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Indice
Introduzione
RASPUTIN (1869 - 1916) E ALESSANDRA (1872 - 1918)
La pazzia mistica
ERZSEBET BATHORY (1560 - 1614)
La bevitrice di sangue
VALERIA MESSALINA (22 d. C.? - 48 d.C.)
La dea del sesso
LUISAELISABETTA D'ORLANS (1709 - 1742)
E la saga dei pazzi
PIETRO IL GRANDE (1672 - 1725)
Il genio che tortur suo figlio
CARLOTTA, IMPERATRICE DEL MESSICO (1869 - 1916)
La schizofrenica che dorm col Papa
Bibliografia
Introduzione
Cara lettrice, caro lettore,
con questo libro rendo omaggio a mio padre e a mio nonno, entrambi medici
psichiatri, scrittori nonch straordinari maestri nell'arte di amare
l'apprendere e di trarre piacere dall'insegnare. Continuo la serie di
Pazzi illustri iniziata da mio nonno Antonio e proseguita da mio padre
Juan Antonio: in un certo modo questo libro pu considerarsi il terzo
della saga scritto da un'appartenente alla terza generazione. Ai miei avi
devo la passione per la cultura, la musica e l'arte intese da una
prospettiva pi umana che tecnica. In casa nostra era consuetudine
riunirsi a parlare di singolari protagonisti del passato e mettere in
risalto dettagli forse poco importanti per uno storico per essenziali
per chi ama studiare le trame che tessono il comportamento umano. Ai miei
genitori, ad esempio, di Pietro il Grande interessava, pi che la sua
abilit di comando, il fatto che un uomo coraggioso e dotato come pochi
avesse cos tanto timore di dormire da solo da supplicare, quando non
aveva nessuna donna accanto, qualsiasi soldato o domestico di dividere il
suo letto.
Il volume che ha tra le mani non vuole essere un'analisi storica o
clinica ma cerca soltanto di inquadrare la dimensione umana di sei
personalit psicologicamente turbate, che vissero tormentate, e che
provocarono sofferenze al loro popolo e alle loro famiglie. Questi
protagonisti, seppure in epoche diverse, ebbero tutti responsabilit
politiche e sociali, furono figure autorevoli e costituirono un punto di
riferimento per i loro contemporanei. Tutti vissero soggiogati da uno
squilibrio mentale terribile e incompreso che condizion le loro condotte
e le loro azioni in modo totalmente determinante. Tra i disturbi mentali
qui trattati, alcuni potranno forse spaventare, altri generare ilarit,
sdegno o commiserazione, ma tutti i protagonisti risulteranno accomunati
dal tremito o dalla vergogna che provocarono a chi stato loro vicino.
Ho cercato di allontanarmi da tali giudizi e piuttosto avvicinarmi alle
esperienze di vita, alle ragioni e ai sentimenti di queste personalit
cos come un chirurgo si avvicina a una ferita, con attenzione, rispetto
e sforzo di comprensione.
La galleria di personaggi presentata in queste pagine risponde a un
criterio di natura personale: sono diverse le ragioni che hanno destato
in me curiosit, ammirazione, orrore o tenerezza.
Salvo la contessa Bathory, la cui aberrante pazzia produsse uno spietato
massacro, ringrazio gli altri per essere esistiti e aver fatto parte del
mondo. stato molto piacevole intromettermi nei loro segreti e nelle
loro esperienze di vita, nei loro modi di sentire e pensare; mi hanno
permesso di conoscere meglio la condizione umana e considerarla da un
punto di vista diverso. Spero, caro lettore, di riuscire a trasmettere
mistica da cui inghiottita sua moglie. Alessandra decide che sar lei,
e solo lei, colei che aiuter il marito a sostenere il peso dei propri
doveri. Sospettosa della cattiva influenza dei consiglieri, allontana da
Nicky tutto ci che, secondo la sua opinione, sta turbando il carattere
del marito e la pace del suo matrimonio. Dato che l'alta societ la
disdegna, decide di trasferire la sua influenza in campo politico,
concentrando tutte le sue energie nell'assistere il marito; ritiene che
le sue personali capacit nel terreno della politica siano infinitamente
superiori a quelle del marito, che troppo buono e timido per affrontare
quel branco di lupi che ha per sudditi.
La reazione non si fa attendere. Il tutore e braccio destro dello Zar,
lamentandosi della nefasta influenza di Alessandra su Nicola, afferma
pubblicamente che l'Imperatrice non capisce nulla della Russia e dei
russi, sebbene sia convinta di sapere tutto; in particolare
ossessionata dall'idea che l'Imperatore non si imponga con sufficiente
energia e che non riceva ci ch'ella ritiene dovrebbe ricevere:
Alessandra pi diotica di Pietro il Grande, e forse altrettanto
crudele di Ivan il Terribile. Ha una mente piccola che crede di contenere
una grande intelligenza.30
Incoronazione maledetta
Nel maggio del 1896, un anno e mezzo dopo il matrimonio, si provvede a
ottemperare alle formalit che renderanno legale la successione al trono,
momento in cui Nicola e Alessandra verranno proclamati Imperatori di
Russia; granduchi di Smolensk, Lituania, Volinia, Podolia e Finlandia;
principi di Estonia, Bulgaria, Juguria, eccetera. I nuovi Imperatori
russi saranno di gran lunga i pi ricchi d'Europa, padroni dei palazzi
d'Inverno a San Pietroburgo - residenza ufficiale - oltre a due a
Tsarskoie Selo, tre a Peterhof, due in Crimea e il Cremino a Mosca. A
queste residenze si sommano altri cinque palazzi disseminati nel paese,
pi varie palazzine di caccia in Finlandia, propriet in Polonia, quattro
panfili privati e due treni imperiali. In Russia, gli Imperatori e alcuni
membri dell'aristocrazia sono praticamente padroni di tutto: al resto
della popolazione rimane solo qualche briciola.
L'incoronazione sar celebrata a Mosca. Edifici e strade si addobbano di
bianco, blu e rosso, i colori della bandiera; in ogni luogo, in ogni
angolo, campeggiano le iniziali dei nuovi Zar. Dato che l'incoronazione
ha in s anche un elemento religioso, viene scelta Mosca piuttosto che
San Pietroburgo poich l risiede la maggior congregazione di fedeli,
oltre a essere la sede per antonomasia della religione ortodossa; l,
quaranta volte quaranta chiese elevano le loro cupole al cielo. San
Pietroburgo, invece, considerata la artificiosa capitale
occidentalizzata inventata da Pietro il Grande31, pertanto risulta non
adatta al solenne avvenimento. La tradizione la fa da padrona. Sono
passati trent'anni da quando Alessandro III stato incoronato, la citt
ribolle di visitatori e curiosi, tanto russi quanto stranieri, tutto
allegria e giubilo, campane a festa e ovazioni. Siberiani, caucasici,
tartari, turchi e persiani si uniscono nei festeggiamenti in onore dello
Zar, che chiamano padre. Alessandra indossa un sontuoso vestito rosso
broccato d'argento, decorato con pietre preziose e perle; lei e Nicola
hanno trascorso giorni interi provando il momento in cui lo Zar
consegner il mantello e la splendida corona a una zarina genuflessa ai
suoi piedi.
come il suo: Conosco la tua lealt verso di me. (...) possibile che
tutto ci che mi hai riferito sia vero, ma ti ordino di non parlarmi mai
pi di Rasputin.74
Al protagonista di tanto scandalo viene improvvisamente in mente che non
vede la sua famiglia da lungo tempo. Come staranno le sua amate bambine?
Sente tanto la loro mancanza! arrivata l'ora di andar via. L'intima
amica della zarina, Anna, non pu pi vivere senza il contatto quotidiano
con Rasputin, come potrebbe sopportare i tristi mesi della sua assenza?
Pu accompagnarlo? S, Grigorij glielo permette. Invidiose, altre due
ammiratrici si uniscono alla spedizione; durante il percorso litigano per
il privilegio di sedere al suo lato, di aver cura di lui e proteggerlo;
ma anche in questa fuga di gruppo si producono scandali.
Una delle accompagnatrici in questione si lamenta con l'Imperatrice del
fatto che Grigorij l'abbia stuprata in pubblico; Anna e l'altra negano
fermamente, assicurando che l'accusatrice non nient'altro che una
ninfomane, e che la permanenza a Pokrovskoe consistita in esercizi
spirituali di enorme beneficio per le loro anime; abbiamo cantato salmi,
visitato fratelli e sorelle, dormito in una stanza piuttosto grande, al
piano terra, su pagliericci gettati al suolo.75 La zarina pu stare
tranquilla.
Nel 1910, due donne presentano all'accademia di Teologia la denuncia che
Rasputin ha abusato di loro. Non la prima volta che l'accademia riceve
denunce di questo tipo a proposito di Grigorij. L'ispettore Teofan, lo
stesso che accolse a braccia aperte il contadino illuminato quando giunse
a San Pietroburgo, ora furioso di fronte alle notizie dei suoi eccessi
irriverenti che piovono da ogni parte. Dato che il siberiano si atteggia
a canonico e che molti gi lo chiamano padre Grigorij, urge che la
Chiesa prenda totalmente le distanze da lui.
Teofan chiede udienza allo Zar, ma al suo arrivo a palazzo incontra una
severa zarina spalleggiata dall'inseparabile Anna Vyrubova. L'ispettore
dell'accademia espone per un'ora le proprie argomentazioni: Alessandra
sostiene una ferrea difesa dell'Amico. Il giorno seguente Teofan
destituito dal suo incarico. La sordit imperiale e l'ingiustizia
commessa nei suoi confronti spingono l'ex ispettore a passare nelle file
dei nemici di Grigorij, che gi annoverano giornalisti, monarchici,
prelati, politici e alcuni aristocratici. Tutti assieme stanno
organizzando una campagna stampa contro il falso profeta.
Nei salotti le opinioni sono contrastanti: Sei a favore o contro
Rasputin?, ci si domanda a vicenda. L'onda dello scandalo raggiunge
dimensioni tali che il ministro Stolypin, lo stesso cui Nicola aveva
proibito di parlargli di Grigorij, lo stesso di cui Rasputin aveva
miracolosamente curato la figlia dopo che la piccola era stata vittima di
un incidente, si vede costretto a un faccia a faccia con il calunniato.
Stolypin lascia una testimonianza del colloquio:
Sentii nascere in me un irresistibile ribrezzo. Quell'uomo possedeva una
grande forza magnetica e produceva in me una profonda impressione morale,
quantunque di repulsione. Riuscendo a controllarmi, gli dissi che con i
documenti in mio possesso la sua sorte era nelle mie mani.76
Sia stato per queste parole, o per il semplice fatto di aver osato
affrontarlo, resta il fatto che Grigorij non ha alcuna intenzione di
permettere che Stolypin torni a essere felice, per lo meno in questa
vita. Come prima cosa, e rischiando la possibilit di un giudizio in
contumacia, valuta prudente sparire nuovamente dalla capitale. Decide di
andare a Kiev, dove sa che gli Imperatori e due delle granduchesse si
Il governo in ombra
Nel 1914 scoppia la Prima Guerra Mondiale. Rasputin scrive allo Zar
ripetute missive disseminate di errori ortografici, chiedendogli di non
dichiarare guerra e schierandosi ardentemente per una non partecipazione
della Russia nella stessa; le sue visioni erano state molto chiare in
proposito. Anche Alessandra fa pressioni sul marito con delle lettere in
cui non manca di citare Rasputin: Perch non confidi maggiormente nel
nostro Amico che ci guida per disegno divino? (...) Limitati a obbedirgli
di pi. Egli vive per te e per la Russia.83
Nonostante tutto, Nicola lascia il paese e viaggia al fronte per
combattere contro la Germania, nazione di cui originaria Alessandra.
Nel Palazzo d'Inverno si ode lo zarevic gemere. Che ti succede?, gli
domanda un ufficiale che lo incontra. Pap piange quando perdono i
russi, mamma quando perdono i tedeschi. E io per chi devo piangere?.84
Lasciata al comando della sua nazione, la zarina decide di impegnarsi a
conservare il governo autocratico per lo zarevic; durante l'assenza
dell'Imperatore lei che prende le decisioni... su consiglio di
Rasputin. Invia numerose lettere al marito, incoraggiandolo a seguire la
strada che lui consiglia loro:
Anima mia! Prego Dio affinch tu comprenda quanto vale l'appoggio del
nostro Amico. Senza di lui non so che ne sarebbe di noi. la nostra
forza e il nostro conforto.
In seguito continua il bombardamento:
Prima del consiglio dei ministri, non dimenticare di prendere in mano la
piccola icona che ci ha dato il nostro Amico, n di pettinarti varie
volte con il suo pettine.
E pi tardi:
So che il nostro Amico ci conduce sulla strada certa. Non prendere alcuna
decisione importante senza dirmelo. (...) Come vorrei riversare la mia
volont nelle tue vene! La Vergine sopra di te, con te: ricorda la
visione del nostro Amico!85
Con il passare dei mesi, l'appoggio incondizionato riservato a Rasputin
aumenta con una convinzione che rasenta il delirio. Il popolo russo
comincia a non poterne pi, una folla si raduna nella Piazza Rossa a
Mosca, chiedono a gran voce l'abdicazione dello Zar, l'arresto della
zarina e l'esecuzione di Rasputin: chiedono la salita al trono del
granduca Nicola Nicolaevic, zio dello Zar. Sfilano in massa verso il
convento di Santa Maria e Santa Marta, dove urlano i loro insulti agli
Imperatori. Elisabetta, sorella di Alessandra, che ha fondato e vive in
questo convento, esce per cercare di placare la baraonda: ne riceve in
cambio sassate e insulti, le gridano che la sorella di una spia tedesca
e che ella stessa lo . Abbattete la donna tedesca!, chiede tuonando la
massa. In quel momento sopraggiunge la polizia che si vede costretta a
usare la violenza per riuscire a disperdere la folla; i rivoltosi si
allontanano chiedendo a gran voce la morte di Rasputin e
l'imprigionamento della zarina; urlano il nome di Alessandra chiamandola
puttana tedesca.86
Terrorizzata dall'esperienza vissuta, Elisabetta corre a San Pietroburgo
a chiedere alla sorella che si allontani immediatamente da Rasputin. La
zarina la riceve con espressione gelida sul viso: categoricamente, e con
un'ostinazione patologica, rifiuta di ascoltare qualunque cosa abbia a
che vedere con il lato oscuro del suo protetto. Credo che non sia stata
71. La zarina si firma con il nome con cui la chiama Rasputin. Questa
lettera e la precedente sono riprodotte da G. King, p. 217.
72. Articolo di giornale riprodotto da G. King, p. 220.
73. G. King, p. 218.
74. G. King, p. 218.
75. H. Troyat, p. 48.
76. H. Troyat, p. 55.
77. G. King, p. 219.
78. G. King, p. 209.
79. G. King, p. 220.
80. H. Troyat, p. 65.
81. Parlamento russo.
82. G. King, p. 231.
83. H. Troyat, p. 140.
84. G. King, p. 254.
85. Le lettere di Alessandra a Nicola sono riprodotte da H. Troyat, pp.
112-147.
86. G. King, p. 255.
87. 10 giugno 1915. H. Troyat, p. 113.
88. 12 giugno 1915. H. Troyat, p. 113.
89. R. Massie, pp. 293-294.
90. M. Romaa, p. 425.
91. Lettera del 15 novembre 1915, citata da H. Troyat, pp. 142-146.
92. Lettera citata da H. Troyat, pp. 142-146.
93. G. King, p. 268.
94. G. King, p. 268.
95. H. Troyat, p. 107.
96. Lettera di Alessandra a Nicola, 22 settembre 1916. H. Troyat, p. 162.
97. 22 settembre 1916. Lettera citata da H. Troyat, p. 127.
98. Jusupov, citato da E. Radzinsky, p. 567.
99. Jusupov, citato da E. Radzinsky, p. 568.
100. Jusupov, citato da E. Radzinsky, p. 569. 101 Jusupov, citato da E.
Radzinsky, p. 568.
