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2)
LA DELEGA DI FUNZIONI
La delega di funzioni (art. 16 del D.Lgs. 81/08) da parte del DL, ove
non espressamente esclusa, ammessa con i seguenti limiti e
condizioni:
Che essa risulti da atto scritto recante data certa;
Che il delegato possegga tutti i requisiti di professionalit ed
esperienza richiesti dalla specifica natura delle funzioni delegate;
Che essa attribuisca al delegato tutti i poteri di organizzazione,
gestione e controllo richiesti dalla specifica natura delle funzioni
delegate;
Che essa attribuisca al delegato lautonomia di spesa necessaria
allo svolgimento delle funzioni delegate.
Che la delega sia accettata dal delegato per iscritto.
Alla delega deve essere data adeguata e tempestiva pubblicit.
IL MEDICO COMPETENTE
Il MC (Art. 25 del D. Lgs. 81/08)
COLLABORA con il DL e con il SPP alla valutazione dei rischi, anche ai
fini della programmazione, ove necessario, della sorveglianza sanitaria,
alla predisposizione della attuazione delle misure per la tutela della salute
e della integrit psico-fisica dei lavoratori, allattivit di formazione e
informazione nei confronti dei lavoratori, per la parte di competenza, e alla
organizzazione del Servizio di Primo Soccorso considerando i particolari
tipi di lavorazione ed esposizione e le peculiari modalit organizzative del
lavoro. Collabora inoltre alla attuazione e valorizzazione di programmi
volontari di promozione della salute, secondo i principi della
responsabilit sociale;
PROGRAMMA ed effettua la sorveglianza sanitaria di cui allart. 41
attraverso protocolli sanitari definiti in funzione dei rischi specifici e
tenendo in considerazione gli indirizzi scientifici pi avanzati;
ISTITUISCE, anche tramite laccesso alle cartelle sanitarie e di rischio,
aggiorna e custodisce, sotto la propria responsabilit, una cartella
sanitaria e di rischio per ogni lavoratore sottoposto a sorveglianza
sanitaria. Nelle aziende o unit produttive con pi di 15 lavoratori il MC
concorda con il datore di lavoro il luogo di custodia;
CONSEGNA al DL, alla cessazione dellincarico, la documentazione
sanitaria in suo possesso, nel rispetto delle disposizioni di cui al D. Lgs.
196/03, e con salvaguardia del segreto professionale;
IL MEDICO COMPETENTE
Tra
Un elemento fondamentale
che facilita la distinzione tra
l'INFORTUNIO e la
MALATTIA professionale
il tempo
d'esposizione
all'agente pericoloso.
sicuramente
Esempi:
L'esposizione ad un rumore
elevatissimo (boato), che si
esaurisce in un tempo
limitatissimo pu determinare
una lesione all'apparato
uditivo ed un conseguente
deficit funzionale. Tale danno
va classificato come
INFORTUNIO.
L'esposizione prolungata
(diverse ore al giorno, per
diversi mesi o meglio anni) a
elevati livelli di rumore pu
determinare una perdita di
capacit uditiva. Tale danno
va classificato come
MALATTIA PROFESSIONALE.
