di Sergi Roberto. Il match s infuocato subito, Sergi Roberto ha
fallito il raddoppio, Mascherano
uscito per infortunio (dentro
Mathieu), e Ronaldo s innervosito al punto da colpire con una
gomitata Dani Alves, sfuggita

MADRID.

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allarbitro. Poi, al 39, il raddoppio di Neymar, sul filo delloffside, su assist perfetto di Iniesta.
La ripresa si aperta con la illusoria reazione del Real, Bravo si
superato su Rodriguez (ma anche Navas ha sventato su Neymar). Quandera nellaria il gol
dei CMBODPT, ecco lincursione letale di Iniesta: triangolo con Neymar (che lo ha liberato di tacco)
e destro allincrocio, 8 della ripresa. Rete splendida, che ha segnato la resa del Real. Ronaldo
ha divorato un gol davanti a Bravo, Messi entrato per la gloria,
Suarez invece ha completato la
sua doppietta sgusciando sul filo
del fuorigioco per il 4-0 finale.
Isco ha perso la testa e rifilato un
calcione a Neymar: rosso. E Munir ha graziato il Real, risparmiandogli almeno la NBOJUB.
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MILANO.

Pu esserci gloria per


tutti, per quelli belli e per quelli
brutti. Per la Fiorentina che di
colpo diventata la gioia di ogni
esteta, per lInter che trasmette brividi di nostalgia a trapattoniani e capelliani in egual misura, ma intanto marciano tutte e
due che una meraviglia. Visto
che la Roma ha fatto aquaplaning nelle pozzanghere di Bologna, le due prime in classifica,
cos diverse nello spirito e nelle
idee di gioco, possono allungare
la falcata, magari tentare persino un accenno di fuga, per vedere leffetto che fa. il calendario
che lo vuole, ovvero il pronostico: Fiorentina-Empoli e Inter-Frosinone, scritte cos, sembrano proprio un invito alla festa, ma si sa che nel calcio carta
canta fino a un certo punto, e ancor di pi dopo una sosta di due
settimane.
Da qui le inevitabili cautele
dei tecnici, al solito dediti a vigilie di buone e sante parole, rispettare tutti, guai a esporsi
troppo. Roberto Mancini annota subito: Quella col Frosinone
pu essere una trappola. Non
esistono pi partite facili, se
mai sono esistite. Loro hanno
giocato buone gare in trasferta,
pareggiando contro la Juve o
perdendo contro la Lazio solo
negli ultimi minuti. Ci vorr attenzione. Paulo Sousa teme le
insidie della sosta: Le pause interrompono un certo percorso
di lavoro, ma vogliamo continuare sulla stessa strada. Vorrei vedere la mia squadra anche
contro lEmpoli. Sar un derby
bellissimo: a me piace il calcio
propositivo e anche i nostri avversari la pensano cos, quindi
verr fuori una partita divertente. Nella Fiorentina che di recente ha perso per infortunio
Kuba Blaszczykowski, Sousa
ha introdotto la novit della fascia di capitano che passa di
braccio in braccio: Chi mi conosce sa che nelle mie squadre ci
sono 4-5 capitani diversi: non sono queste le cose che determinano gli equilibri nello spogliatoio. Anche lInter sembra disporre di equilibri soddisfacenti, dentro e fuori dal campo, anche se alla difesa migliore del

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rancesco Guccini scrisse
Libera nos Domine nel
1978. Proviamo a rileggere qualche verso della canzone: Da tutti gli imbecilli dogni razza e colore / dai sacri sanfedisti e da quel loro odore / dai pazzi giacobini e dal loro bruciore /
da visionari e martiri dellodio e
del terrore / () da crociati e crociate dogni sacra scrittura / da fedeli invasati dogni tipo e natura
/ libera nos Domine. Grazie ai
lettori triestini U. e R. per avermela ricordata. Ha 37 anni e poteva essere scritta ieri. Ieri, su Repubblica, unintervista a Juliette
Greco, che luned aveva cantato
a Berlino. Avevo addosso una
stanchezza disperata. Ma cantare la mia vita, bisogna vivere.
Non ho cambiato la scaletta delle
canzoni, luned sera. Ho continuato a parlare delle cose pi belle del mondo: lamore, la libert,
la follia della giovinezza attraverso le parole di Brassens, Ferr,
Brel, Gainsbourg, Prvert, Vian
e Queneau. Forse la risposta
allIsis che ognuno continui a fare il suo, i cantanti a cantare, i fornai a fare il pane, i venditori di fiori a vendere fiori, i calciatori a calciare. Ma non cos facile. Ieri a
Bruxelles chiusi la metropolitana, i grandi magazzini, i cinema,
le sale da concerto. Rinviata la
partita tra Lokeren e Anderlecht, in programma ieri sera, dopo lannullamento, marted, di
Belgio- Spagna. Rinviate tutte le
partite di calcio dalla Terza divisione in gi, ma probabile che il
provvedimento oggi venga esteso anche alle gare di A e B. Tante,
troppe volte ci capitato di dire
che nulla sar pi come prima.
Prima, un mese fa tanto per dire,
i clienti di un lussuoso albergo di
Anversa non avrebbero chiamato la polizia scambiando Nainggolan per un terrorista.
erroristi no, barbari s
quei genitori che hanno
spedito altri due genitori
allospedale di Borgomanero. Si giocava la finale della Junior Cup per bambini nati nel
2005. Un derby tra i pulcini di Juventus e Torino. Gi prima dellinizio un padre juventino aveva
cominciato a inveire contro un ragazzino, per il colore della sua pelle e perch, per la statura, sembrava pi che decenne. La partita finisce con la vittoria del Torino ma tra il bar e il parcheggio
R.C. e sua moglie, cubana, sono
aggrediti dal padre juventino e
presi a calci e pugni anche quando sono a terra. Risultato: lei con
il collare ortopedico, lui con un occhio nero e il naso rotto. E una denuncia presentata alla Procura
di Novara. Commento di R.C.,
quello col naso rotto: Le botte
passano ma la tristezza resta. Negra di merda torna a casa tua a
mia moglie lha urlato anche una
nonna. Bisognerebbe isolare queste persone, lasciare che i bambi-