102. Puriskevic, citato da E. Radzinsky, p. 572.
103. Puriskevic, citato da E. Radzinsky, p. 573-575.
104. Puriskevic, citato da E. Radzinsky, p. 573-575.
105. E. Radzinsky, p. 575.
106. Puriskevic, citato da E. Radzinsky, p. 576.
107. E. Radzinsky, p. 579.
108. R. Massie, p. 384.
109. R. Massie, p. 384.
110. M. Farquhar, p. 283.
111. M. Farquhar, p. 283.
Tra l'ultimo quarantennio del XVI secolo e l'inizio del XVII, cio lungo
l'arco della vita di Erzsebet, l'Ungheria agonizza per la feroce guerra
contro l'Impero Ottomano, che aveva gi fatto sua una fetta importante
della regione. I turchi spazzano via gran parte delle vestigia di ci che
conquistano, soprattutto a Buda, lato occidentale dell'attuale Budapest,
dove insediano la propria capitale. A partire dal 1458, sotto il regno di
Mattia Corvino, l'Ungheria si era tramutata in una delle corti
rinascimentali pi lussuose ed erudite d'Europa; i palazzi sul Danubio e
l'immensa biblioteca ricca di testi scientifici erano i testimoni di una
magnificenza che gli invasori ottomani, dando sfoggio di tutta la loro
distruttivit, riducono in cenere.
A partire da allora, l'odio verso i turchi avvelena l'intera esistenza
degli ungheresi; i signori lasciano da parte la loro sete di cultura e
non riescono pi a concepire la vita se non sul campo di battaglia,
mentre i contadini lavorano la terra tenendo pronta la spada, con lo
sguardo sempre rivolto all'orizzonte in caso appaia un selvaggio che, in
nome di Allah, cerca di impossessarsi di nuovi schiavi.
Come se non bastasse, la parte di Ungheria che non stata invasa dai
turchi divisa in due parti, con sovranit indipendenti, sebbene in
accordo per collaborare contro l'assalto ottomano. L'area territoriale
pi importante governata dalla dinastia cattolica degli Asburgo, la cui
sede sociale e politica si trova a Vienna. Agli ungheresi, che
abbracciano invece il protestantesimo, non rimane che la Transilvania,
una ben misera porzione se confrontata con il resto di quella che era la
loro antica nazione, e per di pi aspra, umida, ancorata a un regime
bellicoso e poco raffinato che non va pi di moda nel resto d'Europa,
dove gi da tempo si assaporano i piaceri del tardo Rinascimento,
dell'ozio e delle occupazioni salaci.
L'Alta Ungheria alza barricate di fronte all'ingentilimento dell'Europa.
Fustigata dalla guerra, conosce ormai solo brutalit e sete di vendetta,
arti nelle quali si tramutata in maestra universale. E non si pone
problemi nell'applicarle, anche tra compatrioti. Un intrepido
viaggiatore4, che in quel periodo ebbe il sangue freddo di avventurarsi
per quelle terre, racconta che, quando gli ungheresi scoprivano un
qualche tradimento, soprattutto se compiuto in favore dei turchi, non
passavano a fil di spada il traditore, ma il suo cavallo: in seguito ne
estraevano le interiora, mettevano al loro posto il proprietario e
ricucivano l'animale affinch, ancora vivo, marcisse contemporaneamente
al suo destriero.
Nel bel mezzo di un ambiente tanto orrendo, Erzsebet Bathory costituisce
una rara eccezione. Nella sua dimora giungono i venti dell'Europa che
portando con s le pagine dei libri francesi e italiani. La contessa
conduce la sua esistenza dando le spalle alla guerra, si apre alla vita
licenziosa, all'abbigliamento opulento che arricchisce di perle, gioielli
di smalto e broccati, e, come degno coronamento della sua raffinatezza,
profumi ed essenze orientali. Questo atteggiamento non pu non attirare
l'attenzione in un periodo in cui il fetore era moneta corrente. Una
cronaca del tempo racconta che nei castelli di Erzsebet tutte le camere
e le sale emanavano profumi soavi. La contessa d il benvenuto anche a
particolari strumenti sessuali, con predilezione per i vibratori che
venivano prodotti a Venezia usando velluto rosa o cristallo, e che
costavano una fortuna. La dama completa infine la sua regale signorilit
sfoggiando una pelle senza traccia di cicatrici e una bocca dalla
dentatura di discreto colore. Quando si recava a una festa, mentre
sui loro corpi. Altre persone in servizio da lunga data raccontano che
Erzsebet puniva le ragazze facendole lavorare nude e, non soddisfatta di
questa infame umiliazione, esigeva che i camerieri giovani e vecchi le
contemplassero mentre cucivano o legavano fascine di legna. La vessazione
raggiungeva livelli tali che alcuni non potevano trattenersi
dall'abbassare lo sguardo.
Gradualmente le mostruosit attribuite alla contessa aumentano di numero
e gli echi si diffondono fino ad arrivare all'orecchio del reggente in
carica, il re Mattia, fratello e successore di Rodolfo II, vecchio amico
di Erzsebet. Ciononostante, il testimone attraverso cui giunge la notizia
il maestro e tutore di Pl, unico maschio e figlio minore di Erzsebet.
Il tutore in questione, Megyery il Rosso, afferma di aver minacciato in
varie occasioni la contessa: Un giorno racconter tutto. Attribuisce a
Erzsebet una crudelt sadica illimitata e la descrive come una specie di
gigantesca bestia, una strega assassina che non merita nient'altro che il
rogo. Ha lo stemma familiare della follia, sostiene, ricordando al re
che, effettivamente, l'albero genealogico di Erzsebet costellato di
individui seriamente squilibrati.
Albero genealogico pieno di squilibrati
Istvn, fratello della contessa, un sadico e un ladro impenitente e suo
zio - dallo stesso nome - principe di Transilvania, talmente folle che
in piena estate si ricopre di pellicce e scivola con una slitta su strade
ricoperte di sabbia bianca come se fosse neve, giacch il disgraziato
confonde l'estate con l'inverno. Un altro cugino, Gbor, al quale secondo
le cronache nessuna donna resisteva, sceglie l'unica che gli
proibita: sua sorella Anna; con cui commette ripetutamente incesto. Molti
parenti prossimi a Erzsebet hanno sofferto epilessia, che allora era
considerata prova irrefutabile della condizione di indemoniato. Si
racconta che all'apice degli attacchi questi si gettassero al suolo e
mordessero tutto ci che potevano raggiungere.
In quanto al cugino di secondo grado, Sigismondo Bathory, principe di
Transilvania nel 1595 e premiato con il Toson d'Oro dalle mani di Filippo
II di Spagna, governa a suon di folli capricci, rendendo impossibile la
vita ai sudditi e, soprattutto, alla sua infelice sposa Maria Cristina,
principessa d'Austria. Sigismondo sostiene che la moglie lo ripugna a tal
punto da non potersi trattenere dall'urlare quando la vede, soprattutto
se ci avviene di notte. Per poter ripudiare la moglie senza offendere la
Chiesa, non esita a dichiararsi impotente, senza che si conservi
testimonianza se ci sia o meno vero; comunque, in questo modo riesce ad
averla vinta, non solo invalidando il vincolo matrimoniale, ma facendo
anche rinchiudere la povera Maria Cristina in un convento di clausura,
privandola di ogni possibilit di conoscere le gioie di un vero amore. Se
questo non sufficiente, Sigismondo sente e vede anche fantasmi che
nessun altro in grado di scorgere. Alla fine, con il sollievo di tutti,
fugge dalla Transilvania e si rifugia in Polonia in compagnia dei suoi
amici immaginari, che a quanto pare sono gli unici che riescono a
sopportarlo e che non lo avrebbero mai abbandonato.
Oltre a questo saporito grappolo di parenti maschi, anche una zia di
Erzsebet gode di una fama funesta. Il suo nome Klara Bathory, e le
testimonianze del suo disturbo mentale e delle sue deviazioni sessuali
riempiono tre corposi volumi attualmente conservati nella Biblioteca
Nazionale di Vienna. Klara uccide i suoi quattro mariti, il secondo dei
quali viene soffocato nel proprio letto; forse stermina anche parte dei
suoi amanti, sebbene di ci non ci siano giunte prove affidabili. Di lei
si sa per certo che le relazioni lesbiche la affascinano tanto quanto
quelle che intrattiene con uomini pi giovani. All'ultimo di questi
amanti regala un castello, poco prima che una truppa turca catturi
entrambi, infilzando lui in uno spiedo per poi arrostirlo, e violentando
lei ripetutamente. Poich, contro ogni aspettativa, resiste senza morire,
i turchi finiscono con il pugnalarla a morte. Klara in questa storia
fondamentale per l'influenza che esercita su Erzsebet, le faceva visita
con costanza e aveva tentato di contagiarla con il suo gusto per la
ninfomania senza distinzione di sesso.
Calunnie?
Re Mattia, che viene messo a conoscenza di tutto questo arsenale
genealogico, conosce di persona Erzsebet, tanto amica del suo
predecessore Rodolfo II. L'ha sempre considerata una donna altezzosa,
egocentrica e alquanto strana, qualit piuttosto comuni tra gli individui
del suo rango e del suo tempo. Erzsebet anche una madre poco
affezionata ai suoi quattro figli, sebbene neanche questo fosse strano
tra gli appartenenti alla sua condizione sociale. Attira invece
l'attenzione l'oscuro seguito che l'accompagna dovunque: cinque
personaggi maleodoranti, di una bruttezza incommensurabile, che sembrano
usciti da un sortilegio compiuto da una mente evidentemente molto mal
intenzionata. Il re comunque pensa che tale eccentricit sia il male
minore, soprattutto considerando che non rovina l'immagine di nessun
altro se non di lei stessa. Oltretutto, quando Mattia II interroga i
vicini, la servit in servizio o i familiari di Erzsebet, nessuno
risponde con chiarezza, nessuno la accusa apertamente di pazzia o di
sadica malvagit... nessuno tranne testimoni indiretti e antichi
domestici, presumibilmente tormentati dall'invidia.
I braccianti di alcuni dei suoi feudi, a cui la contessa non aveva mai
abbonato le imposte, affermano di aver visto ogni notte, per anni e con
cadenza regolare, gli aiutanti della nobildonna gettare corpi inerti nel
fossato.
Il rapporto pi credibile quello del parroco di Csejthe, un individuo
arrivista, secondo le testimonianze, che non appena gli si presenta
l'opportunit di parlare al di fuori del suo minuscolo latifondo si
atteggia a persona importante. Il rampante cappellano sostiene che da
molti anni la contessa lo obbliga a seppellire, nel pieno della notte,
molte giovani decedute in circostanze misteriose. Lei sempre presente.
Aggiunge inoltre che il problema viene da lontano, dato che il sacerdote
suo predecessore aveva lasciato nascosta in sagrestia una lettera in cui
si spiegava che, sotto diretta minaccia della signora, aveva seppellito
molte giovani che prestavano servizio al castello, arrivando a sotterrare
nove cadaveri in una sola notte. A tanto succulenta informazione, il
parroco ne aggiunge un'altra non meno spaventosa: uno dei giorni di
sepolture di massa si lasci scappare troppe domande. Non ti impicciare
dei fatti del castello e io non mi impiccer di quelli della tua chiesa,
fu la risposta. Il giorno seguente ricevette un cestino di pasticcini in
ringraziamento per i servigi prestati. Prudente, l'uomo li fece mangiare
al suo cane e pot comprovare come, poco dopo averli ingeriti, l'animale
cadde vittima di una mortale agonia.
luce sul lato oscuro della vera Erzsebet e, appena allontanatosi dalla
festa della vigilia di Natale, perlustra tutti gli angoli possibili alla
ricerca di una qualche prova concreta e sufficientemente grave contro la
contessa. Impiega poche ore per trovarne.
Gli si presenta, disperato, un ex contadino, ora convertito in
gentiluomo, che, un mese prima, aveva lasciato che sua figlia si recasse
a Csejthe assieme ad altre venticinque fanciulle. Andavano dalla contessa
a ricevere lezioni su come diventare vere dame. Erzsebet, gi avanti con
gli anni, aveva sparso la voce di come le fosse estremamente penoso
svernare nel suo immenso e solitario castello. Si offriva di indottrinare
le figlie degli zemans7, insegnare loro le lingue e le buone maniere, in
cambio solamente del fatto che le facessero compagnia lungo il crudo
inverno. L'uomo aveva lasciato partire la figlia con piacere; tuttavia,
alla luce delle voci che stavano circolando sulla contessa,
immediatamente era stato assalito da inenarrabili preoccupazioni e
funesti presentimenti. Quando aveva bussato al castello, reclamando la
figlia, non gli avevano permesso di entrare, respingendolo con la forza;
al villaggio gli viene raccontato ci che ormai risaputo: che tutte le
ragazze sono scomparse il giorno stesso del loro arrivo, senza che
nessuno sappia che fine abbiano fatto.
Megyery rende pubblica quest'informazione durante la prima seduta
parlamentare, che si svolge con carattere d'urgenza il 28 dicembre del
1610, cio solo tre giorni dopo la cena natalizia a Csejthe con relativo
dolce mortale. Alla luce di ci che racconta il precettore, a Thurz non
resta altro da fare che tornare immediatamente e senza preavviso al
castello, cosa che fa, come un vulcano in eruzione, accompagnato dal
fedele segretario, dai generi di Erzsebet, dal parroco di Csejthe e da un
piccolo gruppo di soldati armati.
La stanza degli orrori
Il 29 dicembre attraversano a sorpresa il ponte sopra il fossato senza
che nessuno li possa trattenere. All'interno vi sono ancora tracce della
festa celebrata: c' molto disordine e ovunque vi sono persone che
rassettano e puliscono. Contro ogni aspettativa, la servit accoglie
l'arrivo di Thurz e del suo seguito di ispezione con un atteggiamento di
sollievo che rasenta il vero e proprio giubilo. Dopo pochi secondi se ne
scopre il motivo: la contessa li castiga con crudelt nel caso aprano
bocca; ossessionata dal mantenere il segreti, di fronte alla sua
famiglia e a qualunque estraneo, certi aspetti della sua personalit.
Durante le pulizie la nobildonna assente e, per questo, liberati dalla
sua presenza e rincuorati dalla vista di soldati armati, i domestici
osano raccontare tutto ci di cui da anni sono silenziosi testimoni. Il
gruppo viene guidato nelle remote segrete alle quali tassativamente
vietato l'ingresso quando Erzsebet presente.
Scendendo, vengono assaliti dal fetore dei cadaveri in avanzato stato di
putrefazione. Quando si introducono nella sala, lo spettacolo che si
trovano di fronte supera quello della pi truculenta stanza degli orrori.
Sulle pareti c' ancora del sangue che gronda. Sparsi sul pavimento si
trovano i pi inauditi strumenti di tortura: pinze, coltelli dentellati,
punzoni, ogni sorta di cesoie, spiedi, eculei, corde, ferri incandescenti
posati su una fornace nella quale fumano ancora braci inestinte, secchi
ricolmi di sangue vecchio e una grande vasca che ne contiene di fresco,
gabbie estremamente anguste con aculei all'interno e, infine, ci che
resta di uno strano strumento mai visto prima, nemmeno sui campi di
battaglia. Si tratta di un manichino a forma di donna, vuoto all'interno,
le cui dimensioni superano quelle di una persona, fabbricato in ferro
dipinto color carne e mosso mediante un complicato sistema di ruote. Si
erge a braccia aperte, come invitasse a un abbraccio. Da una mano parte
un tubicino che, passando per un piedistallo sul quale appoggia il
manichino, arriva a un secchio. Il manichino un sinistramente nudo.
truccato come una prostituta e in bocca ha denti umani, come umani sono i
capelli biondi attaccati alla testa. Nella scollatura luccica una collana
di pietre preziose che invitano ad avvicinarsi, a curiosare, ma, ah!, la
pi bella di queste pietre attiva un meccanismo grazie al quale le
braccia imprigionano repentinamente, senza piet, chiunque abbia osato
osservare il gioiello da vicino e, onde evitare la fuga della vittima,
due lastre planano ai lati mentre il petto dello strumento lascia il
passo a cinque pugnali che attraversano il corpo della persona
abbracciata. Quindi il sangue che stilla dalla vittima scorre
attraverso la tubatura, e viene raccolto nel secchio situato nella parte
inferiore... Questo congegno meccanico, passato alla storia con il nome
di vergine di ferro, risulta di una sofisticatezza invidiabile, sebbene
al momento dell'arrivo gli ingranaggi siano ossidati.
La macchina si guastata e la signora non ha trovato nessuno che
l'aggiustasse, commenta la servit a uno stupefatto Thurz.
Nemmeno sua madre l'avrebbe risconosciuta
Poco dopo scoprono in seguito un buco nel quale, come viene loro
riferito, vengono fatti sparire i cadaveri. Vicino a esso notano una
scala che porta a un soppalco. Vicino alla porta trovano il corpo di una
giovane nuda, morta, con i capezzoli tagliati, ciuffi di capelli
strappati, la carne del viso e del corpo asportata e bruciata utilizzando
diverse tecniche di tortura, fino all'estremo di poter, in alcuni punti,
scorgerne le ossa. Nemmeno sua madre l'avrebbe riconosciuta, testimonia
il segretario copista.
