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Il D.

Lgs 81/2008 formato da 306


articoli divisi in XIII titoli:

Titolo I - (art. 1-61)

Principi comuni (Disposizioni


generali, sistema istituzionale,
gestione della previdenza nei
luoghi di lavoro, disposizioni
penali)

Cantieri temporanei o mobili


(Misure per la salute e sicurezza
nei cantieri temporanei e mobili,
Norme per la prevenzione degli
infortuni sul lavoro nelle
costruzioni e nei lavori in quota,
sanzioni)

Titolo II (art. 62-68)


Luoghi di lavoro (Disposizioni
generali, Sanzioni)

Titolo V (art. 161-166)


Segnaletica di salute e
sicurezza sul lavoro (Disposizioni
generali, sanzioni)

Titolo III (art. 69-87)


Uso delle attrezzature di lavoro
e dei dispositivi di protezione
individuale (Uso delle
attrezzature di lavoro, uso dei
dispositivi di protezione
individuale, impianti e
apparecchiature elettriche)

Titolo IV (art. 88-160)

Titolo VI (art. 167-171)


Movimentazione manuale dei
carichi (Disposizioni generali,
sanzioni)

Titolo VII (art. 172-179)


Attrezzature munite di
videoterminali (Disposizioni
generali, obblighi del datore di
lavoro, dei dirigenti e dei
preposti, sanzioni)
Titolo VIII (art. 180-220)
Agenti fisici (Disposizioni
generali, protezione dei
lavoratori contro i rischi di
esposizione al rumore durante
il lavoro, protezione dei
lavoratori dai rischi di
esposizione a vibrazioni,
protezione dei lavoratori dai
rischi di esposizione a campi
elettromagnetici, protezione
dei lavoratori dai rischi di
esposizione a radiazioni
ottiche, sanzioni)

Titolo IX (art. 221-265)


Sostanze pericolose
(protezione da agenti chimici,
protezione da agenti
cancerogeni e mutageni,
protezione dai rischi connessi
allesposizione allamianto,
sanzioni)
Titolo X (art. 266-286)
Esposizione ad agenti
biologici (obblighi del datore
di lavoro, sorveglianza
sanitaria, sanzioni)
Titolo XI (art. 287-297)
Protezione da atmosfere
esplosive (disposizioni
generali, obblighi del datore di
lavoro, sanzioni)

Titolo XII (art. 298 - 303)


Disposizioni diverse in
materia penale e di
procedura penale
Titolo XIII (art. 304 - 306)
Disposizioni finali

Al testo degli articoli del


decreto sono stati
aggiunti altri 51 allegati
tecnici che riportano in
modo sistematico e
coordinato le prescrizioni
tecniche di quasi tutte le
norme pi importati
emanate in italia dal
dopoguerra ad oggi.

I soggetti interessati a gestire la Sicurezza e


la Salute sui luoghi di lavoro :
1)

DDL - Datori di Lavoro

2)

RSPP - Responsabile Servizio Prevenzione e


Protezione

ASPP - addetto servizio prevenzione e


protezione
4) Addetti alle emergenze (pronto soccorso,
antincendio, evacuazione)
5) RLS Rappresentante dei lavoratori per la
Sicurezza
6) MC Medico competente
3)

GLI OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO


E DEL DIRIGENTE
Il Datore Di Lavoro (DL) secondo lart. 2 del D. Lgs. 81/08 il
titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore, ovvero il
soggetto dotato di poteri decisionali che ha responsabilit
dellimpresa.
Uno dei principali obblighi a carico del DL (vedi Art.18)
costituito senzaltro dallelaborazione del Documento della
valutazione dei rischi basato sul monitoraggio di:
Ambienti e posti di lavoro,
Attrezzature,
Impianti
Sostanze pericolose
e nella verifica della loro conformit alle norme di legge e di
buona tecnica, nonch sulla stima dellincidenza dei fattori
organizzativi e di quelli interattivi con luomo.

GLI OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO


E DEL DIRIGENTE
Il documento, custodito presso lazienda o unit produttiva,
viene elaborato con la collaborazione del RSPP e del MC e
previa consultazione del RLS come prevede lart. 29 del
D.Lgs. 81/08.
La valutazione sar aggiornata in relazione ai cambiamenti
pi significativi dei processi produttivi e dellassetto
organizzativo dellazienda, atti ad incidere sullesposizione
a rischio dei lavoratori. Almeno una volta lanno sar
indetta dal DL una riunione con la partecipazione del RLS,
del RSPP e del MC, volta a verificare lo stato di attuazione
dei programmi e lefficacia delle misure di protezione e
prevenzione adottate (Art. 35 del D.Lgs. 81/08).

LA DELEGA DI FUNZIONI
La delega di funzioni (art. 16 del D.Lgs. 81/08) da parte del DL, ove
non espressamente esclusa, ammessa con i seguenti limiti e
condizioni:
Che essa risulti da atto scritto recante data certa;
Che il delegato possegga tutti i requisiti di professionalit ed
esperienza richiesti dalla specifica natura delle funzioni delegate;
Che essa attribuisca al delegato tutti i poteri di organizzazione,
gestione e controllo richiesti dalla specifica natura delle funzioni
delegate;
Che essa attribuisca al delegato lautonomia di spesa necessaria
allo svolgimento delle funzioni delegate.
Che la delega sia accettata dal delegato per iscritto.
Alla delega deve essere data adeguata e tempestiva pubblicit.

OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO


NON DELEGABILI
Il DL secondo lArt. 17 del D.Lgs. 81/08, non
pu delegare le seguenti attivit:
La valutazione di tutti i rischi con la
conseguente elaborazione del documento
di Valutazione dei rischi;
La designazione del RSPP.

OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO


DELEGABILI
DESIGNARE gli addetti al SPP e nominare il MC;
ADOTTARE le misure necessarie per la sicurezza e la salute dei lavoratori;
INFORMARE immediatamente i lavoratori esposti ai rischi di pericolo grave
ed immediato ed aggiornare il MC sui processi ed i rischi di produzione;
DESIGNARE e formare i lavoratori incaricati della lotta antincendio, del
pronto soccorso, della gestione dellemergenza e dellevacuazione in caso
di pericolo grave;
TENERE conto delle capacit e delle condizioni dei lavoratori quando
affida loro i compiti;
FORNIRE ai lavoratori i DPI e richiedere losservanza delle disposizioni di
sicurezza e di uso dei DPI.
INFORMARE i lavoratori sui rischi ed i pericoli connessi allattivit, sulle
misure di prevenzione e protezione adottate, sulle procedure che
riguardano il pronto soccorso, la lotta antincendio e levacuazione dal posto
di lavoro.

OBBLIGHI E DIRITTI DEI LAVORATORI


Ogni lavoratore (Art. 47 del D. Lgs. 81/08) deve prendersi cura
della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone
presenti sul luogo di lavoro, su cui ricadono gli effetti delle sue
azioni o omissioni, conformemente alla sua formazione, alle
istruzioni e ai mezzi forniti dal datore di lavoro. Essi devono in
particolare:
CONTRIBUIRE, insieme al DL, ai dirigenti e ai preposti,
alladempimento degli obblighi previsti a tutela della salute e
sicurezza sui luoghi di lavoro;
OSSERVARE LE DISPOSIZIONI e le istruzioni impartite dal DL,
dai dirigenti e dai preposti, ai fini della protezione collettiva ed
individuale;
UTILIZZARE CORRETTAMENTE le attrezzature di lavoro, le
sostanze e i preparati pericolosi, i mezzi di trasporto e, nonch i
dispositivi di sicurezza;
UTILIZZARE IN MODO APPROPRIATO I DPI messi a loro
disposizione;

OBBLIGHI E DIRITTI DEI LAVORATORI


NON RIMUOVERE O MODIFICARE senza autorizzazione i
dispositivi di sicurezza o di segnalazione o di controllo;
NON COMPIERE di propria iniziativa operazioni o manovre
che non sono di loro competenza ovvero che possono
compromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori;
PARTECIPARE ai programmi di formazione e di
addestramento organizzati dal datore di lavoro;
SOTTOPORSI ai controlli sanitari previsti dal presente
decreto legislativo o comunque disposti dal medico
competente.
SEGNALARE IMMEDIATAMENTE al DL, al dirigente o al
preposto le deficienze dei mezzi e dei DPI, nonch qualsiasi
eventuale condizione di pericolo di cui vengano a
conoscenza, adoperandosi direttamente, in caso di urgenza,
nellambito delle proprie competenze e possibilit per
eliminare o ridurre le situazioni di pericolo grave e
incombente, dandone notizia al rappresentante dei lavoratori
per la sicurezza;

I COMPITI DEL SPP


Il DL deve organizzare allinterno dellazienda, ovvero dellunit produttiva, il
SPP(Art. 31 del D. Lgs. 81/08).
A tale scopo esso designa per lespletamento dei compiti, una o pi persone da
lui dipendenti, tra cui il RSPP in possesso di attitudini e capacit adeguate. Il
SPP, sotto il coordinamento del RSPP svolge funzioni di supporto per il DL e in
particolare provvede a (art. 33):
Allindividuazione dei fattori di rischio, alla valutazione dei rischi e
allindividuazione delle misure per la sicurezza e la salubrit degli ambienti di
lavoro, nel rispetto della normativa vigente sulla base della specifica
conoscenza dellorganizzazione aziendale;
Ad elaborare, per quanto di competenza, le misure preventive e protettive di cui
allart. 28, e i sistemi di controllo di tali misure;
Ad elaborare le procedure di sicurezza per le varie attivit aziendali;
A proporre i programmi di informazione e formazione dei lavoratori;
A partecipare alle consultazioni in materia di tutela della salute e sicurezza sul
lavoro, nonch alla riunione periodica di cui allart. 35;
A fornire ai lavoratori le informazioni di cui allart. 36.
I componenti del SPP sono tenuti al segreto in ordine ai processi lavorativi di
cui vengono a conoscenza nellesercizio delle funzioni di cui al presente D.Lgs.