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campionato sarebbe ora di aggiungere altre cosette: Ci mancano i gol - ammette Mancini - e
speriamo che arrivino presto. Jovetic e Icardi devono imparare
a conoscersi, a cercarsi, a capirsi. Nelle ultime due partite stata colpa mia: non li ho fatti neppure giocare insieme.... Al Mancio comunque non dispiacerebbe andare avanti a colpi di 1-0
(gi 7 fin qui) e rivela una sua
fonte di ispirazione: Non solo il
Milan di Capello, ma anche lAtletico Madrid di un paio di anni
fa: difesa solida, di squadra, e
vittorie di misura. Dato che in
quellAtletico il totem difensivo
era Miranda (in coppia con Godin), il ragionamento fila. Intanto, stasera, spazio alla tredicesima formazione diversa in 13 gare.













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ni giochino a calcio in santa pace. In santa pace suona un po


strano. Isolare le persone possibile, volendo: un bel daspo e tanti
saluti. Ma non solo quello il punto. Come crescer, credendo in
quali valori, con quali buoni
esempi in casa il pulcino figlio del
rompinaso? Non mi pare un
buon esempio nemmeno quello
dei dirigenti (2) del basket di Sassari: licenziato Sacchetti (8) che
aveva portato lo scudetto sullisola. Tra conoscenza e riconoscenza c pi duna sillaba. E le usanze del basket sono quasi calcistiche.
a il calcio bello, cos
bello che potrei tornare a giocarlo. Su Sportweek di ieri si parla
del walking football. Ne avevo
gi sentito parlare da amici
dellUisp, che lo sta sperimentando con successo in due citt, Bologna e Aosta, e sta pensando a un
progetto su scala nazionale. Il wf,
lo chiamer cos per brevit, vieta la corsa. Il passo accelerato
tollerato, la corsa no: larbitro fischia punizione contro. Si gioca 6
contro 6, portiere incluso, su
campi da calcetto, due tempi di
15 o 20 minuti ciascuno. Lhanno
ideato gli inglesi nel 2011, ora ci
sono circa 400 squadre e tornei
ufficiali, per consentire di giocare a calcio a chi, per motivi di salute o det, ne era escluso. Per Peter Reddy, universit di Birmingham, il wf pu essere efficace in
casi di lieve o moderata ipertensione e produce notevoli miglioramenti nellossidazione dei
grassi e nella potenza aerobica.
ietato correre. Il vero
slow foot. Che pacchia.
Ho ripensato alla mia ultima partita per cos dire ufficiale. Un quadrangolare in
Franciacorta, primi anni 90, nella squadra dei critici enogastronomici. Le altre: ristoratori (spesso giocavano i figli diciottenni),
industriali (con Boninsegna), politici (con Rivera). A Boninsegna
e Rivera era proibito tirare in porta, ma ne dribblavano tre o quattro e toccavano indietro per un
gol a porta vuota. Noi (Veronelli,
Raspelli, un Vizzari un po rotondetto, io) eravamo una squadra
di peso, soprattutto nel senso
che immaginate. E non giovanissima. Le perdemmo tutte. Pioveva molto, non come ieri a Bologna ma abbastanza. In unentrata alla palla o piede Veronelli ci rimise tibia e perone nello scontro
in scivolata con un ristoratore di
Sirmione. Durante la magnata
conclusiva, unica nota lieta della
giornata, ecco Rivera: Col destro non sei male, il guaio che
non corri. Sai che novit. Ma wf
mi offre unaltra opportunit. Sogno una telecronaca di Caressa
che a un certo punto saccorge di
non tenere il ritmo e si mette a
piangere.

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LONDRA. Lei si sbagliato di nuovo, vecchio

Clerici mi ha apostrofato uno dei trecentomila italiani che vivono a Londra. Ho cercato
di sorridere, ma il lettore continuava: Altro
che resurrezione di Nadal, quel poverino dovr ormai limitarsi a battere i secondi, tipo
Ferrer. Timidamente, ho provato ad assentire, ricordando che il lettore ha sempre ragione. Lavevo paragonato a Lazzaro ho ricordato ma tuttavia mi pare di ricordare
nella mitica vicenda un naumque fetet, e
cio che Lazzaro fosse ancora vittima della
decomposizione, quando Ges laveva tratto
dalla tomba.
Altro che decomposizione ha insistito
lui. Suo zio Brera parlerebbe di impotenza
agonistica, di mancanza di erezione: e, al
mio pantomimo di assenso, mi ha alfine lasciato libero.
In realt, tra il Nadal di venerd, vincitore
del primo degli ultimi, Ferrer, e quello di ieri,
dominato dallo stanchissimo Djokovic, c
un bellhandicap. Mi parso vero, e cito qualche dato, per rassicurare chi pensi che io vaneggi. Inizia il match, e dopo un quarto dora