Con il cuore in gola, il gruppo avanza alcuni metri prima di incappare in
altre due ragazze nude. Cos continua la testimonianza di uno dei
presenti:
Una era agonizzante, prigioniera del martirio che le era stato inflitto;
l'altra cercava di nascondersi, era ricoperta di piaghe tumefatte e
sangue annerito, al punto che appena la si distingueva dal muro. Entrambe
erano molto giovani.8
quest'ultima che, con enorme fatica, riesce a biascicare ci che
successo. Dopo la festa di Natale, la contessa era entrata in una delle
sue celebri trance. Aiutata dalle solite vecchie streghe - Dork e J
Ilona, l'antica balia -l'aveva spogliata, legata mani e piedi e, con un
palo, si era accanita sui loro corpi, infliggendo pi di duecento colpi
ciascuna. Le aiutanti le avevano marchiate con ferri incandescenti e con
pinze d'argento avevano strappato a una le dita, alle altre due dei
brandelli di carne. Le pareti si erano riempite di schizzi di sangue ed
Erzsebet, con una fine tunica che si era tinta di rosso, rideva
percorrendo la stanza a grandi passi e, tenendo gli occhi fissi sulle
prigioniere, gridava: Pi forte, pi forte!.
Una delle vittime, non potendo pi sopportare il dolore, aveva chiuso gli
occhi e si era abbandonata alla morte. Erzsebet allora aveva bruciato il
suo sesso con la fiamma di un cero. Le vecchie, occupate con il viavai di
terzo dei beni del condannato che sempre gli spettavano, in quanto dal
momento in cui era rimasta vedova tutto apparteneva al figlio Pl, che a
dispetto della giovane et gi promesso a Judith Forgach, bambina
appartenente a una delle famiglie pi potenti dell'Alta Ungheria.
Sebbene salvata da una morte spettacolare e pubblica, Erzsebet non manca
di ricevere una dura condanna: viene reclusa a vita in una stanza del suo
castello a Csejthe, senza alcuna fonte di calore, senza accompagnatori,
con le finestre murate e un piccolo foro di ventilazione nel muro,
attraverso il quale le viene passato il cibo. Vi entra nel gennaio del
1611. Nella notte del 21 agosto 1614, Erzsebet muore nella sua prigione.
Uno dei testimoni scrive a Thurz in latino:
Erzsebet Bathory, moglie del Magnificente Signor conte Ferencz Nadasdy,
dopo quattro anni di detenzione in una cella del suo castello di Csejthe,
condannata alla prigionia perpetua, comparsa di fronte al Giudice
Supremo. morta al calar della notte, abbandonata da tutti.
Proteggere il buon nome dell'Ungheria fondamentale, in quei tempi di
delicate relazioni politiche con l'Austria, estremamente desiderosa di
trovare motivi per screditare e schiacciare gli ungheresi. La storia e il
processo di Erzsebet Bathory rimangono dunque coperti dal segreto e dal
silenzio. Centosessant'anni pi tardi, l'archivio che contiene gli atti
completi del processo viene scoperto in un cumulo di rovine, ammuffito e
in pessime condizioni. A partire da allora il materiale passa di mano in
mano fino a giungere ai giorni nostri, e gli interessati possono trovarlo
al sicuro negli Archivi Nazionali di Budapest.
Note
1. Il quadro, opera di un artista anonimo, stato esposto nel palazzo
viennese della famiglia Ndasdy-Bthory sin dal XVII secolo. Nell'ultimo
decennio del XX secolo stato rubato e oggi si pu ammirare solo una
copia dell'originale.
2. Il villaggio di Csejthe poggia su una pendice dei monti Carpazi. Oggi
il luogo si chiama Cachtice (Csachtitz) e appartiene alla Slovacchia, ma
nell'antichit la zona era denominata Transilvania, e apparteneva alla
Corona di Ungheria e Boemia. Il maggior patrimonio storico di un luogo
tanto recondito costituito dalle rovine di un castello del secolo XIV,
il cui momento di apogeo si colloca agli inizi del secolo XVII.
3. Rodolfo II, incoronato Imperatore d'Austria nel 1576. L'anno seguente
soffr in una forte crisi di melanconia a causa della quale fugge da
Vienna e si chiude nel suo palazzo di Praga, che a partire da questo
momento diventa la sua residenza permanente. Ed proprio qui che
comincia a mostare un forte interesse per l'astronomia e la magia,
trasformandosi in un insaziabile collezionista di oggetti rari.
4. Cronaca di Jean Le Laboureur, accompagnatore di Mara Gonzaga quando
costei deve attraversare l'Ungheria per unirsi in matrimonio al re di
Polonia (1645).
5. Questo palazzo di trova nella parte pi elegante di Vienna. Prima che
Erzebet e suo marito lo comprassero, era appartenuto all'Ordine del
Templari e fu testimone della crudele mattanza degli stessi quando
caddero in disgrazia.
6. V. Penrose, p. 82.
7. Nobili contadini , cavalieri e baroni 8 A. Pizarnick, p. 312.
sorella Drusilla, e che con loro avesse rapporti sessuali in cui uno
domina l'altro30
(...) Quando [Caligola] dimostrava amore per qualcuno, spingeva la
passione fino alla pazzia. Baciava l'attore Mnestere persino durante gli
spettacoli e se qualcuno causava anche il minimo rumore mentre il
ballerino si esibiva, Caligola lo faceva arrestare per poi frustarlo di
persona.31
Durante il regno di Claudio, l'attore frequenta Valerio Asiatico e pare
esserne l'amante. Scrive Tacito che la casa veniva preparata per gli
incontri con Mnestere e Poppea32, fatto che contribuisce con tali
velleit ad attizzare il fuoco di odio che Messalina nutre verso Valerio
e Poppea. La relazione tra Messalina e l'attore viene riportata, completa
dei dettagli, da Dione Cassio. Lo storico racconta che i senatori,
volendo cancellare la nefasta memoria lasciata da Caligola, decidono di
fondere tutte le monete di bronzo che portano l'effigie dell'Imperatore
ormai defunto. Messalina decide allora di utilizzare questo materiale per
innalzare statue di Mnestere...
(...) a mo' di ringraziamento per essere suo amante. L'imperatrice
s'innamor perdutamente del giovane ma non riuscendo n con le promesse
n con le minacce a persuaderlo ad andare a letto con lei, chiam suo
marito [Claudio] affinch costui obbligasse Mnestere a fare tutto ci
che lei avesse chiesto, facendo credere in questo modo a Claudio che
aveva bisogno di Menestere per tutt'altri motivi!... Ragion per cui
Mnestere disse che era diventato amante di Messalina per ordine
dell'Imperatore.
Utilizz questo metodo con molti altri uomini. Sprofondava nell'adulterio
facendo credere che Claudio fosse a conoscenza e acconsentisse.
[Messalina] allontan Mnestere dal teatro per tenerlo tutto per s (...).
Un giorno, il popolo in fibrillazione gli chiese di ballare una famosa
pantomima, egli si copr il volto con la tenda del sipario e disse: "Non
posso farlo, sono a letto con Oreste" (...). Quando il popolo discuteva
delle ragioni per cui Mnestere avesse smesso di ballare, Claudio si
mostrava sorpreso, si scusava e giurava di non andare a letto con il
ballerino. La gente capiva che l'Imperatore ignorava la verit, com'era
effettivamente, e si rattristava che fosse l'unico non al corrente di ci
che accadeva nel palazzo.33
Indipendentemente dalla sua audacia, che senz'altro la donna dimostr,
molti storiografi criticano la nostra protagonista con spietata
esagerazione.
Dione Cassio, ad esempio, riporta: Messalina si prostituiva: oltre ai
suoi vergognosi atteggiamenti, ai suoi piaceri aveva adibito una stanza
del palazzo [utilizzata a mo' di] lupanare obbligando anche altre nobili
donne a recarvisi.34 Svetonio l'accusa di essere una stupra (chi pratica
atti sessuali illeciti) sul rostrum del foro romano, che era la tribuna
da cui Augusto proclam la legge contro l'adulterio. Anche Plinio il
Vecchio lascia intendere che Messalina arriva a competere con una celebre
prostituta per stabilire chi delle due faccia pi volte l'amore in
ventiquattro ore. Vince l'Imperatrice che consuma venticinque volte.
Dione Cassio racconta inoltre che Messalina solita farsi il bagno nuda
in una fontana pubblica; Giovenale, un secolo dopo, sputa tutta la sua
bile nel dilungarsi con assoluta mancanza di rigore storico in una delle
sue satire indirizzate, per essere ancora pi crudele, a Britannico,
figlio di Messalina:
Personaggi femminili
Giulia I (39 a.C.-14 d.C.). Figlia di Augusto, viene educata dalla sua
matrigna Livia con estrema severit. All'et di quattordici anni
costretta a sposare con il cugino Marcello II, di cui due anni dopo
rester vedova. Trascorsi altri due anni, la uniscono nuovamente in
matrimonio a Marco Vipsanio Agrippa, militare rozzo e bruto, che ha
ventidue anni pi di lei e con cui avr, durante i nove anni di
matrimonio, cinque figli. Nuovamente vedova, nello stesso anno in cui
muore Agrippa, la obbligano a sposarsi con Tiberio, figlio di Livia e
figliastro di suo padre.
In quel momento, forse disperata per la triste esistenza che il destino
le ha riservato, decide di suicidarsi lasciandosi lentamente precipitare
in uno stato di perdizione. Si narra che Giulia adori le orge notturne
nonch copulare in gruppo e con sconosciuti vicino alla statua di Marsia,
luogo di ritrovo delle prostitute romane. Le male lingue arrivano ad
accusarla di aver avuto relazioni incestuose con il padre, l'Imperatore
Augusto; invece vero che costui la manda in esilio proibendo a
qualsiasi uomo di avvicinarsi senza sua previa autorizzazione. Il suo
unico e autentico amore fu Sempronio, dongiovanni dell'epoca, che la
sedusse quando era sposata ad Agrippa, e con cui continu la relazione
anche durante il matrimonio con Tiberio. Dei cinque figli che ha con
Agrippa, uno di loro, Gaio, schizofrenico; Agrippa, nato postumo,
ritardato mentale; Agrippina I (madre di Caligola e sposa di Germanico)
talmente isterica che Tiberio la manda in esilio e la lascia morire di
fame, infine Giulia II si mostra dissoluta come sua madre.
Agrippina II, detta Minore (16-59). Bisnipote di Augusto, figlia di
Germanico e di Agrippina I, sorella di Caligola e quarta moglie di
Claudio. All'et di dodici anni viene data in sposa al cugino Domizio da
cui ha un figlio che diventer l'Imperatore Nerone. Si narra che l'uomo,
congratulato per la nascita del bambino, colse subito la premonizione:
"Da me e Agrippina pu nascere solo un mostro".
Diventata vedova, si risposa nell'anno 40 con Crispo Passieno, che in
seguito avvelena per convolare a nozze con Claudio. Violenta e impetuosa,
eredita l'incontinenza sessuale della famiglia Giulia, superando in
depravazione tutte le sue parenti. Viene accusata d'incesto con suo
fratello Caligola, di adulterio con il marito della sorella Drusilla e
con i liberti Callisto e Pallante che la aiutano politicamente. Fa
esiliare e assassinare tutte le donne che possono competere con lei in
talento e in bellezza. Avvelena il marito Claudio con un piatto di
funghi, togliendo a Britannico, figlio dell'Imperatore, il diritto di
successione al trono che verr invece assegnato a suo figlio Nerone. Pare
sia gelosissima delle relazioni amorose intrattiene Nerone ha con le
altre donne e che non desista dinanzi all'incesto, che interrompe solo
per intercessione di Seneca, di cui diventa poi l'amante.
Contrariamente a Messalina, Agrippina II molto stimata a Roma; guida
gli eserciti, riceve ambasciatori, assiste dietro a una tenda alle
sessioni del Senato (non senza il fastidio di Claudio), comanda senza
alcuna difficolt, fa affidamento e sottomette tutti, fa scolpire la sua
effigie sulle monete e firma la corrispondenza ufficiale.
Quando suo figlio Nerone prende il potere, lei lo tiene sotto controllo e
conserva, al suo fianco, il ruolo di Imperatrice. Quando lui s'innamora
follemente di Poppea (altrettanto ambiziosa e straordinariamente bella -
pare avesse bisogno del latte di cinquecento mule per il suo bagno
quotidiano), Agrippina va su tutte le furie e ricopre la nuora di
ingiurie, per poi cambiare tattica e cercare di tenersi stretta Nerone
con lusinghe di vario genere, invitandolo a spassarsela con l'amante a
palazzo. Assassina tutti i difensori di Britannico, e dopo essere stata
rifiutata da suo figlio Nerone tenta di cospirare contro di lui,
indicando il povero Britannico, che prima rimuovono poi reintegrano, come
legittimo erede al trono. Nerone prova a uccidere la madre in diverse
occasioni, fallendo in tre tentativi di avvelenamento e in uno di
annegamento; l'Imperatore la fa, infatti, imbarcare su una nave destinata
ad affondare e quando apprende che la madre si salvata dal naufragio
intenzionale si fa prendere dal panico. Si narra che a partire da quel
momento l'Imperatore comincia a manifestare apertamente gli squilibri
mentali, affiorati gi in passato. Agrippina, dal canto suo, dopo aver
avuto conferma che stato suo figlio Nerone a escogitare l'affondamento
della nave e di conseguenza anche la sua morte, ordina al capitano di
trafiggerle il corpo con un colpo di spada, per precisione le viscere che
avevano generato e ospitato il suo assassino.
Note
1. Alla fine di questo capitolo c' una breve descrizione dei personaggi
che lo popolano.
2. Messalina bisnipote di Ottavia, sorella di Augusto.
3. Anche chiamata famiglia Giulia.
4. Si veda l'appendice a fine capitolo.
5. D. Cassius.
6. Svetonio
7. E Cenerini.
8. E Cenerini. 9.Tacito, XI, 27.
10. Svetonio .
11. Secondo quanto sostenuto da Francesca Cenerini, docente di Storia
antica pressol'Universit di Bologna
12. Si veda l'appendice a fine capitolo.
13 Tacito,VI, 15.
14 Nessuno storico antico menziona con esattezza alla malattia di cui si
tratt. Tuttavia, gli storici moderni, a distanza di secoli, hanno suppsto
che si trattasse di encefalite.
15. Svetonio.
16. Ibid.
17. Ibid.
18. Ibid.
19. Antichi schiavi che, una volta divenuti liberi, continuavano a
prestare servizio presso gli stessi padroni.
20. Seneca, Ep. 63, 16, 3. 21. Seneca, Ep. 44, 7, 9. 22 Giulia Livilla in
questo periodo era gi sposata.
23. Seneca, Dialoghi, 9.9, 2, 5.
24. D. Cassius, 60. 8. 5, 18. 4; Tacito, XIII, 32.
25. B. Levick, pp. 58-59.
26. Annali, XI, 4.
27. D. Cassius, 60. 27. 2-4 y 29. 4-6, 6a; Tacito, Dialoghi, 11. 1-3;
Svetonio, Caligola, 29. 2.
28. Sebbene sia tutto inventato, nessuno storico si occupa di lei fino a
che non sale al trono.
di primo grado. Alla notizia che suo cognato Carlo II sta morendo senza
lasciare figli, Luigi XIV non ha altro desiderio se non quello di
prendere il suo posto, ed essere finalmente padrone di quella Spagna che
fino ad ora ha solo potuto imitare.
L'Austria per non si trova affatto d'accordo. Gli Asburgo puntualizzano
che da molto tempo sopportano il peso della corona spagnola, e
sottolinenoa inoltre il fatto che, sposandosi con il sovrano francese,
l'infanta Maria Teresa aveva rinunciato ai diritti di successione al
trono spagnolo. Il Re Sole, che ha una risposta pronta per ogni
occasione, replica che tale impegno alla rinuncia da considerarsi del
tutto nullo, in quanto includeva come contropartita una ricca dote che
non mai stata ricevuta.
A complicare ancor pi la scena politica, intervengono nella disputa per
la corona spagnola anche i regnanti di Inghilterra, Olanda, Portogallo, e
i Savoia; non sono disposti in alcun modo a permettere che l'Austria o la
Francia annettano la Spagna ai propri regni, ritrovandosi cos
improvvisamente a capo di una potenza mostruosa e invincibile.