OBBLIGHI DEI PROGETTISTI


I progettisti (Art. 22 del D. Lgs. 81/08) dei luoghi e dei posti di
lavoro e degli impianti devono rispettare i principi generali di
prevenzione in materia di salute e sicurezza sul lavoro al
momento delle scelte progettuali e tecniche e scegliere
attrezzature, componenti e dispositivi di protezione rispondenti
alle disposizioni legislative e regolamentari in materia.

OBBLIGHI DEI FABBRICANTI E DEI FORNITORI


Sono vietati la fabbricazione, la vendita, il noleggio e la
concessione in uso di attrezzature di lavoro, DPI ed
impianti non rispondenti alle disposizioni legislative e
regolamentari vigenti in materia di salute e sicurezza sul
lavoro. In caso di locazione finanziaria di beni assoggettati
a procedure di attestazione alla conformit, gli stessi
debbono essere accompagnati, a cura del concedente,
dalla relativa documentazione.
OBBLIGHI DEGLI INSTALLATORI
Gli installatori (Art. 22 del D. Lgs. 81/08) e montatori di
impianti, attrezzature di lavoro o altri mezzi tecnici, per la
parte di loro competenza, devono attenersi alle norme di
salute e sicurezza sul lavoro, nonch alle istruzioni fornite
dai rispettivi fabbricanti.

IL RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER


LA SICUREZZA E SUE FUNZIONI
Il RLS (Art. 47 del D. Lgs. 81/08) istituito a livello territoriale o di
comparto, aziendale e di sito produttivo. Egli deve essere eletto o
designato in tutte le aziende. Nelle imprese che occupano fino a
15 lavoratori il RLS di norma eletto direttamente dai lavoratori al
loro interno oppure individuato per pi aziende nellambito
territoriale o del comparto produttivo secondo quanto previsto
dallArt. 48.
Nelle aziende con pi di 15 lavoratori il RLS eletto o designato
dai lavoratori nellambito delle rappresentanze sindacali in azienda.
In assenza di tali rappresentanze eletto dai lavoratori dellazienda
al loro interno. Il numero, le modalit di designazione o di elezione
del RLS, nonch il tempo di lavoro retribuito e gli strumenti per
lespletamento delle funzioni sono stabiliti in sede di contrattazione
collettiva.

IL RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI


PER LA SICUREZZA

Il RLS deve essere consultato su:


Valutazione dei rischi
Individuazione e programmazione delle
misure di prevenzione
Nomina RSPP - Responsabile Servizio
Prevenzione e Protezione
Nomina addetti sevizi emergenza;
Organizzazione della formazione

ATTRIBUZIONI DEL RLS


Il RLS:
Accede ai luoghi di lavoro in cui si svolgono
le lavorazioni;
Riceve le informazioni e la documentazione
aziendale inerente alla valutazione dei
rischi e le misure di prevenzione relative,
nonch quelle inerenti alle sostanze ed ai
preparati pericolosi, alle macchine, agli
impianti, alla organizzazione e agli ambienti
di lavoro, agli infortuni ed alle malattie
professionali;

ATTRIBUZIONI DEL RLS

Riceve le informazioni provenienti dai servizi di vigilanza;


Riceve una formazione adeguata e, comunque, non inferiore a
quella prevista dallart. 37;
Promuove lelaborazione, lindividuazione e lattuazione delle misure
di prevenzione idonee a tutelare la salute e lintegrit fisica dei
lavoratori;
Formula osservazioni in occasione di visite e verifiche effettuate
dalle autorit competenti, dalle quali , di norma, sentito;
Partecipa alla riunione periodica di cui allart. 35;
Fa proposte in merito alla attivit di prevenzione;
Avverte il responsabile dellazienda dei rischi individuati nel corso
della sua attivit;
Pu fare ricorso alle autorit competenti qualora ritenga che le
misure di prevenzione e protezione dai rischi adottate dal datore di
lavoro o dai dirigenti e i mezzi impiegati per attuarle non siano
idonei a garantire la sicurezza e la salute durante il lavoro.

ATTRIBUZIONI DEL RLS

Il RLS deve disporre del tempo necessario allo svolgimento dellincarico


senza perdita di retribuzione, nonch dei mezzi e degli spazi necessari
per lesercizio delle funzioni e delle facolt riconosciutegli, anche tramite
laccesso ai dati, contenuti in applicazioni informatiche. Egli inoltre non
pu subire pregiudizio alcuno a causa delle svolgimento della propria
attivit e nei suoi confronti si applicano le stesse tutele previste dalla
legge per le rappresentanze sindacali.
Il RLS, su sua richiesta e per lespletamento della sua funzione, riceve
copia del documento di valutazione dei rischi e/o del documento di
valutazione dei rischi legati alle interferenze.
Il RLS tenuto al rispetto delle disposizioni di cui al D.Lgs. 196/03 e del
segreto industriale relativamente alle informazioni contenute nel
documento di valutazione dei rischi e nel documento di valutazione dei
rischi legati alle interferenze, nonch al segreto in ordine ai processi
lavorativi di cui vengono a conoscenza nellesercizio delle funzioni.
Lesercizio delle funzioni di RLS incompatibile con la nomina di RSPP
o addetto al SPP.

IL MEDICO COMPETENTE
Il MC (Art. 25 del D. Lgs. 81/08)
COLLABORA con il DL e con il SPP alla valutazione dei rischi, anche ai
fini della programmazione, ove necessario, della sorveglianza sanitaria,
alla predisposizione della attuazione delle misure per la tutela della salute
e della integrit psico-fisica dei lavoratori, allattivit di formazione e
informazione nei confronti dei lavoratori, per la parte di competenza, e alla
organizzazione del Servizio di Primo Soccorso considerando i particolari
tipi di lavorazione ed esposizione e le peculiari modalit organizzative del
lavoro. Collabora inoltre alla attuazione e valorizzazione di programmi
volontari di promozione della salute, secondo i principi della
responsabilit sociale;
PROGRAMMA ed effettua la sorveglianza sanitaria di cui allart. 41
attraverso protocolli sanitari definiti in funzione dei rischi specifici e
tenendo in considerazione gli indirizzi scientifici pi avanzati;
ISTITUISCE, anche tramite laccesso alle cartelle sanitarie e di rischio,
aggiorna e custodisce, sotto la propria responsabilit, una cartella
sanitaria e di rischio per ogni lavoratore sottoposto a sorveglianza
sanitaria. Nelle aziende o unit produttive con pi di 15 lavoratori il MC
concorda con il datore di lavoro il luogo di custodia;
CONSEGNA al DL, alla cessazione dellincarico, la documentazione
sanitaria in suo possesso, nel rispetto delle disposizioni di cui al D. Lgs.
196/03, e con salvaguardia del segreto professionale;

IL MEDICO COMPETENTE

CONSEGNA al lavoratore, alla cessazione del rapporto di lavoro, la


documentazione sanitaria in suo possesso e gli fornisce le
informazioni riguardo la necessit di conservazione;
INVIA allISPESL, esclusivamente per via telematica, le cartelle
sanitarie e di rischio nei casi previsti dal presente decreto legislativo,
alla cessazione del rapporto di lavoro, nel rispetto delle disposizioni
di cui al decreto legislativo D. Lgs. 196/03;
FORNISCE informazioni ai lavoratori sul significato della
sorveglianza sanitaria cui sono sottoposti e, nel caso di esposizione
ad agenti con effetti a lungo termine, sulla necessit di sottoporsi ad
accertamenti sanitari anche dopo la cessazione della attivit che
comporta lesposizione a tali agenti. Fornisce altres, a richiesta,
informazioni analoghe ai RLS;
INFORMA ogni lavoratore interessato dei risultati della sorveglianza
sanitaria di cui allArt. 41 e, a richiesta dello stesso, gli rilascia copia
della documentazione sanitaria;

Il Dlgs 81/08 preve lelaborazione di


un DOCUMENTO sintesi della
valutazione dei rischi per la sicurezza
e la salute dei lavoratori.
E obbligatorio documentare i criteri di
valutazione adottati, lindividuazione
delle misure di prevenzione e
protezione conseguenti alla
valutazione ed infine il programma di
attuazione delle misure
individuate con indicazione delle
priorit e dei tempi di attuazione delle
misure individuate.
Il processo di valutazione dei rischi
deve essere attuato in modo
PERMANENTE al fine di mantenere il
livello di sicurezza messo in atto e di
tendere al continuo miglioramento
delle condizioni di sicurezza e salute
dei lavoratori.

Frequentemente i termini PERICOLO e


RISCHIO vengono utilizzati come
sinonimi; in realt hanno significati
differenti.
Le definizioni di questi termini, formulate
da apposite norme armonizzate
(riconosciute a livello europeo),
consentono di chiarirne il significato e il
legame reciproco.
Il corretto utilizzo della terminologia evita
fraintendimenti e consente l'adozione di
un linguaggio comune, indispensabile a
tutti coloro che, a vari livelli, si occupano
di igiene e sicurezza del lavoro.
In particolare la presenza di un

PERICOLO identifica unicamente una


ipotetica possibilit di danno, mentre
la definizione di RISCHIO comporta
anche una quantificazione del
in relazione
al pericolo
Esempio: il rumore di permedesimo
se un pericolo
.
considerato.
ma per quantificarne il rischio
occorre accertarne le
CARATTERISTICHE (es. frequenza), l'ENTIT (es.livello,
potenza, pressione, ecc), la possibile ESPOSIZIONE delle
persone e l'entit di questa esposizione.
La presenza di un pericolo non necessariamente prevede
un rischio per le persone.