PREVENZIONE
PREVENZIONE
Insieme
Insieme di
di azioni
azioni che
che
hanno
hanno lo
lo scopo
scopo di
di mantenere
mantenere lo
lo stato
stato di
di salute,
salute,
inteso
inteso come
come benessere
benessere psico-fisico
psico-fisico delluomo
delluomo
PREVENZIONE
PREVENZIONE PRIMARIA
PRIMARIA
PREVENZIONE
PREVENZIONE SECONDARIA
SECONDARIA
PREVENZIONE:
TUTTE LE AZIONI
DA ATTIVARE PER
ELIMINARE O
RIDURRE I RISCHI
Principi
Principi generali
generali di
di PREVENZIONE
PREVENZIONE
Eliminazione
Eliminazionedel
delrischio
rischio
Riduzione
Riduzionedel
delrischio
rischioalla
allafonte
fonte
Prevenzione
Prevenzioneintegrata
integrata(misure
(misuretecniche,
tecniche,produttive
produttiveee
organizzative)
organizzative)
Sostituzione
Sostituzionedel
delpericoloso
pericolosocon
conililmeno
menoooililnon
nonpericoloso
pericoloso
Rispetto
Rispettodei
deiprincipi
principiergonomici
ergonomici
Priorit
Prioritdelle
dellemisure
misuredi
diprotezione
protezionecollettiva
collettiva
Limitazione
Limitazionealalminimo
minimodel
delnumero
numerodegli
degli esposti
esposti
Uso
Usolimitato
limitatodi
diagenti
agentichimici,
chimici,fisici,
fisici,biologici
biologici
Controllo
Controllosanitario
sanitariodei
deilavoratori
lavoratoriin
infunzione
funzionedei
deirischi,
rischi,ecc.
ecc.
PREVENZIONE
SECONDARIA
SECONDARIA
PREVENZIONE
Prevenzione
secondaria
Ricerca
Ricercadi
dialterazioni
alterazioni
precliniche
primache
chesisimanifesti
manifestila
lamalattia
malattia
preclinichenegli
negliorgani,
organi,prima
ACCERTAMENTI SANITARI
PREVENTIVI:
SORVEGLIANZA
SANITARIA
prima dell'assunzione
per il rilascio dell'idoneit
ACCERTAMENTI SANITARI
PERIODICI:
per la verifica e il controllo
dello stato di salute
Un rischio si
caratterizza
normalmente in ragione
della Presenza
Contemporanea Di
Diversi Fattori.
Tutti i singoli fattori che
contribuiscono a
determinare un rischio
sono riconducibili a tre
grandi gruppi:
FATTORI DI RISCHIO
OCCUPAZIONALE
O
RRIISSCCHHIIO I
UUNNI
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RISCHIO
RISCHIO INFORTUNI
INFORTUNI
IMPIGLIAMENTO
IMPIGLIAMENTO
INTRAPPOLAMENTO
INTRAPPOLAMENTO
SCHIACCIAMENTO
SCHIACCIAMENTO
ATTORCIGLIAMENTO
ATTORCIGLIAMENTO
PROIEZIONE
PROIEZIONE
ATTRITO
ATTRITO--ABRASIONE
ABRASIONE
ELETTRICO
ELETTRICO
TRASCINAMENTO
TRASCINAMENTO
MECCANICO
MECCANICO
URTO
URTO
CESOIAMENTO
CESOIAMENTO
CONTATTO
CONTATTO--TAGLIO
TAGLIO
PERFORAZIONE
PERFORAZIONE
CONTATTO
CONTATTODIRETTO
DIRETTO
CONTATTO
CONTATTOINDIRETTO
INDIRETTO
RISCHIO
RISCHIO CHIMICO
CHIMICO
Rischio
Rischiodovuto
dovutoaasostanze
sostanzeinquinanti
inquinantiche
cheinteragiscono
interagisconocon
conlorganismo
lorganismo
umano
umanoeeche
chepossono
possonoprovocare