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Nole avanti 14 punti a 3. Contro Nadal! Ci
credete? Io fatico. Anche se, in seguito, accadono cose non meno incredibili. Dov finito,
ad esempio, il diritto di Nadal, quello che mi
provai a definire uncino, simile alluppercut dei grandi pugili?
Il povero incompetente al quale sono ufficialmente dovute le statistiche, che risplendono su un quadro elettrico di 5 metri per 3,
gli assegna 10 errori gratuiti di diritto, mentre in realt sono 16, risultati di un gesto vuoto di potenza, muscoli un tempo esplosivi divenuti ormai vuoti, privi del deflagrare che
ci lasciava increduli, ci pareva disumano. Abbiamo dunque assistito a una sorta di turno

davvio, chiamato semifinale del Master.


Laltra semifinale, quella vera, ha messo
di fronte i due grandi svizzeri monomani, i
due fenomeni che paiono nati in un altro momento storico, quando il gioco del tennis era
vicenda di gesti bianchi. Ricordo che Federer, nei giorni scorsi, aveva battuto il Djokovic imbattibile ma affaticato di questanno,
e che Wawrinka aveva disilluso gli inglesi
dallimmaginare che, dopo il serbo, Murray
fosse il secondo tennista mondiale.
Lanno passato, nel match tra i due svizzeri, avvenne qui uninattesa intromissione
della Signora Federer, la non molto amata
Mirka, in grado di disturbare Wawrinka, in

un match da lui perduto con 4 match point.


Ricordo anche che i testa a testa indicano la
vivissima superiorit di Roger, tipica di un vivo complesso di inferiorit di Stan, di ben 17
match a 3.
Nel primo set 2 net insolitamente successivi causavano un break a 2-3 dal quale Federer era in grado di riprendersi, recuperando
su uno Stan alterno tra splendidi vincenti e
troppi errori. E la vicenda del complesso di
Stan non mutava, in modo tale che sarebbe
stato illuminante sostituirne lintervista finale con unopinione del Dottor Carl Gustav
Jung.

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comodata spesso per eventi non epocali, la Storia che usurpa le maiuscole dimostra di avere un altro piccolo difetto:
la memoria corta, perch a 148 giorni dallo
storico scudetto del basket sullIsola, Sassari ne ha licenziato il fautore pi vistoso, Meo
Sacchetti. Era lallenatore che col esercitava
dal 2009, e dunque qualcosa, di quel luminoso tragitto, aveva tracciato, prima di piombare sui traguardi: la promozione dallA2 alla A
(storica, va da s), un paio di Coppe Italia, lultima delle quali a comporre il Triplete 2015
(con scudetto e Supercoppa) che oggi fa parte delle pagine sfogliate. Sacchetti stato esonerato ieri, perch la Dinamo non sta n vincendo n convincendo: alla prima voce, 4 successi e 3 sconfitte in campionato, e addirittura 0 contro 6 in Eurolega; alla seconda, tanti
dubbi sul valore di troppi uomini arruolati.
Oggi abbiamo concluso un ciclo, ha riassunto ieri in conferenza stampa il presidente
Stefano Sardara, fresco di viaggio distruzione a San Antonio, Texas (dove il coach non lo
cambiano da ventanni...). Ci dispiace moltissimo perch umanamente Meo ci ha dato
tanto e non si discute come allenatore, ma fisiologico che dei cicli si chiudano. Gi a giugno lo sapevamo, ma ci abbiamo riprovato.
Ora ne inizier uno nuovo. Lo guider, si dice, Marco Calvani, che a una finale scudetto
condusse Roma, mentre la datazione del divorzio secondo Sardara riporta a squarci del
torneo scorso, quando il miracolo sardo fior
anche malgrado attriti fra tecnico e presidente e frequenti burrasche coi giocatori e, alla fine, epurazioni non lievi. XG

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GFNNJOJMF
MB&GGF

6.00 Rai Parlamento Punto


Europa
6.30 Unomattina in famiglia conducono Tiberio Tiberi,
Ingrid Muccitelli. Allinterno: 7.00 / 8.00 / 9.00 Tg 1
9.30 Tg 1 L.I.S.
9.45 Dreams Road 2015
10.30 A Sua immagine . Allinterno: 10.55 Santa Messa
; 12.00 Recita Angelus
12.20 Linea Verde - conducono
Patrizio Roversi, Daniela
Ferolla
13.30 Telegiornale
14.00 LArena . Allinterno: 16.30
Tg 1; Che tempo fa
16.35 Domenica in - conducono
Paola Perego, Salvo Sottile
18.45 LEredit - conduce Fabrizio Frizzi. Allinterno: 20.00
Telegiornale
20.35 Affari Tuoi - conduce Flavio
Insinna
21.30 Il giovane Montalbano
- con Michele Riondino,
Alessio Vassallo, Andrea
Tidona, Sarah Felberbaum. Allinterno: Tg 1 60
secondi
23.30 Speciale TG1
0.35 TG1 Notte
0.55 Che tempo fa
1.00 Cinematografo
2.15 Sette note - Musiche e
musiche
2.45 Sottovoce
3.15 La specialit della casa
- con Luciano Zucchi,
Pino Ammendola, Stefano
Santospago
4.40 Da Da Da
5.15 RAInews24