Tra

RISCHIO e DANNO esiste un chiaro rapporto

riconducibile al BINOMIO CAUSA-EFFETTO .


E' bene tenere in considerazione che la contemporanea presenza di
diversi rischi, in alcuni casi, pu favorire un effetto sinergico in
termini del verificarsi di eventuali danni alla salute degli operatori.
Inoltre importante sottolineare che alcuni agenti possono, a
seconda delle modalit di esposizione, essere all'origine di infortuni
oppure di malattie professionali ma anche favorire l'evoluzione di
malattie.

Un elemento fondamentale
che facilita la distinzione tra
l'INFORTUNIO e la
MALATTIA professionale

il tempo
d'esposizione
all'agente pericoloso.
sicuramente

Esempi:

L'esposizione ad un rumore
elevatissimo (boato), che si
esaurisce in un tempo
limitatissimo pu determinare
una lesione all'apparato
uditivo ed un conseguente
deficit funzionale. Tale danno
va classificato come
INFORTUNIO.

L'esposizione prolungata
(diverse ore al giorno, per
diversi mesi o meglio anni) a
elevati livelli di rumore pu
determinare una perdita di
capacit uditiva. Tale danno
va classificato come
MALATTIA PROFESSIONALE.

PREVENZIONE
PREVENZIONE

Insieme
Insieme di
di azioni
azioni che
che
hanno
hanno lo
lo scopo
scopo di
di mantenere
mantenere lo
lo stato
stato di
di salute,
salute,
inteso
inteso come
come benessere
benessere psico-fisico
psico-fisico delluomo
delluomo

PREVENZIONE
PREVENZIONE PRIMARIA
PRIMARIA

PREVENZIONE
PREVENZIONE SECONDARIA
SECONDARIA

PREVENZIONE:
TUTTE LE AZIONI
DA ATTIVARE PER
ELIMINARE O
RIDURRE I RISCHI

Nella definizione PREVENZIONE PRIMARIA sono comprese


tutte le misure strutturali, operative o gestionali e le
disposizioni che a vario titolo e con diverse modalit
contribuiscono ad eliminare o ridurre i rischi.
Nella definizione PREVENZIONE SECONDARIA vanno
comprese tutte quelle attivit sanitarie tese ad accertare
eventuali stati di salute che predispongono gli operatori a
specifiche malattie di tipo professionale ovvero ad
accertare stati definiti preclinici che preludono quindi
all'insorgenza di malattie professionale dovute
all'esposizione agli agenti presenti sul luogo di lavoro.

SCOPO DELLA PREVENZIONE


PRIMARIA:
La prevenzione primaria deve seguire un importante principio
che prevede

in primo luogo l 'INTERVENTO ALLA FONTE DEL


RISCHIO, dando priorit alle azioni che tendono ad
eliminare il rischio stesso;

in secondo luogo necessario agire in modo da


EVITARE LA PROPAGAZIONE DEL RISCHIO cercando
di contenerlo e circoscriverlo;

infine quando, non vi sono altre possibilit, OCCORRE


INTERVENIRE SULLE PERSONE in modo da fornire
possibilit o strumenti
anche culturali tesi alla riduzione del rischio medesimo
(cantieri,industrie,ecc.)

Principi
Principi generali
generali di
di PREVENZIONE
PREVENZIONE
Eliminazione
Eliminazionedel
delrischio
rischio
Riduzione
Riduzionedel
delrischio
rischioalla
allafonte
fonte
Prevenzione
Prevenzioneintegrata
integrata(misure
(misuretecniche,
tecniche,produttive
produttiveee
organizzative)
organizzative)
Sostituzione
Sostituzionedel
delpericoloso
pericolosocon
conililmeno
menoooililnon
nonpericoloso
pericoloso
Rispetto
Rispettodei
deiprincipi
principiergonomici
ergonomici
Priorit
Prioritdelle
dellemisure
misuredi
diprotezione
protezionecollettiva
collettiva
Limitazione
Limitazionealalminimo
minimodel
delnumero
numerodegli
degli esposti
esposti
Uso
Usolimitato
limitatodi
diagenti
agentichimici,
chimici,fisici,
fisici,biologici
biologici
Controllo
Controllosanitario
sanitariodei
deilavoratori
lavoratoriin
infunzione
funzionedei
deirischi,
rischi,ecc.
ecc.

PREVENZIONE
SECONDARIA
SECONDARIA

PREVENZIONE
Prevenzione
secondaria
Ricerca
Ricercadi
dialterazioni
alterazioni
precliniche
primache
chesisimanifesti
manifestila
lamalattia
malattia
preclinichenegli
negliorgani,
organi,prima
ACCERTAMENTI SANITARI
PREVENTIVI:

SORVEGLIANZA
SANITARIA

prima dell'assunzione
per il rilascio dell'idoneit

per gli esposti a fattori


di rischio professionali

ACCERTAMENTI SANITARI
PERIODICI:
per la verifica e il controllo
dello stato di salute

FATTORI CHE CARATTERIZZANO


IL RISCHIO

Un rischio si
caratterizza
normalmente in ragione
della Presenza
Contemporanea Di
Diversi Fattori.
Tutti i singoli fattori che
contribuiscono a
determinare un rischio
sono riconducibili a tre
grandi gruppi:

Ambiente: illuminazione, rumore, aspetti strutturali, ecc. del luogo


possono essere all'origine o quantomeno favorire il verificarsi di
danni alla salute dell'uomo.

FATTORI CHE CARATTERIZZANO


IL RISCHIO

Uomo: ovviamente la sola presenza o assenza di


persone determina di per se la possibilit o meno di
rischi. Oltre a questo i comportamenti delle persone
sono fondamentali nell'incrementare ovvero limitare
l'entit di un rischio.
Attrezzature, macchine, impianti: facilmente intuibile
che l'adozione e l'uso di apparecchiature con diverso
grado di sicurezza determina automaticamente una
diversa entit di rischio e di conseguenza una diversa
probabilit di provocare danni alla salute.

FATTORI DI RISCHIO
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GIC
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IOLLO

RISCHIO
RISCHIO INFORTUNI
INFORTUNI
IMPIGLIAMENTO
IMPIGLIAMENTO

INTRAPPOLAMENTO
INTRAPPOLAMENTO

SCHIACCIAMENTO
SCHIACCIAMENTO
ATTORCIGLIAMENTO
ATTORCIGLIAMENTO
PROIEZIONE
PROIEZIONE
ATTRITO
ATTRITO--ABRASIONE
ABRASIONE

ELETTRICO
ELETTRICO

TRASCINAMENTO
TRASCINAMENTO

MECCANICO
MECCANICO
URTO
URTO

CESOIAMENTO
CESOIAMENTO

CONTATTO
CONTATTO--TAGLIO
TAGLIO
PERFORAZIONE
PERFORAZIONE

CONTATTO
CONTATTODIRETTO
DIRETTO
CONTATTO
CONTATTOINDIRETTO
INDIRETTO

RISCHIO
RISCHIO CHIMICO
CHIMICO
Rischio
Rischiodovuto
dovutoaasostanze
sostanzeinquinanti
inquinantiche
cheinteragiscono
interagisconocon
conlorganismo
lorganismo
umano
umanoeeche
chepossono
possonoprovocare
provocarepatologie
patologieacute,
acute,croniche
cronicheeeirreversibili
irreversibili

GAS
GAS

VAPORI
VAPORI

Saldatura:
Ossidi di Carbonio,Ossidi di Azoto
Uso di solventi:
Laboratorio di chimica, Vernici

POLVERI
POLVERI
AEROSOL
AEROSOL

FIBRE
FIBRE
NEBBIE
NEBBIE
FUMI
FUMI

Argilla, Plastica, Legno


Minerali (Amianto)
Lavoraz. con impiego di olii, Fitofarmaci
Saldatura, Stampaggio a caldo plastica

LE VIE DI INTRODUZIONE DELLE SOSTANZE CHIMICHE NELLORGANISMO


Lassorbimento delle sostanze tossiche pu avvenire per: INALAZIONE, INGESTIONE
o CONTATTO CUTANEO.
Assorbimento per inalazione: Linalazione, cio lintroduzione nei polmoni durante la
respirazione dellagente chimico, rappresenta la via di ingresso principale nel corpo
di sostanze/preparati pericolosi durante il lavoro. Il rischio di esposizione per
inalazione a sostanze/preparati chimici pericolosi si presenta quando i processi o le
modalit operative provocano lemissione di detti agenti con la conseguente
diffusione nellambiente sotto forma di inquinanti chimici aerodispersi. (Tra le norme
igieniche ricordiamo il divieto di fumare nei luoghi di lavoro ed in particolare dove
possibile lesposizione a sostanze pericolose, in quanto il fumo pu ulteriormente
veicolare allinterno dellorganismo il tossico, oltre a presentare rischi specifici
aggiuntivi quali la cancerogenicit dei prodotti di combustione o rischi quali incendio,
esplosioni, ecc.)
Assorbimento per ingestione: Lingestione accidentale di sostanze pericolose,
specialmente in grandi quantit, piuttosto infrequente anche se non impossibile.
(Tra le norme igieniche da rispettare ricordiamo il divieto di assumere cibi e
bevande nei luoghi di lavoro e in particolare dove possibile lesposizione a
sostanze pericolose, laccurata pulizia delle mani prima di mangiare, il divieto di
conservare cibi e bevande in frigoriferi dove sono stoccate sostanze pericolose, (es.
nei laboratori), contenitori etichettati a norma, non usare contenitori per alimenti, ecc
Assorbimento per contatto cutaneo: In genere le sostanze chimiche sono assorbite
dalla pelle pi lentamente che dallintestino o dai polmoni. Comunque le
sostanze/preparati chimici (in particolare i solventi organici) possono entrare nel
corpo sia direttamente che attraverso indumenti impregnati. Il rischio di esposizione
per contatto cutaneo si pu presentare durante le fasi di manipolazione delle
sostanze/preparati pericolosi.