L'Imperatore austriaco e il Re Sole decidono quindi di stringere
un'inattesa alleanza contro i rivali; placano la loro furia con la
promessa di non proporsi come regnanti in prima persona, ma impegnandosi
a presentare ognuno la candidatura di un discendente. Si accordano sul
fatto che il successore che verr infine scelto governer la Spagna in
totale indipendenza dai propri paesi d'origine, accettando ingerenze solo
da parte degli stessi spagnoli. I pretendenti pi accreditati sono nipoti
di primo grado del re in fin di vita. Gli austriaci presentano l'arciduca
Carlo, secondogenito dell'Imperatore Leopoldo I e dell'infanta
Margherita5 - sorella di Carlo II -; da parte loro i francesi propongono
il duca d'Angi, secondo nipote di re Luigi XIV e dell'infanta Maria
Teresa - l'altra sorella di Carlo II.
Che sia avvenuto in seguito a intrighi orditi dal clero, o ad acrobazie
politiche compiute da Luigi XIV, o a un'improvvisa illuminazione sul
letto di morte, il fatto che Carlo II, le cui condizioni non lasciano
dubbi sul fatto che non superer l'autunno, prende la decisione pi
importante della sua tetra vita e opta in favore del francese duca
d'Angi, il quale all'epoca ha appena compiuto diciassette anni. Luigi
XIV scoppia di felicit... ma praticamente l'unico a farlo in tutta
Versailles. Il padre del giovane, Monseigneur, riesce a nascondere la
propria delusione solo a prezzo di notevoli sforzi; in quanto erede al
trono di Francia non pu aspirare ad altri privilegi, e d'altra parte suo
padre Luigi XIV, attuale detentore della corona teoricamente ereditabile,
ha davanti a s ancora molti anni di gloria. All'et di trentanove anni,
canuto e stanco, Monseigneur capisce che a questo punto gli farebbe pi
comodo un uovo oggi che una gallina domani; se le cose proseguono come
teme, non potr far altro che rassegnarsi al ruolo di figlio del re e di
padre del re, senza mai arrivare a esserlo lui stesso. Da parte sua, il
duca di Borgogna, primogenito di Monsiegneur e fratello maggiore del
prescelto, condivide i sentimenti di delusione e invidia del genitore, in
quanto anch'egli si vede costretto a rimanere un'opzione di riserva per
la Francia in caso di morte non solo del nonno, ma anche del padre.6
Anche Monsieur, fratello di Luigi XIV, non sembra affatto contento. Si
lamenta del fatto che suo figlio, Filippo d'Orlans, sia molto pi adatto
all'incarico rispetto all'idiota a cui invece stato affidato, per
quanto stretta sia la loro parentela. Filippo d'Orlans effettivamente
consapevole di essere pi intelligente e pi indicato per regnare la
Spagna rispetto al nipote a cui tale premio stato consegnato senza che
avesse fatto assolutamente nulla per meritarlo. Per vincere in qualche
modo la rabbia di cui si ritrova preda, Filippo non trova nulla di meglio
che lasciarsi andare all'ubriachezza e alla depravazione. Nel frattempo
il prescelto duca d'Angi, causa di tutto questo scompiglio, accoglie la
notizia come se non la considerasse n particolarmente buona, n
tantomeno inaspettata, dimostrando ancora una volta lo stesso
atteggiamento indifferente che riserva a quasi tutti gli eventi che
occorrono nella sua triste vita. All'et di diciassette anni non si
sarebbe mai spinto nemmeno a sognare una simile occasione, n una tale
responsabilit, eppure ora che la tiene tra le mani non in grado di
comprenderne chiaramente n i rischi n le conseguenze future.
In Spagna le cose non vanno meglio. La notizia lascia esterrefatta la
regina Marianna, che si era schierata a favore degli austriaci. La
sovrana viene sopraffatta da una collera talmente violenta che Carlo II,
dal suo letto di agonia, si vede costretto a racimolare le poche forze
rimaste per ordinare che venga rinchiusa nelle sue stanze, e che venga
gettata via la chiave. A partire da questo momento il re rifiuta ogni
contatto con lei, che potrebbe in effetti considerarsi un gesto
estremamente magnanimo visto lo stato in cui versa il pover'uomo: sembra
in stato di putrefazione, descrivono i testimoni, di colore
verdognolo, freddo e senza denti, il suo stomaco rovinato, le sue
condizioni sono pessime, a trentanove anni ne dimostra ottanta.
Il 1 novembre del 1700 il re agonizzante lascia il trono di Spagna. Nove
giorni dopo, a Versailles, un inquieto duca d'Angi firma la propria
rinuncia ai diritti di successione in Francia e diventa Filippo V di
Spagna.
Un francese a capo della Spagna
Il giovane Filippo V, di cui ci ritroviamo sudditi dall'oggi al domani,
un adolescente inesperto e mediocre, incapace di farsi rispettare persino
in casa propria, a giudicare da ci che scrivono coloro che lo conoscono
bene:
Non ha mai dato alcun segno di una qualche superiorit intellettuale, n
tantomeno possiede una bench minima immaginazione. Freddo, silenzioso,
triste e cupo; non conosce altro piacere che quello della caccia. Nemico
di ogni occasione pubblica, spaventato persino da se stesso, raramente
deciso, privo di interesse verso le altre persone, solitario e sfuggente
sia per volont che per abitudine. Estremamente vanitoso, non sopporta di
essere contraddetto.7
Del tutto consapevole del bel regalo che ci sta rifilando, Luigi XIV
varca il confine salutandolo con una chiara raccomandazione: Siate un
buon spagnolo!. Detto ci d inizio al cerimoniale d'addio:
L'addio fu accorato - raccontano i testimoni - entrambi i sovrani
piansero nel momento in cui si abbracciarono, e si promisero eterna
alleanza di fronte al loro commosso seguito.8
Il nuovo re lascia la natia Francia tremante di paura, accompagnato da
una schiera di aiutanti che si assumono la responsabilit di portare a
compimento gli ordini che Luigi XVI ha affidato loro per iscritto:
[Il re di Spagna] fa una fatica enorme a decidersi su qualunque
questione; vittima della stessa insicurezza nel decidere quando
svegliarsi, quando ritirarsi a dormire, quando lavorare e quando
riposarsi, cos come quando ha a che fare con affari di maggiore
importanza. Aspetta sempre che qualcuno gli dica come deve comportarsi.
Bisogna aiutarlo a prendere decisioni, e far s che in futurosi abitui a
prenderle autonomamente.9
Il sovrano francese, pertanto, riesce a posare la corona spagnola sul
capo di un individuo che i suoi patriottici contemporanei definiscono
come abulico, solitamente pigro, maldestro, inadeguato al ruolo di re,
niente affatto abituato a pensare con la propria testa, sebbene capace di
esprimersi con propriet di linguaggio quando la lentezza e l'indolenza
gli consentano di parlare. Filippo V giunge in Spagna ignorandone la
lingua e gli usi, portandosi sempre appresso un parrucchiere francese che
svolge anche il ruolo di buffonedi corte. Rifiuta anche di separarsi dal
suo confessore francese e dalla precettrice, anch'ella francese, che lo
accompagna per canticchiargli canzoni francesi perch senza di esse
sarebbe caduto in una grave malattia.
Simili tratti permettono di congetturare l'anomalia che pesa sull'anima
del giovane Filippo fin dalla pi tenera et: si chiama disturbo
dipendente di personalit e prospera in soggetti che finiscono per
dimostrarsi incapaci di prendere qualsiasi decisione. Venendo
generalmente castrata fin dall'infanzia ogni pulsione aggressiva, la
condotta di questi soggetti si dimostra straordinariamente sottomessa,
affamata di protezione e sicurezza. Hanno bisogno di fare costante
affidamento sui consigli dei loro superiori, che seguono ciecamente per
paura di venire abbandonati a se stessi.
Il disturbo dipendente rende la persona incapace di dimostrarsi
all'altezza di qualsiasi responsabilit, subordinando le sue stesse
necessit a quelle di coloro da cui dipende; chi ne soffre vittima di
profondo malessere nel ritrovarsi solo; propenso alla rinuncia e ha
bisogno di un costante contatto intimo con il proprio partner; pone
interamente la propria esistenza nelle mani degli altri ed preda di
forte ansiet se gli viene affidato un ruolo da leader. Come se non
bastasse, allo stesso tempo vessatorio e sottomesso nelle relazioni di
coppia, il suo innamoramento ha pi le caratteristiche di una dipendenza
morbosa, esigendo protezione e unione costante e totalizzante. Ritiene
che tutto gli sia dovuto ed disposto a dedicare tutto all'amore vero.
Il nocciolo del suo pensiero si pu riassumere in una frase: Far per te
tutto ci che mi ordini, purch tu mi protegga e rimanga al mio fianco
per tutto il resto della mia vita.
Esperto della cura emotiva necessaria a un individuo di tal fatta, il Re
Sole non perde occasione per ficcare il naso ovunque possa e pi di
quanto non debba, esercitando incontenibile protagonismo nelle questioni
politiche, economiche e sociali spagnole.
A Madrid, l'8 maggio 1701, Filippo V viene incoronato Re di Spagna a
Madrid. A diciotto anni si comporta come un inetto, incapace di fare
qualcos'altro che non sia eseguire le istruzioni del suo regale nonno.
Luigi XIV decide letteralmente ogni singola mossa che il sovrano deve
compiere, tra cui, che non si innamorasse, n tentasse di sposarsi con
la regina vedova.10 Il Re Sole decide, inoltre, che il fanciullo dovr
evitare di sposarsi con una principessa austriaca, e lo incoraggia invece
a farlo con una francese e, anche in tal caso, deve fare in modo che la
donna non si immischi n in questioni di stato, n nella distribuzione di
grazie e mestieri, essendo ci di grande importanza.
L'adolescenza spinge Filippo V a rompere, per la prima volta in vita sua,
la patologica sottomissione che lo accompagna fin dalla nascita...
sebbene non riesca a trasgredire fino in fondo. Il suo cuore, assetato di
amore, si rivolge non verso la Francia, come pretendeva Luigi XIV, bens
verso casa Savoia; l si trova disponibile una nipote di Monsieur,
l'unico fratello del Re Sole.
La donna per la quale scoccata la freccia di Cupido risponde al nome di
Maria Luisa Gabriella, e ha dodici anni. Filippo si presenta all'incontro
con la sua fidanzata con ansia crescente e ardente impazienza. Dicendo ai
suoi accompagnatori che si sarebbe recato all'appuntamento con anticipo,
il giovane confessa: Preferisco di gran lunga aspettarla che farla
aspettare. Non l'ha ancora neppure vista, ma Filippo gi preda di un
incontenibile desiderio carnale: Far tutto il possibile pur di
averla!, risponde ai sudditi che, vedendolo passare con tanta palpitante
precipitazione, gli augurano una rapida e abbondante discendenza.
Sebbene la prescelta sia nipote del Re Sole, tuttavia allo stesso tempo
figlia di un traditore arruolatosi nella fazione austriaca. Naturalmente
Luigi XIV avrebbe preferito un'altra donna, pi fedele alla Corte di
Apollo di cui a capo, ma Filippo ormai gi caduto ai piedi della sua
innamorata e non sembra per nulla disposto a mettere da parte la sua
passione. Per questa volta il patriarca francese cede, proteggendosi per
dagli imprevisti affidando a una spia il ruolo di prima cameriera della
novella sposa, nel caso costei si rivelasse irrequieta come il padre. La
principessa degli Orsini, questo il nome della spia in questione, ha
sessantanni e accetta senza esitare l'incarico di vigilare con occhio di
falco su ogni singolo movimento, anche il pi insignificante, della
regina-bambina... per poi comunicarlo al Re Sole senza omettere il bench
minimo particolare.
La prima mossa della dama quella di di sostituire con feste colte gli
incontri tra dame spagnole, che le paiono vacui e noiosi. Corneille e
Racine soppiantano Caldern e Lope de Vega; immediatamente gli spagnoli
si stringono in difesa della propria identit e si infuriano contro
questa decisione, senza per ottenere che Versailles destituisca dal suo
ruolo l'impicciona Orsina, come viene spesso chiamata. Al Re Sole non
interessa minimamente il sentimento patriottico degli spagnoli, a
dispetto del fatto che, per calmare gli animi, offra loro un contentino:
impone a Filippo l'uso della golilla, il collare con cui si adornano gli
spagnoli; il giovane costretto ad accettare e a sopportare cos il
dolore montando a cavallo agghindato con questo accessorio escogitato
dal demonio, secondo le sue stesse parole.
Al di l di questo dettaglio, Luigi XIV continua insistentemente a
istruire il re di Spagna su ci che deve fare e su come deve farlo, in
tutte gli ambiti della sua vita. Al fine di mantenere il controllo della
situazione in maniera pi efficace, arriva a ordinare che venga nominato
un francese a capo delle cucine reali. Non ripone la bench minima
fiducia nella disorganizzazione della corte spagnola, nell'incapacit dei
ministri n nella rigida etichetta, che egli considera risibile, triste e
tirannica. N tantomeno ha fiducia nel nipote, nonostante sia sovrano di
Spagna gi da tempo. Su di lui esprime, quindi, la propria opinione per
iscritto:
La sua indole eccellente, ma il timore di agire in modo sbagliato lo
rende indeciso, e bisogna aiutarlo a vincere la timidezza. Tentenna anche
nelle circostanze della minima importanza. (...) Fa una fatica enorme a
decidersi su qualunque questione. Aspetta sempre che qualcuno gli dica
come deve comportarsi.11
Ovviamente, chi glielo dice lui; e lo fa in modo forte e chiaro. In
poche parole, il re ignora il contratto firmato e diventa sempre pi
con poca o nessuna propensione alla civetteria. Pur non essendo una
rivale che possa far ombra a Luigi XIV, comunque in grado di
intrattenere conversazioni che vanno molto al di l delle solite
superficialit, il che risulta gradito alle orecchie del monarca. Cos
come lui, anch'ella d molta importanza ai dettagli e ha un forte senso
del dovere. Ne consegue che Liselotte e il re sono anime affini: ci le
vale l'affetto e la cortesia di sua maest reale, senza che vi sia alcun
rischio che il rapporto si spinga troppo in l, cosa che a lei non
farebbe affatto piacere. Il genere di rapporto che intercorre tra di loro
perfettamente descritto nella lettera che Madame invia a una delle sue
zie, nella quale descrive ci che successo in seguito a una caduta da
cavallo occorsa durante un'escursione:
(...) Egli [il re] fu il primo ad arrivare, era bianco come un lenzuolo;
e nonostante gli avessi assicurato che non ero ferita, egli non si diede
pace finch non ebbe esaminato personalmente la mia testa da entrambe le
parti, sincerandosi che avessi detto il vero; mi accompagn inoltre in
camera da letto e rimase con me per un certo tempo, nel caso avessi avuto
dei capogiri... devo ammettere che il re mi dimostra i suoi favori ogni
giorno, dato che mi rivolge la parola non appena mi vede e richiede la
mia presenza ogni sabato per condividere il rito della medianoche17 con
lui e con la signora Montespan.18 Questo uno dei motivi per cui ora
sono molto la mode, qualunque cosa io dica o faccia, che sia buono o
inopportuno, mi si ammira al punto che quando decisi di portare al collo
la mia vecchia [stola di] zibellino per combattere il freddo, tutte se ne
fecero una uguale; oggi le [stole di] zibellino si sono trasformate
nell'ultimo grido.19
I venti cambiano improvvisamente quando Liselotte dichiara guerra alle
varie amanti del re, in particolare a quella stessa Madame Montespan con
la quale, fino a poche settimane prima, cenava senza problemi. Il sovrano
riserva alla moglie del fratello una tolleranza inaudita, ma ritiene i
suoi intrattenimenti sessuali una questione intoccabile, tanto che
sarebbe capace di annientare chiunque osasse intromettersi o criticare,
inclusa sua cognata.
Monsieur, Madame e lo sciame di corte
L'unico fratello di re Luigi XIV da tutti chiamato Monsieur, sebbene il
suo vero nome sia Filippo. Cos come il resto dei francesi, Filippo
dipende completamente dal suo sidereo fratello, il Re Sole, divenuto uno
dei pi colossali e longevi narcisisti della storia europea.20 Luigi XIV
riconosce di essere stato guardato con benevolenza dal padre di tutti gli
astri, ragion per cui sovrappone al suo nome quello del sole, suo
mecenate. Cresciuto dalla madre secondo il rigido protocollo della corte
spagnola, il sovrano consapevole di essere intoccabile, divino,
assoluto. Non deve rendere conto a nessuno eccetto che a Dio, suo pari.
Sopprime il sistema feudale e i privilegi che in nobili hanno sui propri
latifondi, proibisce la costruzione, in Francia, di ogni palazzo o
castello, giacch ritiene di essere il solo in possesso di tale diritto.