6.55
8.20
8.45
9.30
10.15
11.00

13.00
13.30
13.40
13.45
15.30
17.05
17.10
18.00
19.00

19.35
20.30
21.00
22.40
1.00
1.20
1.50
1.55
2.00
3.35
5.05
5.40

nesota fino allapprodo a Hollywood, senza dimenticare gli anni 60 e 70 di formazione passati tra New York, Londra e Los
Angeles e dove ha tratto ispirazione dai
movimenti delle Avanguardie. Inoltre il
regista approfondisce la sua attivit con i
Monty Python, e svela il dietro le quinte
di alcuni suoi celebri film come #SB[JM e
1BVSBFEFMJSJPB-BT7FHBT, raccontando
il suo rapporto con lAmerica, dove cresciuto, e lInghilterra dove ha lavorato.
3*130%6;*0/&3*4&37"5"

CANALE 5

RAI 3

RAI 2

RAI 1

Heartland - Tf
Frigo (r)
Il nostro amico Charly - Tf
Cesar Millan - Il capobranco sei tu - Serie Tv
Il meglio di Cronache
Animali
Mezzogiorno in famiglia
- conducono Amadeus,
Alessia Ventura, Sergio
Friscia
Tg 2 Giorno
Tg 2 Motori
Meteo 2
Quelli che aspettano
Quelli che il calcio
Tg 2 L.I.S.. Allinterno:
Meteo 2
90 Minuto Zona mista
- conducono Marco Mazzocchi, Paola Ferrari
90 Minuto - conducono
Paola Ferrari e Marco
Mazzocchi
90 Minuto - Tempi supplementari - conducono
Paola Ferrari e Marco
Mazzocchi
Squadra Speciale Cobra
11 - Tf
Tg 2 20.30
N.C.I.S. - Tf
La Domenica Sportiva
Tg 2
Protestantesimo
Meteo 2
Appuntamento al cinema
Film: La kryptonite nella borsa - di Ivan Cotroneo
Film: Dieci inverni - di
Valerio Mieli
Videocomic
Detto Fatto

6.00 Fuori orario. Cose (mai)


viste
7.15 Zorro - Tf
8.00 Film: Akiko - di Luigi
Filippo DAmico
9.35 Doc Martin - Tf
10.20 Speciale Community
11.10 TGR EstOvest
11.30 TGR RegionEuropa
12.00 Tg 3
12.05 Tg3 Fuori linea
12.10 TG3 Persone
12.15 Meteo 3
12.25 Il posto giusto
13.15 Correva lanno
14.00 Tg Regione
14.05 Tg Regione Meteo
14.15 Tg 3
14.30 In 1/2 ora
15.00 Tg 3 L.I.S.
15.05 Kilimangiaro. Il borgo dei
borghi
15.45 Kilimangiaro. Tutto un
altro mondo - conducono
Camila Raznovich, Dario
Vergassola
18.55 Meteo 3
19.00 Tg 3
19.30 Tg Regione
19.32 Tg Regione Meteo
20.00 Blob
20.10 Che tempo che fa
21.45 Report - conduce Milena
Gabanelli
23.30 Tg 3
23.40 Tg Regione
23.45 Gazebo - con Diego Bianchi
0.45 Tg 3. Allinterno: 0.50
Meteo 3
0.55 In 1/2 ora - conduce Lucia
Annunziata
1.25 Fuori orario. Cose (mai)
viste

3&(*45"
5FSSZ
(JMMJBN
TV
4LZ"SUF

ITALIA 1

6.00 Tg 5 Prima pagina. Allinterno: 7.55 Traffico; Meteo.it


8.00 Tg 5 Mattina
9.10 Le frontiere dello spirito
- conducono Maria Cecilia Sangiorgi, Monsignor
Gianfranco Ravasi
9.50 Pianeta mare - conduce
Tessa Gelisio
11.00 Le storie di Melaverde
12.00 Melaverde - conducono
Edoardo Raspelli, Ellen
Hidding
13.00 Tg 5. Allinterno: Meteo.it
13.40 Larca di No
14.00 Domenica Live - conduce
Barbara DUrso
18.45 Avanti un altro! - conduce
Paolo Bonolis
19.55 Tg 5 Prima pagina
20.00 Tg 5. Allinterno: Meteo.it
20.40 Paperissima Sprint
21.10 Il segreto - con Carlota
Baro, Alex Gadea, Maria
Bouzas
23.30 X-Style
0.10 Senza identit II - Tf, con
Megan Montaner, Veronica Sanchez, Miguel Angel
Munoz, Daniel Grao
2.20 Tg 5 Notte. Allinterno:
Meteo.it
3.05 Paperissima Sprint
3.40 La freccia nera - con
Martina Stella, Riccardo
Scamarcio, Ennio Fantastichini
5.00 Mediashopping
5.15 Tg5 - Notte. Allinterno:
Meteo.it
5.45 Mediashopping