provocarepatologie
patologieacute,
acute,croniche
cronicheeeirreversibili
irreversibili
GAS
GAS
VAPORI
VAPORI
Saldatura:
Ossidi di Carbonio,Ossidi di Azoto
Uso di solventi:
Laboratorio di chimica, Vernici
POLVERI
POLVERI
AEROSOL
AEROSOL
FIBRE
FIBRE
NEBBIE
NEBBIE
FUMI
FUMI
RISCHIO
RISCHIO BIOLOGICO
BIOLOGICO
LAVORAZIONI
LAVORAZIONICON
CONOLII
OLII
BATTERI
BATTERI
PRODOTTI
PRODOTTIANIMALI
ANIMALI
PROVENIENZA
PROVENIENZAUMANA
UMANA
FUNGHI
FUNGHI
MUFFE
MUFFE
LAVORAZIONI
LAVORAZIONIALIMENTARI
ALIMENTARI
PRODOTTI
PRODOTTIANIMALI
ANIMALI
LAVORAZIONI
LAVORAZIONIAGRICOLE
AGRICOLE
VIRUS
VIRUS
PARASSITI
PARASSITI
PRODOTTI
PRODOTTIANIMALI
ANIMALI
PROVENIENZA
PROVENIENZAUMANA
UMANA
LAVORAZIONI
LAVORAZIONICON
CONANIMALI
ANIMALI
PROVENIENZA
PROVENIENZAUMANA
UMANA
RISCHIO
RISCHIO
ORGANIZZAZIONE
ORGANIZZAZIONEDEL
DELLAVORO
LAVORO
ANSIA
ANSIA
RESPONSABILITA
RESPONSABILITA
RITMI
RITMI
ECCESSIVI
ECCESSIVI
MONOTONIA
MONOTONIA
RIPETITIVITA
RIPETITIVITA
TURNI
TURNI DI
DI
LAVORO
LAVORO
MANSIONI
MANSIONISUPERIORI
SUPERIORI
LAVORO
LAVOROAACOTTIMO
COTTIMO
CATENA
CATENADI
DIMONTAGGIO
MONTAGGIO
LAVORO
LAVORONOTTURNO
NOTTURNO
RISCHIO
RISCHIO DA
DA
MOVIMENTAZIONE
MOVIMENTAZIONEMANUALE
MANUALEDEI
DEI
CARICHI
CARICHI
CARATTERISTICHE
CARATTERISTICHE
DEL
DELCARICO
CARICO
PESO
PESO
AFFERRABILITA
AFFERRABILITA
FORMA/INGOMBRO
FORMA/INGOMBRO
AMPIEZZA
AMPIEZZASPOSTAMENTO
SPOSTAMENTO
ESIGENZE
ESIGENZE
OPERATIVE
OPERATIVE
FREQUENZA
FREQUENZASPOSTAMENTO
SPOSTAMENTO
MODALITA
MODALITASPOSTAMENTO
SPOSTAMENTO
FORMAZIONE
FORMAZIONE
PERSONE
PERSONE
CORRETTEZZA
CORRETTEZZADEI
DEIMOVIMENTI
MOVIMENTI
SCELTA
SCELTAMODALITA
MODALITAOPERATIVE
OPERATIVE
LA MOVIMENTAZIONE
MANUALE DEI CARICHI
PESO MASSIMO RACOMANDATO IN CONDIZIONI
OTTIMALI DI SOLLEVAMENTO
ETA'
MASCHI
FEMMINE
Fino a 18 anni
30
20
Oltre 18 anni
20
15
RISCHIO
RISCHIO
ORGANIZZAZIONE
ORGANIZZAZIONEDEL
DELLAVORO
LAVORO
ANSIA
ANSIA
RESPONSABILITA
RESPONSABILITA
RITMI
RITMI
ECCESSIVI
ECCESSIVI
MONOTONIA
MONOTONIA
RIPETITIVITA
RIPETITIVITA
TURNI
TURNI DI
DI
LAVORO
LAVORO
MANSIONI
MANSIONISUPERIORI
SUPERIORI
LAVORO
LAVOROAACOTTIMO
COTTIMO
CATENA
CATENADI
DIMONTAGGIO
MONTAGGIO
LAVORO
LAVORONOTTURNO
NOTTURNO
RISCHIO
RISCHIO FISICO
FISICO
RUMORE
RUMORE
MICROCLIMA
MICROCLIMA
ILLUMINAZIONE
ILLUMINAZIONE
RADIAZIONI
RADIAZIONI
IONIZZANTI
IONIZZANTIEE
NON
NONIONIZZANTI
IONIZZANTI
VIBRAZIONI
VIBRAZIONI
MACCHINE,
MACCHINE,IMPIANTI
IMPIANTI
TEMPERATURA,
TEMPERATURA,UMIDITA,
UMIDITA,
VENTILAZIONE
VENTILAZIONE
ABBAGLIAMENTO,
ABBAGLIAMENTO,
LUCE
LUCESCARSA
SCARSA
CAMPI
CAMPIELETTROMAGNETICI,
ELETTROMAGNETICI,
RAGGI
RAGGIX,
X, LASER
LASER
UTENSILI
UTENSILIAD
ADARIA
ARIACOMPRESSA
COMPRESSA
VIDEOTERMINALI
VIDEOTERMINALI
RA > 1/16)
ILLUMINAZIONE ARTIFICIALE