Fin da quando solo un bambino, Anna d'Austria, sua madre, alimenta la
megalomania del suo primogenito allontanandolo da qualunque cosa possa
mettere in ombra la sua figura; persino Filippo, beniamino della
famiglia, rappresenta una minaccia che necessario estinguere. La regina
non ha dubbi su come ottenere tale risultato: ancor prima dello
svezzamento, gi tratta e veste il figlio minore come una bambina.
terrazza del suo stesso palazzo. Gli storici moderni fanno ricadere la
responsabilit della morte della giovane sul suo fegato, ridotto in uno
stato penoso, ma a quel tempo nessuno dubita del fatto che il perfido
assassino sia l'amante di Monsieur.
L'uso di veleni mortali una moda tra i membri della corte francese. Il
pi delle volte la droga risulta fatale al malcapitato, ma di tanto in
tanto provoca disturbi simili a quelli indotti dalla sifilide, il che
forse peggio di una morte istantanea. Il nome della signora Voisin corre
di bocca in bocca; lei quella che meglio di chiunque altro sa
maneggiare nella clandestinit prodotti in grado di indurre una tremenda
agonia nelle vittime. E non solo. La Voisin offre anche polveri, creme e
messe nere per far innamorare del cliente di turno chiunque lui voglia.23
L'arsenico e l'antimonio vengono filtrati all'interno di clisteri, che
rappresentano un'abitudine igienica molto utilizzata per combattere gli
effetti secondari delle grandiose abbuffate; ugualmente se ne possono
aspergere delle gocce su guanciali o su abiti, mentre l'assassino
congettura il modo per indurre la vittima a portarsi le dita alla bocca
dopo aver toccato il veleno, altrimenti non ha effetto.
La tenebrosa signora Voisin proviene da una classe sociale umile ma,
grazie ai suoi servigi, a corte le persone moleste cadono come mosche.
Per questo, nel momento in cui Henrietta si accascia sul marmo della sua
terrazza, nessuno ha alcun dubbio sulla complicit nel delitto di
Lorraine e dell'avvelenatrice.
Con il campo finalmente sgombro da ostacoli, Lorraine resta solo con
Monsieur e con le sue due figlie: Maria Luisa, di otto anni, e Anna
Maria, che non ne ha ancora compiuto uno. Lorraine, anch'egli di nome
Filippo, un uomo corrotto fino al midollo e, dalla fine del 1660,
incontrastato padrone della mente del fratello del re; Monsieur non si
stanca mai di decantare una virt del suo amante che ai suoi occhi
essenziale: Il parait fait comme on peint les anges (Sembra il ritratto
di un angelo). I due uomini non si separano un attimo, e passano il
tempo in piaceri mal indirizzati, afferma candidamente l'abate di
Cosnac nelle sue memorie. Lorraine e Monsieur si perdono nell'oscurit
dei corridoi e nel folto dei boschi che fiancheggiano il giardino; la
gente li vede continuamente accarezzarsi il viso, le spalle e le
ginocchia con espressione felice. Alle feste di Palazzo Reale, residenza
parigina di Luigi XIV, Monsieur si presenta con generose scollature,
ciondoli e parrucca femminili, lasciando che Filippo Lorraine lo conduca
con grazia durante i minuetti. Entrambi cullano l'illusione di rimanere
insieme fino alla morte, ma il re spezza la gioia di questa inconsueta
coppia con una doppia sferzata: esilia Lorraine in Italia e pretende da
suo fratello un erede maschio. AMonsieur non resta altro da fare che
affrontare la tortura di una nuova moglie.
Stavolta sceglie un esemplare opposto al precedente. La robusta, brutta,
mascolina e tedesca Elisabetta Carlotta (Liselotte) mette piede a
Versailles un anno dopo la tragica scomparsa di colei che l'aveva
preceduta. A diciannove anni Liselotte ha capelli ricci, naso aquilino,
fronte schiacciata, doppio mento, guance cosparse di lentiggini e
couperose. Lei stessa si descrive con onest in una delle sue lettere:
Il grasso mal distribuito, per cui mi sta decisamente male. Ho, se mi
permesso dirlo, un culo orribile e ventre, cosce e spalle enormi. Il
collo e il seno piatti. Se devo essere sincera, sono bruttissima, ma ho
la fortuna di non preoccuparmene.24
Monsieur, da parte sua, divide in tutta libert il suo letto con i propri
amanti, quelli che lei chiama di nascosto nemici, mentre di persona li
incoraggia: Coraggio! Mangialo pure tu il polpettone, che a me tanto non
piace!.34
Se vi qualcosa in cui si nota che Monsieur e Luigi XIV sono fratelli
nel fatto che entrambi condividono lo stesso narcisismo patologico. La
differenza, per, che il duca di Orlans represso, relegato,
costretto a rincorrere i suoi appetiti di gloria dal basso di un ingrato
secondo piano; essendo di natura egolatra e affamata di ammirazione per
lui arduo accettare l'ombra in cui relegato. Come nel fratello, in
Monsieur albergano ambizioni smisurate e un'indole incontenibile;
l'imposizione del re di mantenersi nell'ombra lo spinge a cercare vie
d'uscita alternative, campi diversi in cui risplendere ed essere
idolatrato senza molestare il dio che gli toccato come fratello. La sua
brama di brillare a ogni costo finisce comunque per far traboccare il suo
narcisismo: Monsieur va fuori di s, non tollera critiche, non riconosce
i propri limiti, non frena le esplosioni di grandeur... E se il re fa di
tutto per tenerlo ai suoi piedi, bene, Monsieur decide di trarne il
massimo giovamento calandosi nel ruolo del pi sensazionale dei martiri.
A suo modo, nella sua personale sfera d'azione, sar comunque in grado di
ottenere esclamazioni di ammirazione. Le decorazioni, gli abiti, i
gioielli, tutto viene scelto accuratamente al fine di lasciare il
personale a bocca aperta. Monsieur non resiste ai colori sgargianti, ai
tessuti vistosi, agli ornamenti flamboyant e, soprattutto, a una condotta
tale da calamitare a s ogni sguardo e dar vita a un enorme profluvio di
commenti.
Il marito di Madame adora che si parli di lui, ma nella Francia di Luigi
XIV questo sogno si pu realizzare solo dimostrandosi pi stravagante e
audace del re stesso, suo antagonista in questa competizione. Di
conseguenza, le sue feste non temono rivali; glamour e giochi proibiti
vanno di pari passo; non vi eccentricit a cui possa resistere; al suo
fianco sono benvenuti psicopatici, degenerati, alcolisti, parassiti
sociali, giocatori, donne frivole e scollacciate... In tali raduni Madame
non una convitata, n le interessa esserlo. Gli invitati devono
attenersi a una sola regola comune: adulare Monsieur in ogni circostanza
e in ogni momento.
In uno di questi famosi ricevimenti viene invitato per la prima volta il
colonnello Wallon, che accoglie con gioia tale onore; il poverino non
immaginava nemmeno nel suo peggior incubo cosa lo aspetta. L'illustre
convitato non stato eletto per il suo curriculum militare, bens perch
il suo profilo impreziosito da una pancia di dimensioni monumentali.
Il duca pens che sarebbe stato incantevole mangiare una crpe sul
ventre gonfio del colonnello, racconta un testimone.35
Cos come vuole la regola, l'idea dell'anfitrione accolta con
entusiasmo generale, salvo che dalla vittima, a cui la situazione sembra
ora pi sgradevole di qualunque guerra cui abbia partecipato. L'uomo non
ha altra via d'uscita se non quella di sottomettersi ai capricci del suo
nemico, quindi si corica al suolo e facendo sfoggio di una pazienza degna
di Giobbe, offre il suo addome rotondo come piatto per una crpe fumante.
Monsieur e i suoi accoliti si precipitano a mangiarla direttamente con la
bocca, con le mani dietro alla schiena e i denti che si serrano ora sulla
crpe, ora sulla carne del colonnello. Tutti trovano esilaranti le grida
di dolore lanciate dalla vittima. Al termine della cena, Monsieur e i
suoi compari decidono di concludere in bellezza la serata, in casa di una
Sua Maest. Tuttavia il re non cos estraneo alla vita del nipote come
costui crede. Da sublime stratega nell'arte della manipolazione delle
pedine della sua famiglia, Luigi XIV ha gi escogitato un piano di
redenzione per il discolo nipote. Lo costringer a sposare qualcuno
opportunamente scelto. Sua Maest cerca una giovane di natura abulica,
che pensi solo a stare seduta, mangiare e sfornare figli maschi.
Nozze spettacolari e deprimenti
Il re adocchia immediatamente la donna in cui si assommano alla
perfezione tutte queste lodevoli qualit: Franoise Marie, la minore dei
suoi figli illegittimi, nata dalla sua relazione di tredici anni con
Athnas Montespan. La ragazzina ha quattordici anni, pelle, occhi e
collo luminosi, accompagnati per da guanciotte penduleuses e ciglia
inesistenti. L'aspetto della giovane ha una parvenza di deformit, dovuta
all'assetto delle spalle, una pi alta dell'altra. La notizia contraria
Filippo e lascia indifferente la giovane: Non mi interessa che non mi
ami, purch si sposi con me, si limita a commentare.
Per Liselotte, madre di Filippo, la notizia arriva come un fulmine a ciel
sereno. Il suo adorato figlio sar sacrificato e lei non in grado di
fare assolutamente nulla per impedirlo. Fazzoletto alla mano gesticola,
sbuffa e piange in modo incontrollabile aggirandosi nei corridoi di
palazzo; nessuno ha il coraggio di avvicinarsi a lei. Nelle sue memorie
Saint-Simon, amico intimo di Filippo, la paragona a Cerere dopo il ratto
di Proserpina. Intanto lei racconta la sua disgrazia a sua zia:
I miei occhi sono cos appesantiti e gonfi che a malapena riesco a
vedere. (...). Sono cos contrariata che potrei vomitare tutta la
notte.69
Il fatto che Liselotte odia i figli illegittimi del re pi di qualunque
altra cosa al mondo; si trova a dover osservare impotente come il diavolo
andato a seminare zizzania proprio in casa sua. Per la madre di
Filippo, Franoise Marie non solo il frutto dell'adulterio, bens la
figlia di una donna che ritiene un rifiuto, una baldracca70, e, come
ella stessa descrive, mi ribolle il sangue ogni volta che vedo i suoi
bastardi.
Gli animi attorno al Re Sole all'ora di cena non potrebbero essere pi
tesi. Nessuna delle due dame tocca cibo; quelle che la politica render
tra breve madre e figlia hanno in comune solo la perdita di appetito.
Madame considera la futura nuora una persona estremamente malsana, i suoi
occhi hanno un aspetto cos appesantito che ho paura che un giorno di
questi rimarr cieca. Ma soprattutto figlia di un doppio adulterio, e
ancor peggio [ persino figlia] della donna pi malefica e disperata che
esista sulla faccia della Terra. Saint-Simon racconta che, a fine pasto,
Liselotte sbuffa come un ippopotamo; Filippo si mostra ancor pi
disperato della madre in un vano tentativo di guadagnarsi la sua
impietosita protezione. Al momento del dolce il giovane si alza da tavola
e omaggia Madame con una profonda riverenza; ella gli risponde con uno
scarno cenno del capo mentre lascia la sua sedia ed esce dalla sala
pestando sdegnosamente i piedi, mentre il sovrano e gli altri commensali
osservano l'ondeggiare della sua figura mentre si allontana. A quel punto
il futuro sposo si precipita dietro alla furibonda madre, le afferra la
mano e se l'avvicina per baciarla. Liselotte, con la stessa mano, stampa
sul viso del sollecito Filippo un schiaffo tanto forte che l'impatto si
sent da grande distanza, fatto che, dato che era in mezzo alla corte,
L'ozio il padre dei vizi, prosegue il padre, che parla per esperienza
personale. Effettivamente Filippo d'Orlans, vedendosi costretto a
un'esistenza vuota che gli risulta insopportabile, con nessuno che pare
apprezzare la sua immensa curiosit, la sua energia, la sua cultura e
intelligenza, vince la noia sprecando i suoi giorni nella maniera pi
dissoluta e irriverente. Sua madre scrive:
Mi fa tanta pena vedere mio figlio abbandonarsi al dbauche74, alle
cattive compagnie, allo sperpero e all'insensatezza; non che questo mi
sorprenda, visto come l'hanno trattato.75
Non riuscendo ad attirare l'attenzione del Re Sole con le buone, Filippo
d'Orlans escogita ogni genere di stratagemmi per farlo uscire dai
gangheri, cos che, contemporanemente alla sua passione per le scienze,
l'arte e la storia, si dedica a soddisfare i suoi istinti pi bassi. Si
ubriaca, si dimostra ribelle, promiscuo, dipendente dalle donne, dal
tabacco e dalle corse a cavallo: cerca amici tra i libertini, i
repubblicani e tutti coloro che si fanno beffe del re, della religione e
dei buoni costumi. Scrive Madame:
Credo fermamente che la vita selvaggia di mio figlio, che si comporta
come un mascalzone e non si ritira mai prima delle otto di mattina,
finir per essergli fatale. Spesso sembra che l'abbiano appena tirato
fuori da una tomba; sono certa che alla lunga questo lo uccider. (...)
Non manca d'ingegno, non affatto ignorante, e da quando era piccolo gli
interessano cose lodevoli, raccomandabili e degne del suo rango; ma
siccome lo hanno abbandonato al suo libero arbitrio, si lasciato andare
a logiche disgraziate che l'hanno spinto a cercare la compagnia delle
prostitute pi vili. cambiato a tal punto che difficile riconoscerlo,
tanto per il suo aspetto esteriore quanto per il suo temperamento. Da
quando ha iniziato a sprecare la sua vita non trova pi piacere in
niente; anche la musica, che tanto lo appassionava, svanita. Insomma,
si tramutato in una persona insopportabile e temo davvero che, alla
fine, ne morir. (...) Ma suo padre si rifiuta di rimproverarlo.76
Chi lo fa, invece, il re, che monta in collera nello scoprire che la
nuova amante di suo genero, un'attrice di nome Christine Desmares, in
attesa di un bambino quasi contemporaneamente alla sua amata figlia e
sposa di Filippo, la quale ha appena partorito la loro quarta figlia. Non
la prima volta che Filippo fa coincidere relazioni amorose, parti o
gravidanze. Ma, secondo quanto dice Madame, a Franoise Marie, la sposa
cornuta, importa poco delle scappatelle del marito:
La moglie di mio figlio non ama suo marito; purch egli le stia lontano,
lei contenta. In questo senso sono molto compatibili. L'unica cosa che
a lei importa la grandezza dei suoi fratelli e sorelle.77
L'infedelt coniugale di Filippo insaziabile e compulsiva; tra le sue
lodevoli caratteristiche vi il fatto che egli riesce a ricevere
soddisfazione erotica da molte donne contemporaneamente senza che queste
entrino in conflitto tra loro. Mentre intrattiene una relazione con
Mademoiselle Florence, con la quale concepisce un maschio a cui viene
immediatamente affidata una posizione nei ranghi ecclesiastici (allo
stesso tempo sua moglie aspetta il suo secondo figlio; peccato che la
creatura sar ancora una volta una femmina), il duca intraprende un'altra
avventura con l'attrice Christine Desmares, il cui viso angelico ispirer
il pittore Watteau e sar reso immortale da migliaia di bozzetti. Anche
Filippo sente il desiderio di immortalarla abbigliata come Antigone in
una delle sue opere pittoriche. Gli incontri sessuali con tale bellezza
si sovrappongono a quelli con una dama a servizio di sua madre, Marie-
Luise de Sry, che a sua volta resta incinta. Franoise Marie d alla
luce una bambina dietro l'altra, mentre il duca suo marito benedice le
sue amanti con una sfilza di maschi. Madame, che come si sa detesta la
nuora, assiste allo spettacolo con malcelata soddisfazione:
Tra mio figlio e le sue amanti va tutto a meraviglia, senza la minima
rivalit. Mi ricorda quei patriarchi che hanno molte mogli. Mio figlio
assomiglia molto a Re Davide, coraggioso e deciso, ha inclinazione per
la musica, valoroso, acuto, e gli piace andare a letto con pi donne
possibile. Non particolarmente esigente a riguardo; purch siano
allegre, impertinenti e abbiano inclinazione al cibo e alle bevande, egli
le fa sue, senza interessarsi del loro aspetto fisico.78
Tra un'amante e l'altra, Filippo si lancia nelle braccia dell'occulto,
attorniandosi di persone impegnate a comunicare con le anime del
purgatorio e addirittura col diavolo stesso. Filippo, nonostante sia
incredibilmente affascinato dal proibito, continua a pensare quanto
sarebbe pi soddisfacente ricoprire un ruolo di maggior utilit.