Lintossicazione dovuta a sostanze o preparati tossici e nocivi


rappresenta leffetto dannoso che viene prodotto da queste
sullorganismo. Si distinguono tre forme di intossicazione:
INTOSSICAZIONE ACUTA : esposizione di breve durata a forti
concentrazioni con assorbimento rapido del tossico. Gli effetti sono
immediati e si hanno entro le 24 ore con morte o guarigione rapida.
INTOSSICAZIONE SUB-ACUTA : esposizioni per un periodo di pi giorni
o settimane prima che appaiano i primi effetti.
INTOSSICAZIONE CRONICA: esposizione frequenti e prolungate nel
tempo. Gli effetti sono tardivi (fino anche a diverse decine di anni).
Lintossicazione in questo caso si manifesta :

Perch la quantit di tossico eliminata inferiore alla quantit
assorbita in modo da ottenere una concentrazione tale da ingenerare
manifestazioni cliniche. (esempio saturnismo)

Perch la quantit di tossico assorbita a seguito di esposizioni
ripetute si accumula su un particolare tessuto e viene rilasciata solo in
un tempo successivo (es. sostanze liposolubili che si vanno a
concentrare in tessuti adiposi; a seguito di dimagrimento e quindi di
diminuzione del tessuto adiposo si libera il tossico che genera cos gli
effetti tossici).

Lazione delle sostanze e preparati tossici e nocivi


pu essere:
LOCALE: se agisce unicamente intorno al punto di contatto
(pelle, occhi, vie respiratorie, ecc) (es. lazione corrosiva
di acidi concentrati sulla cute con cui vengono a contatto)
GENERALE O SISTEMATICO: se lazione si manifesta in
punti lontani dal contatto (es. linalazione della 2 naftil
ammina provoca linsorgenza di cancro alla vescica) che
comportano e questo a causa:
1) della via di trasmissione del tossico (tramite linalazione e
il passaggio nella circolazione sanguigna si possono
avere effetti su altri organi quali il fegato),
2) della composizione chimica dellorgano (tenore in lipidi),
3) grado di perfusione dellorgano che pu ivi comportare
una concentrazione eccessiva del tossico,
4) delle caratteristiche biochimiche dellorgano colpito
(capacit dellorgano a produrre metaboliti pi tossici di
quello assorbito)

RISCHIO
RISCHIO BIOLOGICO
BIOLOGICO
LAVORAZIONI
LAVORAZIONICON
CONOLII
OLII

BATTERI
BATTERI

PRODOTTI
PRODOTTIANIMALI
ANIMALI
PROVENIENZA
PROVENIENZAUMANA
UMANA

FUNGHI
FUNGHI
MUFFE
MUFFE

LAVORAZIONI
LAVORAZIONIALIMENTARI
ALIMENTARI
PRODOTTI
PRODOTTIANIMALI
ANIMALI
LAVORAZIONI
LAVORAZIONIAGRICOLE
AGRICOLE

VIRUS
VIRUS

PARASSITI
PARASSITI

PRODOTTI
PRODOTTIANIMALI
ANIMALI
PROVENIENZA
PROVENIENZAUMANA
UMANA
LAVORAZIONI
LAVORAZIONICON
CONANIMALI
ANIMALI
PROVENIENZA
PROVENIENZAUMANA
UMANA

RISCHIO
RISCHIO
ORGANIZZAZIONE
ORGANIZZAZIONEDEL
DELLAVORO
LAVORO
ANSIA
ANSIA
RESPONSABILITA
RESPONSABILITA
RITMI
RITMI
ECCESSIVI
ECCESSIVI
MONOTONIA
MONOTONIA
RIPETITIVITA
RIPETITIVITA
TURNI
TURNI DI
DI
LAVORO
LAVORO

MANSIONI
MANSIONISUPERIORI
SUPERIORI

LAVORO
LAVOROAACOTTIMO
COTTIMO

CATENA
CATENADI
DIMONTAGGIO
MONTAGGIO

LAVORO
LAVORONOTTURNO
NOTTURNO

RISCHIO
RISCHIO DA
DA
MOVIMENTAZIONE
MOVIMENTAZIONEMANUALE
MANUALEDEI
DEI
CARICHI
CARICHI
CARATTERISTICHE
CARATTERISTICHE
DEL
DELCARICO
CARICO

PESO
PESO

AFFERRABILITA
AFFERRABILITA

FORMA/INGOMBRO
FORMA/INGOMBRO
AMPIEZZA
AMPIEZZASPOSTAMENTO
SPOSTAMENTO

ESIGENZE
ESIGENZE
OPERATIVE
OPERATIVE

FREQUENZA
FREQUENZASPOSTAMENTO
SPOSTAMENTO
MODALITA
MODALITASPOSTAMENTO
SPOSTAMENTO

FORMAZIONE
FORMAZIONE
PERSONE
PERSONE

CORRETTEZZA
CORRETTEZZADEI
DEIMOVIMENTI
MOVIMENTI
SCELTA
SCELTAMODALITA
MODALITAOPERATIVE
OPERATIVE

LA MOVIMENTAZIONE
MANUALE DEI CARICHI
PESO MASSIMO RACOMANDATO IN CONDIZIONI
OTTIMALI DI SOLLEVAMENTO
ETA'

MASCHI

FEMMINE

Fino a 18 anni

30

20

Oltre 18 anni

20

15

RISCHIO
RISCHIO
ORGANIZZAZIONE
ORGANIZZAZIONEDEL
DELLAVORO
LAVORO
ANSIA
ANSIA
RESPONSABILITA
RESPONSABILITA
RITMI
RITMI
ECCESSIVI
ECCESSIVI
MONOTONIA
MONOTONIA
RIPETITIVITA
RIPETITIVITA
TURNI
TURNI DI
DI
LAVORO
LAVORO

MANSIONI
MANSIONISUPERIORI
SUPERIORI

LAVORO
LAVOROAACOTTIMO
COTTIMO

CATENA
CATENADI
DIMONTAGGIO
MONTAGGIO

LAVORO
LAVORONOTTURNO
NOTTURNO

RISCHIO
RISCHIO FISICO
FISICO
RUMORE
RUMORE
MICROCLIMA
MICROCLIMA
ILLUMINAZIONE
ILLUMINAZIONE
RADIAZIONI
RADIAZIONI
IONIZZANTI
IONIZZANTIEE
NON
NONIONIZZANTI
IONIZZANTI
VIBRAZIONI
VIBRAZIONI

MACCHINE,
MACCHINE,IMPIANTI
IMPIANTI
TEMPERATURA,
TEMPERATURA,UMIDITA,
UMIDITA,
VENTILAZIONE
VENTILAZIONE
ABBAGLIAMENTO,
ABBAGLIAMENTO,
LUCE
LUCESCARSA
SCARSA
CAMPI
CAMPIELETTROMAGNETICI,
ELETTROMAGNETICI,
RAGGI
RAGGIX,
X, LASER
LASER

UTENSILI
UTENSILIAD
ADARIA
ARIACOMPRESSA
COMPRESSA

VIDEOTERMINALI
VIDEOTERMINALI

USO DI ATTREZZATURE MUNITE DI VIDEO TERMINALE


a) VDT: schermo alfanumerico o grafico a prescindere dal tipo di
procedimento di visualizzazione utilizzato
b) lavoratore: colui che utilizza il VDT in modo sistematico o abituale per
20 ore settimanali
Art. () (svolgimento quotidiano del lavoro):
Il lavoratore, qualora svolga la sua attivit per almeno quattro ore
consecutive, ha diritto ad una interruzione della sua attivit mediante pause
ovvero cambiamento di attivit.
Le modalit di tali interruzioni sono stabilite dalla contrattazione collettiva
anche aziendale.
3) In assenza di una disposizione contrattuale riguardante l'interruzione di
cui al comma 1, il lavoratore comunque ha diritto ad una pausa di quindici
minuti ogni centoventi minuti di applicazione continuativa al videoterminale.
LA SORVEGLIANZA SANITARIA (visite mediche specifiche eseguite dal
medico competente) ANDR PREVISTA NEL CASO IN CUI VI SIA
PRESENZA DI LAVORATORI COS COME DEFINITI DALLART. 51.
Le postazioni di lavoro al videoterminale devono essere, a
prescindere dal numero di ore di utilizzo, conformi a quanto
contenuto nellallegato VII.