RETE 4

8.50 Film: Lupin, il pericolo


il mio mestiere - di
Masaaki Ohsumi, Masaharu Okuwaki. Allinterno:
9.45 Tgcom; Meteo.it
10.35 Film: Un poliziotto
a quattro zampe 2 di Charles T. Kanganis.
Allinterno: 11.25 Tgcom;
Meteo.it
12.25 Studio Aperto
13.00 Meteo.it
13.05 Sport Mediaset - XXL
13.45 Grande fratello
14.05 The Musketeers
16.15 Film: White Lion - di
Michael Swan. Allinterno:
17.10 Tgcom; Meteo.it
18.00 Camera Caf
18.30 Studio Aperto. Allinterno:
Meteo.it
19.05 Camera Caf
19.25 Film: Penelope - di Mark
Palansky. Allinterno:
20.15 Tgcom; Meteo.it
21.25 Film: The Twilight
Saga: Breaking Dawn
- Parte 1 - di Bill Condon.
Allinterno: 22.20 Tgcom;
Meteo.it
23.40 Lupin III - Lavventura
italiana
0.35 Believe - Tf
2.20 Premium Sport
2.45 Studio Aperto - La giornata
3.00 666 Park Avenue - Tf
3.40 Mediashopping
3.55 666 Park Avenue - Tf,
con Rachael Taylor, Dave
Annable, Robert Buckley
5.15 Cyber girls - Tf
5.40 Mediashopping
5.55 Cyber girls - Tf

7.35
7.55
8.25
8.55
10.00
10.50
11.30
12.00
14.00
14.50
15.10

18.55
19.30
21.15
23.55
24.00

1.25
2.20
2.55

5.10
5.45

LA SETTE

Tg 4 Night News
Mediashopping
Due per tre - Tf
Terra!
Santa Messa
Le storie di viaggio a...
Tg 4 - Telegiornale. Allinterno: Meteo.it
La signora in giallo - Tf:
Angela Lansbury, William
Windom, Ron Masak
Donnavventura
Ieri e oggi in Tv
Film: Spartaco il gladiatore - di Robert
Dornhelm. Allinterno:
15.50 Tgcom; Meteo.it
Tg 4 - Telegiornale. Allinterno: Meteo.it
Tempesta damore - con
Mona Seefried, Simone
Ritscher, Erich Altenkopf
Maurizio Costanzo Show
- conduce Maurizio Costanzo
I bellissimi di Rete 4
Film: Tutto pu succedere - di Nancy Meyers,
con Jack Nicholson, Diane
Keaton, Frances McDormand, Keanu Reeves
Tg 4 Night News. Allinterno: Meteo.it
Pezzi di cinema
Film: Il t nel deserto
- di Bernardo Bertolucci,
con Debra Winger, John
Malkovich, Campbell
Scott, Jill Bennett
Magnum P.I. - Tf, con Tom
Selleck, John Hillerman
Help

6.00
6.10
6.30
7.30
7.50
7.55
9.35
10.45
12.05
12.50
13.30
14.00
14.20

16.05
20.00
20.35
21.10

23.10

1.15
3.00
4.05
4.35

Meteo - Traffico
Oroscopo
Omnibus News
Tg La7
Meteo
Omnibus dibattito
Laria che tira - Diario
Otto e mezzo (r)
Gustibus
Chi guida meglio?
Tg La7
Tg La7 Cronache
Film: La libreria del mistero: Foto di compleanno - di Georg Stanford
Brown, con Kellie Martin,
Clarence Williams III, Nina
Siemaszko
Josphine, Ange Gardien Tf, con Mimie Mathy, Karin
Swenson, Jean Dell
Tg La7
Crozza nel paese delle meraviglie - Best - conduce
Maurizio Crozza
Film: Luomo di casa
- di Stephen Herek, con
Tommy Lee Jones, Cedric
the Entertainer, Christina
Milian, Paula Garcs
Film: Mezzo professore
tra i marines - di Penny
Marshall, con Danny De
Vito, Cliff Robertson, James Remar, Stacey Dash.
Allinterno: 0.15 Tg La7
Mondo senza fine - con
Ben Chaplin, Charlotte
Riley, Cynthia Nixon
Laria che tira - Diario (r)
Thailandia - Bangkok e la
storia
Omnibus (r)

DEEJAY TV
14.55 Lisola di Adamo ed Eva Alle origini dellamore
15.45 Airport Security
16.35 Airport Security
17.30 Airport Security
18.25 Undercover Boss
20.20 Hotel da incubo Italia
22.10 Lisola di Adamo ed Eva Alle origini dellamore
23.05 Lisola di Adamo ed Eva
XXX
23.50 Crimini del cuore
1.15 Beauty Queen Murders:
belle da morire
1.55 Appuntamenti da incubo
2.35 Lisola di Adamo ed Eva 2
3.15 Marchio di fabbrica

LA EFFE
16.05 Omicidi tra i fiordi - Serie Tv
17.55 RED - Posso dormire da
voi?
19.00 RED - Vicini di viaggio. C
posto per me?
19.35 RED - Viaggi nudi e crudi
20.05 RED - Il cuoco vagabondo
21.10 Film: La vie en rose - di
Olivier Dahan, con Marion
Cotillard, Sylvie Testud,
Grard Depardieu, Emmanuelle Seigner
23.50 Film: Lamante di Lady
Chatterley - di Just
Jaeckin, con Sylvia Kristel, Nicholas Clay, Shane
Briant, Ann Mitchell
1.45 Film: Elles - di Malgorzata
Szumowska (as Malgoska
Szumowska)

RAI
QRAI 4
6.25
6.30
7.15
8.00
8.45
9.30
10.15
11.00
11.45
13.40
14.10
15.50
17.00
17.55
18.00
18.45
19.30
20.20
21.10
22.00
22.45
0.25
0.30
0.45
0.50
2.35