Un soffio di speranza tocca il suo cuore e, di conseguenza, quello della
madre, quando l'agonia di Carlo II apre le porte alla possibilit che un
francese occupi il trono di Spagna. Per mesi interi Filippo convinto di
essere il prescelto. Perci lo coglie un disdegno mortale nello scoprire
che il trono va a suo nipote, l'indolente e sottomesso duca d'Angi.
Filippo d'Angi un giovane taciturno e poco passionale, a cui nessuno
aveva fatto caso fino a quel momento, e che mai si era anche lontanamente
sognato di poter avere un simile destino. Filippo d'Orlans consapevole
di essere pi ntelligente, politicamente pi competente e molto pi
adeguato per questo ruolo; il suo malessere e la sua ira lievitano a
vista d'occhio finch il Re Sole non gli affida, per la prima volta in
vita sua, un compito di rilievo: aiutare il neo re Filippo V durante la
Guerra di Secessione. Finalmente gli viene data l'opportunit di
dimostrare il suo valore, la sua abilit strategica; se sar fortunato,
dimostrando quanto pi abile e intelligente, otterr la deposizione del
suo inutile nipote e la corona spagnola.
Ma al termine della guerra il Re Sole non d segni di voler sostituire il
fantoccio cui ha affidato la Spagna, e Filippo d'Orlans deve fare
rientro in una Francia dove nessuno ricorda altri suoi meriti oltre a
quello di essere riuscito ad avere gran successo con la popolazione
femminile spagnola, inclusa addirittura la stessa regina Maria Luisa.
Ignorato e certamente anche denigrato, il duca torna alla solita routine:
si ubriaca, si intrattiene con sgualdrinelle, annega in un mare di orge e
ha un rapporto pessimo con sua moglie, e in questo in perfetta sintonia
con Madame:
Per quanto riguarda la moglie di mio figlio, non pu certo lamentarsi di
me, dato che la tratto bene e con educazione, ma non c' nessuna
possibilit che io possa mai volerle bene, trattandosi della donna pi
antipatica del mondo; il suo aspetto del tutto logorato, il suo viso
orribile, tutto quello che fa risulta sgradevole e oltretutto si crede
bella, si agghinda di continuo e si riempie di mouches.79 (...) Confesso
che mi sfinisce essere costretta a tanti sforzi [con lei].80
La duchessa d'Orlans si vendica a modo suo degli affronti della suocera
e del coniuge, dedicandosi con impegno a infangare quel che resta della
gi malconcia fama di Filippo. In societ volano maldicenze, si sussurra
che il duca trami alle spalle del re, si mormora della sua sete di
potere, del suo affaire con la regina di Spagna, del suo interesse per la
magia nera, del suo patto col diavolo, e si congettura persino che questo
sul trono di Spagna, ragion per cui impone ai due potenziali usurpatori
un esplicito patto di rinuncia. L'atto si svolge di fronte al Parlamento.
Alle sei e mezza del mattino il cerimoniale ha inizio. Il duca di Berry,
che si reca a parlare in pubblico per la prima volta, a malapena riesce a
reggersi in piedi; tutto il contrario dello zio e suocero Filippo
d'Orlans, che nella carrozza la personificazione stessa della
sicurezza di s. Trombe e clarini accompagnano l'entrata dei due, uno
accanto all'altro, a Palazzo Reale, ove si svolge un opulento banchetto
in onore della ratifica. I testimoni osservano il un duca d'Orlans
porgere elegantemente un fazzoletto al nipote Berry che si dovuto
sedere in preda al panico. A un certo punto la tensione si impossessa
talmente di lui che tutta la corte lo sente piagnucolare: Mi hanno
insegnato solo a cacciare e a giocare a carte. Hanno fatto di me uno
stupido. Non sar mai buono a nulla. Sar lo zimbello del mondo intero.
Di fronte a tale umiliante condotta, Filippo d'Orlans inchioda gli occhi
a terra.
Il duca d'Orlans perde con questo atto tutte le speranze di ottenere un
incarico di una qualche importanza nella vita, i suoi sogni vanno in
frantumi, torna ancora una volta alle sue abitudini, al libertinaggio,
all'essere bersaglio di pettegolezzi, denigrazione e disgusto. Stavolta
l'anziano Luigi XIV lascia che si sfoghi; in realt ha pianificato per
Filippo d'Orlans un futuro che nessuno pu immaginare. Pochi giorni
prima di morire82 lo rende pubblico: essendo sopravvissuto al suo unico
figlio e al nipote primogenito, e poich il pronipote ha solo tre anni,
nomina reggente della monarchia francesere di Francia il duca d'Orlans,
suo nipote, il suo specchio e, nei momenti migliori, la sua fotocopia.
Stai per vedere un re nella tomba e uno nella culla -avverte il nipote
in un'audizione privata. Onora sempre la memoria del primo e abbi cura
degli interessi del secondo.
Poco dopo Luigi XIV d l'addio alla vita in uno stile che non ci si
sarebbe potuti aspettare da nessuno se non da lui. Ordina che il futuro
re, Luigi XV, abbandoni l'ambiente marcio di Versailles e sia trasferito
al palazzo di Vincennes, dove si respira aria pi pura. Ha gi
precauzionalmente fatto sistemare la residenza, che la corte aveva
abbandonato cinquantanni prima, e l riunisce quei cortigiani che negli
anni sono stati insigniti dell'onore di presenziare alle abluzioni
personali del sovrano. A loro si rivolge in questi termini:
Cavalieri, chiedo il vostro perdono per il cattivo esempio che vi ho
dato. Vi ringrazio per il modo in cui mi avete servito e per la fedelt
che sempre mi avete dimostrato. Mi dispiace non aver fatto per voi quanto
mi sarebbe piaciuto, ma le difficolt degli ultimi tempi me lo hanno
impedito. Vi imploro affinch continuiate a servire il mio pronipote
[l'ancora bambino Luigi XV] con la stessa fedelt e diligenza che avete
riservato a me. La creatura potr avere difficolt in futuro; mio nipote
[Filippo d'Orlans] si occuper della reggenza. Seguite i suoi ordini;
spero che si dimostri valido, e che voi possiate assecondarlo nelle sue
decisioni. (...) Addio, signori, credo che ogni tanto sentirete la mia
mancanza.83
Detto ci, si abbandona al suo confessore e a sua moglie. Madame de
Maintenon piange: Perch piangi? - chiede il re, che ancora emette
tiepidi bagliori - hai forse paura che io sia immortale?; ma
immediatamente dopo lui stesso contagiato dal dolore della sua
compagna: Credo che pianger -dichiara C' qualcun altro nella stanza?
Non che mi importi, non credo che qualcuno potrebbe sorprendersi vedendo
anomalia nel suo stato di salute, ragion per cui finiscono per
considerare l'ipotesi che soffra di allucinazioni.
Filippo si infuria e afferma che sar la sua morte imminente a dargli
ragione una volta per tutte. In questo stato di tormento si insinuano
violenti incubi che lo spingono ad alzarsi dal letto con la spada in
mano, scagliandosi contro le tende o contro tutto ci che si avvicina,
come ad esempio il sacerdote che gli si accosta per tentare di calmarlo.
Durante questi attacchi selvaggi, il sovrano vittima di cefalee,
perdita di peso, astenia, problemi di concentrazione, amnesia, forte
sfiducia in se stesso e desiderio di morire. Gli sovviene di conseguenza
una nuova, grande, angustia: quella di morire in peccato mortale. Alla
sua ipocondria si aggiunge la certezza che i problemi di cui soffre siano
il castigo divino per la sua condotta peccaminosa. Il terrore di morire
nel peccato lo porta a esigere che il suo confessore si posizioni accanto
al suo letto e che preghi per lui per tutto il tempo in cui dorme. Nelle
fila di coloro che si occupano del re, vengono aggiunti tre rinomati
medici francesi, il che esaspera la regina, preoccupata dallo spionaggio
francese. La sovrana chiede al padre, il duca di Parma, che invii il suo
dottore per assistere il malato.
L'ambasciatore francese, in una dimostrazione di realismo superiore a
quello dei medici, attribuisce il male allo smisurato impeto coniugale
del monarca: Il re visibilmente esaurito a causa dell'uso eccessivo
che fa della regina. letteralmente consumato.
Da alcuni mesi la regina gli aveva imposto un nuovo regime alimentare
che, a giudizio degli ambasciatori e delle spie francesi, per il sovrano
rappresentava un avvelenamento. Spezie, salse piccanti, carne rossa, vino
di Alicante... il tutto condito da carezze dominatrici: questo aveva
posto Filippo in uno stato di trance afrodisiaca continua, a spese della
sua salute fisica e mentale. Il fatto che, secondo quanto riferisce
Alberoni in una delle sue lettere86, il sovrano annega in un pozzo di
nera malinconia e presenta pi di un sintomo di follia. La sua
immaginazione lo porta a credere che la sua morte sia imminente e che gli
sia necessario espiare le colpe sopportando ogni genere di malattie. Il
suo animo prostrato a tal punto che quasi non pu muoversi senza aiuto
e deve essere sollevato da pi persone per poter salire in carrozza o
montare a cavallo.
Non solo Alberoni si intromette nell'intimit della coppia reale, ma
tende anche a divulgare a destra e a manca aneddoti piccanti. Racconta a
orecchie, a molte orecchie pi che ben disposte ad ascoltarlo, che
Filippo V possiede un istinto animalesco con il quale aveva corrotto la
regina (...). Non aveva bisogno d'altro che di una preghiera e delle
cosce di sua moglie. Secondo il cardinale, nel giro di pochi secondi il
re passa dal furore erotico al pentimento, saltando gi dal letto per
inginocchiarsi, in lacrime, davanti ai personaggi rappresentati
sull'arazzo appeso al muro, implorando la loro assoluzione per il peccato
di lussuria appena commesso. In altre occasioni chiama gridando il suo
confessore e, quando questi appare, supplica che lo perdoni,
avventandoglisi al collo e rischiando quasi di strangolarlo. La regina
chiede aiuto e si devono mettere in pi d'uno per riuscire a togliere la
gola del prete terrorizzato dalle mani del re uscito di senno. Solo pochi
minuti di ritardo avrebbero aggiunto, oltre al peccato di lussuria, anche
quello di omicidio. Per questo nessun sacerdote assume con piacere il
ruolo di confessore, fatta eccezione per il gesuita francese Daubeuton,
unica persona che possiede il dono di calmare gli attacchi del monarca.
diverse parti gli organi interni del malato. Una parte del dito offerta
a Nicola perch la inghiotta, l'altra met gli viene introdotta tramite
un clistere. I duchi, pervasi dalla fede, assistono all'operazione in
ginocchio.
In mezzo a questi usi grotteschi e alla miserie della guerra, il
battesimo dell'Infante splende come una magnifica oasi di gioia; abiti e
gioielli avanzano solennemente tra arazzi e tappeti; l'intero palazzo
stato attentamente adornato, illuminato e tirato a lucido. stata
appositamente costruita una scala balaustrata in argento che colleghi la
cappella con la stanza del neonato. Da essa scende una spettacolare
processione aperta dal cardinale Portocarrero, il quale finanzia tutte le
spese e si fa trasportare su una portantina incastonata con oro e pietre
preziose. Lo segue un corteo di cantori, paggi, uomini di Chiesa e di
corte, oltre a sei Grandi di Spagna. Questi ultimi hanno ricevuto
l'onorevole e importante incarico di portare ognuno un oggetto di
cruciale importanza: una sputacchiera, panni di lino, una piccola
pelliccia, un puntaspilli, un cero e un bacile. Tra loro avanza Filippo
d'Orlans, lo sfolgorante padrino, che desta l'ammirazione generale con
la sua pelliccia di velluto e diamanti. Per ultimo appare il cuscino
broccato in oro dove la madrina, la Principessa degli Orsini, trasferisce
l'Infante. Tutta la nazione vibra durante i tre giorni di festa, balli e
spettacoli teatrali; nella piazza madrilena della Cebada si succedono
corse di oche. Ancora nessuno prevede che, quindici anni dopo, questo
stesso principe che tanta gioia diffonde nel mezzo della guerra, si
convertir nel genero del suo padrino di battesimo.
Nel momento in cui Filippo V e il reggente suo zio combinano l'affare
delle nozze, Luigi ha gi consolidato il suo titolo di Principe delle
Asturie. Al contrario dell'avversione che la notizia delle nozze
combinate suscita nel re-bambino francese, il principe spagnolo pi che
desideroso di incontrare la Mademoiselle che gli inviano i vicini. Non la
conosce, ignora che tono abbia la sua voce, ma catturato dal quadro che
la rappresenta fatto recapitare dai francesi, sebbene, per la fretta, lo
sfondo non sia neppure stato terminato. Oltre all'estetica, che il quadro
riproduce, stato inviato un fascicolo di tono propagandistico che
tratteggia il profilo psicologico della principessa:
Se le Loro Maest Cattoliche sono soddisfatte delle grazie di
Mademoiselle Montpensier per come appaiono nel quadro, sappiano che
queste non sono maggiori di quelle che accompagnano tutte le sue azioni,
data la dolcezza, la solidit e l'apertura del suo spirito. Sono doni
naturali che mostrer ella stessa, poich trover la sua gioia in quella
del Principe delle Asturie a nel desiderio di compiacere le Loro Maest
Cattoliche.98
Con simile biglietto da visita, la regina Elisabetta proclama ai quattro
venti di amare gi questa sposa benedetta come fosse figlia sua; il re,
da parte sua, desidera affrettare il pi possibile l'inserimento nella
sua casa di questa cugina con cui condivide il nonno, dato che Luigi XIV
lo anche di Luisa Elisabetta. Contemporaneamente, il Principe delle
Asturie non riesce a pensare ad altro che non sia la padrona del suo
cuore e futura compagna del suo letto. La trova irresistibile al punto
che chiede che gli appendano il suo ritratto di fronte al letto; vuole
abituarsi alla sua presenza in un luogo cos intimo e gli sembra una
buona idea contemplare la sua incantevole bellezza mentre sopraggiunge il
sonno. Ma i rigori mistici paterni gli negano tale piacevole diletto
solitario. Con la scusa che non si pu negare ai Grandi di Spagna il
permesso di fare nulla a causa del male che grazie a Dio vi sta infine
lasciando. Attendo una vostra risposta.109
Finalmente il re d segno di spiegare qualcosa al figlio circa le
modificazioni genitali che ogni atto sessuale richiede all'uomo;
sorprendente che non gli sia venuto in mente di farlo prima, ma
l'impressione che parlare di sesso lo porti a temere di morire nel
peccato. Il povero principe continua a non capire lo scopo e le regole
dell'alcova, per cui, rassegnato, si prepara a gettare la spugna:
Ieri notte il mio membro divenuto molto ritto, e mi sono messo sopra la
principessa, ma ancora non uscito assolutamente niente. Per il resto ci
amiamo sempre di pi, e cerco di renderla contenta come posso. Desidero
molto vedervi, e spero vi rimettiate presto. Rispondetemi prima
possibile, altrimenti addio fino alla prossima occasione.110
Con questa quarta lettera il principe considera finita la consultazione
sessuale, lasciandoci a bocca asciutta, e con la curiosit di sapere se,
infine, fu in grado di scoprire il tesoro misterioso. Resta il sospetto
che non ottenga mai l'adeguata istruzione, poich Luisa Elisabetta non
mostrer mai segni di gravidanza, n prima della salita al trono del
principe, n tantomeno dopo.
L'orrenda morte del reggente
Mentre in Spagna i principi sono impegnati nella ricerca del nocciolo del
piacere carnale, in Francia il padre di Luisa Elisabetta, che tante volte
il piacere lo aveva conosciuto, soprattutto fuori dal matrimonio, inizia
a subire gli effetti degli eccessi a cui non aveva mai posto alcun freno.
La maggior parte delle notti il reggente intrattiene gli amici offrendo
stravaganti cene nei suoi petit appartements. Come confermano i
pettegolezzi, che giungono fino in Spagna, le donne vi si presentano
nude, la sfrenatezza sessuale si svolge sopra ai tavoli da pranzo e anche
sotto, l'indecenza spropositata oltrepassa le mura di Palazzo Reale e i
commenti tengono banco in ogni incontro di salotto. Sbornie, abbuffate,
blasfemie e smanie pornografiche escono, di bocca in bocca, dalle stanze
di Filippo d'Orlans fino a oltrepassare i confini nazionali; la fama
della sua reggenza raggiunge la peggiore reputazione possibile, si parla
di stupri, dissipatezze e crudelt. Gli invitati comprendono soprani,
ballerine e attrici teatrali, dame dell'alta societ, stranieri
interessanti, prostitute di lusso, minorenni, uomini danarosi e amanti
della lussuria...