IL LOCALE DI LAVORO DEVE AVERE:

superficie di dimensioni adeguate (> 9 mq per 1 addetto, > 12 mq per 2


addetti; meglio > 10 mq reali per addetto)
illuminazione ed aerazione naturali (RI > 1/8 e

RA > 1/16)

ILLUMINAZIONE ARTIFICIALE
UFFICIO: 500 lux (eccessivi per VDT)
VDT:
200 lux (pochi per lufficio normale)
VALORI OTTIMALI: 200-300 lux (con illuminazione localizzata-mista)

ILLUMINAZIONE NATURALE:

finestratura posta su di 1 solo lato (ottimale se a NE, N, NO),


dotata di schermatura (tende) idonea
tinteggiatura delle pareti a colori neutri per ridurre il problema dei riflessi
IL VDT DEVE ESSERE POSTO A 90
RISPETTO ALLE FINESTRE

LA POSTAZIONE DI LAVORO ottimale quando


assicurata la flessibilit pi ampia possibile in tutte le sue
componenti

SCHEMA DI
UNA
POSTAZIONE
VDT TIPO E
REGOLABILIT
DEI SINGOLI
ELEMENTI

RISCHIO LEGATO ALLUSO DI


ATTREZZATURE E MACCHINE DA
UFFICIO
Nellimpiego di macchine da ufficio necessario:
Leggere attentamente le istruzioni del costruttore: tutti i lavoratori addetti alle macchine
devono prenderne visione. Il libretto di istruzioni infatti, descrive la funzione e luso della
macchina, le cautele da osservare in caso di anomalie e riporta la dichiarazione del
fabbricante della rispondenza ai requisiti essenziali di sicurezza previsti dalle direttive CEE
di riferimento. Il libretto documento probante anche per listituto di vigilanza.
Evitare che i cavi di alimentazione si arrotolino disordinatamente o comunque rimangano
volanti in mezzo agli ambienti o ai passaggi;
Segnalare qualsiasi abrasione o fessurazione nei cavi di alimentazione elettrica evitandone
luso fino a quando non siano stati riparati o sostituiti;
Non eseguire modifiche o collegamenti di fortuna alle spine di alimentazione delle
macchine n usare prolunghe inadatte;
Staccare le spine dalle prese, agendo sulle spine stesse e non sul cavo di alimentazione;
Disalimentare ogni macchina dopo luso e comunque al termine di ogni giornata lavorativa;
Non rimuovere le coperture predisposte dal costruttore sulle parti mobili delle macchine; tali
coperture possono essere momentaneamente rimosse solo da personale specializzato in
occasione di ispezioni o riparazioni;
Non operare allinterno di telescriventi, stampanti ecc. mentre sono in azione;
Osservare le prescrizioni del costruttore, evitare spandimenti e lavarsi le mani al termine
delle operazioni, nel maneggio del toner delle fotocopiatrici o di parti in contatto con esso.

STAMPANTE
va collocata su tavolo separato
privilegiare stampanti silenziose (art. 46 Dlgs 277/91) come laser
o a getto dinchiostro rispetto a quelle ad aghi
pu causare problemi legati al rumore se collocata nello stesso
ambiente di lavoro: disagio, difficolt a concentrarsi.

Livelli di rumorosit da non superarsi:


55 dBA per alta concentrazione
65 dBA per bassa concentrazione

le vecchie stampanti (pi rumorose) vanno separate in locali


appositi o collocate in cabine insonorizzate

RISCHIO LEGATO ALLUSO DI


SCALE PORTATILI
INFORMAZIONE PER IL CORRETTO UTILIZZO
La maggior parte degli incidenti che avvengono nellutilizzo delle scale portatili,
sono da ricondursi ad un non corretto utilizzo delle stesse. Si riportano pertanto
di seguito alcune norme comportamentali:
Prima dellutilizzo, verificare sempre lintegrit, la stabilit e la funzionalit della
scala;
La scala deve essere sufficientemente lunga (deve rimanere libero almeno un
metro della scala sopra il piolo su cui si poggiano i piedi);. 626
INFORMAZIONI AL
Si deve dare uninclinazione sufficiente.
Se non vincolata in alto, la scala deve essere trattenuta al piede da altra
persona;
La scala deve essere utilizzata da una sola persona per volta;
Non sporgersi mai per raggiungere oggetti fuori dalla propria portata
(eventualmente scendere e posizionare di nuovo la scala);
Prendere e spostare solo oggetti che possono essere tenuti con una sola mano;
Per lutilizzo della scala necessario calzare scarpe adeguate;
La salita e la discesa vanno effettuate con il viso rivolto verso la scala;
Il trasporto della scala deve avvenire con estrema attenzione.

RISCHIO INCENDIO
Lincendio pu essere definito come una combustione
sufficientemente rapida e non controllata che si sviluppa
senza limitazioni nello spazio e nel tempo in un luogo non
predisposto a contenerla. Normalmente per combustione
sintende la reazione chimica sufficientemente rapida di
una sostanza combustibile con un comburente,
accompagnata da sviluppo di calore, di fiamma, di gas di
combustione, di fumo e di luce.
Affinch un incendio si verifichi necessario pertanto che
siano soddisfatte contemporaneamente tre condizioni :
Presenza del combustibile, Presenza del comburente (in
genere lossigeno dellaria) e Temperatura minima non
inferiore alla temperatura di accensione.
il cosiddetto triangolo del fuoco

LE PRINCIPALI CAUSE DI INCENDIO IN


RELAZIONE ALLO SPECIFICO AMBIENTE DI
LAVORO
Deposito o manipolazione non idonea di sostanze infiammabili o
combustibili;
Accumulo di rifiuti, carta o altro materiale combustibile ;
Negligenza nell'uso di fiamme libere e di apparecchi generatori di calore;
Inadeguata pulizia delle aree di lavoro e scarsa manutenzione delle
apparecchiature;
Impianti elettrici o utilizzatori difettosi, sovraccaricati e non adeguatamente
protetti ;
Riparazioni o modifiche di impianti elettrici effettuate da persone non
qualificate ;
Apparecchiature elettriche lasciate sotto tensione anche quando inutilizzate;
Utilizzo non corretto di impianti di riscaldamento portatili ;
Ostruire la ventilazione di apparecchi di riscaldamento, macchinari,
apparecchiature elettriche e di ufficio;
Fumare in aree ove proibito, o non usare il posacenere;
Negligenze di appaltatori o di addetti alla manutenzione

LE SOSTANZE ESTINGUENTI
Non tutte le sostanze estinguenti possono essere
impiegate nei vari tipi di incendio dovuti alla
combustione dei molteplici materiali suscettibili di
accendersi. Come gi accennato, lestinzione
dellincendio si ottiene per raffreddamento,
sottrazione del combustibile e soffocamento. Tali
azioni possono essere ottenute singolarmente o
contemporaneamente
mediante
luso
delle
sostanze estinguenti, che vanno scelte in funzione
della natura del combustibile e delle dimensioni del
fuoco.

LE SOSTANZE ESTINGUENTI
ACQUA
Lacqua la sostanza estinguente per antonomasia conseguentemente alla facilit con
cui pu essere reperita a basso costo. Luso dellacqua quale agente estinguente
consigliato per incendi di combustibili solidi (detti di classe A). Lacqua, risultando
un buon conduttore di energia elettrica non impiegabile su impianti e
apparecchiature in tensione (altrettanto la schiuma che un agente estinguente
costituito da una soluzione in acqua di un liquido schiumogeno).
POLVERI
Le polveri sono costituite da particelle solide finissime a base di bicarbonato di sodio,
potassio, fosfati e sali organici. Lazione estinguente delle polveri prodotta dalla
decomposizione delle stesse per effetto delle alte temperature raggiunte
nellincendio, che d luogo principalmente ad effetti chimici sulla fiamma, con azione
anticatalitica. Le polveri sono adatte per fuochi di sostanze solide, liquide e
gassose (classe A, B, e C).
GAS INERTI
I gas inerti, utilizzati per la difesa dagli incendi di ambienti chiusi, sono generalmente
lanidride carbonica e, in minor misura, lazoto. La loro presenza nellaria riduce la
concentrazione del comburente fino ad impedirne la combustione. Lanidride
carbonica non risulta tossica per luomo, un gas pi pesante dellaria
perfettamente dielettrico, normalmente conservato come gas liquefatto sotto
pressione. Essa produce, differentemente dallazoto, anche unazione estinguente
per raffreddamento.

RISCHIO LEGATO ALLA


CORRENTE ELETTRICA
I pericoli legati alla corrente elettrica sono : Contatto diretto, Contatto
indiretto, Arco elettrico, Incendio di origine elettrica.
CONTATTO DIRETTO
Toccando, ad esempio, due contatti di una presa (due fili elettrici scoperti) il
corpo umano sottoposto al passaggio di
una corrente elettrica, provocando una scossa elettrica", la
quale produce una sensazione dolorosa ed sempre pericolosa e
talvolta mortale.
CONTATTO INDIRETTO
I contatti indiretti sono quelli che avvengono con parti normalmente non in
tensione
(ad esempio linvolucro di una apparecchiatura, di uno strumento etc. che
normalmente isolato e non in contatto con elementi in tensione) per un
guasto
interno o per la perdita di isolamento; tali contatti sono i pi pericolosi.

ARCO ELETTRICO
costituito da una sorgente di calore assai intensa e
concentrata, con emissione di gas e di vapori
surriscaldati e tossici, irraggiamento termico e raggi
ultravioletti che si manifestano in caso di guasto o
di manovre su apparecchiature elettriche, es. corto
circuiti.

INCENDIO DI ORIGINE ELETTRICA


un incendio dovuto ad una anomalia dellimpianto
elettrico che causa linnesco della combustione, ad
es. sovraccarico, sotto dimensionamento dei cavi
elettrici etc.

SISTEMI DI PREVENZIONE E
PROTEZIONE
PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI
Le misure da adottare per le protezioni contro i contatti diretti possono
essere TOTALI o PARZIALI.
Le PROTEZIONI PARZIALI vengono applicate nei luoghi dellazienda
dove hanno accesso soltanto le persone addestrate e qualificate. Le
protezioni totali sono destinati alle protezioni delle persone non a
conoscenza sui pericoli connessi allutilizzo dellenergia elettrica.
Oltre agli involucri e alle barriere, per prevenire i contatti diretti, limpiego di
un interruttore differenziale ad alta sensibilit pu costituire una
protezione supplementare (e non alternativa) in grado di intervenire
allatto del guasto per esempio quando un conduttore in tensione viene a
contatto con la carcassa metallica di uno strumento collegato
correttamente a terra.
Interruttore differenziale.
Linterruttore differenziale facilmente riconoscibile per la presenza di un
pulsante contrassegnato dalla lettera T, conosciuto anche come
"salvavita", che confronta continuamente la corrente elettrica entrante
con quella uscente e scatta quando avverte una differenza.