4.40
5.35

QPREMIUM

Serial Webbers
Common Law
Marvel Agents of Shield
Marvel Agents of Shield
Heroes
Heroes
Continuum
The Collector
Film: Merantau - di Gareth Evans
Fumettology
Film: The Contract - di Bruce Beresford
Delitti in paradiso
Delitti in paradiso
Rai News - Giorno
Zoo
Zoo
Supernatural
Teen Wolf
Marvel Agents of Shield
Marvel Agents of Shield
Film: In Hell - di Ringo Lam-Claude Van
Damme, Michael Bailey Smith, Marnie Alton
Anica appuntamento al cinema
Mainstream
Rai News - Notte
Film: Firestorm - di Paul Ziller
Film: City of God - di Fernando Meirelles,
con Matheus Nachtergaele, Seu Jorge,
Alexandre Rodrigues, Leandro Firmino da
Hora
Delitti in paradiso
Continuum

14.50
14.55
15.10
16.00
16.50
17.45
17.50
19.35
21.20
0.15
1.15
1.20
3.05
3.40
4.35
5.35

Anica Appuntamento Al Cinema


Granpremium
Padre Brown
Padre Brown
Compagni Di Scuola
Rai News - Giorno
Tutta La Musica Del Cuore
Il Maresciallo Rocca
Tale E Quale Show
Mister Premium
Rai News - Notte
Zodiaco
Granpremium
Cuore
Piccolo Mondo Antico
Il Circolo Pickwick

QMOVIE
14.35 Film: Parkland - di Peter Landesman
16.10 Film: Senza arte n parte - di Giovanni
Albanese
17.45 Rai news - Giorno
17.50 Film: Una lama nel buio - di Robert
Benton, con Roy Scheider, Meryl Streep,
Jessica Tandy, Joe Grifasi
19.25 Film: Ti va di pagare? - di Pierre Salvadori,
con Audrey Tautou, Gad Elmaleh, MarieChristine Adam
21.15 Film: Amore senza confini - Beyond
Borders - di Martin Campbell, con Angelina

MEDIASET PREMIUM

15.10 Animal Science


16.00 Notti dAfrica
17.45 Origins: invenzioni nella
storia
18.40 Panorami cosmici
19.30 Apollo: gli uomini della luna
20.25 Come fatto: Home Edition
21.15 Wildest Islands
22.05 Wildest
23.00 Mega aerei
23.50 Worlds Top 5
0.40 Eureka! Il potere delle idee
1.30 Come fatto
2.20 Nelle terre selvagge
3.10 Time Team

16.05
17.40
18.25
18.30
18.35
20.10
20.40
21.15
22.10

La Trilogia Della Villeggiatura


CE Musica E Musica
Rai News - Giorno
Petruska Presenta
Concerto Filarmonica Scala Harding
Petruska
Le Lezioni Dei Maestri
Natura Invisibile
Il Meridiano Della Solitudine Lucio Piccolo E Il
Suo Favoloso Quotidiano
23.10 Film: Oltre le colline - di Cristian Mungiu,
con Cosmina Stratan, Cristina Flutur, Valeriu
Andriuta
1.45 Rai News - Notte
1.50 Ghiaccio Bollente Sommario

GIALLO

8.55 Aspetta primavera, Bandini - di


Dominique Deruddere Premium
Cinema Emotion
9.17 Quel treno per Yuma - di James Mangold
Premium Cinema Energy
12.33 La leggenda di Bagger Vance - di Robert
Redford Premium Cinema Emotion
13.32 I Give It a Year - di Dan Mazer Premium
Cinema
16.24 The Martins - di Tony Grounds Premium
Cinema Emotion
16.40 Le Spie - di Betty Thomas Studio
Universal
19.05 RED 2 - di Dean Parisot Premium
Cinema Energy
19.22 Colombiana - di Olivier Megaton
Premium Cinema
21.15 To Rome with Love - di Woody Allen
Premium Cinema
21.15 Partnerperfetto.com - di Gary David
Goldberg Premium Cinema Emotion
21.15 Shark - di Kimble Rendall Premium
Cinema Energy

QRAI 5

QCINEMA

FOCUS

Jolie, Clive Owen, Teri Polo, Linus Roache


Torino daily
Hell on wheels 3 - I sentieri selvaggi
Hell on wheels 3 - Un mulo in meno
Rai news - Notte
Hell on wheels 3 - Colera
Film: Persona - di Ingmar Bergman,
con Bibi Andersson, Liv Ullmann, Gunnar
Bjrnstrand, Margaretha Krook, Jrgen
Lindstrm
3.20 Wonderland
3.45 Film: Un affare di cuore - di Gilbert Cates
4.55 Torino daily

23.20
23.35
0.20
1.10
1.15
2.00

21.15 Resident Evil - di Paul Anderson Studio


Universal
23.08 Sex and the City 2 - di Michael Patrick King
Premium Cinema Emotion
23.08 The Illusionist - di Neil Burger Studio
Universal
23.14 Il mio amico Nanuk - di Roger
Spottiswoode, Brando Quilici Premium
Cinema
0.24 Il Cavaliere Oscuro - di Christopher Nolan
Premium Cinema Energy
0.54 Blu profondo - di Renny Harlin Premium
Cinema
1.05 Una moglie per pap - di Jessie Nelson
Studio Universal
2.42 Scoop - di Woody Allen Premium C.
2.57 La talpa - di Tomas Alfredson Premium
Cinema Energy
3.04 Aspetta primavera, Bandini - di
Dominique Deruddere Premium
Cinema Emotion
3.50 Blindman - di Ferdinando Baldi Studio
Universal