Al momento di diramare gli inviti si tiene pi in considerazione il
livello di disinibizione che quello economico; non si d peso n alle
tendenze sessuali n alla data di nascita. Giovani e vecchi partecipano
al gioco con il medesimo livello di coinvolgimento.
Se vi qualcosa di utile in questi baccanali che vi si promuove la
cucina francese. Filippo d'Orlans, autentico gourmet, sperimenta nel suo
laboratorio personale nuove formule che poi trasferisce a tavola. La sua
specialit sono le salse, a base di erbe, spezie e vino; adora inoltre
inventare ricette con il cioccolato, prodotto che consuma quotidianamente
e che fa divenire una moda in tutta Francia. Per il resto, il reggente
dimostra la solita infedelt verso le sue donne e fedelt verso sua
madre, la cui morte, avvenuta un anno prima, getta Filippo nel malessere
pi lacerante.
Madame muore a settantun'anni, con una nomea che le procura il seguente
epitaffio: Qui giace l'ozio, padre di tutti i vizi;111 insomma, i
che al sacrificio del sangue del suo sangue. Facciano di mio figlio ci
che vogliono, intanto io salver la mia anima, si giustifica.
I nuovi re adolescenti sono stati principi delle Asturie per due anni,
durante i quali non hanno imparato praticamente nulla che possa essere
loro utile per il nuovo incarico. Re Luigi ha diciassette anni e la
regina quindici; continuano a mangiare e dormire insieme, secondo
quanto racconta un diplomatico francese, ma l'unione molto lontana
dall'essere serena. Luisa Elisabetta continua a ignorare totalmente
l'arte di comportarsi bene, non si assoggetta a nessuna regola e non ha
pudore quando si tratta di mostrare la pi completa indifferenza al
principe. Il disturbo borderline di personalit, da tempo annunciato,
scoppia ora in tutta la sua violenza.
La regina pazza
Le vittime di tale infermit hanno seri problemi ad attenersi a ci che
ci si aspetta da loro, si rifiutano di crescere e di conformarsi alle
regole; non controllano la loro ira, il sarcasmo o l'amarezza quando si
presentano improvvisi cambiamenti di programma; n sopportano alcuna
responsabilit. I loro atti sono costantemente tesi alla provocazione;
sono malati impulsivi che richiedono costante attenzione e minacciano
ogni ordine costituito. Per esempio, quando Luisa Elisabetta visita
Filippo V nel suo ritiro di La Granja, scorrazza per il giardino in una
fine camiciola, alla ricerca di una corrente di vento che gliela alzi,
cos da esporre le sue parti intime allo sguardo di chiunque stia
guardando. Filippo V, sfortunatamente, tra questi spettatori: non c'
bisogno di dire che mancamento lo prenda, e come la sua coscienza sia
schiacciata dal peccato, mentre, nella camera attigua, la regina
Elisabetta si batte il petto esclamando: Abbiamo fatto un terribile
acquisto.
Una delle caratteristiche della sindrome psichica di cui soffre Luisa
Elisabetta l'incapacit di star sola, o il terrore di sentirsi
abbandonata dalle persone dalle quali dipende affettivamente; nel caso
della giovane sovrana ci accade alla morte del padre in Francia. In
situazioni di orfanit emotiva questi malati cercano una forma di
ritorsione, commettono atti distruttivi e si sentono in costante
conflitto interiore; mostrano vere difficolt a controllarsi. In linee
generali, questi pazienti non riconoscono i limiti; per esempio, Luisa
Elisabetta viene sorpresa in ripetute occasioni con tre cameriere, tutte
nude, intenta in un gioco conosciuto con il nome volgare di broche-encul, che significa, liberamente tradotto, palo nel culo.119 La
distrazione della discordia consiste nell'aggredirsi con un bastone,
tenendo mani e piedi legati, fino a far ruotare l'avversario per poi
divertirsi assistendo alle difficolt che incontra nel recuperare la
posizione eretta. I testimoni devono tapparsi gli occhi per non vedere le
pudenda della regina mentre si rivolta sul pavimento assieme alle tre
compagne di simil fatta.
Alla morte del duca d'Orlans, Luisa Elisabetta trasferisce il suo
attaccamento psicologico sulle sue cameriere, che giocano nude con lei, e
in alcune occasioni sullo sposo. A volte lo tratta con adorazione, altre
con odio. Il povero Luigi, di conseguenza, fa davvero fatica a
comprenderla e non sa mai cosa pensare:
implora di poter tornare al Buen Ritiro, la sua adorata casa. Non capisce
di che cosa la si accusi, danneggia forse qualcuno lavando fazzoletti o
mangiando insalata? Dall'amarezza che prova vomita tutto il pranzo, ma
dai suoi accompagnatori non ottiene in cambio nient'altro che gelo;
nessuno si impietosisce, a nessuno interessa la sua disgrazia.
La giovane regina implora di poter parlare con il sovrano ma le viene
detto che le proibito. Come accade abitualmente, Luisa Elisabetta
singhiozza sconsolatamente e scrive al marito supplicando di perdonarla
per tutte le manchevolezze che giura di voler correggere, sebbene ignori
quali siano esattamente. Completamente incosciente di cosa abbia
contrariato tutti, disposta a tutto pur di scongiurare il terrore che
le provoca la solitudine e il confino. Il pentimento prosegue in svariate
lettere che giungono fino a Filippo V. Il re, impegnato nella preghiera
costante, apprezza le scuse della prigioniera ma afferma che gli
piacerebbe vederla pi afflitta ancora. La regina di Spagna trascorre
tre giorni distrutta dal pianto e annientata dal rimorso, ma re Luigi
vive la separazione come una boccata d'aria fresca; i circa due anni di
convivenza con Luisa Elisabetta hanno incrinato un'allegria che ora sta
iniziando a rinascere: Non ho mai visto il re allegro e rilassato come
dal momento in cui si prodotta la separazione, dichiara l'ambasciatore
francese. Tutti sono certi del fatto che si coricasse con la Regina solo
perch in Spagna si considera sacrilego che l'uomo dorma in un letto
separato.133
Nonostante l'iniziale euforia e la riscoperta della perduta quiete,
certo che l'indole tenera di re Luigi non resta indifferente al dolore
della sposa. Le sue suppliche, lo stato di abbandono in cui sembra
trovarsi, il penoso castigo e la profonda contrizione della prigioniera
commuovono profondamente il cuore del re e lo sprofondano nei sensi di
colpa. Nella sua mente infantile iniziano a farsi strada scene da
cavaliere che salva la principessa sofferente; invia lettere a Filippo V
in cui chiede perdono per lei finch, il giorno 10, lo stronca una
notizia che fa a pezzi tutte le sue fantasticherie: gli viene comunicato
che la moglie ha tentato di uscire in terrazza in camicia da notte e che
costato grande fatica farla rinsavire. La reclusione, pertanto, non
servita a nulla. Luigi subisce uno dei colpi pi dolorosi della sua vita,
mentre l'infelice Luisa Elisabetta, sempre incapace di comprendere quali
oscuri ingranaggi interni la spingano a comportarsi cos, si limita a
supplicare Filippo V ed Elisabetta Farnese di avere piet del suo stato:
Aiutatemi, - implora -aiutatemi a rialzarmi, e non dubitate del fatto
che ve ne sar eternamente riconoscente.134
La morte di re Luigi
L'incarcerazione dura sedici giorni. Alla fine la bont del re non
resiste alle suppliche e ai pianti, e cede alle richieste di piet e alle
soavi promesse d'amore. L'ambasciatore francese dubita che la liberazione
serva a qualcosa:
Vi saranno ulteriori dissapori: il carattere della Regina rispettabile,
ma la sua testa, il suo cuore, la sua condotta e il suo temperamento sono
quattro cose che frequentemente creano problemi.135
Non si sbaglia. La lontananza emotiva tra i sovrani oceanica e
l'atteggiamento della regina provocatorio; il suo aspetto pi
trasandato e sporco di quello di un garzone di taverna, le sue abitudini
(avuta dalla sua relazione con Madame Montespan). Prima della morte del
padre, pertanto prima di ereditare il titolo di Duca d'Orlans, Filippo
usa il titolo di Duca di Charter. nominato reggente di Francia dal
suocero, il Re Sole, compito che svolge durante il periodo in cui l'erede
Luigi XV ancora non ha raggiunto la maggiore et. Di tutti i membri della
famiglia, Filippo d'Orlans quello che pi somiglia al Re Sole, ma alle
sue varie qualit si aggiungono immensi difetti che gli conferiscono la
fama di essere uno dei pi grandi libertini che la Francia abbia
conosciuto. Combatte con esuberanza e abilit nella Guerra di Successione
al trono di Spagna assieme al nipote Filippo V, al quale sogn sempre di
usurpare la corona spagnola. Si converte infine nel suo consuocero quando
riesce a far sposare la quinta delle sue figlie, Luisa Elisabetta, con
Luigi I, primogenito del sovrano spagnolo.
Florence, Mademoiselle: amante di Filippo d'Orlans e madre di uno dei
suoi figli.
Franoise Marie di Borbone, duchessa d'Orlans (1677-1749): moglie e allo
stesso tempo cugina di primo grado di Filippo d'Orlans; quarta figlia di
Luigi XIV e della sua amante, Madame Montespan. Con Filippo d'Orlans
genera sette figli dei quali si occupa a malapena.
Liselotte: vedasi Madame.
Luigi I, Principe delle Asturie e Re di Spagna (1707-1724): primogenito
di Filippo V e Maria Luisa di Savoia. Pronipote del Re Sole. Re di Spagna
per otto mesi. Disgraziato marito della consanguinea Luisa Elisabetta
d'Orlans.
Luisa Elisabetta d'Orlans, Regina di Spagna (1709-1742): quinta figlia
di Filippo d'Orlans, reggente di Francia. Nipote del Re Sole e allo
stesso tempo nipote di Monsieur, fratello del sovrano francese. Moglie di
suo nipote Luigi I, re di Spagna. Fino al matrimonio Luisa Elisabetta
conosciuta con il nome di Mademoiselle Montpensier. In Spagna si
conquista una generalizzata antipatia a causa di una condotta insolita.
Dopo essere ascesa al trono si manifesta in lei un disturbo mentale che
non la abbandoner pi fino alla morte.
Luigi XIV (1638-1715): anche chiamato Re Sole o Re della Corte di Apollo.
Figlio di Luigi XIII di Francia e della principessa spagnola Anna
d'Austria (sorella di re Filippo V). Sposato con la cugina di primo
grado, l'infanta Maria Teresa, figlia del re spagnolo Filippo IV. Luigi
XIV gestisce il suo regno con mano ferma e completa lucidit fino alla
sua morte, a settantaquattro anni. Durante tutto il periodo ammirato,
temuto e imitato da tutti i sovrani europei dell'epoca. La sua influenza
decisiva nell'incorporazione dei Borboni nella monarchia spagnola. Alla
sua morte il suo corpo, come d'uso, viene imbalsamato, separando gli
organi interni dal resto dei tessuti, come si faceva nell'antico Egitto;
mentre i cuori degli altri monarchi del mondo finiscono in luoghi
illustri, quello del Re Sole finisce nello stomaco di un individuo
inglese dalle eccentriche abitudini gastronomiche. La colpa della
Rivoluzione Francese. Durante questo periodo, infatti, un furioso
agitatore repubblicano irrompe nella cattedrale di Saint Denis, profana
la tomba del celestiale Re e ruba il cuore imbalsamato. L'organo regale
viene venduto a un collezionista inglese, che a sua volta lo rivende al
prelato di Westminster, il quale, a sua volta, lo lascia in eredit al
figlio Frank Buckland, giovane dalle propensioni scientifiche dedicate,
fondamentalmente, agli esperimenti con animali esotici che possano
diventare alimento per gli inglesi. Per un certo periodo il ragazzo si
accontenta di mangiare koala, tartarughe o serpenti, ma presto decide di
II mio primo incontro con Pietro il Grande avvenne a Londra. Avevo circa
quattordici anni quando mi scontrai con la sua spettacolare presenza e il
suo sguardo al contempo ironico e intelligente. Mi aveva talmente
stregata che nemmeno la sua capigliatura riusc a sconvolgermi. Lessi il
cartellino che accompagnava il quadro: Pietro il Grande. Dipinto da Sir
Geoffrey Kneller durante il viaggio di Pietro il Grande in Inghilterra.
1697.
A quel tempo non sapevo niente della Russia, cos irraggiungibile,
nascosta dietro la sua cortina di ferreo comunismo; la sola cosa che mi
venne in mente contemplando il dipinto a olio fu che la fisionomia e
l'atteggiamento dell'uomo ritratto non somigliavano per niente a quelle
dei pochi russi che avevo visto e immaginato. In seguito venni a sapere
che Pietro era stato il governante pi carismatico e intelligente, il
miglior amante, l'uomo pi devoto che la Russia avesse mai avuto. Persino
durante il periodo marxista si continu a encomiare la sua memoria e a
venerare la sua eroica figura. A partire da quel momento volli sapere
tutto su di lui: anch'io, come il suo popolo, ne ero rimasta soggiogata.
Inserire Pietro il Grande in questo libro di personaggi eccentrici o
pazzi pu esser considerato un iniquo tributo a un vecchio amore. Vi
accorgerete di come, al momento di tuffarmi in questa biografia, sia
stata catturata dalle sue titaniche e indiscutibili virt per poi per
scoprire quanto poco mi sarebbe convenuto averlo come compagno. Per
rendergli giustizia, racconter che il lato oscuro della sua personalit
ebbe radici antiche e che le esperienze traumatiche della sua infanzia
crivellarono la sua psicologia scalfendola con inguaribili coltellate.
Nonostante tutto, Pietro riusc a essere grande tra i grandi. .. la
maggior parte delle volte.
Il gigante addormentato
Un'ombra incombe sul Palazzo d'Inverno. Non circola aria, se Pietro il
Grande muore, tutto morir e per la Russia non vi sar n consolazione n
futuro. Il pianto invade le strade e le case come il crepitio di mille
cristalli rotti. Anche senza vita, Pietro incarna la maestosit di un
gigante addormentato. Giace con le mani incrociate, all'apparenza
tranquillo, libero dal suo tic convulso e contrito che da tempo
immemorabile gli schiacciava la parte sinistra del volto, il braccio e la
gamba. Il labbro inferiore sensuale, cos come sempre fu il suo viso.
rasato poich tempo addietro aveva deciso di rompere la tradizione e
obbligare tutti gli uomini a radersi la barba a pena di multa o di
espulsione, dimostrando totale indifferenza nei confronti dei Vecchi
Credenti ortodossi che lo avrebbero mandato al cielo o accusato di
profanare la somiglianza al Messia.
Lascia questo mondo impetuosamente, come sempre aveva agito per tutta la
sua vita. Al culmine del suo potere, all'apice della sua abbagliante
fama, Pietro decide d'immergersi nella corrente gelata del fiume Neva.
Fuori dall'acqua, il vento di gennaio sferzante, nel suo corpo il
sangue fatica a scorrere e la pelle diventa bluastra. Un gruppo di
marinai sta per naufragare, lo Zar non ci pensa due volte: si tuffa per
salvarli e nessuno pensa a distoglierlo dal suo intento e a condurlo in
una zona pi sicura. Ma Pietro cos, coraggioso, risoluto, giovevole,
innamorato della Russia e dei russi.
Se la gelida temperatura per Pietro non aveva mai costituito un problema,
ora inaspettatamente viene colto da una febbre mortale che si somma a una
non voler pi dormire da solo. Alla sola idea di restare solo al buio,
diviene preda di tremende crisi di panico che lo inducono ad
accovacciarsi in posizione fetale e ad avere sintomi d'involuzione alla
prima infanzia. Tutte le notti Pietro ha bisogno di un'altra persona che
gli infonda calore e sicurezza sotto le coperte e se non trova nessuna
donna disponibile obbliga la prima persona che gli capita, sia questa un
ufficiale dell'esercito, un camerista o un domestico, a mettersi a letto
con lui e ad abbracciarlo. Questo anomalo comportamento, frutto
dell'angoscia nevrotica, fa s che venga ritenuto omosessuale; tuttavia,
non si tratta di desiderio erotico, il trauma affettivo che lo spinge a
scegliere i propri compagni di letto.
Gli shock emotivi subiti in tenera et accentuano i lati peggiori del suo
temperamento, facendolo drammaticamente oscillare tra due poli opposti:
euforia e indifferenza, terrore e dispotismo, sensibilit e blocco
affettivo. Pietro a volte si mostra coraggioso e risoluto, altre
pusillanime; pare, ad esempio, che ogniqualvolta veda gli insetti, in
particolare gli scarafaggi neri, svenga. Manifesta forte repulsione per
l'acqua e solo vedendola comincia a tremare. Tuttavia, grazie alla sua
indomabile volont, imparer a controllare la sua talassofobia passando
dal totale rigetto a un amore tanto forte da rifiutarsi di dormire a
terra quando si trova vicino a un porto. Ironia della sorte, sar l'acqua
a ucciderlo.