PROTEZIONI CONTRO I CONTATTI INDIRETTI


Le protezioni contro i contatti indiretti possono effettuarsi con
dispositivi che impediscono il contatto con gli elementi in tensione
o con mezzi che interrompono in circuito impedendo eventuali
tensioni di contatto.
Per la salvaguardia contro i contatti indiretti, che sono i pi
pericolosi, le norme CEI 64-8 suddividono le protezioni in :
PROTEZIONI SENZA INTERRUZIONE AUTOMATICA DEL
CIRCUITO e PROTEZIONI CON INTERRUZIONE AUTOMATICA
DEL CIRCUITO.
Protezioni senza interruzione automatica del circuito
Per le protezioni senza interruzione automatica del circuito si
possono impiegare materiali con particolari caratteristiche di
isolamento, adeguate separazioni elettriche dei circuiti, oppure
ambienti isolanti o locali equipotenziali. Quando si parla di
isolamento necessario considerare che i materiali da utilizzare
devono possedere specifiche caratteristiche come il doppio
isolamento che viene mantenuto con adeguata manutenzione.
Hanno questo tipo di protezione tutti quei materiali che
impediscono il manifestarsi di una tensione pericolosa sulle parti
accessibili di componenti elettrici a seguito di un guasto
ll i l
t
i i l

Protezioni
circuito.

con

interruzione

automatica

del

La protezione con interruzione automatica del circuito


mediante messa a terra consiste nel realizzare un impianto
di messa a terra opportunamente coordinato con
interruttori posti a monte dellimpianto atti ad interrompere
tempestivamente lalimentazione elettrica del circuito
guasto se la tensione di contatto assume valori particolari.
Si dividono: Protezioni per sistemi TT, Protezioni per
sistemi TN , Protezioni per sistemi IT.
Il neutro connesso a terra in cabina e gli utilizzatori
dellutente sono collegati a terra mediante un loro impianto
separato.Il neutro connesso a terra in cabina e gli
utilizzatori fanno capo alla stessa terra tramite un unico
impianto. Il sistema IT ha il generatore isolato a terra o
collegato con una impedenza di notevole valore, gli
utilizzatori sono collegati ad un proprio impianto di terra.

RISCHI LEGATI AL RUMORE


Il RUMORE pu essere definito come un suono
indesiderabile, a livello fisiologico e psicologico, che
interferisce con le diverse attivit individuali o di
gruppo.
EFFETTI SULLA SALUTE
I rumori producono effetti dannosi sia sul sistema
uditivo sia su altri organi ed apparati (effetti
extrauditivi). Per quanto riguarda gli effetti uditivi
essi sono in relazione diretta col livello sonoro e la
durata di esposizione per cui, superati certi limiti,
esiste un rischio statisticamente determinabile di
danno all'apparato uditivo.

Livello di
rumorosit

5 anni

10 anni

20 anni

30 anni

80 dBA

85 dBA

1%

3%

6%

8%

90 dBA

4%

10%

16%

18%

95 dBA

7%

17%

28%

31%

100 dBA

12%

29%

42%

44%

VALORI LIMITE
La legge stabilisce tre livelli desposizione quotidiana al rumore e gli
adempimenti ai quali sono tenuti i lavoratori, qualora siano superati i livelli
stessi.
1o livello 80 - 85 dB(A),
2o livello 85 - 90 dB(A),
3o livello superiore 90 dB(A).
Il datore di lavoro comunque obbligato a ridurre al minimo il rumore
prodotto anche al di sotto di 80 dBA

RISCHI LEGATI ALLE ESPOSIZIONI DEI


LAVORATORI ALLE VIBRAZIONI
SISTEMA MANO - BRACCIO
Identificazione e caratterizzazione del rischi
E noto che lavorazioni in cui si impugnino utensili vibranti o
materiali sottoposti a vibrazioni o impatti, possono indurre un
insieme di disturbi neurologici e circolatori digitali e lesioni
osteoarticolari a carico degli arti superiori, definito con termine
unitario Sindrome da Vibrazioni Mano-Braccio.
L'esposizione a vibrazioni al sistema mano-braccio
generalmente causata dal contatto delle mani con
l'impugnatura di utensili manuali o di macchinari condotti a
mano. I criteri valutativi definiti dallo standard internazionale
ISO 5349 (1986) rappresentano attualmente il quadro di
riferimento principale ai fini della prevenzione del rischio da
esposizione a vibrazioni mano-braccio, ed a questi ancorata
la normativa comunitaria in materia di prevenzione del rischio
da esposizione a vibrazioni.

RISCHI LEGATI ALLUTILIZZO


DEI MACCHINARI
Macchina Nuova (cio costruita dopo il 20/9/96)
Allatto della consegna, la macchina deve essere dotata da parte del costruttore di:
Marcatura CE, Dichiarazione di conformit e Manuale di istruzione (per
listallazione, luso, la manutenzione, il trasporto,ecc.) in lingua italiana. Quanto
sopra deve risultare anche dalla bolla di consegna. Una macchina, marcata CE,
pu essere venduta anche parecchie volte senza necessitare di ulteriori
adempimenti, qualora non abbia subito modifiche.
Macchina Usata (cio costruita prima del 20/9/96)
Il venditore tenuto, ai sensi dellart.11, comma 1 del DPR 459/96, a rilasciare
dichiarazione che "la macchina conforme al momento della consegna, alla
legislazione in materia di sicurezza del lavoro previdente al 20/9/96 ".
La data di costruzione va attestata per iscritto da parte del cedente.
Anche la machina usata deve essere sempre dotata di adeguato manuale di
istruzione in lingua italiana.
Il Servizio di Prevenzione e Protezione deve essere informato dell'acquisto di
nuove attrezzature, della modifica di quelle esistenti, nonch della installazione
di nuovi impianti o della modifica di quelli esistenti. Ci allo scopo di valutare i
nuovi rischi che si introducono sul luogo di lavoro, comprese le possibili
variazioni al microclima e l'utilizzazione razionale degli spazi nell'interesse del
benessere dei dipendenti.

Le macchine presentano pericoli ben definiti:

MECCANICI: la tipologia di rischio pi diffusa legata essenzialmente alla


presenza di elementi in movimento, alla possibilit di proiezione, caduta,
ribaltamento di oggetti e alle eventuali conseguenze rottura della macchina;

ELETTRICI E DA RADIAZIONI: derivano dalla presenza di impianti elettrici e


sistemi di controllo a corredo della macchina;

ALTRI RISCHI : termici, da prodotti e materiali in lavorazione ecc.


Pericoli di natura meccanica: Schiacciamento, Cesoiamento, Taglio o
sezionamento, Urto, Proiezione di un fluido ad alta pressione
Impigliamento,Trascinamento o intrappolamento, Perforazione o puntura, Attrito
o di abrasione, Proiezione delle parti (della macchina o materiali/pezzi lavorati),
Perdita di stabilit (della macchina o di parti), Scivolamento, di inciampo e di
caduta in relazione alla macchina.
Pericoli di natura elettrica, che causano:Lesioni o morte per contatti con elementi
in tensione (contatto diretto e indiretto), importante il corretto isolamento dei cavi
e delle parti in tensione, nel rispetto della legislazione e normativa vigente,
Fenomeni elettrostatici, Influenze esterne sugli equipaggiamenti elettrici, in
particolare se tali influenze riguardano i circuiti preposti alla sicurezza della
macchina, Spruzzi metallici da cortocircuiti, Radiazioni termiche ed altri fenomeni.
Pericoli di natura termica, che causano:Bruciature e scottature, provocate da
contatto con elementi in temperatura, irraggiamento, fiamme o esplosioni, Danni
alla salute provocate dalterazioni delle condizioni ambientali dei luoghi di lavoro,
provocati dalla temperatura delle macchine in funzione.

RISCHI LEGATI ALLUTILIZZO


DEI CARRELLI
I carrelli elevatori vengono realizzati in diverse soluzioni costruttive: le pi
diffuse sono quelle con forche frontali o laterali. Date le ridotte dimensioni
del carrello ne possibile l'utilizzazione anche in ambienti ristretti in
particolar modo se si ricorre al tipo a forche laterali.
STABILIT DEL MEZZO E DEL CARICO
a) Rispondenza del carrello alle norme di stabilit UNI;
b) Divieto assoluto di superare il carico massimo ammissibile agli sbracci
dati;
c) Trasporto del carico con forche il pi basso possibile ed inclinate
all'indietro;
d) Sollevamento per impilaggio a montanti verticali con carico in prossimit
della catasta;
e) Inclinazione in avanti dei montanti quando il carico si trova sulla catasta.

STABILIT DELLE CATASTE


Nel depositare un carico su una catasta il cartellista dovr prendere quei
provvedimenti atti a garantire la stabilit della catasta stessa. Dovr, ad
esempio, aver cura di appoggiare gradualmente il carico e di
abbandonarlo senza urti laterali. Gli elementi che costituiscono la
catasta, come pure le superfici di appoggio, non dovranno essere caricati
oltre i limiti di portata consentiti.
2. SPAZI LIBERI PER I PASSAGGI
La larghezza dei passaggi deve superare di almeno cm. 70 l'ingombro
massimo dei carrelli.
Il passaggio dei carrelli deve essere segnalato con cartelli in loco e col
segnalatore acustico
del carrello stesso.
3.
POSTO DI MANOVRA E VISIBILIT
Se esiste il pericolo di caduta all'indietro del materiale trasportato, il posto di
manovra dovr risultare protetto con tetto capace di sopportare il
materiale caduto. Se l'ingombro del carico ostacola la visibilit del
cartellista, il trasporto va effettuato all'indietro, oppure si potr ricorrere
all'ausilio di un incaricato che segnali al manovratore la presenza di
eventuali ostacoli.