CIELO
16.00
17.30
19.15
20.15
21.15
23.45
0.15
1.15
2.30
3.30
4.30

Taxxi 3
40 Days and Nights
Affari in grande
Affari di famiglia
The Foreigner - Lo straniero
Ti aspetto fuori
La via del ring
Io sono mia
Show
Sex Therapy
Most Dangerous - Pericolo
reale

12.20 Disappeared Special - Il mistero del Lago


Lainer
13.10 Scott e Bailey
14.05 Scott e Bailey
14.45 Womens Murder Club
15.35 Womens Murder Club
16.40 Law & Order - I due volti della giustizia
17.35 Law & Order - I due volti della giustizia
18.25 Law & Order - I due volti della giustizia
19.20 Nightmare Next Door
20.10 Nightmare Next Door
21.05 Law & Order - I due volti della giustizia
22.00 Law & Order - I due volti della giustizia
22.50 Bones
23.40 Bones
0.30 Disappeared Special - Il mistero del
parcheggio
1.25 Disappeared Special - Il mistero del Lago
Lainer
2.20 New Tricks
3.15 New Tricks
4.10 Matlock
5.05 Matlock

TV2000
15.00 La Coroncina Della Divina
Misericordia
15.15 Il Mondo Insieme
18.00 Rosario Da Lourdes
18.30 Prima Di Cena
19.15 Otherworlds
19.45 Angelus
20.00 Rosario Da Lourdes
20.30 Soul
21.05 La bibbia: David
0.10 Effetto Notte
0.30 Il Respiro Di Dio
1.15 Rosario Da Pompei

REAL TIME
10.55
11.25
12.20
13.20
14.20
16.10
17.10
18.10
19.10
20.10
21.10
22.10
23.05
0.05
1.05

Il favoloso mondo di Whitney


Il boss delle torte
Il boss delle torte
Bake Off Italia: dolci in forno
Undercover Boss
Undercover Boss
Il boss delle torte
Il boss delle torte
Il boss delle cerimonie
Il boss delle cerimonie
Il boss delle cerimonie
Una famiglia extra small
Una famiglia extra small
Body Bizarre
ER: storie incredibili

SATELLITE

DIGITALE TERRESTRE

POCHI  giorni dalluscita in Italia


della sua autobiografia (JMMJBNF
TRVF (edizioni SUR), oggi pomeriggio alle 17.30 Sky Arte (120 e 400 di
Sky) festeggia il compleanno del regista
americano Terry Gilliam proponendo in
prima visione il documentario a lui dedicato (JMMJBNFTRVFo-BWJUBEJVOHFOJPWJ
TJPOBSJP. Gilliam si racconta in prima persona e si sofferma sulle esperienze pi significative della sua vita: dallinfanzia
vissuta nelle distese ghiacciate del Min-

SKY

[servizio a pagamento]

QCINEMA MATTINA
6.40 Grand Hotel Excelsior - di Castellano &
Pipolo Sky Cinema Comedy HD
7.40 Apes Revolution - Il pianeta delle
scimmie - di Matt Reeves Sky Cinema
Max HD
7.50 Il quinto potere - di Bill Condon Sky
Cinema Hits HD
9.30 Il medico e lo stregone - di Mario
Monicelli Sky Cinema Classics
10.40 Quel mostro di suocera - di Robert
Luketic Sky Cinema Passion HD
12.00 Colpi di fortuna - di N. Parenti Sky
Cinema Hits HD
12.10 The Giver - Il mondo di Jonas - di Phillip
Noyce Sky Cinema 1 HD
12.25 Conflitti di famiglia - di Emilio Estevez
Sky Cinema Passion HD

QCINEMA POMERIGGIO

QCINEMA SERA

QCINEMA NOTTE

13.10 Chill Factor - Pericolo imminente - di


Hugh Johnson Sky Cinema Max HD
13.55 Un Natale stupefacente - di Volfango De
Biasi Sky Cinema 1 HD
14.30 Cool Dog - di Danny Lerner Sky
Cinema Family
15.10 Anda muchacho, spara! - di Aldo Florio
Sky Cinema Classics
15.30 Un weekend da bamboccioni - di Dennis
Dugan Sky Cinema Hits HD
16.15 Rosso dautunno - di Bruce Beresford
Sky Cinema Passion HD
16.50 Indiana Jones e il regno del teschio
di cristallo - di Steven Spielberg Sky
Cinema Max HD
17.00 Tin Men - Due imbroglioni con signora di Barry Levinson Sky C.Classics

17.15 Big Hero 6 - di Don Hall, Chris Williams


Sky Cinema 1 HD
18.05 Luomo che sussurrava ai cavalli - di
Robert Redford Sky Cinema Passion
HD
18.55 La febbre del sabato sera - di John
Badham Sky Cinema Classics
18.55 Guardiani della Galassia - di J. Gunn Sky
Cinema Max HD
19.30 The Joneses - di Derrick Borte Sky
Cinema Hits HD
21.00 I cospiratori - di Martin Ritt Sky
Cinema Classics
21.00 Grande, grosso e... Verdone - di Carlo
Verdone Sky Cinema Comedy HD
21.00 Sleepover - di Joe Nussbaum Sky
Cinema Family