UFFICIO: 500 lux (eccessivi per VDT)
VDT:
200 lux (pochi per lufficio normale)
VALORI OTTIMALI: 200-300 lux (con illuminazione localizzata-mista)
ILLUMINAZIONE NATURALE:
SCHEMA DI
UNA
POSTAZIONE
VDT TIPO E
REGOLABILIT
DEI SINGOLI
ELEMENTI
STAMPANTE
va collocata su tavolo separato
privilegiare stampanti silenziose (art. 46 Dlgs 277/91) come laser
o a getto dinchiostro rispetto a quelle ad aghi
pu causare problemi legati al rumore se collocata nello stesso
ambiente di lavoro: disagio, difficolt a concentrarsi.
RISCHIO INCENDIO
Lincendio pu essere definito come una combustione
sufficientemente rapida e non controllata che si sviluppa
senza limitazioni nello spazio e nel tempo in un luogo non
predisposto a contenerla. Normalmente per combustione
sintende la reazione chimica sufficientemente rapida di
una sostanza combustibile con un comburente,
accompagnata da sviluppo di calore, di fiamma, di gas di
combustione, di fumo e di luce.
Affinch un incendio si verifichi necessario pertanto che
siano soddisfatte contemporaneamente tre condizioni :
Presenza del combustibile, Presenza del comburente (in
genere lossigeno dellaria) e Temperatura minima non
inferiore alla temperatura di accensione.
il cosiddetto triangolo del fuoco
LE SOSTANZE ESTINGUENTI
Non tutte le sostanze estinguenti possono essere
impiegate nei vari tipi di incendio dovuti alla
combustione dei molteplici materiali suscettibili di
accendersi. Come gi accennato, lestinzione
dellincendio si ottiene per raffreddamento,
sottrazione del combustibile e soffocamento. Tali
azioni possono essere ottenute singolarmente o
contemporaneamente
mediante
luso
delle
sostanze estinguenti, che vanno scelte in funzione
della natura del combustibile e delle dimensioni del
fuoco.
LE SOSTANZE ESTINGUENTI
ACQUA
Lacqua la sostanza estinguente per antonomasia conseguentemente alla facilit con
cui pu essere reperita a basso costo. Luso dellacqua quale agente estinguente
consigliato per incendi di combustibili solidi (detti di classe A). Lacqua, risultando
un buon conduttore di energia elettrica non impiegabile su impianti e
apparecchiature in tensione (altrettanto la schiuma che un agente estinguente
costituito da una soluzione in acqua di un liquido schiumogeno).
POLVERI
Le polveri sono costituite da particelle solide finissime a base di bicarbonato di sodio,
potassio, fosfati e sali organici. Lazione estinguente delle polveri prodotta dalla
decomposizione delle stesse per effetto delle alte temperature raggiunte
nellincendio, che d luogo principalmente ad effetti chimici sulla fiamma, con azione
anticatalitica. Le polveri sono adatte per fuochi di sostanze solide, liquide e
gassose (classe A, B, e C).