MICROCLIMA E VENTILAZIONE
Per MICROCLIMA s'intende l'insieme delle
caratteristiche climatiche: temperatura, umidit,
velocit dell'aria, ecc. di un ambiente chiuso e nel
caso particolare di un Ambiente di Lavoro. Tali
caratteristiche hanno importanza, da un lato, per lo
stato di salute e di benessere dei lavoratori e,
dall'altro, per il regolare andamento del processo
tecnologico. Il controllo delle condizioni
microclimatiche, attraverso i sistemi di ventilazione,
s'integra di solito anche con l'aspirazione e/o
diluizione degli inquinanti atmosferici presenti sul
posto di lavoro.

CONDIZIONI CLIMATICHE FREDDE


In condizioni climatiche fredde non c' nessuna difficolt nel perdere calore; spesso il problema
come evitare di perderne troppo. Le perdite di calore possono essere ridotte indossando idonei
indumenti o riscaldando l'ambiente. Se la temperatura corporea scende al di sotto di un livello
minimo accettabile, allora inizia il brivido, azione muscolare che produce calore e quindi
riscalda il corpo. Il brivido naturalmente deve essere considerato un segnale di avverti-mento e
si dovrebbe subito intraprendere un'azione di riscaldamento del corpo che pu consistere in
esercizi fisici, nell'indossare pi indumenti o nello spostarsi in ambiente pi caldo.
CONDIZIONI CLIMATICHE CALDE
Quando il corpo si riscalda pi sangue pompato in superficie, la pelle diviene pi calda e pi
calore pu essere eliminato per convezione o irraggiamento, poi comincia la sudorazione. Un
efficace raffreddamento richiede che il sudore evapori sulla pelle, che non goccioli sul corpo e
che non sia assorbito dagli indumenti. Se il grado di umidit elevato allora necessaria una
maggior velocit dell'aria per evaporare il sudore. In condizioni estreme l'ambiente pu essere
pi caldo del corpo, sicch il calore non pu essere perduto per irraggiamento e il corpo
acquista calore dall'ambiente. Quando la temperatura dell'aria pi elevata di quella del corpo,
il calore acquistato dall'ambiente. Se l'umidit al cento per cento, allora il sudore non potr
evaporare. In queste condizioni estreme il calore non pu essere assolutamente ceduto dal
corpo e il corpo continuamente riscaldato dall'ambiente. Purtroppo l'organismo non riesce a
riconoscere queste condizioni e sempre pi sangue pompato alla pelle (lavoro inutile che
riscalda ulteriormente il corpo). La sudorazione diviene abbondante ed inutile. I primi sintomi di
pericolo appaiono quando la temperatura corporea raggiunge i 39 C. Ogni individuo colpito in
modo differente ed i sintomi pi frequenti sono: avvertire caldo e sentirsi bruciare, vertigini,
svenimenti, sentirsi esausti e incapaci di continuare a lavorare. Se la persona allontanata
dall'ambiente troppo caldo in questo stadio, pu rapidamente riprendersi e sentirsi solo
affaticata o intorpidita. Un'ulteriore esposizione pericolosa dal momento che la temperatura
corporea si alzer rapidamente; delirio e comportamento irrazionale possono verificarsi quando
la temperatura corporea raggiunge i 40 C, in questo stadio la rimozione dall'ambiente caldo e
un rapido raffreddamento sono essenziali, altrimenti la temperatura del corpo continuer ad
alzarsi ulteriormente e sopravverr il coma seguito dalla morte

ILLUMINAZIONE DEI LOCALI


La maggior parte delle lavorazioni dellazienda richiede una
buona visibilit; per questo motivo una corretta illuminazione
pu giocare un ruolo importante innanzi tutto nella
prevenzione infortuni ed anche sulla produttivit, agendo
positivamente sullo stato di benessere individuale.
Un'illuminazione inadeguata per intensit o per posizione
delle lampade, pu provocare irritazioni dell'apparato visivo
e stati di malessere (cefalee in particolare), aumentando
quindi il rischio d'errori nel lavoro e d'infortuni. Sotto
l'aspetto fisico si ricorda che le onde luminose sono del tipo
elettromagnetico.

TIPOLOGIE DI ILLUMINAZIONE

L'illuminazione dei locali di lavoro stata ottenuta tanto con la luce naturale che con la
luce artificiale. La luce naturale stata preferita a quell'artificiale in quanto pi
tollerata dall'occhio, permette una migliore visione, agisce su tutto l'organismo come
stimolo delle funzioni vitali ed influisce beneficamente me-diante l'azione dei raggi
solari. Alla luce solare diretta, che pu dare origine a vari disturbi da abbagliamento,
stata preferita la luce solare diffusa ottenuta mediante un razionale orientamento
del fabbricato o con un'opportuna distribuzione delle finestre. La luminosit dei locali
di lavoro stata aumentata colorando di bianco o con tinte chiare tutte le superfici del
locale, ricordando che le superfici bianche riflettono sino all'80% della luce ricevuta,
mentre una superficie grigia - scura ne riflette soltanto dal 15% al 25%. Sono stati
utilizzati colori diversi tra loro armoniz-zati (ad esempio contrastando il colore delle
macchine rispetto a quello dell'ambiente di lavoro). L'illuminazione artificiale risponde
ai seguenti requisiti:
- Fornisce da sola i livelli ottimali stabiliti e, pertanto, i rilievi fotometrici relativi vanno
effettuati anche in ore notturne o comunque in condizioni tali che l'apporto della luce
naturale sei trascurabile;
- Per non stancare l'occhio non oscillante, deve cio avere spettro e intensit
d'emissione costanti;
- Non abbagliante per non arrecare offesa all'occhio e permettere la giusta percezione
degli oggetti meno illuminanti;
- Non provoca alterazioni dell'aria n chimicamente con prodotti di combu-stione, n
fisicamente con la produzione d'eccessivo calore;
- Ha spettro (cio colore) il pi vicino possibile a quello della luce naturale, sia per il
benessere della vista, sia per non alterare il colore degli oggetti. La distribuzione
della luce artificiale stata fatta, pertanto, tenendo presente che le esigenze
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CARATTERISTICHE DI ALCUNI TIPI DI LAMPADE


La realizzazione di un buon sistema di illuminazione artificiale non pu prescindere da
un'attenta valutazione delle caratteristiche delle lampade impiegate. Di ogni tipo di
lampada importante conoscere la qualit della luce e della resa dei colori, l'efficacia
di illuminamento e il flusso luminoso emesso, anche in funzione della potenza
impegnata e della durata di vita della lampada. Le lampade usate per l'illuminazione
artificiale hanno una temperatura di colore (Tc) attorno a 4.000 K, per una migliore
resa dei colori e l'ottimizzazione dei contrasti. Esistono anche lampade che
riproducono fedelmente lo spettro della luce solare: sono estremamente salutari, e
grazie alle radiazioni emesse hanno una significativa funzione igienica di disinfezione
dell'ambiente . Viene fatta grande attenzione anche alla manutenzione delle
lampade, perch hanno tutte una ben definita durata di funzionamento, oltre la quale
l'efficienza luminosa si riduce del 25%.Lo stesso accumulo di polvere pu ridurre il
flusso luminoso fino al 40%.Si ricordano nel seguito alcune caratteristiche delle
lampade ad incandescenza. Esse presentano i seguenti vantaggi : il basso costo,
l'accensione immediata, la semplicit. Hanno tuttavia costi di esercizio elevati avendo
una scarsa efficienza luminosa (meno di 20 lumen/watt), limitata durata, elevata
luminanza con conseguente abbagliamento quando la sorgente rientra nel campo
visivo. Particolari lampade ad incandescenza sono le lampade ad alogeni (nel bulbo,
di solito in quarzo, vengono introdotte piccole quantit di iodio): sono caratterizzate
da un minor decadi-mento nel tempo, maggiore efficienza, minori dimensioni. Dato
l'elevato costo vengono utilizzate in campi limitati (proiettori per autoveicoli, lampade
per riprese foto-cinematografiche, apparecchi per proiezione, ecc.). Un altro
svantaggio delle lampade ad incandescenza dato dall'elevata produzione di calore
e dal rapido crollo del flusso luminoso prodotto per abbassamenti anche lievi della

Descrizione

Lux

Ambiente destinato a deposito di materiali


grossi
Orientamento, passaggio saltuario

15

Impegno visivo leggero: dettagli grandi


con forte contrasto
Impegno visivo normale: dettagli medi
con contrasti medi
Impegno visivo difficile: dettagli piccoli
con contrasti scarsi
Impegno visivo molto difficile: dettagli
piccolissimi con contrasti minimi

120

Casi speciali
operatorio)

(ad

esempio

campo

30

500
1000
2000
5000

FONDAMENTALI AZIONI
COMPORTAMENTALI A CUI
ATTENERSI PER ALCUNE
SITUAZIONI INCIDENTALI

INCIDENTI ED INFORTUNI SUL LAVORO


COME COMPORTARSI IN CASO DI INFORTUNIO
Lo scopo di questa sezione di fornire semplici informazioni circa il comportamento da tenere
in caso di infortunio. Pu accadere infatti che, durante l'ordinaria attivit lavorativa o in
occasione di un evento sinistrorso, qualcuno possa restare vittima di incidente o subire un
malore momentaneo.In attesa di un soccorso qualificato (medico, ambulanza, Pronto
Soccorso ospedaliero) le persone opportunamente addestrate presenti nel plesso
aziendale, possono prestare un primo soccorso ed assistenza all'infortunato usando
materiali e mezzi disponibili al momento dell'incidente. In caso di infortunio, infatti, sia per
disposizioni di legge che per motivi etici, necessario adoperarsi per un intervento corretto
nellambito delle proprie competenze.
GENERALIT

Se qualcuno subisce un infortunio si tenuti a chiamare lambulanza.

