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Chiara Pardini

Il Vademecum dell’allenatore
dal metodo Timelight

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Informazioni sul copyright

Autore: Chiara Pardini


Titolo: Il Vademecum dell’allenatore
Copyright: 2010 © Licenza Standard – Tutti i diritti sull'opera sono riservati
Paese: Italia
Edizione: Prima – Bookfarm.eu 2010

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Il Vademecum dell’allenatore
dal metodo Timelight

Supporto cognitivo e didattico nella gestione del gruppo e del singolo


sportivo

“Ma insomma, mi aspettavo che questo mestiere fosse più semplice, lo


credevo più da tecnico e meno da psicologo..” mi disse con il sorriso sulle
labbra un allenatore alla sua prima esperienza, in una squadra di palla a
volo, campionato A2.

Lavorare bene con le persone è un esperienza dura. Lungo la strada si


incontrano difficoltà di vario tipo, le resistenze poste dagli altri, quelle che
arrivano da noi stessi, senza contare gli ostacoli di gestione del tempo,
delle situazioni e degli stati d’animo. Tutto va gestito con grande
attenzione, nel tentativo di mantenere l’equilibrio e creare armonia, un
po’ come dosare gli ingredienti per realizzare una ricetta in cucina.

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Quello dell’essere umano è un mondo grandissimo dove orientarsi può
rivelarsi difficile e sapere esattamente cosa fare, come e quando, è
impresa ardua.

E’ una sfida che conosciamo bene del resto, da sempre l’uomo si avvale
di strumenti per gestire i grandi spazi dove è possibile perdersi, pensate
alla bussola per esempio. Nell’immensità del cielo o del mare è facile
perdere l’orientamento, specialmente quando si è lontani da terra o dalla
costa perchè mancano i riferimenti visivi, ci vuole la bussola appunto per
trovare la direzione da seguire.

Immaginate cosa sarebbe a terra se, invece di una striscia di asfalto, ci


fosse un grande, immenso piazzale senza alcuna linea di mezzeria o
guard rail a delimitarne gli spazi, sarebbe difficile sapere dove andare,
non parliamo poi della gestione del traffico, impossibile viaggiare in
sicurezza.

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Quello del genere umano, quindi dicevamo, è un mondo vasto, proprio
come un grande mare dove non ci sono direzioni prestabilite e per
orientarsi spesso ci vorrebbe davvero la bussola.

Il mondo dello sport è perfettamente in linea, anche qui la situazione è


complessa vista la grande varietà di elementi in gioco e per un allenatore,
specialmente se alle prime armi, la strada può risultare davvero piena di
insidie.

Questo microlibro nasce dalla volontà di andare incontro all’allenatore e


fornirgli uno strumento base utile per la gestione del gruppo e del singolo
sportivo.

Alcune regole fondamentali, linee guida generalmente valide,


costituiscono una sorta di argine che guidano nella giusta direzione; le
spiegazioni relative, permettono al lettore di comprendere la natura e il
senso delle regole così che possano esser adattate alla realtà soggettiva
di ciascuno.

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Un po’ come nel caso di “lavori in corso”, c’è una deviazione e non posso
percorrere la solita strada, cosa faccio? Se conosco il senso con cui è
studiata la viabilità in questa zona riesco comunque a giungere
all’obiettivo attraverso un percorso alternativo.

In questo testo non prendo in alcun modo in esame, la parte tecnica che
un allenatore dovrebbe conoscere bene. Rivolgo l’attenzione invece
esclusivamente su indicazioni di supporto nella gestione
dell’essere umano, dietro lo sportivo.

Mi rivolgo inoltre agli allenatori di tutte le discipline, sia individuali che di


squadra, che hanno a che fare con atleti di sesso maschile e femminile.
Solo per comodità durante la stesura del testo parlerò di allenamento in
squadra, maschile.

Poche regole importanti da seguire:

1) Far vedere ai ragazzi il risultato da raggiungere (video, audio e


sensazioni).
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La realtà viene percepita dall’essere umano attraverso tre canali
principali: gli occhi (immagini e filmati) canale visivo; le orecchie
(dialogo interno ed esterno)canale auditivo; sensazioni-emozioni (tatto,
gusto, olfatto e percezioni varie) canale cinesteciso o sensoriale.

Questo significa che nel momento in cui mi rappresento internamente


una realtà lo faccio naturalmente creando una serie di immagini nella mia
mente (oppure un filmato), probabilmente rumori, suoni o voci e una
serie di sensazioni ed emozioni in relazione e di conseguenza a ciò che mi
sono immaginato.

Un allenatore può coinvolgere e indirizzare meglio la sua squadra,


facendole vedere, ascoltare e percepire bene il risultato che vuole
creare in partita o allenamento.

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2) Dare spesso feed back corretti su come migliorare la
prestazione. Comunicare chiaramente quando il ragazzo fa bene
ed esser il più possibile incoraggianti e costruttivi

Il giocatore ha fiducia nell’allenatore, ed è fondamentale per lui e la


squadra continuare ad averne, questa quindi non va tradita con lusinghe
o rimproveri eccessivi e fuori luogo. L’allenatore dovrebbe inoltre
astenersi dal formulare giudizi (specialmente se negativi)sulla persona,
bensì guidare attivamente il giocatore per migliorare la prestazione
sportiva.

Importante è anche far notare al ragazzo quando fa bene, questo serve


ad accrescere la sua autostima e farlo sentire gratificato e utile, è
fondamentale anche per farsi un idea concreta di come applicare le
indicazioni che riceve.

3) Puntare principalmente sui punti forza di ciascuno e poi


migliorare il migliorabile.

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Immagina di dover aprire un barattolo di vetro pieno di marmellata e
immagina di farlo con il manico di una forchetta, in mancanza di
strumenti più appropriati. Hai pensato a ciò che faresti esattamente?
Punteresti il manico tra il tappo in alluminio e il bordo di vetro per poi far
leva giusto? Esattamente! Fai leva su ciò che c’è, non su ciò che ti
manca!

Ora, aprire il barattolo è l’obiettivo di questo esempio, ma la strategia è


identica per qualsiasi sfida.

Anche come allenatore, la cosa migliore da fare per far crescere il


giocatore, è quella di far leva sulle qualità che già ci sono e riconosci in
lui.

4) Spiega al giocatore qual è esattamente il suo ruolo secondo il


tuo modo di allenare. Dì chiaramente cosa ti aspetti da lui e quali
sono le qualità che gli riconosci.

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