GAS INERTI
I gas inerti, utilizzati per la difesa dagli incendi di ambienti chiusi, sono generalmente
lanidride carbonica e, in minor misura, lazoto. La loro presenza nellaria riduce la
concentrazione del comburente fino ad impedirne la combustione. Lanidride
carbonica non risulta tossica per luomo, un gas pi pesante dellaria
perfettamente dielettrico, normalmente conservato come gas liquefatto sotto
pressione. Essa produce, differentemente dallazoto, anche unazione estinguente
per raffreddamento.
ARCO ELETTRICO
costituito da una sorgente di calore assai intensa e
concentrata, con emissione di gas e di vapori
surriscaldati e tossici, irraggiamento termico e raggi
ultravioletti che si manifestano in caso di guasto o
di manovre su apparecchiature elettriche, es. corto
circuiti.
SISTEMI DI PREVENZIONE E
PROTEZIONE
PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI
Le misure da adottare per le protezioni contro i contatti diretti possono
essere TOTALI o PARZIALI.
Le PROTEZIONI PARZIALI vengono applicate nei luoghi dellazienda
dove hanno accesso soltanto le persone addestrate e qualificate. Le
protezioni totali sono destinati alle protezioni delle persone non a
conoscenza sui pericoli connessi allutilizzo dellenergia elettrica.
Oltre agli involucri e alle barriere, per prevenire i contatti diretti, limpiego di
un interruttore differenziale ad alta sensibilit pu costituire una
protezione supplementare (e non alternativa) in grado di intervenire
allatto del guasto per esempio quando un conduttore in tensione viene a
contatto con la carcassa metallica di uno strumento collegato
correttamente a terra.
Interruttore differenziale.
Linterruttore differenziale facilmente riconoscibile per la presenza di un
pulsante contrassegnato dalla lettera T, conosciuto anche come
"salvavita", che confronta continuamente la corrente elettrica entrante
con quella uscente e scatta quando avverte una differenza.
Protezioni
circuito.
con
interruzione
automatica
del
Livello di
rumorosit
5 anni
10 anni
20 anni
30 anni
80 dBA
85 dBA
1%
3%
6%
8%
90 dBA
4%
10%
16%
18%
95 dBA
7%
17%
28%
31%
100 dBA
12%
29%
42%
44%
VALORI LIMITE
La legge stabilisce tre livelli desposizione quotidiana al rumore e gli
adempimenti ai quali sono tenuti i lavoratori, qualora siano superati i livelli
stessi.
1o livello 80 - 85 dB(A),
2o livello 85 - 90 dB(A),
3o livello superiore 90 dB(A).
Il datore di lavoro comunque obbligato a ridurre al minimo il rumore
prodotto anche al di sotto di 80 dBA
MICROCLIMA E VENTILAZIONE
Per MICROCLIMA s'intende l'insieme delle
caratteristiche climatiche: temperatura, umidit,
velocit dell'aria, ecc. di un ambiente chiuso e nel
caso particolare di un Ambiente di Lavoro. Tali
caratteristiche hanno importanza, da un lato, per lo
stato di salute e di benessere dei lavoratori e,
dall'altro, per il regolare andamento del processo
tecnologico. Il controllo delle condizioni
microclimatiche, attraverso i sistemi di ventilazione,
s'integra di solito anche con l'aspirazione e/o
diluizione degli inquinanti atmosferici presenti sul
posto di lavoro.