Le esperienze dolorose dell'infanzia indeboliscono, inoltre, la sua
capacit d'adattamento, provocandogli crisi paranoiche, mancanza di
empatia e impulsivi attacchi di collera, a cui cercher di trovare
rimedio con rozzi sberleffi, con blasfemie e potenti sbornie. Si
allontana da ci che non riesce a controllare e dato che qualsiasi cosa
faccia la fa in grande, come recita il suo appellativo, anche le sue
impudenze e i suoi errori acquisiscono un carattere superlativo. Pietro
schiaffeggia ufficiali e nobili per futili motivi e infligge un penoso
martirio a chi ha il compito di svegliarlo. Non appena aperti gli occhi,
infatti, il suo spirito sembra infuocarsi selvaggiamente come quando, in
giovinezza, lo svegliavano in malo modo con spiacevoli maniere.
Se per strada viene avvicinato da curiosi e ammiratori, Pietro se ne
sbarazza prendendoli a pugni. In pi di un'occasione attacca con la spada
i commensali delle feste che lui stesso organizza, altre volte si
comporta con crudele brutalit. Per esempio, il giorno in cui
l'ammiraglio Golovine, uno dei suoi prediletti, rifiuta un'insalata a cui
avevano aggiunto aceto, Pietro lo castiga svuotandogli direttamente in
bocca, con le sue stesse mani, un'intera bottiglia del suddetto liquido.
Obbliga alcune ragazze che passeggiano tranquillamente per il viale a
fermarsi e a bere la porzione di acquavite di uno dei suoi granatieri.
Accompagna questi orrori con manie ossessive, come quelle di costringere
anziani decrepiti a esibirsi per le strade innevate mascherati da
saltimbanchi.
Indulgenza etilica
A causa dei suoi eccessi Pietro si procura l'inimicizia di boiardi,
domestici e nobili; si guadagna l'astio dei patriarchi della Chiesa
radicale ortodossa, ai cui costumi ancestrali si oppone tentando di
occidentalizzarli. Come ricompensa per il suo zelo di riforma viene
fregiato dell'appellativo di Anticristo e per contraccambiarli Pietro si
appropria per poi, senza proferir parola, andar via come se nulla fosse
accaduto, ignorando il provvisorio svenimento della povera sventurata.
Al cospetto della principessa elettrice della Sassonia (che pare essere
una delle donne pi belle e spirituali dell'epoca), lo Zar di Russia si
comporta peggio di un grezzo ruffiano. Questo atteggiamento che, da un
punto di vista psicologico deve considerarsi provocato da un'estrema
compensazione della timidezza, si sviluppa durante la sua infanzia e, in
quanto meccanismo di difesa, fa precipitare la sua disturbata tendenza
narcisista. Durante i pasti serviti in presenza di questa donna cos
bella, Pietro dimentica di utilizzare il tovagliolo, si pulisce la bocca
sporca d'unto con la manica della giubba, maneggia audacemente i
coltelli, rutta, scoreggia e costringe tutti e restar seduti a tavola per
quattro ore per continuare a bere. La pericolosa minaccia dei coltelli
sembra essere una costante dei pasti che vengono offerti in suo onore,
non tanto perch lo Zar ne ignora il loro corretto utilizzo, ma per la
sua voglia d'intimidire i commensali che l'osservano. In una di queste
occasioni la regina di Prussia, temendo di restare sfregiata, tenta di
alzarsi, ma lo Zar l'afferra violentemente per il braccio, la donna
reagisce gridando dal dolore.
Caterina [la Zarina] non ha le ossa cos delicate, risponde Pietro
sarcasticamente e senza chiedere scusa.
L'estrema indulgenza verso l'alcol fa s che le apparizioni di Pietro
finiscano per mettere a soqquadro gli ambienti che lo ospitano. Lo
scrittore inglese John Evelyn sfortunato nello scoprire questo lato
dello Zar troppo tardi. Il povero innocente affitta la sua elegante
dimora a Pietro e al suo entourage per ritrovarsela, tre mesi pi tardi,
con vetri rotti, quadri distrutti, mobilio trasformato in legna da ardere
e letti, cuscini e materassi sbrindellati. Il giardino, gioiello pi
prezioso di Evelyn, diventa una vera e propria palude come se un
esercito con scarpe di ferro l'avesse trivellato. I vicini raccontano di
aver visto lo Zar completamente ubriaco farsi trascinare su un carretto
per le aiuole accuratamente seminate di fiori.
Scherzi grotteschi
Il lato oscuro di questo colossale sovrano causa di attacchi isterici e
di crisi epilettiche. Il suo principale meccanismo di difesa (che ha gi
sviluppato durante la prima adolescenza) consiste nello svagarsi ridendo
di gente indifesa e deforme. Fino all'ultimo dei suoi giorni si diletta
contemplando nani e ritardati che, obbligati a indossare abiti
eccessivamente grandi e pacchiani, vengono poi trascinati su qualsiasi
oggetto che scivoli - tappeti, slitte o piccole carrozze - costretti ad
abbaiare, a nitrire, a ragliare, a cantare e infine a scoreggiare, cosa
che pare faccia particolarmente divertire lo Zar.
Non vi banchetto in cui non Pietro ordina a un nano di sbucare da una
torta, cosa che lo fa sbellicare dal ridere. Nel 1710, due giorni dopo le
nozze della nipote, organizza il matrimonio tra due dei suoi nani con
identica cerimonia. L'ambasciatore olandese ancora una volte ci rende
un'avvincente testimonianza della scena:
Un nano bassissimo camminava in testa al corteo, svolgendo il ruolo di
maresciallo (...) guida e maestro della cerimonia. Dietro di lui c'erano
la sposa e lo sposo, impeccabilmente vestiti. A seguire c'era lo Zar e i
suoi ministri, principi, boiardi, ufficiali e i restanti, per ultimi
come vedremo pi avanti, Pietro non avr successo nel raggiungere tale
obiettivo: persino suo figlio finir per simpatizzare con i Vecchi
Credenti fino a pensare addirittura di rinchiudersi in uno dei loro
monasteri per fare propria la presunta saggezza profetica e salvifica di
chi li abita. La forza di questo ancestrale ordine religioso talmente
imbattibile che finisce per travolgere Pietro e i suoi crudeli sberleffi,
proseguendo il proprio percorso nella calndestinit, attirando sia la
gente comune sia l'aristocrazia, fino a regalare improvvisamente al mondo
un incolto contadino dal nome di Rasputin. Le sue fanatiche e pericolose
idee si nutrono della dottrina, gi abbastanza deviante, di quest'ordine
di cui tenace discepolo; non a caso egli continua a farsi il segno
della croce con tre dita invece di due, cos come illustrano le
fotografie che di lui si conservano.
Lo Zar che tortura suo figlio fino a ucciderlo
La continua predisposizione di Pietro il Grande alla bottiglia e alle
buffonate va di pari passo con i maltrattamenti verso coloro che, a suo
parere, dovrebbero essere in grado di imitarlo alla perfezione e che
invece falliscono. Quando, nel 1687, sospetta una cospirazione in cui
coinvolta anche la sorellastra Sofia, Pietro decide risolutamente che a
questi traditori vengano tagliate immediatamente braccia e gambe, facendo
attenzione che restino coscienti fino alla fine, e versando il sangue sul
cospiratore numero uno, Ivn Miloslavsky, che dovr morire per ultimo.
Pietro si diletta con un simile spettacolo, contempla imperturbabile lo
smembramento fisico dei suoi presunti nemici e gode soprattutto nel
vedere come le loro mogli e i loro figli si lacerino nel pianto. La
sorellastra viene risparmiata dalla carneficina per un soffio, ma Pietro
le toglie radicalmente ogni altra possibilit di orchestrare manovre
contro di lui rafforzando la vigilanza nella prigione, camuffata da
convento, dove rinchiusa.
Tre anni pi tardi, la Russia assiste allo spettacolo dello Zar che
seziona con un'ascia le teste di un sedizioso gruppo. Il problema non
se il gruppo stesse realmente cospirando o meno (non ci sarebbe niente di
anomalo tenendo conto delle abitudini dell'epoca). Il punto che spesso
Pietro cade vittima di attacchi paranoici e scorge nemici laddove non ci
sono, ignorando totalmente le opinioni dei suoi consiglieri riguardo
all'innocenza dei giustiziati. Quando si tratta di perseguire coloro che
destano sospetti lo Zar non fa eccezione alcuna, nemmeno quando si tratta
del suo unico figlio maschio. Pietro
lo tortura, infatti, fino a ucciderlo, ed in questo cos macabro evento
che si manifestano ancor pi palesemente le sue tendenze psicopatiche.
Il figlio, di nome Alessio come suo nonno, aveva una personalit
diametralmente opposta a quella di Pietro. Nato dal suo primo matrimonio
con l'imperatrice Eudoxia (che lo Zar si toglier di torno facendola
rinchiudere in un convento), lo zarevic Alessio cresce con una sua forma
peculiare di astuzia. un giocatore, ribelle e totalmente disinteressato
agli affari militari. Il ragazzo sembra insomma rappresentare tutto ci
che lo Zar detesta: come il personaggio del Vangelo che s'affanna a
nascondere tutti i suoi talenti, commenter disperatamente Pietro del
suo discendente.
Forse ci che pi fomenta le sue ire che Alessio non dimostra alcun
interesse nello sviluppare quelle predisposizioni che avrebbero potuto
fare di lui un degno erede al gran trono di Russia; al contrario il
Gran parte della serata di ieri l'ho passata piacevolmente con la cara
Vicki nel suo bel palazzo.
Giudichino i lettori se Carlotta e Massimiliano diano o meno pretesti al
loro maggiordomo perch egli possa supporre repentini allontanamenti.
Io e te possiamo far tutto
La separazione fisica di cui tanto si parla sembra comunque non
compromettere il tono delle lettere che i due si scambiano continuamente,
n tanto meno altera la solida squadra che la coppia forma. Carlotta
resta con forza accanto al marito e, nonostante sia otto anni pi piccola
di lui, non smetter mai di consigliarlo con saggezza e fermezza, qualit
da cui lui finisce per dipendere e che non smette di elogiare.
Nei suoi atti si ritrova spesso la formula Io e te siamo la maggioranza
e insieme possiamo far tutto. Alcuni esperti attribuiscono un senso
profondo alla loro solida unione segnalando che, in realt, Carlotta e
Massimiliano sono complementari e hanno immensamente bisogno l'una
dell'altro. Carlotta si serve dell'inconsistenza e della romanticheria
del marito per dare libero sfogo alle sue abilit di governo; la donna
dotata per fare veramente molto di pi che ricamare, leggere o accogliere
gli ospiti. E Massimiliano, dal canto suo, ha bisogno di una persona
intelligente, coraggiosa e disinteressata che gli indichi i passi da
compiere, cos come lui stesso scriver in una lettera del 2 aprile del
1860 in cui evidenzia ci che avrebbe voluto gridare:
Ho tanta nostalgia di te, mio amato angelo, da non poterla descrivere.
Sono triste e malinconico ed ho voglia di piangere come un bambino, mi
sento inutile, solo e abbandonato... Con la speranza di volare nuovamente
tra le tue braccia al pi presto possibile, nei miei pensieri ti
abbraccio.
E hanno ragione coloro che spiegano il vincolo che lega questa coppia in
termini di complementariet, visto che Carlotta mai si lamenta di suo
marito, nessuno la sente mai parlare dei suoi difetti, n di persona n
per iscritto. Persino durante gli anni in cui sar affetta da pazzia,
mantiene sempre un silenzio tombale riguardo al lato deprecabile di
Massimiliano.
Nelle lettere e nei resoconti scritti dai due giovani, si nota come
l'Imperatrice, pur dotata di capacit analitiche e pratiche che sfrutta
per consigliare argutamente il marito, fa s che dal di fuori sembri lui
artefice e lei subordinata. Lo sostiene sempre psicologicamente e non
risparmia espressioni di lodevole orgoglio: Il racconto del tuo viaggio
mi riempie di tanta ammirazione da considerarti un angelo.
Carlotta partecipa attivamente a questioni di carattere politico rompendo
gli schemi imposti alle donne nel XIX secolo, nonostante cerchi di
dissimularlo e di farsi considerare meno importante di Massimiliano. Le
sue buone intenzioni, tuttavia, non sempre generarono i frutti sperati.
Scrive a sua nonna:
Molte persone mi considerano ambiziosa perch questo l'impulso pi
comune, ma io so benissimo che non mi appartiene. Sento il bisogno di
agire e di amare, tutto qui.11
Non deve stupire se con il passare del tempo Massimiliano arriva a
stimare profondamente la moglie. Sebbene sia difficile ignorare gli
svaghi sessuali che si concede con altre donne, egli ama Carlotta con
devozione e con la fiducia di un figlio; ha bisogno di lei e, durante le
sue assenze, mai smetter di coprirla di lettere tenere e sdolcinate:
anni, una polmonite se la porta via per sempre. Nessuno si sinora mai
preoccupato di soddisfare l'ultima volont di Massimiliano, e i suoi
resti riposano ancora a mille chilometri dalla donna che pi l'am.
Note
1. Anche denominata mela del diavolo o erba dei pazzi. Il suo nome
Datura stramonium.
2. Contessa H. de Reinach Foussemagne, p. 8.
3. Contessa H. de Reinach Foussemagne, p. 18.
4 Pietro V di Portogallo, che da parte di padre appartiene alla famiglia
di Sassonia Coburgo-Gotha, cugino di secondo grado di Carlotta. Muore a
venticinque anni.
5. Lettera della regina Vittoria al re Leopoldo, 19 settembre 1856.
6. Trascrizione del cronista J. S.C.Abbott.
7. Citato da J. Haslip.
8. Contessa H. de Reinach Foussemagne, p. 65.
9. J. L. Blasio, p. 34.
10. Lettera datata 2 gennaio 1861.
11. Carlotta a Mara Amalia, Miramare, 31 gennaio 1864. Citato da
M.Kerckvoorde.
12. Lettera da Vienna, citata da K. Ratz, p. 68.
13. Ibid. p. 77.
14. Ibid. p. 79.
15. K. Ratz, p. 122.
16. Famoso dolce viennese.
17. Lettera di Napoleone, marzo 1864.
18. Testo trascritto da J. S.C.Abbot, p. 671.
19. J. S.C.Abbot, p. 673.
20. Transcrito por F. J. Echalecu y Canino, pp. 13-14.
21. S. Igler.
22. J. S.C.Abbot, p. 673.
23. K. Ratz, p. 223.
24. Contessa H. de Reinach Foussemagne, p. 288.
25. Il conte di Bombelles, che pi tardi si approfitter di Carlotta come
fa un avvoltoio sulle carcasse.
26. J. Iturriaga de la Fuente, p. 371.
27. Citato dal marchese Villa Urrutia.
28. Nobile della corte imperiale francese
29. Citato dalla contessa H. de Reinach Foussemagne, pp. 298-299.
30. K. Ratz, p. 319.
31. C. Vento, Les Grandes Dames d aujourdhui, Parigi, 1886, p. 241.
32. Citato dal J. Bierman.
33. E. Herman, p. 25.
34. K. Ratz, pp. 319-321.
35. La contessa H. Reinach Foussemagne cita il testamento scritto da
Blasio, p. 323.
36. Lettera datata 1 ottobre 1866, citata da K. Ratz, p. 335.
37. Facsimile riprodotto in M. Kerckvoorde, p. 210.
38. Contessa H. de Reinach Foussemagne, p. 339.
39. Contessa H. de Reinach Foussemagne, p. 339.
40. J. S.C. Abbot, p. 681.
41. Citato dalla contessa H. de Reinach-Foussemagne, p. 357.
42. Ibid., p. 358.
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Nota: gli storici moderni mettono in dubbio l'affidabilit di alcuni
avvenimenti dell'antichit qui riportati. Tacito e Svetonio hanno scritto
molti anni dopo ci che accaduto e, inoltre, risaputa la loro natura
antimperialista e la loro posizione filo-repubblicana. Quando a Cassio,
gli eruditi concordano nel considerarlo poco rigoroso e troppo amante
dello scandalo. Ciononostante, la forza del suo stile e il confronto con
quanto scritto da claudio stesso nelle sue memorie ci obbligano ad
ammettere come reale molto di ci che viene narrato nei suoi resoconti.
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