21.00 Oltre le linee nemiche - di Mark Griffiths


Sky Cinema Max HD
21.00 Il mio angolo di paradiso - di Nicole
Kassell Sky Cinema Passion HD
21.10 Captain America: The Winter Soldier - di
Anthony Russo, Joe Russo Sky Cinema
Hits HD
23.10 Chi te lha fatto fare? - di Peter Yates Sky
Cinema Classics
23.15 Acqua e sapone - di Carlo Verdone Sky
Cinema Comedy HD
23.30 Il ciclone - di Leonardo Pieraccioni Sky
Cinema Hits HD
0.15 Confusi e felici - di Massimiliano Bruno
Sky Cinema 1 HD
0.35 Grace di Monaco - di O. Dahan Sky
Cinema Passion HD

13.55 Rugby: Clermont Auvergne - Ospreys


European Champions Cup Sky Sport 3
HD
15.00 Calcio: 13a giornata Diretta Gol Serie A
Sky Supercalcio HD
15.45 Pattinaggio di figura: Rostelecom
Cup: Gran Gal ISU Grand Prix Series
Eurosport
16.30 Tennis: Doppio. Finale ATP Finals 2015
Sky Sport 2 HD
17.30 Calcio: Bari - Livorno Serie B Sky
Supercalcio HD
17.50 Equitazione: Fei World Cup Eurosport
18.10 Rugby: Wasps - Tolone European
Champions Cup Sky Sport 3 HD

19.00 Pattinaggio di figura: Rostelecom


Cup: Gran Gal ISU Grand Prix Series
Eurosport 2
20.10 Calcio: Juventus - Milan Serie A Sky
Sport 3 HD
20.30 Calcio: Columbus Crew - Montreal
Impact Major League Soccer
Eurosport
22.00 Calcio: Major League Soccer
Eurosport
22.00 Sollevamento pesi: 53 kg Donne
Mondiale Eurosport 2
22.00 Golf: PGA European Tour DP World Tour
Championship Sky Sport 2 HD

22.30 Calcio: Major League Soccer


Eurosport
23.00 Calcio: Colombus Crew - New York Red
Bulls Major League Soccer Eurosport
23.15 Calcio: Fiorentina - Empoli Serie A Sky
Supercalcio HD
23.30 Tennis: Singolare. Finale ATP Finals
2015 Sky Sport 2 HD
0.30 Sollevamento pesi: 62 kg Uomini
Mondiale Eurosport 2
0.30 Wrestling: WWE Experience Sky Sport
2 HD
0.30 Calcio: Inter - Frosinone Serie A Sky
Sport 3 HD

14.30
14.40
14.45
16.10

21.00
21.00
21.00
21.25
21.25

23.05
23.10
23.40
23.45
23.50

QSPORT
6.30 Salto con gli sci: HS 140 Prova a squadre
Coppa del Mondo M Eurosport 2
8.00 Calcio: FIFA Football Eurosport
9.45 Calcio: Bologna - Roma Serie A Sky
Supercalcio HD
11.00 Calcio: Major League Soccer
Eurosport
12.00 Motocross: Notte dei Salti Freestyle
Motocross Eurosport 2
12.00 Basket: Reggio Emilia - Trento Serie A
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13.30 Golf: I Signori del Golf - Darren Clarke
Sky Sport 2 HD
13.45 Salto con gli sci: HS 140 Coppa del
Mondo M Eurosport

FOX


7.50 Megastrutture giganti National
Geographic
8.00 Homeland Fox HD
9.00 La vita secondo Jim Fox HD
10.25 Criminal Minds Fox Crime HD
10.25 I Simpson Fox HD
10.30 Cosa ti dice il cervello? National
Geographic
12.05 Criminal Minds Fox Crime HD
12.05 2 Broke Girls Fox HD
12.25 Esperimenti esplosivi National
Geographic
12.35 Mom Fox HD
12.40 Greys Anatomy Fox Life
12.55 Car Strippers: le spoglio e ci guadagno
National Geographic

16.15
17.30
18.55
19.10
19.10
20.05
20.05
20.25
20.30

Greys Anatomy Fox Life


Profiling Fox Crime HD
Castle Fox HD
Muoviti o muori National
Geographic
Greys Anatomy Fox Life
Minatori dazzardo National
Geographic
Crash Science National Geographic
Bones Fox Crime HD
I Simpson Fox HD
Bones Fox Crime HD
2 Broke Girls Fox HD
Stupidi al quadrato National
Geographic
Mom Fox HD

21.30
21.50
21.55
22.00
22.00
22.20
22.35
22.45
22.55

LeoMattei-UnitSpecialeFoxCrimeHD
I Simpson Fox HD
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I Simpson Fox HD
Come vincere facile National
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Sex & the City Fox Life
I Simpson Fox HD
Man v viral National Geographic
Profiling Fox Crime HD
Sex & the City Fox Life
I Simpson Fox HD
Sex & the City Fox Life
Agents of S.H.I.E.L.D. Fox HD
Dubai. Il mega aeroporto National
Geographic

24.00
0.20
0.40
0.45
1.05
1.15
1.35
1.45

Criminal Minds Fox Crime HD


Sex & the City Fox Life
The Walking Dead Fox HD
Sex & the City Fox Life
Vite ai confini del mondo National
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Megafabbriche - La Bentley Mulsanne
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Geographic

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