TIPOLOGIE DI ILLUMINAZIONE
L'illuminazione dei locali di lavoro stata ottenuta tanto con la luce naturale che con la
luce artificiale. La luce naturale stata preferita a quell'artificiale in quanto pi
tollerata dall'occhio, permette una migliore visione, agisce su tutto l'organismo come
stimolo delle funzioni vitali ed influisce beneficamente me-diante l'azione dei raggi
solari. Alla luce solare diretta, che pu dare origine a vari disturbi da abbagliamento,
stata preferita la luce solare diffusa ottenuta mediante un razionale orientamento
del fabbricato o con un'opportuna distribuzione delle finestre. La luminosit dei locali
di lavoro stata aumentata colorando di bianco o con tinte chiare tutte le superfici del
locale, ricordando che le superfici bianche riflettono sino all'80% della luce ricevuta,
mentre una superficie grigia - scura ne riflette soltanto dal 15% al 25%. Sono stati
utilizzati colori diversi tra loro armoniz-zati (ad esempio contrastando il colore delle
macchine rispetto a quello dell'ambiente di lavoro). L'illuminazione artificiale risponde
ai seguenti requisiti:
- Fornisce da sola i livelli ottimali stabiliti e, pertanto, i rilievi fotometrici relativi vanno
effettuati anche in ore notturne o comunque in condizioni tali che l'apporto della luce
naturale sei trascurabile;
- Per non stancare l'occhio non oscillante, deve cio avere spettro e intensit
d'emissione costanti;
- Non abbagliante per non arrecare offesa all'occhio e permettere la giusta percezione
degli oggetti meno illuminanti;
- Non provoca alterazioni dell'aria n chimicamente con prodotti di combu-stione, n
fisicamente con la produzione d'eccessivo calore;
- Ha spettro (cio colore) il pi vicino possibile a quello della luce naturale, sia per il
benessere della vista, sia per non alterare il colore degli oggetti. La distribuzione
della luce artificiale stata fatta, pertanto, tenendo presente che le esigenze
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Descrizione
Lux
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500
1000
2000
5000
FONDAMENTALI AZIONI
COMPORTAMENTALI A CUI
ATTENERSI PER ALCUNE
SITUAZIONI INCIDENTALI
Non muovere linfortunato a meno che non sia necessario sottrarlo a ulteriori
pericoli.
Mai prendere iniziative che siano di competenza del medico (ad esempio
somministrare medicinali).
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE
INDIVIDUALE
Con tale termine si intende i prodotti che hanno la funzione di
salvaguardare la persona che l'indossi o comunque li porti con s, da
rischi per la salute e la sicurezza.
CATEGORIE DI DPI PRIMA CATEGORIA
Appartengono alla Prima Categoria, i DPI destinati a salvaguardare la
persona da rischi di danni fisici di lieve entit. La persona che usa il DPI
deve avere la possibilit di valutarne l'efficacia e di percepire se il DPI
rimane efficiente per tutto il periodo in cui viene utilizzato.
RADIAZIONI LUMINOSE
POLVERI
GAS
REQUISITI PROTETTIVI :
Resistenza meccanica
radiazione luminosa
Metalli fusi e solidi incandescenti
Polveri
Archi elettrici
Protezione da
Liquidi
Gas
Protezione laser
RESISTENZA ALLABRASIONE
RESISTENZA ALLABRASIONE
RESISTENZA ALLA LACERAZIONE
RESISTENZA ALLA PERFORAZIONE
PROVE DI RESISTENZA
Resistenza alla penetrazione (liquido e solido)
Resistenza alla permeazione ( a livello molecolare)
Prova dei 7 movimenti
Prova barriera ai liquidi (getto, spray)
PROTEZIONE DELLUDITO
ISOLAMENTO ACUSTICO
Il rumore nellambiente di lavoro diffuso per via diretta o riflessa .
E possibile diminuire la propagazione del rumore impiegando determinati
materiali contro la propagazione diretta si usano tramezzi o schermi
devono essere collocati il pi vicino possibile alla sorgente di rumore
contro la propagazione riflessa si usano materiali fonoassorbenti (lana di
vetro, di roccia, poliuretano) il coefficiente di assorbimento del rumore
funzione della frequenza .
I mezzi di protezione auricolare rappresentano una soluzione efficace per la
protezione dei lavoratori dal danno provocato dal rumore ambientale
(ipoacusia) quando i mezzi tecnici sulle sorgenti di rumore non sono
sufficienti a proteggere i lavoratori. Possiamo distinguere i mezzi di
protezione individuale dividendoli in due categorie:
- Mezzi ad inserimento;
- Cuffie auricolari e caschi.