Non compiere in nessun caso interventi non conosciuti o non autorizzati


sullinfortunato.

Non muovere linfortunato a meno che non sia necessario sottrarlo a ulteriori
pericoli.

Mai somministrare alcolici allinfortunato e, se in stato di incoscienza, alcun tipo di


bevanda.

Mai prendere iniziative che siano di competenza del medico (ad esempio
somministrare medicinali).

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE
INDIVIDUALE
Con tale termine si intende i prodotti che hanno la funzione di
salvaguardare la persona che l'indossi o comunque li porti con s, da
rischi per la salute e la sicurezza.
CATEGORIE DI DPI PRIMA CATEGORIA
Appartengono alla Prima Categoria, i DPI destinati a salvaguardare la
persona da rischi di danni fisici di lieve entit. La persona che usa il DPI
deve avere la possibilit di valutarne l'efficacia e di percepire se il DPI
rimane efficiente per tutto il periodo in cui viene utilizzato.

Azioni lesive superficiali per azione meccanica;

Azioni lesive di lieve entit e facilmente reversibili causate da prodotti


per la pulizia;

Urti o contatto con oggetti con temperatura non superiore a 50 C;

Ordinari fenomeni atmosferici nel corso di attivit;

Urti e vibrazioni lievi inidonei a aggiungere organi vitali;

Azioni lesive dei raggi solari.

CATEGORIE DI DPI SECONDA CATEGORIA


Tutti i DPI che non rientrano nella prima e nella terza categoria
I DPI devono essere utilizzati solo dopo aver constatato l'impossibilit di attuare tutte le misure
tecniche, procedurali o riorganizzative di prevenzione come le misure di protezione collettiva.
Il lavoratore si pu trovare di fronte ad un "rischio residuo" imprevedibile ed inevitabile
nonostante il ricorso a provvedimenti preventivi; il DPI ha lo scopo di eliminare o ridurre le
conseguenze di eventuali incidenti. I DPI devono essere conformi a quanto previsto nel
D.Lgs. n. 475/1992 e inoltre devono essere adeguati ai rischi da prevenire, non costituire di
per s cause di nuovi rischi e tenere conto dei parametri individuali dipendenti dall'utilizzatore
e dalla natura del lavoro svolto. Qualora pi DPI siano forniti ad uno stesso lavoratore, gli
stessi devono essere reciprocamente compatibili; nel caso che un DPI debba essere utilizzato
da diversi lavoratori, si dovr curare il rispetto rigoroso delle norme igieniche.
CATEGORIE DI DPI - TERZA CATEGORIA
I DPI destinati a salvaguardare da rischi di morte o di lesioni gravi e di carattere permanente. La
persona che usa il DPI non deve avere la possibilit di percepire tempestivamente la
verificazione istantanea di effetti lesivi. Rientrano esclusivamente nella terza categoria:
a) Gli apparecchi di protezione respiratoria filtranti contro gli aerosol solidi, liquidi o contro i gas
irritanti, pericolosi, tossici o radiotossici;
b) Gli apparecchi di protezione isolanti, ivi compresi quelli destinati all'immersione subacquea;
c) I DPI che assicurano una protezione limitata nel tempo contro le aggressioni chimiche e contro
le radiazioni ionizzanti;
d) I DPI per attivit in ambienti con condizioni equivalenti ad una temperatura d'aria non inferiore a
100 C, con o senza radiazioni infrarosse, fiamme o materiali in fusione;
e) I DPI per attivit in ambienti con condizioni equivalenti ad una temperatura d'aria non superiore
a -50 C;
f) I DPI destinati a salvaguardare dalle cadute dall'alto;
g) I DPI destinati a salvaguardare dai rischi connessi ad attivit che espongano a tensioni
elettriche; pericolose o utilizzati come isolanti per alte tensioni elettriche.

PROTEZIONE DEGLI OCCHI


RISCHI :
MECCANICO
GOCCE SPRUZZI
SCHEGGE

RADIAZIONI LUMINOSE
POLVERI
GAS

REQUISITI PROTETTIVI :
Resistenza meccanica
radiazione luminosa
Metalli fusi e solidi incandescenti
Polveri
Archi elettrici

Protezione da
Liquidi
Gas
Protezione laser

PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE


VENTILAZIONE E AREAZIONE
Tecniche di ventilazione ed aspirazione forzata per bonificare gli ambienti di
lavoro dagli inquinanti aerodispersi (polvere, gas, fumi, fibre, nebbie).
Aspirazione localizzata
Captazione degli inquinanti in prossimit del punto di emissione.
Cappe aspiranti mobili.
Cappe aspiranti a flusso verticale o laminare fisse.
Vantaggi:
Aspirazione completa delle sostanze prima della loro diffusione in ambiente.
Richiesta energetica contenuta.
Abbattimento e recupero degli inquinanti.
Evita di diffondere in ambiente esterno gli inquinanti.
Svantaggi:
Difficile realizzazione in caso di numerosi punti di utilizzo di inquinanti.
Notevoli costi di impianto.
Ingombro e rigidit del lay-out.

Ventilazione per diluizione


Creazione di un impianto di ventilazione che apporta aria pulita (filtrata)
negli ambienti di lavoro.
Diluizione dellaria inquinata.
Vantaggi
Costi ridotti.
Integra laspirazione localizzata quando le sorgenti inquinanti sono molto
numerose.
Unico sistema quando non esistono sorgenti di inquinamento localizzato.
Svantaggi
Non elimina gli inquinanti ma diluisce laria inquinata.
Non cattura e non abbatte gli inquinanti che pertanto si disperdono in
ambiente esterno.
In caso di trattamento termico/filtrazione richiede un grande dispendio di
energia.

PROTEZIONE DELLE MANI


Devono essere di spessore costante, prive di fori, assegnate in dotazione personale,
facilmente calzabili, riposti al termine del turno in luoghi adeguati (armadietti) e
non abbandonati sui ripiani o nei luoghi di lavoro.
A seconda del tipo di lavoro, la superficie esterna dovr essere liscia, rugosa o
zigrinata per consentire una presa adeguata di oggetti e materiali devono riportare
nome del produttore, caratteristiche di utilizzazione e descrizione del tipo. Devono
essere abbastanza lunghi, fino all'avambraccio per evitare la penetrazione di
sostanze tossiche per quanto possibile al di sotto dei guanti non devono aderire
troppo alla pelle ne troppo poco perch si deve evitare il ristagno del sudore, e la
limitazione al movimento delle mani ed alla prensione non devono essere infilati
con le mani sporche oppure tolti nel corso del lavoro devono essere rivoltati, alla
fine di ogni turno, per far evaporare il sudore e, possibilmente, cosparsi di talco
all'interno devono avere la minima rigidit compatibile con la protezione dal
rischio al fine di non creare problemi alla prensione ed all'articolazione delle mani
in caso di comparsa di fenomeni allergici (abbastanza frequenti nei confronti di
preparati usati per la mescola della gomma) i guanti dovrebbero essere sostituiti
con altri di tipo e caratteristiche diverse.

PROTEZIONE DEL RISCHIO CHIMICO


La scelta del guanto deve tenere conto dellindice di degradazione a contatto con
linquinante .
La conoscenza del livello di protezione importante quando siamo in presenza di un
rischio chimico o biologico. Il livello di protezione per questo tipo di pericolo assume
valori da 1 a 6 in funzione del tempo di permeazione (tempo necessario ad un liquido
per penetrare all'interno).
PROTEZIONE DAI RISCHI MECCANICI

RESISTENZA ALLABRASIONE
RESISTENZA ALLABRASIONE
RESISTENZA ALLA LACERAZIONE
RESISTENZA ALLA PERFORAZIONE

PROTEZIONE DA CALORE / FUOCO


PROTEZIONE CONTRO FREDDO
PROTEZIONE DA RISCHI ELETTRICI

PROTEZIONE DEL CORPO

PROVE DI RESISTENZA
Resistenza alla penetrazione (liquido e solido)
Resistenza alla permeazione ( a livello molecolare)
Prova dei 7 movimenti
Prova barriera ai liquidi (getto, spray)

PROTEZIONE DEI PIEDI


PROPRIET DI SICUREZZA
Antistatiche
Impermeabilit tomaia
Lamina antiforo
Conduttivit elettrica della suola
Isolamento da calore
Isolamento da freddo
Resistenza agli idrocarburi
Resistenza al calore per contatto
SCARPE DI PROTEZIONE
Calzature di sicurezza: hanno puntale per sostenere un impatto fisico di 200 joule.
Calzature di protezione: hanno puntale per sostenere un impatto fisico di 100
joule.
Calzature da lavoro: non hanno puntale.

PROTEZIONE DELLUDITO
ISOLAMENTO ACUSTICO
Il rumore nellambiente di lavoro diffuso per via diretta o riflessa .
E possibile diminuire la propagazione del rumore impiegando determinati
materiali contro la propagazione diretta si usano tramezzi o schermi
devono essere collocati il pi vicino possibile alla sorgente di rumore
contro la propagazione riflessa si usano materiali fonoassorbenti (lana di
vetro, di roccia, poliuretano) il coefficiente di assorbimento del rumore
funzione della frequenza .
I mezzi di protezione auricolare rappresentano una soluzione efficace per la
protezione dei lavoratori dal danno provocato dal rumore ambientale
(ipoacusia) quando i mezzi tecnici sulle sorgenti di rumore non sono
sufficienti a proteggere i lavoratori. Possiamo distinguere i mezzi di
protezione individuale dividendoli in due categorie:
- Mezzi ad inserimento;
- Cuffie auricolari e caschi.

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